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8 <strong>Medioevo</strong> <strong>in</strong> <strong>Ciociaria</strong><br />

F<strong>in</strong>alità non ultima di questa operazione sarà quella di valorizzare, agli occhi degli stessi residenti e<br />

delle Amm<strong>in</strong>istrazioni locali, il patrimonio architettonico ed artistico che la prov<strong>in</strong>cia possiede legato<br />

a questo periodo, nella speranza di <strong>in</strong>nescare nuove campagne di restauro e politiche di conservazione,<br />

avendo riconosciuto <strong>in</strong> questi beni gli attrattori pr<strong>in</strong>cipali dell’area.<br />

Perché possa avere effetti duraturi nel creare una nuova immag<strong>in</strong>e della <strong>Ciociaria</strong> come meta culturale<br />

e come terra ricca di emergenze significative, questa <strong>in</strong>iziativa dovrà essere <strong>in</strong> grado di proporre<br />

contenuti di rilievo e di avere un forte impatto sul pubblico, tanto di fruitori specializzati che di semplici<br />

turisti ed escursionisti. Sarà qu<strong>in</strong>di necessaria un’<strong>in</strong>tensa attività di preparazione sul piano scientifico,<br />

che valorizzi il patrimonio frus<strong>in</strong>ate, ne evidenzi particolarità e ne ricostruisca le vicende.<br />

Da un lato se<strong>mb</strong>ra chiaro che il progetto deve <strong>in</strong>teressare <strong>in</strong> primo luogo i residenti, sia come<br />

veri attori della nuova offerta, sia come suoi consumatori. Senza il co<strong>in</strong>volgimento della popolazione<br />

locale non esiste, <strong>in</strong>fatti, per il progetto alcuna possibilità di successo perché i beni culturali<br />

(compreso il paesaggio) devono ritornare al centro della def<strong>in</strong>izione dell’identità del frus<strong>in</strong>ate, che al<br />

momento se<strong>mb</strong>ra soffrire di una mancanza di una marca identitaria che le permetta di identificarsi e<br />

allo stesso tempo di farsi riconoscere verso l’esterno.<br />

Ma perché questa azione abbia la giusta ricaduta sul territorio, sarà necessario che essa preveda<br />

un ventaglio di attività dirette a target molto variati.<br />

Per guidarci fra i segmenti potenzialmente attivabili attraverso il progetto dedicato alla valorizzazione<br />

dei beni medievali riprendiamo la Terza Parte del Rapporto Mercury sul Turismo Italiano che<br />

dedica diverse considerazioni al turismo culturale. Queste partono correttamente dalla difficoltà che<br />

si <strong>in</strong>contrano nella def<strong>in</strong>izione ed identificazione del settore o comparto stesso. “Mentre le statistiche<br />

relative al fenomeno si limitano a trattare i dati relativi ad arrivi e presenze nelle città d’arte ed<br />

a quantificare il movimento dei visitatori nei siti culturali istituzionali, la maggior parte dei consumi<br />

turistico - culturali sfugge alle tradizionali procedure di rilevamento. Questo perché, <strong>in</strong> massima<br />

parte, la visione del turismo culturale co<strong>in</strong>cide con una certa idea di fruizione delle risorse <strong>in</strong>centrata<br />

sul concetto di cultura come bene esclusivo, chiave di accesso ad una dimensione colta dell’esperienza<br />

di viaggio alla quale, più o meno consapevolmente, tende la maggior parte dei turisti nell’ansia<br />

di dist<strong>in</strong>guersi dalle folle <strong>in</strong>dist<strong>in</strong>te dei vacanzieri démodé”. Quello che viene <strong>in</strong>vocato è qu<strong>in</strong>di, <strong>in</strong> un<br />

certo senso, un modo più ampio di <strong>in</strong>tendere il turismo culturale, con conf<strong>in</strong>i più permeabili almeno<br />

ad altri segmenti, che nel nostro caso possono co<strong>in</strong>cidere con quello religioso, quello scolastico,<br />

quello escursionistico e, soprattutto, col turismo attivo.<br />

Questa evoluzione del comparto deve necessariamente essere vista nel dettaglio perché condiziona<br />

enormemente la nostra pianificazione. La proposta di “<strong>Medioevo</strong> <strong>in</strong> <strong>Ciociaria</strong>” deve qu<strong>in</strong>di<br />

tenere sempre fermi questi pr<strong>in</strong>cipi:<br />

un’offerta variegata e composita, anche se coerente nella comunicazione<br />

una proposta che permetta ai visitatori di fare e di imparare.<br />

Su queste basi diventa chiaro che quando nel corso di questo rapporto faremo riferimento al<br />

concetto di didattica faremo riferimento a un concetto più ampio di quello delle “gite scolastiche”<br />

ovvero all’<strong>in</strong>sieme dei mezzi che riescono a creare le condizioni per una partecipazione attiva del<br />

visitatore, gli permettono di aumentare le proprie conoscenze o capacità, partecipando come attori<br />

all’evento culturale (che non necessariamente è una manifestazione o uno spettacolo, ma può anche<br />

essere una visita ad un museo).<br />

Il sistema di offerta basato sull’esperienza deve proporre (secondo il Rapporto Mercury) una<br />

maggiore <strong>in</strong>tegrazione tra le attrazioni, la promozione di un <strong>in</strong>sieme di risorse diffuse piuttosto che<br />

di una s<strong>in</strong>gola risorsa puntuale e modalità <strong>in</strong>novative di fruizione.<br />

Per questo diventa strategica la progettazione <strong>in</strong>novativa delle modalità di visita dei beni. La visita<br />

guidata tradizionale non appare più come l’unica <strong>in</strong>terfaccia possibile fra i beni e i fruitori. La visita

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