∑ VO n 10 ottobre 2011_10 ottobre 2011 - Provincia Romana ...
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F.G.M.: Schegge Giandidiane. N. 26 - Un morbo a gran rischio, ma solo per l’inventore!<br />
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Borromeo nel 1960.<br />
varie altre volte militari sia italiani<br />
sia tedeschi vennero di nuovo a<br />
ispezionare i malati, ma senza<br />
riscontrare irregolarità o facendo<br />
finta di non notarle.<br />
Se con i finti malati tutto filò<br />
sempre liscio, fu invece sfiorato il<br />
dramma quando a fine maggio del<br />
1944 i tedeschi vennero a cercare<br />
la nostra ricetrasmittente. I soldati<br />
salirono al primo piano all’Ufficio<br />
del Priore, fra Natale Paolini, ma<br />
non c’era e chiesero di lui a fra<br />
Maurizio, che era nel contiguo<br />
Economato: egli intuì tutto e con<br />
prontezza disse loro che andava a<br />
chiamarlo. In realtà, istruì fra Clemente<br />
Petrillo di far sparire la radio<br />
e corse in Clausura a celare dietro<br />
ad un quadro le carte compromettenti<br />
che aveva in camera e poi<br />
subito il fidato Scarabotti lo sistemò<br />
accucciato sullo sgabelletto di<br />
fra Alipio in un armadietto a muro,<br />
contro cui addossò un mobile.<br />
Intanto fra Clemente riuscì a<br />
portare la radio sul terrazzo del<br />
Noviziato, che era assai vicino al<br />
fiume, e ne buttò i pezzi in acqua.<br />
Da un articolo uscito su l’Unità<br />
del 12 giugno 2004 sappiamo che<br />
uno dei soldati tedeschi posti di<br />
vedetta attorno all’Ospedale,<br />
notò il frate all’opera sul terrazzo<br />
ma, come poi raccontò alla figlia,<br />
reso apatico dall’ormai scontata<br />
disfatta tedesca, non lo segnalò.<br />
I tedeschi inizialmente furono<br />
insospettiti da alcuni fili volanti<br />
che notarono al pianterreno, ma<br />
Scarabotti dimostrò che era un<br />
suo accrocco per dar corrente ad<br />
una piccola pompa che inviava<br />
l’acqua della fontanella del cortile<br />
ai piani alti, rimasti a secco per un<br />
guasto dell’allaccio comunale. L’ispezione<br />
proseguì poi invano<br />
dovunque, dopo aver chiuso in<br />
una stanza tutti gli spauriti frati,<br />
sperando d’ottenere informazioni<br />
con la minaccia di fucilarli.<br />
Pochi giorni dopo, finì l’incubo<br />
nazista. Chi era nascosto, tornò<br />
libero, ma fra Clemente narrava<br />
poi la sua amarezza quando un<br />
gruppo di facinorosi venne in<br />
Ospedale a cercare se v’erano<br />
nascosti dei fascisti e li guidava<br />
proprio uno di quelli che doveva<br />
la sua vita all’essersi nascosto lì.<br />
Altri, invece, si mostrarono grati<br />
e per le loro testimonianze fu nel<br />
1952 data la Medaglia d’Argento<br />
al Valor Militare a fra Maurizio per<br />
“aver con grave rischio nascosto<br />
patrioti e permesso in Ospedale<br />
riunioni del comando clandestino e<br />
l’installazione d’una radio”.<br />
Identica Medaglia ebbe anche il<br />
dott. Borromeo per l’impegno nel<br />
“curare partigiani, patrioti e ebrei<br />
ricercati dalla polizia nazifascista” e<br />
per “dare e far dare asilo, sostegno e<br />
conforto a tanti perseguitati”. Tra i<br />
riconoscimenti postumi ricordiamo<br />
la strada che il Comune di<br />
Roma gli dedicò nella zona di<br />
Monte Spaccato ed il titolo di<br />
Giusto tra le nazioni, con cui il<br />
Governo Israeliano va insignendo<br />
dal 1962 i non ebrei che rischiarono<br />
la vita per salvare gli ebrei<br />
dal genocidio nazista: al dott. Borromeo<br />
il titolo fu dato il 13 <strong>ottobre</strong><br />
2004 e la correlata medaglia<br />
d’oro fu consegnata il 2 marzo<br />
2005 dall’ambasciatore israeliano<br />
Ehud Gol ai figli Pietro e Beatrice<br />
durante una cerimonia cui hanno<br />
assistito varie Autorità dell’Urbe<br />
e che si è svolta proprio nella Sala<br />
Assunta, che dal 1982 è divenuta<br />
la Sala Convegni del nostro<br />
Ospedale Tiberino. Quale eco<br />
dell’onorificenza l’avv. Pietro Borromeo<br />
ha pubblicato nel 2007 un<br />
profilo romanzato del padre,<br />
ponendovi in copertina una foto<br />
dell’Ospedale Tiberino sotto la<br />
scritta in rosso: Il Giusto che inventò<br />
il morbo di K.<br />
I gesti d’umana solidarietà, che il<br />
dott. Borromeo e fra Maurizio<br />
compirono anche a rischio della<br />
vita, furono certo annotati da Dio<br />
per l’eternità ed inoltre rimasero<br />
incisi nel cuore dei frati, creando<br />
un clima di profonda reciproca<br />
intesa, poi dimostrata in speciali<br />
circostanze. Nel caso del frate,<br />
quando nel 1946 furono rinnovate<br />
le cariche dell’Ordine, lo elessero<br />
Priore dell’Ospedale Tiberino e lo<br />
riconfermarono nel 1950; inoltre,<br />
tra il 1946 e il 1959 fu eletto nel<br />
Consiglio <strong>Provincia</strong>le e Generale<br />
e fu anche Economo Generale.<br />
Riguardo al dott. Borromeo, dal<br />
1949 lo vollero come successore<br />
ad interim del Direttore Sanitario,<br />
che era ancora il dott. Ramoni, e<br />
poi nel Capitolo Conventuale del<br />
21 dicembre 1951 all’unanimità<br />
resero definitiva la nomina “per la<br />
sua rettitudine e attaccamento alla<br />
Casa”. Una riprova di tali suoi<br />
sentimenti la si ebbe quando i frati<br />
festeggiarono i suoi 25 anni di Primariato<br />
ed egli confidò loro di<br />
sentirsi “felice di avere speso con fraterna<br />
dedizione al servizio dell’Ospedale<br />
i migliori anni della sua vita di<br />
medico” e rimarcò la sua devozione<br />
ai Fatebenefratelli “alla cui famiglia<br />
sentiva di appartenere per affetto e<br />
per lunga consuetudine di lavoro<br />
comune al sollievo degli infermi”.