Volano le polemiche - Giornale dell'Altopiano

More documents

Recommendations

Info

Sabato 18 settembre 2010 8 l’Altopiano IL GIARDINO DELL’EDEN È AD ASIAGO IN VIA BUSA L’Altopiano, per latitudine, altitudine media, insolazione, piovosità, è un parco botanico a cielo aperto. Moltissime le specie vegetali diversamente presenti dalle pendici alle sommità, alcune - grazie al buon cuore degli umani - a rischio di estinzione, altre sovrabbondanti, poichè considerate comuni ed erroneamente prive di valore. In realtà la flora locale, oltre ad essere fonte di sostentamento secolare per animali ed esseri umani è stata in passato metodo curativo e preventivo delle più svariate affezioni. Non c’erano medicine una volta, bisognava provvedere da sé, attingendo alla sapienza della tradizione popolare. I “bagni di fieno”, non li hanno inventati a Fiè e poi esportati da noi, né è una novità assumere il miele col mugo o semplicemente sedare le punture d’ortica con le lingue di vacca (l’acido ossalico batte l’acido formico). Sono rimedi centenari derivanti dal sapiente e rispettoso uso del territorio e dei suoi frutti. Per fortuna, in un mondo che non sa più dove sbattere la testa, la tradizione è tornata di moda. Antesignano da anni di questa nuova (o vecchia?) mentalità, Antonio Cantele, erborista diplomato all’Università di Urbino, che con la figlia Lisa, laureata in “Tecniche erboristiche” all’Università di Padova, ha iniziato a diffondere le conoscenze dei nostri avi. Il giardino dell’Eden, esiste: è in via Busa 106, contrada a nord del Comune di Asiago. Prima del sopralluogo ti anticipa un mix di aromi indefini- bili e intensissimi. Poi entri nell’orto, tutto esposto a sud, in leggera pendenza ed è una gioia per gli occhi: fiori di mille colori e gradazioni, arbusti di tutte le taglie, foglie di tutte le forme. I Cantele hanno sapientemente introdotto e adattato al clima, anche erbe non autoctone, come l’Echinacea originaria del Nord America, che produce un effetto immunostimolante, cioè innalza le difese immunitarie; l’Enula campana – proveniente dalla Campania, assai utile per affezioni dell’apparato re- spiratorio; l’Escolzia – californiana – un calmante contro l’insonnia, che han mostrato un buon livello di adattamento alle mutate condizioni ambientali. Con grande naturalezza (come se in tutto ciò non ci fosse un che di miracoloso) ti fanno assaggiare bacche (l’Olivello spinoso, ricco di vitamina C e acidi polinsaturi, ilRibes nero, cortisonico naturale e l’Uva spina, ricca di vitamine e minerali – tutte buonissime!), addentare semi (es: il Coriandolo, molto diffuso nei paesi mediorientali, ma presente come infestante anche da noi quando si coltivavano orzo e frumento, senza peraltro venir mai utilizzato) o sfregare erbe aromatiche, di cui vengono snocciolate le proprietà e tu senti di essere entrato in un’altra dimensione. Nell’area sopra il brolo, un sistema antigrandine protegge i giovani meli e peri, in tutto 400 piante di cento diverse qualità, autoctone e non (le “pome”, i pomi Musetto, le mele Moltrina, le Rosetta, i peri del Vin, quelli di S. Pietro, i peri Butiero, i Rossai...) Fra le erbe originarie coltivate: la camomilla, l’ortica, la menta, la calendula, il timo, le cui proprietà sono note a tutti e di uso comune. (Camomilla: se- Ricette (Giovanna è vissuta per anni a Rotzo, perciò sa come trattare le patate): “Polenta considera” x 4 persone: 1 Kg di patate, che vanno bollite e poi schiacciate. Si rosola della cipolla in olio e burro, poi si aggiunge farina bianca, fino a farla tostare. In una casseruola, si amalgamano per 10 min. la purea di patate, l’intingolo, un po’ d’acqua di cottura delle patate al bisogno e cannella in polvere. Quindi si rovescia il miscuglio su un tagliere...calda e fumante. Ottima anche abbrustolita. “Risotto col kumo” x 4 persone: 200 gr di Kumo (erba, presente in tutto il territorio, utilizzata anche per prepare il tipico Kumetto) e 300 gr di riso. Per il risotto si procede come sempre, aggiungendo un po’ alla volta al riso, del brodo, nella base fatta con cipolla soffritta in olio col kumo. Alla fine si aggiunge un po’ di kumo tritato finemente ed ecco...la cultura con le gambe sotto la tavola! dativo e calmante; ortica: diuretica e depurativa; menta: stimolante del sistema nervoso, disinfettante delle vie aeree e dell’apparato gastrico; calendula: antisettica, lenitiva per la pelle; timo: antisettico ed espettorante. Ma il bello della faccenda - in questo modo son riusciti ad avvicinare a questo universo anche i più indifferenti - è l’uso alimentare di molte specie vegetali. Le degustazioni gastronomiche legate alla stagionalità che i Cantele (e qui entra in gioco anche la moglie, Giovanna Rodeghiero, cuoca sopraffina) propongono da anni, affiancati da vari chef locali, sono diventate un cult. Anche la Scuola Alberghiera si è cimentata da tempo nella preparazione di menù a tema supportati dalla signora Giovanna e dopo questa esperienza è stato redatto un volume di ricette: “Una terra una cucina”. Mangiare fiori come la primula, la calendula, la viola, il sambuco, il fordaliso (tranne i celebrati fiori di zucca), non era mai venuto in mente a nessuno prima e bere infusi, sidro e liquori aromatizzati, era un’usanza più da paesi nordici. Ora è “made in Altopiano”. La bell’idea di portare in tavola aromi e prodotti locali spiegandone le caratteristiche e le peculiarità crea cultura del territorio, apporta educazione Acconciatura e trucco da sposa e da sera Trattamenti tricologici mirati Check-up della cute e del capello Extension Manicure Accessori moda Bigiotteria Via J.SCAJARO ASIAGO Telefono: 0424 463694 Centro Benessere Cute e Capelli 16 alimentare, fa aggregazione e nel modo più piacevole: con le gambe sotto la tavola! Tutte le iniziative hanno carattere amatoriale, tranne a tutt’oggi un piccolo commercio di patate e fagioli seclen (secchi) e un domani, quando le 400 piante da frutto saranno produttive, mele e pere. La vendita avverrà in un modo del tutto particolare, come ci spiega Antonio Cantele: la gente visiterà l’orto, girerà per il frutteto, si intratterrà, porrà domande, riceverà consigli e alla fine, staccherà da sé dagli alberi i frutti di suo gradimento. Questo sì è un self-service! Un paio di ricettine, a questo punto non guastano, tenendo presente che oltre ai fiori e alle erbe, anche il sidro, le gelatine e marmellate, il maraschino, il cassis, il rosolio, che vengono serviti in tavola, sono prodotti dalla famiglia Cantele. Le cene sono parte integrante dei corsi di erboristeria, che i Cantele tengono da parecchi anni e dei quali molti, sia quassù che in pianura, han avuto esperienza diretta. Ma, com’è nato l’amore per le erbe? Antonio non volendo rassegnarsi ai dettami della medicina tradizionale, ha cercato strade alternative. Già 30 anni fa, ha iniziato a interessarsi di cure naturali e... non ha più smesso. Risultato? Un fisico scattante e neanche una ruga in viso, nè per Antonio né per Giovanna! Beppa Rigoni Scit
CULTURA Sabato 18 settembre 2010 Il ritorno al cinema di Olmi La pellicola, dedicata al tema dell’immigrazione, vede protagonista un prete a contatto con gli immigrati clandestini Ermanno Olmi è tornato sui suoi passi. Olmi, che ha ritirato due anni fa al Festival di Venezia il Leone d’oro alla carriera, torna al cinema dopo il documentario Terra Madre. Dopo aver manifestato l’intenzione di lasciare il mondo della fiction per dedicarsi solo ai documentari, il maestro ha dichiarato che a metà ottobre inizierà le riprese della sua nuova opera, intitolata “Il villaggio di car- tone”. La pellicola tratterà il tema dell’immigrazione e vedrà protagonista un sacerdote a contatto con gli immigrati clandestini. Il film narra dell’incontro tra due culture e varie etnie, quella africana e quella europea. Il lungometraggio sarà realizzato interamente in Puglia. Faranno parte del cast attori importanti, di cui al momento non si conoscono ancora i nomi. L’ultima apparizione mondana del Maestro è stata durante la presentazione del film “Dieci Inverni” al Cinema Lux Asiago nell’ambito della serata “Aspettando Venezia”, dove il nostro illustre concittadino ha concluso la serata recensendo la pellicola e incantando la platea con le sue parole, rendendo omaggio al regista Valerio Mieli e alla protagonista del film Isabella Ragonese, madrina del Festival di Venezia 2010. Davide Degiampietro Da sinistra l’attrice e madrina del Festival di Venezia 2010 Isabella Ragonese, il direttore Marco Muller ed il regista Ermanno Olmi 8 l’Altopiano Un premio letterario dedicato allo scrittore Mario Rigoni Stern Costituito ad Asiago il Comitato organizzatore. Due sezioni: saggistica e narrativa Si è tenuta nel Municipio di Asiago giovedì 9 settembre l’assemblea per la costituzione del Comitato organizzatore del Premio Letterario multilingue delle Alpi dedicato alla memoria dello scrittore asiaghese Mario Rigoni Stern. Un’iniziativa per la quale Asiago e Trento si trovano a lavorare insieme e che vuol essere d’ampio respiro interessando tutte le nazioni dell’arco alpino. Il tema su cui dovranno vertere i lavori che parteciperanno al concorso sarà infatti quello della montagna in generale e della vita in montagna. Del Comitato fanno inizialmente parte la famiglia di Mario Rigoni Stern, il Comune di Asiago, la Provincia di Trento, il Comune di Riva del Garda, la Riva del Garda Fiere e Congressi, la Federcaccia, Ars Venandi, il Museo degli usi e costumi di San Michele all’Adige. Alla costituzione era comunque presente con un suo delegato la Regione Veneto che ha già dato la propria adesione e formalizzerà la propria partecipazione con un’apposita delibera nei prossimi giorni. Il concorso si articola in due sezioni: narrativa e saggistica, ciascuna delle quali sarà a cadenza biennale. Si parte l’anno prossimo con la saggistica e relativa 17 premiazione, mentre nel 2012 sarà la volta dei racconti. Due anche le giurie delle quali faranno rispettivamente parte: per la narrativa, Fernando Bandini, Eraldo Affinati, Marie Helen Angeli, Margherita De Toma e Paolo Rumiz; per la saggistica, Ilvo Diamanti, Mario Isnenghi, Jon Mathieu, Giovanni Kezich e Innocenzo Cipolletta. Ai vincitori delle due sezioni andrà un premio di 10 mila euro ciascuno. A breve verrà diramato il primo bando che riguarderà dunque il premio per la saggistica. Stefania Longhini “Vedere lo spiraglio”: in un libro tanti ritagli di vita vissuta E’ stato presentato, sabato 11 settembre, nella suggestiva cornice della chiesetta di Santa Margherita a Castelletto di Rotzo il libro “Vedere lo spiraglio” di Edoardo Sartori. Per l’occasione, allietata dalla voce di Mario Fabris, che ha proposto canzoni senza tempo quali “Una miniera” e “Terra straniera”, sono intervenuti, coordinati dal nostro direttore Stefania Longhini, oltre all’autore, Azar Tavassoli, direttore della rivista Infoveneto e Francesco Binotto dell’Associazione Volontari della Libertà. Vi proponiamo di seguito l’esaustivo e significativo intervento di Azar Tavassoli: Edoardo Sartori ha sentito esplodere nel suo mondo interiore il bisogno di farsi ascoltare, abbandonando pertanto il silenzio e raccontandosi così al suo pubblico. I diversi capitoli, che formano il suo libro, riconducono ad una rassegna di esperienze, attraverso le quali lui vorrebbe dimostrare come si può uscire da una condizione di depressione; l’autore ha scelto elementi paradigmatici che permettano di vedere, il tracciarsi della luce laddove si è avvolti nel buio. Edoardo, a tal proposito, scrive: “Purtroppo ho vissuto un brutto periodo, subito dopo le mie dimissioni dalla carica di Sindaco e il mio successivo pensionamento: una fase di disinteresse totale verso la vita attiva e di forte apatia, prossima allo stato depressivo, che cominciava progressivamente ad assumere dei contorni preoccupanti”. Davanti a questo, come si può reagire? Sartori ha delineato due strade: la prima, affrontare e combattere, la seconda prendere le distanze ed allontanarsi. A proposito farei delle considerazioni: lo scontro diretto col problema può portare a vincere sul campo, con la forza di volontà, o a perdere, dovendo affrontare la sconfitta. Questo approccio è a mio parere positivo perché rimanda ad un atteggiamento dinamico e che, aldilà della vittoria o del fallimento, conduce comunque alla crescita e alla maturazione personale. La seconda strada consiste, invece, nella decisione di allontanarsi dallo spazio in cui si svolgono i conflitti; in questo rientra l’iniziativa di Edoardo Sartori di andare in Tagikistan. Anche questo è un percorso virtuoso e a dimostrazione di ciò faccio un esempio: prendo una penna, avvicinandola all’occhio, posandola sul naso, con difficoltà posso distinguere che è una penna ma allontanandola e appoggiandola su un tavolo, ad una certa distanza dagli occhi, posso osservare bene la sua forma e riuscire a individuare la sua funzione. In questo modo, nella catena dei ricordi presenti nella memoria dello scrittore, si allacciano altri eventi significativi della sua vita come quelli contenuti nei tre racconti legati all’universo dell’emigrazione: questi sono fenomeni sociali che hanno segnato la vita di molte persone della nostra regione. Ma questo, inoltre, è anche il viaggio in Tagikistan dell’autore il quale, tracciando questo percorso in mezzo alle difficoltà di questo paese, è riuscito a vedere con nuove prospettive ciò che prima lo affliggeva. Infatti, nel confrontarsi con le difficili condizioni di vita di altre persone, ha potuto constatare il peso minore posseduto dal suo problema. Si può adesso fare questa citazione: “Ogni essere umano è una lezione per un altro, un testo aperto alla possibilità di inventare nuove realtà”. Pertanto, l’impronta di Edoardo Sartori rimane nei suoi racconti. Concludo dicendo che Edoardo Sartori ha sempre ribadito il suo amore per la scrittura e che, per lui, scrivere equivale a vivere; ecco, allora, che questa energia propulsiva, questo impulso originale, gli hanno permesso di guardare indietro e, contemporaneamente, ripromettersi di ricominciare e andare avanti. Questo atteggiamento è meritevole di molta ammirazione. Vi invito quindi a condividere la bellezza e la lucidità della scrittura di questi ritagli di vita vissuta, attraverso i quali il narratore intravvede uno spiraglio, si confronta e riconosce se stesso negli altri. Azar Tavassoli
Page 1 and 2: QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTU
Page 3 and 4: ATTUALITA’ Sabato 18 settembre 20
Page 5 and 6: Sabato 18 settembre 2010 8 l’Alto
Page 7 and 8: ATTUALITA’ E’ stata prorogata f
Page 9 and 10: Un centro medico e centro riabilita
Page 11 and 12: Il 5 agosto ad Asiago, nella chiese
Page 13 and 14: 8 Al Ristorante con il l’Altopian
Page 15: Proseguiamo il lungo viaggio tra le
Page 19 and 20: La musica è uno degli elementi tip
Page 21 and 22: SPORT Entrata ormai nel vivo la sta
Page 23 and 24: Sabato 18 settembre 2010 Torneo di
Page 25 and 26: Navigando in web mi sono imbattuto
Page 27 and 28: Sabato 18 settembre 2010 Incontro c

Volano le polemiche - Giornale dell'Altopiano

Create successful ePaper yourself

Delete template?

Save as template?