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1. L'eredità kantiana Arthur Schopenhauer condivideva ... - Appunti

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indizi che il mondo offre. In tal modo viene delineata una terza via fra il dogmatismo della filosofia<br />

precedente e «la disperazione della critica <strong>kantiana</strong>» 23 .<br />

Una volta individuata nella volontà l’essenza del mondo, <strong>Schopenhauer</strong> sviluppa una filosofia della<br />

natura che intende mostrare le modalità in cui la volontà diventa fenomeno, manifestandosi in vari<br />

gradi di oggettivazione, che sono identificati da <strong>Schopenhauer</strong> con le idee. Le idee si trovano fuori<br />

dal tempo e dallo spazio e sono quindi immutabili ed eterne: l’uomo, o qualsiasi altro essere vivente<br />

dotato di una facoltà conoscitiva, le conosce di norma attraverso le forme soggettive di spazio,<br />

tempo e causalità e così le idee appaiono come una molteplicità di individui che nascono e<br />

periscono 24 . A differenza di quanto avviene in Platone, le idee di <strong>Schopenhauer</strong> non sono entità a sé<br />

stanti, create dalla volontà, ma si identificano con essa, in quanto sono modi specifici nei quali essa<br />

si realizza come tendenza: ogni idea è uno specifico atto (atemporale) della volontà. L'ambito in cui<br />

la dottrina delle idee è utilizzata in modo più convincente è quello delle forze naturali, ciascuna<br />

delle quali è identificata senz'altro con un'idea: la gravità, l'impenetrabilità, l'elasticità, l'elettricità, il<br />

magnetismo, il chimismo costituiscono le idee inferiori, i gradi più bassi delle manifestazioni della<br />

volontà. A un livello superiore la volontà si manifesta nelle idee del mondo organico, nelle varie<br />

specie vegetali e animali, fino all'uomo, in cui la volontà si oggettiva nel modo più completo 25 .<br />

Sussistono indubbiamente delle analogie fra la dottrina delle idee di <strong>Schopenhauer</strong> e la<br />

schellinghiana dottrina delle potenze, ma mentre in Schelling le forze che producono la natura si<br />

sviluppano in un movimento dialettico che fa sorgere il livello superiore dal livello inferiore, in<br />

<strong>Schopenhauer</strong> le singole idee sono determinazioni originarie e immutabili della volontà e solo il<br />

loro manifestarsi nella natura avviene secondo un processo ascendente. In particolare <strong>Schopenhauer</strong><br />

sostiene una rigida demarcazione fra l'inorganico e l'organico, negando nel modo più fermo la<br />

possibilità di ridurre la specificità dell’organico ad una combinazione di forze inorganiche. D’altra<br />

parte in tutte le idee si esprime un unico principio (la volontà) e ciò consente a <strong>Schopenhauer</strong> di far<br />

proprio il tema romantico dell'unità della natura 26 .<br />

L'essenza del mondo, la volontà, si manifesta senza alcun finalismo, non cerca altro che la massima<br />

affermazione di se stessa. Per questo <strong>Schopenhauer</strong> considera pleonastico specificare ulteriormente<br />

la volontà come volontà di vita. Quali siano le conseguenze di questo cieco tendere risulta evidente<br />

a chiunque consideri spassionatamente la natura. Se nel mondo delle idee sussiste almeno una<br />

compatibilità fra le varie oggettivazioni della volontà, altrettanto non avviene nel mondo<br />

fenomenico: gli individui entrano in conflitto tra di loro in una lotta per l'esistenza che si conclude<br />

inevitabilmente con la sconfitta dell'individuo, ovvero con la sua morte. All’eternità dell’idea nel<br />

mondo fenomenico fa riscontro il perdurare della specie in cui l’idea si manifesta, ma ciò avviene<br />

attraverso la dolorosa e convulsa lotta che caratterizza la vita dei singoli individui della specie 27 . Se<br />

l’immutabilità delle idee e delle specie che ad esse corrispondono segna una lontananza radicale di<br />

<strong>Schopenhauer</strong> dall’evoluzionismo, il modo in cui viene descritta la vita degli individui presenta<br />

analogie con la lotta per l’esistenza descritta da Darwin, come sarà notato più volte in seguito.<br />

Tuttavia <strong>Schopenhauer</strong> conobbe l’opera di Darwin soltanto attraverso una recensione dell’Origine<br />

delle specie lettapochi mesi prima di morire.<br />

3. La liberazione dalla volontà<br />

La condizione dell'uomo non è diversa da quella degli altri esseri viventi, anzi in esso, in quanto<br />

manifestazione più elevata della volontà, i caratteri della natura si ripresentano con evidenza ancora<br />

maggiore. Così nell'antropologia il pessimismo di <strong>Schopenhauer</strong> si arricchisce di nuovi elementi.<br />

L’uomo è dotato di una facoltà conoscitiva più sviluppata, giacché oltre all'intelletto, che ha in<br />

comune con gli animali, possiede anche la ragione. Il suo agire non è determinato dagli stimoli<br />

immediati, ma è guidato anche dai concetti, dalla rappresentazione di eventi passati o futuri. Ma<br />

proprio questa possibilità di guardare al di là dell’immediato è spesso causa di ulteriori patimenti 28 .

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