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Capitolo 1 – Cenni storici sulla evoluzione della subacquea<br />

Grazie alla relativa sicurezza data dagli studi di Haldane, la subacquea assume un aspetto<br />

diverso, ed è proprio in questo “periodo storico” che essa prende in considerazione in maniera<br />

adeguata un aspetto che precedentemente non veniva affrontato: La sicurezza nelle immersioni<br />

subacquee.<br />

Nel 1889 la ditta tedesca Drager inventò e brevettò un anno dopo, un sistema di riduzione ed<br />

erogazione dell’aria, era l’antenato degli attuali erogatori. L’uomo cominciò quindi ad<br />

immergersi anche a rilevanti profondità per l’epoca, poiché non era più condizionato dalla<br />

tossicità dell’ossigeno, ovviamente da quella scoperta in poi tutto diventava relativamente facile.<br />

Si passò poi a un equipaggiamento diverso, idoneo per ambienti tossici, che col tempo assunse la<br />

conformazione dell’ARO odierno.<br />

In un primo momento si osservò una maschera granfacciale poi sostituita da un paio di occhialini<br />

stagni e da uno stringinaso.<br />

Intorno al 1910 si cominciò ad usare una miscela di respirazione composta da aria arricchita di<br />

ossigeno, e nel 1912 comparve il primo autorespiratore a miscela 30% Ossigeno 70% Azoto,<br />

dopo la prima guerra mondiale comparve un apparecchio a circuito semichiuso che utilizzava<br />

una miscela Nitrox. Fondamentalmente però gli interessi alla ricerca sottomarina erano<br />

concentrati quasi esclusivamente in ambito militare, la scarsa autonomia delle bombole e degli<br />

erogatori di quel tempo, che disperdevano quantità eccessive di aria, insieme ai limiti che la<br />

tecnica di allora imponeva, misero in risalto le performance dell’ARO.<br />

Nel 1935 la I.A.C., una ditta italiana realizzò, rifornendo poi la Marina Italiana, i primi<br />

autorespiratori ad ossigeno costruiti in Italia, gli ARO. Questi ultimi erano dotati di una<br />

maschera granfacciale realizzata in gomma sagomata, con due vetri rotondi, sei cinghiali e<br />

dell’alloggiamento del boccaglio.<br />

Fu il comandante della Regia Marina Italiana, Belloni, a perfezionarlo in quello che è<br />

praticamente l’attuale strumento, e nel 1935 Tesei e Toschi ne ottimizzarono la resa a tal punto<br />

da essere poi usato come arma segreta; nell’utilizzo dell’ARO fummo maestri, basti pensare alle<br />

imprese dei Siluri a lenta corsa o “Maiali” della Decima Mas e alle imprese di Ferraro e di De La<br />

Penne.<br />

Sempre in quel triste periodo della storia dell’umanità tramite l’Ingegner Max Gene Nohl veniva<br />

sperimentata una miscela di respirazione che utilizzava al posto dell’aria una miscela composta<br />

da Elio e Ossigeno. Era il 1937 e l’uomo era sceso in totale autonomia alla profondità di 128<br />

metri, si aprivano così, nuovi mondi all’esplorazione subacquea e nel campo professionale<br />

lavorativo, la conseguenza di questo maggiore impegno di ricerca sulle tecnologie subacquee,<br />

portava un effetto benefico anche alle attività sportive.<br />

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