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Globalizzazione e Solidarietà - PAS

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GLOBALIZZAZIONE E SOLIDARIETÀ 15<br />

Internet, mentre in Africa solo uno su 1.000 è un utente di Internet. Una<br />

ragione di tale divario è che il costo dell’accesso alla rete è 10 volte maggiore<br />

per un africano rispetto ad un americano.<br />

Alla fine degli anni novanta, il 20% della popolazione mondiale che<br />

viveva nei paesi ricchi aveva il 74% delle linee telefoniche mondiali, mentre<br />

il residuale 20% della popolazione mondiale aveva solo l’1,5%.<br />

Forze paradossali: il divario economico<br />

La stessa discrepanza è percettibile sul fronte economico. Sempre più<br />

persone vengono introdotte nel sistema produttivo, che è globale e non più<br />

locale, ma non tutte ne beneficiano allo stesso modo. “La globalizzazione<br />

appare molto diversa se viene vista, non dalle capitali dell’Occidente, ma<br />

dalle città e paesi del sud, dove vive la maggior parte dell’umanità”, ha<br />

osservato il Prof. Diabré, che è anche Amministratore Associato dell’UNDP<br />

(il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite). Gli effetti della globalizzazione<br />

sui paesi poveri e sugli stessi poveri vanno oltre la semplice riduzione<br />

delle loro opportunità di accesso al mercato. Il citato Rapporto sullo<br />

Sviluppo Umano del 1999 sosteneva che la globalizzazione ha accresciuto<br />

il livello di insicurezza umana in diversi ambiti:<br />

(1) Precarietà del posto di lavoro e del reddito. La liberalizzazione dei<br />

conti correnti e dei conti capitale, nonché la deregolamentazione del mercato<br />

del lavoro, hanno portato, in molti paesi, a ristrutturazioni societarie,<br />

a pesanti perdite di posti di lavoro ed a un deterioramento delle condizioni<br />

di lavoro. Il costante sviluppo di nuove tecnologie ha anche reso obsolete<br />

le abilità lavorative di molte persone. In America Latina, ad esempio, la<br />

percentuale di lavoratori senza contratto o con contratti meno sicuri, nel<br />

1996 ha raggiunto il 30% in Cile, il 36% in Argentina, il 39% in Colombia<br />

ed il 41% in Perù. Similmente, negli anni novanta l’occupazione sommersa<br />

è cresciuta dal 52% al 58%, e l’85% dei nuovi lavori creati nel subcontinente<br />

era sommerso (UNDP, 1999).<br />

In linea di massima, la globalizzazione non ha abolito il lavoro ma lo<br />

ha trasformato, rendendolo un’altra significativa fonte di diseguaglianza.<br />

Questo è il parere di Jacques Derrida: ‘una parte del mondo è senza lavoro<br />

e vorrebbe poter lavorare di più, mentre l’altra lavora troppo e vorrebbe<br />

lavorare meno, o per lo meno mettere fine al lavoro sottopagato.’<br />

(2) Crisi e volatilità finanziaria. L’eliminazione della maggior parte delle<br />

restrizioni sui flussi finanziari a breve termine nell’economia mondiale ha<br />

enormemente aumentato sia le probabilità di crisi finanziarie, sia i rischi

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