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∑ VO n 10 ottobre 2011_10 ottobre 2011 - Provincia Romana ...

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tenze. Tutti noi, amministrativi, personale<br />

tecnico, medici, infermieri e<br />

anche i volontari, siamo chiamati alla<br />

missione della ospitalità e al tal fine<br />

come Giovanni Di Dio, dobbiamo<br />

amare e servire il malato senza<br />

distinzione tra frati e laici. Il Superiore<br />

generale ha voluto ricordare il<br />

compianto fra Pierluigi Marchesi,<br />

superiore generale, che della collaborazione<br />

tra i frati dell’Ordine e i laici<br />

ne aveva fatto una ragione di vita e<br />

nel suo ricordo ci ha esortato a seguire<br />

i documenti pontifici: Lumen<br />

Gentium e Christifideles laici,<br />

soprattutto in quest’anno, dedicato<br />

alla Famiglia ospedaliera, a lasciarsi<br />

guidare dallo spirito di san Giovanni<br />

di Dio.<br />

Altro punto saliente del discorso del<br />

Superiore generale è stato il mettere<br />

al centro della nostra attività lavorativa<br />

la Fede in Cristo. Lo stesso san<br />

Giovanni di Dio fu salvato dalla fede<br />

in una fredda mattinata del gennaio<br />

del 1539, nel Romitorio dei Martiri<br />

quando colpito da una predica di san<br />

Giovanni d’Avila dopo pochi giorni<br />

dette in escandescenze e fu internato<br />

come malato di mente nell’Ospedale<br />

Reale dove fu tenuto digiuno e brutalmente<br />

malmenato. In quel luogo<br />

angusto fu la Fede a salvarlo.<br />

Fra Donatus ci ha invitato ad agire<br />

come Giovanni di Dio quando dalla<br />

20<br />

Da sinistra: fra Donatus Forkan e fra Gerardo D’Auria<br />

sua disperazione trovò dal profondo<br />

del suo nulla, l’Amor di Dio e realizzò<br />

l’idea dell’Ospitalità che avrebbe<br />

cambiato il sistema dell’assistenza<br />

agli ammalati e per trovare il nostro<br />

amore per il malato e curarlo come<br />

fece il Santo.<br />

Come la Misericordia e la Bontà di<br />

Dio di colui che ha donato la vita per<br />

l’Uomo anche san Giovanni sperimentò,<br />

nel momento delle sue più<br />

grandi sofferenze, mentre la gente lo<br />

chiamava “loco” (pazzo), l’Ospitalità<br />

vuol dire vedere le cose con gli<br />

occhi di Dio e sapere come tutto ciò<br />

che è stato creato da Dio è buono,<br />

anche se talvolta in una realtà di<br />

morte e di violenza dubitiamo del suo<br />

amore.<br />

L’Ospitalità, può essere la cura per<br />

una umanità pervasa dalla violenza,<br />

Basilica di san Giovanni di Dio<br />

dal consumismo, dalla globalizzazione,<br />

dalla droga e dalla “cultura della<br />

morte” come la chiamava il papa<br />

Giovanni Paolo II, ora beato, quell’Ospitalità<br />

che fa parte da sempre<br />

del DNA dell’Ordine dei Figli di san<br />

Giovanni di Dio.<br />

Da sempre l’Ordine, ha ribadito il<br />

Superiore generale, ha contrapposto<br />

alla cultura della morte la cultura dell’ospitalità,<br />

lo abbiamo fatto da sempre,<br />

perché Giovanni di Dio ci ha<br />

insegnato che gli uomini sono stati<br />

creati a immagine e somiglianza di<br />

Dio e con il dono dello Spirito santo<br />

possono trasformare odio e morte in<br />

amore e fratellanza. I cristiani e la<br />

Chiesa, costruita intorno a loro,<br />

hanno il dovere di essere ospitali e<br />

accoglienti con i poveri e i diseredati,<br />

devono dare Carità e Amore perché<br />

i poveri e gli emarginati non si<br />

sentano come forestieri e come san<br />

Giovanni di Dio (detto anche “il portoghese”<br />

e “il libraio”) sperimentino<br />

il rifiuto della società.<br />

Fra Donatus ha continuato la sua<br />

interessante relazione ricordando che<br />

oggi ci sono 52.000 persone a collaborare<br />

con l’Ordine ospedaliero di<br />

san Giovanni di Dio in un mondo<br />

attraversato dal malessere e praticando<br />

l’ospitalità possono impegnarsi<br />

per contrapporre il bene al male.<br />

Al termine dell’incontro i partecipanti<br />

hanno posto delle domande<br />

focalizzate su come porsi oggi con-

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