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Capitolo 4 - Dipartimento di Filosofia

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non vi fossero state le persone giuste, come Keplero, Galileo, Cartesio ed altri ancora, per lavorare<br />

alla e<strong>di</strong>ficazione del nuovo para<strong>di</strong>gma.<br />

È qui che possiamo iniziare a sospettare che questa rivoluzione sia stata <strong>di</strong> natura non razionale,<br />

perché ciascun pensatore ebbe motivazioni <strong>di</strong>verse per adottare la concezione copernicana. Dal<br />

momento che scelsero <strong>di</strong> adottarlo quando non era stato ancora pienamente sviluppato, quando cioè<br />

problemi non risolti da affrontare erano ancora molti, tutti si presero un considerevole rischio<br />

intellettuale. Nessuno poteva essere certo del fatto che avrebbe fornito una spiegazione più adeguata<br />

<strong>di</strong> quanto osserviamo nel cielo notturno, e, <strong>di</strong> fatto, la teoria <strong>di</strong> Copernico non era più accurata <strong>di</strong><br />

quella <strong>di</strong> Tolomeo. Per entrambe l’evidenza <strong>di</strong>sponibile non era conclusiva, ed erano molte le cose<br />

che il vecchio para<strong>di</strong>gma spiegava meglio del nuovo. Dopo tutto il nuovo para<strong>di</strong>gma era in conflitto<br />

con la retrostante credenza che gli uomini fossero posti al centro dell’universo, e contrad<strong>di</strong>ceva la<br />

migliore teoria fisica <strong>di</strong>sponibile, quella <strong>di</strong> Aristotele. Dalla teoria <strong>di</strong> Copernico, inoltre, seguiva che<br />

la terra si trovasse talvolta dalla stessa parte del Sole e dei pianeti Venere e Marte, talvolta dalla<br />

parte opposta. Secondo la teoria, date le <strong>di</strong>stanze coinvolte, Venere avrebbe dovuto apparire, in<br />

certe occasioni, più <strong>di</strong> sei volte più grande che in altre occasioni. Tuttavia, osservando ad occhio<br />

nudo non era possibile apprezzare alcun cambiamento nelle sue <strong>di</strong>mensioni. In seguito, utilizzando<br />

il telescopio, fu possibile osservare la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione, ma resta il fatto che la teoria <strong>di</strong><br />

Copernico, quando fu proposta, era contraddetta dall’evidenza osservativa.<br />

Più tar<strong>di</strong> Brahé (l’astronomo ai cui strumenti si devono i dati stu<strong>di</strong>ati da Keplero prima <strong>di</strong> formulare<br />

la sua teoria del moto planetario), derivò dalla teoria <strong>di</strong> Copernico un’altra previsione che fu<br />

falsificata dall’osservazione. L’idea era che se la terra si muove, col passare da una parte all’altra<br />

del Sole sarebbe dovuta variare la <strong>di</strong>rezione dalla quale si osservano le stelle lontane. Utilizzando i<br />

suoi strumenti provò ad osservare questo effetto, noto come parallasse stellare, ma senza successo.<br />

Dal momento che all’epoca i suoi strumenti erano i più precisi in circolazione, ne concluse che la<br />

teoria <strong>di</strong> Copernico era falsa.<br />

Contro la teoria <strong>di</strong> Copernico erano anche stati sollevati argomenti formidabili che sembravano<br />

confutarla. Il più cogente era l’“argomento della torre”: si immagini cosa accadrebbe se la terra si<br />

muovesse, e se una pietra fosse lasciata cadere dalla sommità <strong>di</strong> un’alta torre. Mentre la pietra è<br />

ancora in aria, la base della torre si sposterebbe, e quella cadrebbe ad una qualche <strong>di</strong>stanza dalla<br />

base della torre. Eppure, se si fa l’esperimento, si osserva che la pietra cade alla base della torre alla<br />

stessa <strong>di</strong>stanza da cui era stata lasciata cadere alla sua sommità. Pertanto, la terra non può essere in<br />

movimento. Analogamente, se la terra si muove, perché gli oggetti <strong>di</strong>sposti sulla sua superficie non<br />

volano via, come volano via i granelli <strong>di</strong> sabbia <strong>di</strong>sposti sul cerchione <strong>di</strong> una ruota, quando questa è<br />

messa in movimento? Un’ulteriore questione era legata alla mancanza <strong>di</strong> una spiegazione del perché<br />

la terra, orbitando intorno al Sole, non perdesse la luna (fu per questo motivo che l’osservazione<br />

delle lune <strong>di</strong> Giove, realizzata da Galileo (nel 1609), fu così importante, perché in tal modo, essendo<br />

gli oppositori <strong>di</strong> Galileo convinti del movimento <strong>di</strong> Giove, Galileo poté argomentare che se Giove<br />

orbitando non perdeva le lune, anche la Terra poteva fare lo stesso).<br />

Ciascun argomento era ben noto ai <strong>di</strong>fensori dell’eliocentrismo, eppure, nella fase iniziale della<br />

rivoluzione copernicana, nessuno aveva a <strong>di</strong>sposizione una risposta sod<strong>di</strong>sfacente. Quin<strong>di</strong>, la nuova<br />

teoria risolveva sì qualche vecchio problema, ma ne sollevava anche molti <strong>di</strong> nuovi. A seconda dei<br />

propri valori, le persone reagirono <strong>di</strong>versamente: chi apprezzava la semplicità matematica, aveva<br />

ottime ragioni per accettare il para<strong>di</strong>gma copernicano, chi invece attribuiva valore alla coerenza<br />

dell’immagine complessiva del mondo e alla sua conformità al senso comune (non abbiamo la<br />

sensazione che la terra si muova) aveva motivi per restare col para<strong>di</strong>gma tolemaico. Kuhn ritiene<br />

alquanto implausibile che tutti abbiano valutato con attenzione l’evidenza, e che abbiano scelto tra i<br />

due para<strong>di</strong>gmi sulla base <strong>di</strong> argomenti razionalmente cogenti. La personalità e le credenze <strong>di</strong><br />

ciascuno ha invece motivato i <strong>di</strong>versi contributi offerti alla rivoluzione copernicana. Sembra quin<strong>di</strong><br />

che vi sia spazio per la <strong>di</strong>scussione intorno a cosa dovrebbe contare come motivo razionale, e su<br />

quale peso relativo dovrebbe essere attribuito a ciascun motivo razionale.

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