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Fratelli di sangue. - Museo Nazionale del Cinema

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larivista<br />

MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA<br />

LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma ottobre<br />

<strong>del</strong>cinema<br />

Romanzo americano. Omaggio a Robert Rossen<br />

<strong>di</strong> Chiara Barbo<br />

Robert Rossen era nato a New York nel 1908, cresciuto nel Lower East Side <strong>di</strong> Manhattan,<br />

un quartiere in quegli anni ben <strong>di</strong>stante dal sogno americano. È stato pugile, uomo <strong>di</strong> teatro,<br />

sceneggiatore. La povertà <strong>del</strong>la sua infanzia e le ingiustizie <strong>del</strong> sistema americano, i<br />

combattimenti sul ring alla ricerca <strong>del</strong>la vittoria e <strong>del</strong> riscatto, in<strong>di</strong>viduale e sociale,<br />

l’interpretazione attoriale e la parola: questi gli elementi fondanti <strong>del</strong> cinema <strong>di</strong> Rossen,<br />

questo quello che <strong>del</strong>la sua vita, ancora giovanissimo, è entrato <strong>di</strong> forza nel suo cinema, come<br />

essenziale, irrinunciabile. Prima come sceneggiatore sotto contratto alla Warner Bros., in cui<br />

la sua scrittura sottile e la narrazione tesa sono a servizio degli stu<strong>di</strong>os e <strong>di</strong> registi come LeRoy,<br />

Walsh, Bacon e Milestone, e la morale <strong>di</strong> quei film è quella <strong>del</strong>l’America coraggiosa e puritana<br />

degli anni Trenta, quella <strong>di</strong> una società potenzialmente giusta, quella consolatoria verso gli<br />

sconfitti. Ma l’esperienza <strong>di</strong> Rossen è <strong>di</strong>versa, come anche la sua riflessione, così riesce a far<br />

entrare comunque in quei film il dubbio, le incrinature sociali, a raccontare la devianza<br />

<strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>viduo proprio a causa <strong>di</strong> quella stessa società. E non è un caso che il giovane Rossen<br />

si iscriva al partito comunista, il suo sogno <strong>di</strong> egalitarismo sociale e al tempo stesso la<br />

constatazione che la grande America è in realtà profondamente intollerante e ingiusta sono<br />

evidenti tanto più nei film che comincia a <strong>di</strong>rigere, da Body and Soul (Anima e corpo) in poi<br />

l’uomo e la donna rosseniani sono in lotta contro la società, il sistema americano è iniquo e<br />

corrotto, il razzismo insopportabile, e il desiderio <strong>di</strong> riscatto e vittoria <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>viduo contro le<br />

avversità e le ingiustizie <strong>di</strong>venta ossessione, <strong>di</strong>venta il sogno americano che si sgretola, il mondo<br />

dei suoi eroi si fa sempre più cupo, fino a The Hustler (Lo spaccone), e al magistrale Lilith (Lilith,<br />

la dea <strong>del</strong>l’amore), in cui non è più tanto la società a essere sotto accusa, il pensiero <strong>di</strong> Rossen si<br />

ø primo piano 1-8 ottobre<br />

ROMANZO AMERICANO.<br />

OMAGGIO A ROBERT ROSSEN<br />

•Robert Rossen<br />

A <strong>sangue</strong> freddo<br />

Johnny O’Clock<br />

Usa 1947, 90’, b/n, v.o. sott.it.<br />

Copia conservata dalla<br />

Cinémathèque Royale de Belgique<br />

Johnny O’Clock è socio <strong>di</strong> minoranza <strong>di</strong> un casinò<br />

clandestino gestito da Pete Marchettis. I guai<br />

cominciano quando Harriet, la guardarobiera<br />

<strong>del</strong> casinò, viene trovata uccisa. Sua sorella Nancy<br />

indaga fino a scoprire la verità, ma finisce per<br />

innamorarsi <strong>di</strong> Johnny. La Columbia sfruttò in<br />

questo film il recente successo <strong>di</strong> Dick Powell nel<br />

noir L’ombra <strong>del</strong> passato. Rossen, al suo esor<strong>di</strong>o come<br />

regista, invece, sfruttò la sua abilità <strong>di</strong> sceneggiatore<br />

per realizzare un film complesso, con <strong>di</strong>aloghi<br />

feroci e sarcastici e una costante rabbia <strong>di</strong> fondo.<br />

Sc.: R. Rossen, da una storia <strong>di</strong> Milton Holmes;<br />

Fot.: Burnett Guffey; Int.: Dick Powell,<br />

Evelyn Keyes, Lee J. Cobb.<br />

MER 1, h. 16.30, VEN 3, h. 22.30<br />

•Robert Rossen<br />

Anima e corpo<br />

Body and Soul<br />

Usa 1947, 104’, b/n, v.o. sott.it.<br />

Copia conservata da British Film Institute<br />

Il giovane Charley Davis, dopo aver vinto un incontro<br />

<strong>di</strong> boxe in un torneo amatoriale, viene convinto a<br />

intraprendere la carriera pugilistica dal manager<br />

Quinn che si offre <strong>di</strong> seguire i suoi interessi. La madre<br />

<strong>di</strong> Charley in un primo momento si oppone ma,<br />

quando il padre muore, Charley accetta <strong>di</strong> combattere<br />

per sol<strong>di</strong> in un incontro che Quinn organizza.<br />

La sua carriera si fa promettente e vittoriosa. Charley<br />

vince un incontro dopo l’altro fino a quando si trova<br />

a dover scegliere tra la boxe combattutta secondo le<br />

regole e le possibilità <strong>di</strong> alti guadagni che gli prospetta<br />

un altro impresario senza scrupoli. Oscar per il<br />

montaggio. L’aiuto alla regia era Robert Aldrich.<br />

Sc.: Abraham Polonsky; Fot.: James Wong Howe;<br />

Int.: John Garfield, Lilly Palmer, Hazel Brooks.<br />

MER 1, h. 18.15, VEN 3, h. 20.30<br />

•Robert Rossen<br />

Lilith – La dea <strong>del</strong>l’amore<br />

Usa 1964, 114’, b/n, v.o. sott.it.<br />

Copia restaurata da Sony Pictures Releasing<br />

In un istituto per malattie mentali il giovane<br />

assistente Vincent, reduce dalla guerra, si lascia<br />

travolgere da una <strong>di</strong>sperata storia d’amore con<br />

una ragazza ammalata che vive nella stessa clinica.<br />

Ma il giovane, che ha avuto tristi esperienze<br />

belliche, sente che il male si insinua anche in lui<br />

e quando lei si innamora <strong>di</strong> un altro,<br />

Vincent reagisce spingendo il rivale al suici<strong>di</strong>o.<br />

Ultimo film <strong>di</strong> Robert Rossen.<br />

Sc.: R. Rossen, dal romanzo <strong>di</strong> J.R. Salamanca;<br />

Fot.: Eugen Shüfftan; Int.: Warren Beatty,<br />

Jean Seberg, Peter Fonda, Gene Hackman.<br />

MER 1, h. 20.30, MAR 7, h.16.15<br />

•Robert Rossen<br />

Tutti gli uomini <strong>del</strong> re<br />

All the King’s Men<br />

Usa 1949, 109’, b/n, v.o. sott.it.<br />

Copia restaurata da Sony Pictures Releasing<br />

Willie Stark, un giovane <strong>di</strong> modesta con<strong>di</strong>zione<br />

ma pieno d’ingegno, si fa coinvolgere dalla lotta<br />

politica. Alcuni politicanti appoggiano la sua<br />

can<strong>di</strong>datura col proposito <strong>di</strong> servirsi <strong>di</strong> lui per<br />

i loro loschi fini. Accortosene, Willie li denuncia<br />

agli elettori e in tal modo vince la sua battaglia.<br />

Eletto governatore <strong>del</strong>lo Stato, vuol attuare un<br />

gran<strong>di</strong>oso programma d’opere pubbliche ma, per<br />

riuscire nei suoi propositi, ricorre agli stessi sistemi<br />

<strong>di</strong> corruzione e <strong>di</strong> sopraffazione che ha tanto<br />

rimproverato agli avversari. La sua personalità<br />

si trasforma: l’assertore dei <strong>di</strong>ritti popolari <strong>di</strong>venta<br />

un <strong>di</strong>ttatore senza scrupoli, che crede lecito tutto<br />

quello che serve a consolidare il suo potere.<br />

Anche nella cerchia dei familiari e degli amici tutti<br />

devono piegarsi alla sua volontà. Tra<strong>di</strong>sce la moglie,<br />

toglie al suo migliore amico la fidanzata, causa,<br />

per egoismo, la rovina <strong>del</strong> figlio adottivo,<br />

ricatta un magistrato spingendolo al suici<strong>di</strong>o.<br />

Molti l’abbandonano, ma le folle gli rimangono<br />

fe<strong>del</strong>i e con l’aiuto <strong>di</strong> queste riesce a vincere ancora.<br />

Sc.: R. Rossen; Fot.: Burnett Guffey; Int.:<br />

Broderick Crawford, John Ireland, Anne Seymour.<br />

GIO 2, h. 16.30, LUN 6, h. 20.30, MAR 7, h. 18.30<br />

•Robert Rossen<br />

Fiesta d’amore e <strong>di</strong> morte<br />

The Brave Bulls<br />

Usa 1951, 106’, b/n, v.o. sott.it.<br />

Copia conservata dalla<br />

Cinémathèque de la Ville de Luxembourg<br />

Il torero Luis Bello ogni volta che scende nell’arena<br />

infiamma le folle con il suo straor<strong>di</strong>nario talento <strong>di</strong><br />

matador e grazie anche al lavoro <strong>del</strong> suo manager<br />

4<br />

fa meno dogmatico e si trasfigura piuttosto nell’osservazione <strong>del</strong>le cose umane, e comincia a<br />

emergere l’abisso <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>viduo, il dramma <strong>di</strong>venta psicologico e non più, o non solo, sociale.<br />

E ci può non piacere quello che <strong>di</strong> noi ve<strong>di</strong>amo nei personaggi/in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> Rossen, questo è<br />

quello che accade in America, ma anche alla Mostra <strong>del</strong> <strong>Cinema</strong> <strong>di</strong> Venezia, che escluse il film<br />

dalla selezione. Lilith infasti<strong>di</strong>sce, inquieta, e ciò che è peggio <strong>di</strong>sturba. Nessuna tesi sociale,<br />

nessuna consolazione, nessun tentativo <strong>di</strong> comporre, <strong>di</strong> ricomporre l’essere umano e la sua<br />

fragilità morbosa, anzi, Rossen scende nel profondo <strong>del</strong> cuore e <strong>del</strong>la mente malata <strong>di</strong> Lilith,<br />

e con lei nel cuore <strong>del</strong>l’America dei primi anni Sessanta, ancora assopita nel suo sonno perbenista<br />

e terribile. La forza visuale <strong>del</strong> film testimonia che la parola, fondante nel cinema <strong>di</strong> Rossen,<br />

fondamentale, non è più sufficiente, e Rossen ricerca - e con Lilith raggiunge - una complessità<br />

espressiva straor<strong>di</strong>nariamente moderna e insolente. Un nuovo inizio, un nuovo cinema. Che<br />

fatalmente non può proseguire però, Robert Rossen muore a Los Angeles nel 1966. Negli anni<br />

<strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o system Robert Rossen ha scritto, <strong>di</strong>retto e prodotto i suoi film, con un’autonomia<br />

rara per l’epoca. È stato un autore assolutamente moderno, che ha attraversato anni sospesi<br />

tra un passato ancora troppo vicino e un futuro che correva veloce. E forse proprio per questo<br />

non sempre capito, non sempre amato, e mai abbastanza visto, stu<strong>di</strong>ato, mostrato.<br />

L’omaggio a Robert Rossen, a cura <strong>di</strong> Chiara Barbo e Sergio Grmek Germani, è un progetto<br />

organizzato da I mille occhi - Festival Internazionale <strong>del</strong> <strong>Cinema</strong> e <strong>del</strong>le Arti (Trieste) e dal <strong>Museo</strong><br />

<strong>Nazionale</strong> <strong>del</strong> <strong>Cinema</strong> in collaborazione con Cinémathèque Française, Cinémathèque Royale de Belgique,<br />

Cinémathèque de la Ville de Luxembourg, Centro Sperimentale <strong>di</strong> <strong>Cinema</strong>tografia – Cineteca<br />

<strong>Nazionale</strong>, National Film & Television Archive, British Film Institute, Hollywood Classics, Park Circus,<br />

Ignite Films, Sony Pictures, 20th Century Fox.<br />

Raul Fuentes che ne cura l’immagine. Quando<br />

Linda, la donna che Luis ama alla follia, muore in<br />

un terribile incidente, anche la sua carriere subisce<br />

un contraccolpo. Divorato dai sensi <strong>di</strong> colpa,<br />

Luis viene ferito da un toro durante una corrida.<br />

Le sue con<strong>di</strong>zioni sono gravi ma lentamente<br />

riuscirà a recuperare la sua forza e, soprattutto, a<br />

ritrovare il coraggio e il desiderio <strong>di</strong> andare avanti.<br />

Sc.: John Bright, da un romanzo <strong>di</strong> Tom Lea;<br />

Fot.: Floyd Crosby, James Wong Howe; Int.:<br />

Mel Ferrer, Eugene Iglesias, Anthony Quinn.<br />

GIO 2, h. 18.30, LUN 6, h. 22.30<br />

•Robert Rossen<br />

Mambo<br />

Italia/Usa 1954, 110’, b/n<br />

Copia conservata dal Centro Sperimentale<br />

<strong>di</strong> <strong>Cinema</strong>tografia - Cineteca <strong>Nazionale</strong><br />

Giovanna, modesta commessa <strong>di</strong> negozio a Venezia,<br />

e Mario giovane ambizioso, spiantato e <strong>di</strong> pochi<br />

scrupoli, sono amanti benché non ci sia tra loro un<br />

profondo affetto. Quando Giovanna incontra per<br />

caso il principe Enrico Martinengo che la vorrebbe<br />

come amante, Mario favorisce questa relazione, che<br />

giu<strong>di</strong>ca vantaggiosa dal punto <strong>di</strong> vista economico.<br />

Disgustata, Giovanna decide <strong>di</strong> lasciare Venezia<br />

ed entra a far parte <strong>di</strong> una compagnia <strong>di</strong> balletto<br />

e parte per una tournè all’estero. Qualche tempo<br />

dopo Giovanna torna a Venezia e ritrova Mario<br />

che lavora come croupier al casinò, si unisce a lui,<br />

benché il principe abbia <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> volerla sposare.<br />

I due apprendono che il principe è affetto da una<br />

malattia inguaribile che lo condurrà tra non molto<br />

ad una morte prematura e repentina. Cedendo<br />

alle insistenti pressioni <strong>di</strong> Mario, Giovanna sposa<br />

il principe nella speranza <strong>di</strong> ere<strong>di</strong>tare il suo denaro,<br />

ma molto presto si innamora <strong>di</strong> lui.<br />

Sc.: R. Rossen, Ivo Perilli, Ennio De Concini,<br />

Guido Piovene; Fot.: Harold Rosson; Int.: Silvana<br />

Mangano, Vittorio Gassman, Michael Rennie.<br />

GIO 2, h. 20.30, LUN 6, h. 16.15<br />

•Robert Rossen<br />

L’isola nel sole<br />

Island in the Sun<br />

Usa 1957, 119’, col., v.o. sott.it.<br />

Copia conservata da 20th Century Fox<br />

Arcipelago <strong>del</strong>le Antille. La convivenza tra<br />

gli inglesi e gli in<strong>di</strong>geni che abitano sull’isola<br />

<strong>di</strong> Santa Marta è sempre più <strong>di</strong>fficile.<br />

Maxwell Fleury, esponente <strong>di</strong> un’influente<br />

famiglia britannica e David Boyeur, leader<br />

carismatico dei nativi, che si batte per i <strong>di</strong>ritti<br />

dei suoi connazionali, si danno battaglia per le<br />

imminenti elezioni politiche, inevitabilmente<br />

con<strong>di</strong>zionate da drammi familiari, un omici<strong>di</strong>o<br />

e scandalose relazioni interrazziali.<br />

Sc.: Alfred Ayes; Fot.: Fred<strong>di</strong>e Young; Int.:<br />

James Mason, Joan Fontaine, Dorothy Dandridge.<br />

GIO 2, h. 22.30, LUN 6, h. 18.15<br />

•Robert Rossen<br />

Cordura<br />

They Came to Cordura<br />

Usa 1959, 123’, col., v.o. sott. it.<br />

Copia conservata da Sony Pictures Releasing<br />

Durante la guerra contro Pancho Villa, nel Messico<br />

<strong>del</strong> 1916, sei soldati americani e una donna sono<br />

in marcia in cerca <strong>di</strong> salvezza. Devono attraversare<br />

il deserto messicano e raggiungere un piccolo forte,<br />

la base militare <strong>di</strong> Cordura, in Texas. Il viaggio<br />

è massacrante e, ben presto, lascia affiorare il vero<br />

carattere e la vera natura <strong>di</strong> ognuno. Il film fece<br />

perdere cinque milioni <strong>di</strong> dollari alla Columbia<br />

e fu maltrattato dalla maggior parte dei critici.<br />

Sc.: R. Rossen, Ivan Moffat, dal romanzo<br />

<strong>di</strong> Glendon Swarthout; Fot.: Burnett Guffey;<br />

Int.: Richard Conte, Gary Cooper, Rita Hayworth.<br />

VEN 3, h. 18.15, MER 8, h. 22.30<br />

•Robert Rossen<br />

Lo spaccone<br />

The Hustler<br />

Usa 1961, 134’, b/n, v.o. sott.it.<br />

Ed<strong>di</strong>e Felson è un giovane dal carattere violento<br />

e orgoglioso che vuole <strong>di</strong>ventare campione <strong>di</strong> biliardo.<br />

Quando decide <strong>di</strong> sfidare il campione <strong>di</strong> Chicago<br />

Minnesota Fats, raccoglie una forte somma <strong>di</strong> denaro<br />

e parte per Chicago a sfidare il suo rivale. Alla fine,<br />

però, nonostante la sua sicurezza, Ed<strong>di</strong>e perde la<br />

partita e i suoi sogni <strong>di</strong> gloria sembrano svaniti. Nel<br />

frattempo ha incontrato Sarah e con lei vive momenti<br />

<strong>di</strong> forte intimità. Continuando a frequentare le sale da<br />

gioco, si mette in affari con uno sfruttatore <strong>di</strong> giocatori<br />

<strong>di</strong> biliardo, Bert Gordon, che gli offre aiuto in cambio<br />

<strong>di</strong> una percentuale sulle vincite. Preso nuovamente<br />

dal demone <strong>del</strong> gioco, si allontana lentamente da Sarah<br />

e, partita dopo partita, arriva nuovamente a sfidare<br />

Minnesota Fats, battendolo finalmente e sfilandogli<br />

ben tre<strong>di</strong>cimilacinquecento dollari.<br />

Sc.: Sidney Carroll, R. Rossen; Fot.: Eugen Schüfftan;<br />

Int.: Piper Laurie, Paul Newman, George C. Scott.<br />

MER 8, h. 20.00<br />

•Robert Rossen<br />

Alessandro il Grande<br />

Alexander the Great<br />

Usa/Spagna 1936, col., v.o. sott.it.<br />

Copia conservata da Park Circus<br />

Alessandro il Grande, il leggendario eroe greco<br />

salutato dai suoi come il Re dei Re, è stato un fiero<br />

comandante in grado <strong>di</strong> condurre in battaglia eserciti<br />

enormi senza mai subire una sconfitta, un magnifico<br />

guerriero che molti hanno considerato quasi una<br />

<strong>di</strong>vinità. Nato nel 356 avanti Cristo, in un mondo<br />

politicamente instabile, educato da Aristotele e scelto<br />

dal suo popolo quale successore al padre, questo<br />

glorioso conquistatore riuscì a superare tutti i<br />

conflitti, unificando Europa e Asia e <strong>di</strong>venendo<br />

uno dei legislatori più famosi <strong>del</strong>la storia.<br />

Sc.: R. Rossen; Fot.: Robert Krasker; Int.:<br />

Claire Bloom, Richard Burton, Danielle Darrieux.<br />

VEN 3, h. 15.45, MER 8, h. 16.30

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