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Il numero del giornale in formato pdf - Inter Multiplices Una Vox

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<strong>Il</strong> 12 settembre il Santo Padre si è recato<br />

<strong>in</strong> visita pastorale <strong>in</strong> Francia, dove<br />

ha anche fatto tappa a Lourdes, nel<br />

150esimo anniversario <strong>del</strong>l’apparizione<br />

<strong>del</strong>la Santa Verg<strong>in</strong>e come Immacolata<br />

Concezione.<br />

Come d’uso, nell’aereo che lo portava<br />

a Parigi, il Santo Padre ha avuto un <strong>in</strong>contro<br />

con i giornalisti al seguito e ha<br />

risposto ad alcune loro domande.<br />

ULTIMA ORA<br />

Avevamo appena f<strong>in</strong>ito di impag<strong>in</strong>are tutto, quando abbiamo letto la seguente dichiarazione<br />

di S. S. Benedetto XVI. Anche a costo di ritardare la spedizione, ci è sembrato<br />

importante <strong>in</strong>serire il commento che segue, proprio per la caratteristica<br />

monografica di questo <strong>numero</strong> <strong>del</strong> <strong>giornale</strong>.<br />

DOMANDA: Che cosa dice a coloro che <strong>in</strong> Francia temono che il Motu proprio “Summorum pontificum”<br />

segni un ritorno <strong>in</strong>dietro rispetto alle grandi <strong>in</strong>tuizioni <strong>del</strong> Concilio Vaticano II? In che modo può rassicurarli?<br />

BENEDETTO XVI: È una paura <strong>in</strong>fondata perché questo Motu Proprio è semplicemente un atto di tolleranza,<br />

ai f<strong>in</strong>i pastorali, per persone che sono state formate <strong>in</strong> quella liturgia, la amano, la conoscono, e vogliono vivere<br />

con quella liturgia. È un gruppo ridotto poiché presuppone una formazione <strong>in</strong> lat<strong>in</strong>o, una formazione <strong>in</strong> una<br />

cultura certa. Ma per queste persone avere l’amore e la tolleranza di permettere di vivere con questa liturgia,<br />

sembra un’esigenza normale <strong>del</strong>la fede e <strong>del</strong>la pastorale di un vescovo <strong>del</strong>la nostra Chiesa. Non c’è alcuna<br />

opposizione tra la liturgia r<strong>in</strong>novata <strong>del</strong> Concilio Vaticano II e questa liturgia.<br />

Ogni giorno i padri conciliari hanno celebrato la messa secondo l’antico rito e, al contempo, hanno concepito<br />

uno sviluppo naturale per la liturgia <strong>in</strong> tutto questo secolo, poiché la liturgia è una realtà viva che si sviluppa e<br />

conserva nel suo sviluppo, nella sua identità. Ci sono dunque sicuramente accenti diversi, ma comunque un’identità<br />

fondamentale che esclude una contraddizione, un’opposizione tra la liturgia r<strong>in</strong>novata e la liturgia precedente.<br />

Credo <strong>in</strong> ogni caso che vi sia una possibilità di arricchimento da ambedue le parti. Da un lato gli amici <strong>del</strong>l’antica<br />

liturgia possono e devono conoscere i nuovi santi, le nuove prefazioni <strong>del</strong>la liturgia, ecc.... dall’altra, la<br />

liturgia nuova sottol<strong>in</strong>ea maggiormente la partecipazione comune ma sempre... non è semplicemente un’assemblea<br />

di una certa comunità, ma sempre un atto <strong>del</strong>la Chiesa universale, <strong>in</strong> comunione con tutti i credenti di tutti<br />

i tempi, e un atto di adorazione. In tal senso mi sembra che vi sia un mutuo arricchimento, ed è chiaro che la<br />

liturgia r<strong>in</strong>novata è la liturgia ord<strong>in</strong>aria <strong>del</strong> nostro tempo.<br />

Abbiamo riportato la domanda relativa<br />

al Motu Proprio e la risposta data<br />

dal Papa.<br />

La domanda era quasi d’obbligo, visto<br />

che l’episcopato francese è uno dei più<br />

riottosi rispetto alla questione tradizionale. Quella che ci<br />

è sembrata non di prammatica è stata la risposta <strong>del</strong> Papa,<br />

che ci ha particolarmente colpito e fatto riflettere.<br />

C’è da dire, subito, che la questione <strong>del</strong> Motu Proprio è<br />

davvero sp<strong>in</strong>osa per la Chiesa di oggi e il Papa non poteva<br />

impedirsi di usare il tatto e la diplomazia che tale sp<strong>in</strong>osità<br />

esige. Ma, oltre i modi espressivi e l’attenzione per la scelta<br />

<strong>del</strong>le parole adatte, ogni dichiarazione<br />

ha un suo contenuto essenziale e, al<br />

tempo stesso, un suo impatto nella sensibilità<br />

dei fe<strong>del</strong>i che la leggono. Essa<br />

va qu<strong>in</strong>di considerata sia <strong>in</strong> sé stessa<br />

sia <strong>in</strong> relazione alla comune comprensione<br />

dei fe<strong>del</strong>i, poiché è impensabile<br />

che una pubblica dichiarazione <strong>del</strong><br />

Papa, per essere capita con esattezza,<br />

debba essere accompagnata da una vasta<br />

esegesi canonica, dottr<strong>in</strong>ale e pastorale.<br />

In questo caso la dichiarazione è succ<strong>in</strong>ta<br />

ed esaustiva e va letta così com’è.<br />

Quello che il Papa dice al giornalista richiama ciò<br />

che l’anno scorso ha scritto ai vescovi nella lettera<br />

di accompagnamento al Motu Proprio. Non v’è<br />

opposizione tra i due Messali e, anzi, essi possono<br />

arricchirsi vicendevolmente. Lo stesso dicasi per<br />

il richiamo all’esiguo <strong>numero</strong> dei fe<strong>del</strong>i legati alla<br />

liturgia tradizionale: oggi, come ieri, <strong>in</strong>dividuati<br />

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