Percorsi didattici Il Futurismo nel territorio bresciano ... - Vie dell'Arte
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Valerio Terraroli<br />
spazio. Le sue sono però forme uniche di continuità all’interno dello spazio, quindi quest’uomo che<br />
cammina, che sembra fendere un vento che lo sospinge all’indietro, il cui corpo, le cui cellule si<br />
smontano e si rimontano velocemente <strong>nel</strong>la compenetrazione con lo spazio e con il tempo. L’artista<br />
ha dato vita alla quarta dimensione anche <strong>nel</strong>la scultura.<br />
È chiaro che con questo, così come aveva fatto con la pittura, Boccioni ha ucciso l’idea delle<br />
tre dimensioni dell’arte antica sia <strong>nel</strong>la scultura sia <strong>nel</strong>la pittura ed ha aperto la strada all’arte<br />
contemporanea cioè a quella delle installazioni, della performance, quella della body art.<br />
Non solo lui naturalmente perché i futuristi sono stati veramente una squadra d’assalto pur <strong>nel</strong>la loro<br />
individualità.<br />
Balla ha fatto le cose che vi dicevo, Boccioni muore all’inizio della guerra, e in quegli anni si affaccia,<br />
giovanissimo, Fortunato Depero che sarà l’alfiere del cosiddetto secondo <strong>Futurismo</strong>.<br />
Di origine trentina, era nato a Rovereto, aveva però studiato anche a Milano, si è spostato a Roma, si<br />
è poi recato a Parigi e a New York. Sulla scorta del rapporto con Marinetti e con Balla a che cosa dá<br />
vita Depero? Depero dá vita ad una idea dell’arte futurista diffusa e non elitaria, come l’aveva pensata<br />
Boccioni, ma diffusa in tutti gli aspetti della creatività artistica. Quindi non solo pittura o scultura, ma<br />
anche per esempio grafica, pubblicità, oggetti, mobili, tappeti, tessuti e poi parole.<br />
Queste sono le cosiddette Parolibere del 1914, che cosa è? È la trascrizione del teatro onomatopeico<br />
ovvero la poesia, la parola moderna non è la parola dantesca, la poesia dantesca, ma è la stessa<br />
questione della macchina e della Vittoria di Samotracia. Non è che Depero non apprezzi Dante o non<br />
apprezzi Petrarca: siamo sicuri che la contemporaneità, le parole, la poesia della contemporaneità<br />
siano “chiare, fresche, dolci acque” e non invece il rumore dei campa<strong>nel</strong>li del tram che passa, del<br />
rumore del treno, della fabbrica, della sirena? I suoni del contemporaneo diventano anche visivi, non<br />
soltanto uditivi, noi sentiamo e leggiamo contemporaneamente. È l’idea appunto del teatro parolibero,<br />
cioè dove si mettono insieme suono, recitazione, racconto e scrittura e anche estetica grafica:<br />
un’opera d’arte totale, appunto.<br />
Volete che a questo punto il <strong>Futurismo</strong> non entri anche <strong>nel</strong>l’idea di città e di architettura? In realtà ci è<br />
entrato poco agli inizi, perché l’unico che l’ha fatto, Antonio Sant’Elia che è l’autore di questi progetti,<br />
questo per un edificio abitativo e questo per una centrale elettrica, muore in trincea proprio <strong>nel</strong> primo<br />
anno di guerra, quindi in realtà non potrà mai veder realizzati questi suoi progetti. Guardate però<br />
quanto questi progetti del 1914 abbiano dentro tutto quello che succederà negli anni Trenta e negli<br />
anni Cinquanta, il Razionalismo, il Funzionalismo, l’architettura industriale, quanto il film Metropolis di<br />
Fritz Lang debba a questi progetti. <strong>Il</strong> futurismo era la trasformazione della vita, della città, era un’altra<br />
cosa rispetto a come era partito dal punto di vista di Boccioni naturalmente, non di Marinetti.<br />
Dopo la guerra le carte sul tavolo sono cambiate totalmente, tutta l’Europa è modificata e<br />
cambiata, il pubblico è cambiato, la sensibilità è mutata, anche i futuristi cambiano e il perno<br />
diventa Depero.<br />
Nel 1920 Depero realizza questo dipinto dedicato al suo laboratorio, quello che lui chiama “La casa<br />
del mago” che si trova a Rovereto, e che è stato riaperto pochi mesi fa dopo un lunghissimo restauro,<br />
ed è il laboratorio moderno delle arti applicate, cioè dove il <strong>Futurismo</strong> è il linguaggio che modifica la<br />
vita di tutti i giorni.<br />
Non è più, ripeto, la parola rivoluzionaria di Marinetti, il lavoro elitario, energetico, materico di Boccioni,<br />
il movimento cinematografico di Balla, è qualcosa di più capillare, di più profondo; entra <strong>nel</strong>le case di<br />
tutti, il <strong>Futurismo</strong> modifica o deve modificare la vita di tutti.<br />
Infatti vedete che <strong>nel</strong> laboratorio di Depero, dove lavorava sua moglie, lavoravano degli aiutanti, non ci<br />
sono uomini e donne, ci sono dei robot, ci sono delle macchine, è quel macchinismo che caratterizza<br />
anche il Cubismo degli anni Venti, e cito per tutti Fernand Léger, che prende il linguaggio di Picasso<br />
e lo trasfigura <strong>nel</strong> linguaggio degli ingranaggi della macchina. È l’esaltazione della civiltà industriale<br />
post bellica. Tenete conto che siamo in piena ricostruzione in Italia dove si esalta l’industria come<br />
unica possibilità per far entrare <strong>nel</strong> nostro paese la modernità dopo i disastri della guerra.<br />
Qui rientra anche l’idea tipicamente deperiana del gioco che è una delle componenti fondamentali<br />
del secondo <strong>Futurismo</strong>, l’ironia, il gioco sarcastico, la violenza, se volete.<br />
La costruzione del lampo, il titolo di questo dipinto di Depero del 1926 quindi in pieni anni Venti, in<br />
piena Art Dèco, dá un’idea fumettistica della realtà, spiritosa, divertente, di cartolina per bambini che<br />
<strong>Il</strong> <strong>Futurismo</strong> come arte d’avanguardia<br />
dá del <strong>Futurismo</strong> quindi un aspetto giocoso, divertente, che è la caratteristica proprio degli anni Venti,<br />
molto diversa dalla seriosità da manifesto dell’inizio, degli esordi.<br />
Tanto è che Depero dedica al padre padrone del <strong>Futurismo</strong>, Filippo Tommaso Marinetti, questo<br />
ritratto ideale patriottico del 1916 dove Marinetti è rappresentato come un manichino, ma non è<br />
una polemica nei confronti di Marinetti ma è per dire che la forza dell’uomo moderno è la forza<br />
meccanica, di questa energia che va a 6000 volt, come diceva Marinetti, e guardate che la sua<br />
energia è data dal fatto che la testa è piena di lampi che esplodono.<br />
Poi c’è proprio l’esaltazione assoluta dell’oggetto meccanico che a questo punto, a queste date, cioè<br />
1926-27-28, non è più solo la macchina ma è per esempio il motoscafo. Questo è un dipinto di<br />
Benedetta, la moglie di Marinetti; per quanto Marinetti avesse scritto <strong>nel</strong> manifesto che era nemico<br />
delle donne ed era contro il femminismo, in realtà <strong>nel</strong> <strong>Futurismo</strong> italiano e <strong>nel</strong> Cubofuturismo russo<br />
per la prima volta le donne artiste ebbero delle posizioni paritarie agli uomini artisti. Quindi in effetti le<br />
avanguardie avevano spezzato anche una lancia importante per la crescita della posizione femminile<br />
all’interno del mondo dell’arte.<br />
Benedetta, che è stata parte importante del secondo <strong>Futurismo</strong>, presenta qui La scia del<br />
motoscafo, il motoscafo è l’oggetto che corre in lontananza ma ciò che viene rappresentato<br />
non è l’oggetto in sè, cioè il motoscafo, ma l’effetto che l’oggetto in sé fa fendendo l’aria e<br />
fendendo le onde con questi movimenti triangolari ritmici che hanno molto a che fare con<br />
l’astrattismo olandese di questi anni.<br />
L’aereo certamente per il secondo <strong>Futurismo</strong> è l’oggetto di passione, la rappresentazione vera e più<br />
profonda di questa nuova stagione della contemporaneità futurista.<br />
Questa è un’opera di Depero del 1928, un ritratto ideale del pilota Zari, ma volevo soprattutto<br />
mostrarvi il tipo di aereo, questo biplano fatto di cartone, un po’ come il biplano che ha usato<br />
D’Annunzio per il volo su <strong>Vie</strong>nna.<br />
Ecco che nasce l’Aeropittura che è la versione moderna del secondo <strong>Futurismo</strong> della pittura<br />
futurista, ha anch’essa un manifesto che viene stilato <strong>nel</strong> 1929, inizio 1930, e che propone una<br />
visione del mondo totalmente inedita rispetto ad ogni situazione del passato: questi artisti della<br />
seconda generazione del <strong>Futurismo</strong> si propongono di suggerire, di guardare il mondo dall’alto, cioè<br />
una visione planetaria del mondo, una visione addirittura siderale del mondo, dell’universo, dove le<br />
energie dell’universo e del movimento rotatorio della terra rendono gli oggetti che abbiamo sempre<br />
considerato monumenti, grandiosità, punti di riferimento, delle cosa da nulla.<br />
Ad esempio questa è un’opera di Tato della metà degli anni Trenta, è un volo a spirale con il biplano<br />
sul Colosseo. Che cosa ci dice? Innanzitutto che l’aereo compie un movimento a spirale come<br />
l’edificio del Colosseo ma facendo questo movimento il Colosseo diventa un oggetto della Lego, non<br />
è più l’antichità, non è più la grandiosità, non è più l’oggetto della città, ma è un incidente <strong>nel</strong>lo spazio<br />
infinito del movimento contemporaneo.<br />
Oppure questo di Prampolini dal titolo Prima che si apra il paracadute; è come se noi fotografassimo<br />
il paracadutista che si è buttato dall’aereo, in mezzo alle nuvole con il movimento dell’elica;<br />
intravedete sul fondo la campagna lontanissima e il corpo dell’uomo che si compenetra <strong>nel</strong>l’aria, ma<br />
vedete che la compenetrazione non è più tutta sfilacciata come quella di Boccioni, non è più ritmica<br />
come quella di Balla, ma è un corpo solido che entra <strong>nel</strong>lo spazio con un punto di vista totalmente<br />
lontano dalla linea dell’orizzonte e cioè veramente aprendosi ad una visione assolutamente inedita del<br />
mondo.<br />
Del resto Gerardo Dottori che è uno dei primi firmatari del Manifesto dell’Aeropittura, si immagina<br />
che dall’universo, vedete qui evidenti le lune, i pianeti che circondano la Terra, il sole, mandino delle<br />
energie fisicamente percepibili come dei coni di energia sulle montagne, sulle Alpi, sull’Italia, sul lago<br />
di Garda, producendo una relazione simbolica, energetica, mistica, dinamica, tra terra, mondo, realtà<br />
e infinito dei pianeti.<br />
Questo invece mi interessava mostralo perché è un punto di vista interessante molto vicino a certi<br />
episodi della contemporaneità: opera di Prampolini del 1939 dal titolo Puntando verso la città. Cosa<br />
è? Noi siamo il secondo pilota di un aereo bombardiere, pensate all’11 settembre, notate come la<br />
visione del mondo cambi, il bombardiere entra <strong>nel</strong>la città moderna. Quella che vedete sotto di voi<br />
che sembra una città fatta di costruzioni da bambino, della Lego appunto, in realtà è New York, è la<br />
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