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siciliano - malastrada film

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I Siciliani 124<br />

Rubulotta vive di calcio sin da quando era ragazzino,<br />

fece anche un provino per la Fiorentina, ma un brutto<br />

incidente al ginocchio lo estromise dal calcio giocato; rimase<br />

ai margini in quel limbo - molto spesso criticato -<br />

del calcio "studiato", delle contrattazioni, dei talentscout,<br />

dei mediatori calcistici, che portano avanti l'immensa<br />

carrozza del calcio.<br />

«Sono venuto in Sicilia per ritrovare i luoghi in cui sono<br />

nato; ma soprattutto per mettere a profitto la mia<br />

esperienza di allenatore, per far sì che il calcio <strong>siciliano</strong><br />

si elevi, stilisticamente e tecnicamente». Josè sembra un<br />

uomo sincero, è veramente appassionato, ha una bella<br />

faccia cordiale e due occhi azzurri e limpidi. Il suo ritono<br />

in Italia, una specie di sete delle origini, è in verità la<br />

caratteristica umana comune di quasi tutti i componenti<br />

della "legione straniera", come li hanno definiti a Gela.<br />

La ricerca delle tradizioni di famiglia, la voglia di scoprire<br />

cose sentite raccontare da sempre, immaginate<br />

chissà come per tanto tempo: un miscuglio di sensazioni,<br />

di nostalgia, di curiosità e forse, in fondo, il desiderio<br />

di trovare nella lontanissima Italia, quella piccola fama,<br />

quel furore popolare che l'Argentina non gli aveva<br />

voluto dare: ecco le spinte umane che hanno indotto ad<br />

esempio Daniel Mammana a venire in Sicilia. Un viag-<br />

Solitudine dell'indio<br />

Ogni giorno aspetta la telefonata della fidanzata, Lily,<br />

dall'Austria. Ma lui, Bonis Glisic, è jugoslavo di Sarajevo.<br />

gio a ritroso nel tempo che gli permette di scoprire anche<br />

i lati sconosciuti del suo carattere, anche i più reconditi,<br />

quelli cioè che si portava dietro, quasi inconsapevolmente,<br />

fin dall'infanzia, sotto forma di "educazione".<br />

«Avevo sempre desiderato venire in Italia - dice Daniel,<br />

trentenne di Buenos Aires, centromediano metodista<br />

- Quand'ero bambino, a casa mia non sentivo parlare<br />

d'altro che dei nonni che vivevano in Sicilia, di questo<br />

loro sconosciuto modo di esistere, della piccola Ragusa<br />

dove mio padre era nato e aveva vissuto la sua prima infanzia.<br />

E sognavo, un giorno, di poter vedere con i miei<br />

occhi tutte queste cose. È stato soprattutto per questo<br />

che ho accettato immediatamente l'offerta di trasferimento<br />

che Josè Rubulotta mi ha fatto. In Argentina la<br />

mia carriera stava per concludersi. Ora sto vivendo una<br />

seconda giovinezza!»<br />

Daniel è un trascinatore, sul campo e nella vita: la sua<br />

grinta ed il suo coraggio, uniti ad una notevole versatilità<br />

tecnica e soprattutto ad una continua allegria lo hanno<br />

fatto diventare ben presto l'idolo dei tifosi locali.<br />

Calcisticamente è l'uomo d'esperienza che serviva ad<br />

una squadra come il Terranova. A centro campo riesce<br />

a calamitare una infinità di palloni, li smista con preci-

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