Vademecum 2012.pdf - GenerazionePiu

sere relativamente felici negli anni dell'adolescenza e
della giovinezza, ma questa sensazione declina progressivamente
fino alla mezza età, probabilmente in
connessione con le responsabilità che vengono dal
mettere su famiglia e dalla carriera", afferma lo studioso.
"Ma poi, a partire all'incirca dai 45-50 anni, la gente
tende a essere più ottimista e contenta, raggiungendo
un massimo di serenità e pienezza nella tarda settantina
o alla soglia degli ottant'anni".
Resta da chiedersi perché mai la società nel suo complesso
tardi a sfruttare pienamente (qualche tentativo
per la verità è in atto per merito soprattutto delle associazioni
di anziani) l’esperienza e l’entusiasmo di
questa fetta numericamente sempre più importante
della popolazione?
Il “gioco dei ricordi” nel suo piccolo cerca di far pas-
sare questo messaggio. L’invecchiamento attivo non è
uno slogan, ma una realtà ben radicata nel nostro tes-
suto sociale. C’è ottimismo, desiderio di fare, disponibi-
lità all’ascolto, ma anche alla parola e all’intervento
concreto. Si attende solo un segnale.
Qualcuno potrebbe farmi notare che esiste anche
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