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Il primo distico rappresenta Calcariola: “Scorgi un piccolo castello che chiamate Calcariola, infatti con piede sicuro calca il sentiero contro i nemici”. Il secondo rappresenta Grotti: “Per te intimarono ai leoni di uscire da queste grotte, infatti è lecito pensare che queste grotte siano fragili rifugi”. L’ultimo a destra rappresenta S. Rufina: “Irride ai nemici, sebbene sia un piccolo villaggio, per i propri meriti la protegge Santa Rufina”. MONS. GIACOMO ALFARABI Mons. Giacomo Alfarabi da Leonessa fu il primo vescovo a risiedere nella nuova diocesi. Fu eletto nel novembre del 1508 dal pontefice Giulio II e nel gennaio dell’anno seguente venne a risiedere a Cittaducale dove fu accolto con grande entusiasmo; gli furono assegnate per abitazione, le case di Santa Maria della Fraternita. MONS. GIACOMO MASSIMI DI PONTECORVO Mons. Giacomo Massimi di Pontecorvo fu eletto vescovo nel 1513 e durante il suo episcopato nacque a Cantalice Felice, figlio Santo di Caratto e di Santa de Nobilibus. Lasciò la cattedra episcopale di Cittaducale al nipote Felice Massimi che la possiederà fino al 1573.
Il distico accanto allo stemma vescovile del Massimi rappresenta Micciani e Cesoni: “Non mura cingono Micciani, Torre Cifredda e Cesoni, ma ben altro protegge i forti cuori”. MONS. FELICE MASSIMI DA PONTECORVO Mons. Felice Massimi da Pontecorvo resse la diocesi dal 1525 al 1573. La prima azione che del Massimi ci è stata tramandata, è volta a frenare un clero irrequieto e indisciplinato. Si tratta delle Costituzioni per la disciplina del coro nella recita degli uffici sacri. Quello che più preoccupò il vescovo furono i miseri introiti delle rendite episcopali e la povertà di tutto il clero diocesano. Tentò quindi di assicurare alla sua mensa e al clero tutto, un minimo stabile di rendite; cercò pure di frenare il disordine morale e civile che regnava in città adoperandosi in numerose pacificazioni, accentuando però, in buona fede la sua presenza nella vita pubblica: del che si lamentò il governatore della città che segnalò a Madama d’Austria, come il vescovo usurpasse il potere altrui. È con il Massimi che prese l’avvio l’anagrafe parrocchiale a Cittaducale, ed è sotto di lui che l’università si fece carico della nuova residenza del vescovo costretto, fino a metà degli anni ’60, a risiedere nei locali della Confraternita di Santa Maria dei Raccomandati. Accanto allo stemma del vescovo Massimi c’è il distico di Pendenza: “Mi chiamo Pendenza, perchè sorgo tra selve pendenti, tu sta’ lontano da noi se sei un nemico”.
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