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Avis giornale - copertina ottobre 2008 - Avis Ragusa

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IBLEA<br />

IBLEA<br />

BIL E A<br />

IBLEA<br />

EIAEIA<br />

I<br />

BLEA<br />

IBLEA IBLEA IBLEA


EDITORIALE<br />

IBLEA<br />

LE TANTE SCIE DI SANGUE<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

Non si è fermata anche questa estate la tragica sequenza degli incidenti<br />

stradali che hanno lasciato sull’asfalto delle strade del Paese, anche<br />

della nostra provincia, il sangue di tante vittime innocenti, molto spesso giovani<br />

che hanno spento il loro sorriso, complici a volte l’alcool e la droga,<br />

sempre l’alta velocità o una guida incosciente, in un groviglio di lamiere. Si<br />

sono dilaniati corpi, trasfigurati volti, affondati sogni e speranze; è calata<br />

ossessiva la paura e la tragedia in tante famiglie spezzate dal dolore.<br />

Eppure le forze dell’ordine hanno svolto un lavoro esemplare, da parte delle<br />

istituzioni preposte (dall’ACI alla Polstrada, dai Carabinieri alle Aziende<br />

Sanitarie, dalla Prefettura alla Questura) è stata fatta un’opera benemerita<br />

di sensibilizzazione all’educazione stradale ed alla responsabilità nella guida.<br />

Tutto lascia presumere che senza questi sforzi congiunti, intensi e coordinati,<br />

il bilancio di questa estate <strong>2008</strong> sarebbe stato ancora più tragico.<br />

* * * * *<br />

Ma c’è imponente, ormai quasi ogni giorni sulle pagine dei giornali o<br />

nelle immagini televisive, un’altra scia di sangue violento che lascia<br />

sbigottiti, impotenti, a volte senza parole, ed evidenzia in modo forte il<br />

malessere e le difficoltà della nostra società. Mi riferisco alle morti sul lavoro<br />

che sempre più spesso -anche nella nostra provincia- stanno troncando<br />

la vita a padri di famiglia, a giovani che si affacciano con speranza nel<br />

mondo del lavoro e nella società che produce, a tanti lavoratori coinvolti in<br />

attività il cui livello di rischio non è a volte adeguatamente controllato e sorvegliato.<br />

Abbiamo una legislazione in materia di sicurezza del lavoro che è<br />

tra le più avanzate nel mondo, i pesi e gli obblighi che in materia sono a<br />

carico delle imprese, anche delle più piccole, sono a volte addirittura eccessivi;<br />

ma evidentemente il rispetto delle regole o le previsioni delle normative<br />

non sono sufficienti, perché occorre una più organizzata gestione della<br />

rete dei controlli, un più responsabile intervento preventivo e formativo, una<br />

maggiore consapevolezza dei lavoratori che non debbono immaginare, forti<br />

di una sicumera a volte presuntuosa, di poter rinunciare agli strumenti individuati<br />

per la loro sicurezza (è probabile che l’elmetto in estate per un operaio<br />

sul tetto di una casa dia molto fastidio, ma può e deve salvare una<br />

vita!). Forse bisogna cominciare a lavorare per una soluzione di premialità<br />

in favore delle imprese che andando anche oltre le previsioni di legge rendano<br />

più sicura e più confortevole la vita dei propri dipendenti (con turni di<br />

lavoro meno faticosi o con supporto formativi più avanzati): in tema di<br />

responsabilità sociale di impresa, l’Inail potrebbe farsi carico di gravare in<br />

modo meno pesante sul piano dei contributi in relazione alle imprese da<br />

questo punto di vista più virtuose.<br />

* * * * *<br />

Infine non ci abbandona mai la scia di sangue del terrorismo, quella farneticante<br />

scommessa contro la morte che una tragica illusione di libertà o<br />

di potere arma le auto-bomba di kamikaze impazziti che si trascinano nel<br />

boato senza nome e senza colore fratelli di cui sconoscono il nome e il colore<br />

della pelle. E’ uno stillicidio senza sosta, una catena di lutti alla quale stiamo<br />

rischiando di abituarci. Si insinua strisciante nella mente una riflessione:<br />

un nuovo ipotetico 11 settembre non rischierebbe di trovarci meno sorpresi<br />

e sgomenti? Evidentemente si impone un recupero culturale e di valori<br />

al quale stiamo rischiando di abdicare.<br />

Carmelo Arezzo<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong> 1


IBLEA<br />

…dalla minaccia alla promessa…<br />

No. La vita non mi ha disilluso.<br />

Di anno in anno<br />

la trovo sempre più ricca,<br />

più desiderabile e più misteriosa;<br />

da quel giorno in cui venne a me<br />

il grande liberatore,<br />

quel pensiero che<br />

la vita potrebbe essere<br />

un esperimento di chi è volto<br />

alla conoscenza e<br />

non un dovere, non una fatalità,<br />

non una fede………<br />

Con questo principio nel cuore<br />

si può non soltanto<br />

valorosamente,<br />

ma anche gioiosamente<br />

vivere e gioiosamente ridere…<br />

(F. Nietzsche “La Gaia scienza”)<br />

Forte è lo sgomento che<br />

procura l’accostarsi alla<br />

drammaticità, alla violenza,<br />

alla mancanza di senso che<br />

evocano i vissuti delle nostre<br />

collettività, come vengono<br />

quotidianamente rappresentate<br />

dall’universo mediatico.<br />

Feriscono in modo particolare<br />

le storie di “ordinaria”<br />

violenza che vedono<br />

protagonisti i giovani.<br />

La diffusività del malessere<br />

di cui tali dolorosi eventi sono<br />

inequivoco sintomo e la litanica<br />

frequenza con cui si ripetono<br />

non ne devono fornire<br />

chiavi di lettura giustificative,<br />

quasi ad alimentarne la accettazione<br />

come ineluttabile<br />

riflesso delle “fisiologiche perversioni”<br />

della modernità.<br />

Ci sembra modello di<br />

approccio conveniente e di<br />

sicuro rendimento assumere<br />

come stella polare delle analisi<br />

valutative e delle strategie<br />

di intervento da dispiegare<br />

2<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong><br />

nelle nostre città, quello indicato<br />

dall’alto magistero di<br />

Papa Ratzinger, che ha parlato<br />

di “emergenza educativa”.<br />

Il primo dato da “metabolizzare”,<br />

allora, è che le vicende<br />

di piccole e grandi violenze<br />

quotidiane, le stragi del sabato<br />

sera, le tante storie di ricerca<br />

della droga anestetica,<br />

euforizzante, stimolante, la<br />

ferocia omicida e la violenza<br />

beluina di giovani minorenni,<br />

la gratuita ed aberrante violenza<br />

degli stadi, i raccapriccianti<br />

episodi di bullismo, l’angosciante<br />

squallore delle storie<br />

di prostituzione giovanile, il<br />

drammatico abbandono di<br />

cadaverini di neonati da parte<br />

di madri minorenni, la tragedia<br />

dei suicidi di tanti giovani, le<br />

troppe storie di violenza agita<br />

e/o patita, sono tutti sintomi<br />

“urlati” di quella condizione di<br />

sofferenza, fragilità, disagio e<br />

devianza – che scandiscono il<br />

vissuto delle giovani generazioni.<br />

Questi drammatici segnali<br />

non sono “staccati”, non sono<br />

“altro”, rispetto all’universo dei<br />

coetanei tra cui vi sono i nostri<br />

figli.<br />

Alla base c’è una difficoltà di<br />

comprendere e padroneggiare<br />

la complessità del sociale che<br />

è conseguenza della deprivazione<br />

culturale, della caduta<br />

dei riferimenti valoriali, della<br />

profonda modificazione del<br />

MODELLO DI SOCIETA’, costruito<br />

da noi adulti.<br />

Senza nessuna inclinazione<br />

all’auto flagellazione o al colpevole<br />

perdonismo nei confronti<br />

dei nostri figli ma con un<br />

sano realismo saremo, credo,<br />

pronti a riconoscere che la<br />

grande incubatrice del disagio,<br />

della violenza, del cinismo,<br />

del nichilismo è la nostra<br />

società fondata più sull’avere<br />

che sull’essere come esito<br />

devastante dell’edonismo/<br />

consumismo, della tensione<br />

spasmodica verso il successo<br />

e l’apparire che scandisce il<br />

vissuto quotidiano della nostra<br />

famiglia e di noi stessi.<br />

I cattivi maestri siamo tanti!<br />

Se la stagione del ’68 ha<br />

travolto con l’autoritarismo


anche l’autorità, senza sostituirlo<br />

– come era nei voti, con<br />

l’autorevolezza, quella dell’80<br />

e le altre a seguire, sino ai<br />

giorni nostri, nell’ansia di<br />

“recuperare” la lamentata<br />

egemonia culturale di quegli<br />

anni (formidabili per alcuni,<br />

terribili per altri) insieme con<br />

le ideologie hanno travolto gli<br />

ideali e perfino le idee.<br />

Sono stati gli anni dell’elogio<br />

dell’egoismo e dell’individualismo;<br />

si è persa traccia di quei<br />

valori alti della solidarietà, del<br />

rispetto di se stessi e degli<br />

altri, dell’amicizia, dell’attenzione,<br />

dell’ascolto dei bisogni<br />

degli altri – della libertà e della<br />

stima per il proprio simile.<br />

Non è chi non veda come la<br />

smania autocompiaciuta di filmare<br />

violenze e diffonderne le<br />

riprese in rete è figlia della<br />

spettacolarizzazione della società<br />

degli adulti; che l’intolleranza<br />

e la paura della diversità<br />

affondano in simmetriche<br />

propagande del mondo dei<br />

grandi; che la ricerca di ciò<br />

che piace, di ciò che paga, di<br />

ciò che conferisce potere è<br />

speculare del sentire dei<br />

padri.<br />

Il più recente rapporto Iard<br />

sulla condizione giovanile in<br />

Italia descrive i nostri figli rannicchiati<br />

sul se, ripiegati sulla<br />

loro egoità, poco sporgenti a<br />

guardare oltre la cerchia della<br />

stretta socialità (gruppo familiare<br />

ed amicale) al cui interno<br />

restano confinati i pur apprezzati<br />

valori plurali della libertà,<br />

della solidarietà, della giustizia,<br />

della pace.<br />

Da lì all’implosione dell’ego<br />

il passo è breve.<br />

Se manca il senso, lo scopo<br />

e la direzione è inevitabile che<br />

i concetti di individuo, libertà<br />

identità, salvezza, verità,<br />

etica, politica, religione e sto-<br />

ria vengano corrosi dal nichilismo,<br />

l’ospite inquietante di<br />

cui parla Umberto Galimberti.<br />

E del nulla, dell’abisso del<br />

nulla le tracce sono evidenti<br />

anche nei graffiti dei muri<br />

delle nostre città: “i vostri etilometri<br />

non fermeranno la<br />

nostra sete” e “vaffanculo a<br />

tutto il mondo di merda”<br />

per citarne solo due letti di<br />

recente.<br />

Dietro la conclamata provocazione,<br />

la ostentata arroganza,<br />

la graffiante sfida, l’aggressività<br />

comunicativa, lo<br />

sconcertante nichilismo, con<br />

cui si rivolgono agli adulti ci<br />

sono la tensione dolorosa e la<br />

fragilità emotiva che caratterizzano<br />

il vissuto dei giovani; il<br />

messaggio affidato al graffito<br />

partecipa un drammatico bisogno<br />

di risposte, una inconfessata<br />

ma accorata richiesta di<br />

senso, di orientamento, di<br />

contenimento, di attenzione,<br />

di identità, di autorevolezza, di<br />

autenticità, di credibilità, di<br />

appartenenza.<br />

Ed è sull’identità e sull’appartenenza<br />

che voglio soffermarmi.<br />

Qualche anno fa un giovane,<br />

che con lessico tecnico -ma<br />

stigmatizzante- si definisce<br />

“deviante”, rivolgendosi ad un<br />

operatore sociale che lo<br />

aveva intercettato disse: “Io<br />

sono di nessuno, io sono<br />

nessuno”.<br />

Aveva sedici anni; due anni<br />

IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

dopo lo trovarono impiccato.<br />

Non aveva trovato nessuno<br />

che se ne curasse.<br />

Non aveva trovato se stesso,<br />

non aveva sciolto il grumo<br />

di sofferenza che lo soffocava,<br />

nonostante avesse urlato la<br />

sua domanda di vita.<br />

Ed allora ha preferito far<br />

scendere il silenzio nella sua<br />

vita.<br />

“Ha premuto il tasto non<br />

….per abbassare il volume<br />

della vita….” come scrive<br />

Hosseini nel suo “Il cacciatore<br />

di aquiloni”, “…….ma per spegnerla<br />

del tutto”.<br />

COSA FARE<br />

Cosa fare allora? Ne indichiamo<br />

alcune -tra le altresenza<br />

pretesa di tassatività e<br />

completezza.<br />

• Dare spazio, visibilità alle<br />

tante e silenziose testimonianze<br />

di generosità, di consapevolezza,<br />

di impegno<br />

rincuoranti di tanti giovani,<br />

sulle quali semmai investire<br />

per testimoniare che si può<br />

sognare ancora.<br />

• Far diventare i giovani protagonisti<br />

del loro futuro,<br />

senza soffocarne creatività,<br />

slancio e capacità progettuale.<br />

Appena un cenno (ma la<br />

materia meriterebbe una<br />

riflessione dedicata) sugli<br />

aspetti di severità che l’opera<br />

educativa dovrà includere.<br />

Non appaiono convincenti i<br />

teoremi della “tolleranza<br />

zero”, tanto di moda (rassicuranti<br />

solo per chi affronta problematiche<br />

così delicate e<br />

complesse di pancia) quanto<br />

inefficaci, specie quando si<br />

tratta di prevenire ed antagonizzare<br />

la devianza giovanile.<br />

Stigmatizzare e censurare<br />

con severità comportamenti e<br />

condotte anomiche e devianti<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong> 3


IBLEA<br />

IBLEA<br />

è tuttavia assolutamente<br />

necessario per ripristinare il<br />

significato delle regole violate<br />

e riaffermare il valore<br />

dell’autorità, come principi<br />

fondativi di giustizia e libertà.<br />

Rifuggendo dagli atteggiamenti<br />

compassionevoli e dalle<br />

inflessibilità applicative; liberandosi<br />

da visioni ideologicizzate<br />

o di mera convenienza.<br />

Sarà cioè più spendibile<br />

pedagogicamente operare<br />

con la forza della ragione<br />

che con le ragioni della<br />

forza.<br />

All’<strong>Avis</strong>, da sempre, puntiamo<br />

sui giovani.<br />

Ai giovani, ai giovani del<br />

mondo, della nostra terra,<br />

della nostra associazione<br />

vogliamo rivolgere un messaggio<br />

beneaugurate, per<br />

vivere consapevolmente e<br />

responsabilmente il tempo<br />

della adultità, di una esperienza<br />

che si prefigura difficile,<br />

complessa, ma proprio per<br />

questo più affascinate ed<br />

esaltante.<br />

Ad una condizione, però:<br />

che sappiate valorizzare ed<br />

esprimere tutti i talenti e le<br />

risorse che avete dentro in<br />

misura colma; un grande<br />

giacimento di valori, più<br />

grande di quanto la società<br />

degli adulti non voglia riconoscervi<br />

e di cui la società,<br />

il mondo hanno un bisogno<br />

irrinunziabile. Perché possa<br />

essere un “mondo vitale” e<br />

non un “mondo ferito”.<br />

E’ questo -allora- l’augurio<br />

che sentiamo di rivolgervi:<br />

• che avvertiate la gioia di<br />

essere testimoni esemplari<br />

della cultura della legalità,<br />

lievito per la edificazione di<br />

una società in condizione di<br />

garantire la pacifica convi-<br />

4<br />

IBLEA IBLEA<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong><br />

venza, la sicurezza, la giustizia,<br />

lo sviluppo, il progresso,<br />

le libertà;<br />

• che coltiviate la lucidità di<br />

vivere in maniera autentica<br />

il senso della cittadinanza,<br />

inteso come forte sentimento<br />

di appartenenza<br />

allo Stato, come amore per<br />

le Istituzioni democratiche,<br />

spirito di servizio alla collettività,<br />

appassionata partecipazione<br />

alla vita pubblica,<br />

tenace impegno per la<br />

costruzione del bene comune;<br />

• che abbiate l’intelligenza del<br />

cuore di uscire dal vostro Io<br />

per scoprire il Noi e così<br />

aprirvi, donandovi senza<br />

riserve, a quella esperienza<br />

di “felicità pubblica” che si<br />

libera -quando e solo quando-<br />

si consolida il senso di<br />

responsabilità per gli altri,<br />

per i bisogni degli altri, per<br />

la sofferenza degli altri.<br />

Diceva Don Gnocchi che<br />

“l’amore è la forza che consente<br />

di evadere dalla<br />

clausura dell’Io per diventare<br />

forza vitale e luminosa<br />

per altre vite”. Sciogliete il<br />

grumo della coppia antinomica<br />

Io/Tu, superatelo nella<br />

dimensione della complementarietà<br />

declinata dal<br />

Noi. Non temiate di veder<br />

compromessa ed annullata<br />

la vostra individualità.<br />

Ciascuno di voi è unico ed<br />

irripetibile, ma potrà dare un<br />

senso alla propria esistenza<br />

solo se in rete con le altre<br />

individualità, le altre umanità<br />

e secondo un progetto<br />

armonico e condiviso;<br />

• che sappiate costruire -in<br />

questa società della frammentazione,<br />

che è stato<br />

definita un pulviscolo confuso<br />

di particolari o la anarchia<br />

degli atomi- la convivialità<br />

delle differenze, sappiate<br />

trasformare la “confusione<br />

in comunione” (come<br />

dice Papa Ratzinger);<br />

• che vogliate custodire la<br />

cultura dei doveri e della<br />

responsabilità, senza mai<br />

abdicare alla affermazione<br />

dei vostri diritti e di quelli<br />

degli altri. Siate fermi nel<br />

pensare al plurale, sperimentando<br />

ogni giorno che<br />

la libertà di ciascuno “inizia”<br />

dove comincia quella<br />

dell’altro;<br />

• che non rinunziate mai a<br />

coltivare il pensiero che<br />

medita, il pensiero forte, il<br />

pensiero lungo, il pensiero<br />

alto, il pensiero etico, il<br />

pensiero libero, il pensiero<br />

aperto, il pensiero costruttivo,<br />

il pensiero collabora-


tivo. Luis Sepulveda scrive<br />

che chi pensa perde.<br />

Pensare non vale, pensare<br />

a volte fa male recita la canzone<br />

di De Gregori “Cuore<br />

di cane”;<br />

Ed, invece, pensare è la<br />

strada per ritrovarsi, per<br />

acquisire la consapevolezza<br />

del se, il senso del se e<br />

della vita;<br />

• che alimentiate sempre la<br />

vostra conoscenza e quella<br />

degli altri per servire il<br />

mondo e non per dominarlo;<br />

Chi aumenta in sapere,<br />

aumenta in dolore. Ma nella<br />

nostra vocazione di uomini<br />

è inscritto (in interiore hominis)<br />

il monito del poeta “Fatti<br />

non foste per viver come<br />

bruti ma per seguire virtute<br />

e conoscenza”;<br />

• che abbiate la tenacia di<br />

essere tanto visionari da<br />

trasformare le vostre città in<br />

antiche agorà, in luogo di<br />

incontro, di confronto, di<br />

contaminazione, di sollecitudine,<br />

di ascolto, di<br />

accoglienza, di rispetto<br />

reciproci;<br />

• Che abbiate la forza di bandire<br />

dalla vostra vita ogni<br />

forma di violenza -piccola e<br />

grande- ogni tentazione di<br />

prevaricazione, ogni gesto<br />

di intolleranza;<br />

• Che non abbiate mai tentennamenti<br />

nel rifiutare il<br />

cinico utilitarismo, il freddo<br />

calcolo, il crudele opportunismo;<br />

• Che siate fermi e determinati<br />

nel dare spazio alla cultura<br />

della lealtà, dell’onestà<br />

intellettuale, rifiutando le<br />

logiche della compromissione<br />

e della ambiguità;<br />

• Che sappiate dire no, un no<br />

deciso, convinto, consapevole,<br />

ai surrogati della felicità,<br />

per scoprire -con inesauribile<br />

stupore- la gioia delle<br />

piccole cose di ogni giorno.<br />

L’essenziale -scriveva A. de<br />

Saint-Exupery- è invisibile<br />

agli occhi. Lo si vede solo<br />

con il cuore;<br />

• Che abbiate l’intuizione di<br />

IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

abbassare il volume della<br />

vita per rimuovere ogni<br />

rumoroso anestetico delle<br />

vostre coscienze e cercare<br />

il silenzio per ascoltarvi.<br />

Dice un detto tuareg che<br />

“Dio ha creato il silenzio<br />

perché gli uomini potessero<br />

ritrovare la loro anima”;<br />

• che siate instancabili nel<br />

coltivare la speranza, che è<br />

quella forza interiore per<br />

cui, come diceva Edmond<br />

Rostand “……è proprio nel<br />

buio della notte che è più<br />

bello attendere la luce.<br />

Bisogna forzare l’aurora a<br />

nascere, credendoci….”;<br />

• che non manchiate mai di<br />

ritagliare un attimo del<br />

vostro tempo, per fermarvi e<br />

dare un senso duraturo e<br />

profondo al vostro esistere,<br />

lasciando fluire un po’ di<br />

linfa vitale che dia sollievo<br />

alla sofferenza di altri -tra<br />

voi- meno fortunati.<br />

Giovanni Scifo<br />

Presidente <strong>Avis</strong> <strong>Ragusa</strong><br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong> 5


IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

Sabato 31 maggio, presso l'auditorium dell'<strong>Avis</strong><br />

comunale di Cremona si è celebrato il convegno<br />

organizzato da AVIS Nazionale su: "Stampa associativa<br />

e strumenti di comunicazione: nuovi modelli per<br />

l'<strong>Avis</strong> che cresce". All'appuntamento sono intervenuti i<br />

responsabili delle principali riviste associative (regionali,<br />

provinciali o comunali) dei donatori di sangue tra cui<br />

noi di AVISIBLEA.<br />

Siamo stati chiamati a confrontarci sullo stato attuale<br />

dei giornali dei donatori di sangue, ad analizzare pregi<br />

e difetti e a definire le migliori strategie per uno strumento<br />

che non può più essere di autocelebrazione ma<br />

di dialogo continuo e trasparente con i soci donatori.<br />

Si è evidenziato che l’informazione nelle organizzazioni<br />

di volontariato è uno strumento molto importante<br />

per realizzare due obiettivi: accrescere il senso di<br />

appartenenza dei soci e rendicontare sulle attività<br />

6<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong><br />

CRONACHE NAZIONALI<br />

In prima pagina nella stampa associativa<br />

svolte.<br />

L’<strong>Avis</strong> di<br />

<strong>Ragusa</strong>, sin dai<br />

primi momenti<br />

della sua nascita,<br />

ha sempre<br />

ritenuto fondamentale<br />

l’utilizzo<br />

del canale della<br />

stampa associativa<br />

con la diffusione<br />

di AVIS<br />

IBLEA a tutti i<br />

suoi soci, impiegando<br />

risorse<br />

umane ed economiche<br />

al fine<br />

di far maturare<br />

nella nostra città<br />

l’alto valore solidaristico<br />

della donazione di sangue. Tale impegno ha<br />

sempre avuto un riscontro positivo tra i lettori di AVIS<br />

IBLEA che ha stimolato sempre più i vari Consigli<br />

Direttivi, che si sono alternati nel corso degli anni, ad<br />

investire sulla pubblicazione del periodico.<br />

Si sono aggiornati, con il passare degli anni, le rubriche,<br />

la grafica, i contenuti che, sotto la guida di<br />

Carmelo Arezzo, sono sempre stati vicini alle esigenze<br />

di informazione in tema avisino dei donatori ragusani.<br />

Un impegno che, al convegno di Cremona, è stato riconosciuto<br />

di alto livello per la completezza, la coerenza<br />

con i tempi, la cura dell’impaginazione, l’attenzione al<br />

volontariato non avisino, gli “speciali” e lo sguardo su<br />

tematiche sociali di interesse diffuso.<br />

E’ un bilancio certamente positivo quello che riportiamo<br />

a <strong>Ragusa</strong> da questa esperienza di Cremona.<br />

Testimonianza di ciò è misurabile anche dal picco di<br />

ingressi al sito www.avisragusa.it registrati già dal<br />

mese di giugno che hanno evidenziato una crescita<br />

esponenziale dei download di AVIS IBLEA.<br />

Approfittiamo di questa occasione per ringraziare tutti<br />

coloro che in questi anni (vorremmo elencarli, ma sono<br />

veramente tanti!) hanno contribuito a vario titolo, in<br />

maniera totalmente gratuita, a fare di AVIS IBLEA uno<br />

strumento apprezzato da tutti coloro che lo hanno<br />

conosciuto e ci auguriamo che tali contributi siamo<br />

sempre più testimonianza dell’alto valore del gesto<br />

della donazione del sangue.<br />

T.S.


CRONACHE NAZIONALI<br />

Una campagna rivolta agli<br />

stranieri che non transitano<br />

dal Lazio solo per turismo,<br />

ma che lavorano e risiedono<br />

nella Regione e in particolare<br />

nella capitale.<br />

È questo lo spirito dell'iniziativa<br />

ideata per l'estate <strong>2008</strong><br />

dall'<strong>Avis</strong> Regionale Lazio, con<br />

il patrocinio della Regione<br />

Lazio e il sostegno e la collaborazione<br />

di UPTER,<br />

Università Popolare di Roma<br />

e i Servizi del Volontariato del<br />

Lazio CESV e SPES.<br />

Scopo di questa campagna,<br />

promuovere e incentivare la<br />

donazione interculturale delle<br />

comunità straniere presenti<br />

sul territorio.<br />

Per tutto il mese di agosto<br />

sui mezzi pubblici, nelle farmacie<br />

e in numerosi locali<br />

pubblici di Roma è stato esposto<br />

un manifesto che, su sfondo<br />

rosso, riporta la traduzione<br />

in diverse lingue dello slogan<br />

"Il sangue è uguale per tutti".<br />

A questo si aggiungono due<br />

spot trasmessi sui terminali<br />

delle Metro e sugli autobus<br />

Atac di Roma; uno dei due filmati<br />

è disponibile anche sulla<br />

home page del sito internet<br />

dell'<strong>Avis</strong> Regionale Lazio<br />

www.avislazio.it<br />

Red<br />

IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

Una campagna promuove<br />

la donazione degli stranieri<br />

Questa è l’iniziativa di AVIS Lazio che noi appoggiamo in toto e facciamo nostra<br />

viste le peculiari caratteristiche di “terre di approdo” del nostro territorio<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong> 7


IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

Pensando al Servizio Civile mi viene subito in mente lo slogan<br />

“Una scelta che ti cambia la vita”. Ed è così. Il Servizio Civile<br />

è davvero una scelta che ti cambia la vita. Ed in meglio. Quando<br />

poi lo si fa in <strong>Avis</strong> si comprende perché cambi la vita.<br />

Mi chiamo Rosario Cappello e sono uno dei tre volontari (insieme<br />

e Giovanni Frasca e Sarta Elisa) che dal tre Dicembre <strong>2008</strong><br />

ha iniziato il servizio civile presso l’<strong>Avis</strong> Modica.<br />

La scelta di fare il servizio civile è nata a Luglio 2007, a pochi<br />

giorni dalla chiusura del bando. La scelta dell'<strong>Avis</strong> invece non è<br />

stata fatta all'ultimo minuto ma è stata ponderata e oculata fin dal<br />

primo momento dall'uscita del bando. Se proprio mi volevo impegnare,<br />

se proprio volevo dare il meglio di me stesso, se proprio<br />

volevo fare “una scelta che mi cambia la vita” dovevo scegliere<br />

un ente che già da ottant'anni dà la vita per gli altri.<br />

E così ho fatto.<br />

È infatti da quel giorno che (3 dicembre <strong>2008</strong>) la mia vita è<br />

cambiata veramente. Col passare dei mesi mi sono sempre più<br />

accorto che la scelta che avevo fatto è stata la migliore. In tutti<br />

questi mesi ho avuto la possibilità di entrare in contatto con<br />

medici,infermieri,personale sanitario, membri del direttivo e<br />

soprattutto donatori che,personalmente, mi hanno dato e mi<br />

hanno insegnato tanto. Mi hanno insegnato ad aprirmi maggiormente<br />

verso il prossimo e gli altri ed a relazionarmi in maniera<br />

più diretta. Mi sono stati (tuttora mi sono da stimolo) per vivere<br />

la mia concezione di volontariato in maniera più diretta. Grazie<br />

anche al servizio civile ho avuto la possibilità di entrare a far<br />

parte dell'organico della Consulta Giovani Provinciale che,<br />

anche dopo la fine del servizio civile, sarà lo strumento per far<br />

crescere i gruppi giovani avisini lì dove ci sono e sarà,altresì,lo<br />

strumento per far nascere,crescere e sviluppare gruppi giovani li<br />

dove non ci sono. È anche vero che in questi mesi ci sono stati<br />

dei momenti di difficoltà: paura di non farcela, incomprensioni<br />

con chi ogni giorno lavora al tuo fianco, problemi personali che<br />

facevano venire la voglia di lasciare tutto e dedicarsi ad altro. Ma<br />

non appena una di queste situazioni si presentava davanti le<br />

motivazioni che mi avevano portato a fare questa scelta (voglia<br />

di mettermi in gioco, voglia di crescere, voglia di cambiare la<br />

vita), sono state più forti di tutto e mi stanno portando tuttora alla<br />

fine di questa esperienza magnifica. C'e da dire anche il servizio<br />

civile fatto in <strong>Avis</strong> è un qualcosa di utile tanto per i volontari quanto<br />

per la sede che li accoglie.<br />

Con la scelta del servizio civile i volontari hanno la possibilità<br />

di crescere, confrontarsi e vivere al massimo questa esperienza.<br />

Dall'altra parte le sedi hanno la possibilità di farsi conoscere<br />

anche in maniera più marcata e radicata all'interno delle varie<br />

realtà giovanili (oratori, parrocchie, palestre,gruppi scout, ecc...)<br />

e hanno la possibilità di crescere negli anni e nelle donazioni e<br />

nel numero di donatori. Rosario Cappello<br />

Ripercorrendo le tappe fatte da Saro, anche per me, il Servizio<br />

Civile è stato ed è tuttora una importante occasione di confronto<br />

e stimolo a lavorare bene per portare avanti il progetto avisino.<br />

Lavorando a contatto col mondo “organizzativo” dell’AVIS e<br />

con le quotidiane mansioni che una Segreteria dell’AVIS deve<br />

fare, mi sono uilteriormente reso conto dell’importanza che ogni<br />

membro riveste all’interno dell’associazione. Quale volontario e<br />

coordinatore della Consulta Giovani, sento il peso dell’incarico e la<br />

8<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong><br />

SOCIETA’<br />

Benvenuto Servizio Civile<br />

Forse ve ne sarete accorti, ma dai primi di dicembre 2007<br />

presso l’<strong>Avis</strong> Comunale di <strong>Ragusa</strong> c’è qualcosa di nuovo, o<br />

meglio, qualche faccia nuova.<br />

Non si tratta di un nuovo medico o infermiere o di una segretaria,<br />

la novità è rappresentata da quattro ragazze scelte da<br />

<strong>Avis</strong> Nazionale per lo svolgimento del servizio civile.<br />

Emilia Attanasio, Simona Giummarra, Floriana Pagano e<br />

Chiara Tumino, trascorreranno un intero anno insieme a noi,<br />

le troverete in sala prelievi, nella sala convegni, in segreteria,<br />

all’ingresso, a disposizione di voi donatori o amici.<br />

Da parte dell’associazione un benvenuto e un sentito ringraziamento<br />

a Emilia, Simona, Chiara e Floriana per avere scelto<br />

l’<strong>Avis</strong> Comunale di <strong>Ragusa</strong> e per la disponibilità e l’impegno<br />

dimostrato già nei primi mesi di servizio, segno del loro<br />

senso di responsabilità e della condivisione dei nostri valori.<br />

Maria Elena Salerno<br />

Responsabile servizio civile - <strong>Avis</strong> Comunale di <strong>Ragusa</strong><br />

responsabilità che ne deriva. Il compito, di per sè non semplice, è<br />

fortunatamente alleviato dalla importantissima collaborazione che<br />

gli altri componenti della Consulta mi danno giorno per giorno e<br />

dal sostegno che ritrovo all’interno del Consiglio Direttivo dell’AVIS<br />

Provinciale. L’esperienza diretta col mondo dell’AVIS è stata ulteriore<br />

fonte di discussione su problematiche associative e non solo.<br />

Inevitabilmente ci troviamo ad affrontare tematiche che si immergono<br />

nelle grandi inquietudini del mondo giovanile: dall’abuso di<br />

alcool e sostanze stupefacenti agli incidenti stradali, dai commenti<br />

delle ultime partite di calcio alla organizzazione di una mangiata<br />

di pizza tra amici. L’AVIS è un terreno fertile per intraprendere un<br />

cammino di crescita “umana” e non solo. La conoscenza delle difficoltà<br />

degli altri ti spingono a considerare diversamente il proprio<br />

sè e rivalutare le dimensioni del proprio egoismo, manifesto e/o<br />

nascosto. Un cammino interiore che può risultare complesso e difficile,<br />

perché rimettersi in gioco è sempre difficile; ma nonostante<br />

ciò, una sfida quotidiana che non lascia indifferenti.<br />

Possiamo conludere dicendo che AVIS e servizio Civile sono<br />

una accoppiata vincente!!<br />

Emanuele Fidone


ATTUALITA’<br />

IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

L’assenza per la donazione<br />

non si tocca<br />

Nella riunione svoltasi ieri presso<br />

il Centro Nazionale Sangue<br />

di Roma, il CIVIS (Coordinamento<br />

Interassociativo Volontari Italiani<br />

del Sangue), in rappresentanza del<br />

1.600.000 donatori di sangue<br />

periodici associati, ha preso atto<br />

con soddisfazione della circolare<br />

del 5 settembre scorso, con cui il<br />

Ministro per la Pubblica Amministrazione<br />

e l’Innovazione Renato<br />

Brunetta introduce alcuni chiarimenti<br />

sul decreto legge n. 112 del<br />

<strong>2008</strong> convertito in legge n. 133 del<br />

<strong>2008</strong> recante le norme anti-assenteismo<br />

per i dipendenti pubblici.<br />

In merito ai permessi per le<br />

donazioni di sangue e di midollo<br />

osseo, il Ministro ha precisato che<br />

“tali casistiche non sono state contemplate<br />

specificatamente dal<br />

decreto legge e dalla legge n.133,<br />

ma non sono state neanche<br />

espressamente abrogate o modificate.<br />

Considerata la rilevanza e la<br />

delicatezza della materia in questione,<br />

il Dipartimento della<br />

Funzione pubblica intende promuovere<br />

delle iniziative normative<br />

per evitare discriminazioni o compromissioni<br />

alle importanti attività<br />

in questione, che sono il frutto di<br />

ammirevoli atti di solidarietà”.<br />

In ogni caso le Associazioni che<br />

compongono il CIVIS (AVIS, Croce<br />

Rossa Italiana, FIDAS, Fratres)<br />

vigileranno sulla reale attuazione<br />

della circolare, in attesa di un passaggio<br />

normativo che confermi il<br />

diritto alla retribuzione intera per i<br />

pubblici dipendenti.<br />

NORME ANTIASSENTEISMO<br />

Le norme assenteismo<br />

non colpiranno<br />

i donatori di sangue<br />

"Le norme antiassenteismo<br />

per i<br />

dipendenti pubblici<br />

non colpiranno i<br />

donatori di sangue e<br />

di midollo osseo che,<br />

con grande senso di<br />

altruismo, compiono<br />

un gesto di solidarietà".<br />

È quanto ha dichiarato il ministro per la Pubblica Amministrazione<br />

Renato Brunetta in riferimento al decreto 112 che non prevede la retribuzione<br />

delle somme "dei fondi per la contrattazione integrativa" per chi<br />

si assenta dal servizio.<br />

"Esprimiamo la nostra soddisfazione", ha detto Andrea Tieghi, presidente<br />

di AVIS Nazionale e attualmente portavoce del CIVIS<br />

(Coordinamento Interassociativo Volontari Italiani del Sangue), "per la<br />

decisione odierna di permettere ai dipendenti pubblici di continuare, grazie<br />

al contributo Inps, a ricevere la paga piena se si allontanano dal lavoro<br />

per donare il sangue. Ciò dimostra la sensibilità che le autorità hanno<br />

nei confronti delle Associazioni di volontari e soprattutto nei riguardi dei<br />

tanti lavoratori pubblici che periodicamente donano il sangue.<br />

Attendiamo, quindi, atti concreti al ripristino di tale diritto".<br />

Giorno 5 Agosto u.s. il quotidiano "La Repubblica" aveva pubblicato la<br />

seguente dichiarazione di Tieghi in merito al decreto legge 112: "Non<br />

importa quanti soldi sono. Fossero anche 5 euro si tratta di una cosa<br />

ingiusta. Questa è gente che fa del bene, che aiuta altri a vivere. Non<br />

deve rimetterci niente".<br />

Tieghi ha poi aggiunto: "Tra tutti abbiamo un milione e 600 mila soci e<br />

di questi più di 300 mila sono dipendenti pubblici, gli unici ad avere il<br />

taglio in busta paga. Non si tratta solo di un giorno di lavoro, tra l'altro,<br />

perché in molti donano anche quattro volte all'anno. E poi è incredibile<br />

che la decurtazione valga anche per la donazione di midollo, visto quanto<br />

è importante e impegnativa dal punto di vista fisico".<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong> 9


IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

avvenuta Giovedì 11 set-<br />

E’ tembre <strong>2008</strong>, ore 9,30<br />

presso la sede <strong>Avis</strong> Provinciale<br />

di <strong>Ragusa</strong>, la presentazione<br />

del Progetto presentato dall’AVIS<br />

Provinciale: “UNA TA-<br />

VOLA DI COLORI”. All’incontro<br />

sono stati presenti: Avv.<br />

Salvatore Vacirca - Presidente<br />

<strong>Avis</strong> Provinciale <strong>Ragusa</strong>; il<br />

Preside Prof. Carmelo Massari<br />

- Vice presidente <strong>Avis</strong><br />

Provinciale <strong>Ragusa</strong>; Dott.<br />

Portelli Giovanni - Referente<br />

Prov.le A.D.I. (Associazione<br />

Italiana di Dietetica e Nutrizione<br />

Clinica); Preside Prof.<br />

Guglielmo Palazzolo - Presidente<br />

Coop I Maggio Scicli;<br />

Dott. Lago Alessandro - Presidente<br />

Ipercoop Sicilia;<br />

Dott. Della Porta Domenico -<br />

Direttore Ipercoop <strong>Ragusa</strong>;<br />

Dott. Di Nolfo Cataldo - Dirigente<br />

Ufficio Scolastico e la<br />

Dott.ssa Giovanna Crescione,<br />

Ispettrice Scolastica.<br />

Nel corso dell’incontro è<br />

stata illustrata la proposta<br />

didattica “Una tavola di colori”<br />

che riguarda gli alunni delle IV<br />

e V Elementari e delle I Medie.<br />

Il Progetto, da svolgere durante<br />

l’anno scolastico <strong>2008</strong>/<br />

2009, rientra nel piano di attuazione<br />

del protocollo d’intesa firmato<br />

tra l’AVIS Nazionale e il<br />

Ministero della Pubblica Istruzione,<br />

nel contesto dell’Educazione<br />

alla Salute.<br />

Considerata la necessità di<br />

avviare politiche di alleanza<br />

nel territorio per meglio intervenire<br />

nel settore della prevenzione<br />

delle patologie croniche<br />

legate agli stili di vita errati,<br />

l’AVIS Provinciale di <strong>Ragusa</strong> e<br />

l’A.D.I. (Associazione Italiana<br />

di Dietetica Nutrizione<br />

Clinica) hanno firmato un pro-<br />

10<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong><br />

CRONACHE PROVINCIALI<br />

“Una tavola di colori”<br />

tocollo d’intesa al fine di promuovere<br />

una proposta didattica<br />

per gli alunni delle classi IV<br />

e V elementari e delle prime<br />

medie della Provincia di<br />

<strong>Ragusa</strong>.<br />

Il progetto è sponsorizzato<br />

dalla Coop e dall’Ipercoop che<br />

metteranno a disposizione<br />

delle scuole partecipanti il<br />

materiale necessario.<br />

Gli obiettivi riguarderanno lo<br />

sviluppo della capacità dei<br />

ragazzi di saper raggruppare<br />

gli alimenti che svolgono funzioni<br />

analoghe nella vita del<br />

corpo e riconoscerne la loro<br />

peculiare importanza per la<br />

salute psicofisica di ciascun<br />

individuo al fine di favorire un<br />

consumo alimentare quanto<br />

più vario possibile.<br />

Il bambino dovrà essere in<br />

grado di riconoscere gli alimenti<br />

e di raggrupparli secondo<br />

le loro funzioni nell’organismo<br />

ed il loro contenuto nutrizionale;<br />

cercando di valutare la<br />

qualità della propria alimentazione<br />

quotidiana, riuscendo<br />

eventualmente ad apportarvi<br />

modifiche.<br />

Per fare ciò è necessaria la<br />

conoscenza dei gruppi alimentari<br />

proposti dall’Istituto Nazionale<br />

di Nutrizione Umana e dei<br />

nutrienti ivi contenuti. Le attività<br />

saranno presentate sotto<br />

forma di gioco di gruppo ed<br />

individuale.<br />

L’alunno imparerà ad assegnare<br />

un colore ad ogni gruppo<br />

alimentare e, quindi, con<br />

una scheda di diario alimentare<br />

opportunamente progettato,<br />

segnerà la presenza dell’alimento<br />

sotto forma di colori. Il<br />

risultato sarà facilmente valutabile<br />

dall’insegnante e dall’alunno<br />

stesso: l’alimentazione<br />

monotona sarà rappresentata<br />

da pochi colori, mentre l’alimentazione<br />

più corretta sarà<br />

individuata dalle schede più<br />

colorate.<br />

Red


CRONACHE PROVINCIALI<br />

A lezione di civiltà<br />

Giorno 26 febbraio, la nostra classe,<br />

la II B dell’Istituto comprensivo<br />

“F. Crispi” di <strong>Ragusa</strong>, si è recata<br />

presso l’A.V.I.S. di <strong>Ragusa</strong> (Associazione<br />

Volontari Italiani Sangue). Lì<br />

abbiamo appreso la storia e i motivi<br />

della nascita dell’Associazione ed,<br />

inoltre, diverse informazioni sull’importanza<br />

del sangue e delle donazioni.<br />

Appena entrati siamo stati accolti<br />

in un ampio auditorium, luogo in cui<br />

abitualmente si svolgono le conferenze,<br />

da uno dei fondatori, il responsabile,<br />

Vittorio Schininà, e dall’attuale<br />

presidente dell’A.V.I.S. di <strong>Ragusa</strong>,<br />

dott. Giovanni Scifo, venuto a porgerci<br />

i suoi saluti.<br />

Vittorio Schininà ha iniziato illustrandoci<br />

la storia dell’A.V.I.S.<br />

L’A.V.I.S. è sorta a Milano nel 1927<br />

per iniziativa del dott. Vittorio Formentano<br />

e, solo dopo 60 anni, è sorta<br />

anche qui a <strong>Ragusa</strong>, appunto nel<br />

1978. Quest’anno, infatti, ricorre il suo<br />

trentesimo anniversario. A <strong>Ragusa</strong> è<br />

arrivata grazie all’intraprendenza di<br />

quattro giovani, tra cui Vittorio<br />

Schininà. La prima sede dell’A.V.I.S.<br />

era situata in piazza Libertà, poi, nel<br />

1988, il comune donò un appezzamento<br />

di terreno, su cui sorge l’attuale<br />

sede, in via Vittorio Emanuele<br />

Orlando, che viene ironicamente chiamata<br />

“La casa del donatore”.<br />

Oggi in Italia ci sono 3.000 sedi e<br />

900.000 donatori. <strong>Ragusa</strong> detiene il<br />

primato per il maggior numero di<br />

donatori in riferimento a tutta la popolazione,<br />

oltre 9.000. Il sangue raccolto<br />

viene utilizzato per assistere 130<br />

ragazzi talassemici e per i fabbisogni<br />

ospedalieri. Inoltre, avendo così tanta<br />

disponibilità di sangue, durante l’anno<br />

<strong>Ragusa</strong> è in grado di esportare il sangue<br />

in altre province soprattutto nelle<br />

vicine, dove scarseggia. Poi, proseguendo,<br />

Vittorio Schininà ci ha illustrato<br />

l’importanza della donazione<br />

(motivo principale della nostra visita).<br />

Lo sapevate che se non si corre in<br />

Gli studenti della II B<br />

dell’Istituto comprensivo<br />

“F. Crispi” di <strong>Ragusa</strong><br />

in visita all’<strong>Avis</strong><br />

aiuto di qualcuno che ha avuto un<br />

incidente si può essere condannati a<br />

una pena o multati? Be’, donare il<br />

sangue è la stessa cosa, se non lo<br />

doni sicuramente qualcuno morirà.<br />

Ma non pensate di donare il sangue<br />

per soldi, poiché è punibile con tre<br />

anni di prigione, per questo donare il<br />

sangue è civiltà. Donare il sangue è<br />

amore verso la vita e verso il prossimo,<br />

ma soprattutto verso se stessi.<br />

Ma non tutti possiamo donare il sangue<br />

perché l’assistito ha diritto a ricevere<br />

sangue sano. Per donare il sangue<br />

bisogna essere maggiorenni, in<br />

salute e pesare più di 50 kg, per questo<br />

prima di ogni prelievo si effettuano<br />

numerosi controlli. In un primo<br />

momento il donatore viene accolto in<br />

una sala con molti lettini, viene fatto<br />

accomodare e preparato per il prelievo.<br />

Il sangue viene raccolto in sacche<br />

di plastica monouso, che contengono<br />

alcuni ml di un liquido trasparente,<br />

IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

“l’anticoagulante”, che evita la coagulazione<br />

del sangue e riesce a conservarlo<br />

fino a 42 giorni dopo il prelievo.<br />

Noi abbiamo provato quest’esperienza<br />

e due nostri compagni hanno simulato<br />

la donazione. A fine visita ci<br />

hanno offerto delle bevande. Agli<br />

effettivi donatori offrono addirittura<br />

l’intera colazione.<br />

L’esperienza ci ha insegnato che è<br />

molto importante una dimostrazione<br />

tangibile di solidarietà e che è necessaria<br />

tanta divulgazione dell’informazione<br />

per spingere le persone ad aiutare<br />

gli altri; non solo con raccolte di<br />

beneficenza ma anche donando<br />

volontariamente e gratuitamente il<br />

sangue e il midollo osseo. Ci ha molto<br />

colpito, infatti, sapere che le donazioni<br />

rimangono assolutamente anonime.<br />

Questo ci dimostra anche che per<br />

essere d’aiuto non è necessario compiere<br />

un gesto eclatante. Donare il<br />

sangue è molto importante perché<br />

esso non si può fabbricare. Poiché l’unica<br />

fonte a disposizione siamo proprio<br />

noi uomini, dobbiamo metterlo a<br />

disposizione della comunità, altrimenti<br />

se pochi donano il sangue, pochi lo<br />

possono ricevere.<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong> 11


IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

Associazione sportiva dilettan-<br />

L’ tistica Basaki ha organizzato<br />

anche quest’anno la 4ª edizione<br />

dello stage e torneo internazionale<br />

di judo “Città di <strong>Ragusa</strong>”, tenuto<br />

dal M° Toniolo Pierangelo tecnico<br />

della società Akiyama<br />

Settimo Torinese 1ª società classificata<br />

in Italia.<br />

Lo stage si è svolto dal 18 al 21<br />

Giugno presso la splendida cornice<br />

dell’hotel Terraqua a Marina di<br />

<strong>Ragusa</strong>; il livello degli atleti presenti<br />

è stato molto alto: hanno partecipato<br />

infatti gli atleti siciliani medagliati<br />

ai campionati italiani cadetti,<br />

junior e under 23, 2007/<strong>2008</strong>, la<br />

rappresentativa polacca guidata<br />

dal tecnico giovanissimo già 3ª ai<br />

campionati del mondo universitari<br />

più la rappresentativa della società<br />

Akiyama Settimo Torinese.<br />

A chiusura dello stage, sabato 21<br />

giugno presso il “Palaminardi” si è<br />

svolto il torneo internazionale<br />

“Città di <strong>Ragusa</strong>” e la qualificazio-<br />

12<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong><br />

CRONACHE PROVINCIALI<br />

Con L’AVIS<br />

al torneo internazionale di Judo<br />

ne ai campionati Italiani a squadre<br />

che ha visto al 1° posto la squadra<br />

femminile della Basaki.<br />

Tutto si è svolto in una clima di<br />

armonia e divertimento, i ragazzi<br />

tutti tecnicamente molto preparati<br />

hanno lavorato sodo e con tanto<br />

entusiasmo; il Maestro in perfetta<br />

sintonia con loro ha saputo esprimere<br />

al meglio il suo programma<br />

dando a tutti stimolo e motivazione<br />

per crescere e arrivare in alto.<br />

Anche i tecnici partecipanti sono<br />

rimasti soddisfatti: sia del lavoro<br />

svolto dal Maestro che ha saputo<br />

dare un sferzata di energia a tutto<br />

il gruppo sia del lavoro svolto dall’Ass.<br />

Sport. Dil. Basaki che è riuscita<br />

in breve tempo a organizzare<br />

l’evento in un modo eccellente.<br />

Domenica 22 Giugno si è svolta la<br />

1ª edizione tanto attesa del “mini torneo”<br />

per i piccoli atleti provenienti da<br />

tutte le scuole della Sicilia appartenenti<br />

alle categorie bambini/ragazzi/fanciulli:<br />

è stato un vero successo<br />

quasi in 100 sul tatami di gara.<br />

Ringraziamo quanti ci hanno aiutato<br />

nell’organizzazione dell’evento<br />

e soprattutto l’<strong>Avis</strong> Provinciale di<br />

<strong>Ragusa</strong> che grazie alla consegna<br />

di T-shirt a tutti i bimbi ha fatto si<br />

che nel palazzetto si respirasse<br />

un’aria di solidarietà e divertimento.<br />

E’ stata un’esperienza che ha<br />

evidenziato quello che deve essere<br />

lo sport pulito, senza condizionamenti<br />

di alcun tipo, ma solo<br />

aggregazione, benessere fisico,<br />

confronto, rispetto e umiltà.<br />

Contenti i genitori per le performance<br />

dei loro figli, contenti i tecnici<br />

perché a differenza di altre<br />

gare non hanno respirato la solita<br />

aria di agonismo.<br />

I principi puliti e sani del judo<br />

accomunano la nostra Associazione<br />

a quella molto più grande<br />

che è l’<strong>Avis</strong> con la quale speriamo<br />

di continuare insieme il cammino<br />

intrapreso per un futuro migliore.<br />

Staff Basaki


SOCIETA’<br />

IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

AVIS e ACI in corsa per la vita<br />

Fin dalla sua nascita, nel 1905, l’ACI ha seguito e<br />

sostenuto l’evoluzione del fenomeno automobilistico<br />

in Italia, dai 2.229 autoveicoli allora circolanti ai<br />

34 milioni di oggi. Una crescita esponenziale che ha<br />

fatto nascere esigenze e problemi che l’Automobile<br />

Club d’Italia da sempre analizza, interpreta e rappresenta,<br />

offrendo servizi adeguati ad una realtà in<br />

continua evoluzione. Nei suoi cento anni di vita il<br />

Club si è fatto interprete delle istanze del mondo<br />

automobilistico, fornendo un contributo significativo<br />

di passione, esperienza e professionalità, per un’importante<br />

azione di tutela del cittadino, automobilista<br />

o meno, nella difesa del suo diritto alla mobilità.<br />

Principio ispiratore dell’agire dell’ACI è, infatti, il<br />

“Manifesto per un’etica della mobilità responsabile”,<br />

che l’Associazione ha lanciato nel maggio del 2005<br />

alla condivisione dei cittadini e delle istituzioni, come<br />

motore di un dibattito produttivo sulla mobilità, che<br />

riesca ad esaltare le responsabilità di ciascuno, di<br />

fronte alle evidenti distorsioni di un sistema, che<br />

sempre più rischia di penalizzare le fasce più deboli<br />

della popolazione accentuando le fratture della<br />

società.<br />

Intorno ai principi guida che promanano dal<br />

Manifesto si sviluppa, dunque, tutta l’attività<br />

dell’ACI.<br />

Tra queste, l'attività sportiva, intorno alla quale<br />

continua a svilupparsi il primordiale mito emozionale<br />

dell'automobile, strumento di progresso, di libertà<br />

individuale, di sfida innovativa.<br />

Tanti sono i collegamenti tra il mondo AVIS e quello<br />

Automobilistico, in particolare quello delle gare<br />

sportive, ma una sola parola è in grado di racchiuderli<br />

tutti: la passione.<br />

Una passione vera che invita l'uomo a sfidarsi e a<br />

sfidare, sempre mosso da un vero cuore da sportivo.<br />

Praticare lo sport non deve fondarsi sull'idea del<br />

successo ma sull'idea di dare il meglio di sé; chi<br />

diventa pilota e corre in gare autorizzate non solo si<br />

diverte, si scarica e si appassiona al nostro sport,<br />

ma diventa anche un automobilista più prudente e<br />

consapevole.<br />

L'automobilismo è uno sport in cui droga e farmaci<br />

non servono a migliorare le prestazioni, soltanto la<br />

preparazione fisica e tecnica possono aiutare a<br />

migliorare il rendimento.<br />

ACI e AVIS <strong>Ragusa</strong> hanno più volte collaborato ed<br />

è un piacere ritrovare negli archivi i vecchi opuscoli<br />

relativi alle passate edizioni di tante competizioni<br />

con il logo e gli slogans accattivanti dell'AVIS.<br />

Tante storie, emozioni, ricordi che si affacciano e<br />

bussano al cuore di ogni sportivo ed, in particolare in<br />

provincia di <strong>Ragusa</strong>, dal 1978 hanno avuto un punto<br />

di riferimento importante anche nella sede dell'AVIS.<br />

Per questo motivo l'ACI di <strong>Ragusa</strong> e la società<br />

sportiva Tecno Racing Service, ma prima ancora i<br />

tanti piloti che partecipano alle manifestazioni sportive<br />

organizzate in provincia, accettano di buon<br />

grado la “sponsorizzazione”, veicolando attraverso i<br />

loro mezzi ammirati dai tanti spettatori assiepati<br />

lungo il percorso, il valore primario della solidarietà<br />

espresso dall'AVIS Iblea.<br />

Nel cuore e nella mente di tanti ragusani “doc” ed<br />

“importati” il passaggio dalla sede AVIS di <strong>Ragusa</strong> è<br />

una tappa obbligata per la crescita umana e spirituale.<br />

La donazione crea una rete dei sentimenti tra chi<br />

dona e chi riceve il frutto del gesto altamente nobile<br />

della donazione del sangue.<br />

Per questo motivo i confini di <strong>Ragusa</strong> si estendono<br />

oltre quelli strettamente territoriali esportando la<br />

ragusanità a quanti godono e usufruiscono della<br />

spontanea generosità e umanità che questa terra<br />

riesce ad esprimere anche in questo campo.<br />

Nelle gare automobilistiche tutto, dagli odori, ai<br />

suoni, ai colori è acceso e vissuto con grinta e passione,<br />

la stessa che anima un donatore AVIS che<br />

crede con passione e grinta all'immenso valore della<br />

vita e, come un vero sportivo, è sempre in corsa per<br />

la vita, in tutta la sua spettacolarità che, come tale,<br />

va vissuta ed interpretata dando sempre la migliore<br />

prestazione di sé.<br />

Maria Concetta Costarella (Direttore ACI <strong>Ragusa</strong>)<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong> 13


IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

Cari amici donatori,<br />

uno dei tanti punti di forza della nostra<br />

Associazione è rappresentato dalla regolarità con<br />

cui avvengono le nostre donazioni che sistematicamente<br />

assicurano circa 1400 unità di sangue<br />

ogni mese per i pazienti!<br />

Sappiamo bene che Agosto non è un mese<br />

come gli altri e soprattutto in Italia dove vi è un’altissima<br />

concentrazione di vacanzieri sincronizzati!!<br />

Ciononostante abbiamo raccolto 1238 donazioni<br />

dal 1° al 31 Agosto <strong>2008</strong>.<br />

40 IN MENO rispetto al 2007.<br />

Solo l’<strong>Avis</strong> Comunale di <strong>Ragusa</strong> continua a strabiliarci<br />

con i suoi record incrementando anche nel<br />

<strong>2008</strong> di sei unità la raccolta rispetto al 2007.<br />

1030 donazioni rispetto alle 1024 del<br />

2007!!!!!!!<br />

Il record assoluto degli ultimi 16 anni relativa-<br />

14<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong><br />

SPECIALE<br />

I donatori come sempre non vanno in vacanza<br />

Tra conferme e qualche “defaillance”<br />

anche questo agosto è andato bene<br />

mente al numero totale di unità pervenute al SIMT<br />

di <strong>Ragusa</strong> va ancora riferito al mitico 2007 che ci<br />

fece registrare una raccolta di ben 1278 unità<br />

inducendoci a sperare di poter superare quest’anno<br />

la soglia delle 1300 unità! Ci ripromettiamo<br />

di farcela nell’Agosto 2009!<br />

Il 9 Agosto <strong>2008</strong> i Dirigenti dell’AVIS Comunale<br />

di <strong>Ragusa</strong> Giovanni Scifo (Presidente) Giovanni<br />

Dimartino segretario e Turi Schininà consigliere,<br />

avendo registrato nella raccolta un calo di 110<br />

unità nei primi 9 giorni rispetto ai primi 9 giorni del<br />

2007, hanno convocato una conferenza stampa<br />

per sottolineare alla città questo preoccupante<br />

trend che avrebbe potuto farci registrare, se mantenuto,<br />

un calo di 300 unità alla fine del mese.<br />

Tutte le testate giornalistiche e televisive, con la<br />

grande sensibilità che da sempre hanno mostrato<br />

nei confronti della donazione del sangue, hanno<br />

Donazioni AVIS <strong>Ragusa</strong> agosto 1993-<strong>2008</strong>


SPECIALE<br />

accolto il nostro appello e lo hanno diffuso con<br />

grande tempestività.<br />

Il risultato è stato ottimo in quanto si è registrato<br />

un recupero fantastico che ci ha consentito di<br />

chiudere con un calo complessivo di solo 40 unità<br />

al 31 di Agosto.<br />

I donatori <strong>Ragusa</strong>ni hanno risposto come sempre<br />

in modo esemplare dandoci una grande lezione<br />

di civiltà e di affidabilità.<br />

Le nostre segretarie, con la gentilezza che le<br />

contraddistingue, hanno continuato ad effettuare<br />

le chiamate, probabilmente esercitando una pressione<br />

che da qualcuno può essere stata vissuta<br />

come esagerata e fastidiosa!!<br />

Ci scusiamo anche quest’anno per questa<br />

insistenza, ma la donazione in Agosto ha un<br />

significato speciale ed una valenza particolare,<br />

proprio perché i malati continuano ad esserci e<br />

spesso, distratti dalle vacanze, ci si ricorda un po’<br />

meno di loro!<br />

Anche quest’anno abbiamo utilizzato l’SMS.<br />

Riteniamo che si tratti di un sistema di comunicazione<br />

più discreto e silenzioso e certamente meno<br />

invasivo della telefonata.<br />

I donatori hanno risposto splendidamente a questa<br />

piccola sollecitazione che ha quasi totalmente<br />

sostituito le lettere che ogni anno venivano inviate<br />

a coloro che erano prossimi alla chiamata.<br />

Siamo molto contenti che poche parole su di un<br />

cellulare hanno sortito anche quest’anno un effetto<br />

grande ed immediato: ciò significa che nella<br />

IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

grande famiglia <strong>Avis</strong> ci si intende subito e non<br />

occorrono lettere melodrammatiche ed inevitabilmente<br />

un po’ retoriche per ricordarsi che il sangue<br />

serve sempre!<br />

Nel grafico allegato che riporta le donazioni del<br />

mese di Agosto degli ultimi 16 anni potrete notare<br />

un andamento positivo a partire dal 1993 ed il<br />

superamento delle 1000 donazioni a partire dall’anno<br />

2000. L’obiettivo: “AGOSTO UN MESE<br />

COME GLI ALTRI”va mantenuto fino al pieno raggiungimento<br />

di quota 1400!.<br />

NON DOBBIAMO DEMORDERE di fronte a<br />

questa piccola flessione e le quattro comunali<br />

(Chiaramonte Giarratana Monterosso Santa<br />

Croce) afferenti al SIMT di <strong>Ragusa</strong> dovranno<br />

prendere le mosse dalla sorella maggiore<br />

(<strong>Ragusa</strong>) per incamminarsi nuovamente verso<br />

una politica di incremento costante e proporzionale<br />

alla loro forza donatori.<br />

Questa gara di solidarietà ci consente di salvare<br />

la gente che in Agosto, oltre che con il rischio delle<br />

malattie, deve fare i conti con la carenza di donazioni!<br />

Lo so, sembriamo incontentabili, ma solo voi<br />

potete ridare il sorriso a tanti fratelli più sfortunati.<br />

Un plauso anche a tutti i dirigenti associativi che<br />

hanno lavorato per il raggiungimento di un obiettivo<br />

di così grande valore sociale. Grazie a tutti e<br />

ricordatevi che: DONARE IN AGOSTO VALE<br />

DOPPIO!<br />

Piero Bonomo Direttore Sanitario<br />

La carenza di sangue nei mesi estivi<br />

Intervista al dott. Gianpietro Briola, vice presidente vicario <strong>Avis</strong> Nazionale<br />

egli ospedali italiani<br />

“Nmanca sangue e servirebbero<br />

circa duemila sacche<br />

in più alla settimana”. È di<br />

pochi giorni fa questa dichiarazione<br />

di Giuliano Grazzini,<br />

direttore generale del Centro<br />

nazionale sangue dell’Istituto<br />

Superiore di Sanità. Secondo<br />

i dati comunicati, la crisi<br />

riguarda anche regioni come<br />

Emilia Romagna, Toscana e<br />

Friuli Venezia Giulia, che in<br />

passato erano pilastri del<br />

sistema italiano della raccolta<br />

di sangue.<br />

Vice presidente, secondo<br />

Lei quali sono le cause di<br />

questa carenza? È opportuno<br />

parlare di vera e propria<br />

emergenza?<br />

Credo non serva accampare<br />

esagerati timori, la situazione<br />

richiede impegno da parte di<br />

tutti: Associazioni, donatori e<br />

medici trasfusionisti. Siamo a<br />

una soglia di attenzione e non<br />

di emergenza: duemila sacche<br />

alla settimana sono una quantità<br />

non impossibile, se commisurate<br />

agli sforzi della nostra<br />

quotidianità. Ogni anno in esta-<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong> 15


IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

te si sottolinea tale difficoltà, ma<br />

in questo periodo ulteriori fattori<br />

hanno contribuito a rendere il<br />

problema più preoccupante.<br />

Consideri che questa crisi<br />

viene rilevata a fronte di un<br />

aumento di donatori e donazioni.<br />

Le cause principali sono da<br />

ricercare, a mio avviso, nell’aumento<br />

costante dei consumi e<br />

in particolare nelle Regioni storicamente<br />

a maggior produzione,<br />

che lavorano ormai al limite<br />

e non riescono ad esportare le<br />

sacche raccolte. Questo acuisce<br />

ancora di più il problema e<br />

lo rende evidente su tutto il territorio<br />

nazionale, soprattutto se<br />

si sommano imprevedibili emergenze<br />

ospedaliere.<br />

Del resto, l’elevato numero di<br />

patologie croniche e di malattie<br />

tumorali, fortunatamente oggi<br />

aggredibili e curabili, oltre<br />

all’aumento dell’età media e<br />

delle potenzialità chirurgiche,<br />

contribuiranno ad incrementare<br />

sempre di più il fabbisogno di<br />

sacche.<br />

L’emigrazione sanitaria dalle<br />

regioni del Sud ai grandi centri<br />

di alta specializzazione è in<br />

aumento e la riorganizzazione<br />

ospedaliera ha ampliato la rete<br />

di questa offerta, concentrandone<br />

la presenza in determinati<br />

territori.<br />

Le informazioni riportate<br />

dai quotidiani parlano di una<br />

situazione più critica del previsto.<br />

Può confermare tale<br />

notizia?<br />

Per quanto riportato nella precedente<br />

analisi, direi di sì. Le<br />

scorte si sono ridotte, mentre<br />

non si registra un calo delle attività<br />

cliniche e chirurgiche.<br />

Pertanto, è necessario uno<br />

sforzo straordinario per affrontare<br />

tale inedita condizione.<br />

Bisogna sollecitare i donatori al<br />

loro impegno e il Sistema trasfusionale<br />

deve rendersi dispo-<br />

16<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong><br />

nibile soprattutto nelle aree cronicamente<br />

carenti.<br />

L’insufficienza riguarda<br />

soprattutto i gruppi 0 positivo<br />

e negativo, ma anche A e B.<br />

Può spiegarci perché questi<br />

gruppi sanguigni scarseggiano<br />

maggiormente?<br />

I gruppi 0 sono i più frequenti<br />

tra la popolazione generale e<br />

soprattutto lo 0 negativo, che<br />

rappresenta la scorta da conservare<br />

per le emergenze.<br />

Pertanto, se i consumi aumentano,<br />

le scorte vanno garantite<br />

a salvaguardia dell’intero sistema.<br />

Quanto al gruppo B, da noi<br />

poco incidente, se ne riscontra<br />

un aumento in relazione alla<br />

presenza di cittadini extracomunitari.<br />

Nostra abitudine era<br />

quella di indirizzare i donatori B<br />

alla plasmaferesi, ma converrà<br />

rivedere questa indicazione.<br />

Come si può porre rimedio<br />

al problema della carenza di<br />

sangue nei mesi estivi?<br />

Quale ruolo possono ricoprire<br />

le comunità di immigrati<br />

che, tradizionalmente, non<br />

abbandonano in massa le<br />

città in questo periodo di<br />

esodo e vacanza?<br />

La donazione degli extracomunitari<br />

è un problema com-<br />

SPECIALE<br />

plesso e credo non vada affrontato<br />

con l’idea di risolvere l’autosufficienza.<br />

Darà gli eventuali<br />

frutti nel medio termine, con le<br />

comunità stabilizzate e i cittadini<br />

integrati. Guardo con interesse<br />

a questa realtà, ma immagino<br />

la donazione come uno strumento<br />

di integrazione sociale e<br />

comunitaria che offra l’opportunità,<br />

nel breve periodo, di poter<br />

avere sangue di “gruppo raro”.<br />

Del resto, i numeri sono limitati<br />

e creare la cultura della “donazione<br />

periodica” non è una strategia<br />

per l’emergenza.<br />

Quale ruolo devono svolgere<br />

le Associazioni di volontari<br />

all’interno della Consulta<br />

tecnica e del Centro Nazionale<br />

Sangue per fronteggiare<br />

tali momenti di crisi?<br />

La Consulta e in particolare il<br />

Centro Nazionale Sangue, con<br />

il contributo e le esortazioni<br />

degli associativi, hanno già sottolineato<br />

l’esigenza di affrontare<br />

strutturalmente tale criticità e<br />

l’approvazione del Piano dell’autosufficienza<br />

da parte della<br />

Conferenza delle Regioni va in<br />

questa direzione. Ora è opportuno<br />

dare attuazione a tale<br />

impegno ed è necessario che le<br />

Regioni e le aziende ospedaliere<br />

mettano a disposizione risorse<br />

e personale per aumentare<br />

la raccolta. Le Associazioni dei<br />

donatori sono ora chiamate a<br />

sollecitare sul territorio tale<br />

applicazione.<br />

Nell’immediato è possibile<br />

intervenire per favorire la compensazione,<br />

facilitare le comunicazioni<br />

e promuovere campagne<br />

di sensibilizzazione alla<br />

donazione attraverso i media,<br />

lavorando in sinergia con le<br />

associazioni.<br />

Se mi consente un auspicio,<br />

speriamo che almeno le zanzare<br />

riposino, per quest’estate,<br />

tranquille in villeggiatura!


CRONACHE NAZIONALI<br />

DONARE SE STESSI<br />

La condizione giovanile oggi<br />

vive una evidente schizofrenia;<br />

da una parte comportamenti irresponsabili<br />

che si palesano, senza<br />

che la società riesca nelle sue<br />

componenti educative a fare da<br />

argine, nel bullismo, in un certo<br />

desiderio di trasgressione, in una<br />

fragilità diffusa che scivola spesso<br />

verso l’uso di droghe e di alcol, ma<br />

anche -come riporta la cronaca<br />

delle ultime settimane...- in sconcertanti<br />

forme di razzismo; dall’altra<br />

parte una sentita adesione ai<br />

valori del volontariato, della solidarietà,<br />

della collaborazione, dell’impegno<br />

civile (anche se sempre più<br />

difficilmente attraverso i partiti politici),<br />

di frequentazione dei progetti<br />

di tutela ambientale, di valorizzazione<br />

culturale, di lotta alle mafie<br />

ed alla criminalità organizzata, di<br />

difesa della pace.<br />

A giovani che vivono questa condizione<br />

diventa a volte difficile far<br />

giungere il messaggio della opportunità<br />

e del valore della donazione,<br />

nel segno della solidarietà e quindi<br />

anche attraverso la donazione del<br />

sangue.<br />

A questo tenta di rispondere il<br />

“Book della solidarietà", un nuovo<br />

strumento per sensibilizzare i giovani<br />

degli Istituti secondari di<br />

secondo grado, presentato di<br />

recente a Roma al Palazzo Marini.<br />

Nella sezione "<strong>Avis</strong> 24 Ore" -<br />

"Documenti" del sito www.avis.it è<br />

possibile scaricare gli interventi dei<br />

relatori che sono intervenuti nel<br />

corso della conferenza tenutasi<br />

nella Capitale.<br />

Il Kit (cartellina, volume e CD<br />

Rom) è il risultato di ricerche avvenute<br />

a livello nazionale e interna-<br />

IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

TRA I BANCHI DI SCUOLA<br />

zionale sull'evoluzione dei modelli<br />

di formazione in ambito scolastico<br />

e in contesti esterni a queste istituzioni<br />

ed è destinato in particolare a<br />

docenti, studenti ed agli operatori<br />

<strong>Avis</strong>.<br />

L'opera si articola in tre sezioni:<br />

la prima contiene alcuni contributi<br />

di esperti pedagogisti, sociologi e<br />

operatori del mondo del volontariato<br />

che, dai diversi punti di vista,<br />

analizzano il rapporto dei giovani<br />

con i temi della salute, della solidarietà<br />

e del volontariato.<br />

La seconda sezione contiene 25<br />

itinerari didattici, finalizzati all'acquisizione<br />

delle competenze previste<br />

dalla Raccomandazione del<br />

Parlamento Europeo e dal<br />

Consiglio d'Europa del 18.12.2006.<br />

La terza sezione raccoglie documenti<br />

ufficiali che testimoniano l'evoluzione<br />

della collaborazione tra<br />

l'<strong>Avis</strong> e il sistema scolastico a vari<br />

livelli come: il Protocollo d'intesa<br />

con il MIUR, la Convenzione con<br />

l'Università Cattolica del Sacro<br />

Cuore di Milano, per l'attribuzione<br />

di crediti formativi universitari a<br />

studenti che svolgono il Servizio<br />

Civile Nazionale, il Patto Educativo<br />

di Corresponsabilità.<br />

Coordinatore scientifico del gruppo<br />

di lavoro che ha curato il libro è<br />

stato il prof. Piero Cattaneo,<br />

docente di pedagogia sperimentale<br />

all'Università Cattolica del Sacro<br />

cuore di Milano, di metodologie<br />

della progettazione educativa alla<br />

Cattolica di Piacenza e dirigente<br />

della Scuola Media Statale Griffini<br />

di Casalpusterlengo (LO).<br />

Il volume è in vendita, al prezzo<br />

di € 6,50 cad. (IVA inclusa), presso<br />

Emoservizi - Tel. 02 69.01.69.18,<br />

Fax 02 60.78.16.93, E-mail:<br />

info@emoservizi.it.<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong> 17


IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

sera. E’ tardi. Non molto tardi, mi inoltro verso la<br />

E’ notte, all’incirca è mezzanotte e mezza. Su Rai<br />

Tre stanno trasmettendo la trasmissione “Racconti di<br />

Vita”. Viene affrontato il tema della anoressia e della<br />

bulimia. Argomenti di cui sono “informato”, ma che in<br />

realtà non “conosco”. Ascolto con attenzione le storie<br />

diverse ed uguali delle ragazze intervistate. Una anoressica,<br />

l’altra affetta da bulimia. Entrambe malate.<br />

Finita la trasmissione, anche se tardi, non riesco a<br />

non pensare e riflettere su ciò che ho visto. Mi viene<br />

in mente l’idea di uno specchio che deforma la propria<br />

immagine.<br />

Specchi deformi che ci inducono a non vederci per<br />

quello che siamo ma per quello che vorrebbero che<br />

apparissimo. Nei racconti fatti dalle ragazze intervistate<br />

è ricorrente l’immagine, la parola e la descrizione<br />

del vuoto fuori e dentro loro. Vuoto e silenzio insieme<br />

fanno paura. Svuotano qualcosa che già appare<br />

scarna: l’anima. Con tutto ciò arriva anche la<br />

Solitudine, grande attrice, ultima ad arrivare in scena.<br />

La trasmissione va avanti ed ascoltando le parole di<br />

queste due ragazze adolescenti o poco più grandi, in<br />

entrambe avverto la stessa angoscia e paura per il<br />

loro futuro incerto; soprattutto quando non sai chi o<br />

cosa proiettare.<br />

Nel presente ti senti in bilico, precario, e non solo<br />

nell’animo. Con l’aggravante che anche fuori dal proprio<br />

io il precariato è diventato il “must” da inseguire<br />

in nome della flessibilità. Vite in bilico a cui non è concesso<br />

avere certezze e progettualità, costretti a fluttuare<br />

nella incertezza del domani. D’altronde, perché<br />

non arraffare e sfruttare le energie migliori subito, fin<br />

quando sono ancora fresche e disperate? Ma si!<br />

Estendiamo il concetto dello scambio delle merci<br />

anche alle persone. Benvenuti nell’era moderna della<br />

globalizzazione e del consumismo. Peccato che ci si<br />

consuma l’anima. In silenzio. Ritrovandoci attorno<br />

mille e mille identità disperse. Dispersi nelle proprie<br />

paure, nella precarietà latente o manifesta, nella illusoria<br />

speranza di trovare risposte.<br />

Nella trasmissione Racconti di Vita trasmessa il<br />

28/7/<strong>2008</strong> la dott.sa Bianchini dice che la pubblicità<br />

ed i media, in genere, vendono l’accesso ad una falsa<br />

Felicità. Una felicità fine a se stessa, e maledettamente<br />

efficace a farci assumere la nostra dose quotidiana<br />

di nulla. Si perdono pezzi d’anima questi giovani.<br />

Questa società, a tutti i livelli, non si sta preoccupando<br />

del domani, del futuro. Nulla di nuovo sotto il<br />

18<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong><br />

GIOVANI<br />

GLI SPECCHI DEFORMI<br />

sole. Ma perché assuefarsi a questa ingiustizia?<br />

Ci stanno privando del futuro, spingendoci verso l’oblio.<br />

Giornalmente si combattono piccole guerre private,<br />

meno manifeste, molto più silenziose ma non per<br />

questo meno cruente. A volte ritroviamo nell’atteggiamento<br />

dei giovani atteggiamenti spavaldi e controcorrente.<br />

Perché? Saranno realmente così bulli? O in<br />

realtà mascherano molte fragilità? Il vuoto ed il silenzio<br />

fanno paura, meglio perdersi nell’assordante frastuono<br />

delle discoteche, in cui far scivolare nel nulla il<br />

proprio io. Perché il silenzio fa paura. Il silenzio ti<br />

costringe ad ascoltarti. Ed il frastuono del vuoto fa<br />

paura. Come riempi quell’eco vertiginoso che si apre<br />

nell’oscurità? Qualcuno ci ha insegnato a conoscere<br />

il silenzio, ad usarlo, a volerlo?<br />

L’adulto in questo manca. Manca a rassicurarci del<br />

fatto che in quel buio e silenzio, ci si può recuperare<br />

e rigenerare. E così si cade nella paura. E la paura<br />

genera difesa e chiusura.<br />

Non sopporto la frase: “i giovani di questi tempi…”;<br />

non ha senso. I giovani crescono tutti allo stesso<br />

modo. E’ il contesto in cui vivono che li fa cambiare.


In una società di egoismo avanzato<br />

non c’è posto all’altro e la<br />

comprensione del sé. Credo che<br />

in fin dei conti sia le nuove che le<br />

vecchie generazioni concordino<br />

in una eguale paura per il futuro.<br />

L’evoluzione delle società e delle<br />

tecnologie scorrono senza avere<br />

il tempo di digerirle. Devi stare al<br />

passo, ma molti inciampano. I<br />

giovani sono come palazzi di cristallo.<br />

Da lontano appaiono belli e<br />

imponenti come costruzioni di cristallo,<br />

ma sono fragili allo stesso<br />

tempo e possono crollare. In questo<br />

palazzo di cristallo, camminandoci<br />

dentro, c’è il rischio di<br />

ferirsi e di farsi male. Il dolore è<br />

un rischio che nel cammino della<br />

vita va compreso ed accettato.<br />

Tutto sta nel vedere se accanto a<br />

noi, in questo cammino, c’è qualcuno<br />

oppure no?<br />

Non lasciamo soli i giovani. Non<br />

lasciate soli i vostri figli. Non fate<br />

finta di stargli accanto.<br />

Emanuele Fidone<br />

GIOVANI<br />

Si è tenuto a fine agosto a<br />

Catania l’ottavo Forum<br />

Internazionale dei giovani Fiods.<br />

L’appuntamento era inizialmente<br />

previsto in Kosovo, ma difficoltà<br />

logistiche e burocratiche hanno<br />

spinto la dirigenza Fiods a chiedere<br />

ospitalità all’Italia, che aveva già<br />

organizzato la primissima edizione<br />

del 2000 (a Montesilvano, in<br />

Abruzzo).<br />

Come giovani AVIS abbiamo aderito<br />

con entusiasmo alla richiesta e<br />

abbiamo dato il nostro meglio per la<br />

buona riuscita dell’evento.<br />

La 4 giorni di Catania è stata<br />

incentrata sul tema della comunicazione.<br />

Per la precisione il titolo era:<br />

“Onde comunicative. La comunicazione<br />

per la donazione di sangue tra<br />

narrazione e innovazione”.<br />

Anche le edizioni passate dei<br />

Forum avevano dedicato<br />

diverso tempo al tema della<br />

comunicazione sociale. Il<br />

tutto, però, era sempre<br />

stato fatto internamente,<br />

senza l’aiuto di relatori o<br />

esperti esterni.<br />

Quest’anno, per la prima<br />

volta, abbiamo invitato ai<br />

lavori esperti che potessero<br />

indirizzare i giovani e offrire<br />

loro spunti. Non è stato<br />

facile convincere i giovani<br />

dirigenti Fiods della nuova<br />

impostazione, ma alla fine<br />

anche i loro giudizi sono<br />

stati positivi.<br />

Nei giorni immediatamente<br />

successivi la conclusione<br />

del Forum ho ricevuto<br />

e-mail di ringraziamento<br />

dai partecipanti. Qualcuno<br />

vorrebbe addirittura prendere<br />

parte ai momenti formativi<br />

che vengono orga-<br />

IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

I GIOVANI SI INCONTRANO<br />

A CATANIA<br />

nizzati dalla Consulta giovani in<br />

Italia. Personalmente, non posso<br />

che essere soddisfatta per come si<br />

sono svolti i lavori. E lo dice una<br />

persona tradizionalmente critica con<br />

gli altri e con se stessa. Contenuti,<br />

accoglienza e logistica sono stati<br />

giudicati dai presenti di ottimo livello.<br />

Per i giovani avisini italiani, il<br />

Forum è stato sicuramente un’occasione<br />

per imparare a organizzare un<br />

evento internazionale e per confrontarsi<br />

con i giovani di altri Paesi. Per<br />

molti nostri donatori under 30, inoltre,<br />

il Forum è stato lo stimolo per<br />

migliorarsi nella conoscenza delle<br />

lingue straniere, in particolare dell’inglese.<br />

Tra i partecipanti, tutti motivati e<br />

appassionati, una menzione d’obbligo<br />

spetta ai giovani dell’Angola, presenti<br />

a Catania con molti e coloratissimi<br />

gadget. Il loro viaggio è stato<br />

finanziato sia dalla compagnia di<br />

bandiera nazionale sia dal governo<br />

locale, che stanno fortemente investendo<br />

sul loro impegno.<br />

Quali auspici, in conclusione, per<br />

il futuro dei giovani Fiods?<br />

In primo luogo, che i Forum siano<br />

sempre più ricchi di presenze da<br />

tutto il mondo e che siano affiancati,<br />

come suggerito dal presidente<br />

Mikkelsen, da forum regionali che<br />

affrontino tematiche più specifiche e<br />

più legate a determinati continenti.<br />

Quanto ai giovani italiani, mi<br />

auguro che si impegnino a fondo<br />

per ricoprire cariche istituzionali in<br />

Fiods (sia nella commissione giovani<br />

sia nell’esecutivo mondiale),<br />

tenendo alta la bandiera di solidarietà<br />

rappresentata da <strong>Avis</strong> e dall’Italia.<br />

Aurora Di Lenola<br />

Coordinatrice nazionale<br />

esecutivo giovani<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong> 19


IBLEA<br />

IBLEA<br />

Si è concluso Domenica 7 settembre il week-end di<br />

Gare del primo torneo di calcio a 5 "Solidarietà in<br />

gioco", ideato e organizzato dal Gruppo <strong>Avis</strong> Giovani<br />

di <strong>Ragusa</strong>, in occasione dei festeggimaneti per il trentennale<br />

dell'AVIS comunale di <strong>Ragusa</strong>. Tra le squadre<br />

che si sono sfidate a Marina di <strong>Ragusa</strong> a spuntarla è<br />

stata Neverland (nella foto) vincendo per 4-3 in finale<br />

contro Real Fucà. Per i Neverland a segno Musso,<br />

Guastella e splendida e decisiva doppietta del capitano<br />

Danilo Tomasi. Per real Fucà in gol Licitra e doppietta<br />

di Federico Campo, che ha anche conquistato il titolo di<br />

capocannoniere della manifestazione.<br />

La 3 giorni di gare è poi<br />

stata chiusa dall'AVIS con<br />

un altro evento apprezzatissimo:<br />

il concerto dei<br />

Baciamolemani che si è<br />

svolto nella serata di<br />

domenica a Piazza Duca<br />

e ha attirato centinaia di<br />

persone appassionando<br />

giovani e meno giovani.<br />

Per il Gruppo Giovani di<br />

<strong>Ragusa</strong> è stato un impegno<br />

molto importante e voluto, che nella riuscita realizzazione<br />

dell’evento ha visto ripagati gli sforzi dei ragazzi.<br />

Seppure con molte difficoltà che hanno inficiato fino<br />

all’ultimo la riuscita della manifestazione, la caparbietà<br />

dei ragazzi hanno avuto la meglio su tutto. Da ricordare<br />

l’impegno di tutti i ragazzi ed in particolare quello<br />

della coordinatrice Chiara Cacciatore e Ciccio Battaglia<br />

20<br />

IBLEA IBLEA<br />

GIOVANI<br />

SOLIDARIETA’ IN GIOCO!<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong><br />

che con tanto impegno e sacrificio hanno dato un<br />

importantissimo e determinante contributo per la riuscita<br />

dell’evento.<br />

Il concerto dei “Baciamolemani” in Piazza Duca degli<br />

Abruzzi è stato un come detto sopra un momento di<br />

aggregazione di giovani e meno giovani. La band,<br />

ripercorrendo successi vecchi e nuovi, con un ritmo<br />

musicale sobrio e allo stesso tempo sostenuto è riuscita<br />

a creare durante la serata quel giusto mix di allegria<br />

e goia di stare insieme, invitando i ragazzi durante la<br />

serata a donare sangue ed ad iscriversi all’AVIS.<br />

Un aluteriore ringraziamento per la riuscita dell’evento<br />

va senz’altro al gruppo dirigenziale dell’AVIS di<br />

<strong>Ragusa</strong> che investendo sulle nostre idee ci ha permesso<br />

di programmare e gestire un evento così importante.<br />

Alla prossima!<br />

Il Gruppo AVIS Giovani <strong>Ragusa</strong>


LA FINESTRA DI FRONTE<br />

Le guardie ittiche<br />

Intraprendere, anche in collaborazione con le Istituzioni, iniziative<br />

per la tutela e la gestione del patrimonio faunistico<br />

provinciale con particolare riferimento a quello ittico in acque<br />

interne è tra le priorità delle Guardie Ittico - Ambientali<br />

Volontarie della Sezione F.I.P.S.A.S. (Federazione Italiana<br />

Pesca Sportiva ed Attività Subacquee) della Provincia di<br />

<strong>Ragusa</strong>.<br />

La “Sezione” è apolitica e non ha scopo di lucro.<br />

Si tratta di una particolare attività di volontariato finalizzata<br />

alla tutela ambientale delle zone circostanti tutti i bacini d’acqua<br />

dolce del Territorio provinciale. I volontari in realtà sono<br />

delle Guardie Giurate aventi l’autorità a tutelare il patrimonio<br />

ittico, nonché, a salvaguardare l’ambientale del Territorio di<br />

competenza. Nelle foto possiamo apprezzarli mentre provvedono<br />

al recupero della fauna ittica in sofferenza in un tratto<br />

del Fiume Irminio che dovrà essere posto in secca, per lavori<br />

di pubblica utilità, allo scopo di salvarla e reinserirla in altra<br />

area del fiume che presenti le caratteristiche più confacenti<br />

alla sopravvivenza della specie autoctona. Ovviamente stiamo<br />

parlando soprattutto della Trota Macrostigma messa in<br />

evidenza in una delle foto riportate. A tal proposito, da ormai<br />

più di vent’anni, le Guardie F.I.P.S.A.S., a titolo totalmente<br />

gratuito, si occupano della riproduzione della Trota<br />

Macrostigma utilizzando l’incubatoio di valle presente all’interno<br />

dell’ex Mulino San Rocco, sul Torrente San Leonardo,<br />

appositamente ristrutturato dall’Ente Provincia. È bene mettere<br />

in evidenza che questi ragazzi, spinti da una profonda<br />

sensibilità per la salute dell’ambiente circostante, vigilano<br />

affinché l’attività alieutica sia svolta correttamente dai pescatori<br />

provvisti di apposita licenza. I volontari sono anche protagonisti<br />

indiscussi dei ripopolamenti ittici delle acque interne<br />

promossi, ogni anno, dalla Provincia Regionale di <strong>Ragusa</strong><br />

finalizzati a ripristinare gli equilibri naturali disturbati in particolar<br />

modo dai bracconieri che non desistono dal piazzare<br />

mezzi di pesca vietati. Per fronteggiare il fenomeno le<br />

Guardie Ittico – Ambientali volontarie organizzano spesso<br />

delle operazione antibracconaggio per sorprendere in fla-<br />

IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

granza i pescatori di frodo. Solitamente questi ultimi collocano,<br />

lungo l’alveo dei corsi d’acqua, delle nasse, reti e alcuni<br />

palamiti (attrezzi di fattura artigianale costituiti da grossi fili di<br />

nylon lunghi anche centinaia di metri e a cui sono collegati<br />

numerosi braccioli armati con ami da pesca) con l’intento di<br />

catturare alcune specie ittiche da rivendere nei mercati delle<br />

altre Province, arrecando un notevole danno all’equilibrio di<br />

tutto l’ambiente acquatico. I responsabili vengono, così, identificati<br />

e verbalizzati. I volontari, in tal caso, provvedono<br />

anche al sequestro dell’attrezzatura illegale utilizzata.<br />

Considerato che “la prevenzione e l’informazione” devono<br />

essere una costante nell’attività quotidiana delle guardie giurate<br />

volontarie della federazione vediamo insieme i compiti e<br />

le funzioni che le stesse debbono assolvere:<br />

• Promuovere l’informazione sulla legislazione vigente in<br />

materia di pesca e, possibilmente, su ciò che concerne<br />

le problematiche ambientali;<br />

• Collaborare con gli Enti istituzionalmente competenti in<br />

materia di inquinamento “segnalando” tempestivamente<br />

i fatti di cui si è venuti a conoscenza e, se possibile,<br />

sl’origine;<br />

• Segnalare alla Provincia stati di difficoltà della fauna ittica<br />

e collaborare al fine del suo recupero per il trasferimento<br />

in ambienti che ne possano garantire lo sviluppo;<br />

• Accertare e contestare le violazioni riscontrate a carico<br />

dei praticanti l’esercizio dell’attività di pesca;<br />

• Partecipare alle iniziative di tutela degli ambienti acquatici,<br />

sia a carattere informativo che operativo, promosse<br />

direttamente dalla federazione o in compartecipazione<br />

con Enti o altre Associazioni;<br />

• Collaborare con le Autorità competenti, mettendosi a disposizione,<br />

in caso di pubbliche calamità previo inserimento<br />

negli Elenchi della Protezione Civile.<br />

• L’art. 254 del R.D. 6 maggio 1940, n. 635 “Regolamento<br />

di esecuzione del TULPS” dispone che “Le guardie particolari<br />

giurate vestono l’uniforme o, in mancanza, portano<br />

il distintivo, da approvarsi l’una e l’altro, dal Prefetto”.<br />

Carmen Guastella<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong> 21


IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

INTERVISTA A GIANNI MORANDI<br />

occasione della settima edi-<br />

IN zione della Run Tune Up –<br />

Trofeo Nazionale AVIS, gara internazionale<br />

di corsa su strada che si è<br />

tenuta a Bologna il 6 e 7 settembre<br />

scorsi, Gianni Morandi si è esibito<br />

sul palco allestito in Piazza Grande.<br />

L’artista, che è testimonial di questa<br />

manifestazione sportiva dal<br />

2001, ci ha parlato del suo impegno<br />

nel volontariato. Ringraziamo l’<strong>Avis</strong><br />

Regionale Emilia Romagna per aver<br />

realizzato e messo a disposizione<br />

questa intervista.<br />

Citiamo un po’ di numeri: nel 1981<br />

fondi la Nazionale Italiana Cantanti<br />

assieme a Mogol, Mingardi e Bella,<br />

con la quale in oltre 25 anni di attività<br />

e 300 partite da te giocate sono stati<br />

raccolti 50 milioni di euro. Un’attività,<br />

quella con la Nazionale, che ti è<br />

valsa anche nel 2003 un importante<br />

riconoscimento ricevuto dalle mani<br />

del Dalai Lama e da Gorbaciov come<br />

“Man of Peace 2003”. Nel 1999 scopri<br />

la Maratona di New York, che per<br />

diversi anni ti vedrà partecipare. E<br />

dal 2001 la Run Tune Up - Trofeo<br />

Nazionale <strong>Avis</strong>, della quale sei testimonial<br />

assieme alla campionessa di<br />

maratona Laura Fogli. Sembra che<br />

nella tua vita sport, musica e solidarietà<br />

non possano fare a meno di<br />

andare a braccetto…<br />

Lo sport e la musica sono due linguaggi<br />

universali che toccano il<br />

cuore di tutte le persone e hanno la<br />

capacità di coinvolgere tutti. Per<br />

questo, quando riusciamo a mettere<br />

a disposizione l’intrattenimento, la<br />

gioia di una gara sportiva o l’emozione<br />

di un palcoscenico per coloro che<br />

non riescono a goderne direttamente,<br />

per malattie o disabilità, quando<br />

insomma riusciamo a farli sentire<br />

partecipi, protagonisti assieme a noi,<br />

credo che questo sia il più straordinario<br />

degli obiettivi.<br />

Come è possibile coniugare sport,<br />

musica e solidarietà, impegno civile<br />

22<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong><br />

e intrattenimento? Come ci hanno<br />

insegnato le recenti olimpiadi di<br />

Pechino, gli eventi sportivi possono<br />

essere un’ottima occasione per parlare<br />

di temi alti come il problema dell’inquinamento<br />

globale, la democrazia…<br />

E la musica non è da meno.<br />

Penso a una tradizione italiana di<br />

cantautorato impegnato, ma anche<br />

all’esempio eclatante del “Live Aid”<br />

per gli aiuti ai paesi del Terzo<br />

Mondo. Secondo te perché sport e<br />

musica sono in grado di veicolare<br />

contenuti diversi da sé? E come si<br />

può utilizzare al meglio questa loro<br />

intrinseca capacità?<br />

Credo che, in quanto persone,<br />

dovremmo dedicare un po’ del<br />

nostro tempo ad aiutare gli altri, ed<br />

essere un personaggio pubblico ti<br />

offre una possibilità in più in questo<br />

senso. Gli eventi sportivi o musicali<br />

offrono l’opportunità di salire su<br />

grandi palcoscenici, che rappresentano<br />

quindi casse di risonanza per<br />

affrontare temi di rilevanza sociale.<br />

La maratona di Bologna può essere<br />

un modo per parlare di solidarietà o<br />

dei problemi delle nostre città. Ad<br />

esempio, per il concerto-spettacolo<br />

assieme a Fiorella Mannoia è stata<br />

pensata una scenografia con erba e<br />

alberi, per veicolare il messaggio<br />

che una metropoli in cui si respira<br />

SOCIETA’<br />

Testimone di solidarietà<br />

aria pulita è una città migliore. Lo<br />

stesso discorso vale per la solidarietà.<br />

Sono tante le persone che vorrebbero<br />

vivere un’esistenza normale,<br />

ma che talvolta rimangono, per<br />

così dire, un passo indietro. Nostro<br />

compito è quello di avvicinarci a loro,<br />

di tendere la mano: non è nulla di<br />

eroico o speciale, ma un modo per<br />

far sentire la nostra vicinanza.<br />

Il tuo impegno per <strong>Avis</strong> risale a<br />

tanti anni fa, quando sei stato testimonial<br />

di una campagna pubblicitaria<br />

che ancora oggi rimane nella<br />

memoria di molti. Secondo una<br />

recente indagine, è quella che maggiormente<br />

si è impressa nella mente<br />

degli italiani. Cosa ti ha spinto ad<br />

accettare di offrire a titolo gratuito la<br />

tua immagine alla causa dell’Associazione?<br />

Quell’estate - era il 2003 - mi sembrava<br />

che ci fosse particolare esigenza<br />

di sangue. L’avvertivo da<br />

semplice cittadino, ero informato<br />

della situazione che peraltro ogni anno<br />

si ripresenta a ridosso del periodo<br />

estivo. Così, quando ci fu richiesto,<br />

fu naturale aderire alla campagna di<br />

comunicazione prestando la nostra<br />

immagine, assieme a Laura Fogli e<br />

agli amici del Celeste Group, l’associazione<br />

di volontariato impegnata<br />

nell’organizzazione della Run Tune<br />

Up. Fu una cosa che facemmo con<br />

grande entusiasmo e ci fece piacere<br />

sapere che ebbe anche un notevole<br />

riscontro e un effetto positivo sul<br />

numero delle donazioni.<br />

Ci sono traguardi che non hai<br />

ancora raggiunto? O che avresti<br />

voluto raggiungere, ma che per scelte<br />

e strade diverse intraprese, hai il<br />

rammarico di non aver conseguito?<br />

Guardo solo al futuro e il mio traguardo<br />

è quello di andare avanti,<br />

come ho fatto finora, con la sincera<br />

speranza di non deludere mai la gente<br />

e di essere sempre all’altezza di ciò<br />

che le persone si aspettano da me.


SCAFFALE<br />

IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

TORNA SULLO SCHERMO<br />

LA VOGLIA DEL SENTIMENTO<br />

Lo scaffale questa volta è uno<br />

schermo che propone due film<br />

italiani che sembrano privilegiare -<br />

non accadeva da tempo- il racconto<br />

del sentimento, l’analisi di quella<br />

ordinarietà con la quale bisogna<br />

fare i conti tutti i giorni e che a<br />

volte finisce con il sorprenderci.<br />

Pupi Avati, uno degli autori più<br />

garbati ed intelligenti del nostro<br />

cinema, ha firmato questo “Il papà<br />

di Giovanna” nel quale racconta il<br />

rapporto difficile, di grande amore<br />

e di straordinaria incomprensione,<br />

tra un padre ed una figlia durante<br />

gli anni del fascismo. Silvio<br />

Orlando –premiato a Venezia per<br />

la sua preziosa interpretazione- è<br />

un professore di disegno che si<br />

illude di poter trovare un fidanzato<br />

alla figlia decisamente bruttina<br />

(una Alba Rohrwacher che si<br />

impone come una attrice di prima<br />

classe) mettendo nel conto anche<br />

un qualche favoritismo scolastico.<br />

Sarà una illusione, ed anzi finirà<br />

con il determinare nella mente<br />

sconvolta della ragazza l’ansia<br />

omicida nei confronti della sua<br />

migliore amica, rea di intrattenere<br />

rapporti sessuali con il ragazzo del<br />

quale si è invaghita. La lenta inesorabile<br />

analisi delle proprie mancanze,<br />

dei propri errori, delle proprie<br />

illusioni dimenticate (il professore<br />

si illude di ritrovare in Giorgio<br />

Morandi, il grande pittore, che gli<br />

fu maestro, un rapporto solidale<br />

inesistente), dei tradimenti subiti<br />

(la moglie gli preferirà un uomo<br />

delle milizia fascista non sufficientemente<br />

coraggioso da mantenere<br />

fede ai propri ideali all’indomani<br />

dell’armistizio) diventa anche la<br />

riflessione letteraria colta sulla<br />

opportunità dei buoni sentimenti,<br />

sulla esigenza di una reciproca tol-<br />

leranza che passa attraverso la<br />

condivisione delle incertezze e la<br />

disponibilità al superarle. Prezioso<br />

per rievocazione storica e per eleganza<br />

narrativa, il film di Avati<br />

resta una delle opere d’autore più<br />

felici del cinema italiano degli ultimi<br />

anni.<br />

Sorprende invece, perché del<br />

tutto inatteso,”Pranzo di<br />

Ferragosto” il film opera prima di<br />

Gianni Di Gregorio, già sceneggiatore<br />

ed aiutoregista, qui anche<br />

attore che debutta in prima persona<br />

dietro la macchina da presa<br />

non più giovanissimo. E lo fa raccontando<br />

una pagina ferragostana<br />

in una Trastevere deserta, rievocando<br />

un tema che appartiene alla<br />

generazione del nostro tempo,<br />

quello della necessità di compagnia<br />

e di cura per gli anziani.<br />

Costretto a Roma anche durante<br />

le vacanze apparentemente per<br />

fare compagnia alla madre, una<br />

nobildonna decaduta, in realtà per<br />

imponenti problemi economici,<br />

Gianni viene coinvolto dall’amministratore<br />

del suo stabile – in cambio<br />

di una esenzione dal pagamento<br />

delle quote condominiali<br />

maturate- nella ospitalità per il<br />

giorno di ferragosto della madre e<br />

di una zia, alle quali si aggiungerà<br />

–anche in questo caso per un<br />

favore da ricambiare al proprio<br />

medico curante- una quarta signora<br />

anziana. E’ una lucida, intensa,<br />

puntuale, affascinante, preziosa<br />

rievocazione di caratteri e di sentimenti,<br />

di paure e di speranze, di<br />

ricordi e di ripicche, di piccoli sgarbi<br />

e di discolerie da infanzia di<br />

ritorno: le donne, prese non tra<br />

attrici professioniste ma tra signore<br />

affascinate dall’idea di essere<br />

sullo schermo cinematografico,<br />

danno ai loro personaggi una<br />

intensità ed una dolcezza veramente<br />

irripetibile. Il figlio che si<br />

inventa un ruolo, che scopre che<br />

sulla logica del “badante” può<br />

anche provare a camparci, e che<br />

nel frattempo sfuma nel vizio del<br />

bere tutta la sua fragilità, è la<br />

proiezione dettagliata della nostra<br />

debolezza di uomini contemporanei<br />

che sull’altare del consumismo<br />

e dell’avere a tutti i costi hanno<br />

bruciato o rischiano di bruciare la<br />

propria credibilità.<br />

Due film diversi, ma ugualmente<br />

intensi, capaci non solo di coinvolgere<br />

ma anche di lasciare spazio<br />

ad un momento di riflessione e di<br />

approfondimento. E in momenti in<br />

cui i reality televisivi si inventano<br />

l’omologazione più deteriore,<br />

riscoprire la possibilità di una conversazione<br />

che sull’onda di un film<br />

spinge a parlare anche di noi stessi,<br />

è una ricchezza da conservare<br />

con accuratezza.<br />

C.A.<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong> 23


IBLEA<br />

24<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

Pensieri di Pace<br />

a cura di Gianna Leggio<br />

Le riflessioni che David Grossman fa sul concetto di nemico, a partire dal<br />

conflitto che vede contrapposti israeliani e palestinesi, possano aiutarci<br />

nelle relazioni interpersonali, quando erigiamo muri e quando individuiamo<br />

“nemici” da combattere…<br />

“… Dentro la nostra armatura e anche dentro quella del nostro nemico c’è una<br />

persona. Così come dietro la corazza della paura, dell’indifferenza, dell’odio…<br />

dietro tutto ciò che è andato spegnendosi in ognuno di noi… dietro tutti i muri<br />

difensivi, i posti di blocco e le torri di guardia c’è sempre una persona…<br />

Quando abbiamo conosciuto l’altro dall’interno - anche se l’altro in questione è il<br />

nostro nemico - da quel momento non potremo più essere completamente indifferenti<br />

a lui. Non potremo più rifuggire dalla sua sofferenza, dalla sua ragione,<br />

dalla sua storia… e forse diventeremo più indulgenti con i suoi errori…<br />

Permettere al nemico di essere “prossimo” - fosse anche per un solo momento<br />

- con tutto ciò che questo comporta… può servirci per cambiare la realtà, cosicché<br />

questo nemico cessi gradualmente di essere tale per noi.<br />

Quando riusciamo a leggere la realtà con gli occhi del nemico allora quella realtà<br />

diventa improvvisamente più complessa e realistica.<br />

Quello stesso nemico mitico e minaccioso e demoniaco non è altro che un insieme<br />

di persone spaventate, tormentate e disperate quanto noi. Questa scoperta, secondo<br />

me, è l’inizio necessario di un lungo processo di risveglio e di conciliazione.”<br />

Tratto da “Con gli occhi del nemico”<br />

di David Grossman - Ed. Mondadori<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong><br />

OMNIBUS<br />

A*S*T*E*R*I*S*C*H*I<br />

" Devo tutto quello che so ai giovani<br />

operai e contadini cui ho fatto scuola.<br />

Loro credevano di imparare da<br />

me mentre ero io a imparare da loro.<br />

Io ho insegnato loro ad esprimersi,<br />

loro mi hanno insegnato a vivere.<br />

Don Lorenzo Milani<br />

" Il nuovo mondo è un mondo di solidarietà<br />

geografica. Questo significa<br />

che né gli individui, né le nazioni<br />

possono esistere da soli. Dobbiamo<br />

tutti imparare a vivere insieme, o<br />

saremo costretti a morire insieme.<br />

Martin Luther King<br />

" Ogni azione inizia dal pensiero. Se<br />

io non sono all’inizio del mio pensiero,<br />

nessuno dei miei atti mi<br />

appartiene e tutta la mia vita è lasciata<br />

al caso.<br />

Lanza Del Vasto


SENZA FRONTIERE<br />

IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

Forse varrebbe la pena… DECRESCERE…<br />

Le riflessioni che qui riportiamo traducono in maniera semplice il pensiero del Prof. Latouche - docente<br />

all’Università di Parigi Sud - e uno dei massimi portavoce mondiali della teoria della Decrescita.<br />

Iniziamo con due piccoli “aneddoti” tra realtà e fantasia, che ci aiutano a capire meglio i rischi che corriamo<br />

come società che ha assunto come criterio fondante, il consumo a qualsiasi costo.<br />

Latouche oltre ad un’analisi precisa, riesce a intravedere delle soluzioni che ciascuno di noi può mettere<br />

in atto per una crescita sostenibile e una qualità migliore della propria vita.<br />

• Una lumaca, dopo aver aggiunto un numero di spire<br />

sempre più grandi alla delicata struttura del suo<br />

guscio, interrompe all’improvviso questa sua attività<br />

costruttiva. Una sola spira in più aumenterebbe di<br />

sedici volte le dimensioni del guscio. Anziché contribuire<br />

al benessere della lumaca, la graverebbe di un<br />

tale eccesso di peso che qualsiasi aumento di produttività<br />

verrebbe letteralmente schiacciato dal compito<br />

di affrontare le difficoltà create dall’allargamento<br />

del guscio oltre i limiti fissati dai suoi stessi fini.<br />

Ivan Illich<br />

• Un’alga in uno stagno nasce e inizia a crescere<br />

aumentando ogni anno del 100% in volume. In 250<br />

anni l’alga occupa il 12% dello spazio dello stagno.<br />

Ma l’anno dopo improvvisamente i livelli di crescita<br />

aumentano e il sistema stagno è ormai compromesso<br />

e prossimo al collasso! L’acqua pulita non c’è più,<br />

i pesci e qualsiasi forma di flora non ci sono più.<br />

L’alga nella metafora di Latouche è l’umanità: la nostra<br />

società in cui si è troppo insinuata la logica della crescita<br />

a tutti i costi. Lo stagno è il nostro pianeta, la Terra che<br />

stiamo occupando e sfruttando. Razionalmente non si<br />

può pensare di sfruttare ogni risorsa che la natura ci dà,<br />

come se fosse infinita: le risorse non sono infinite, anzi<br />

stanno finendo.<br />

La tecnica con cui la nostra società viene resa dipendente<br />

dal consumo è stata sintetizzata da Latouche<br />

sotto tre aspetti: la pubblicità, l’obsolescenza programmata<br />

ed il credito.<br />

Con la prima abbiamo la maggiore confidenza: continuamente<br />

siamo bombardati di messaggi il cui solo<br />

scopo è di renderci bisognosi di cose per la maggior<br />

parte superflue.<br />

L’obsolescenza programmata: perché gli oggetti prodotti<br />

anni fa duravano di più? Perché aggiustare un qualsiasi<br />

utensile è (spesso) più costoso che comprarne uno<br />

nuovo? Perché i produttori devono vendere, ci obbligano<br />

a spendere, consumare, buttare il vecchio e avere<br />

sempre il nuovo.<br />

Comprare appunto: come comprare se i soldi sono<br />

sempre meno? Beh per quello c’è il credito, meccanismo<br />

a spirale che le banche riescono a generare facendo<br />

spendere alla gente oggi soldi che guadagneranno tra<br />

un anno o due o tre.<br />

Latouche propone per sfuggire a questa situazione la<br />

Teoria della Decrescita: decrescita non intesa come un<br />

tornare indietro all’infinito, prassi che sarebbe altrettanto<br />

folle, ma più che altro come una acrescita, una non-crescita,<br />

uno stabilizzare i consumi, un fare un passo indietro.<br />

La proposta può essere sintetizzata in otto punti, chiamati<br />

le 8 erre: Rivalutare, Riconcettualizzare,<br />

Ristrutturare, Ridistribuire, Rilocalizzare, Ridurre,<br />

Riutilizzare, Riciclare.<br />

I primi due punti devono avvenire nel pensare: l’arricchimento<br />

non come crescita monetaria ma come ritrovamento<br />

di valori che abbiamo dimenticato, di armonia con<br />

la natura, di sviluppo sostenibile.<br />

Occorre ripensare il sistema: ristrutturarlo in modo da<br />

ridistribuire la ricchezza, non permettere più che il 20%<br />

della popolazione mondiale (il Nord) consumi l’86% delle<br />

risorse planetarie; in questo modo sono i paesi più poveri,<br />

quelli del Sud, che stanno aiutando quelli più ricchi e<br />

non il contrario come tanti vanno dicendo.<br />

Occorre tornare a quando la produzione era più localizzata,<br />

a quando non occorreva spedire i gamberetti<br />

dalla Danimarca in Marocco per pulirli e poi tornare in<br />

Danimarca per essere commercializzati; a quando i<br />

pomodori spagnoli venivano consumati in Spagna e<br />

quelli olandesi in Olanda e non viceversa come avviene<br />

ora.<br />

C’è bisogno di ridurre, che non significa necessariamente<br />

mangiare meno, ma mangiare meglio, non affidarsi<br />

a cibi che vengono dalla grande distribuzione.<br />

Ridurre è da intendere anche come lavorare meno, per<br />

vivere meglio, per lavorare tutti, per tornare a godere<br />

della propria vita, della famiglia, della propria città, per<br />

poter concorrere alla vita comunitaria e sociale del posto<br />

in cui viviamo che deve tornare ad essere il centro del<br />

nostro mondo: perché è dove poggiamo i piedi che inizia<br />

il nostro universo.<br />

Uno dei metodi per ridurre i consumi, ovviamente, è<br />

riutilizzare ciò che già abbiamo, non accettare di produrre<br />

indiscriminatamente rifiuti reimpiegare fini ad arrivare<br />

alla sana pratica del riciclo.<br />

Latouche auspica che questo modo di ripensare il<br />

nostro modo di vivere, contagi e fecondi trasversalmente<br />

i partiti, gli amministratori per dare una svolta al sistema.<br />

Luca Ceccacci<br />

(Tratto dalla rivista “Qualevita” Giugno <strong>2008</strong>)<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong> 25


IBLEA<br />

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IBLEA<br />

Il Libano confina con la Siria, con<br />

Israele e con il Mar Mediterraneo E’ il<br />

paese più densamente popolato<br />

dell’Asia Minore. Ha una popolazione<br />

composita per effetto delle immigrazioni<br />

Gli abitanti si concentrano nella<br />

fascia costiera. L’agglomerato di<br />

Beirut assorbe quasi la metà della<br />

popolazione La comunità etnico-religiosa<br />

musulmana ha preso il sopravvento<br />

su quella cristiana composta<br />

per lo più da maroniti Le vicende politiche<br />

degli anni 80 hanno avuto gravi<br />

ripercussioni sull’economia un tempo<br />

florida. L’ingerenza straniera della<br />

Siria, di Israele e la presenza di rifugiati<br />

palestinesi creano in questo<br />

Stato una situazione politica molto<br />

instabile.<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong><br />

IL MONDO A TAVOLA<br />

Porto in tavola il “Tabulè”<br />

LI B AN O<br />

TABULE’<br />

- Ricetta libanese -<br />

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:<br />

" 300 gr. di cous cous<br />

" 300 gr. di gamberetti sgusciati<br />

" 8 pomodori medi<br />

" succo di 4 limoni<br />

" 1 /2 cipolla dolce<br />

" 1 peperone arrostito o crudo, tagliato a filetti<br />

" carote a julienne<br />

" prezzemolo tritato<br />

" menta a pezzetti<br />

" 6 cucchiai di olio<br />

" pepe nero<br />

" sale q.b.<br />

Questa rubrica vuole<br />

essere un viaggio alla<br />

scoperta delle culture<br />

alimentari di popoli e<br />

civiltà a volte lontani<br />

dalla nostra … per scoprire<br />

sapori insoliti, piatti<br />

gustosi, profumi intensi<br />

… Sarà questo un<br />

modo per conoscere le<br />

culture “altre”.<br />

La rubrica presenterà<br />

sia la ricetta (facile da<br />

preparare) che, brevemente,<br />

il Paese da cui<br />

proviene.<br />

Auguro a tutti<br />

buon viaggio…<br />

tra le ricette del mondo<br />

Gianna Leggio<br />

Sbollentare i gamberi in acqua salata e sgusciare. Arrostire il<br />

peperone e tagliarlo a filetti. Tagliare a pezzetti i pomodori.<br />

Affettare la cipolla in maniera sottile. Unire tutti gli ingredienti al<br />

cous cous e lasciare macerare per 4 ore in frigo. Se il cous cous<br />

dovesse risultare troppo asciutto aggiungere un po’ di acqua.<br />

Servire freddo.


DIBATTITO<br />

IBLEA<br />

IBLEA IBLEA<br />

IBLEA<br />

SANITÀ:<br />

tra ipocrisia e risparmi obbligati<br />

La “rubrica sanitaria” riprenderà regolarmente<br />

dal prossimo numero. Con questo appassionato<br />

articolo del nostro dott. Giovanni<br />

Ottaviano apriamo invece un dibattito nel futuro<br />

della politiva sanitaria nella nostra Regione.<br />

Interrompendo per questo numero la disamina tecnica del<br />

significato delle analisi per concedermi, insieme a voi cari<br />

amici avisini, uno sfogo da libero cittadino e da operatore<br />

sanitario disgustato dalle vicende che stiamo vivendo in<br />

ambito socio-assistenziale. Siamo, come sempre, alle solite<br />

cose viste, sentite, trite e ritrite riproposte, è il caso di dirlo<br />

visto l’argomento “a siringate”. Cambiano i governi e le<br />

amministrazioni - con una frequenza ormai stomachevole -<br />

e, come d’incanto, chi si insedia si accorge con stupore più<br />

che con imbarazzo di trovare spaventosi buchi finanziari,<br />

disastrosi ammanchi, contabilità dissestate o camuffate,<br />

rendiconti rafforzati e perfino, udite udite, introvabili o inesistenti!<br />

Ed ecco, come sempre e da tutte le parti, impropèri ai precedenti<br />

governanti, annunci, proclami, accuse, vendette,<br />

minacce ed - ahinoi - ricorsi “a drastici provvedimenti” con<br />

una agghiacciante aggravante: “a carattere d’urgenza”! Ma<br />

come, rifletto io e rifletterete voi, per decenni e decenni ed<br />

ancora per decenni a tutti i livelli (nazionale, regionale, provinciale,<br />

comunale) tutti - indistintamente - hanno agito,<br />

direttamente o indirettamente, contribuito o permesso che<br />

venissero gonfiati di immobili, uomini e mezzi apparati statali<br />

e parastatali, governativi, amministrativi ed associativi e<br />

poi tutti - indistintamente - consapevoli e vicendevolmente<br />

complici cadono dalle nuvole e scoprono “tragiche situazioni<br />

ereditate” di cui sono a conoscenza anche i bimbi che<br />

stanno mettendo i denti. È il solito gioco della parti, la sfacciataggine,<br />

l’ipocrisia e purtroppo, la reale consapevolezza<br />

dei politici che, in fondo, il “popolo è bestia”.<br />

Non scrivo questo per banale qualunquismo e gratuita<br />

piaggeria. Ho sufficienti anni d’età ed ora anche abbastanza<br />

capelli bianchi per non cadere nella trappola del “questo è<br />

buono ed onesto e quello è cattivo e ladro”. In tanti anni di<br />

esercizio della professione ho capito che è “il sistema” che<br />

non funziona in generale. Non si può affidare tutto alla politica<br />

o, peggio ancora ai tecnici nominati dai politici. Se non<br />

c’è autonomia di pensiero, di azione e di gestione non si può<br />

sopravvivere. E poi non si può sempre indicare la Sanità<br />

come la madre di tutte le sventure finanziarie! Che ci siano<br />

sovrabbondanze, sprechi, incompetenze è indubbio. È giusto,<br />

giustissimo attuare una linea di rientro economico, ma<br />

qualcuno è in grado di spiegarmi perché a livello nazionale<br />

è stato abolito il ticket di 10 euro per le prestazioni nonesenti,<br />

a cui la gente peraltro si era ormai abituata, perché<br />

è logico che non si può concedere tutto a tutti per sempre.<br />

Se la prendono con la spesa farmaceutica, che incide per il<br />

12% della spesa sanitaria totale, e quasi nessuno parla del<br />

rimanente 88%. Perché vengono soppresse le Assistenze<br />

Domiciliari Integrate (visite che si effettuano ai malati che<br />

non possono deambulare per recenti interventi chirurgici,<br />

ictus o malati terminali) e vengono rifinanziati eco-mostri<br />

come l’ospedale di Lentini (tristemente visibile ai nostri occhi<br />

ogni volta che ci rechiamo a Catania e da qualche tempo,<br />

inspiegabilmente illuminato giorno e notte)? Perché vengono<br />

colpite le strutture convenzionale (in provincia di <strong>Ragusa</strong><br />

adeguate e non sproporzionate per il numero di utenza, effi-<br />

Anno XXIV<br />

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IBLEA<br />

cienti e che non hanno mai sforato di tanto i famigerati “budget”)<br />

mettendo a repentaglio il lavoro di tanti operatori del<br />

settore e contemporaneamente l’Amministrazione<br />

Regionale assume nuovo personale (negli ultimi 4 anni<br />

3.546 nuove assunzioni!). Le prestazioni specialistiche a<br />

<strong>Ragusa</strong> sono 6 pro-capite a fronte di 12/13 nelle altre provincie<br />

siciliane e di 15 nel resto d’Italia. E con tutto questo<br />

l’Azienda Sanitaria ragusana è paradossalmente la più<br />

penalizzata (1.400.000 euro in meno di fondi rispetto all’anno<br />

precedente). E sempre a proposito di Regione Sicilia che<br />

in questi giorni è impegnata al “raggiungimento del contenimento<br />

della spesa sanitaria mediante un piano di rientro che<br />

colpisce tutti i settori pubblici e privati”, perché non si è posta<br />

il problema che il numero dei dipendenti della stessa<br />

Amministrazione, a tempo indeterminato e determinato, ha<br />

raggiunto la stupefacente soglia di 21.104 unità (un impiegato<br />

regionale ogni 239 abitanti quando in Lombardia ce n’è<br />

uno ogni 2.500 ed in Veneto uno ogni 4.200 - e qui, pensatevela<br />

come vi pare, Bossi ha ragione-!). Il costo del personale<br />

regionale nell’ultimo anno è stato di 971 milioni di euro<br />

e di 542 per le retribuzioni ai pensionati. E ancora ci sono<br />

bandi di concorso nuovi, avanzamenti di grado e di carriera<br />

e stabilizzazioni di precari. Sono state soppresse 43 guardie<br />

mediche, giustamente, perché anche queste gonfiate dal<br />

sistema clientelare che la politica crea come una perversa<br />

spirale che poi si ritorce su se stessa (ma quella di <strong>Ragusa</strong><br />

Ibla che c’entra quando per bacino di utenza, logistica e funzionalità<br />

non è in esubero e non costa poi così tanto?). Ma<br />

quanti deputati all’ARS, vecchi e nuovi, si sono posti il problema<br />

perché ci sono ancora 51 Enti Regionali dichiarati,<br />

già oltre 10 anni fa, “inutili” ed i cui dirigenti - praticamente<br />

28<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong><br />

DIBATTITO<br />

l’80% del personale in organico - grava pesantemente sulle<br />

nostre tasche. E sapevate che l’E.S.A. (Ente Sviluppo<br />

Agricolo) ha in dotazione cinquanta trattori regolarmente<br />

manutenzionati ma quasi mai operativi e 600 trattoristi (400<br />

di ruolo e 200 precari)!!!<br />

Ai medici di famiglia suggeriscono (= impongono in pratica<br />

pena la decurtazione degli emolumenti) l’uso di farmaci<br />

generici per risparmiare quelle centinaia di milioni di euro<br />

che poi vengono divorati per mantenere in vita carrozzoni<br />

politici già falliti come ALITALIA, che è costata a noi cittadini<br />

5 miliardi di euro in 10 anni. Si invita (altro eufemismo) con<br />

corsi di formazione ECM (altra fonte indicibile di speculazione<br />

da parte del Ministero della Salute - oggi Welfare -) la<br />

classe medica e non, dipendente e non, a seguire “percorsi<br />

diagnostici e terapeutici condivisi” (dai burocrati?). Nella<br />

sostanza il concetto è valido: attraverso l’aggiornamento<br />

scientifico (ECM= Educazione Continua in Medicina) si<br />

attuano percorsi che siano più mirati e contenuti nella spesa<br />

per una giusta diagnosi ed una corretta terapia. Il problema<br />

è però sempre quello: quanto costano gli esperti ed i consulenti<br />

che gli Amministratori assumono a loro discrezione per<br />

le “Commissioni di studio sulle ottimizzazioni della risorse”?<br />

Mi voglio fermare qui, anche perché mi tocca quotidianamente<br />

e più volte al giorno spiegare queste e tante altre<br />

cose agli assistiti che vengono in ambulatorio e che, alla fine<br />

fra l’incredulità e la delusione, se ne vanno con la solita battuta:<br />

“ma dove è che andremo a finire”? Il guaio è che, perdurando<br />

questo sistema, non finirà un bel nulla e che continuerà,<br />

sulla pelle della gente, una sempre più appetitosa<br />

“diversificazione delle risorse”.<br />

Giovanni Ottaviano

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