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Contenitori InSostenibili - WWF Ricerche e Progetti

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12<br />

CAPITOLO<br />

2 Il<br />

Vetro<br />

Interamente costituito da sostanze naturali, il vetro<br />

ha un’illimitata possibilità di riciclo, essendo uno<br />

dei pochi prodotti ad assoluta compatibilità ecologica.<br />

Ottenuto mediante fusione a temperatura elevata<br />

di varie materie prime, nello specifico sabbie silicee<br />

mescolate principalmente a carbonato di calcio<br />

e sodio, il vetro può essere modellato a caldo nelle<br />

forme più svariate.<br />

La miscela silicea, infatti, non solidifica a una temperatura<br />

predeterminata, di conseguenza, la realizzazione<br />

di un oggetto avviene in un intervallo di tempo<br />

lungo, detto di ‘lavorazione’, durante il quale la<br />

pasta vitrea registra un progressivo aumento di viscosità.<br />

Gli elementi che compongono l’impasto vetrificabile<br />

permettono di realizzare vetro incolore e<br />

trasparente. Inoltre, con l’aggiunta di minime quantità<br />

di sostanze coloranti, come per esempio ossidi<br />

di ferro e cromo per il verde, composti di zolfo per<br />

il giallo e cobalto per l’azzurro, si possono creare diversi<br />

tipi di tonalità di colore e sfumature.<br />

La miscela vetrosa è prevalentemente formata da<br />

sabbia silicea, carbonato di sodio o soda, marmo, dolomite,<br />

solfato sodico e una scoria d’alto forno detta<br />

“loppa” a cui si aggiunge il rottame di vetro.<br />

La materia prima vetrificante è la sabbia silicea<br />

(SiO2), o sabbia di cava, fondamentale nel dar luogo,<br />

per fusione, al liquido vetroso che nella composizione<br />

base del vetro è presente per il 70% circa.<br />

Il carbonato di calcio (CaCO3) ha un’azione ‘stabilizzante’,<br />

in quanto regola la condizione della superficie<br />

vetrosa rispetto al grado di umidità e di anidride<br />

carbonica presenti nell’atmosfera.<br />

Il carbonato di sodio (Na2CO3), o soda, insieme alla<br />

loppa, è utilizzato per diminuire la temperatura di fusione,<br />

agendo come elemento ‘fondente’.<br />

Inoltre, la percentuale di ossido di sodio presente<br />

nella miscela vetrificabile è determinante nel processo<br />

di lavorazione del vetro fuso. Più alta è la sua<br />

percentuale e più lento sarà il processo di solidificazione.<br />

Di conseguenza, un vetro con questa caratteristica,<br />

risulta adatto alla lenta lavorazione manuale,<br />

mentre nel caso contrario lo sarà ai fini di una<br />

veloce lavorazione industriale.<br />

Il solfato sodico si aggiunge alla miscela vetrificabile,<br />

in qualità di sostanza che facilita la fuoriuscita<br />

delle bolle gassose dal fuso, affinandone e migliorandone<br />

l’omogeneità.<br />

La produzione dei contenitori 26<br />

Le materie prime arrivano allo stabilimento sfuse,<br />

con mezzi di trasporto chiusi oppure imballati in sacchi,<br />

e sono normalmente stoccate in sili. Tramite nastri<br />

trasportatori o tubazioni per il trasporto pneumatico<br />

sono inviate alle tramogge di caricamento dei<br />

forni per la fusione. A queste sono aggiunte quantità<br />

variabili, tra il 20% e il 90% 27 , di rottame di vetro<br />

precedentemente frantumato. Il rottame, proveniente<br />

dai processi di riciclo, assume un’importanza fondamentale<br />

nel processo produttivo dei nuovi contenitori:<br />

impiegato come materia prima, facilita la fusione<br />

contribuendo a ridurre i consumi energetici e le<br />

emissioni gassose generate dai forni di produzione.<br />

La formazione e l’affinaggio della pasta vetrosa avviene<br />

nel forno fusorio. La fornace, costruita con materiale<br />

refrattario ed in grado di resistere per anni alle<br />

elevate temperature di lavorazione, nella maggior<br />

parte degli impianti è alimentata a gas metano. Il forno<br />

fusorio opera a una temperature di circa 1500° C<br />

ed è alimentato in continuo. Durante questa fase, nel-

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