Avis giornale - copertina ottobre 2008 - Avis Ragusa
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IBLEA<br />
…dalla minaccia alla promessa…<br />
No. La vita non mi ha disilluso.<br />
Di anno in anno<br />
la trovo sempre più ricca,<br />
più desiderabile e più misteriosa;<br />
da quel giorno in cui venne a me<br />
il grande liberatore,<br />
quel pensiero che<br />
la vita potrebbe essere<br />
un esperimento di chi è volto<br />
alla conoscenza e<br />
non un dovere, non una fatalità,<br />
non una fede………<br />
Con questo principio nel cuore<br />
si può non soltanto<br />
valorosamente,<br />
ma anche gioiosamente<br />
vivere e gioiosamente ridere…<br />
(F. Nietzsche “La Gaia scienza”)<br />
Forte è lo sgomento che<br />
procura l’accostarsi alla<br />
drammaticità, alla violenza,<br />
alla mancanza di senso che<br />
evocano i vissuti delle nostre<br />
collettività, come vengono<br />
quotidianamente rappresentate<br />
dall’universo mediatico.<br />
Feriscono in modo particolare<br />
le storie di “ordinaria”<br />
violenza che vedono<br />
protagonisti i giovani.<br />
La diffusività del malessere<br />
di cui tali dolorosi eventi sono<br />
inequivoco sintomo e la litanica<br />
frequenza con cui si ripetono<br />
non ne devono fornire<br />
chiavi di lettura giustificative,<br />
quasi ad alimentarne la accettazione<br />
come ineluttabile<br />
riflesso delle “fisiologiche perversioni”<br />
della modernità.<br />
Ci sembra modello di<br />
approccio conveniente e di<br />
sicuro rendimento assumere<br />
come stella polare delle analisi<br />
valutative e delle strategie<br />
di intervento da dispiegare<br />
2<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Anno XXIV<br />
N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong><br />
nelle nostre città, quello indicato<br />
dall’alto magistero di<br />
Papa Ratzinger, che ha parlato<br />
di “emergenza educativa”.<br />
Il primo dato da “metabolizzare”,<br />
allora, è che le vicende<br />
di piccole e grandi violenze<br />
quotidiane, le stragi del sabato<br />
sera, le tante storie di ricerca<br />
della droga anestetica,<br />
euforizzante, stimolante, la<br />
ferocia omicida e la violenza<br />
beluina di giovani minorenni,<br />
la gratuita ed aberrante violenza<br />
degli stadi, i raccapriccianti<br />
episodi di bullismo, l’angosciante<br />
squallore delle storie<br />
di prostituzione giovanile, il<br />
drammatico abbandono di<br />
cadaverini di neonati da parte<br />
di madri minorenni, la tragedia<br />
dei suicidi di tanti giovani, le<br />
troppe storie di violenza agita<br />
e/o patita, sono tutti sintomi<br />
“urlati” di quella condizione di<br />
sofferenza, fragilità, disagio e<br />
devianza – che scandiscono il<br />
vissuto delle giovani generazioni.<br />
Questi drammatici segnali<br />
non sono “staccati”, non sono<br />
“altro”, rispetto all’universo dei<br />
coetanei tra cui vi sono i nostri<br />
figli.<br />
Alla base c’è una difficoltà di<br />
comprendere e padroneggiare<br />
la complessità del sociale che<br />
è conseguenza della deprivazione<br />
culturale, della caduta<br />
dei riferimenti valoriali, della<br />
profonda modificazione del<br />
MODELLO DI SOCIETA’, costruito<br />
da noi adulti.<br />
Senza nessuna inclinazione<br />
all’auto flagellazione o al colpevole<br />
perdonismo nei confronti<br />
dei nostri figli ma con un<br />
sano realismo saremo, credo,<br />
pronti a riconoscere che la<br />
grande incubatrice del disagio,<br />
della violenza, del cinismo,<br />
del nichilismo è la nostra<br />
società fondata più sull’avere<br />
che sull’essere come esito<br />
devastante dell’edonismo/<br />
consumismo, della tensione<br />
spasmodica verso il successo<br />
e l’apparire che scandisce il<br />
vissuto quotidiano della nostra<br />
famiglia e di noi stessi.<br />
I cattivi maestri siamo tanti!<br />
Se la stagione del ’68 ha<br />
travolto con l’autoritarismo