Affari di sport, dove il glamour va a braccetto con la ... - TuttOrvieto

Poi venne il tre settembre e poi a
maggio dell'84 portammo di
nuovo la Macchina in omaggio a
Giovanni Paolo II. Il primo
modello a poggiare sulle mie
spalle è stato Spirale di Fede.
Posso dire che quel tarsporto del
luglio '83 mi durò un attimo.
Quelle due ore passarono in un
lampo. Non mi sono reso conto
di niente. Tutto passò via velocemente.
Ti senti come travolto da
tutto e tutto ti attraversa come
in un film. Prima di riuscire a
prendere veramente il gusto di
un trasporto ne devi avere almeno
un paio alle spalle. Lì inizi a
realizzare di più.
Si è facchini tutta la vita e
tutto l'anno. Come si è facchini
oltre il tre settembre?
Lo scopo del Sodalizio, l'anima
del Sodalizio è appunto questa:
"essere facchini tutto l'anno".
Come ci si riesce? Diventando
"messaggeri d'amore". Il
Sodalizio in questi anni è diventato
sinonimo di solidarietà. Le
associazioni in difficoltà si rivolgono
a noi e organizziamo iniziative
insieme e cerchiamo di
sostenerle, nei limiti delle nostre
possibilità. In questi anni Viterbo
ha saputo dimostrarci tutto il suo
amore, sostenendo le nostre iniziative.
Penso per esempio al
successo delle cene in piazza,
svolte anche quest'anno dal 20
al 23 d'agosto.
Dica qualcosa ai suoi ragazzi.
E ai viterbesi.
Ai miei ragazzi dico che sto con
loro, che sudo insieme a loro e
gioisco con loro. La mia volontà è
che anche il prossimo presidente
possa essere un presidente facchino.
In questa maniera potrà
capirli meglio, apprezzarli di più.
Poi i facchini ti portano più
rispetto se vedono che stai là
sotto con loro, che spingi con
loro.
Ai viterbesi dico che gli voglio un
gran bene. Grazie per il sostegno
dato alle nostre iniziative, sostegno
che ha permesso al Sodalizio
di abbracciare più intensamente
la città.
Il Sodalizio dei Facchini
VITERBOMAGAZINE.COM
Oltre a tenere uniti i Facchini in "fraterinità d'intenti", il
Sodalizio ha il compito di tramandare la secolare tradizione
delle celebrazioni in onore della santa.
Il Sodalizio Facchini di Santa Rosa si è costituito nel 1978 con il riconoscimento
del Comune di Viterbo che ne ha approvato lo statuto, concedendo
una sede adeguata, posta in un antico palazzetto ristrutturato nel quartiere
medievale di S. Pellegrino.
Le ragioni che hanno portato alla sua costituzione sono molte e chiarite nell'articolo
2 dello Statuto: "Lo scopo del Sodalizio è quello di mantenere uniti
i facchini di Santa Rosa in fraternità d'intenti per poter far si che il trasporto
della Macchina di Santa Rosa avvenga in quello spirito di responsabilità,
alla quale ognuno dei facchini deve sentirsi sempre impegnato fisicamente
e moralmente, per tenere sempre viva la tradizione ultra secolare che dà
onore e vanto alla città di Viterbo. Il Sodalizio deve promuovere altresì attività
culturali, assistenziali, turistico - ricreative, di mutuo soccorso e morali
in genere per affiatare maggiormente il proprio tessuto associativo.
In tal senso è costituita anche la Polisportiva Sodalizio Facchini di Santa
Rosa gestita con proprio regolamento".
La sua nascita ha permesso di migliorare l'organizzazione dei compiti e delle
responsabilità relativi al trasporto e programmare organicamente l'attività
annuale, finalizzata alla preparazione delle festività in onore della Santa
Patrona e alla cura di tutti gli aspetti tecnici riguardanti il trasporto vero e
proprio, dato che nell'arco di pochi anni, con l'introduzione di moderni sistemi
di costruzione, la Macchina ha raddoppiato peso e altezza, e aumentato
notevolmente il numero dei facchini.
La selezione dei nuovi facchini attraverso la prova di portata è uno tra gli
appuntamenti annuali più coinvolgenti per l'intera città. Un'apposita commissione,
composta dal Presidente del Sodalizio, dal Capo Facchino e dal
resto del Consiglio Direttivo, si riunisce per valutare le prestazioni dei veterani
e dei giovani aspiranti e definire la formazione per il trasporto annuale.
Il Sodalizio inoltre, nel corso dell'anno dà vita ad attività interne volte a
cementare lo spirito di gruppo e si occupa della partecipazione alle manifestazioni
pubbliche, promuovendo e collaborando a iniziative sociali e culturali
di carattere cittadino.
Il riconoscimento formale del Sodalizio come entità collettiva ha permesso
di migliorare e regolamentare i rapporti tra Facchini, Comune e Costruttore;
è infatti divenuta indispensabile l'esigenza di lavorare alla realizzazione dell'evento
attraverso principi di collaborazione reciproca e di comune interesse,
sin dalla selezione dei bozzetti in concorso per i nuovi modelli di
Macchina e alla decisione circa le eventuali innovazioni e gli adattamenti da
applicare.
Degne di attenzione sono le attività di gemellaggio con altre città che presentano
tradizioni religiose e di folklore di particolare interesse (Gubbio
1982, S. Marino 1987, Assisi 1988, Pisa 1989, Nola 1990).
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