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Rivista SLSI copia - Sindacato Libero Scrittori Italiani

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ariane che il Novecento ha conosciuto<br />

a perfezione.<br />

Perfettamente allineata con le<br />

posizioni dei maestri “intorno<br />

ad Hegel”, Simone Weil, un’autrice<br />

empiamente pia e perciò<br />

buona per il lato destro e<br />

per quello sinistro della catastrofe<br />

moderna, professava<br />

apertamente il disprezzo per il<br />

Dio dell’Antico Testamento:<br />

“Non sono mai riuscita a capire<br />

come uno spirito ragionevole<br />

possa considerare lo Yahweh<br />

della Bibbia e il Padre invocato<br />

nell’Evangelo come un<br />

solo e medesimo essere” 9 .<br />

Gli spiritualisti disgregati e i<br />

comunitari solidali, che imperversano<br />

nei salotti televisivi,<br />

dove si va in estasi fiutando e<br />

delibando il Sublime generosamente<br />

spruzzato negli scritti<br />

di Simone Weil, evidentemente<br />

giudicano trascurabile<br />

il fatto che la dichiarazione appena<br />

citata rinvia alla teoria<br />

dei catari, secondo cui Abramo,<br />

Isacco, Giacobbe e Mosé<br />

sono figure diaboliche ed<br />

emissari del deus iniquus. Di<br />

conseguenza è lecito affermare<br />

che gli spiritualisti e i comunitari<br />

in carriera assolvono<br />

(si osa sperare inconsapevolmente)<br />

il vero ed unico<br />

preambolo dell’antisemitismo<br />

di sinistra e di destra 10 .<br />

All’inversione catara (e postmoderna)<br />

della pietà religiosa<br />

è inoltre associata una feroce<br />

inimicizia verso il creato: l’odio<br />

cataro (in questo variamente<br />

imitato dal vivere per<br />

la morte dei nazisti e dalla<br />

contestazione dell’esistente<br />

dei sessantottini) s’indirizzava<br />

entusiasticamente contro<br />

la procreazione, detestata<br />

perché conseguenza e allegoria<br />

della creazione, e perciò<br />

giustificava e raccomandava,<br />

alla stregua di ascesi mistiche,<br />

la sterilità volontaria nei rapporti<br />

coniugali, l’aborto procurato,<br />

l’infanticidio e le pratiche<br />

sessuali contro natura.<br />

l a t r a d i z i o n e<br />

Francesco Zambon, un autore<br />

adelphiano, che non può essere<br />

sospettato d’intransigenza,<br />

ha dimostrato che, per i catari,<br />

l’uomo “creato in parte da<br />

Dio, in parte da Satana, miscuglio<br />

di bontà e di malignità,<br />

di verità e di falsità, di essere<br />

e di nulla”, è incapace di<br />

sciogliere il nodo di contraddizioni<br />

che lo soffoca: “Per<br />

sfuggire a questa condizione,<br />

cui lo condanna la dimora in<br />

un corpo materiale, egli dovrà<br />

perciò distruggersi, troncare<br />

il nodo perverso di spirito e di<br />

carne che lo costituisce” 11 .<br />

Si può pertanto affermare,<br />

senza tema di smentita, che<br />

nell’orizzonte visionario dei catari<br />

era proiettato l’insano desiderio<br />

di devastare la società<br />

tradizionale mediante l’alterazione<br />

della sua cellula essenziale,<br />

e in ultima analisi, di causare<br />

l’uscita dal mondo e l’estinzione<br />

definitiva del genere<br />

umano. Nella sua opera ultima,<br />

il defunto professore Elémire<br />

Zolla, un intellettuale di<br />

sinistra, che ha esplorato<br />

(beandosene) il sottosuolo<br />

ereticale e trasgressivo dell’ideologia<br />

moderna, disegna il<br />

profilo dell’autentica religione<br />

mortuaria, misticamente intenta<br />

alla distruzione del mondo:<br />

una cultura che attribuisce<br />

al suicida la dignità del martire.<br />

Con il fine palese di trascinare<br />

la tradizione cattolica nella<br />

fossa dei serpenti del masochismo,<br />

Zolla sosteneva che<br />

“L’accettazione della sofferenza<br />

inaudita propria del martirio<br />

equivale a un suicidio. Il<br />

martire è un suicida per mano<br />

di estraneo, anzi del massimo<br />

nemico” 12 .<br />

Ora il fondamento di questa<br />

morbosa passione per il sarcofago<br />

è la identificazione (ricorrente<br />

nell’eresia gnostica e<br />

in quella catara) della beatitudine<br />

con lo zero metafisico.<br />

Con sfoggio scodinzolante e<br />

21<br />

grottesco della sua accademica<br />

solennità, Zolla scriveva:<br />

“All’origine, se vogliamo, si<br />

parte da un atto di mistica impeccabile,<br />

l’incontro tra il baratro<br />

Bythós e il silenzio assoluto<br />

Sighé. L’ammutolimento<br />

dinanzi al precipizio è tutto<br />

ciò che sia lecito dire dell’inizio<br />

perfettissimo. In seguito<br />

comincia l’allontanamento da<br />

questa perfezione: allo spirito<br />

si aggiunge la psiche e la materia,<br />

demiurgo di questa<br />

creazione scellerata e rimescolante<br />

è Jalda baoth. ... Lo<br />

gnostico interpreta gli eventi<br />

come ritorni infiniti della cosmologia<br />

precedente” 13 .<br />

Va da sé che la passione mortifera,<br />

effusa dall’eresia catara<br />

nel Medioevo ed ora nel Postmoderno,<br />

non giustifica (a posteriori)<br />

gli eccessi dell’Inquisizione<br />

e tantomeno gli orrori<br />

della crociata condotta scelleratamente<br />

da Simon de Monfort.<br />

Occorre dunque riconoscere,<br />

senza riserve mentali e<br />

però senza bisogno di tuffarsi<br />

nella rugiada ecumenica dei<br />

buonisti, che la delittuosa e<br />

mondana spietatezza con cui<br />

Simon de Monfort represse i<br />

catari offende il sentimento<br />

cristiano 14 , e giustifica la richiesta<br />

di perdono avanzata<br />

più volte da Giovanni Paolo II.<br />

Insieme con l’orrore dei posteri<br />

per il massacro dei catari, lo<br />

storico onesto dovrebbe però<br />

sforzarsi di uscire dalla gabbia<br />

neurologica, costituita dagli<br />

anacronistici pregiudizi dell’illuminismo,<br />

e comprendere<br />

anche il motivato sgomento e<br />

la giustificata indignazione,<br />

che colse la gerarchia cattolica<br />

e la maggioranza dei fedeli<br />

quando in Europa si diffuse<br />

un’eresia fanatica e spaventosa,<br />

che non si limitava a calunniare<br />

la creazione (attribuendola<br />

a Satana) e ad oltraggiare<br />

i santi dell’Antico Testamento,<br />

ma raccomandava e promuoveva<br />

un’ascesi forsennata, in-<br />

tesa nientemeno che al totale<br />

annichilimento della vita. Si<br />

dovrebbe infine comprendere<br />

che l’eresia catara era giudicata<br />

più per il suo aspetto di crimine<br />

politico (di attentato alla<br />

integrità e alla sopravvivenza<br />

delle nazioni cristiane) che<br />

per il suo contenuto strettamente<br />

teologico.<br />

Sui contenuti umbratili della<br />

dottrina catara, i documenti<br />

d’epoca non lasciano dubbi.<br />

“La setta, l’eresia e gli smarriti<br />

seguaci dei Manichei, scriveva<br />

nel XIII secolo Bernard<br />

Gui, riconoscono e confessano<br />

due dèi o due signori, un<br />

Dio buono e un Dio malvagio.<br />

Affermano che la creazione di<br />

tutte le cose visibili e materiali<br />

non è opera di Dio, il Padre<br />

celeste – quello che chiamano<br />

Dio buono – ma è opera del<br />

diavolo e di Satana, il Dio malvagio:<br />

lo chiamano infatti Dio<br />

maligno” 15 .<br />

Ora la scissione della divinità<br />

in due princìpi eterni e irriducibili,<br />

produce necessariamente<br />

una disperante idea<br />

del destino universale, una<br />

visione che introduce il più<br />

cieco determinismo. In uno<br />

dei trattati catari raccolti nel<br />

Libro dei due princìpi, infatti,<br />

l’esistenza del libero arbitrio<br />

è negata in forza di un<br />

ragionamento che attribuisce<br />

a Dio l’intenzione di creare<br />

angeli malvagi: “La necessità<br />

di essere demoni e l’impossibilità<br />

di non esserlo ha<br />

preceduto l’esistenza degli<br />

angeli. Era quindi assolutamente<br />

impossibile che essi<br />

non diventassero demoni e<br />

lo era soprattutto dal punto<br />

di vista di Dio, nella cui mente<br />

è presente tutto ciò che è<br />

stato, è e sarà. ... Ne consegue<br />

necessariamente che,<br />

dal punto di vista del Primo<br />

Fattore, tutto avviene per<br />

necessità” 16 .<br />

E ancora più chiaramente:<br />

“[Dio] scientemente e con pie

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