Rivista SLSI copia - Sindacato Libero Scrittori Italiani
Rivista SLSI copia - Sindacato Libero Scrittori Italiani
Rivista SLSI copia - Sindacato Libero Scrittori Italiani
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
p r o f i l i v o c i p e n s i e r i<br />
Quando fu chiesto al romanziere marocchino Tahar Ben<br />
Jalloun perché scrive romanzi e non libri testimonianza<br />
su vicende che toccano la realtà e gli avvenimenti della<br />
vita, egli rispose: “Se ciò che si racconta è veramente<br />
successo, è nello stesso tempo inventato”. Perché la finzione?<br />
“Perché questa ha la capacità di toccare le emozioni<br />
della gente meglio di una cruda testimonianza. Il<br />
ruolo di uno scrittore, soprattutto di uno scrittore del<br />
Sud, non è testimoniare, ma reinventare la realtà attraverso<br />
la sua immaginazione”. Tale processo è comune in<br />
quasi tutti i narratori e con maggiore immaginazione in<br />
quelli del continente africano dei quali ci occuperemo, di<br />
volta in volta, per ricostruire un quadro più prossimo<br />
possibile alla realtà letteraria del mondo africano.<br />
In questo panorama a noi la più nota è la letteratura nascente<br />
dagli scrittori maghrebini in quanto i testi quasi<br />
sempre sono stati pubblicati in traduzioni da case editrici<br />
italiane. Di tali scrittori avremo modo di fare conoscenza<br />
anche con interventi mirati sul singolo autore.<br />
In questo primo approccio parleremo dello scrittore nigeriano<br />
Chinua Achebe come padre di tutte le letterature<br />
africane.<br />
Nato nel villaggio Ogidi, zona ibo della Nigeria orientale,<br />
nel 1930, quando il paese era ancora sotto controllo degli<br />
inglesi, Chinua Achebe è considerato uno tra i più<br />
grandi scrittori africani. Presto divenne una delle voci<br />
delle nuove letterature anglofone che hanno affermato<br />
con maggior forza il “controdiscorso” post-coloniale.<br />
Usando il romanzo – genere squisitamente europeo, lontano<br />
dalla tradizione orale dell’Africa nera – Achebe ha<br />
reimpastato nell’inglese il timbro, il ritmo e le consuetudini<br />
idiomatiche del suo nativo ibo, e ha ridato una lingua<br />
che risulta nuova nel sapore e nelle connotazioni<br />
culturali, intarsiata di calchi e imprestiti, plasmata sulla<br />
misura di vicende e personaggi africani! Nato in epoca<br />
ancora coloniale, ma in ambiente cristianizzato, Achebe<br />
appartiene alla prima generazione di intellettuali maturati<br />
con l’indipendenza e cresciuti all’interno del dibattito<br />
sviluppatosi nella nuova Nigeria multietnica e plurilinguistica.<br />
Studiò medicina e poi letteratura all’università di Ibadan,<br />
e quindi fece carriera nella radio nigeriana. Insieme<br />
a Wole Soyenka, John Pepper Clark, Amos Tutuo-<br />
<strong>Scrittori</strong> d’Africa<br />
Francesco Alberto GIUNTA<br />
34<br />
la, Es’kia Mphahlele e altri artisti africani, fu tra i fondatori<br />
dell’importante centro culturale Mbari Club di<br />
Ibadan. Diresse la rivista letteraria “Okike”; fondò e diresse<br />
per molti anni la collana African writers dell’editore<br />
londinese Heineman che pubblicò i massimi scrittori<br />
del continente. Ha insegnato letteratura nelle università<br />
di Ibadan e Nsukka, e anche in Europa e in<br />
America. Durante la tragica guerra del Biafra si schierò<br />
dalla parte della sua gente ibo, e pagò duramente<br />
questa sua scelta. Dopo un grave incidente d’auto è<br />
tornato in Nigeria dove ha scritto il suo ultimo libro<br />
Home and Exile.<br />
Achebe ha scritto molti romanzi, racconti e raccolte di<br />
poesia. Il suo primo e più noto romanzo è Things Fall<br />
Apart, pubblicato a 23 anni nel 1958 che, assieme a No<br />
Longer at Ease (1960) e Arrow of Good (1864), costituisce<br />
la trilogia nella quale è narrata la società tradizionale<br />
nigeriana dall’epoca coloniale all’indipendenza<br />
sino al neocolonialismo. In Italia si conosce il libro<br />
Dove batte la pioggia (Jaca Book, 1977) che comprende<br />
i noti tre citati romanzi: Il crollo, Ormai a disagio<br />
e La freccia di Dio. Nel 1966 Achebe pubblica A<br />
man of the People e, infine, nel 1987 il romanzo Anthillis<br />
of the Savannah, tradotto in italiano col titolo,<br />
più appropriato, di Viandanti nella storia (Ed. Lavoro,<br />
Roma 1991), in cui compare un’insolita fiaba che<br />
vede protagonisti un leopardo che da tempo cerca di<br />
catturare una tartaruga; tragica trasposizione della<br />
condizione socio-politica della Nigeria. Achebe ha al<br />
suo attivo anche un volume di poesia, Soul brother<br />
(1971) e una raccolta di racconti Girl at War (1972),<br />
oltre a una serie d’importanti saggi critici riuniti in<br />
Morning Yet of Creation Day (1975), parzialmente ristampati<br />
in Hopes and Impediments (1988), “nei quali<br />
si è confrontato con l’estetica occidentale e con la<br />
tradizione letteraria britannica, attaccando l’arroganza<br />
imperialistica di un certo mondo europeo”.<br />
Achebe non fu in senso stretto il primo romanziere dell’Africa<br />
nera, in quanto lo precedettero, a partire dal<br />
secolo scorso: il geniale Sol Plaatje, sudafricano, col<br />
suo romanzo di lingua europea Mhudi (1930), Thomas<br />
Tofolo, celebratore dell’eroe Shaka, suo ultimo romanzo<br />
in lingua sotho.