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Funghi - dispensa - Provincia di Udine

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I FUNGHI NEL PASSATO TRA STORIA E LEGGENDE<br />

Purtroppo sono poche le notizie giunte fino a noi dall’antichità intorno ai funghi. Un<br />

gran conoscitore della botanica, Teofrasto (370-287 a.C.) ci ha tramandato le prime<br />

definizioni relative ai funghi. Egli li considerava come piante imperfette perché privi <strong>di</strong><br />

ra<strong>di</strong>ci, <strong>di</strong> tronco e <strong>di</strong> foglie. Nella sua opera ne presenta quattro tipi: Hydnon<br />

(tuberacee), Mykés (funghi a cappello e gambo), Pòxos (funghi a forma <strong>di</strong> tazza, forse<br />

le Pezizaceae), Kraniòn (funghi a forma <strong>di</strong> testa umana, le Lycoperdaceae).<br />

Dopo Teofrasto lo stu<strong>di</strong>o e la descrizione dei vegetali passano alla competenza e<br />

all’interesse dei me<strong>di</strong>ci; per avere altre notizie dobbiamo arrivare al 50 d.c., quando il<br />

me<strong>di</strong>co militare romano Pedacio Dioscoride, nel trattato “De Materia Me<strong>di</strong>ca”,<br />

raccoglie tutte le conoscenze botaniche e me<strong>di</strong>che dell’antichità. Quest’opera, la più<br />

tradotta e commentata dai gran<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci del passato, rimarrà la base <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della<br />

Me<strong>di</strong>cina fino a tutto il 1600.<br />

Dioscoride <strong>di</strong>videva i funghi in due categorie “buoni da mangiare et mortiferi” e<br />

aggiungeva “nuocciono i funghi o per essere naturalmente velenosi o per mangiarsene<br />

troppi” ……“tutti strangolano serrando il fiato, come strangolano i lacci degli<br />

impiccati”. Come terapia, nei casi d’avvelenamento, consigliava quale antidoto “la<br />

decottione dell’origano et della satureja et similmente lo sterco dei galli et delle<br />

galline, bevuto con aceto o veramente col mele, il quale sterco dev’essere bianco e non<br />

d’altro colore”. Raccomandava inoltre, dopo bevuto l’intruglio, <strong>di</strong> far vomitare il<br />

malato.<br />

Plinio Caio Secondo il vecchio (23-79 dopo Cristo) ci ha lasciato un’eru<strong>di</strong>ta opera<br />

“Naturalis Historia” dove i funghi sono largamente trattati.<br />

Riteneva la velenosità un fatto accidentale e non specifico “Se nascono in vicinanza <strong>di</strong><br />

panni fra<strong>di</strong>ci, <strong>di</strong> ferri arrugginiti, ed assorbono i succhi <strong>di</strong> tale sostanza e<br />

trasformandoli in veleno……”, ed ancora “Se nascono vicino a qualche tana <strong>di</strong> serpe, o<br />

se una serpe nel suo passaggio vi soffia, il fungo <strong>di</strong>venta velenoso perché la sua natura<br />

è <strong>di</strong> assorbire il veleno……”.<br />

I funghi hanno continuato, nel mondo della cultura a nascere “dagli umori della<br />

terra” “dove è caduto il fulmine” “dove hanno ballato le streghe” ed hanno continuato<br />

ad alimentare la fantasia fino a quando il botanico fiorentino Pier Antonio Micheli<br />

(1679-1737), grazie al microscopio, scopre le spore.<br />

Finalmente scoperto il modo in cui i funghi si riproducono realmente, la Micologia ha<br />

iniziato lentamente a smantellare l’enorme cumulo <strong>di</strong> superstizioni e <strong>di</strong> false credenze<br />

che si erano sviluppate intorno a questi vegetali un poco “equivoci”, che sono vegetali,<br />

ma si nutrono come gli animali….<br />

Nonostante il progresso, la <strong>di</strong>ffusione dell’informazione, l’e<strong>di</strong>toria che sforna libri<br />

che parlano <strong>di</strong> funghi in tutte le “salse” e la moda che vuole che tutti vadano a<br />

funghi……<strong>di</strong> funghi si continua, purtroppo a morire.<br />

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