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Alpini. Le grandi imprese volume cinque - istrit.org

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Il 24 maggio 1915, il tratto di fronte che correva dal monte Peralba<br />

(S<strong>org</strong>enti del Piave) a Montemaggiore (S<strong>org</strong>enti del Natisone) - comprendente<br />

le Valli dell'alto Tagliamento, del Degano, del But e del Fella - costituiva<br />

nello schieramento dell'Esercito un elemento a sè stante con il nome di Zona<br />

Carnia. La Zona Carnia era stata posta alle dirette dipendenze del Comando<br />

Supremo; in essa erano dislocati 31 battaglioni, di cui 16 alpini, e varie unità<br />

di artiglieria e del genio. Il valore strategico della Zona Carnia consisteva nel<br />

fatto che essa costituiva anello di congiunzione tra le Armate schierate alla<br />

sua sinistra (in Cadore e attorno al saliente Trentino) e quelle alla sua destra<br />

(nelle prealpi Giulie e sul Carso); soprattutto, rappre sentava la chiusura al<br />

nemico di due delle vie di facilitazione che segnano le <strong>grandi</strong> diret trici di<br />

movimento: quella del Passo di Monte Croce Carnico e quella del Fella. La<br />

Zona Carnia, per esigenze operative e di comando, era stata suddivisa in due<br />

Settori: Settore But - Degano, dal Monte Peralba al Monte Cullar (ovest di<br />

Pontebba) e, a destra, il Settore Fella, sino a Montemaggiore. Il Settore But -<br />

Degano era ripartito a sua volta in tre sottosettori: Val Degano, e Alto But, e<br />

Val Chiarsò. <strong>Le</strong> disposizioni del Comando Supremo affi davano al Settore But<br />

- Degano una sal da difensiva; così al Settore Fella, senza tuttavia escludere<br />

la sua partecipazione ad azioni offensive della 2a Armata schierata alla sua<br />

destra. Il Comando Supremo attri buiva somma importanza al contrafforte<br />

compreso nel Settore Fella, Monte Zermula, Monte Cullar, Monte Sernio, la<br />

perdita del quale poteva causare la separazione dei due Settori e l'aggiramento<br />

dello sbarramento di Chiusaforte. Per quanto riguarda gli intendimenti<br />

dell'avversario - in tutti i piani operativi stu diati dagli austriaci sin dal tempo<br />

di pace per un eventuale confl itto con l'Italia - partico lare valore strategico<br />

veniva attribuito al Passo di Monte Croce Carnico, compreso nel Sottosettore<br />

dell'Alto But; lo sfondamento delle sue difese, infatti, avrebbe potuto aprire<br />

all'Esercito austriaco la strada verso le valli del But e del Chiarsò le quali,<br />

insieme con quella del Fella, erano considerate dallo Stato Maggiore di<br />

Vienna come le porte principali per l'invasione dell'Italia. Per questo il settore<br />

del passo di M. Croce Carnico divenne subito una zona cruciale dei combattimenti,<br />

con numerose e gravi perdite per entrambe le parti in lotta.<br />

<strong>Le</strong> portatrici carniche<br />

La Grande Guerra in Carnia si caratterizza – al di là degli eventi bellici –<br />

per l’inquadramento nell’esercito delle Portatrici Carniche. La straordinaria<br />

vicenda delle Portatrici carniche si colloca nella storia della prima guerra<br />

mondiale come fatto unico, forse, nella storia dei confl itti armati. <strong>Le</strong><br />

Portatrici di Paluzza furono impiegate nel Sottosettore Alto But, e in parte, In alto: la caserma «Plozner» a Paluzza. Sopra a destra: Maria Plozner Mentil. A sinistra: il presidente<br />

Oscar Luigi Scalfaro consegna la medaglia d'oro al V.M alla fi glia di Maria Plozner e si intrat-<br />

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tiene con le portatrici carniche.

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