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∑ VO n 10 ottobre 2011_10 ottobre 2011 - Provincia Romana ...

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F.G.M.: Schegge Giandidiane. N. 26 - Un morbo a gran rischio, ma solo per l’inventore!<br />

<strong>10</strong>6<br />

na a Primario Medico del dott.<br />

Borromeo. Nella seguente riunione<br />

del <strong>10</strong> giugno fu discusso chi<br />

affiancargli come Aiuto e si preferì<br />

il dott. Marco Marini perché,<br />

come si legge nel verbale, i suoi<br />

“titoli sono stati esaminati dal nostro<br />

Direttore Sanitario dott. Alfredo<br />

Ramoni e dal dott. Borromeo, i quali<br />

hanno dato parere favorevole”.<br />

Borromeo si distinse subito per<br />

lo zelo nel veder completate le<br />

attrezzature dell’Ospedale, come<br />

fece notare l’on. Egilberto Martire<br />

quando nel 1934 pubblicò “L’Isola<br />

della Salute”, illustrandovi i<br />

lavori di rinnovamento dell’Ospedale.<br />

Ma ancor più si distinse per<br />

le sue capacità diagnostiche e se,<br />

come poi attestò il prof. Filippo<br />

Rocchi, nutriva talora qualche<br />

dubbio, con tutte le conseguenze<br />

per la prognosi e la terapia, tale<br />

dubbio lo teneva in ansia e usava<br />

tornar ad esaminare il malato più<br />

e più volte, fino a tranquillizzarsi.<br />

Se negli Ospedali Riuniti, come<br />

allora quasi ovunque in Italia, per<br />

far valere i propri diritti occorreva<br />

iscriversi al Partito Fascista, ben<br />

diversa era l’aria che si respirava<br />

nel nostro Ospedale Tiberino, in<br />

cui Borromeo si sentiva libero di<br />

manifestare i suoi ideali politici di<br />

cattolico liberale e di esprimere le<br />

sue critiche ai fascisti, che con<br />

Fra Maurizio Bialek nel 1947.<br />

arguzia medica paragonava alle<br />

emorroidi, che si gonfiano a più<br />

non posso, ma per poi finire in<br />

una chiazza di feci e sangue.<br />

Egli riteneva assurde le leggi razziali<br />

del 1938 e quando una mattina<br />

gli si presentò in corsia il giovane<br />

medico ebreo Vittorio<br />

Sacerdoti, chiedendogli di poter<br />

restare come infermiere, poiché<br />

l’avevano cacciato dall’Ospedale<br />

Civile d’Ancona, il cui Primario,<br />

prof. Bombi, l’ha indirizzato a lui<br />

perché furono compagni d’armi e<br />

lo sa inserito in una struttura non<br />

pubblica, subito ordinò di dargli<br />

invece un camice da medico ed<br />

andò a chiederne l’assunzione in<br />

Amministrazione, dove era certo<br />

d’avere l’appoggio dell’Economo,<br />

fra Maurizio Bialek, un polacco<br />

assai sveglio, pronto al sorriso ed<br />

all’ironia, giunto all’Isola il 3 gennaio<br />

1936, ma con cui s’era subito<br />

sentito in perfetta sintonia e della<br />

cui amicizia godette poi sempre,<br />

poiché fino al 1961 il frate non si<br />

mosse mai dall’Isola.<br />

Va detto che allora mancava un<br />

Priore effettivo nell’Isola, poiché<br />

fra Faustino Giulini alla fine del<br />

1936 era stato trasferito come<br />

Superiore alla Farmacia Vaticana<br />

e fino al 1939 solo formalmente<br />

s’assunse l’incarico di Priore il<br />

Superiore Generale, fra Narciso<br />

Durchschein, un bavarese con cui<br />

Borromeo ebbe parimenti un ottimo<br />

rapporto, anche per la sua<br />

padronanza del tedesco.<br />

Nel 1940, per incrementare le<br />

degenze per acuti, si trasferì lo<br />

speciale Reparto per sacerdoti<br />

lungodegenti in una Villa sulla<br />

Cassia, da poco acquistata dai<br />

frati della <strong>Provincia</strong> <strong>Romana</strong> ed<br />

intitolata all’Apostolo San Pietro,<br />

quale Patrono della <strong>Provincia</strong>.<br />

Già l’anno dopo, fu aperto nella<br />

Villa anche un Reparto per mala-<br />

Borromeo con la moglie<br />

e il figlio Pietro nel 1943.<br />

ti mentali e dal 17 novembre ne<br />

fu nominato Direttore Sanitario il<br />

dott. Borromeo, che guidò fino<br />

alla propria morte l’evoluzione del<br />

nuovo Istituto, cui fu annessa nel<br />

1949 una Casa di Riposo che poi<br />

nel 1955, trasferiti a Genzano i<br />

malati mentali nel nostro nuovo<br />

Istituto Psichiatrico, fu mutata in<br />

Ospedale Generale, di cui egli fu<br />

Primario e v’ebbe come Aiuto il<br />

dr. Salvatore Casa, che dal 1943<br />

era con lui all’Isola Tiberina. Tali<br />

stretti rapporti tra Villa San Pietro<br />

e l’Isola furono facilitati dal<br />

fatto che la Curia Generalizia dal<br />

1942 al 1953 trasferì alla <strong>Provincia</strong><br />

<strong>Romana</strong> l’Ospedale Tiberino.<br />

Particolarmente encomiabile fu<br />

la parte avuta dal dott. Borromeo<br />

durante l’occupazione nazista di<br />

Roma dal <strong>10</strong> settembre 1943 al 4<br />

giugno 1944. In quei tragici mesi<br />

nel nostro Ospedale trovarono<br />

rifugio molti antifascisti ed ebrei.<br />

Fu l’addetto alla manutenzione,<br />

Pietro Scarabotti, a suggerire ai<br />

frati i possibili nascondigli ed uno<br />

dei più capienti fu sotto la botola<br />

d’accesso alle fognature, sita nel<br />

pavimento della stanza per malati<br />

infettivi ch’era a lato dell’altare<br />

della Sala Assunta. La botola fu<br />

coperta con un tappeto ed era fra<br />

Fabiano Secchi, allora in servizio<br />

in Sala Assunta, ad aprirla per

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