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Aprile 2010 - il bollettino salesiano - Don Bosco nel Mondo

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44<br />

P RIMA PAGINA<br />

APRILE <strong>2010</strong> BS<br />

Francesco Motto - fmotto@sdb.org<br />

UNA SPIRITUALITÀ…<br />

PRODUTTRICE DI SANTI<br />

Fedele successore di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, don Rua si impegnò a trasmettere<br />

<strong>il</strong> patrimonio spirituale ereditato, con un’applicazione forse più rigorosa ed estesa,<br />

corrispondente alla sua naturale predisposizione e formazione.<br />

Se sul piano teologico/dogmatico in tempi di<br />

modernismo diffuso tra gli ecclesiastici, don<br />

Rua si tenne estraneo a innovative convinzioni<br />

scientifiche acquisite dall’esegesi e dal metodo critico/storico<br />

applicato alle origini cristiane, sul versante<br />

teologico/morale fu invece favorevole a un<br />

“benignismo” che non compromettesse l’i<strong>nel</strong>udib<strong>il</strong>e<br />

ascetica del cristiano e del religioso. Dove maggiormente<br />

si evidenziò la sua personalità spirituale<br />

fu l’ascesi che andava strettamente connessa con la<br />

nozione di vita spirituale da lui assunta: lo stato<br />

religioso obbligava a sforzarsi “di salire alle più<br />

alte cime della santità”. Tale ascesi, che in don<br />

Rua sembra uno strappo all’affab<strong>il</strong>ità e flessib<strong>il</strong>ità<br />

di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, viene “recuperata” al genuino spirito<br />

<strong>salesiano</strong> dalla necessità della “santa allegria”.<br />

Non per nulla riuscì a coniugare l’innata austerità<br />

con una paternità piena di delicatezze, tanto da<br />

essere definito, in vita, “un sovrano della bontà”,<br />

oltre che “<strong>il</strong> ritratto di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>”.<br />

>> Fondamento della spiritualità salesiana per don<br />

Rua sono la pazienza <strong>nel</strong>l’educare i giovani, la<br />

carità che copre una moltitudine di peccati, l’um<strong>il</strong>tà<br />

fino a mortificare le proprie inclinazioni<br />

<strong>nel</strong>l’obbedienza religiosa, lo zelo per le anime, la<br />

vita sacramentale, la povertà che, praticata <strong>nel</strong><br />

rigore dello stretto necessario e <strong>nel</strong> distacco affettivo,<br />

preserva dalla r<strong>il</strong>assatezza, porta a unirsi a Dio<br />

e fa fioccare benedizioni e molteplici offerte dei<br />

benefattori. In don Rua primeggia la devozione del<br />

Sacro Cuore, tanto da consacrargli, <strong>il</strong> 31 dicembre<br />

1900, tutta la società salesiana. In quell’occasione<br />

inviò una “istruzione”, che faceva emergere spunti<br />

di spiritualità esperienziale da realizzare <strong>nel</strong>le ben<br />

note pratiche dei Nove Uffizi, della Guardia d’Onore,<br />

dell’Ora Santa, dell’Apostolato della Preghiera,<br />

dei Nove Venerdì del mese. La congregazione è<br />

considerata come “una falange, un esercito che a<br />

Lui si offre” poiché dalla gratuità del Suo cuore è<br />

nata. <strong>Don</strong> Rua sottolinea <strong>il</strong> nesso inscindib<strong>il</strong>e tra<br />

Sacro Cuore e devozione a Maria Aus<strong>il</strong>iatrice. La<br />

Madonna è presentata come l’intermediatrice di<br />

una moltitudine di grazie. La risposta si realizza<br />

Giustiniani Paolo Figallo (particolare).<br />

<strong>nel</strong>la fedeltà a tridui, novene, celebrazioni con<br />

fasto liturgico e per l’Immacolata solennità di canti,<br />

processioni, rosari, giaculatorie, singolare attenzione<br />

a ogni 24 del mese, soprattutto a quello di maggio.<br />

Nel 1903 fece solennemente incoronare quadro<br />

e statua di Maria Aus<strong>il</strong>iatrice a Valdocco – cui<br />

<strong>nel</strong> 1909 si abbinò S. Maria Liberatrice a Roma,<br />

quando si inaugurò <strong>il</strong> suo nuovo tempio, per redimere<br />

una popolosa periferia preda di un socialismo<br />

con forti venature anticlericali.<br />

>> <strong>Don</strong> Rua continuamente ribadiva che l’opera<br />

salesiana era “opera di Dio”, e si doveva essere a<br />

Lui riconoscenti per essere stati scelti a strumenti per<br />

sostenerla. I trionfi dei salesiani erano trionfi di Dio;<br />

<strong>il</strong> lavoro dei salesiani era <strong>il</strong> lavoro di Dio. <strong>Don</strong> Rua<br />

non ha scritto opere spirituali di livello scientifico,<br />

neppure ha inteso accreditarsi come divulgatore della<br />

teologia spirituale. Ma le minuziose e precise<br />

regole di comportamento ascetico da lui date, i suoi<br />

consigli scheletrici tanto da sembrare burocratici,<br />

erano in realtà frammenti essenziali di norme pedagogiche,<br />

che sulla traccia delle intuizioni del Sistema<br />

preventivo hanno prodotto dei santi, sia fra gli<br />

educatoci – don Augusto Czartoryski (1858-1893), e<br />

madre Maddalena Morano (1847-1908) – sia fra gli<br />

educandi – Ceferino Namuncurá (1886-1905) e Laura<br />

Vicuña (1891-1904). <br />

Le stagioni di un prete*

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