Globalizzazione e Solidarietà - PAS
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GLOBALIZZAZIONE E SOLIDARIETÀ 33<br />
Il dibattito che oggi dovrebbe aver luogo su tale argomento dovrebbe<br />
basarsi sulla seguente domanda: quali devono essere i termini del capitalismo<br />
globale? È evidente che il denaro è necessario, ma come strumento di<br />
scambio che pone in circolazione i prodotti ed aiuta la produzione, soprattutto<br />
per quei popoli che per la prima volta si affacciano nel sistema globale.<br />
Ma certo non è produttivo, per i lavoratori ed i poveri, quel denaro o<br />
quel capitale che cerca unicamente il puro lucro con ‘diritto’ all’usura.<br />
Larry Summers, funzionario del Ministero del Tesoro americano, rende<br />
bene l’idea: “Il problema è il tipo di capitalismo globale. Non vogliamo un<br />
capitalismo globale che ponga il capitale sopra ogni altro interesse e che<br />
impegni ogni paese in una gara fino allo stremo, in cui i governi non sono<br />
in grado di sostenere i diritti dei lavoratori, di imporre tassazioni eque e di<br />
proteggere l’ambiente”. 31 I paesi che hanno tratto così tanti benefici da<br />
un’economia mondiale improntata sul lucro, dovrebbero tornare sui loro<br />
passi e ricordare quali furono le ‘soluzioni’ da essi individuate in risposta<br />
agli ultimi grandi sovvertimenti nell’economia mondiale. Il Fondo monetario,<br />
ad esempio, era stato creato, dietro suggerimento di Keynes, per fornire<br />
ai Paesi in difficoltà la liquidità necessaria per finanziare la spesa e la<br />
produzione, in modo da evitare recessioni. Invece, come denuncia ogni<br />
volta con più forza il Nobel per l’economia Stiglitz, le politiche imposte<br />
dagli organismi internazionali che dipendono dagli interessi lucrativi dei<br />
finanziatori hanno inasprito la contrazione con politiche fiscali eccessivamente<br />
restrittive. Stiglitz afferma testualmente: “Le decisioni che venivano<br />
assunte dall’FMI o dalla Banca mondiale non si preoccupavano tanto di<br />
conservare la forza delle economia quanto, piuttosto, di impedire le inadempienze<br />
verso le banche occidentali. Non si è dimostrata alcuna solidarietà<br />
nei confronto delle persone che si sono ritrovate senza lavoro o che<br />
hanno dato luogo a rivolte sociali, allontanando ancora di più il Paese dalla<br />
possibile ripresa”. 32 “Dovremmo forse chiederci – conclude il Nobel in economia<br />
– se i figli dei nostri figli non guarderanno agli attuali rapporti economici<br />
con lo stesso senso di costernazione, di scandalo morale, con cui<br />
noi guardiamo all’esperienza coloniale. Gli eventi di Seattle e Washington,<br />
uniti a conversazioni con i giovani di tutto il mondo, fanno pensare che<br />
reazioni simili non dovremo forse aspettarle tanto a lungo: già oggi i gio-<br />
31 L.H. Summers, Discorso tenuto all’Economic Strategy Institute, Washington DC,<br />
6 maggio 1998.<br />
32 J. Stiglitz, Il Nobel Stiglitz: un’economia solo privata è un’utopia, in Avvenire, 31<br />
gennaio 2002, Agorà, p. 21.