Archivio civile - La Tribuna

Archivio 

civile 

(già Archivio della responsabilità civile) 

rivista mensile di dottrina, giurisprudenza e legislazione 

Direttori 

Corrado Sforza Fogliani e Guido Alpa 

Anno 2003

DOTTRINA 

Bonavitacola Romano: I patti parasociali, in particolare 

i sindacati azionari, anche in relazione alla recente 

riforma societaria, pag. 38. 

Colombini Edgardo: Possibilità di attività pericolosa 

per una organizzazione sportiva, pag. 3. 

Romano Gaetano: Sulla modifica della disciplina in 

tema di gratuito patrocinio a spese dello stato, pag. 

9. 

BIBLIOGRAFIA 

AA.VV.: No al mobbing, pag. 11. 

Bartolini Francesco, Corso Piermaria: Il codice del 

giudice di pace, pag. 11. 

Bartolini Francesco: Il codice civile e le leggi complementari, 

pag. 11. 

Bartolini Francesco: Il codice di procedura civile e le 

leggi complementari, pag. 11. 

Cantino Valter: Valore d’impresa e merito creditizio, 

pag. 11. 

Cassano Giuseppe: Il commercio via Internet, pag. 

12. 

Eposito W., Fava P.: L’opposizione di terzo nel processo 

amministrativo, pag. 12. 

Farenga Luigi: Il codice delle assicurazioni, pag. 12. 

Lavarra Mario: La gestione dell’agenzia immobiliare, 

pag. 12. 

Melchionna Luca: Il codice di diritto internazionale 

tributario, pag. 13. 

Moneta Paolo: Il codice di diritto ecclesiastico, pag. 

13. 

Napolillo Ernesto: I nuovi contratti, pag. 13. 

Tassone Francesco: Manuale del leasing, pag. 13. 

Tosi Emilio: Il codice della privacy, pag. 14. 

GIURISPRUDENZA 

Adozione 

Adozione dei minori - Adottabilità - Interesse del minore 

a mantenere rapporti con i genitori di sangue. 

* Cass. civ., sez. I, 15 marzo 2002, n. 3792, Salvago 

c. Martis, m., pag. 57. 

Adozione dei minori - Dichiarazione di adottabilità - 

Minore assistito da parenti. * Cass. civ., sez. I, 28 

marzo 2002, n. 4503, La Corte c. Trapani, m., pag. 

57. 


Presupposti. * Cass. civ., sez. I, 19 marzo 2002, n. 

3988, Di Virgilio ed altri c. P.G. della Repubblica 

di Torino, m., pag. 57. 


Stato di abbandono. * Cass. civ., sez. I, 28 marzo 

2002, n. 4503, La Corte c. Trapani, m., pag. 57. 

Appalto (Contratto di) 

Rovina e difetti di cose immobili (responsabilità del 

costruttore) - Decadenza dalla garanzia - Decorrenza. 

* Cass. civ., sez. II, 29 marzo 2002, n. 4622, 

Cile - Comp. Italiana Lavori Edili Spa c. Cond. Via 

Tesio n. 19 Milano, m., pag. 57. 

Rovina e difetti di cose immobili (responsabilità del 

costruttore) - Estensione ai rapporti tra costruttore 

venditore ed acquirente - Ammissibilità. * Cass. 

civ., sez. II, 29 marzo 2002, n. 4622, Cile - Compagnia 

Italiana Lavori Edili Spa c. Cond. Via Tesio n. 

19 Milano, m., pag. 57. 

Appello civile 

INDICE SOMMARIO 

Domande - Domanda riconvenzionale condizionata - 

Appello incidentale. * Cass. civ., sez. III, 25 marzo 

2002, n. 4212, Cammarano c. Giannotti Ricci, m., 

pag. 57. 

Fascicolo di parte - Memorie di replica - Rilevanza 

processuale. * Cass. civ., sez. III, 25 marzo 2002, n. 

4211, Messina Ignazio C c. SIAD Spa, m., pag. 57. 

Mandato alle liti - Persona giuridica - Incertezza 

sull’identità fisica del legale rappresentante. * 

Cass. civ., sez. I, 5 marzo 2002, n. 3116, Gruppo 

Andidero Finanziario Immobiliare Srl c. Prov. Bari, 

m., pag. 58. 

Poteri del collegio - Rimessione della causa al giudice 

di primo grado - Per nullità del giudizio di primo 

grado. * Cass. civ., sez. I, 26 marzo 2002, n. 4285, 

Genova c. Buccarelli, m., pag. 58. 

Arbitrato e compromesso 

Arbitraggio - Conferimento dell’incarico al terzo arbitratore 

da parte dei contraenti - Mandato collettivo. 

* Cass. civ., sez. I, 26 marzo 2002, n. 4283, De 

Petri c. Baruffaldi, m., pag. 58. 

Arbitrato rituale - Concessioni di pubblici servizi - 

Collegi previsti dall’art. 24 R.D. n. 2578/1925. * 

Cass. civ., sez. I, 1 marzo 2002, n. 3026, Com. Mottola 

c. D’Auria Domenico ed altre, m., pag. 58. 

Arbitri - Nomina - Nomina sostitutiva da parte del 

presidente del tribunale. * Cass. civ., sez. I, 5 marzo 

2002, n. 3129, Associazione Temporanea di Imprese 

De Paolis c. Fibreno Scrl, m., pag. 58. 

Competenza - Arbitrato rituale - Atto di autonomia 

privata. * Cass. civ., sez. I, 1 marzo 2002, n. 3026, 

Com. Mottola c. D’Auria Domenico ed altre, m., 

pag. 58. 

Lodo - Impugnazione - Casi di nullità. * Cass. civ., 

sez. I, 28 marzo 2002, n. 4492, Impresa Salinardi c. 

Cons. Sviluppo Ind. Potenza, m., pag. 58. 

Lodo - Impugnazione - Casi di nullità. * Cass. civ., 

sez. I, 5 marzo 2002, n. 3121, Presidenza del Consiglio 

dei Ministri ed altri c. Cons. Coop. Costruzioni, 

m., pag. 58. 

Assicurazione (Contratto di) 

Assicurazione contro i danni - Surrogazione legale 

dell’assicuratore - Condizioni. * Cass. civ., sez. III, 

25 marzo 2002, n. 4211, Messina Ignazio C c. 

SIAD Spa, m., pag. 58. 

Assicurazione contro i danni - Surrogazione legale 

dell’assicuratore - Cose oggetto di contratto di trasporto. 

* Cass. civ., sez. III, 25 marzo 2002, n. 

4211, Messina Ignazio C c. SIAD Spa, m., pag. 58. 

Avvocato 

Albo - Speciale - Dipendenti di enti pubblici. * Cass. 

civ., sez. un., 14 marzo 2002, n. 3733, Bianchi c. 

Cons. Ordine Avv. Firenze, m., pag. 59. 

Albo - Speciale - Dipendenti di enti pubblici. * Cass. 

civ., sez. un., 14 marzo 2002, n. 3735, Perini c. 

Cons. Ordine Avv. Firenze ed altro, m., pag. 59. 

Giudizi disciplinari - Procedimento - Competenza 

esclusiva degli organi disciplinari forensi. * Cass. 

civ., sez. un., 11 marzo 2002, n. 3529, Portacci c. 

Ordine degli Avvocati di Monza ed altro, m., pag. 

59. 

Giudizi disciplinari - Procedimento - Impugnazioni. 

* Cass. civ., sez. un., ord. 15 marzo 2002, n. 3877, 

Patti S c. Consiglio Ordine Avvocati Roma, m., 

pag. 59. 

Giudizi disciplinari - Procedimento - Ricorso per cassazione. 

* Cass. civ., sez. un., ord. 27 marzo 2002, 

n. 4446, Bottiglioni c. ATC Spa, m., pag. 59. 

Onorari - Procedimento di liquidazione - Procedimento 

sommario. * Cass. civ., sez. II, 6 marzo 

2002, n. 3197, Panuccio c. Arciconfraternita De’ 

Rossi di Messina, m., pag. 59. 

Onorari - Procedimento di liquidazione - Ricorribilità 

in cassazione. * Cass. civ., sez. II, 6 marzo 2002, n. 

3197, Panuccio c. Arciconfraternita De’ Rossi di 

Messina, m., pag. 59. 

Onorari - Tariffe professionali - Inderogabilità dei 

compensi minimi. * Cass. civ., sez. II, 6 marzo 

2002, n. 3197, Panuccio c. Arciconfraternita De’ 

Rossi di Messina, m., pag. 59. 

Previdenza - Pensione - Adeguamenti annuali. * 

Cass. civ., sez. lav., 8 marzo 2002, n. 3397, Cassa 

Naz. Previdenza Forense c. Patanella, m., pag. 59. 

Previdenza - Pensione - Di vecchiaia. * Cass. civ., 

sez. lav., 6 marzo 2002, n. 3211, Cassa Nazionale 

Previdenza Assistenza Forense c. Libutti, m., pag. 

60. 

Azienda 

Cessione - Successione nei contratti - Differenze con 

la cessione del contratto. * Cass. civ., sez. lav., 2 

marzo 2002, n. 3045, Lloyd Italico Assicurazioni 

Spa c. Barisone ed altro, m., pag. 60. 

Calamità pubbliche 

Calamità naturali - Terremoto - Giudizi pendenti. * 

Cass. civ., sez. I, 5 marzo 2002, n. 3121, Presidenza 

del Consiglio dei Ministri ed altri c. Cons. Coop. 

Costruzioni, m., pag. 60. 

Calamità naturali - Terremoto - Interventi per Napoli 

conseguenti al terremoto del 1980. * Cass. civ., sez. 

I, 5 marzo 2002, n. 3121, Presidenza del Consiglio 

dei Ministri c. Cons. Coop. Costruzioni, m., pag. 

60. 

Cassazione civile 

Deposito di atti - Atti e documenti - Omissione. * 

Cass. civ., sez. lav., 15 marzo 2002, n. 3852, Pizza 

c. Barilla Alimentare Spa, m., pag. 60. 

Giudizio di rinvio - Mancata acquisizione del fascicolo 

d’ufficio di primo grado - Nullità - Esclusione. 

* Cass. civ., sez. lav., 16 settembre 2002, n. 13536, 

Marini Spa c. Dragoni, pag. 19. 

Giudizio di rinvio - Procedimento - Conclusioni nuove. 

* Cass. civ., sez. lav., 16 marzo 2002, n. 3904, 

Torrianese Pannelli Srl c. Andruccioli, m., pag. 60. 

Giurisdizioni speciali (impugnabilità) - Commissioni 

tributarie - Ricorso per cassazione del contribuente. 

* Cass. civ., sez. V, 22 marzo 2002, n. 4101, Alessandrelli 

c. Primo Ufficio II.DD. Roma ed altro, m., 

pag. 60. 

Interesse al ricorso - Estraneità al giudizio di legittimità 

- Inammissibilità. * Cass. civ., sez. lav., 14 

marzo 2002, n. 3756, Fraschini e altri c. Inps, m., 

pag. 61. 

Mandato alle liti - Contenuto e forma - Specialità. * 

Cass. civ., sez. I, 5 marzo 2002, n. 3132, Consorzio 

Cooperative Edilizie ACLI Comunali Srl c. Naclerio, 

m., pag. 61. 

Mandato alle liti (procura) - Contenuto e forma - Procura 

del resistente in calce alla copia notificata del 

ricorso. * Cass. civ., sez. II, 29 marzo 2002, n. 

4618, Carfoglio c. Cond. Parco Nuovo Mondo di 

Diamante, m., pag. 61. 

Mandato alle liti (procura) - Contenuto e forma - Procura 

speciale. * Cass. civ., sez. lav., 28 marzo 2002, 

n. 4559, Grimaldi c. Inarcassa - Cassa Nazionale di

II INDICE SOMMARIO 

Previdenza e Assistenza per gli Ingegneri, m., pag. 

61. 

Mandato alle liti (procura) - Contenuto e forma - Trascrizione 

della procura nella copia notificata del ricorso. 


Gallotta ed altri c. Russo ed altri, m., pag. 61. 

Motivi del ricorso - Interpretazione di clausole di 

contratto collettivo asseritamente non valutate - 

Inammissibilità del ricorso. * Cass. civ., sez. lav., 5 

marzo 2002, n. 3158, Contavalle c. Ferrovie dello 

Stato Spa, m., pag. 61. 

Motivi del ricorso - Interpretazione di un contratto - 

Condizioni. * Cass. civ., sez. lav., 21 marzo 2002, 

n. 4090, Casinò Municipale Sanremo c. Rosa ed altro, 

m., pag. 61. 

Motivi del ricorso - Questioni nuove - Inammissibilità. 


Violi c. LAT-BRI Latticini Brianza Spa, m., pag. 

61. 

Motivi del ricorso - Sentenza impugnata sostenuta da 

una pluralità di ragioni autonome - Mancato accoglimento 

di una censura. * Cass. civ., sez. lav., 23 

marzo 2002, n. 4199, Violi c. LAT-BRI Latticini 

Brianza Spa, m., pag. 61. 

Motivi del ricorso - Travisamento di fatti - Inammissibilità. 

* Cass. civ., sez. I, 1 marzo 2002, n. 3024, 

Mazzù c. Fall. Cavitor Srl, m., pag. 61. 

Motivi del ricorso - Vizi di motivazione - Controllo 

della motivazione in fatto. * Cass. civ., sez. lav., 5 

marzo 2002, n. 3161, Mammana c. Rossini, m., 

pag. 61. 

Motivi del ricorso - Vizi di motivazione - Poteri della 

Corte di Cassazione. * Cass. civ., sez. lav., 5 marzo 

2002, n. 3161, Mammana c. Rossini, m., pag. 62. 

Poteri della cassazione - Cartella esattoriale - Avviso 

di accertamento. * Cass. civ., sez. V, 12 marzo 

2002, n. 3554, Min. Finanze c. Coslovich, m., pag. 

62. 

Poteri della cassazione - Correzione della motivazione 

- Processo tributario. * Cass. civ., sez. V, 19 

marzo 2002, n. 3949, Fal. Carni Spa ed altri c. Min. 

Finanze, m., pag. 62. 

Procedimento - Memorie di parte - Funzione. * Cass. 

civ., sez. V, 15 marzo 2002, n. 3861, The Hong 

Kong and Shangai Banking Corporation c. Min. Finanze, 

m., pag. 62. 

Ricorso - Forma e contenuto - Indicazione dei motivi 

e delle norme di diritto. * Cass. civ., sez. II, 18 marzo 

2002, n. 3941, De Cesare c. Bertolotto, m., pag. 

62. 

Ricorso - Notificazione - Atto di competenza promiscua. 


Fassari ed altri c. Consoli ed altri, m., pag. 62. 

Circolazione stradale 

Assicurazione obbligatoria - Risarcimento danni - 

Ordinanza anticipatoria di condanna ex art. 186 

quater c.p.c. * Cass. civ., sez. III, 6 marzo 2002, n. 

3194, Alpi Ass.ni Spa in l.c.a c. Iacovelli ed altri, 

m., pag. 62. 

Patente - Revoca e sospensione - Avviso di avvio del 

procedimento amministrativo. * Cass. civ., sez. I, 5 

marzo 2002, n. 3117, Dogliani c. Pref. Asti, m., 

pag. 62. 

Veicoli - Pubblico registro automobilistico - Trascrizione 

del contratto di vendita. * Cass. civ., sez. I, 28 

marzo 2002, n. 4489, Ansaloni c. Pref. Rimini, m., 

pag. 62. 

Velocità - Limiti fissi - Accertamento attraverso apparecchiature 

«autovelox». * Cass. civ., sez. I, 21 

marzo 2002, n. 4048, Min. Interno ed altro c. 

Scialè, m., pag. 63. 

Competenza civile 

Competenza per materia - Tassa automobilistica - 

Competenza del tribunale ex art. 9 c.p.c. * Cass. 

civ., sez. V, 8 marzo 2002, n. 3404, ACI c. Bagnato, 

m., pag. 63. 

Competenza per territorio - Accordo delle parti - Deroga. 

* Cass. civ., sez. III, ord. 4 marzo 2002, n. 

3109, Benetton Group Spa c. Fall. Clan Italiana Srl, 

m., pag. 63. 

Connessione di cause - Litisconsorzio facoltativo attivo 

- Modificazioni di competenza per territorio. * 

Cass. civ., sez. lav., 16 marzo 2002, n. 3908, Balocco 

ed altri c. Inps ed altri, m., pag. 63. 

Continenza di cause - Competenza del giudice preventivamente 

adito - Limiti. * Cass. civ., sez. III, 

ord. 4 marzo 2002, n. 3109, Benetton Group Spa c. 

Fall. Clan Italiana Srl, m., pag. 63. 

Continenza di cause - Condizioni di configurabilità - 

Contrapposizione delle domande riferite ad uno 

stesso rapporto. * Cass. civ., sez. III, ord. 4 marzo 

2002, n. 3109, Benetton Group Spa c. Fall. Clan 

Italiana Srl, m., pag. 63. 

Determinazione - Revisione delle circoscrizioni giudiziarie 

conseguente al D.L.vo n. 491 del 1999 - 

Immediata operatività. * Cass. civ., sez. I, ord. 8 

marzo 2002, n. 3456, Giordani c. Fabbris ed altri, 

m., pag. 63. 

Ius superveniens - Istituzione del giudice unico di 

primo grado - Cause pendenti. * Cass. civ., sez. 

lav., ord. 8 marzo 2002, n. 3444, Perilli Sme Impianti 

Srl c. Zambrini Attilio, m., pag. 63. 

Regolamento di competenza - Ammissibilità - Eccezione 

di incompetenza. * Cass. civ., sez. I, ord. 8 

marzo 2002, n. 3458, Troccoli c. Vito, m., pag. 63. 

Regolamento di competenza - Conflitto - Dichiarazione 

di fallimento. * Cass. civ., sez. I, ord. 8 marzo 

2002, n. 3461, Immobiliare Cristina 73 Srl, m., pag. 

64. 

Regolamento di competenza - Conflitto - Presupposti 

e condizioni. * Cass. civ., sez. I, ord. 7 marzo 2002, 

n. 3378, Tribunale per i Minori di Torino, m., pag. 

64. 

Regolamento di competenza - Conflitto - Presupposti. 

* Cass. civ., sez. I, ord. 8 marzo 2002, n. 3453, 

Tomasi c. Riedinger ed altri, m., pag. 64. 

Regolamento di competenza - Provvedimenti impugnabili 

- Istanza di reintegra nel possesso. * Cass. 

civ., sez. I, ord. 5 marzo 2002, n. 3188, Gugliandolo 

c. De Salvo ed altri, m., pag. 64. 

Regolamento di competenza - Provvedimenti impugnabili 

- Sentenza relativa alla sola competenza e 

alle spese giudiziali. * Cass. civ., sez. II, 29 marzo 

2002, n. 4623, CEA Costr. Edil Acilia Srl c. Carillo, 

m., pag. 64. 

Comunione dei diritti reali 

Condominio negli edifici - Assemblea dei condomini 

- Conflitto d’interessi tra il singolo condomino ed il 

condominio. * Cass. civ., sez. II, 18 marzo 2002, n. 

3944, Felicetti c. Cond. Via Archimede 40 Roma, 

m., pag. 64. 

Condominio negli edifici - Contributi e spese condominiali 

- Criteri di ripartizione. * Cass. civ., sez. II, 

18 marzo 2002, n. 3944, Felicetti c. Cond. Via Archimede 

40 Roma, m., pag. 64. 

Condominio negli edifici - Uso della cosa comune - 

Limiti. * Cass. civ., sez. II, 26 marzo 2002, n. 4314, 

Madia c. De Rito, m., pag. 64. 

Consorzi 

Contributi consortili - Contributi in favore dei consorzi 

di bonifica - Competenza e giurisdizione. * Cass. 

civ., sez. V, 26 marzo 2002, n. 4337, Consorzio speciale 

per la bonifica di Arneo c. Chiechi, m., pag. 64. 

Conto corrente (Contratto di) 

Accredito dell’importo del cliente - Comunicazione - 

Azione di ripetizione d’indebito. * Cass. civ., sez. I, 

28 marzo 2002, n. 4502, Cassa di Risparmio di Tortona 

Spa c. Deutsche Bank Spa, m., pag. 65. 

Contratti agrari 

Diritto di prelazione e riscatto - Prelazione - Presup- 

posti. * Cass. civ., sez. III, 11 marzo 2002, n. 3500, 

Garofletti c. Sonzini, m., pag. 65. 

Contratti in genere 

Autonomia contrattuale - Contratto autonomo di garanzia 

- Validità. * Cass. civ., sez. III, 7 marzo 

2002, n. 3326, Roemer de Rabenstein c. Banca Carige 

Spa, m., pag. 65. 

Effetti del contratto - Presunzione di conoscenza - 

Prova contraria. * Cass. civ., sez. II, 26 marzo 

2002, n. 4310, Di Rienzo c. Sorbi, m., pag. 65. 

Invalidità - Nullità del contratto - Iscrizione all’apposito 

ruolo. * Cass. civ., sez. lav., 18 marzo 2002, n. 

3914, Fondazione Enasarco c. VD di Palmiro Centrone 

e Carlo Bassi C. Snc, m., pag. 65. 

Invalidità - Nullità del contratto - Rilevabilità d’ufficio. 


Giammanco c. Scaduto, m., pag. 65. 

Requisiti (elementi del contratto) - Accordo delle 

parti - Svolgimento di trattative contrattuali. * Cass. 

civ., sez. III, 4 marzo 2002, n. 3103, Orsoni c. Santoli, 

m., pag. 65. 

Requisiti (elementi del contratto) - Requisiti accidentali 

- Condizione. * Cass. civ., sez. II, 18 marzo 

2002, n. 3942, Fassari ed altri c. Consoli ed altri, m., 

pag. 65. 

Scioglimento del contratto - Risoluzione per inadempimento 

- Diffida ad adempiere. * Cass. civ., sez. II, 

26 marzo 2002, n. 4310, Di Rienzo c. Sorbi, m., 

pag. 65. 

Simulazione - Effetti - Buona fede. * Cass. civ., sez. 

III, 4 marzo 2002, n. 3102, Pozzolini c. Caso ed altri, 

m., pag. 66. 

Simulazione - Prova - Posizione del curatore fallimentare. 

* Cass. civ., sez. III, 4 marzo 2002, n. 

3102, Pozzolini c. Caso ed altri, m., pag. 66. 

Corte costituzionale 

Sindacato di legittimità costituzionale - Giudizio incidentale 

- Efficacia retroattiva. * Cass. civ., sez. 

lav., 14 marzo 2002, n. 3745, Misiti e altri c. Inps, 

m., pag. 66. 

Corte dei conti 

Giurisdizione - Pensioni ordinarie - Dipendenti ferroviari. 

* Cass. civ., sez. un., 11 marzo 2002, n. 3532, 

Baseggio c. Ferrovie dello Stato Spa, m., pag. 66. 

Cosa giudicata civile 

Eccezione di giudicato - Giudicato esterno - Rilevabilità 

d’ufficio. * Cass. civ., sez. V, 18 marzo 2002, 

n. 3925, Min. Finanze c. Italkali Spa, m., pag. 66. 

Interpretazione del giudicato - Giudicato esterno - 

Lodo arbitrale inimpugnabile. * Cass. civ., sez. II, 

4 marzo 2002, n. 3066, Miele c. Croze, m., pag. 66. 

Delibazione (Giudizio di) 

Dichiarazione di efficacia di sentenze straniere - In 

materia matrimoniale - Sentenza di nullità del matrimonio 

per vis et metus - Domanda di delibazione 

- Successiva alla scadenza del termine - Ammissibilità 

- Fondamento. * Cass. civ., sez. I, 13 settembre 

2002, n. 13428, Scirè c. Di Pasquale, pag. 21. 

Depenalizzazione 

Accertamento delle violazioni amministrative - Contestazione 

- Mancata contestazione immediata. * 

Cass. civ., sez. I, 1 marzo 2002, n. 3017, Com. Aulla 

c. Porta, m., pag. 66. 


- Obbligo di esibizione della ricevuta di 

pagamento. * Cass. civ., sez. I, 5 marzo 2002, n. 

3123, Tomassi c. Pref. Frosinone, m., pag. 66. 


- Procedimento sanzionatorio in materia 

di intermediazione finanziaria. * Cass. civ., sez. V, 

15 marzo 2002, n. 3870, Min. Tesoro ed altra c. Nobile, 

m., pag. 67.

Applicazione delle sanzioni - Autorità competente - 

Potere di accertamento della polizia municipale. * 

Cass. civ., sez. I, 1 marzo 2002, n. 3019, Prefettura 

Lecce c. Coluccia, m., pag. 67. 

Applicazione delle sanzioni - Cause di esclusione 

della responsabilità - Amministrazione comunale. * 

Cass. civ., sez. lav., 1 marzo 2002, n. 3001, Com. 

Roma c. Inps, m., pag. 67. 

Applicazione delle sanzioni - Sanzioni amministrative 

pecuniarie irrogate ai sensi dell’art. 44 D.L.vo n. 

415 del 1996 - Reclamo. * Cass. civ., sez. V, 15 

marzo 2002, n. 3868, Nobile c. Banca d’Italia ed altro, 

m., pag. 67. 

Ordinanza-ingiunzione - Emissione - Contestazione 

della violazione nei confronti dei soggetti tenuti 

alla sorveglianza del minore. * Cass. civ., sez. I, 26 

marzo 2002, n. 4286, Pref. Forlì c. Abati ed altro, 

m., pag. 67. 

Ordinanza-ingiunzione - Notificazione - Opposizione. 

* Cass. civ., sez. I, 5 marzo 2002, n. 3127, Roubier 

Srl c. Pref. Terni, m., pag. 67. 

Ordinanza-ingiunzione - Opposizione - Contraddittorio 

necessario. * Giud. pace Pordenone, 6 giugno 

2002, Pessotto c. Prefetto di Pordenone, pag. 55. 

Ordinanza-ingiunzione - Opposizione - Motivi. * 

Cass. civ., sez. I, 5 marzo 2002, n. 3128, Pref. Nuoro 

c. Barroccu, m., pag. 67. 

Ordinanza-ingiunzione - Opposizione - Rappresentanza 

in giudizio. * Cass. civ., sez. I, 19 marzo 

2002, n. 3979, Edilnol Gru. Srl c. Prov. Biella, m., 

pag. 67. 

Sanzioni amministrative - Rifiuti speciali - Annotazione 

nei registri di carico e scarico. * Cass. civ., 

sez. I, 19 marzo 2002, n. 3979, Edilnol Gru. Srl c. 

Prov. Biella, m., pag. 68. 

Divisione 

Divisione giudiziale - Operazioni - Domanda di conguaglio 

dei frutti. * Cass. civ., sez. II, 27 marzo 

2002, n. 4364, Peroni c. Peroni ed altri, m., pag. 68. 

Elezioni 

Elettorato passivo - Ineleggibilità e incompatibilità - 

Assessore provinciale. * Cass. civ., sez. I, 16 marzo 

2002, n. 3902, Brizio c. Carrozzo, m., pag. 68. 


Consultazioni per l’elezione del consiglio regionale. 

* Cass. civ., sez. I, 15 gennaio 2002, n. 382, Tagliente 

c. Franzoso ed altri, m., pag. 68. 


Presidente di azienda provinciale di promozione turistica. 

* Cass. civ., sez. I, 15 gennaio 2002, n. 382, 

Tagliente c. Franzoso ed altri, m., pag. 68. 

Procedimento - Ricorso - Contenzioso elettorale. * 

Cass. civ., sez. I, 15 gennaio 2002, n. 382, Tagliente 

c. Franzoso ed altri, m., pag. 68. 

Enti pubblici 

Enti pubblici economici - Regolamenti del personale 

- Natura contrattuale. * Cass. civ., sez. lav., 11 marzo 

2002, n. 3468, Bastardi ed altri c. Autorità Portuale 

di Napoli, m., pag. 68. 

Enti pubblici locali 

Regioni - Sicilia - Ente minerario siciliano. * Cass. 

civ., sez. lav., 2 marzo 2002, n. 3042, Lo Bosco ed 

altri c. Ente Minerario Siciliano, m., pag. 68. 

Espropriazione per pubblico interesse (o utilità) 

Procedimento - Indennità di espropriazione - Competenza 

e giurisdizione. * Cass. civ., sez. I, ord. 12 

marzo 2002, n. 3654, Motzo c. Prov. Oristano, m., 

pag. 69. 

Procedimento - Indennità di espropriazione - Terreno 

edificabile coltivato da proprietario o fittavolo. * 

Cass. civ., sez. I, 13 dicembre 2001, n. 15744, Imp. 

Edile Matarazzo c. Min. Finanze, m., pag. 69. 

INDICE SOMMARIO III 

Fallimento ed altre procedure concorsuali 

Concordato preventivo - Ammissione - Divieto di 

azioni esecutive. * Cass. civ., sez. I, 1 marzo 2002, 

n. 3022, Immobiliare Montana Srl in liquid c. Lami 

ed altro, m., pag. 69. 

Dichiarazione di fallimento - Competenza per territorio 

- Criterio della prevenzione. * Cass. civ., sez. I, 

ord. 8 marzo 2002, n. 3461, Immobiliare Cristina 

73 Srl, m., pag. 69. 

Dichiarazione di fallimento - Competenza per territorio 

- Determinazione. * Cass. civ., sez. I, ord. 12 

marzo 2002, n. 3655, Banca Popolare di Lodi società 

cooperativa a r.l c. Nike Rifinizione Tessuti Srl, 

m., pag. 69. 

Fideiussione 

Limiti - Scadenza dell’obbligazione principale - Decadenza 

del creditore. * Cass. civ., sez. III, 27 marzo 

2002, n. 4444, Firma Srl in liq c. Banca Popolare 

dell’Emilia Romagna s.c.a.r.l, m., pag. 69. 

Manifestazioni della volontà - Volontà inequivoca di 

garantire il debito altrui - Necessità. * Cass. civ., 

sez. III, 8 marzo 2002, n. 3429, Banca Napoli Spa 

c. Aprile, m., pag. 69. 

Filiazione 

Dichiarazione giudiziale di paternità e maternità - 

Applicabilità della legge straniera - Interpretazione. 

* Cass. civ., sez. I, 27 febbraio 2002, n. 2907, Falcao 

c. Frontoni ed altro, m., pag. 69. 

Dichiarazione giudiziale di paternità e maternità - Interesse 

del minore - Difetto di «affectio» da parte 

del presunto padre. * Cass. civ., sez. I, 15 marzo 

2002, n. 3793, Barsotti c. Grandi, m., pag. 69. 


Nascita per fecondazione naturale - Paternità. * 

Cass. civ., sez. I, 15 marzo 2002, n. 3793, Barsotti 

c. Grandi, m., pag. 69. 

Dichiarazione giudiziale di paternità e maternità - Paternità 

naturale - Attribuzione in base al mero dato 

biologico. * Cass. civ., sez. I, 15 marzo 2002, n. 

3793, Barsotti c. Grandi, m., pag. 70. 


Prova - Rifiuto ingiustificato di una parte di sottoporsi 

a prelievi ematici. * Cass. civ., sez. I, 27 febbraio 

2002, n. 2907, Falcao c. Frontoni ed altro, m., 

pag. 70. 

Filiazione naturale - Riconoscimento - Impugnazione. 

* Cass. civ., sez. I, 19 marzo 2002, n. 3976, Carter 

c. Cassia, m., pag. 70. 

Giudizio civile e penale (rapporto) 

Cosa giudicata penale - Autorità nei giudizi civili o 

amministrativi - Efficacia nel processo tributario. * 

Cass. civ., sez. V, 19 marzo 2002, n. 3961, Min. Finanze 

c. Galluccio, m., pag. 70. 

Giurisdizione civile 

Giurisdizione ordinaria - Giurisdizione del giudice 

amministrativo - Ex art. 7 legge 205/2000. * Cass. 

civ., sez. un., ord. 7 marzo 2002, n. 3383, Roma 

Ovest Costruzioni Edilizie Srl c. Com. Roma, m., 

pag. 70. 

Giurisdizione ordinaria o amministrativa - Giurisdizione 

del giudice amministrativo - Esclusiva. * 

Cass. civ., sez. un., 11 marzo 2002, n. 3533, Petrolcarbo 

Srl c. Min. Finanze, m., pag. 70. 


del giudice ordinario - Aeroporti di Roma 

Spa. * Cass. civ., sez. un., ord. 7 marzo 2002, n. 

3385, Aroporti Roma Spa c. Trovò, m., pag. 70. 


del giudice ordinario - Controversie tra agenzia 

ippica ed UNIRE. * Cass. civ., sez. un., 15 

marzo 2002, n. 3874, Agenzia Ippica Europa di 

Bassi Sandro C. Snc c. UNIRE ed altri, m., pag. 70. 


del giudice ordinario - Edilizia popolare ed 

economica. * Cass. civ., sez. un., ord. 7 marzo 

2002, n. 3389, Barontini c. Com. Firenze, m., pag. 

71. 


in materia tributaria - Tassa per lo smaltimento 

dei rifiuti solidi urbani. * Cass. civ., sez. un., 1 

marzo 2002, n. 3030, Castorama Italia Spa c. Com. 

Corsico, m., pag. 71. 

Giurisdizione ordinaria o amministrativa - Ius superveniens 

- Rilevanza. * Cass. civ., sez. un., 19 febbraio 

2002, n. 2415, Amm. infrastrutture e dei 

trasporti c. Società Adriatica Costruzioni Ancona a 

r.l. ed altre, m., pag. 71. 

Giurisdizione ordinaria o amministrativa - Questione 

preliminare di giurisdizione - Rimessione alla Corte 

di giustizia CEE. * Cass. civ., sez. un., 20 marzo 

2002, n. 4034, Agea c. Malzani ed altro, m., pag. 

71. 

Impiego pubblico - Giurisdizione del giudice amministrativo 

- Enti pubblici. * Cass. civ., sez. un., 1 

marzo 2002, n. 3033, Fondo Pensioni Università 

Cattolica c. Pugno, m., pag. 71. 

Impiego pubblico - Giurisdizione del giudice ordinario 

- Enti assistenziali. * Cass. civ., sez. un., ord. 1 

marzo 2002, n. 3027, I.P.A.B. Madonna delle Grazie 

c. Cosma, m., pag. 71. 

Regolamento di giurisdizione - Preventivo - Inammissibilità. 

* Cass. civ., sez. un., ord. 15 marzo 

2002, n. 3878, Sorrisi c. AUSL 6 di Palermo ed altri, 

m., pag. 72. 

Regolamento di giurisdizione - Preventivo - Inammissibilità. 

* Cass. civ., sez. un., ord. 7 marzo 2002, 

n. 3385, Aeroporti Roma Spa c. Trovò, m., pag. 71. 

Regolamento di giurisdizione - Procedimento in genere 

- Duplicità di procedimenti pendenti tra le 

stesse parti con il medesimo oggetto. * Cass. civ., 

sez. un., ord. 7 marzo 2002, n. 3385, Aeroporti 

Roma Spa c. Trovò, m., pag. 72. 

Straniero - Obbligazioni sorte o da eseguirsi in Italia 

- Giurisdizione del giudice italiano. * Cass. civ., 

sez. un., 15 marzo 2002, n. 3876, Marktvertrieb 

Dieter Schwerin Gmbh c. Valenzano, m., pag. 72. 

Impiego pubblico 

Impiegati di enti pubblici in genere - Rapporto di 

pubblico impiego - Inpdap. * Cass. civ., sez. lav., 5 

marzo 2002, n. 3160, Inpdap c. Mazzoleni ed altro, 

m., pag. 72. 

Impiegati di enti pubblici in genere - Responsabilità 

amministrativa - Azione risarcitoria proposta esclusivamente 

contro lo Stato ex art. 28 Cost. * Cass. 

civ., sez. I, 7 marzo 2002, n. 3283, Ventriglia c. 

Min. Giustizia, m., pag. 72. 

Impiegati di enti pubblici in genere - Trattamento 

economico - Indennità integrativa speciale. * Cass. 

civ., sez. lav., 28 marzo 2002, n. 4554, Ferrovie 

Stato Spa c. Uffreduzzi, m., pag. 72. 

Impugnazioni civili in genere 

Cause scindibili e inscindibili - Inscindibilità di cause 

- Esclusione. * Cass. civ., sez. lav., 23 marzo 2002, 

n. 4171, Inps c. Milani ed altri, m., pag. 72. 

Cause scindibili e inscindibili - Integrazione del contraddittorio 

in cause inscindibili - Necessità. * Cass. 

civ., sez. II, ord. 19 marzo 2002, n. 4010, De Felice 

c. Luccarelli, m., pag. 72. 

Cause scindibili e inscindibili - Notificazione 

dell’impugnazione - Cause inscindibili. * Cass. 

civ., sez. V, 1 marzo 2002, n. 2981, Laurenzi ed altri 

c. Min. Finanze, m., pag. 73. 

Cause scindibili e inscindibili - Notificazione 

dell’impugnazione - Cause scindibili. * Cass. civ., 

sez. III, 4 marzo 2002, n. 3103, Orsoni c. Santoli ed 

altri, m., pag. 73. 

Incidentali - Tardive - Inefficacia. * Cass. civ., sez. 

lav., 14 marzo 2002, n. 3743, Banca Popolare Andrese 

c. Ruberto, m., pag. 73. 

Legittimazione all’impugnazione - Morte della parte

IV INDICE SOMMARIO 

dopo la pubblicazione della sentenza - Rappresentante 

dell’eredità. * Cass. civ., sez. III, 4 marzo 

2002, n. 3102, Pozzolini c. Caso ed altri, m., pag. 

73. 

Notificazione - Dell’atto di impugnazione - Agli eredi. 

* Cass. civ., sez. III, 4 marzo 2002, n. 3102, Pozzolini 

c. Caso ed altri, m., pag. 73. 

Notificazione - Dell’atto di impugnazione - Ricorso 

per cassazione. * Cass. civ., sez. II, 12 marzo 2002, 

n. 3572, Ciancimino ed altri c. Cipolla ed altri, m., 

pag. 73. 

Infermità di mente, interdizione, inabilitazione 

Atti compiuti da persona naturalmente incapace - Incapacità 

naturale - Accertamento. * Cass. civ., sez. 

II, 28 marzo 2002, n. 4539, Gasperat ed altro c. Frismon 



naturale - Malafede della persona contraente 

con l’incapace. * Cass. civ., sez. II, 28 marzo 

2002, n. 4539, Gasperat ed altro c. Frismon ed altro, 

m., pag. 73. 


naturale - Presunzione. * Cass. civ., sez. II, 

28 marzo 2002, n. 4539, Gasperat ed altro c. Frismon 


Lavoro autonomo 

Contratto d’opera - Prestazione d’opera intellettuale 

- Recesso. * Cass. civ., sez. II, 4 marzo 2002, n. 

3062, Chazalettes c. Fondazione Arena Verona, m., 

pag. 74. 

Lavoro subordinato 

Associazioni sindacali - Attività sindacale - Limiti. * 

Cass. civ., sez. lav., 15 marzo 2002, n. 3852, Pizza 

c. Barilla Alimentare Spa, m., pag. 74. 

Autoferrotranvieri - Retribuzione - Cottimo misto. * 

Cass. civ., sez. lav., 4 marzo 2002, n. 3098, Donato 

c. FF.SS. Spa, m., pag. 74. 

Avviamento al lavoro (collocamento) - Monopolio 

statale sul collocamento - Normativa comunitaria. * 

Cass. civ., sez. lav., 15 marzo 2002, n. 3841, Dir. 

Prov. del Lavoro di Udine c. Bosa, m., pag. 74. 

Capacità - Incapacità naturale della parte - Irrilevanza. 


Min. Interno c. Ciminelli, m., pag. 74. 

Categorie e qualifiche dei prestatori di lavoro - Diritto 

alla qualifica - Sostituzione del lavoratore assente. 


Poste Italiane Spa c. Cerri, m., pag. 74. 

Categorie e qualifiche dei prestatori di lavoro - Qualifiche 

- Quadri. * Cass. civ., sez. lav., 25 marzo 

2002, n. 4218, Poste Italiane Spa c. Capponi, m., 

pag. 75. 

Contratti collettivi - Disciplina (efficacia) - Contratto 

aziendale. * Cass. civ., sez. lav., 18 marzo 2002, n. 

3909, Banca Popolare di Augusta c. Salerno, m., 

pag. 75. 

Contratti collettivi - Disciplina (efficacia) - Recesso 

unilaterale dell’imprenditore. * Cass. civ., sez. lav., 

7 marzo 2002, n. 3296, Banca Popolare di Augusta 

c. Polì, m., pag. 75. 

Contratti collettivi - Interpretazione - Incensurabilità 

in cassazione. * Cass. civ., sez. lav., 1 marzo 2002, 

n. 3000, Del Monaco c. Cromocolor Srl, m., pag. 

75. 

Contratti collettivi - Interpretazione - Incensurabilità 

in cassazione. * Cass. civ., sez. lav., 4 marzo 2002, 

n. 3089, Iaria ed altri c. Ferrovie dello Stato Spa, m., 

pag. 75. 

Contratti collettivi - Interpretazione - Letterale. * 

Cass. civ., sez. lav., 4 marzo 2002, n. 3091, Serit 

Spa c. Marchioli, m., pag. 75. 

Controversie individuali - Appello - Deposito del ricorso. 

* Cass. civ., sez. lav., 22 marzo 2002, n. 

4131, Verardi c. Min. Interno, m., pag. 75. 

Controversie individuali - Appello - Prove nuove. * 

Cass. civ., sez. III, 11 marzo 2002, n. 3505, Cossu 

c. Mura A.D. ed altri, m., pag. 75. 

Controversie individuali - Configurabilità - Estremi. 

* Cass. civ., sez. lav., 22 marzo 2002, n. 4129, Studio 

Pietrangeli Srl c. Bellini, m., pag. 75. 

Controversie individuali - Procedimento - Domanda 

giudiziale. * Cass. civ., sez. lav., 11 marzo 2002, n. 

3463, Area Consult Sim c. Gamba ed altri, m., pag. 

76. 

Controversie individuali - Procedimento - Poteri del 

giudice. * Cass. civ., sez. III, 11 marzo 2002, n. 

3505, Cossu c. Mura A.D. ed altri, m., pag. 76. 

Diritti ed obblighi del datore e del prestatore di lavoro 

- Diligenza nella prestazione - Conseguente domanda 

di risarcimento dei danni proposta dal datore 

di lavoro. * Cass. civ., sez. lav., 21 marzo 2002, n. 

4083, Testa c. Crosetti, m., pag. 76. 


- Libertà e dignità del lavoratore - Personale di vigilanza. 

* Cass. civ., sez. lav., 2 marzo 2002, n. 

3039, Di Paolo c. A. Menarini - Industrie Farmaceutiche 

Riunite Srl, m., pag. 76. 


- Sanzioni disciplinari - Contestazione degli addebiti. 


SMAFIN Srl c. Petrolito, m., pag. 76. 


- Tutela delle condizioni di lavoro - Difesa da aggressioni 

conseguenti ad attività criminosa di terzi. 

* Cass. civ., sez. lav., 22 marzo 2002, n. 4129, Studio 

Pietrangeli Srl c. Bellini, m., pag. 76. 


- Tutela delle condizioni di lavoro - Responsabilità 

del committente per violazione delle norme di sicurezza 

del lavoro. * Cass. civ., sez. lav., 22 marzo 

2002, n. 4129, Studio Pietrangeli Srl c. Bellini, m., 

pag. 76. 


- Tutela delle condizioni di lavoro - Responsabilità. 

* Cass. civ., sez. lav., 5 marzo 2002, n. 3162, Italgas 

Spa c. Bracco, m., pag. 77. 


- Tutela delle condizioni di lavoro - Risarcimento 

del danno. * Cass. civ., sez. lav., 22 marzo 2002, n. 

4129, Studio Pietrangeli Srl c. Bellini, m., pag. 77. 

Estinzione del rapporto (recesso e risoluzione) - Licenziamento 

collettivo - Criteri di scelta del personale 

- Accordo tra datore e OO.SS. - Unico criterio 

di scelta - Possibilità di accedere al prepensionamento 

- Mantenimento in servizio di alcuni lavoratori 

prepensionabili - Conseguenze. * Cass. civ., 

sez. lav., 13 settembre 2002, n. 13393, ACRAF Spa 

c. Contini e Inps, pag. 26. 


illegittimo - Diritto del lavoratore ad 

ottenere la condanna del datore di lavoro al pagamento 

dei contributi previdenziali. * Cass. civ., sez. 

lav., 16 marzo 2002, n. 3905, Gusella c. Banca Antoniana 

Popolare Coop. a r.l.p.a, m., pag. 77. 


illegittimo - Risarcimento danni. * 

Cass. civ., sez. lav., 16 marzo 2002, n. 3904, Torrianese 

Pannelli Srl c. Andruccioli, m., pag. 77. 


in genere - Dirigenti. * Cass. civ., sez. 

lav., 28 marzo 2002, n. 4566, Cecchin c. Certottica 

s.c.a.r.l, m., pag. 77. 


per giusta causa - Immediatezza della 

contestazione. * Cass. civ., sez. lav., 23 marzo 

2002, n. 4170, Poste Italiane Spa c. Guizzetti, m., 

pag. 77. 


per giusta causa - Mancanza del lavoratore 

- Idoneità del comportamento a produrre un 

pregiudizio potenziale - Sufficienza - Danno economico 

effettivo - Irrilevanza - Fattispecie. * Cass. 

civ., sez. lav., 16 settembre 2002, n. 13536, Marini 

Spa c. Dragoni, pag. 19. 


per giusta causa - Mancanze del lavoratore 

- Pluralità di episodi oggetto di contestazione 

disciplinare - Valutazione complessiva della condotta 

- Necessità. * Cass. civ., sez. lav., 16 settembre 

2002, n. 13536, Marini Spa c. Dragoni, pag. 19. 

Indennità - Fine rapporto - Indennità di anzianità. * 

Cass. civ., sez. lav., 4 marzo 2002, n. 3088, Consorzio 

per l’area di sviluppo industriale di Gela c. Trevigne, 

m., pag. 78. 

Indennità - Fine rapporto - Interessi e rivalutazione. * 

Cass. civ., sez. lav., 25 marzo 2002, n. 4222, Fiat 

Auto Spa c. Marino, m., pag. 78. 

Indennità - Fine rapporto - Premio di operosità. * 

Cass. civ., sez. lav., 7 marzo 2002, n. 3305, Inps c. 

Sada, m., pag. 78. 

Indennità - Sostitutiva delle festività - Lavoro domenicale. 


Fiat Auto Spa c. Somà, m., pag. 78. 

Lavoro a domicilio - Licenziamento per riduzione del 

personale o per cessazione dell’attività aziendale - 

Indennità di mobilità. * Cass. civ., sez. lav., 23 febbraio 

2002, n. 4192, Inps c. Scalella ed altre, m., 

pag. 78. 

Lavoro a tempo determinato - Durata del rapporto - 

Apposizione di un termine al contratto di lavoro. * 

Cass. civ., sez. lav., 23 marzo 2002, n. 4199, Violi 

c. LAT-BRI Latticini Brianza Spa, m., pag. 78. 

Orario di lavoro - Lavoro straordinario - Retribuzione. 


RAS - Riunione Adriatica di Sicurtà Spa c. Capani 

ed altri, m., pag. 78. 

Orario di lavoro - Tempo parziale - Divieto di prestazioni 

di lavoro supplementare. * Cass. civ., sez. 

lav., 5 marzo 2002, n. 3171, Risaliti ed altro c. 

Isp.to Prov.le del Lavoro di Grosseto ed altro, m., 

pag. 79. 

Orario di lavoro - Tempo parziale - Superamento 

dell’orario stabilito nel contratto scritto. * Cass. 

civ., sez. lav., 27 novembre 2002, n. 15056, Levi 

New Arredamenti by Atrium di Ragazzoni Roberto 

C. Sas c. Min. Lavoro e della Previdenza Sociale, 

m., pag. 79. 

Rapporto di lavoro - Costituzione del rapporto - Assunzione 

in prova. * Cass. civ., sez. lav., 18 marzo 

2002, n. 3920, Bottene Spa c. Pio, m., pag. 79. 

Rapporto di lavoro - Costituzione del rapporto - Collocamento 

al lavoro. * Cass. civ., sez. lav., 15 marzo 

2002, n. 3841, Dir. Prov. del Lavoro di Udine c. 

Bosa, m., pag. 79. 

Rapporto di lavoro - Costituzione del rapporto - Divieto 

di intermediazione e di interposizione. * Cass. 

civ., sez. lav., 5 marzo 2002, n. 3172, Com. Pisa c. 

Antonelli ed altri, m., pag. 79. 

Rapporto di lavoro - Differenze dal lavoro autonomo 

- Criteri. * Cass. civ., sez. lav., 1 marzo 2002, n. 

3001, Com. Roma c. Inps, m., pag. 79. 

Retribuzione - Cassa integrazione guadagni - Indennità 

di anzianità e trattamento di fine rapporto. * 


Milani ed altri, m., pag. 79. 

Retribuzione - Cassa integrazione guadagni - Lavoratori 

non rioccupati nella stessa azienda al termine 

del periodo di integrazione salariale. * Cass. civ., 

sez. lav., 23 marzo 2002, n. 4171, Inps c. Milani ed 


Retribuzione - Contestazioni sul salario - Decadenza. 

* Cass. civ., sez. lav., 23 marzo 2002, n. 4175, Calculli 

c. Impresa Edile Petrara Salvatore, m., pag. 

80. 

Retribuzione - Determinazioni - Retribuzione minima 

garantita. * Cass. civ., sez. lav., 15 marzo 2002, 

n. 3826, Maraglino c. Cons. di Bonifica Stornana e 

Tara, m., pag. 80. 

Trasferimento d’azienda - Condizioni - Accertamento 

della volontà dei contraenti in relazione alla destinazione 

dei beni aziendali ceduti. * Cass. civ.,

sez. lav., 11 marzo 2002, n. 3469, Sderlenga c. 

ILME - Industria Lombarda Materiale Elettrico 

Spa, m., pag. 80. 

Locazione 

Contratto di locazione - Clausole - Oneri accessori. * 

Cass. civ., sez. III, 8 marzo 2002, n. 3431, Bortolamei 

c. Hodzic, m., pag. 80. 

Contratto di locazione - Patti in deroga - Facoltà di 

disdetta alla prima scadenza. * Cass. civ., sez. III, 8 

marzo 2002, n. 3431, Bortolamei c. Hodzic, m., 

pag. 80. 

Obblighi del locatore - Condizione del contratto di 

locazione - Possibilità di apportare all’immobile le 

modificazioni necessarie allo svolgimento dell’attività 

del conduttore. * Cass. civ., sez. III, 8 marzo 

2002, n. 3441, De Nino c. Glory Snc, m., pag. 80. 

Prelazione e riscatto - Esercizio del riscatto - Simulazione 

del prezzo. * Cass. civ., sez. III, 5 marzo 

2002, n. 3175, Tondo c. Conte, m., pag. 80. 

Regime vincolistico (proroga e blocco) - Proroga 

biennale - Ambito applicativo. * Cass. civ., sez. III, 

5 marzo 2002, n. 3177, Mondola c. Coscia, m., pag. 

81. 

Matrimonio 

Scioglimento (divorzio) - Assegno di divorzio - Decorrenza. 

* Cass. civ., sez. I, 21 marzo 2002, n. 

4038, Pecoraro Albani c. Martone, m., pag. 81. 

Scioglimento (divorzio) - Obblighi verso l’altro coniuge 

- Assegno - Determinazione della misura - 

Contributi offerti da terzi ad un coniuge come liberalità 

- Assimilabilità al contributo offerto direttamente 

da un coniuge - Esclusione. * Cass. civ., sez. 

I, 9 settembre 2002, n. 13060, Antonietti c. Tolomei, 

pag. 32. 


- Assegno - Natura assistenziale dell’assegno 

- Entità modesta dell’assegno - Assimilabilità 

all’assegno di mantenimento in sede di separazione 

- Cessazione dell’obbligo di corrispondere l’assegno 

- Ripetibilità delle somme corrisposte - Esclusione. 

* Cass. civ., sez. I, 9 settembre 2002, n. 

13060, Antonietti c. Tolomei, pag. 32. 


- Assegno - Presupposti per la sua attribuzione 

- Peggioramento del tenore di vita del coniuge 

richiedente rispetto a quello tenuto in costanza di 

matrimonio - Misura dell’assegno - Accertamento 

delle condizioni effettive. * Cass. civ., sez. I, 9 settembre 

2002, n. 13060, Antonietti c. Tolomei, pag. 

32. 


- Assegno - Riconoscimento e quantificazione 

- Criteri - Comportamento dei coniugi dopo la 

separazione - Rilevanza. * Cass. civ., sez. I, 9 settembre 

2002, n. 13060, Antonietti c. Tolomei, pag. 

32. 

Separazione dei coniugi - Assegno di mantenimento 

- Contributo per il mantenimento del figlio minore. 

* Cass. civ., sez. I, 19 marzo 2002, n. 3974, Musto 

c. Visconti, m., pag. 81. 


- Determinazione. * Cass. civ., sez. I, 19 marzo 

2002, n. 3975, Rizzo c. Sampugnaro, m., pag. 81. 


- Esistenza del diritto e determinazione concreta - 

Accertamento - Convivenza di tipo stabile - Rilevanza. 

* Cass. civ., sez. I, 9 settembre 2002, n. 

13060, Antonietti c. Tolomei, pag. 32. 


- Presupposti. * Cass. civ., sez. I, 19 marzo 2002, n. 

3974, Musto c. Visconti, m., pag. 81. 

Separazione dei coniugi - Casa coniugale - Assegnazione 

- Condizioni - Conservazione dell’habitat domestico 

a favore dei figli - Mancanza di presupposti 

per la già avvenuta disgregazione familiare - Inapplicabilità 

dell’istituto. * Cass. civ., sez. I, 9 settem- 

INDICE SOMMARIO V 

bre 2002, n. 13065, Mattoni c. Pellegrino, pag. 28. 

Separazione dei coniugi - Casa coniugale - Assegnazione 

- Condizioni - Impossibilità di usufruire della 

casa familiare da parte del coniuge affidatario dei 

minori - Incremento dell’assegno di mantenimento 

in favore del coniuge affidatario dei minori. * Cass. 

civ., sez. I, 9 settembre 2002, n. 13065, Mattoni c. 

Pellegrino, pag. 28. 

Separazione dei coniugi - Provvedimenti per i figli - 

Provvedimenti di modifica delle condizioni della 

separazione. * Cass. civ., sez. I, 28 marzo 2002, n. 

4499, Luppi c. Di Marco, m., pag. 81. 

Separazione dei coniugi - Provvedimenti per i figli - 

Sentenza ecclesiastica dichiarativa di nullità del 

matrimonio - Delibazione da parte della corte d’appello 

- Conseguenze - Norme regolatrici del matrimonio 

putativo - Applicabilità - Assegnazione della 

casa coniugale. * Cass. civ., sez. I, 13 settembre 

2002, n. 13428, Scirè c. Di Pasquale, pag. 21. 

Mediazione 

Diritto del mediatore alla provvigione - Condizioni - 

Nesso di causalità tra l’attività svolta e la conclusione 

dell’affare. * Cass. civ., sez. III, 8 marzo 

2002, n. 3438, Studio Saronno Uno Sas c. Robbiani, 

m., pag. 81. 

Diritto del mediatore alla provvigione - Misura - 

Contratto di mediazione finanziaria. * Cass. civ., 

sez. III, 8 marzo 2002, n. 3438, Studio Saronno 

Uno Sas c. Robbiani, m., pag. 81. 

Pluralità di mediatori - Revoca implicita dell’incarico 

conferito per primo - Esclusione. * Cass. civ., sez. 

III, 8 marzo 2002, n. 3437, Nautica Feichtner Srl c. 

Heiner, m., pag. 82. 

Submediazione - Obblighi ex art. 1759 c.c. in capo al 

mediatore originario - Persistenza. * Cass. civ., sez. 

III, 8 marzo 2002, n. 3437, Nautica Feichtner Srl c. 

Heiner, m., pag. 82. 

Notificazioni in materia civile 

A mezzo posta - Deposito nell’ufficio postale - Momento 

di perfezionamento - Per il notificante - Consegna 

dell’atto all’ufficiale giudiziario - Lesione 

del diritto di difesa del notificante - Illegittimità costituzionale 

in parte qua. * Corte cost., 26 novembre 

2002, n. 477 (ud. 20 novembre 2002), 

Rizzacasa Giovambattista c. Enel Spa, pag. 15. 

A mezzo posta - Deposito nell’ufficio postale - Momento 

di perfezionamento. * Cass. civ., sez. I, 15 

gennaio 2002, n. 382, Tagliente c. Franzoso ed altri, 

m., pag. 82. 

A persona di residenza, dimora o domicilio sconosciuti 

- Presupposti di applicabilità - Necessità di 

indagini. * Cass. civ., sez. III, 21 febbraio 2002, n. 

2504, Llajani c. C.E.A. Costruzioni Edili Adriatiche 

Srl, m., pag. 82. 

Nullità - Rinnovazione - Sanatoria. * Cass. civ., sez. 

lav., 1 marzo 2002, n. 3001, Com. Roma c. Inps, m., 

pag. 82. 

Presso il domiciliatario - Morte del domiciliatario - 

Inefficacia della elezione di domicilio. * Cass. civ., 

sez. III, 4 marzo 2002, n. 3102, Pozzolini c. Caso ed 


Obbligazioni in genere 

Adempimento - Pagamento - Imputazione. * Cass. 

civ., sez. II, 18 marzo 2002, n. 3941, De Cesare c. 

Bertolotto, m., pag. 82. 

Adempimento - Pagamento - Subordinazione alla 

preventiva fatturazione. * Cass. civ., sez. I, 5 marzo 

2002, n. 3121, Presidenza del Consiglio dei Ministri 

ed altri c. Cons. Coop. Costruzioni, m., pag. 82. 

Inadempimento - Verso una pubblica amministrazione 

- Fermo amministrativo - Presupposti - Compensazione 

con crediti verso altri o lo stesso ente 

amministrativo - Condizioni. * Trib. civ. Roma, 

sez. II, 25 luglio 2002, n. 30490, A.G.E.A c. Primeolive 

Srl, pag. 45. 

Obbligazioni pecuniarie - Crediti liquidi ed esigibili - 

Nozione. * Cass. civ., sez. II, 6 marzo 2002, n. 

3196, Bovo c. Tessari, m., pag. 82. 

Obbligazioni pecuniarie - Interessi - Anatocismo. * 

Cass. civ., sez. I, 28 marzo 2002, n. 4490, Banca 

Popolare di Milano Spa c. Renzullo ed altra, m., 

pag. 83. 

Obbligazioni pecuniarie - Interessi - Eccedenti la misura 

legale. * Cass. civ., sez. I, 28 marzo 2002, n. 

4490, Banca Popolare di Milano Spa c. Renzullo ed 

altra, m., pag. 83. 

Ordinamento giudiziario 

Consiglio Superiore della Magistratura - Opinioni 

espresse nell’esercizio delle funzioni - Non punibilità. 


Amatucci ed altri c. Esposito ed altri, m., pag. 83. 

Consiglio Superiore della Magistratura - Opinioni 

espresse nell’esercizio delle funzioni - Non punibilità. 


Amatucci ed altri c. Esposito ed altri, m., pag. 83. 

Disciplina della Magistratura - Procedimento disciplinare 

- Errore commesso dal magistrato di sorveglianza 

costituente nella negligente omessa revoca 

di una misura di sicurezza detentiva. * Cass. civ., 

sez. un., 1 marzo 2002, n. 3032, Martinelli c. Min. 

Giustizia ed altro, m., pag. 83. 

Possesso 

Acquisto - Mutamento della detenzione in possesso - 

Fattispecie in materia di contratti agrari - Affitto di 

fondi rustici - Natura del contratto - Detenzione del 

fondo - Parificazione con il comodato di fondo rustico 

- Esclusione. * Corte app. civ. Salerno, 4 marzo 

2002, Carbone c. Mastrandrea e altro, pag. 42. 

Azione di reintegrazione da spoglio - Provvedimento 

di reintegrazione - Accoglimento del reclamo avverso 

il provvedimento di reintegra nel possesso. * 

Cass. civ., sez. II, 7 marzo 2002, n. 3338, Martelli 

ed altri c. Chiricosta, m., pag. 84. 

Prescrizione civile 

Interruzione - Atti interruttivi - Configurabilità. * 

Cass. civ., sez. lav., 25 marzo 2002, n. 4219, Cardelli 

c. Inail, m., pag. 84. 

Interruzione - Atti interruttivi - Precetto. * Cass. civ., 

sez. III, 25 marzo 2002, n. 4203, Dartora c. Tiozzo, 

m., pag. 84. 

Previdenza e assistenza (assicurazioni sociali) 

Casse di mutualità e fondi pevidenziali - Ingegneri e 

architetti - Pensione indiretta. * Cass. civ., sez. lav., 

28 marzo 2002, n. 4559, Grimaldi c. Inarcassa - 

Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza per gli 

Ingegneri, m., pag. 84. 

Casse di mutualità e fondi pevidenziali - Ingegneri e 

architetti - Pensione indiretta. * Cass. civ., sez. lav., 

28 marzo 2002, n. 4559, Grimaldi c. Inarcassa - 

Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza per gli 

Ingegneri, m., pag. 84. 

Casse di mutualità e fondi previdenziali - Dirigenti di 

aziende industriali - Art. 5 legge n. 44 del 1973. * 

Cass. civ., sez. lav., 6 marzo 2002, n. 3203, Inpdai 

c. Locatelli, m., pag. 84. 

Casse di mutualità e fondi previdenziali - Fondi speciali 

di previdenza - Costituzione di un’unica posizione 

assicurativa per i dipendenti delle società 

iscritte al Fondo telefonici. * Cass. civ., sez. lav., 8 

marzo 2002, n. 3398, Inps c. Telecom Italia Spa, 

m., pag. 84. 

Casse di mutualità e fondi previdenziali - Fondi speciali 

di previdenza - Vincolo di destinazione. * 

Cass. civ., sez. lav., 12 marzo 2002, n. 3630, Mediocredito 

Fondiario Centroitalia Spa c. Andreoni 


Casse di mutualità e fondi previdenziali - Geometri - 

Iscritti non in possesso del requisito della continuità

VI INDICE SOMMARIO 

dell’esercizio professionale. * Cass. civ., sez. lav., 

18 marzo 2002, n. 3911, Cassa Italiana di Previdenza 

e Assistenza Geometri c. Cacace, m., pag. 85. 

Contributi assicurativi - Agevolazioni - Condono 

previdenziale. * Cass. civ., sez. lav., 2 marzo 2002, 

n. 3037, Enic Go Round Srl c. Inps, m., pag. 85. 

Contributi assicurativi - Agevolazioni - Condono 

previdenziale. * Cass. civ., sez. lav., 21 marzo 

2002, n. 4060, Fiamm Spa c. Inps, m., pag. 85. 

Contributi assicurativi - Versamento - Contributi non 

più utilizzabili. * Cass. civ., sez. lav., 18 marzo 

2002, n. 3921, Stara c. Cnpaf, m., pag. 85. 

Contributi assicurativi - Versamento - Società cooperative. 

* Trib. civ. Vicenza, sez. lav., 26 aprile 

2002, Eurocoop Scarl c. Inps e altro, pag. 48. 

Controversie - Appello - Vizio di omessa motivazione. 


Castri c. Inps, m., pag. 85. 

Controversie - Competenza e giurisdizione - Competenza 

per territorio. * Cass. civ., sez. lav., 7 marzo 

2002, n. 3303, Fondazione Enasarco c. ING Sviluppo 

Investimenti Sim Spa, m., pag. 85. 

Controversie - Competenza e giurisdizione - Rimborso 

di contributi. * Cass. civ., sez. lav., 18 marzo 

2002, n. 3921, Stara c. Cnpaf, m., pag. 85. 

Controversie - Procedimento amministrativo - Proponibilità 

della domanda giudiziale. * Cass. civ., 

sez. lav., 25 marzo 2002, n. 4247, Falco c. Inps, m., 

pag. 85. 

Inail - Indennità e rendita - Contributi o premi - Denuncia 

dei lavori - Situazione di rischio - Errore - 

Obbligo di pagamento dei premi - Sussistenza. * 

Cass. civ., sez. lav., 5 settembre 2002, n. 12908, 

Fratelli Mara Srl c. Inail, pag. 36. 

Inail - Indennità e rendita - Equo indennizzo. * Cass. 

civ., sez. lav., 23 marzo 2002, n. 4198, Ente Poste 

Italiane c. Schiavetti, m., pag. 85. 

Inail - Indennità e rendita - Prescrizione. * Cass. civ., 

sez. lav., 25 marzo 2002, n. 4223, Porcu ed altro c. 

Inail, m., pag. 86. 

Inail - Indennità e rendita - Presupposti. * Cass. civ., 

sez. lav., 25 marzo 2002, n. 4233, Inps c. Erdas, m., 

pag. 86. 

Inail - Indennità e rendita - Rendita in favore 

dell’ascendente superstite. * Cass. civ., sez. lav., 4 

marzo 2002, n. 3069, Maurino c. Inail, m., pag. 86. 

Inail - Infortunio - Indennizzo. * Cass. civ., sez. lav., 

21 marzo 2002, n. 4080, Frison c. Monti Officine 

Fonderie Spa, m., pag. 86. 

Inail - Malattie professionali - Accertamento. * Cass. 

civ., sez. lav., 21 marzo 2002, n. 4069, Sala c. Inail, 

m., pag. 86. 

Inps - Assegni familiari - Collegamento tra tipo di 

pensione e benefici per carico di famiglia. * Cass. 

civ., sez. lav., 7 marzo 2002, n. 3292, Doati c. Inps, 

m., pag. 86. 

Inps - Disoccupazione - Contributi e prestazione. * 


Citraro ed altri, m., pag. 86. 

Inps - Pensione di anzianità e vecchiaia - Pensionamento 

anticipato. * Cass. civ., sez. lav., 16 marzo 

2002, n. 3908, Balocco ed altri c. Inps ed altri, m., 

pag. 86. 

Inps - Pensione di anzianità e vecchiaia - Retribuzione 

minima contrattuale. * Cass. civ., sez. lav., 7 

marzo 2002, n. 3311, Cristina Maria c. Inps, m., 

pag. 87. 

Inps - Pensione di anzianità e vecchiaia - Sospensione 

dell’accesso al pensionamento di anzianità ex 

art. 13 legge n. 724 del 1994. * Cass. civ., sez. lav., 

12 marzo 2002, n. 3620, Morotti c. Inps, m., pag. 

87. 

Inps - Pensione di invalidità - Requisiti reddituali. * 

Cass. civ., sez. lav., 22 marzo 2002, n. 4131, Verardi 

c. Min. Interno, m., pag. 87. 

Inps - Pensione di reversibilità - Determinazione. * 

Cass. civ., sez. lav., 14 marzo 2002, n. 3745, Misiti 

e altri c. Inps, m., pag. 87. 

Inps - Pensione di reversibilità - Riliquidazione. * 

Cass. civ., sez. lav., 14 marzo 2002, n. 3745, Misiti 


Inps - Pensione in genere - Integrazione al minimo. * 

Cass. civ., sez. lav., 14 marzo 2002, n. 3756, Fraschini 


Inps - Pensione in genere - Pensione sociale. * Cass. 

civ., sez. lav., 5 marzo 2002, n. 3137, Inps c. Cresta, 

m., pag. 87. 

Inps - Pensione privilegiata ordinaria militare tabellare 

- Rapporti con la pensione di invalidità. * Cass. 

civ., sez. lav., 1 marzo 2002, n. 3005, Min. Interno 

c. Cosentino, m., pag. 88. 

Invalidi e mutilati civili - Assegno di invalidità - Requisito 

dell’incollocazione al lavoro. * Cass. civ., 

sez. lav., 28 marzo 2002, n. 4555, Romito c. Min. 

Interno, m., pag. 88. 

Invalidi e mutilati civili - Indennità di accompagnamento 

- Incompatibilità con indennità analoghe. * 

Cass. civ., sez. lav., 5 marzo 2002, n. 3143, Min. Interno 

c. Piras, m., pag. 88. 


- Presupposti. * Cass. civ., sez. lav., 27 marzo 

2002, n. 4416, Min. Interno c. D’Alessandro, m., 

pag. 88. 


- Presupposti. * Cass. civ., sez. lav., 6 marzo 

2002, n. 3212, Min. Interno c. Rossi, m., pag. 88. 


- Stato di inabilità. * Cass. civ., sez. lav., 4 

marzo 2002, n. 3085, Min. Interno c. Ciminelli, m., 

pag. 88. 

Invalidi e mutilati civili - Invalidi - Requisiti dello 

stato di «incollocazione al lavoro». * Cass. civ., 

sez. lav., 21 marzo 2002, n. 4067, Min. Interno c. 

Capristo, m., pag. 89. 

Invalidi e mutilati civili - Invalidi - Requisito della 

«incollocazione al lavoro». * Cass. civ., sez. lav., 

21 marzo 2002, n. 4067, Min. Interno c. Capristo, 

m., pag. 89. 

Prescrizione delle prestazioni assicurative - Termine 

triennale - Decorrenza. * Cass. civ., sez. lav., 25 

marzo 2002, n. 4219, Cardelli c. Inail, m., pag. 89. 

Procedimenti cautelari 

Azioni di nunciazione - Denuncia di nuova opera - 

Presupposti. * Cass. civ., sez. II, 12 marzo 2002, n. 

3573, Bosio La Greca c. Panciera, m., pag. 89. 

Procedimenti sommari 

Ingiunzione - Opposizione - Competenza. * Cass. 

civ., sez. III, ord. 4 marzo 2002, n. 3107, Palma c. 

Telecom Italia Spa, m., pag. 89. 

Ingiunzione - Opposizione - Domande riconvenzionali. 


Pedrazzini c. E.N.I. Spa - Divisione Agip, m., pag. 

89. 

Procedimento civile in genere 

Cessazione della materia del contendere - Condizioni 

- Limiti. * Cass. civ., sez. II, 22 marzo 2002, n. 

4127, Riccardi c. Boccuti, m., pag. 89. 

Cessazione della materia del contendere - Intervenuta 

conciliazione della lite - Conseguenze. * Cass. civ., 

sez. lav., ord. 12 marzo 2002, n. 3645, RAI Radiotelevisione 

Italiana Spa c. Caserio, m., pag. 89. 

Contratti collettivi - Interpretazione - Comune intenzione 

delle parti stipulanti. * Cass. civ., sez. lav., 4 

marzo 2002, n. 3081, Campione c. Ferrovie dello 

Stato Spa, m., pag. 89. 

Difensori - Mandato alle liti (procura) - Contenuto e 

forma. * Cass. civ., sez. I, 15 marzo 2002, n. 3794, 

Convass Italia Srl c. Lorenz Srl, m., pag. 90. 

Difensori - Mandato alle liti (procura) - Contenuto e 

forma. * Cass. civ., sez. II, 12 marzo 2002, n. 3570, 

Cespi Ennio Titolare Cespi Ceramiche Ditta c. 

King’s Ceramica Spa, m., pag. 90. 

Difensori - Mandato alle liti (procura) - Procura. * 

Cass. civ., sez. I, 7 marzo 2002, n. 3279, Società 

Laguna Snc di Marchiori Lino e Zottin Claudio c. 

Enel Spa, m., pag. 90. 

Domanda giudiziale - Citazione - Contenuto. * Cass. 

civ., sez. II, 7 marzo 2002, n. 3335, La Cava G c. La 

Cava S, m., pag. 90. 

Domanda giudiziale - Interesse ad agire - Accertamento. 


Anselmi ed altro c. Cond. Via Etna 8, m., pag. 90. 

Domanda giudiziale - Interesse ad agire - Accertamento. 


Speranza Serafina c. Speranza Giuseppe, m., pag. 

90. 

Domanda giudiziale - Interpretazione e qualificazione 

- Potere del giudice. * Cass. civ., sez. II, 26 marzo 

2002, n. 4318, Associazione Volontari Unità 

Cinofile c. Autonova Srl, m., pag. 90. 

Domanda giudiziale - Modificazione - Successiva limitazione 

al solo accertamento dell’an debeatur. * 

Cass. civ., sez. III, 7 marzo 2002, n. 3322, Italiano 

c. Randazzo Vinci, m., pag. 90. 

Estinzone del processo - Estinzione del giudizio ex 

art. 36, comma quinto, L. 23 dicembre 1998, n. 448 

- Ambito di operatività. * Cass. civ., sez. lav., 14 

marzo 2002, n. 3756, Fraschini e altri c. Inps, m., 

pag. 90. 

Giudice - Istruttore - Rimessione della causa al collegio. 

* Cass. civ., sez. III, 21 febbraio 2002, n. 2504, 

Llajani c. C.E.A. Costruzioni Edili Adriatiche Srl, 

m., pag. 90. 

Giudice - Ricusazione e astensione - Mancata presentazione 

dell’istanza di ricusazione. * Cass. civ., sez. 

un., 11 marzo 2002, n. 3527, Amatucci ed altri c. 

Esposito ed altri, m., pag. 91. 

Giudice - Ricusazione e astensione - Ordinanza che 

provvede sulla ricusazione. * Cass. civ., sez. I, 26 

marzo 2002, n. 4297, Predil Anstalt c. Reg. Lombardia 


Giudice - Ricusazione e astensione - Ordinanza di 

inammissibilità dell’istanza di ricusazione. * Cass. 

civ., sez. I, 28 marzo 2002, n. 4486, Belluco c. Barbero, 

m., pag. 91. 

Interruzione del processo - Riassunzione - Nei confronti 

di uno solo dei litisconsorti necessari. * Cass. 

civ., sez. I, 28 marzo 2002, n. 4488, Guadagni c. 

Marini, m., pag. 91. 

Intervento in causa di terzi - Su istanza di parte - Forma 

e tempo della chiamata. * Cass. civ., sez. lav., 5 

marzo 2002, n. 3156, Ausl Teramo c. Opera Pia F. 

Alessandrini, m., pag. 91. 

Intervento in causa di terzi - Su istanza di parte - Forma 

e tempo della chiamata. * Cass. civ., sez. lav., 5 

marzo 2002, n. 3156, Ausl Teramo c. Opera Pia F. 

Alessandrini, m., pag. 91. 

Legittimazione - Passiva - Indicazione di un terzo 

quale effettivo obbligato. * Cass. civ., sez. lav., 22 

marzo 2002, n. 4129, Studio Pietrangeli Srl c. Bellini, 

m., pag. 91. 

Litisconsorzio - Necessario - Integrazione del contraddittorio. 

* Cass. civ., sez. I, 21 marzo 2002, n. 

4051, Besana c. Sciarrone, m., pag. 91. 

Sospensione del processo - Necessità - Condizioni. * 

Cass. civ., sez. lav., 14 marzo 2002, n. 3753, Pedrazzini 

c. E.N.I. Spa - Divisione Agip, m., pag. 91. 

Sospensione del processo - Necessità - Presupposti. * 

Cass. civ., sez. III, ord. 4 marzo 2002, n. 3105, Ottaviani 

c. Lazzarino ed altro, m., pag. 92. 

Successione nel processo - A titolo particolare - Nel 

diritto controverso. * Cass. civ., sez. un., 15 marzo 

2002, n. 3874, Ag. Ippica Europa di Bassi Sandro 

C. Snc c. UNIRE ed altri, m., pag. 92. 

Successione nel processo - Autorità per la garanzia 

delle comunicazioni - Ricorso per cassazione. * 

Cass. civ., sez. I, 1 marzo 2002, n. 3021, Autorità 

per le garanzie nelle comunicazioni c. Autitalia Srl, 

m., pag. 92. 

Produzione, commercio e consumo

Prodotti alimentari - Commercio interno - Prodotto 

preconfezionato - Differenza dal prodotto preincartato 

- Luogo dell’imballaggio - Irrilevanza. * Cass. 

civ., sez. I, 13 settembre 2002, n. 13412, Benoit 

Lheureux c. UPICA Lodi, pag. 24. 

Professioni intellettuali 

Disposizioni generali - Compenso - Controversia. * 

Cass. civ., sez. I, 1 marzo 2002, n. 3024, Mazzù c. 

Fall. Cavitor Srl, m., pag. 92. 

Professionisti - Notai - Processo disciplinare. * Cass. 

civ., sez. III, ord. 25 marzo 2002, n. 4280, Rivani 

Farolfi c. P.G. Corte d’Appello di Milano, m., pag. 

92. 

Promesse unilaterali 

Promessa di pagamento e ricognizione del debito - 

Azione cambiaria - Prescrizione - Utilizzo del titolo 

di credito - Implicito riconoscimento del debito - 

Conseguenze. * Corte app. civ. Lecce, sez. dist. Taranto, 

11 marzo 2002, n. 75, Intesa Gestione Crediti 

c. Guarino, pag. 41. 

Proprietà 

Azioni a difesa della proprietà - Rivendicazione - 

Prova. * Cass. civ., sez. II, 12 marzo 2002, n. 3568, 

Giammanco c. Scaduto, m., pag. 92. 

Limitazioni legali della proprietà - Distanze legali - 

Alberi. * Cass. civ., sez. II, 27 marzo 2002, n. 4361, 

Buffa c. Bagnato ed altro, m., pag. 92. 


Fabbriche e depositi nocivi e pericolosi. * Cass. 

civ., sez. II, 6 marzo 2002, n. 3199, Danieli c. Soncina, 

m., pag. 92. 


Nelle costruzioni. * Cass. civ., sez. II, 12 marzo 

2002, n. 3564, Mattoni c. Fulici ed altro, m., pag. 

93. 



2002, n. 4372, Mendella ed altro c. Mancusi Barone, 

m., pag. 93. 



2002, n. 3199, Danieli c. Soncina, m., pag. 92. 



2002, n. 3340, Bruni c. Collina, m., pag. 92. 


Norme di edilizia. * Cass. civ., sez. II, 27 marzo 

2002, n. 4372, Mendella ed altro c. Mancusi Barone, 

m., pag. 93. 

Limitazioni legali della proprietà - Norme di edilizia 

- Violazione di prescrizioni urbanistiche. * Cass. 

civ., sez. II, 7 marzo 2002, n. 3340, Bruni c. Collina, 

m., pag. 93. 

Limitazioni legali della proprietà - Norme di edilizia 

- Violazione norme urbanistiche relative ad altezza 

e volumetria. * Cass. civ., sez. II, 7 marzo 2002, n. 

3340, Bruni c. Collina, m., pag. 93. 

Limitazioni legali della proprietà - Rapporti di vicinato 

- Diritto alla demolizione. * Cass. civ., sez. II, 

7 marzo 2002, n. 3341, De Gennaro Pietro Domenico 

c. De Gennaro Antonetta, m., pag. 93. 

Limitazioni legali della proprietà - Violazione - Risarcimento 

del danno. * Cass. civ., sez. II, 7 marzo 

2002, n. 3341, De Gennaro Pietro Domenico c. De 

Gennaro Antonetta, m., pag. 93. 

Prova civile 

Confessione - Revoca - Presupposti. * Cass. civ., sez. 

II, 1 marzo 2002, n. 3010, Caffè Morganti Srl c. 

Banca Roma Spa, m., pag. 93. 

Confessione - Stragiudiziale - Valore probatorio. * 

Cass. civ., sez. III, 25 marzo 2002, n. 4204, Maggini 

Srl c. Duomo Spa e altri, m., pag. 93. 

Consulenza tecnica - Consulente d’ufficio - Compenso. 

* Cass. civ., sez. II, 4 marzo 2002, n. 3061, F.lli 

INDICE SOMMARIO VII 

Cattelan di Cattelan Sergio Claudio C. Snc c. Valmasoni 


Consulenza tecnica - Valutazione della consulenza - 

Omessa valutazione delle critiche della parte. * 

Cass. civ., sez. II, 12 marzo 2002, n. 3568, Giammanco 

c. Scaduto, m., pag. 94. 

Consulenza tecnica - Valutazione della consulenza - 

Poteri del giudice. * Cass. civ., sez. III, 11 marzo 

2002, n. 3492, Steuckmann c. Ospedale Regionale 

Bolzano - Unità Sanitaria Centro Sud, m., pag. 94. 

Documentale - Falso civile - Querela di falso. * Cass. 

civ., sez. II, 26 marzo 2002, n. 4310, Di Rienzo c. 

Sorbi, m., pag. 94. 

Documentale - Scrittura privata - Data. * Cass. civ., 

sez. I, 1 marzo 2002, n. 3024, Mazzù c. Fall. Cavitor 

Srl, m., pag. 94. 

Documentale - Scrittura privata - Verificazione. * 

Cass. civ., sez. II, 1 marzo 2002, n. 3009, Smeriglia 

c. Rundo, m., pag. 94. 

Onere della prova - Pacificità dei fatti - Conseguenziale 

esonero dalla necessità di provarli. * Cass. 

civ., sez. III, 5 marzo 2002, n. 3175, Tondo c. Conte, 

m., pag. 94. 

Prove indiziarie - Presunzioni - Incensurabilità in 

cassazione. * Cass. civ., sez. I, 19 marzo 2002, n. 

3974, Musto c. Visconti, m., pag. 94. 

Prove raccolte in altro processo - Valutabilità da parte 

del giudice - Condizioni. * Cass. civ., sez. III, 4 

marzo 2002, n. 3102, Pozzolini c. Caso ed altri, m., 

pag. 94. 

Testimoniale - Eccezioni - Perdita del documento. * 

Cass. civ., sez. II, 4 marzo 2002, n. 3059, Pegorari 

c. Ceniti, m., pag. 94. 

Provvedimenti del giudice civile 

Ordinanza - Anticipatoria - Rinuncia alla pronuncia 

della sentenza. * Cass. civ., sez. III, 8 marzo 2002, 

n. 3434, Mastricci c. La Fondiaria Ass.ni Spa ed altro, 

m., pag. 94. 

Ordinanza - Ordinanza anticipatoria di condanna - 

Legittimazione della parte destinataria dell’ordinanza 

anticipatoria. * Cass. civ., sez. III, 8 marzo 

2002, n. 3434, Mastricci c. La Fondiaria Ass.ni Spa 


Ordinanza - Ordinanza anticipatoria di condanna - 

Rinuncia alla pronuncia della sentenza ritualmente 

effettuata da una sola delle parti intimate. * Cass. 

civ., sez. III, 8 marzo 2002, n. 3434, Mastricci c. La 

Fondiaria Ass.ni Spa ed altro, m., pag. 95. 

Ordinanza - Ordinanza anticipatoria di condanna ex 

art. 186 quater c.p.c. - Rinuncia alla pronuncia della 

sentenza. * Cass. civ., sez. III, 6 marzo 2002, n. 

3194, Alpi Ass.ni Spa in l.c.a c. Iacovelli ed altri, 

m., pag. 95. 

Religione, culti e chiese 

Chiesa cattolica - Enti ecclesiastici - Personalità giuridica. 

* Cass. civ., sez. III, 2 aprile 2002, n. 4627, 

Massa ed altro c. Capitolo di San Pietro in Vaticano, 

m., pag. 95. 

Responsabilità civile 

Causalità (Nesso di) - Apprezzamento di fatto del 

giudice del merito - Sindacabilità in sede di legittimità. 

* Cass. civ., sez. III, 11 marzo 2002, n. 3492, 

Steuckmann c. Ospedale Regionale di Bolzano - 

Unità Sanitaria Centro Sud, m., pag. 95. 

Cose in custodia - Presunzione di colpa - Caso fortuito. 


Scatamacchia c. Prov. Religiosa di S. Pietro Fatebenefratelli, 

m., pag. 95. 

Responsabilità contrattuale ed extracontrattuale - Attività 

medico-chirurgica - Onere di diligenza qualificata 

a carico del professionista. * Cass. civ., sez. 

III, 11 marzo 2002, n. 3492, Steuckmann c. Ospedale 

Regionale Bolzano - Unità Sanitaria Centro 

Sud, m., pag. 95. 

Responsabilità contrattuale ed extracontrattuale - At- 

tività medico-chirurgica - Sussistenza del nesso 

eziologico tra evento dannoso e prestazione sanitaria. 


Steuckmann c. Ospedale Regionale di Bolzano - 

Unità Sanitaria Centro Sud, m., pag. 95. 

Responsabilità patrimoniale 

Cause di prelazione - Ipoteca - Cancellazione - Presupposto 

- Terzo datore di ipoteca - Condizione risolutiva 

- Fallimento del debitore garantito - 

Avveramento - Sopravvenuta inssusistenza di un 

valido negozio ipotecario - Esclusione. * Trib. civ. 

Nocera Inferiore, sez. II, 11 luglio 2002, S.M.I.A. 

Srl c. Fall. R3 di Russo Vincenzo C. Sas, pag. 47. 

Cause di prelazione - Ipoteca - Terzo datore di ipoteca 

- Fallimento del debitore garantito - Annotazione 

del trasferimento - Esclusione - Reclamo contro la 

decisione del giudice delegato - Impugnazione - 

Ammissibilità - Esclusione - Istanza di ammissione 

al passivo. * Trib. civ. Nocera Inferiore, sez. II, 11 

luglio 2002, S.M.I.A. Srl c. Fall. R3 di Russo Vincenzo 

C. Sas, pag. 47. 

Cause di prelazione - Ipoteca - Terzo datore di ipoteca 

- Fallimento del debitore garantito - Pagamento 

con surrogazione - Annotazione del trasferimento - 

Esclusione - Istanza di ammissione al passivo. * 

Trib. civ. Nocera Inferiore, sez. II, 11 luglio 2002, 

S.M.I.A. Srl c. Fall. R3 di Russo Vincenzo C. Sas, 

pag. 47. 

Revocazione (Giudizio di) 

Motivi - Errore di fatto - Configurabilità. * Cass. civ., 

sez. lav., 2 marzo 2002, n. 3041, De Stefano c. Gesetione 

Straordinaria Trasporti Irpini, m., pag. 96. 

Motivi - Errore di fatto - Requisito della decisività. * 

Cass. civ., sez. II, 7 marzo 2002, n. 3339, Napoli c. 

Greco, m., pag. 96. 

Risarcimento del danno 

Compensatio lucri cum damno - Applicabilità - Condizioni. 

* Cass. civ., sez. II, 25 marzo 2002, n. 

4205, Santangelo e altri c. Winterthur Assicurazioni 

Spa e altri, m., pag. 96. 

Danno non patrimoniale - Danno morale - Accertamento 

del fatto illecito. * Cass. civ., sez. III, 14 

marzo 2002, n. 3728, Fusco ed altr c. Puzone ed altri, 

m., pag. 96. 

Parenti della vittima (morte di congiunti) - Diritto al 

risarcimento - Danni futuri. * Cass. civ., sez. III, 25 

marzo 2002, n. 4205, Santangelo e altri c. Winterthur 

Assicurazioni Spa e altri, m., pag. 96. 

Valutazione e liquidazione - Criteri equitativi - Condizioni 

di applicabilità. * Cass. civ., sez. III, 7 marzo 

2002, n. 3327, Gentile ed altri c. Com. Salerno, 

m., pag. 96. 

Valutazione e liquidazione - Danni futuri - Danno derivante 

al coniuge. * Cass. civ., sez. III, 25 marzo 

2002, n. 4205, Santangelo e altri c. Winterthur Assicurazioni 

Spa e altri, m., pag. 96. 

Valutazione e liquidazione - Invalidità personale - 

Danno biologico. * Cass. civ., sez. II, 14 marzo 

2002, n. 3728, Fusco ed altri c. Puzone ed altri, m., 

pag. 96. 

Valutazione e liquidazione - Invalidità personale - 

Danno da lucro cessante. * Cass. civ., sez. III, 8 

marzo 2002, n. 3434, Mastricci c. La Fondiaria 

Ass.ni Spa ed altro, m., pag. 97. 

Riscossione delle imposte 

A mezzo ruoli (tributi diretti) - Iscrizione a ruolo - 

Omessa o irregolare notificazione dell’avviso di accertamento. 

* Cass. civ., sez. V, 8 marzo 2002, n. 

3426, Min. Finanze c. Cristaldifilm Srl, m., pag. 97. 

Sanzioni - Maggiori redditi - Avviso di mora. * Cass. 

civ., sez. V, 1 marzo 2002, n. 2984, Min. Finanze c. 

Cardinali, m., pag. 97. 

Versamento diretto - Rimborsi - Divieto. * Cass. civ., 

sez. V, 26 marzo 2002, n. 4328, Min. Finanze c.

VIII INDICE SOMMARIO 

Fall. Casarredo Srl, m., pag. 97. 

Versamento diretto - Rimborsi - Silenzio rifiuto. * 


c. Italtel Spa, m., pag. 97. 

Versamento diretto - Rimborsi - Termini. * Cass. 

civ., sez. V, 19 marzo 2002, n. 3956, Min. Finanze 

c. Baldoni ed altri, m., pag. 97. 

Versamento diretto - Rimborsi - Termini. * Cass. 


c. Michelini, m., pag. 97. 

Sanità pubblica 

Professioni sanitarie - Servizio farmaceutico - Erogazione 

dell’assistenza sanitaria ex artt. 43 e 48 legge 

n. 833/1978. * Cass. civ., sez. un., ord. 14 marzo 

2002, n. 3791, Aita c. A.S.L. n. 2 Castrovillari, m., 

pag. 97. 

Sentenza civile 

Contenuto - Esposizione dello svolgimento del processo 

- Mancanza. * Cass. civ., sez. II, 4 marzo 

2002, n. 3066, Miele c. Croze, m., pag. 98. 

Contenuto - Indicazione del giudice - Specificazione 

territoriale del giudice. * Cass. civ., sez. I, 5 marzo 

2002, n. 3132, Consorzio Cooperative Edilizie 

ACLI Comunali Srl c. Naclerio, m., pag. 98. 

Motivazione - Contraddittoria - Motivo di impugnazione. 

* Cass. civ., sez. V, 19 marzo 2002, n. 3965, 

Min. Finanze c. Fall. Union Macchine Utensili Precisione, 

m., pag. 98. 

Motivazione - Motivazione per relationem - Ammissibilità. 


Miele c. Croze, m., pag. 98. 

Omessa pronuncia - Configurabilità - Condizioni. * 

Cass. civ., sez. V, 18 marzo 2002, n. 3927, Morfino 


Requisiti - Carattere decisorio - Differenza rispetto 

all’ordinanza. * Cass. civ., sez. II, 7 marzo 2002, n. 

3330, Speranza Serafina c. Speranza Giuseppe, m., 

pag. 98. 

Ultra ed extra petita - rilevabilità d’ufficio - Esclusione. 


Gambarin ed altri c. Inps, m., pag. 98. 

Sicurezza pubblica 

Stranieri - Espulsione - Ricorso per cassazione. * 

Cass. civ., sez. I, ord. 8 marzo 2002, n. 3454, Ciubotaru, 

m., pag. 98. 

Stranieri - Minore straniero nel territorio italiano - 

Autorizzazione del tribunale per i minorenni all’ingresso 

o alla permanenza del familiare. * Cass. civ., 

sez. I, 19 marzo 2002, n. 3991, Seferovic ed altri c. 

Proc. Trib. Min. Marche ed altro, m., pag. 99. 

Società 

Per azioni - Assemblea - Partecipazione - Deliberazioni 

assembleari - Impugnazione - Legittimazione 

- Deposito in cancelleria di almeno una azione - 

Termine per il deposito. * Trib. civ. Catania, sez. 

IV, 10 gennaio 2002, Puleo c. Puleo e Figli Spa, 

pag. 51. 

Per azioni - Assemblea - Partecipazione - Diritto di 

intervento - Delibera assembleare - Deposito delle 

azioni presso la sede - Inosservanza - Conseguenze 

- Nullità o inesistenza della delibera - Nullità. * 

Trib. civ. Catania, sez. IV, 10 gennaio 2002, Puleo 

c. Puleo e Figli Spa, pag. 51. 

Per azioni - Contratti parasociali - Sindacati di voto. 

* Cass. civ., sez. I, 23 novembre 2001, n. 14865, 

Luzi c. Di Gregorio, pag. 38. 

Spese giudiziali civili 

Condanna alle spese - Soccombenza - Riferimento 

all’esito finale della lite. * Cass. civ., sez. III, 25 

marzo 2002, n. 4201, Mastrecchia c. Del Tredici, 

m., pag. 99. 

Responsabilità aggravata - Disciplina ex art. 96 c.p.c. 

- Configurabilità. * Cass. civ., sez. II, 12 marzo 

2002, n. 3573, Bosio La Greca c. Panciera, m., pag. 

99. 

Responsabilità aggravata - Lite temeraria - Domanda 

di risarcimento. * Cass. civ., sez. II, 12 marzo 2002, 

n. 3573, Bosio La Greca c. Panciera, m., pag. 99. 

Responsabilità aggravata - Risarcimento dei danni 

conseguenti - Proposizione per la prima volta 

all’udienza di precisazione delle conclusioni. * 

Cass. civ., sez. II, 18 marzo 2002, n. 3941, De Cesare 

c. Bertolotto, m., pag. 99. 

Stampa 

Attività giornalistica - Rapporto di lavoro subordinato 

- Configurabilità. * Cass. civ., sez. lav., 26 marzo 

2002, n. 4338, Tartoni c. Gruppo Editoriale 

L’Espresso Spa, m., pag. 99. 

Successioni mortis causa 

Successione testamentaria - Distinzione tra erede e 

legatario - Criteri. * Cass. civ., sez. II, 1 marzo 

2002, n. 3016, Di Bernardo c. Tuccillo Costruzioni 

Srl in liq, m., pag. 99. 

Successione testamentaria - Testamento - Interpretazione. 


Morini c. Dal Molin, m., pag. 99. 

Titoli di credito 

Cambiale (o pagherò) - Azione cartolare - Cumulatività 

con l’azione causale. * Cass. civ., sez. III, 25 

marzo 2002, n. 4203, Dartora c. Tiozzo, m., pag. 

99. 

Trasporto (Contratto di) 

Marittimo ed aereo - Firma del caricatore - Accettazione 

implicita della clausola compromissoria per 

arbitrato estero. * Cass. civ., sez. un., ord. 1 marzo 

2002, n. 3029, UMS Generali Marine Spa c. Clerici 

Agenti Srl, m., pag. 99. 

Marittimo ed aereo - Trasporto marittimo - Polizza di 

carico. * Cass. civ., sez. un., ord. 1 marzo 2002, n. 

3029, UMS Generali Marine Spa c. Clerici Agenti 

Srl, m., pag. 100. 

Tribunale per i minorenni 

Procedimento - Competenza - Assegno di mantenimento. 

* Cass. civ., sez. I, ord. 15 marzo 2002, n. 

3898, Caramia c. Taurisano ed altro, m., pag. 100. 

Procedimento - Competenza - Domanda di affidamento 

e regolamentazione del diritto di visita. * 

Cass. civ., sez. I, ord. 8 marzo 2002, n. 3457, Rovito 

c. Mauro, m., pag. 100. 

Tributi (in generale) 

Accertamento tributario - Avviso di accertamento - 

Notifica. * Cass. civ., sez. V, 11 marzo 2002, n. 

3513, Ortis Spa Grandi Macchine c. Min. Finanze, 

m., pag. 109. 


Notifica. * Cass. civ., sez. V, 12 marzo 2002, n. 

3549, Min. Finanze c. Coop. Agricola Allevatori 

San Luca Srl, m., pag. 109. 


Rinnovazione dell’accertamento. * Cass. civ., sez. 

V, 19 marzo 2002, n. 3951, Min. Finanze c. Cassa 

Risp. Repubblica San Marino, m., pag. 109. 

Accertamento tributario - Concordato tributario - 

Adesione del contribuente all’accertamento. * 

Cass. civ., sez. V, 18 marzo 2002, n. 3932, Sicos 

Snc c. Min. Finanze, m., pag. 110. 

Accertamento tributario - Concordato tributario - Notifica 

dell’avviso di accertamento. * Cass. civ., sez. 

V, 26 marzo 2002, n. 4331, Min. Finanze c. Passeri, 

m., pag. 110. 

Accertamento tributario - Notifica - Avviso di accertamento. 


3427, Min. Finanze c. Gerla, m., pag. 110. 

Contenzioso tributario - Commissioni tributarie - Limitazione 

al controllo della legittimità dello speci- 

fico atto impugnato. * Cass. civ., sez. V, 26 marzo 

2002, n. 4334, Cadel Srl c. Min. Finanze, m., pag. 

110. 

Contenzioso tributario - Conciliazione giudiziale - 

Condizioni. * Cass. civ., sez. V, 26 marzo 2002, n. 

4320, Min. Finanze c. Gili, m., pag. 110. 

Contenzioso tributario - Procedimento - Appello. * 

Cass. civ., sez. V, 11 marzo 2002, n. 3520, Cova c. 

Min. Finanze, m., pag. 110. 



c. Olmsted Remington, m., pag. 110. 


Cass. civ., sez. V, 26 marzo 2002, n. 4333, Brusaferro 



Cass. civ., sez. V, 26 marzo 2002, n. 4335, Di Lucia 

ed altra c. Min. Finanze, m., pag. 111. 

Contenzioso tributario - Procedimento - Avviso di 

rettifica. * Cass. civ., sez. V, 15 marzo 2002, n. 

3865, Min. Finanze c. Uff. del Registro di La Spezia, 

m., pag. 111. 

Contenzioso tributario - Procedimento - Commissione 

tributaria. * Cass. civ., sez. V, 18 marzo 2002, n. 

3936, Immob. Italia Mengoni e C. Sas c. Com. Porto 

Recanati, m., pag. 111. 

Contenzioso tributario - Procedimento - Commissioni 

tributarie. * Cass. civ., sez. V, 8 marzo 2002, n. 

3416, Min. Finanze c. Dival Vita Spa, m., pag. 111. 

Contenzioso tributario - Procedimento - Compensi 

agli incaricati dell’assistenza tecnica. * Cass. civ., 

sez. V, 7 marzo 2002, n. 3355, Min. Finanze c. De 

Rosa, m., pag. 111. 

Contenzioso tributario - Procedimento - Comunicazioni 

e notificazioni. * Cass. civ., sez. V, 25 marzo 

2002, n. 4274, Min. Finanze c. Zambon, m., pag. 

111. 

Contenzioso tributario - Procedimento - Estensione 

all’esame di ragioni e circostanze nuove e diverse 

da quelle invocate originariamente dall’ufficio. * 

Cass. civ., sez. V, 22 marzo 2002, n. 4125, Società 

Semplice Gabriele c. Min. Finanze, m., pag. 111. 

Contenzioso tributario - Procedimento - Indagine sulla 

legittimità della pretesa avanzata con il provvedimento 

impugnato. * Cass. civ., sez. V, 7 marzo 

2002, n. 3345, SEPO Srl c. Min. Finanze, m., pag. 

112. 

Contenzioso tributario - Procedimento - Istruzione 

del processo. * Cass. civ., sez. V, 11 marzo 2002, n. 

3526, Verdiglione c. Min. Finanze, m., pag. 112. 

Contenzioso tributario - Procedimento - Istruzione 

del processo. * Cass. civ., sez. V, 25 marzo 2002, n. 

4269, Min. Finanze c. Politini, m., pag. 112. 

Contenzioso tributario - Procedimento - Mandato alle 

liti. * Cass. civ., sez. V, 12 marzo 2002, n. 3537, 

Piccitto ed altro c. Min. Finanze, m., pag. 112. 

Contenzioso tributario - Procedimento - Nullità della 

sentenza. * Cass. civ., sez. V, 12 marzo 2002, n. 

3547, Colombo c. Min. Finanze, m., pag. 112. 

Contenzioso tributario - Procedimento - Proroga dei 

termini. * Cass. civ., sez. V, 26 marzo 2002, n. 

4333, Brusaferro c. Min. Finanze, m., pag. 112. 

Contenzioso tributario - Procedimento - Ricorso alla 

commissione tributaria. * Cass. civ., sez. V, 1 marzo 

2002, n. 2969, Min. Finanze c. Bonfante, m., 

pag. 112. 

Contenzioso tributario - Qualificazione giuridica della 

fattispecie - Ultrapetizione. * Cass. civ., sez. V, 

18 marzo 2002, n. 3936, Immob. Italia Mengoni e 

C. Sas c. Com. Porto Recanati, m., pag. 112. 

Esenzioni ed agevolazioni (benefici) - Condono fiscale 

- Definizione agevolata. * Cass. civ., sez. V, 1 

marzo 2002, n. 2976, Min. Finanze ed altro c. Cavicchio 



- Definizione. * Cass. civ., sez. V, 1 marzo 

2002, n. 2974, Min. Finanze c. Satini, m., pag. 113. 

Esenzioni ed agevolazioni (benefici) - Condono fi-

scale - Dichiarazione integrativa in materia di Iva. 

* Cass. civ., sez. V, 18 marzo 2002, n. 3940, Aquilecchia 



- Dichiarazione integrativa. * Cass. civ., sez. 

V, 19 marzo 2002, n. 3965, Min. Finanze c. Fall. 

Union Macchine Utensili Precisione, m., pag. 113. 


- Domanda. * Cass. civ., sez. V, 12 marzo 

2002, n. 3546, Min. Finanze c. Nuovo Salumif. Fabriano 

Srl, m., pag. 113. 

Esenzioni ed agevolazioni (benefici) - Consorzi per 

le aree ed i nuclei di sviluppo industriale - Natura di 

ente pubblico economico. * Cass. civ., sez.V, 7 

marzo 2002, n. 3366, Spa Banco di Sicilia ed altri 

c. Consorzio a.s.i. Provincia Messina, m., pag. 113. 

Esenzioni ed agevolazioni (benefici) - Consorzi per 

le aree ed i nuclei di sviluppo industriale - Obblighi 

contributivi degli enti partecipanti. * Cass. civ., sez. 

V, 7 marzo 2002, n. 3366, Banco di Sicilia Spa ed 

altri c. Consorzio a.s.i. Provincia Messina, m., pag. 

113. 

Esenzioni ed agevolazioni (benefici) - Cooperativa 

agricola - Condizioni. * Cass. civ., sez. V, 27 marzo 

2002, n. 4398, Cooperativa Frola Srl c. Min. Finanze, 

m., pag. 113. 

Esenzioni ed agevolazioni (benefici) - Credito - Atti 

giudiziari relativi a dette operazioni. * Cass. civ., 

sez. V, 29 marzo 2002, n. 4586, Coopcred Spa c. 


Esenzioni ed agevolazioni (benefici) - Credito - Attività 

creditizia a medio e lungo termine. * Cass. civ., 

sez. V, 26 marzo 2002, n. 4327, Min. Finanze ed altro 

c. Imm. Palatino Srl, m., pag. 114. 

Esenzioni ed agevolazioni (benefici) - Credito - Attività 

creditizia a medio e lungo termine. * Cass. civ., 

sez. V, 29 marzo 2002, n. 4611, Min. Finanze c. Sicilcassa 

Spa, m., pag. 114. 

Esenzioni ed agevolazioni (benefici) - Credito - 

Esenzione dall’imposta ipotecaria. * Cass. civ., sez. 

V, 29 marzo 2002, n. 4598, Coopercred Spa c. Min. 


Esenzioni ed agevolazioni (benefici) - Credito - 

Esenzione dell’imposta ipotecaria. * Cass. civ., sez. 

V, 29 marzo 2002, n. 4598, Coopercred Spa c. Min. 


Esenzioni ed agevolazioni (benefici) - Credito - Finanziamento 

agevolato ex art. 15 D.P.R. n. 601 del 

1973. * Cass. civ., sez. V, 28 marzo 2002, n. 4530, 

Min. Finanze ed altro c. Sicilcassa Spa in l.c.a, m., 

pag. 114. 

Esenzioni ed agevolazioni (benefici) - Esenzione 

dall’Iva - Acquisti di nuove attrezzature per il potenziamento 

di aziende agricole danneggiate dal sisma 

del 1980. * Cass. civ., sez. V, 29 marzo 2002, 

n. 4585, Min. Finanze c. Iannella, m., pag. 114. 

Esenzioni ed agevolazioni (benefici) - Imprese costituite 

nel Mezzogiorno - Esenzione decennale dalle 

imposte sul reddito. * Cass. civ., sez. V, 1 marzo 

2002, n. 2966, Insider Srl c. Min. Finanze, m., pag. 

114. 

Esenzioni ed agevolazioni (benefici) - Imprese costituite 

nel Mezzogiorno - Esenzione decennale dalle 

imposte sul reddito. * Cass. civ., sez. V, 1 marzo 

2002, n. 2983, Min. Finanze c. SGM Spa, m., pag. 

115. 

Esenzioni ed agevolazioni (benefici) - Mezzogiorno - 

Esenzione decennale dalle imposte sul reddito. * 


c. Italkali Spa, m., pag. 115. 

Esenzioni ed agevolazioni (benefici) Esenzione venticinquennale 

sul reddito dei fabbricati - Esclusione. 


Min. Finanze c. Edilarma Snc, m., pag. 115. 

Potestà tributaria di imposizione - Soggetti passivi - 

Solidarietà tributaria. * Cass. civ., sez. V, 1 marzo 

2002, n. 2984, Min. Finanze c. Cardinali, m., pag. 

115. 

INDICE SOMMARIO IX 

Sanzioni civili e amministrative - Esonero dal pagamento 

delle sanzioni amministrative per violazioni 

di legge tributaria - Condizione. * Cass. civ., sez. V, 

8 marzo 2002, n. 3417, Min. Finanze c. INFIM Spa, 

m., pag. 115. 

Tributi degli enti pubblici locali 

Imposta comunale sugli immobili - Esenzioni - 

Esclusione. * Cass. civ., sez. V, 19 marzo 2002, n. 

3971, Com. Verona c. Consorzio ZAI di Verona, 

m., pag. 100. 

Imposta comunale sull’incremento di valore degli 

immobili - Attività di accertamento - Dichiarazione. 


Min. Finanze c. Imm. Al Castello Srl, m., pag. 100. 


immobili - Imponibile - Determinazione. * Cass. 

civ., sez. V, 22 marzo 2002, n. 4120, Selli Lorenzo 

ed altri c. Min. Finanze, m., pag. 100. 


immobili - Imponibile - Determinazione. * Cass. 

civ., sez. V, 8 marzo 2002, n. 3420, ECI Spa c. Min. 



immobili - Imponibile - Inapplicabilità ai terreni 

fatti oggetto di destinazione edificatoria. * Cass. 

civ., sez.V, 27 marzo 2002, n. 4381, De Falco Bernardino 

ed altra c. Min. Finanze, m., pag. 100. 

Imposta locale sui redditi - Base imponibile - Società 

con sede negli Usa. * Cass. civ., sez. V, 8 marzo 

2002, n. 3410, Min. Finanze c. Soc. Uniroyal Inc, 

m., pag. 101. 

Tassa di occupazione di spazi ed aree pubbliche - 

Presupposto - Concessionari di spazi siti in edifici 

stabilmente adibiti dal comune a mercato all’ingrosso. 


Srl Ortofrutticola Soldini c. Com. Novara, m., pag. 

101. 

Tassa di occupazione di spazi ed aree pubbliche - 

Presupposto impositivo - Individuazione nell’occupazione 

comportante sottrazione della superficie 

all’uso pubblico. * Cass. civ., sez. V, 7 marzo 2002, 

n. 3363, SER Spa c. Com. Bergamo, m., pag. 101. 

Tributi erariali diretti 

Accertamento - Avviso di accertamento - Motivazione. 


The Hong Kong and Shangai Banking Corporation 


Accertamento - Avviso di accertamento - Motivazione. 

* Cass. civ., sez. V, 6 marzo 2002, n. 3257, Petralito 


Accertamento - Avviso di accertamento - Requisiti. * 

Cass. civ., sez. V, 18 marzo 2002, n. 3936, Immob. 

Italia Mengoni e C. Sas c. Com. Porto Recanati, m., 

pag. 101. 

Accertamento - Avviso di accertamento - Requisiti. * 

Cass. civ., sez. V, 26 marzo 2002, n. 4332, Cestaro 


Accertamento - Dichiarazione annuale - Termini per 

la presentazione. * Cass. civ., sez. V, 26 marzo 

2002, n. 4333, Brusaferro c. Min. Finanze, m., pag. 

102. 

Accertamento - Poteri degli uffici delle imposte - 

Ispezione o verifica. * Cass. civ., sez. V, 22 ottobre 

2001, n. 12871, Ass. Chiesa Scientology di Milano 


Accertamento - Poteri degli uffici delle imposte - 

Onere del contribuente. * Cass. civ., sez. V, 29 marzo 

2002, n. 4601, Pugliese c. Min. Finanze, m., pag. 

102. 

Accertamento - Sanzioni - Omessa presentazione 

della denuncia da parte dei sostituti di imposte. * 


c. Fall. Eichlinger, m., pag. 102. 

Accertamento - Sanzioni - Omessa richiesta di chiarimenti. 


4387, Amato c. Min. Finanze, m., pag. 102. 

Accertamento - Sanzioni - Omissione, incompletezza 

e infedeltà della dichiarazione. * Cass. civ., sez. V, 

12 marzo 2002, n. 3539, Min. Finanze c. Ariengena, 

m., pag. 102. 

Imposta sul reddito delle persone fisiche - Base imponibile 

- Indennità conseguita a titolo di risarcimento 

del danno. * Cass. civ., sez. V, 19 marzo 

2002, n. 3956, Min. Finanze c. Baldoni ed altri, m., 

pag. 103. 


- Interessi maturati sui crediti di imposta 

vantati dal contribuente. * Cass. civ., sez. V, 15 

marzo 2002, n. 3861, The Hong Kong and Shangai 

Banking Corporation c. Min. Finanze, m., pag. 103. 


- Plusvalenze patrimoniali. * Cass. civ., 

sez. V, 22 marzo 2002, n. 4117, Latteria Bondesan 

di M. G. Bondesan C. Snc ed altri c. Min. Finanze, 

m., pag. 103. 


- Redditi da lavoro dipendente. * Cass. 

civ., sez. V, 8 marzo 2002, n. 3421, Min. Finanze c. 

De Luca, m., pag. 103. 


- Redditi di capitali. * Cass. civ., sez. V, 7 

marzo 2002, n. 3345, SEPO Srl c. Min. Finanze, m., 

pag. 103. 


- Redditi di impresa. * Cass. civ., sez. V, 1 

marzo 2002, n. 2979, Min. Finanze c. Calamai, m., 

pag. 103. 


- Redditi di impresa. * Cass. civ., sez. V, 

19 marzo 2002, n. 3963, Min. Finanze c. Ilfa Srl, 

m., pag. 103. 


- Redditi di impresa. * Cass. civ., sez. V, 7 

marzo 2002, n. 3347, Min. Finanze c. Banca Pop. 

Milano Soc. Coop. a r.l, m., pag. 103. 

Imposta sul reddito delle persone fisiche - Detrazioni 

- Spese relative all’aggiornamento dell’imprenditore 

e dei suoi dipendenti. * Cass. civ., sez. V, 15 

marzo 2002, n. 3871, Zeneca Spa c. Min. Finanze, 

m., pag. 104. 

Imposta sul reddito delle persone fisiche - Oneri deducibili 

- Contributi non obbligatori versati al di 

fuori di un rapporto di lavoro dipendente. * Cass. 


c. Brusamarello, m., pag. 104. 

Imposta sul reddito delle persone giuridiche - Base 

imponibile - Accertamento. * Cass. civ., sez. V, 12 

marzo 2002, n. 3545, Min. Finanze c. Damonte Costruz. 

Spa, m., pag. 104. 

Imposta sul reddito delle persone giuridiche - Base 

imponibile - Deducibilità delle spese di addestramento 

del personale. * Cass. civ., sez. V, 15 marzo 

2002, n. 3861, The Hong Kong and Shangai 

Banking Corporation, m., pag. 104. 

Imposta sul reddito delle persone giuridiche - Enti 

non commerciali - Enti religiosi. * Cass. civ., sez. 

V, 22 ottobre 2001, n. 12871, Ass. Chiesa Scientology 

di Milano c. Min. Finanze, m., pag. 104. 

Imposta sul reddito delle persone giuridiche - Enti 

non commerciali - Reddito imponibile. * Cass. civ., 

sez. V, 18 marzo 2002, n. 3931, Min. Finanze c. 

Ass. Naz. Dipendenti Autoferrotranviarie, m., pag. 

104. 

Imposta sul reddito delle persone giuridiche - Società 

- Base imponibile. * Cass. civ., sez. V, 8 marzo 

2002, n. 3413, DOW Italia Spa c. Min. Finanze, m., 

pag. 104. 

Tributi erariali indiretti 

Imposta di fabbricazione - Riscossione - Competenza. 


Freato c. Min. Finanze, m., pag. 104. 

Imposta di fabbricazione - Sacchetti di plastica non 

biodegradabili - Produzione. * Cass. civ., sez. V, 11

X INDICE SOMMARIO 

marzo 2002, n. 3522, Celoplastic Sas c. Min. Finanze, 

m., pag. 105. 

Imposta di registro - Accertamento - Atto concernente 

più immobili. * Cass. civ., sez. V, 18 marzo 

2002, n. 3927, Morfino c. Min. Finanze, m., pag. 

105. 

Imposta di registro - Accertamento - Dichiarazione 

dei contribuenti di volersi avvalere del sistema automatico 

di valutazione ex art. 52 cit. * Cass. civ., 

sez. V, 1 marzo 2002, n. 2965, Mastroddi ed altre c. 


Imposta di registro - Accertamento - Valutazione automatica. 


2973, Min. Finanze c. Nardelli, m., pag. 105. 

Imposta di registro - Applicazione dell’imposta - 

Atto di costituzione di un fondo patrimoniale. * 


c. Negroni ed altro, m., pag. 105. 

Imposta di registro - Atti e contratti in genere - Fusione 

per incorporazione di società. * Cass. civ., sez. 

V, 26 marzo 2002, n. 4323, Min. Finanze c. Fiat 

Auto Spa, m., pag. 105. 

Imposta di registro - Atti e contratti in genere - Società. 


BCF Breda Costr. Ferrov c. Min. Finanze, m., pag. 

105. 

Imposta di registro - Atti e contratti in genere - Trasferimento 

di beni immobili in genere. * Cass. civ., 

sez. V, 12 marzo 2002, n. 3559, Min. Finanze c. 

Cerbone, m., pag. 106. 

Imposta di registro - Atti ed operazioni di società e di 

associazioni - Determinazione della base imponibile. 

* Cass. civ., sez. V, 7 marzo 2002, n. 3342, Ferrari 

c. Tosimobili Spa ed altro, m., pag. 106. 

Imposta di registro - Esenzioni ed agevolazioni - Decadenza. 


3561, Min. Finanze c. Com. Muravera, m., pag. 

106. 

Imposta di successione - Accertamento - Liquidazione 

della maggiore imposta. * Cass. civ., sez. V, 15 

marzo 2002, n. 3860, Min. Finanze c. Cesari, m., 

pag. 106. 

Imposta di successione - Detrazioni - Invim relativa 

a ciascun immobile trasferito. * Cass. civ., sez. V, 1 

marzo 2002, n. 2990, Min. Finanze c. Petrani Pauletich, 

m., pag. 106. 

Imposta di successione - Valutazione della base imponibile 

- Presunzione di appartenenza. * Cass. 


c. Cesari, m., pag. 106. 

Imposta di successione - Valutazione della base imponibile 

- Trasferimento di azioni non quotate in 

borsa. * Cass. civ., sez. V, 19 marzo 2002, n. 3960, 

Canale e altra c. Min. Finanze, m., pag. 106. 

Imposta sul valore aggiunto - Accertamento e riscossione 

- Avviso di accertamento. * Cass. civ., sez. V, 

28 marzo 2002, n. 4534, D’Angiò c. Min. Finanze, 

m., pag. 106. 

Imposta sul valore aggiunto - Accertamento e riscos- 

sione - Dichiarazione. * Cass. civ., sez. V, 1 marzo 

2002, n. 2970, Sannella c. Min. Finanze, m., pag. 

107. 


- Documentazione bancaria. * Cass. civ., sez. 

V, 1 marzo 2002, n. 2980, Esporedil Srl c. Min. Finanze, 

m., pag. 107. 


- Effetto retroattivo. * Cass. civ., sez. V, 8 

marzo 2002, n. 3414, EN.GI. di Bissoli Enrico C. 

Sas c. Min. Finanze, m., pag. 107. 


- Intimazione di pagamento. * Cass. civ., sez. 

V, 12 marzo 2002, n. 3540, Min. Finanze c. Tasca, 

m., pag. 107. 


- Notifica. * Cass. civ., sez. V, 12 marzo 

2002, n. 3558, Min. Finanze c. SAM Srl, m., pag. 

107. 


- Presunzioni di cessione e di acquisto. * 

Cass. civ., sez. V, 18 marzo 2002, n. 3929, Zanettin 




Cass. civ., sez. V, 18 marzo 2002, n. 3929, Zanettin 




Cass. civ., sez. V, 19 marzo 2002, n. 3949, Fal. Carni 

Spa ed altri c. Min. Finanze, m., pag. 107. 

Imposta sul valore aggiunto - Assoggettabilità ad imposizione 

- Proventi provenienti da attività illecita. 

* Cass. civ., sez. V, 12 marzo 2002, n. 3550, Min. 

Finanze c. Rocomm Srl, m., pag. 108. 

Imposta sul valore aggiunto - Cessione di beni - Esercizio 

di più attività. * Cass. civ., sez. V, 11 marzo 

2002, n. 3517, Alovisi c. Min. Finanze, m., pag. 

108. 

Imposta sul valore aggiunto - Cessione di beni - Operazioni 

imponibili. * Cass. civ., sez. V, 1 marzo 

2002, n. 2968, Min. Finanze c. Impresa Capolo 

Spa, m., pag. 108. 

Imposta sul valore aggiunto - Dichiarazioni - Mediante 

spedizione a mezzo lettera raccomandata. * 

Cass. civ., sez. V, 1 marzo 2002, n. 2989, Balsamini 


Imposta sul valore aggiunto - Esenzioni ed agevolazioni 

- Dichiarazione di inizio attività. * Cass. civ., 

sez. V, 7 marzo 2002, n. 3354, Min. Finanze c. Pesolillo, 

m., pag. 108. 

Imposta sul valore aggiunto - Esenzioni ed agevolazioni 

- Dichiarazione. * Cass. civ., sez. V, 1 marzo 

2002, n. 2982, Min. Finanze c. ICD di Carbone Stanislao, 

m., pag. 108. 

Imposta sul valore aggiunto - Esezioni ed agevolazioni 

- Servizi di vigilanza. * Cass. civ., sez. V, 25 

marzo 2002, n. 4254, Coop. Medaglia d’Oro Maggiore 

Carabinieri Rocco Lazazzera c. Agenzia delle 

Entrate, m., pag. 108. 

Imposta sul valore aggiunto - Rimborso - Dichiarazione 

Iva del curatore per il periodo prefallimentare. 


Min. Finanze c. Fall. Pozzi, m., pag. 108. 

Imposta sul valore aggiunto - Sanzioni pecuniarie - 

Ripetibilità della somma versata dal contribuente. * 


c. Soc. Azionaria Condotta Acque Potabili 

Spa, m., pag. 108. 

Imposta sul valore aggiunto - Sanzioni pecuniarie - 

Sanatoria. * Cass. civ., sez. V, 22 marzo 2002, n. 

4121, Rocco Giocattoli Srl c. Min. Finanze, m., 

pag. 109. 

Imposta sulle assicurazioni - Accertamento e riscossione 

- In capo all’assicuratore. * Cass. civ., sez. V, 

7 marzo 2002, n. 3347, Min. Finanze c. Banca Pop. 

Milano Soc. Coop. a r.l, m., pag. 109. 

Imposta sulle donazioni - Donazione con riserva di 

usufrutto a favore anche di un terzo - Differimento 

dell’atto di liberalità nei confronti del terzo alla premorienza 

del donante. * Cass. civ., sez. V, 8 marzo 

2002, n. 3407, Vitale c. Min. Finanze, m., pag. 109. 

Imposta sulle donazioni - Pluralità di donazioni - Donazione 

con riserva di usufrutto a favore di terzo. * 

Cass. civ., sez. V, 8 marzo 2002, n. 3407, Vitale c. 


Usi civici 

Commissari regionali - Competenza - Accertamento 

della qualità del suolo. * Cass. civ., sez. un., 1 marzo 

2002, n. 3031, De Simone ed altro c. Palmieri, 

m., pag. 115. 

Impugnazioni - Reclamo alla corte di appello - Condizioni. 

* Cass. civ., sez. II, 12 marzo 2002, n. 

3575, Università Agraria di Monte Romano c. Università 

Agraria di Tarquinia, m., pag. 115. 

Usufrutto 

Abitazione ed uso - Cessione - Durata. * Cass. civ., 

sez. II, 27 marzo 2002, n. 4376, Renna c. Carbone, 

m., pag. 115. 

Vendita 

Promessa di vendita (contratto preliminare-compromesso) 

- Clausole - Impegno delle parti di indicare 

un prezzo inferiore a quello pattuito. * Cass. civ., 

sez. II, 7 marzo 2002, n. 3328, Imm. Tuscia ed altro 

c. Costantini ed altro, m., pag. 115. 


- Clausole - Mutamento del destinatario 

dell’acquisto. * Cass. civ., sez. II, 7 marzo 2002, n. 

3328, Imm. Tuscia Srl ed altri c. Costantini ed altro, 

m., pag. 116. 


- Inadempimento del promittente venditore 

- Risoluzione del contratto. * Cass. civ., sez. II, 12 

marzo 2002, n. 3565, Broccoletti c. Cenerelli, m., 

pag. 116.

DOTTRINA 

POSSIBILITÀ DI ATTIVITÀ PERICOLOSA PER UNA ORGANIZZAZIONE SPORTIVA 

L’attività sportiva, come notorio, è causa non infrequente 

di infortuni, talora dovuti alla imprudenza di chi la 

pratica, talaltra attribuibili a precise responsabilità di terzi 

estranei che possono essere, in alcuni casi, soggetti che praticano 

la medesima disciplina sportiva insieme o in antagonismo 

con il soggetto infortunato, ed in altri casi gli organizzatori 

di quella attività sportiva e i gestori delle 

attrezzature utilizzate al medesimo scopo. 

Tralasciando dall’occuparci qui dell’infortunio dovuto a 

una mera fatalità o ad imprudenza del soggetto e focalizzando, 

invece, la nostra attenzione sugli incidenti che si verificano 

durante l’utilizzazione di impianti predisposti ad 

una determinata attività sportiva – per i quali sia ipotizzabile 

una qualche responsabilità dei gestori di quegli impianti 

–, pensiamo sia innanzitutto il caso di operare una distinzione 

fra la pratica sportiva e l’agonismo sportivo, atteso 

che talora si riscontra una qualche confusione in proposito, 

suscettibile di provocare come conseguenza valutazioni 

aberranti nell’apprezzamento di quelle responsabilità di cui 

intendiamo occuparci. 

Quando si legge invero (Trib. civ. Sondrio 19 giugno 

2001, n. 383, in Arch. giur. circ. e sin. strad. 2002, p. 316) 

che «l’utente di un impianto connesso all’esercizio di attività 

sportiva deve accettare l’ordinario rischio che è insito 

nella attività medesima adeguando il suo operato alle regole 

di ordinaria prudenza, conformemente alla propria esperienza, 

entro il limite delle attitudini e capacità fisiche di cui 

solo esso utente può essere consapevole (vedi in tal senso 

Cass. n. 1564 del 20 febbraio 1997)» non si può fare a meno 

di provare una qualche perplessità. La sentenza della Corte 

Suprema, cui fanno riferimento i giudici di Sondrio, parla 

invero non di pura e semplice attività sportiva, ma di attività 

agonistica che «implica l’accettazione del rischio ad essa 

inerente da parte di coloro che vi partecipano, per cui i danni 

da essi eventualmente sofferti rientranti nell’alea normale 

ricadono sugli stessi, onde è sufficiente che gli organizzatori, 

al fine di sottrarsi ad ogni responsabilità, abbiano predisposto 

le normali cautele atte a contenere il rischio nei limiti 

confacenti alla specifica attività sportiva, nel rispetto di 

eventuali regolamenti sportivi» (in Arch. civ. 1997, p. 

1273). 

Ora non è chi non veda la differenza esistente fra lo sciatore 

che percorre per diletto suo personale una pista – pur 

cercando di realizzare un bello stile ed un buon tempo – e 

l’atleta che gareggia per strappare, se non il primato, comunque 

un piazzamento migliore rispetto a quello di un altro 

concorrente. 

Il primo è uno sportivo, il secondo un atleta; il primo pratica 

lo sport per diletto, il secondo per agonismo, il quale altro 

non è che lo sforzo o l’impegno che gli atleti pongono 

nello svolgere le gare (e cioè competizioni). 

Il primo accetta l’ordinario rischio che è insito nella attività 

sportiva praticata, il secondo accetta un rischio ben 

più grave connesso alla attività agonistica. 

di Edgardo Colombini 

Nella prima situazione – e cioè in quella di una attività 

puramente e semplicemente sportiva – le attrezzature predisposte 

da chi organizza l’attività sportiva devono essere 

tali da non rendere più grave quel rischio ordinario che affronta 

ed accetta lo sportivo medio. 

Nella seconda situazione – e cioè in quella di una attività 

agonistica – le attrezzature predisposte devono corrispondere 

ad uno standard più elevato, atteso il ben maggior rischio 

corso dagli atleti in gara, ma non possono comunque 

andare – proprio come indica la Corte di cassazione – al di 

là delle «normali cautele atte a contenere il rischio nei limiti 

confacenti alla specificata attività sportiva», atteso che chi 

pratica attività agonistica non può non accettare in partenza 

proprio quel maggior specifico rischio che comporta la partecipazione 

a quel tipo di gare. 

Ne consegue che la valutazione delle responsabilità di 

terzi estranei al soggetto infortunato non potrà mai essere 

identica, atteso che i presupposti e i parametri di rischio 

delle due situazioni sono estremamente differenti. 

Da qui le nostre perplessità di fronte al richiamo operato 

dal Tribunale di Sondrio ad una decisione della Cassazione 

riguardante una realtà di attività agonistica, mentre si stava 

occupando di un infortunio verificatosi in occasione 

dell’esercizio di una pratica sportiva da parte di un soggetto 

che al solo personale svago e divertimento pensava e non 

all’agonismo o ad una gara con altri soggetti. 

Fatta questa premessa necessaria ad una diversa valutazione 

di eventuali responsabilità di terzi in caso di incidente, 

dal momento che determinate cautele, pur indispensabili a 

eliminare o contenere un rischio per un dilettante qualsiasi, 

possono risultare del tutto superflue per un atleta in gara, 

vorremmo ora passare a considerare a quale tipologia di responsabilità 

ci si debba riferire in caso di sinistri verificatisi 

in occasione dell’utilizzo di una attrezzatura approntata da 

una organizzazione sportiva. 

In giurisprudenza tendenzialmente si esclude che si 

possa parlare di esercizio di attività pericolosa, come, ad 

esempio, nella gestione di un impianto sciistico (Cass. civ., 

sez. III,12 maggio 2000, n. 6113, in Arch. civ. 2001, p. 399), 

prediligendosi invece il riferimento all’art. 2043 c.c. 

Ma una generalizzazione non ci sembra possibile perché 

le situazioni che possono prospettarsi sono talora tali da 

portare a differenti conclusioni, come nel caso di una pista 

prativa per discesa con devalkart, che è giustappunto il caso 

da cui qui prendiamo le mosse. 

E tanto perché, proprio mentre si esclude la riferibilità 

all’art. 2050 c.c., ricordando che «la caratteristica di pericolosità 

(che la giurisprudenza vuole particolare) deve essere 

intrinseca alla attività presa in esame» (Trib. Sondrio, 

ibid., p. 315), non ci si avvede che giustappunto in quella situazione 

deve riconoscersi la esistenza di una pericolosità 

intrinseca. 

Giova qui ricordare invero preliminarmente che la prescrizione 

edittale dell’art. 2050 c.c. riguarda lo svolgimento 

di una attività con uso di mezzi che sono strumento: attività

4 DOTTRINA 

e cose che – insieme e in quanto pericolose – forniscono la 

caratterizzazione della attività cui fa riferimento l’art. 2050 

c.c. 

E quando parliamo di «attività» non dobbiamo pensare 

esclusivamente ad un facere, sì che il danno risarcibile ai 

sensi dell’art. 2050 c.c. finirebbe con l’essere esclusivamente 

conseguenza di una azione. 

Anche una omissione – conformemente, quindi, a principi 

di carattere generale che investono tutta la materia della 

responsabilità civile – può essere causa di danno, come possiamo 

leggere in ALTAVILLA (La colpa, vol. I, Utet, p. 84), 

secondo il quale «esattamente l’AUBRY ed il RAU, il COLIN 

e il CAPITANT e tutti gli Autori italiani affermano che la 

colpa può consistere in un fatto positivo (culpa in committendo) 

o in uno negativo (culpa in omittendo)». 

Si tratta di un principio che ha le sue origini in epoca romana, 

atteso che Cicerone – mentre la Lex Aquilia limitava 

la sua applicazione alle sole conseguenze di un facere richiedendo 

un danno corpore corpori datum – ricordava che 

vi sono due forme di ingiustizia: l’una realizzata con il fare 

e l’altra con il lasciar fare o il non fare. 

Venendo ai nostri tempi, ricorderemo che già in lontane 

pronunce la nostra Corte Suprema (Cass. civ. 24 febbraio 

1942, in Foro it. Mass. 1942, 124) ripeteva identico insegnamento 

precisando che nella individuazione di una causa 

di danno può essere sufficiente il riscontro della omissione 

colposa delle necessarie cautele. 

E questo orientamento ritroviamo inalterato in epoche 

successive passando per numerose pronunce, come quella 

del 24 novembre 1971, n. 3415 della Cassazione (in Giust. 

civ. Mass. 1971, 1841), ove si legge che «l’art. 2050 c.c. 

trova applicazione non solo in caso di danno conseguente ad 

azione, ma anche nella ipotesi di danni che derivano dalla 

omissione delle necessarie cautele». 

E ancora: il DE CUPIS (Il danno - Teoria generale della 

responsabilità civile, Giuffrè 1956, p. 106) scrive che «un 

danno è sempre causato da un fatto umano – e quindi materialmente 

imputato all’autore del fatto medesimo – sia 

quando, in virtù delle condizioni del mondo esterno, è costituito 

dal facere dell’uomo, sia quando, per la mancanza 

di un mutamento delle suddette condizioni, è costituito dal 

non facere dell’uomo stesso». 

E anche nel campo delle attività pericolose si può constatare 

che i danni hanno modo di verificarsi sia in conseguenza 

di azioni come in conseguenza di omissioni: né questo 

contrasta con la caratteristica del rapporto 

prevalentemente dinamico fra l’uomo e la cosa che è strumento 

della sua attività. 

L’omissione non è in fondo che un modo di essere – con 

un contegno inerte –, in un determinato momento, della 

stessa attività che viene svolta dal singolo o da una impresa: 

non è infatti detto che attività sia solo somma di azioni: 

azione ed inerzia sono due possibili distinti ma connessi 

momenti del divenire, del dinamismo che è l’elemento caratteristico 

della attività contemplata dall’art. 2050 c.c. 

Venendo ora a parlare dell’elemento qualificante della 

attività – come dei mezzi di attuazione della medesima – 

rappresentato dalla pericolosità, ricorderemo che una elencazione 

rigida delle attività pericolose, secondo noi, non 

può esistere: men che meno pare possibile andarla a reperire 

sempre in forma tassativa entro disposizioni di legge nate 

con tutt’altro scopo e con diverso spirito. 

Valga – fra tante altre analoghe considerazioni giurisprudenziali 

– quanto affermato dalla Corte Suprema in una sen- 

tenza del 7 luglio 1964 (in Arch. resp. civ. 1967, p. 123), ove 

si leggeva che «ai fini della responsabilità prevista dall’art. 

2050 c.c. devono considerarsi come attività pericolose non 

soltanto quelle come tali ritenute dagli artt. 46 e 58 del T.U. 

delle leggi di pubblica sicurezza e dagli artt. 81 e ss. del relativo 

Regolamento, od anche quelle prese in considerazione 

per la prevenzione degli infortuni o a tutela della incolumità 

pubblica, ma anche tutte quelle altre attività nelle 

quali si riscontri obiettivamente una pericolosità intrinseca 

o in relazione alle modalità di esercizio o ai mezzi di lavoro 

adottati». 

Deve poi anche essere considerato che un’attività valutata 

come pericolosa, ad esempio, nel 1945, con i progressi 

tecnici intervenuti nei decenni successivi, oggi potrebbe essere 

vista in un’ottica completamente diversa. 

Inoltre, la medesima attività può essere pericolosa o non 

pericolosa a seconda delle circostanze di tempo e di luogo 

in cui si svolge. Prendiamo il caso dell’edilizia: è chiaramente 

attività pericolosa nella stragrande maggioranza dei 

casi, ma chi potrà parlare di attività pericolosa riferendosi 

al tranquillo – e non rischioso per chicchessia – lavoro di 

piastrellatura di un pavimento all’interno di una stanza di un 

edificio? 

Visto quindi che non appare possibile rifarsi a elencazioni 

precostituite di attività pericolose, converrà cercare di 

chiarirci che cosa sia la pericolosità nell’ottica dell’art. 

2050 c.c. in modo da poter disporre di un criterio idoneo alla 

sua individuazione nel singolo caso cui ci si venga a trovare 

di fronte. 

Utile rifarsi, in prima approssimazione, ad una massima 

della Corte di cassazione assai indicativa ed incisiva in proposito. 

Precisa infatti la Suprema Corte, in tutta una serie di 

sue sentenze, che «per attività pericolose, con riferimento al 

disposto dell’art. 2050 c.c., debbono intendersi non solo 

quelle previste dalla legge di pubblica sicurezza e dal relativo 

regolamento e dalle varie leggi speciali aventi per 

scopo la prevenzione dei sinistri e la tutela della pubblica incolumità, 

ma anche tutte quelle attività che, pur non essendo 

specificate, abbiano una pericolosità intrinseca e relativa ai 

mezzi di lavoro impiegati» (vedi da Cass. civ. 30 marzo 

1967, n. 702, in Giur. it. 1968, I, 364, a Cass. civ. 24 novembre 

1971, n. 3415, in Foro it. Mass. 1971, 2545, a Cass. 

civ. 14 maggio 1977, n. 1949, in Rep. Foro it. 1977, 2358; 

da Cass. civ., sez. III, 11 novembre 1987, n. 8304, in Arch. 

civ. 1988, p. 1005, a Cass. civ., sez. II, 27 luglio 1990, n. 

7571, in Arch. civ. 1991, p. 46, a Cass. civ., sez. III, 20 luglio 

1993, n. 8069). 

A questo principio si è ispirata tutta una serie di decisioni 

dei giudici di merito (da App. Palermo 27 aprile 1962, in 

Foro it. 1962, p. 51, a Trib. La Spezia 24 aprile 1963, in 

Arch. resp. civ. 1963, p. 65, a Trib. Parma 15 marzo 1975, 

in Temi 1975, p. 292). 

In quest’ottica non appare quindi condivisibile una decisione 

in controtendenza della stessa III sezione della Cassazione 

(8 giugno 1985, n. 3445, in Arch. civ. 1986, p. 474) 

secondo la quale viene posto in primaria evidenza che «per 

l’esercizio di una attività pericolosa occorre che essa sia 

qualificata per tale da specifiche norme dettate per prevenire 

sinistri o tutelare la pubblica incolumità», con l’attribuzione, 

quindi, di una particolare importanza a norme specifiche 

in proposito, anche se, nel prosieguo della 

motivazione, si ammette che la pericolosità di una determinata 

attività possa desumersi dalla natura delle cose maneg-

giate in cui è insita o delle caratteristiche dei mezzi adoperati. 

Il criterio suindicato trova per il DI MARTINO (Responsabilità 

civile per l’esercizio di attività pericolosa, Giuffrè 

1979, p. 94) piena e sufficiente giustificazione dal momento 

che «ove il giudice valuti adeguatamente una attività per la 

sua natura e le sue componenti modali, la qualificazione 

stessa, ai fini dell’art. 2050 c.c., non potrà che risultare corretta 

indipendentemente dall’utilizzo di schemi fissi di riferimento 

quali quelli stabiliti da normative particolari». 

Il GERACI (Premessa allo studio per un inquadramento 

della responsabilità civile per esercizio di attività pericolosa, 

in Arch. resp. civ. 1972, p. 31), invece, è alquanto scettico 

circa l’importanza dei due parametri cui frequentemente 

si fa riferimento – pericolosità intrinseca o relativa ai 

mezzi di lavoro impiegati – poiché ritiene che la casistica 

non possa fare a meno di offrire spunti per considerazioni 

frammentarie e per cogliere dissonanze a volte interessanti 

fra decisioni su situazioni analoghe, di talché non possono 

trarsi al definitivo principi fissi validi per ogni tempo. 

Né si può guardare all’evento dannoso per dedurne la pericolosità 

della attività in occasione della quale si è verificato 

il sinistro, atteso che esso non può essere indice di per 

sé di pericolosità della attività poiché ci troveremmo di 

fronte ad un giudizio a posteriori: la pericolosità deve cioè 

essere insita nella attività e non essere desunta dal risultato 

dannoso, poiché la «potenzialità di danno» – e cioè la notevole 

possibilità del verificarsi di un evento dannoso – non 

è certamente un giudizio a posteriori desumbile dai risultati, 

ma una valutazione del tutto preventiva, oltre la quale, 

comunque, riteniamo di poter andare, come in appresso vedremo. 

D’altronde è la stessa Corte di cassazione ad affermare 

che «ai fini dell’accertamento della responsabilità di cui 

all’art. 2050 c.c., il giudizio sulla pericolosità della attività 

– ossia su quella attività che, per sua natura o per i mezzi 

impiegati, renda probabile, e non semplicemente possibile, 

il verificarsi dell’evento dannoso, distinguendosi, così, 

dall’attività normalmente innocua, che diventi pericolosa 

per la condotta di chi la eserciti, comportando la responsabilità 

secondo la regola generale di cui all’art. 2043 c.c. – 

va espresso non sulla base dell’evento dannoso effettivamente 

verificatosi, bensì, attraverso una prognosi postuma, 

sulla base delle circostanze di fatto che si presentavano al 

momento stesso dell’esercizio dell’attività ed erano riconoscibili 

dall’uomo medio o, comunque, dovevano essere conosciute 

dall’agente in considerazione del tipo di attività 

esercitata; tale valutazione, nel caso in cui non sia stata 

compiuta direttamente dal legislatore, è rimessa all’apprezzamento 

del giudice del merito ed è insindacabile in sede di 

legittimità se adeguatamente e logicamente motivata» 

(Cass. civ., sez. III, 30 agosto 1995, n. 9205). 

E ad una valutazione preventiva guardava pure a suo 

tempo il DI MARTINO (Responsabilità per danno da attività 

pericolosa e responsabilità per danni nell’esercizio di attività 

pericolose, Giuffrè 1979, p. 973), ma da una diversa angolatura. 

Invero, questo Autore, sia per giungere ad una precisa 

definizione di attività pericolosa sia per motivare l’impostazione 

data dal nostro legislatore con l’art. 2050 c.c. ai criteri 

che debbono presiedere al risarcimento dei danni prodotti 

dall’esercizio di una attività pericolosa, finiva col 

sostenere che l’attività, in quanto pericolosa sembra possedere 

per sé stessa una intrinseca energia, un’autonoma po- 

DOTTRINA 5 

tenzialità dannosa, preventivamente ineliminabile da parte 

del soggetto che esercita l’attività stessa, al pari delle entità 

autonomamente agenti in senso materiale. Ma per questo 

percorso il danno derivante in via diretta dalla pericolosità 

dell’attività svolta – ineliminabile da parte del soggetto che 

la esercita – non sarebbe necessariamente mai legato in 

qualsiasi caso ad una negligenza del medesimo soggetto, e 

sarebbe normalmente una conseguenza materiale oggettiva 

della stessa pericolosità: con il che si dovrebbe concludere 

che la pericolosità di una attività sia l’attitudine della attività 

stessa a produrre danni. 

Viene spontanea allora una domanda: se la pericolosità 

di una certa attività è ineliminabile che senso pratico ha la 

previsione normativa di una possibile prova «di avere adottato 

tutte le misure idonee ad evitare il danno» (art. 2050 

c.c.). 

Dato interessante, però, in questa impostazione, l’implicito 

ritorno ad un concetto di potenzialità di danno dal quale 

partiremo per arrivare a quello di probabilità di danno, e 

cioè di alea. 

Ma, al di là di questo, non vediamo come si possa affermare 

che la pericolosità sta ad indicare la impossibilità di 

adottare misure preventive tali da escludere del tutto l’evenienza 

di danno o in buona misura la possibilità di danno: 

le misure cautelative potrebbero riuscire soltanto, secondo 

questa teoria, ad attenuare la pericolosità, ma non ad escludere 

del tutto il rischio. 

Il che ci lascia perplessi. 

Che una misura preventiva non sia tale da escludere matematicamente 

sempre al cento per cento in determinate situazioni 

la possibilità del verificarsi di un evento dannoso 

appare pure a noi concretamente una affermazione fondata 

poiché anche le tecniche più collaudate e sofisticate lasciano 

pur sempre un margine modesto all’imponderabilità; 

ma da qui ad affermare che la pericolosità di una attività 

corrisponde solo e sempre alla impossibilità di adottare misure 

preventive tali da escludere del tutto – o almeno in 

buona misura di probabilità – l’evenienza di un evento dannoso 

il passo ci appare notevole. 

Arriveremmo infatti allora ad un risultato aberrante riconoscendo 

che mai si può avere la certezza matematica 

dell’efficacia integrale delle misure preventive: saremmo di 

fronte sempre e soltanto ad attività pericolose senza possibilità 

alcuna di rimedio o cautela preventiva. Se poi per converso 

uno volesse sostenere – guardando solo all’affidabilità 

di queste misure preventive – che ve ne sono di quelle 

capaci di escludere del tutto (arrivando cioè all’estremo opposto 

del ragionamento) un evento dannoso – ma non siamo 

convinti, per parte nostra, comunque della possibile esistenza 

di questa certezza assoluta – finiremmo col restringere 

il campo di applicazione dell’art. 2050 c.c. 

Quindi, tutto ben considerato, più appagante appare limitarsi 

a sostenere soltanto, come fa il GERACI (ibid., p. 40), 

in questa fase di approccio al nocciolo del problema, che la 

pericolosità deve essere insita nell’attività e non nel risultato. 

E su questa linea si è ritrovata anche la giurisprudenza 

della Cassazione per affermare – in un ulteriore passaggio 

– che la caratteristica della pericolosità – da apprezzarsi 

come particolare – deve essere intrinseca alla attività presa 

in esame e non può quindi dipendere neppure dall’intervento 

di cause esterne quali errori, colpe, iniziative anomale 

o avventate dell’utente del servizio prestato o del bene fornito: 

non può cioè una anomala, imprudente modalità su-

6 DOTTRINA 

biettiva far diventare pericolosa una attività (Cass. civ. 27 

febbraio 1975, n. 1733; Cass. civ., 92/13550, così come citate 

in sentenza del Tribunale di Sondrio 19 giugno 2001, n. 

383, in Arch. giur. circ. e sin. strad. 2002, p. 315). 

Ma attenzione però, a questo punto: intrinseco non può 

significare assolutezza di produzione di danno. 

Propendiamo invero noi per un collegamento fra il concetto 

di pericolosità ed il concetto di alea che più propriamente 

non è sola potenzialità di danno, non è sola attitudine 

alla produzione di danno, ma anche incertezza sul verificarsi 

di un determinato evento nella accezione latina del termine. 

Non pericolo potenziale dunque, soltanto non idoneità 

al pericolo come marchio su una attività, ma 

probabilità di un evento dannoso: probabilità, ma non certezza. 

Anzi, questo riferimento al concetto di rischio o di probabilità 

potrebbe forse consentire una lettura più piana 

dell’art. 2050 c.c. in cui si sono quasi sempre legate soltanto 

natura e mezzi dell’attività alla loro pericolosità, trascurando 

invece il richiamo allo «svolgimento» contenuto nella 

disposizione codicistica. L’art. 2050 c.c. – che pur titola «responsabilità 

per l’esercizio di attività pericolosa» – non recita 

«Chiunque cagiona un danno ad altri nell’esercizio di 

attività pericolose per loro natura», ma «Chiunque cagiona 

un danno ad altri nello svolgimento di attività pericolosa per 

la sua natura e per la natura dei mezzi adoperati...». Quindi, 

non un danno collegato al fatto di esercitare una determinata 

attività, ma un danno che si verifica mentre l’attività è in 

svolgimento in divenire. Le attività umane assumono pertanto 

la caratteristica della pericolosità non solo in funzione 

dei mezzi usati, ma anche in funzione del modo con cui si 

svolgono: modalità e mezzi che sono percorso, che sono 

strumento di azioni od omissioni: strumento, percorso che 

ingenerano alea, che ingenerano un’alta probabilità (che è 

concetto diverso dalla possibilità) di evento dannoso e che 

forniscono quindi per questo mezzo il carattere della pericolosità 

all’attività umana. 

Dal che deriva, come logica conseguenza, che – guardando 

tanto allo svolgimento, all’iter dell’agire umano 

quanto ai mezzi utilizzati in quell’iter – si apprezza meglio 

il concetto della non immutabilità, della non onnivalenza di 

qualsiasi classificazione, di qualsiasi elencazione: ciò che 

oggi riteniamo attività pericolosa potrà non esserlo più domani 

quando particolari procedure, modificando lo svolgimento 

di quella attività, avranno eliminato quella carica di 

alea, di probabilità che – oltre un certo livello – fa considerare 

pericolosa una attività. Come potrà avvenire l’inverso 

con l’adozione di tecniche o di mezzi tecnici che 

creino o alzino la probabilità – e cioè l’alea – di danno. 

Considerata allora, per tutto quanto si è visto, l’estrema 

incertezza dei confini entro cui astringere l’istituto 

dell’esercizio di attività pericolosa, pensiamo sia difficile 

offrire in questo caso una definizione rigida dell’istituto 

stesso. 

Pensiamo si possa al più considerare la disposizione codistica 

riguardare un complesso di azioni (non si potrà cioè 

parlare di attività pericolosa per un singolo ed estemporaneo 

atto produttivo di evento dannoso), fra di loro collegate dal 

perseguimento di un determinato fine anche non utilitaristico 

ed organizzate sia da una persona fisica sia da una persona 

giuridica – non necessaria una struttura in forma di impresa 

– con l’utilizzazione o la detenzione anche soltanto 

temporanea di determinati mezzi, caratterizzate da una notevole 

probabilità di produrre un evento dannoso. 

Se trasferiamo allora tutte queste considerazioni sul terreno 

pratico del caso specifico cui abbiamo accennato, non 

possiamo nascondere le nostre perplessità di fronte alla dichiarata 

inapplicabilità dell’art. 2050 c.c. ad un sinistro verificatosi 

durante l’utilizzazione di un devalkart lungo una 

pista erbosa: e ciò non tanto per la conclusione cui si è pervenuti, 

quanto piuttosto perché a tale conclusione si è giunti 

non esplicitando – come più opportuno sarebbe forse stato 

per tranquillità di tutti e come indicato dalla Corte di cassazione 

nella sentenza del 30 agosto 1995 n. 9205 dianzi citata 

– le successive fasi degli apprezzamenti da effettuare in 

situazioni del genere. 

Come la pericolosità di una attività non può desumersi 

dal solo fatto dell’essersi verificato un evento dannoso, così 

non può sostenersi, a giustificazione della inapplicabilità 

dell’art. 2050 c.c., l’esistenza di errori o di manovre anomale 

o imperfette da parte del danneggiato, proprio come 

suggerito dalla Suprema Corte nelle decisioni dianzi richiamata. 

La situazione ci pare debba invero essere in questi casi 

inquadrata nella realtà concreta della organizzazione di ogni 

specifico impianto (non dimentichiamo la nostra propensione 

alla valutazione delle specificità, facendo astrazione 

da pericolose generalizzazioni che possono condurre a conclusioni 

aberranti). 

Solo dopo avere ciò fatto si potrà parlare di attività pericolosa 

o meno e, nel caso affermativo, ove sussista un 

nesso di causalità fra lo svolgimento di tale attività e 

l’evento dannoso (Cass. civ., sez. III, 21 giugno 1984, in 

Arch. civ. 1984, p. 1302), applicare l’art. 2050 c.c. controllando 

conclusivamente se l’organizzatore della attività 

sportiva interessata abbia adottato tutte le misure idonee ad 

evitare il danno, così come indicato nella sentenza della III 

sez. della Corte di cassazione del 29 aprile 1991 n. 4710 (in 

Arch. civ. 1992, p. 232) ove si legge che la presunzione di 

responsabilità prevista dall’art. 2050 c.c. – che attribuisce a 

chi esercita un’attività pericolosa una forma di colpa presunta 

dalla quale l’interessato può liberarsi provando di 

avere adottato tuttele misure idonee ad evitare il danno – 

comporta l’onere di dimostrare di avere svolto un intervento 

attivo. Non basta cioè «la prova negativa di non aver commesso 

alcuna violazione delle norme di legge o di comune 

prudenza, ma occorre quella positiva di avere impiegato 

ogni misura o cura atta ad impedire l’evento dannoso, di 

guisa che anche il fatto del danneggaito o del terzo può produrre 

effetti liberatori solo se per la sua incidenza e rilevanza 

sia tale da escludere, in modo certo, il nesso causale 

tra attività pericolosa e l’evento e non già quando costituisce 

elemento concorrente nella produzione del danno, inserendosi 

in una situazione di pericolo che ne abbia reso possibile 

l’insorgenza a causa della inidoneità delle misure 

preventive adottate: l’accertamento relativo alla idoneità 

delle cautele prescritte dalla norma (al pari di quello concernente 

il rapporto eziologico e la natura della attività) integra 

una indagine di fatto riservata al giudice del merito il 

cui apprezzamento si sottrae al sindacato di questa Corte 

solo se fondato su argomentazioni immuni da vizi logici ed 

errori di diritto». 

Questa responsabilità per colpa presunta ha cioè una via 

di uscita per il danneggiante che si sia comportato in modo 

particolarmente scrupoloso provando di avere adottato tutte 

le misure idonee ad evitare il danno: qualche cosa di più 

della normale diligenza, come si legge nella Relazione mi-

nisteriale, e cioè le eccezionali cautele non dell’uomo diligente 

ma dell’uomo diligentissimo. 

E a questo punto, ritornando al caso specifico, si impone 

una domanda. 

Può un prato che funge da pista di discesa, nella situazione 

di specie, essere talmente levigato, privo di qualsiasi 

asperità, di qualsiasi avallamento da escludere un eventuale 

sbandamento di un mezzo che lo percorra di certo a velocità 

non limitata? E, in questa eventualità, gli alberi realmente 

esistenti nel caso specifico ai bordi del prato utilizzato come 

pista di discesa non rappresentano una situazione di probabilità 

di un evento dannoso? E se non vi è protezione per impedire 

che dal prato si finisca sugli alberi perché non si può 

parlare di alta probabilità di un evento dannoso? Ecco allora 

quest’alea caratterizzare di pericolosità l’attività di quella 

organizzazione sportiva. 

Ne consegue l’applicabilità al caso di specie dell’art. 

2050 c.c., a liberarsi dalla cui forma di responsabilità presunta 

dovrà allora essere fornita la prova della adozione di 

tutte le misure idonee ad evitare il danno, quali potrebbero 

essere reti elastiche di protezione a lati del prato, tali da impedire 

l’impatto contro le piante ivi esistenti. 

È un po’ come il caso ricordato in una sentenza del Tribunale 

di Torino, sez. IV del 24 ottobre 1991 (in Arch. civ. 

1992, p. 817) della mancata protezione con sacchi di gommapiuma 

per la parte inferiore di una palificazione contro 

cui era andato a finire uno sciatore con la conseguente responsabilità 

della società esercente gli impianti sciistici per 

non avere adottato tutte le opportune cautele al fine di prevenire 

il verificarsi di incidenti: caso valutato sotto il profilo 

dell’art. 2043 c.c., anche se, dal nostro punto di vista, pur 

sempre avrebbe dovuto trattarsi di una situazione coinvolgente 

l’esercizio di una attività pericolosa. 

Non tanto incidentalmente viene formulato questo nostro 

richiamo, peraltro, quanto piuttosto a rimarco di situazioni 

analoghe su cui sarebbe opportuna una qualche riflessione, 

tale da portare a considerare in tutt’altra ottica le 

attività connesse alla organizzazione di queste pratiche 

sportive per dilettanti e non – ovviamente – per atleti in 

gara. 

Quando il SALTARELLI (Il pianeta bianco sempre in 

cerca di regole – fattispecie di responsabilità derivanti dalla 

circolazione sulla neve con gli sci – in Arch. civ. 1998, p. 

1196) ci ricorda che la responsabilità di un incidente sugli 

sci può ricadere pesantemente sui gestori delle piste «per 

tracciati inidonei perché troppo ghiacciati, male battuti o 

con ostacoli a distanza ravvicinata tali da essere potenzialmente 

pericolosi, anche se situati fuori percorso (alberi, tralicci, 

rocce, ecc.)» pensiamo si dovrebbe incominciare a riflettere 

che è fuor di luogo non considerare l’attività di 

gestione di un impianto di discesa come esercizio di attività 

pericolosa. 

Se il tracciato di una pista approntato dal gestore di un 

impianto sciistico corre lungo il bordo superiore di una ba- 

DOTTRINA 7 

stionata rocciosa perché non può parlarsi di un’alta probabilità 

di caduta nel precipizio e, quindi, di un’alea, di una intrinseca 

pericolosità? Non è sufficiente avere indicato come 

nera quella pista scaricandosi della propria responsabilità 

mettendosi al sicuro – o credendo di mettersi al sicuro – 

sotto il mantello dell’imprudenza del malcapitato che magari 

abbia sopravvalutato le proprie capacità. Anche al più 

esperto sciatore può capitare di finire su una placca ghiacciata 

e di volare fuori pista: se in quel punto mancano idonee 

reti di protezione le conseguenze possono essere catastrofiche. 

Ricorda opportunamente il SALTARELLI (ibid., p. 1196) 

che, secondo la giurisprudenza, «il servizio di una sciovia 

deve essere sospeso qualora lo stato della pista, ghiacciata, 

costituisca un pericolo per lo sciatore; ed il giudizio sulla 

pericolosità della pista ghiacciata va collegato alla comune 

esperienza: lo stato ghiacciato è quello in cui la neve assume 

colorazione, trasparenza e durezza del ghiaccio, tanto da 

non consentire il passaggio né con gli sci, né con gli scarponi, 

né con i veicoli cingolati da neve» (Cass. pen., sez. IV, 

8 febbraio 1990). 

Ma se parliamo di pericolosità per lo sciatore, come si 

può sostenere che non costituisce esercizio di attività pericolosa 

la gestione di un impianto sciistico quando l’organizzazione 

ben conosce le insidie e le sorprese della montagna 

ove l’alea è sempre presente? 

E che dire dei pali e delle piante che devono essere lasciati 

fuori dalle piste nel limite del possibile, specie per 

quelle più facili – destinate agli sciatori meno provetti – e 

che comunque debbono essere opportunamente protetti da 

ripari in gommapiuma od altro materiale equivalente per ridurre 

le conseguenze di un eventuale impatto? 

Il gestore di un impianto sciistico non può dimenticare 

che lo stesso viene utilizzato non solo da atleti che si allenano 

per le gare, ma anche da sportivi senza alcuno scopo 

agonistico nei confronti dei quali deve essere garantito uno 

standard di sicurezza diverso da quello necessario per atleti 

che svolgono attività agonistica. 

La montagna innevata non è una via cittadina: ha insidie 

per ogni dove, sia sul terreno che in conseguenza di repentini 

cambiamenti metereologici, situazioni complesse e rischiose 

cui devono sovraintendere i gestori delle piste, la 

cui attività ci sembra essere – per la probabilità di eventi 

dannosi e per l’alea che vi è conseguentemente connessa – 

giustappunto pericolosa proprio per quella intrinsicità di cui 

parla la stessa Corte di cassazione quando ci indica una caratteristica 

dell’attività cui si riferisce l’art. 2050 c.c. 

È un invito alla riflessione, il nostro, di fronte a rischi 

(collegati a situazioni di pericolosità) sempre crescenti 

nell’ambito delle attività sportive di discesa in montagna 

(una volta soltanto sulla neve, ora anche sui prati, come si 

è visto) con marchingegni innovativi che in qualche caso 

non possono ancora considerarsi al meglio per la eliminazione 

della possibilità di infortuni anche rovinosi.

AA.VV. - No al mobbing, Ed. SNFIA, Milano 2002, pp. 

144, s.i.p. 

Perché un libro sul mobbing? Il mobbing è un tema che, 

dalla fine degli anni novanta ad oggi, ha, da un lato, un posto 

dominante nel pensiero e nel linguaggio dei lavoratori, 

mentre, dall’altro, sul fronte interno delle imprese nazionali, 

appartiene al «non detto» del linguaggio ufficiale aziendale. 

Ecco allora la necessità di stimolare sempre di più l’attenzione 

del legislatore e della Magistratura giudicante 

verso una problematica che può causare serie difficoltà non 

solo nella vita di relazione, ma anche sulla salute dell’individuo. 

Il volumetto in recensione mostra, con linguaggio diretto 

e molto fruibile, ma senza tralasciare nessuno dei problemi 

inerenti alla questione, tutti i riflessi di questa 

malattia professionale del nuovo millennio. Introduce sinteticamente 

l’argomento un’intervista al responsabile del 

servizio di neuropsicologia presso la clinica del lavoro di 

Milano, poi si affrontano i riflessi socio-economici del problema 

e successivamente quelli clinici. Vengono poi forniti 

i primi responsi giurisprudenziali posti all’attenzione del 

giurista, per concludere con una parte dedicata alla documentazione 

contenente il diritto comparato di altri Paesi, 

che per primi si sono dimostrati sensibili a questa nuova patologia. 

BIBLIOGRAFIA 

E.R. 

BARTOLINI FRANCESCO - Il codice civile e le leggi complementari, 

Ed. La Tribuna, Piacenza 2003, pp. 1.344, con 

CD-Rom, € 12,00. 

Questo volume riporta il testo aggiornato del codice civile, 

accompagnato da un essenziale quanto utile apparato 

di note. Non mancano le principali leggi complementari, relative 

in particolare a: assicurazione obbligatoria, adozione, 

stato civile, disciplina del matrimonio, titoli di credito, usura. 

Viene riportato, inoltre, il testo della Costituzione e delle 

Convenzioni sui diritti dell’uomo. 

L’obiettivo è quello di offrire a studenti e professionisti 

uno strumento di pronto utilizzo, caratterizzato da un formato 

particolarmente agile, destinato ad agevolarne la 

pronta consultazione. 

Indici sommario, cronologico e analitico-alfabetico. 

V.C. 

BARTOLINI FRANCESCO - Il codice di procedura civile e le 

leggi complementari, Ed. La Tribuna, Piacenza 2003, 

pp. 640, con CD-Rom, 12,00. 

Il volume raccoglie il testo aggiornato del codice di procedura 

civile, con tutte le modifiche più recenti, accompagnato 

da un apparato essenziale di annotazioni. La selezione 

delle leggi complementari comprende le principali norme in 

materia di spese processuali, contenzioso agrario, giudice di 

pace, gratuito patrocinio, locazioni, matrimonio, termini 

processuali, tribunale per i minorenni. Indici sommario, 

cronologico ed analitico-alfabetico. 

V.C. 

BARTOLINI FRANCESCO, CORSO PIERMARIA - Il codice del 

giudice di pace, Ed. La Tribuna, Piacenza 2003, pp. 

1.054, € 18,50. 

La figura del giudice di pace ha recentemente formato 

oggetto di profonde mutazioni che hanno riguardato ogni 

aspetto delle sue funzioni e competenze. 

In ordine di tempo, l’ultimo – fondamentale – tassello di 

questa vera e propria rivoluzione copernicana è rappresentato 

dal D.L.vo 28 agosto 2000, n. 274, che ha disciplinato 

le nuove competenze penali del giudice di pace. 

Quest’Opera, realmente aggiornatissima, comprende fra 

l’altro: il testo integrale del predetto provvedimento accompagnato 

da un esaustivo commento dottrinale articolo per 

articolo; le modifiche apportate dalla L. 14 novembre 2002, 

n. 259, che detta misure urgenti per razionalizzare l’amministrazione 

della giustizia; il Comunicato 9 novembre 2001, 

n. 261, che detta il codice di autoregolamentazione 

dell’esercizio dello sciopero e delle astensioni dalle attività 

giudiziarie e amministrative nel comparto degli uffici del 

giudice di pace, sottoscritto dall’Unione nazionale giudici 

di pace; il D.M. 6 aprile 2001, n. 204, regolamento di esecuzione 

del decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274, recante 

disposizioni sulla competenza penale del giudice di 

pace. 

Non manca, inoltre, il commento alla disciplina della 

competenza civile del giudice di pace, integrato dalla giurisprudenza 

più recente e rilevante. 

V.C. 

CANTINO VALTER - Valore d’impresa e merito creditizio, 

Ed. Giuffrè, Milano 2002, pp. 246, € 16,00. 

Non si finirà mai di parlare a sufficienza dell’erogazione 

di credito, di facilitazioni creditizie e, quindi, di valutazioni 

della meritevolezza dell’affidato da parte delle banche e degli 

intermediari finanziari a ciò abilitati. 

La storia del sistema bancario nel nostro Paese ci consegna 

un considerevole numero di «sofferenze», ovvero di 

crediti che le banche mai più recupereranno, e ciò per i motivi 

più svariati, sia tecnici che socio-politici. 

L’affidamento creditizio segue l’evoluzione dei mercati: 

dal lato dell’utenza, muta con le esigenze e le aspettative di 

consumo; dal lato dell’offerta, i prodotti si sono evoluti a 

ritmi impressionanti, anche se alcune delle forme tradizionali 

(mutuo, aperture di credito, scoperti di conto, credito al 

consumo, ecc.) restano le preferite in un contesto evolutivo 

dell’intermediazione creditizia che si deve adattare alla mu-

GIURISPRUDENZA COSTITUZIONALE 

CORTE COSTITUZIONALE 

26 novembre 2002, n. 477 (ud. 20 novembre 2002). 

Pres. Ruperto - Rel. Marini - Rizzacasa Giovambattista c. 

Enel Spa. 

Notificazioni in materia civile - A mezzo posta - Deposito 

nell’ufficio postale - Momento di perfezionamento - 

Per il notificante - Consegna dell’atto all’ufficiale giudiziario 

- Lesione del diritto di difesa del notificante - 

Illegittimità costituzionale in parte qua. 

È costituzionalmente illegittimo, in riferimento agli artt. 

3 e 24 Cost., il combinato disposto dell’art. 149 c.p.c. e 

dell’art. 4, comma terzo, della legge 20 novembre 1982, n. 

890 (Notificazioni di atti a mezzo posta e di comunicazioni 

a mezzo posta connesse con la notificazione di atti giudiziari), 

nella parte in cui prevede che la notificazione si perfeziona, 

per il notificante, alla data di ricezione dell’atto da 

parte del destinatario anziché a quella, antecedente, di consegna 

dell’atto all’ufficiale giduiziario. (C.p.c., art. 149; L. 

20 novembre 1982, n. 890, art. 4) (1). 

(1) Con la sentenza in epigrafe, la Corte costituzionale ha di 

fatto stabilito il principio per cui, in materia di notificazione a mezzo 

posta, gli effetti derivanti dall’operato della pubblica amministrazione 

non possono in alcun modo risolversi nella menomazione 

dei diritti della parte incolpevole. Prima di questa pronuncia, gli effetti 

della notificazione di atti giudiziari a mezzo posta, effettuata 

ai sensi dell’art. 4 della L. 20 novembre 1982, n. 890, si producevano, 

anche per il notificante, solo con la consegna del plico al destinatario 

da parte dell’agente postale e solo con l’avviso di ricevimento 

il notificante era certo della data dell’eseguita 

notificazione. Tutto questo, secondo la Corte di cassazione, costitiva 

una lesione agli articoli 23 e 3 Cost., in quanto ostacolava, fino 

a vanificarlo, l’esercizio del diritto di impugnazione per chi, risiedendo 

in luogo diverso da quello in cui deve essere eseguita la notificazione, 

si fosse avvalso della notificazione a mezzo posta, 

adempiendo tempestivamente alle formalità previste dall’art. 149 

c.p.c. e dalla legge 20 novembre 1982, n. 890, ma restando nondimeno 

esposto alla disorganizzazione di uffici pubblici, quali 

quelli postali che sono soltanto strumenti ausiliari dell’amministrazione 

della giustizia, la Corte ha «importato» anche nell’iter 

procedimentale interno il principio già espresso in Corte cost. 3 

marzo 1994, n. 69, Società Italiana Lavori Spa c. Grain Authority 

For Grain - Cereals, in questa Rivista 1994, 504, dove aveva dichiarato 

l’incostituzionalità degli artt. 142, terzo comma, 143, terzo 

comma, e 680, primo comma, del c.p.c., nella fase in cui non 

prevedevano che la notificazione all’estero del sequestro si perfezionasse, 

ai fini dell’osservanza del prescritto termine, con il tempestivo 

compimento delle formalità imposte al notificante dalle 

convenzioni internazionali e dagli artt. 30 e 75 del D.P.R. 5 gennaio 

1967, n. 200. 

RITENUTO IN FATTO. 1. – La Corte di cassazione, con 

ordinanza depositata il 2 febbraio 2002, ha sollevato, in riferimento 

agli artt. 3 e 24 della Costituzione, questione di 

legittimità costituzionale dell’art. 4, comma terzo, della 

legge 20 novembre 1982, n. 890 (Notificazioni di atti a 

Decisioni della Corte 

mezzo posta e di comunicazioni a mezzo posta connesse 

con la notificazione di atti giudiziari), «richiamato implicitamente 

dall’art. 149 c.p.c., nella parte in cui fa decorrere la 

notifica dell’atto da notificare dalla data della consegna del 

plico al destinatario, anziché dalla data della spedizione». 

Il medesimo giudice aveva precedentemente sollevato, 

nei termini di cui sopra e nel corso dello stesso procedimento, 

questione di legittimità costituzionale dell’art. 149 

del codice di procedura civile come interpretato dalla giurisprudenza 

«nel silenzio del dettato normativo». Questione 

dichiarata manifestamente inammissibile, con ordinanza n. 

322 del 2001, non avendo la Corte rimettente «assolto 

l’onere di verificare, prima di sollevare la questione di costituzionalità, 

la concreta possibilità di attribuire alla norma 

denunciata un significato diverso da quello censurato e tale 

da superare i prospettati dubbi di legittimità costituzionale». 

Il giudice a quo precisa ora che l’art. 4, comma terzo, 

della legge n. 890 del 1982, nel disporre che «l’avviso di ricevimento 

costituisce prova dell’eseguita notificazione», 

non lascerebbe spazi interpretativi e non consentirebbe, 

dunque, soluzioni ermeneutiche diverse da quella, costituente 

diritto vivente, secondo la quale gli effetti della notificazione 

a mezzo posta si produrrebbero, anche per il notificante, 

solo con la consegna del plico al destinatario da 

parte dell’agente postale. 

Sula base di tale premessa, il rimettente assume che la disciplina 

censurata sarebbe lesiva dell’art. 24 della Costituzione 

in quanto ostacolerebbe, fino a vanificarlo sostanzialmente, 

l’esercizio del diritto di impugnazione a chi, 

risiedendo in luogo diverso da quello in cui deve essere eseguita 

la notificazione, si avvalga della notificazione a 

mezzo posta, adempiendo tempestivamente alle formalità 

previste dall’art. 149 del codice di procedura civile e della 

legge n. 890 del 1982, ma «restando nondimeno esposto alla 

disorganizzazione di uffici pubblici, quali quelli postali che 

sono soltanto strumenti ausiliari dell’amministrazione della 

giustizia». 

Le norme impugnate – ad avviso del medesimo rimettente 

– non esprimerebbero, d’altro canto, una regola generale 

dell’ordinamento, considerato che la notificazione effettuata 

ai sensi dell’art. 140 del codice di procedura civile 

si perfezionerebbe, invece, alla data di spedizione della raccomandata 

con avviso di ricevimento, così come sarebbe 

del resto previsto per la notificazione dei ricorsi amministrativi 

e per le notificazioni eseguite nell’ambito del contenzioso 

tributario. 

Il ricorso al servizio postale in materia di notificazioni di 

atti giudiziari risulterebbe, dunque, diversamente disciplinato 

in relazione a fattispecie analoghe, escludendosi solo 

in alcuni casi, e non in altri, l’esposizione della parte notificante 

al rischio del disservizio postale. Con conseguente 

violazione del principio di eguaglianza garantito dall’art. 3 

della Costituzione. 

2. – Si è costituito in giudizio Giovambattista Rizzacasa, 

ricorrente nel giudizio a quo, il quale preliminarmente sot-

16 GIURISPRUDENZA COSTITUZIONALE 

tolinea la sicura ammissibilità della questione in quanto sostanzialmente 

diversa a quella dichiarata manifestamente 

inammissibile con l’ordinanza n. 322 del 2001. 

Nel merito, secondo la parte privata, verrebbero nella 

specie in considerazione due distinte esigenze: quella di assicurare 

la certezza del diritto, per cui l’impugnativa dovrebbe 

essere esercitata entro precisi limiti temporali, e 

quella di garantire il diritto di difesa del destinatario 

dell’atto notificato. 

La prima delle due esigenze – secondo la stessa parte – 

potrebbe essere adeguatamente soddisfatta facendo riferimento 

alla data di presentazione del ricorso all’ufficiale giudiziario 

per la notifica, mentre solo ai fini della seconda occorrerebbe 

avere riguardo al momento della effettiva 

consegna dell’atto al destinatario. 

Siffatta distinzione sarebbe, d’altro canto, ben presente 

nella giurisprudenza di questa Corte, così come il principio 

secondo cui gli effetti derivanti dall’operato della pubblica 

amministrazione non possono risolversi nella menomazione 

del diritto di difesa della parte incolpevole. 

Se si volesse, poi, richiamare, in contrapposizione al diritto 

di difesa del notificante, l’interesse generale alla certezza 

dei rapporti giuridici, dovrebbe allora considerarsi – 

ad avviso sempre della parte privata – che il principio di ragionevole 

durata del processo, di cui al novellato art. 111 

della Costituzione, impone di disciplinare le cadenze temporali 

del processo stesso in modo da consentire l’agevole 

esercizio del diritto di difesa. 

Il sacrificio del diritto di difesa a favore della rapidità del 

processo potrebbe, dunque, essere giustificato solamente in 

conseguenza di condotte omissive della parte processuale e 

non già in relazione a ritardi od omissioni riferibili all’operato 

della pubblica amministrazione, cui il cittadino-attore 

sia obbligato a rivolgersi. 

La disciplina dettata dall’art. 140 del codice di procedura 

civile e quella relativa alle notifiche in materia di ricorsi amministrativi 

e nell’ambito del contenzioso tributario costituirebbero 

poi – sempre secondo la parte privata – adeguati 

termini di comparazione ai fini del giudizio di legittimità 

costituzionale sotto il profilo della violazione del principio 

di eguaglianza. 

Conclude dunque la parte per l’accoglimento della questione 

«e, in subordine, per l’adozione di una sentenza interpretativa 

del combinato disposto dell’art. 149 c.p.c. e 

dell’art. 4 L. 890/92 (recte: legge 890/82) che consenta 

un’adeguata tutela del diritto di difesa, affermando che lo 

scopo della notifica per posta è legittimamente raggiunto 

nel momento in cui vengono realizzati gli adempimenti formali 

gravanti sulla parte intimante». 

CONSIDERATO IN DIRITTO. 1. – La Corte di cassazione 

dubita, in riferimento agli artt. 3 e 24 della Costituzione, 

della legittimità costituzionale degli artt. 149 del codice di 

procedura civile e 4, comma terzo, della legge 20 novembre 

1982, n. 890 (Notificazioni di atti a mezzo posta e di comunicazioni 

a mezzo posta connesse con la notificazione di atti 

giudiziari), nella parte in cui dispongono che gli effetti della 

notificazione a mezzo posta decorrono, anche per il notificante, 

dalla data di consegna del plico al destinatario anziché 

dalla data della spedizione. 

Tale disposizione si porrebbe in contrasto sia con la garanzia 

costituzionale del diritto di difesa, in quanto esporrebbe 

il notificante, pur incolpevole, al rischio del disservizio 

postale, sia con il principio di eguaglianza, in quanto 

– in materia di notificazioni di atti giudiziari o di ricorsi amministrativi 

– altre norme dell’ordinamento attribuirebbero 

invece rilevanza esclusiva alla data di spedizione dell’atto. 

2. – In via preliminare, va affermata la proponibilità 

della presente questione di costituzionalità, in quanto essenzialmente 

diversa, sia sotto l’aspetto normativo che argomentativo, 

da quella proposta nello stesso giudizio e dichiarata 

da questa Corte manifestamente inammissibile con 

l’ordinanza n. 322 del 2001. 

La questione in esame, infatti, oltre ad avere un oggetto 

solo parzialmente coincidente con quello della precedente 

(con la quale veniva impugnato il solo art. 149 del codice 

di procedura civile), si fonda sulla premessa della impossibilità 

di una diversa opzione interpretativa e non risulta, 

dunque, come l’altra, censurabile sotto il profilo della mancata 

ricerca di una interpretazione alternativa rispetto a 

quella sospettata di illegittimità costituzionale. 

3. – Nel merito la questione è fondata. 

3.1. – Il rimettente muove dalla premessa secondo la 

quale l’inequivoco tenore testuale dell’art. 4, comma terzo, 

della legge n. 890 del 1982 non consentirebbe interpretazione 

diversa da quella del perfezionamento della notificazione, 

anche per il notificante, alla data di ricezione del 

plico da parte del destinatario. Tale premessa – pur opinabile 

nei termini assoluti in cui è formulata, come del resto 

dimostra la rimessione della predetta questione interpretativa 

alle Sezioni Unite da parte di altra sezione della stessa 

Corte di cassazione – è, peraltro, conforme ad un orientamento 

da tempo consolidato del giudice di legittimità e tale, 

dunque, da poter essere senz’altro assunto a base della presente 

decisione. 

3.2. – Questa Corte ha avuto modo di affermare, in tema 

di notificazioni all’estero, che gli artt. 3 e 24 della Costituzione 

impongono che «le garanzie di conoscibilità dell’atto, 

da parte del destinatario, si coordinino con l’interesse del 

notificante a non vedersi addebitato l’esito intempestivo di 

un procedimento notificatorio parzialmente sottratto ai suoi 

poteri di impulso» ed ha, altresì, individuato come soluzione 

costituzionalmente obbligata della questione sottoposta 

al suo esame quella desumibile dal «principio della sufficienza 

[...] del compimento delle sole formalità che non 

sfuggono alla disponibilità del notificante» (sentenza n. 69 

del 1994). 

Principio questo che, per la sua portata generale, non può 

non riferirsi ad ogni tipo di notificazione e dunque anche 

alle notificazioni a mezzo posta, essendo palesemente irragionevole, 

oltre che lesivo del diritto di difesa del notificante, 

che un effetto di decadenza possa discendere – come 

nel caso di specie – dal ritardo nel compimento di un’attività 

riferibile non al medesimo notificante, ma a soggetti diversi 

(l’ufficiale giudiziario e l’agente postale) e che, perciò, resta 

del tutto estranea alla sfera di disponibilità del primo. 

In ossequio ai richiamati principi costituzionali, gli effetti 

della notificazione a mezzo posta devono, dunque, essere 

ricollegati – per quanto riguarda il notificante – al solo 

compimento delle formalità a lui direttamente imposte dalla 

legge, ossia alla consegna dell’atto da notificare all’ufficiale 

giudiziario, essendo la successiva attività di quest’ultimo e 

dei suoi ausiliari (quale appunto l’agente postale) sottratta 

in toto al controllo ed alla sfera di disponibilità del notificante 

medesimo. 

Resta naturalmente fermo, per il destinatario, il principio 

del perfezionamento della notificazione solo alla data di ricezione 

dell’atto, attestata dall’avviso di ricevimento, con la

conseguente decorrenza da quella stessa data di qualsiasi 

termine imposto al destinatario medesimo. Ed è appena il 

caso di sottolineare, al riguardo, che la possibilità di una 

scissione soggettiva del momento perfezionativo del procedimento 

notificatorio risulta affermata dalla stessa legge n. 

890 del 1982, laddove all’art. 8 prevede, secondo l’interpretazione 

vigente, che, nel caso di assenza del destinatario 

e di mancanza, inidoneità o assenza delle persone abilitate 

a ricevere il piego, la notificazione si perfezioni per il no- 

GIURISPRUDENZA COSTITUZIONALE 17 

tificante alla data di deposito del piego presso l’ufficio postale 

e, per il destinatario, al momento del ritiro del piego 

stesso ovvero alla scadenza del termine di compiuta giacenza. 

Confermandosi in tal modo la necessità che le norme 

impugnate siano dichiarate costituzionalmente illegittime 

nella parte in cui prevedono che la notificazione si perfeziona, 

per il notificante, alla data di ricezione dell’atto da 

parte del destinatario anziché alla data, antecedente, di consegna 

dell’atto all’ufficiale giudiziario. (Omissis).

GIURISPRUDENZA DI LEGITTIMITÀ 

CORTE DI CASSAZIONE 

Sez. lav., 16 settembre 2002, n. 13536. 

Pres. Ciciretti - Est. Stile - P.M. Cesqui (conf.) - Marini Spa 

(avv.ti Petronico e Pinza) c. Dragoni (avv.ti Pellegrini e Madonna). 

Lavoro subordinato - Estinzione del rapporto (recesso e 

risoluzione) - Licenziamento per giusta causa - Mancanza 

del lavoratore - Idoneità del comportamento a 

produrre un pregiudizio potenziale - Sufficienza - Danno 

economico effettivo - Irrilevanza - Fattispecie. 

Cassazione civile - Giudizio di rinvio - Mancata acquisizione 

del fascicolo d’ufficio di primo grado - Nullità - 

Esclusione. 

Lavoro subordinato - Estinzione del rapporto (recesso e 

risoluzione) - Licenziamento per giusta causa - Mancanze 

del lavoratore - Pluralità di episodi oggetto di 

contestazione disciplinare - Valutazione complessiva 

della condotta - Necessità. 

Nella ipotesi di licenziamento intimato per una mancanza 

del lavoratore che si concreti in una violazione non solo 

del dovere di diligenza, ex art. 2104 c.c., ma anche del dovere 

di fedeltà all’impresa, di cui all’art. 2105 c.c., la legittimità 

della sanzione deve essere valutata, ai fini della 

configurabilità della giusta causa di recesso ai sensi 

dell’art. 2119 c.c. o del giustificato motivo soggettivo di cui 

all’art. 3 della legge n. 604 del 1966, tenendo conto della 

idoneità del comportamento a produrre un pregiudizio potenziale 

per sé stesso valutabile nell’ambito della natura fiduciaria 

del rapporto, indipendentemente dal danno economico 

effettivo, la cui entità ha un rilievo secondario e 

accessorio nella valutazione complessiva delle circostanze 

di cui si sostanzia l’azione commessa. (Nella specie, la S.C. 

ha cassato con rinvio la sentenza impugnata che, in contrasto 

con tale principio, aveva condizionato il giudizio sulla 

gravità della condotta insubordinata del dipendente alla 

produzione di un pregiudizio alla struttura e alla organizzazione 

aziendale). (C.c., art. 2104; c.c., art. 2105; c.c., art. 

2119) (1). 

La mancata acquisizione, nel giudizio di rinvio, del fascicolo 

d’ufficio del giudizio di primo grado, in violazione 

dell’art. 126 att. c.p.c., non comporta nullità, in difetto di 

espressa previsione in tal senso. (Att. c.p.c., art. 126; c.p.c., 

art. 384) (2). 

In tema di licenziamento per giusta causa o giustificato 

motivo soggettivo, allorquando vengano contestati al dipendente 

diversi episodi rilevanti sul piano disciplinare, il 

giudice di merito non deve esaminarli partitamente, riconducendoli 

alle singole fattispecie previste da clausole contrattuali, 

ma deve valutarli complessivamente. (Nella specie, 

la S.C. ha cassato con rinvio la sentenza impugnata, 

emessa in sede di rinvio, la quale, non adeguandosi al principio 

di diritto, attraverso un esame separato degli episodi 

contestati, aveva ritenuto sì sussistente un illecito disciplinare, 

ma non così grave da giustificare l’intimato licenzia- 

mento). (L. 20 maggio 1970, n. 300, art. 7; c.c., art. 2119) 

(3). 

(1) Contra, si veda Cass. 27 maggio 1995, n. 5967, in questa 

Rivista 1996, 211, secondo cui non è affetta da violazione dell’art. 

2106 c.c. la sentenza di merito che ritenga non sufficientemente 

grave da giustificare il licenziamento, ancorché abbastanza grave 

da determinare l’irrogazione di una sanzione disciplinare conservativa, 

il comportamento doloso del lavoratore consistito in false 

attestazioni documentali finalizzate al rimborso di spese non effettuate, 

quando l’esiguità del danno patrimoniale arrecato, anche 

in riferimento alle grandi dimensioni dell’impresa, seppure idonea 

a diminuire il necessario legame di fiducia tra le parti del rapporto 

di lavoro, sia tale da non giustificare l’inflizione di una sanzione 

capace di privare il lavoratore dei mezzi sufficienti ad assicurare 

a sé ed alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Nello 

stesso senso della massima in epigrafe Cass. 3 marzo 2000, n. 

2404, ivi 2001, 106, secondo cui, nel licenziamento per giusta causa 

ciò che rileva nella valutazione della proporzionalità tra fatto addebitato 

e recesso non è l’assenza o la speciale tenuità del danno 

patrimoniale arrecato dal dipendente al datore di lavoro, bensì la 

ripercussione sul rapporto di una condotta suscettibile di porre in 

dubbio la futura correttezza dell’adempimento, in quanto sintomatica 

di un certo atteggiarsi del lavoratore rispetto agli obblighi assunti. 

(2) Non si rilevano precedenti in esatti termini. 

(3) Cfr. in argomento: Cass. 18 novembre 1994, n. 9773, in 

questa Rivista 1995, 1155, secondo cui il datore di lavoro che conosca 

una pluralità di fatti illeciti commessi dal dipendente può intimare 

il licenziamento per giusta causa o giustificato motivo contestando 

al lavoratore solo alcuni di tali fatti, ritenuti sufficienti a 

giustificare il recesso; nell’ipotesi in cui venga intimato un nuovo 

autonomo licenziamento sulla base dei fatti precedentemente non 

contestati, la circostanza che questi fossero già noti da molto tempo 

può inficiare la legittimità del secondo provvedimento solo quando 

si tratti di licenziamento senza preavviso (posto che la non immediata 

contestazione della causa può indicare la compatibilità di essa 

con la prosecuzione del rapporto) oppure quanso il lungo intervallo 

di tempo fra l’illecito disciplinare e l’intimazione della sanzione 

può impedire un’adeguata difesa dell’incolpato in sede di procedimento 

disciplinare ex art. 7, L. n. 300/1970; Cass. 16 luglio 1991, 

n. 7860, ivi 1992, 609, secondo cui la legittimità di una sanzione 

disciplinare irrogata al lavoratore subordinato per una pluralità di 

infrazioni contestate non può essere esclusa con riguardo al principio 

di proporzionalità di cui all’art. 2106 c.c. (fuori dell’ipotesi 

di una specifica previsione contrattuale che configuri i diversi addebiti 

come componenti essenziali di un’unica figura complessa di 

illecito disciplinare) solo per il fatto che alcuni di tali addebiti risultino 

infondati, atteso che la proporzionalità risulta dalla comparazione 

tra sanzione inflitta e infrazione commessa nel caso concreto, 

ed anche una sola di queste può risultare proporzionata alla 

sanzione in concreto inflitta. 

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO. – Con ricorso del 25 

maggio 1993 Dragoni Massimo esponeva al Pretore di 

Ravenna di essere stato alle dipendenze della Marini Spa 

dall’ottobre 1973 come impiegato di V livello, svolgendo 

mansioni di disegnatore tecnico di macchine semoventi e di

20 GIURISPRUDENZA DI LEGITTIMITÀ 

avere ancora pendente un giudizio con la società per 

l’annullamento del provvedimento di cassa integrazione 

nella quale era stato posto. 

Aggiungeva di essere stato licenziato, dopo la ripresa del 

lavoro, in data 14 aprile 1993, a seguito di procedimento disciplinare, 

ma di ritenere illegittimo detto licenziamento sia 

per omessa affissione del codice disciplinare sia perché 

comminato prima del decorso dei cinque giorni dalla contestazione 

sia, infine, per la insussistenza del giustificato 

motivo o della giusta causa di recesso. 

Chiedeva, pertanto, l’applicazione della tutela reale e risarcitoria, 

ai sensi dell’art. 18 legge n. 300 del 1970. 

Resisteva la convenuta, che contestava la fondatezza del 

ricorso sul presupposto della legittimità formale e sostanziale 

del provvedimento espulsivo, chiededone per l’effetto 

la reiezione. 

Con sentenza del 19 aprile 1994 il pretore accoglieva la 

domanda del Dragoni, dichiarando la illegittimità del licenziamento, 

con ordine di immediata reintegrazione del lavoratore 

nel posto in precedenza occupato e con tutti gli ulteriori 

provvedimenti conseguenziali. 

All’esito dell’appello proposto dalla soccombente, il tribunale 

del luogo, con decisione del 24 dicembre 1994, confermava 

la pronuncia di primo grado, rilevando che il licenziamento, 

da qualificarsi come «disciplinare», era stato 

comminato, ai sensi dell’art. 25 del C.C.N.L., per le «mancanze» 

contestate e previste dalla normativa collettiva; che, 

pertanto, in tale ipotesi si imponeva la affissione del codice 

disciplinare, il cui obbligo non risultava adempiuto da parte 

datoriale; che non potevano ravvisarsi nella specie le ipotesi 

della giusta causa o del giustificato motivo ex lege n. 604/ 

1966 (artt. 1 e 3), sia perché non ne ricorrevano i presupposti 

alla stregua delle risultanze istruttorie, sia perché le 

contestazioni afferivano unicamente alle previsioni della 

normativa collettiva. 

Avverso tale pronuncia la società proponeva ricorso per 

cassazione, che veniva accolto con sentenza del 14 ottobre 

1998 n. 4593, sula base del principio cui la mancata affissione 

delle norme dsiciplinari previste dai contratti collettivi 

diventa irrilevante allorché le condotte sanzionate da 

tali disposizioni realizzano, indipendentemente dai contratti 

collettivi, gli estremi del giustificato motivo di licenziamento 

in virtù della norma generale costituito dall’art. 3 

legge 15 luglio 1966 n. 604. 

Il giudice di legittimità, rilevava, tra l’altro, che il tribunale, 

ancorando apoditticamente la sanzione espulsiva alla 

previsione pattizia, aveva finito col limitare l’ambito della 

valutazione ai soli comportamenti negativi ivi ipotizzati, in 

tal modo ridimensionando la portata degli addebiti contestati. 

Con ricorso ex art. 392, Massimo Dragoni riassumeva il 

giudizio dinanzi al Tribunale di Ferrara, giudice del rinvio, 

per l’esame, nel merito, della fondatezza del licenziamento, 

onde sentir dichiarare l’illegittimità del provvedimento 

espulsivo e la conferma della declaratoria di reintegra del 

lavoratore nel posto di lavoro. 

Si costituiva la Marini Spa chiedendo dichiararsi, in applicazione 

dei principi enunciati dalla Cassazione, la legittimità 

dell’intimato licenziamento con condanna del Dragoni 

a restituire le somme versategli a titolo di risarcimento 

danni, in ottemperanza al disposto della sentenza di primo 

grado (Omissis). 

Denuncia violazione e falsa applicazione dell’art. 3 della 

legge 15 luglio 1966 n. 604 e degli artt. 2119 e 2105 c.c., 

nonché violazione e falsa applicazione dell’art. 384 c.p.c. 

per non avere il giudice del rinvio applicato il principio di 

diritto enunciato da questa Corte con la sentenza n. 4593 del 

1998, resa inter partes. 

Giova puntualizzare che tale sentenza, nell’enunciare il 

principio di diritto secondo cui, per le sanzioni espulsive 

nessun onere di pubblicità del codice disciplinare, ex art. 7 

legge 20 maggio 1970 n. 300, incombe sul datore di lavoro, 

atteso che, indipendentemente dal richiamo o dalla previsione 

di determinate, analoghe condotte punibili con il recesso 

nella pattuizione collettiva, il potere di licenziamento 

è attribuito direttamente dalla legge al verificarsi di situazioni 

che ne integrino la giusta causa od il giustificato motivo, 

ha osservato che i giudici di merito non si erano attenuti 

a detto principio laddove si erano limitati ad accertare 

la violazione di specifiche clausole della contrattazione collettiva 

concludendo per la necessità della pubblicazione, 

mediante affissione, del codice disciplinare, senza valutare, 

con approfondita disamina nel merito, se i comportamenti 

negativi del lavoratore configurassero comunque una giusta 

causa o un giustificato motivo soggettivo di licenziamento; 

e laddove avevano apoditticamente ancorato la sanzione 

espulsiva alla previsione pattizia, limitando l’ambito della 

valutazione ai comportamenti negativi ivi ipotizzati, in tal 

modo ridimensionando la portata degli addebiti contestati. 

Inoltre, il tribunale – sempre secondo il principio della 

Corte –, nel portare l’indagine sui fatti di causa, in particolare 

sulla sussistenza degli episodi addebitati al lavoratore, 

sulle loro modalità e sulla loro intrinseca valenza alla stregua 

delle testimonianze acquisite, ne aveva operato del pari 

un ridimensionamento del tutto apodittico, volto a privilegiare 

il contenuto di quelle incerte ovvero inconferenti, ed 

a sminuire la portata di quelle precise e nei termini della 

contestazione, in tal modo valutando il materiale probatorio 

con profili di evidente deformazione improntati all’error in 

procedendo, travisandone la reale essenza e sì da rendere il 

vizio deducibile in cassazione, ai sensi dell’art. 360 c.p.c. 

Nel caso in esame, il tribunale, dopo aver riportato 

stralci delle verbalizzazioni delle prove testimoniali, riprodotte 

nella comparsa di risposta della società, si è limitato 

ad affermare che gli episodi, come descritti, «furono tutto 

sommato modesti», non rispondenti ad una fattispecie di insubordinazione 

caratterizzata dalla gravità e ripetitività dei 

comportamenti», trattandosi «non di una rivolta quasi sistematica, 

ma di meri atti di disubbidienza, compiuti fors’anche 

in buona fede»; mentre, quanto alle espressioni volgari 

nei confronti del collega, esse, benché censurabili sul piano 

civilistico, dovevano valutarsi dal punto di vista dell’organizzazione 

e funzionamento aziendale; ed, in questa prospettiva, 

pur potendo costituire ragione di sanzione disciplinare, 

non giustificavano una sanzione così grave come il 

licenziamento, ancorché con preavviso. 

Ma così argomentando, il tribunale è incorso, con apodittiche 

affermazioni anche in relazione alla configurazione 

di una possibile «buona fede», in quegli stessi vizi motivazionali 

evidenziati nella richiamata sentenza n. 4593/98 di 

annullamento della pronuncia del Tribunale di Ravenna, 

poiché ha esaminato partitamente, quasi a doverli inquadrare 

separatamente in singole fattispecie previste da clausole 

contrattuali, gli accertati illeciti commessi dal Dragoni, 

omettendo di valutare complessivamente la condotta di questi 

e, quindi, di collegare le «espressioni volgari», considerate 

isolatamente, ai comportamenti negativi dello stesso lavoratore, 

apoditticamente ricondotti sull’ambito, tutt’altro

che indicativo sotto il profilo valutativo, dei «meri atti di disubbidienza». 

Peraltro, nell’assunto di condizione il giudizio di gravità 

della condotta insubordinata del dipendente alla produzione 

di un pregiudizio alla struttura ed organizzazione aziendale 

si manifesta un ulteriore errore logico-interpretativo ed una 

falsa applicazione del disposto dell’art. 3 della legge 604/66 

con riferimento al disposto di cui all’art. 2104, secondo 

comma, c.c. 

Questa Corte ha in più occasioni affermato che nella ipotesi 

di licenziamento intimato per una mancanza del lavoratore 

che si concreti in una violazione non solo del dovere 

di diligenza, ex art. 2104 c.c., ma anche del dovere di fedeltà 

all’impresa di cui all’art. 2105 c.c. la legittimità della sanzione 

deve essere valutata, ai fini della configurabilità della 

giusta causa di recesso ai sensi dell’art. 2119 c.c. o del giustificato 

motivo soggettivo di cui all’art. 3 legge n. 604 del 

1966, tenendo conto della idoneità del comportamento a 

produrre un pregiudizio potenziale per sé stesso valutabile 

nell’ambito della natura fiduciaria del rapporto, indipendentemente 

dal danno economico effettivo, la cui entità ha un 

rilievo secondario ed accessorio nella valutazione complessiva 

delle circostanze di cui si sostanzia l’azione commessa 

(cfr. Cass. 17 giugno 1991 n. 6814). 

L’accoglimento, nei termini esposti, dei motivi per ultimo 

esaminati comporta l’annullamento della impugnata 

decisione con rinvio, anche per la regolamentazione delle 

spese del giudizio di legittimità, ad altro giudice d’appello, 

indicato in dispositivo, che provvederà al riesame della controversia 

alla stregua delle svolte considerazioni. (Omissis). 

CORTE DI CASSAZIONE 

Sez. I, 13 settembre 2002, n. 13428. 

Pres. De Musis - Est. Adamo - P.M. Schirò (diff.) - Scirè 

(avv. Pucci) c. Di Pasquale (avv. Burtone). 

Matrimonio - Separazione dei coniugi - Provvedimenti per 

i figli - Sentenza ecclesiastica dichiarativa di nullità del 

matrimonio - Delibazione da parte della corte d’appello 

- Conseguenze - Norme regolatrici del matrimonio 

putativo - Applicabilità - Assegnazione della casa coniugale. 

Delibazione (Giudizio di) - Dichiarazione di efficacia di 

sentenze straniere - In materia matrimoniale - Sentenza 

di nullità del matrimonio per vis et metus - Domanda 

di delibazione - Successiva alla scadenza del termine 

- Ammissibilità - Fondamento. 

Per effetto della delibazione, da parte della corte d’appello, 

di una sentenza ecclesiastica dichiarativa della nullità 

del matrimonio, la regolamentazione dell’affidamento 

dei figli minori e del loro mantenimento trova fondamento 

nelle norme dettate in tema di matrimonio putativo, con la 

conseguenza che, richiamando l’art. 129 (che disciplina, 

appunto, i rapporti tra coniugi in caso di matrimonio putativo) 

il successivo art. 155 c.c., deve ritenersi legittimo il 

provvedimento di assegnazione della casa coniugale al genitore 

affidatario dei figli minori, a prescindere dalla circostanza 

che proprietario della stessa risulti il coniuge non 

affidatario. (C.c., art. 155) (1). 

Il principio stabilito dall’art. 122 c.c. – secondo il quale 

l’azione di impugnazione del matrimonio non può essere 

proposta se vi sia stata coabitazione per un anno dopo che 

siano cessate le violenze o le cause che abbiano determinato 

il timore – pur avendo carattere imperativo, non con- 

GIURISPRUDENZA DI LEGITTIMITÀ 21 

figura l’espressione di principi e regole fondamentali con 

cui la Costituzione e la legge ordinaria delineano l’istituto 

del matrimonio, con la conseguenza che non può ritenersi 

in contrasto con l’ordine pubblico italiano la sentenza ecclesiastica 

dichiarativa della nullità del matrimonio stesso 

emanata nonostante la relativa domanda sia stata introdotta 

in epoca successiva alla scadenza del termine suddetto. 

(C.c., art. 122) (2). 

(1) In argomento si veda Cass. 2 febbraio 1989, n. 649, in questa 

Rivista 1989, 1237, secondo cui la sopravvenienza, nel corso 

della causa di separazione dei coniugi, della deliberazione della 

sentenza ecclesiastica dichiarativa della nullità del matrimonio, 

non priva il giudice adito del potere-dovere di adottare disposizioni 

in tema di affidamento, mantenimento ed educazione della prole, 

a norma dell’art. 155 c.c., richiamato dall’art. 129, secondo comma, 

c.c., e, quindi, anche di vagliare il comportamento dei coniugi, 

al fine di emettere detti provvedimenti in corrispondenza dell’interesse 

morale e materiale dei figli. 

(2) Nello stesso senso Cass. 19 febbraio 1991, n. 1709, ivi 

1991, 1324, secondo cui, ai fini della delibazione della sentenza ecclesiastica, 

dichiarativa della nullità del matrimonio per vizio di 

consenso consistente nella vis et metus, mentre sussiste la compatibilità 

di quest’effetto invalidante del vizio stesso con l’ordine 

pubblico italiano – anche in difetto di mala fede dell’altro coniuge 

e senza che vi osti l’essere, dall’art. 122 c.c., richiesta l’eccezionale 

gravità del timore e non la sola gravità, prevista dall’ordinamento 

canonico – non opera il principio, di ordine pubblico, della tutela 

della buona fede dell’altro coniuge, a differenza di quanto imposto 

con riguardo ai casi di riserva mentale. infatti, il vizio suddetto e 

quello riconducibile a tali casi si caratterizzano per reciproca autonomia 

e capacità invalidante, incidendo l’uno sul momento decisionale 

e l’altro sul contenuto dell’atto, con la conseguenza che 

la mancata esternazione dello stato di timore all’altro coniuge non 

determina automatica conversione dell’uno nell’altro ed attribuzione 

di esclusiva rilevanza al secondo, ma può soltanto implicare 

concorso di entrambi, qualora il coniuge che ha subito la vis et metus, 

si determini altresì a simulare il proprio matrimonio, senza che 

peraltro tale ultima causa e la relativa disciplina si presenti assorbente 

ai fini del giudizio di delibazione ove nella sentenza ecclesiastica 

la dichiarazione di nullità sia avvenuta non per simulazione, 

ma soltanto per timore. In relazione al rispetto dei termini, si 

veda, nello stesso senso, Cass., Sez. Un., 20 luglio 1988, n. 4700, 

ivi 1988, 1292, secondo cui, con riguardo alla sentenza del tribunale 

ecclesiastico dichiarativa della nullità del matrimonio concordatario 

per esclusione unilaterale di uno dei bona matrimonii, manifestata 

all’altro coniuge, la delibazione deve ritenersi consentita 

anche se detta nullità sia stata dichiarata su domanda proposta dopo 

il decorso di un anno dalla celebrazione, ovvero dopo il verificarsi 

della convivenza dei coniugi successivamente alla celebrazione 

stessa, in difformità delle due disposizioni dettate dall’art. 123 secondo 

comma, c.c. in tema d’impugnazione del matrimonio per simulazione, 

atteso che entrambe tali norme, pur avendo carattere 

imperativo, non configurano espressione di principi e regole fondamentali 

con le quali la Costituzione e le leggi dello Stato delineano 

l’istituto del matrimonio, e che, pertanto, l’indicata difformità 

non pone la pronuncia ecclesiastica in contrasto con l’ordine 

pubblico italiano. 

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO. – Con ricorso depositato 

in data 21 agosto 1995 Giuseppe Scirè conveniva avanti al 

Tribunale di Caltagirone la moglie Giuseppina Di Pasquale 

per sentir pronunciare la cessazione degli effetti civili del 

matrimonio concordatario, celebrato fra le parti, affidare a 

sé medesimo entrambe le figlie, che in occasione della pronunzia 

di separazione personale erano state affidate una al 

padre e l’altra alla madre, ed assegnare a sé stesso l’abitazione 

coniugale.

GIURISPRUDENZA DI MERITO 

CORTE DI APPELLO DI LECCE 

Sez. dist. di Taranto, 11 marzo 2002, n. 75. 

Pres. ed est.Lanzo - Intesa Gestione Crediti (avv. Tanzarel) 

c. Guarino (avv. Strada). 

Promesse unilaterali - Promessa di pagamento e ricognizione 

del debito - Azione cambiaria - Prescrizione - 

Utilizzo del titolo di credito - Implicito riconoscimento 

del debito - Conseguenze. 

In caso di prescrizione dell’azione cambiaria l’utilizzo 

del titolo di credito quale promessa di pagamento o riconoscimento 

di debito implica l’esercizio dell’azione causale, 

fondata sul rapporto sottostante all’emissione o alla trasmissione 

del titolo ed efficace solo tra le parti di ciascuno 

di detti rapporti, con la conseguenza che il possessore del 

titolo può esercitarla solo nei confronti del proprio diretto 

promittente. (C.c., art. 1988) (1). 

(1) Nello stesso senso: Cass. 26 novembre 1999, n. 13170, in 

questa Rivista 2000, 1043, secondo cui, in caso di prescrizione 

dell’azione cambiaria, l’utilizzo del titolo di credito quale promessa 

di pagamento implica l’esercizio dell’azione causale, fondata 

sul rapporto sottostante all’emissione o alla trasmissione del titolo, 

rapporto che è efficace solo tra le parti dello stesso. Da ciò consegue 

che il possessore del titolo può esercitare una tale azione solo 

nei confronti del proprio diretto promittente; Cass. 12 aprile 1994, 

n. 3417, ivi 1995, 307; Cass. 20 agosto 1990, n. 8483, secondo cui 

la cambiale, non più utilizzabile in via cartolare per l’intervenuta 

prescrizione dell’azione cambiaria, può valere (ricorrendone i presupposti) 

come ordinaria promessa di pagamento per l’ammontare 

della somma indicata nel documento, con l’effetto di dispensare il 

creditore dall’onere della prova del rapporto fondamentale, la cui 

esistenza si presume, salva per il debitore la facoltà di dimostrare 

che il rapporto stesso è stato invalidamente instaurato o che è venuta 

meno. 

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO. – Con atto di citazione 

notificato il 18 marzo 1998 Mauro Guarino proponeva 

opposizione dinanzi al Tribunale di Taranto, sezione distaccata 

di Ginosa, avverso il decreto ingiuntivo n. 59-1997 

emesso in data 31 ottobre 1997, con il quale era stato 

ingiunto al Guarino, unitamente ad Agostino Loreto, di 

pagare in favore della Caripuglia Spa la somma di lire 

8.570.000 risultante da un titolo cambiario emesso dal Guarino 

in favore del Loreto e da questo girato in favore della 

Caripuglia. A fondamento dell’opposizione deduceva il 

Guarino che il provvedimento monitorio era divenuto inefficace 

per la decorrenza del termine di cui all’art. 664 c.p.c., 

essendo stata eseguita la notifica oltre il sessantesimo 

giorno della pronunzia. Disconosceva, altresì, l’opponente 

la firma apposta sul titolo cambiario in questione ed eccepiva 

la prescrizione dell’azione cambiaria, deducendo l’inesistenza 

di ogni rapporto causale sottostante alla stessa. 

La banca opposta si costituiva, aderendo alla richiesta di 

dichiarazione di inefficacia del decreto ingiuntivo; formulava, 

nei confronti del Guarino, domanda riconvenzionale 

per il pagamento della somma suddetta, maggiorata degli 

interessi del 2 novembre 1993 al soddisfo. L’istituto di credito 

chiedeva la verificazione della firma disconosciuta 

dall’opponente e, in ordine alla eccezione di prescrizione, 

dichiarava di agire in virtù del rapporto causale ai sensi 

dell’art. 1988 c.c., poiché la sottoscrizione del titolo da 

parte dell’opponente costituiva la ricognizione di un debito. 

Espletata una C.T.U. grafologica, che concludeva ritenendo 

l’autografia della sottoscrizione del titolo cambiario 

in questione, all’udienza del 28 aprile 1999 l’opponente 

Guarino rinunziava al motivo di opposizione alla falsità 

della predetta firma. 

Con sentenza 28 luglio 1999 n. 92 il Tribunale di Taranto, 

sezione distaccata di Ginosa, in accoglimento 

dell’opposizione, revocava il decreto ingiuntivo opposto e 

rigettava la domanda riconvenzionale proposta dalla Caripuglia 

Spa nei confronti del Guarino. 

Con atto di citazione notificato in data 24 luglio 2000 ha 

proposto appello la Intesa Gestione Crediti Spa, precisando 

di avere, in virtù di cessione di beni e rapporti giuridici in 

blocco, acquisito la titolarità pro soluto di tutti i crediti della 

Cassa di Risparmio di Puglia. 

Si duole la società appellante dell’accoglimento dell’opposizione, 

osservando che la Caripuglia aveva inteso azionare 

un proprio credito documentato da una promessa di pagamento 

o di atto ricognitivo dell’obbligazione; in tal caso 

opera una presunzione di esistenza e liceità della causa del 

negozio e spetta all’opponente, che intende contestare il 

credito, l’onere di fornire la prova di fatti impeditivi, estintivi 

o modificativi; e il termine per la prescrizione 

dell’azione causale, che sopravvive all’estinzione 

dell’azione cambiaria, varia secondo la natura del rapporto 

fondamentale. In via subordinata l’appellante chiede che siano 

dichiarate interamente compensate le spese del primo 

grado del giudizio. 

L’appellato Guarino si è costituito ed ha chiesto il rigetto 

dell’impugnazione, deducendo che per l’azione cambiaria 

si è verificata la prescrizione ex art. 94 R.D. 14 dicembre 

1933 n. 1669, mentre per l’azione causale legittimamente la 

domanda è stata respinta in quanto tale azione avrebbe potuto 

essere esperita solamente dal Loreto nei confronti del 

Guarino, e non anche della Caripuglia non esistendo tra 

quest’ultima e lo stesso appellato alcun rapporto sottostante 

relativo alla emissione della cambiale. 

La causa, infine, sulle conclusioni delle parti sopra trascritte 

è stata riservata per la decisione, con la concessione 

dei termini di cui all’art. 190 c.p.c. 

MOTIVI DELLA DECISIONE. – L’impugnazione proposta 

dalla Spa Intesa Gestione Crediti è del tutto fondata e deve 

essere respinta. 

Come ha correttamente ritenuto il Tribunale di Taranto, 

sezione distaccata di Ginosa, nel caso in esame va anzitutto 

riconosciuto che è sicuramente maturata la prescrizione di 

cui all’art. 94 della legge cambiaria, giacché il protesto del

42 GIURISPRUDENZA DI MERITO 

titolo è stato elevato in data 16 novembre 1993 e l’azione 

dell’istituto opposto, quale giratario, si è prescritta entro 

l’anno di detta data. 

E con riferimento all’azione causale il primo giudice, altrettanto 

correttamente, ha ritenuto che il rapporto sottostante 

al titolo cambiario conserva la sua efficacia solamente 

tra le parti di ciascun rapporto, e pertanto il 

possessore del titolo può esercitare l’azione medesima 

esclusivamente nei confronti del proprio diretto promittente. 

Alla fattispecie che ci occupa si attaglia come un guanto 

una massima della giurisprudenza della Suprema Corte 

molto chiara e pienamente condivisa da questo collegio. 

È stato puntualizzato, invero, dalla Cassazione in modo 

testuale che in caso di prescrizione dell’azione cambiaria, 

l’utilizzo del titolo di credito, come nel caso in esame, quale 

promessa di pagamento o riconoscimento di debito ai sensi 

dell’art. 1988 c.c. «implica l’esercizio dell’azione causale, 

fondata sul rapporto sottostante all’emissione o alla trasmissione 

del titolo ed efficace solo tra le parti di ciascuno di 

detti rapporti, con la conseguenza che il possessore del titolo 

può esercitarla solo nei confronti del proprio diretto 

promittente». E in forza di tale principio molto chiaro la 

corte di legittimità ha cassato la decisione di merito di quel 

giudizio che aveva ritenuto fondata l’azione causale «esercitata 

dal giratario di un effetto cambiario nei confronti 

dell’emittente dello stesso e non contro il proprio girante» 

(v. Cass. 12 aprile 1994 n. 3417, in Arch. civ. 1995, 307). 

Va aggiunto che è palesemente inammissibile la richiesta 

formulata nelle sole conclusioni dell’atto di impugnazione 

con riferimento ad un preteso arricchimento senza causa, 

trattandosi di domanda nuova che, a norma dell’art. 345 

c.p.c., non può essere proposta per la prima volta in grado 

di appello. 

È infondato anche il motivo subordinato di appello riguardante 

le spese processuali. Risulta corretta invero la decisione 

del tribunale che, in base al principio della soccombenza, ha 

condannato la Caripuglia al pagamento delle spese processuali, 

essendo di decisiva rilevanza, in primo luogo, la circostanza 

che il provvedimento monitorio era comunque divenuto 

inefficace per la decorrenza del termine di cui all’art. 

644 c.p.c. e, in secondo luogo, la circostanza che l’azione 

causale non avrebbe potuto comunque essere proposta nei 

confronti del Guarino attesa l’inesistenza di un rapporto sottostante 

al titolo fra la Caripuglia e lo stesso Guarino. 

In conclusione, per le esposte considerazioni l’impugnazione, 

risultata infondata, non può che essere respinta, con 

la condanna dell’appellante, per il principio generale della 

soccombenza, al pagamento anche delle spese del presente 

grado del giudizio. 

Tali spese vanno attribuite all’avv. Raffaele Strada distrattario 

e vengono liquidate come in dispositivo tenuto 

conto del valore della causa e dell’attività svolta. (Omissis). 

CORTE DI APPELLO DI SALERNO 

4 marzo 2002. 

Pres. De Rosa - Est. Siani - Carbone (avv. Boccia) c. Mastrandrea 

e altro (avv. Pizzuti). 

Possesso - Acquisto - Mutamento della detenzione in 

possesso - Fattispecie in materia di contratti agrari - 

Affitto di fondi rustici - Natura del contratto - Detenzione 

del fondo - Parificazione con il comodato di fondo 

rustico - Esclusione. 

La presunzione di possesso in favore del soggetto che si 

trovi ad avere la c.d. relazione materiale con la cosa, si fonda 

sul presupposto che sia mancata la prova che il potere 

di fatto sulla cosa sia esercitato inizialmente come detenzione. 

Una volta acquisita la dimostrazione dell’originario 

titolo detentivo, è onere del detentore allegare e dimostrare 

il susseguente mutamento della detenzione in possesso. 

(C.c., art. 1141) (1). 

(1) Si veda, tra le altre, Cass. 29 luglio 1997, n. 7090, in questa 

Rivista 1998, 592, secondo cui l’art. 1141 del c.c. non consente al 

detentore di trasformarsi in possessore mediante una sua interna 

determinazione di volontà, ma richiede, per il mutamento del titolo, 

o l’intervento di «una causa proveniente da un terzo», per tale 

dovendosi intendere qualsiasi atto di trasferimento del diritto idoneo 

a legittimare il possesso, indipendentemente dalla perfezione, 

validità, efficacia dell’atto medesimo, compresa l’ipotesi di acquisto 

da parte del titolare solo apparente, oppure l’opposizione del 

detentore contro il possessore, opposizione che può aver luogo sia 

giudizialmente che estragiudizialmente e che consiste nel rendere 

noto al possessore, e cioè a colui per conto del quale la cosa era detenuta, 

in termini inequivoci e contestando il di lui diritto, l’intenzione 

di tenere la cosa come propria. Lo stabilire se, in conseguenza 

di un atto negoziale ancorché invalido, al detentore di un 

immobile sia stato da un terzo trasferito il possesso del bene, costituisce 

una indagine di fatto, riservata al giudice di merito, i cui 

apprezzamenti e valutazioni sono sindacabili in sede di legittimità 

soltanto per illogicità o inadeguatezza della motivazione. 

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO. – Con ricorso depositato 

il 25 settembre 1997 Giovanna e Vito Mastrandrea avevano 

adito la Pretura di Vallo della Lucania chiedendo che 

venisse dichiarata la cessazione del rapporto di comodato 

stipulato con Matteo Carbone ed avente ad oggetto una 

parte estesa mq. 5.000 circa del fondo rustico sito in Omignano 

Scalo, alla località Casa dei Piani – da loro acquistato 

in virtù della sentenza n. 1280/81 emessa dal Tribunale di 

Roma, trascritta presso la Conservatoria dei RR.II. di 

Salerno ai nn. 3932/3426, e del successivo atto di divisione 

per notar Cammarano del 19 febbraio 1982, rep. 19632, 

racc. 9255 – e la condanna del comodatario alla restituzione 

del bene in loro favore, con vittoria di spese. 

Si era costituito il Carbone il quale aveva eccepito l’incompetenza 

per materia, vertendosi in materia di contratto 

agrario e, poi, aveva dedotto, nel merito, che non sussisteva 

alcun contratto di comodato avendo egli posseduto animo 

domini il fondo fin dal 1964; ragioni per le quali egli aveva 

prospettato la declaratoria di incompetenza o il rigetto 

dell’avversa domanda, con l’accoglimento della sua domanda 

riconvenzionale di usucapione della consistenza. 

Il Tribunale di Vallo della Lucania – a cui la vertenza era 

transitata dalla Pretura di Vallo della Lucania ex D.L.vo n. 

51/98 – dopo che si era conclusa l’istruzione della causa, 

espletata mediante la produzione di documenti e l’assunzione 

dell’interrogatorio libero e di prova testimoniale, e 

dopo l’effettuazione della discussione, aveva emesso la sentenza 

n. 469/2000 del 17 novembre 2000, depositata il 23 

novembre 2000, con la quale aveva condannato il Carbone 

alla immediata restituzione del fondo de quo in favore dei 

Mastrandrea, aveva rigettato la domanda riconvenzionale 

spiegata dal convenuto ed aveva condannato quest’ultimo 

alla rifusione delle spese di lite. 

Avverso questa sentenza, notificatagli in data 8 febbraio 

2001, il Carbone interponeva appello innanzi a questa Corte 

depositando il relativo ricorso in data 28 febbraio 2001 e poi

MASSIMARIO DI LEGITTIMITÀ 

I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono 

stati elaborati dalla redazione. 

Adozione - Adozione dei minori - Adottabilità - Interesse del minore 

a mantenere rapporti con i genitori di sangue. 

In tema di accertamento dello stato di abbandono, il diritto del fanciullo 

a mantenere rapporti con i genitori di sangue, di cui agli artt. 1 della 

legge n. 184 del 1983 e 9 della legge n. 176 del 1991, tutela un suo interesse 

superiore presunto, perché va rispettata e preservata, in base al diritto interno 

ed a quello internazionale, l’indennità del minore e la sua esigenza 

nella misura del possibile a vivere con i genitori biologici e ad essere allevato 

da loro. 

* Cass. civ., sez. I, 15 marzo 2002, n. 3792, Salvago c. Martis. (L. 4 

maggio 1983, n. 184, art. 1; L. 27 maggio 1991, n. 176, art. 3; L. 27 maggio 

1991, n. 176, art. 9). [RV553059] 

Adozione - Adozione dei minori - Dichiarazione di adottabilità - 

Minore assistito da parenti. 

Il principio ispiratore della disciplina dell’adozione dei minori, secondo 

il quale il minore ha diritto ad essere educato nella propria famiglia 

di origine, incontra i suoi limiti laddove questa non sia in grado di prestare 

– in via non transitoria – le cure necessarie, né di assicurare l’adempimento 

dell’obbligo di mantenere, educare ed istruire la prole, la quale viene, pertanto, 

a trovarsi in stato di abbandono. Questo non viene meno per il solo 

fatto che al minore vengano prestate le cure materiali essenziali da parte dei 

genitori o di taluno dei parenti entro il quarto grado (nella specie, la madre 

e i nonni materni), essendo necessario, in tal caso accertare che l’ambiente 

familiare sia in grado di garantire un equilibrato ed armonioso sviluppo della 

personalità del minore. 

* Cass. civ., sez. I, 28 marzo 2002, n. 4503, La Corte c. Trapani. (L. 4 

maggio 1983, n. 184, art. 1; L. 4 maggio 1983, n. 184, art. 17). [RV553356] 


Presupposti. 

La legittima predicabilità dell’esistenza di uno «stato di abbandono» 

(ex lege 148/1983) postula l’accertamento, da parte del giudice di merito, 

dell’esistenza di carenze materiali ed affettive tali da integrare, di per 

sé, gli estremi del grave pregiudizio per il minore, tenendo, peraltro, conto 

della primaria esigenza che egli cresca nella sua famiglia d’origine, esigenza 

non sacrificabile nemmeno in costanza di evidente inadeguatezza dell’assistenza 

o di atteggiamenti patologici (quali l’iperaffettività, la possessività 

esasperata, la chiusura verso il mondo esterno) del genitore. 

* Cass. civ., sez. I, 19 marzo 2002, n. 3988, Di Virgilio ed altri c. P.G. 

della Repubblica di Torino. (L. 4 maggio 1983, n. 148, art. 8). [RV553159] 


Stato di abbandono. 

Lo stato di abbandono che giustifica la dichiarazione di adottabilità 

ricorre allorquando i genitori non sono in grado di assicurare al minore quel 

minimo di cure materiali, calore affettivo, aiuto psicologico indispensabile 

per lo sviluppo e la formazione della sua personalità e la situazione non sia 

dovuta a forza maggiore di carattere transitorio, tale essendo quella inidonea 

per la sua durata a pregiudicare il corretto sviluppo psico-fisico del minore, 

secondo una valutazione che, involgendo un accertamento di fatto, spetta al 

giudice di merito. 

* Cass. civ., sez. I, 28 marzo 2002, n. 4503, La Corte c. Trapani. (L. 4 

maggio 1983, n. 184). [RV553355] 

Appalto (Contratto di) - Rovina e difetti di cose immobili (responsabilità 

del costruttore) - Decadenza dalla garanzia - 

Decorrenza. 

Il termine di un anno per la denuncia del pericolo di rovina o di gravi 

difetti della costruzione di un immobile, previsto dall’art. 1669 c.c. a pena 

di decadenza dall’azione di responsabilità contro l’appaltatore, decorre dal 

giorno in cui il committente consegua un apprezzabile grado di conoscenza 

oggettiva della gravità dei difetti e della loro derivazione causale dall’imperfetta 

esecuzione dell’opera (nella specie, dalla data del deposito della relazione 

del consulente, nominato in sede di accertamento tecnico preventivo), 

non essendo sufficienti, viceversa, manifestazioni di scarsa rilevanza 

e semplici sospetti. L’accertamento del momento nel quale detta conoscenza 

sia stata acquisita, involgendo un apprezzamento di fatto, è riservato al giudice 

di merito ed è insindacabile in sede di legittimità se sorretto da motivazione 

congrua ed esente da vizi logici o da errori di diritto. 

* Cass. civ., sez. II, 29 marzo 2002, n. 4622, Cile - Comp. Italiana Lavori 

Edili Spa c. Cond. Via Tesio n. 19 Milano. (C.c., art. 1669). 

[RV553388] 

Appalto (Contratto di) - Rovina e difetti di cose immobili (responsabilità 

del costruttore) - Estensione ai rapporti tra costruttore 

venditore ed acquirente - Ammissibilità. 

La denuncia di gravi difetti di costruzione, oltre che dal committente 

e suoi aventi causa, può essere fatta anche dagli acquirenti dell’immobile, 

in base al principio che le disposizioni di cui all’art. 1669 c.c. mirano 

a dsiciplinare le conseguenze dannose di quei difetti che incidono 

profondamente sugli elementi essenziali dell’opera e che influiscono sulla 

durata e solidità della stessa, compromettendone la conservazione e configurano, 

quindi, una responsabilità extracontrattuale, sancita per ragioni e finalità 

di interesse generale, con la conseguenza che la relativa azione, nonostante 

la collocazione della norma tra quelle in materia di appalto, è data 

non solo al committente e suoi aventi causa nei confronti dell’appaltatore, 

ma anche all’acquirente nei confronti del costruttore venditore. 

* Cass. civ., sez. II, 29 marzo 2002, n. 4622, Cile - Compagnia Italiana 

Lavori Edili Spa c. Cond. Via Tesio n. 19 Milano. (C.c., art. 1669; c.c., art. 

2055). [RV553389] 

Appello civile - Domande - Domanda riconvenzionale condizionata 

- Appello incidentale. 

Nel caso in cui il giudice di primo grado non abbia esaminato una 

domanda riconvenzionale condizionata all’accoglimento della domanda 

principale, ritenendola assorbita dal rigetto di quest’ultima, non è richiesto 

l’appello incidentale ai fini della devoluzione nel giudizio di secondo grado 

della medesima domanda condizionata, essendo necessaria e sufficiente la 

sua mera riproposizione a norma dell’art. 346 c.p.c.; viceversa, qualora in 

primo gardo la domanda riconvenzionale, avanzata condizionatamente 

all’accoglimento della domanda principale, non sia stata dichiarata assorbita 

dalla pronuncia di rigetto della principale, ma, a seguito di espresso esame, 

il giudice ne abbia dichiarato l’inammissibilità in rito ovvero l’infondatezza 

nel merito, l’appellato vincitore in primo grado, che intenda 

reiterare in secondo grado la domanda riconvenzionale subordinatamente 

all’accoglimento dell’appello principale, ha l’onere di proporre appello incidentale 

condizionato. 

* Cass. civ., sez. III, 25 marzo 2002, n. 4212, Cammarano c. Giannotti 

Ricci. (C.p.c., art. 343; c.p.c., art. 346). [RV553247] 

Appello civile - Fascicolo di parte - Memorie di replica - Rilevanza 

processuale. 

La memoria di replica di cui all’art. 190, terzo comma c.p.c. deve 

essere presa in considerazione dal giudice alla sola condizione che la parte 

l’abbia comunicata all’avversario nei cinque giorni liberi antecedenti 

l’udienza, a nulla rilevando che la parte stessa non abbia altresì provveduto 

alla comunicazione di una propria comparsa conclusionale al predetto avversario.

58 MASSIMARIO DI LEGITTIMITÀ 

* Cass. civ., sez. III, 25 marzo 2002, n. 4211, Messina Ignazio C c. 

SIAD Spa. (C.p.c., art. 190; c.p.c., art. 347; c.p.c., art. 352). [RV553244] 

Appello civile - Mandato alle liti - Persona giuridica - Incertezza 

sull’identità fisica del legale rappresentante. 

Non sussiste incertezza sulla persona fisica che ha conferito la procura 

nella qualità di legale rappresentante di una persona giuridica – incertezza 

che renderebbe invalida la procura stessa e inammissibile l’atto introduttivo 

del giudizio (nella specie, atto di citazione in primo grado dinanzi 

al tribunale) – allorché risulti idoneamente documentato, mediante la produzione 

di atti già esistenti al momento del conferimento, il riferimento di 

tale qualità ad una ben individuata persona fisica, tenendo anche conto che 

l’eventuale illeggibilità della firma non inficia la validità della procura stessa 

allorché detta firma sia identica a quella risultante da atti già esistenti al 

momento del conferimento e ritualmente prodotti dalla parte. 

* Cass. civ., sez. I, 5 marzo 2002, n. 3116, Gruppo Andidero Finanziario 

Immobiliare Srl c. Prov. Bari. (C.p.c., art. 83). [RV552793] 

Appello civile - Poteri del collegio - Rimessione della causa al 

giudice di primo grado - Per nullità del giudizio di primo grado. 

La decisione deliberata in camera di consiglio da un collegio diverso, 

in uno o più membri, da quello che ha assistito alla discussione della 

causa, in violazione dell’art. 276, primo comma, c.p.c., è causa di nullità 

della sentenza, riconducibile al vizio di costituzione del giudice ai sensi 

dell’art. 158 c.p.c.; in caso, il giudice d’appello che rilevi detta nullità, è tenuto 

a trattenere la causa e a deciderla nel merito, senza rimetterla al giudice 

che ha pronunciato la sentenza affetta da nullità, non ricorrendo nella specie 

alcuna delle ipotesi di rimessione tassativamente previste dall’art. 354 

c.p.c., in particolare non essendo il vizio in questione assimilabile al difetto 

assoluto di sottoscrizione della sentenza, contemplato dall’art. 161, secondo 

comma, del codice di rito, che detta rimessione impone. 

* Cass. civ., sez. I, 26 marzo 2002, n. 4285, Genova c. Buccarelli. 

(C.p.c., art. 158; c.p.c., art. 276; c.p.c., art. 161; c.p.c., art. 354). 

[RV553273] 

Arbitrato e compromesso - Arbitraggio - Conferimento dell’incarico 

al terzo arbitratore da parte dei contraenti - Mandato 

collettivo. 

L’arbitraggio con cui le parti demandano ad un terzo arbitratore la 

determinazione, in loro sostituzione, di uno o più elementi di un contratto 

concluso ma incompleto, è figura assimilabile ad un mandato collettivo; ne 

consegue che il negozio costituente la fonte dei poteri del terzo può essere 

revocato anche ad opera di una sola parte qualora ricorra una giusta causa, 

trovando applicazione l’art. 1726 c.c. 

* Cass. civ., sez. I, 26 marzo 2002, n. 4283, De Petri c. Baruffaldi. (C.c., 

art. 1726; c.c., art. 1349). [RV553272] 

Arbitrato e compromesso - Arbitrato rituale - Concessioni di 

pubblici servizi - Collegi previsti dall’art. 24 R.D. n. 2578/ 

1925. 

I collegi previsti dall’art. 24 del regio decreto 15 ottobre 1925, n. 

2578, ai quali è demandata, per il caso di mancato accordo tra le parti, la 

liquidazione dell’indennità dovuta agli ex concessionari di pubblici servizi, 

in ipotesi di assunzione diretta di questi da parte del comune, hanno natura 

di collegi arbitrali rituali. 

* Cass. civ., sez. I, 1 marzo 2002, n. 3026, Com. Mottola c. D’Auria Domenico 

ed altre. (R.D. 15 ottobre 1925, n. 2578, art. 24). [RV552722] 

Arbitrato e compromesso - Arbitri - Nomina - Nomina sostitutiva 

da parte del presidente del tribunale. 

In tema di arbitrato, il presidente del tribunale chiamato a designare 

l’arbitro in sostituzione della parte inerente svolge una funzione di volontaria 

giurisdizione di carattere non contenzioso e sostanzialmente suppletivo 

della carente attività negoziale di parte, con la conseguenza che, al provvedimento 

di nomina (così come a quello di revoca), non può 

legittimamente riconoscersi portata decisoria, giacché, se la nomina viene 

effettuata, ne potrà essere controllata la validità in qualsiasi sede (e, anzitutto, 

dallo stesso collegio arbitrale), mentre, se essa viene negata (o, una 

volta compiuta, viene poi revocata), sarà sempre la parte inadempiente a do- 

ver rispondere dell’eventuale pregiudizio subito dalla controparte nelle normali 

sedi contenziose. 

* Cass. civ., sez. I, 5 marzo 2002, n. 3129, Associazione Temporanea 

di Imprese De Paolis c. Fibreno Scrl. (C.p.c., art. 810). [RV552806] 

Arbitrato e compromesso - Competenza - Arbitrato rituale - 

Atto di autonomia privata. 

Dalla natura privata dell’arbitrato rituale e del dictum che lo definisce 

e dalla qualificazione del relativo procedimento come ontologicamente 

alternativo alla giurisdizione statale discende che il compromesso e la 

clausola compromissoria si pongono quali patti di deroga alla giurisdizione, 

con la conseguenza che il contrasto sulla deferibilità agli arbitri di una determinata 

controversia è da considerare non già una questione di competenza, 

bensì di merito, in quanto direttamente inerente alla validità o alla interpretazione 

del compromesso o della clausola compromissoria. 

* Cass. civ., sez. I, 1 marzo 2002, n. 3026, Com. Mottola c. D’Auria Domenico 

ed altre. (C.p.c., art. 825; c.p.c., art. 827; L. 5 gennaio 1994, n. 25). 

[RV552721] 

Arbitrato e compromesso - Lodo - Impugnazione - Casi di nullità. 

Nel giudizio di legittimità avverso la decisione resa dalla corte 

d’appello sull’impugnazione per nullità del lodo non è ammesso introdurre 

questioni che, direttamente o indirettamente, si risolvano in un sindacato 

sulla motivazione del lodo. 

* Cass. civ., sez. I, 5 marzo 2002, n. 3121, Presidenza del Consiglio dei 

Ministri ed altri c. Cons. Coop. Costruzioni. (C.p.c., art. 829; c.p.c., art. 

830; L. 5 gennaio 1994, n. 25; c.p.c., art. 360). [RV552798] 

Arbitrato e compromesso - Lodo - Impugnazione - Casi di nullità. 

La natura di giudizi di mera legittimità delle impugnazioni dei lodi 

arbitrali, devolute alla competenza della corte d’appello, non esclude, ove 

siano denunciati errori nel procedimento, il potere-dovere di procedere 

all’apprezzamento dell’attività svolta nel processo dalle parti o dagli arbitri 

ed all’esame degli elementi di fatto risultanti dagli atti acquisiti al processo 

stesso, al fine di accertare la sussistenza della dedotta nullità. Infatti, in quella 

sede, la corte d’appello ha il potere di apprezzare e valutare anche il fatto 

extraprocessuale, che abbia tuttavia rilevanza nel processo, così come acquisito 

dal giudice a quo. 

* Cass. civ., sez. I, 28 marzo 2002, n. 4492, Impresa Salinardi c. Cons. 

Sviluppo Ind. Potenza. (C.p.c., art. 829; c.p.c., art. 828; c.p.c., art. 830). 

[RV553347] 

Assicurazione (Contratto di) - Assicurazione contro i danni - 

Surrogazione legale dell’assicuratore - Condizioni. 

Il diritto di surroga nelle ragioni dell’assicurato di cui all’art. 1916 

c.c. non sorge in modo automatico, per effetto del pagamento dell’indennità 

assicurativa, essendo, per converso, sottoposto alla condizione che l’assicuratore 

richieda al danneggiante il rimborso dell’indennità. 


SIAD Spa. (C.c., art. 1916). [RV553246] 

Assicurazione (Contratto di) - Assicurazione contro i danni - 

Surrogazione legale dell’assicuratore - Cose oggetto di contratto 

di trasporto. 

In tema di assicurazione contro i danni relativa a cose oggetto di 

contratto di trasporto, la surrogazione dell’assicuratore nei diritti dell’assicurato 

(art. 1916 c.c.) realizza una successione particolare nel credito, trasferendo 

all’assicuratore stesso tutti i diritti nascenti dal contratto di trasporto 

in capo al destinatario-assicurato nei confronti del vettore, compresi 

quelli non ancora esercitati dal predetto destinatario all’atto della surrogazione, 

con la conseguenza che l’assicuratore è legittimato ad agire in surrogazione 

contro il vettore, per il risarcimento del danno dovuto a sottrazione 

del carico, anche qualora il destinatario-assicurato non abbia richiesto 

la riconsegna delle cose al vettore, ben potendo anche tale facoltà – per la 

quale l’art. 1689, comma primo, c.c. non prevede un termine finale – essere 

esercitata dall’assicuratore medesimo. 


SIAD Spa. (C.c., art. 1689; c.c., art. 1916). [RV553245]

Archivio civile - La Tribuna

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