Aprile 2010 - il bollettino salesiano - Don Bosco nel Mondo
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Prof<strong>il</strong>o del sacerdote <strong>salesiano</strong> don Em<strong>il</strong>io Pollice (1905-2008)<br />
una vita intensa e lunghissima, tanto che ha superato <strong>il</strong> secolo.<br />
L’AMORE PER GLI ALTRI<br />
NON HA ETÀ<br />
di Giorgia Frisina<br />
<strong>Don</strong> Pollice a 100 anni. Raggiante, ringrazia tutti<br />
per la festa che gli hanno fatto.<br />
Nato all’alba del 18 giugno del 1905 a Montagano,<br />
un paesino a oltre 800 metri tra i boschi dell’Appenino<br />
Sannita, presso Campobasso, si è spento<br />
con i rintocchi di “È l’ora che pia... Ave Maria”, del 14<br />
ottobre 2008, a Salerno, dopo aver raggiunto e superato<br />
i 103 anni. “Un antenato ancora vivo!…”, ha detto di<br />
lui, scherzando, un confratello che dopo una pausa ha<br />
aggiunto: “… da venerare! ”. <strong>Don</strong> Em<strong>il</strong>io era sempre<br />
fiero e felice di poter raccontare, da testimone o da<br />
protagonista, avvenimenti esaltanti e sofferenze profonde<br />
sia della sua vicenda personale, sia della storia della<br />
sua congregazione, sia di quella della sua patria. La<br />
vita è un dono che deve diventare messaggio. <strong>Don</strong><br />
Em<strong>il</strong>io l’ha vissuta proprio così. E la vita donata, specie<br />
attraverso l’apostolato, ti viene ricambiata con una<br />
gioia superiore a quella che gode colui che la riceve.<br />
Nel 1924 Em<strong>il</strong>io è ammesso al noviziato di Genzano e<br />
dopo un anno divenne <strong>salesiano</strong>, ben conscio di ciò<br />
che l’attendeva in futuro: rinunce, sacrifici e ragazzi,<br />
ragazzi, ragazzi… da formare ed educare. Scrive: “La<br />
notte precedente non dormii”. Lì, <strong>il</strong> 18 maggio del 1930<br />
emise i voti perpetui e fu <strong>salesiano</strong> per sempre. Fu in<br />
questo periodo che i fratelli, Raffaele e Roberto, vennero<br />
anch’essi a Genzano, decisi a stare con <strong>Don</strong><br />
APRILE <strong>2010</strong> BS<br />
ON LINE<br />
<strong>Bosco</strong> come salesiani coadiutori e poi partire missionari.<br />
In quel periodo <strong>il</strong> direttore don Eugenio Ceria e <strong>il</strong><br />
maestro don Angelo Fidenzio li distinguevano chiamandoli<br />
Pollice, Pollicino e Pollicetto – erano i tempi in<br />
cui nei collegi salesiani era di regola chiamarsi solo<br />
per cognome, mai per nome.<br />
BARBIERE E BANDISTA<br />
Nel novembre del 1926, “per salute malferma e persistenti<br />
emicranie”, passò un periodo in famiglia. Decise<br />
allora, per tesaurizzare <strong>il</strong> tempo, di prestare subito <strong>il</strong> servizio<br />
m<strong>il</strong>itare, senza aspettare <strong>il</strong> ventiseiesimo anno,<br />
secondo la legge di allora riguardante i religiosi. Fu<br />
accettato e assegnato alla Direzione Sanità di Bari. Trascorreva<br />
tutto <strong>il</strong> tempo libero presso l’Opera salesiana<br />
presente in città, con grande impegno e fedeltà religiosa.<br />
Nell’ottobre del 1930 s’iscrisse all’università Gregoriana<br />
a Roma e ottenne la licenza con un “Bene probatus”.<br />
Aggiunse così, alla sua determinata volontà, che<br />
già lo sorreggeva <strong>nel</strong> dinamismo apostolico, anche una<br />
notevole cultura. Il 30 luglio 1933, <strong>nel</strong>la chiesa romana<br />
di Sant’Ignazio veniva ordinato sacerdote assieme ad<br />
altri cinque diaconi dal cardinale Marchetti Selvaggini.<br />
Tutti e sei si recarono a piedi <strong>nel</strong>la celebre chiesa senza<br />
alcuna ostentazione. <strong>Don</strong> Em<strong>il</strong>io celebrò la prima messa<br />
<strong>nel</strong>la bas<strong>il</strong>ica del Sacro Cuore di via Marsala, dove <strong>Don</strong><br />
<strong>Bosco</strong> celebrò una messa di ringraziamento e pianse di<br />
commozione. L’immaginetta ricordo recava scritto:<br />
“Signore, che XIX secoli or sono dall’alto della Croce<br />
dicesti HO SETE concedi a me che hai chiamato a cooperare<br />
alla divina opera della redenzione SETE DI ANI-<br />
ME E ARDORE DI APOSTOLATO”.<br />
GLI ANNI DELLA GUERRA<br />
Iniziò a Civitavecchia <strong>il</strong> suo apostolato sacerdotale. Si<br />
era in pieno tempo di guerra. Qui don Em<strong>il</strong>io sfoderò le<br />
sue eccezionali qualità umane e sacerdotali. Doveva<br />
animare le numerose e continue attività parrocchiali, con<br />
tante associazioni: l’Azione Cattolica, la San Vincenzo,<br />
le Dame patronesse; ma anche la San F<strong>il</strong>ippo Neri per i<br />
m<strong>il</strong>itari, l’oratorio; inoltre gestire <strong>il</strong> cine-teatro con spettacoli<br />
teatrali e operette, per le quali poteva profondere<br />
tutta la sua passione per la musica, ereditata dal padre.<br />
La comunità, in quel momento, aveva bisogno di un<br />
punto di riferimento e di una guida tenace e sicura. Egli<br />
riuscì a infondere negli animi dei confratelli la necessaria<br />
tranqu<strong>il</strong>lità e sicurezza e trasmettere loro la convin-