MOISE et PHARAON - Il giornale dei Grandi Eventi
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10 Moïse <strong>et</strong> Pharaon <strong>Il</strong><br />
Alungo la scena del passaggio<br />
del Mar Rosso da<br />
parte del popolo ebraico,<br />
guidato da un Mosè muscolare<br />
ed aitante quale Charlton<br />
Heston, è rimasta nell’immaginario<br />
coll<strong>et</strong>tivo come un esempio<br />
dell’efficienza hollywoodiana,<br />
della forza di una macchina<br />
capace di produrre eff<strong>et</strong>ti speciali<br />
che oggi possono far sorridere,<br />
ma che allora lasciarono il<br />
pubblico l<strong>et</strong>teralmente stupefatto<br />
(il film I dieci comandamenti risale<br />
all’ormai lontano 1956). Peccato<br />
che Rossini, alla prima del<br />
Mosè in Egitto (Teatro San Carlo<br />
di Napoli il 5 marzo 1818), non<br />
potesse contare su tali prodigi<br />
della tecnica e su un’organizzazione<br />
altr<strong>et</strong>tanto convincente.<br />
Dobbiamo alla fertile penna di<br />
Stendhal la cronaca di una serata<br />
che, proprio a causa delle insormontabili<br />
difficoltà tecniche<br />
nel rendere in maniera credibile<br />
il cruciale passaggio delle acque,<br />
guastò gli esiti di un’esecuzione<br />
altrimenti ottima: «Non ricordo<br />
più come, nel terzo atto, il po<strong>et</strong>a<br />
Tottola (il libr<strong>et</strong>tista, n.d.r.) aveva<br />
introdotto il passaggio del Mar<br />
Rosso senza pensare che questo<br />
passaggio non era così facile ad eseguirsi<br />
come la piaga delle tenebre.<br />
Per via della sua disposizione, la<br />
platea non può, in nessun teatro,<br />
scorgere il mare se non in lontananza;<br />
qui esso doveva necessariamente<br />
trovarsi in secondo piano, poiché gli<br />
ebrei devono passarlo. <strong>Il</strong> macchinista<br />
del San Carlo, volendo risolvere<br />
un problema insolubile, aveva fatto<br />
cose incredibilmente ridicole. […]<br />
Si rise molto; l’allegria era così<br />
spontanea che non si poté né indi-<br />
Giornale <strong>dei</strong> <strong>Grandi</strong> eventi<br />
<strong>Il</strong> racconto biblico a confronto con la scienza<br />
Le piaghe d’Egitto forse svelate da un antico papiro<br />
Testamento<br />
è l’unico<br />
L’Antico<br />
documento che<br />
riporti le cronache egizie<br />
sulle terribili piaghe che<br />
colpirono il paese del Nilo.<br />
Come è noto, il testo<br />
biblico non cita il nome<br />
del Faraone, né una precisa<br />
collocazione spaziotemporale<br />
di quegli<br />
eventi. Le sciagure descritte<br />
fanno parte di<br />
quei fenomeni in cui la<br />
natura appare, nella Torah,<br />
uno strumento al<br />
servizio del Creatore e,<br />
dunque, ne viene fortemente<br />
sottolineata l’origine<br />
trascendente. Studiare<br />
le piaghe d’Egitto,<br />
quindi, può essere utile<br />
dal punto di vista scientifico<br />
riguardo alle loro<br />
manifestazioni esteriori,<br />
ma questo approccio<br />
non può in alcun modo<br />
confutare quanto ripor-<br />
tato nella Bibbia, che si<br />
occupa invece della causa<br />
trascendente celata<br />
di<strong>et</strong>ro catastrofi che hanno<br />
cambiato<br />
la storia dell’umanità.<br />
Negli ultimi<br />
secoli si è<br />
diffuso un<br />
a p p r o c c i o<br />
razionalista<br />
alle sacre<br />
scritture attraverso<br />
il<br />
quale scienziati<br />
e storici<br />
tentano di<br />
individuare i processi<br />
chimico- biologici che<br />
d<strong>et</strong>erminarono tali “piaghe”,<br />
come pure la loro<br />
collocazione cronologica.<br />
Secondo una teoria<br />
molto discussa, queste<br />
catastrofi bibliche abbattutesi<br />
sull’Egitto sarebbero<br />
da m<strong>et</strong>tere in rela-<br />
<strong>Il</strong> papiro di Ipuwer<br />
Le difficoltà di un credibile “passaggio” ed il suo risultato esilarante<br />
Nelle acque del Mar Rosso naufragò<br />
la prima napol<strong>et</strong>ana del Mosè<br />
Teatro San Carlo di Napoli<br />
zione con la terribile<br />
esplosione del vulcano<br />
di Thera, che provoco’ la<br />
frantumazione e l’inabis-<br />
samento di una parte<br />
dell’isola greca. La dinamica<br />
dell’eruzione di<br />
Santorini, corrisponderebbe<br />
alle manifestazioni<br />
catastrofiche descritte,<br />
come la ricaduta di ceneri<br />
con conseguente acidificazione<br />
di terra e acque,<br />
le anomalie m<strong>et</strong>eo-<br />
rologiche dovute alle ceneri<br />
rimaste sospese<br />
nell’atmosfera e il pennacchio<br />
della fase finale<br />
dell’eruzione.<br />
Essa liberòtonnellate<br />
d’ossido<br />
di ferro che<br />
si riversarono<br />
nelle acque<br />
e giunsero<br />
sino in<br />
Egitto. Ciò<br />
spiegherebbe<br />
la moria<br />
<strong>dei</strong> pesci.<br />
Mentre il<br />
rosso dell’acqua, il presunto<br />
sangue, altro non<br />
sarebbe stato che l’ossidazione<br />
del ferro a contatto<br />
con l’aria, processo<br />
che produce macchie di<br />
ruggine rossa. A Leida,<br />
nei Paesi Bassi, è conservato<br />
un documento<br />
straordinario, chiamato<br />
il Papiro di Ipuwer, esso<br />
è un frammento di testo<br />
di uno scriba egizio, risalente<br />
circa al periodo del<br />
Regno Menfita e contemporaneo<br />
al periodo dell’eruzione.<br />
Descrive una<br />
serie di catastrofi naturali<br />
e sconvolgimenti sociali,<br />
tracciando un quadro<br />
generale desolante<br />
dell’intero Egitto, dove<br />
strani e tragici avvenimenti<br />
affliggono la popolazione:<br />
«le donne sono<br />
diventate sterili, quelli che<br />
erano Egiziani sono diventati<br />
stranieri e sono stati<br />
cacciati via... Oro, argento,<br />
malachite e cornalina ornano<br />
il collo delle schiave,<br />
l’uomo guarda il figlio come<br />
un nemico; I campi non<br />
danno più grano, il bestiame<br />
muore di malattia od è<br />
razziato, l’acqua del fiume<br />
è sangue».<br />
Liv. Mag.<br />
sporsi né fischiare; e tutti tornarono<br />
a parlare della magnifica introduzione».<br />
Testimonianza sin troppo<br />
generosa di particolari, forse<br />
condita da un certo grado di fantasia,<br />
comunque interessante<br />
nell’evidenziare la frattura fra le<br />
intenzioni del compositore e la<br />
realtà <strong>dei</strong> fatti. Memore di questa<br />
difficile esperienza, in occasione<br />
della prima esecuzione del<br />
rifacimento francese dell’opera,<br />
il Moïse <strong>et</strong> Pharaon andata in scena<br />
a Parigi il 26 marzo del 1827,<br />
Rossini stesso sovrintende all’allestimento<br />
con scrupolo m<strong>et</strong>icoloso,<br />
onde evitare le insidie di<br />
un momento scenico di fatale<br />
importanza. Se oggi il progresso<br />
tecnico rende tali pericoli molto<br />
più remoti, restano però tutte le<br />
difficoltà legate alle peculiarità<br />
di un lavoro pericolosamente in<br />
bilico fra l’opera e l’oratorio, del<br />
quale risulta particolarmente arduo<br />
offrire una resa teatrale convincente.<br />
r. C.