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Colombe maligne - ASSAGGIO - © Copyright Simonelli Editore srl ...

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Maria Santini<br />

essere da meno, a quarantadue anni sembrava un trentenne.<br />

Stavano insieme da più di un anno: da quando Tina, professoressa<br />

di scienze in un liceo del quartiere, aveva portato una classe<br />

di alunni singolarmente maleducati e vandali a visitare i laboratori<br />

della Che-Int, l’industria farmaceutica presso la quale<br />

Sandro lavorava. Fra un’orgia di ragazzi saltellanti, di provette<br />

sbuffanti e di chimici inferociti era nato un amore: un grande<br />

amore.<br />

Adesso la ragazza, stanca della vita di perenne ospite del fratello<br />

e della cognata, voleva trasformare il suo legame con<br />

Sandro in qualcosa di più concreto, di più fattivo, di più positivo.<br />

A dirla brutalmente, voleva essere sposata: il suo patrimonio<br />

genetico, derivante da generazioni di antenate allevate per il<br />

matrimonio, aveva vinto la battaglia contro il suo femminismo<br />

belligerante. Certo, in mancanza di meglio, Tina si sarebbe adattata<br />

anche a una convivenza ma ciò che veramente desiderava<br />

erano le nozze con tanto di cerimonia, la pieve antica, l’abito<br />

bianco con una profusione di veli e la luna di miele. Tutte le sue<br />

amiche femministe che si sposavano, quando si sposavano, in<br />

jeans e camicetta sarebbero inorridite, è vero, forse l’avrebbero<br />

trattata da traditrice della causa... ma un sogno è un sogno.<br />

- Non puoi essere così stronzo - sospirò la ragazza - Sono<br />

cazzate di merda, indegne di te.<br />

Sandro sussultò. Quando Tina diceva le parolacce, lui sentiva<br />

tutto il peso dei quindici anni che li dividevano. Un pochino<br />

la giustificava: cresciuta in un ambiente repressivo, soffocata, in<br />

qualità di piccola della famiglia, dall’amore morboso dei genitori,<br />

s’era liberata faticosamente di tanti tabù cosicché parlare<br />

come un camionista le sembrava il massimo dell’emancipazione<br />

femminile.<br />

- ...e non ti rendi conto, invece, di quanto sei conformista -<br />

borbottò Sandro concludendo ad alta voce il suo ragionamento.<br />

- Eh?<br />

- Sì, conformista. Le parolacce, bella mia, oggigiorno le<br />

dicono tutti pare che abbiamo fatto il sessantotto per conquistare<br />

la libertà di turpiloquio e per nient’altro. La vera originalità<br />

consisterebbe nel non dirle... ma lasciamo perdere - si affrettò a<br />

concludere vedendo un lampo battagliero negli occhi della<br />

ragazza - Quanto a quell’altro discorso... cerca di capirmi. Ti<br />

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