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Aprile 2010 - il bollettino salesiano - Don Bosco nel Mondo

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12<br />

C<br />

HIESA<br />

Lo stemma araldico<br />

di papa Wojtyła.<br />

Giovanni Paolo II afferma<br />

con decisione che “la<br />

Chiesa insegna che la<br />

proprietà dei beni non è<br />

un diritto assoluto, ma porta inscritti<br />

<strong>nel</strong>la sua natura di diritto<br />

umano i propri limiti”. E quindi<br />

“l’uso” dei beni “è subordinato alla<br />

loro originaria destinazione comune<br />

di beni creati”. “Ma se si domanda<br />

quale debba essere l’uso di<br />

tali beni, la Chiesa non esita a rispondere<br />

che a questo proposito<br />

l’uomo non deve possedere i beni<br />

esterni come propri, ma come co-<br />

Il Terzo <strong>Mondo</strong> soffre e chiede<br />

“un equo accesso” al mercato<br />

internazionale.<br />

APRILE <strong>2010</strong> BS<br />

LE ENCICLICHE<br />

SOCIALI (10b)<br />

CENTESIMUS ANNUS<br />

di S<strong>il</strong>vano Stracca<br />

“<br />

IL CAPITOLO<br />

CENTRALE<br />

DI TUTTA LA<br />

CENTESIMUS ANNUS<br />

È QUELLO CHE<br />

SVILUPPA I TEMI<br />

PERENNEMENTE<br />

RITORNATI DELLA<br />

PROPRIETÀ PRIVATA<br />

E DELLA DESTINAZIONE<br />

UNIVERSALE<br />

DEI BENI.<br />

“<br />

muni”. Di qui l’espressione più<br />

volte usata di “funzione sociale”.<br />

Al riguardo l’enciclica riprende i<br />

testi della Bibbia, in particolare del<br />

libro della Genesi, come parametro<br />

di valore e di chiarezza: “Dio ha<br />

dato la terra a tutto <strong>il</strong> genere umano,<br />

perché sostenti tutti i suoi<br />

membri, senza escludere né priv<strong>il</strong>egiare<br />

nessuno. È qui la radice<br />

dell’universale destinazione dei<br />

beni della terra”. Qui si scopre<br />

sempre più <strong>il</strong> valore sociale e di<br />

servizio del lavoro <strong>nel</strong>l’umanità.<br />

“Oggi più che mai – dichiara <strong>il</strong> Papa<br />

– lavorare è un lavorare con gli<br />

altri; è un lavorare per gli altri; è<br />

un fare qualcosa per qualcuno”.<br />

PROPRIETÀ DEL SAPERE<br />

Ma <strong>il</strong> Pontefice richiama l’attenzione<br />

su una nuova forma di proprietà,<br />

che “riveste un’importanza<br />

non inferiore a quella della terra: è<br />

Papa Giovanni XXIII.<br />

la proprietà della conoscenza, della<br />

tecnica e del sapere; su questo tipo<br />

di proprietà si fonda la ricchezza<br />

delle nazioni industrializzate molto<br />

più che su quella delle risorse naturali”.<br />

La “moderna economia d’impresa”<br />

ci mette di fronte a ciò che<br />

conta veramente oggi. “Se un tempo<br />

<strong>il</strong> fattore decisivo della produzione<br />

era la terra e più tardi <strong>il</strong> capitale<br />

inteso come massa di macchinari<br />

e di beni strumentali, oggi <strong>il</strong><br />

fattore decisivo è sempre più l’uomo<br />

stesso, e cioè la sua capacità di<br />

conoscenza che viene in luce mediante<br />

<strong>il</strong> sapere scientifico, la sua<br />

capacità di organizzazione solidale,<br />

la sua capacità di intuire e soddisfare<br />

<strong>il</strong> bisogno dell’altro”. L’enciclica<br />

richiama poi rischi e limiti:<br />

la maggioranza delle persone non<br />

ha strumenti per “entrare in modo<br />

effettivo ed umanamente degno all’interno<br />

di un sistema d’impresa”.<br />

Esistono così “molti membri, forse

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