Fratelli di sangue. - Museo Nazionale del Cinema
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larivista<br />
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA<br />
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma ottobre<br />
<strong>del</strong>cinema<br />
Immagini <strong>di</strong> due città:<br />
Colonia-Torino<br />
<strong>di</strong> Geremia Carrara<br />
Tra le varie iniziative che dopo la Seconda guerra mon<strong>di</strong>ale cercavano <strong>di</strong> ricostituire i legami<br />
terribilmente lacerati dalla follia nazi-fascista tra le <strong>di</strong>verse genti d’Europa, vi fu nel luglio <strong>del</strong> 1958<br />
anche quella chiamata “Ring of Twinned Cities”. Il “Ring of Twinned Cities” fu un gemellaggio<br />
plurimo che mise insieme sei città rappresentanti degli altrettanti paesi fondatori, con la firma <strong>del</strong><br />
Trattato <strong>di</strong> Roma <strong>del</strong>l’anno precedente, <strong>del</strong>la prima cellula <strong>del</strong>la Comunità Europea; tra queste sei<br />
città, che con quest’atto vollero sottolineare un nascente spirito <strong>di</strong> solidarietà che trovava il suo<br />
humus in affinità storiche, culturali ed economiche, vi erano anche Colonia e Torino.<br />
La rassegna che il pubblico torinese avrà modo <strong>di</strong> vedere in occasione <strong>del</strong> Cinquantenario <strong>di</strong> questo<br />
gemellaggio vuole essere, proprio nello spirito che fonda un gemellaggio, una sorta <strong>di</strong> scambio<br />
d’immagini che due conoscenti lontani si passano, <strong>di</strong> loro stessi e dei luoghi in cui vivono, per<br />
migliorare, approfon<strong>di</strong>re quella loro amicizia (a fine ottobre sarà Torino, con un’analoga rassegna<br />
cinematografica, a consegnare immagini <strong>di</strong> se stessa a Colonia). L’idea è <strong>di</strong> riuscire, coi film che si<br />
proietteranno, a schizzare una sorta <strong>di</strong> ritratto <strong>di</strong> queste città che renda alle due lontane platee i due<br />
luoghi più tangibili e vicini. Ma un ritratto, come ha mostrato splen<strong>di</strong>damente Rembrandt, perché<br />
sia vero non si deve limitare semplicemente a saper copiare perfettamente la superficie <strong>di</strong> ciò che<br />
vuole rappresentare, ma deve riuscire ad andare <strong>di</strong> là dalla pelle e cogliere insieme con essa anche lo<br />
spirito <strong>del</strong> rappresentato. Così un valido ritratto <strong>di</strong> città non si riduce solo a mostrare in pellicola<br />
palazzi, strade o monumenti, ma deve riuscire a consegnarci anche una topografia storica e sociale<br />
<strong>del</strong> luogo. Perciò non ha importanza se in questa rassegna, ad esempio, il cortometraggio<br />
Marchorka Muff (1962/63) sia ambientato a Bonn e non a Colonia, poiché esso ci parla <strong>di</strong> Colonia<br />
attraverso uno dei suoi più illustri citta<strong>di</strong>ni, quell’Heinrich Böll Premio Nobel per la letteratura nel<br />
1972 dal quale gli allora giovani registi Jean-Marie Straub e Danièle Huillet presero avvio per dar<br />
vita ad uno dei percorsi più belli e ra<strong>di</strong>cali che la storia <strong>del</strong> cinema conosca. La Colonia, quella<br />
fisica, con stralci <strong>del</strong>le sue architetture e atmosfere messe in quadro dagli sguar<strong>di</strong> particolarissimi<br />
<strong>del</strong>la coppia Straub-Huillet tornerà (appena un anno dopo) con Non riconciliati (1964/65), sempre<br />
me<strong>di</strong>ata da Böll, per raccontarci la storia tedesca <strong>del</strong>la prima metà <strong>del</strong> Novecento dove proprio<br />
la borghesia nata sulle sponde <strong>del</strong> Reno occupava un ruolo <strong>di</strong> primo piano. Nell’acuta satira<br />
Il capitano <strong>di</strong> Colonia (1956), prodotto dalla Repubblica Democratica Tedesca e accolto nella<br />
Germania <strong>del</strong>l’Ovest solo trent’anni dopo, la città renana post bellica offrirà invece col suo<br />
brulichio l’archetipo <strong>del</strong>la metropoli tedesca <strong>del</strong>l’era adenaueriana intrecciata ancora col periodo<br />
ø percorsi 9-12 ottobre<br />
IMMAGINI DI DUE CITTÀ: COLONIA-TORINO.<br />
•Rolf Randolf<br />
Il men<strong>di</strong>cante <strong>del</strong> Duomo <strong>di</strong> Colonia<br />
Der Bettler vom Kölner Dom<br />
Germania 1927, 83’, b/n, <strong>di</strong>d.or. sott.it.<br />
Copia restaurata da Stiftung Deutsche Kinemathek<br />
Accompagnamento dal vivo al pianoforte <strong>del</strong> Maestro Stefano Maccagno<br />
All’hotel Excelsior, accanto al Duomo <strong>di</strong> Colonia, una banda<br />
internazionale <strong>di</strong> ladri vuole impossessarsi dei gioielli <strong>di</strong> un milionario<br />
americano. La polizia e uno strano investigatore privato durante<br />
il carnevale cercano il modo per sgominare questa banda.<br />
Nel film recita Carl de Vogt, attore molto conosciuto in Germania<br />
in quegli anni ed interprete dei film giovanili <strong>di</strong> Fritz Lang<br />
come Halbblut, Der Herr der Liebe e Die Spinne.<br />
Sc.: Emanuel Alfieri; Int.: Henry Stuart, Elsa Temary, Hanni Weisse,<br />
Carl de Vogt.<br />
GIO 9, h. 20.30 – ingresso euro 4,00<br />
•Volker Schlöndorff, Margarethe Von Trotta<br />
Il caso Katharina Blum<br />
Die verlorene Ehre der Katharina Blum<br />
Germania 1975, 106’, col., v.o. sott.it.<br />
Katharina Blum, <strong>di</strong>vorziata, vive molto ritirata e si mantiene facendo<br />
la donna <strong>di</strong> servizio in casa <strong>di</strong> una zia. Una sera, però, partecipa al<br />
Carnevale <strong>di</strong> Colonia e conosce Ludwig e lo ospita in casa propria<br />
senza sapere che si tratta <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sertore <strong>del</strong>la Bunderswehr, ricercato<br />
e sorvegliato dalla polizia per motivi politici e criminali. Quando i tutori<br />
<strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne irrompono nell’appartamento <strong>di</strong> Katharina, Ludwig è già<br />
fuggito e sulla donna ricade il sospetto <strong>di</strong> complicità con un anarcoide<br />
e <strong>di</strong> attività sovversive. Trattenuta in carcere e poi in libertà con<strong>di</strong>zionata,<br />
Katharina <strong>di</strong>viene la facile preda <strong>di</strong> giornali scandalistici e, in modo<br />
particolare, <strong>del</strong> reporter Bernard che <strong>di</strong>ffonde notizie <strong>del</strong> tutto arbitrarie<br />
e false, tali da ledere altamente l’onorabilità e la reputazione <strong>del</strong>la donna.<br />
Sc.: V. Schlöndorff, M. Von Trotta; Fot.: Herbert Kerz, Jost Vacano,<br />
Jurgen Bieske; Int.: Angela Winkler, Mario Adorf, Dieter Laser.<br />
VEN 10, h. 16.30, SAB 11, h. 20.30<br />
•Michael Gramberg<br />
Ritratto <strong>di</strong> una coloniese<br />
Porträt einer Kölnerin<br />
Germania 1974, 45’, col., v.o. sott.it.<br />
La redazione cultura ed arte <strong>del</strong>la rete televisiva WDR propose a<br />
Henrich Böll <strong>di</strong>verse idee per la realizzazione <strong>di</strong> un documentario<br />
che avesse come soggetto persone che abitassero a Colonia. Böll scelse<br />
<strong>di</strong> interessarsi alla comunista Gertrude Hemacher. In questo lavoro<br />
il premio Nobel per la prima volta si pone per un tempo così lungo<br />
davanti ad una macchina da presa realizzando un’intervista con<br />
l’anziana comunista. Intervista durante la quale Böll percorre senza<br />
pathos, con parole semplici, la vita <strong>di</strong> questa donna politicamente<br />
attiva da circa quarantacinque anni e che si fonde inevitabilmente<br />
con i fatti più gravi <strong>del</strong>la recente storia tedesca: la Repubblica <strong>di</strong><br />
Weimar, il nazismo, i bombardamenti. Il documentario non mancò<br />
<strong>di</strong> suscitare aspre critiche da parte <strong>del</strong>la stampa conservatrice<br />
che lo accusò <strong>di</strong> essere un lavoro <strong>di</strong> propaganda politica.<br />
VEN 10, h. 18.30, SAB 11, h. 22.30<br />
•Jean-Marie Straub, Danièle Huillet<br />
Machorka-Muff<br />
Germania 1963, 17’, col., v.o. sott.it.<br />
Copia proveniente da Deutsche Filminstitut<br />
Il primo cortometraggio <strong>di</strong> Straub si basa sulla satira Haupstädtisches<br />
Journal <strong>di</strong> Heinrich Böll apparso nel 1956 in occasione <strong>del</strong>la<br />
ricostituzione <strong>del</strong>l’esercito tedesco. Il colonnello Machorka-Muff<br />
è inviato a Bonn dal Ministero <strong>del</strong>la Difesa, reintegrato e promosso<br />
generale. Sposa l’amata Inniga von Zaster-Pehnutz e può realizzare<br />
il suo progetto preferito: l’Accademia per la memoria militare, in cui<br />
ogni ex soldato, dal grado <strong>di</strong> maggiore in poi, dovrà avere la possibilità<br />
<strong>di</strong> scrivere le proprie memorie parlando con i camerati e collaborando<br />
con l’Ufficio per la storia bellica <strong>del</strong> Ministero<br />
Sc.: D. Huillet, J-M. Straub, dal racconto <strong>di</strong> Heinrich Böll;<br />
Fot.: Wen<strong>del</strong>in Sachtler; Int.: Erich Kuby, Renate Lang, Johannes Eckardt.<br />
VEN 10, h. 19.20, SAB 11, h. 23.20<br />
•Jean-Marie Straub, Danièle Huillet<br />
Non riconciliati<br />
Nicht versöhnt oder Es hilft nur Gewalt, wo Gewalt herrscht<br />
Germania 1964-65, 50’, col., v.o. sott.it.<br />
Colonia 1956: la storia tedesca <strong>del</strong>la prima metà <strong>del</strong> secolo,<br />
rispecchiata nelle vicende <strong>di</strong> tre generazioni <strong>del</strong>la famiglia <strong>di</strong> architetti<br />
Fähmel e narrate nel giorno <strong>del</strong>l’ottantesimo compleanno <strong>di</strong> Heinrich<br />
Fähmel. Nel 1934 il figlio Robert, studente, entrò in<br />
un’organizzazione antifascista e fu costretto a fuggire in Olanda con<br />
5<br />
nazista. Ne Il men<strong>di</strong>cante <strong>del</strong> duomo <strong>di</strong> Colonia invece la città è il suo Duomo, è intorno a questo<br />
incre<strong>di</strong>bile monumento che germoglia, s’intreccia e si scoglie la storia <strong>di</strong> questo poliziesco girato<br />
nel lontano 1927 e ancora privo <strong>di</strong> voce. Ed è ancora il Duomo, <strong>di</strong> cui Hegel descrivendone la<br />
maestosità e leggiadria architettonica parlava non tanto <strong>di</strong> un salire quanto <strong>di</strong> un ascendere volando,<br />
che impressiona lo sguardo americano <strong>di</strong> un Samuel Fuller invitato a girare, un quarantennio<br />
più tar<strong>di</strong>, <strong>di</strong> nuovo un poliziesco sotto le sue guglie, Il piccione morto sulla Beethovenstrasse (1972).<br />
In questo film Colonia è ancora una volta raccolta nel suo Duomo che con le sue elevatissime cime<br />
gotiche esprime la vertigine, il <strong>di</strong>sorientamento che prende i personaggi, oppure, con quella sua<br />
altezza imponente, resa macabra dalla sera, il destino che incombe su loro. Un’eccitazione, una<br />
vertigine, che coglie lo stesso regista americano che si mette, in questa sua opera minore, a giocare<br />
briosamente col genere e col cinema. Architetture, spazi, atmosfere <strong>di</strong> una città in mezzo ai quali<br />
vivono i suoi citta<strong>di</strong>ni e che si impregnano dei loro gran<strong>di</strong> o piccoli drammi o gioie. Questa città<br />
fatta <strong>di</strong> carne ce la mostrano con intelligenza e sensibilità i documentari Ritratto <strong>di</strong> una coloniese e<br />
Cosa vivi?. Nel primo (una rarità) il Böll che <strong>di</strong>verse volte era stato oggetto d’interesse <strong>del</strong> cinema,<br />
anche Il caso Katharina Blum presente nella rassegna (uno dei più grossi successi <strong>di</strong> quella splen<strong>di</strong>da<br />
stagione cinematografica che fu Il nuovo cinema tedesco) era tratto da un suo libro, decide <strong>di</strong> utilizzare<br />
lui stesso per la prima volta la macchina da presa per raccontare con sobrietà, senza alcun pathos,<br />
la vita <strong>di</strong> un’anonima coloniese, la comunista Gertrude Hemacher. La vita <strong>di</strong> questa donna<br />
politicamente attiva da circa 45 anni, che come <strong>di</strong>ce Böll stesso potrebbe essere la signora <strong>del</strong>la<br />
panetteria all’angolo, <strong>di</strong>viene incarnazione dei fatti più gravi <strong>del</strong>la storia tedesca <strong>del</strong> Novecento:<br />
la Repubblica <strong>di</strong> Weimar, il nazismo, i bombardamenti alleati e quella contrad<strong>di</strong>zione democratica<br />
che fu il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> certi lavori per chi si professava membro <strong>del</strong> partito comunista in vigore nella<br />
Repubblica Federale. Nel secondo documentario è ancora la quoti<strong>di</strong>anità, il vivere anonimo <strong>di</strong><br />
comuni coloniesi ad accentare le immagini, questa volta però è quella <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> giovani le<br />
cui origini (Turchia, Albania, Tunisia, Marocco) abbruniscono la pallida luce <strong>del</strong> nord. La giovane<br />
regista Bettina Braun li ha seguiti per due anni dando parola alle loro <strong>di</strong>fficoltà e ai loro desideri<br />
e in una città dove convivono più <strong>di</strong> cento nazionalità non presentarli sarebbe stato un po’ come,<br />
ritornando alla metafora <strong>del</strong> ritratto, farne uno senza un orecchio o naso.<br />
La rassegna Immagini <strong>di</strong> due città: Colonia-Torino, a cura <strong>di</strong> Geremia Carrara, è organizzata<br />
dal <strong>Museo</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>del</strong> <strong>Cinema</strong> e dal Goethe-Institut <strong>di</strong> Torino con la collaborazione <strong>di</strong> FilmInitiativ<br />
Köln, WDR, Bavaria, Progress Film, Kinowelt, Deutsche Filminstitut, Stiftung Deutsche Kinemathek.<br />
La rassegna <strong>di</strong> film ambientati a Torino, che si svolgerà a Colonia dal 29 ottobre al 2 novembre,<br />
è organizzata dall’Istituto Italiano <strong>di</strong> Cultura <strong>di</strong> Colonia (www.iiccolonia.esteri.it).<br />
l’amico Schrella. Robert ottenne l’amnistia, Schrella ritornò in patria<br />
soltanto vent’anni dopo. Nettlinger, che all’epoca aveva denunciato<br />
i due ragazzi, è nel frattempo salito a ruoli ministeriali. La madre<br />
<strong>di</strong> Robert, Johanna Fähmel, malata <strong>di</strong> mente fin dai tempi <strong>del</strong>la prima<br />
guerra mon<strong>di</strong>ale, il giorno <strong>del</strong> compleanno <strong>del</strong> marito spara con una<br />
pistola a Nettlinger, durante una manifestazione <strong>di</strong> ex combattenti.<br />
Nettlinger, «con grande meraviglia», si salva anche questa volta.<br />
Sc.: D. Huillet, J-M. Straub; Fot.: Wen<strong>del</strong>in Sachtler, Gerhard Ries,<br />
Christian Schwarwald, J.-M. Straub; Int.: Heinrich Hargesheimer,<br />
Carlheinz Hargesheimer, Martha Ständner.<br />
VEN 10, h. 19.40, SAB 11, h. 23.40<br />
•Samuel Fuller<br />
Piccione morto in via Beethoven<br />
Tote Taube in der Beethovenstrasse<br />
Germania 1972, 105’, col., v.o. sott.it.<br />
Girato in esterni tra Bonn e Colonia. Un investigatore privato<br />
americano, incaricato da un senatore <strong>di</strong> recuperare i negativi <strong>di</strong> certe<br />
fotografie compromettenti, viene ucciso a Bonn da Charlie Umlaut,<br />
un pregiu<strong>di</strong>cato coinvolto in traffici <strong>di</strong> droga. Un altro agente, Sandy,<br />
rintraccia l’assassino che però riesce rocambolescamente a fuggire.<br />
A Colonia Sandy rintraccia Christa, la ragazza con cui il senatore<br />
si è compromesso. Christa propone a Sandy <strong>di</strong> prendere il suo posto<br />
ed entrare nel giro dei ricatti e degli intrighi politici internazionali.<br />
Sandy finge <strong>di</strong> stare al gioco ma finisce per innamorarsi <strong>del</strong>la ragazza<br />
sbagliata. Fuller interpreta il ruolo <strong>del</strong>l’agente ucciso.<br />
Sc.: S. Fuller; Fot.: Jerzy Lipman; Int.: Stéphane Audran, Eric P. Caspar,<br />
Anthony Chinn.<br />
VEN 10, h. 20.30, DOM 12, h. 16.15<br />
•Bettina Braun<br />
Come ti va?<br />
Was lebst Du?<br />
Germania 2004, 87’, col., v.o. sott.it.<br />
Nel suo primo documentario la giovane regista Bettina Braun<br />
ha seguito a Colonia, per circa due anni, un gruppo <strong>di</strong> giovani tra i<br />
16 e i 20 anni con <strong>di</strong>fferenti origini geografiche (l’Albania, la Turchia,<br />
il Marocco). Was lebst du? ci mostra la quoti<strong>di</strong>anità <strong>di</strong> queste giovani<br />
vite che si muovono tra la scuola e la formazione professionale, tra il<br />
rapporto con i genitori rimasti molto legati alle tra<strong>di</strong>zioni dei paesi<br />
d’origine e la vita in una grande e moderna metropoli occidentale<br />
che ha ridefinito per sempre il loro presente e futuro.<br />
Sc.: B. Braun; Fot.: B. Braun; Int.: Ali El Mkllaki, Alban Ka<strong>di</strong>ri,<br />
Kais Setti.<br />
VEN 10, h. 22.30, SAB 11, h. 18.45<br />
•Slatan Dudow<br />
Il capitano <strong>di</strong> Colonia<br />
Der Hauptmann von Köln<br />
Germania 1956, 118’, col., v.o. sott.it.<br />
Un giovane calzolaio è arrestato per aver rubato una piccola somma.<br />
Quando viene rilasciato dopo quin<strong>di</strong>ci anni ha bisogno <strong>di</strong> un<br />
certificato per poter lavorare e iniziare da capo, ma senza un lavoro<br />
non può ottenere il certificato. Si addentra, così, nella burocrazia<br />
senza riuscire a vedere una soluzione. Fino a quando, in un negozio<br />
<strong>di</strong> abiti <strong>di</strong> seconda mano vede una uniforme che gli calza a pennello<br />
e inizia a escogitare un piano per risolvere i suoi problemi.<br />
Sc.: Helmut Käutner Fot.: Albert Benitz; Int.: Heinz Rühman,<br />
Martin Held, Hannelore Schroth.<br />
SAB 11, h. 16.30, DOM 12, h. 18.15