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22<br />

IL RITORNO DALLA DIASPORA?<br />

Il difficile dialogo all’interno della Chiesa Russa<br />

per cicatrizzare una dolorosa ferita.<br />

Quali risvolti per il dialogo ecumenico?<br />

Ormai il dialogo è veramente<br />

ad ampio raggio.<br />

Anche i più reticenti,<br />

coloro che sono arciconvinti di<br />

essere nella verità e di non aver<br />

bisogno del dialogo, poco a<br />

poco prendono coscienza che<br />

non si può rimanere inerti di<br />

fronte alle micidiali sfide del<br />

mondo secolarizzato, spesso<br />

portatore di valori in netto contrasto<br />

col messaggio cristiano.<br />

Dato però che sul dialogo tra i<br />

cristiani pesa un’enorme ipoteca,<br />

la difficoltà di individuare<br />

l’interlocutore rappresentativo<br />

dell’intera comunità, molti tentativi<br />

vengono frustrati.<br />

Uno degli ultimi e più<br />

interessanti contatti fra comunità<br />

cristiane è quello che da<br />

qualche anno si sta facendo<br />

strada fra la Chiesa russa del<br />

Patriarcato di Mosca e una sua<br />

“costola” separatasi a causa<br />

della Rivoluzione bolscevica<br />

(1917) e del nuovo governo<br />

sovietico ateo. Trattasi di un<br />

dialogo importante in quanto,<br />

se ha successo, verrebbe a<br />

sanare un doloroso scisma<br />

nella Chiesa russa, la cui stessa<br />

esistenza è un’accusa verso la<br />

gerarchia ortodossa di questa<br />

nazione. Il successo di questo<br />

dialogo darebbe cioè la sensazione<br />

della definitiva normalizzazione<br />

della Chiesa russa che<br />

così cancellerebbe 70 anni di<br />

“collaborazionismo” con lo<br />

Stato.<br />

Tale riconciliazione<br />

avrebbe non pochi risvolti<br />

anche sul piano pratico delle<br />

comunità parrocchiali della<br />

diaspora. La stessa chiesa russa<br />

di Bari, dopo tanti anni di dissi-<br />

di fra la Chiesa Oltre-Frontiera<br />

(che la gestiva) e il Patriarcato<br />

di Mosca (che la richiedeva), ne<br />

sarebbe beneficamente coinvolta.<br />

Le due Chiese russe, che dal<br />

2000 si spartiscono rispettivamente<br />

la parte inferiore e quella<br />

superiore dell’edificio barese,<br />

potrebbero tornare ad essere<br />

una sola Chiesa.<br />

Che cos’è la “Chiesa russa<br />

oltre-frontiera”?<br />

Con l’ultimo zar <strong>Nicola</strong><br />

II, nei primi anni del<br />

Novecento, la Russia aveva<br />

proceduto ad importanti riforme<br />

sociali, anche dal punto di<br />

vista religioso. Le aperture,<br />

però, invece di accontentare la<br />

popolazione, le diedero gli strumenti<br />

per pretendere di più. Fu<br />

così che nel 1917, mentre la<br />

Chiesa russa era riunita con<br />

vescovi e laici in un grande<br />

di Gerardo Cioffari O.P<br />

concilio che avrebbe ricostituito<br />

il Patriarcato di Mosca, per le<br />

strade i comunisti scatenavano<br />

l’inferno. Era scoppiata la<br />

cosiddetta Rivoluzione<br />

d’Ottobre, anche se (per i 13<br />

giorni di ritardo rispetto al<br />

nostro calendario) si era già al<br />

7 novembre.<br />

I Rivoluzionari, sia per<br />

la necessità di denaro che per la<br />

loro ideologia atea (che con<br />

Vladimir Lenin si ispirava a<br />

Karl Marx e a Friedrich Engels),<br />

procedettero al saccheggio delle<br />

chiese e all’uccisione di un gran<br />

numero di vescovi e sacerdoti.<br />

A differenza delle “purghe” staliniane,<br />

queste prime persecuzioni,<br />

saccheggi e distruzioni,<br />

furono filmate e di essi si conserva<br />

la documentazione anche<br />

visiva.<br />

Dopo qualche anno di<br />

proteste, poco a poco il neoeletto<br />

patriarca Tichon dovette<br />

adeguarsi alla situazione per<br />

salvare il salvabile. E mentre il<br />

clero che parteggiava per la<br />

sinistra fondava la “Chiesa<br />

vivente” ( ivaja Cerkov’), le diocesi<br />

meridionali e siberiane si<br />

staccavano dal Patriarcato per<br />

meglio l<strong>ott</strong>are contro i comunisti.<br />

Il trionfo delle forze rivoluzionarie<br />

costrinse ad emigrare<br />

parte della gerarchia ortodossa<br />

russa prima a Costantinopoli<br />

poi a Karlovcy (Serbia). Capo<br />

spirituale di questa Chiesa dell’emigrazione<br />

(Zarube naja<br />

Cerkov’, Chiesa Oltre-frontiera)<br />

divenne Antonij Chrapovickij,<br />

noto teologo di grande personalità.<br />

Nel 1921 Chrapovickij<br />

nominava l’arcivescovo di

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