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Il numero del giornale in formato pdf - Inter Multiplices Una Vox

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Allora Dio, volgendo l’occhio <strong>del</strong>la<br />

sua misericordia verso di lei, e lasciandosi<br />

costr<strong>in</strong>gere dalle lacrime<br />

e legare dalla fune <strong>del</strong> suo santo<br />

desiderio, diceva lagnandosi:<br />

Figliuola dolcissima, la tua lacrima<br />

mi fa forza, perché è unta<br />

con la mia carità, ed è versata<br />

per amore di me: io mi sento legato<br />

dai vostri penosi desideri.<br />

Ma mira e vedi come la mia Sposa<br />

ha lordata la sua faccia, com’è<br />

lebbrosa per l’immondezza,<br />

per l’amor proprio, la gonfia superbia,<br />

e l’avarizia di coloro che<br />

si pascono al suo petto. Parlo <strong>del</strong>la<br />

Religione Cristiana, che è il<br />

corpo universale dei fe<strong>del</strong>i, e parlo <strong>del</strong> corpo<br />

mistico <strong>del</strong>la Santa Chiesa, che sono i miei m<strong>in</strong>istri,<br />

i quali si pascono e stanno alle sue<br />

mammelle. E non solo si pascono, ma hanno<br />

ancora da pascere e tenere a queste mammelle<br />

tutto il corpo <strong>del</strong> popolo cristiano, e qualunque<br />

altro, che volesse levarsi dalle tenebre <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>fe<strong>del</strong>tà,<br />

e legarsi come membro <strong>del</strong>la mia<br />

Chiesa.<br />

Vedi con quanta ignoranza, con quante tenebre,<br />

con quanta <strong>in</strong>gratitud<strong>in</strong>e e con che mani<br />

immonde, è somm<strong>in</strong>istrato il glorioso latte e sangue<br />

di questa Sposa! E con quanta presunzione<br />

e irriverenza e ricevuto! Perciò quella cosa che<br />

dà vita, spesse volte da morte per loro colpa; e<br />

questa è il prezioso Sangue <strong>del</strong> mio Unigenito<br />

Figliuolo, che distrusse le tenebre e la morte, donò<br />

la luce e la verità e confuse la menzogna.<br />

Tutti i doni e i mezzi sono stati dati da questo<br />

Sangue, per la salvezza e perfezione <strong>del</strong>l’uomo,<br />

a chi è disposto a riceverlo. Come dà<br />

la vita e dota l’anima di ogni grazia, più o<br />

meno secondo la disposizione e l’affetto di chi<br />

lo riceve, così dà morte a chi vive <strong>in</strong>iquamente.<br />

Così non dà vita, ma morte a colui che lo<br />

riceve <strong>in</strong>degnamente, se sta nelle tenebre <strong>del</strong><br />

peccato mortale. Questo avviene non per difetto<br />

<strong>del</strong> Sangue, né per difetto <strong>del</strong> m<strong>in</strong>istro,<br />

anche se questi si trovasse <strong>in</strong> quel medesimo<br />

male, o <strong>in</strong> uno maggiore, perché il suo male<br />

MEDITAZIONI<br />

MEDITAZIONI<br />

non guasta né lorda il Sangue,<br />

né dim<strong>in</strong>uisce grazia e virtù. Perciò<br />

il m<strong>in</strong>istro non fa male a chi<br />

lo dà, ma fa a se stesso male di<br />

colpa, se non si corregge con vera<br />

contrizione e dolore <strong>del</strong> peccato.<br />

Dico dunque che il Sacramento<br />

fa danno a colui che lo riceve <strong>in</strong>degnamente,<br />

non per cagione <strong>del</strong><br />

Sangue o <strong>del</strong> m<strong>in</strong>istro, ma per la<br />

sua cattiva disposizione e difetto,<br />

avendo lordata la mente e il<br />

corpo con tanta immondezza e<br />

usata tanta cru<strong>del</strong>tà a sé e al suo<br />

prossimo. Fu cru<strong>del</strong>e con se stesso,<br />

togliendosi la grazia, calpestando<br />

sotto i piedi <strong>del</strong> suo affetto<br />

vizioso il frutto <strong>del</strong> Sangue, che trasse dal<br />

Santo Battesimo, nel quale gli fu tolta per virtù<br />

<strong>del</strong> Sangue la macchia <strong>del</strong> peccato orig<strong>in</strong>ale,<br />

contratta quando fu concepito da suo padre<br />

e da sua madre. Perciò io donai il Verbo,<br />

Unigenito mio Figliuolo, perché la massa <strong>del</strong><br />

genere umano era corrotta per il peccato <strong>del</strong><br />

primo uomo, Adamo; e così, voi tutti, quali<br />

vasi fatti di questa materia, eravate corrotti,<br />

e privi <strong>del</strong>la disposizione necessaria per avere<br />

la vita eterna.<br />

Per questo, io, altezza <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ita, mi unii con la<br />

bassezza <strong>del</strong>la vostra umanità, per rimediare<br />

alla corruzione e morte <strong>del</strong> genere umano, e<br />

per restituirlo alla grazia, che aveva perduta<br />

col peccato.<br />

[…]<br />

In questo modo, cioè per la sola virtù <strong>del</strong>la<br />

natura div<strong>in</strong>a, la natura umana <strong>in</strong> Cristo fu<br />

sufficiente a soddisfare per la colpa. Così fu<br />

tolta la marcia <strong>del</strong> peccato di Adamo, e rimase<br />

solo il segno, con tutti gli altri difetti <strong>del</strong><br />

corpo, alla stessa maniera che rimane la cicatrice<br />

quando l’uomo è guarito dalla piaga.<br />

[…]<br />

Oh, quanto è miserabile l’uomo che si diletta<br />

nel fango, come fa l’animale, e non riconosce<br />

un tanto benefizio da me ricevuto! La creatura<br />

miserabile e piena di tanta ignoranza non<br />

poteva riceverne uno più grande!<br />

[SANTA CATERINA DA SIENA, <strong>Il</strong> Dialogo <strong>del</strong>la Div<strong>in</strong>a Provvidenza, Ed. Cantagalli, Siena, 2001, pp. 55-58]

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