Contenitori InSostenibili - WWF Ricerche e Progetti
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di agitatori che omogeneizzano il prodotto. Con l’ultima<br />
fase detta granulazione, il materiale contenuto<br />
nel silos alimenta un estrusore munito di piastra forata.<br />
Il polimero può essere tagliato a “freddo”, tramite<br />
taglierina trasversale o a “caldo” tramite un sistema<br />
a coltelli rotanti in un ambiente ad acqua nebulizzata.<br />
La natura chimica del PET lo rende inoltre<br />
idoneo al riciclo chimico, attraverso una serie di<br />
processi chimici che decompongono il polimero nei<br />
monomeri d’origine. I processi di decomposizione<br />
chimica mutano a seconda del metodo utilizzato. I<br />
processi termici attraverso i quali avviene il cracking<br />
delle catene polimeriche sono: pirolosi, idrogenazione,<br />
gassificazione, chemiolisi e glicolisi, metanolisi,<br />
ammonolisi.<br />
Con il processo di pirolisi di plastiche omogenee, si<br />
ottengono dei prodotti utilizzati come feedstock dall’industria<br />
delle raffinerie petrolchimiche per la produzione<br />
di miscele di idrocarburi o di poliolefine.<br />
Per il riciclo del PET, esistono ancora problemi di<br />
ottimizzazione tra i quali:<br />
elevati costi di raccolta e selezione delle bottiglie<br />
di PET a causa dei requisiti molto stretti richiesti<br />
da parte delle aziende di lavorazione;<br />
presenza sul mercato di resine alternative al PET<br />
riciclato e di costo inferiore;<br />
alterazioni nel colore e nella purezza causate da<br />
etichette ed adesivi;<br />
le frazioni di materiale che hanno subito gradazioni<br />
termiche e ossidative peggiorano le proprietà<br />
meccaniche ed estetiche del prodotto finale;<br />
la presenza di umidità degrada il processo di riciclo,<br />
ma questo può essere evitato con l’operazione<br />
di essiccamento.<br />
Inoltre, per ottenere dei prodotti di qualità, la selezione<br />
dovrebbe essere particolarmente spinta e le<br />
scaglie dovrebbero essere:<br />
separate per colori;<br />
NOTE<br />
71 Vedi Allegato 4, “Impatti sull’ambiente del Pet”.<br />
72 Università degli Studi di Padova, già citata, nota 48.<br />
73 Fonte dell’immagine: IFAP SpA, sito internet http://www.ifap.it<br />
74 Immagini tratte dal sito http://www.lurisia.it<br />
il più possibile libere dai contaminanti;<br />
avere un peso molecolare simile alle materie prime<br />
vergini.<br />
Il tipo di applicazione del PET dipende dalla sua viscosità<br />
intrinseca. Gran parte del del PET riciclato<br />
è utilizzato dalle industrie delle fibre in PET, che possono<br />
lavorare fiocchi, filamenti, non-tessuti (tappetini)<br />
e riempimento. Le fibre in fiocchi sono utilizzate<br />
nell’abbigliamento e richiedono un PET di alta<br />
qualità. Il non tessuto è adoperato come filtro, materiale<br />
assorbente, equipaggiamento da campeggio,<br />
ecc. Le fibre di riempimento, infine, rappresentano<br />
un’ottima applicazione del PET riciclato perché richiedono<br />
una bassa viscosità intrinseca.<br />
A causa delle difficoltà descritte, l’incenerimento riveste<br />
quindi un ruolo importante nel recupero dei rifiuti<br />
da imballaggio in plastica. COREPLA riconosce<br />
un corrispettivo ai gestori di inceneritori di rifiuti e<br />
ai preparatori di combustibile da rifiuti (CDR) con i<br />
quali stipula apposite convenzioni.<br />
Il potere calorifico del PET è di circa 46 MJ/kg, valore<br />
energeticamente interessante, tuttavia, trattandosi<br />
di un materiale che richiede una quantità di energia<br />
di gran lunga superiore per essere prodotto, circa<br />
83,66 MJ/kg di bottiglie, il riciclo consente un beneficio<br />
energetico decisamente superiore all’incenerimento<br />
(Allegato n.1).<br />
Da uno studio LCA a cura dell’Institut für Umweltforschung<br />
und Energie (IFEU) di Heidelberg, è<br />
emerso che il PET ricaricabile potrebbe consentire<br />
un risparmio, in termini di CO2eq, pari al 28% rispetto<br />
al sistema PET mono uso. Tuttavia il PET ricaricabile<br />
(multi way PET) che al momento non è presente<br />
sul mercato italiano, è comunque un materiale<br />
derivato dal petrolio per il quale esistono dei seri<br />
dubbi circa la sua capacità di essere utilizzato come<br />
contenitore alimentare senza incidere sulle qualità<br />
organolettiche degli alimenti in esso contenuti.