La durabilità nella progettazione delle strutture in - Ordine degli ...

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Gli Ingegneri
dell’Informazione verso un
maggiore Riconoscimento
del Settore
Valorizzare alorizzare la fi gura dell’ingegnere dell’informazione
e porre rimedio alla grave carenza nor-
mativa che contraddistingue il settore in Italia sono
tra i principali obiettivi del Comitato Italiano degli
Ingegneri dell’Informazione, come pure delle nostra
commissione provinciale, nonché quella regionale
della FOIV.
E’ diffusa infatti tra gli ingegneri dell’informazione
una diffi coltà a riuscire ad operare in un mercato
che stenta a a riconoscerne la fi gura e le qualità pro-
fessionali. Questa diffi coltà è riscontrabile sia nel
settore pubblico che nel privato.
Nel settore pubblico infatti sono, per esempio, raris- rarissimi
i casi in cui i professionisti della nostra catego-
ria intervengono nella progettazione o nel collaudo
si sistemi o infrastrutture informatiche, anche se
queste trattano informazioni estremamente sensibili,
come nel caso della sanità. Nel settore privato il
problema si acuisce nel caso delle grandi aziende,
che rappresentano in termini numerici la parte pre-
ponderante degli investimenti ICT in Italia.
Le aziende informatiche e di consulenza hanno,
citando sempre il mercato informatico, una sorta di
monopolio nel caso delle grandi aziende “clienti”.
Succede infatti che l’ingegnere dell’informazione
sia spesso dipendente o collaboratore di aziende di
piccole dimensioni a cui vengono affi dati dei progetti
in subappalto da parte di aziende multinazionali.
Per capire inoltre quanto la fi gura dell’Ingegnere
dell’Informazione non venga ancora presa in suffi -
ciente considerazione, basta citare un recente fatto
di Manuel Fabris
di cronaca. L’azienda Peppermint Jam Record, che
vende musica su Internet, ha fatto causa lo scorso
anno a migliaia di utenti accusandoli di aver “sca-
ricato” illegalmente delle canzoni. Le associazioni
dei consumatori si sono rivolte al Garante della
Privacy, che per effettuare degli accertamenti si
è rivolto a delle multinazionali del software, e non
a ingegneri dell’informazione che sarebbero stati
al di sopra delle parti. Si è preferito il consulto di
aziende che erano più o meno direttamente parte
in causa. Sarebbe come se, in merito ad un pro-
blema giudiziario inerente l’ambito delle costruzioni
edilizie, l’autorità istituzionale si rivolgesse a una
delle multinazionali produttrici di cemento per un
giudizio tecnico al di sopra delle parti.
Si rende necessaria pertanto una tutela della propro- fessionalità degli ingegneri del terzo settore in un
mercato che risulta inoltre contraddistinto da tassi
di innovazione superiori agli altri due settori.
Importante in questo senso lo sforzo del Comitato
Italiano degli Ingegneri dell’Informazione. Ho parpar- tecipato come delegato del nostro ordine agli ultimi
incontri del 13 ottobre ad Ancona e a quello del
24 maggio a Napoli. In questi incontri è emerso
come lo stesso comitato stia progressivamente as-
sumendo sempre maggiore importanza. Ha infatti
ottenuto nei mesi scorsi il riconoscimento uffi ciale
da parte del CNI. Un’uffi cializzazione che ha costi-
tuito un primo traguardo importante e che ha visto
proprio gli Ordini del Veneto attraverso la FOIV,
come promotori nel settembre 2003 della prima
iniziativa in Italia volta a valorizzare gli Ingegneri