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DIPINTI ANTICHI - wannenes

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ANTONIO FRANCESCO PERUZZINI (Studio)<br />

(Ancona, 1643 o 1646 - Milano, 1724)<br />

Paesaggio<br />

Olio su tela, cm 112X141<br />

Stima € 4.000 - 5.000<br />

Opera da riferire ad un collaboratore d’Antonio Francesco Peruzzini. Al maestro possiamo attribuire la tipologia dell’immagine,<br />

caratteristica della sua produzione e probabilmente predisposta in modo seriale. Alcuni brani, come l’albero a sinistra,<br />

presentano altresì una discreta qualità di stesura e di pigmento, altrettanto apprezzabile è l’equilibrata declinazione prospettica<br />

del paesaggio, che ci consente di esprimere sul dipinto un giudizio estetico benevolo e tralasciando le fredde considerazioni<br />

filologiche, di apprezzarne altresì le notevoli virtù ornamentali.<br />

Bibliografia di riferimento:<br />

L. Muti, D. de Sarno Prignano, Antonio Francesco Peruzzini, Faenza, 1996<br />

Antonio Francesco Peruzzini, catalogo della mostra a cura di Mina Gregori e Pietro Zampetti, Milano 1997.<br />

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JACOB DE HEUSCH<br />

(Utrecht, 1656 - Amsterdam, 1701)<br />

Paesaggio costiero con barche e pescatori<br />

Olio su tela, cm 53X68<br />

Firmato in basso a destra<br />

Stima € 6.000 - 8.000<br />

Allievo dello zio Wilhelm de Heusch, l’artista è documentato nella Bent romana nel 1675 e un disegno datato al 1680 appartenente<br />

al Museo di Sant’Anna a Lubecca, testimonia ancora la sua presenza nella città eterna, oltremodo confermata dal libro<br />

dei conti della famiglia Falconieri, dove si registra negli anni 1686, 1691 e 1692 l’acquisto delle sue opere. L’attività capitolina<br />

dell’artista si orienta inizialmente verso lo stile di Gaspard Dughet e Salvator Rosa, ma sarà quest’ultimo a suscitare una<br />

vera e propria passione, tanto da indurlo ad imitarne le tele. Il gusto per il pittoresco, la sensibilità atmosferica, la capacità di<br />

evocare scenari arcadici di sapore settecentesco ha persuaso la critica a riconoscergli il merito di aver influenzato l’arte di Jan<br />

Frans Van Bloemen e Andrea Locatelli. Il dipinto in esame è un felice esempio della sua produzione databile agli anni novanta,<br />

quando Heusch raggiunge un equilibrio poetico di particolare eleganza, rievocando i fondali scenici di Claude Lorrain e stemperando<br />

il pittoricismo desunto da Salvator Rosa. Andrea Busiri Vici D’Arcevia, nella monografia dedicata al pittore, pubblica<br />

una versione assai simile a quella in esame, citando varie edizioni analoghe di cui una dispersa già appartenente alla Galleria<br />

Martinoja di Roma.<br />

Bibliografia di riferimento:<br />

A. Busiri Vici D’Arcevia, Jacob de Heusch (1656 - 1701), un pittore olandese a Roma detto il Copia, a cura di Cinzia Martini,<br />

Roma 1997, p. 159, n. 58, con bibliografia precedente.<br />

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