LA VOCE CHIARA E PENETRANTE - Verobuddismo.Ru
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Scritti di Nichiren Daishonin<br />
volume 6<br />
<strong>LA</strong> <strong>VOCE</strong> <strong>CHIARA</strong> E <strong>PENETRANTE</strong><br />
Il governante conosciuto come Duca Huan di Ch'i 1 amava indossare vesti<br />
purpuree [e di conseguenza tutti nel suo territorio facevano lo stesso]. Al re Chuang di<br />
Ch'u 2 non piacevano le donne dai fianchi robusti e quindi tutte le cortigiane del paese<br />
si sforzavano di snellire i loro fianchi, e in questo tentativo molte di loro morirono di<br />
fame. Così, ciò che piaceva a una sola persona, veniva seguita da tutti anche quando<br />
non corrispondeva al gusto personale. Ciò è paragonabile al forte vento che piega<br />
l'erba e gli alberi e al grande oceano che chiama a sé tutti i fiumi e i torrenti. Se l'erba e<br />
gli alberi non si piegassero di fronte al vento, non verrebbero spezzati e abbattuti? E se<br />
i piccoli corsi d'acqua non finissero nel grande oceano, quale altro sbocco potrebbero<br />
trovare?<br />
= = =<br />
1. Duca Huan (685-643 a.C.): quindicesimo governante di Ch'i durante il periodo Annali di<br />
Primavera e d'Autunno. Riformò il sistema militare e si sforzò di aumentare la ricchezza e la forza del<br />
proprio stato. Quando nel 651 a.C. i signori feudali si unirono in lega, ne assunse il comando. Tuttavia,<br />
negli ultimi anni iniziò a trascurare gli affari di stato, cosa che portò al declino di Ch'i. La storia delle sue<br />
vesti purpuree si trova nello Han fei tzu.<br />
2. Chuang (613-591 a.C.): ventiduesimo governante di Ch'u nel periodo Annali di Primavera e<br />
d'Autunno. Secondo varie fonti, il governante che amava i fianchi snelli sarebbe stato King Ling (reg.<br />
541-529 a.C.).<br />
107<br />
Diventa sovrano di un paese con il consenso del cielo, della terra e di tutte le<br />
divinità, chi nella passata esistenza ha osservato i grandi precetti 3 più di chiunque<br />
altro. I meriti acquisiti con l'osservanza dei precetti determinano quale stato egli<br />
governi. Non ci sono due o tre sovrani [ma uno solo], e i re del cielo, della terra, del<br />
mare e delle montagne lo circondano per proteggerlo. Come potrebbe dunque la<br />
popolazione del paese volgere le spalle al suo sovrano?<br />
Anche se il sovrano commette azioni malvagie, per la prima, la seconda o la<br />
terza volta le divinità si asterranno dal punirlo. Però, se commette azioni che<br />
offendono gli dèi celesti e le altre divinità, allora essi dapprima lo ammoniscono<br />
provocando fenomeni straordinari in cielo e calamità sulla terra, poi, se eccede nei<br />
suoi crimini, gli dèi celesti e le altre divinità benevole abbandonano la sua nazione e se<br />
ne vanno. Inoltre, nel momento in cui i meriti acquistati seguendo i precetti si<br />
esauriscono del tutto, alla nazione non resterà che soccombere, oppure, se i crimini si<br />
saranno accumulati in gran numero, le sue terre potranno essere invase da una<br />
nazione confinante. Nel bene e nel male la popolazione condividerà sempre il destino<br />
del proprio sovrano.
È questo il modo in cui va il mondo e lo stesso avviene nel Buddismo. Il Budda<br />
molto tempo fa affidò ai governanti [la protezione dei] suoi insegnamenti. Pertanto,<br />
anche uomini saggi e virtuosi, se non obbediscono a chi governa, non potranno<br />
propagare il Buddismo. E anche se in seguito il Buddismo fosse propagato, all'inizio<br />
incontrerebbe inevitabilmente grandi ostacoli.<br />
Il re Kanishka visse circa quattrocento anni dopo la scomparsa del Budda e<br />
governò in accordo con i suoi insegnamenti<br />
= = =<br />
3. I grandi precetti: i dieci precetti per i credenti laici. Consistono nel<br />
la proibizione delle dieci azioni malvagie: omicidio, furto, adulterio, menzogna, adulazione, calunnia,<br />
doppiezza, avidità, collera e stupidità.<br />
108<br />
il regno di Gandhara. Egli radunò attorno a sé cinquecento Arhat e fece compilare i<br />
duecento fascicoli del Daibibasha ron 4 . Ma nel suo regno tutti seguivano gli<br />
insegnamenti hinayana ed era perciò molto difficile diffondere il mahayana. Il re<br />
Pushyamitra 5 eliminò nelle cinque regioni dell'India 6 gli insegnamenti del Budda e fece<br />
tagliare le teste dei monaci buddisti senza che nessuno, per quanto saggio potesse<br />
essere, fosse in grado di opporglisi.<br />
L'imperatore T'ai-tsung 7 fu un ottimo governante. Prese come maestro l'erudito<br />
Hsuan-tsang e abbracciò gli insegnamenti della scuola Hosso, senza che nessuno dei<br />
suoi sudditi avesse il coraggio di fare diversamente. La scuola Hosso, pur facendo parte<br />
del mahayana, insegna la dottrina delle cinque nature distinte 8 , che costituisce una<br />
grave calamità nell'ambito del Buddismo. È una dottrina errata, peggiore di qualsiasi<br />
= = =<br />
4. Il Daibibasha ron, l’Abidatsuna Daibibasha ron (Grande commento sull'Abhidharma).<br />
Commento delle dottrine hinayana compilato nel Kashmir nella prima metà del II secolo. Si tramanda che<br />
la sua stesura fu curata da cinquecento monaci sotto la direzione di Parshva e Vasumitra al tempo del<br />
quarto Concilio buddista.<br />
5. Pushyamitra: discendente di Ashoka, governò sull'India settentrionale dalla capitale<br />
Pataliputra nel II secolo a.C. Violento oppositore del Buddismo, uccise molti monaci e distrusse il<br />
monastero di Kukkutarama, grande centro buddista fondato da Ashoka.<br />
6. Cinque regioni dell'India: Est, Ovest, Sud, Nord e Centro. Indica l'intera India.<br />
7. T'ai-tsung: secondo imperatore della dinastia T'ang.<br />
8. Le cinque nature distinte: dottrina Hosso che divide gli esseri umani in cinque gruppi secondo le<br />
loro innate e immutabili attitudini religiose. I cinque gruppi sono: 1) predestinati allo stato di Shomon, 2)<br />
predestinati allo stato di Engaku, 3) predestinati allo stato di Bodhisattva. 4) esseri dalle caratteristiche<br />
indeterminate, che possiedono più di una tra le nature sopra descritte e di cui non si può sapere quale<br />
svilupperanno, e infine, 5) quelli privi della natura illuminata. Solo i predestinati a divenire Bodhisattva e<br />
alcuni del quarto gruppo possono raggiungere la Buddità. Basata sui Sutra Ryoga e Gejimmitsu, questa<br />
dottrina fu oggetto di un'annosa disputa con la setta Tendai che asseriva che tutti gli esseri viventi<br />
possono raggiungere la Buddità.<br />
109
eresia delle religioni non buddiste, e non avrebbe mai dovuto riscuotere approvazione<br />
in nessun paese, India, Cina o Giappone. Alla fine fu confutata in Giappone dal Gran<br />
Maestro Dengyo. Eppure, nonostante la scuola Hosso fosse in grave errore, poiché<br />
l'imperatore T'ai-tsung credeva in essa, nessuno la contestò.<br />
La setta Shingon si basa sui Sutra Dainichi, Kongocho e Shoshitsuji, conosciuti<br />
come i tre sutra di Dainichi, che gli eruditi Shan-wu-wei e Chin-kang-chih<br />
introdussero in Cina dall'India durante il regno dell'imperatore Hsüan-tsung 9 . Poiché<br />
questi sutra erano venerati dall'imperatore Hsüan-tsung che li riteneva superiori agli<br />
insegnamenti delle scuole Kegon e Tendai e superiori anche agli insegnamenti Hosso e<br />
Sanron, tutti in Cina credettero che il Sutra Dainichi fosse superiore al Sutra del Loto.<br />
Anche in Giappone si è creduto fino ai nostri giorni che la setta Tendai fosse inferiore<br />
alla Shingon. Gli eminenti preti del To-ji 10 e della setta Tendai che seguono gli<br />
insegnamenti Shingon sono colpevoli di arroganza, una smisurata arroganza!<br />
Se confrontiamo il Sutra del Loto e il Sutra Dainichi e li esaminiamo senza pregiudizi,<br />
vediamo che il Sutra Dainichi è come una lucciola mentre il Sutra del Loto è come la<br />
luna piena, che gli insegnamenti Shingon sono come piccole stelle mentre quelli della<br />
scuola Tendai splendono come il sole. Chi nutre pregiudizi in materia dirà: «Tu non<br />
hai compreso appieno i profondi principi della setta Shingon e per questo continui<br />
incessantemente a denigrarla». Sono trascorsi più di sei<br />
= = =<br />
9. Hsuan-tsung (685-762): sesto imperatore della dinastia Tang.<br />
10. To-ji: "Tempio Orientale", il Tempio principale del ramo To-ji della setta Shingon. Il To-ji si<br />
trova a Kyoto. "Gli eminenti preti della setta Tendai" indica la linea di successione di Jikaku e Chisho, terzo<br />
e quinto patriarca della setta Tendai, che adottarono gli insegnamenti esoterici. L'esoterismo Tendai<br />
afferma che il Sutra del Loto e il Dainichi si equivalgono nei principi, ma che la pratica del Dainichi è<br />
superiore.<br />
110<br />
cento anni da quando la setta Shingon fu introdotta in Cina e più di quattrocento da<br />
quando si diffuse in Giappone. Io mi sono informato sulle confutazioni fatte dai vari<br />
maestri durante questo lungo periodo. Il Gran Maestro Dengyo fu l'unico a cogliere la<br />
fondamentale natura delle sue dottrine. Tuttavia oggi essa continua a essere<br />
responsabile del più grave errore in tutto il Giappone perché considera inferiore ciò<br />
che è superiore e superiore ciò che è inferiore; questa è la ragione per cui quando si<br />
eseguono esorcismi Shingon contro i mongoli, al contrario si attirano gli invasori".<br />
La setta Kegon fu fondata dal Maestro del Dharma Fa- tsang 12 . Poiché<br />
l'imperatrice Tse-t'ien 13 aveva riposto fede in questa setta, nessuna altra setta poteva<br />
reggere il confronto con essa. Sembrerebbe quindi che i meriti di una setta siano<br />
determinati non dalla sua dottrina, ma dal potere e dall'autorità di chi governa.<br />
= = =<br />
11. Nel 1268 Khubilai Khan inviò in Giappone il primo di una serie di messaggeri intimando al<br />
Giappone di riconoscere l'egemonia mongola. Temendo un'invasione, il governo di Kamakura e la corte<br />
imperiale ordinarono ai preti della setta Shingon e di altre sette di pregare per scongiurare il pericolo.<br />
Tuttavia, come Nichiren Daishonin aveva ammonito, queste preghiere si dimostrarono inefficaci.
Nell'autunno del 1274 un massiccio corpo di spedizione mongolo raggiunse le acque del Giappone meridionale<br />
per punire i giapponesi. I mongoli occuparono alcune piccole isole e sbarcarono nel Kyushu, ma<br />
una tempesta improvvisa li costrinse a ritirarsi. Un analogo tentativo di invasione si verificò nel 1281.<br />
12. Fa-tsang (643-712): terzo patriarca della scuola Kegon (Chin Hua-Yen). Apprese le dottrine<br />
Kegon da Chih-Yen nella capitale Lo-yang. Nel 670 divenne prete per decreto imperiale. Scrisse molti<br />
commenti e formulò la classificazione dei cinque insegnamenti e delle dieci dottrine per dimostrare la<br />
superiorità del Sutra Kegon. Tu-shun (557-640) è generalmente considerato il fondatore della scuola<br />
Kegon, ma poiché Fa-tsang contribuì grandemente alla sistematizzazione della dottrina Kegon, Nichiren<br />
Daishonin si riferisce a lui come al fondatore.<br />
13. Tse-t'ien (623-705): moglie dell'imperatore Kao-tsung della Cina T’ang, nota anche come<br />
imperatrice Wu. Alla morte di Kao-tsung, fece salire al trono il figlio Jui-tsung e per suo tramite ella<br />
governò l'impero. Invitò a corte Fa-tsang e ascoltò le sue lezioni sul Sutra Kegon.<br />
111<br />
Anche maestri e studiosi che hanno compreso il profondo significato del<br />
Buddismo non possono avere la meglio sull'autorità del sovrano. Quelli che<br />
occasionalmente tentarono di farlo, subirono grandi persecuzioni. Il Venerabile<br />
Aryasimha 14 fu decapitato dal re Dammira, il Bodhisattva Aryadeva 15 fu assassinato da<br />
un brahmano, Chu Tao-sheng 16 fu costretto a ritirarsi su una montagna nel Su-chou e<br />
il saggio maestro Fa- tao 17 fu marchiato a fuoco sul volto ed esiliato nella regione a sud<br />
dello Yangtze.<br />
Io, Nichiren, non sono degno di essere chiamato un devoto del Sutra del Loto e<br />
nemmeno di essere incluso fra i membri del clero buddista. Per di più, come le altre<br />
persone di questa epoca ho invocato il nome del Budda Amida. Il<br />
= = =<br />
14. Aryasimha: l'ultimo dei ventiquattro successori di Shakyamuni. Visse nell'India centrale nel VI<br />
secolo a.C. Secondo il Fuhozo innen (Storia dei successori del Budda) propagò la Legge nel Kashmir, ma il<br />
re si oppose al Buddismo, distruggendo templi e uccidendo molli monaci. Si racconta che quando<br />
Aryasimha venne decapitato, dal suo collo al posto del sangue sgorgasse latte.<br />
15. Aryadeva: quindicesimo dei ventiquattro successori di Shakyamuni, chiamato anche Kanadeva.<br />
Visse nell'India meridionale nel III secolo. Secondo il Daiba bosatsu den (Biografia di Aryadeva), proveniva<br />
da una famiglia brahmana, divenne discepolo di Nagarjuna e scrisse diversi trattati sulla dottrina della Via<br />
di Mezzo. A Pataliputra confutò i maestri del Brahmanesimo. Fu ucciso da uno dei loro discepoli.<br />
16. Chu Tao-sheng (434- ): un discepolo di Kumarajiva che visse durante le dinastie Chin orientale<br />
e Liu Sung. Avendo sostenuto le dottrine dell'Illuminazione immediata e dell'Illuminazione degli<br />
icchantika, incontrò l'ostilità dei monaci anziani, fu espulso dalla comunità monastica e si ritirò sul monte<br />
Hu-ch'iu nel Su-chou. Fu riabilitato più tardi, quando Dharmakshema tradusse il Sutra Daihatsunehan<br />
che afferma esplicitamente che anche gli icchantika possono diventare Budda.<br />
17. Fa-tao (1086-1147): monaco cinese della dinastia Sung. Quando Hui-tsung, l'ottavo imperatore<br />
della dinastia Sung settentrionale, convinto taoista, tentò di sopprimere il Buddismo nel 1119, Fa-tao<br />
protestò. Irato, l'imperatore lo fece marchiare a fuoco sul volto ed esiliare a Tao-chou nel Chiang-nan. Fu<br />
perdonato nel 1125 dopo la salita al trono dell'imperatore Ch'in-tsung.<br />
112<br />
prete Shan-tao 18 , ritenuto una reincarnazione del Budda Amida, disse: «Dieci persone<br />
su dieci e cento su cento rinasceranno [nella Pura Terra invocando il nome di Amida]<br />
... Neanche uno su mille potrà essere salvato [dal Sutra del Loto o da altri sutra]» 19 . Il<br />
prete Honen, venerato come reincarnazione del Bodhisattva Seishi 20 , interpretò così le
sue parole: «Nell'Ultimo giorno, se si recita il Nembutsu mescolandolo con altre<br />
pratiche come la devozione al Sutra del Loto, non una persona su mille si salverà. Ma<br />
su dieci persone che recitano esclusivamente il Nembutsu, tutte e dieci rinasceranno<br />
nella Pura Terra» 21 ,<br />
Negli ultimi cinquanta anni o più, in Giappone tutti, saggi o ignoranti, hanno<br />
creduto in questa dottrina e nessuno l'ha mai messa in discussione. Solo io, Nichiren,<br />
mi distinguo da tutti gli altri perché dichiaro che il Budda Amida nel suo voto<br />
originale promise di salvare tutti «a eccezione di coloro che commettono i cinque<br />
peccati cardinali o che offendono la vera Legge» 22 . E affermo anche che, secondo il<br />
Sutra del Loto, «Chi rifiuta di prendere fede in questo Sutra, ma anzi lo<br />
= = =<br />
18. Shan-tao (613-681): terzo patriarca della scuola cinese della Pura Terra. Studiò il Sutra<br />
Kammuryoju sotto Tao-ch'o e diffuse la pratica di recitare il nome del Budda Amida. In Giappone Honen<br />
studiò il Kammuryojukyo sho (Commento sul Sutra Kammuryoju) di Shan-tao e fondò la setta giapponese<br />
della Pura Terra.<br />
19. Queste considerazioni sono espresse nell'Ojo raisan (Preghiera per la rinascita nella Pura<br />
Terra) di Shan-tao, in cui si sostiene che il Nembutsu, la pratica di invocare il nome del Budda Amida, è<br />
l'unica via di salvezza.<br />
20. Seishi: Bodhisattva che si diceva possedesse la saggezza e la compassione necessarie a salvare<br />
le persone. Secondo il Sutra Kammuryoju serviva il Budda Amida insieme al Bodhisattva Kannon.<br />
21. Questa interpretazione compare nel Senchaku shu di Honen.<br />
22. Riferimento al diciottesimo voto, considerato nella setta della Pura Terra come il principale dei<br />
quarantotto voti pronunciati dal Budda Amida quando era ancora impegnato nella pratica come<br />
Bodhisattva Hozo. I quarantotto voti sono elencati nel Sutra Muryoju.<br />
113<br />
disprezza, distrugge istantaneamente i semi per diventare un Budda in tutti i mondi ...<br />
e dopo la morte cadrà nell'inferno Avichi» 23 . Queste affermazioni dimostrano che<br />
Shan-tao e Honen sono persone che hanno offeso la vera Legge e perciò sono stati<br />
abbandonati da quel Budda Amida sul quale facevano assegnamento. E dato che essi<br />
stessi hanno ripudiato tutti gli altri Budda e tutti gli altri sutra, non possono rivolgersi<br />
loro per salvarsi. Come afferma il Sutra del Loto, senza dubbio sono nell'inferno di<br />
sofferenza incessante.<br />
Ma poiché in Giappone tutti sono discepoli di Shan-tao e di Honen,<br />
naturalmente io non posso evitare grandi persecuzioni. Questa è la ragione per cui<br />
sono odiato e per cui si ordiscono di continuo complotti allo scopo di danneggiarmi.<br />
Lasciando da parte le varie persecuzioni subite in precedenza, il dodicesimo<br />
giorno del nono mese dello scorso anno sono incorso nell'ira delle autorità e la notte<br />
dello stesso giorno dovevo essere decapitato 24 ma, per qualche motivo, sopravvissi e<br />
fui esiliato in questa provincia dove risiedo da allora. Sono stato abbandonato dal<br />
mondo, sono stato abbandonato dalla Legge del Budda e il Cielo non mostra alcuna<br />
pietà per me. Sono un uomo messo al bando dalle due strade [secolare e buddista].<br />
E malgrado ciò, tu hai avuto il pensiero di inviare un messo fin quaggiù e di<br />
mandare offerte per commemorare il terzo anniversario 25 della tua compianta madre,<br />
cosa della massima importanza per la tua vita. Negli ultimi due o tre giorni ho vissuto<br />
come in sogno. Mi sono sentito come l'amministratore
= = =<br />
23. Sutra del Loto, cap. 3.<br />
24. Riferimento alla persecuzione di Tatsunokuchi.<br />
25. Il terzo anniversario: il servizio funebre tenuto nel secondo anniversario della morte di una<br />
persona, secondo l'uso cinese e giapponese di contare anche l'anno della morte.<br />
114<br />
del tempio Hosso-ji 26 quando in esilio nell'isola di Iogashima, incontrò il giovane che<br />
lo aveva servito per anni. Il barbaro del nord Yang Kung 27 , mentre era condotto<br />
prigioniero in Cina verso il sud, vide le anatre selvatiche solcare il cielo e si commosse<br />
[pensando che provenissero dalla sua patria nel nord]. Tuttavia i suoi sentimenti in<br />
quella circostanza possono a malapena essere paragonati ai miei.<br />
Nel Sutra del Loto si afferma: «Se c'è qualcuno, uomo o donna che sia, che dopo<br />
la mia scomparsa insegni segretamente a una singola persona anche una sola frase del<br />
Sutra del Loto, sappiate che è l'inviato del Budda, mandato a realizzare il compito del<br />
Budda» 28 . Chi recita una sola parola o una sola frase del Sutra del Loto e ne parli a<br />
un'altra persona è l'inviato del Budda Shakyamuni.Io, Nichiren, benché sia una<br />
persona umile, ho ricevuto dal Budda Shakyamuni l'ordine di venire in questo paese:<br />
chiunque dica una sola parola offensiva contro di me commette un crimine che lo<br />
condanna all'inferno di sofferenza incessante; chi dirà una sola parola o una sola frase<br />
in mio favore acquisterà meriti più grandi che se avesse fatto offerte a innumerevoli<br />
Budda.<br />
Il Budda Shakyamuni è il Signore di tutti gli insegnamenti buddisti, la guida e il<br />
maestro di tutti gli esseri umani. I suoi<br />
= = =<br />
26. Amministratore del tempio Hossho-ji: Shunkan (morto nel 1179), direttore amministrativo del<br />
tempio Hossho-ji a Kyoto. Nel 1177 si incontrò a Shishigatani con altri sostenitori dell'ex-imperatore<br />
Goshirakawa per organizzare una rivolta contro Taira no Kiyomori che aveva il controllo militare della<br />
capitale. Il complotto venne scoperto e i cospiratori arrestati insieme a Fujiwara no Naritsune e Taira no<br />
Yasuyori, Shunkan venne esiliato nell'isola di Iogashima, a circa cinquanta chilometri a sud di Kyushu.<br />
L'anno seguente Naritsune e Yasuyori vennero perdonati mentre Shunkan rimase in esilio fino alla morte.<br />
Secondo il Racconto degli Heike, durante il terzo anno di esilio, un giovane chiamato Ario si recò nell'isola<br />
a trovare il suo antico padrone.<br />
27. Yang Kung: fonte sconosciuta.<br />
28. Sutra del Loto, cap. 10.<br />
115<br />
ottantamila insegnamenti 29 sono tutti auree parole e le dodici sezioni di sutra 30<br />
contengono solo parole veritiere. L'intero corpo dei sutra è il risultato del precetto di<br />
non mentire che egli osservò per innumerevoli milioni di kalpa. Non può esserci alcun<br />
dubbio.<br />
Questo è comunque il punto di vista generale. Analizzati in maniera più specifica, gli<br />
insegnamenti scaturiti dalla bocca dorata del Budda possono essere catalogati come
mahayana e hinayana, esoterici ed essoterici, provvisori e veri. Il Sutra del Loto<br />
afferma: «Scartando onestamente gli insegnamenti provvisori, [ora esporrò solo la Via<br />
suprema]» 31 . E inoltre: «L'Onorato dal mondo ha per lungo tempo esposto le sue<br />
dottrine e ora deve rivelare la verità» 32 . Chi potrebbe dubitare [che il Sutra del Loto<br />
rappresenta la verità ultima]? E a ciò si aggiunga la testimonianza del Budda Taho e di<br />
tutti gli altri Budda che estesero la loro lingua fino al Cielo di Brahma per dare<br />
un'ulteriore conferma 33 .<br />
Quindi questo Sutra si compone in realtà di tre testi, ogni singola frase<br />
rappresenta tre frasi e ogni parola tre parole: la virtù di ogni parola del Sutra del Loto è<br />
tale che le virtù di Shakyamuni, di Taho e di tutti i Budda delle dieci direzioni sono<br />
incluse in essa.<br />
= = =<br />
29. Gli ottantamila insegnamenti: tutti gli insegnamenti esposti dal Budda Shakyamuni durante la<br />
sua vita. La cifra non va intesa letteralmente ma sia a indicare un numero enorme.<br />
30. Le dodici sezioni di sutra: classificazione dei sutra a seconda dello stile e del contenuto.<br />
31. Sutra del Loto, cap.2.<br />
32. Ibid.<br />
33. Nel capitolo Hoto (undicesimo) del Sutra del Loto, il Budda Taho appare seduto nella Torre<br />
Preziosa e dichiara che tutto ciò che Shakyamuni ha detto è vero. Nel capitolo Jinriki (ventunesimo),<br />
Shakyamuni e tutti gli altri Budda sue emanazioni estendono le loro lunghe e larghe lingue fino a<br />
raggiungere il Cielo di Brahma. Anche questo conferma la veridicità del sutra.<br />
116<br />
Si può paragonare il Sutra del Loto alla gemma che esaudisce i desideri 34 .<br />
Possedere una di queste gemme è la stessa cosa che possederne cento: una sola può<br />
donare tesori incalcolabili tanto quanto possono farlo cento gemme. O lo si può<br />
paragonare a una pillola oppure a cento pillole preparate macinando cento erbe<br />
medicinali. La medicina avrà il potere di curare la malattia sia che si prepari una<br />
pillola, sia che se ne preparino cento. O, ancora, lo possiamo avvicinare al grande mare<br />
di cui ogni goccia racchiude in sé tutti i corsi d'acqua che vi si riversano e che contiene<br />
il sapore di tutti i corsi d'acqua.<br />
Myoho-renge-kyo è il titolo generale, mentre i ventotto capitoli hanno ognuno<br />
un titolo particolare. Allo stesso modo Gasshi 35 è il nome generale per l'India, mentre,<br />
più in particolare, l'India viene divisa in cinque regioni. E alla stessa maniera si parla di<br />
Giappone quando si vuole parlare in generale, mentre si elencano le sessantasei<br />
provincie 36 quando si desidera essere più specifici.<br />
Le gemme che esaudiscono i desideri sono le reliquie del Budda Shakyamuni. I<br />
re dei Naga le ricevettero, le portarono sulla testa e Taishaku le strinse nella mano<br />
provocando una<br />
= = =<br />
34. Gemma che esaudisce i desideri: un gioiello che si diceva possedesse il potere di realizzare<br />
qualunque desiderio. Simbolo della grandezza e della virtù del Budda e dei testi buddisti. Secondo il<br />
Daichido ron questa gemma si ottiene dalla testa del re dei Naga, sebbene un altro capitolo nello stesso<br />
testo lo definisca una trasmutazione delle reliquie del Budda.
35. Gasshi: paese della Luna (Chin Yueh-chih). Nome dato dai cinesi e dai giapponesi all'India.<br />
Verso la fine del III secolo a.C., la tribù Yueh-chih (tribù della Luna) dominava parte dell'India. Poiché il<br />
Buddismo fu introdotto in Cina dall'India attraverso il loro territorio, i cinesi consideravano tutta l'India il<br />
paese della Luna.<br />
36. Sessantasei province: l'intero territorio dell'antico Giappone. Questa divisione del Paese fu in<br />
uso dall'anno 813 fino alla restaurazione Meiji nell'ultima parte del XIX secolo.<br />
117<br />
pioggia di tesori 17 . Il corpo e le ossa del Budda sono gemme che esaudiscono i desideri<br />
perché la fragranza del grande precetto 38 osservato per innumerevoli kalpa impregnò il<br />
suo corpo e permeò le sue ossa facendone delle gemme capaci di salvare tutti gli esseri.<br />
Si dice che le zanne di un cane si dissolvano al contatto con le ossa di una tigre<br />
e che le spine del pesce si sciolgano al respiro di un cormorano 39 . Si dice anche che se<br />
si usano i tendini di un leone come corde di un koto, non appena le si tendono per<br />
accordarle, tutte le altre corde fatte con i tendini di altri animali si rompono da sole,<br />
senza essere tagliate. La predicazione della Legge da parte del Budda viene chiamata il<br />
ruggito del leone 40 e il Sutra del Loto è il più forte ruggito del leone.<br />
Un Budda ha trentadue caratteristiche 41 . Ognuna di queste caratteristiche è<br />
ornata di cento solenni benefici. La protuberanza carnosa sulla sommità del capo, il<br />
ciuffo di peli bianchi tra le sopracciglia e tutte le altre caratteristiche sono il frutto,<br />
mentre i meriti delle pratiche del Budda sono il fiore [che<br />
= = =<br />
37. Secondo il Daichido ron il dio Taishaku provocò una pioggia di tesori sul continente di<br />
Jambudvipa durante una battaglia con gli asura.<br />
38. Il grande precetto: qui indica la veridicità del Sutra del Loto, o Legge mistica.<br />
39. Fonte sconosciuta: la prima analogia indica la durezza delle ossa di tigre e l'ultima<br />
probabilmente significa che un pesce inghiottito da un cormorano viene digerito completamente, senza<br />
resti.<br />
40. Nei sutra e negli altri testi buddisti la predicazione del Budda viene spesso paragonata al<br />
ruggito del leone, il re degli animali. Nichiren Daishonin usa questa analogia per esprimere la supremazia<br />
del Sutra del Loto.<br />
41. Le trentadue caratteristiche: particolari attributi fisici posseduti, secondo la tradizione, dai<br />
Budda, dai bodhisattva, da Bonten e Taishaku e dai Re che girano la ruota, e che li distinguono dalla gente<br />
comune. Secondo il Daichido ron questi attributi vengono acquisiti uno a uno come frutto delle cause<br />
positive accumulate in tre asogi di kalpa e cento kalpa maggiori; ognuna è il risultato di cento pratiche<br />
meritevoli.<br />
118<br />
produce tanti benefici]. In tale maniera le trentadue caratteristiche appaiono nel corpo<br />
del Budda.<br />
Un attributo del Budda è l'invisibile sommità della sua testa. 42 Il corpo del<br />
Budda Shakyamuni era alto sedici piedi, ma un brahmano, noto come "Canna di<br />
bambù", non fu in grado di misurarlo: quando cercò di vedere la sommità della testa di<br />
Shakyamuni non ci riuscì. Il Bodhisattva Oji 43 non fu parimenti in grado di vederla, e<br />
neppure il dio Bonten. La ragione è che, nel passato, il Budda chinò la testa fino al
suolo per riverire i suoi genitori, il suo maestro e il suo sovrano, acquisendo come<br />
ricompensa questo attributo.<br />
Ma la principale fra le trentadue caratteristiche del Budda è la sua voce chiara e<br />
penetrante 44 . Re minori, grandi re e i Re che girano la ruota 45 posseggono tutti in<br />
qualche misura questo attributo. Perciò una singola parola di uno di questi re è in<br />
grado di distruggere il regno o di assicurarvi l'ordine. Gli editti<br />
= = =<br />
42. La sommità invisibile della sua testa: una delle ottanta caratteristiche spirituali del Budda. È<br />
generalmente identificata con una protuberanza carnosa, una delle trentadue caratteristiche fisiche del<br />
Budda, sulla sommità del capo. Il fatto che sia invisibile agli uomini e agli dèi simboleggia la saggezza<br />
illimitata e la vita Illuminata del Budda.<br />
43. Oji: bodhisattva che compare nel Daihoshaku e in altri sutra. Nel Maka shikan bugyoden<br />
guketsu, Miao-lo afferma che il Bodhisattva Oji non riuscì a misurare l'altezza del Budda, ciò che indica la<br />
grandezza del corpo e della saggezza del Budda. Questa parte del Guketsu è un commento del Maka<br />
shikan di T'ien-t'ai in cui si afferma che Bonten non fu in grado di vedere la sommità della testa del Budda.<br />
44. Voce chiara e penetrante: detta anche la voce che raggiunge il Cielo di Brahma. Secondo il<br />
Daichido ron, la voce di un Budda delizia coloro che la odono, tocca in profondità il cuore della gente e fa<br />
nascere un sentimento di riverenza.<br />
45. I Re che girano la ruota: governanti ideali nella mitologia indiana. Nel Buddismo sono i<br />
sovrani che governano il mondo con la giustizia piuttosto che con la forza. Possiedono le trentadue<br />
caratteristiche fisiche e governano i quattro continenti che circondano il monte Sumeru con la ruota<br />
ricevuta dal cielo al momento della loro incoronazione. Queste ruote possono essere d'oro, d'argento, di<br />
rame o di ferro.<br />
119<br />
promulgati dai governanti sono un esempio di voce chiara e penetrante. Diecimila<br />
parole dette da diecimila semplici sudditi non possono eguagliare una sola parola<br />
pronunciata dal re. Le opere note come le Tre cronache e i Cinque canoni 7<br />
rappresentano le parole di re minori.<br />
Ciò che mette ordine nel piccolo regno del Giappone, che permette al dio<br />
Bonten di comandare agli abitanti del triplice mondo e al Budda di avere autorità su<br />
Bonten, Taishaku e sulle altre divinità, altro non è che la sua voce chiara e penetrante.<br />
Le parole pronunciate dal Budda, diventando il corpo dei sutra, portano benefici a<br />
tutti gli esseri viventi. E, fra i sutra, il Sutra del Loto è una manifestazione scritta del<br />
volere del Budda Shakyamuni, è la sua voce trascritta in parole. Quindi la mente del<br />
Budda è contenuta negli ideogrammi.<br />
Per spiegare tutto ciò con un esempio, anche se i semi, i germogli, le piantine e<br />
i chicchi del riso hanno forma diversa, la loro essenza rimane la medesima. Il Budda<br />
Shakyamuni e le parole scritte del Sutra del Loto sono due cose differenti, ma il loro<br />
spirito è uno solo. Perciò, quando posi lo sguardo sulle parole del Sutra del Loto, devi<br />
pensare che stai contemplando il corpo vivente del Budda Shakyamuni.<br />
Il Budda Shakyamuni è già informato delle offerte che hai inviato fino qui, nella<br />
provincia di Sado. È stata veramente una dimostrazione di pietà filiale.<br />
Rispettosamente Nichiren<br />
Nono anno di Bun'ei (1272)
= = =<br />
46. Tre cronache, opere che raccontano le gesta dei tre leggendari governanti dell'antica Cina (Fu<br />
Usi, Shen Nung e Huang Ti), che avrebbero realizzato governi modello.<br />
47. Cinque canoni: opere attribuite ai cinque imperatori che regnarono dopo i tre governanti<br />
(Shao Mao, Chuan Hsu, Ti Kao, T'ang Yao e Yu Shun).<br />
Bonnonjo Gosho/ Shijo Kingo Dono Gohenji<br />
Gosho Zenshu, pag. 1118<br />
Scritto nel settembre del 1272, a 51 anni, da Sado<br />
Destinato a Shijo Kingo<br />
120<br />
CENNI STORICI - Nichiren Daishonin scrisse questa lettera a Shijo Kingo nel<br />
settembre del 1272 da Ichinosawa, nell'isola di Sado, in risposta alle offerte inviategli<br />
per il terzo anniversario della morte della madre.<br />
Shijo Kingo serviva la famiglia Ema, un ramo del clan reggente degli Hojo.<br />
Esperto sia nella medicina che nelle arti marziali, era di temperamento franco, leale e<br />
passionale. Si convertì al Buddismo del Daishonin nel 1256 circa, nello stesso periodo<br />
dei fratelli Ikegami e di Kudo Yoshitaka. Quando il Daishonin fu condotto a<br />
Tatsunokuchi per essere decapitato il 12 settembre 1271, Shijo Kingo lo accompagnò,<br />
deciso a morire al suo fianco. Poco dopo l'esilio a Sado, Kingo inviò un messaggero con<br />
varie offerte e il Daishonin gli inviò con lo stesso messo il trattato L'apertura degli<br />
occhi. Pochi mesi più tardi Kingo stesso si recò a Sado per incontrare il Daishonin e lo<br />
visitò di nuovo nel maggio del 1273.<br />
Nell'epoca feudale il governante godeva di un potere assoluto e ciò influenzava<br />
anche la propagazione del Buddismo. Citando esempi dalla storia, il Daishonin spiega<br />
che il fiorire di una setta non dipende dal merito delle sue dottrine, ma dal favore della<br />
persona al potere. Se il sovrano si oppone al Buddismo, sarà quasi impossibile<br />
propagarlo. Tutte le persecuzioni da lui subite erano dovute al fatto che egli osò<br />
criticare le dottrine seguite dai governanti e, di conseguenza, da tutta la popolazione.<br />
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