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Avis giornale - copertina ottobre 2008 - Avis Ragusa

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IBLEA<br />

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IBLEA<br />

cienti e che non hanno mai sforato di tanto i famigerati “budget”)<br />

mettendo a repentaglio il lavoro di tanti operatori del<br />

settore e contemporaneamente l’Amministrazione<br />

Regionale assume nuovo personale (negli ultimi 4 anni<br />

3.546 nuove assunzioni!). Le prestazioni specialistiche a<br />

<strong>Ragusa</strong> sono 6 pro-capite a fronte di 12/13 nelle altre provincie<br />

siciliane e di 15 nel resto d’Italia. E con tutto questo<br />

l’Azienda Sanitaria ragusana è paradossalmente la più<br />

penalizzata (1.400.000 euro in meno di fondi rispetto all’anno<br />

precedente). E sempre a proposito di Regione Sicilia che<br />

in questi giorni è impegnata al “raggiungimento del contenimento<br />

della spesa sanitaria mediante un piano di rientro che<br />

colpisce tutti i settori pubblici e privati”, perché non si è posta<br />

il problema che il numero dei dipendenti della stessa<br />

Amministrazione, a tempo indeterminato e determinato, ha<br />

raggiunto la stupefacente soglia di 21.104 unità (un impiegato<br />

regionale ogni 239 abitanti quando in Lombardia ce n’è<br />

uno ogni 2.500 ed in Veneto uno ogni 4.200 - e qui, pensatevela<br />

come vi pare, Bossi ha ragione-!). Il costo del personale<br />

regionale nell’ultimo anno è stato di 971 milioni di euro<br />

e di 542 per le retribuzioni ai pensionati. E ancora ci sono<br />

bandi di concorso nuovi, avanzamenti di grado e di carriera<br />

e stabilizzazioni di precari. Sono state soppresse 43 guardie<br />

mediche, giustamente, perché anche queste gonfiate dal<br />

sistema clientelare che la politica crea come una perversa<br />

spirale che poi si ritorce su se stessa (ma quella di <strong>Ragusa</strong><br />

Ibla che c’entra quando per bacino di utenza, logistica e funzionalità<br />

non è in esubero e non costa poi così tanto?). Ma<br />

quanti deputati all’ARS, vecchi e nuovi, si sono posti il problema<br />

perché ci sono ancora 51 Enti Regionali dichiarati,<br />

già oltre 10 anni fa, “inutili” ed i cui dirigenti - praticamente<br />

28<br />

Anno XXIV<br />

N. 2/3 - Ottobre <strong>2008</strong><br />

DIBATTITO<br />

l’80% del personale in organico - grava pesantemente sulle<br />

nostre tasche. E sapevate che l’E.S.A. (Ente Sviluppo<br />

Agricolo) ha in dotazione cinquanta trattori regolarmente<br />

manutenzionati ma quasi mai operativi e 600 trattoristi (400<br />

di ruolo e 200 precari)!!!<br />

Ai medici di famiglia suggeriscono (= impongono in pratica<br />

pena la decurtazione degli emolumenti) l’uso di farmaci<br />

generici per risparmiare quelle centinaia di milioni di euro<br />

che poi vengono divorati per mantenere in vita carrozzoni<br />

politici già falliti come ALITALIA, che è costata a noi cittadini<br />

5 miliardi di euro in 10 anni. Si invita (altro eufemismo) con<br />

corsi di formazione ECM (altra fonte indicibile di speculazione<br />

da parte del Ministero della Salute - oggi Welfare -) la<br />

classe medica e non, dipendente e non, a seguire “percorsi<br />

diagnostici e terapeutici condivisi” (dai burocrati?). Nella<br />

sostanza il concetto è valido: attraverso l’aggiornamento<br />

scientifico (ECM= Educazione Continua in Medicina) si<br />

attuano percorsi che siano più mirati e contenuti nella spesa<br />

per una giusta diagnosi ed una corretta terapia. Il problema<br />

è però sempre quello: quanto costano gli esperti ed i consulenti<br />

che gli Amministratori assumono a loro discrezione per<br />

le “Commissioni di studio sulle ottimizzazioni della risorse”?<br />

Mi voglio fermare qui, anche perché mi tocca quotidianamente<br />

e più volte al giorno spiegare queste e tante altre<br />

cose agli assistiti che vengono in ambulatorio e che, alla fine<br />

fra l’incredulità e la delusione, se ne vanno con la solita battuta:<br />

“ma dove è che andremo a finire”? Il guaio è che, perdurando<br />

questo sistema, non finirà un bel nulla e che continuerà,<br />

sulla pelle della gente, una sempre più appetitosa<br />

“diversificazione delle risorse”.<br />

Giovanni Ottaviano

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