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2009 - Cc-Ti

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News della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Gen./Feb. <strong>2009</strong><br />

Paura giustificata?<br />

cino Business<br />

Lo Stato e la crisi<br />

usiness<br />

Le risposte dell´economia<br />

ticinese, le ricette della<br />

Svizzera e dell´Unione<br />

Europea alla crisi finanziaria<br />

Copertina creata by Whynott Design


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Sommario<br />

22 14<br />

32 40<br />

<strong>Ti</strong>cino Business<br />

ino Business<br />

News della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Gen./Feb. <strong>2009</strong><br />

Copertina creata by Whynott Design<br />

Gennaio / Febbraio <strong>2009</strong><br />

Strong opinion 4 In risposta a Ronny Bianchi<br />

Editoriale 6 Accordi bilaterali e crisi economica<br />

Contromano 8 Contro la recessione, bisogna usare la leva fiscale<br />

Il Tema 9 Lo Stato e la crisi<br />

11 Le risposte dell’economia ticinese alla crisi finanziaria<br />

12 Le ricette della Svizzera e dell’Unione Europea<br />

Ospite 14 Amnistia fiscale e incentivi alle assunzioni e agli investimenti.<br />

Ecco come uscire dalla crisi<br />

16 La crisi finanziaria è sotto controllo<br />

Biblioteca liberale 17 Non sarà la politica a salvare il mondo<br />

Agenda 18 Agenda <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Attualità 19 Gli svizzeri vogliono risparmi e si oppongono all’indebitamento<br />

Attualità 20 Globalizzazione: una crescita senza precedenti<br />

Attualità 21 Nell’aria c’è voglia di fiducia<br />

Attualità 22 Flash sugli Accordi bilaterali<br />

Attualità 24 Formare in rete interessa: le proposte di ARAF <strong>Ti</strong>cino<br />

Attualità 26 Il <strong>Ti</strong>cino al primo posto nella classifica Diners Club<br />

Attualità 27 Avvicendamenti nel comitato della cassa assegni familiari <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Eventi 28 Come fare business in Medio Oriente?<br />

Eventi 29 ticinotransfer organizza provocAZIONE 2<br />

Formazione 30 Proposte formative <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Formazione 32 Sette nuovi specialisti nel commercio al dettaglio<br />

Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> 33 Cerca lavoro<br />

Osec 34 Commercio estero<br />

Fiere internazionali 38 I prossimi appuntamenti<br />

Vita dei Soci 39 Jansonius Art Gallery di Roberto Cavalli<br />

Vita dei Soci 40 SRI Group<br />

Vita dei Soci 42 Boss Editore SA<br />

Vita dei Soci 44 ESA <strong>Ti</strong>cino ed Engadina<br />

Vita dei Soci 46 Trust Sympany<br />

Vita dei Soci 48 QUALICON Consulenze SA<br />

Vita dei Soci 50 Migros <strong>Ti</strong>cino<br />

Paura giustificata?<br />

<strong>Ti</strong>cino Business<br />

o Business<br />

Lo Stato e la crisi<br />

Le risposte dell´economia<br />

ticinese, le ricette della<br />

Svizzera e dell´Unione<br />

Europea alla crisi finanziaria<br />

Gen./Feb. <strong>2009</strong><br />

I m p r e s s u m<br />

Editore:<br />

Camera di commercio, dell’industria,<br />

dell’artigianato e dei servizi<br />

del Cantone <strong>Ti</strong>cino, Lugano<br />

Redattrice responsabile:<br />

Lisa Pantini<br />

Comitato redazionale:<br />

Franco Ambrosetti, Luca Albertoni,<br />

Rinaldo Gobbi, Lisa Pantini, Arianna<br />

Crivelli, Simona Morosini Marconi e<br />

Marco Passalia<br />

Redazione:<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 11<br />

Fax +41 91 911 51 12<br />

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Pubblicità:<br />

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16<br />

39<br />

Stampa:<br />

TBS, La Buona Stampa sa<br />

via Fola 11, Pregassona (Lugano)<br />

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Strong Opinion<br />

di Franco Ambrosetti, Presidente della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

4 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

In rIsposta a ronny BIanchI<br />

Pubblichiamo questa lettera che il Presidente Ambrosetti<br />

indirizza a Ronny Bianchi, in merito ad un suo intervento<br />

apparso su “La Regione <strong>Ti</strong>cino” del 19 dicembre 2008<br />

Egregio Signor Bianchi,<br />

ho letto con molto interesse il suo articolo “A<br />

volte ritorniamo con squilli di tromba” al quale<br />

rispondo volentieri perché mi dà l’opportunità<br />

di chiarire, spero una volta per tutte, la posizione<br />

della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> e quella mia di economista,<br />

in materia di politica economica. Desidero<br />

anzitutto fugare i dubbi sulla nostra presunta<br />

conversione alle teorie keynesiane: non c’è nessuna<br />

conversione né virata di 180° perché non<br />

abbracciamo fede alcuna. La <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> è un’istituzione<br />

che s’ispira al liberalismo economico, non<br />

al liberismo indipendentemente dal significato<br />

che si vuole attribuire a questo termine di origine<br />

crociana. Abbiamo sostenuto molte volte<br />

che un liberalismo senza socialità è un non senso.<br />

Tra libertà e uguaglianza privilegiamo, è vero,<br />

la prima, ma non trascuriamo quest’ultima.<br />

A noi tocca il compito di difendere in primo<br />

luogo la creazione di ricchezza, senza la quale<br />

sarebbe impossibile assicurare la socialità.<br />

Questo a volte ci mette in contrasto con chi<br />

privilegia la redistribuzione della ricchezza,<br />

ma tutto ciò si inserisce in un sano gioco delle<br />

parti di un sistema democratico. Aggiungo che<br />

la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> da sempre ha una posizione inequivocabile<br />

sull’etica capitalistica, sostiene il libero<br />

mercato e la concorrenza purché sia garantita<br />

da un’efficace antitrust e authorities nei settori<br />

più sensibili. Si è battuta con fermezza contro<br />

monopoli e i loro privilegi e innumerevoli volte<br />

abbiamo sostenuto pubblicamente che il profitto<br />

non è un fine ma un mezzo, essendo il fine<br />

garantire il futuro dell’azienda.<br />

Questi pochi accenni alla nostra politica economica<br />

stanno a confermare che la nostra associazione<br />

non è ideologizzata. Non giudichiamo<br />

le idee in funzione della loro provenienza, bensì<br />

in base al loro valore intrinseco. Un concetto<br />

non è per noi di sinistra o di destra, è buono<br />

o no. In <strong>Ti</strong>cino ciò è inusuale per non dire<br />

dannoso, ma noi non siamo schierati, non apparteniamo<br />

a nessuna delle troppe fazioni che<br />

costellano il mondo politico e i suoi intrallazzi.<br />

Non siamo un’associazione di categoria, ma<br />

l’associazione mantello dell’economia ticinese,<br />

come tale affrontiamo le problematiche economiche<br />

in modo pragmatico e disinteressato.<br />

Siamo indipendenti, autonomi, non seguiamo<br />

logiche partitiche. Sostenere che la nostra politica<br />

per 15 anni è stata masoniana è come<br />

affermare che Marx fosse leninista invece del<br />

contrario. Vuol dire che non abbiamo saputo<br />

spiegarci. Noi riteniamo la signora Masoni uno<br />

dei migliori ministri delle finanze degli ultimi<br />

decenni, proprio perché ha in parte applicato<br />

quelle riforme che a gran voce avevano reclamato<br />

dagli scranni del Parlamento il dott. Papa,<br />

Adriano Cavadini e Claudio Camponovo durante<br />

mezzo secolo.<br />

Veniamo a Keynes. Il grande economista liberale,<br />

e sottolineo liberale, per noi non è la Bibbia,<br />

come non lo è il monetarismo o la nuova scuola<br />

macroeconomica classica di Robert Lucas. Non<br />

crediamo ai dogmi, non pensiamo che qualcuno,<br />

in economia (come nella vita, del resto) sia<br />

possessore della verità. Se essere di destra,<br />

dove spesso ci collocano, vuol dire condividere<br />

le politiche economiche di Blair, Clinton e di<br />

Zapatero, ebbene, allora siamo di destra. Poi,<br />

qualcuno mi spiegherà cosa sia la sinistra. E<br />

cosa si vuol intendere per riformismo.<br />

La crescita nel lungo periodo dipende dall’aumento<br />

di capacità produttiva e dagli incrementi<br />

di produttività dei fattori di produzione (lavoro e<br />

investimenti), dall’innovazione tecnologica, dalle<br />

qualità imprenditoriali degli attori principali.<br />

A breve, la crescita dipende dalle variazioni della<br />

domanda sulla quale si può influire in modo<br />

stabilizzatore con interventi di politica monetaria<br />

e fiscale. In questo ambito c’è un ruolo per<br />

lo Stato e un ruolo per il privato. Lo Stato faccia<br />

ciò che sa fare meglio e lasci ai privati ciò che<br />

essi sanno fare meglio.<br />

Concludo quindi sottolineando che le teorie<br />

keynesiane, pensate per gestire i cicli congiunturali,<br />

sono tuttora valide purché non si ripetano<br />

gli errori degli anni ’70, quando i Governi<br />

le consideravano “una manopola che poteva<br />

essere girata per controllare il ritmo dell’economia”<br />

(Samuelson). Ricordo che gli sgravi<br />

fiscali da noi sostenuti, sono, come i sussidi,<br />

misure fiscali contemplate nella dottrina keynesiana.<br />

Noi favoriamo la scelta degli sgravi<br />

perché avvantaggiano sia la domanda che l’offerta,<br />

stimolano sia il consumatore che le imprese.<br />

Quindi: nessuna conversione, una cosa<br />

difficile per chi è laico e antidogmatico come<br />

me, solo un pensiero per l’interesse del Paese<br />

vicinissimo a una recessione di cui nessuno sa<br />

stimare la profondità e la durata. Il mercato se<br />

possibile, lo Stato se necessario, dice Giulio<br />

Tremonti in ossequio al principio di sussidiarietà.<br />

Il Cantone ha competenze economiche solo<br />

in ambito di politica fiscale. Agisca nell’ambito<br />

delle sue competenze. Con coraggio e determinazione.<br />

Quando le entrate crescevano non<br />

si è ridotto il debito, è tardi per preoccuparsi.<br />

Ripianare il debito ora equivarrebbe a sostituire<br />

una gomma bucata mentre l’auto sta andando


a fuoco. Dove si trovano i soldi? Con quasi due miliardi di debito,<br />

certo è un problema, ma l’economia, quella virtuosa che<br />

ha lavorato, prodotto ricchezza, aumentato consistentemente<br />

il gettito fiscale negli ultimi anni non può essere il capro<br />

espiatorio degli errori commessi da un ceto politico incapace<br />

che non ha saputo mettere il fieno in cascina quando poteva.<br />

Un aumento del disavanzo che contrastasse un incremento<br />

della disoccupazione, dovuta alla contrazione dei consumi,<br />

è il minore tra i due mali. Quanto alle aspettative, sappiamo<br />

a volte rItornano, con squIllI dI tromBa<br />

di Ronny Bianchi<br />

bene che la teoria si è evoluta da Keynes a oggi introducendo<br />

concetti come aspettative razionali o adattive.<br />

Krugman sostiene che il pareggio di bilancio è una cosa virtuosa.<br />

Ma diventa il vizio quando si vive una situazione in<br />

cui gli stimoli monetari non funzionano più come in questa<br />

fase che lui definisce “depression economics”. Parafrasando<br />

Marilyn Monroe, se “diamonds are a girl’s best friend”, oggi le<br />

misure di stimolo a domanda e offerta sono le migliori amiche<br />

di mademoiselle economia.<br />

Vi proponiamo per esteso l’intervento di Ronny Bianchi, articolo apparso su “La Regione <strong>Ti</strong>cino”<br />

il 19 dicembre 2008, nella rubrica “Il commento”<br />

Quando nel 2004 pubblicammo il volume “Quando Marilyn torna di moda” avevamo come obiettivo di mostrare le incongruenze<br />

del modello neoliberista e come fosse indispensabile che ritornassero tempi simili a quelli degli anni '60 quando appunto folleggiava<br />

Marilyn Monroe. Evidentemente non abbiamo avuto un grande successo: eravamo in anticipo di 4 anni. Per anni abbiamo<br />

(uso il plurale perché non ero il solo – certo non in molti – tra i quali è dovere annoverare le analisi dettagliate di Daniele Besomi e<br />

diversi interventi su questo quotidiano) cercato di spiegare come le strategie neoliberiste non avrebbero fatto altro che peggiorare<br />

progressivamente la situazione economica e politica. Il continuo taglio delle aliquote fiscali, dicevamo quattro anni fa, non avrebbe<br />

avuto benefici di lungo periodo perché gli elementi determinanti per le scelte strategiche delle aziende sono anche altri, spesso ben<br />

più importanti. Abbiamo cercato di far capire che la riduzione delle aliquote non sarebbe mai stata compensata dalla crescita delle<br />

entrate dovute alla crescita del reddito (come pretende la teoria dell'offerta), ma che avrebbe ottenuto come risultato una progressiva<br />

riduzione delle risorse della Pubblica amministrazione, con conseguenze politiche importanti. Avevamo sottolineato a più riprese come<br />

la progressiva deregolamentazione dei mercati avrebbe generato solo disastri politici ed economici e come il mercato privato non è<br />

necessariamente migliore di quello pubblico. La verità era sotto gli occhi di tutti: il peggioramento continuo della situazione economica<br />

di fasce importanti della popolazione nei paesi leader (Usa e Gb) del pensiero neoliberista, il fallimento dei paesi in via di sviluppo<br />

dove queste strategie erano applicate (Argentina, Russia, Messico, …), il continuo sviluppo di crisi finanziarie sempre più importanti.<br />

Tutto questo tra l'indifferenza totale se non addirittura con lo sberleffo (per tutti, citiamo l'ex collaboratore personale dell'ex direttrice<br />

del Dfe). Potete dunque immaginare la nostra meraviglia quando abbiamo letto la seguente frase: “In primo luogo il Cantone deve<br />

trovare il coraggio di rinunciare al pareggio di bilancio, seppellendo la teoria della simmetria dei sacrifici. Il pareggio non è più una<br />

priorità, non si è fatto quando si poteva, ora è tardi, sarebbe pura incoscienza” e meraviglia delle meraviglie: “(È necessaria) Una<br />

politica anticiclica di tipo keynesiano perché ci troviamo in una situazione simile a quella in cui i suoi insegnamenti furono applicati,<br />

negli anni Trenta”. A questo punto dobbiamo svelarvi la fonte: si tratta niente di meno che dell'editoriale di dicembre di <strong>Ti</strong>cino Business<br />

firmato da Franco Ambrosetti, presidente della Camera di commercio del cantone <strong>Ti</strong>cino, vale a dire di quella associazione che per<br />

quindici anni ha sostenuto apertamente e incondizionatamente la politica masoniana (assieme a molti altri che ora hanno cambiato<br />

bandiera, vedi seduta del Gran Consiglio di martedì 16 dicembre), politica che ci ha portato alla situazione attuale. Se volete ve la<br />

riassumiamo brevemente: tasso di disoccupazione tra i più alti in Svizzera, reddito tra i più bassi, unico cantone nel 2007 che non è<br />

riuscito ad avere un pareggio di bilancio, aumento della povertà, aumento delle spese sociali dovuto all'aumento della precarietà e via<br />

dicendo. Potremo anche parlare del clientelismo, dell'incapacità di riformare la struttura pubblica proprio per opposizione di coloro<br />

che da una parte mungono lo Stato ma che poi non vorrebbero pagare le imposte. Se Ambrosetti avesse scritto questo articolo solo<br />

4 anni fa sarebbe stato considerato un disfattista di sinistra. Mentre ora Keynes, considerato fino a poco tempo fa un eretico, ci si<br />

ricorda ora che era un liberale, le cui proposte erano volte a salvare il capitalismo da se stesso. Ma Keynes era veramente un liberale,<br />

nel senso che considerava, ad esempio, opportuno che tutti perlomeno alla nascita avessero le stesse opportunità e quindi riteneva<br />

giuste le tasse di successione così come un sistema fiscale progressivo. Il Keynes degli anni Venti e Trenta del secolo scorso, così<br />

come gli altri liberali dell'epoca, avevano poco da spartire con la maggior parte dei liberali odierni. Comunque ben venga la conversione<br />

di Ambrosetti e della Camera di commercio, perché si tratta di una conversione a 180 gradi. Nell'editoriale non si scrive solo<br />

di un ritorno a Keynes e di un abbandono del pareggio di bilancio, ma anche degli errori della politica monetaria degli scorsi decenni<br />

(quella ispirata dal Friedman tanto osannato), dell'assurdità del sistema finanziario sviluppatosi negli ultimi 20 anni che ha portato<br />

al disastro molte aziende dell'economia reale. Insomma, se fossimo presuntuosi, potremmo affermare che Ambrosetti ha letto con<br />

attenzione molti articoli di “Quando Marilyn torna di moda”, ma non osiamo arrivare a tanto, anche perché nel suo editoriale cita<br />

addirittura il recente premio Nobel, Paul Krugman, che in molti scritti avevamo citato e con il quale condividiamo molti punti di vista,<br />

benché, ahinoi, da livelli diversi. Osiamo tuttavia chiederci se si tratta di una conversione reale. L'impressione è però che si vorrebbe<br />

la moglie ubriaca e la botte piena poiché si torna a parlare di sgravi fiscali come se alcuni franchi in più potessero essere d'aiuto per<br />

incrementare consumi e investimenti. Si vede che la lettura della Teoria generale di Keynes non è stata molto approfondita perché<br />

altrimenti si saprebbe che politiche di questo tipo non servono a nulla quando le aspettative sono negative. Ma come vorrebbero<br />

finanziare la maggiore spesa la Camera di commercio e il suo presidente? Rimane un mistero. Non è che magari si vuole spolpare<br />

ulteriormente lo Stato per poi tornare ad attaccarlo quando le cose inizieranno ad andare meglio. Insomma, la conversione sembra<br />

sospetta, dettata più dalla necessità di poter attingere a fondi pubblici che dalla volontà di ripensare al modello economico e politico<br />

dei prossimi decenni. Ricordiamo che per i neoliberisti il mercato è sempre sovrano e che è sempre in grado di ritrovare il proprio<br />

punto di equilibrio. Dunque se le imprese e le banche sono in difficoltà il mercato deve fare pulizia eliminando coloro che non sono<br />

competitivi. Questo è quanto ci hanno detto di credere per anni i neoliberisti, compresi quelli locali. Perché ora lo Stato imputato di<br />

tutti i mali possibili, dovrebbe togliere loro le castagne dal fuoco, soprattutto dopo averlo spolpato fino all'osso?<br />

5


Editoriale<br />

di Luca Albertoni, Direttore della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

6 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

accordI BIlateralI e crIsI economIca<br />

Fra pochi giorni si voterà sulla conferma<br />

dell’Accordo bilaterale sulla libera circolazione<br />

fra Svizzera ed Unione Europea e sulla sua<br />

estensione a Romania e Bulgaria. Nel caso<br />

prevalesse il sì sapremo quindi quale sarà il futuro<br />

delle relazioni della Svizzera con il nostro<br />

più importante partner europeo. In caso di rifiuto<br />

l’avvenire a breve termine si preannuncia<br />

invece assai incerto ed in questo particolare<br />

momento storico, contraddistinto da paure ed<br />

insicurezze, un ulteriore fattore di incertezza<br />

sarebbe estremamente nocivo per il nostro<br />

Paese. Durante la campagna sulla votazione<br />

dell’8 febbraio se ne sono sentite, come al solito,<br />

di tutti i colori. Pur comprendendo alcuni<br />

dubbi, soprattutto però legati a questioni che<br />

poco o nulla hanno a che vedere con gli Accordi<br />

Bilaterali in generale e quello sulla libera<br />

circolazione in particolare, scegliere la via<br />

dell’isolazionismo non avrebbe alcun senso. In<br />

gioco non c’è “solo” la libera circolazione delle<br />

persone, ma tutta una serie di regole concernenti<br />

questioni fondamentali come gli ostacoli<br />

tecnici al commercio, la ricerca, la formazione,<br />

ecc.. Togliere alle aziende una base di regole<br />

attendibili, ancorché senz’altro migliorabili,<br />

comporterebbe conseguenze difficilmente<br />

gestibili. Il fatto che talune imprese possano<br />

operare in un contesto internazionale anche<br />

senza gli Accordi Bilaterali non è certo motivo<br />

sufficiente per buttare tutto a mare. Assolutamente<br />

improprio è anche il paragone tracciato<br />

con il rifiuto espresso dal popolo svizzero di<br />

aderire allo Spazio Economico Europeo del 6<br />

dicembre 1992. I contrari agli Accordi bilaterali<br />

citano tale evento storico come esempio<br />

illuminante anche per il <strong>2009</strong>, sostenendo che<br />

tutto sommato nel 1992 non era successo nulla<br />

in seguito al “no” popolare e che l’economia<br />

svizzera aveva potuto crescere comunque. Al<br />

di là delle inesattezze e dei molti esempi di<br />

difficoltà legati direttamente o indirettamente<br />

a quel rifiuto, il parallelo è tuttavia profondamente<br />

improprio perché la realtà di quella<br />

che nel 1992 non era ancora Unione Europea<br />

era profondamente diversa. Meno strutturata,<br />

meno organizzata e sostanzialmente meno<br />

aggressiva politicamente ed economicamente<br />

verso gli Stati terzi, di cui anche la Svizzera fa<br />

parte. Non che oggi l’Unione Europea costituisca<br />

un blocco monolitico che brilla per coerenza<br />

ed unità d’intenti. È però innegabile che,<br />

quando si tratta di difendere gli interessi dei<br />

propri membri verso gli Stati non facenti parte<br />

della “casa europea”, le pressioni (piaccia o<br />

no) possono essere molteplici e pesanti. È vero<br />

che non bisogna essere remissivi, ma una sana<br />

dose di realismo dovrebbe indurci a realizzare<br />

che non sempre siamo in posizione di opporre<br />

una resistenza degna del piccolo villaggio degli<br />

irriducibili galli guidati da Asterix. A meno che<br />

qualcuno trovi una pozione magica…<br />

Fa da sfondo a questa delicata consultazione<br />

popolare la crisi finanziaria ed economica di<br />

cui tutti, forse troppi, parlano. Non esistono ricette<br />

miracolose e, come già detto e scritto nei<br />

mesi scorsi, è necessario diffidare di misure<br />

affrettate, pasticciate ed assemblate solo per<br />

impressionare l’opinione pubblica. Le strade<br />

da percorrere, soprattutto a livello cantonale,<br />

non sono molte. L’intervento per rendere più<br />

elastica l’applicazione delle norme sul lavoro<br />

ridotto sembra avere trovato buona eco anche<br />

a livello federale e questa è sicuramente una<br />

buona cosa per salvaguardare l’occupazione.<br />

Ma poi? Probabilmente il <strong>Ti</strong>cino è l’unico<br />

Paese dell’universo che non ha il coraggio di<br />

affrontare seriamente un discorso di sgravi fiscali.<br />

Nessuno sembra scandalizzarsi di fronte<br />

a proposte mirabolanti di piani di intervento<br />

di centinaia (!) di milioni (evidentemente sotto<br />

forma di sussidi), mentre una riflessione su<br />

sgravi fiscali ragionati e mirati non ha alcun<br />

diritto di cittadinanza, malgrado potrebbe trattarsi<br />

di una variante meno costosa per lo Stato<br />

e senz’altro più efficace a breve, medio e lungo<br />

termine, per garantire la competitività delle<br />

nostre aziende e quindi sostenere l’aspetto occupazionale.<br />

La discussione politica resta però<br />

la più grande incognita, al di là dell’apparente<br />

unità di intenti e di visioni emersa dai primi<br />

incontri fra autorità cantonale, mondo imprenditoriale<br />

e rappresentanti sindacali.<br />

Perché quindi non pensare a misure gratuite,<br />

facilmente ed immediatamente applicabili,<br />

senza scomodare pericolose alchimie politiche?<br />

Una misura di questo tipo c’è: è la capacità<br />

dello Stato di funzionare bene, senza<br />

intralciare inutilmente l’attività imprenditoriale<br />

con procedure e lacci burocratici eccessivi. E’<br />

una caratteristica svizzera e ticinese di importanza<br />

fondamentale per la competitività della<br />

nostra economia e l’attrattività del nostro territorio.<br />

Purtroppo a volte viene dimenticata, ma<br />

in situazioni come quella odierna deve essere<br />

ricordata, riscoperta e rafforzata, per garantire<br />

gli effetti positivi della forza propositiva e creativa<br />

del mondo imprenditoriale. Oltretutto è<br />

gratis, non ci vogliono leggi d’applicazione e le<br />

ricadute sono positive anche a lunga scadenza<br />

(vedi condizioni-quadro). E se fosse questa la<br />

strada per resistere alla bufera?


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Contromano<br />

di Alessio del Grande<br />

contro la recessIone,<br />

BIsoGna usare la leva FIscale<br />

Non sarebbe di certo cascato il mondo se il Parlamento<br />

nel dibattito sui preventivi <strong>2009</strong> avesse approvato la<br />

richiesta della Lega e dell’UDC di anticipare l’entrata in<br />

vigore della nuova legge sulla doppia imposizione delle<br />

imprese. Un rifiuto assai indicativo della cultura fiscalista<br />

che domina la politica di un Cantone dove, a differenza<br />

di altri, ci si appresta a fronteggiare le minacce recessive<br />

aumentando, anziché diminuendo, la pressione dell’erario<br />

su cittadini e imprese. Difatti, sebbene nel preventivo<br />

<strong>2009</strong> sia stato attenuato l’aumento del carico fiscale,<br />

congelando, ad esempio, la progressione a freddo, per i<br />

contribuenti la stangata resta, poiché saranno chiamati a<br />

pagare di più per il valore locativo e per numerose tasse<br />

causali su servizi e concessioni di largo uso. Milioni di<br />

franchi sottratti dai redditi dei cittadini e delle aziende,<br />

diminuendo così la possibilità di spesa, di risparmio e<br />

d’investimento.<br />

Se il <strong>Ti</strong>cino resta immobilizzato nel dogma della “simmetria<br />

dei sacrifici”, gli altri Cantoni proseguono decisi nel<br />

tagliare tasse e imposte. Dai Grigioni ad Uri, da Zurigo a<br />

San Gallo, Appenzello Interno, Giura, Vaud, Friborgo o Nidwaldo,<br />

negli ultimi mesi è stato un rincorrersi nell’alleggerire<br />

le aliquote per persone fisiche e giuridiche. Tagli al<br />

cui confronto gli sgravi proposti mesi fa dalla Lega erano<br />

davvero un’inezia. Davanti a questa agguerrita concorrenza<br />

fiscale il <strong>Ti</strong>cino è rimasto fermo al palo, perdendo<br />

così attrattività per le imprese e sottovalutando il fatto<br />

che da noi il 5% dei contribuenti appena paga il 45%<br />

delle imposte. Si tratta di persone che con molta facilità<br />

potrebbero spostarsi altrove. Dove si pagano meno tasse.<br />

Probabilmente siamo uno dei pochi Paesi al mondo dove<br />

alla crisi si risponde torchiando i cittadini. Negli USA il<br />

nuovo Presidente Obama, tra le altre misure per rilanciare<br />

l’economia, si appresta a varare un gigantesco piano di<br />

sgravi fiscali, mille dollari a famiglia, per quanti guadagnano<br />

meno di 250’000 dollari all’anno. Sconti fiscali su<br />

stipendi, pensioni, utili aziendali reinvestiti, investimenti<br />

e sugli acquisti di beni durevoli sono stati pure previsti<br />

nei pacchetti antirecessivi di molti Paesi.<br />

Nemmeno Berna brilla per la sua strategia fiscale. Anche<br />

un esponente storico del radical liberalismo ticinese come<br />

Pier Felice Barchi, sottolineando recentemente dalle<br />

colonne della Regione, i rischi della “frenesia collettiva”<br />

che invoca l’interventismo pubblico e i pericoli del keynesianismo<br />

di ritorno, ha ricordato che una delle poche<br />

8 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

e sicure strade da percorrere per limitare l’impatto della<br />

recessione è quella di un’amnistia fiscale: “A livello federale<br />

è immaginabile – scriveva – una misura anticiclica<br />

che sarebbe certamente efficace: un’amnistia fiscale –<br />

per decreto federale urgente – da attuare senza soverchie<br />

complicazioni burocratiche. Un tale provvedimento<br />

farebbe venire a galla centinaia di milioni di franchi, che<br />

stimolerebbero i consumi e sarebbero immessi nel ciclo<br />

economico della produzione e degli investimenti”. Ma<br />

purtroppo, sottolineava Barchi, l’amnistia fiscale generale<br />

è ancora un tabù, soprattutto per i partiti di sinistra,<br />

secondo cui sarebbe immorale poiché premierebbe chi<br />

evade il fisco. “Spero che i nostri parlamentari a Berna<br />

riprendano quel postulato che il <strong>Ti</strong>cino ha formulato come<br />

iniziativa cantonale, ma rimasta congelata”. È lo stesso<br />

augurio espresso a più riprese da un grande esperto di<br />

questioni tributarie come il professore Marco Bernasconi<br />

che da tempo insiste sulla necessità di un’amnistia fiscale,<br />

considerato anche che sono passati 40 anni dall’ultimo<br />

provvedimento del genere in Svizzera che allora fece<br />

riemergere qualcosa come 11,5 miliardi di franchi. Oggi<br />

si stima che si potrebbero riportare alla luce capitali per<br />

20 miliardi di franchi.<br />

Ma per l’iniziativa promossa dal <strong>Ti</strong>cino ci sono poche<br />

chance. Secondo il Parlamento federale essa è ormai<br />

superata dall’amnistia parziale prevista dalla nuova legge<br />

che dovrebbe entrare in vigore quest’anno. In realtà<br />

si tratta, però, di un mini condono che interessa più gli<br />

aspetti penali individuali, che non quelli di una politica<br />

fiscale di largo respiro.<br />

In mancanza d’altro bisognerà, dunque, accontentarsi<br />

della recente proposta del Consiglio federale di eliminare<br />

gli “oneri fiscali inutili” – uno sgravio da 500 milioni per<br />

le aziende attive in Svizzere, che però non pare piacere<br />

tanto ai Cantoni – e del nuovo regime d’imposizione per i<br />

coniugi: sgravi per le famiglie, che nelle intenzioni di Berna<br />

potranno aumentare le deduzioni per i figli, da 6’100<br />

a 8’000 a franchi, a partire se tutto va bene dall’anno<br />

prossimo. Certo meglio che niente, ma un’amnistia fiscale<br />

generale in questa delicata fase congiunturale avrebbe<br />

tutt’altro impatto sulle famiglie, sulle imprese, ma anche<br />

sulle casse dello Stato, poiché molti contribuenti avrebbero<br />

la possibilità di rimettersi in regola col fisco.


Il tema<br />

di Alessio Del Grande<br />

lo stato e la crIsI<br />

Il Presidente francese Sarkozy che si fa fotografare mentre<br />

sfoglia “Il Capitale”; il ministro tedesco delle Finanze Peer<br />

Steinbrück, quello che ce l’ha tanto con il fisco svizzero,<br />

che rilancia la teoria marxista quale risposta ai problemi<br />

della globalizzazione; un altro tedesco, il regista Alexander<br />

Kluge, che promette di girare un film sul “Capitale”. Se<br />

la crisi ha tirato fuori dalle soffitte della storia anche il<br />

vecchio Carlo Marx, il vero, grande ritorno è quello dell’economista<br />

John Maynard Keynes, già eletto dal quotidiano<br />

francese Le Figaro, «uomo dell’anno <strong>2009</strong>». Le sue teorie<br />

sul ruolo e il peso dello Stato, come antidoto alla recessione,<br />

sono di nuovo di moda, sebbene alla prova dei fatti,<br />

e dell’economia, si siano dimostrate del tutto inefficaci e<br />

persino controproducenti. Ma oggi tutti invocano Sir John,<br />

tutti si appellano agli interventi dello Stato contro il liberismo<br />

sfrenato che avrebbe portato il mondo intero sull’orlo<br />

del tracollo economico.<br />

Davvero strana questa crisi, inquinata com’è da una componente<br />

ideologica che sembra prevalere nettamente sulle<br />

conseguenze reali del rallentamento economico, sul suo<br />

impatto nella vita di tutti i giorni. In questi ultimi mesi,<br />

a leggere i titoli dei giornali e le analisi di tanti profeti di<br />

sventura, ci sarebbe stato da spararsi già da un pezzo.<br />

Un incessante bombardamento di annunci catastrofici e<br />

allarmi continui: Borse che crollano, consumi ridotti al lumicino,<br />

fallimenti imminenti, disoccupazione galoppante,<br />

soldi che mancano, banche collassate, esportazioni ferme<br />

e patatrac dei mercati. Insomma, la vigilia di una Grande<br />

Depressione. Qualche mese fa, negli USA, epicentro del<br />

terremoto dei subprime, Peggy Noonan, editorialista del<br />

Wall Street Journal, scriveva: “I media americani ci martellano<br />

tutti i giorni con la seconda Grande Depressione:<br />

la chiamano crisi, cataclisma, collasso totale. Ma poi esci<br />

di casa e tutto è identico agli anni scorsi: stessi americani<br />

dall’aspetto affluente, stessi carrelli strapieni, stessa gente<br />

soprappeso”. Una riflessione che vale per ogni Paese dove<br />

il circo mediatico ha drammatizzato e amplificato all’inverosimile<br />

la crisi, deformandone la portata reale e tratteggiando<br />

giorno dopo giorno cupi scenari di fame e miseria.<br />

Il Natale 2008 doveva essere il Natale dello scontento,<br />

del crollo dei consumi, senza soldi per i regali e senza<br />

nemmeno tanta voglia di farne per paura della Depressione<br />

prossima ventura, è stato, invece, una festa come tutti gli<br />

altri anni: carrelli pieni nei supermercati, negozi affollati e<br />

vendite al di sopra delle aspettative. In <strong>Ti</strong>cino, una catena<br />

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9


Il tema<br />

di Alessio Del Grande<br />

di grandi magazzini ha registrato per il 2008 addirittura<br />

affari record, tanto da concedere un premio straordinario<br />

di 500 franchi a tutti i dipendenti. Il crollo del prezzo del<br />

petrolio e le campagne di vendita a prezzi speciali hanno<br />

ridato fiato anche all’industria automobilistica europea ed<br />

americana (quest’ultima sostenuta pure con un massiccio<br />

piano di aiuti finanziari del Governo) che da mesi erano<br />

nell’occhio del ciclone. Negli USA le vendite di dicembre<br />

hanno sconfessato le terribili previsioni sulla fine dell’epoca<br />

dell’auto, ed è pure in ripresa la vendita dei suv che si<br />

ritenevano ormai fuori mercato. In Italia, sempre a dicembre,<br />

si sono vendute oltre 140’000 auto: il 13% in meno<br />

rispetto allo stesso periodo del 2007 che era stato però<br />

un mese record, ma si è confermato comunque lo stesso<br />

volume di vendita del dicembre 2006. Quindi anche per<br />

l’industria dell’auto, che più di altre ha risentito della congiuntura,<br />

non c’è stato alcun crollo devastante. Questo non<br />

significa affatto che non ci sia la crisi o che alcuni Paesi<br />

non siano già in recessione tecnica.<br />

Lo zoccolo di questa brutta congiuntura, che ha investito<br />

dapprima la finanza, va ora solidificandosi nell’industria<br />

dei beni durevoli, dall’auto agli elettrodomestici, generi la<br />

cui domanda più risente degli alti e bassi del ciclo economico,<br />

colpisce anche il loro indotto, costringendo molte<br />

imprese a ridurre produzione e orario di lavoro. Ma non siamo<br />

affatto davanti ad una recessione epocale o, peggio, a<br />

qualche passo dalla Grande Depressione. Perciò, sembrano<br />

poco convincenti e poco plausibili la pressante richiesta<br />

per interventi dello Stato, di aiuti pubblici per banche e<br />

industrie, con cui si rischia di statalizzare l’economia - facendo<br />

poi pagare il conto ai cittadini aumentando tasse<br />

e imposte - così come talune forme di aiuto sociale da<br />

“welfare emergenziale” che non rientrano in una strategia<br />

stabile di sostegno dei redditi o ancora politiche monetarie<br />

eccessivamente espansive che, non va dimenticato, sono<br />

state la causa principale del mega crac dei subprime.<br />

Se lo Stato deve intervenire, come è giusto che sia, per<br />

tamponare o allentare i contraccolpi della recessione, non<br />

deve però farlo con misure indifferenziate, ma mirate,<br />

ossia capaci di stimolare la crescita futura al di là della<br />

congiuntura attuale e dei suoi tempi. Questo anche per la<br />

semplice ragione che ogni franco, dollaro o euro speso oggi<br />

dallo Stato, dovranno rimborsarlo domani con gli interessi i<br />

contribuenti, a meno che si voglia credere alla favola delle<br />

10 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

banche centrali che stampano moneta da distribuire con<br />

gli elicotteri.<br />

Le recessioni non hanno solo conseguenze negative, ma<br />

anche qualche effetto positivo, come quello di fare pulizia<br />

nel mercato. Eliminando i cattivi investimenti orientati sulla<br />

produzione di beni e servizi non più in sintonia con la domanda,<br />

liberando con ciò risorse per altri investimenti, per<br />

altre produzioni più rispondenti ai bisogni dei mercati che<br />

creano anche nuova e più stabile occupazione. Dunque,<br />

niente assalti alla diligenza con piani miliardari per salvataggi<br />

miracolosi, improbabili politiche occupazionali o per<br />

New Deal fuori corso. Servono, invece, interventi specifici<br />

che incidano positivamente sulle condizioni strutturali, per<br />

innescare una nuova fase di sviluppo e che salvaguardino i<br />

redditi attraverso un’articolata riduzione delle tasse. È così<br />

che si rafforzano la capacità di spesa e di risparmio dei<br />

cittadini e le possibilità d’investimento per le imprese. Ed è<br />

questa la strategia sottolineata in più occasioni dalla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>,<br />

oggi più che mai necessaria per disincagliare il Cantone<br />

dalle secche di una congiuntura che potrebbe avvitarsi<br />

pericolosamente su stessa.<br />

Tre sono le strade sicure verso il futuro e tutte e tre rientrano<br />

nelle competenze del governo ticinese: più formazione,<br />

più innovazione tecnologica e migliore accesso al<br />

capitale di rischio per facilitare la nascita di nuove attività<br />

economiche. Lo Stato deve investire di più sulla formazione<br />

e l’aggiornamento professionale, unica e vera risorsa<br />

della crescita, deve incoraggiare anche le imprese a spendere<br />

di più per questo obiettivo detassando i costi della<br />

formazione, senza aggravi aggiuntivi, quindi, come quelli<br />

previsti dal fondo speciale. Ma vanno pure detassati gli<br />

investimenti delle aziende per l’innovazione tecnologica,<br />

la ricerca e lo sviluppo, se si vuole che esse siano sempre<br />

competitive sui mercati internazionali. Più complesso è il<br />

problema dell’accesso al capitale di rischio. Le esperienze<br />

di venture capital sinora tentate in <strong>Ti</strong>cino non hanno avuto<br />

grandi esiti, anche per la mancanza di una cultura all’intraprendere<br />

che penalizza fortemente il ricambio imprenditoriale<br />

e la nascita di nuove attività produttive. Rafforzare<br />

questa cultura dell’intraprendere, la voglia di fare impresa,<br />

soprattutto a livello di formazione scolastica, sarebbe uno<br />

dei primi passi necessari per incubare la spinta creativa da<br />

cui nascono quelle idee che poi si trasformano in prodotti<br />

e servizi che fanno la ricchezza di tutti.


le rIsposte dell’economIa tIcInese<br />

alla crIsI FInanzIarIa<br />

Come far fronte alla crisi finanziaria e alle sue conseguenze<br />

sull’economia reale? Quali strumenti utilizzare e quali<br />

misure adottare già a breve termine? Le associazioni<br />

economiche si sono poste da subito questi interrogativi<br />

e nell’incontro organizzato lo scorso 9 dicembre a Bellinzona<br />

dal Dipartimento delle finanze e dell’economia e dal<br />

Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport,<br />

nell’ambito dell’organizzazione di una “task force” cantonale<br />

per far fronte alla crisi finanziaria, si è dibattuto<br />

apertamente attorno alle diverse proposte.<br />

Più che a misure a lungo termine, le risposte devono essere<br />

funzionali già a breve termine. In linea generale v’è una<br />

forte preoccupazione che la crisi finanziaria possa portare<br />

ad una stretta creditizia che metterebbe in difficoltà le<br />

imprese sul fronte degli investimenti ma anche del mantenimento<br />

dell’attività corrente. Queste settimane e pure<br />

le prossime sono decisive in questo senso, nel momento<br />

cioè in cui le imprese clienti delle banche sono chiamate<br />

a rinegoziare le linee di credito e i loro limiti.<br />

Il contingente quanto in alcuni casi repentino rallentamento<br />

delle ordinazioni richiede un allentamento almeno<br />

provvisorio delle condizioni di accesso e utilizzo dello<br />

strumento della disoccupazione parziale. L’obiettivo delle<br />

aziende è quello di mantenere il più possibile il livello della<br />

manodopera, ragione per cui lo strumento della disoccupazione<br />

parziale potrebbe contribuire fortemente a mantenere<br />

questo obiettivo, soprattutto se la crisi sul fronte delle<br />

ordinazioni non dovesse penalizzare fortemente anche la<br />

seconda metà del <strong>2009</strong>.<br />

Pure l’ente pubblico è chiamato a fare la sua parte, laddove<br />

ad esempio è possibile anticipare progetti e opere già<br />

previste che hanno un impatto a livello regionale/locale.<br />

Nell’ottica di una contrazione anche importante dei gettiti<br />

d’imposta non ci si sottrae alla discussione sui costi dello<br />

Stato e della macchina amministrativa, perché è evidente<br />

che questi costi non sembrano più essere finanziabili agli<br />

attuali livelli attraverso la ricchezza che i cittadini e le<br />

imprese distribuiscono allo Stato a questi scopi.<br />

Sempre in linea generale si tratta di non penalizzare gli<br />

investimenti aziendali, di favorire quelli mirati alle attività<br />

produttive, di non penalizzare il ricorso alla manodopera<br />

qualificata, anche di provenienza estera e di monitorare<br />

tutti gli aggravi che colpiscono le imprese, cercando di evi-<br />

tare o comunque di contenere gli aggravi (prezzo dell’elettricità,<br />

imposte…).<br />

A livello del parco immobiliare appare fortemente sensato<br />

promuovere investimenti in linea con gli obiettivi di un<br />

minore dispendio energetico, riconvertire il risanamento<br />

degli edifici privati e pubblici a questo scopo, magari anche<br />

attraverso facilitazioni di ordine fiscale e finanziario.<br />

In estrema sintesi un catalogo (non esaustivo) delle attese<br />

del mondo economico cantonale potrebbe essere così<br />

delineato:<br />

• Richiedere alla Segreteria di Stato dell’economia di facilitare<br />

nella misura del possibile il ricorso alla disoccupazione<br />

parziale da parte delle imprese, attraverso una<br />

diversa regolazione della legislazione federale sul lavoro<br />

ad orario ridotto.<br />

• Approfondire l’idea di un partenariato temporaneo fra<br />

Banca dello Stato del cantone <strong>Ti</strong>cino (eventualmente anche<br />

altre banche) e altri istituti di credito (in particolare<br />

quelli che si rifinanziano a tassi elevati sul mercato e che<br />

a loro volta hanno difficoltà nell’offrire condizioni di credito<br />

interessanti alla clientela) per sostenere la garanzia<br />

e la fluidità del credito alle imprese.<br />

• Anticipare laddove possibile e auspicabile investimenti e<br />

opere pubbliche già previste con un impatto sulla realtà<br />

economica regionale e locale (infrastrutture).<br />

• Non penalizzare la ricerca della manodopera qualificata,<br />

anche di origine straniera.<br />

• Sostegno alle imprese nell’acquisto di beni d’investimento.<br />

• Detassazione dei capitali finalizzati all’investimento in<br />

attività produttive.<br />

• Verifica dell’impatto della crisi economica sulle imprese<br />

che formano apprendisti; verifica delle formazioni in atto<br />

dei giovani che concluderanno la loro formazione nel<br />

mese di giugno del <strong>2009</strong> e valutazione delle misure per<br />

un effettivo loro inserimento nel mondo del lavoro.<br />

• Valutazione di un intervento mirato sul fronte degli sgravi<br />

fiscali, soprattutto a favore di chi investe nell’innovazione<br />

tecnologica, nella formazione e nell’aggiornamento<br />

professionale dei dipendenti.<br />

11


Il tema<br />

le rIcette della svIzzera<br />

e dell’unIone europea<br />

Nelle scorse settimane si sono moltiplicate le decisioni dei<br />

governi dei singoli Stati e dell’Unione Europea per far fronte alla<br />

crisi finanziaria. Ecco in sintesi le misure adottate.<br />

Svizzera<br />

Già nel corso del mese di novembre il Consiglio federale<br />

ha approvato delle misure di stabilizzazione a sostegno<br />

dell’occupazione e dell’offerta in Svizzera. In una prima<br />

fase è stato chiesto al Parlamento di anticipare uscite già<br />

previste per 340 milioni di franchi, mentre la liberazione<br />

delle riserve di crisi a favore delle imprese ammonta a 550<br />

milioni di franchi (1° gennaio <strong>2009</strong>). Qualora la situazione<br />

economica dovesse peggiorare entro la fine del primo<br />

trimestre del <strong>2009</strong>, si prevedono ulteriori uscite per circa<br />

mezzo miliardo di franchi. In primo piano vi sono investimenti<br />

per il risanamento energetico di vecchi edifici, nonché<br />

investimenti di manutenzione delle strade nazionali e<br />

delle FFS.<br />

Complessivamente per la Confederazione si rivela necessario<br />

intervenire a tre livelli:<br />

1. Nel settore della regolamentazione è necessario procedere<br />

a una rapida approvazione dei progetti che hanno<br />

una notevole rilevanza per la crescita (per esempio con<br />

la Legge sugli ostacoli tecnici al commercio e la Legge<br />

sull’IVA). Inoltre si stanno esaminando condizioni quadro<br />

migliori rispettivamente lo sfruttamento delle diverse<br />

possibilità nell'ambito della garanzia dei rischi delle<br />

esportazioni (ASRE) e nel sistema delle fideiussioni come<br />

pure, per sostenere l'occupazione, un prolungamento<br />

della durata massima dell'indennità per lavoro ridotto.<br />

2. Nel settore degli investimenti sono in fase di preparazione<br />

altri investimenti anticipati da parte dell'ente pubblico,<br />

analoghi a quelli che sono già stati approvati nella prima<br />

fase. I mezzi finanziari utilizzabili si situano nell'ambito<br />

12 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

del freno all'indebitamento e ammontano a circa 650<br />

milioni. La priorità spetta agli investimenti nel settore delle<br />

infrastrutture a partire dalla seconda metà del <strong>2009</strong>.<br />

3. Hanno un effetto sulla congiuntura pure le riforme di<br />

politica fiscale, come le agevolazioni, attualmente in<br />

fase di elaborazione, nell'ambito dell'imposizione delle<br />

famiglie (circa 600 milioni) e le misure destinate a compensare<br />

la progressione a freddo (circa 600 milioni).<br />

Da tali provvedimenti il Consiglio federale si attende un<br />

sostegno del consumo al più presto a partire dal 2010.<br />

Unione Europea<br />

I capi di Stato dell’UE hanno convenuto un piano di azioni<br />

coordinate che si basa su 3 pilastri fondamentali:<br />

- azioni sulle condizioni creditizie e monetarie;<br />

- politiche finanziarie coordinate volte a far ripartire la domanda;<br />

- azioni nelle quattro aree prioritarie della Strategia di Lisbona.<br />

Il piano prevede un’adeguata liquidità alle istituzioni finanziarie,<br />

garanzie sui prestiti, la ricapitalizzazione efficiente<br />

delle banche in difficoltà da parte dei governi, la revisione<br />

delle regole, il coordinamento della procedura tra i governi<br />

europei. Le garanzie statali sui prestiti interbancari sono<br />

state estese sino al 31 dicembre <strong>2009</strong>.<br />

La Commissione Europea raccomanda agli Stati membri<br />

di usare il supporto finanziario fornito al settore bancario<br />

per incoraggiare il ritorno alle normali attività di prestito<br />

e per assicurare che i tagli di tassi di interesse operati<br />

dalla Banca Centrale Europea siano passati a coloro che<br />

chiedono prestiti.<br />

La Commissione Europea propone agli Stati membri di<br />

adottare misure coordinate di politica finanziaria per produrre<br />

impatti sostanziali e positivi sull’impiego e sulla economia<br />

europea. L’impulso finanziario complessivo previsto<br />

dalla Commissione Europea a carico degli Stati membri è<br />

pari a 170 miliardi di euro. L’attuazione di tale manovra<br />

dovrà essere effettuata nel seguente modo:<br />

1) Dovrà essere di natura temporanea, coordinata e con<br />

obiettivi mirati a massimizzare i ritorni economici positivi<br />

dell’impulso finanziario.<br />

2) La Commissione raccomanda misure nell’ambito della<br />

spesa pubblica, in particolare a favore delle famiglie colpite<br />

e delle piccole e medie imprese (PMI). Ad esempio:<br />

trasferimenti temporanei ai disoccupati o alle famiglie a


asso reddito, prolungamento della durata dei sussidi<br />

di disoccupazione, investimenti pubblici in progetti<br />

che supporterebbero gli obiettivi di politica di lungo<br />

termine (miglioramento delle dotazioni infrastrutturali<br />

o contrasto ai cambiamenti climatici) di cui potrebbero<br />

beneficiare le PMI.<br />

3) Fornendo garanzie e sussidi in forma di prestito alle<br />

imprese, in particolar modo per quelle che, si pensi<br />

alle PMI, hanno nel credito un grosso vincolo per il<br />

loro sviluppo.<br />

4) Tramite incentivi finanziari volti a velocizzare l’adattamento<br />

delle economie alle sfide di lungo periodo,<br />

come i cambiamenti climatici. Tali misure dovrebbero,<br />

secondo la Commissione, includere gli incentivi per<br />

l’efficienza energetica.<br />

5) Diminuire sia i contributi sociali pagati dai datori di<br />

lavoro, misura che aiuterebbe il mantenimento e la<br />

creazione di posti di lavoro, che la tassazione del<br />

reddito da lavoro, in modo da supportare il potere di<br />

acquisto in particolare per bassi salari.<br />

6) Riduzione temporanea dell’IVA, in modo da supportare<br />

i consumi.<br />

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13


Ospite<br />

Intervista a Cristina Maderni, Presidente dell’Ordine dei commercialisti del Canton <strong>Ti</strong>cino, di Elisabetta Pisa<br />

14 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

amnIstIa FIscale e IncentIvI<br />

alle assunzIonI e aGlI InvestImentI<br />

ecco come uscIre dalla crIsI<br />

Da quello che ha potuto constatare dal suo<br />

osservatorio privilegiato, qual è la situazione<br />

dell’economia ticinese?<br />

“Come commercialisti e quindi consulenti per varie industrie<br />

nazionali e internazionali, artigiani, liberi professionisti<br />

e così via, riusciamo ad avere una visione generale,<br />

ma non nascondiamo una seria difficoltà a commentare<br />

la situazione economica: alcuni settori (finanziario e<br />

industriale) segnalano gravi difficoltà che in parte non<br />

emergeranno con i risultati economici del 2008 ma maggiormente<br />

nel <strong>2009</strong>. Artigiani e commercianti per ora<br />

non sembrano risentire della crisi. Per ciò che riguarda<br />

il nostro settore di consulenti, coloro che si occupano di<br />

gestione patrimoniale hanno seri problemi: la clientela<br />

tende a disinvestire o a investire in modo più prudente,<br />

la massa patrimoniale gestita si riduce, dunque anche<br />

le commissioni con conseguenze sui risultati. Per contro<br />

grazie ai tassi ipotecari di favore i fiduciari immobiliari<br />

e i commercialisti, impegnati nella consulenza e amministrazione,<br />

sono particolarmente sollecitati e quindi in<br />

attività. Il costo ridotto del denaro porta chi aveva investimenti<br />

in Borsa a dirottarli sugli immobili. Se da una parte<br />

le industrie registrano commesse annullate e chi magari<br />

intendeva acquistare un’auto nuova rinuncia, dall'altra chi<br />

aveva in progetto di acquistare casa non torna sui suoi<br />

passi. Inoltre c'è una buona richiesta dall'estero per il<br />

settore immobiliare”.<br />

Quali sono i segnali della crisi?<br />

“Si avvertono una grande paura e un’incertezza generale<br />

sul futuro. Questa crisi, esplosa così rapidamente e<br />

diffusasi in tutto il globo, ha messo in difficoltà l’intero<br />

sistema economico. I «grandi ricchi» in pochi giorni si<br />

sono ritrovati il patrimonio sensibilmente ridotto; grandi<br />

banche fallite o a rischio di chiusura; incertezza sull’occupazione;<br />

governi che intervengono con importanti manovre<br />

di sostegno alle aziende. Nel nostro piccolo notiamo<br />

una notevole flessione della domanda di prodotti di lusso<br />

(pelletteria, orologi di alto target, alta moda, insomma<br />

accessori di costo elevato) e la paralisi delle società di<br />

trading internazionale: aziende che commerciano nel<br />

settore dell’acciaio, della grande industria di produzione,<br />

dei prodotti derivati del petrolio registrano una riduzione<br />

della domanda o la tendenza a rimandare le commesse”.<br />

Quali sono le prospettive?<br />

“Purtroppo gli scenari descritti dagli esperti sono di tem-<br />

pi duri, anzi durissimi. Che bello sarebbe se questo pazzo<br />

mondo finanziario ci sorprendesse in positivo e che con<br />

la stessa velocità con cui è precipitato riesca a risollevarsi…”.<br />

Quali sono le principali difficoltà con cui devono<br />

fare i conti al momento i vostri soci?<br />

“Nell’immediato sono tutti molto sollecitati dalla clientela<br />

per la ricerca della «soluzione» per garantire un futuro<br />

ad aziende e dipendenti. Nel prossimo futuro, se la crisi<br />

dovesse persistere, sicuramente saranno confrontati con<br />

la perdita di clientela, fatturato e quindi a loro volta potrebbero<br />

essere costretti a ridimensionamenti”.<br />

Da più parti si moltiplicano le ricette anticrisi:<br />

secondo lei quali sarebbero le misure più efficaci<br />

per far ripartire l’economia ticinese?<br />

“Sostegno all’occupazione: lavoro a orario ridotto, incentivi<br />

all’assunzione e sgravi degli oneri sociali sono buone<br />

misure. E ancora aiuti alle aziende evitando qualsiasi<br />

aumento di tasse e imposte e incentivi all’investimento<br />

per imprese già sul territorio e a nuove che intendono<br />

insediarsi. È inoltre un buon momento per rilanciare, ma<br />

a livello federale, un’amnistia fiscale generale che permetterebbe<br />

sicuramente di far riemergere ingenti capitali<br />

sommersi e peggio ancora depositati o gestiti all’estero.<br />

Ma la ricetta per superare i momenti difficili è senz’altro<br />

fatta di professionalità, aggiornamento continuo, precisione<br />

e puntualità, il tutto mescolato con un po’ di ottimismo!”.<br />

Per il <strong>2009</strong>, gli economisti dell’istituto di analisi<br />

congiunturali KOF di Zurigo prevedono una<br />

contrazione del Pil dello 0,5%. Non è una riduzione<br />

drammatica. Si tratta di una previsione troppo<br />

ottimistica, anche alla luce del fatto che il settore<br />

finanziario è una colonna portante dell’economia<br />

elvetica, o si è ormai diffuso troppo pessimismo?<br />

“Una riduzione dello 0,5%? Ci metterei la firma. Non<br />

conosco nello specifico questa analisi del KOF: evidentemente<br />

ritengono che gli altri comparti dell’economia<br />

compenseranno la contrazione del settore finanziario. Il<br />

comparto finanziario sta vivendo una crisi senza precedenti,<br />

repentina e inaspettata. È difficile prevedere cosa<br />

succederà e dire se abbiamo già toccato il fondo oppure<br />

no. Fare previsioni è quasi impossibile. Stiamo a vedere<br />

cosa succede”.


Ospite<br />

Intervista a Claudio Generali, Presidente dell’Associazione Bancaria <strong>Ti</strong>cinese, di Elisabetta Pisa<br />

16 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

la crIsI FInanzIarIa è sotto controllo<br />

Qual è la situazione del settore bancario ticinese?<br />

“In tempi di recessione è ovvio che la crisi lambisca anche<br />

la nostra realtà. Però i nostri istituti non sono coinvolti<br />

direttamente nella parte finanziaria della crisi. Attendiamo<br />

le ripercussioni sull’economia reale: in questo<br />

senso non mancano le preoccupazioni”.<br />

È però vero che il Credit Suisse ha annunciato 650<br />

tagli in Svizzera e UBS nella Confederazione ha<br />

finora cancellato 2'000 posti di lavoro e potrebbe<br />

procedere a nuovi licenziamenti.<br />

“I tagli riguardano soprattutto il settore dell’investment<br />

banking, un tipo di attività non praticata in modo importante<br />

in <strong>Ti</strong>cino. Dunque il Cantone dovrebbe essere<br />

colpito in misura minore”.<br />

Siamo di fronte a un ridimensionamento strutturale<br />

o contingente del settore?<br />

”Per ciò che riguarda l'investment banking e la costruzione<br />

di prodotti speciali (l'ingegneria finanziaria per intenderci)<br />

si tratta di cambiamenti sicuramente strutturali”.<br />

A suo parere la piazza finanziaria svizzera cambierà<br />

configurazione?<br />

“Secondo me la fase della crisi finanziaria è superata.<br />

Quello per UBS è stato uno degli interventi effettuati dai<br />

vari governi accanto a provvedimenti di politica fiscale e<br />

monetaria presi quando la crisi di fiducia era tale che gli<br />

istituti non si prestavano soldi nemmeno fra di loro. Verranno<br />

abbandonati i prodotti complessi, quelli più redditizi,<br />

con una riduzione dei ricavi da commissione. Comunque<br />

è anche vero che ci sono istituti che in precedenza<br />

hanno cavalcato l’onda. Adesso la vera sfida è la crisi<br />

dell’economia, che potrebbe riflettersi anche sui bilanci<br />

delle banche. Se qualche azienda fallisse, le ripercussioni<br />

sarebbero inevitabili. Personalmente non sono molto ottimista<br />

sulla ripresa dell’economia. Questa non è una crisi<br />

di passaggio. È una crisi del sistema senza precedenti.<br />

Negli ultimi 20 anni gli obiettivi di crescita non sono stati<br />

realistici, adesso devono essere ridimensionati”.<br />

La ricerca di nuovi mercati non può essere la<br />

soluzione?<br />

”Quello della finanza era già globale. La finanza internazionale<br />

si muove su Internet. Adesso è finita un’epoca”.<br />

Pare che a soffrire in Svizzera siano più che altro i<br />

grandi istituti mentre le piccole banche registrano<br />

l'arrivo di nuova clientela che scinde il patrimonio<br />

anche per diversificare oltre che per una crisi di<br />

fiducia nei colossi bancari. È effettivamente così?<br />

“Nel momento del panico c’è stato chi ha diversificato e<br />

le banche prive di titoli tossici ne hanno beneficiato. Ma<br />

questa fase è superata. D’altro canto si dice: «Too big<br />

to fail», troppo grosso per fallire. Altrimenti crollerebbe<br />

tutto, anche le piccole banche fallirebbero”.<br />

Lehman Brothers però è colata a picco e nessuno se<br />

lo aspettava.<br />

“In quel caso il governo americano ha deciso di non intervenire.<br />

Personalmente mi sono formato in un periodo<br />

in cui la finanza creativa non esisteva, allora c’era più<br />

cautela: negli ultimi 20 anni sono state dimenticate le<br />

regole d’oro della finanza. Ora il pericolo è che le banche<br />

frenino il credito tradizionale alle aziende e alle famiglie,<br />

il che potrebbe portare qualche impresa al fallimento”.<br />

È quello che sta succedendo in <strong>Ti</strong>cino?<br />

”Al momento non ci sono dati disponibili. Non credo che<br />

ci sia da temere una stretta creditizia anche se qualche<br />

istituto può averlo fatto”.<br />

Come vede lo scenario economico-finanziario del<br />

<strong>Ti</strong>cino?<br />

“Condivido quanto pensa il Presidente della Camera di<br />

commercio, Franco Ambrosetti, secondo cui il Cantone<br />

non è una realtà dai grandi voli ma nemmeno dai grandi<br />

tonfi. Sono i vantaggi delle piccole dimensioni. Certo, il<br />

comparto finanziario preoccupa: la piazza elvetica ha subito<br />

un duro colpo di credibilità a livello internazionale. Un<br />

tempo si diceva che investire in Svizzera non dava grandi<br />

rendimenti, ma almeno il denaro era al sicuro. Di recente<br />

il franco sembra tornato a svolgere il ruolo di moneta rifugio:<br />

il che sta a significare che la nostra immagine non<br />

deve aver subito danni irrimediabili. Deve comunque far<br />

riflettere il fatto che il volume dei bilanci bancari è 6,5<br />

volte il PIL elvetico, nessuna nazione importante ha un<br />

sistema bancario che è un multiplo del PIL”.<br />

Quali sarebbero a suo parere le misure da adottare<br />

per uscire dalla crisi?<br />

“La crisi finanziaria è ormai sotto controllo. Ciò che più<br />

preoccupa è la ricaduta sull’economia reale. Investimenti<br />

degli enti pubblici, sgravi fiscali, immissione monetaria…<br />

quello che si sta facendo è utile. Però è vano pensare ad<br />

esempio che investimenti da parte del Cantone possano<br />

sortire effetti determinanti. Sarebbe opportuno già avere<br />

progetti pronti con le procedure approvate, perché purtroppo<br />

i tempi della democrazia sono lunghi. Il risultato<br />

paradossale potrebbe essere che si cominci a investire<br />

troppo tardi quando sarà il momento di mettere sotto controllo<br />

l’inflazione che presto o tardi seguirà la recessione”.


Biblioteca liberale<br />

di Alessio del Grande<br />

non sarà la polItIca a salvare Il mondo<br />

“La crisi. Può la politica salvare il mondo?” è il titolo del<br />

nuovo saggio di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, in<br />

cui i due noti economisti fanno a pezzi il revival statalista<br />

e la “retorica grossolana” del rimettere tutto in mano alla<br />

politica per scongiurare il rischio di una nuova Grande<br />

Depressione. “Sembra all’improvviso irrilevante - premettono<br />

nella loro analisi - che in molti Paesi i politici spesso<br />

rispondano a pressioni di lobby e a interessi economici<br />

particolari, ragionino sul breve periodo a scapito delle<br />

future generazioni, in qualche caso siano persino corrotti,<br />

che il settore pubblico sia spesso inefficiente e sperperi<br />

il denaro dei contribuenti, che più Stato significhi anche<br />

più tasse”. Basterebbe questa premessa per smontare la<br />

vulgata corrente secondo cui il capitalismo sarebbe finito<br />

e lo Stato dovrebbe recuperare un ruolo egemone per<br />

evitare i danni che, come nella crisi del 1929, il libero<br />

mercato può arrecare all’economia reale.<br />

Già, la crisi del ’29. In realtà, oggi come allora - avvertono<br />

Alesina e Giavazzi - è vero il contrario: “Sono gli errori<br />

della politica a portare al collasso. Oggi il nazionalismo<br />

economico sembra tornato di moda; sono rinate tendenze<br />

protezionistiche, come spesso accade nei periodi difficili.<br />

È una concezione che va a colpire le funzioni vitali dei<br />

mercati finanziari, ignorando le leggi dell’economia. Soluzioni<br />

populiste e in gran parte sbagliate”.<br />

Se la crisi attuale non è, per fortuna, lontanamente paragonabile<br />

a quella del 1929, quando negli USA un cittadino<br />

su quattro perse il posto di lavoro e il PIL, prodotto<br />

interno lordo, americano scese del 30% (ora si prevede<br />

al più qualche trimestre di crescita negativa dell’1 o 2<br />

percento), è purtroppo oggi riemersa forte ovunque la<br />

tentazione di ristatalizzare l’economia, mascherandola<br />

con piani di salvataggio per banche e industrie, e invocando<br />

un nuovo sistema di regole e controlli per il sistema<br />

finanziario internazionale, additato come il principale<br />

responsabile della recessione.<br />

Che certa finanza, anche e soprattutto per le sue ambigue<br />

commistioni con la politica, abbia la sua parte di responsabilità<br />

è assodato, che abbia pure dato origine a quella<br />

che Bush padre ha definito la “voodoo economics”, in<br />

cui si sono incubati i germi di questa crisi, è altrettanto<br />

vero, ma non basta questo per condannare il sistema finanziario<br />

internazionale, per ingabbiarlo in una più rigida<br />

rete di regole. Si dimentica troppo facilmente che è stato<br />

questo sistema a finanziare la crescita economica mondiale<br />

degli ultimi 15 anni, che ha sostenuto l’innovazione<br />

tecnologica raccogliendo risparmi in quei Paesi, come la<br />

Cina, dove si risparmiava, per investirli nei Paesi avanzati,<br />

incrementandone la produttività. Si dimentica che senza<br />

le tanto vituperate banche d’investimento e i venture capitalist<br />

- ricordano Alesina e Giavazzi - non sarebbero nati<br />

fenomeni come Google o Yahoo, che furono essi a scommettere<br />

su queste aziende quando ancora non facevano<br />

alcun profitto. E senza quell’enorme flusso di risparmio<br />

verso le “dot.com” (sino a far scoppiare la grande bolla<br />

del 2001) Internet non avrebbe avuto l’impetuoso sviluppo<br />

che nel giro di pochi anni ha cambiato il mondo.<br />

Ad innescare la crisi non sono stati la liberalizzazione dei<br />

mercati, la globalizzazione, gli speculatori finanziari o la<br />

tumultuosa crescita della Cina che ha pure sostenuto la<br />

frenesia consumistica degli USA, ma la cattiva politica.<br />

Quella politica che ha alterato gli equilibri tra Stato e mercato,<br />

che ha incoraggiato con protezioni e privilegi la mala<br />

finanza disancorandola da ogni principio di responsabilità.<br />

Negli USA il terremoto dei subprime è nato nell’ombra<br />

degli apparati governativi e di potenti protezioni politiche,<br />

si è alimentato con la folle strategia della banca centrale<br />

che aveva azzerato il costo del denaro. Ora dalla crisi<br />

non si esce ingessando l’economia e i mercati finanziari<br />

o elevando nuove barriere protezionistiche. Né salvando,<br />

dal fallimento o sussidiando, come si tenta di fare in<br />

qualche Paese, imprese nazionali scarsamente produttive,<br />

poiché ciò significherebbe solo impedire la nascita<br />

di altre imprese capaci di offrire qualità migliore a costo<br />

minore, con grande vantaggio dei cittadini consumatori.<br />

Perché è questa la logica del libero mercato: distruggere<br />

per creare in un processo continuo di avanzamento. “Il<br />

capitalismo può produrre crisi gravi - concludono i due<br />

economisti - ma rimane il sistema economico migliore<br />

che il genere umano sia stato in grado di creare”.<br />

<strong>Ti</strong>tolo: La crisi.<br />

Può la politica salvare il mondo?<br />

Autore: Alberto Alesina<br />

e Francesco Giavazzi<br />

Editore: : Il Saggiatore<br />

Pagine: 142<br />

17


Agenda<br />

18 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

• Domenica 8 febbraio <strong>2009</strong>: Votazione popolare, si<br />

voterà in merito alla Libera circolazione delle persone<br />

Svizzera-UE, ossia al rinnovo dell’Accordo ed all'estensione<br />

alla Bulgaria e alla Romania.<br />

• Giovedì 19 febbraio <strong>2009</strong>, alle ore 16.30, presso l’Hotel<br />

Parco Paradiso - Lugano: Come fare business in<br />

Medio Oriente - “Business e aspetti culturali”: ciclo<br />

di incontri con il mondo mediorientale, per informazioni<br />

e iscrizioni contattare la Signora Veljkovic: veljkovic@<br />

cci.ch<br />

• Lunedì 9 marzo <strong>2009</strong>, alle ore 16.30, presso l’Hotel<br />

Parco Paradiso - Lugano: Come fare business in<br />

Medio Oriente – “Aspetti doganali e problemi di<br />

spedizione”: ciclo di incontri con il mondo mediorientale,<br />

per informazioni e iscrizioni contattare la Signora<br />

Veljkovic: veljkovic@cci.ch<br />

• Lunedì 6 aprile <strong>2009</strong>, alle ore 16.30, presso l’Hotel<br />

Parco Paradiso - Lugano: Come fare business in Medio<br />

Oriente – “Finanziamento delle esportazioni”:<br />

ciclo di incontri con il mondo mediorientale, per informazioni<br />

e iscrizioni contattare la Signora Veljkovic:<br />

veljkovic@cci.ch<br />

cadro 1/4:Layout 1 15.1.<strong>2009</strong> 11:28 Pagina 1<br />

San<br />

Sabato, 14 febbraio <strong>2009</strong><br />

Valentino<br />

MENU<br />

Aperitivo offerto<br />

Gamberoni croccanti su insalata d’asparagi<br />

❤ ❤ ❤<br />

Tortelli di “San Valentino”<br />

alla crema di mascarpone<br />

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Cuore di filetto di manzo in sfoglia,<br />

jus alle erbette,<br />

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Attualita`<br />

di Stefano Modenini, Direttore di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere<br />

A grande maggioranza le cittadine e i cittadini<br />

svizzeri si aspettano che lo Stato spenda<br />

il denaro pubblico con estrema prudenza<br />

e agisca dunque con parsimonia. Inoltre, le<br />

svizzere e gli svizzeri non vedono di buon<br />

occhio i debiti e ritengono che lo Stato<br />

debba ridurre i disavanzi agendo principalmente<br />

attraverso la riduzione delle spese.<br />

Sono queste le principali conclusioni alle<br />

quali giunge il “monitor finanziario 2008”,<br />

elaborato dall’istituto Gfs di Berna in collaborazione<br />

con economiesuisse, per sondare<br />

l’opinione della popolazione elvetica sulla<br />

politica delle finanze pubbliche.<br />

In effetti è già dal 2001 che economiesuisse<br />

realizza regolarmente proprio in collaborazione<br />

con l’istituto Gfs di Berna delle inchieste<br />

per valutare il gradimento delle svizzere<br />

e degli svizzeri sulle finanze pubbliche,<br />

l’evoluzione della spesa e l’indebitamento.<br />

Ora queste inchieste sono state riunite nel<br />

“monitor finanziario”, che verrà regolarmente<br />

pubblicato. Questi in particolare i risultati<br />

del “monitor finanziario 2008”.<br />

Lo Stato deve essere efficiente<br />

Per la gran parte della popolazione – l’80%<br />

– obiettivo principale della politica finanziaria<br />

deve essere quello di ridurre sia le spese<br />

sia le imposte. In quest’ottica lo Stato deve<br />

destinare le risorse a disposizione nella maniera<br />

più ottimale possibile. Ne consegue pure<br />

che le svizzere e gli svizzeri sono contrari<br />

ad un’espansione dello Stato, anzi, chiedono<br />

una delimitazione precisa dello Stato stesso.<br />

In quali settori risparmiare?<br />

Sempre più le svizzere e gli svizzeri pensano<br />

che lo Stato debba essere chiamato a risparmiare.<br />

Vi sono dei settori tuttavia – agricoltura,<br />

settore sanitario e costruzione delle<br />

strade – dove non si escludono nuove spese.<br />

Ma in quali settori risparmiare? Le risposte<br />

sono chiare: bisogna risparmiare nel settore<br />

dell’asilo (64%; per il 30% bisogna invece<br />

spendere quanto si spende attualmente);<br />

dell’amministrazione pubblica (63%; per il<br />

31% bisogna mantenere l’attuale livello di<br />

spesa); dell’esercito (62%; il 31% pensa sia<br />

giusto mantenere il livello di spesa attuale);<br />

GlI svIzzerI voGlIono rIsparmI<br />

e sI opponGono all’IndeBItamento<br />

nel servizio diplomatico (56%; per il 35%<br />

va bene spendere quanto si spende oggi) e<br />

nel settore dell’aiuto allo sviluppo (41%; per<br />

il 44% invece bisogna spendere quanto si<br />

spende attualmente).<br />

All’inverso invece, il 49% delle svizzere e<br />

degli svizzeri ritiene si debba spendere maggiormente<br />

nell’AVS (il 40% dice che bisogna<br />

spendere quanto si spende attualmente),<br />

percentuale che è del 42% al capitolo della<br />

formazione (per il 49% bisogna mantenere<br />

la spesa attuale in questo settore).<br />

Evitare l’indebitamento<br />

La maggior parte delle svizzere e degli svizzeri<br />

danno priorità all’equilibrio delle finanze<br />

pubbliche. In effetti, in caso di eccedenza<br />

finanziaria il 56% di loro ritiene che questa<br />

eccedenza debba essere destinata alla<br />

riduzione del debito. All’inverso, in caso di<br />

disavanzo l’85% ritiene si debba procedere<br />

ad una riduzione delle spese. L’aumento delle<br />

imposte entra in considerazione solo per<br />

il 7% degli interpellati, mentre solo il 3% è<br />

favorevole ad un aumento del debito.<br />

Quali conclusioni trarre dai risultati del<br />

“monitor finanziario 2008”? Bisogna innanzitutto<br />

perseguire una strategia che mira<br />

ad una quota-parte dello Stato e ad una<br />

quota-parte fiscale basse. Per tenere sotto<br />

controllo l’indebitamento occorre utilizzare<br />

lo strumento del freno all’indebitamento,<br />

estendendo il suo controllo anche alle assicurazioni<br />

sociali. Su questo punto tocca<br />

principalmente al Consiglio federale e al<br />

Parlamento prendere la decisione di inserire<br />

nella legge la regola del finanziamento durevole<br />

delle assicurazioni sociali. La recente<br />

bocciatura dell’iniziativa sul pensionamento<br />

a 62 anni dimostra inoltre la volontà della<br />

popolazione elvetica di non mettere in discussione<br />

l’impalcatura dell’AVS procedendo<br />

con avventure finanziarie incerte.<br />

Considerando il fatto che a seguito della crisi<br />

finanziaria le entrate degli enti pubblici<br />

diminuiranno, l’esame dei compiti dello Stato<br />

diventa ancor più una priorità. A maggior<br />

ragione non è saggio aumentare in maniera<br />

incontrollata le spese.<br />

19


Attualita`<br />

di Boris Zürcher e Daniela Lepori, Avenir Suisse<br />

20 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

GloBalIzzazIone: una crescIta<br />

senza precedentI<br />

Gli ultimi 20 anni sono stati caratterizzati da un incremento<br />

del volume commerciale mondiale e da una crescita<br />

economica come mai prima nella storia dell’umanità.<br />

Solo pochi esperti avevano pronosticato un aumento del<br />

tenore di vita a livello globale così repentino.<br />

A titolo d’esempio, secondo le stime della Banca Mondiale<br />

infatti, tra il 1990 e il 2004 più di 400 milioni di<br />

cinesi sono usciti dalla povertà che li affliggeva. L’India<br />

ha subìto una crescita economica importante, il ceto medio<br />

brasiliano e messicano è prosperato e persino Paesi<br />

africani come il Ghana o la Tanzania, partecipano alla<br />

crescita del benessere a livello planetario.<br />

I primi passi di grande fenomeno<br />

La globalizzazione non rappresenta però un fenomeno<br />

che si è sviluppato solo negli ultimi decenni: possiamo<br />

infatti andare a ritrovare le sue basi già molto prima.<br />

Verso la fine del Diciottesimo secolo ebbe inizio la rivoluzione<br />

industriale. Grazie al vapore si facevano funzionare<br />

le macchine, i treni e le navi. Questo provocò la prima<br />

ondata di globalizzazione: le materie prime, i beni e le<br />

persone infatti, avevano la possibilità di viaggiare facilmente<br />

anche per lunghe distanze. Le aziende europee<br />

per esempio prelevavano le materie prime dalle colonie e<br />

rifornivano il mondo con i loro articoli convenienti prodotti<br />

in serie. Questo portò ad un vivace e proficuo scambio<br />

transfrontaliero.<br />

A seguito delle due guerre mondiali e della crisi economica<br />

il libero scambio subì un’importante battuta d’arresto.<br />

A partire dagli anni Cinquanta però, le multinazionali,<br />

soprattutto statunitensi iniziarono a conquistare i mercati<br />

del mondo intero. Esse, grazie alle loro importanti<br />

dimensioni poterono imporre le loro marche in tutto il<br />

pianeta. Per citarne una su tutti: la Coca-Cola. Grazie<br />

alle estese possibilità di comunicazione le multinazionali<br />

fornivano sempre meno prodotti dalla sede principale,<br />

bensì producevano i propri articoli in loco. Grazie a questo<br />

fenomeno a partire dagli anni Cinquanta e Sessanta<br />

il mondo occidentale visse un rilancio importante che per<br />

la prima volta nella storia creò benessere per la maggior<br />

parte delle persone.<br />

Dal crollo della cortina di ferro nel 1989 il mondo si è<br />

trasformato in un unico mercato globale, coinvolgendo<br />

anche colossi come Cina, India e Russia. Numerose multinazionali<br />

occidentali hanno pertanto trasferito milioni di<br />

posti di lavoro all’estero per approfittare delle condizioni<br />

favorevoli offerte dal basso costo del lavoro, ma anche per<br />

sfruttare questi enormi mercati. La produzione odierna è<br />

caratterizzata dal «global sourcing»: le catene del valore<br />

vengono scomposte in singoli anelli; i team collaborano<br />

anche a livello intercontinentale.<br />

Svizzera: quanto sei global?<br />

Come il resto del mondo il nostro Paese ha vissuto una<br />

continua crescita e a partire dal 1997 un importante<br />

aumento dell’occupazione. Negli ultimi dieci anni in Svizzera<br />

sono stati creati più di 461’000 nuovi posti di lavoro.<br />

Essendo una nazione piccola senza sbocchi sul mare e non<br />

possedendo materie prime, la Svizzera ha sempre dovuto<br />

commerciare con gli altri Paesi: a livello mondiale Ginevra<br />

e Zugo sono oggigiorno per esempio tra i crocevia più importanti<br />

per il petrolio greggio, i metalli, i cereali e il caffè.<br />

Anche nel mondo globalizzato, dove gli Stati Uniti, l’UE<br />

e in misura crescente anche l’Asia dettano sempre più<br />

le regole del gioco, la Svizzera ricopre una posizione importante.<br />

Per esempio, il nostro Paese possiede un patrimonio<br />

netto all’estero di 560 miliardi di franchi che<br />

corrisponde al 115% del suo Prodotto Interno Lordo: esso<br />

si colloca già da dieci anni al di sopra della sua produzione<br />

economica annua.<br />

La piazza finanziaria elvetica, terra di due tra le maggiori<br />

banche al mondo ha un peso elevato, motivo per cui<br />

risente delle crisi finanziarie internazionali. L’economia<br />

locale si contraddistingue però per un’ampia gamma di<br />

prodotti richiesti a livello mondiale: ciò tutela la Svizzera<br />

da crolli di mercato in singoli settori che possono gravare<br />

su tutta l’economia nazionale. Neanche il commercio<br />

estero si limita, a differenza di molti altri Paesi, a pochi<br />

settori: la Svizzera commercia con tutto il mondo e percepisce<br />

dunque in modo meno traumatico i crolli congiunturali<br />

in alcune regioni. Grande importanza viene data<br />

allo scambio con l’UE, alla quale la Svizzera è legata con<br />

gli accordi bilaterali: l’84% delle importazioni proviene<br />

dalla comunità europea, il 64% delle esportazioni vi sono<br />

destinate. La Svizzera importa quasi quanto esporta, la<br />

sua bilancia commerciale è dunque in pari.<br />

Sono numerosi i ranking che valutano il livello di globalizzazione<br />

o la competitività dei Paesi. In alcuni casi la<br />

loro attendibilità può essere messa in discussione, ma<br />

nel complesso emerge che la Svizzera è uno dei Paesi più<br />

competitivi, liberali e internazionali al mondo.<br />

La globalizzazione in tasca<br />

Avenir Suisse ha pensato di ideare un breviario che ha<br />

come scopo di spiegare il fenomeno complesso della globalizzazione<br />

in modo semplice e completo. La pubblicazione<br />

si indirizza a tutti gli interessati che non hanno per<br />

forza basi d’economia ma sono desiderosi di scoprire le<br />

varie sfaccettature di un fenomeno così importante.<br />

Il breviario è ottenibile presso Avenir Suisse al numero<br />

+41 44 445 90 00 o via mail assistent@avenir-suisse.ch.


Attualita`<br />

di Cristina Milani, Great Place to Work Switzerland<br />

nell’arIa c’è voGlIa dI FIducIa<br />

È possibile asserire che la fiducia viene definita come<br />

un’emozione, un comportamento di risposta profondamente<br />

legato alle motivazioni, suscitato da stimoli interni<br />

o esterni.<br />

Potremmo asserire che si tratta di un meccanismo che ci<br />

ritroviamo dalla nascita e che ci permette di sopravvivere,<br />

confidando pienamente nelle persone che ci accudiscono.<br />

In questo senso, la fiducia sarebbe un meccanismo innato<br />

ed universale, ma la fiducia è un processo molto<br />

più complesso. È una relazione sociale su base cognitiva<br />

ed affettiva, da un lato è opinione, dall’altro è feeling;<br />

ma fidarsi è anche una decisione. La relazione di fiducia<br />

nasce prima di tutto come un rapporto empatico,<br />

attraverso uno scambio di informazioni su chi è l’altro,<br />

cosa desidera, cosa prova, utilizzando tutti i canali della<br />

comunicazione.<br />

La fiducia ci guida nelle scelte. Inoltre, ci permette di<br />

costruire alleanze, di scegliere chi è amico, di selezionare<br />

prodotti d’uso quotidiano o beni durevoli, ma anche di<br />

confidarci ad un consulente bancario per i nostri risparmi.<br />

In questa epoca moderna, la fiducia del consumatore<br />

rappresenta il motore dell’economia; non per nulla negli<br />

ultimi mesi si è assistito a cali spaventosi delle vendite<br />

in settori come quello automobilistico.<br />

Nel settore alimentare molte sigle (ad esempio DOC, DOP<br />

oppure i vari “made in”) si sono fatti portatori della bontà<br />

dei prodotti a garanzia della fiducia presso il consumatore.<br />

In altri casi è stata la reputazione, basata sulle capacità<br />

relazionali, i valori di immagine e la gestione etica delle<br />

aziende a permettere di acquisire fiducia presso i consumatori.<br />

Nokia, Barilla, BMW, Sony, Philips, Luxottica, Samsung,<br />

Microsoft, Toyota, Illy, Apple e Granarolo sono, nell'ordine,<br />

le imprese che nel 2007 risultavano godere in assoluto<br />

della più alta corporate reputation in Italia (sia nella percezione<br />

degli opinion leader che dell'opinione pubblica)<br />

secondo la ricerca ideata e realizzata da Cohn&Wolfe e<br />

dall'istituto Research International. Nel passato, aziende<br />

quali Swissair, UBS, Parmalat o Cirio godevano di questo<br />

stesso status, poi sfumato all’improvviso.<br />

Dare fiducia significa abbassare le difese, ritenendo veritiero<br />

quello che ci viene detto, alle volte senza neppure<br />

verificarne la veridicità. Lo sboom economico del 2008 è<br />

un esempio di come questo sentimento possa scolorire.<br />

La fiducia serve in un’epoca complessa dove è sempre<br />

più difficile orientarsi nelle mille proposte offerte giornalmente<br />

specialmente attraverso i media.<br />

La fiducia è alla base di qualsiasi rapporto umano, si dice<br />

che bastino 30 secondi per affidarci o meno ad un estraneo.<br />

Nel mondo del lavoro il Codice delle Obbligazioni<br />

svizzero afferma che il principio di base sul quale si fonda<br />

qualsiasi contratto di lavoro è il concetto della fiducia.<br />

Creare fiducia all’interno di un’azienda significa occuparsi di:<br />

• credibilità: comunicando regolarmente i programmi e i<br />

piani dell'azienda ai dipendenti e richiedendo i loro pareri.<br />

Le persone sono coordinate in modo efficiente ed<br />

efficace, cosi che vengano a conoscenza del rapporto<br />

tra il loro lavoro e gli obiettivi dell'azienda.<br />

• rispetto: i dipendenti ricevono gli strumenti, le risorse e<br />

la preparazione necessari a svolgere il lavoro. Diventano<br />

partecipi delle attività dell'azienda, laddove è incoraggiato<br />

lo spirito di collaborazione tra i reparti.<br />

• equità: il successo economico è condiviso in modo equo<br />

attraverso la retribuzione e i benefit. Le decisioni di<br />

assunzione e promozione vengono prese in modo imparziale.<br />

In azienda, come nel mercato, la fiducia è un facilitatore<br />

di business. Elaborando un modello matematico della<br />

fiducia, Paul J. Zak (Paul J. Zak, professore di economia<br />

e fondatore del centro studi in neuroeconomia della Claremont<br />

University) ha scoperto che è tra i più interessanti<br />

indicatori della ricchezza di una nazione. I Paesi con<br />

bassi livelli di fiducia interpersonale sono tra i più poveri,<br />

frenando la circolazione di investimenti, idee e risorse.<br />

Great Place to Work Switzerland<br />

(www.greatplacetowork.ch)<br />

21


Attualita`<br />

di Arianna Crivelli<br />

22 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Flash suGlI accordI BIlateralI<br />

Il 27 novembre 2008 abbiamo avuto l’onore di accogliere<br />

la Consigliera federale Doris Leuthard, nella sua unica<br />

uscita pubblica in <strong>Ti</strong>cino per sostenere la campagna in<br />

merito alla riconferma della libera circolazione e sulla sua<br />

estensione a Romania e Bulgaria. Ricordiamo che è stata<br />

la Lega dei ticinesi a lanciare il referendum contro l’estensione<br />

della libera circolazione delle persone a Romania<br />

e Bulgaria e il prossimo 8 febbraio saremo chiamati alle<br />

urne. Durante la conferenza la Ministra dell’economia è<br />

stata molto diretta e ha invitato il pubblico presente a<br />

sostenere con vigore la libera circolazione delle persone,<br />

ben consapevole che il <strong>Ti</strong>cino si trova in una posizione<br />

geografica “delicata”. Ma secondo la Consigliera federale<br />

“gli Accordi bilaterali sono un successo e la libera<br />

circolazione delle persone ha creato più opportunità che<br />

problemi”. Inoltre ha sottolineato la sua comprensione<br />

per la paura dei cittadini ticinesi di un arrivo numeroso<br />

di frontalieri ma ha anche affermato che i frontalieri ci<br />

sono con o senza i Bilaterali. Ha ribadito che occorre<br />

cercare di essere il più obbiettivi possibili e guardare<br />

la questione nel suo complesso e non solo fermarsi al<br />

proprio Cantone; a tal proposito non bisogna dimenticare<br />

che la Svizzera è fortemente dipendente dall’Europa e<br />

circa un terzo della sua crescita economica degli scorsi<br />

anni lo deve all’Unione Europea. La Consigliera federale<br />

ha voluto anche rassicurare i cittadini ticinesi in merito ai<br />

rapporti con la vicina Penisola: i problemi di reciprocità<br />

con l’Italia sono noti e a tal riguardo si sta cercando di<br />

trovare una soluzione collaborando con le vicine Camere<br />

di commercio di frontiera.<br />

Si ricorda che la libera circolazione delle persone è giuridicamente<br />

legata al pacchetto degli Accordi bilaterali I e<br />

se non viene rinnovata, anche gli altri Accordi decadono.<br />

La votazione dell’8 febbraio riguarda pertanto anche il<br />

proseguimento dei Bilaterali I nel loro insieme (la cosiddetta<br />

“clausola ghigliottina”). Sarebbero inoltre messi in<br />

discussione anche gli accordi di Schengen e Dublino.<br />

Dire No alla libera circolazione significa minare la via<br />

bilaterale e soprattutto mettere in pericolo i rapporti con<br />

l’Unione Europea e per la Svizzera questi rapporti sono<br />

vitali, visto che la vicina Europa è il suo principale partner<br />

economico. Dopo il discorso della Consigliera federale<br />

abbiamo avuto il piacere di ospitare ad una tavola rotonda<br />

Valentino Benicchio, Attilio Bignasca, Fulvio Pelli, Pierre<br />

Rusconi e come moderatore Giancarlo Dillena, i quali<br />

hanno creato una vivace discussione sul tema.<br />

SÌ al decreto federale sul rinnovo dell’Accordo sulla libera<br />

circolazione delle persone tra la Svizzera e l’UE e<br />

sulla estensione alla Bulgaria e alla Romania<br />

La Consigliera federale Doris Leuthard con Luca Albertoni Direttore<br />

della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Da sinistra: i Consiglieri di Stato Luigi Pedrazzini e Laura Sadis e il<br />

Consigliere agli Stati Filippo Lombardi<br />

La Consigliera federale Doris Leuthard


La Consigliera federale Doris Leuthard, alla sua sinistra il Presidente<br />

della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> Franco Ambrosetti ed alla sua destra il Consigliere agli<br />

Stati Filippo Lombardi<br />

In primo piano il Consigliere nazionale della Lega dei <strong>Ti</strong>cinesi Attilio<br />

Bignasca; seguono il Presidente dell’UDC <strong>Ti</strong>cino Pierre Rusconi; il<br />

moderatore del dibattito Giancarlo Dillena Direttore del Corriere del<br />

<strong>Ti</strong>cino<br />

In primo piano Fulvio Pelli, Consigliere nazionale PLR e Presidente<br />

del PLR svizzero; Valentino Benicchio imprenditore<br />

Foto © Laureta Daulte - www.loretadaulte.com<br />

In Breve:<br />

Accordi bilaterali Svizzera-UE<br />

La Svizzera mantiene relazioni strette con l’Unione Europea<br />

sia a livello economico e politico che culturale. Queste relazioni<br />

sono disciplinate da un insieme di Accordi bilaterali<br />

conclusi, nel corso di decenni, tra la Svizzera e l’UE. Le principali<br />

tappe sono:<br />

• l’Accordo di libero scambio (ALS), del 1972<br />

• l'Accordo sulle assicurazioni del 1989<br />

• gli Accordi bilaterali I del 1999<br />

• gli Accordi bilaterali II del 2004<br />

L’Accordo di libero scambio risalente al 1972 ha permesso<br />

di smantellare o ridurre gli ostacoli tariffari al commercio<br />

(dazi doganali, contingenti) sui prodotti industriali tra le<br />

due parti contraenti e d’introdurre la liberalizzazione del<br />

commercio per i prodotti agricoli trasformati, creando in tal<br />

modo una zona di libero scambio. Dato che le politiche doganali<br />

(unione doganale) tra la Svizzera e l’Unione Europea<br />

non sono armonizzate, i controlli delle merci alle frontiere<br />

sono mantenuti.<br />

L’Accordo sulle assicurazioni del 1989 tra la Svizzera e la<br />

Comunità Europea (CE) garantisce alle compagnie di assicurazione<br />

svizzere gli stessi diritti di stabilirsi nell’UE delle<br />

loro concorrenti degli Stati membri.<br />

Gli Accordi bilaterali I vertono principalmente sulla reciproca<br />

apertura dei mercati. Questi riguardano sette settori specifici:<br />

la libera circolazione delle persone, gli ostacoli tecnici<br />

al commercio, gli appalti pubblici, l’agricoltura, il trasporto<br />

aereo e i trasporti terrestri così come la partecipazione della<br />

Svizzera ai programmi di ricerca dell’UE.<br />

Gli Accordi bilaterali II contemplano nuovi interessi economici<br />

ed ampliano la cooperazione ad altri settori politici<br />

quali: la sicurezza interna, l’asilo, l’ambiente e la cultura.<br />

Essi riguardano i seguenti temi importanti: Schengen/Dublino,<br />

la fiscalità del risparmio, i prodotti agricoli trasformati,<br />

l’Accordo MEDIA, l’ambiente, la statistica, la lotta contro<br />

la frode, le pensioni nonché l’educazione e la formazione<br />

professionale.<br />

Ad ogni allargamento dell'Unione Europea, gli Accordi vengono<br />

estesi automaticamente a tutti i nuovi Stati membri<br />

dell'UE. Nel caso della libera circolazione delle persone<br />

invece, le modalità di estensione ai nuovi Paesi membri<br />

devono essere definite per ogni singolo allargamento tramite<br />

un protocollo all'Accordo. Il popolo svizzero dovrà quindi<br />

pronunciarsi, il prossimo 8 febbraio <strong>2009</strong>, sul nuovo protocollo<br />

aggiuntivo stabilito per la Bulgaria e la Romania, che<br />

sono diventati membri dell'UE nel 2007.<br />

La libera circolazione delle persone è giuridicamente legata<br />

agli accordi dei Bilaterali I: se non viene rinnovata, anche<br />

gli altri accordi decadono, conseguentemente la votazione<br />

riguarda anche il proseguimento degli altri accordi dei Bilaterali<br />

I. Sarebbero messi in discussione anche gli accordi di<br />

Schengen e Dublino (Bilaterali II).<br />

Ricordiamo che dal 2002, ossia dall’introduzione della libera<br />

circolazione delle persone, i cittadini svizzeri hanno<br />

il diritto di abitare e lavorare nell’UE. Lo stesso vale per<br />

i cittadini dell’UE in Svizzera. Per questo devono essere<br />

adempiute talune condizioni: è rilasciato un permesso di<br />

soggiorno a chi ha un contratto di lavoro, esercita un’attività<br />

indipendente o può provvedere al proprio sostentamento<br />

con mezzi propri. L’Accordo disciplina inoltre la sicurezza<br />

sociale e il riconoscimento dei diplomi professionali.<br />

Fonte: www.admin.ch e www.libera-circolazione.ch<br />

23


Rete di<br />

aziende<br />

Attualita`<br />

Intervista a Remo Tamburlin, Coordinatore ARAF <strong>Ti</strong>cino, di Lisa Pantini<br />

La risposta alle vostre esigenze<br />

Più aziende si appoggiano ad un ente esterno (Istituzione<br />

guida) e, a rotazione di almeno un anno, si<br />

dividono:<br />

• i doveri<br />

• la formazione<br />

• le responsabilità Remo e Tamburlin<br />

• gli oneri finanziari legati ad un posto di tirocinio<br />

Ogni azienda mette quindi a disposizione un tassello<br />

di formazione senza preoccuparsi del suo insieme.<br />

24 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Formare In rete Interessa:<br />

le proposte dI araF tIcIno<br />

ARAFticino<br />

ASSOCIAZIONE DELLA RETE<br />

DI AZIENDE FORMATRICI<br />

DEL CANTONE TICINO<br />

Informazioni:<br />

ARAF <strong>Ti</strong>cino<br />

Via Vallone 27<br />

6500 Bellinzona<br />

araf@sicticino.ch<br />

Telefono 091 821 01 01<br />

ARAF <strong>Ti</strong>cino è nata il 31 gennaio 2007 dalla<br />

cooperazione tra la Federazione ticinese della<br />

Società degli impiegati del commercio (SIC<br />

<strong>Ti</strong>cino), la Camera di commercio, dell’indu-<br />

Promotori:<br />

stria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone<br />

Repubblica e<br />

Cantone <strong>Ti</strong>cino<br />

<strong>Ti</strong>cino (<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>), l’Associazione delle industrie<br />

commercio<br />

Camera industria cantone <strong>Ti</strong>cino<br />

ticinesi (AITI), e il Cantone per promuovere<br />

artigianato<br />

l’apprendistato attraverso la condivisione aiti del<br />

ASSOCIAZIONE INDUSTRIE TICINESI<br />

posto di tirocinio fra quelle aziende che non<br />

hanno mai formato giovani leve o che hanno<br />

smesso di farlo. Concretamente, più aziende si<br />

appoggiano a un ente esterno (Istituzione guida)<br />

e, a rotazione di almeno un anno, si dividono<br />

i doveri, la formazione, le responsabilità e gli<br />

oneri finanziari legati a un posto di tirocinio in<br />

campo commerciale. Ogni azienda mette quindi<br />

a disposizione un tassello di formazione e<br />

l’Istituzione guida si preoccupa del suo insieme.<br />

Abbiamo incontrato Remo Tamburlin, uno dei<br />

coordinatori del progetto con Tamara Pedrazzoli<br />

Bernasconi.<br />

Nel mese di febbraio <strong>2009</strong>, ARAF <strong>Ti</strong>cino entra<br />

nel suo terzo anno di esistenza, l’ultimo della<br />

fase di implementazione del progetto lanciato<br />

due anni orsono da SIC <strong>Ti</strong>cino e dalla Camera di<br />

commercio, dell'industria, dell'artigianato e dei<br />

servizi del cantone <strong>Ti</strong>cino, sostenuti da Cantone e<br />

Confederazione. È possibile tracciare un bilancio<br />

prima della messa in opera definitiva del nuovo<br />

progetto di formazione in rete?<br />

“Se per bilancio intendiamo l’insieme degli aspetti quantitativi<br />

relativi ai primi due anni di vita di ARAF <strong>Ti</strong>cino, il resoconto<br />

intermedio è senz’altro positivo. L’Associazione ha creato 14<br />

nuovi posti di tirocinio nel settore terziario, 5 in più di quanto<br />

previsto nel progetto iniziale. Delle aziende che hanno adottato<br />

questa nuova forma organizzativa particolare nell’ambito<br />

della formazione professionale di base e che condividono la<br />

preparazione in rete dei 14 apprendisti impiegati di commercio,<br />

2 operano nella regione Biasca e Valli, 7 nel Bellinzonese,<br />

1 nel Locarnese, 2 nel Luganese e 2 nel Mendrisiotto. Un<br />

risultato sicuramente importante se consideriamo che negli<br />

ultimi ARAFticino<br />

5 anni il numero di posti di tirocinio disponibili nel set-<br />

ASSOCIAZIONE DELLA RETE<br />

tore commerciale si è assestato attorno alle 300 unità contro<br />

DI AZIENDE FORMATRICI<br />

DEL CANTONE<br />

le 600 del 1995.<br />

Per un bilancio complessivo, attenderei invece la fine della<br />

fase progettuale, anche se stiamo comunque già lavorando,<br />

con tutti i nostri partner, sia al confronto degli aspetti qualitativi<br />

correlati al nuovo modello formativo, sia all’analisi della<br />

situazione congiunturale”.<br />

ARAF <strong>Ti</strong>cino propone un modello formativo<br />

alternativo per la formazione duale di base che<br />

ben si adatta, lo leggiamo nella documentazione<br />

istituzionale dell’Associazione, alla realtà di<br />

quelle aziende che non hanno mai formato<br />

apprendisti impiegati di commercio, o che hanno<br />

smesso di farlo. Può darci qualche informazione<br />

supplementare?<br />

“Prendiamo le aziende che non hanno mai formato. Ve ne<br />

sono di quelle che avrebbero una gran voglia di formare apprendisti,<br />

ma che non sono in grado di farlo, o perché dispongono<br />

di poco personale, o perché non dispongono di<br />

personale qualificato a farlo, né di conoscenze sufficienti della<br />

nuova formazione commerciale di base. Tali elementi possono<br />

effettivamente condizionare l’investimento iniziale nella formazione<br />

professionale. Il fatto, poi, che debbano assumersi<br />

un simile impegno per un periodo di tre anni, fa si che l’idea<br />

di formare un apprendista venga posticipata di anno in anno.<br />

Altre aziende invece, essendo fortemente specializzate in alcuni<br />

ambiti, sono molto scrupolose nella decisione in quanto<br />

sanno di non poter garantire una formazione completa all’apprendista<br />

nell’arco dei tre anni.<br />

A queste aziende il modello formativo proposto da ARAF<br />

<strong>Ti</strong>cino offre delle possibilità interessanti. Entrando in rete,<br />

l’azienda si appoggia a un ente esterno, che l’accompagna<br />

nella formazione dell’apprendista, e, a rotazione di almeno<br />

un anno, divide con le altre aziende associate i doveri, la<br />

formazione e le responsabilità legati a un posto di tirocinio”.<br />

Potrebbe illustrare questi fatti con un esempio?<br />

“Tradotto in altre parole, l’azienda stipulerà un contratto di


formazione della durata di un anno con ARAF <strong>Ti</strong>cino, parteciperà<br />

alla stesura del programma di formazione (obiettivi,<br />

modalità e tempi), accompagnerà, osserverà e valuterà<br />

l’apprendista nel periodo di formazione in seno all’azienda e<br />

parteciperà ai costi generati dalla sua assunzione. La responsabilità<br />

dell’assunzione e della firma del contratto di tirocinio<br />

è delegata ad ARAF <strong>Ti</strong>cino, che è chiamata a concentrarsi sia<br />

sulla qualità della formazione, sia sugli aspetti amministrativi<br />

correlati. Così facendo, l’azienda ci guadagna, in quanto dedica<br />

meno tempo alla gestione dell’apprendista, ritrovandosi<br />

più tempo per le attività correnti, e dispone di un apprendista<br />

più produttivo poiché selezionato e seguito da professionisti<br />

della formazione. L’azienda soddisfatta rinnoverà il contratto<br />

di formazione di anno in anno”.<br />

E la rotazione?<br />

“Fra gli incarichi affidati ad ARAF <strong>Ti</strong>cino vi sono quelli inerenti<br />

alla promozione e all’offerta di posti di tirocinio di qualità. Generalmente,<br />

l’apprendista dovrebbe ricevere una formazione<br />

di base comune, che gli permetterà di affrontare con competenza,<br />

una volta diplomato, le attività tipiche dell’impiegato<br />

di commercio nei diversi settori e/o funzioni dell’economia<br />

e dell’amministrazione. Ed è proprio su questi aspetti che<br />

puntiamo, anche perché il mondo del lavoro chiede sempre<br />

più personale altamente qualificato. La nuova formazione<br />

commerciale, spesso considerata troppo impegnativa, non è<br />

quindi altro che il frutto della domanda di mercato.<br />

La professione di impiegato di commercio è caratterizzata<br />

da una grande varietà di attività. Ognuna di queste prende<br />

maggiore o minore importanza a seconda dell’azienda in cui<br />

la formazione viene esercitata. Verificate le potenzialità formative<br />

delle aziende associate, ARAF <strong>Ti</strong>cino definisce i piani<br />

di rotazione degli apprendisti nell’ottica di una formazione<br />

completa. Capita quindi che fra le aziende citate, ve ne siano<br />

di quelle che potrebbero formare bene un apprendista nei<br />

campi delle relazioni con la clientela (accoglienza, contatti<br />

interpersonali…), della corrispondenza e della documentazione<br />

(invio di comunicazioni, dati e fatture; apertura, controllo<br />

e distribuzione della documentazione…), della gestione delle<br />

informazioni e dell’utilizzo delle tecnologie della comunicazione,<br />

ma non nelle elaborazioni contabili/finanziarie (attività<br />

spesso svolte in outsourcing) e nel marketing.<br />

Ecco che la soluzione della formazione in rete diventa particolarmente<br />

interessante. Nell’esempio descritto, una prima<br />

azienda forma l’apprendista per un periodo di due anni, mentre<br />

la seconda completa in modo ottimale la formazione dello<br />

stesso tirocinante. Le possibilità di formare in rotazione sono<br />

molteplici: un’azienda, per fare un altro esempio, potrebbe<br />

decidere di formare unicamente apprendisti del primo anno<br />

o del terzo anno. Nella realtà odierna, abbiamo però anche<br />

delle aziende che, dopo il primo anno di prova, hanno deciso<br />

di formare l’apprendista nel periodo dei tre anni”.<br />

“Formare rende”. Cosa significa questo slogan e<br />

su che basi si poggia? Formare significa investire<br />

risorse, quale ritorno vi è per l’azienda?<br />

“Abbiamo adottato questo slogan per comunicare con le<br />

aziende, dopo aver letto i risultati dello studio pubblicato nel<br />

2007 dal Centro di Ricerca per l’Economia dell’Educazione<br />

dell’Università di Berna, e condotto grazie al sostegno finanziario<br />

dell’Ufficio federale della formazione professionale e<br />

della tecnologia. Lo studio dimostra che il rapporto tra costi e<br />

benefici derivati dalla formazione di apprendisti è positivo per<br />

le aziende. Due terzi dei rapporti di formazione in Svizzera si<br />

concludono, infatti, con un beneficio, mentre nella restante<br />

frazione le spese di formazione sopportate sono quasi sempre<br />

coperte dai profitti a breve e medio termine. Quelli a breve<br />

termine sono generati evitando le spese di reclutamento e<br />

di avviamento al lavoro di nuovi dipendenti, mentre quelli a<br />

medio termine provengono dalla formazione orientata sulle<br />

specificità dell’azienda. Questa permette di integrare personale<br />

specializzato con qualifiche particolari, altrimenti difficilmente<br />

reperibili sul mercato a parità di salari. “Rendere”<br />

assume dunque valenza economico-aziendale, in quanto l’investimento<br />

nella formazione professionale produce sia guadagni<br />

contabili, grazie anche all’assunzione di manodopera a<br />

costo relativamente basso, sia altri risultati quantificabili per<br />

esempio nei contesti del marketing e della comunicazione.<br />

L’azienda formatrice beneficia infatti anche dei vantaggi generali<br />

di chi assume solitamente apprendisti, quali la buona<br />

reputazione dell’azienda, derivante dall’impegno nella formazione<br />

di giovani leve”.<br />

Investire nella formazione professionale in tempi di<br />

crisi. Cosa ne pensa?<br />

“Anche le aziende ticinesi sono costantemente confrontate<br />

con nuove sfide e spesso dimostrano grande capacità di<br />

adattamento. Hanno così saputo affrontare positivamente<br />

quelle correlate, per esempio, all’impiego sempre maggiore<br />

della tecnologia o alla pressione sui costi generata dall’apertura<br />

dei mercati e dalla concorrenza internazionale. Forse un<br />

po’ meno bene quelli concernenti i mutamenti strutturali nel<br />

campo della formazione professionale in seguito all’introduzione,<br />

nella prima metà del decennio, della nuova formazione<br />

commerciale. Ne è la dimostrazione il forte calo di posti di<br />

tirocinio disponibili. Le incertezze congiunturali, perché di crisi<br />

non me la sento di parlare e non perché non veda quello<br />

che succede nel resto del mondo, ma perché non ne ho le<br />

competenze, andrebbero, a mio modo di vedere, trattate alla<br />

pari delle sfide, ovvero con professionalità e un atteggiamento<br />

mentale tipico di chi preferisce al bicchiere mezzo vuoto,<br />

quello mezzo pieno. Di positivo c’è comunque che, entrando<br />

in rete, l’azienda ridimensionerà i costi dello start up formativo,<br />

oltre a quanto già detto in precedenza circa il minor tempo<br />

da dedicare alla gestione dell’apprendista e alla disponibilità<br />

di apprendisti produttivi in quanto selezionati e seguiti da<br />

professionisti della formazione”.<br />

Una riflessione per concludere?<br />

“«Formare rende!» e lo abbiamo considerato dal punto di vista<br />

dell’azienda. Allo stesso tempo, però, formare è di grande<br />

utilità alla società in generale. La formazione professionale<br />

agisce, infatti, anche nell’interesse della collettività, in quanto<br />

apre le porte del mercato del lavoro ai giovani e dà un forte<br />

contributo sia alla stabilità sociale, sia alla vitalità e alla solidità<br />

economica del Paese, creando insieme valore aggiunto per<br />

l’economia pubblica e privata. La formazione professionale,<br />

insomma, riguarda un po’ tutti! Pensando poi ai problemi<br />

congiunturali che ci affliggono oggi e che condizioneranno sicuramente<br />

il nostro domani, non sarebbe buona cosa aiutare<br />

i giovani a prendere in mano il futuro?”<br />

ARAF <strong>Ti</strong>cino<br />

Via Vallone 27, 6500 Bellinzona<br />

araf@sicticino.ch<br />

Tel. +41 91 821 01 01<br />

25


Attualita`<br />

Comunicato Stampa <strong>Ti</strong>cino Turismo<br />

S W I T Z E R L A N D<br />

26 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Il tIcIno al prImo posto nella<br />

classIFIca dIners cluB<br />

In occasione dell’annuale consegna dei premi attribuiti<br />

dal Diners Club Magazin Germania ai finalisti eletti dai<br />

suoi lettori in sette categorie predefinite, il <strong>Ti</strong>cino si è<br />

piazzato al primo posto quale “destinazione turistica più<br />

bella d’Europa” ottenendo il prestigioso riconoscimento<br />

dalle mani dell’editore del Diners Club Magazin, Gerd Giesler.<br />

La cerimonia si è svolta a Monaco di Baviera presso<br />

il rinomato Hotel Bayerischer Hof lo scorso 20 novembre<br />

2008. Presenti alla serata di gala, oltre 250 ospiti e una<br />

delegazione di <strong>Ti</strong>cino Turismo e Svizzera Turismo.<br />

Spesso il turista è alla ricerca di nuove destinazioni in paesi<br />

lontani, mentre il <strong>Ti</strong>cino, così vicino al cuore dell’Europa,<br />

è a portata di mano, facilmente raggiungibile, autentico<br />

e ricco di fascino. In questi ultimi decenni il <strong>Ti</strong>cino si è<br />

affermato quale regione turistica di primo ordine, con una<br />

scelta e qualità di proposte di soggiorno e un portafoglio<br />

di prodotti e servizi che tiene testa alle offerte di destinazioni<br />

ben più celebri e lontane. A saperne qualcosa sono i<br />

turisti germanici, i quali visitano il <strong>Ti</strong>cino ogni anno in gran<br />

numero e si sono affezionati alla nostra regione. A fungere<br />

da ulteriore catalizzatore e polo d’attrazione, quest’estate,<br />

la presenza della squadra nazionale germanica a Tenero e<br />

Ascona, con centinaia di giornalisti al seguito, e un ricco<br />

ventaglio di attività collateriali e di animazione organizzate<br />

da <strong>Ti</strong>cino Turismo e dall’Ente Turistico Lago Maggiore per<br />

promuovere l’Euro ‘08.<br />

Qual è la vostra destinazione preferita in Europa per trascorrere<br />

le vostre vacanze? Ecco una delle domande poste<br />

di recente in un sondaggio online dal Diners Club Magazin<br />

(Germania) ai propri lettori. Superando note mete come<br />

l’Algarve, la Provenza, la Riviera Turca e l’Andalusia, il<br />

<strong>Ti</strong>cino si è piazzato al primo posto nella classifica. Una<br />

bella soddisfazione per <strong>Ti</strong>cino Turismo e tutti gli enti e<br />

operatori turistici ticinesi e svizzeri. Il premio “destinazione<br />

turistica più bella d’Europa” è stato consegnato ai<br />

responsabili di <strong>Ti</strong>cino Turismo, in presenza di Svizzera<br />

Turismo, il 20 novembre 2008 a Monaco di Baviera e<br />

contribuirà a promuovere la nostra regione quale “gioiello<br />

europeo”. Ecco le sette categorie del sondaggio e i<br />

rispettivi finalisti premiati:<br />

• la destinazione turistica più bella d’Europa: il <strong>Ti</strong>cino<br />

• il gruppo alberghiero preferito: The Ritz-Carlton Hotel<br />

Company<br />

• il golf resort europeo preferito: il Castillo Hotel Son<br />

Vida a Maiorca<br />

• la nave da crociera preferita: l’MS Europa<br />

• le suite d’albergo più belle della Germania: quelle del<br />

Kempinski Hotel Adlon a Berlino<br />

Diners Magazin<br />

Patrick Lardi (in mezzo), vicedirettore di <strong>Ti</strong>cino Turismo, con Angelo<br />

Brazerol e Christina Marzluff di Svizzera Turismo<br />

• lo chef dell’anno: Claus-Peter Lumpp del Ristorante<br />

Bareis a Baiersbronn (Germania)<br />

• la fuoristrada preferita dell’anno: la Porsche Cayenne<br />

Per ulteriori informazioni:<br />

TICINO TURISMO<br />

Christine Koethe<br />

Responsabile Relazioni Pubbliche e Ufficio Stampa<br />

Via Lugano 12, 6500 Bellinzona<br />

Tel. +41 91 825 70 56<br />

christine.koethe@ticino.ch<br />

www.ticino.ch


Attualita`<br />

avvIcendamentI nel comItato<br />

della cassa asseGnI FamIlIarI cc-tI<br />

Lo scorso mese di dicembre vi sono stati degli avvicendamenti nel seno del Comitato della Cassa Assegni Familiari<br />

della Camera di commercio: hanno dimissionato i Signori Giordano Zeli, Alfredo Fontana ed Antonio Bariffi, ed in<br />

sostituzione l’Assemblea ha nominato la Signora Maria Pia Bionda (IBSA SA) e il Signor Mauro De Maria (Methanol<br />

Casale SA). L'Assemblea ha pure deciso di fare un notevole sforzo, vista la situazione congiunturale, diminuendo dello<br />

0,35% il tasso di contribuzione da parte delle aziende, portandolo per il <strong>2009</strong> all'1,75%.<br />

Per maggiori informazioni: CAF - Cassa Assegni Familiari, <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 22, Fax +41 91 911 51 12, caf@cci.ch<br />

Il Comitato CAF <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>. Da sin.: Alberto Riva (Gerente CAF), Ing. Roberto Mina, Maria Pia Bionda, Antonio Bariffi, Claudio Camponovo (Presidente CAF),<br />

Antonio Nessi e dott. Fausto Ortelli (Revisore CAF). Assente: Mauro De Maria<br />

INTERIOR DESIGN<br />

Arredamento Cucine<br />

Arredamento Bagni<br />

Arredamento di Interni & Complementi<br />

Arredamento Uffici<br />

GRAPHIC DESIGN<br />

Branding<br />

Corporate Identity<br />

Web Design<br />

Packaging<br />

PRODUCT DESIGN<br />

Concetto Iniziale<br />

2D/3D Rendering<br />

Prototipo<br />

Whynott Design<br />

Stabile Posta<br />

CH- 6802 Rivera<br />

t: +41 91 922 27 00<br />

f: +41 91 922 27 04<br />

info@whynott.ch<br />

www.whynott.ch<br />

passion • design • creativity<br />

27


Eventi<br />

PROGRAMMA:<br />

Giovedì, 19 febbraio <strong>2009</strong><br />

1. Business e aspetti culturali<br />

• Come trattare e concludere gli affari con un partner<br />

arabo?<br />

• Quali ostacoli culturali?<br />

• Quali somiglianze?<br />

Testimonianze di: Alain Vetterli, Membro della Direzione<br />

generale del Gruppo Cippà<br />

e Responsabile per lo sviluppo e<br />

l'espansione del Gruppo all'estero<br />

Fabio Belloni, <strong>Ti</strong>tolare della IBA<br />

(International Business Advisors<br />

Ltd. Dubai)<br />

Lunedì, 9 marzo <strong>2009</strong><br />

2. Aspetti doganali e problemi di spedizione<br />

• Quali problemi più ricorrenti alla dogana?<br />

• Ci sono esigenze specifiche nei documenti?<br />

• Merci proibite o sconsigliate?<br />

Approfondimento con: Roberto Schneble, Dirigente della<br />

Bianchi & Co. S.A.<br />

Lunedì, 6 aprile <strong>2009</strong><br />

3. Finanziamento delle esportazioni<br />

• L/C: quali particolarità nel contesto arabo?<br />

• Come gestire le operazioni con copertura di garanzie<br />

statali?<br />

28 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

come Fare BusIness In medIo orIente?<br />

Care lettrici, cari lettori,<br />

con grande piacere vi preannunciamo quattro interessanti<br />

incontri che tratteranno i seguenti temi concernenti il Medio<br />

Oriente:<br />

1. Business e aspetti culturali, giovedì, 19 febbraio <strong>2009</strong><br />

2. Aspetti doganali e problemi di spedizione, lunedì, 9 marzo<br />

<strong>2009</strong><br />

3. Finanziamento delle esportazioni, lunedì, 6 aprile <strong>2009</strong><br />

4. Exploring market opportunities in the GCC Countries, lunedì,<br />

4 maggio <strong>2009</strong><br />

Tutti quattro gli incontri iniziano alle ore 16.30 presso l’Hotel<br />

Parco Paradiso-Lugano<br />

Approfondimento con: Roberto Gagliardi, Responsabile<br />

Trade Finance Service Center,<br />

Credit Suisse Lugano<br />

Giovanni Lavanda, Export Finance,<br />

Responsabile Turchia e Medio<br />

Oriente, Credit Suisse Zurigo<br />

Lunedì, 4 maggio <strong>2009</strong><br />

4. Exploring market opportunities in the GCC Countries<br />

• What impact is the global financial & economic crisis<br />

having on the GCC Countries?<br />

• Which sectors are booming and/or are particularly attractive<br />

for <strong>Ti</strong>cino-based companies?<br />

• Who are your reference partners in the GCC Countries?<br />

Approfondimento con: Wafa Hijjawi, Commercial<br />

Counsellor, Swiss Business Hub<br />

GCC, Head Office Dubai<br />

Larbi El-Attari, Trade officer, Swiss Business Hub GCC,<br />

Riyadh Office<br />

Ruedi Büchi, Senior Consultant Middle East, Osec Zurich<br />

<br />

Al termine di ogni manifestazione seguirà un networkingapéro.<br />

La manifestazione è aperta a tutti gli interessati.<br />

Ulteriori informazioni possono essere richieste alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>,<br />

Signora Veljkovic, Tel. +41 91 911 51 11, Fax +41 91<br />

911 51 12, veljkovic@cci.ch, www.cciati.ch<br />

Termine di iscrizione: 10 giorni prima dell’inizio di ogni<br />

incontro.


Eventi<br />

Organizzato da<br />

ticinotransfer<br />

rete per il trasferimento di tecnologia<br />

e del sapere della Svizzera italiana<br />

con il supporto di<br />

in collaborazione con i partner di <strong>Ti</strong>cinotransfer<br />

Hanno seguito vie insolite, molto insolite, a prima vista “pazze” e hanno successo con la loro impresa: ecco che cosa<br />

accomuna i relatori di questa seconda provocAZIONE. Che cosa possiamo imparare da loro?<br />

In provocAZIONE 2 esploriamo e discutiamo modelli di business decisamente diversi ma funzionanti e replicabili …<br />

forse anche da Voi?<br />

Programma<br />

17.00 Benvenuto, Giorgio Travaglini,<br />

coordinatore di <strong>Ti</strong>cinotransfer,<br />

Stefano Poretta, Responsabile<br />

di i-Como<br />

17.10 Niente budget, niente CFO,<br />

niente organigramma…eppur<br />

si muove… eccome!, Christian<br />

Rusche, CEO, BSI - Business<br />

Systems Integration AG<br />

17.20 Il dono dell’ubiquità: la sartoria<br />

a Cernobbio, ma a Mosca,<br />

Cleto Orefice, <strong>Ti</strong>tolare, Sartoria<br />

Lino Orefice<br />

17.30 A piedi nudi in abbonamento,<br />

Samy Liechti, CEO, Blacksocks<br />

SA<br />

17.40 Come Re Mida: trasforma i rifiuti<br />

in oro, Moïse Tschanen,<br />

CEO, Gavia SA<br />

17.50 Quest’anno va di moda il verde…<br />

Di moda?, Pierre Ley,<br />

Media Relation Manager,<br />

Whirlpool Europe<br />

18.00 Considerazioni e discussione,<br />

animata da Alberto Lenz, Management<br />

Adviser<br />

18.30 Aperitivo e networking<br />

Iscrizione:<br />

Siete invitati a iscrivervi entro il 16<br />

febbraio <strong>2009</strong>, inviando un’e-mail a<br />

icimsi@supsi.ch, indicando: Nome,<br />

Cognome e Affiliazione<br />

Informazioni: info@ticinotransfer.ch,<br />

Tel +41 58 666 66 77<br />

Partecipazione: gratuita<br />

29


Formazione<br />

proposte FormatIve della cc-tI<br />

FIERE INTERNAZIONALI: ASPETTI DI MARKETING E DI LOGISTICA<br />

11 e 16 febbraio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.15, Lugano, Sala Monte Brè, presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Presentazione<br />

Il corso è stato suddiviso in due parti con la finalità di creare una formazione completa sui vari elementi che contribuiscono<br />

al successo della partecipazione ad una fiera internazionale.<br />

MODULO 1 – KNOW-HOW SULLA PARTECIPAZIONE ALLE FIERE INTERNAZIONALI<br />

Pianificare lo stand e la presentazione del prodotto; pubblicizzare l’evento; stratagemmi per arrivare a nuovi clienti;<br />

materiale tecnico e pubblicitario;<br />

in-/formare il proprio personale prima di una fiera. Ci siamo: è fiera! Il dopo-fiera: valorizzare al meglio i nuovi contatti e<br />

misurare il successo di una fiera; come e quando effettuare la pianificazione delle fiere per il successivo anno fieristico.<br />

Fiere nel mondo: dove reperire informazioni utili? “SWISS Pavilions”: l’alternativa alla partecipazione individuale.<br />

Data: 11 febbraio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.15<br />

MODULO 2 – GLI ASPETTI PRATICI DELLE FIERE INTERNAZIONALI: TRASPORTO, ASSICURAZIONE E CARNET A.T.A.<br />

Gli aspetti assicurativi<br />

Quali danni possono verificarsi durante il trasporto; durante la fiera ed il suo allestimento; la responsabilità del trasportatore<br />

per danni durante il trasporto; le coperture assicurative offerte dall’organizzatore della fiera; le coperture<br />

assicurative complementari raccomandabili.<br />

Gli aspetti logistici<br />

Indicazioni sulla logistica per la fiera; preparazione e pianificazione del trasporto in fiera; consegna fino allo spazio<br />

espositivo; situazione del luogo; documenti doganali; trasporto di ritorno dalla fiera ed ulteriore trasporto ad altre<br />

manifestazioni, vendita di merce direttamente dallo stand.<br />

I Carnet A.T.A.<br />

Definizione; validità; utilizzo ed altre informazioni generali; prima dell’utilizzo; lo sdoganamento e durante il viaggio; a<br />

cosa fare attenzione; come riempire correttamente il Carnet A.T.A; l’A.T.A. online.<br />

Data: 16 febbraio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.15<br />

30 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

MANAGEMENT DEI SALARI E GESTIONE DEI COSTI DEL PERSONALE<br />

5 e 12 febbraio <strong>2009</strong>, dalle 9.00 alle 17.00, Lugano, Sala Monte Brè, presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Presentazione<br />

Il corso si prefigge di far conoscere la problematica legata alla gestione dei salari e dei costi<br />

del personale ed esercitare casi pratici in gruppo.<br />

Destinatari<br />

Collaboratrici e collaboratori dell’ufficio risorse umane addetti all’amministrazione, responsabili<br />

HR di piccole aziende, imprenditori, dirigenti, liberi professionisti.<br />

Programma<br />

Management dei salari:<br />

• la politica salariale<br />

• il salario: tipologie, conteggi e certificato di salario<br />

• previdenza sociale: i 3 pilastri<br />

Gestione dei costi del personale:<br />

• il budget dei costi del personale<br />

• indicatori e statistiche<br />

Casi pratici esercitati in gruppo


LE ASSICURAZIONI SOCIALI<br />

3 e 17 febbraio, 10, 23, 30 marzo, 6 aprile, 5, 12 maggio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30, Lugano, Sala Monte Brè,<br />

presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

MODULO 1 – INTRODUZIONE ALLE ASSICURAZIONI SOCIALI<br />

Assicurazioni sociali federali e cantonali in generale, il finanziamento e le prestazioni. In particolare AVS, AI, prestazioni<br />

complementari, disoccupazione, assegni familiari, malattie, maternità, infortuni e previdenza professionale.<br />

Date: 3 e 17 febbraio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

MODULO 2 – ASPETTI CONTRIBUTIVI DELLE ASSICURAZIONI SOCIALI<br />

Le attività dell’ufficio dei contributi dell’IAS: l’affiliazione, la fissazione dei contributi, la revisione dei datori di lavoro<br />

e l’incasso dei contributi.<br />

Data: 10 marzo <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

MODULO 3 – RENDITE DI VECCHIAIA, SUPERSTITI E INVALIDITÀ<br />

Modalità per l’ottenimento e il calcolo delle prestazioni di vecchiaia, dei superstiti e d’invalidità (prestazioni relative<br />

al I pilastro).<br />

Data: 23 marzo <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

MODULO 4 – ASSICURAZIONE CONTRO LA DISOCCUPAZIONE<br />

Presupposti, procedura di richiesta ed entità delle indennità di disoccupazione.<br />

Data: 30 marzo <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

MODULO 5 – INDENNITÀ DI PERDITA DI GUADAGNO PER MILITARE E MATERNITÀ<br />

Presupposti, procedura di richiesta ed entità delle indennità militare e di maternità.<br />

Data: 6 aprile <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

MODULO 6 – LA NUOVA LEGISLAZIONE SUGLI ASSEGNI FAMILIARI<br />

Prestazioni, aspetti organizzativi e finanziamento delle nuove norme federali e cantonali, in vigore dall’1 gennaio <strong>2009</strong>.<br />

Data: 5 maggio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

MODULO 7 – ASSICURAZIONE INFORTUNI<br />

Conoscere le persone assicurate, durata della copertura assicurativa, prestazioni e contributi.<br />

Data: 12 maggio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

RELAZIONARSI CON SUCCESSO<br />

10 febbraio <strong>2009</strong>, dalle 13.30 alle 17.30, Lugano, Sala Monte Brè, presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Presentazione<br />

Il successo negli affari è molto spesso frutto di più elementi. Tra questi troviamo la prima impressione data e tutti i<br />

fattori comportamentali che predispongono benevolmente i nostri interlocutori. Il corso mira ad offrire insegnamenti<br />

che renderanno più facili e gradevoli i rapporti con gli altri e permetteranno di comportarsi nel migliore dei modi in<br />

ogni occasione sociale.<br />

Destinatari<br />

Tutte le persone che vogliono avere successo anche grazie al galateo e desiderano ottenere le giuste informazioni per<br />

assumere in ogni circostanza professionale e privata un comportamento ideale.<br />

Programma<br />

• La prima impressione<br />

• Il linguaggio dell’abbigliamento<br />

• I principi fondamentali della gestualità<br />

• Il saluto, le presentazioni, Tu o Lei<br />

• Le buone maniere in ufficio<br />

• Il comportamento e l’atteggiamento durante le riunioni<br />

• Interagire con la clientela<br />

• Gestire telefoni, cellulare, fax e posta elettronica<br />

• Il comportamento durante un aperitivo<br />

• Invitare o essere invitati al ristorante<br />

• A tavola<br />

• Gli argomenti della conversazione<br />

• Small Talk<br />

• Les Gaffes<br />

Per ulteriori informazioni: Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato<br />

e dei servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano,<br />

Tel. +41 91 911 51 18, corsi@cci.ch, www.cciati.ch.<br />

31


Formazione<br />

I nuovi Specialisti nel commercio al dettaglio<br />

32 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

sette nuovI specIalIstI<br />

nel commercIo al dettaGlIo<br />

con attestato Federale<br />

Mercoledì 26 novembre a Lugano, nella splendida cornice<br />

dell’Hotel Parco Paradiso, sono stati consegnati sette nuovi<br />

attestati federali di Specialista nel commercio al dettaglio<br />

Il Corso preparatorio all’esame professionale di specialista nel commercio<br />

al dettaglio è organizzato in <strong>Ti</strong>cino dalla Camera di commercio,<br />

dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino in collaborazione<br />

con SIU im Detailhandel di Zurigo.<br />

L’obiettivo di questa formazione è fornire delle solide basi alle persone<br />

che operano quotidianamente nel commercio al dettaglio e hanno una<br />

posizione con funzioni direttive e di quadro, come ad esempio responsabili<br />

di reparto, responsabili di filiale, direttori di grandi magazzini.<br />

Alla cerimonia è intervenuto Paolo Colombo, Direttore della Divisione<br />

della formazione professionale e Luca Albertoni, Direttore della Camera<br />

di commercio di Lugano. Il coordinatore degli esami in <strong>Ti</strong>cino,<br />

signor Niko Papanastasiu ha sottolineato il buon risultato ottenuto<br />

dai corsisti in <strong>Ti</strong>cino. La migliore media agli esami, del 5.3, è stata<br />

ottenuta da Sergio Bergonzoli (Coop). Hanno inoltre conseguito l’attestato<br />

federale (da sinistra a destra nella foto in alto): Giorgio Gallotti<br />

(2a migliore media 5.1, Migros), Fabrizio Maddalon (Migros), Natale<br />

Ghielmetti (Easy System), Mario Croce (Migros), Giuseppe Gagliardi<br />

(Vögele Moda), Marco Vanni (3a migliore media 5.0, Manor Lugano).<br />

A tutti le più vive felicitazioni!<br />

Nel mese di settembre <strong>2009</strong> inizierà il nuovo corso. Una serata informativa<br />

è prevista il 17.6.09 alle ore 19.15 presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>.<br />

Alcuni momenti dell'aperitivo che ha seguito la consegna<br />

degli attestati federali


Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

CANDIDATO<br />

Alessandra Corini<br />

Maturità professionale commerciale;<br />

Attestato truccatrice professionista<br />

a Milano<br />

Anno di nascita: 1978<br />

Cittadinanza: svizzera<br />

CANDIDATO<br />

Antoine Lassalle<br />

Dottore in Scienze della Comunicazione<br />

(Parigi - Sorbonne);<br />

Master in Diritto<br />

Europeo degli Affari presso<br />

l'Università di Parigi<br />

Anno di nascita: 1970<br />

Cittadinanza: francese (con<br />

permesso B)<br />

CONOSCENZE LINGUISTICHE CERCA INDIRIZZO<br />

Italiano: madrelingua<br />

Tedesco: buono<br />

Francese: buono<br />

Inglese: discreto<br />

Francese: madrelingua<br />

Italiano: buono<br />

Inglese: buono<br />

Cerca lavoro d’ufficio nel customer<br />

service, front office,<br />

o come hostess (promozioni,<br />

rappresentante). Ha lavorato<br />

come ricezionista e aiuto<br />

segretariato in una fiduciaria<br />

e anche come responsabile<br />

stand di profumeria in un<br />

grande magazzino.<br />

Cerca lavoro nel settore<br />

della comunicazione, della<br />

consulenza strategica e dello<br />

sviluppo nel settore dei<br />

media, della cultura, della<br />

politica o delle organizzazioni<br />

europee ed internazionali.<br />

Grande mobilità.<br />

Via Maggio 43<br />

6900 Lugano<br />

Per le aziende che fossero interessate disponiamo del curriculum vitae completo, rivolgersi<br />

alla Signora G. Veljkovic, +41 91 911 51 11 o cciati@cci.ch<br />

Vi rendiamo attenti che le seguenti segnalazioni vengono semplicemente pubblicate<br />

senza alcuna verifica della fonte e quindi garanzie e responsabilità da parte della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>.<br />

Mob. +41 79 548 08 92<br />

xola25@yahoo.it<br />

CONOSCENZE LINGUISTICHE CERCA INDIRIZZO<br />

Via Vall'Orba 22<br />

6977 Ruvigliana<br />

Mob: +41 76 542 48 80<br />

alassalle@bluewin.ch<br />

sponsorInG dalla a alla z. manuale operatIvo<br />

un manuale dI elIsa BortoluzzI duBach e hansrudolF Frey<br />

Semplice da consultare, immediato nel linguaggio, operativo nelle soluzioni,<br />

Sponsoring dalla A alla Z. Manuale operativo si propone tre obiettivi:<br />

1. definire la sponsorizzazione, gli elementi di affinità e le differenze con il mecenatismo<br />

e le attività di fundraising nel contesto della comunicazione;<br />

2. offrire un quadro completo e aderente alla prassi di un progetto di sponsorizzazione:<br />

dall’analisi della situazione, alla stipula di un contratto;<br />

3. descrivere contenuti e metodi per affrontare un progetto di sponsorizzazione<br />

in modo efficace e concreto.<br />

Si tratta di un testo di agevole consultazione per chi ha un problema operativo da risolvere con immediatezza.<br />

La struttura si articola in dieci capitoli e cinque appendici. Alla fine di ogni capitolo sono presenti una checklist<br />

e una breve scheda riassuntiva perfeziona l'acquisizione dei contenuti, rendendo immediata l'applicazione dei<br />

criteri metodologici nella operatività collegata a un progetto di sponsorizzazione. La doppia ottica dello sponsor<br />

e dello sponsorizzato consente la comprensione delle logiche in base alle quali agisce l’interlocutore.<br />

Elisa Bortoluzzi Dubach è Dottore in lingue e letterature straniere e in relazioni pubbliche, consulente diplomato<br />

federale di relazioni pubbliche, consulente di comunicazione e sponsoring, risiede a Zugo (Svizzera). È iscritta<br />

all’Albo professionale RP svizzero e autrice della guida Stiftungen-Der Leitfaden für Gesuchsteller (2007, Frauenfeld),<br />

nonché di numerosi contributi specialistici apparsi su quotidiani, riviste e manuali. È docente presso<br />

varie università e istituti di studi superiori in Svizzera, Germania e Italia.<br />

Hansrudolf Frey è Consulente diplomato federale di relazioni pubbliche e tecnico federale di marketing. È docente<br />

presso istituti di studi superiori in Svizzera e Germania.<br />

Editore: Skira - Pubblicato nel 2008 - Pagine: 304 pagine - ISBN: 978-88-6130-725-4<br />

33


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

Forum del comercIo estero svIzzero - zurIGo, 2-3 aprIle <strong>2009</strong><br />

I temi affrontati:<br />

Giovedì 2 aprile <strong>2009</strong> – PMI multinazionali: la globalizzazione, un’opportunità<br />

Venerdì 3 aprile <strong>2009</strong> – Stati Uniti: opportunità e ostacoli.<br />

Programma e modalità d’iscrizione su www.internationalforum.ch<br />

KEY-NOTE SPEAKER: davId plouFFe, manaGer della campaGna elettorale dI BaraK oBama<br />

Modifica dell’accordo sui trasporti di merci: nono<br />

ciclo di negoziati con l’UE<br />

I negoziatori della Svizzera e dell’UE hanno trovato un’intesa<br />

nei negoziati relativi all’adeguamento dell’accordo sui<br />

trasporti di merci alle nuove prescrizioni in materia di sicurezza<br />

dell’UE nel traffico transfrontaliero delle merci. Per<br />

quanto riguarda la questione di come gestire gli adeguamenti<br />

dell’accordo ai futuri sviluppi giuridici, si garantisce<br />

l’autonomia di entrambe le Parti.<br />

Il testo comune dell’accordo prevede che, anche dopo<br />

l’entrata in vigore delle nuove prescrizioni in materia di<br />

sicurezza, nel traffico delle merci tra la Svizzera e l’UE non<br />

sarà necessaria alcuna predichiarazione. Ciò sarà possibile<br />

grazie alla riconosciuta equivalenza degli standard di sicurezza<br />

di entrambe le Parti contrattuali.<br />

Per contro, le nuove misure in materia di sicurezza verranno<br />

applicate al traffico delle merci tra la Svizzera e i Paesi<br />

non aderenti all’UE. Questo implica che la Svizzera richiederà<br />

la predichiarazione dei dati di sicurezza per invii nel<br />

traffico diretto di importazione e di esportazione con Stati<br />

non membri dell’UE e sulla loro base effettuerà un’analisi<br />

dei rischi. Ciò vale in particolare per gli invii via terra dalla<br />

Svizzera verso Stati non membri dell’UE. I dati di sicurezza<br />

relativi agli invii via terra provenienti da questi e destinati<br />

alla Svizzera sono richiesti presso il primo luogo di entrata<br />

nell’UE, dove viene effettuata anche l’analisi dei rischi.<br />

La Svizzera applicherà pertanto le prescrizioni in materia<br />

di sicurezza dell’UE al traffico delle merci con Paesi terzi.<br />

Tale traffico corrisponde al 20% circa delle importazioni e<br />

al 40% circa delle esportazioni nell’ambito del commercio<br />

esterno del nostro Paese.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale delle<br />

finanze su www.efd.admin.ch/00468/index.html?msgid=23700&lang=it<br />

Il regime di Schengen/Dublino in vigore in Svizzera<br />

La cooperazione operativa tra la Svizzera e l’Unione Europea<br />

in materia di sicurezza, visti e asilo è iniziata a dicembre<br />

2008, come previsto dagli Accordi di Schengen<br />

e Dublino. Schengen favorisce la libera circolazione alle<br />

frontiere interne tra gli Stati aderenti e stabilisce disposizioni<br />

d’entrata uniformi per lo spazio Schengen.<br />

Schengen favorisce la libera circolazione grazie all’abolizione<br />

dei controlli sistematici delle persone alle frontiere<br />

tra gli Stati Schengen (frontiere interne). I controlli delle<br />

persone negli aeroporti per i voli all’interno dello spazio<br />

Schengen saranno soppressi a partire dal 29 marzo <strong>2009</strong><br />

in concomitanza con l’introduzione del nuovo orario dei<br />

voli.<br />

34 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

I turisti e coloro che viaggiano per affari in provenienza<br />

da Stati terzi assoggettati all’obbligo del visto possono<br />

spostarsi più facilmente all’interno dello spazio Schengen,<br />

essendo richiesto solo un visto Schengen, che ora varrà<br />

anche per la Svizzera.<br />

L’adesione della Svizzera a Schengen non ha invece alcun<br />

effetto sul commercio transfrontaliero di merci. Le autorizzazioni<br />

speciali e le deroghe attuali non sono modificate.<br />

Infine, la cooperazione prevista da Dublino permette ai<br />

richiedenti asilo di presentare una sola domanda di asilo<br />

nello spazio Dublino.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale di giustizia<br />

e polizia su www.ejpd.admin.ch/ejpd/it/home/dokumentation/mi/2008/2008-12-11.html<br />

Promemoria plurilingue dell’Amministrazione federale<br />

delle dogane “Arriva Schengen, il controllo doganale rimane”<br />

su www.ezv.admin.ch/themen/02375/index.html?lang=it ><br />

Flyer Schengen (pdf)<br />

Contributo all’allargamento: inizio della cooperazione<br />

con la Slovacchia<br />

A novembre ha avuto inizio la cooperazione fra la Svizzera<br />

e la Slovacchia nell’ambito del contributo svizzero all’allargamento<br />

dell’Unione europea.<br />

Polonia<br />

Ungheria<br />

Repubblica<br />

Ceca<br />

Slovacchia<br />

Lituania<br />

Latvia<br />

Estonia<br />

Slovenia<br />

Cipro<br />

Malta<br />

Del “miliardo di coesione”, i cui beneficiari sono i dieci Stati<br />

membri che il 1° maggio 2004 hanno aderito all’UE, 66,86<br />

milioni di franchi sono a disposizione della Slovacchia.<br />

Il programma è attuato congiuntamente dalla Direzione<br />

dello sviluppo e della cooperazione DSC e dalla SECO.<br />

Nella prima metà del <strong>2009</strong>, saranno esaminate le prime<br />

proposte per progetti riguardanti il settore tematico Ambiente<br />

e infrastruttura. Dopo una preselezione da parte<br />

slovacca, la Svizzera deciderà la scelta definitiva dei progetti<br />

da sostenere. Per gli altri settori tematici (Sviluppo<br />

regionale, Formazione professionale, Protezione dalle<br />

catastrofi e Promozione della società civile e del settore


privato) potranno essere presentate proposte di progetti<br />

nel corso del <strong>2009</strong>.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale degli<br />

affari esteri (DFAE) su www.eda.admin.ch/eda/it/home/<br />

recent/media/single.html?id=23436<br />

Più ampi ragguagli sul contributo svizzero all’allargamento<br />

dell’UE su www.contributo-allargamento.admin.ch<br />

Svizzera e Stati Uniti firmano un dispositivo di<br />

protezione dei dati<br />

Nell’ambito del forum di cooperazione per il commercio e<br />

gli investimenti fra la Svizzera e gli Stati Uniti, l’Incaricato<br />

federale della protezione dei dati e della trasparenza ha<br />

firmato oggi uno scambio di lettere inerente l’istituzione<br />

dello “U.S.-Swiss Safe Harbor Framework” che semplifica<br />

la trasmissione di dati personali fra le imprese svizzere e<br />

quelle statunitensi al beneficio della pertinente certificazione<br />

attribuita dal ministero del commercio degli Stati<br />

Uniti. Questo dispositivo rafforza anche i diritti inerenti la<br />

protezione dei dati di cui beneficiano le relative persone<br />

nei confronti delle imprese certificate.<br />

Dato che secondo la Svizzera la legislazione degli Stati<br />

Uniti non garantisce un’adeguata protezione dei dati, attualmente<br />

le imprese dei due Paesi sono tenute a concludere<br />

un contratto in questo ambito e a sottoporlo all’esame<br />

dell’Incaricato federale della protezione dei dati e della<br />

trasparenza (IFPDT) prima di dare avvio a una trasmissione<br />

di dati verso l’impresa statunitense.<br />

Lo “U.S.-Swiss Safe Harbor Framework” semplifica questo<br />

processo concedendo alle imprese statunitensi la possibilità<br />

di considerare vincolante e certificare presso il ministro<br />

del commercio del loro Paese il loro impegno a rispettare<br />

i principi fondamentali relativi alla protezione dei dati<br />

previsti da questo dispositivo. Ciò garantisce un’adeguata<br />

protezione dei dati e consente la trasmissione di dati personali<br />

fra imprese svizzere e imprese statunitensi certificate.<br />

Anche l’Unione europea applica dall’anno 2000 un<br />

regime analogo.<br />

Le imprese svizzere non sono così più tenute né a negoziare<br />

un contratto né a comunicare all’IFPDT le proprie intenzioni.<br />

Lo “U.S.-Swiss Safe Harbor Framework” attribuisce<br />

inoltre la competenza di risolvere eventuali conflitti a degli<br />

organismi speciali a disposizione delle persone che si ritengono<br />

vittime di una violazione delle regole concernenti<br />

la protezione dei dati. Negli Stati Uniti la “Federal Trade<br />

Commission” può anche adottare misure nei confronti delle<br />

imprese certificate in caso di violazioni gravi e ripetute<br />

delle regole di protezione dei dati. Questo dispositivo non<br />

tange comunque in alcun modo il diritto, già attualmente a<br />

disposizione delle persone coinvolte, di proporre un’azione<br />

di diritto privato nei confronti dell’impresa.<br />

Con lo “U.S.-Swiss Safe Harbor Framework”, che entrerà<br />

in vigore prossimamente, l’IFPDT e la Segreteria di stato<br />

dell’economia (SECO) hanno dato vita a uno strumento di<br />

base che facilita la trasmissione di dati fra imprese svizzere<br />

e statunitensi e nel contempo rafforza i diritti relativi<br />

alla protezione dei dati delle singole persone coinvolte in<br />

questi processi.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale dell’economia<br />

e dell’Incaricato federale della protezione dei dati e<br />

per la trasparenza su www.news.admin.ch/message/index.<br />

html?lang=fr&msg-id=23809<br />

Uno Stato membro dell’UE può impedire il<br />

trasferimento della sede di una società<br />

Secondo una sentenza della Corte di giustizia delle Comunità<br />

europee del mese di dicembre 2008, uno Stato membro<br />

dell’UE ha il diritto d’impedire il trasferimento della<br />

sede di una società costituita ai sensi della sua legislazione<br />

in uno altro Stato dell’UE conservando al contempo il suo<br />

status di società soggetta al diritto del primo Stato.<br />

La libertà di stabilimento consente invece ad una società<br />

di trasferirsi in un altro Stato membro convertendosi in una<br />

forma societaria soggetta al diritto nazionale di quest’ultimo<br />

Stato senza che siano necessari il suo scioglimento<br />

e la sua liquidazione nel primo Stato membro, purché lo<br />

Stato membro ospitante lo permetta.<br />

Comunicato stampa della Corte su http://curia.europa.<br />

eu/it/actu/communiques/cp08/aff/cp080089it.pdf<br />

Germania: posticipata l’introduzione della nuova<br />

procedura di registrazione delle importazioni<br />

Prevista dall’UE per il 1° luglio <strong>2009</strong>, l’entrata in vigore<br />

della procedura di registrazione per via elettronica delle<br />

importazioni avverrà senza la Germania.<br />

Il passaggio dalla procedura Atlas finora in vigore in Germania<br />

alla “dogana elettronica” dell’UE è apparentemente<br />

più complicato del previsto. Negli ambienti della Commissione<br />

europea si insinua che l’entrata in vigore del nuovo<br />

sistema potrebbe essere posticipata a marzo 2010.<br />

Inoltre, ci si attende che altri paesi, tra cui l’Italia, la Polonia<br />

e la Gran Bretagna non siano in grado di adattare entro<br />

il 1° luglio <strong>2009</strong> le loro attuali procedure doganali alle<br />

esigenze tecniche della nuova procedura di registrazione<br />

elettronica delle importazioni.<br />

La Gran Bretagna riduce l’IVA<br />

Il Pre-Budget Report 2008 britannico s’iscrive nel contesto<br />

della crisi finanziaria ed economica, le cui conseguenze<br />

sull’economia britannica si auspica saranno ridotte dalla<br />

moltitudine delle misure adottate. Tra queste misure figurano:<br />

• la riduzione dell’IVA dal 17,5 al 15% per un periodo di<br />

13 mesi (dal 1° dicembre 2008 al 31 dicembre <strong>2009</strong>);<br />

• 1,2 miliardi di euro a sostegno delle PMI;<br />

• saranno anticipati gli investimenti di 3,2 miliardi inizialmente<br />

previsti per il 2010/2011 per la costruzione di alloggi,<br />

ristrutturazioni, ammodernamento delle infrastrutture<br />

scolastiche, sviluppo della ricerca, miglioramento<br />

dell’efficienza energetica;<br />

35


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

• le aziende possono compensare le loro perdite aggiuntive<br />

fino a 52’000 euro con i benefici degli ultimi tre anni;<br />

• le autorità fiscali accordano alle aziende sane in difficoltà<br />

finanziaria passeggera una dilazione per il pagamento<br />

delle imposte;<br />

• l’aumento dal 21% al 22% dell’imposta sulle società,<br />

inizialmente previsto per aprile <strong>2009</strong>, è stato sospeso;<br />

• l’aumento previsto dell’imposta sui veicoli a motore si<br />

farà progressivamente.<br />

Più ampi ragguagli sui siti web di Telegraph.co.uk e<br />

BBC, agli indirizzi www.telegraph.co.uk/finance/financetopics/budget/<br />

e http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/politics/7746188.stm<br />

Studio di mercato sulle energie rinnovabili in Polonia<br />

Le energie rinnovabili hanno il vento in poppa in Polonia<br />

e questo apre interessanti opportunità commerciali alle<br />

aziende elvetiche attive nel settore. Per aiutarle ad avvicinare<br />

il mercato, Komfort Consulting ha pubblicato in collaborazione<br />

con lo Swiss Business Hub Poland, un rapporto<br />

che fa il punto della situazione<br />

attuale e delle<br />

principali tendenze.<br />

Il rapporto di 35 pagine,<br />

in tedesco, si concentra<br />

sui temi seguenti:<br />

• politica polacca in<br />

materia d’energia fino<br />

al 2030 (riforma “3<br />

x 20 fino al 2020”,<br />

produzione di energia<br />

elettrica/termica);<br />

• posizione delle energie<br />

rinnovabili in Polonia;<br />

• aspetti giuridici relativi<br />

allo sviluppo delle<br />

energie rinnovabili in Polonia;<br />

• aiuti finanziari destinati alle energie rinnovabili (fondi<br />

europei / fonti polacche di finanziamento per progetti<br />

legati alla protezione ambientale / contributo svizzero<br />

all’allargamento);<br />

• energie rinnovabili sfruttabili in Polonia (eolica, idroelettrica,<br />

solare, geotermica, biomassa).<br />

Rapporto di Komfort Consulting “Der Markt für Erneuerbare<br />

Energien in Polen 2008 – 2020, Ist-Zustand und<br />

Perspektiven” in formato pdf su www.osec.ch/sbhpoland<br />

> Indicatori economici<br />

The Euro Health Consumer Index 2008<br />

Secondo l’ultimo Euro Health Consumer Index pubblicato<br />

dalla svedese Health Consumer Powerhouse, sono i Paesi<br />

Bassi a disporre del miglior sistema di sanità pubblica.<br />

I criteri di valutazione utilizzati sono:<br />

• diritti e informazioni dei pazienti (in testa: Danimarca)<br />

• e-health (Danimarca)<br />

• tempi d’attesa prima del trattamento (Germania, Lussemburgo,<br />

Svizzera)<br />

• risultati terapeutici (Svezia)<br />

• varietà delle prestazioni offerte (Paesi Bassi)<br />

• prodotti farmaceutici (Austria).<br />

Al 2 e 3° posto della classifica dei paesi con sistemi consi-<br />

36 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

derati come esemplari in Europa<br />

figurano Danimarca ed Austria,<br />

seguite da Lussemburgo, Svezia<br />

e Germania. La Svizzera si posiziona<br />

al 7° posto, avendo perso<br />

3 ranghi in rapporto alla scorsa<br />

edizione, seguita da Norvegia,<br />

Finlandia e, in 10° posizione,<br />

Francia.<br />

Se alcuni paesi ne escono abbastanza<br />

bene, la maggior parte<br />

dei paesi dell’Est devono invece<br />

fare ancora molti progressi. Tra<br />

le ultime dieci della classifica,<br />

cominciando dalle peggiori, figurano: Lettonia, Macedonia,<br />

Croazia, Bulgaria, Romania, Portogallo, Polonia, Lituania,<br />

Malta e Slovacchia.<br />

Nell’arco di un anno, i progressi maggiori sono stati registrati<br />

dall’Ungheria, che è risalita dal 24° al 14° posto,<br />

dalla Danimarca, passata dalla 9° alla 2° posizione e infine<br />

dalla Gran Bretagna, progredita dal 17° al 13° posto.<br />

“Euro Health Consumer Index 2008” visionabile in<br />

formato pdf su www.healthpowerhouse.com/files/2008-<br />

EHCI/EHCI-2008-report.pdf<br />

Comunicato stampa sulla Situazione in Svizzera su<br />

www.healthpowerhouse.com/files/2008-EHCI/pr/Switzerland%20EHCI%202008.pdf<br />

Stati Uniti: nuova legge sulla sicurezza dei prodotti<br />

Adottato in agosto, il “Consumer Product Safety Improvement<br />

Act of 2008” è entrato in vigore a novembre 2008<br />

negli Stati Uniti. Se le nuove disposizioni si applicano<br />

soprattutto all’industria del giocattolo, la dichiarazione di<br />

conformità è ormai richiesta da tutti i fabbricanti.<br />

I produttori e subfornitori esteri di beni di consumo devono<br />

quindi assicurarsi che i loro prodotti rispettino tutte le<br />

regole di sicurezza, le norme e le prescrizioni emesse dalle<br />

autorità americane di protezione dei consumatori (CPSC).<br />

Le disposizioni precedentemente in vigore prevedevano già<br />

una dichiarazione di conformità, ma la cerchia dei produttori<br />

toccati dalla normativa è stata estesa dall’Improvement<br />

Act of 2008. Ormai quest’obbligo non si applica più<br />

soltanto ai prodotti che sottostanno al “Consumer Product<br />

Safety Standard” ma anche a quelli regolamentati da altre<br />

leggi inerenti alla sicurezza dei prodotti (Federal Hazardous<br />

Substances Act, Flammable Fabrics Act, Poison<br />

Prevention Packaging Act, ecc.).<br />

Il certificato di conformità deve essere presentato dall’importatore<br />

al più tardi all’inizio della procedura americana<br />

d’importazione. È generalmente al produttore che incombe<br />

l’obbligo di fornire le informazioni richieste per la certificazione.<br />

L’esame dei prodotti può essere effettuato internamente<br />

nell’azienda produttrice purché essa disponga di procedure<br />

di controllo adeguate. Per i prodotti provenienti dall’industria<br />

dei giocattoli è invece obbligatorio ricorrere ad un<br />

organismo di controllo indipendente.<br />

Consumer Product Safety Commission (CPSC) – regole<br />

applicabili ai Certificates of Compliance su www.cpsc.gov/<br />

businfo/frnotices/fr09/certification.pdf<br />

Modello di dichiarazione di conformità CPSC su www.<br />

cpsc.gov/about/cpsia/faq/elecertfaq.pdf


Panama: base militare trasformata in zona<br />

economica<br />

A novembre 2008, Panama ha dato il via alla riconversione<br />

della base militare di Howard nel “Business<br />

Center for the Americas”.<br />

La zona economica che vedrà il giorno accoglierà principalmente<br />

le aziende internazionali dell’industria e della<br />

logistica che entreranno sui mercati d’America centrale<br />

e meridionale da Panama. La prima fase dei lavori<br />

(centro dedicato al commercio e agli affari, Corporate<br />

Panama Center, urbanizzazione delle zone residenziali)<br />

dovrebbe terminare nel 2011. Entro il 2048 sono previsti<br />

investimenti pari a 700 milioni di dollari.<br />

Più ampi ragguagli su Panama–Pacifico Business<br />

Center for the Americas su www.aaeepp.gob.pa/aep/en/<br />

index.php<br />

In vigore la convenzione per evitare la doppia<br />

imposizione con il Pakistan<br />

Gli strumenti di ratifica della convenzione firmata il 19<br />

luglio 2005 tra la Svizzera e il Pakistan per evitare le<br />

doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito sono<br />

stati scambiati a novembre 2008 a Islamabad e la<br />

convenzione è immediatamente entrata in vigore.<br />

La Convenzione conclusa nel 1959 per evitare le doppie<br />

imposizioni con il Pakistan e modificata in singoli punti<br />

nel 1962 è stata la prima Convenzione che la Svizzera<br />

ha concluso con un Paese in via di sviluppo. Nell’ambito<br />

di una revisione totale essa è stata sostituita da una<br />

nuova.<br />

La nuova Convenzione segue in larga misura il modello<br />

di convenzione dell’Organizzazione per la cooperazione<br />

e lo sviluppo economici (OCSE) ed è conforme alla<br />

prassi svizzera in materia di convenzioni di doppia imposizione.<br />

Essa contribuirà a rinsaldare le relazioni economiche<br />

bilaterali ed è uno strumento atto a promuovere<br />

gli investimenti diretti in Pakistan.<br />

Le disposizioni della convenzione per evitare le doppie<br />

imposizioni sono applicabili, per quanto riguarda le imposte<br />

sul reddito, in Svizzera a partire dal 1° gennaio<br />

<strong>2009</strong> e in Pakistan dal 1° luglio <strong>2009</strong>.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale delle<br />

finanze DFF su www.efd.admin.ch/00468/index.<br />

html?lang=it&msg-id=23307<br />

Asian Headquarters in<br />

Europe: A strategy for<br />

Switzerland<br />

Da un recente studio condotto<br />

da McKinsey in collaborazione<br />

con l’Osec e<br />

la Swiss American Chamber<br />

of Commerce, emerge<br />

che la piazza svizzera risulta<br />

essere molto attrattiva<br />

per le multinazionali<br />

asiatiche.<br />

Nei prossimi 10-15 anni,<br />

la Svizzera avrebbe<br />

il potenziale per attirare<br />

ben 120 sedi regionali di<br />

aziende asiatiche e questo potrebbe creare dai 55’000<br />

ai 120’000 posti di lavoro. In altri termini, il PIL svizzero<br />

potrebbe aumentare di almeno il 2,4%.<br />

Nella pratica bisogna tuttavia ancora convincere i dirigenti<br />

asiatici che la Svizzera è una piazza d’eccezione<br />

per insediare le loro aziende. Vanno quindi adottate le<br />

necessarie misure per rendere coscienti i decision maker<br />

asiatici dei vantaggi che la Svizzera può apportare<br />

loro.<br />

“Asian Headquarters in Europe: A strategy for Switzerland”<br />

su www.osec.ch/files/downloads/Asian-Headquarters-in-Europe.pdf<br />

Cina: “Outfitting the New<br />

White Collars”<br />

Nonostante la crisi finanziaria<br />

mondiale, la classe<br />

media cinese continua a<br />

svilupparsi, spende di più<br />

ed ha un interesse crescente<br />

per le marche occidentali,<br />

soprattutto per quanto<br />

concerne l’abbigliamento.<br />

La richiesta di prodotti di<br />

marca aumenta contemporaneamente<br />

al potere<br />

d’acquisto, questo è quanto<br />

riassume uno studio recente<br />

di Deloitte relativo<br />

al comportamento dei consumatori della classe media<br />

cinese. Ne risultano quindi opportunità interessanti per<br />

le società estere.<br />

Secondo le stime di Deloitte, entro il 2018 la Cina dovrebbe<br />

contare 40 milioni di economie domestiche agiate.<br />

I cinesi di età compresa tra i 20 e i 44 anni sono i<br />

più portati allo shopping. In questa fascia d’età oltre il<br />

60% dei consumatori è anche incline a provare nuove<br />

marche. In materia, anche se i marchi occidentali beneficiano<br />

di un certo prestigio, gli acquirenti si mostrano<br />

esigenti pretendendo, per quanto riguarda i prodotti del<br />

segmento di prezzo superiore, che siano fabbricati nel<br />

paese d’origine del marchio.<br />

È durante le vacanze che i cinesi sono più propensi a<br />

allentare i cordoni della borsa, essi apprezzano tuttavia<br />

anche le promozioni e i saldi.<br />

“Outfitting the New White Collars: Sizing up the<br />

Potential for Global Niche Brands in China” su www.<br />

deloitte.com/dtt/cda/doc/content/cn_FAS_banking_outfitwhitecollars_260808%281%29%281%29.pdf<br />

Osec<br />

Corso Elvezia 16<br />

Casella postale 5399 - CH-6901 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 35/37<br />

Fax +41 91 911 51 39<br />

info.lugano@osec.ch<br />

www.osec.ch<br />

37


Fiere internazionali<br />

Hospitalar <strong>2009</strong><br />

São Paulo, 2-5 giugno <strong>2009</strong><br />

Hospitalar è la fiera specializzata del settore Health Care non solo in<br />

Brasile ma in tutta l’America Latina. Essa costituisce un’ampia e valida<br />

piattaforma per tutti i produttori e i commercianti di attrezzature e<br />

apparecchiature medicali, sia locali che stranieri. Il salone si rivolge ai<br />

professionisti del settore (trattamenti medici, cure, centri di riabilitazione,<br />

laboratori e centri diagnostici). Ai visitatori è offerta l’opportunità di<br />

avere informazioni sulle tecnologie, le apparecchiature e i prodotti più<br />

38 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Partecipate ad una fiera, toccate con mano le novità del mercato<br />

recenti. Vi sono inoltre importanti opportunità d’acquisto.<br />

L’edizione 2008 ha registrato 1’100 espositori da 33 paesi e 78’000 visitatori.<br />

SWISSCAM, la Camera di commercio svizzero-brasiliana, in collaborazione con lo Swiss Business Hub Brazil e l’Osec<br />

vi allestisce uno stand collettivo a disposizione delle aziende elvetiche e del Liechtenstein. Il padiglione di 99 mq<br />

ha un’ubicazione ottimale ed ogni partecipante dispone di 6mq, 9mq, 12mq e oltre per presentare i propri prodotti,<br />

cataloghi, opuscoli ed accogliere i visitatori.<br />

Informazioni generali sulla fiera: www.hospitalar.com<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fairs > Hospitalar <strong>2009</strong><br />

UITP <strong>2009</strong> Mobility & City Transport Exhibition<br />

Vienna, 8-11 giugno <strong>2009</strong><br />

L’UITP è uno dei congressi mondiali più importanti nel settore dei trasporti pubblici ed è una piattaforma interattiva<br />

per prodotti, soluzioni ed innovazioni nel settore.<br />

La SWISSRAIL Industry Association vi allestisce uno “SWISS Pavilion”.<br />

Informazioni generali sulla fiera: www.uitp.org/vienna<strong>2009</strong><br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fairs > UITP <strong>2009</strong> Mobility & City Transport Exhibition<br />

IDEM India <strong>2009</strong><br />

Mumbai, 23-25 ottobre <strong>2009</strong><br />

La classe media indiana, si parla di 200-220 milioni di persone, dispone oggi di un forte potere d’acquisto e dà<br />

un’importanza crescente alla salute e all’estetica dei propri denti. In questo Paese operano almeno 40’000 dentisti<br />

(alcune fonti parlano di 80’000), di cui 7’000 esercitano nella sola regione di Mumbai. Le 270 scuole professionali<br />

del settore formano ogni anno circa 80’000 specialisti in tecniche dentarie e necessitano di strumenti di qualità. Il<br />

mercato indiano delle cure dentarie è valutato a 445 milioni di dollari, con una crescita stimata al 20%. Le importazioni<br />

raggiungono quota 40%.<br />

La Fiera di Colonia organizza un salone, coadiuvato da conferenza e workshop, denominato “International Dental<br />

Exhibition and Meeting India – IDEM India”, il cui concetto ricalca il modello dell’IDEM di Singapore.<br />

Le aziende elvetiche hanno l’opportunità di parteciparvi nel quadro dello “SWISS Pavilion” che vi sarà allestito.<br />

Informazioni generali sulla fiera: www.idem-india.com<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fairs > IDEM India <strong>2009</strong><br />

The Big 5 Show <strong>2009</strong><br />

Dubai, novembre <strong>2009</strong><br />

Il “Big 5 Show” che si tiene ogni anno a Dubai è il più grande evento della costruzione e delle branche affini nella<br />

regione del Golfo. Il vigore e la costanza delle crescita negli Emirati Arabi Uniti garantiscono dei bisogni crescenti<br />

nel settore della costruzione. Il “Big 5” rappresenta l’occasione ideale per presentare i propri prodotti e novità ad<br />

un pubblico di professionisti esigenti. In quest’occasione Osec, Swiss Business Hub Dubai e Swiss Business Council<br />

Dubai allestiranno uno “SWISS Pavilion”. Non perdete quest’occasione unica!<br />

Informazioni generali sulla fiera: www.thebig5exhibition.com<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fairs > The Big 5 Show <strong>2009</strong><br />

InFormazIonI suGlI “swIss pavIlIon”: www.osec.ch/FaIrs


Vita dei Soci<br />

Comunicato stampa<br />

100 annI dI manIFestI tIcInesI,<br />

deI GrIGIonI e del laGo dI como<br />

È uscito il secondo volume del progetto editoriale “100 anni di manifesti ticinesi” che presenta<br />

manifesti stampati tra il 1890 e il 1990.<br />

Il primo, che riporta i manifesti turistici del Sopraceneri, della linea ferroviaria del San Gottardo<br />

e del <strong>Ti</strong>cino in generale, era uscito nel dicembre dello scorso anno.<br />

Questo secondo libro riporta invece i manifesti turistici di tutto il Sottoceneri, il Canton Grigioni<br />

(Grigioni in generale, di lingua italiana, Ferrovia Retica ed Engadina) e il Lago di Como.<br />

Il formato è grande, cm 29 x 24, con testi in italiano e inglese. Nelle 304 pagine sono riportate<br />

complessivamente 490 foto a colori, perlopiù a piena pagina. Il prezzo in libreria è di Fr.<br />

118.00.<br />

Per avere informazioni inerenti le possibilità di personalizzazione e gli eventuali sconti per ordinazioni<br />

multiple, è possibile telefonare al numero +41 91 910 10 50.<br />

Direzione e showroom: Via dei Solari 4, 6900 Lugano,<br />

Tel. +41 91 910 10 50, Fax +41 91 910 10 59, info@jansonius.ch<br />

Gallerie: Via Canova 18, 6900 Lugano, Tel. +41 91 921 03 30<br />

Riveta da la Tor, 6922 Morcote, Tel. +41 91 996 30 50<br />

39


Vita dei Soci<br />

di Claudia Longhi, Analyst, SRI Group SA<br />

corso "manaGement dI orGanIzzazIonI<br />

sportIve": nel <strong>2009</strong> a tenero!<br />

Importante novità per la 14esima edizione del corso organizzato<br />

da SRI Group SA con il patrocinio del DECS e di Swiss Olympic<br />

Nel <strong>2009</strong> anche gli amanti dello sport del Sopraceneri<br />

potranno accedere al programma formativo “Management<br />

di organizzazioni sportive – livello base” senza lunghi<br />

spostamenti. Infatti, dopo parecchi anni a Chiasso,<br />

l'edizione <strong>2009</strong> del corso, che prenderà il via il 14 marzo,<br />

si svolgerà al Centro sportivo nazionale della gioventù di<br />

Tenero, nel cuore dello sport ticinese.<br />

Le lezioni, si rivolgono a tutti coloro che operano o intendono<br />

operare a livello dirigenziale in associazioni ed<br />

organizzazioni sportive, a persone attive in ambito commerciale<br />

sportivo, a professionisti del marketing e della<br />

comunicazione di realtà aziendali che hanno interesse nel<br />

mondo sportivo, come pure ad appassionati, studenti e<br />

sportivi che intendono approfondire l’aspetto manageriale<br />

delle società sportive in generale.<br />

Il corso, che gode della certificazione EDUQUA (Certificato<br />

svizzero di qualità per istituti di formazione), si articola<br />

in sette lezioni, tenute sempre nella giornata di sabato<br />

e permette di ottenere il diploma di “Management di<br />

organizzazioni sportive (livello base)” rilasciato da Swiss<br />

Olympic e dal DECS (Dipartimento Educazione, Cultura e<br />

Sport del Canton <strong>Ti</strong>cino).<br />

«Il Corso di Management di organizzazioni sportive», spiega<br />

Bixio Caprara, Direttore del Centro Sportivo Nazionale<br />

della Gioventù di Tenero e presidente della Commissione<br />

d’Esame, «nasce dalla constatazione che lo sport ricopre<br />

oggi un ruolo sociale ed economico di primo piano.<br />

Un’accresciuta rilevanza non sempre seguita da una corrispondente<br />

crescita nelle competenze di chi lo sport lo<br />

organizza e lo gestisce». Il corso si propone quindi come<br />

una risposta concreta alla necessità di “professionalizzazione”<br />

dell’odierna realtà sportiva ticinese.<br />

«ll nostro obiettivo», afferma Fabio Corti, Direttore del<br />

corso, «è quello di formare figure professionali che maturino<br />

forti competenze gestionali e che siano capaci di<br />

40 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Un momento della consegna dei diplomi dell’edizione 2008<br />

applicare strumenti e logiche di tipo aziendale alla realtà<br />

delle associazioni ed organizzazioni sportive ticinesi,<br />

incrementandone la qualità gestionale». «Ciascuna giornata<br />

di lezione», prosegue Corti, «sarà dedicata alla trattazione<br />

di un tema specifico. Le tematiche spazieranno<br />

dalla gestione delle risorse umane, alla programmazione<br />

e al marketing, proseguiranno poi con la redazione del<br />

bilancio e si concluderanno con le sponsorizzazioni e la<br />

comunicazione esterna».<br />

Le lezioni tenute da docenti universitari ed esperti del<br />

settore sportivo, coniugheranno approfondimenti teorici<br />

ad esercitazioni pratiche. «Le esercitazioni, i casi pratici<br />

e le discussioni in aula costituiscono infatti un momento<br />

centrale della formazione», conclude Corti, «durante<br />

questi momenti infatti i corsisti sono stimolati a partecipare<br />

attivamente alle lezioni attraverso il confronto delle<br />

proprie esperienze ed opinioni con gli altri».<br />

È possibile ottenere maggiori informazioni riguardanti<br />

iscrizioni, programma e calendario del corso consultando<br />

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Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

come GestIre<br />

Il lavoro FlessIBIle oGGI?<br />

In un libro di recente pubblicazione di Boss Editore SA,<br />

viene trattato sotto tutti i punti di vista la tematica del lavoro<br />

flessibile, argomento di cui si è parlato anche nel Congresso<br />

Lavoro tenutosi alla fine di novembre dello scorso anno<br />

Lo scorso 11 dicembre a Bellinzona è stato<br />

presentato il nuovissimo libro sul lavoro<br />

flessibile. Tematica di grandissima attualità,<br />

discussa, ribattuta e analizzata in molti<br />

ambiti, finalmente chiarita e esaminata da<br />

esperti in materia sotto un unico cappello,<br />

il tutto riunito in un libro – “Lavoro flessibile.<br />

Vademecum per una gestione sicura<br />

dei rapporti di lavoro flessibili” – edito da<br />

Boss Editore SA.<br />

La flessibilità del lavoro è una realtà emergente<br />

ed eterogenea, come strategia organizzativa<br />

dell’azienda e come domanda<br />

dei collaboratori che desiderano meglio<br />

armonizzare attività professionale e sfera<br />

privata. Accanto a forme e rapporti di lavoro<br />

flessibili ormai collaudati – come il<br />

tempo parziale o l’orario flessibile di lavoro – si diffondono<br />

altre modalità atipiche: per esempio il lavoro su chiamata,<br />

contratti di durata determinata, il lavoro a prestito, ecc.. A<br />

volte i rapporti di lavoro sommano più elementi di flessibilità<br />

rendendo complessa la definizione di obblighi e diritti,<br />

in generale delle condizioni di lavoro. Come è possibile<br />

gestire in modo sicuro la flessibilità del lavoro? Sono queste<br />

le risposte teoriche e pratiche che si possono trovare<br />

nel libro.<br />

Il volume è frutto del lavoro degli esperti del team di Boss<br />

Editore – Domenico Basile, Costantino Delogu, Alessandra<br />

Prinz –, e presenta anche un’analisi macroeconomica di<br />

Giuliano Bonoli, professore di politica sociale all’Istituto di<br />

alti studi in amministrazione pubblica (IDHEAP) a Losanna;<br />

il tutto a cura di Lorenza Hofmann, nato da un progetto<br />

editoriale imperniato sulla conoscenza applicata, caposaldo<br />

della filosofia della casa editrice di Sessa.<br />

Come è strutturato il libro?<br />

Nel capitolo 1, in ottica macroeconomica, Giuliano Bonoli,<br />

professore di politica sociale presso l’Institut de hautes<br />

études en administration publique (IDHEAP) a Losanna,<br />

presenta la “flexicurity”, modello di politica del lavoro che<br />

coniuga, in modo efficiente e socialmente accettabile,<br />

flessibilità sul mercato del lavoro e sicurezza economica e<br />

sociale per gli attivi. Analizza la situazione nei paesi OC-<br />

42 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

SE, in Europa e in Svizzera, dove risulta un<br />

buon equilibrio fra flessibilità e sicurezza a<br />

vantaggio della creazione di impiego.<br />

Nel capitolo 2, in ottica Human Resources<br />

(HR), Domenico Basile, specialista in HR e<br />

formatore professionale e aziendale, presenta<br />

svariati tipi di lavoro flessibile, modalità<br />

di sviluppo e di implementazione di<br />

modelli di orario flessibile e misure accompagnatorie<br />

per assicurare con successo la<br />

transizione verso la flessibilità.<br />

Nel capitolo 3, in ottica giuridica, Costantino<br />

Delogu, avvocato, si china sulla flessibilità<br />

nel diritto e del diritto; spiega soprattutto<br />

i principali elementi flessibili del<br />

rapporto di lavoro: tempo di lavoro, durata<br />

del contratto di lavoro, lavoro su chiamata,<br />

luogo di lavoro (es. possibilità di lavorare in parte a casa),<br />

pluralità di lavoratori (es. job sharing), strumenti di lavoro,<br />

salario.<br />

Nel capitolo 4, in ottica di protezione sociale, Alessandra<br />

Prinz, giurista, presenta le assicurazioni sociali e i relativi<br />

obblighi assicurativi per datore di lavoro e dipendente,<br />

facendo chiarezza sull’assoggettamento di talune forme<br />

di lavoro flessibile, per esempio il lavoro temporaneo, le<br />

attività dipendenti/indipendenti e l’occupazione transfrontaliera.<br />

Nel Vademecum, curato da Lorenza Hofmann, coesistono<br />

e si integrano teoria e pratica, coerentemente con la linea<br />

editoriale imperniata sulla conoscenza applicata.<br />

Nel capitolo 5, le tabelle sinottiche permettono una visione<br />

sintetica di quanto è necessario osservare nella gestione<br />

di specifiche forme di occupazione, per quanto attiene ad<br />

obblighi e diritti derivanti dal contratto e all’assoggettamento<br />

assicurativo.<br />

Nel capitolo 6, i modelli di contratto e gestionali consentono<br />

di avere una traccia per la stipulazione di contratti di<br />

lavoro o per applicare e nel contempo regolamentare una<br />

determinata forma di lavoro flessibile, sia dal punto di vista<br />

dell’orario di lavoro sia dell’organizzazione del lavoro.<br />

Di questa tematica si era già dibattuto nel Congresso Lavoro,<br />

un importante evento annuale, tenutosi per la prima


edizione lo scorso 27 novembre 2008, organizzato e promosso<br />

da Boss Editore SA, nel quale si sono riuniti esperti<br />

e rappresentanti del mondo imprenditoriale ticinese. La<br />

prima edizione, intitolata “Risorse Umane, fra norme e<br />

buon prassi”, ha, tra gli altri temi, appunto toccato la tematica<br />

del lavoro flessibile, con interventi di esperti in materia.<br />

Davanti ad una gremita platea, si sono succeduti sul<br />

palco dell’Auditorium dell’Università della Svizzera Italiana<br />

Robert Boss, che ha aperto il convegno e Marco Borradori,<br />

Presidente del Consiglio di Stato, che ha portato il saluto<br />

del Consiglio di Stato.<br />

I lavori congressuali sono proseguiti con la parte dedicata<br />

alle “Attuali normative e buone prassi”, con gli interessanti<br />

interventi di Silvano Degiovannini, Responsabile<br />

Personale SUD La Posta svizzera; Susanne Bigler Gloor,<br />

Responsabile HR della Svizzera italiana presso Raiffeisen<br />

Svizzera; Riccardo Biaggi, esperto fiscale dipl. fed., Partner<br />

Fiduciaria Mega SA, Lugano e dell’avv. Michele Rossi,<br />

autore per Boss Editore SA. Nella seconda parte, incentrata<br />

sul “lavoro flessibile”, hanno brillantemente parlato<br />

Lorenza Hofmann, autrice per Boss Editore SA, Fabio B.<br />

Losa, ricercatore e aggiunto di direzione presso l’Ufficio<br />

di statistica del Canton <strong>Ti</strong>cino; Domenico Basile, redattore<br />

responsabile per Boss Editore SA; Costantino Delogu,<br />

redattore responsabile per Boss Editore SA ed Alessandra<br />

Prinz, autrice per Boss Editore SA. Infine nella terza parte<br />

sono state presentate delle riflessioni sulle sfide future, e<br />

sono intervenuti: Sandro Lombardi, Direttore AITI, Luca<br />

Albertoni, Direttore <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> e Maurizio Camponovo, Presidente<br />

HR <strong>Ti</strong>cino.<br />

Il Congresso ha riscosso un ottimo successo, avendo voluto<br />

promuovere le possibilità di incontri tra persone accomunate<br />

da competenze, esperienze e responsabilità e il<br />

confronto su aspetti normativi e modelli gestionali e sulla<br />

loro applicazione.<br />

Il prossimo Congresso Lavoro si terrà il 26 novembre <strong>2009</strong><br />

a Lugano.<br />

Boss Editore SA<br />

Il team di Boss Editore SA si compone di numerosi esperti<br />

dei settori diritto del lavoro e gestione risorse umane.<br />

Il nuovo concetto editoriale creato da Robert Boss associa<br />

metodologie di lavoro diverse a spunti di riflessioni e<br />

momenti d’incontro con approfondimenti sotto un unico<br />

cappello: la conoscenza applicata. Il sistema di comunicazione<br />

integrato prevede diversi prodotti (con il sistema<br />

“Il diritto del lavoro applicato”, composto da un manuale,<br />

un CD-ROM, 3 aggiornamenti del manuale all’anno, una<br />

newsletter mensile ed il sito www.boss-lavoro.ch, regolarmente<br />

aggiornato), pubblicazioni e seminari informativi.<br />

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43


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

Franco Fontana<br />

44 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

esa tIcIno ed enGadIna:<br />

da 40 annI sulla cresta dell’onda<br />

Franco Fontana, Direttore del Centro ESA di Giubiasco, filiale<br />

ESA per <strong>Ti</strong>cino ed Engadina, ci parla del 40° anniversario<br />

d’attività in <strong>Ti</strong>cino<br />

Pup ESA _überarbeitet_X4.pdf 1 13.1.<strong>2009</strong> 9:41:08<br />

ESA è una cooperativa che si occupa, quale organizzazione,<br />

dell’acquisto per il settore svizzero dell'automobile<br />

e dei veicoli a motore, con oltre 7’200 associati, che ne<br />

sono i comproprietari (garagisti – garage di automobili,<br />

autocarri e motociclette –, carrozzieri verniciatori e lattonieri,<br />

stazioni di servizio come pure officine comunali e<br />

cantonali). ESA lavora inoltre con numerose associazioni<br />

e istituzioni.<br />

La sede principale è ubicata a Burgdorf, nel Canton Berna,<br />

e la copertura dei servizi ESA è assicurata a livello<br />

svizzero dalle sei succursali (Burgdorf, Zurigo, Giubiasco,<br />

San Gallo, Bussigny, Honau/Gisikon).<br />

Franco Fontana dirige con successo la succursale di Giubiasco<br />

sin dalla sua fondazione, 40 anni fa, ancor quando<br />

ESA, appena creata in <strong>Ti</strong>cino, veniva ubicata nei locali in<br />

affitto di Via Murate 7 a Bellinzona (20 settembre 1969).<br />

Tappe fondamentali della brillante storia della succursale<br />

in <strong>Ti</strong>cino sono il 1980, quando dopo aver acquistato,<br />

rinnovato e adeguato alle nuove esigenze della società lo


stabile ex-FOFT a Giubiasco, ESA vi si trasferisce.<br />

Nel 1987, visto il successo e la solidità dell’azienda, il<br />

Consiglio d’Amministrazione stanzia i crediti per la realizzazione<br />

del Centro ESA che sorgerà in Via Mondari<br />

– attuale sede di ESA <strong>Ti</strong>cino ed Engadina –, Centro<br />

inaugurato poi nel 1988. Nel 1989 ad ESA <strong>Ti</strong>cino viene<br />

affidato il compito di seguire anche la regione geografica<br />

dell’Engadina. A cavallo tra il 1999 e il 2000 viene<br />

ampliato il Centro in Via Mondari, dando la possibilità<br />

anche ai carrozzieri di creare il loro centro di formazione<br />

professionale prendendo in affitto una parte dello stesso.<br />

Infine ESA ha introdotto recentemente nel proprio assortimento<br />

il settore dei pezzi di servizio e di usura, che in<br />

un anno di attività ha riscosso un enorme successo oltre<br />

le aspettative.<br />

Dalla fine 2007 ha attivato un servizio di vendita online<br />

in italiano (www.esashop.ch), sviluppando parallelamente<br />

un servizio a domicilio che permette di raggiungere i<br />

clienti su tutto il territorio, anche più volte al giorno.<br />

Oggi la società occupa 33 dipendenti, di cui 5 apprendisti,<br />

e raggiunge un fatturato di oltre 22 milioni di franchi.<br />

Di cosa si occupa dunque ESA?<br />

La società offre un ampio assortimento di beni di consumo<br />

e d'investimento, sostenuto da un servizio moderno<br />

e ben preparato di consulenza e prestazioni. Nello specifico,<br />

ESA si è specializzata nella vendita di pneumatici<br />

(12 marche oltre l’esclusiva ESA Tecar), cerchi, pezzi di<br />

usura e servizio, batterie, catene da neve, lubrificanti, accessori<br />

per auto, prodotti chimici, prodotti per carrozzieri<br />

completa di 2 linee di pittura, attrezzature per garages/<br />

officine/carrozzerie, impianti di lavaggi automatici; ed è<br />

distributore ufficiale di vignette autostradali. ESA può<br />

contare su un fornitissimo magazzino, che assicura ai<br />

propri affiliati una disponibilità completa.<br />

ESA ha anche sviluppato un servizio nella progettazione<br />

e consulenza con supporto CAD.<br />

Grazie alle qualifiche specifiche dei propri dipendenti,<br />

ESA può mettere a disposizione dei clienti una vasta<br />

esperienza nel supporto alla pianificazione, alle riattazioni,<br />

ed alla valutazione dell’investimento. I collaboratori<br />

ESA sono competenti ed hanno maturato esperienze che<br />

vengono quotidianamente messe a disposizioni dei propri<br />

comproprietari/clienti.<br />

È pure garantito un servizio dopo vendita d’avanguardia<br />

con 4 tecnici impiegati in pianta stabile alla sede di Giubiasco.<br />

Il Direttor Fontana ed il suo team sapranno consigliarvi al<br />

meglio, sia dal punto di vista tecnico, sia da quello giuridico<br />

(ad esempio per ciò che concerne la depurazione<br />

delle acque, le problematiche di sicurezza ambientali e<br />

di sicurezza sul lavoro).<br />

Sino ad oggi ESA ha installato ben 90 impianti di lavaggi<br />

automatici su tutto il territorio cantonale e oltre 200<br />

impianti di depurazione acque.<br />

ESA <strong>Ti</strong>cino ed Engadina è anche un interlocutore privilegiato<br />

per quello che riguarda studi ed analisi per la<br />

fattibilità di progetti in <strong>Ti</strong>cino.<br />

ESA ha da sempre posto grande attenzione alla propria<br />

politica di vendita, marketing e comunicazione: tutto ruota<br />

in funzione della clientela, e dei bisogni del cliente.<br />

Grazie al motto “La mia ESA, più forti, insieme”, è facile<br />

capire quanto il pensiero di gruppo, la compattezza e<br />

l’essere uniti è intrinseco nella missione di ESA.<br />

Il <strong>2009</strong> sarà l’anno del 40° anniversario, si stanno preparando<br />

alcune manifestazioni e offerte ricche di sorpre-<br />

se per festeggiare il traguardo, gli eventi si svolgeranno<br />

sull’arco di tutto l’anno.<br />

Clou dei festeggiamenti saranno le giornate delle porte<br />

aperte programmate per il 18 e 19 settembre <strong>2009</strong>.<br />

ESA <strong>Ti</strong>cino ed Engadina<br />

Succursale Giubiasco<br />

Via Mondari, 6512 Giubiasco<br />

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Fax +41 91 850 60 90<br />

www.esa.ch<br />

45


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

46 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

dIversI con BrIo<br />

È questo il life motiv di Sympany, azienda che ha, dall’aprile<br />

scorso, aperto i battenti con una filiale anche in <strong>Ti</strong>cino. Trust<br />

Sympany opera nel settore assicurativo aziendale. Abbiamo<br />

incontrato Mary Torre, Key Account Manager per il <strong>Ti</strong>cino che ci<br />

ha spiegato di cosa si occupa<br />

Trust Sympany è la prima assicurazione in Svizzera che si<br />

concentra esclusivamente sulle attività con le aziende e<br />

che fornisce sotto lo stesso tetto soluzioni individuali per<br />

le assicurazioni di persone – previdenza professionale,<br />

infortunio, perdita di salario, spese sanitarie, business<br />

travel, care e case management – e utili servizi complementari.<br />

Sympany Assicurazioni SA, è un’assicurazione<br />

nata dalla fusione tra ÖKK<br />

Basilea nata nel 1914, ÖKK Svizzera<br />

e CM 57. Queste aziende, che hanno<br />

alle spalle una solida realtà economica,<br />

hanno fuso le loro competenze per<br />

riunirle sotto un unico label, da qui è<br />

nata Sympany.<br />

Il Gruppo Sympany è composto da tre<br />

grandi settori e si rivolge specificatamente<br />

a tre gruppi di clienti target:<br />

• Trust Sympany, per l’ambito aziendale. Le imprese che<br />

diventano clienti di Trust Sympany usufruiscono di un<br />

pacchetto completo per l’assicurazione, in esso troviamo<br />

assicurazioni individuali per la perdita di guadagno,<br />

assicurazioni infortunio e infortunio complementare,<br />

previdenza professionale, business travel insurance per<br />

chi viaggia all’estero per lavoro, il care e case management<br />

con una serie di servizi di prevenzione della sa-<br />

Mary Torre, Key Account Manager<br />

lute e consulenza sociale. Con Trust<br />

Sympany è nata la prima assicurazione<br />

che si concentra esclusivamente<br />

sulle soluzioni per l’impresa.<br />

• Vivao Sympany, per i privati, con un occhio particolare<br />

ai bisogni delle famiglie, ma non solo (anche per lavoratori,<br />

giovani, frontalieri, ecc., che possono usufruire<br />

di vari innovativi servizi). Semplice nelle offerte e nella<br />

comunicazione, diretta senza fronzoli, ma conveniente<br />

con proposte attrattive come ad esempio il 75%<br />

di sconto per i figli nell'assicurazione di base, il 50%<br />

di sconto per la famiglia sui premi delle assicurazioni<br />

complementari, l’indennità di allattamento, ecc.. Oltre<br />

alle offerte citate, sono presenti numerosissimi altri<br />

vantaggi.<br />

• Moove Sympany, per giovani e parti sociali. Si tratta di<br />

un’assicurazione mobile, con prodotti snelli, si rivolge<br />

a persone attive, sportivi, e giovani.<br />

Fedele al motto «diversa con brio», Trust Sympany offre<br />

una protezione ritagliata su misura e prestazioni immediate,<br />

dirette e personali per tutti gli ambiti di attività.<br />

Oggi Trust Sympany sostiene 188'162 assicurati di base<br />

e 356'007 assicurati complementari, dando lavoro<br />

a circa 450 collaboratori in tutta la Svizzera; il Gruppo<br />

realizza oggi un fatturato annuo di 750 milioni di franchi.<br />

Trust Sympany è sinonimo di sicurezza professionale a<br />

costi accessibili con un’attenzione mirata al cliente. Per


permettere alle aziende di dedicarsi completamente al<br />

loro core business, l’assicuratore orienta i propri processi<br />

alle loro esigenze con la massima flessibilità. Le strutture<br />

chiare e snelle garantiscono un elevato grado di trasparenza<br />

e processi efficienti, e consentono di mantenere<br />

basse le spese amministrative e di soddisfare le esigenze<br />

dei clienti con sorprendente semplicità.<br />

Nomen est omen: il marchio Trust Sympany associa il<br />

concetto di fiducia con i termini Sympathy, accompagnamento<br />

e Company. Tenendo fede al nome, l’assicuratore<br />

è un partner brillante e degno di fiducia che s’impegna<br />

in modo affidabile ed anticonvenzionale per gli interessi<br />

delle aziende fornendo loro un valido supporto. Per Trust<br />

Sympany l’interlocutore occupa una posizione centrale: le<br />

aziende devono sentirsi comprese e prese sul serio. Con<br />

un innato spirito collaborativo, dinamico e valorizzante,<br />

Trust Sympany opera con passione, competenza ed entusiasmo,<br />

per soddisfare al meglio le elevate esigenze<br />

dei clienti. Azienda in evoluzione che già nel corso di<br />

quest’anno proporrà interessanti novità.<br />

Per maggiori informazioni, la Signora Mary Torre è a vostra<br />

disposizione.<br />

Trust Sympany<br />

Sympany Assicurazioni SA<br />

Via San Gottardo 50, 6900 Lugano<br />

Tel. +41 58 262 37 50, Fax +41 91 922 86 59<br />

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47


Vita dei Soci<br />

di Luciano Paliaga, direttore tecnico Qualicon Consulenze SA<br />

Luciano Paliaga<br />

48 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

GestIone del rIschIo nella pmI<br />

sIGnIFIca avere la capacItà dI<br />

Governare opportunItà e perIcolI!<br />

Contenuti dei corsi di formazione ed esperienze pratiche tratte<br />

da progetti in azienda condotti da Luciano Paliaga, direttore<br />

tecnico di Qualicon Consulenze SA - Camorino<br />

Lo scenario attuale<br />

Gli avvenimenti accaduti negli ultimi mesi, a livello mondiale,<br />

per quanto riguarda la crisi finanziaria sono sotto<br />

gli occhi di tutti e nessuno può osare dire che le conseguenze<br />

non possano influenzare anche le piccole e medie<br />

aziende, perché ormai tutte fanno parte di un sistema che<br />

si chiama “mercato globale”.<br />

Che cosa è successo? La risposta più semplice è che<br />

banche, istituti di investimento, imprese private e pubbliche<br />

hanno considerato unicamente le opportunità per<br />

ottenere benefici ed ignorato la probabilità degli eventi e<br />

le relative conseguenze, una cultura dilagante che paradossalmente<br />

caratterizza i nostri tempi che, oltre ad evidenziare<br />

la scarsa etica e responsabilità sociale, dimostra<br />

l’incapacità di gestire i rischi.<br />

Inoltre viene sottovalutato il fatto che ogni impresa deve<br />

confrontarsi con l’imprevisto nel futuro (a corto e mediolungo<br />

termine) e che ci sono sempre opportunità e pericoli<br />

che possono generare una deviazione di obiettivi e<br />

traguardi causata da avvenimenti più o meno casuali. Le<br />

opportunità vengono di solito accolte volentieri, per contro<br />

non è una consuetudine radicata riconoscere i pericoli<br />

e non è automatico individuarli a causa della sensibilità<br />

carente nella gestione dei rischi.<br />

L’importanza del risk management<br />

Da un’indagine estesa su un campione di circa 85 aziende<br />

appartenenti a molteplici settori merceologici risulta<br />

che:<br />

• Il 70% dichiara di considerare il risk management, ma<br />

solo il 15% è in grado di dimostrare un piano attuativo<br />

con una persona qualificata per la sorveglianza e<br />

l’analisi dei rischi<br />

• Il 10% delle aziende possiede visione e strategia esplicite<br />

di risk management<br />

• Il 30% possiede una metodologia di valutazione applicabile<br />

(per esempio per la salute e sicurezza dei lavoratori)<br />

• Il 20% cura la comunicazione interna informando sulla<br />

politica per la gestione del rischio<br />

• Il 12% ha definito una chiara tolleranza del rischio<br />

Che cosa vuol dire risk management? Tutte le attività messe<br />

in atto ed in relazione ai rischi. In particolare l’identifi-<br />

cazione, la valutazione, l’aggregazione e la sorveglianza,<br />

così come la riduzione e l’eliminazione dei rischi.<br />

Obiettivi che non possono essere raggiunti a causa<br />

dell’insorgere dei rischi:<br />

• Investimenti finanziari azzardati / Perdita del patrimonio<br />

• Liquidità dell’azienda insufficiente / Incapacità di pagamento<br />

• Perdita di fiducia presso le banche / Costi finanziari alti<br />

• Strategia non raggiunta / Rottura dell’utile<br />

• Perdite da progetti senza successo / Penalizzazione<br />

marcata del fatturato<br />

• Perdita di know-how / Sorpasso importante dei costi<br />

nelle attività principali<br />

• Incendio di stabili ed impianti / Difficoltà di fornitura e<br />

perdita di clienti<br />

• Acquisizione di un’azienda senza successo / Influenza<br />

massiccia sui risultati<br />

• Ecc..<br />

Qual è l’effetto desiderato verso l’interno e l’esterno?<br />

L’abbattimento dei rischi per contribuire a:<br />

Sicurezza per le persone<br />

• Sul posto di lavoro<br />

• Nell’utilizzo dei prodotti<br />

• Nell’assunzione di alimenti<br />

• Nello sport ed in altri eventi<br />

• Ecc.<br />

Protezione dello spazio vitale e dell’ambiente<br />

• Suolo, acque, aria, agricoltura, molteplici attività lavorative<br />

Protezione del patrimonio<br />

• Il proprio<br />

• Di ogni gruppo di interesse<br />

Aumento della pianificazione della sicurezza / Incremento<br />

del valore d’impresa<br />

• Riduzione delle fluttuazioni<br />

• Eliminazione delle fonti finanziarie più dispendiose<br />

• Sviluppo costante dell’utile / migliore rating<br />

• Probabilità bassa di insolvenza<br />

• Attrattività per investitori, clienti e fornitori


La conformità legislativa<br />

Quali sono gli obblighi di legge a cui è sottoposta l’impresa?<br />

Il Codice delle Obbligazioni Svizzero lega la responsabilità<br />

del management secondo i seguenti articoli:<br />

Art. 717: Gli amministratori e i terzi che si occupano della<br />

gestione sono tenuti ad adempiere i loro compiti con<br />

ogni diligenza e a salvaguardare secondo buona fede gli<br />

interessi della società.<br />

Art. 754: Gli amministratori e tutti coloro che si occupano<br />

della gestione o della liquidazione sono responsabili, sia<br />

Prospettive di sviluppo<br />

Come possiamo promuovere cambiamenti<br />

e potenziali di crescita per<br />

concretizzare i nostri obiettivi?<br />

verso la società sia verso i singoli azionisti e creditori della<br />

stessa, del danno loro cagionato mediante la violazione, intenzionale<br />

o dovuta a negligenza, dei doveri loro incombenti.<br />

Adeguamento del Codice delle Obbligazioni in riferimento<br />

ai compiti dell’ente di revisione:<br />

Art. 728a: L’ufficio di revisione verifica se:<br />

1. il conto annuale ed eventualmente il conto di gruppo<br />

siano conformi alle disposizioni legali, allo statuto e alla<br />

normativa tecnica prescelta;<br />

2. la proposta del consiglio d’amministrazione all’assemblea<br />

generale sull’impiego dell’utile risultante dal bilancio<br />

sia conforme alle disposizioni legali e allo statuto;<br />

3. esista un sistema di controllo interno.<br />

Nell’eseguire la verifica e nel determinarne la portata<br />

l’ufficio di revisione tiene conto del sistema di controllo<br />

interno.<br />

• Il codice penale infligge sanzioni in caso di danni alle<br />

persone ed alle cose oltre ai casi di decesso.<br />

• Le direttive della Comunità Europea per l’armonizzazione<br />

tecnica, come per esempio per i dispositivi medici,<br />

ecc.<br />

• La Responsabilità civile da prodotto difettoso.<br />

• La Protezione ambientale.<br />

• La Sicurezza sul lavoro.<br />

• La Protezione incendi, ecc.<br />

Questo significa che devono essere definiti adeguati<br />

Prospettive finanziarie<br />

Come dobbiamo procedere nei confronti<br />

degli Shareholders per raggiungere il<br />

successo finanziario?<br />

Visione e strategia<br />

Prospettive interne<br />

In quali processi aziendali dobbiamo<br />

essere i migliori, per soddisfare i nostri<br />

clienti?<br />

processi aziendali per l’identificazione, la misurazione,<br />

la sorveglianza ed il controllo dei rischi che subentrano.<br />

Una disciplina che devono adottare e dimostrare tutte le<br />

imprese per esempio per soddisfare i requisiti del sopraccitato<br />

art. 728a del C.O., per il quale si rende necessario<br />

dimostrare la capacità di governare i rischi legati agli<br />

aspetti economico-finanziari.<br />

Visione e strategia<br />

L’orientamento del Risk management aziendale dovrebbe<br />

seguire lo schema seguente:<br />

Prospettive del cliente<br />

Come dobbiamo dare riscontro ai<br />

nostri clienti che realizziamo la<br />

nostra visione?<br />

Le premesse organizzative che devono essere realizzate<br />

sono:<br />

1. Il processo di risk management deve essere definito<br />

in ogni dettaglio e deve essere parte integrante del<br />

sistema di gestione aziendale.<br />

2. I mezzi ausiliari sono predisposti, le misure sono definite<br />

e condivise.<br />

3. Un risk manager (responsabile) è stato introdotto per<br />

l’organizzazione e per l’effettuazione corretta dell’analisi<br />

dei rischi.<br />

4. I rischi vengono identificati e stimati dai rispettivi<br />

responsabili di funzione con l’eventuale supporto di<br />

specialisti.<br />

5. Le persone coinvolte sono istruite:<br />

- Il risk manager ha frequentato un corso riconosciuto;<br />

- la Direzione e i partecipanti ai team di lavoro sono<br />

introdotti ai fondamenti della gestione del rischio (p.<br />

es. dal risk manager).<br />

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non indugiate a contattare il vostro partner Qualicon per<br />

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49


Vita dei Soci<br />

Comunicato stampa<br />

50 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

un eccezIonale 75°<br />

per mIGros tIcIno<br />

Hanno inoltre avuto grande successo i punti di vendita recentemente<br />

rinnovati, in particolare il centro di Sant’Antonino,<br />

che nel corso dell’anno è stato selezionato per la<br />

finale del concorso internazionale di design commerciale<br />

“Euroshop Retail Design Award”, indetto nell’ambito di<br />

Euroshop 2008, la più importante fiera internazionale<br />

nel campo dell’allestimento di punti vendita che ha luogo<br />

ogni quattro anni a Düsseldorf.<br />

Anche le attività non commerciali hanno evidenziato un<br />

andamento positivo: la Scuola Club ha confermato la<br />

sua posizione nel settore della formazione degli adulti,<br />

mentre il settimanale Azione ha mantenuto praticamente<br />

invariato il numero di lettori a 113'000 unità.<br />

In considerazione dei buoni risultati, dopo aver convenuto<br />

l’aumento del 3% dei salari <strong>2009</strong>, la Cooperativa<br />

La Cooperativa ticinese domiciliata a Sant’Antonino ha<br />

chiuso il suo 75° anno d’attività con una cifra d’affari<br />

di 584,8 milioni di franchi, in aumento di 37,7<br />

milioni di franchi, pari al 6,9%, rispetto all’anno<br />

precedente.<br />

Tra i fattori che hanno contribuito all’importante<br />

sviluppo degli affari nel corso del 2008,<br />

la congiuntura favorevole, la propensione al<br />

consumo mantenutasi ad alto livello anche<br />

nel quarto trimestre dell’anno, l’ulteriore<br />

evoluzione positiva del turismo degli acquisti,<br />

oltre che l’apprezzamento della clientela<br />

per gli assortimenti e i punti di vendita di Migros<br />

<strong>Ti</strong>cino.<br />

Sono stati in particolare apprezzati l’aumentata<br />

convenienza e la più chiara<br />

struttura degli assortimenti, come<br />

pure l’ampliamento delle linee a<br />

maggiore valore aggiunto, tra le<br />

quali figurano I Nostrani del <strong>Ti</strong>cino,<br />

Sélection, Heidi e Actilife.<br />

ha deciso di distribuire parte degli utili sotto forma di<br />

un premio straordinario del valore di 500 franchi ai suoi<br />

collaboratori, quale riconoscimento del ruolo determinante<br />

da loro svolto nel raggiungimento degli ottimi risultati<br />

dell’azienda.<br />

Maggiori informazioni sull’esercizio 2008 saranno comunicate<br />

il prossimo mese di marzo in occasione della tradizionale<br />

conferenza stampa, nel corso della quale verranno<br />

date indicazioni circa gli importanti progetti previsti<br />

dalla cooperativa per il <strong>2009</strong>.<br />

Per maggiori informazioni:<br />

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News della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Marzo <strong>2009</strong><br />

La formazione tra passato, presente e futuro<br />

cino Business<br />

usiness<br />

Copertina: VITONOTODESIGN2OO9


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Sommario<br />

<strong>Ti</strong>cino Business<br />

cino Business<br />

News della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Marzo <strong>2009</strong><br />

Marzo <strong>2009</strong><br />

Strong opinion 4 Una riforma per crescere in tempi di crisi<br />

Editoriale 6 Tra formazione e... sportellate<br />

Contromano 8 Una nuova strategia contro le chiusure e per la crescita economica<br />

Il Tema 10 Crescita scarsa ma disoccupazione bassa?<br />

Ospite 12 Oltre 200 i nuovi programmi di formazione professionale<br />

13 Come battere la concorrenza?<br />

14 Formazione per UPSA e AIET: cifre e fatti<br />

Biblioteca liberale 15 Quante balle sul capitalismo<br />

Agenda 17 Agenda <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Diritto 18 Il lavoro ridotto: tra legge e innovazioni giurisprudenziali<br />

Attualità 19 Offensiva indigena contro la fiscalità svizzera<br />

Attualità 20 Sette «peccati» d’importanza capitale<br />

Attualità 21 Minore burocrazia per le piccole e medie imprese<br />

Attualità 22 Avvicendamento alla sede ticinese dell’Osec<br />

Attualità 24 Il manager della salute fa del bene all’azienda<br />

Eventi 26 Come fare business in Medio Oriente?<br />

Formazione 27 Vari appuntamenti<br />

Formazione 28 La formazione <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> 30 Cerca lavoro<br />

Osec 31 Commercio estero<br />

Fiere internazionali 35 I prossimi appuntamenti<br />

Vita dei Soci 37 SSIC TI<br />

Vita dei Soci 38 Federcommercio<br />

Vita dei Soci 40 ÖKK<br />

Vita dei Soci 42 Newave SA<br />

Vita dei Soci 44 Scuola di lingue Il Ponte<br />

Vita dei Soci 46 IPT - Integrazione per tutti<br />

Vita dei Soci 48 VITONOTODESIGN<br />

Vita dei Soci 50 ABT<br />

La formazione tra passato, presente e futuro<br />

<strong>Ti</strong>cino Business<br />

o Business<br />

44 12<br />

13 22<br />

Marzo <strong>2009</strong><br />

Copertina: VITONOTODESIGN2OO9<br />

I m p r e s s u m<br />

Editore:<br />

Camera di commercio, dell’industria,<br />

dell’artigianato e dei servizi<br />

del Cantone <strong>Ti</strong>cino, Lugano<br />

Redattrice responsabile:<br />

Lisa Pantini<br />

Comitato redazionale:<br />

Franco Ambrosetti, Luca Albertoni,<br />

Rinaldo Gobbi, Lisa Pantini, Arianna<br />

Crivelli, Simona Morosini Marconi e<br />

Marco Passalia<br />

Redazione:<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 11<br />

Fax +41 91 911 51 12<br />

pantini@cci.ch www.cciati.ch<br />

Pubblicità:<br />

Pubblicità Sacchi, C.P. 558<br />

6928 Manno<br />

Tel. +41 91 600 20 70<br />

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38<br />

24<br />

Stampa:<br />

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CHF 70.- annuo (+ IVA)<br />

3


Strong Opinion<br />

di Franco Ambrosetti, Presidente della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

4 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Una riforMa per crescere<br />

in teMpi di crisi<br />

Il bombardamento quotidiano di proclami<br />

mediatici concernenti la crisi economica, che<br />

investe il mondo intero, non accenna a diminuire<br />

così come crescono sensibilmente le<br />

preoccupazioni dei vari leader mondiali tesi<br />

a tranquillizzare l’opinione pubblica con massicci<br />

interventi anticiclici, che non si erano<br />

più visti, per tipologia e soprattutto per entità<br />

finanziaria, dopo il crollo del ‘29.<br />

Pur avendo opinioni a volte discordanti, su un<br />

punto concordano la gran parte dei leader politici<br />

occidentali, sul fatto cioè che in momenti<br />

di crisi come questo si presenta l’occasione<br />

di affrontare riforme strutturali che altrimenti<br />

sarebbero difficili, se non impossibili.<br />

In Svizzera la crisi che ha colpito duramente<br />

il comparto finanziario si sta estendendo<br />

all’economia reale come mostrano i recenti<br />

dati negativi delle esportazioni. Il Consiglio<br />

federale sta intervenendo in modo che ci<br />

sembra appropriato. Il Cantone, dal canto<br />

suo, ha in cantiere tutta una serie di misure<br />

che a breve verranno illustrate nella loro completezza.<br />

Sappiamo bene che il margine di<br />

manovra di una piccola Repubblica come la<br />

nostra è alquanto limitato in rapporto alle autonomie<br />

che le sono concesse e a causa del<br />

pesante indebitamento che ci trasciniamo.<br />

Tuttavia c’è spazio per intervenire su consumo<br />

e investimenti e forse anche per agire su<br />

un raggio più ampio. Mi spiego meglio.<br />

Tra i problemi più gravi e più complessi che<br />

affliggono gli Stati occidentali è prioritario il<br />

finanziamento di AVS e casse pensioni. La<br />

discussione sull’allungamento dell’età pensionabile<br />

è delicata e trova molti ostacoli, non<br />

solo ideologici. Probabilmente la soluzione<br />

potrebbe essere quella di un pensionamento<br />

flessibile, tra i 60 e i 67 anni, con modalità<br />

da studiare. Non è semplicissimo dal profilo<br />

finanziario, ma un pensionamento à la carte<br />

risolverebbe molti problemi. Si tratta però<br />

di materia di competenza federale che esce<br />

dalle nostre competenze. A livello cantonale<br />

la questione potrebbe essere affrontata iniziando<br />

dall’altro capo del problema, quello<br />

delle nascite. Uno dei motivi principali per<br />

cui oggi si fanno meno figli è che le donne<br />

sono costrette a scegliere tra carriera e<br />

maternità. Finché il mondo economico non<br />

risolve questo dilemma non c’è una vera parità<br />

di diritti tra uomo e donna. A poco serve<br />

la parità di salari se poi, una volta messi al<br />

mondo i bambini, si rinuncia al lavoro perché<br />

non c’è nessuno che li accudirebbe fino<br />

all’età pre-scolastica. La soluzione sta nella<br />

creazione di asili nido gratuiti vicini agli agglomerati<br />

in cui si concentrano le aziende. Si<br />

potrebbe applicare lo stesso sistema introdotto<br />

a suo tempo per la creazione di centri<br />

per apprendisti costituiti con finanziamenti<br />

statali parziali. Un asilo nido non è un grande<br />

costo per le aziende. Le imprese medie e<br />

medio-grandi avranno interesse ad allestirli<br />

all’interno dei propri spazi, quelle piccole potranno<br />

consorziarsi per avere la massa critica<br />

necessaria. Lo Stato parteciperebbe sia al finanziamento<br />

della struttura o della gestione<br />

o di entrambe le cose. Insomma, un’idea<br />

da sviluppare che offrirebbe alla donna la<br />

possibilità di non dover scegliere tra lavoro<br />

e maternità, e alle aziende il modo per non<br />

perdere quelle valide collaboratrici che oggi<br />

escono forzatamente dal circuito lavorativo.<br />

Tanta conoscenza e competenze specifiche<br />

vanno perse in questa maniera. Il recupero di<br />

manodopera femminile qualificata è inoltre<br />

una misura anticiclica strutturale e di largo<br />

respiro perché è produttiva, essendo il PIL<br />

composto in massima parte di lavoro. È difficile<br />

trovare un provvedimento strategico che<br />

contribuisca alla soluzione parziale di ben tre<br />

problematiche in contemporanea: quella dei<br />

diritti delle donne, quella delle nascite in calo<br />

e quella del finanziamento degli istituti pensionistici:<br />

con evidenti vantaggi per la crescita<br />

economica, sociale, culturale del Paese e<br />

costi contenuti.<br />

Il <strong>Ti</strong>cino, che a volte, nel bene e nel male,<br />

fa da rompighiaccio a livello nazionale (legge<br />

antifumo, socialità sviluppatissima, sensibilità<br />

ecologica e così via) avrebbe la possibilità<br />

di profilarsi, ancora una volta, come promotore<br />

di un’idea innovativa che servirebbe a<br />

prendere quattro piccioni con una fava: diritti<br />

femminili, più nascite, mezzi finanziari per<br />

AVS e crescita economica sul lungo periodo.


Fonte di energia<br />

L’acqua, indispensabile alla vita, è inoltre una preziosa fonte di energia. Stoccata<br />

nei bacini di accumulazione permette di produrre elettricità, a seconda del<br />

bisogno. Altre fonti rinnovabili di produzione sono gli impianti solari,<br />

quelli geotermici, l’energia eolica e la biomassa. In una società<br />

sempre più ingorda di elettricità, il consumo razionale si<br />

impone quale una delle principali fonti di<br />

risparmio energetico. Per il bene<br />

di tutti, ambiente<br />

compreso!<br />

LUCE ALLE IDEE<br />

5


Editoriale<br />

di Luca Albertoni, Direttore della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

6 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

tra forMazione e... sportellate<br />

Il tema di questo numero di <strong>Ti</strong>cino Business<br />

è la formazione, perché ci sembra doveroso<br />

sottolinearne l’importanza strategica sul<br />

lungo periodo, in un momento in cui molti<br />

impropriamente chiedono interventi miliardari<br />

di ogni genere, anche per settori che<br />

non ne hanno un bisogno immediato. Il sistema<br />

formativo elvetico, di cui illustriamo<br />

alcune caratteristiche fondamentali in uno<br />

dei contributi che seguono, è fondamentale<br />

per la competitività della nostra economia<br />

e sarebbe un suicidio trascurarlo o, forse<br />

ancora peggio, cercare di rafforzarlo somministrandogli<br />

vitamine poco adatte. Fuori<br />

di metafora, la linea della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, ribadita<br />

con fermezza nel documento sottoposto<br />

all’attenzione della task-force cantonale incaricata<br />

di studiare misure anti-crisi (www.<br />

cciati.ch/index.cfm?fuseaction=m6.332&la<br />

n=it&showNewsDetail=65), è chiara. Al fine<br />

di favorire la formazione (sia quella di base,<br />

come l’apprendistato, ma anche quella<br />

continua che permette l’aggiornamento ed<br />

il mantenimento di un alto livello di conoscenze)<br />

è necessario sostenere in primis le<br />

aziende e le associazioni di categoria che<br />

da tempo si prodigano in questo ambito,<br />

mettendo a disposizione importanti mezzi<br />

finanziari e umani per formare le nuove leve<br />

e permettere loro una costante evoluzione<br />

durante tutta la carriera professionale. La<br />

strada che abbiamo indicato con decisione<br />

è quella degli sgravi fiscali perché riteniamo<br />

che sia lo strumento più efficace per<br />

garantire che questo impegno possa essere<br />

svolto con continuità. Inutile creare balzelli e<br />

tasse generalizzati (quindi anche a carico di<br />

chi già contribuisce in maniera importante<br />

alla formazione), con l’illusione di poter poi<br />

ridistribuire cifre faraoniche secondo criteri<br />

quantomeno nebulosi. Un’ulteriore tassa<br />

sulla formazione avrebbe effetti nefasti,<br />

soprattutto in momenti come quelli che ci<br />

accingiamo a vivere. Una sensata e mirata<br />

politica di sgravi fiscali premierebbe chi già<br />

si occupa d formazione e potrebbe al contempo<br />

incentivare a farlo chi, per vari motivi,<br />

ancora non vuole o non può farlo.<br />

Un alto livello formativo conferisce una<br />

concorrenzialità molto forte, che permette<br />

quindi di affrontare tutte le situazioni<br />

con maggiore serenità, compresa la sfida<br />

dell’applicazione degli Accordi bilaterali<br />

con l’Unione Europea, affossati dal popolo<br />

ticinese lo scorso 8 febbraio, ma fortunatamente<br />

confermati dal popolo svizzero. A<br />

proposito di Accordi bilaterali è curioso osservare<br />

come l’importante novità introdotta<br />

dalla Camera di commercio di Como per le<br />

aziende svizzere (uno sportello unico per<br />

espletare tutte le pratiche burocratiche italiane)<br />

sia stata commentata con toni molto<br />

diversi. C’è chi ha parlato di bufala e chi<br />

invece si è subito arrogato meriti non suoi,<br />

utilizzando toni trionfalistici per celebrare la<br />

storica conquista. Il tutto mescolato nell’immenso<br />

minestrone del tema della reciprocità,<br />

ormai Faro d’Alessandria di qualsiasi<br />

discorso politico che si rispetti. Peccato<br />

che la reciprocità non sia un monolite e che<br />

l’onestà intellettuale dovrebbe ad esempio<br />

portare a distinguere chiaramente l’ambito<br />

degli appalti pubblici (molto problematico)<br />

da quello delle prestazioni transfrontaliere<br />

inferiori ai 90 giorni (che è assai meno complicato).<br />

Ma, si sa, nel contesto di infuocati<br />

dibattiti politici, gli argomenti oggettivi non<br />

hanno purtroppo alcun diritto di cittadinanza.<br />

Per tornare però al menzionato sportello<br />

unico di Como, nessuno ha ritenuto opportuno<br />

ricordare che questa piccola conquista<br />

è frutto del lungo lavoro svolto dalla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

(unitamente alle Camere di commercio dei<br />

Grigioni e del Vallese) nel contesto della<br />

Conferenza permanente delle Camere di<br />

commercio di frontiera italo-svizzere, come<br />

del resto esplicitamente annunciato dal sottoscritto<br />

in occasione dell’Assemblea generale<br />

della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> lo scorso 10 ottobre 2008.<br />

Ma forse non è così strano in un Cantone in<br />

cui la cultura del lamento sta sostituendo<br />

quella del lavoro, per cui è ovviamente più<br />

popolare chi sbraita piuttosto che chi lavora.<br />

Noi, comunque, continueremo a lavorare.


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Contromano<br />

di Alessio del Grande<br />

Una nUova strategia<br />

contro le chiUsUre<br />

e per la crescita econoMica<br />

A leggere alcuni commenti sul risultato del voto<br />

dell’8 febbraio si ha la brutta impressione che in<br />

<strong>Ti</strong>cino si sia votato non tanto sull’estensione della<br />

libera circolazione a Romania e Bulgaria, ma contro<br />

l’Italia. Le dichiarazioni di molti politici sulla<br />

necessità d’insistere a Berna affinché tuteli di più<br />

il cantone dalla pressione del Nord Italia (occupazione,<br />

reciprocità per le imprese, sicurezza) e le<br />

rivendicazioni, largamente condivise, di chi vorrebbe<br />

blindare la frontiera, confermano questa impressione.<br />

Che in quel 66% ticinese di no all’Europa<br />

ci sia una forte componente anti italiana è,<br />

purtroppo, un dato di fatto. Rattrista che il <strong>Ti</strong>cino<br />

sia largamente contagiato da quella che qualcuno<br />

ha giustamente definito la sindrome dell’“idraulico<br />

lombardo”. Sindrome che sembra aver cancellato<br />

una comunanza di lingua e cultura, di tradizioni,<br />

d’intensi scambi economici e commerciali, da cui<br />

negli anni hanno guadagnato sia il <strong>Ti</strong>cino che la<br />

Lombardia.<br />

È questo uno dei più pericolosi effetti collaterali di<br />

questa crisi, non dissimile dalla recente protesta<br />

degli operai inglesi contro gli italiani che gli “rubano”<br />

il lavoro in patria, o dalla scelta di tanti Paesi<br />

europei di tutelare l’economia nazionale contro le<br />

insidie del mercato globale e della concorrenza.<br />

Ecco il risultato perverso di quell’ideologia della<br />

crisi, che con la dissennata critica al capitalismo e<br />

ai presunti eccessi del libero mercato, ha riportato<br />

in auge e rilegittimato protezionismo e nazionalismo.<br />

I più tetri fantasmi di un Novecento che<br />

hanno portato al fascismo, al nazismo e al comunismo.<br />

Al vertice del G7 di Roma, i Governi hanno<br />

ribadito il rifiuto di ogni forma di protezionismo,<br />

ma è soltanto una dichiarazione di principio. Di<br />

fatto ovunque si procede con seminazionalizzazioni,<br />

se non vere e proprie nazionalizzazioni, delle<br />

banche, con aiuti, mascherati in forme diverse,<br />

all’industria, inviti e clausole per comprare solo<br />

prodotti nazionali, e non da ultimo con restrizioni<br />

ai flussi immigratori, sino a qualche anno fa im-<br />

8 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

pensabili. Paura e protezione è il nuovo paradigma<br />

delle politiche governative, prive ormai di visioni<br />

lunghe e appiattite su dimensioni locali dove si<br />

rincorrono solo timori e rancori quotidiani per far<br />

cassetta elettorale. Chi avverte sui pericoli di queste<br />

chiusure resta inascoltato. Chi avverte che aiutando<br />

e sussidiando imprese in difficoltà (perché<br />

non si sono ristrutturate e quindi fuori mercato) si<br />

sottraggono risorse ingenti a settori più innovativi<br />

e promettenti, viene subito isolato. Chi avverte che<br />

questa politica farà esplodere deficit statali e debito<br />

pubblico (che i contribuenti saranno chiamati<br />

a pagare con aumenti di tasse e imposte) viene<br />

messo a tacere.<br />

In un panorama così desolante non meraviglia,<br />

dunque, più di quel tanto che due ticinesi su tre<br />

abbiano votato contro i Bilaterali. Ma dai politici,<br />

anche da quelli che siedono in Governo, ci sarebbe<br />

da aspettarsi qualcosa d’altro: che non si alimentino<br />

almeno questa voglia di chiusura, la paura e<br />

il risentimento verso gli italiani, operai, artigiani<br />

o imprese, che vengono a lavorare in <strong>Ti</strong>cino.<br />

Certamente nell’attuale applicazione dei Bilaterali<br />

c’è qualcosa che non funziona. Che ci siano delle<br />

distorsioni nella cosiddetta reciprocità – ossia la<br />

possibilità per le imprese ticinesi di poter lavorare<br />

in Italia con altrettanta facilità – è innegabile. Giusto,<br />

dunque, intervenire con correttivi adeguati.<br />

Ma a Berna non bisogna chiedere solo questo.<br />

Su Berna bisogna anche insistere affinché Consiglieri<br />

federali e alti funzionari dell’amministrazione<br />

si rendano conto della grande opportunità che<br />

rappresenta non solo per il nostro Cantone, ma<br />

per tutta la Svizzera, la vicinanza con una potenza<br />

economica quale la Lombardia, una delle aree più<br />

dinamiche e produttive di tutta l’Europa, e più<br />

in generale la prossimità con tutto il Nord Italia,<br />

cuore pulsante dell’economia italiana. Una macro<br />

regione di cui per motivi storici e geo-economici<br />

il <strong>Ti</strong>cino fa parte integrante. Ma per questo è necessario<br />

che i nostri stessi politici capiscano dav-


vero cosa significhi per l’economia cantonale, quella<br />

“membrana osmotica” tra <strong>Ti</strong>cino e Nord Italia, di cui<br />

ha parlato recentemente a Lugano, Piero Bassetti, il<br />

noto imprenditore e politico che è stato anche il primo<br />

Presidente della Regione Lombardia. È qui il futuro.<br />

In questo flusso di scambio, di transiti, di collaborazione,<br />

di cooperazione e competitività, di sinergie non<br />

ancora del tutto coscientizzate e rielaborate in una<br />

strategia politica ed economica. Sugli imprevedibili<br />

scenari di questa crisi, ben poco può fare il governo<br />

cantonale per attutirne l’impatto. Può, però, lavorare<br />

ad un progetto lungo di crescita incentrato sulle<br />

potenzialità offerte dalla macro regione <strong>Ti</strong>cino-Nord<br />

Italia.<br />

Certamente, per tamponare gli effetti della recessione<br />

sono anche utili le misure predisposte dalla task-force<br />

del Governo. Nel momento in cui scriviamo non sappiamo<br />

ancora quali provvedimenti saranno adottati,<br />

ma dall’ultimo incontro con le delegazioni delle associazioni<br />

economiche è arrivato qualche segnale positivo.<br />

Finalmente in <strong>Ti</strong>cino si è parlato di nuovo di sgravi<br />

fiscali. Sembra che almeno per ora sia stato messo da<br />

parte il dogma della “simmetria dei sacrifici” e si sia<br />

pure affacciata la consapevolezza che la produzione<br />

della ricchezza vada incoraggiata e non penalizzata.<br />

Dal municipio di Lugano che ha approvato un credito<br />

quadro anti crisi da 25 milioni di franchi è pure arrivato<br />

l’invito al cantone a promuovere alleggerimenti<br />

fiscali mirati per famiglie e imprese, e di sollecitare<br />

Berna per un’amnistia fiscale che riammetterebbe nel<br />

circuito economico capitali ingenti. Sono queste le<br />

misure che oggi di più servono a cittadini e aziende.<br />

Se il piano di lavori pubblici è indubbiamente<br />

utile, soprattutto se finalizzato alla modernizzazione<br />

del parco immobiliare e infrastrutturale, se è anche<br />

giusto e necessario pensare a più efficaci ammortizzatori<br />

sociali per i cittadini più sfavoriti, è ancora più<br />

importante salvaguardare la competitività del nostro<br />

sistema produttivo, poiché da essa dipendono posti<br />

di lavoro, redditi e crescita futura.<br />

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9


Il tema<br />

di Luca Albertoni, Direttore <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

10 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

crescita scarsa Ma disoccUpazione bassa?<br />

Merito della formazione professionale?<br />

Tesi a favore del sistema formativo svizzero nel contesto<br />

internazionale<br />

Il titolo è volutamente provocatorio ma riassume bene il<br />

senso di un interessante libro appena pubblicato da Rudolf<br />

Strahm (ex Consigliere nazionale socialista ed ex Sorvegliante<br />

dei prezzi), dal titolo “Warum wir so reich sind<br />

– Wirtschaftsbuch Schweiz”. La pubblicazione analizza in<br />

modo a volte atipico le caratteristiche che hanno permesso<br />

alla Svizzera di diventare uno dei Paesi più ricchi del<br />

mondo ed i primi capitoli sono dedicati alla formazione,<br />

cioè il tema di cui ci occupiamo con particolare attenzione<br />

in questo <strong>Ti</strong>cino Business. Le valutazioni di Strahm<br />

sono atipiche perché a volte fuori dagli schemi classici<br />

delle teorie economiche e costituiscono quindi spunti di<br />

discussione e riflessione molto interessanti, al di là della<br />

piena condivisibilità di quanto esposto. Vediamo alcune<br />

delle tesi presentate, basate su alcuni paradossi.<br />

1. Paradosso: la più bassa crescita economica ma<br />

al contempo la più bassa quota di disoccupati<br />

Strahm inizia con questo paradosso, di per sé non spiegabile<br />

con le teorie economiche. Sulla base di paragoni fra i<br />

vari paesi dell’OCSE, è emerso che negli anni dal 1992 al<br />

2005 la Svizzera ha avuto il tasso di crescita più debole<br />

(Grafico 1), ma al contempo la quota di disoccupati più<br />

bassa (Grafico 2) e il tasso più alto di persone “impiegate”,<br />

cioè di popolazione attiva che lavora.<br />

Secondo le teorie economiche classiche, la Svizzera<br />

avrebbe dovuto avere la disoccupazione più alta. Come<br />

si spiega quindi questa “anomalia”?<br />

2. Risposta al paradosso<br />

Secondo Strahm, la risposta al paradosso è riconducibile<br />

al diverso sistema formativo svizzero e alla forte capacità<br />

di integrazione nel mercato della formazione professionale<br />

in particolare. Quest’ultima è infatti considerata decisiva<br />

per creare professionisti adatti alle esigenze del mercato,<br />

riducendo il rischio di disoccupazione. La formazione<br />

professionale, soprattutto grazie al suo orientamento<br />

pratico, permette di rispondere meglio ai cambiamenti<br />

tecnici delle varie professioni e favorisce la capacità di<br />

creare un’attività indipendente. Strahm parla in generale<br />

di migliore “Employability”.<br />

A conferma di questa ipotesi sembra esservi un altro paradosso,<br />

ossia il rapporto fra formazione superiore/accademica<br />

(in cui la Svizzera si situa negli ultimi posti delle<br />

statistiche OCSE, Grafico 3) e l’attività di innovazione<br />

delle piccole e medie imprese (PMI, categoria nella quale<br />

la Svizzera figura invece fra i primi in assoluto, Grafico 4).<br />

Anche questa situazione appare a prima vista sorprendente,<br />

considerato che la stragrande maggioranza di<br />

PMI svizzere impiega relativamente poco personale con<br />

formazione superiore/accademica. La chiave di volta<br />

sembra però ancora una volta essere la formazione professionale,<br />

in particolare grazie al fatto che le aziende<br />

seguono da vicino la formazione e si preoccupano anche<br />

del perfezionamento professionale, creando così figure<br />

atte a promuovere efficacemente l’innovazione nel contesto<br />

lavorativo.<br />

3. La formazione professionale è più utile di quella<br />

accademica?<br />

Seguendo le tesi di Strahm, la risposta sembra essere<br />

inequivocabilmente sì, poiché, sulla base delle cifre rilevate<br />

nei censimenti federali dal 1970 al 2000, la quota<br />

di disoccupati risulta inferiore fra coloro che hanno una<br />

seguito una formazione professionale rispetto a chi invece<br />

ha svolto studi accademici. Anche se è forse un po’<br />

azzardato sostenere tale tesi in modo generalizzato, i dati<br />

devono comunque far riflettere, soprattutto noi ticinesi.<br />

È infatti arcinoto che le cifre della disoccupazione sono<br />

sempre più elevate in <strong>Ti</strong>cino e nella Svizzera romanda<br />

rispetto alla Svizzera tedesca. Ad esempio nel 2006 la<br />

Svizzera tedesca aveva una percentuale del 2,6 di disoccupati,<br />

mentre la Svizzera latina si attestava su un 4,4%<br />

e questa differenza era riscontrabile su tutto l’arco del<br />

ciclo congiunturale. Nella media calcolata su più anni, la<br />

quota di disoccupazione nella Svizzera latina è risultata<br />

costantemente 1,5-2 volte superiore a quella riscontrata<br />

nella Svizzera tedesca. Chiaramente questa differenza<br />

dipende da molti fattori di tipo politico, strutturale, territoriale,<br />

culturale, ecc.. Eppure è interessante rilevare che<br />

il tasso di formazione professionale è chiaramente più<br />

elevato nella parte germanofona della Svizzera, mentre i<br />

Cantoni latini hanno una predominanza di formazione superiore<br />

finalizzata a quella accademica. Nel 2000/2001<br />

ad esempio, in <strong>Ti</strong>cino 33% degli studenti era indirizzato<br />

verso la maturità, mentre la quota in Svizzera tedesca era<br />

del 18% (in Romandia 25%). Per contro, vi era un 68% di<br />

ragazze e ragazzi nel sistema duale di formazione (scuola<br />

e apprendistato) in Svizzera tedesca, contro il 45% in<br />

<strong>Ti</strong>cino (43% in Romandia).<br />

In buona sostanza, senza voler credere ciecamente solo<br />

alle indicazioni statistiche, sembra esservi una chiara<br />

tendenza che indica come la formazione professionale<br />

conferisca maggiore flessibilità ed adattabilità alle esi-


genze poste dal mercato, con conseguente minore rischio<br />

di disoccupazione.<br />

4. Conclusione<br />

Questo breve contributo non ha certo la pretesa di essere<br />

esaustivo, per cui forzatamente è stato necessario scegliere<br />

solo alcuni elementi e darne conto in modo sommario.<br />

Pur con tutte le riserve legate alle cifre nude e crude e<br />

ad eventuali semplificazioni che ne potrebbero risultare,<br />

appare però evidente l’importanza della formazione professionale<br />

come praticata in Svizzera. Il sistema duale,<br />

che permette un apprendistato in azienda e quindi una<br />

preparazione anche pratica, costituisce un notevole vantaggio<br />

comparativo rispetto agli altri paesi e garantisce la<br />

concorrenzialità elvetica anche in tempi difficili. Si tratta<br />

di un sistema che va senz’altro difeso ed ulteriormente<br />

promosso e di questo la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> e le varie associazioni di categoria<br />

sono assolutamente convinte. Da parte del mondo<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

6.4<br />

4.5<br />

Irlanda<br />

Polonia<br />

USA<br />

Norvegia<br />

Spagna<br />

40<br />

35<br />

30<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

Graco 1: Tasso di crescita 1992-2005<br />

USA<br />

3.3<br />

3.1<br />

2.9 2.8 2.7<br />

2.6 2.6<br />

2.3 2.3 2.2 2.1<br />

1.9 1.9 1.9<br />

Grecia<br />

Gran Bretagna<br />

Gli Stati OCSE<br />

Finlandia<br />

Svezia<br />

Danimarca<br />

Olanda<br />

Austria<br />

Portogallo<br />

Francia<br />

Belgio<br />

Graco 3: Percentuale di formazione accademica / superiore<br />

38 37<br />

Giappone<br />

Finlandia<br />

34<br />

Danimarca<br />

33<br />

Norvegia<br />

32<br />

Belgio<br />

30<br />

Islanda<br />

29 29<br />

Gran Bretagna<br />

Svezia<br />

28 28<br />

Svizzera<br />

Olanda<br />

27<br />

Germania<br />

25<br />

Francia<br />

Germania<br />

Italia<br />

24<br />

1.3<br />

1.2 1.1 1.1<br />

EU25<br />

22<br />

Giappone<br />

Svizzera<br />

Austria<br />

18<br />

Italia<br />

12<br />

Fonte: OCED, © Strahm/hep verlag<br />

Fonte: BFS/ Europäische Kommission EU, © Strahm/hep verlag<br />

economico, grazie anche all’ottima collaborazione con la<br />

Divisione della formazione professionale del Cantone, non<br />

è infatti mai mancato l’impegno in tale ambito. Ora si tratta<br />

di consolidare il sistema e magari di compiere ulteriori<br />

sforzi per rendere attrattive anche professioni considerate<br />

forse meno “prestigiose”, ma che danno certezze a chi le<br />

svolge e producono effetti benefici per tutta l’economia<br />

svizzera. Questo è in sostanza il messaggio che emerge<br />

dalla pubblicazione di Rudolf Strahm, che affronta anche<br />

altri temi come il rapporto tra grado di formazione e tasso<br />

di disoccupazione della popolazione straniera, l’integrazione<br />

degli stranieri nell’economia, ecc. Si tratta senz’altro<br />

di una lettura consigliata. Anche se le varie tesi prestano<br />

senz’altro il fianco a qualche critica, servono comunque a<br />

discutere su numerosi meccanismi dell’economia svizzera<br />

e magari a far maturare qualche proposta utile per migliorarci<br />

ulteriormente e rimanere concorrenziali nel contesto<br />

internazionale.<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

Graco 2: Tasso di disoccupazione 1992-2005<br />

15.3<br />

Polonia<br />

Spagna<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

Svizzera<br />

14<br />

11.6<br />

Finlandia<br />

Francia<br />

10.2<br />

9.8<br />

9.1<br />

8.5 8.4 8.3<br />

7.3<br />

7 6.7<br />

5.9 5.8<br />

5.4<br />

4.6 4.5<br />

4.2 4<br />

3.6<br />

Italia<br />

Grecia<br />

Irlanda<br />

Belgio<br />

Germania<br />

Svezia<br />

Graco 4: Attività innovativa delle PMI<br />

55<br />

Islanda<br />

46<br />

Austria<br />

45<br />

Germania<br />

43<br />

Belgio<br />

38<br />

Svezia<br />

35<br />

Gli Stati OCSE<br />

Gran Bretagna<br />

29<br />

Francia<br />

Danimarca<br />

Portogallo<br />

USA<br />

Norvegia<br />

29 29 29<br />

Norvegia<br />

Italia<br />

Danimarca<br />

26<br />

Olanda<br />

Finlandia<br />

Austria<br />

24<br />

Giappone<br />

22<br />

Gran Bretagna<br />

Svizzera<br />

Olanda<br />

18<br />

Fonte: OCED, © Strahm/hep verlag<br />

Fonte: BFS/ Europäische Kommission EU, © Strahm/hep verlag<br />

11


Ospite<br />

Intervista con Paolo Colombo, Direttore della Divisione della formazione professionale del Canton <strong>Ti</strong>cino, di Elisabetta Pisa<br />

12 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

oltre 200 i nUovi prograMMi<br />

di forMazione professionale<br />

Come è strutturata la formazione professionale in <strong>Ti</strong>cino?<br />

“Si tratta di un sistema duale con una formazione in<br />

un’azienda di tirocinio (per la formazione professionale pratica)<br />

e in una scuola (cultura generale e conoscenze professionali)<br />

con complementi nei cosiddetti corsi interaziendali.<br />

Vi sono inoltre le scuole professionali a tempo pieno. In<br />

particolare si articola in formazione professionale di base<br />

(3 o 4 anni al termine dei quali viene rilasciato un attestato<br />

federale di capacità che può essere abbinato a una maturità<br />

professionale, oppure due anni in seguito ai quali si ottiene<br />

un certificato federale di formazione pratica) e superiore<br />

che si acquisisce frequentando scuole specializzate superiori<br />

conseguendo dei diplomi, oppure sostenendo esami<br />

federali di professione (attestato professionale federale) o<br />

esami professionali federali superiori (diploma federale).<br />

Infine non si può dimenticare la formazione professionale<br />

continua con aggiornamenti periodici. Il percorso professionale<br />

viene scelto da circa il 70% degli svizzeri: sul piano<br />

nazionale gli apprendisti sono circa 200’000 e ogni anno<br />

sono consegnati 60'000 attestati federali”.<br />

In che modo la formazione viene adeguata a un mondo<br />

del lavoro in costante mutamento?<br />

“Dal 2005 stiamo rivedendo più di 200 ordinanze (programmi)<br />

di formazione per far sì che il contenuto formativo<br />

sia conforme alle esigenze dell’individuo e dell’economia. I<br />

partner della formazione – Confederazione, Cantoni e organizzazioni<br />

del mondo del lavoro – concordano le riforme e le<br />

negoziano in base alle risorse disponibili e alle esigenze di<br />

un mondo del lavoro e di una società che cambiano. Ogni<br />

anno entrano in vigore una trentina di nuove ordinanze, tra<br />

profili nuovi e rivisti”.<br />

Quali sono i settori che richiedono le maggiori<br />

modifiche?<br />

“Si spazia un po’ in tutti i comparti: da quello industriale,<br />

artigianale, artistico, agrario fino a quello commerciale e<br />

della sanità”.<br />

I percorsi che offrono le maggiori opportunità<br />

lavorative?<br />

“Sono interessanti in particolare i settori della tecnica,<br />

dell’artigianato e dell’industria. Inoltre aumenterà la richiesta<br />

di figure legate alla sanità. Da oggi al 2030 viene stimato<br />

sul piano nazionale un incremento del 30% del fabbisogno<br />

di personale che opera in ambito sanitario. In più dalla gente<br />

viene una richiesta di sempre maggiore sicurezza in termini<br />

di ordine pubblico: da qui potrebbero avere origine nuovi<br />

percorsi formativi”.<br />

Quali sono le richieste a livello di formazione che<br />

vengono dal mondo imprenditoriale?<br />

“Le aziende richiedono risorse flessibili che siano in grado<br />

di contribuire alla competitività delle imprese, siano motori<br />

dell’innovazione, curiose, che guardino oltre, abbiano<br />

buone competenze e sappiano agire in un contesto sempre<br />

più internazionale e concorrenziale. Al di là delle esigenze<br />

del mondo del lavoro, uno dei compiti della formazione è<br />

anche quello di garantire, da un lato, l’integrazione sociale<br />

pure delle persone meno “agili”, dall’altro opportunità di<br />

studio, di perfezionamento e di carriera a coloro che sono<br />

particolarmente dotati, attraverso una formazione professionale<br />

superiore, l’accesso alle SUP, alle università e ai<br />

politecnici”.<br />

Secondo lei ci sono ambiti formativi poco esplorati<br />

che potrebbero rivelarsi importanti nei prossimi anni?<br />

“Il settore dell’energia, dell’ambiente e delle nuove tecnologie<br />

(lo sviluppo sostenibile non è più un tabù) potrebbero<br />

aprire nuove possibilità a livello di formazione e di occupazione.<br />

Ad esempio, l’industria delle macchine ha conosciuto<br />

uno sviluppo notevole nel corso degli anni e continuerà<br />

a conoscerlo con un’esigenza di aggiornamento continuo”.<br />

Quali sono le differenze tra la formazione in <strong>Ti</strong>cino e<br />

negli altri Cantoni?<br />

“Siamo una regione linguistica di periferia rispetto a Zurigo<br />

e Berna. Il nostro comunque è un sistema di formazione<br />

professionale molto completo e articolato (dispone di una<br />

gamma di professioni enorme) con circa 25 scuole di formazione<br />

professionale di base e superiore che copre le<br />

esigenze dell’economia. Naturalmente per una questione<br />

numerica non è opportuno sviluppare determinati percorsi<br />

formativi, quelli molto di nicchia. I Cantoni che non presentano<br />

frontiere linguistiche collaborano fra loro con la<br />

possibilità di avere anche delle economie di scala. Noi<br />

razionalizziamo al massimo le risorse disponibili”.<br />

I percorsi formativi sono il frutto della concertazione<br />

tra Confederazione, Cantoni e mondo imprenditoriale.<br />

Quali sono le vostre aspettative nei confronti di<br />

quest’ultimo attore?<br />

“L’obiettivo di tutti è preparare al meglio le future generazioni<br />

e andare incontro alle esigenze dell’economia. Gli<br />

imprenditori saranno chiamati a rafforzare il loro impegno<br />

nell’offrire posti di apprendistato. Tra l’altro poi in alcuni<br />

casi gli apprendisti restano in azienda, diventando parte<br />

del capitale professionale delle imprese. Inoltre il nostro è<br />

un sistema di formazione professionale molto efficiente e<br />

collaudato, però poco conosciuto all’estero. Ci proponiamo<br />

di promuoverlo rispetto alle aziende straniere che operano<br />

in Svizzera e che potrebbero mettere a disposizione nuovi<br />

posti di apprendistato”.


Ospite<br />

Intervista con Andrea Gehri, Presidente dell’Associazione svizzera delle piastrelle, Sezione <strong>Ti</strong>cino, di Elisabetta Pisa<br />

coMe battere la concorrenza?<br />

con la forMazione<br />

La sua associazione è molto attiva sul fronte della<br />

formazione professionale. Quali sono le attività che<br />

svolgete?<br />

“La formazione professionale rappresenta sicuramente<br />

una delle attività di maggior peso con l’obiettivo di avviare<br />

le nuove leve alla professione: siamo responsabili<br />

dei corsi di introduzione per apprendisti, quindi dei corsi<br />

pratici che si svolgono nella sede centrale dell’associazione;<br />

organizziamo percorsi sulla sicurezza al Centro di<br />

formazione di Gordola per tutti gli associati, e, per quanto<br />

riguarda la formazione continua, prepariamo dai 3 ai 5 seminari<br />

all’anno su temi tecnici. Ci impegniamo poi anche<br />

nella salvaguardia dell’etica e nella qualità professionale.<br />

Tra l’altro siamo partner delle istituzioni e degli operatori<br />

economici del Canton <strong>Ti</strong>cino per promuovere la qualità<br />

della formazione”.<br />

Perché la formazione è così importante per la<br />

vostra associazione?<br />

“Effettivamente è uno dei punti cardine della nostra attività.<br />

Ma tra gli altri obiettivi c’è anche la valorizzazione<br />

della professione come tale, per far capire quali sono<br />

gli aspetti sensibili (ad esempio effettuare un’opera di<br />

qualità sul posto e il servizio post-vendita) in modo che il<br />

cliente ticinese non si rivolga altrove. Dobbiamo difendere<br />

il nostro territorio e le peculiarità del nostro servizio, che<br />

è nettamente superiore a quello offerto in Italia. Probabilmente<br />

siamo più cari dei piastrellisti italiani, ma noi per<br />

legge siamo responsabili del lavoro per cinque anni, un<br />

aspetto che viene sottovalutato dal cliente e che comporta<br />

l’impiego di molte energie e risorse da parte nostra”.<br />

Quindi la concorrenza degli italiani vi ha indotto a<br />

puntare di più sulla formazione?<br />

“La formazione è importante. Il piastrellista è un arredatore:<br />

quello che andiamo a rivestire rimane, difficilmente<br />

viene cambiato se non piace così come si può cambiare<br />

un mobile. La qualità della messa in opera è essenziale.<br />

La piastrella la si acquista in scatole, il valore aggiunto è<br />

la corretta messa in opera del piastrellista. In Italia non ci<br />

sono scuole per apprendisti piastrellisti (tra l’altro ci capita<br />

di formare frontalieri), anche se è vero che sulla fascia<br />

di confine hanno una tradizione di manualità molto forte”.<br />

Oggi, in un mondo in rapida evoluzione, quanto è importante<br />

la formazione?<br />

“La posa è sempre più complessa. L’industria propone<br />

soluzioni e materiali nuovi, tecnologicamente all’avanguardia.<br />

Se non si conoscono i prodotti, non si possono<br />

applicarli, altrimenti si va incontro a grosse contestazioni.<br />

Non è possibile fare conto solo sull’abilità. Senza la formazione<br />

non si sta al passo coi tempi: non si può lavorare<br />

come si lavorava 30 anni fa”.<br />

Quali sono gli ostacoli che l’associazione incontra<br />

nelle sue proposte di attività?<br />

“Le ditte associate in <strong>Ti</strong>cino sono 35 e rappresentano<br />

il 65-70% della forza lavoro del settore. Ci sono altre<br />

180-190 ditte che operano nel comparto e che non aderiscono.<br />

Sono realtà molto piccole, formate da una-due<br />

persone che tentiamo di convincere a seguire i corsi”.<br />

C’è parecchia resistenza?<br />

“Sì, è un problema di mentalità. Nell’edilizia l’artigiano<br />

non ha mai saputo valorizzare il proprio operato e non<br />

sempre viene percepito il valore aggiunto dell’aggiornamento.<br />

Certamente costa formare apprendisti, che poi<br />

magari vanno altrove. Ma questo è un rischio che corrono<br />

tutte le aziende.<br />

La formazione può giocare un ruolo contro la crisi?<br />

“Fortunatamente noi la crisi come la descrivono i massmedia<br />

non l’avvertiamo ancora. Forse il nostro settore<br />

verrà colpito successivamente, ma al momento abbiamo<br />

discrete riserve di lavoro. Comunque sia la crisi non deve<br />

essere un motivo per non formare apprendisti. Bisogna<br />

considerare che un piastrellista a 50 anni inizia ad avere<br />

gli acciacchi procurati dalla professione (problemi a<br />

schiena, ginocchia, articolazioni...). Il ricambio generazionale<br />

è fondamentale. Nel nostro settore è anche più<br />

difficile attrarre i giovani e la formazione può giocare un<br />

ruolo importante sulla motivazione. In altri comparti c’è<br />

una prospettiva di evoluzione professionale: ad esempio<br />

gli elettricisti possono diventare ingegneri. I piastrellisti<br />

non hanno la possibilità di evolvere a livello accademico,<br />

ma è anche vero che possono intraprendere altri percorsi<br />

rimanendo nell’ambito della professione, diventando<br />

capocantiere, caposquadra, responsabile dell’équipe o<br />

indipendenti aprendo un’azienda propria”.<br />

Lei ha un’azienda di piastrelle, mosaici, cotto, marmi,<br />

graniti, pietre naturali e artificiali. Qual è il vostro<br />

contributo sotto il profilo della formazione?<br />

“Negli ultimi venti anni siamo probabilmente quelli che<br />

hanno formato di più. In <strong>Ti</strong>cino nell’arco di un triennio<br />

vengono formati dai 20 ai 30 apprendisti, con punte ultimamente<br />

di 40. Noi ne formiamo almeno dai tre ai<br />

cinque. Buona parte dei nostri apprendisti rimangono poi<br />

nell’organico aziendale”.<br />

13


Ospite<br />

di Lisa Pantini<br />

forMazione per Upsa e aiet:<br />

cifre e fatti<br />

L’Unione Professionale Svizzera dell'Automobile Sezione <strong>Ti</strong>cino<br />

– UPSA TI e l’Associazione Installatori Elettricisti <strong>Ti</strong>cinesi<br />

– AIET, rappresentano due associazioni di categoria<br />

tra le più impegnate nella formazione a livello cantonale,<br />

con quasi 100 nuovi apprendisti per ramo in formazione<br />

ogni anno.<br />

Si tratta quindi di circa 800 giovani che hanno abbracciato<br />

questo apprendistato legato all’artigianato.<br />

Il carico amministrativo-organizzativo per la formazione è<br />

notevole ed impegnativo. Vi sono però seri professionisti<br />

che lavorano al meglio per soddisfare tutte le esigenze e<br />

garantire la qualità necessaria. I segretariati ed i Comitati<br />

delle due associazioni si impegnano a fondo per mantenere<br />

e migliorare gli obiettivi formativi prefissatisi e garantirli<br />

sia ai giovani che si apprestano a cominciare la loro vita<br />

professionale, sia ai diplomati che vogliono potenziare le<br />

loro conoscenze e competenze attraverso la formazione<br />

continua e di aggiornamento, proponendo incentivi interessanti,<br />

nei centri professionali di Gordola per il ramo<br />

elettrico e Biasca per l’UPSA TI.<br />

Per le associazioni di categoria che rappresentano una<br />

grande fetta dell’economia ticinese, quali l’UPSA e l’AIET,<br />

la formazione è un caposaldo della loro attività associativa.<br />

Nella formazione di base, per quanto riguarda i corsi interaziendali,<br />

entrambe le associazioni, che hanno il loro<br />

segretariato presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, devono occuparsi di tutta l’organizzazione.<br />

Un corso interaziendale è un insegnamento<br />

che dura 2-3 settimane per gli apprendisti di ogni anno con<br />

lezioni pratiche. L’organizzazione prevede che si pianifichi<br />

tutto: dalle classi ai programmi d’insegnamento, alle ripartizioni<br />

degli istruttori – che vanno accuratamente selezionati<br />

–, fino alla preparazione del materiale a sostegno del<br />

corso (dispense, materiale per esercitazioni, ecc.). Senza<br />

dimenticare una corretta convocazione di tutti i giovani.<br />

Questi corsi sono in parte sussidiati dal Cantone e dalla<br />

Confederazione, ma non nella loro integrità. Indicativamente<br />

un 20% del costo totale è comunque a carico dei<br />

datori di lavoro.<br />

Per quello che riguarda invece i corsi post diploma, l’AIET<br />

ha costituito un’associazione specifica, la FPCE - Formazione<br />

Professionale Continua nel ramo Elettrico, in collaborazione<br />

con ASCE-SI (Associazione Controllori Impianti<br />

Elettrici) e AMESI (Associazioni Maestri Elettricisti), che<br />

rappresenta l’unico centro di formazione nella Svizzera italiana<br />

autorizzato a formare e tenere degli esami federali nel<br />

ramo elettrico. La FPCE promuove, coordina e organizza<br />

la formazione professionale continua nel ramo elettrico,<br />

proponendo corsi ed esami professionali superiori nonché<br />

corsi e seminari di aggiornamento.<br />

L’UPSA invece organizza autonomamente grazie al segretariato,<br />

alla speciale Commissione ed ai membri di Comitato i<br />

propri corsi di aggiornamento e formazione continua.<br />

14 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

I profili in pillole<br />

• AIET – Associazione Installatori Elettricisti <strong>Ti</strong>cinesi<br />

L'Associazione Installatori Elettricisti <strong>Ti</strong>cinesi è la sezione<br />

cantonale dell'Unione Svizzera degli Installatori Elettricisti<br />

(USIE), e raggruppa più di 100 imprese installatrici<br />

a livello cantonale. L’AIET si prefigge di salvaguardare<br />

e promuovere gli interessi generali dell'artigianato,<br />

dell'edilizia e in particolare del ramo delle installazioni<br />

elettriche. Essa si propone inoltre di tutelare il livello<br />

professionale dei suoi soci, soprattutto tramite la formazione<br />

professionale di capi azienda, quadri, maestranze<br />

ed apprendisti. In seno all'associazione operano anche<br />

delle commissioni, composte sempre da specialisti che,<br />

grazie alla loro esperienza pratica, consigliano il Comitato<br />

cantonale sulle opportunità e sulle scelte necessarie per<br />

consentire all'Associazione di realizzare i suoi molteplici<br />

obiettivi: organizzare corsi per apprendisti, di approfondimento;<br />

curare i rapporti con le organizzazioni sindacali;<br />

informare gli associati nei diversi campi d'interesse della<br />

professione. Nata nel 1910, l’AIET è stata fondata con<br />

forma giuridica nel 1930. L'attenzione che l’AIET pone<br />

nella formazione nel suo centro a Gordola, che conta circa<br />

400 apprendisti, si riassume con la qualità dell'insegnamento,<br />

riservato alle molteplici figure professionali del<br />

ramo.<br />

• UPSA – Unione Professionale Svizzera dell'Automobile<br />

L'organizzazione di categoria dei garagisti svizzeri (UPSA)<br />

è stata fondata nel 1927. Essa rappresenta oltre 4'100<br />

garage, sotto forma di piccole, medie e grandi imprese,<br />

concessionari e aziende indipendenti, che si occupano<br />

della vendita, della manutenzione e delle riparazioni delle<br />

automobili. L’UPSA svolge un ruolo attivo nella creazione<br />

e nel mantenimento di condizioni generali favorevoli per<br />

le imprese operanti nel settore dell'automobile e per i loro<br />

collaboratori. Per raggiungere i propri obiettivi, l’UPSA<br />

difende gli interessi dei propri soci, svolge un ruolo di<br />

lobby politica, organizza corsi di formazione e aggiornamento,<br />

promuove l'immagine della categoria (codice etico<br />

dei garagisti svizzeri), fornisce informazioni e servizi (ad<br />

esempio: consulenza per rapporti di cooperazione, manuale<br />

dell'ambiente, borsa dei veicoli d'occasione in Internet,<br />

campagne stampa, informazioni giuridico-legali).<br />

L’UPSA è composta da 20 sezioni, 6 sottosezioni e da<br />

un segretariato centrale a Berna. I 35'000 collaboratori<br />

dei soci UPSA eseguono la manutenzione e la riparazione<br />

della maggior parte del parco veicoli svizzero, ovvero di<br />

oltre 3,55 milioni di veicoli.<br />

Maggiori informazioni:<br />

www.upsa-ti.ch e www.aiet.ch


Biblioteca liberale<br />

di Alessio del Grande<br />

QUante balle sUl capitalisMo<br />

“La maggior parte dei moderni critici del capitalismo temono<br />

la libertà. Hanno paura di quello che potrebbe accadere<br />

se alle persone fosse concesso di gestire i propri affari liberamente,<br />

e si lasciasse che il mercato ‘non regolato’ segua il<br />

suo corso. Pensano che i legislatori e i burocrati ne sappiano<br />

più dei privati cittadini che gestiscono i propri affari in modo<br />

spontaneo”, scrive Robert P. Murphy nel suo saggio “Tutte<br />

le balle sul capitalismo”. Il libro, edito da Rubbettino, è una<br />

lucida critica, politicamente scorretta, a quell’anticapitalismo<br />

oggi tanto di moda anche tra i liberali, demolendone<br />

argomentazioni e presupposti teorici.<br />

Come nota Guglielmo Piombini nella bella prefazione, “il<br />

crollo del socialismo reale alla fine degli anni ’80 non ha<br />

sradicato i miti più diffusi contro il libero mercato, che continuano<br />

ad essere ripetuti dalle televisioni, sui giornali, nelle<br />

aule scolastiche e nei testi universitari”. Sino a diventare dei<br />

cliché mentali, dei luoghi comuni ossessivi e ripetitivi contro<br />

cui si spuntano le ragioni della storia e dell’intelligenza. Al<br />

proposito sono molto interessanti le sottolineature di Piombini<br />

sulla scuola, che in quasi tutti i Paesi europei è diventata<br />

una vera propria fucina di cultura anticapitalistica e di<br />

statalismo, per cui alla fine dei loro corsi di studio i giovani<br />

sono convinti che il capitalismo e le imprese distruggano<br />

posti di lavoro mentre lo Stato invece li crea, che i primi<br />

sfruttino i lavoratori mentre lo Stato, invece, li protegge, che<br />

il libero mercato generi solo caos e che le regole dei Governi<br />

servono a riportare il giusto ordine.<br />

Morto e sepolto il socialismo reale, la critica al capitalismo<br />

ha trovato, insomma, altro di che alimentarsi. Per Murphy,<br />

economista e collaboratore del Ludwig von Mises Institute,<br />

tra i miti fondanti di questa critica c’è la Grande Depressione<br />

americana del ’29, che peraltro sull’onda della crisi dei<br />

subprime è stata rilanciata alla grande come termine di confronto<br />

e miglior prova storica del fallimento del capitalismo.<br />

Che non siano stati il libero mercato e il liberismo sfrenato<br />

a innescare la Grande Depressione, e quanto danno abbiano<br />

invece fatto gli interventi dello Stato, Murphy, come tanti<br />

altri studiosi prima di lui, lo dimostra ampiamente, arrivando<br />

pure alla conclusione che l’attuale crisi è frutto di “una<br />

partnership corrotta tra Big Government e Big Business”, tra<br />

grandi imprese e Governo, e non dei presunti eccessi del<br />

capitalismo. Una “partnership corrotta” con cui nulla c’entrano<br />

etica e libertà d’impresa, rischio e responsabilità, principi<br />

cardine del libero mercato e del sistema capitalistico.<br />

Ben prestandosi ad una lettura agevole, supportata da quadri<br />

sinottici e stimolanti riferimenti bibliografici, il saggio<br />

ripercorre e seziona i più ricorrenti attacchi (balle, da qui<br />

il titolo) contro il capitalismo: la distruzione dell’ambiente,<br />

l’avidità di banche e imprese, la riduzione del Welfare State,<br />

la crescita senza progresso, la delocalizzazione produttiva<br />

o gli effetti negativi di privatizzazioni e deregolamentazioni.<br />

Interessante l’analisi sulla sicurezza sociale. Richiamandosi<br />

ad altri studi sull’esperienza americana, che possono però<br />

valere per tutti i Paesi occidentali, Murphy sostiene che la<br />

sicurezza sociale oggi non è né sociale né sicura: “L’assistenzialismo<br />

statale in realtà perpetua la povertà – scrive –,<br />

creando una cultura della dipendenza”. Dipendenza da chi?<br />

Dallo Stato ovviamente. Gli esempi che offre sono allucinanti,<br />

ma non dissimili da talune distorsioni che si verificano<br />

anche da noi con un sistema assistenziale che pare più finalizzato<br />

a sussidiare la passività e l’emarginazione che non<br />

l’autopromozione per uscire da una condizione di bisogno.<br />

Ma Murphy si spinge ancora oltre, sino al punto di giudicare<br />

l’intero complesso della sicurezza sociale e previdenziale<br />

come un gigantesco “schema Ponzi”, ovvero una colossale<br />

catena di Sant’Antonio che porterà ad un crac inevitabile.<br />

<strong>Ti</strong>tolo: Tutte le balle sul capitalismo<br />

Autore: Robert P. Murphy<br />

Editore: Rubbettino<br />

Pagine: 206


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Agenda<br />

• Lunedì 9 marzo <strong>2009</strong>, alle ore 16.30, presso l’Hotel Parco<br />

Paradiso-Lugano: Come fare business in Medio Oriente<br />

– “Aspetti doganali e problemi di spedizione”: ciclo di<br />

incontri con il mondo mediorientale, per informazioni e iscrizioni<br />

contattare la Signora Veljkovic: veljkovic@cci.ch<br />

• Mercoledì 11 marzo <strong>2009</strong>, alle ore 16.30, presso <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>,<br />

Corso Elvezia 16 – Lugano (6° piano Sala Gildo Papa): Consiglio<br />

economico della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, il tema verterà sulla successione<br />

aziendale, relatore Sergio Morisoli di Credit Suisse,<br />

per informazioni e iscrizioni contattare la Signora Veljkovic:<br />

veljkovic@cci.ch<br />

• Sabato 28 marzo e domenica 29 marzo <strong>2009</strong>, presso Villa<br />

Erba a Cernobbio: INSHOW <strong>2009</strong> – EXPO, la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, quella<br />

di Varese e quella di Como hanno patrocinato il progetto. Si<br />

tratta di una manifestazione espositiva ad ingresso libero,<br />

dove le varie aziende hanno la possibilità di allestire stand<br />

espositivi con i propri prodotti/servizi (si spazia dell’enogastronomia,<br />

ai motori, alla casa, …); per ulteriori informazioni:<br />

www.inshow.it, oppure segreteria@inshow.it<br />

• Giovedì 2 e venerdì 3 aprile <strong>2009</strong>, presso Messe Zurich:<br />

Forum for Swiss Foreign Trade and Investment <strong>2009</strong> organizzato<br />

da Osec, per iscrizioni o ulteriori informazioni:<br />

www. internationalforum.ch<br />

• Lunedì 6 aprile <strong>2009</strong>, alle ore 16.30, presso l’Hotel Parco<br />

Paradiso-Lugano: Come fare business in Medio Oriente –<br />

“Finanziamento delle esportazioni”: ciclo di incontri con<br />

il mondo mediorientale, per informazioni e iscrizioni contattare<br />

la Signora Veljkovic: veljkovic@cci.ch<br />

• Lunedì 4 maggio <strong>2009</strong>, alle ore 16.30, presso l’Hotel Parco<br />

Paradiso-Lugano: Come fare business in Medio Oriente –<br />

“Exploring market opportunities in the GCC Countries”:<br />

ciclo di incontri con il mondo mediorientale, per informazioni<br />

e iscrizioni contattare la Signora Veljkovic: veljkovic@cci.ch<br />

17


Diritto<br />

di Simona Morosini Marconi, Responsabile del Servizio Giuridico della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

18 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

il lavoro ridotto: tra legge e<br />

innovazioni giUrisprUdenziali<br />

Lo strumento della riduzione dell’orario di<br />

lavoro permette di evitare licenziamenti.<br />

Tuttavia, le indennità sono versate<br />

unicamente se sono soddisfatte determinate<br />

condizioni. Alcune di esse sono previste<br />

nella legge, altre sono state elaborate dai<br />

tribunali. Su queste ultime, non vi è però<br />

totale chiarezza<br />

In generale, le aziende devono sopportare il cosiddetto rischio<br />

aziendale derivante dalle fluttuazioni economiche. Nondimeno,<br />

laddove un’azienda sia confrontata ad eventi straordinari<br />

o eccezionali con la conseguente diminuzione del volume di<br />

lavoro, se non addirittura ad una sospensione dell’attività, l’assicurazione<br />

disoccupazione può versare indennità allo scopo di<br />

offrire al datore di lavoro, d’intesa con i dipendenti, una soluzione<br />

alternativa al licenziamento. L’indennità mira ad evitare la<br />

disoccupazione ed a mantenere posti di lavoro. Essa serve così<br />

sia gli interessi dell’azienda, sia quelli del dipendente.<br />

Una perdita di lavoro temporanea<br />

Un’indennità sarà versata solo se la perdita è passeggera. Il<br />

datore di lavoro deve portare la prova di tale circostanza o,<br />

perlomeno, renderla verosimile. Può risultare difficile, in tempi<br />

di crisi, sapere se la perdita abbia veramente carattere temporaneo.<br />

Il legislatore ha rinunciato a fissare un limite temporale.<br />

Il Tribunale federale ha ammesso la presunzione secondo cui,<br />

fino a prova del contrario, la perdita di lavoro è verosimilmente<br />

temporanea e la riduzione dell’orario di lavoro serve a mantenere<br />

i posti di lavoro. Al contrario, laddove indizi concreti lasciano<br />

presumere che la riduzione del lavoro non sia altro che una<br />

“tappa programmata” dell’azienda, in vista della chiusura, il<br />

carattere temporaneo della perdita di lavoro non sarà (o non<br />

sarà più) adempiuto. Il fatto che l’azienda abbia in passato a<br />

più riprese percepito indennità per lavoro ridotto, a sé stante,<br />

non consente di escludere il carattere provvisorio della perdita<br />

ed il diritto a percepire le indennità. Ogni caso va comunque<br />

valutato in modo individuale, in base alle circostanze concrete.<br />

Una perdita di lavoro inevitabile<br />

La perdita di lavoro riconducibile a fattori economici deve anche<br />

essere inevitabile, altrimenti viene considerata come rientrante<br />

nel normale rischio aziendale. Il criterio della prevedibilità dei<br />

fattori scatenanti la perdita di lavoro assume quindi un’importanza<br />

determinante nella valutazione. Pertanto, il datore di lavoro<br />

ha l’obbligo di adottare tutte le misure ragionevoli per evitare<br />

la perdita. Le casse di disoccupazione (in <strong>Ti</strong>cino, la Sezione<br />

del Lavoro) negano l’indennità se motivi concreti e sufficienti<br />

dimostrano che la perdita di lavoro avrebbe potuto essere evitata.<br />

Se il datore di lavoro è da tempo conscio del fatto che una<br />

ristrutturazione dell’azienda è necessaria, è esigibile che adotti<br />

tempestivamente le necessarie misure, ad esempio, adattando<br />

lo stock di prodotti alle nuove esigenze del mercato. Il Tribu-<br />

nale federale ha stabilito che non è tuttavia possibile opporre<br />

all’azienda, o meglio ai suoi dipendenti, di non aver cercato<br />

un impiego alternativo altrove. Tale non è infatti lo scopo delle<br />

disposizioni sul lavoro ridotto.<br />

Cosa dicono i tribunali?<br />

Nelle sentenze delle nostre istanze giudiziarie cantonali, adite<br />

su ricorso dai datori di lavoro che si sono visti notificare una decisione<br />

negativa in prima istanza, s’incorre a volte nell’assunto<br />

secondo cui se la diminuzione della cifra raggiunge o supera<br />

la soglia del 25% rispetto alla media del quadriennio precedente,<br />

non può essere considerata una fluttuazione normale<br />

dell’attività imprenditoriale. Né è stato dedotto che una perdita<br />

inferiore rientra nel normale rischio aziendale e che, pertanto,<br />

non si giustifica la concessione di indennità per lavoro ridotto.<br />

Sennonché, la soglia del 25% quale criterio quantitativo, non è<br />

prevista nella legge sulla disoccupazione, né tantomeno nelle<br />

sue ordinanze, né risulta sia stata in qualche modo confermata<br />

dal Tribunale federale. Sorgono pertanto legittimi dubbi sulla<br />

fondatezza di tale criterio. Le norme sul lavoro ridotto prevedono<br />

che “la perdita di lavoro è computabile se per ogni periodo<br />

di conteggio è di almeno il 10% delle ore di lavoro complessivamente<br />

effettuate dai lavoratori dell’azienda”. A nostro parere<br />

quest’ultimo è, dal lato quantitativo, l’unico criterio applicabile.<br />

Buono a sapersi<br />

L’indennità per lavoro ridotto viene versata al massimo per 18<br />

mesi sull'arco di 2 anni. Poiché il datore di lavoro dovrà assumere<br />

lui stesso 2-3 giorni di carenza al mese, dal punto di<br />

vista finanziario, le riduzioni minime del tempo di lavoro non<br />

convengono. Va pure rilevato che le ore supplementari effettuate<br />

durante i 6 mesi precedenti la richiesta di lavoro ridotto<br />

saranno dedotte dalla perdita di lavoro considerata. È pure vivamente<br />

consigliabile ai datori di lavoro, di invitare i dipendenti<br />

a consumare il loro saldo vacanze scaduto, prima di ricorrere<br />

alla disoccupazione parziale. Durante il lavoro ridotto i contributi<br />

d’assicurazione sociale previsti dalla legge e dal contratto<br />

(AVS, AI, LAINF, LPP ecc.) vanno versati interamente. Qualora<br />

il lavoro ridotto duri più di 1 mese, gli impiegati vanno inoltre<br />

informati del fatto che essi sono tenuti a impegnarsi a trovare<br />

un’occupazione provvisoria.<br />

Quali probabilità di esito positivo?<br />

Attualmente, un datore di lavoro non dovrebbe avere troppe difficoltà<br />

a rendere verosimile il carattere temporaneo delle difficoltà<br />

economiche e la conseguente perdita del volume di lavoro<br />

secondo il criterio del 10%. Deve tuttavia sempre essere preparato<br />

ad un’eventuale decisione negativa dell’autorità, sia al<br />

momento dell’inoltro della prima richiesta, sia al momento del<br />

rinnovo, e prevedere altre misure, quali il licenziamento o una<br />

disdetta con riserva di modifica delle condizioni contrattuali.<br />

Per ulteriori informazioni e link utili sul lavoro ridotto, vi invitiamo<br />

a consultare la relativa rubrica nell’Area soci del sito<br />

web della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>. Verrà inoltre prossimamente pubblicata una<br />

Scheda IFCAM sull’argomento.


Attualita`<br />

di Stefano Modenini, Direttore di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere<br />

In futuro nel Canton Zurigo le persone fisiche<br />

che per la prima volta o dopo un’assenza<br />

di almeno dieci anni, ottengono il domicilio<br />

o la dimora fiscale in Svizzera senza esercitarvi<br />

un’attività lucrativa, non potranno più<br />

far capo alla tassazione forfettaria. Il 52,9%<br />

dei cittadini votanti di quel Cantone, un po’<br />

sorprendentemente – ma forse le attuali vicende<br />

legate alla crisi finanziaria, a UBS e ai<br />

salari dei manager possono aver giocato un<br />

ruolo – lo scorso 8 febbraio hanno risposto<br />

affermativamente all’iniziativa popolare che<br />

chiedeva l’abolizione di quella che tecnicamente<br />

viene indicata come imposizione secondo<br />

il dispendio. E all’indomani del voto,<br />

non hanno perso tempo soprattutto le forze<br />

politiche di sinistra, per lanciare un’offensiva<br />

atta ad abolire questo genere di tassazione<br />

in tutti i Cantoni, o quantomeno a regolarla<br />

(in maniera restrittiva) a livello nazionale.<br />

Questo attacco si riallaccia ad altre iniziative<br />

e proposte che mirano a modificare sostanzialmente<br />

il sistema fiscale federale che vige<br />

nel nostro Paese.<br />

Se a livello cantonale (almeno in <strong>Ti</strong>cino,<br />

ma non solo), alcuni ipotizzano l’abolizione<br />

dei moltiplicatori d’imposta comunali a<br />

favore di un unico moltiplicatore d’imposta<br />

cantonale, a livello nazionale i socialisti<br />

hanno lanciato un’iniziativa – denominata<br />

"per imposte eque" – sulla quale il popolo<br />

svizzero dovrà pronunciarsi prossimamente<br />

(forse nel 2010), che richiede l’armonizzazione<br />

fiscale federale, cioè l’abolizione della<br />

concorrenza fiscale fra i Cantoni. Altro<br />

ambito combattuto soprattutto dalla sinistra<br />

è quello dei ruling fiscali, cioè le modalità<br />

attraverso le quali il contribuente soprattutto<br />

estero conosce preliminarmente con<br />

esattezza l’onere fiscale che sarà chiamato<br />

a pagare e che viene stabilito favorevolmente<br />

nei confronti del contribuente, allo scopo<br />

di risolvere in via preventiva e interpretativa<br />

possibili controversie concernenti proprio il<br />

corretto prelievo tributario.<br />

offensiva indigena<br />

contro la fiscalità svizzera<br />

L’idea di fondo della tassazione globale, nata<br />

attorno agli anni Trenta del secolo scorso,<br />

è che sia più facile misurare il tenore di vita<br />

che i redditi conseguiti all’estero. In linea<br />

generale l’importo dovuto al fisco corrisponde<br />

a cinque volte il canone d’affitto annuale<br />

o il valore locativo della dimora nella quale<br />

la persona risiede. I Cantoni stabiliscono il<br />

reddito imponibile minimo, che può pertanto<br />

variare in base al luogo di residenza.<br />

L’imposizione secondo il dispendio permette<br />

alla Svizzera di attirare nel nostro Paese<br />

buoni contribuenti stranieri che altrimenti<br />

potrebbero anche decidere di rivolgersi altrove.<br />

Certo, il facoltoso cittadino straniero<br />

non decide di insediarsi in Svizzera solo in<br />

base all’imposizione fiscale favorevole, ma è<br />

innegabile che quello fiscale sia un fattore<br />

che pesa. Negli ultimi anni il numero dei<br />

cittadini stranieri che sono giunti in Svizzera<br />

per risiedervi pur non esercitando un’attività<br />

lucrativa è aumentato costantemente. Oggi<br />

sono più o meno quattromila e versano circa<br />

400 milioni di imposte. I proventi dell’imposizione<br />

forfettaria sono una parte minoritaria<br />

dei proventi d’imposta delle persone fisiche.<br />

Non si tratta pertanto di importi strategici,<br />

ma non bisogna dimenticare il fatto che<br />

queste persone, solitamente facoltose, creano<br />

un indotto anche a livello locale.<br />

Per il <strong>Ti</strong>cino i dati più recenti indicano la<br />

presenza di poco più di settecento persone<br />

soggette all’imposizione secondo il dispendio,<br />

che generano per le sole imposte cantonali<br />

circa 20-22 milioni di franchi all’anno.<br />

In <strong>Ti</strong>cino il reddito imponibile minimo è fissato<br />

a 170'000 franchi. Anche se non sono<br />

decisive, queste entrate fiscali per il cantone<br />

<strong>Ti</strong>cino sono comunque importanti. Prima<br />

di procedere ad aumenti dell’imposizione<br />

fiscale come vorrebbe fare qualcuno, forse<br />

sarebbe il caso di pensarci bene. Soprattutto<br />

in periodi di rallentamento congiunturale<br />

come quello attuale.<br />

19


Attualita`<br />

di Daniela Lepori<br />

20 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

sette «peccati»<br />

d’iMportanza capitale<br />

L’appuntamento alle urne dell’8 febbraio scorso è stato, al di là<br />

della crisi che stiamo attraversando, uno di quelli cruciali per il<br />

nostro futuro. Ho l’impressione che non tutti noi abbiamo realizzato<br />

la portata della decisione fino in fondo, immersi com’eravamo<br />

ad immaginare pericolosi rom e magiari che armeggiavano<br />

la ghigliottina europeista pronta a fare a pezzettini il filo che ci<br />

lega all’Unione Europea.<br />

Credo sia giusto però tirare fuori dal cassetto con un sospiro di<br />

sollievo il primo pacchetto degli Accordi bilaterali e ribadire ancora<br />

una volta i privilegi che la maggioranza dei cittadini elvetici<br />

non si sono voluti far scappare.<br />

Sulla libera circolazione delle persone sono stati versati fiumi<br />

d’inchiostro. Oltre alla possibilità di reclutare facilmente in caso<br />

di necessità manodopera qualificata europea e quindi culturalmente<br />

vicina a noi, questo accordo permette alle aziende<br />

elvetiche di distaccare senza problemi il proprio personale negli<br />

stati membri dell'Unione Europea (ad esempio per l'assemblaggio<br />

o la manutenzione di macchine e apparecchi industriali). La<br />

combinazione di questi due fattori chiave offre la possibilità alle<br />

ditte elvetiche di essere più competitive sul mercato e quindi<br />

di creare nuovi posti di lavoro in Patria riducendo il rischio di<br />

delocalizzazione all'estero.<br />

Grandi vantaggi ci porta pure l’Accordo sulla soppressione degli<br />

ostacoli al commercio: grazie al riconoscimento reciproco degli<br />

esami di conformità per la maggior parte dei prodotti industriali,<br />

i fabbricanti svizzeri hanno accesso allo stesso enorme mercato<br />

sul quale si affacciano i loro concorrenti europei.<br />

Le ditte elvetiche beneficiano quindi di un risparmio sia monetario<br />

sia in termini di tempo quando intendono lanciare un<br />

nuovo prodotto sul mercato europeo. Si è calcolato che grazie a<br />

questo accordo, l'industria elvetica d'esportazione può contare<br />

su un risparmio di circa 200 - 500 milioni di franchi all'anno.<br />

Le nostre imprese risultano così più concorrenziali e di riflesso,<br />

vi sono ripercussioni positive anche sull'occupazione in Svizzera.<br />

Grazie all’Accordo sugli appalti pubblici le imprese elvetiche godono<br />

(o almeno dovrebbero godere…) degli stessi diritti delle ditte<br />

europee nei concorsi per l’acquisizione di commesse pubbliche<br />

all’interno dell’Unione. Il mercato degli appalti pubblici per<br />

la realizzazione d'infrastrutture o acquisto di beni e prestazioni<br />

di servizi ammonta a circa 1'500 miliardi di euro all’anno. Questa<br />

possibilità d’espansione rappresenta un potenziale enorme per<br />

l'industria elvetica d’alta tecnologia ma anche per il settore dei<br />

servizi (per esempio per studi d'ingegneria e di architettura).<br />

L’Accordo sull’agricoltura dal canto suo rende possibile il commercio<br />

agevolato del formaggio così come pure di prodotti ortofrutticoli<br />

e di specialità a base di carne e di vino.<br />

Ricordiamoci che l'Unione Europea è il principale partner commerciale<br />

della Svizzera: durante il primo semestre del 2008<br />

per esempio, quasi il 70% delle nostre esportazioni di prodotti<br />

agricoli era diretto verso l'Unione Europea mentre poco meno<br />

dell’80% delle importazioni svizzere vi proveniva. A titolo d’esempio<br />

attualmente quasi un quarto del latte prodotto in Svizzera<br />

viene servito sulle tavole europee, prevalentemente sotto forma<br />

di formaggio. L’accordo agricolo permette ai produttori svizzeri<br />

di accedere più facilmente all’interessante mercato europeo che<br />

conta oggi quasi mezzo milione di consumatori.<br />

L’Accordo sui trasporti terrestri invece, liberalizza l'accesso al<br />

mercato per le aziende di trasporti stradali e ferroviari e consente<br />

di prelevare la tassa sul traffico pesante commisurata alle<br />

prestazioni (TTPCP). I proventi di quest’imposta contribuiscono<br />

a finanziare grandi progetti d'infrastrutture di trasporto pubblico<br />

(tra gli altri la NEAT, così come i collegamenti alla rete ferroviaria<br />

europea ad alta velocità o la costruzione di ripari fonici). Senza la<br />

sottoscrizione da parte degli Stati membri dell'UE questa tassa<br />

non poteva essere applicata.<br />

Da parte sua anche il traffico aereo riscontra diverse agevolazioni.<br />

Grazie all’Accordo che permette l’accesso reciproco al mercato<br />

del trasporto aereo all’interno dell’area europea le compagnie<br />

aeree svizzere godono di condizioni identiche a quelle delle loro<br />

concorrenti comunitarie. Questo vuol dire tra le altre cose poter<br />

determinare autonomamente le proprie destinazioni sfruttando<br />

per esempio nuove rotte internazionali e le tariffe che s’intendono<br />

applicare. Tutto ciò permette oltre che una riduzione dei costi,<br />

migliori collegamenti a livello di corrispondenze aeree.<br />

D’altro canto le compagnie charter e a basso costo hanno potuto<br />

entrare nel mercato e coprire diverse rotte tra gli Stati dell'UE,<br />

così come occupare destinazioni non più servite dalle compagnie<br />

di bandiera registrando un notevole aumento delle loro quote di<br />

mercato. Non bisogna dimenticare che grazie a questo accordo il<br />

sempre più congestionato traffico aereo internazionale viene gestito<br />

in modo più razionale e sicuro al di là dei confini nazionali.<br />

La Svizzera continuerà inoltre a partecipare ai programmi di ricerca<br />

dell’UE. Oltre al fatto che il nostro paese ha ricevuto sostegni<br />

finanziari in misura maggiore ai contributi da lei versati (793<br />

milioni contro 780), la partecipazione elvetica risulta particolarmente<br />

interessante anche per l'economia privata. Nell’ultimo<br />

programma di ricerca infatti, un quarto dei finanziamenti europei<br />

assegnati su territorio elvetico è stato attribuito direttamente a<br />

piccole, medie e grandi imprese.<br />

Due terzi dei mezzi stanziati a favore dei progetti svizzeri riguardavano<br />

i settori delle tecnologie informatiche, delle scienze della<br />

vita e medicina, della nanotecnologie, dei materiali e dei processi<br />

produttivi. Secondo le statistiche oltre il 50% dei risultati dei<br />

progetti è stato concretizzato e integrato in nuovi prodotti o servizi<br />

portando benefici all’economia elvetica e incrementando la<br />

creazione di posti di lavoro oltre che i fatturati aziendali.<br />

Il fatto di aver riconfermato la fiducia negli Accordi bilaterali I ci<br />

semplifica sicuramente la vita. Come immaginarsi una negoziazione<br />

con ognuno dei 27 Stati dell’Unione Europea? Mi sembra<br />

indispensabile che in <strong>Ti</strong>cino anche dopo la consultazione alle<br />

urne, i datori di lavoro si adoperino attivamente per far capire<br />

ai propri collaboratori quanto questi accordi pesino sulla nostra<br />

economia, quindi sul nostro futuro lavorativo e non solo.


Attualita`<br />

Minore bUrocrazia<br />

per le piccole e Medie iMprese<br />

Ogni anno le piccole e medie imprese svizzere dedicano<br />

quasi 650 ore per svolgere gli obblighi amministrativi; circa<br />

300 ore se ne vanno per compiti amministrativi legati<br />

ai conteggi dell’assicurazione sociale, alle dichiarazioni<br />

fiscali e alle statistiche. Questa situazione è chiaramente<br />

insoddisfacente. Accanto agli oneri amministrativi, che<br />

nel tempo sono comunque aumentati, vi sono pure diversi<br />

adempimenti tecnici e qualitativi che le aziende devono<br />

rispettare.<br />

Per alleggerire il lavoro amministrativo ci si è orientati nel<br />

tempo verso la trasmissione elettronica dei dati. Così, già<br />

nel 2002 sono iniziati in Svizzera i lavori per giungere<br />

ad una norma uniforme in materia di comunicazione dei<br />

salari, lavori sfociati in effetti nella definizione della “procedura<br />

unitaria di notifica dei salari” (ELM).<br />

Dopo il lancio del progetto e l’avvio delle fasi pilota, nel<br />

2007 sono stati creati un dispositivo centralizzato di ripartizione<br />

dei dati e Swissdec, marchio di qualità per le<br />

contabilità salariali, risultato di un progetto comune non<br />

orientato al profitto avviato dai partner indipendenti SU-<br />

VA, Associazione Svizzera d’Assicurazioni, Istituto eAVS/<br />

AI quale organizzazione rappresentativa delle casse di<br />

compensazione, Ufficio federale di Statistica e Conferenza<br />

svizzera delle imposte.<br />

Swissdec mette a disposizione il know how per standardizzare<br />

lo scambio elettronico di dati con contabilità<br />

salariali, certifica le contabilità salariali, semplifica lo<br />

scambio di dati tra le aziende e i destinatari che hanno<br />

aderito a Swissdec.<br />

Invece di inviare ad ogni destinatario di dati salariali separatamente<br />

le informazioni, in una contabilità salariale<br />

certificata Swissdec, è necessario preparare i dati salariali<br />

una sola volta.<br />

Colui che trasmette i dati può scegliere i destinatari dei<br />

dati elettronici e inviare i dati in forma criptata con un<br />

clic del mouse.<br />

Ogni destinatario riceve solo i dati stabiliti per legge o fissati<br />

contrattualmente. Ciò è garantito da un distributore,<br />

che verifica l’ammissibilità del programma salariale utilizzato<br />

e che assume la funzione di centro di smistamento e<br />

di distributore. Il distributore non memorizza i dati.<br />

Il mittente riceve un’autorizzazione d’accesso non appena<br />

i dati hanno raggiunto il destinatario. Questa autorizzazione<br />

gli permette di accedere direttamente al sistema<br />

del destinatario dei dati. Qui ha la possibilità di completare<br />

i dati inviati e di liberarli.<br />

Grande attenzione è stata rivolta alla protezione dei da-<br />

ti; Swissdec possiede la certificazione SQS, marchio di<br />

qualità riconosciuto. Vengono inoltre effettuati test di sicurezza<br />

sofisticati.<br />

La standardizzazione e la semplificazione del trattamento<br />

dei dati salariali, come pure la loro trasmissione da<br />

parte delle imprese ai diversi organismi che devono disporre<br />

di questi dati, verranno ulteriormente sviluppati.<br />

Da quest’anno la maggioranza delle casse di compensazione<br />

sono accessibili attraverso il distributore. Nella<br />

primavera <strong>2009</strong> è prevista l’introduzione di una nuova<br />

versione della procedura ELM che permetterà di svolgere<br />

le pratiche amministrative legate agli assegni per i figli.<br />

Le imprese potranno scambiare informazioni in questo<br />

ambito con le casse assegni familiari. Per quanto riguarda<br />

l’assicurazione malattia e infortuni la nuova procedura<br />

ELM permetterà non soltanto di comunicare i dati da<br />

fornire annualmente, ma pure di dichiarare i sinistri.<br />

A partire dal 2010 sarà inoltre possibile trasmettere dei<br />

dati ad un ritmo mensile o giornaliero, ad esempio per<br />

annunciare un infortunio all’assicurazione infortuni o per<br />

comunicare informazioni alle casse pensione e alle casse<br />

assegni familiari.<br />

I vantaggi della procedura ELM sono così evidenti: i dati<br />

relativi ai salari sono inseriti una sola volta; non è più<br />

necessario compilare ed inviare dei moduli cartacei ad<br />

ogni destinatario; siccome i dati provengono direttamente<br />

dal programma di contabilità salariale, vi sono poche<br />

verifiche da effettuare; i costi corrispondenti al lavoro<br />

amministrativo diminuiscono.<br />

La riduzione degli oneri amministrativi a carico soprattutto<br />

delle PMI è un pensiero costante, che deve rimanere al<br />

centro dell’attenzione non solo delle organizzazioni economiche<br />

bensì anche delle stesse autorità.<br />

21


Attualita`<br />

Intervista con Monica Zurfluh, Responsabile Osec <strong>Ti</strong>cino, di Lisa Pantini<br />

Monica Zurfluh<br />

22 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

avvicendaMento<br />

alla sede ticinese dell’osec<br />

Da inizio febbraio, Monica Zurfluh ha assunto la direzione<br />

dell’Osec <strong>Ti</strong>cino, subentrando a Jean-Antoine Wild, passato al<br />

beneficio della pensione<br />

La <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> ospita da oltre vent’anni la sede ticinese<br />

dell’Osec, il promotore ufficiale del commercio estero<br />

svizzero: era infatti il 1987 quando a Jean-Antoine Wild<br />

fu affidato il compito di costituire un ufficio regionale<br />

a supporto delle aziende ticinesi esportatrici. Nel 1998<br />

Jean-Antoine Wild è stato affiancato da Monica Zurfluh<br />

e da allora i due hanno operato in tandem. Giunto Jean-<br />

Antoine Wild al beneficio della pensione, Monica Zurfluh<br />

ha assunto la funzione di Responsabile Osec <strong>Ti</strong>cino,<br />

garantendo così la continuità dei servizi dell’Osec nella<br />

Svizzera italiana.<br />

Abbiamo chiesto a Monica Zurfluh di parlarci della sua<br />

nuova funzione e delle attività dell’Osec.<br />

Signora Zurfluh, come si sente a un mese dall’aver assunto<br />

le nuove mansioni?<br />

“È una sfida per me dirigere l’ufficio dopo avervi passato<br />

dieci anni come consulente e braccio destro “del capo”.<br />

Una cosa comunque è chiara sin dall’inizio: in un momento<br />

congiunturale difficile come quello che stiamo vivendo,<br />

la nostra organizzazione deve essere ancora più vicina alle<br />

aziende esportatrici ed aiutarle maggiormente. Con molte<br />

imprese ho già un contatto diretto, conoscono l’Osec da<br />

anni e sanno cosa facciamo e come possiamo sostenerle,<br />

ma ve ne sono altre che o non sanno chi siamo o hanno<br />

ancora un’immagine distorta e “statale” dei nostri servizi.<br />

Anche con le associazioni di categoria e l’amministrazione<br />

cantonale vanno riallacciati i contatti: molti mi conoscono<br />

per il nome e cognome apposto in calce alle e-mail o alle<br />

lettere oppure conoscono la mia voce per le numerose conversazioni<br />

telefoniche, ma sinora era Jean-Antoine Wild il<br />

personaggio conosciuto pubblicamente. Altre associazioni,<br />

infine, non ci conoscono per niente. Come vede, dovrò lavorare<br />

su più fronti”.<br />

Iniziamo allora spiegando chi è l’Osec…<br />

“Nato come Ufficio svizzero per l’espansione commerciale,<br />

l’Osec – questa è la nuova denominazione - è l’organismo<br />

ufficialmente preposto a promuovere il commercio estero<br />

svizzero: su mandato della Segreteria di Stato dell’economia<br />

(SECO), l’Osec sostiene le PMI di Svizzera e Liechtenstein<br />

intenzionate a muovere i primi passi sui mercati internazionali,<br />

mettendo loro a disposizione un’ampia rete di partner<br />

specializzati nel commercio estero. Da inizio 2008, oltre al<br />

mandato di promozione delle esportazioni, l’Osec è incaricata<br />

di promuovere anche le importazioni e gli investimenti<br />

nei confronti dei Paesi in via di sviluppo e in transizione<br />

nonché la piazza economica svizzera all’estero. Per sostenere<br />

in modo efficace ed efficiente le aziende elvetiche nello<br />

sviluppo dei loro affari all’estero, l’Osec collabora con una<br />

vasta rete di partner competenti in Svizzera e all’estero. In<br />

Svizzera e nel Liechtenstein, questa rete è costituita dalle<br />

camere di commercio e dell’industria cantonali e dalle associazioni<br />

di categoria. Su taluni progetti, l’Osec coopera<br />

anche con associazioni economiche o professionali e con<br />

specialisti privati. All’estero si appoggia invece sugli «Swiss<br />

Business Hubs» e le Camere di commercio bilaterali. Gli<br />

«Swiss Business Hubs» sono stati costituiti in collaborazione<br />

con i servizi economico-commerciali delle rappresentanze<br />

diplomatico-consolari e delle camere di commercio svizzere<br />

all’estero e fungono da centri di competenze sui mercati a<br />

forte potenziale di sviluppo. Attualmente gli hub sono 16, dislocati<br />

in: Austria, Brasile, Cina, Emirati Arabi Uniti (regione<br />

CCG), Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India,<br />

Italia, Polonia, Russia, Singapore (regione ASEAN), Spagna,<br />

Sudafrica e negli USA. Grazie alle loro strette relazioni con<br />

i principali attori del mercato locale e al loro know-how, gli<br />

hubs aiutano in modo concreto le aziende elvetiche nella loro<br />

espansione all’estero. Essi si incaricano inoltre di alimentare<br />

la piattaforma Internet www.osec.ch con informazioni dettagliate<br />

e sempre attuali sui loro rispettivi mercati”.<br />

… e quali sono i suoi servizi?<br />

“Le attività principali dell’Osec ruotano attorno alla promozione<br />

delle esportazioni. Abbiamo creato un portafoglio prodotti<br />

denominato “Export Step-by-Step”: offriamo oltre 30<br />

servizi modulabili studiati per rispondere alle esigenze dei<br />

vari passaggi logistici di una strategia aziendale d’internazionalizzazione<br />

e con essi siamo in grado di seguire ed accompagnare<br />

le aziende «passo dopo passo», nel loro lancio<br />

su nuovi mercati. Nella fase della «prima informazione», le<br />

aziende ottengono una vasta gamma di informazioni tramite<br />

il sito web dell’Osec e dello Europe Enterprise Network,<br />

il suo Service Center oppure possono cercare degli esperti<br />

nell’apposita banca dati. La “consulenza di base” prevede<br />

invece, sempre gratuitamente, una prima consulenza individuale<br />

in cui vengono valutate le potenzialità del progetto<br />

d’esportazione. La «consulenza dettagliata» inizia invece con<br />

informazioni su paesi specifici ed analisi della clientela e<br />

della concorrenza, per proseguire con l’individuazione dei<br />

partner commerciali giusti, non senza dimenticare un esame<br />

dei principali canali pubblicitari e promozionali. Il concetto<br />

«Export Step-by-Step» è illustrato dello schema a fianco”.


Strategia<br />

• Market Check<br />

• Bus. Contact Check<br />

• Promotion Check<br />

• Experience Check<br />

Quali sono i compiti di Osec <strong>Ti</strong>cino?<br />

“Tra i compiti principali della nostra sede luganese figurano<br />

in primis proprio la consulenza e l’assistenza «stepby-step»<br />

alle PMI ticinesi: forniamo le prime informazioni,<br />

le incontriamo e discutiamo con loro delle loro intenzioni<br />

sui mercati esteri, spieghiamo loro chi siamo e quali sono<br />

i nostri servizi ed assieme valutiamo come possiamo sostenerle<br />

nei loro passi all’estero. Organizziamo inoltre delle<br />

giornate di consulenza alle aziende: 5-6 volte l’anno abbiamo<br />

in <strong>Ti</strong>cino il nostro responsabile Paese accompagnato dai<br />

«trade counsellors» operativi negli Swiss Business Hubs.<br />

Le aziende interessate hanno la possibilità di fissare un incontro<br />

individuale di un’ora e di discutere in modo del tutto<br />

personale delle loro intenzioni sul mercato di riferimento o<br />

dei problemi che stanno affrontando. È così che ad inizio<br />

marzo abbiamo fatto il pienone per la giornata dedicata<br />

al Giappone e ci auguriamo di fare altrettanto il 4 maggio<br />

nella giornata rivolta ai Paesi del Golfo. Un altro compito<br />

importante è la diffusione di informazioni sui mercati esteri<br />

e qui operiamo in stretta collaborazione con la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>: da<br />

sempre infatti la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> ci dà la possibilità di comunicare<br />

alle aziende importanti novità su paesi, manifestazioni e<br />

fiere tramite il suo organo d’informazione, <strong>Ti</strong>cino Business.<br />

Questo ci consente, non solo una maggiore visibilità, ma<br />

anche di raggiungere un maggior numero di aziende. Da un<br />

anno a questa parte, con l’arrivo di Luca Albertoni al timone<br />

della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, la stessa si è attivata enormemente nell’export.<br />

Ora abbiamo anche degli incontri regolari con i team Export,<br />

Corsi ed Eventi e questo ci fa enormemente piacere<br />

in quanto ci consente di discutere delle tematiche e delle<br />

problematiche che interessano alle aziende esportatrici. Da<br />

qui sono nati nuovi corsi come quello sui beni a duplice<br />

impiego o, più recentemente, quello inerente al marketing<br />

e alla logistica di una partecipazione a fiere estere, per non<br />

dimenticare la serie di eventi dedicati al Medio Oriente”.<br />

Come descrive quindi la collaborazione con la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>?<br />

“La collaborazione con la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> è ottima. Se Luca Albertoni<br />

me lo consente, direi che i servizi dell’Osec sono un’estensione<br />

dei servizi camerali a supporto delle aziende esportatrici:<br />

queste imprese si rivolgono alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> per i certificati<br />

Attuazione pratica<br />

• Business Model Services<br />

• Location Services<br />

• Staff Services<br />

• Legal Services<br />

• Finance Services<br />

• Fair Services<br />

• Special Services<br />

Opportunità<br />

Commerciali<br />

• Public Deals<br />

• Private Deals<br />

d’origine e i Carnet ATA, per risolvere problemi burocratici<br />

strettamente collegati con le loro esportazioni e par partecipare<br />

a eventi formativi e informativi. È solo in un secondo<br />

tempo che vengono da noi, vuoi per trovare nuovi mercati di<br />

sbocco, vuoi per consolidare la loro posizione su mercati in<br />

cui sono già attive. È solo lavorando in stretta sinergia con<br />

la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> che il nostro ufficio può dare il meglio alle aziende<br />

ticinesi. Basti pensare che quando è stata costituita la nostra<br />

sede, nel 1987, le aziende servite erano poco più di 50,<br />

oggi sono 250. Assieme alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> abbiamo stilato un elenco<br />

delle aziende esportatrici o potenzialmente esportatrici: ne<br />

abbiamo contate più di 500. Come vede, c’è molto da fare.<br />

Al momento sono da sola, ma da inizio marzo sarò affiancata<br />

da una nuova collaboratrice. Questo, assieme alla collaborazione<br />

con la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, mi auguro consentirà al nostro ufficio di<br />

crescere e di servire un maggior numero di imprese”.<br />

La crisi in atto sta intaccando le esportazioni e le<br />

importazioni? Come stanno reagendo le imprese alle quali<br />

date una consulenza?<br />

“Lo leggiamo e sentiamo tutti i giorni dai media: importazioni<br />

ed esportazioni calano, vi sono aziende che chiedono<br />

l’orario ridotto, altre che falliscono. La situazione è difficile.<br />

Vi sono però aziende che reagiscono, basta vedere il tasso di<br />

partecipazione sia alla serie di eventi sul Medio Oriente sia<br />

alla nostra giornata di consulenze individuali sul Giappone:<br />

cercano nuove strade, nuovi trend, nuovi mercati di nicchia.<br />

Insomma, si informano. Non va dimenticato che i prodotti<br />

svizzeri sono rinomati per la loro qualità, precisione ed affidabilità.<br />

Essi sono sempre richiesti. La componente prezzo<br />

ha ovviamente il suo peso e quindi bisogna valutare bene i<br />

mercati nei quali ci si appresta ad entrare, quali di essi offrono<br />

nuove opportunità di sbocco. Non c’è una strategia valida<br />

per tutti, ogni azienda deve trovare la sua strada, affidandosi<br />

a delle persone competenti. È qui che, per quanto riguarda<br />

l’export, possono entrare in gioco i nostri responsabili Paese<br />

e i trade counsellors degli Swiss Business Hubs: essi<br />

conoscono bene i rispettivi mercati, sanno come muoversi<br />

e sono quindi in grado di consigliare al meglio”.<br />

23


Attualita`<br />

Intervista a Giacomo Pelazzi, Responsabile della gestione della salute alla Posta Svizzera, di Lisa Pantini<br />

Giacomo Pelazzi<br />

24 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

il Manager della salUte<br />

fa del bene all’azienda<br />

Il tema della gestione della salute è di<br />

grande attualità per qualsiasi azienda<br />

moderna che intende agire in modo<br />

strutturato per affrontare con metodo<br />

le assenze per malattia e infortunio, il<br />

problema del mobbing, le molestie sessuali<br />

e l’assenteismo in generale. Nelle imprese<br />

si devono affrontare e gestire tutta una serie<br />

di problematiche, legate alle supplenze del<br />

personale assente, che possono influire sulla<br />

qualità del lavoro generando insoddisfazione<br />

nella clientela e perdite finanziarie direte e<br />

indirette non indifferenti. Investire quindi<br />

in una gestione corretta e coordinata delle<br />

assenze permette un utilizzo ottimale delle<br />

risorse con indubbi benefici<br />

La promozione della salute, pur essendo un concetto teorizzato<br />

in varie epoche storiche, è stato codificato solo nel<br />

1986 dalla «Carta di Ottawa per la promozione della salute»,<br />

a distanza di oltre vent'anni costituisce un importante quanto<br />

attuale documento di riferimento per lo sviluppo di politiche<br />

orientate alla salute. La Carta di Ottawa, sottoscritta dagli<br />

Stati appartenenti all’Organizzazione Mondiale della Sanità -<br />

OMS, definisce la promozione della salute come “il processo<br />

che consente alle persone di esercitare un maggior controllo<br />

sulla propria salute e di migliorarla”.<br />

Promuovere la salute ed il benessere significa predisporre<br />

comportamenti sani per il lavoratore, preparare un ambiente<br />

lavorativo accogliente e funzionale, flessibilizzare le strutture<br />

ed adattarsi a nuove soluzioni.<br />

Il lavoro non deve essere vissuto come una situazione di fastidio,<br />

ma piuttosto come una risorsa per la salute. Vanno<br />

affrontate tutte quelle tematiche che influiscono in maniera<br />

più o meno diretta sulla salute, sia per le condizioni in azienda<br />

(come ad esempio l’organizzazione del lavoro e le condizioni<br />

dello stesso), così come per il comportamento del singolo<br />

collaboratore.<br />

Investire sulla salute è un processo che, se ben strutturato<br />

e programmato, coinvolge l’intera rete aziendale. Questo<br />

processo concretamente si traduce in benefici tangibili (e<br />

intangibili, come un miglioramento della fedeltà del lavoratore<br />

all’azienda o una più chiara immagine aziendale verso l’esterno,<br />

dunque positiva), che possono essere: una riduzione delle<br />

assenze dal lavoro per malattia o infortunio e diminuzione dei<br />

relativi costi, clienti e collaboratori più soddisfatti, maggiore<br />

produttività, ecc..<br />

Una nuova figura professionale si sta instaurando all’interno<br />

delle grandi aziende in Svizzera e così anche in <strong>Ti</strong>cino. Si<br />

tratta di una persona che gestisce la «salute», in tutti i suoi<br />

aspetti, all’interno delle imprese. Sono molte le aziende che<br />

oggi ritengono la salute dei dipendenti un bene primario.<br />

Ecco a voi il Responsabile (o «manager») della salute.<br />

Abbiamo incontrato Giacomo Pelazzi, Responsabile della gestione<br />

della salute alla Posta Svizzera.<br />

Giacomo Pelazzi, 47 anni, da 28 anni alla Posta. Dopo l’apprendistato<br />

nel campo della vendita entra al servizio della Posta<br />

Svizzera ricoprendo per 17 anni diverse funzioni nell’ambito<br />

dell’esercizio postale. In seguito passa ai servizi amministrativi<br />

dove si occupa per 7 anni di informatica, qualità e<br />

comunicazione, per assumere poi negli ultimi 4 anni la nuova<br />

funzione di manager della salute, concludendo tre semestri<br />

di studi specifici nella gestione della presenza in azienda.<br />

Chi è il «manager della salute» e di cosa si occupa?<br />

“Il manager della salute è un coordinatore. Non è da confondere<br />

con un case manager, che è invece una persona che<br />

prende a carico un «caso complesso» e la sua gestione. La<br />

responsabilità della gestione del caso è sempre del superiore<br />

gerarchico. Esistono ovviamente anche figure professionali<br />

(case manager) del genere in varie aziende, soprattutto nelle<br />

casse malati/assicurazioni, ma ciò che faccio io è diverso.<br />

Assisto e consiglio i superiori di linea e mi inserisco nel processo<br />

solo al momento in cui un caso diventa complesso e<br />

sfrutto quindi le mie conoscenze tecniche e specifiche e i<br />

contatti esterni (assicurazioni sociali / contatti coi medici /<br />

enti che possono fornire supporto). Il manager della salute<br />

opera certamente nel supporto alla gestione del caso singolo<br />

del dipendente che è malato/infortunato, ma cerca pure anche<br />

di agire nella prevenzione delle malattie e delle assenze<br />

in generale, applicando i principi di un metodo specifico,<br />

che prevede l’accompagnamento del dipendente dall’entrata<br />

in servizio in azienda fino all’uscita. Un percorso di affiancamento<br />

e di dialogo sia con i dipendenti che con i superiori di<br />

linea, con colloqui puntuali nelle situazioni difficili per una<br />

consulenza mirata e l’applicazione di misure concrete. Pronto<br />

intervento, dialogo e prevenzione della salute. Sono queste<br />

le tre parole chiave di un buon «manager della salute» e del<br />

suo operato. In <strong>Ti</strong>cino la Posta ha due figure professionali che


svolgono il ruolo di Responsabile della gestione della salute,<br />

in Svizzera circa 20”.<br />

Si tratta di una figura professionale che si inserisce<br />

in tutti i contesti professionali (aziende grandi,<br />

piccole, ecc.)? O ci sono strutture che si occupano<br />

esplicitamente di queste tematiche (gestione in<br />

outsourcing)?<br />

“No, al momento non mi sembra che possa essere una figura<br />

professionale che si inserisca in tutti i contesti aziendali, ma<br />

solo in quelli più grandi, per via dei costi di gestione che un<br />

ruolo del genere comporta. Calcoli che per la Posta Svizzera<br />

lavorano circa 50'000 dipendenti in tutta la Svizzera. Alle<br />

piccole e medie imprese è consigliabile affidarsi ad un consulente<br />

esterno o ad aziende che offrono questo servizio o<br />

simili in outsourcing, sempre che esistano (in <strong>Ti</strong>cino non mi<br />

risulta che esistano servizi del genere, se non i case manager<br />

di cui abbiamo parlato prima, che si trovano in aziende di assicurazioni,<br />

casse malati, e, forse, di risorse umane). È forse<br />

ipotizzabile, in un futuro, offrire delle consulenze esterne da<br />

parte nostra”.<br />

Su cosa si basa e come funziona la gestione della<br />

salute all’interno della Posta Svizzera?<br />

“Il metodo che abbiamo adottato si chiama «Propräsenz» ed<br />

è stato ideato dalla ditta Globosana di Zurigo. È un metodo<br />

innovativo che prevede l’accompagnamento del dipendente<br />

e il monitoraggio delle assenze per malattia, sia di lunga durata<br />

che frequenti brevi assenze. Abbiamo un indicatore che<br />

monitora queste assenze, se superano un certo numero in<br />

un determinato lasso di tempo, viene «aperto un dossier». Il<br />

superiore gerarchico con un colloquio mirata cerca di individuare<br />

gli elementi che hanno provocato la o le assenze, e<br />

verifica se vi siano problemi di salute sui quali si può intervenire,<br />

nell’assoluto rispetto della sfera privata e non indagando<br />

sulle diagnosi ma solo sugli sforzi fisiologici o le pressioni<br />

psichiche. Se la situazione diviene complessa e non si trovano<br />

soluzioni al problema entra in scena il sottoscritto in<br />

veste di «figura neutra», che cerca di capire il problema o la<br />

situazione che il dipendente sta vivendo (e che influisce sul<br />

suo lavoro), da un punto di vista diverso da quello del superiore<br />

gerarchico. Spesso vengono messe in evidenza delle<br />

situazioni difficili e di disagio, che però il dipendente cerca<br />

di celare per motivi personali perché ha paura di perdere il<br />

lavoro. Noi lavoriamo con il massimo della riservatezza ed<br />

è ovvio che il dipendente non è obbligato a informarci sulla<br />

malattia. Con dei contatti sia con partner privilegiati che con<br />

istituzioni, medici, uffici specifici preposti (SUVA, Uffici AI/<br />

AVS, ecc.), cerchiamo di trovare, tutti insieme, una soluzione<br />

al problema. Ci avvaliamo pure, se del caso, di consulenti<br />

esterni, supporto psicologico, assistente sociale. Valutiamo<br />

pure sempre attentamente le possibilità di cambiamento di<br />

mansioni o di attività all’interno della Posta. Il dipendente di<br />

solito è sorpreso positivamente: generalmente non si aspetta<br />

una collaborazione ed un sostegno del genere, e nella maggior<br />

parte dei casi riusciamo a trovare una soluzione «win-win»<br />

per entrambi le parti, solo in una piccola percentuale, quale<br />

estrema ratio, il contratto di collaborazione tra il dipendente<br />

e la Posta viene sciolto con la sigla di un accordo. Riassumendo:<br />

la metodica da noi applicata si basa su tre pilastri.<br />

Il primo si occupa di verificare attentamente l’idoneità dei<br />

nuovi collaboratori agli sforzi fisiologici e psicologici dettati<br />

dalla funzione e dal ruolo che la nuova collaboratrice/il nuovo<br />

collaboratore andrà ad assumere. Il secondo verifica sistematicamente<br />

e regolarmente l’idoneità del personale, rispetto<br />

alla sua funzione, durante l’intera carriera lavorativa. Da ultimo,<br />

il terzo pilastro prevede l’intervento tempestivo in caso<br />

di malattia e/o infortunio. Il nostro motto è «agire invece che<br />

reagire», ovvero non appena un’assenza dal posto di lavoro<br />

raggiunge il mese e la prognosi non è chiara (il rientro al<br />

lavoro non è chiaramente definito) il superiore di linea interviene,<br />

invitando la persona interessata ad un primo colloquio<br />

di approfondimento empatico. Durante tale colloquio viene<br />

assolutamente rispettata la sfera privata, si discute principalmente<br />

degli sforzi fisiologici accusati sul posto di lavoro, e si<br />

definiscono per iscritto gli impegni concreti, equi e vincolanti<br />

per le due parti, per favorire una ripresa del lavoro rapida<br />

ed efficace. Se tali misure falliscono è previsto un ulteriore<br />

colloquio con il manager delle presenze (istanza neutrale). Se<br />

del caso vengono coinvolte le assicurazioni sociali, i medici<br />

oppure anche i servizi specialistici. Possiamo oggi affermare<br />

di avere sotto controllo la questione delle assenze per malattia<br />

e/o infortunio. Il segreto è relativamente semplice: agire<br />

tempestivamente e senza indugi avendo bene in testa l’obiettivo<br />

di «reintegrare invece di invalidare» la collaboratrice o il<br />

collaboratore assenti per malattia o infortunio”.<br />

Prevedete anche delle azioni di prevenzione della<br />

salute?<br />

“Sì, le classiche misure che molte aziende hanno deciso di<br />

adottare per incentivare la salute, comportamenti, azioni e<br />

alimentazione sana in azienda e nella vita privata. Abbiamo<br />

proposto la vaccinazione contro l’influenza, corsi ad hoc per<br />

smettere di fumare e per dimagrire, corsi per la gestione dei<br />

conflitti e dello stress, abbiamo offerto una partecipazione<br />

al controllo degli attacchi degli sci e proposto l’acquisto del<br />

casco per le biciclette a prezzi favorevoli”.<br />

Che importanza assumono il benessere e la salute<br />

nelle aziende oggigiorno?<br />

“Il capitale umano è il più importante per l’azienda. Trovare<br />

il dipendente giusto per il posto che si cerca è un passo di<br />

fondamentale rilevanza. E quando si trova la persona giusta,<br />

è corretto preservarla e fare in modo che anch’ella si conservi<br />

sempre in buona salute. Oltre a ciò un benessere psico-fisico<br />

ottimale del dipendente contribuisce anche al miglioramento<br />

del suo personale rapporto con l’azienda (più fedeltà, più<br />

produttività, maggior senso di appartenenza) e alla propria<br />

motivazione. In più vi è certamente un beneficio finanziario<br />

per l’impresa che occupa dipendenti presenti soddisfatti e<br />

produttivi”.<br />

Come si misura e si previene la salute in un’azienda?<br />

Quali misure di possono adottare?<br />

“Con una gestione del personale seria ed equilibrata ed un<br />

monitoraggio sistematico delle assenze e un’attenzione alla<br />

salute dei dipendenti durante tutta la carriera professionale,<br />

con una verifica periodica dell’attitudine, dal profilo della salute,<br />

del collaboratore alla funzione svolta, ma soprattutto con<br />

dialogo e fiducia reciproca.<br />

Esistono varie filosofie sulla gestione del benessere e della<br />

salute in azienda, noi alla Posta ne abbiamo scelto una che<br />

sta dando risultati incoraggianti, e vogliamo perseverare, continuando<br />

su questa via”.<br />

25


Eventi<br />

PROGRAMMA:<br />

Lunedì, 9 marzo <strong>2009</strong><br />

Aspetti doganali e problemi di spedizione<br />

• Quali problemi più ricorrenti alla dogana?<br />

• Ci sono esigenze specifiche nei documenti?<br />

• Merci proibite o sconsigliate?<br />

Approfondimento con: Roberto Schneble, già dirigente nel Gruppo Bianchi, Trasporti Internazionali<br />

Lunedì, 6 aprile <strong>2009</strong><br />

Finanziamento delle esportazioni<br />

• L/C: quali particolarità nel contesto arabo?<br />

• Quali partner finanziari?<br />

• Quali altre problematiche?<br />

Approfondimento con: Roberto Gagliardi, Responsabile Trade Finance Credit Suisse Lugano<br />

Lunedì, 4 maggio <strong>2009</strong><br />

coMe fare bUsiness in Medio oriente?<br />

Evento organizzato in quattro interessanti incontri:<br />

1. Business e aspetti culturali, giovedì, 19 febbraio <strong>2009</strong><br />

2. Aspetti doganali e problemi di spedizione, lunedì, 9 marzo <strong>2009</strong><br />

3. Finanziamento delle esportazioni, lunedì, 6 aprile <strong>2009</strong><br />

4. Exploring market opportunities in the GCC Countries, lunedì, 4 maggio <strong>2009</strong><br />

Tutti gli incontri iniziano alle ore 16.30 presso l’Hotel Parco Paradiso-Lugano<br />

Exploring market opportunities in the GCC Countries<br />

• What impact is the global financial & economic crisis having on the GCC Countries?<br />

• Which sectors are booming and/or are particularly attractive for <strong>Ti</strong>cino-based companies?<br />

• Who are your reference partners in the GCC Countries?<br />

Approfondimento con: Wafa Hijjawi, Commercial Counsellor, Swiss Business Hub GCC, Head Office Dubai<br />

Larbi El-Attari, Trade officer, Swiss Business Hub GCC, Riyadh Office<br />

Ruedi Büchi, Senior Consultant Middle East, Osec Zurich<br />

<br />

La partecipazione è gratuita.<br />

Al termine di ogni manifestazione seguirà un networking-apéro.<br />

Ulteriori informazioni possono essere richieste alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Signora Veljkovic, Tel. +41 91 911 51 11, Fax +41 91 911<br />

51 12, veljkovic@cci.ch, www.cciati.ch.<br />

Termine di iscrizione: 10 giorni prima dell’inizio di ogni incontro.<br />

26 <strong>Ti</strong>cino Business


Formazione<br />

grUppo donne pMi ticino: i prossiMi appUntaMenti<br />

● Assemblea generale ordinaria<br />

12 marzo <strong>2009</strong>, <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, ospite Direttore della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Luca Albertoni<br />

● Conferenza con Dr. Avv. <strong>Ti</strong>to Tettamanti<br />

5 maggio <strong>2009</strong>, Hotel Splendide Royal Lugano<br />

Per informazioni: Cécile Chiodini Polloni, <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano, Tel. +41 91 911 51 18<br />

chiodini@cci.ch<br />

specialista nel coMMercio al dettaglio<br />

A settembre inizia il nuovo ciclo formativo per la preparazione all’esame federale!<br />

Tutti gli interessati sono invitati a partecipare alle serata informativa che si terrà:<br />

mercoledì 17 giugno alle 19.15 a Lugano presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Corso Elvezia 16, 6° piano, Sala dott. G. Papa<br />

Per altre informazioni e iscrizioni telefonare al +41 91 911 51 18.<br />

nUovi soci cc-ti<br />

Questo mese abbiamo il piacere di porgere il benvenuto a:<br />

• DEM Distribution Européenne des Montres SAGL, 6901 Lugano, distribuzione e rappresentanza nel settore orologiero,<br />

caryl.costantini@saf-boccardo.com<br />

• Luxury Stone Technology & Design Ltd., 6900 Lugano, Semipreziosi e interior design, www.luxurystone.ch<br />

• Helvetia Assicurazioni, 6500 Bellinzona, consulenza e vendita di prodotti assicurativi, www.helvetia.ch<br />

• Rivopharm SA, 6928 Manno, azienda farmaceutica, www.rivopharm.ch<br />

• MNC SA, 1003 Losanna, azienda di telefonia mobile, www.mnc.ch<br />

• Ferretti & Co. SA, 6512 Giubiasco, pulizia canalizzazioni, www.ferrettisa.com<br />

• Trust Sympany, 6900 Lugano – Massagno, assicurazioni aziendali, mary.torre@sympany.ch<br />

vendita di iMMobili e terreno indUstriale nella zona indUstriale di san vittore<br />

M. Dohmen SA vende alcuni immobili e un terreno industriale a San Vittore. Gli edifici risalgono<br />

al 1988 circa. Gli uffici sono vuoti da circa 2 anni, il capannone può essere usato come<br />

magazzino.<br />

La struttura di compone di:<br />

• particella (parcheggio) 592 (circa 2200 mq)<br />

• parte della particella 177 (circa 10'000 mq)<br />

• un capannone (edificio 191-J) circa 1'500 mq con gru<br />

• un edificio per uffici (191) circa 580 mq<br />

• l'edificio 191A è da demolire<br />

Ubicazione: il terreno è situato direttamente sulla Via Cantonale, in direzione Roveredo – Lumino,<br />

nella zona industriale. È pianificata la costruzione di uno svincolo/uscita dell’autostrada A13<br />

nei prossimi anni.<br />

Per maggiori informazioni è possibile contattare la Signora Nadine Dohmen-Rettig.<br />

M. Dohmen SA, CP 149, 6534 San Vittore, Tel. +41 91 820 12 63, Fax +41 91 829 39 60<br />

nadinedohmen@mdohmen.ch<br />

27


Formazione<br />

LE ASSICURAZIONI SOCIALI<br />

10, 23, 30 marzo, 6 aprile, 5, 12 maggio <strong>2009</strong><br />

dalle 14.00 alle 17.30<br />

Lugano, Sala Monte Brè, presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

28 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

la forMazione cc-ti<br />

Presentazione<br />

Il corso prevede approfondimenti specifici della materia.<br />

Destinatari<br />

Tutti gli interessati.<br />

ASPETTI CONTRIBUTIVI DELLE ASSICURAZIONI SOCIALI<br />

Le attività dell’ufficio dei contributi dell’IAS: l’affiliazione,<br />

la fissazione dei contributi, la revisione dei datori di lavoro<br />

e l’incasso dei contributi.<br />

Data: 10 marzo <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

RENDITE DI VECCHIAIA, SUPERSTITI E INVALIDITÀ<br />

Modalità per l’ottenimento e il calcolo delle prestazioni di<br />

vecchiaia, dei superstiti e d’invalidità (prestazioni relative<br />

al I pilastro).<br />

Data: 23 marzo <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

ASSICURAZIONE CONTRO LA DISOCCUPAZIONE<br />

Presupposti, procedura di richiesta ed entità delle indennità<br />

di disoccupazione.<br />

Data: 30 marzo <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

INDENNITÀ DI PERDITA DI GUADAGNO PER MILITARE E<br />

MATERNITÀ<br />

Presupposti, procedura di richiesta ed entità delle indennità<br />

militare e di maternità.<br />

Data: 6 aprile <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

LA NUOVA LEGISLAZIONE SUGLI ASSEGNI FAMILIARI<br />

Prestazioni, aspetti organizzativi e finanziamento delle<br />

nuove norme federali e cantonali, in vigore dall’1 gennaio<br />

<strong>2009</strong>.<br />

Data: 5 maggio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

ASSICURAZIONE INFORTUNI<br />

Conoscere le persone assicurate, durata della copertura<br />

assicurativa, prestazioni e contributi.<br />

Data: 12 maggio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

Termine di iscrizione:<br />

10 giorni prima dell’inizio di ogni modulo.<br />

RECLUTAMENTO E SELEZIONE DEL PERSONALE<br />

9 marzo <strong>2009</strong>,dalle 09.00 alle 13.00<br />

Lugano, Sala Monte Brè, presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Presentazione<br />

Il corso toccherà gli aspetti importanti inerenti le fasi<br />

del processo di reclutamento e selezione, le politiche, le<br />

procedure e il ruolo del selezionatore.<br />

Destinatari<br />

Tutte le persone che si occupano di selezione del personale:<br />

collaboratrici e collaboratori dell’ufficio risorse<br />

umane, responsabili HR di piccole, medie e grandi aziende,<br />

consulenti di selezione, imprenditori, dirigenti, liberi<br />

professionisti.<br />

Programma<br />

Reclutamento: fasi e politica, organizzazione, analisi dei<br />

profili, metodi di ricerca<br />

Selezione: i tipi di intervista, le fasi essenziali, la decisione<br />

di assunzione<br />

LEGGE FEDERALE SUL LAVORO: ESERCIZI PRATICI<br />

12 marzo <strong>2009</strong>, dalle 9.00 alle 17.00<br />

Lugano, Sala Monte Brè, presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Presentazione<br />

La legge federale sul lavoro si prefigge di proteggere i<br />

lavoratori dai pregiudizi alla salute derivati dall’esercizio<br />

di un’attività lavorativa. Da un lato contiene disposizioni<br />

sulla salute in generale e dall’altro prescrizioni sulla durata<br />

del lavoro e del riposo.<br />

Il corso sarà articolato in due moduli: nel primo verranno<br />

date le necessarie informazioni per avere una panoramica<br />

generale sulla Legge federale e sulle relative ordinanze,<br />

mentre il secondo sarà dedicato alla soluzione in gruppo<br />

di esercizi pratici. Si consiglia di partecipare ad entrambi<br />

i moduli.<br />

Destinatari<br />

Responsabili e collaboratori dell’ufficio risorse umane,<br />

imprenditori, dirigenti, liberi professionisti, tutti coloro<br />

interessati alla Legge federale sul lavoro.<br />

Programma<br />

• organizzazione del tempo di lavoro<br />

• discussione di casi pratici


COME VALORIZZARE LA PROPRIA IMMAGINE<br />

17 marzo <strong>2009</strong>, dalle 13.30 alle 17.30<br />

Lugano, Sala Monte Brè, presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Presentazione<br />

Non c’è una seconda possibilità per dare una prima impressione!<br />

La prima impressione - positiva o negativa, favorevole o<br />

sfavorevole - lascerà sempre una traccia di noi anche in<br />

nostra assenza. Impariamo, quindi, a conoscere, costruire,<br />

valorizzare e comunicare il nostro capitale-immagine,<br />

scoprendo i colori (analisi cromatica), la forma (studio<br />

della figura) e lo stile (specchio della nostra personalità)<br />

e metterlo al servizio dei nostri progetti personali e professionali.<br />

Per garantire una consulenza personalizzata abbiamo limitato<br />

il numero delle/dei partecipanti. Vi raccomandiamo<br />

pertanto un’iscrizione tempestiva.<br />

Destinatari<br />

Tutte le persone desiderose di ricevere una consulenza<br />

personalizzata sulla propria immagine.<br />

Programma<br />

Introduzione al tema del colore (analisi cromatica); introduzione<br />

al tema della forma (studio della figura); introduzione<br />

al tema stile (cura dei particolari); l’acconciatura /<br />

la pettinatura; gli accessori<br />

Prossimamente saranno aperte le iscrizioni per:<br />

I REGOLAMENTI AZIENDALI<br />

27 aprile <strong>2009</strong>, dalle 9.00 alle 13.00<br />

Il TELEFONO…LA VOCE<br />

DELL’AZIENDA<br />

28 aprile <strong>2009</strong>, dalle 9.00 alle 17.00<br />

IL RECLAMO DEL CLIENTE COME OPPORTUNITÀ<br />

PER L’AZIENDA<br />

1 aprile <strong>2009</strong>, dalle 09.00 alle 17.00<br />

Lugano, Sala Monte Brè, presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Presentazione<br />

Il reclamo manifesta un’insoddisfazione da parte di un<br />

cliente. Tenendo conto che alcune rilevazioni statistiche<br />

evidenziano che solo il 4% dei clienti scontenti trova il<br />

coraggio o la rabbia di protestare, si desume che molti<br />

altri si potrebbero limitare a parlare male a loro amici<br />

e parenti dell’organizzazione erogante il prodotto/servizio<br />

ricevuto di cui sono rimasti delusi.<br />

Con gli effetti sull’immagine e sulle vendite che tutti possono<br />

immaginare!<br />

Per questo motivo chiunque sia a contatto col pubblico,<br />

di persona o per telefono, deve padroneggiare la tecnica<br />

di gestione del reclamo, per trasformare il reclamo del<br />

cliente in un “boomerang” di fidelizzazione.<br />

Infatti un cliente che protesta e che riceve una risposta<br />

adeguata o superiore alle sue aspettative diventa ancora<br />

più fedele di un normale cliente.<br />

Destinatari<br />

Personale, sia di front-office che di back-office, che voglia<br />

agire professionalmente e attivamente nel contatto con<br />

clienti delusi.<br />

Programma<br />

Il concetto di servizio, significato e valore strategico della<br />

reclamazione,le motivazioni della reclamazione, l’utilizzo<br />

delle parole “giuste” per rispondere, trasformare un insuccesso<br />

in successo: il metodo, gli esempi pratici da<br />

applicare subito.<br />

LA REDAZIONE DEI VERBALI<br />

18 maggio <strong>2009</strong>, dalle 9.00 alle 17.00<br />

I CONTRATTI DI LAVORO<br />

19 maggio <strong>2009</strong>, dalle 9.00 alle 13.00<br />

Per ulteriori informazioni: Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino,<br />

Corso Elvezia 16, 6900 Lugano, Tel. +41 91 911 51 18, corsi@cci.ch, www.cciati.ch.<br />

29


Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

CANDIDATO<br />

Roberto Grassi<br />

Laurea triennale in Economia<br />

Aziendale presso l’Università<br />

Bocconi;<br />

Laurea specialistica in Management<br />

presso l’Università<br />

della Svizzera Italiana<br />

Anno di nascita: 1984<br />

Cittadinanza: italiana<br />

CANDIDATO<br />

Hugo Felix Frank<br />

Laureato all’Università Argentina<br />

della impresa (UA-<br />

DE), Argentinien Business<br />

Administration (BA)<br />

Cittadinanza:<br />

tedesca / argentina<br />

(con permesso C)<br />

CANDIDATO<br />

Alessandra Corini<br />

Maturità professionale commerciale;<br />

Attestato truccatrice professionista<br />

a Milano<br />

Anno di nascita: 1978<br />

Cittadinanza: svizzera<br />

CANDIDATO<br />

Valeria Vignolini<br />

Master in Comunicazione ed<br />

economia con specializzazione<br />

in Marketing e Bachelor<br />

in Comunicazione con<br />

specializzazione in Comunicazione<br />

aziendale presso<br />

l’Università della Svizzera<br />

Italiana di Lugano<br />

Anno di nascita: 1982<br />

Cittadinanza: svizzera<br />

30 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

CONOSCENZE LINGUISTICHE CERCA INDIRIZZO<br />

Italiano: madrelingua<br />

Francese: buono<br />

Inglese: ottimo<br />

Spagnolo: madrelingua<br />

Inglese: madrelingua<br />

Tedesco: madrelingua<br />

Italiano: buono<br />

Francese: buono<br />

Olandese: buono<br />

Portoghese: buono<br />

Neolaureato con esperienza<br />

annuale maturata presso<br />

uno studio di consulenza<br />

finanziaria negli USA svolgendo<br />

le seguenti mansioni:<br />

valutazione di società quotate<br />

tramite indici e multipli<br />

di mercato, stesura di<br />

business plan e benchmark<br />

analyses. Cerca lavoro o stage<br />

(per i primi mesi anche<br />

con possibilità di part-time)<br />

in ambito finanziario, commerciale<br />

o marketing.<br />

Dirigente con varie esperienze<br />

internazionali nell’industria<br />

dei beni di consumo<br />

e nel commercio mercato<br />

di materie prime. Attività in<br />

Europa dell’est e dell’ovest,<br />

Russia, Asia, America latina<br />

e USA.<br />

Via Circonvallazione 86<br />

20038 Seregno (MI)<br />

Italia<br />

Tel.+39 338 6747784<br />

roberto.grassi.mi@hotmail.it<br />

NB: imminente trasferimento<br />

a Lugano<br />

CONOSCENZE LINGUISTICHE CERCA INDIRIZZO<br />

Italiano: madrelingua<br />

Tedesco: buono<br />

Francese: buono<br />

Inglese: discreto<br />

Cerca lavoro d’ufficio nel<br />

customer service,<br />

front office,<br />

o come hostess (promozioni,<br />

rappresentante).<br />

Ha lavorato come ricezionista<br />

e aiuto segretariato in<br />

una fiduciaria e anche come<br />

responsabile stand di profumeria<br />

in un grande magazzino.<br />

Via Bellinzona<br />

Palazzo Emerentia B<br />

6743 Bodio<br />

Tel. +41 91 864 13 81<br />

Mob. +41 76 407 48 11<br />

hugofrank@bluewin.ch<br />

CONOSCENZE LINGUISTICHE CERCA INDIRIZZO<br />

Via Maggio 43<br />

6900 Lugano<br />

Mob. +41 79 548 08 92<br />

xola25@yahoo.it<br />

CONOSCENZE LINGUISTICHE CERCA INDIRIZZO<br />

Italiano: madrelingua<br />

Tedesco: buono<br />

Francese: moto buono<br />

Inglese: molto buono<br />

Esperienza di un anno in comunicazione<br />

aziendale (settore<br />

Media Relations) in ambito<br />

bancario. Alla ricerca di<br />

un impiego in comunicazione,<br />

preferibilmente esterna,<br />

presso un’azienda operante<br />

a livello internazionale.<br />

Via Cattori 5A<br />

6900 Lugano<br />

Mob. +41 79 406 79 02<br />

valev82@hotmail.com<br />

Per le aziende che fossero interessate disponiamo del curriculum vitae completo, rivolgersi<br />

alla Signora G. Veljkovic, +41 91 911 51 11 o cciati@cci.ch<br />

Vi rendiamo attenti che le seguenti segnalazioni vengono semplicemente pubblicate<br />

senza alcuna verifica della fonte e quindi garanzie e responsabilità da parte della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>.


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

consUlenze individUali sUi paesi del golfo<br />

lUgano, 4 Maggio <strong>2009</strong><br />

Gli Stati del Golfo offrono numerose opportunità d’affari, altrettanti sono però i rischi da non<br />

sottovalutare, nonché le norme e le usanze da rispettare. Non da meno, è importante sapere<br />

come individuare il partner locale giusto e tramite quali canali distribuire i propri prodotti.<br />

A questo proposito, Osec offre la possibilità di fissare un incontro individuale di un’ora con il<br />

suo responsabile paese e con due trade counsellor dello Swiss Business Hub GCC, il primo<br />

proveniente dalla sede di Dubai, il secondo di stanza a Riyadh.<br />

Le aziende intenzionate ad espandere le loro attività negli Stati del Golfo (Arabia Saudita, Kuwait,<br />

Qatar, Emirati Arabi Uniti, Oman) o che hanno problemi concreti non esitino a mettersi<br />

in contatto con l’Osec e a fissare un appuntamento con i suoi esperti!<br />

contattateci al no. tel. +41 91 911 51 37 oppUre traMite e-Mail all’indirizzo<br />

info@osec.ch, sareMo lieti di fissarvi Un appUntaMento.<br />

SERV: nuovo formulario<br />

Ad inizio gennaio, l’Assicurazione svizzera contro i rischi<br />

delle esportazioni SERV ha sostituito il “Questionario<br />

sullo sviluppo” con il “Questionario complementare per<br />

grandi progetti in paesi a basso reddito”. Il nuovo formulario<br />

si applica alle richieste relative a forniture/prestazioni<br />

di servizi superiori a 10 milioni di franchi in paesi<br />

economicamente poco sviluppati.<br />

Tutti i questionari della SERV sono disponibili su www.<br />

serv-ch.com/en/downloads/forms/<br />

Secondo ciclo di negoziati tra Svizzera e UE nel<br />

settore agroalimentare e sanitario<br />

Ad inizio febbraio si è tenuto a Bruxelles il secondo ciclo<br />

di negoziati tra le delegazioni della Svizzera e dell’Unione<br />

europea nei settori agricoltura, derrate alimentari e<br />

salute. Gli obiettivi perseguiti sono stati l’apertura del<br />

mercato dell’intera catena di produzione dell’economia<br />

alimentare, nonché una maggiore collaborazione in materia<br />

di sicurezza alimentare e dei prodotti e di tutela<br />

della salute.<br />

Questo secondo ciclo di negoziati è servito per una comprensione<br />

più approfondita dei temi in discussione e per<br />

un confronto tra il diritto comunitario UE e quello svizzero<br />

(“Acquis-Screening”) in determinati settori. Oggetto delle<br />

trattative nel settore “accesso al mercato” era l’eliminazione<br />

degli ostacoli tecnici al commercio, sia di natura<br />

tariffaria (come dazi e contingenti) che di natura non tariffaria<br />

(come diverse prescrizioni in materia di prodotti<br />

e norme di ammissione), per l’intera catena del valore<br />

aggiunto dell’economia alimentare (agricoltura e settori<br />

annessi). Questo ampio approccio rafforza la concorren-<br />

za, permette la riduzione dei costi e crea nuove possibilità<br />

per l’esportazione, lasciando ai consumatori il vantaggio<br />

di un’offerta diversificata. Il secondo ciclo di negoziati si<br />

è soffermato in particolar modo su questo settore, al fine<br />

di avere una visione dettagliata degli ostacoli tecnici non<br />

tariffari esistenti e della legislazione europea in materia<br />

di prodotti di origine animale e vegetale. Per la verifica<br />

esatta degli aspetti tecnici si è deciso di istituire gruppi<br />

comuni di esperti.<br />

La collaborazione con l’UE nei settori sicurezza alimentare<br />

e dei prodotti e salute deve essere approfondita e<br />

completata. Temi centrali sono la partecipazione svizzera<br />

alle due agenzie europee del settore, l’Autorità europea<br />

per la sicurezza alimentare (EFSA) e il Centro europeo per<br />

la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), il collegamento<br />

della Svizzera a tre sistemi di allarme rapido<br />

e di preallarme, nonché la partecipazione al programma<br />

sulla salute UE 2008-2013. Queste partecipazioni permetterebbero<br />

una migliore collaborazione e una reazione<br />

rapida e coordinata ai rischi transfrontalieri.<br />

Il secondo ciclo di negoziati ha offerto una maggiore chiarezza<br />

sull’acquis comunitario (diritto acquisito dell’UE)<br />

nel settore sicurezza alimentare, la cui completa adozione<br />

costituisce il presupposto per la cooperazione in<br />

questo settore. Nel secondo ciclo di negoziati sono stati<br />

affrontati temi prioritari quali i prodotti fitosanitari, gli additivi<br />

e gli aromi, nonché il lavoro e le funzioni dell’autorità<br />

europea per la sicurezza alimentare EFSA. I gruppi negoziali<br />

hanno avuto la possibilità di chiarire questioni dubbie<br />

relative alla sicurezza dei prodotti e alla sanità pubblica<br />

nell’ambito del diritto acquisito UE ed è stato determinato<br />

il futuro procedere a livello di incontri tecnici.<br />

31


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

Il prossimo ciclo di negoziati è in programma per maggio<br />

<strong>2009</strong>.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale dell’economia<br />

su www.news.admin.ch/message/?lang=it&msgid=25172<br />

Svizzera-Cina: fattibilità di un accordo di libero<br />

scambio<br />

Durante una visita di lavoro ufficiale del primo ministro<br />

cinese Wen Jiabao a Berna a fine gennaio, Svizzera e Cina<br />

hanno convenuto di elaborare congiuntamente uno studio<br />

sulla fattibilità di un futuro accordo di libero scambio.<br />

Il gruppo di lavoro svizzero-cinese istituito a questo scopo<br />

inizierà la propria attività nella seconda parte del <strong>2009</strong><br />

al fine di potersi pronunciare quanto prima sull’eventuale<br />

apertura di negoziati.<br />

Nel quadro di questa visita di lavoro è stato firmato un<br />

nuovo accordo bilaterale per la protezione degli investimenti,<br />

che sostituisce l’accordo del 1986 per la protezione<br />

reciproca degli investimenti, che non soddisfa più<br />

le attuali esigenze. Grazie al nuovo accordo gli investitori<br />

svizzeri potranno anzitutto beneficiare di un elevato grado<br />

di protezione giuridica sul mercato cinese. Gli investimenti<br />

diretti svizzeri in Cina ammontano attualmente a<br />

circa 5 miliardi di franchi. Nella graduatoria dei principali<br />

investitori in Cina la Svizzera occupa così il 15° posto.<br />

Gli investimenti diretti cinesi in Svizzera sono ancora relativamente<br />

modesti. In questo contesto il nuovo accordo<br />

per la protezione degli investimenti dovrebbe provocare<br />

una crescita.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale<br />

dell’economia su www.news.admin.ch/message/index.<br />

html?lang=it&msg-id=25071<br />

Svizzera: campionessa europea dell’innovazione<br />

La Svizzera migliora le proprie prestazioni nel campo<br />

dell’innovazione e si situa al primo posto fra i Paesi europei.<br />

È quanto risulta dall’analisi dell’ottava edizione del<br />

“Quadro di valutazione dell’innovazione in Europa” (EIS).<br />

Secondo tale classifica, la Svizzera viene descritta come<br />

il “growth leader” tra i “campioni dell’innovazione”.<br />

Tra i paesi più innovativi figurano anche la Germania e la<br />

Finlandia (“moderate growers”), nonché la Danimarca, la<br />

Svezia e la Gran Bretagna (“slow growers”).<br />

La Svizzera ha ottenuto punteggi superiori alla media europea<br />

nella maggior parte degli indicatori dell’EIS 2008, con<br />

risultati particolarmente brillanti nella ricerca (terza per<br />

quanto riguarda le spese, calcolate in % del PIL), nell’innovazione<br />

tecnologica (secondo posto per le spese IT, in<br />

% del PIL) e nella proprietà intellettuale (primo posto per<br />

numero di brevetti depositati, ogni milione di abitanti).<br />

Per ciò che concerne le piccole e medie imprese (PMI) attive<br />

nel campo dell’innovazione tecnologica, la Svizzera si<br />

colloca al primo posto, a pari merito con la Germania. Anche<br />

l’indicatore “cooperazione scientifica pubblico-privata”,<br />

calcolato in base al numero di pubblicazioni scientifiche realizzate<br />

congiuntamente dai ricercatori dei settori pubblico<br />

32 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

e privato, permette alla Svizzera di ottenere il primo posto.<br />

Gli allievi europei peggiori sono la Croazia e la Lituania.<br />

Ma anche Ungheria, Lettonia, Malta, Polonia, Slovacchia<br />

e Turchia devono ancora fare molti progressi nel settore<br />

dell’innovazione.<br />

Comunicato stampa dell’Ufficio federale di statistica<br />

su www.news.admin.ch/dokumentation/00002/00015/<br />

index.html?lang=it&msg-id=24964<br />

“European Innovation Scoreboard 2008: Comparative<br />

Analysis of Innovation Performance” su www.proinno-europe.eu/EIS2008/website/docs/EIS_2008_Final_report.pdf<br />

UE: posizione più dura nei confronti dei pesticidi<br />

Alcune sostanze altamente tossiche saranno presto bandite.<br />

Nuove disposizioni in questo senso sono state adottate<br />

a gennaio dal Parlamento europeo.<br />

Il Parlamento ha infatti adottato una direttiva che istituisce<br />

un quadro per realizzare un uso sostenibile dei pesticidi<br />

riducendone i rischi e gli impatti sulla salute umana e<br />

sull’ambiente e promuovendo l’uso della difesa integrata e<br />

di approcci o tecniche alternativi, quali le alternative non<br />

chimiche ai pesticidi.<br />

Entro il 2018, venti sostanze tossiche utilizzate come<br />

pesticidi saranno progressivamente ritirate dal mercato<br />

(le prime due lo saranno già nel corso di quest’anno).<br />

Talune sostanze altamente tossiche, in particolare quelle<br />

cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione,<br />

non potranno essere autorizzate a meno che i loro effetti<br />

sugli esseri umani siano considerati trascurabili.<br />

La direttiva impone poi agli Stati membri di assicurare<br />

che l’uso di pesticidi sia ridotto al minimo o vietato in aree<br />

specifiche, quali parchi, giardini pubblici, campi sportivi<br />

e aree ricreative, cortili delle scuole e parchi gioco nonché<br />

in prossimità di aree in cui sono ubicate strutture sanitarie<br />

o le aree protette. Dovranno inoltre essere adottate<br />

adeguate misure di gestione del rischio, prendendo in<br />

considerazione, in primo luogo, l’uso di prodotti fitosanitari<br />

a basso rischio, nonché misure di controllo biologico.<br />

Le nuove regole si applicano anche alle importazioni: in<br />

futuro, gli alimenti di origine vegetale che sono stati trattati<br />

con pesticidi o sostanze proibite saranno banditi dal<br />

territorio UE. Saranno accordate deroghe unicamente in<br />

caso di interi raccolti minacciati e che non vi sia alcun<br />

trattamento alternativo efficace.<br />

Comunicato stampa del Parlamento europeo in formato<br />

pdf su www.europarl.europa.eu/pdfs/news/expert/infopr<br />

ess/<strong>2009</strong>0112IPR45936/<strong>2009</strong>0112IPR45936_it.pdf<br />

Londra autorizza l’ampliamento di Heathrow<br />

Il governo britannico intende ampliare l’aeroporto londinese<br />

di Heathrow. L’investimento previsto ammonta a 8,6<br />

miliardi di euro: a programma figurano la costruzione di<br />

una terza pista e di un nuovo terminal.<br />

Malgrado i numerosi oppositori, il governo britannico ha<br />

dato luce verde al cantiere, i cui lavori dovrebbero durare<br />

fino al 2020. Questo ampliamento dovrebbe consentire<br />

l’assorbimento di 400 voli giornalieri supplementari e l’au-


mento della capacità annua dagli attuali 68 milioni a 82<br />

milioni di passeggeri.<br />

Parallelamente all’ampliamento, il governo britannico prevede<br />

la costruzione di una stazione in prossimità dell’aeroporto<br />

nonché una linea ferroviaria ad alta velocità che<br />

colleghi l’aeroporto alla stazione San Pancrazio e Birmingham<br />

a Londra.<br />

Il solo progetto di costruzione della stazione e dei 25 km di<br />

collegamento tra Heathrow e la stazione di San Pancrazio<br />

è valutato a 10 miliardi di euro.<br />

Per più ampi ragguagli leggasi l’articolo “High speed rail<br />

line to sweeten Heathrow runway deal” su www.guardian.<br />

co.uk/environment/<strong>2009</strong>/jan/15/heathrow-third-runway<br />

Repubblica ceca: registrazione online delle imprese<br />

Nella Repubblica ceca, le richieste d’iscrizione a registro<br />

di commercio possono essere effettuate su Internet dal<br />

1° ottobre 2008.<br />

Questo servizio fornito dal Ministero ceco dell’industria e<br />

del commercio (MPO) consente di compilare i formulari<br />

online per annunciare:<br />

• la costituzione di una nuova impresa<br />

• le modifiche apportate ad un’azienda esistente<br />

• il rilascio di concessioni.<br />

“Electronic submission into Trade Register from<br />

entrepreneur´s computer (PC)” su www.mpo.cz/dokument50459.html<br />

Russia: riduzione dei dazi doganali sui beni a fini<br />

medicali<br />

La Russia ha ridotto dal 5 allo 0% i suoi dazi doganali su<br />

vari beni d’importazione a fini medicali. Il nuovo tasso è<br />

entrato in vigore a novembre 2008 per una durata limitata<br />

a nove mesi. Esso si applica su una serie di macchinari,<br />

apparecchiature ed attrezzature ad uso medico elencati<br />

nei capitoli 84 e 90 della tariffa doganale.<br />

Secondo la nomenclatura russa, sono toccate dalla nuova<br />

disposizione le seguenti posizioni:<br />

• capitolo 84: 4819 39 100 1, 8421 21 000 1, 8474<br />

30 100 1, 8474 80 101 0<br />

• capitolo 90: 9006 30 000 0, 9018 39 000 0, 9018<br />

41 000 0, 9018 50 100 0.<br />

Tunisia: costruzione di due centrali elettriche<br />

La Tunisia ha lanciato dei bandi internazionali per la costruzione<br />

di due centrali elettriche:<br />

• una centrale elettrica della capacità di 380-450 megawatt<br />

consegnata chiavi in mano a Sousse;<br />

• una centrale di 350-500 megawatt di potenza da realizzare<br />

a Biserta nel quadro di una procedura BOO (Build-Operate-Own),<br />

attualmente in fase di pre-qualifica.<br />

Più ampi ragguagli sul sito web del Ministero tunisino<br />

dell’industria, dell’energia e delle piccole e medie imprese<br />

www.steg.com.tn/dwl/AO_N2008_E_4035.pdf<br />

Forum del commercio estero svizzero, 2 – 3 aprile <strong>2009</strong>.<br />

Relatori.<br />

Paul Bulcke, Nestlé S.A.; Shaun Donnelly, National<br />

Association of Manufacturers (NAM); State Secretary<br />

Jean-Daniel Gerber, SECO; Thomas W. Jung,<br />

ACUTRONIC Group; Uwe Krüger, OC Oerlikon AG;<br />

Daniel Küng, Osec; Federal Councillor Doris Leuthard;<br />

Martin Naville, Swiss-American Chamber of Com -<br />

merce; David Plouffe, campaign manager for Barack<br />

Obama’s 2008 presidential campaign; Nouriel Roubini,<br />

New York University’s Stern School of Business;<br />

Ambassador Urs Ziswiler, Swiss Embassy in the USA<br />

Modalità d’iscrizione su<br />

www.internationalforum.ch<br />

Program Day 1: «Multinational SMEs: Globalization as an Opportunity»<br />

14.00 Globalization – the next Trends<br />

14.30 Global Presence from the Swiss Point of View<br />

15.00 Panel discussion: Global Presence from the Business Point of View<br />

16.00 Break/Networking<br />

16.30 Keynote speech. The risks of a global stag-deflation<br />

17.15 Keynote speech. Global Leadership Across Borders<br />

18.00 Networking aperitifs<br />

19.30 Viva Las Vegas – US Networking Dinner<br />

Program Day 2: «USA – Opportunities and Obstacles»<br />

09.30 USA: 150 Days after the Vote – an Appraisal<br />

10.00 Switzerland – USA: The Mouse and the Elephant?<br />

10.30 Break/Networking<br />

11.00 Power Play Switzerland – USA: Seller meets Purchaser<br />

12.00 Lunch<br />

13.30 Best Practice: Lessons Learned and <strong>Ti</strong>ps from Successful Swiss Companies in the US<br />

14.30 Parallel workshops<br />

15.30 Break/Networking<br />

16.00 The Obama Phenomenon and Leadership Lessons from a Presidential Campaign<br />

Manager


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

Siria: nuovo quadro giuridico per la costituzione di<br />

società estere<br />

Nel quadro della modernizzazione del suo diritto societario,<br />

la Siria ha promulgato nuove disposizioni per far<br />

fronte alla costituzione e al posizionamento di aziende<br />

estere sul mercato siriano. La legge del 24 dicembre<br />

2008 prevede in particolare le seguenti novità:<br />

• La creazione di uffici di rappresentanza sul suolo siriano<br />

è possibile nella maggior parte dei settori. Questo<br />

era sinora riservato al settore farmaceutico.<br />

• È ora possibile creare uffici offshore con sede in Siria<br />

senza tuttavia esercitarvi un’attività commerciale.<br />

• I partner di distribuzione hanno diritto ad una compensazione<br />

in caso di resiliazione del loro contratto da<br />

parte del fornitore.<br />

• A capo delle filiali, delle rappresentanze commerciali e<br />

degli uffici offshore deve per principio essere designato<br />

un direttore di nazionalità siriana. Affinché questa<br />

funzione sia adempiuta da uno straniero è necessaria<br />

un’autorizzazione, da richiedere espressamente al ministero<br />

siriano dell’economia.<br />

• I tribunali siriani sono gli unici competenti per regolamentare<br />

i litigi che rilevano dal diritto societario.<br />

• Emolumenti: la costituzione di una filiale o di un ufficio<br />

di rappresentanza costa l’equivalente di 770 euro,<br />

contro i 155 euro per la registrazione di una rappresentanza<br />

commerciale.<br />

Cina: semplificate le procedure di autorizzazione per<br />

i distributori<br />

Dall’autunno 2008, le procedure che autorizzano le<br />

aziende di distribuzione a capitale straniero sono largamente<br />

decentralizzate: infatti, non è più la sede centrale<br />

del MOFCOM (Ministero del commercio) a Pechino ad<br />

essere incaricata delle procedure di autorizzazione, ma<br />

i suoi uffici regionali. Questa decentralizzazione delle<br />

competenze dovrebbe favorire la semplificazione e l’accelerazione<br />

delle formalità.<br />

Talune attività non saranno toccate da questa decentralizzazione.<br />

Si tratta di aziende di arti grafiche, di case di<br />

vendita per corrispondenza e di aziende del commercio<br />

all’ingrosso di apparecchiature di radiotelefonia.<br />

“Circular of the MOFCOM on Delegating Matters Concerning<br />

the Examination and Approval of Foreign-invested<br />

Commercial Enterprises” su www.fdi.gov.cn/pub/FDI_EN/<br />

Laws/law_en_info.jsp?docid=99803<br />

Liberalizzazione del traffico di perfezionamento in<br />

Cina<br />

Secondo un comunicato del governo cinese, dal 1° febbraio<br />

sono state tolte le restrizioni al traffico di perfezionamento:<br />

trattasi di 27 materie prime tra cui il rame,<br />

l’alluminio, il nickel e il cobalto e di 1’730 prodotti tra<br />

cui tessili, materie plastiche, legno e metalli. Sono inoltre<br />

state soppresse l’IVA e le tasse doganali per le importazioni<br />

di rame, alluminio, nickel e cobalto in qualità di<br />

materie prime e per la loro riesportazione in qualità di<br />

34 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

prodotti perfezionati. Questa misura è una buona notizia<br />

per le aziende attive nella lavorazione dei metalli, che<br />

devono tuttavia impegnarsi a riesportare le materie prime<br />

importate al termine del perfezionamento.<br />

“China to scrap taxes on re-export of some metals”<br />

su www.fxstreet.com/news/futures-news/article.<br />

aspx?StoryId=e6134f51-16bd-4a7c-8252-c4fc5819bff7<br />

Promozione delle energie rinnovabili nelle Filippine<br />

Il governo filippino ha promulgato nel dicembre scorso<br />

una legge volta a promuovere e a rafforzare l’utilizzo e lo<br />

sviluppo di energie rinnovabili nel paese.<br />

Secondo il governo, le Filippine sono così il primo Stato<br />

del sud-est asiatico ad attuare una regolamentazione<br />

precisa e mirata di promozione delle energie rinnovabili<br />

destinata ad accrescere l’efficienza energetica del paese.<br />

Entro il 2010 le Filippine intendono coprire il 60% del<br />

fabbisogno energetico, contro gli attuali 57,8%.<br />

Per raggiungere tali obiettivi e consentire alle legge di<br />

dispiegare i suoi effetti per lungo tempo, Manila ha deciso<br />

di giocare la carta degli incentivi fiscali: le aziende<br />

attive nel settore delle energie rinnovabili possono ad<br />

esempio contare sull’esonero dall’imposta sui redditi per<br />

una durata di 7 anni.<br />

Comunicato stampa del governo filippino “PGMA signs<br />

Renewable Energy Act of 2008 today” su www.gov.ph/<br />

news/?i=23087<br />

Argentina: franchigia doganale prolungata per i beni<br />

d’investimento<br />

L’Argentina ha prolungato al 31 dicembre <strong>2009</strong> l’esenzione<br />

dai dazi doganali per i beni d’investimento. È così<br />

possibile continuare ad importare in franchigia doganale<br />

quasi tutti i macchinari e le attrezzature. La tariffa<br />

esterna comune del 14% valida per tutti gli Stati membri<br />

del Mercosur non viene quindi applicata. Al suo posto,<br />

i produttori nazionali di beni d’investimento ricevono un<br />

credito d’imposta pari al 14% del prezzo di vendita dei<br />

loro macchinari ed attrezzature purché si impegnino a<br />

non sopprimere posti di lavoro.<br />

“Resolución 8/2001 Ministerio de economía: Importaciones<br />

– Derechos de importación extrazona – Fijación”<br />

(comprende un elenco dei beni d’investimento soggetti<br />

ad esenzione) su www.infoleg.gov.ar/infolegInternet/ver-<br />

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Fiere internazionali<br />

Euro Fair Statistics 2007<br />

Euro Fair Statistics 2007 contiene statistiche su espositori, superfici degli stand e visitatori<br />

inerenti a 1’899 fiere ed esposizioni organizzate in venti paesi d’Europa: Germania, Austria,<br />

Croazia, Danimarca, Spagna, Finlandia, Francia, Ungheria, Italia, Moldavia, Norvegia,<br />

Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Svezia ed Ucraina.<br />

“Euro Fair Statistics 2007” in formato pdf su www.fkm.de/_download/Berichte/EuroFairStatistics_2007.pdf<br />

Prossime fiere a Francoforte<br />

• Prolight+Sound - Fiera internazionale specializzata degli impianti di illuminazione, del suono e dello spettacolo, 1-4<br />

aprile <strong>2009</strong>, www.prolight-sound.messefrankfurt.com<br />

• Musikmesse - Fiera internazionale degli strumenti musicali, 1-4 aprile <strong>2009</strong>, www.musikmesse.messefrankfurt.com<br />

• Techtextil - Fiera internazionale specializzata dei tessili tecnici e tessuti non tessuti, 16-18 giugno <strong>2009</strong>, www.<br />

techtextil.messefrankfurt.com<br />

• Avantex - Forum internazionale dei tessili innovativi per abbigliamento, 16-18 giugno <strong>2009</strong>, www.avantex.messefrankfurt.com<br />

• Collectione - Commercio in grossi quantitativi. Collezione primavera/estate. Table & Kitchen, Gift & Season, 3-7<br />

luglio <strong>2009</strong>, www.collectione.messefrankfurt.com<br />

• Tendence - Fiera internazionale dei beni di consumo per la stagione autunnale, invernale e natalizia, 3-7 luglio <strong>2009</strong>,<br />

www.tendence.messefrankfurt.com<br />

I biglietti d’entrata sono ottenibili presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, signora Eva Zanetti, tel. +41 91 911 51 28, zanetti@cci.ch<br />

IDEM India <strong>2009</strong><br />

Mumbai, 23-25 ottobre <strong>2009</strong><br />

La classe media indiana, si parla di 200-220 milioni di persone, dispone<br />

oggi di un forte potere d’acquisto e dà un’importanza crescente<br />

alla salute e all’estetica dei propri denti. In questo Paese operano almeno<br />

40’000 dentisti (alcune fonti parlano di 80’000), tra cui 7’000<br />

esercitano nella sola regione di Mumbai. Le 270 scuole professionali<br />

del settore formano ogni anno circa 80’000 specialisti in tecniche<br />

dentarie e necessitano di strumenti di qualità. Il mercato indiano delle<br />

cure dentarie è valutato a 445 milioni di dollari, con una crescita<br />

stimata al 20%. Le importazioni raggiungono quota 40%.<br />

La Fiera di Colonia organizza un salone, coadiuvato da conferenza e<br />

workshop, denominato “International Dental Exhibition and Meeting India<br />

– IDEM India”, il cui concetto ricalca il modello dell’IDEAM di Singapore.<br />

Le aziende elvetiche hanno l’opportunità di parteciparvi nel quadro<br />

dello “SWISS Pavilion” che vi sarà allestito.<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

www.idem-india.com<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”:<br />

www.osec.ch/fairs > IDEM India <strong>2009</strong><br />

The Big 5 Show <strong>2009</strong><br />

Dubai, novembre <strong>2009</strong><br />

Il “Big 5 Show” che si tiene ogni anno a Dubai è il più grande evento della costruzione e delle branche affini nella<br />

regione del Golfo. Il vigore e la costanza delle crescita negli Emirati Arabi Uniti garantiscono dei bisogni crescenti<br />

nel settore della costruzione. Il “Big 5” rappresenta l’occasione ideale per presentare i propri prodotti e novità ad<br />

un pubblico di professionisti esigenti. In quest’occasione Osec, Swiss Business Hub Dubai e Swiss Business Council<br />

Dubai allestiranno uno “SWISS Pavilion”. Non perdete quest’occasione unica!<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

www.thebig5exhibition.com<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”:<br />

www.osec.ch/fairs > The Big 5 Show <strong>2009</strong><br />

inforMazioni sUgli “swiss pavilion”: www.osec.ch/fairs<br />

SWISS Pavilion”: per una visibilità ottimale<br />

35


pronto, chi parla?<br />

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Vita dei Soci<br />

Comunicato stampa<br />

disponibile l’edizione <strong>2009</strong><br />

dell’annUario iMpresari<br />

costrUttori ticinesi<br />

È stata pubblicata alla fine di febbraio l’edizione <strong>2009</strong><br />

dell’Annuario degli impresari costruttori ticinesi, edito da<br />

“Pubblicità Sacchi, Edizioni Tecniche & Commerciali” con<br />

sede a Manno. Il documento raccoglie i dati di tutte le aziende<br />

ticinesi iscritte all’Albo cantonale delle imprese di costruzione<br />

L’elenco viene gestito conformemente alla “Legge<br />

sull’esercizio della professione di impresario costruttore<br />

(LEPIC)” così da verificare regolarmente i requisiti<br />

tecnici dei responsabili delle singole ditte e il corretto<br />

versamento degli oneri sociali. Ricordiamo infatti che,<br />

nel nostro Cantone, tutte le opere da impresario costruttore<br />

che superano il limite soglia dei 30'000.-- franchi<br />

possono essere eseguite esclusivamente da ditte iscritte<br />

all’Albo delle imprese; pena la sospensione dei lavori e<br />

relativa multa. Ecco perché, prima di assegnare lavori<br />

di costruzione, è importante verificare che la ditta interessata<br />

sia iscritta a questo Albo, consultabile anche<br />

su Internet all’indirizzo www.ti.ch/albo. L’apprezzata<br />

raccolta annuale funge dunque da valido strumento di<br />

consultazione per committenti pubblici e privati, oltre<br />

che per gli operatori vicini ai settori dell’edilizia, del<br />

genio civile e dei lavori in sotterraneo.<br />

Il documento riporta pure:<br />

• alcune importanti leggi, con i rispettivi regolamenti<br />

di applicazione, che toccano da vicino il settore della<br />

costruzione;<br />

• l’elenco delle imprese associate alla SSIC Sezione<br />

<strong>Ti</strong>cino unitamente alle strutture di contatto dell’Associazione<br />

di categoria;<br />

• i principali recapiti del Dipartimento del territorio.<br />

Le informazioni riportate nell’annuario sono state messe<br />

a disposizione dal Dipartimento del territorio e dalla<br />

Società svizzera impresari costruttori Sezione <strong>Ti</strong>cino.<br />

Questo aspetto dà un carattere istituzionale alla pub-<br />

blicazione che, in questi giorni, è stata distribuita gratuitamente<br />

agli Enti pubblici, alle ditte dell’edilizia e<br />

agli studi tecnici del Cantone <strong>Ti</strong>cino. Chi fosse interessato<br />

a riceverne una copia può contattare il Segretariato<br />

della SSIC TI di Bellinzona (Tel. +41 91 825 54 23).<br />

L’editore Fabio Sacchi con il Direttore della SSIC TI Edo Bobbià.<br />

37


Vita dei Soci<br />

Intervista con Alberto Ménasche, Presidente Federcommercio, di Lisa Pantini<br />

38 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

rafforziaMo il coMMercio in ticino<br />

Alberto Ménasche, ha assunto la carica<br />

di Presidente di Federcommercio il 4<br />

novembre 2008, nel corso dell’Assemblea<br />

Ordinaria. Personaggio di spessore nel<br />

panorama ticinese, possiede una solida<br />

conoscenza sulle problematiche della grande<br />

distribuzione e conosce pure molto bene<br />

anche quelle del medio/piccolo commercio<br />

in qualità di Presidente dell'Associazione<br />

Club del Centro Lugano.<br />

Quale è il ruolo di Federcommercio in <strong>Ti</strong>cino?<br />

“Federcommercio è un’associazione che raggruppa le<br />

società dei commercianti locali (complessivamente oltre<br />

1’000 negozi affiliati) e grande distribuzione, facente capo<br />

a DISTI con circa 20 aziende. Il settore del commercio<br />

è una parte fondamentale dell’economia ticinese, infatti,<br />

esso contribuisce in maniera massiccia al PIL cantonale,<br />

nella misura del 6% circa. Federcommercio<br />

promuove lo sviluppo e l’immagine<br />

del commercio ticinese e la tutela<br />

degli interessi delle società dei commercianti<br />

regionali. Fondata nel 1997,<br />

quando le varie associazioni ticinesi e<br />

la grande distribuzione hanno riunito le<br />

forze al fine di salvaguardare gli interessi<br />

del settore, ha subito assunto un<br />

ruolo di rilievo per la difesa dei propri<br />

membri. In oltre 10 anni di presenza<br />

sul territorio si è battuta per una maggiore<br />

flessibilità degli orari d’apertura<br />

ed unitamente ad alcuni sindacati ha<br />

sottoscritto il Contratto collettivo di lavoro<br />

della vendita nel 2002”.<br />

Dopo il cambio al vertice, avvenuto il 4.11.2008<br />

in occasione dell’Assemblea Federcommercio,<br />

lei ha assunto la Presidenza dell’Associazione.<br />

Quale pensa sia la funzione del Presidente per<br />

un’Associazione come Federcommercio?<br />

Alberto Ménasche<br />

“Credo che in qualità di Presidente il mio ruolo sia mettere<br />

in evidenza l’operato e l’attività di Federcommercio<br />

davanti all’opinione pubblica, alle autorità ed alla popolazione<br />

ticinese. Occorre rafforzare e consolidare il ruolo<br />

e l’immagine di Federcommercio con il fine ultimo di migliorare<br />

l’immagine del commercio al dettaglio in <strong>Ti</strong>cino.<br />

Inoltre nel biennio della mia presidenza vorrei cercare di<br />

favorire migliori condizioni quadro per<br />

il commercio, ovviamente confermando<br />

il peso del commercio nell’ambito<br />

della Camera di commercio”.<br />

In veste di Presidente, e data<br />

la sua lunga esperienza, ha<br />

sicuramente una posizione<br />

privilegiata come osservatore dei<br />

trend nel settore del commercio.<br />

A cosa si sta assistendo in questo<br />

periodo?<br />

“Le notizie che leggiamo quotidianamente<br />

sui giornali e che ci forniscono<br />

i media, fanno pensare ad una crisi finanziaria<br />

mondiale senza precedenti.<br />

Tutta l’economia ne subisce le conseguenze. Osserviamo<br />

tuttavia che per il momento in <strong>Ti</strong>cino, il commercio al dettaglio,<br />

nell’insieme si trova in contro tendenza. Il risultato<br />

realizzato nel nostro settore nel 2008 e in particolar modo<br />

nello scorso mese di dicembre è sorprendentemente<br />

positivo, anche se occorre differenziare i negozi per set-


tore merceologico e per regione. Alcuni commerci specializzati<br />

hanno incontrato difficoltà a far quadrare i conti.<br />

La creatività e l’innovazione invece sono state premiate”.<br />

Si parla tanto di crisi e di recessione in tutti<br />

i settori che girano attorno all’economia. E il<br />

commercio non dovrebbe far eccezione. È davvero<br />

così?<br />

“Nel <strong>2009</strong> ci attende sicuramente un periodo non facile, le<br />

previsioni congiunturali sono poco rassicuranti; dobbiamo<br />

aspettarci una diminuzione delle vendite. Inoltre l’inasprimento<br />

della concorrenza transfrontaliera, con misure quali<br />

le aperture dei negozi domenicali fino alle ore 23.00 sulla<br />

fascia di confine, non favoriscono certo i consumi in <strong>Ti</strong>cino.<br />

Ci si aspetta un aumento generale della disoccupazione<br />

in <strong>Ti</strong>cino e le vendite subiranno certamente un calo. Allora<br />

la crisi sarà presente in maniera preponderante anche<br />

per la vendita al dettaglio.<br />

Bisogna dunque pensare ora a delle strategie innovative<br />

per essere pronti ad affrontare quel periodo di crisi con<br />

tattiche mirate, in maniera da prevenire le possibile perdite<br />

ed i colpi.<br />

Per poter far quadrare i conti anche nel commercio prevedo<br />

una diminuzione di personale con<br />

tanto di licenziamenti, in quanto le spese<br />

di personale nella vendita al dettaglio<br />

rappresentano circa il 75% delle spese<br />

generali, ed in questi casi, purtroppo, i<br />

primi tagli vengono fatti sui costi delle<br />

risorse umane”.<br />

Da tempo Federcommercio si<br />

batte per un adeguamento ed un<br />

ammodernamento della Legge<br />

cantonale sui Negozi, che risale<br />

agli anni ’60. Da allora è indubbio<br />

che sono cambiate molte cose:<br />

in primis aspetti riguardanti la<br />

società ed i consumi. Si stanno<br />

facendo passi avanti in tal senso?<br />

“Una nuova legge sugli orari d’apertura<br />

dei negozi è in preparazione e prevede<br />

una più ampia possibilità d’apertura<br />

dei punti vendita. Questo progetto di<br />

legge permetterebbe di aprire i negozi<br />

secondo la regione o l’ubicazione del negozio (centro,<br />

periferia, …), a dipendenza delle sue necessità; evitando<br />

in questo modo di richiedere ogni volta delle deroghe per<br />

le aperture straordinarie.<br />

Attualmente questo progetto di legge è ostacolato dai<br />

sindacati che pretendono di concedere orari d’aperture<br />

straordinari solo a chi è firmatario del Contratto Collettivo<br />

di Lavoro, introdotto nel 2002”.<br />

Quali azioni concrete si possono creare per unire<br />

maggiormente i piccoli ed i grandi commerci in<br />

<strong>Ti</strong>cino?<br />

“La grande frammentazione del settore e la scarsa coesione<br />

indeboliscono il peso di Federcommercio nei confronti<br />

delle Autorità e dell’opinione pubblica.<br />

I sindacati approfittano di questa «debolezza» per nascondere<br />

le loro difficoltà e per fare del settore del commercio<br />

un ambito di confronto solo per loro, creando<br />

così danni a tutto il settore. La divisione all’interno del<br />

commercio (piccoli contro grandi e singoli negozi contro<br />

centri commerciali) e la competizione fra i sindacati –<br />

che tavolta si sposa con altre forze politiche<br />

quali ad esempio i difensori dell’ambiente<br />

–, rendono più difficile ed hanno finora<br />

bloccato il miglioramento delle condizioni<br />

quadro nel settore del commercio in <strong>Ti</strong>cino.<br />

I sindacati chiedono a Federcommercio di<br />

assumere compiti propri ai sindacati stessi<br />

(ad esempio l’estensione del numero di<br />

firmatari del Contratto Collettivo di Lavoro<br />

della vendita).<br />

Un rafforzamento dell’attività di Federcommercio,<br />

una presenza più ferma precisa<br />

e puntuale nei confronti dei sindacati<br />

e dell’opinione pubblica e un ampliamento<br />

dell’offerta di servizi (sito internet, dossier<br />

del commerciante, sicurezza, ecc.) può favorire<br />

una maggiore unità d’intenti e coesione<br />

fra tutti commercianti; e maggiore<br />

coesione vuol dire maggiore forza. Una<br />

Federcommercio più unita può ottener il<br />

sostegno di altri settori economici, (albergatori,<br />

ristoratori, turismo,ecc.) a livello locale<br />

e cantonale.<br />

Quale sostegno dà il commercio all’economia<br />

ticinese?<br />

Federcommercio rappresenta oggi più di 1’000 negozi<br />

ossia il 35% del totale, distribuiti tra centri cittadini e<br />

centri commerciali. La cifra d’affari complessiva che<br />

ruota attorno al settore è valutata a circa 3 miliardi di<br />

franchi – pari a circa tre quarti del commercio ticinese.<br />

Il personale occupato nei negozi del cantone è valutato a<br />

15'000 posti di lavoro.<br />

39


Vita dei Soci<br />

di Claudia Stebler, Responsabile Gestione salute ÖKK Kranken- und Unfallversicherungen AG<br />

iMprese sane grazie<br />

a collaboratori sani<br />

La continua pressione finalizzata ad aumentare il rendimento<br />

sul posto di lavoro rappresenta oggigiorno un problema non<br />

indifferente per molti collaboratori. Essi finiscono per ammalarsi<br />

ed essere sempre più spesso assenti dal lavoro. La perdita<br />

di produttività risultante dalle assenze mette a repentaglio<br />

la capacità produttiva delle imprese interessate. Un Care<br />

management professionale aiuta invece a risolvere questi<br />

problemi, per il bene sia dell’impresa che dei suoi collaboratori<br />

Sono quasi inesistenti i settori nei quali la concorrenza fra<br />

le imprese non sia aumentata negli ultimi anni. Nell’attuale<br />

situazione economica, in ogni caso. Le aziende che non sono<br />

in grado di migliorare continuamente i propri prodotti o<br />

servizi e che, nel contempo, non riescono ad incrementare<br />

la propria produttività, prima o poi finiscono per sparire dal<br />

mercato. Siccome la qualità delle imprese è commisurata<br />

a quella dei collaboratori che ci lavorano, con l’aumentare<br />

della concorrenza alla quale le imprese sono esposte<br />

aumenta anche la pressione sui collaboratori a migliorare<br />

il proprio rendimento. Una pressione, quest’ultima, che<br />

sempre più collaboratori non sono in grado di sostenere.<br />

Quest’ultimi finiscono per ammalarsi e per assentarsi dal<br />

lavoro per periodi più o meno lunghi.<br />

Nel frattempo, in Svizzera i collaboratori sono assenti per<br />

motivi di salute in media sei giorni all’anno. Partendo da<br />

200 giornate lavorative annue, sei giorni corrispondono ad<br />

una quota di assenze del 3%. Se a questa percentuale aggiungiamo<br />

i costi indiretti, i costi per assenze legate a motivi<br />

di salute raggiungono il 9% dell’intera somma salariale.<br />

I costi indiretti sono quei costi generati dal collaboratore<br />

o dai collaboratori chiamati a sostituire la persona assente<br />

se si vuole che il lavoro non rimanga incompiuto. Se i<br />

colleghi di lavoro sono dal canto loro costretti a lavorare<br />

ore supplementari per portare a termine il lavoro, si corre<br />

il rischio di subire perdite a livello qualitativo, il che finisce<br />

per rispecchiarsi nell’insoddisfazione dei clienti finali. In<br />

un’impresa con cento collaboratori e salari medi di 5'000<br />

franchi, i costi annui per le assenze raggiungono e sono<br />

addirittura superiori a mezzo milione di franchi.<br />

Compromettere in tal modo la propria produttività è un rischio<br />

che le imprese non possono permettersi, soprattutto<br />

in periodi di forte competitività come quello attuale. Le<br />

imprese devono dunque riuscire a mantenere e promuovere<br />

efficienza e capacità produttiva dei propri collaboratori,<br />

motivo per cui esse dipendono dalle approfondite conoscenze<br />

degli specialisti in ambito di salute.<br />

40 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Una completa gestione della salute<br />

Negli ultimi anni, sempre più assicurazioni malattie hanno<br />

ampliato la propria offerta, proponendo ai clienti aziendali<br />

un sistema di gestione delle assenze. Quest’ultimo aiuta a<br />

rilevare le assenze (sia le assenze brevi che quelle lunghe)<br />

e a riconoscerne le cause con il fine di poter prendere le<br />

corrispettive misure. In questo modo è possibile ridurre i<br />

costi diretti e indiretti causati dalle assenze.


La gestione delle assenze rientra, nel caso ideale, in un<br />

programma di gestione della salute completo del quale<br />

fanno altresì parte il Case management e la prevenzione.<br />

Quest’ultima comprende una serie di provvedimenti atti a<br />

promuovere la salute e il benessere dei collaboratori sul<br />

loro posto di lavoro. L’obiettivo non è solo quello di far<br />

sì che i collaboratori rimangano sani, ma che svolgano il<br />

loro lavoro con piacere e dedizione. Se, nonostante ciò, un<br />

collaboratore si ammala, non può lavorare per un periodo<br />

di tempo maggiore oppure fa spesso assenze brevi, allora<br />

viene assistito personalmente da un case manager. Il Case<br />

management si prefigge l’obiettivo di reintegrare il più<br />

rapidamente possibile le persone interessate nel processo<br />

lavorativo. Per raggiungere tale obiettivo, il case manager<br />

cerca il dialogo con tutte i partner e, con l’ausilio di un’analisi<br />

completa della situazione, sviluppa una soluzione ottimale<br />

per tutte le persone coinvolte.<br />

Samuele Donnini, Responsabile Area <strong>Ti</strong>cino<br />

Una nUova sede per Ökk<br />

Grazie al notevole incremento della clientela e del personale<br />

registrato negli ultimi anni, l’agenzia ÖKK per il<br />

Sottoceneri si è trasferita in una sede più grande.<br />

ÖKK Sottoceneri<br />

Via alla Sguancia 5, 6912 Pazzallo<br />

Tel. +41 58 456 16 00, Fax +41 58 456 16 01<br />

sottoceneri@oekk.ch<br />

La nuova sede si estende su una superficie di circa 600<br />

m 2 , al 2° piano del palazzo Terzerina: gli spaziosi uffici<br />

e le luminose sale riunioni accoglieranno clienti privati e<br />

aziendali nella massima riservatezza e confort.<br />

Altra novità generata dal successo di ÖKK in <strong>Ti</strong>cino è l'ampliamento<br />

dei servizi: all’interno della struttura del Sottoceneri,<br />

sono stati integrati il Centro Spese di cura per la<br />

Svizzera italiana e il Servizio broker.<br />

Per ulteriori informazioni e documentazione sull’intera<br />

gamma delle prestazioni e sui diversi servizi come il Case<br />

management, basta recarsi presso l'agenzia o contattarla<br />

per telefono o posta elettronica.<br />

41


Vita dei Soci<br />

di Renzo Salmina, Sales Manager Newave SA<br />

state tranQUilli: con newave<br />

nessUn probleMa di aliMentazione<br />

coMproMetterà il vostro bUsiness<br />

Newave SA, fornitore leader globale di gruppi di continuità<br />

(UPS) per la gestione e la qualità dell’energia, garantisce,<br />

grazie alle sue soluzioni, una disponibilità elettrica<br />

prossima al 100% come richiesto dall'economia digitale<br />

di oggi.<br />

Con oltre 15 anni di esperienza, una profonda conoscenza<br />

delle esigenze della propria clientela, una continua innovazione<br />

tecnologica e con servizi di qualità, le soluzioni<br />

Newave sono in grado di offrire la soluzione di protezione<br />

migliore per voi.<br />

I gruppi di continuità (dall’inglese UPS: Uninterruptible<br />

Power Supply) rappresentano oggi oltre il 95% dei sistemi<br />

di back-up e protezione dell'alimentazione venduti a<br />

livello mondiale.<br />

Perchè un UPS?<br />

Quante volte vi sarà capitato di restare al buio a causa di<br />

una mancanza di rete elettrica?<br />

Se per alcuni di voi questa situazione potrebbe sembrare<br />

gradevole, per alcune applicazioni quali impianti di<br />

telecomunicazioni, ospedali, centri di elaborazione dati,<br />

impianti radar, sistemi di sicurezza, eccetera questa situazione<br />

è inammissibile per le logiche conseguenze che<br />

si potrebbero generare. Disservizio significa perdite di<br />

guadagno dirette ed indirette (reputazione ed immagine)<br />

causando danni ingentissimi che sono valutati mondialmente<br />

a circa 200 miliardi di franchi all’anno.<br />

Applicazione<br />

Costi orari di disservizio<br />

(CHF)<br />

Borsa finanziaria 7 – 9 milioni<br />

Servizio carte di credito 2.5 – 3.5 milioni<br />

Call Center<br />

(#800 persone)<br />

200’000 – 250’000<br />

Servizio biglietteria aerea 60'000 – 120’000<br />

Servizio telecom. cellulari 40'000 – 60’000<br />

Sistema bancomat 12'000 – 20’000<br />

Esempi di costi di disservizio in caso di mancanza rete elettrica<br />

Le centrali elettriche sono situate a centinaia o migliaia di<br />

chilometri dagli utilizzatori. L’energia viene distribuita per<br />

mezzo di reti elettriche che ricoprono interi continenti.<br />

Malgrado l’affidabilità dell’erogazione elettrica sia molto<br />

elevata, nel percorso al quale essa è soggetta, intervengono<br />

innumerevoli disturbi. Questi possono essere dovuti<br />

sia a cause interne alla rete (instabilità di funzionamento,<br />

42 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

archi elettrici dei commutatori di carico, ecc.) sia a cause<br />

esterne (fulmini o perfino, incredibilmente, tempeste solari).<br />

Altri disturbi esterni possono essere generati nelle<br />

vicinanze dell’utente, da vari tipi di macchinari elettrici<br />

(elettrodomestici, ascensori, fotocopiatrici, ecc).<br />

Un gruppo di continuità, ha generalmente due principali<br />

funzioni:<br />

1. garantire l’immunità al carico applicato contro le cadute<br />

di tensione (blackout) permettendo la continuità<br />

delle operazioni;<br />

2. garantire l’eliminazione dei disturbi, in particolare<br />

quelli di brevissima durata, (microinterruzioni e impulsi)<br />

che possono causare blocchi o malfunzionamenti<br />

saltuari del sistema.<br />

I blackout sono generalmente causati da sovraccarico<br />

sulle linee, che sono a volte sottodimensionate. In tal<br />

caso possono entrare in funzione delle protezioni che interrompono<br />

temporaneamente l’erogazione.<br />

I disturbi più insidiosi sono quelli che presentano variazioni<br />

veloci, come le microinterruzioni (impercettibili all’occhio<br />

umano) e i picchi di tensione, i quali non vengono<br />

arrestati completamente dai filtri che sono designati per<br />

questa funzione. In molti casi, questi disturbi possono<br />

provocare danni e malfunzionamento al carico applicato.<br />

Agendo da interfaccia tra la rete elettrica e le applicazioni<br />

critiche, gli UPS forniscono al carico applicato un'alimentazione<br />

elettrica continua di alta qualità, indipendentemente<br />

dallo stato della rete elettrica.<br />

Gli UPS garantiscono una tensione di alimentazione affidabile,<br />

esente da disturbi di rete, entro tolleranze compatibili<br />

con i requisiti delle apparecchiature ad esso collegate,<br />

avvalendosi di una fonte addizionale di alimentazione<br />

(batteria tampone) generalmente sufficiente a garantire<br />

un'adeguata salvaguardia delle apparecchiature, per un<br />

tempo che varia generalmente da 10 minuti fino a svariate<br />

ore.<br />

VANTAGGI PER L'UTENTE UTILIZZANDO UPS NEWAVE<br />

Da sempre sensibile al risparmio energetico e alla salvaguardia<br />

dell’ambiente, Newave offre attraverso i suoi<br />

prodotti, le qualità che meglio rispecchiano i suoi valori<br />

fondamentali.<br />

• Bassissime perdite caloriche<br />

Gli utenti perseguono costantemente la riduzione dei<br />

costi di esercizio delle proprie apparecchiature. Stanno<br />

attenti al consumo elettrico e di conseguenza alle<br />

perdite generate dagli UPS, che sono ininterrottamente<br />

in funzione 24/365. Le perdite vengono infatti pagate<br />

due volte: i kWh consumati dall'UPS più ulteriori


kWh per il condizionamento dell'aria. Grazie all’elevato<br />

contenuto tecnologico i prodotti Newave offrono un<br />

elevatissimo rendimento il quale riduce drasticamente<br />

il consumo di energia elettrica contribuendo così alla<br />

riduzione di emissioni di CO 2 .<br />

• UPS modulari<br />

Newave è conosciuta nel mondo intero per i suoi UPS<br />

modulari, un fiore all’occhiello che permette, in questa<br />

tipologia di UPS, di essere un industria leader nel settore.<br />

La semplicità operativa dell’UPS modulare offre il<br />

massimo a livello di flessibilità nella capacità di poter<br />

incrementare la protezione energetica richiesta in modo<br />

semplice ed affidabile offrendo la massima disponibilità<br />

possibile. Un UPS modulare permette, con costi ridotti,<br />

di ottimizzare al meglio la vostra protezione energetica<br />

crescendo in proporzione al carico applicato.<br />

the Upside of a downtUrn<br />

di Nicole Nägele e Pierre-Alain Gubelmann, Newave SA<br />

A 200 anni dalla sua nascita e 150 dopo la<br />

pubblicazione del suo libro «L’origine delle<br />

specie», la locuzione «Survival of the fittest»<br />

creata da Charles Darwin assume una nuova<br />

connotazione per l’economia mondiale<br />

Secondo la teoria darwiniana, coloro che hanno saputo<br />

adeguarsi alle condizioni del momento riusciranno a sopravvivere<br />

– e coloro che avranno saputo adattarsi meglio<br />

degli altri domineranno il campo. Rapportato al <strong>2009</strong>,<br />

questo pensiero significa che le aziende dovranno adattarsi<br />

a un contesto economico molto più difficile. Le prime<br />

avvisaglie di una crescita economica sono attese tra la fine<br />

del <strong>2009</strong> e la seconda metà del 2010.<br />

Mentre durante la fase discendente lo sviluppo aziendale<br />

cade in secondo piano, è consigliabile investire in quei<br />

settori che nei periodi turbolenti danno prova di stabilità,<br />

e che sono sufficientemente flessibili da adeguarsi alle<br />

condizioni instabili, nonché in grado di crescere nei periodi<br />

migliori che si prospettano.<br />

Attualmente, gli investimenti che vertono sull’ampliamento<br />

e sulla garanzia di importanti sistemi informatici che consentono<br />

lo svolgimento degli affari quotidiani e costituiscono<br />

la spina dorsale di un’azienda si rivelano essenziali<br />

all’interno delle singole organizzazioni. In un periodo di<br />

recessione, la tutela di questi impianti assume un’importanza<br />

ancora maggiore: ogni singolo guasto potrebbe infatti<br />

avere conseguenze fatali per quanto riguarda le fonti<br />

d’entrata, soprattutto se le riserve sono scarse.<br />

La recessione potrebbe infliggere un duro colpo ad<br />

un’azienda prima di indurla a spegnere i primi server. Infatti,<br />

anche nei casi in cui preziose risorse di dati venissero<br />

praticamente ibernate, lo si fa solo per conservarle in vista<br />

di tempi migliori. Il salvataggio di dati richiede energia, e<br />

in particolare la protezione di quest’energia tramite sistemi<br />

UPS. Il bisogno di sicurezza – e quindi di un approvvigionamento<br />

di corrente ininterrotto – rimane costante, indipendentemente<br />

dalla situazione congiunturale.<br />

L’evoluzione è un processo di trasformazione continua. La<br />

flessibilità e la capacità di adattarsi sono due caratteristiche<br />

fondamentali per un’azienda che vuole affermarsi nella<br />

situazione attuale. Questa idea calza perfettamente con il<br />

concetto dei moderni sistemi UPS in quanto, grazie alla<br />

loro scalabilità, sono in grado di adeguarsi in modo snello<br />

e modulare alle attuali esigenze e dispongono al tempo<br />

stesso del potenziale necessario che consente di ampliare<br />

il sistema al momento in cui i mercati si riprenderanno e<br />

la domanda aumenterà nuovamente.<br />

La continuità non è solo un elemento centrale dell’evoluzione,<br />

ma anche dell’economia. In un periodo di recessione, il<br />

primo principio per avere successo è costituito dal fatto di<br />

garantire la continuità dell’attività aziendale. È vero che ciò<br />

richiede un programma ben congeniato a livello operativo,<br />

ma in sostanza dipende da una cosa molto ovvia – ovvero<br />

dall’energia. Infatti, la questione è molto semplice: senza<br />

energia niente azienda.<br />

Crescita sì, ma da dove?<br />

Sebbene il rallentamento congiunturale si ripercuoterà su<br />

tutti i mercati emergenti, per i prossimi anni molti di questi<br />

mercati si aspettano tutt’ora una crescita – inoltre dovrebbero<br />

riprendersi più rapidamente rispetto alla maggior parte<br />

dei paesi industriali. I mercati in rapida crescita si sono<br />

rivelati dei settori importanti per le aziende internazionali.<br />

Per effetto della crisi finanziaria, la gestione e la riduzione<br />

dei rischi assumono vieppiù un ruolo centrale e diventano<br />

un importante fattore di successo per i mercati emergenti<br />

in rapida crescita. In primis ciò riguarda il controllo delle<br />

finanze nonché la Compliance e la Governance, ma in un<br />

secondo momento questa prospettiva si estende all’intera<br />

struttura aziendale – e quindi concerne anche l’alimentazione<br />

di corrente.<br />

Di pari passo con il costante ampliamento nei mercati in<br />

forte crescita, aumenta anche la richiesta di energia per<br />

l’infrastruttura informatica e il salvataggio dei dati. Al fine<br />

di ottenere il miglior hardware e le migliori prestazioni,<br />

molti paesi di recente industrializzazione sono aperti alle<br />

relazioni internazionali, ciò che offre ai nostri clienti l’opportunità<br />

di affermarsi nei mercati emergenti e ai nostri<br />

partner una tecnologia UPS d’avanguardia.<br />

Per maggiori informazioni:<br />

Newave Energy Holding SA<br />

Via Luserte Sud 9<br />

6572 Quartino<br />

Tel. +41 91 850 29 29, Fax +41 91 840 12 54<br />

info@newave.ch, www.newaveups.com<br />

43


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

44 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Un ponte tra le lingUe eUropee<br />

Nel cuore di Caslano, nel Borgo vicino al Lago, è ubicata la<br />

Scuola di Lingue Il Ponte che offre i suoi corsi ad aziende,<br />

adulti e giovani<br />

La Scuola di Lingue Il<br />

Ponte è una azienda<br />

d’insegnamento linguistico<br />

fondata da Martina<br />

Inderst nel 1996, ed<br />

è ubicata nel cuore del<br />

Malcantone, sulle rive<br />

del Ceresio, a Caslano,<br />

ed offre corsi di lingue<br />

modulati sulle esigenze<br />

degli allievi.<br />

Le lingue insegnate sono<br />

italiano, francese, tede-<br />

Martina Inderst<br />

sco, inglese e spagnolo;<br />

i corsi sono offerti da qualificati insegnanti ad allievi di<br />

ogni età, secondo le necessità dello studente. Vi sono<br />

corsi per adulti, per ragazzi e per le aziende. Ogni corso<br />

è definito secondo le caratteristiche dell’alunno, e viene<br />

pianificato secondo i suoi bisogni, le sue capacità d’apprendimento<br />

ed i suoi ritmi. Le attività si svolgono in<br />

forma prettamente individuale oppure in piccoli gruppi.<br />

Tutti i corsi prevedono lo sviluppo armonico delle quattro<br />

abilità linguistiche (leggere, ascoltare, parlare e scrivere)<br />

ponendo al centro il piacere di apprendere e comunicare.<br />

La Scuola prepara anche agli esami per ottenere i certificati<br />

internazionali.<br />

Il Ponte propone anche corsi di recupero scolastico per<br />

ragazzi delle scuole medie e superiori sia durante l’anno<br />

scolastico che durante le vacanze estive per le materie<br />

linguistiche e la matematica. Si tratta di un sostegno individuale,<br />

grazie al quale i ragazzi acquisiscono maggiore<br />

sicurezza e apprendono a studiare in modo autonomo.<br />

Oltre a ciò l’offerta formativa è completata anche da un<br />

corso d’informatica che si tiene due volte l’anno, destinato<br />

a chi si avvicina per la prima volta ai mezzi di comunicazione<br />

elettronica (corsi base, word ed excel).<br />

Martina Inderst, dopo l’infanzia trascorsa in Engadina,<br />

si laurea a Friborgo dove ottiene il diploma di docente di<br />

scuola media. Dopo varie esperienze professionali in tutta<br />

la Svizzera, giunge in <strong>Ti</strong>cino, e nel 1996 fonda la Scuola<br />

di Lingue Il Ponte. Inizialmente la scuola aveva un’offerta<br />

ridotta, ma si è subito presentata bene sul mercato e<br />

nel giro di poco tempo si trasferisce nell’attuale sede in<br />

Contrada al lago 7. Nel 2007 Martina Inderst completa<br />

la sua formazione con il diploma di formatrice per adulti<br />

con attestato federale FSEA 2.<br />

Tutti gli insegnanti che operano presso la scuola a Caslano<br />

sono seri professionisti con una lunga esperienza<br />

d’insegnamento linguistico alle spalle, e tutti sono in possesso<br />

di un titolo di studio superiore.<br />

I corsi linguistici vengono preparati secondo il portfolio<br />

delle lingue europeo, che prevede sei livelli di padronanza<br />

di una lingua (A1 – C2). Il servizio aziende propone<br />

tedesco, inglese e italiano. I partecipanti imparano a<br />

comunicare con espressioni reali e ottengono una buona<br />

conoscenza della cultura. L’insegnamento linguistico


comprende la conversazione, pronuncia, ampliamento<br />

del patrimonio lessicale, grammatica, esercizi scritti (come<br />

compiti) ed esercizi di dialoghi strutturati. Dei test<br />

regolari informano sul progredire dell’apprendimento.<br />

Corsi speciali e su misura per le aziende<br />

Alle aziende è proposto un servizio basato sulle esigenze<br />

specifiche dei corsisti. Infatti è l’impresa che decide chi<br />

segue il corso e con quali modalità. Dopo un’attenta valutazione,<br />

durante la quale vengono evidenziate necessità,<br />

tempi e metodi migliori per i corsisti, la Scuola di Lingue<br />

Il Ponte prepara un piano di insegnamento adattato sulle<br />

reali richieste dell’azienda. Il corso si svolge sempre<br />

presso la sede dell’azienda che lo richiede. Il numero dei<br />

partecipanti per classe lo decide l’impresa e il prezzo<br />

rimane invariato.<br />

I corsi sono “confezionati su misura”.<br />

Dall’esperienza maturata in questo decennio, la Scuola<br />

propone alcuni corsi “a pacchetto” che sono in ogni caso<br />

personalizzabili a dipendenza delle esigenze dell’azienda:<br />

• BUSINESS AND TECHNICAL ENGLISH<br />

Sono corsi intensivi a breve termine oppure corsi approfonditi<br />

a lungo termine. Il fulcro sta nello sviluppo<br />

delle capacità di comunicazione, della struttura della<br />

lingua e del vocabolario, in modo da potersi affermare<br />

nel mondo internazionale degli affari.<br />

• ZIMMER FREI<br />

Impiegati del ramo alberghiero, senza conoscenze preliminari,<br />

imparano a fronteggiare le principali situazioni<br />

quotidiane nella loro attività con ospiti di lingua tedesca.<br />

• HERZLICH WILLKOMMEN<br />

Per il personale della ristorazione con ca. 100 ore di<br />

conoscenze preliminari di tedesco. Al centro stanno le<br />

capacità d’ascolto e di parola che il partecipante deve<br />

assumere effettivamente nella comunicazione professionale.<br />

Illustrazione di Adriano Crivelli<br />

• DEUTSCH IM KRANKENHAUS<br />

Per il personale infermieristico. Vengono trattate tutte<br />

le più importanti abilità linguistiche dai discorsi con<br />

pazienti/familiari sulle procedure di cura fino alla compilazione<br />

di formulari.<br />

Qualunque sia la vostra necessità grazie a Il Ponte avrete<br />

la possibilità di entrare in contatto con la simpatia e la<br />

professionalità di Martina Inderst e del suo team di insegnanti<br />

che volentieri vi consiglieranno su tempi, metodi<br />

e corsi più adatti alle vostre esigenze!<br />

Scuola di Lingue Il Ponte<br />

di Martina Inderst<br />

Contrada al Lago 7<br />

6987 Caslano<br />

Tel. +41 91 606 33 22<br />

www.ilponte.ch, info@ilponte.ch<br />

IL PONTE<br />

45


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

46 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Un’azienda al servizio<br />

delle iMprese<br />

Da oltre 35 anni la Fondazione IPT – Integrazione per Tutti garantisce<br />

un sostegno al reinserimento socio professionale per le persone lese<br />

nella loro salute e promuove un valido sostegno alle imprese svizzere.<br />

Da 3 anni è attiva anche in <strong>Ti</strong>cino, riscontrando ottimi successi<br />

IPT è una fondazione privata riconosciuta d’utilità pubblica,<br />

creata da capi d’azienda, gestita come ufficio di collocamento<br />

specializzato, senza scopo di lucro.<br />

La missione di IPT è quella di reinserire sul mercato del lavoro<br />

le persone lese nelle loro salute fisica o psichica. Fondata nel<br />

1972 da imprenditori ginevrini e saldamente insediata nella<br />

Svizzera francese ed in <strong>Ti</strong>cino, la Fondazione ha assunto una<br />

dimensione nazionale aprendo nell’autunno del 2007 la sede<br />

IPT Zurigo. In stretta collaborazione con gli attori dell’economia,<br />

IPT si adopera nell’adeguare le risorse dei propri candidati<br />

con i bisogni delle aziende. Oggi, l’azienda impiega 110<br />

collaboratori e conta più di 9'000 aziende partner. Nel 2008<br />

la Fondazione ha preso a carico più di 2'500 persone. Grazie<br />

al suo processo di reinserimento originale e innovativo il 45%<br />

dei candidati che hanno seguito la misura “IPT Globale” ritrova<br />

un impiego. In <strong>Ti</strong>cino, IPT occupa 12 persone, con sede a<br />

Lugano, in Via Besso 5, e con 3 antenne, ubicate a Locarno,<br />

Giubiasco e Chiasso.<br />

Gestita come agenzia di collocamento specializzata, IPT aiuta<br />

le persone lese nella loro salute, con un'abilità lavorativa per<br />

poter elaborare un progetto professionale che sia realista,<br />

realizzabile e duraturo nell’economia primaria. IPT lavora su<br />

mandato, trattando casi di persone segnalate da enti pubblici<br />

o privati, assicurazioni private o medici, che per il loro<br />

problema di salute non sono più abili temporaneamente<br />

all’attività che svolgevano in precedenza. La fondazione è<br />

riconosciuta d'utilità pubblica, stipula dei contratti di prestazione<br />

con l'UFAS, il SECO, i Cantoni e i Comuni. È sostenuta<br />

finanziariamente anche da un “Club aziende”, costituito da<br />

PMI e da multinazionali convinte della qualità e dell'utilità<br />

del suo operato.<br />

IPT collabora con gli uffici regionali di collocamento (URC), gli<br />

uffici cantonali AI, gli assicuratori privati, la SUVA, i servizi sociali<br />

comunali e regionali, i medici, gli ospedali, le commissioni<br />

tutorie, le leghe sulla salute, i centri psico-sociali e con diverse<br />

altre istituzioni. A titolo aggiuntivo, IPT interviene direttamente<br />

in azienda quando i collaboratori sono in difficoltà professionale<br />

a causa di problemi di salute.<br />

IPT si pone quale ponte tra due mondi, quello economico-lavorativo<br />

e quello sociale. Grazie alla sua professionalità, da oltre 3<br />

anni in <strong>Ti</strong>cino, anche le PMI ticinesi hanno potuto apprezzare e<br />

stimare l’operato di IPT. Sono numerosi i casi di reimmissione<br />

sul mercato del lavoro di persone che ne erano state escluse a<br />

causa di malattie o incidenti.<br />

Come funziona il processo di reinserimento socio-professionale<br />

per Integrazione per Tutti?<br />

Si basa essenzialmente su 4 tappe, durante le quali ogni persona<br />

viene valorizzata per le proprie capacità, ne vengono analizzate<br />

le problematiche e sentite tutte le parti coinvolte per<br />

delineare un quadro completo. Esse sono:<br />

Carlo Cacioppo, Direttore IPT <strong>Ti</strong>cino<br />

• Bilancio socio-professionale: si tratta della prima tappa. I<br />

candidati sono appena stati segnalati ad IPT. Essi devono<br />

rientrare in un “profilo di base”, adempiendo ad alcune<br />

minime condizioni per poter essere seguite da IPT. La persona<br />

lesa nella sua salute deve essere segnalata ad IPT<br />

da un organismo pubblico, privato o da un medico, disponendo<br />

di una capacità lavorativa nell’ambito dell’economia<br />

privata. Deve avere un età compresa tra i 18 ed i 60 anni,<br />

in possesso di un permesso di lavoro valido, e soprattutto<br />

deve essere motivata ad intraprendere un processo di<br />

reinserimento socio-professionale. La prima tappa fissa le<br />

competenze personali e professionali dei candidati, le loro<br />

aspettative, le loro motivazioni così come i limiti generati<br />

dai loro problemi di salute.<br />

L’obiettivo di questa prima fase è la verifica dell’impiegabilità<br />

attraverso l’individuazione delle limitazioni di salute, cosi<br />

come delle competenze e risorse per la messa in atto di un<br />

progetto professionale realistico, realizzabile e durevole.<br />

• Preparazione: si tratta della seconda fase del processo di<br />

reinserimento. In questo periodo attraverso delle consulenze<br />

si cerca di far assumere alla persona la consapevolezza<br />

della propria persona. È la fase nella quale vi sono colloqui<br />

individuali o di gruppo, moduli di formazione specifici<br />

per completare un profilo personale (corsi come “Gestione<br />

del cambiamento”, “Comunicazione ed argomentazione”,<br />

“Ragionamento logico”, “Verso una nuova attività professionale”,<br />

ecc.), stages d’osservazione e di orientamento in<br />

azienda, stages di “ri-addestramento”. In questa seconda<br />

fase viene garantita alla persona un supporto per migliorare<br />

e/o completare le proprie competenze, mettendo così in<br />

atto la verifica della preparazione alla ripresa di un’attività<br />

professionale (collocabilità).


• Collocamento: la terza fase è quella operativa. Avendo una<br />

conoscenza approfondita del candidato ed un progetto<br />

professionale convalidato da tutte le parti in causa (IPT,<br />

rete, azienda), IPT cerca nella sua rete d’aziende un collocamento<br />

di stage temporaneo, che possa mettere alla prova<br />

il candidato per un periodo di due/quattro settimane. Con<br />

il collocamento fisso o temporaneo e l’accompagnamento<br />

in azienda, il candidato ha modo di confrontarsi di nuovo<br />

con il mondo del lavoro. Trattandosi di collocamenti fissi<br />

o temporanei, IPT risponde alle richieste delle aziende e<br />

propone personale qualificato o meno qualificato, in tutti i<br />

settori, assicurando l’adeguatezza tra il posto di lavoro e il<br />

candidato, senza alcun costo per le parti.<br />

La maggior parte dei dossier si chiude con l’assunzione del<br />

candidato testato dall’azienda per un posto fisso o temporaneo<br />

di lunga durata.<br />

• Seguito: la quarta fase del processo di reinserimento è volontaria.<br />

Ogni collocamento è seguito da un accompagnamento<br />

regolare o su richiesta. Non ha limiti di tempo in<br />

quanto si vuol garantire l’integrazione del candidato nel suo<br />

nuovo posto di lavoro nel miglior modo possibile.<br />

Le aziende ticinesi hanno partecipato ad<br />

un’inchiesta nazionale sull’integrazione di persone<br />

lese nella loro salute: i risultati del benchmarking<br />

2008<br />

I risultati del benchmarking 2008, condotto da IPT integrazione<br />

per tutti, hanno messo in luce la politica di integrazione<br />

professionale di persone lese nella loro salute delle aziende<br />

ticinesi. Con un tasso di integrazione del 1,8%, le aziende<br />

ticinesi impiegano globalmente meno persone lese nella loro<br />

salute rispetto ad altre aziende nazionali (3,25% per la Svizzera<br />

romanda, 2,4% nella regione zurighese e del Mittelland). La<br />

percentuale più elevata (intorno al 4,2%) si trova nella regione<br />

del Lemano in aziende con meno di 50 collaboratori. In sintesi,<br />

sul piano nazionale la percentuale delle persone lese nella loro<br />

salute integrate nelle piccole e medie aziende svizzere è pari<br />

a tre volte a quella registrata nelle grandi aziende che occupano<br />

più di 50 collaboratori. Realizzato in collaborazione con<br />

il Prof. Yves Flückiger, Vice-rettore dell’Università di Ginevra e<br />

professore ordinario del Dipartimento di Economia Politica, e<br />

con l’appoggio delle Camere di commercio cantonali, il benchmarking<br />

2008 ha acquisito per la prima volta una dimensione<br />

nazionale con 35'000 questionari inviati nelle tre regioni linguistiche.<br />

L’inchiesta ha raccolto la partecipazione di quasi 2'000<br />

aziende. Tuttavia, a causa di dati incompleti, certi questionari<br />

hanno dovuto essere scartati. In definitiva, la raccolta dei dati<br />

raggruppa 1’733 aziende con oltre 63'000 collaboratori. Sulla<br />

base di 15 indicatori, lo studio ha quale scopo di permettere<br />

alle aziende di misurare e di paragonare le loro pratiche d’integrazione.<br />

L’analisi dei primi risultati ha dimostrato che quasi il<br />

40% delle aziende partecipanti affrontano nella loro comunicazione<br />

interna la questione dell’integrazione di persone lese<br />

nella loro salute. È interessante rilevare come nelle aziende<br />

dove il tema dell’integrazione fa parte della comunicazione<br />

interna, vi siano impiegate più persone lese nella loro salute<br />

che nelle aziende dove questa tematica è meno rilevante. Nel<br />

23% delle aziende, una persona di riferimento si occupa di<br />

appoggiare questa integrazione, mentre il 12% ha fissato i<br />

seguenti obiettivi: adattamento dei posti, adeguazione degli<br />

orari, messa a disposizione di posti di stage o non discriminanti.<br />

Il 5% delle aziende favorisce l’accesso a funzioni di quadri<br />

grazie a diverse misure: orari flessibili, lavoro amministrativo,<br />

formazione continua. Infine, negli ultimi 24 mesi, il 18% delle<br />

aziende ha assunto uno o più persone lese nella loro salute,<br />

di cui 8% riconoscono di aver effettuato una discriminazione<br />

positiva (fonte: IPT in collaborazione con il Osservatorio Universitario<br />

dell’Impiego - OUE).<br />

Siete alla ricerca di personale? IPT può aiutarvi!<br />

Molte aziende ricorrono alle prestazioni IPT apprezzando la<br />

professionalità della Fondazione Integrazione per Tutti. In<br />

particolare le carte vincenti per le imprese risultano essere<br />

la flessibilità della collaborazione, l’accompagnamento sul posto<br />

di lavoro gratuito ed illimitato nel tempo. La conoscenza<br />

approfondita dei candidati è uno dei “plus” che IPT offre alle<br />

imprese: grazie al bilancio socio-professionale ed alla preparazione,<br />

IPT ha una profonda conoscenza del candidato sia<br />

per il suo vissuto personale, sia per le sue capacità, valutate e<br />

percepite in tutto il processo di sostegno, anche durante i corsi<br />

di formazione e gli stages in azienda.<br />

Il profilo che le imprese ticinesi cercano sarà subito disponibile,<br />

testato e pronto alla nuova sfida professionale. La PMI che si<br />

rivolge a IPT non dovrà perdere tempo e costi in lunghi processi<br />

di selezione, poiché IPT conosce tutti i propri candidati, che<br />

sono persone ben orientate e preparate, che l’impresa può<br />

valutare gratuitamente tramite uno stage. Il profilo corrispondente<br />

alle richieste è una soluzione su misura, senza formalità<br />

amministrative e senza spese.<br />

IPT combatte l’emarginazione, permettendo a diversi enti ed<br />

assicurazioni sociali di risparmiare regolarmente diversi milioni<br />

di franchi, perché opera in collaborazione con gli attori dell’economia.<br />

Sul sito www.fondation-ipt.ch è possibile trovare una lista di<br />

profili sempre aggiornata.<br />

Dovete separarvi da uno o più collaboratori o<br />

avete difficoltà professionali legate a un problema<br />

di salute di un collaboratore? IPT Consulenza vi<br />

propone soluzioni<br />

IPT mette a disposizione delle aziende le sue comptenze e<br />

il suo saper-fare per risolvere le difficoltà professionali di un<br />

collaboratore affetto da problemi di salute. IPT Consulenza -Inplacement<br />

risponde alla volontà dell’impresa di trovare al suo<br />

interno una soluzione adeguata sia ai suoi imperativi economici<br />

che alla situazione del collaboratore.<br />

Dall’altra parte, quando per una ristrutturazione o per qualsiasi<br />

altra ragione un’azienda è obbligata a procedere a dei licenziamenti<br />

(individauli o collettivi), i collaboratori colpiti saranno<br />

ancora più fragili se presentano problemi di salute.<br />

In questi frangenti, IPT Consulenza – Outplacement vi offre<br />

la sua esperienza per permettere al collaboratore, quando la<br />

procedura di licenziamento è conclusa, di beneficiare di un<br />

accompagnamento ottimale, personnalizzato, verso un nuovo<br />

impiego rispondente alle sue attese e capacità.<br />

Non esitate a contattarci a questo riguardo!<br />

Per maggiori informazioni:<br />

IPT - Integrazione per Tutti<br />

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www.fondation-ipt.ch<br />

47


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

VITONOTODESIGN è una realtà<br />

aziendale ticinese, fondata nel<br />

1982 da Vito Noto, che dopo aver<br />

conseguito gli studi in Industrial<br />

Design a Milano, e dopo alcune<br />

esperienze in illustri studi di<br />

Design a Zurigo, Amburgo e<br />

Parigi, forte dell’esperienza<br />

internazionale maturata,<br />

sceglie il cuore del <strong>Ti</strong>cino per<br />

stabilirsi e fondare la propria<br />

ditta. Oggi con una clientela<br />

internazionale, un portafoglio di<br />

progetti conclusi molto ampio, e<br />

numerosi riconoscimenti a livello<br />

nazionale ed internazionale vinti<br />

(vari Compassi d’oro, Designpreis<br />

Schweiz, ADI Design Index e<br />

IF Die gute Industrie Form),<br />

VITONOTODESIGN, che ha<br />

oltrepassato il quarto di secolo di<br />

attività, è una realtà locale che si<br />

stacca dal territorio ticinese per<br />

proiettarsi nel mercato globale.<br />

Abbiamo incontrato Vito Noto,<br />

e con lui abbiamo fatto una<br />

riflessione sul design e sul bisogno<br />

dell’uso del design per la società<br />

Lavorare nel mondo del design significa trovare costantemente<br />

il connubio perfetto in equilibrio totale tra tecnica,<br />

arte ed economia. Un tempo il requisito fondamentale<br />

era possedere un buon prodotto, oggi per i meccanismi<br />

di mercato, le esigenze dei consumatori, ed altri fattori<br />

intrinseci ed estrinseci, questo non basta più. Il design<br />

non è più associato solo ad alcuni elementi ed oggetti<br />

d’arredo o in un ambito specifico, costoso per il consumatore<br />

finale ed oneroso per la produzione e la Ricerca<br />

& Sviluppo dell’azienda. Oggi il design fa parte della vita<br />

quotidiana, il suo fine è quello di migliorare la qualità di<br />

vita del fruitore. Parlare di design è relazionarsi con il<br />

consumatore, capire i processi che portano all’acquisto,<br />

le percezioni sui beni che necessita, anticiparne i bisogni,<br />

racchiudere nella semplicità del processo produttivo e<br />

di ricerca il design, creando un’empatia tra produttore e<br />

cliente, alfine di facilitare l’uso del prodotto per il consumatore<br />

e dall’altro lato, creare un bene ambito e di<br />

successo per l’azienda produttrice. Il design è una parte<br />

integrante e naturale del progetto e del prodotto stesso.<br />

Le aziende industriali produttrici dovrebbero sempre<br />

48 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Cono, vassoio centrotavola<br />

Centralina Termoregolazione<br />

il design a MisUra d’UoMo<br />

avvalersi della consulenza specialistica di un designer.<br />

Questo importante "step" deve scattare nella mente degli<br />

imprenditori per migliorare il proprio prodotto: prendere<br />

atto che è giunto il momento di aggiungere quel “plus”<br />

che il design può offrire ai propri prodotti. Lo scopo ultimo<br />

di questa operazione è avere maggiore successo.<br />

Quando ci si affida a un designer?<br />

Tutte le volte che del proprio bene si vuol fare poesia.<br />

L’intenzione è quella di far vivere all’utilizzatore del prodotto<br />

l’esperienza stessa dell’essenza del manufatto – di<br />

qualunque persona/fruitore o prodotto si tratti –.<br />

Questa particolarità del design è applicabile a tutti gli<br />

ambiti, sia per prodotti d’uso comune, sia per macchinari<br />

industriali di vari settori (ad esempio: medicale, tessile,<br />

ecc.).<br />

Ponendo l’uomo al centro del processo di sviluppo, il designer<br />

tiene conto delle esigenze di chi fruirà del prodotto,<br />

da tutti i punti di vista, ottimizzando l’attività di uso<br />

dell’oggetto/macchinario, rendendone la fruizione confortevole<br />

e piacevole. Tra gli altri vantaggi che il design offre


alle aziende vi è una buona relazione tra investimento e<br />

resa del prodotto, non solo in termini monetari, ma anche<br />

di immagine, in quanto gli effetti benefici del successo<br />

del prodotto si ripercuotono positivamente sulla stessa.<br />

Qualsiasi prodotto va definito nel dettaglio in fase di<br />

progetto. Solitamente in fase di Ricerca e Sviluppo in<br />

un'azienda vi sono gruppi di ingegneri che lavorano a<br />

progetti specifici. La modalità di lavoro di una persona<br />

esperta però, spesso è incentrata sulle specifiche tecniche<br />

e le parti di funzione. In questa fase di progettazione<br />

affiancando al lavoro di un tecnico la consulenza di un designer,<br />

quest’ultimo porterebbe una visione esterna e più<br />

ampia con una “ventata d’aria fresca” sia per la costruzione<br />

del prodotto, sia per le sue caratteristiche. In termini<br />

puramente monetari si può affermare che il design non è<br />

un costo aggiuntivo ed in più promette maggior successo.<br />

Collaborando in sinergia si creano nuove opportunità. Un<br />

ingegnere sviluppa le parti di funzione, il designer costruisce<br />

un applicazione per il prodotto, in simultanea.<br />

In un progetto vengono così intrecciate varie esperienze<br />

molto più ampie, perché si portano conoscenze di altri<br />

settori; vi è una traslazione tecnologica naturale da un<br />

settore all’altro.<br />

In tutti questi anni di attività VITONOTODESIGN ha<br />

maturato esperienze in molteplici settori e queste sono<br />

costantemente messe a disposizione dei clienti della società,<br />

in diversi campi e per differenti oggetti e prodotti.<br />

Il designer come “inventore” e anticipatore di trend<br />

Come ogni buon inventore che si rispetti, anche il designer<br />

ha un ventaglio pieno di idee, sogni, anticipazioni,<br />

progetti pronti a partire, che comunicano il futuro. Le<br />

idee più avvenieristiche presentate dal designer restano<br />

di sua proprietà, disponibili a sviluppi futuri.<br />

Anche VITONOTODESIGN possiede un catalogo di idee<br />

per suscitare curiosità, futuristiche, interessanti da elaborare.<br />

Sono progetti pronti per essere sviluppati. Nello<br />

specifico riguardano ad esempio l’enologia, la cartoleria,<br />

le applicazioni di tecniche a fini ecologici riguardanti l’illuminazione,<br />

la domotica, ecc..<br />

Sono i casi in cui il designer completa l’idea, quando<br />

l’industria viene a bussare alla porta, il designer gestisce<br />

tutte le necessità per raggiungere l’obiettivo prefissato<br />

per portare l’industria al successo di cui si presuppone<br />

sia alla ricerca.<br />

Oggi è quasi esclusivamente il design ad assumersi la<br />

differenziazione dei prodotti, con il compito di comunicare<br />

al meglio con il gruppo di utenti a cui sono destinati.<br />

Tendenzialmente il design anticipa i trend, aiutando il<br />

consumatore ad immaginare il futuro e l’industriale a tastare<br />

il polso al mercato. Si tratta di un dialogo fra più<br />

parti che se ben ponderato porta risultati promettenti.<br />

Incorsatrice automatica<br />

Corporate Design Manual<br />

L’azienda VITONOTODESIGN oggi<br />

In questo periodo si occupa di vari progetti, in maggioranza<br />

per rivisitare attraverso l’applicazioni di tecniche innovative<br />

linee di prodotti coinvolgendone anche la rispettiva<br />

immagine con la riformulazione e stesura del manuale di<br />

corporate design.<br />

Tra i progetti in cantiere vi sono espositori, accessori da<br />

laboratorio, macchinari tessili, prodotti per la tavola, corpi<br />

d’illuminazione, prodotti grafici di comunicazione e per<br />

l’editoria ecc.. È apparsa su un DVD prodotto dalla SSR/<br />

SRG Idée Suisse nel 2006, trasmesso da molti canali TV<br />

e distribuito in tutto il mondo tramite le sedi consolari e<br />

Camere di commercio svizzere dove, con altri 25 designer,<br />

sono state presentate le attività delle azienda ed il<br />

settore nel quale VITONOTODESIGN opera.<br />

VITONOTODESIGN<br />

6965 Cadro TI<br />

Tel. +41 91 943 45 61<br />

Fax +41 91 943 45 21<br />

office@vitonotodesign.com<br />

www.vitonotodesign.com<br />

49


Vita dei Soci<br />

50 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

il centro di stUdi bancari<br />

diventa Una fondazione<br />

L’Associazione Bancaria <strong>Ti</strong>cinese (ABT),<br />

riunita il 16 febbraio scorso in assemblea<br />

generale straordinaria, ha deciso di dare<br />

una personalità giuridica autonoma al<br />

proprio Centro di Studi Bancari (CSB) di<br />

Lugano - Vezia. Con effetto retroattivo al 1°<br />

gennaio <strong>2009</strong> sarà creata una fondazione di<br />

pubblica utilità ai sensi degli articoli 80 e<br />

seguenti del Codice civile svizzero<br />

La costituenda entità avrà un Consiglio di fondazione<br />

composto da:<br />

• Claudio Generali, Presidente<br />

• Donato Barbuscia (Banca Stato)<br />

• Franco Citterio (Direttore ABT)<br />

• Paolo Cornaro (Cornèr Banca SA)<br />

• Giovanni Crameri (UBS SA)<br />

• Alfredo Gysi (BSI SA)<br />

• Bernard Keller (Julius Baer)<br />

• Robert Misrahi (Banca E. de Rothschild)<br />

• Brunello Perucchi (BPS Suisse SA)<br />

• Alberto Petruzzella (Credit Suisse SA)<br />

• Jacques Schrämli (Banca Arner SA).<br />

• Renato Solari (Credit Agricole Suisse SA)<br />

La direzione sarà affidata al prof. René Chopard.<br />

Con questa soluzione giuridica l’ABT intende dare una<br />

connotazione più moderna per quel che riguarda l’organizzazione<br />

interna, il rapporto con l’esterno e l’equilibrio<br />

finanziario.<br />

Nato nel 1990 su iniziativa dell'ABT per rispondere alle<br />

esigenze di formazione del sistema bancario ticinese,<br />

il CSB con il tempo ha ampliato le sue attività con il<br />

coinvolgimento del mondo fiduciario, delle assicurazioni<br />

e degli avvocati d'affari, così da contribuire alla crescita<br />

della piazza finanziaria ticinese in un'ottica di rete diventandone<br />

punto di riferimento regionale per la riflessione<br />

sulle sue strategie di sviluppo.<br />

Nel mondo formativo attuale, il CSB si distingue nel focalizzarsi<br />

sui bisogni delle professioni e dei suoi profili,<br />

proponendo soluzioni interdisciplinari a problematiche<br />

complesse. Le aree tematiche d'intervento sono banking,<br />

finanza, diritto bancario e finanziario, fiscalità finanziaria,<br />

management per istituti finanziari, assicurazioni private<br />

e sociali.<br />

Numerose consolidate collaborazioni con associazioni,<br />

istituti di formazione, università, ecc. (svizzere ed estere)<br />

permettono al CSB di offrire percorsi formativi che<br />

preparano alle più prestigiose certificazioni professionali<br />

riconosciute internazionalmente, che rappresentano la<br />

best practice dei rispettivi mestieri, a partecipanti svizzeri,<br />

in particolare ticinesi, ed esteri, soprattutto italiani.<br />

L'offerta modulare dei corsi consente inoltre ai discenti di<br />

costruirsi dei percorsi formativi originali che rispondono<br />

a esigenze particolari.<br />

Grazie a decine di percorsi, alle centinaia di moduli e alle<br />

migliaia di ore d'insegnamento proposti annualmente, il<br />

CSB risponde oggi a un largo ventaglio di esigenze che<br />

va dall'insegnamento di base a quello specialistico, dalle<br />

problematiche finanziarie a quelle giuridiche, dall'informazione<br />

spot alla formazione a lungo respiro.<br />

Associazione Bancaria <strong>Ti</strong>cinese (ABT)<br />

Villa Negroni<br />

6943 Vezia<br />

Tel. +41 91 9662109<br />

Fax +41 91 9660569<br />

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News della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Aprile <strong>2009</strong><br />

Fiscalità<br />

e attacco al<br />

segreto bancario<br />

cino Business<br />

usiness<br />

QUALE FUTURO PER LA SVIZZERA?<br />

Copertina: Edimen - Agenzia Pubblicitaria - Lugano


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Sommario<br />

<strong>Ti</strong>cino Business<br />

cino Business<br />

News della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Aprile <strong>2009</strong><br />

Aprile <strong>2009</strong><br />

Strong opinion 4 Fuori dal coro<br />

Editoriale 6 Tra sfide globali e globalisti<br />

Contromano 7 La sinistra vuole tassare i parcheggi gratuiti<br />

Il Tema 8 Paradisi fiscali e attacco al segreto bancario<br />

Ospite 9 Il segreto bancario non verrà messo in discussione<br />

10 Tra status quo e abolizione del segreto bancario esiste una via di mezzo<br />

12 Quel che resta del segreto bancario<br />

Biblioteca liberale 15 Il falso mito del New Deal<br />

Agenda 16 Agenda <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Diritto 17 Architetti, concessionari, lavoratori…: alcune novità dai tribunali<br />

Attualità 18 Lavoriamo insieme a favore della piazza economica svizzera e ticinese<br />

Attualità 19 Quel farabutto di un libero mercato!<br />

Attualità 20 Passaporto biometrico necessario<br />

Attualità 21 Master of Advanced Studies (SUPSI) in Tax Law<br />

Eventi 22 Medio Oriente: riassunto 1° incontro<br />

Eventi 23 Medio Oriente: riassunto 2° incontro<br />

Eventi 25 Come fare business in Medio Oriente?<br />

Formazione 26 La formazione <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> 29 Cerca lavoro<br />

Osec 30 Commercio estero<br />

Commercio estero 34 Difficoltà nel commercio e nei rapporti con la Libia<br />

Fiere internazionali 35 I prossimi appuntamenti<br />

Vita dei Soci 36 Giannini Graniti SA<br />

Vita dei Soci 37 a·pennello Sagl<br />

Vita dei Soci 38 Migros <strong>Ti</strong>cino<br />

Vita dei Soci 39 hotelleriesuisse <strong>Ti</strong>cino<br />

Vita dei Soci 40 Mic Mac Promotion Sagl<br />

Vita dei Soci 42 Doctor English Professional Language Services & Consulting Sagl<br />

Vita dei Soci 44 Ristorante San Bernardo<br />

Vita dei Soci 46 Great Place To Work® Institute Switzerland<br />

Vita dei Soci 48 MaffeisNetwork SA<br />

Vita dei Soci 50 Aquanostra<br />

Fiscalità<br />

e attacco al<br />

segreto bancario<br />

<strong>Ti</strong>cino Business<br />

o Business<br />

37 9 10 44<br />

QUALE FUTURO PER LA SVIZZERA?<br />

Aprile <strong>2009</strong><br />

Copertina: Edimen - Agenzia Pubblicitaria - Lugano<br />

I m p r e s s u m<br />

Editore:<br />

Camera di commercio, dell’industria,<br />

dell’artigianato e dei servizi<br />

del Cantone <strong>Ti</strong>cino, Lugano<br />

Redattrice responsabile:<br />

Lisa Pantini<br />

Comitato redazionale:<br />

Franco Ambrosetti, Luca Albertoni,<br />

Rinaldo Gobbi, Lisa Pantini, Arianna<br />

Crivelli, Simona Morosini Marconi e<br />

Marco Passalia<br />

Redazione:<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 11<br />

Fax +41 91 911 51 12<br />

pantini@cci.ch www.cciati.ch<br />

Pubblicità:<br />

Pubblicità Sacchi, C.P. 558<br />

6928 Manno<br />

Tel. +41 91 600 20 70<br />

info@pubblicitasacchi.ch<br />

www.pubblicitasacchi.ch<br />

48<br />

38<br />

Stampa:<br />

TBS, La Buona Stampa sa<br />

via Fola 11, Pregassona (Lugano)<br />

Diffusione:<br />

<strong>Ti</strong>ratura 2’500 copie<br />

Abbonamento gratuito per i soci <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Abbonamento supplementare:<br />

- CHF 50.- annuo<br />

- per i non soci<br />

CHF 70.- annuo (+ IVA)<br />

12


Strong Opinion<br />

di Franco Ambrosetti, Presidente della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

4 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Fuori dAl coro<br />

John Kenneth Galbraith diceva che l’unica utilità della<br />

previsione economica è quella di far apparire l’astrologia<br />

una materia degna di rispetto.<br />

A confrontare i dati delle previsioni economiche dell’ultimo<br />

decennio alla realtà, c’è poco da stare allegri. Nessuna<br />

delle varie crisi economiche succedutesi (Russia,<br />

dot-com, Asia, ecc.) sono state previste. D’altronde<br />

predire il futuro non è mai stato facile, e se lo fosse,<br />

gli economisti navigherebbero nell’oro. In realtà il problema<br />

non sta tanto nel prevedere il “cosa” succederà<br />

ma piuttosto il “quando”.<br />

Nell’87, nessuno predisse il venerdì nero, molti, però<br />

andavano ripetendo che tempo che la borsa era sopravvalutata<br />

e prima o poi, ci sarebbe stato il tonfo. Prima o<br />

poi, appunto. L’incertezza ha dominato anche per tutte<br />

le bolle che si sono succedute, compresa quest’ultima,<br />

la mega bolla immobiliare. Con le previsioni sulla crescita<br />

del PIL e altre grandezze economiche non siamo<br />

messi meglio. Gli adattamenti trimestrali in su o in giù<br />

di questi dati sono la norma per cui concordo con Galbraith,<br />

non abbiamo la palla di cristallo, le simulazioni<br />

informatiche servono a chi le fa e poco più.<br />

Purtroppo viviamo in un mondo in cui creare stati di<br />

paura è ormai un meccanismo molto diffuso, utile per<br />

tanti scopi, anche i più scontati, come stampare più<br />

giornali o fare più audience. Se vendere sogni può essere<br />

rischioso (come dimostra il caso Vanna Marchi), vendere<br />

scenari apocalittici è invece redditizio: se sbagli nessuno<br />

ti persegue e se indovini, divieni un profeta.<br />

A fine 1999 sembrava che il mondo si sarebbe fermato.<br />

“Millennium bug” lo chiamarono, il mostro che avrebbe<br />

messo in crisi il mondo dell’Information Technology. Ma<br />

nessuno l’ha visto. Anche la pandemia dell’aviaria che<br />

secondo celebri esperti avrebbe potuto causare milioni<br />

di morti non si è vista. E poi, la mucca pazza, quando<br />

ancora oggi non c’è nessuna prova che il morbo di<br />

Creutzfeldt-Jacob si trasmetta dall’animale all’uomo.<br />

Tralascio l’eco terrorismo che prevede mari che debordano<br />

(però, finalmente la Svizzera avrebbe il mare…!),<br />

catastrofi immani, calotte polari che si sciolgono come<br />

gelati sotto il sole d’agosto, buchi dell’ozono, oggi un po’<br />

meno “in”, e chi più ne ha, più ne metta. A ciò si aggiunge<br />

che, tanto per rassicurarci, gli stati sono divenuti<br />

paternalistici e protettivi oltre il dovuto, fumare uccide,<br />

bere pure, per mangiare sano bisogna far corsi accelerati<br />

all’università, la prevenzione in medicina ci può dire<br />

che fra 20 anni avremo l’Alzheimer e fra due il tumore<br />

alla prostata, i pomodori oggi fanno bene, domani fanno<br />

male, la pasta ingrassa secondo i dietologi americani<br />

che però non riescono a debellare l’obesità. L’uomo inquina,<br />

non rispetta la natura, le mucche nemmeno, la<br />

corrente del Golfo rallenta, il tutto in un contesto globale<br />

di un apocalittico crollo del capitalismo, che nemmeno<br />

Nostradamus avrebbe previsto. Mi rendo conto di essere<br />

una voce fuori dal coro ma mi chiedo: siamo proprio<br />

sicuri che questa sia la Verità?<br />

Torniamo all’economia: un anno fa si parlava ovunque<br />

dell’imminente pericolo di iperinflazione. Mentre i prezzi<br />

già scendevano, si è continuato. Ora il problema è la<br />

deflazione cui seguirà una depressione. Davvero?<br />

Mi riferisco alla Svizzera, sapendo ovviamente che<br />

siamo interconnessi con il resto del mondo. Non tutti<br />

i paesi subiscono il cataclisma finanziario nello stesso<br />

modo. Alcuni, come USA, Spagna, Inghilterra per<br />

esempio stanno peggio di noi. Il Seco prevede una diminuzione<br />

del PIL nel <strong>2009</strong> pari al 2%, per UBS il<br />

calo sarà dell’1.2%. Detto in termini positivi significa<br />

che alla peggio, il 98% del PIL sarà realizzato. È un<br />

problema, certo. Ma non una catastrofe. La disoccupazione<br />

aumenterà. Tuttavia è per questo che abbiamo<br />

creato reti sociali in grado di sostenere i lavoratori che<br />

perdono il posto. In questo momento ci troviamo all’inizio<br />

di una recessione, fenomeno conosciuto e vissuto in<br />

passato molte volte. È ancora tutto da dimostrare che<br />

questa situazione si trasformi in una depressione tipo<br />

anni ’30. La particolarità di questa crisi economica è<br />

che ha colpito al cuore il mondo finanziario. Il sistema<br />

bancario è andato vieppiù staccandosi dall’economia reale<br />

nell’ultimo decennio. Da servizio indispensabile per<br />

chi produce, si è involato nella stratosfera alimentando<br />

soprattutto se stesso per poi schiantarsi rovinosamente<br />

e sfasciarsi. Mentre ciò avveniva, noi operatori economici<br />

si continuava a produrre beni e servizi. Gli interventi<br />

massicci dei governi in salvataggio del sistema erano<br />

un atto dovuto senza il quale, ci saremmo trovati tutti<br />

quanti rovinati. La fine inevitabile dell’euforia finanziaria,<br />

ha fatto male a molti; e soprattutto a chi l’ha causata.<br />

C’è chi teme che le banche possano fallire. L’azione<br />

di Citigroup per esempio vale meno di $2, un anno e<br />

mezzo fa valeva $50. Ma la banca non è fallita. Che<br />

falliscano o meno, dipende dai prezzi delle attività che<br />

hanno in bilancio. Se il prezzo è zero, allora sono tutte<br />

fallite. Se il prezzo fosse appena assennato, nessuna<br />

lo è. Guardando fuori dalla finestra di qualsiasi ufficio<br />

ovunque nel mondo, non vediamo distruzione, sfacelo e<br />

devastazione. Non siamo come Hiroshima dopo la bomba<br />

atomica, le case sono lì, le fabbriche pure, la forza<br />

lavoro è intatta, le conoscenze e l’esperienza così come<br />

le risorse naturali ci sono come prima. Gli immobili in<br />

USA varranno anche il 35% di meno, ma non si sono<br />

volatilizzati, un valore lo debbono avere. Aggiungo che<br />

per settori che vanno malissimo, come l’automobilistico,<br />

ce ne sono molti che fanno profitto come gli alimentari,<br />

la farmaceutica, la cosmetica, ecc.. Insomma, la crisi<br />

c’è, ma non per l’economia tutta, e nessuno è in grado<br />

di prevederne la durata dando via libera alle cassandre.<br />

Spariranno i più deboli, le aziende obsolete, quelle che<br />

hanno esagerato con la sovrapproduzione e trascurato<br />

l’innovazione. Gli altri come sempre se la caveranno. Io<br />

penso, lasciatemelo dire, che questa più che una crisi<br />

economica, sia una crisi di FIDUCIA. Qui sta il nocciolo<br />

del problema, qui deve intervenire la politica. Per ridare<br />

fiducia a chi l’ha persa, le banche e la finanza privata.<br />

Fa specie aiutare chi ci ha messo così brutalmente nella<br />

melma, ma se non vogliamo affogare non abbiamo scelta.<br />

Ridare fiducia alle banche vuol dire ridare ossigeno<br />

all’economia reale.<br />

Svariate sono le misure scelte dai Governi, alcune migliori<br />

di altre. A noi piace la concessione di garanzie: un<br />

governo che garantisca le attività collegate al mercato<br />

immobiliare (per esempio) impegnandosi a comprarle<br />

a un prezzo prefissato superiore al prezzo di mercato<br />

farebbe scattare una rivalutazione dei valori e della ricchezza<br />

sia delle banche che delle famiglie. Anche la<br />

bad bank adottata per il salvataggio di UBS, che va<br />

un po’ in questa direzione, è una via perseguibile. Non<br />

ci piace invece, la statalizzazione delle banche perché<br />

punisce gli azionisti che di fatto vengono espropriati e<br />

costa un’enormità ai contribuenti. Non sorprende quindi<br />

che le borse, a queste notizie, reagiscano negativamente<br />

alimentando la spirale negativa.<br />

Concludendo, il consiglio è di diffidare da falsi profeti,<br />

dai dogmatici, e i deterministi, più in generale da tutti<br />

coloro che credono di possedere la Verità. Popper diceva<br />

che il mondo esiste nonostante l’uomo. Anche l’economia<br />

esiste nonostante i nichilisti delle previsioni.


Editoriale<br />

di Luca Albertoni, Direttore della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

6 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

TrA sFide globAli e globAlis<strong>Ti</strong><br />

Le inquietudini, il nervosismo ed il susseguirsi di<br />

notizie dai toni drammatici ma anche contradditori<br />

impediscono di imbastire discorsi seri ed approfonditi<br />

che abbiano una durata di vita superiore a<br />

qualche giorno. Anche il nostro <strong>Ti</strong>cino Business<br />

è evidentemente confrontato a questa difficoltà<br />

e la decina di giorni che separa il momento della<br />

chiusura redazionale da quello della pubblicazione<br />

rappresenta ormai un’incognita considerevole.<br />

Il pericolo di uscire con informazioni superate dagli<br />

eventi è elevatissimo. Ciononostante abbiamo<br />

deciso di rischiare, affrontando la delicata questione<br />

degli attacchi rivolti alla Svizzera sui temi<br />

della fiscalità e del segreto bancario. Autorevoli<br />

pareri di importanti esponenti del mondo politico,<br />

finanziario ed accademico offrono spunti di riflessione<br />

di carattere generale sulla situazione della<br />

Svizzera e del <strong>Ti</strong>cino nel contesto internazionale.<br />

Si tratta del nostro piccolo contributo per cercare<br />

di riordinare un po’ le idee e ribadire alcuni concetti<br />

fondamentali, purtroppo negletti nel regnante<br />

clima di confusione alimentato da tuttologi che<br />

raramente parlano con cognizione di causa.<br />

Nella nostra realtà cantonale, ha ovviamente fatto<br />

e farà ancora discutere la serie di proposte presentate<br />

dal Consiglio di Stato per cercare di attutire<br />

gli effetti della bufera generale che incombe<br />

minacciosa anche sul <strong>Ti</strong>cino. Sulla condivisibilità<br />

della manovra la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> si è già espressa e non è il<br />

caso di dilungarsi ulteriormente. Merita però qualche<br />

considerazione la misura che, guarda caso, è<br />

la più (se non la sola) contestata, cioè l’abbassamento<br />

di mezzo punto dell’imposizione dell’utile<br />

aziendale. L’efficacia concreta di tale misura dovrà<br />

ovviamente essere dimostrata dai fatti, ma si<br />

può comunque considerarla come un buon segnale,<br />

benché minimo. Perché? La risposta è banale.<br />

In un contesto politico pericolosamente votato ad<br />

aumenti di tasse ed imposte a tutto campo, è già<br />

un indubbio successo aver evitato un massiccio<br />

inasprimento del prelievo fiscale, anche se resta<br />

la spina dolorosa degli aumenti previsti nel Preventivo<br />

del Cantone per il <strong>2009</strong>. Una riduzione<br />

dell’aliquota e l’introduzione di alcuni sgravi fiscali<br />

mirati rappresentano quindi conquiste che, nel<br />

contesto attuale, hanno purtroppo del miracoloso.<br />

Si sarebbe potuto ottenere di più? Non credo, perché<br />

la scarsa sensibilità generale verso il mondo<br />

imprenditoriale non permette maggiore creatività<br />

o spinte innovative particolarmente clamorose.<br />

Chi è insorto contro la proposta di limare di mezzo<br />

punto l’imposizione dell’utile delle imprese si è<br />

ovviamente scandalizzato per l’esagerata generosità<br />

nei confronti delle aziende, considerate solo<br />

macchine per fare soldi inutili per l'interesse<br />

generale. Come al solito si dimentica che senza<br />

le imprese (soprattutto quelle sane) è piuttosto<br />

difficile avere posti di lavoro. Inoltre, l’argomento<br />

secondo cui non andrebbero favorite le aziende<br />

che realizzano utili non è corretto e condizionato<br />

da un’ideologia troppo legata all’equazione utile<br />

= peccato. Limitarsi ad aiutare aziende che se la<br />

passano molto male pone infatti due problemi.<br />

Da una parte si rischia di voler salvare ad ogni<br />

costo imprese che sono destinate a scomparire,<br />

a causa dei normali cicli economici che portano<br />

ad una naturale scomparsa di talune strutture.<br />

Dall’altra parte è giusto sottolineare che vi sono<br />

già i cosiddetti “ammortizzatori” strutturali che<br />

vanno in aiuto ad aziende in serie difficoltà. Basti<br />

pensare allo strumento del lavoro ridotto. Ignorare<br />

invece chi riesce, tra mille difficoltà, a produrre<br />

comunque utili, sarebbe un gesto autolesionista<br />

di rara gravità, perché non terrebbe in alcuna<br />

considerazione l’importante effetto di traino che<br />

aziende dinamiche e redditizie possono avere<br />

per tutta l’economia. Chi finge di non saperlo è<br />

vittima del pensiero secondo cui l’utile aziendale<br />

serve all’arricchimento personale degli imprenditori,<br />

quando invece la stragrande maggioranza di<br />

questi utili è reinvestito nelle ditte per farle crescere,<br />

per resistere alla concorrenza nazionale ed<br />

internazionale e quindi per creare e mantenere<br />

posti di lavoro. Di per sé è un’ovvietà, ma troppi<br />

sembrano dimenticarlo. Soprattutto coloro che<br />

avevano finto di avere improvvisamente scoperto<br />

l’importanza del mondo imprenditoriale, ma che<br />

hanno subito gettato la maschera non appena<br />

hanno dovuto confrontarsi a misure di sostegno<br />

per le aziende. Ennesima conferma che occorre<br />

diffidare della presenza di troppi medici al capezzale<br />

del malato (o presunto tale), perché si sconfina<br />

facilmente nell’accanimento terapeutico che<br />

porta inevitabilmente a diagnosi e prescrizioni di<br />

medicamenti sbagliate.<br />

Un altro tema fiscale ci occuperà nei prossimi mesi.<br />

Quello della difesa dello statuto dei cosiddetti<br />

“globalisti”, ovvero delle persone che godono di<br />

un’imposizione speciale, che prevede un forfait<br />

fiscale calcolato sul dispendio. Dopo la decisione<br />

del Canton Zurigo di abolire questo statuto, vi è<br />

stata una raffica di iniziative in vari Cantoni per<br />

cercare di seguire la stessa via. Evidentemente<br />

il tutto in nome di una presunta giustizia fiscale.<br />

Peccato che i paladini di questa nobile causa<br />

ignorino che la tassazione calcolata sul dispendio<br />

di una persona fisica non è uno sfacciato privilegio,<br />

ma costituisce una forma di imposizione<br />

particolare, che tiene conto di numerosi fattori e<br />

e anche di quanto queste persone (di regola straniere)<br />

versano già all’erario di altri Paesi. Magari<br />

un ripassino su come funziona il sistema potrebbe<br />

essere utile. Consiglio la lettura dell’articolo<br />

“L’imposition après la dépense”, a cura di Fabien<br />

Nanchen et Sibilla Cretti, pubblicato nel quotidiano<br />

romando “Le Temps” del 18 marzo <strong>2009</strong>. Si<br />

può sempre imparare qualcosa, prima di buttare<br />

nella pattumiera svariate decine di milioni versati<br />

da persone che “costano” poco alla Svizzera e<br />

al <strong>Ti</strong>cino in termini di utilizzo dei servizi, delle<br />

strutture, ecc..


Contromano<br />

di Alessio del Grande<br />

lA sinisTrA vuole TAssAre<br />

i pArcheggi grATui<strong>Ti</strong><br />

La sinistra tassaiola ci aveva già provato con una<br />

mozione nel 2005, “Misure per contenere il traffico<br />

privato generato dai centri commerciali”, con<br />

cui chiedeva di rendere obbligatorio il pagamento<br />

dei posteggi nei centri commerciali. Quattro anni<br />

dopo, nel febbraio scorso, ha riproposto in termini<br />

ancora più “tassativi” la stessa mozione, dopo che<br />

Silvio Tarchini aveva minacciato di trasferire altrove il<br />

Fox Town, qualora il Comune di Mendrisio gli avesse<br />

imposto di far pagare il parcheggio ai clienti dell’outlet.<br />

Considerata la media del tempo, 3-4 ore, che i<br />

clienti passano al Fox Town, parcheggiare costerebbe<br />

10 franchi circa. Tarchini aveva giustamente fatto<br />

notare quanto disincentivante possa essere un simile<br />

balzello per un grande snodo commerciale che oggi<br />

mette a disposizione 1’200 posteggi gratuiti.<br />

Se Tarchini ha già dimostrato coi fatti di essere un<br />

imprenditore deciso che sa fare bene i suoi conti,<br />

altrettanto accorto dovrebbe essere il Municipio di<br />

Mendrisio nel valutare cosa perderebbero le casse<br />

comunali se l’outlet dovesse essere trasferito, magari<br />

più a Sud. A Como, ad esempio, dove, detto<br />

per inciso, tutti i grandi centri commerciali, aperti<br />

proprio a ridosso del confine anche per attirare la<br />

clientela ticinese, offrono posteggi gratuiti. Proprio<br />

quando il commercio di frontiera aveva conosciuto<br />

una discreta ripresa, grazie al cambio più vantaggioso<br />

ed ad una politica dei prezzi più concorrenziale,<br />

si rischia di compromettere tutto con la strategia<br />

dissuasiva dei parcheggi a pagamento. Ancora una<br />

volta il <strong>Ti</strong>cino ha dimostrato la sua spiccata vocazione<br />

nel voler farsi del male da solo.<br />

La sortita di Mendrisio ha messo in allarme i Comuni<br />

che ospitano centri commerciali e la grande<br />

distribuzione. Il Cantone, difatti, sta lavorando alla<br />

revisione della Lapt, la legge di applicazione delle<br />

norme federali sulla pianificazione del territorio che,<br />

tra le altre cose, dovrebbe prevedere il pagamento<br />

del posteggio per edifici o impianti che nei giorni<br />

di apertura generano un traffico superiore ai mille<br />

movimenti quotidiani o che hanno una superficie<br />

da 1’500 metri quadrati in su. Principio, questo,<br />

ancorato in una scheda del Piano direttore cantonale<br />

sui cosiddetti “grandi generatori di traffico”.<br />

Detto in altre parole, i centri commerciali di: Pian<br />

Scairolo, San Martino, Bisio-Serfontana, Cornaredo,<br />

Castione, Piano di Magadino, Ascona-Losone e di<br />

Riazzino. Dunque, ci sarebbero già i presupposti<br />

legali per questa nuova tassa sui posteggi. Tassa<br />

che secondo i calcoli della Disti, l’Associazione dei<br />

grandi distributori, costerebbe ad ogni famiglia 210<br />

franchi all’anno in parcheggi. Si potrebbe obiettare:<br />

invece dell’auto si usino i mezzi pubblici per andare<br />

a fare la spesa. Ma a parte il fatto che i biglietti dei<br />

mezzi pubblici costano eccome, ve la immaginate<br />

una famiglia di Lugano o di Locarno che va a fare<br />

acquisti sul Pian Scairolo o sul Piano di Magadino<br />

e che carica di buste deve ritornare a casa in bus e<br />

deve, magari, anche cambiare due o tre bus prima<br />

di arrivare a domicilio?<br />

La sinistra tassaiola, socialisti e verdi, e i pianificatori<br />

cantonali sostengono che con i soldi dei posteggi<br />

si finanzierebbe il potenziamento dei trasporti pubblici.<br />

Ebbene, da tempo i commercianti di Grancia<br />

versano all’ente pubblico 200'000 franchi annui in<br />

contributi di miglioramento, ma la rete dei mezzi<br />

pubblici della zona non è migliorata al punto di alleggerire,<br />

quantomeno parzialmente, il traffico stradale.<br />

Il problema è proprio questo: per sua natura<br />

nessuna rete di trasporti pubblici urbana o regionale<br />

può essere tanto elastica da adattarsi a tempi, modalità,<br />

comodità e necessità della mobilità odierna.<br />

Non ci sarà mai un bus che ti porta sotto casa con<br />

le borse della spesa. Per cui, introdotta la tassa sui<br />

posteggi, ci sarà chi potrà permettersi di arrivare<br />

comodamente in auto, pagare cinque o dieci franchi<br />

di parcheggio e ripartire altrettanto comodamente,<br />

e chi, invece, non potendo permetterselo, sarà costretto<br />

a caricarsi le sporte in spalla come un asino<br />

e viaggiare in bus, imprecando per l’attesa e per<br />

gli inevitabili disagi. È questa la vera disparità di<br />

trattamento e non quella denunciata nell’ultima mozione<br />

dalla sinistra tassaiola che vorrebbe imporre<br />

una tariffa di posteggio di almeno 2 franchi all’ora<br />

(applicata sin dal primo minuto) per correggere, si<br />

sottolinea, “due fonti di disuguaglianza fra utenti del<br />

trasporto pubblico e utenti del trasporto privato; fra<br />

Comuni che hanno una visione più sostenibile della<br />

mobilità e quelli che non ce l’hanno”.<br />

7


Il tema<br />

di Alessio Del Grande<br />

8 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

pArAdisi FiscAli<br />

e ATTAcco Al segreTo bAncArio<br />

Gli Stati Uniti da una parte, l’Unione Europea dall’altra: il<br />

segreto bancario è nella morsa di un attacco senza precedenti,<br />

che ha trovato pure i suoi cavalli di Troia nelle disavventure<br />

americane di UBS e nelle posizioni della sinistra<br />

svizzera da sempre in piena sintonia con i presunti diritti di<br />

un fisco sovranazionale a cui dovrebbero piegarsi tutti gli<br />

ordinamenti nazionali.<br />

In queste settimane la pressione internazionale per iscrivere<br />

la Confederazione nella black list dei “paradisi fiscali”, per<br />

quanto la stessa OCSE non la consideri tale, era aumentata<br />

di giorno in giorno. Prevale nel Paese una sindrome d’accerchiamento,<br />

appesantita anche dalla lentezza con cui il<br />

Consiglio federale ha reagito all’attuale crisi, accentuando<br />

con ciò un generale sentimento di debolezza politica.<br />

Se sul fronte americano la partita è ancora del tutto aperta<br />

– a dipendenza dell’evolversi del contenzioso di UBS con<br />

le autorità fiscali e giudiziarie USA –, su quello europeo, il<br />

segreto bancario è attualmente protetto da tre convenzioni<br />

con Bruxelles. Accordi che in cambio del riconoscimento<br />

del segreto bancario, prevedono assistenza amministrativa<br />

e giudiziaria in caso di frode fiscale o reati analoghi, e il prelevamento<br />

di un’imposta, sui depositi dei cittadini europei<br />

in Svizzera, che viene riversata ai Paesi dell’UE. Nel 2007,<br />

grazie alla sola trattenuta sui redditi dei capitali a risparmio,<br />

la Confederazione ha versato agli Stati dell’UE poco meno di<br />

mezzo miliardo di franchi. Anche con gli USA c’è in vigore<br />

un’intesa per cui i contribuenti americani che hanno un<br />

conto in Svizzera pagano un’imposta alla fonte del 30%.<br />

Basteranno ancora questi accordi a difendere il segreto bancario?<br />

Servirà davvero a qualcosa blindarlo ancorandolo alla<br />

Costituzione? Gli esiti di questo scontro dipenderanno in<br />

larga misura da molteplici fattori: dalla strategia del Governo<br />

federale; dalla forza contrattuale che riuscirà a far pesare<br />

sia verso gli USA che nelle trattative con Bruxelles; dalla<br />

compattezza della classe politica nel sostenere le ragioni<br />

del segreto bancario; dalla correttezza con cui gli attori della<br />

piazza finanziaria eviteranno abusi e deviazioni delle leggi<br />

internazionali e delle convenzioni sottoscritte con gli altri<br />

Paesi.<br />

Certo è che dopo gli attacchi dei mesi scorsi, di Francia,<br />

Germania e Inghilterra, e soprattutto dopo le vicende americane,<br />

si accentuerà ancora di più la pressione contro il<br />

segreto bancario. Tutti gli Stati stanno spendendo somme<br />

ingenti contro la crisi, per sostenere banche e industrie<br />

sull’orlo del crac. Deficit e debito pubblico aumentano esponenzialmente,<br />

per cui i Governi hanno bisogno di nuove<br />

risorse, di nuovi capitali. Dove trovarli? In una fase recessiva<br />

come quella attuale, i cui esiti sono ancora tutti da vedere,<br />

è impossibile solo pensare che si possano trovare queste<br />

risorse accentuando la pressione fiscale sui cittadini e sulle<br />

imprese. Sono tutti consapevoli che ciò aggraverebbe l’impatto<br />

della recessione. Quindi, per reperire nuovi capitali,<br />

che non siano quelli delle obbligazioni di Stato che prima o<br />

poi bisognerebbe comunque restituire con gli interessi, non<br />

resta che una sola strada: la caccia ai grandi evasori fiscali<br />

o presunti tali. A livello mondiale l’ammontare di questa evasione<br />

viene stimata tra 5’000 e gli 8’000 miliardi di dollari.<br />

Capitali che oggi fanno gola al fisco di ogni Stato. Non è difficile<br />

prevedere, quindi, un inasprimento della battaglia per<br />

recuperare questi soldi, di conseguenza ulteriori attacchi al<br />

segreto bancario svizzero. Indicativi in tal senso sono stati<br />

già nei mesi scorsi, dunque prima ancora che scoppiasse<br />

il caso UBS, le bordate del ministro tedesco delle Finanze<br />

Steinbrück, a cui recentemente si sono affiancati il ministro<br />

britannico Alistar Darling, secondo cui il segreto bancario<br />

svizzero “è intollerabile poiché protegge l’evasione fiscale”,<br />

e il Presidente francese Sarkozy.<br />

Molto probabilmente per disarmare il fronte europeo basterebbe<br />

l’introduzione di una trattenuta anche sui redditi<br />

dei capitali (dei cittadini europei) da riversare ai loro Stati,<br />

ricalcando il modello dell’attuale tassazione sul risparmio.<br />

Ma questa offensiva concentrica contro la Svizzera ha anche<br />

il sapore amaro delle menzogne di Stato quando si tenta<br />

si spacciarla davanti all’opinione pubblica mondiale come<br />

un paradiso fiscale. Va ricordato che su 31 paradisi fiscali,<br />

elencati dall’OCSE, ben 9 si trovano sul territorio del Regno<br />

Unito, altri 14 in ex colonie dell’impero britannico. Gibilterra,<br />

da quando ha adottato la giurisdizione britannica è diventata,<br />

secondo la magistratura spagnola, la roccaforte del<br />

riciclaggio della mafia russa. L’Inghilterra è, perciò, il Paese<br />

meno legittimato a sbraitare contro il segreto bancario svizzero.<br />

Nemmeno gli stessi Stati Uniti hanno le carte in regola<br />

per dare lezioni a chicchessia. Difatti, molte delle banche<br />

americane che in questi ultimi tempi hanno beneficiato dei<br />

generosi aiuti del Tesoro, come Goldman Sachs, Citigroup e<br />

Morgan Stanley hanno sedi nelle Cayman, paradiso fiscale<br />

per eccellenza, dove sono attive con centinaia di sportelli.<br />

Inoltre, il Governo americano ha autorizzato pure le grandi<br />

società di export a domiciliarsi nelle sedi delle filiali aperte<br />

nelle Barbados o nelle Isole Vergini, sottraendole così alle<br />

normative fiscali internazionali.<br />

Di fronte a queste verità, per un Paese come la Svizzera,<br />

dove storicamente è un valore di civiltà condiviso il fatto che<br />

sia il cittadino a dichiarare al fisco la sua ricchezza e non sia<br />

il fisco, invece, a controllare i suoi conti in banca, cedere sul<br />

segreto bancario non comporterebbe solo un grave danno<br />

per la piazza finanziaria, ma significherebbe anche rinunciare<br />

ad un fondamentale principio di libertà.


Ospite<br />

Intervista con l’Avv. Fulvio Pelli, Presidente del Partito liberale radicale svizzero e Consigliere nazionale, di Lisa Pantini<br />

il segreTo bAncArio non verrà messo<br />

in discussione, l’AuTonomiA dellA<br />

svizzerA dev’essere rispeTTATA<br />

Come interpretare gli attacchi, le sollecitazioni e le pressioni da<br />

parte di Stati Uniti e Unione Europea alla Svizzera sul segreto<br />

bancario e sulla fiscalità? Si tratta veramente di una guerra economica,<br />

come sostenuto, ad esempio, dalla Finma? Quali strategie<br />

può adottare il Governo federale per superare questa situazione?<br />

“Fra Svizzera ed Unione Europea, così come fra Svizzera e Stati<br />

Uniti, esistono relazioni contrattuali molto precise in materia<br />

di scambio di informazioni a scopo d’inchiesta: essi prevedono<br />

che tale scambio avvenga pure per violazioni di leggi fiscali,<br />

ma solo se di una certa gravità. Con l’UE abbiamo concordato<br />

anche il prelievo di una ritenuta alla fonte. Né gli Stati Uniti, né<br />

l’UE hanno disdetto tali accordi, che la Svizzera ha sempre rispettato.<br />

Essi rimangono quindi vincolanti per le parti, malgrado<br />

l’aumento dei livelli di aggressività che alcuni Paesi manifestano<br />

nei confronti del nostro. Vista l’assenza di disdette e di violazioni<br />

degli accordi, per potere agire nei nostri confronti, dando seguito<br />

alle minacce che ci sono state rivolte ed in particolare a quella di<br />

mettere il nostro Paese su di una lista nera, quei Paesi devono<br />

trovare una giustificazione plausibile. Francia e Germania hanno<br />

a tale scopo lanciato a fine febbraio un appello che vuole fare<br />

fissare lo standard minimo del contenuto degli accordi di doppia<br />

imposizione dei Paesi del G20 con altri Paesi, quindi anche con<br />

la Svizzera, al cosiddetto standard dell’OCSE. Tale regola, non<br />

vincolante per i Paesi dell’OCSE medesima (quindi anche per la<br />

Svizzera) prevede che l’assistenza amministrativa debba essere<br />

concessa anche nei casi meno gravi di violazione delle leggi<br />

fiscali, quelle che la Svizzera definisce “sottrazioni”. L’appello<br />

chiede ai servizi dell’OCSE di preparare una lista (nera) dei paesi<br />

che non rispettano lo standard citato e agli altri paesi del G20 di<br />

disdire gli accordi di doppia imposizione sottoscritti con quegli<br />

Stati. Il Consiglio federale ha ad inizio marzo annunciato la sua<br />

disponibilità a ridiscutere le prassi di collaborazione, ma nel<br />

contempo confermato che il segreto bancario non verrà rimesso<br />

in discussione e che la nostra autonomia in materia deve essere<br />

rispettata. Ha anche incaricato un gruppo di esperti di approfondire<br />

le varie opzioni possibili per migliorare la collaborazione<br />

con gli altri Paesi nel campo della lotta all’evasione fiscale, sia<br />

perfezionando i criteri dell’assistenza amministrativa che il sistema<br />

di prelievo alla fonte. Questa strategia mi sembra corretta<br />

e credo che sarebbe nell’interesse di tutti, compresi in Paesi<br />

dimostratisi più aggressivi, iniziare delle trattative, piuttosto che<br />

formulare minacce”.<br />

È possibile un aggiornamento del segreto bancario che preveda<br />

maggiori “concessioni”? Che cosa significa e in che misura andrebbero<br />

adottate queste agevolazioni?<br />

“Il PLR ha annunciato a fine febbraio la sua ferma volontà di<br />

ribadirne la legittimità. Esso è espressione di una concezione<br />

del rapporto fra Stato e cittadino che riserva a quest’ultimo<br />

una sfera d’azione privata, anche in campo economico. Non è<br />

in alcun modo pensabile, per il PLR, che in Svizzera le banche<br />

possano direttamente trasmettere all’autorità fiscale dati<br />

riguardanti i loro clienti. E se ciò non vale per il fisco svizzero,<br />

non può di certo avere per quello straniero. Il PLR è però favorevole<br />

ad un miglioramento dell’imposizione alla fonte dei<br />

redditi dei cittadini stranieri che hanno depositato patrimoni<br />

nel nostro Paese. In questo campo la Svizzera può fare delle<br />

concessioni, ma deve anche pretendere dei cambiamenti, poiché<br />

la cosiddetta euro ritenuta oggi tassa redditi di cittadini<br />

stranieri in modo più pesante di quanto lo fanno gli Stati d’origine.<br />

Una trattativa potrebbe dunque portare ad una ridefinizione<br />

del prelievo alla fonte, nell’interesse di tutti”.<br />

Secondo lei ha un senso la richiesta della Lega dei <strong>Ti</strong>cinesi<br />

di ancorare il segreto bancario nella Costituzione svizzera? Il<br />

segreto bancario ne uscirebbe rafforzato o non vi è il rischio<br />

di creare un’ulteriore provocazione dagli effetti concreti molto<br />

limitati?<br />

“Questa proposta è già stata formulata nel passato dall’UDC a<br />

livello nazionale. Il segreto bancario in Svizzera è regolato nella<br />

Legge bancaria, dal Codice penale e indirettamente anche per<br />

il tramite di accordi internazionali. La sua base legale è quindi<br />

già molto chiara. Un'eventuale sua modifica sarebbe senza<br />

alcun dubbio sottoposta a voto popolare, vista la rilevanza del<br />

tema. Si può anche ipotizzare di modificare il livello della base<br />

legale, codificando il segreto bancario nella Costituzione, ma<br />

un tale cambiamento non modificherebbe in nessun modo la<br />

situazione attuale, poiché né la nostra costituzione né le nostre<br />

leggi penali possono imporre ad altri Stati un comportamento<br />

maggiormente riguardoso nei nostri confronti. Piuttosto che<br />

perderci in esercizi giuridici di valenza solo nazionale, direi<br />

che dovremmo impegnarci in azioni diplomatiche di livello internazionale,<br />

cercando utili alleanze. Servirebbe certo di più”.<br />

Sicuri di non dover finanziare la previdenza<br />

professionale con contributi supplementari?


Ospite<br />

Intervista con Franco Citterio, Direttore ABT - Associazione Bancaria <strong>Ti</strong>cinese, di Arianna Crivelli<br />

10 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

TrA sTATus quo e Abolizione del segreTo<br />

bAncArio esisTe unA viA di mezzo<br />

Ci spieghi l’origine e il funzionamento del segreto<br />

bancario.<br />

“Il segreto bancario è l'obbligo di discrezione cui sottostanno<br />

le banche, i loro rappresentanti e i loro collaboratori<br />

riguardo agli affari dei loro clienti o di terzi. Il<br />

segreto bancario, inserito nella legge svizzera negli anni<br />

Trenta, risulta anzitutto dal diritto civile, e in particolare<br />

dall'obbligo contrattuale del banchiere di rispettare la<br />

situazione personale del proprio cliente. La sfera privata<br />

del cliente è protetta anche dalle disposizioni generali<br />

del Codice civile svizzero (art. 27 segg.) riguardanti la<br />

protezione della personalità e dalla legislazione in materia<br />

di protezione dei dati. Peraltro, l'obbligo di discrezione<br />

non è una particolarità esclusiva della professione di<br />

banchiere, ma esiste anche per altre persone come, ad<br />

esempio, medici e avvocati. D'altra parte, la legislazione<br />

bancaria considera l'obbligo di discrezione del banchiere,<br />

fondato sul diritto civile, come obbligo professionale<br />

la cui violazione può essere perseguita. La legislazione<br />

impone al segreto bancario anche una serie di limiti: le<br />

disposizioni del diritto civile, della legislazione in materia<br />

di esecuzione e fallimenti, del diritto penale, del diritto<br />

penale amministrativo e dell'assistenza giudiziaria in<br />

materia penale prevedono deroghe al segreto bancario.<br />

Per ordine di un'autorità giudiziaria, il segreto bancario<br />

può essere ad esempio levato anche contro il volere del<br />

cliente. Nei confronti dell'autorità di vigilanza (FINMA)<br />

il segreto bancario non può essere invocato. Il segreto<br />

bancario svizzero non è assoluto e non ha effetto in caso<br />

di perseguimento penale”.<br />

Diversi Stati europei sono attualmente molto<br />

indebitati. Quali sono le vie praticabili e i<br />

compromessi possibili per salvaguardare anche la<br />

piazza svizzera?<br />

“Se questa domanda sottintende che l’Unione Europea<br />

stia facendo attualmente molta pressione sul segreto bancario<br />

svizzero per far fronte alle proprie urgenze finanziarie,<br />

allora rispondo che il nostro Paese non dovrebbe farsi<br />

intimidire. Il Consiglio federale confrontato, da una parte,<br />

con le pressioni delle maggiori potenze economiche e,<br />

dall’altra, con le esigenze legate alla protezione della sfera<br />

privata, ha deciso recentemente di riprendere l’art. 26<br />

del modello di Convenzione OCSE che regola l’assistenza<br />

amministrativa in materia fiscale. Questa decisione<br />

del Consiglio federale avrà un effetto pratico nel quadro<br />

delle convenzioni bilaterali di doppia imposizione (CDI).<br />

A questo proposito non nascondo le mie preoccupazioni<br />

sugli effetti che questa decisione avrà sulla competitività<br />

della piazza finanziaria svizzera e auspico almeno che<br />

con l’adozione dello standard globale previsto dal modello<br />

di convenzione OCSE contro la doppia imposizione, tale<br />

assistenza continuerà ad essere subordinata a condizioni<br />

chiare e rigorose e che lo scambio automatico d’informazioni<br />

rimanga escluso”.<br />

Le grosse banche svizzere hanno una forte<br />

presenza anche all’estero e per questo possono<br />

subire forti pressioni da autorità estere. Come si<br />

conciliano gli interessi delle grandi e delle piccole<br />

banche svizzere?<br />

“È una buona domanda. La piazza finanziaria svizzera,<br />

che amministra circa 4'000 miliardi di franchi, è composta<br />

da oltre 300 banche. Le due grandi banche rappresentano<br />

circa i due terzi di tutto il mercato svizzero e<br />

sono tra principali big player a livello mondiale. È quindi<br />

inevitabile che UBS e Credit Suisse abbiano un ruolo<br />

dominante nelle scelte economiche e politiche che determinano<br />

le caratteristiche della nostra piazza finanziaria<br />

e non sempre queste scelte corrispondono agli interessi<br />

delle altre banche attive in Svizzera. Sono dell’opinione<br />

che la crisi finanziaria dei subprime e la vicenda UBS<br />

negli Stati Uniti avrà come conseguenza un decisivo cambio<br />

di strategia delle due grandi banche verso attività e<br />

mercati più vicini alla tradizione elvetica.”<br />

Se la piazza finanziaria svizzera non potesse più<br />

contare sul segreto bancario, come dovrebbe<br />

reinventarsi?<br />

“Tra lo statu quo e la completa abolizione del segreto<br />

bancario esistono sicuramente delle vie di mezzo. Sono<br />

sicuro che il nostro Paese, con un approccio intelligente,<br />

saprà trovare sia con gli Stati Uniti sia con l’Unione Europea<br />

una base di dialogo che porterà ad una nuova definizione<br />

del segreto bancario. Senza questo presupposto<br />

la nostra piazza finanziaria rischierebbe davvero il tracollo<br />

perché il cliente internazionale apprezza la protezione<br />

della sfera personale, e non soltanto per motivi fiscali”.


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Ospite<br />

di Marco Bernasconi, Professore SUPSI<br />

12 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

quel che resTA del segreTo bAncArio<br />

La distinzione tra frode e sottrazione d’imposta al centro della<br />

discussione<br />

Articolo pubblicato sul Corriere del <strong>Ti</strong>cino, nelle pagine “Economia”, il 25 febbraio <strong>2009</strong><br />

La controversia in corso sul segreto bancario<br />

si concentra tra chi intende limitare<br />

l’assistenza fiscale internazionale alla frode<br />

fiscale come finora e chi invece vuole<br />

estenderla anche alla semplice sottrazione<br />

d’imposta<br />

La decisione della FINMA di trasmettere alle autorità<br />

americane i dati bancari riferiti a 300 clienti dell’UBS<br />

ha riaperto, anche a livello nazionale, il dibattito sul<br />

segreto bancario. Accanto alla tesi di chi vuole ancorare<br />

nella Costituzione federale il segreto bancario, si<br />

delinea anche una contrapposizione tra chi intende limitare<br />

l’assistenza amministrativa all’estero ai casi di<br />

frode fiscale e chi invece intende estenderla anche alle<br />

contravvenzioni fiscali.<br />

Va detto, quale premessa, che siamo confrontati con<br />

due problemi diversi. Una cosa è il segreto bancario<br />

stabilito dalla Legge federale svizzera sulle banche che<br />

tutela i rapporti contrattuali tra i clienti e le banche<br />

con sede o stabile organizzazione in Svizzera, e un’altra<br />

questione è l’assistenza amministrativa che la Svizzera<br />

intende o meno concedere agli Stati della Comunità internazionale.<br />

Siccome i partiti politici svizzeri stanno assumendo differenti<br />

posizioni quanto all’estensione o meno dell’assistenza<br />

fiscale internazionale in caso di frode o di contravvenzione<br />

è necessario definire con esattezza questi<br />

concetti.<br />

Il delitto di frode fiscale<br />

Secondo il diritto fiscale svizzero in materia di imposte<br />

dirette la frode fiscale si verifica quando sono riuniti<br />

questi cinque elementi cumulativi: sottrazione o tentativo<br />

di sottrazione, uso di un documento falso, alterato<br />

o contenutisticamente inesatto per commettere una sottrazione<br />

d’imposta (art. 269 Legge tributaria ticinese e<br />

art. 186 Legge sull’imposta federale diretta). Affinché<br />

vi sia frode fiscale è quindi necessario, secondo gli ordinamenti<br />

cantonali e federale sulle imposte dirette, che<br />

il contribuente faccia uso, vale a dire presenti al fisco,<br />

un documento falso, falsificato o inesatto quanto il suo<br />

contenuto. Siccome la dichiarazione d’imposta non è<br />

considerata un documento ma semplicemente una dichiarazione<br />

unilaterale di volontà, il contribuente che<br />

omette di dichiarare i fattori di reddito o di sostanza non<br />

compie un delitto di frode fiscale. Per questo delitto è<br />

prevista una pena detentiva fino a tre anni o la multa<br />

pecuniaria. Il delitto della frode fiscale è perseguito secondo<br />

le disposizioni del Codice di procedura penale.<br />

Questo significa che il procuratore pubblico può avvalersi<br />

di mezzi inquisitivi quali la perquisizione domiciliare,<br />

il sequestro di documenti, compresi quelli bancari, la<br />

facoltà di sentire testimoni e di incriminarli in caso di<br />

reticenza o falsa testimonianza e l’arresto preventivo. E<br />

significa soprattutto che l’autorità inquirente non può<br />

vedersi opporre il segreto bancario.<br />

La sottrazione d’imposta<br />

La semplice omissione di reddito e di sostanza nella<br />

dichiarazione d’imposta costituisce invece una contravvenzione<br />

fiscale denominata sottrazione d’imposta dalle<br />

leggi cantonali e federale delle imposte dirette (art. 258<br />

Legge tributaria ticinese e art. 183 Legge sull’imposta<br />

federale diretta). Nel linguaggio comune spesso la contravvenzione<br />

d’imposta viene denominata evasione fiscale.<br />

La sottrazione d’imposta si distingue dal delitto di<br />

frode fiscale poiché non si fa uso di un documento falso,<br />

alterato o contenutisticamente inesatto. La sottrazione<br />

si compie sia in caso di intenzionalità o anche soltanto<br />

in caso di negligenza. La pena inflitta è costituita dalla<br />

multa, che di regola è pari all’imposta sottratta e che, a<br />

seconda delle circostanze attenuanti o aggravanti, può<br />

essere diminuita a un terzo o aumentata a tre volte. Più<br />

concretamente nel caso in cui un contribuente abbia<br />

sottratto un’imposta di 100 franchi, la multa, di regola,<br />

è di 100 franchi, ma potrebbe essere ridotta a un terzo,<br />

vale a dire 33 franchi, o aumentata a tre volte, ossia a<br />

300 franchi. In caso di denuncia spontanea la multa<br />

è pari a un quinto dell’imposta sottratta; nell’esempio<br />

indicato sopra sarebbe quindi di 20 franchi.<br />

L’accertamento della sottrazione e la decisione della<br />

multa è di competenza dell’autorità amministrativa e<br />

quindi della Divisione cantonale delle contribuzioni.<br />

Questa autorità non ha a disposizione i poteri inquisitivi<br />

che il procuratore pubblico può far valere in caso di<br />

delitto fiscale ed in particolar modo non può procedere<br />

a perquisizioni o sequestri di documentazione bancaria.


La truffa fiscale<br />

Nel diritto svizzero riferito alle imposte indirette (IVA,<br />

tassa federale di bollo, imposta preventiva, imposta sui<br />

carburanti, birra, tabacco, bevande distillate, ecc.) oltre<br />

alle contravvenzioni fiscali previste dalle singole leggi<br />

che regolano queste imposte, è previsto il delitto di<br />

truffa fiscale che si può compiere anche senza l’uso del<br />

documento falso (art. 14 della Legge federale sul diritto<br />

penale amministrativo). Questa disposizione stabilisce<br />

che vi è truffa fiscale quando un contribuente inganna<br />

con astuzia l’autorità amministrativa. La pena è la detenzione<br />

fino a un anno o la multa sino a 30mila franchi.<br />

Anche per il perseguimento di semplici contravvenzioni,<br />

in materia di imposte indirette, l’autorità fiscale federale<br />

dispone di poteri d’indagine molto più incisivi rispetto a<br />

quelli dell’autorità cantonale che persegue le infrazioni<br />

relative all’imposizione diretta, potendo, in particolare,<br />

procedere a perquisizioni e sequestri di documentazione,<br />

anche bancaria. Nonostante il dibattito in atto riguardi<br />

esclusivamente l’assistenza internazionale amministrativa,<br />

vale a dire lo scambio di informazioni, anche<br />

bancarie, tra le autorità fiscali, per ragioni di completezza<br />

bisogna far riferimento anche all’assistenza giudiziaria<br />

internazionale che è regolata dalla Legge federale<br />

sull’assistenza giudiziaria internazionale. Secondo l’art.<br />

3 di questo ordinamento federale non vi è assistenza tra<br />

le autorità giudiziarie nell’ambito della fiscalità a meno<br />

che sia stato commesso un reato di truffa fiscale. L’art.<br />

24 cpv. 1 dell’ordinanza del Consiglio federale stabilisce<br />

che per truffa fiscale bisogna intendersi quella definita<br />

dal citato articolo 14 della Legge federale sul diritto<br />

penale amministrativo.<br />

Nel campo dell’assistenza amministrativa internazionale<br />

la Svizzera, per quanto concerne l’imposizione diretta,<br />

non concede di regola agli Stati nessuno scambio di informazioni.<br />

Negli ultimi anni il nostro Paese ha comunque<br />

accettato di scambiare informazioni soltanto in caso<br />

frode fiscale e comportamenti analoghi negli accordi sottoscritti<br />

con gli Stati Uniti, con l’Unione Europea e con<br />

la Norvegia. La nozione di frode fiscale e comportamenti<br />

analoghi include anche il delitto di truffa fiscale. È però<br />

esclusa da parte svizzera, sino ad oggi, l’assistenza amministrativa<br />

in caso di contravvenzione fiscale. Diversa<br />

è la situazione nell’ambito delle imposte indirette: con i<br />

recenti Accordi bilaterali II, la Svizzera ha sottoscritto con<br />

l’Unione Europea due trattati che hanno esteso l’assistenza<br />

amministrativa e giudiziaria anche al perseguimento<br />

delle semplici contravvenzioni (Accordo sull’associazione<br />

a Schengen e Accordo contro la frode).<br />

Se dovesse prevalere la tesi di concedere lo scambio di<br />

informazioni, anche in caso di semplice sottrazione delle<br />

imposte dirette, la Comunità internazionale sarebbe<br />

certamente soddisfatta poiché potrebbe avere a disposizione<br />

una documentazione molto più ampia di quella<br />

attuale. Questa decisione potrebbe però comportare per<br />

la piazza finanziaria svizzera conseguenze economiche<br />

e sociali anche molto pesanti.<br />

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Biblioteca liberale<br />

di Alessio del Grande<br />

il FAlso miTo del new deAl<br />

Quanti oggi si riempiono la bocca di New Deal, di politiche<br />

rooseveltiane o keynesiane contro la crisi, dovrebbero leggere<br />

il libro Wolfgang Schivelbusch “3 New Deal” (Tropea<br />

Editore), un’analisi assai interessante che traccia dei fondati<br />

parallelismi tra gli Stati Uniti di Roosevelt, l’Italia di Mussolini<br />

e la Germania di Hitler. Una democrazia e due regimi<br />

totalitari, accomunati però da un’inquietante “affinità elettiva”,<br />

che ha come matrice unica la stessa cultura politica<br />

profondamente antiliberale e antidemocratica.<br />

Affinità poderosamente riflessa nella politica economica,<br />

interventista e dirigista, nella mobilitazione permanente, la<br />

propaganda come tecnica di manipolazione di massa, la<br />

nuova edilizia socialpopolare delle comunità autosufficienti<br />

e nella dimensione simbolica delle grandi opere pubbliche<br />

(il risanamento dell’Agro Pontino di Mussolini, l’autostrada<br />

del Terzo Reich e la Tva, la Tenneessee Valley Authority, di<br />

Roosevelt), tutte ispirate, peraltro, al grande cantiere staliniano<br />

della diga sul Dnepr. Persino l’architettura, in tutti e<br />

tre Paesi, con la sua monumentalità doveva rispecchiare la<br />

risorgente autorevolezza dello Stato, la nuova estetica del<br />

potere. Ma mentre Germania e Italia sprofondavano sempre<br />

più nella dittatura, a tirare fuori gli USA dalle secche<br />

della Grande Depressione ci volle l’intervento nella seconda<br />

guerra mondiale. Uno sforzo bellico immenso che rimise in<br />

moto l’economia americana – agricoltura, industria, finanze<br />

e commerci – mascherando, così, il clamoroso fallimento<br />

di uno statalismo che aveva ormai assunto i connotati del<br />

governo autoritario e neocorporativo.<br />

Fallimento del libero mercato, avidità senza freni della finanza,<br />

disuguaglianza, eccessiva polarizzazione della ricchezza,<br />

fallimento del capitalismo, economia anarchica da<br />

ri-regolamentare, tecnologia da affrancare dalla logica del<br />

profitto e Stato da liberare dagli affaristi, o dalle lobbies<br />

come dice oggi il neo Presidente americano Obama, potrebbero<br />

sembrare le invettive odierne contro il “demone” del<br />

liberismo che avrebbe gettato il mondo nella più grave crisi<br />

dopo la Grande Depressione, erano, invece, gli slogan della<br />

politica rooselvetiana, per nulla dissimili dalle parole d’ordine<br />

che fecero da coordinate ideologiche all’antiliberalismo<br />

del fascismo e del nazismo.<br />

nuovi soci cc-<strong>Ti</strong><br />

Come i due regimi europei anche il Governo di Rooselvet,<br />

del Presidente “tu ed io” dalla melodiosa voce radiofonica<br />

che con le sue conversazioni del caminetto affascinava gli<br />

americani, era ben farcito da continui richiami all’identità,<br />

al “suolo e sangue”, terra e Patria, di un nazionalismo che,<br />

per toni e retorica, assomiglia assai a quello che imperversa<br />

attualmente come possibile legittimazione popolare del dilagante<br />

protezionismo che ha contagiato quasi tutti i Paesi<br />

occidentali.<br />

Gli USA di Roosevelt erano sin troppo impregnati da quella<br />

visione di un’economia doppia, di un possibile capitalismo<br />

democratico rigorosamente corretto da un comunitarismo<br />

antimoderno, versione occidentale del comunismo che si<br />

stava sperimentando in Russia. Il che, tradotto in altre parole,<br />

stava a significare: capitalismo per chi poteva permetterselo<br />

ma accompagnato dal comunismo per chi ne aveva<br />

bisogno. Ecco allora i massicci investimenti della NRA, la<br />

National recovery administration, per creare occupazione, la<br />

logica pianificatoria del kolchoz, l’assistenzialismo di massa,<br />

l’esplosione della spesa pubblica, il veloce passaggio<br />

dal libero mercato ad una crescente presenza dello Stato<br />

nell’economia.<br />

Sulla traccia di altri autorevoli studiosi Schivelbusch qualifica<br />

il rooseveltsimo come “fabian fascism”, un fascismo<br />

economico in salsa british, in poche parole un fascismo<br />

dal volto umano. Che si rivelò disastroso per combattere la<br />

Grande Depressione.<br />

Del New Deal e del rooseveltismo resta soltanto una grande<br />

lezione: non su come uscire dalla crisi, ma sugli errori da<br />

evitare per non aggravarne le conseguenze e prolungarla<br />

nel tempo.<br />

<strong>Ti</strong>tolo: 3 New Deal<br />

Parallelismi tra gli Stati Uniti di Roosevelt,<br />

l’Italia di Mussolini e la Germana di Hitler<br />

Autore: Wolfang Schivelbusch<br />

Editore: Tropea<br />

Pagine: 217<br />

Questo mese abbiamo il piacere di porgere il benvenuto a:<br />

• Amiconi Consulting, 6900 Lugano, organizzazione di meetings, congressi, eventi,<br />

www.amiconiconsulting.ch<br />

• Scuola di Lingue IL PONTE, 6987 Caslano, scuola di lingue e traduzioni, www.ilponte.ch<br />

• Rotografica SA, 6807 Taverne, tipografia, www.rotografica.ch<br />

• Bernini PR&Communication Strategies, 6612 Ascona, PR & Consulenza strategica, www.berninicom.ch<br />

• Envirorem SAGL, 6900 Lugano, applicazioni di brevetti chimici e biochimici, envirorem@ticino.com<br />

15


Agenda<br />

16 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

• Giovedì 16 aprile, presso Sala Aragonite a Manno: As-<br />

semblea generale ordinaria di Aqua Nostra Sezione <strong>Ti</strong>cino<br />

(alle ore 18.30), seguirà un dibattito aperto al pubblico<br />

alle ore 20.15 dal titolo “Energia e Ambiente”: - Quale<br />

prezzo siamo disposti a pagare? – Nei prossimi anni saremo<br />

davvero confrontati con problemi di approvvigionamento<br />

energetico? – L’energia nucleare rivestirà ancora<br />

un ruolo così importante?, interverranno quali relatori<br />

Filippo Lombardi, Consigliere agli Stati, Presidente della<br />

Commissione Energia, Ambiente e Territorio e Giovanni<br />

Leonardi, CEO Alpiq Holding AG<br />

• Da martedì 21 a giovedì 23 aprile <strong>2009</strong>, presso il Palazzo<br />

dei Congressi di Lugano: Lugano Communication<br />

Forum <strong>2009</strong> – XI edizione. Conferenza d’apertura martedì<br />

21 aprile alle ore 10.00: “Tecnopolo Lugano: Nuova imprenditorialità<br />

in <strong>Ti</strong>cino”<br />

• Martedì 21 e mercoledì 22 aprile <strong>2009</strong>, presso World<br />

Trade Center, Leutschenbachstrasse 95 a Zurigo: 2°<br />

Swiss-Sub-Saharan African Trade & Investment Exchange<br />

– Bringing Together Swiss & African Business, per<br />

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• Lunedì 4 maggio <strong>2009</strong>, alle ore 16.30, presso l’Hotel<br />

Parco Paradiso-Lugano: Come fare business in Medio<br />

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Countries”: ciclo di incontri con il mondo mediorientale,<br />

per informazioni e iscrizioni contattare la Signora Veljkovic:<br />

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Diritto<br />

di Simona Morosini Marconi, Responsabile del Servizio Giuridico <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

ArchiTeT<strong>Ti</strong>, concessionAri, lAvorATori…:<br />

Alcune noviTà dAi TribunAli<br />

Di seguito vi proponiamo una panoramica<br />

riassuntiva di alcune recenti sentenze che<br />

toccano diversi ambiti giuridici.<br />

Troverete ulteriori tematiche ed approfondimenti<br />

sul nostro sito, alla voce “Area Soci”<br />

Contratto d’architetto: attenzione agli errori di calcolo nei<br />

preventivi<br />

Dalla qualifica del contratto dipende il termine di prescrizione<br />

applicabile alla responsabilità dell’architetto. Un contratto<br />

avente per oggetto l’allestimento di piani dev’essere qualificato<br />

come contratto d’appalto. In caso di opere mobiliari,<br />

la responsabilità per eventuali difetti si prescrive in un anno<br />

(5 anni, per opere immobiliari). Lo stesso principio vale in<br />

caso di un errore nel preventivo riconducibile esclusivamente<br />

a difetti dei piani.<br />

Diversamente, la responsabilità dell’architetto per una valutazione<br />

sbagliata dei costi di costruzione soggiace di principio<br />

alle regole del mandato. Con il preventivo, l’architetto fornisce<br />

al committente informazioni circa i presumibili costi della<br />

costruzione. Non si tratta dei costi derivanti dalla sua attività<br />

di architetto – ciò che differenzia questo preventivo dal “computo<br />

approssimativo” fornito dall’appaltatore – bensì dei costi<br />

connessi all’attività di terzi che interverranno sul cantiere, per<br />

cui egli non è in grado di “garantire” un risultato misurabile<br />

secondo criteri oggettivi, rimanendo un margine d’incertezza.<br />

Il preventivo non è quindi un’«opera», bensì configura un<br />

pronostico che l’architetto è comunque tenuto ad eseguire<br />

con la massima diligenza. Egli è quindi chiamato a garantire<br />

la qualità del proprio lavoro (attenendosi ad un margine d’incertezza<br />

comunque limitato ed accettabile), e non il risultato.<br />

Egli fornisce quindi un apprezzamento, alla stregua del perito<br />

incaricato di effettuare la stima di un immobile.<br />

Il Tribunale federale ha ritenuto che le pretese di risarcimento<br />

nei confronti dell’architetto per l’errore commesso<br />

nell’allestimento del preventivo si prescrivono nel termine<br />

di 10 anni. Nel caso esaminato dal TF, l’architetto aveva<br />

commesso un errore nel sommare gli importi preventivati,<br />

nella fase precedente l’inizio dei lavori.<br />

Rappresentante esclusivo: diritto all’indennità per la<br />

clientela?<br />

Il Tribunale federale ha precisato la sua giurisprudenza,<br />

aprendo una breccia a favore dell’indennità per clientela ai<br />

rappresentanti esclusivi, a determinate condizioni. Tale indennità<br />

è infatti prevista unicamente nel contratto d’agenzia,<br />

laddove l’agente abbia considerevolmente aumentato il<br />

numero di clienti del mandante, di modo che questi trae un<br />

notevole profitto dalle sue relazioni d’affari con detti clienti<br />

anche dopo lo scioglimento del contratto. Trattasi quindi di<br />

una forma di compensazione per il profitto conseguito dal<br />

mandante, grazie all’aumento del numero di clienti ottenuto<br />

dall’agente. Tale indennità non può sorpassare il guadagno<br />

annuo netto risultante dal contratto e calcolato secondo la<br />

media degli ultimi 5 anni o secondo la media della durata<br />

contrattuale effettiva, se questa è più breve.<br />

Ad eccezione del Vallese, i tribunali cantonali avevano sinora<br />

negato la possibilità che anche il rappresentante esclusivo,<br />

alla stregua dell’agente, potesse far valere un’indennità<br />

per clientela. Il Tribunale federale ha ora chiarito questa<br />

controversa questione, ammettendo la possibilità di un’applicazione<br />

per analogia dell’indennità per clientela. I criteri<br />

per ammettere tale applicazione sono, in sostanza, l’integrazione<br />

nella rete di vendita del concedente e l’autonomia<br />

limitata del concessionario dal profilo economico, benché<br />

giuridicamente indipendente (ad esempio, il concessionario<br />

è sottoposto ad un ampio controllo da parte del concedente,<br />

deve sottostare ai prezzi fissati dal concedente o ad altre<br />

restrizioni, ad obblighi di acquisto minimi, ad una strategia<br />

pubblicitaria prestabilita, all’approvazione per l’apertura di<br />

nuovi punti vendita, alla presentazione di liste e rapporti sulle<br />

vendite effettuate, alla comunicazione dei nomi e indirizzi<br />

dei clienti acquisiti).<br />

Diversamente, nel caso del rappresentante esclusivo “puro”,<br />

ossia colui che agisce come un commerciante indipendente<br />

e che dirige i propri affari esclusivamente secondo il<br />

suo volere, limitandosi ad acquistare presso il concedente<br />

i prodotti in seguito rivenduti, rimane di principio escluso<br />

il diritto all’indennità per clientela alla fine della relazione<br />

contrattuale.<br />

Contratto di lavoro: metodo di calcolo per la sospensione<br />

della disdetta<br />

Il Tribunale federale ha abbandonato la teoria del bonus, a<br />

favore del sistema retroattivo. A differenza di quanto accadeva<br />

con il sistema del bonus, con il sistema retroattivo il periodo<br />

di disdetta non comincia a decorrere dal momento della<br />

notifica della disdetta, ma viene calcolato retroattivamente<br />

dal momento in cui essa avrebbe effetto. Si prenda il caso<br />

di un dipendente al quale, ad inizio marzo, viene notificata<br />

la disdetta con un preavviso di 4 mesi (anziché, ad esempio,<br />

3 mesi previsti contrattualmente). La disdetta avrà effetto al<br />

30 giugno. Il dipendente si ammala per due giorni dopo aver<br />

ricevuto la disdetta. Nel sistema retroattivo, confermato dal<br />

Tribunale federale, un’assenza per malattia intervenuta nel<br />

mese di marzo non sospenderà la disdetta. Diversamente,<br />

se tale malattia interviene tra il 1°aprile ed il 30 giugno (ossia<br />

nei 3 mesi di preavviso previsti contrattualmente), tale<br />

assenza sospenderà la disdetta, con la conseguenza che la<br />

fine del rapporto di lavoro slitterà al 31 luglio.<br />

Questo sistema, già applicato in molti Cantoni, trova ora<br />

definitiva conferma nella giurisprudenza.<br />

17


Attualita`<br />

di Stefano Modenini, Direttore di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere<br />

18 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

lAvoriAmo insieme A FAvore<br />

dellA piAzzA economicA svizzerA<br />

e <strong>Ti</strong>cinese<br />

Con il 31 marzo ho lasciato la responsabilità<br />

della sede di Lugano di economiesuisse e<br />

dal 1° aprile dirigo l’Associazione Industrie<br />

<strong>Ti</strong>cinesi, succedendo al precedente Direttore<br />

Sandro Lombardi. Vorrei qui ringraziare<br />

la Camera di commercio, dell’industria,<br />

dell’artigianato e dei servizi del cantone<br />

<strong>Ti</strong>cino, membro a tutti gli effetti di economiesuisse,<br />

per lo spazio concesso in questi<br />

anni sulle sue pubblicazioni all’organizzazione<br />

mantello dell’economia elvetica e<br />

per l’attenzione che ha sempre rivolto alle<br />

nostre indicazioni a sostegno della piazza<br />

economica svizzera. Ringrazio in particolare<br />

il Presidente Franco Ambrosetti, il Direttore<br />

precedente Claudio Camponovo e l’attuale<br />

Direttore Luca Albertoni, nonché tutte le<br />

collaboratrici e i collaboratori della Camera<br />

di commercio per la positiva e aperta collaborazione.<br />

economiesuisse continuerà in<br />

ogni caso a collaborare con la Camera di<br />

commercio. E sono sicuro che anche nella<br />

mia nuova funzione sapremo costruire pure<br />

a livello cantonale una collaborazione solida,<br />

nell’ottica di migliorare le condizioni quadro<br />

in cui opera l’economia cantonale, ma dove<br />

necessario pure per difendere le sue prerogative.<br />

Ringrazio infine tutte le lettrici e<br />

i lettori che in questi anni hanno avuto la<br />

pazienza di leggermi su queste pagine.<br />

Il lavoro certamente non manca, le preoccupazioni<br />

e le sfide neppure. Siamo confrontati<br />

con una crisi economica insidiosa;<br />

impossibile ora individuare la luce in fondo<br />

al tunnel. Il pericolo devastante è quello<br />

della deflazione, la realtà pesante è quella<br />

dell’esplosione dei disavanzi pubblici, la<br />

preoccupazione per i prossimi anni è legata<br />

ad un possibile forte aumento dei tassi di<br />

interesse, che potrebbe creare ad esempio<br />

grossi problemi a molti proprietari d’abitazioni,<br />

così come naturalmente ai numerosi<br />

inquilini.<br />

Gli interventi degli Stati a sostegno del sistema<br />

finanziario e in seguito dell’economia<br />

reale, fra qualche tempo indurranno i governi<br />

a cercare nuove entrate e ad aumentare<br />

le risorse fiscali. Come associazioni econo-<br />

miche dovremo vigilare affinché queste richieste<br />

non si trasformino in un devastante<br />

saccheggio della piazza economica svizzera<br />

e ticinese. Gli sgravi fiscali sono e devono<br />

restare di attualità.<br />

Le difficoltà economiche indurranno anche<br />

le forze sindacali ad avanzare proposte e<br />

pretese difficilmente realizzabili e sostenibili.<br />

Ne abbiamo avuta nuovamente la prova<br />

nei giorni passati, quando i sindacati non<br />

hanno perso tempo nel chiedere pacchetti<br />

miliardari per sostenere la congiuntura.<br />

Ma la crisi economica, anche in <strong>Ti</strong>cino, deve<br />

rappresentare l’occasione per rivedere il funzionamento<br />

dello Stato, ripensare il territorio<br />

a livello pianificatorio, intervenire in maniera<br />

decisa sul fronte della politica del turismo,<br />

gettare nuove basi per uno sviluppo più solido<br />

dell’economia cantonale. Sarebbe bene<br />

che la crisi economica servisse a comprendere<br />

che in <strong>Ti</strong>cino non bisogna finalmente<br />

sprecare alcuna occasione per fare rete e<br />

creare la necessaria massa critica. Purtroppo<br />

viviamo e subiamo sterili campanilismi,<br />

voglia di protagonismo di ogni più piccola<br />

organizzazione territoriale, dispute e invidie<br />

politiche che fanno perdere energie preziose<br />

a questo Cantone. Non mi faccio grande illusione<br />

che tutto questo possa cambiare nei<br />

tempi rapidi che sono auspicabili.<br />

Come organizzazioni economiche, oltre che<br />

naturalmente servire al meglio i nostri associati<br />

sulla base delle loro giustificate richieste,<br />

dobbiamo a nostra volta sapere fare<br />

squadra a sostegno della piazza economica.<br />

Nell’attuale confuso panorama politico<br />

e persino sociale, le competenze del mondo<br />

economico e imprenditoriale devono rappresentare<br />

una guida di riferimento per chi è<br />

chiamato a prendere decisioni pesanti per il<br />

futuro di questo Paese.


Attualita`<br />

di Daniela Lepori, Avenir Suisse<br />

quel FArAbuTTo<br />

di un libero mercATo!<br />

Come noto nel libero mercato i venditori e gli acquirenti<br />

si scambiano beni e servizi e si accordano tra di loro sui<br />

prezzi di quest’ultimi. Nel sistema economico di concorrenza<br />

dove lo Stato dovrebbe svolgere solo un ruolo di<br />

comparsa, il profitto funge da mezzo per generare nuova<br />

ricchezza da reinvestire per creare ad esempio nuovi posti<br />

di lavoro e mettere sul mercato prodotti migliori a prezzi<br />

inferiori. Idealmente nel libero mercato la libertà d’azione,<br />

strettamente collegata alla responsabilità individuale, ha il<br />

primato su tutto: consente rispetto reciproco e mancanza<br />

di gerarchie tra i vari attori economici e offre così la possibilità<br />

ai migliori di emergere. In questo particolare periodo<br />

storico da più parti s’innalzano però cori anti-libero mercato<br />

che invocano il bisogno di riscoprire l’etica nel mondo<br />

degli affari. Il «laisser faire» e il profitto assumono sempre<br />

più una connotazione negativa: sono diventate parole tabù<br />

e vengono subito accostate ai recenti tracolli finanziari. Ma<br />

il liberismo è quindi un cattivo sistema che non possiede<br />

una sua etica? La colpa della crisi economica globale è<br />

davvero da ricondurre al libero mercato?<br />

Tra beni etici<br />

Bisogna ammettere che per dare una risposta a quesiti<br />

così complessi e ad ampio respiro è tuttavia necessario<br />

cercare di racchiudere il concetto di etica in una definizione<br />

pertinente. Cosa s’intende quindi per etica nell’economia?<br />

Sempre più spesso si pretende un comportamento<br />

esemplare e moralmente lecito dalle aziende e quindi dal<br />

venditore. Ma chi stabilisce cos’è etico e cosa no? A conti<br />

fatti questa condizione unilaterale dovrà correlarsi con un<br />

comportamento moralmente accettabile anche da parte<br />

dell’acquirente. Anche lui ha infatti un enorme potere nelle<br />

sue mani: molto più di quanto s’immagini. La variazione<br />

delle abitudini di consumo della gente varia l’equilibrio tra<br />

domanda e offerta e nello specifico può avere delle importanti<br />

ripercussioni sul destino di una o dell’altra impresa.<br />

Si potrebbe quindi affermare che l’asticella delle pretese<br />

dell’acquirente nei confronti del venditore si sia alzata: in<br />

una società dell’informazione e della conoscenza il consumatore<br />

non desidera più solo che la controparte gli offra<br />

un prodotto di qualità ad un prezzo conveniente ma che<br />

sia anche equo e solidale a livello sociale, ambientale ed<br />

economico.<br />

La Corporate Social Responsibility (responsabilità sociale<br />

d’impresa) sembra poter fornire alcune risposte interessanti<br />

a certe «necessità etiche» di oggigiorno. Spesso sono<br />

però le ditte stesse che si attribuiscono bei codici morali<br />

affidandosi alle mani di abili esperti di comunicazione. Alla<br />

fine intercorre comunque ancora una certa differenza tra<br />

mostrarsi ed essere veramente etici. È quindi lecito porsi<br />

alcuni quesiti sull’effettività di questa nuova «filosofia di<br />

vita aziendale»: spesso non è purtroppo solo un innovativo<br />

strumento di marketing?<br />

... e manovre senza scrupolo<br />

A differenza di ciò che accade nell’acquisto di prodotti veri<br />

e propri l’asticella delle pretese non monetarie dei clienti<br />

delle banche è stata forse posta troppo in basso. Il riporre<br />

eccessiva fiducia in venditori di fumo ingarbugliati in venali<br />

circoli viziosi che garantiscono (solo a parole però!) il «tutto<br />

e subito» senza porsi alcun interrogativo sull’attuabilità e<br />

l’etica delle promesse fatte non sembra pertanto un comportamento<br />

totalmente senza macchia.<br />

D’altro canto il fatto che individui senza scrupolo abbiano<br />

la possibilità di scaricare le proprie responsabilità su altri<br />

e che vengano defenestrati potendo poi atterrare su di un<br />

materasso pregiato e morbido risulta un segnale che con<br />

i principi etici del libero mercato ha veramente poco da<br />

spartire.<br />

Il tema è complesso e necessita di riflessioni approfondite<br />

che verranno discusse durante la nostra tavola rotonda.<br />

Giovedì 9 aprile <strong>2009</strong>, ore 19.00<br />

(dalle ore 18.30 piccolo rinfresco, dopo il dibattito<br />

standing dinner)<br />

Origlio Hotel & Country Club<br />

QUALE ETICA NEL LIBERO MERCATO?<br />

Liberismo economico nell’occhio del ciclone<br />

Tavola rotonda con interventi di:<br />

Luca Crivelli (USI/SUPSI), Armando Massarenti<br />

(Sole24ore), Alberto Siccardi (Medacta International<br />

SA) e Fabrizio Zilibotti (Università di Zurigo).<br />

Con la partecipazione di:<br />

Francesco Kneschaurek<br />

(prof. emerito dell’HSG e socio fondatore di SGOC).<br />

Organizzazione: Avenir Suisse e SGOC – Anziani<br />

Goliardi.<br />

Entrata libera.<br />

19


Attualita`<br />

20 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

pAssAporTo biomeTrico necessArio<br />

La votazione federale del 17 maggio <strong>2009</strong><br />

Si fa largo nel mondo l’introduzione di passaporti e documenti<br />

d’identità moderni, che sappiano garantire sempre<br />

maggiore protezione dalle falsificazioni e che possano<br />

essere letti dalle macchine apposite, nell’ottica pure di<br />

facilitare la circolazione delle persone e dei passeggeri.<br />

Dal 2006 gli Stati membri dell’Unione Europea sono tenuti<br />

a rilasciare passaporti biometrici. La Svizzera nello<br />

stesso anno ha lanciato un progetto pilota di durata tuttavia<br />

limitata. In quanto membro associato dell’accordo<br />

di Schengen, la Svizzera deve mettere in atto entro il<br />

10 marzo 2010 il sistema dei passaporti biometrici. Ciò<br />

ha comportato un adattamento della legge in vigore sui<br />

documenti d’identità, che è stata tuttavia oggetto di un<br />

referendum, riuscito. Pertanto, il popolo dovrà esprimersi<br />

sulla questione il 17 maggio <strong>2009</strong>.<br />

Attualmente oltre 50 Stati rilasciano, in conformità con<br />

gli standard internazionali, passaporti contenenti dati<br />

biometrici registrati elettronicamente. A partire dal mese<br />

di agosto 2006 gli Stati Schengen possono rilasciare soltanto<br />

passaporti elettronici. Bisogna inoltre sottolineare<br />

il fatto che i cittadini svizzeri possono continuare a viaggiare<br />

senza visto negli Stati Uniti soltanto a condizione<br />

che la Svizzera rilasci passaporti elettronici.<br />

Anche la carta d’identità dovrà esser modificata nei prossimi<br />

anni. Il Consiglio federale prenderà tuttavia una decisione<br />

in merito soltanto in un secondo momento. Resta<br />

pertanto ancora aperta la questione se la futura carta<br />

d’identità dovrà contenere dati registrati elettronicamente<br />

o se coesisteranno carte d’identità con e senza questo<br />

tipo di dati.<br />

L’introduzione definitiva del passaporto biometrico nel<br />

nostro Paese richiede un adeguamento dell’attuale legge<br />

sui documenti d’identità e prevede la registrazione<br />

elettronica della fotografia e di due impronte digitali in<br />

conformità con le norme internazionali.<br />

In particolare gli avversari del passaporto biometrico<br />

hanno sollevato diverse perplessità riguardo la protezione<br />

dei dati. La legge tuttavia contiene norme rigorose<br />

concernenti la protezione dei dati registrati. Viene inoltre<br />

mantenuto il divieto di utilizzare la banca dati sui documenti<br />

d’identità per ricerche della polizia. È escluso che il<br />

nuovo passaporto possa essere impiegato per controllare<br />

i cittadini.<br />

I dati registrati nel documento d’identità possono venire<br />

letti unicamente da un apposito apparecchio di lettura, a<br />

corta distanza e solo se l’apparecchio dispone del corret-<br />

to codice elettronico. Le impronte digitali sono protette<br />

da un meccanismo supplementare. Inoltre, un Paese terzo<br />

può leggere i relativi dati solo se dispone dell’autorizzazione<br />

della Svizzera, che il Consiglio federale concede<br />

unicamente ai Paesi che dispongono di una protezione<br />

dei dati equivalente a quella svizzera.<br />

Queste misure di sicurezza impediscono la lettura dei<br />

dati da parte di persone non autorizzate, per esempio<br />

a distanza o di passaggio. Inoltre, i dati contenuti nel<br />

nuovo passaporto elettronico sono protetti in modo tale<br />

che risulta impossibile manipolarli o copiarli («clonarli»)<br />

all’insaputa del titolare.<br />

L’accettazione del decreto relativo all’introduzione definitiva<br />

del passaporto biometrico permetterà alla Svizzera<br />

di continuare a partecipare alla cooperazione in materia<br />

di sicurezza, visti e asilo come previsto dagli Accordi di<br />

Schengen e Dublino. La cooperazione include anche agevolazioni<br />

nel traffico viaggiatori all’interno dello spazio<br />

Schengen.<br />

Dal punto di vista economico è indispensabile utilizzare<br />

passaporti moderni e non falsificabili.<br />

Senza questi passaporti i cittadini svizzeri sarebbero sottoposti,<br />

in occasione dei loro futuri viaggi all’estero, a<br />

disposizioni più rigide in materia di visti. Ciò provocherebbe<br />

spese amministrative inutili e limiterebbe la libertà di<br />

viaggiare. Il turismo e l’economia svizzeri sarebbero pure<br />

penalizzati se i visitatori stranieri dovessero chiedere, per<br />

i loro viaggi in Europa, un visto distinto per la Svizzera,<br />

oltre al visto Schengen. Per questo motivo le organizzazioni<br />

economiche hanno scelto di dire sì al passaporto<br />

biometrico.<br />

Se la Svizzera rinunciasse al passaporto biometrico, proprio<br />

mentre molti altri stati lo stanno introducendo in via<br />

definitiva, in futuro il documento elvetico potrebbe viepiù<br />

essere oggetto di tentativi di falsificazione e di abuso.<br />

Una registrazione centralizzata dei dati quale presupposto<br />

della sicurezza e, parallelamente, la garanzia della<br />

massima protezione dei dati, nonché l’impossibilità di<br />

sorvegliare le persone, sono argomenti che giocano a favore<br />

dell’introduzione del passaporto biometrico.<br />

Per ulteriori informazioni:<br />

www.passaportosvizzero.admin.ch


Attualita`<br />

di Samuele Vorpe, Docente-ricercatore SUPSI<br />

mAsTer oF AdvAnced sTudies (supsi)<br />

in TAx lAw<br />

Nel mese di settembre di quest’anno prenderà avvio la<br />

quinta edizione del Master of Advanced Studies (MAS)<br />

in Tax Law presso la Scuola Universitaria Professionale<br />

della Svizzera Italiana (SUPSI). Il MAS in Tax Law, riconosciuto<br />

dal Dipartimento federale dell’economia, è composto<br />

da tre corsi annuali di 200 ore-lezione ciascuno e, a<br />

conclusione dei tre corsi, da una tesi di master. Durante<br />

ogni corso annuale è data la possibilità ai partecipanti<br />

di sostenere degli esami che, se superati, permettono<br />

di conseguire un Certificate of Advanced Studies (CAS)<br />

rilasciato dalla SUPSI e di 15 ECTS (European Credit<br />

Transfer System).<br />

Questo ciclo di studio è rivolto in particolare agli avvocati,<br />

ai fiduciari, ai consulenti bancari e ai funzionari pubblici<br />

che per motivi professionali hanno a che fare con aspetti<br />

della fiscalità nazionale e internazionale. La struttura del<br />

percorso formativo è orientata a fornire ai partecipanti<br />

delle adeguate conoscenze, teoriche e pratiche, del diritto<br />

e della prassi fiscale, con particolare riferimento alle<br />

relazioni tra la Svizzera e la vicina Italia.<br />

Il CAS in Fondamenti di diritto tributario (primo anno) propone<br />

una panoramica esaustiva del diritto fiscale svizzero<br />

dal punto di vista della disciplina delle singole imposte.<br />

Il corso, strutturato in sette moduli, si dedica all’analisi<br />

delle imposte dirette delle persone fisiche e delle persone<br />

giuridiche, del diritto fiscale intercantonale, del diritto<br />

penale fiscale, della procedura e della riscossione, e della<br />

cooperazione internazionale fra autorità giudiziarie e<br />

amministrative in materia penale, e fra autorità amministrative<br />

in materia doganale, nonché della vigilanza sul<br />

mercato bancario e sulla borsa. Nel primo corso viene<br />

data importanza anche alle imposte speciali cantonali<br />

(imposta sugli utili immobiliari, sui trasferimenti, e di<br />

successione e di donazione), nonché alle imposte speciali<br />

federali (imposta preventiva, tassa federale di bollo,<br />

imposta sul valore aggiunto).<br />

Il CAS in Approfondimenti di diritto tributario (secondo<br />

anno), suddiviso in cinque moduli, approfondisce, nella<br />

prima parte del corso, le nozioni di diritto fiscale svizzero,<br />

già oggetto di studio del primo corso. Si valutano gli<br />

aspetti caratteristici dell’imposizione dell’impresa, con riferimento<br />

anche alla recente Riforma II delle imprese. Altri<br />

temi sviluppati in questa fase sono l’imposizione della<br />

previdenza e delle assicurazioni, dei prodotti finanziari e<br />

della sostanza immobiliare. La seconda parte del corso è<br />

dedicata al sistema fiscale italiano; lo studio comprende<br />

una parte introduttiva, l’accertamento delle imposte e il<br />

contenzioso tributario, l’imposizione delle persone fisiche<br />

e giuridiche, la tassazione dei soggetti non residenti, il<br />

regime tributario dei trusts, il monitoraggio fiscale, la<br />

fiscalità dei soggetti IAS e una panoramica sulle imposte<br />

indirette. Il secondo anno di studio viene infine completato<br />

con un modulo sul transfer pricing.<br />

Il CAS in Diritto tributario internazionale (terzo anno),<br />

suddiviso in tre moduli, prevede un’ampia riflessione sul<br />

diritto fiscale internazionale. Nella prima parte del corso<br />

viene dato risalto al Modello OCSE di convenzione bilaterale<br />

per evitare la doppia imposizione internazionale,<br />

ai rapporti tra le norme di diritto interno e le norme convenzionali<br />

nell’ordinamento giuridico svizzero e italiano,<br />

nonché alle norme che regolano lo scambio d’informazioni<br />

tra i diversi Stati. Si affrontano inoltre le fonti del<br />

diritto tributario comunitario e le relative direttive (dividendi,<br />

canoni, interessi, fusioni, risparmio), così come<br />

gli aspetti dell’IVA intracomunitaria. In conclusione viene<br />

fornita una panoramica sui principi del sistema fiscale<br />

statunitense e sugli elementi della pianificazione fiscale<br />

per le persone fisiche e le persone giuridiche.<br />

Le lezioni sono tenute da relatori qualificati attivi nel<br />

campo della magistratura, della libera professione, del<br />

contesto universitario e dell’amministrazione fiscale, in<br />

Svizzera e in Italia.<br />

L’impostazione del MAS in Tax Law è affidata a Marco<br />

Bernasconi, Responsabile del Centro di Competenze tributarie<br />

della SUPSI, Professore SUPSI e Professore a<br />

contratto all’Università Bocconi di Milano; a Giancarlo<br />

Lafranchi, Vicedirettore della Divisione delle contribuzioni<br />

del Cantone <strong>Ti</strong>cino; ad Andrea Manzitti, Avvocato, già<br />

Capo del fisco italiano, Corresponsabile scientifico del<br />

Centro di competenze tributarie della SUPSI e Professore<br />

a contratto all’Università Bocconi di Milano; ad Andrea<br />

Pedroli, Dottore, Giudice della Camera di diritto tributario<br />

del Tribunale d’appello del Cantone <strong>Ti</strong>cino e Docente<br />

SUPSI.<br />

Il ciclo di studio che si svolge, di regola, venerdì tutto il<br />

giorno e il sabato mattina ogni due settimane, è concepito<br />

in modo da permettere ai partecipanti di non interrompere<br />

la loro attività professionale. Per poter accedere<br />

al MAS in Tax Law è richiesto un titolo universitario; è<br />

comunque data la possibilità ai professionisti con comprovata<br />

esperienza, non in possesso del titolo di studio<br />

sopra citato, di essere ammessi su dossier. Coloro che<br />

non intendono seguire tutto il CAS hanno la possibilità di<br />

iscriversi anche ai singoli moduli.<br />

A partire dall’autunno di quest’anno avrà luogo il CAS in<br />

Fondamenti di diritto tributario e il CAS in Approfondimenti<br />

di diritto tributario. Il relativo materiale informativo sarà<br />

disponibile a partire dal mese di aprile, ulteriori informazioni<br />

sono comunque disponibili sul sito internet www.fisco.<br />

supsi.ch oppure al numero di telefono +41 58 666 61 20.<br />

21


Eventi<br />

di Lisa Pantini<br />

gli AspeT<strong>Ti</strong> culTurAli del doing<br />

business in medio orienTe<br />

Integrità e rispetto. Due punti fondamentali da onorare per il mondo arabo.<br />

Grande successo per il primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati<br />

a come fare business in Medio Oriente, organizzati dalla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>. Gli incontro<br />

si tengono presso l’Hotel Parco Paradiso di Lugano in collaborazione con<br />

Osec e Credit Suisse<br />

L’area in questione<br />

I mercati della regione GCC – Gulf Cooperation Council<br />

sul Golfo Persico e della zona del Medio Oriente sono in<br />

forte crescita, soprattutto negli ultimi anni. L’area del<br />

Golfo Persico si affaccia sull'oceano Indiano e bagna le<br />

coste di Oman, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar,<br />

Bahrain, Kuwait, Iraq e Iran.<br />

Quest’area geografica mostra enormi potenzialità sia in<br />

termini di nuove relazioni d’affari, sia in termini di sbocchi<br />

per le merci svizzere. Secondo le statistiche ufficiali più<br />

recenti (2006) la Svizzera ha indirizzato il 3.25% delle<br />

proprie esportazioni verso i Paesi arabi, tra cui spiccano<br />

Emirati Arabi Uniti (0.9%) ed Arabia Saudita (0.7%). Non<br />

solo questa percentuale ha continuato a crescere sensibilmente<br />

negli ultimi anni, ma addirittura nel 2008 – secondo<br />

dati ufficiosi – la porzione di esportazioni dirette<br />

nei Paesi arabi è incrementata ulteriormente.<br />

Le principali merci vendute nell’area del Medio Oriente<br />

sono riassumibili per importanza nelle seguenti voci:<br />

merce di lusso (orologi, gioielli, abbigliamento), macchinari<br />

ed apparecchiature elettriche, prodotti farmaceutici,<br />

beni alimentari ed armamenti. Naturalmente, in questi<br />

mercati c’è uno spazio importante anche per le nostre<br />

aziende esportatrici e non è un caso che negli ultimi 5<br />

anni all’incirca 300 aziende ticinesi abbiano avuto relazioni<br />

commerciali con il Medio Oriente.<br />

Questi, in sintesi, alcuni degli aspetti geografici che Alain<br />

Vetterli, consulente indipendente legato al Gruppo Cippà e<br />

Fabio Belloni, titolare della IBA (International Business Advisors<br />

Ltd. – Dubai), hanno presentato lo scorso 19 febbraio<br />

dinnanzi ad un folto pubblico nel primo incontro dei quattro<br />

in programma su come fare business in Medio Oriente.<br />

Il primo incontro verteva sugli aspetti culturali nel fare<br />

affari con il Medio Oriente, come trattare e concludere<br />

un affare, quali ostacoli superare, quali gaffes evitare.<br />

FAMIGLIA & RISPETTO<br />

La cultura è alla base della differenza dello stile di vita<br />

tra Occidente ed Oriente. Il ritmo della vita, la religione,<br />

il clima e la cultura stessa influenzano le diversità che<br />

un occidentale può riscontare in un viaggio d’affari nei<br />

Paesi arabi.<br />

Onde eludere spiacevoli equivoci e situazioni imbarazzanti<br />

è bene sapere che spesso noi occidentali agiamo senza<br />

pensare, poiché le nostre azioni sono frutto di abitudini.<br />

Infatti basta poco per commettere un errore. Le nostre<br />

22 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Da sinistra: Fabio Belloni, Alain Vetterli, Marco Passalia e Monica Zurfluh<br />

mosse sono atti che compiamo ordinariamente, che ci<br />

sono state insegnate come norme di buona educazione o<br />

come prassi regolari per una transazione d’affari.<br />

La cultura araba ha una chiara definizione dei ruoli maschili<br />

e femminili e della posizione delle persone nella<br />

società. Uno sceicco non è altro che un anziano, una<br />

persona saggia e degna di rispetto, “beduino” invece è<br />

la parola araba per definire un nomade.<br />

La famiglia è sacra. È usuale presentarsi annunciandosi<br />

con il proprio nome e un prefisso (“bin”) che significa<br />

“io sono il figlio di”. Anche i bambini sono intoccabili, si<br />

tengono ad esempio riunioni d’affari in casa dove i bambini<br />

scorrazzano liberamente e succede di interrompere<br />

la riunione per un avo o un padre che si mette a giocare<br />

con il figlio, per nulla disturbato dall’interruzione.<br />

Intavolando un discorso d’affari sarebbe bene cominciare<br />

parlando di argomenti “futili”, e chiedere sempre informazioni<br />

riguardanti la famiglia, data la sua centralità nella<br />

vita mediorientale; evitando però accuratamente tutti gli<br />

argomenti inerenti la religione.<br />

Una donna solitamente non è coinvolta nelle transazioni<br />

d’affari. Nel caso in cui invece ci fosse, mai porgere la<br />

mano per salutarla con una stretta di mano. Il rispetto<br />

per la donna comincia con la mancanza di contatti fisici<br />

di qualsiasi persona che non appartenga alla sua famiglia.<br />

La figura femminile diventa in questo caso “regina della<br />

casa”, occupandosi di tutte le incombenze che riguardano<br />

educazione dei figli, cucina e casa.<br />

ABBIGLIAMENTO: USI & COSTUMI<br />

Ogni capo d’abbigliamento ha un nome specifico e una<br />

funzione; non si devono confondere ad esempio i copri-


capi generalizzando solo “chador” e “burqa”. Bisogna<br />

prestare attenzione a non vestirsi con gli stessi abiti che<br />

porta chi vive in un Paese arabo, è un atto molto oltraggioso<br />

se un europeo si vestisse con un abito delle loro<br />

usanze.<br />

Il fatto di coprirsi con un abito lungo o con un velo per una<br />

donna ha radici profonde, deriva infatti dal Corano dove<br />

viene detto che una donna dovrebbe coprirsi con un velo<br />

per non recare offesa a se stessa (NB nel Corano non si<br />

parla di coprirsi il viso).<br />

Mai mostrare la suola delle scarpe, è un gesto altamente<br />

offensivo e degradante, in quanto proprio le calzature<br />

rappresentano la bassezza nel limite del rispetto della<br />

persona.<br />

LE TRANSAZIONI COMMERCIALI E IL LAVORO<br />

Il clima è molto diverso da quello occidentale, soprattutto<br />

nella stagione invernale vi sono sempre tra i 25° e<br />

i 27° C. Da ciò si desume che anche d’estate, quando<br />

le temperature raggiungono picchi davvero oltre i limiti<br />

tollerabili, diventa difficile anche solo pensare di portare<br />

a termine un affare.<br />

Il mutuo e reciproco rispetto della religione è da tener<br />

conto quando si vogliono intraprendere delle relazioni<br />

d’affari. Soprattutto nel mese Santo del Ramadan<br />

(il nono mese del calendario lunare per i musulmani),<br />

durante il quale ai musulmani è vietato toccare cibo e<br />

acqua dall’alba al tramonto. La considerazione consiste<br />

nell’atteggiamento verso questa cultura, non mostrandosi<br />

a mangiare né masticare nulla in loro presenza – spesso<br />

in fatti durante il Ramadan tutti gli esercizi pubblici (tranne<br />

forse gli hotel di lusso) sono chiusi ed è difficile per<br />

un occidentale trovare cibo e un posto dove consumarlo<br />

senza recare offese al Paese ospitante –. Anche gli orari<br />

di lavoro sono ridotti, sia per il clima che per la mancanza<br />

di forze dovute all’assenza di cibo ingerito durante il<br />

Ramadan. L’orario di lavoro va solitamente dalle 9 alle<br />

17, benché nei periodo più caldi è usuale il periodo della<br />

“siesta pomeridiana” (indicativamente dalle 13 alle 17).<br />

Un altro aspetto interessante riguarda la percezione del<br />

tempo. Non esiste una puntualità come quella che siamo<br />

abituati a mantenere in Occidente, talvolta intavolare un<br />

discorso commerciale può apparire scoraggiante. Le testimonianze<br />

di Vetterli e Belloni hanno messo in evidenza<br />

come per firmare un contratto davanti ad un notaio sia<br />

stato necessario ripetere l’appuntamento per la firma ben<br />

6 volte, in quanto per i precedenti incontri non si era<br />

presentato nessuno. È da prevedere una “flessibilità” in<br />

questo senso poiché è possibile che si fissi un appuntamento<br />

d’affari e che si debba rimandare. Un concetto<br />

infine da tenere presente per una transazione d’affari<br />

è il “no”. Gli arabi non sanno dire di no, ma dicono<br />

“Inshallah”, che significa “se Dio vorrà”, e ciò può dare<br />

adito a fraintendimenti o malintesi.<br />

AspeT<strong>Ti</strong> dogAnAli e problemi di<br />

spedizione verso il medio orienTe:<br />

FAcciAmo il punTo<br />

Nel secondo appuntamento del 6 marzo scorso nel ciclo dedicato al<br />

mondo arabo e a come intavolare affari con il Medio Oriente, si è parlato<br />

di aspetti doganali e problemi di spedizione<br />

Roberto Schneble, dirigente dell’azienda Bianchi & CO.<br />

SA con esperienza decennale negli affari con i Paesi<br />

arabi e dell’area GCC (Gulf Cooperation Council) è stato<br />

il brillante relatore del secondo appuntamento del ciclo<br />

di incontri dedicati al mondo mediorientale, organizzati<br />

dalla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, in collaborazione con Osec e Credit Suisse.<br />

Negli ultimi 60 anni l’area del Golfo ha subito varie correnti<br />

ed influenze economico-politiche: prima la colonizzazione<br />

inglese, poi l’influenza americana, la corsa all’oro nero,<br />

ecc.; sono stati elementi che hanno influito sulla realtà<br />

che oggi conosciamo come Paesi del mondo arabo. In<br />

particolare la lungimiranza di alcuni emiri e una politica<br />

d’espansione, ha permesso all’area di prosperare nel mercato<br />

globale, divenendo sede di molte aziende internazionali,<br />

in quanto l’economia politica del Paese si avvicinò<br />

ai mercati e ai metodi commerciali occidentali e liberisti.<br />

Nei Paesi dell’area GCC (di cui fanno parte Arabia Saudita,<br />

Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar) è<br />

stato istituito già dal 1981 un mercato comune (con sede<br />

a Rhiyad) per assicurare stabilità economica e politica<br />

nella zona. Risale invece all’inizio del 2003 l’introduzione<br />

di leggi doganali unificate, mentre dovrebbe essere<br />

prevista per il 2010 l’introduzione della moneta unica (il<br />

Khaleeji).<br />

La Svizzera importa materie prime ed esporta prodotti<br />

finiti (soprattutto nel settore chimico, dei macchinari ed<br />

elettronica, dell’orologeria, metallurgia, ecc.). Nel 2007<br />

fra i primi 30 Paesi dai quali la Svizzera ha importato, gli<br />

Emirati Arabi risultano al 21° posto e l’Arabia Saudita al<br />

27°, rispettivamente con lo 0.9% e lo 0.8%. La bilancia<br />

commerciale pende a favore della Svizzera.<br />

23


Eventi<br />

di Lisa Pantini<br />

Roberto Schneble<br />

Per quanto riguarda più in particolare gli aspetti doganali,<br />

si può affermare che salvo per specifici prodotti (ad esempio<br />

armi, stupefacenti e tutte le merci soggette a permessi<br />

o licenze) la Svizzera non pone restrizioni o particolari divieti.<br />

Invece occorre prestare attenzione all’importazione<br />

nei Paesi Arabi di quei prodotti che sono vietati dalla religione<br />

islamica come la carne di maiale (ed i suoi derivati)<br />

e gli alcolici.<br />

Non vi sono accordi tra Svizzera e Paesi GCC, si spera però<br />

che un domani non troppo lontano si possano concludere<br />

questi accordi per facilitare gli scambi commerciali. Non<br />

vi sono dunque documenti come EUR 1, che possano dare<br />

l’esenzione al dazio. Esiste però un accenno di negoziazioni<br />

fra i Paesi dell’EFTA e quelli del GCC, non ancora<br />

conclusa, per poter agevolare ulteriormente gli scambi.<br />

Per esportare dalla Svizzera ai Paesi dell’area GCC servono<br />

questi documenti:<br />

• fattura commerciale,<br />

• packing list,<br />

• certificato d’origine (rivolgersi sempre alla Camera di<br />

commercio preposta, in questo caso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>),<br />

• legalizzazione della fattura, qualora richiesta dal credito<br />

o dal ricevente.<br />

Invece per importare dai Paesi dell’area GCC verso la Svizzera<br />

occorrono semplicemente:<br />

• fattura commerciale,<br />

• packing list,<br />

• certificato d’origine (rivolgersi sempre alla Camera di<br />

commercio preposta).<br />

I sistemi di trasporto e le infrastrutture dell’area GCC sono<br />

tutte all’avanguardia, sia nel campo marittimo che aereo<br />

per ricevere vettori internazionali . Gli investimenti in questi<br />

ambiti sono stati cospicui in tutti questi anni. Molti<br />

porti sono pure equipaggiati per il flusso delle petroliere.<br />

Dubai ad esempio rappresenta un punto d’incontro per tutta<br />

l’area mediorientale, in quanto possiede una posizione<br />

strategica per i traffici da e verso l’Europa e il Medio Oriente,<br />

dove si lavora bene anche con il discorso di trasporto<br />

combinato delle merci tra mare e aria.<br />

24 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Per l’agevolazione degli scambi internazionali sono state<br />

istituite delle zone franche (free zone), nelle quali transitano<br />

merci di provenienza da ogni Paese che non fa parte del<br />

GCC e che vengono rispedite in altrettanti Paesi extra GCC.<br />

I vantaggi di queste zone sono molteplici, ne ricordiamo<br />

solo alcuni: costi di stoccaggio competitivi e vantaggiosi,<br />

aspetti fiscali interessanti (rifatturazioni non soggette ad<br />

imposte), nessun limite di tempo nello stoccaggio delle<br />

merci.<br />

Le Leggi doganali nell’area GCC sono regolamentate dalle<br />

“Common Customs Law of the GCC States”. Implementata<br />

negli anni ’90, l’unificazione delle leggi e delle procedure<br />

doganali fra i 6 Stati GCC, è entrata in vigore nel 2002. Le<br />

merci che vengono importate da Paesi terzi in uno Stato<br />

GCC, dopo lo sdoganamento, possono circolare liberamente<br />

all’interno dei 6 Stati. In dogana possono operare agenti<br />

doganali (brokers), che hanno ricevuto l’autorizzazione a<br />

procedere. Ogni dichiarazione d’importazione va accompagnata<br />

dalla fattura commerciale in originale. Il funzionario<br />

doganale potrebbe richiedere anche altri documenti quali<br />

contratti, corrispondenza e la traduzione in arabo degli<br />

stessi. Il valore della merce considerato imponibile è quello<br />

della merce all’entrata nel territorio.<br />

Per ciò che concerne i diritti doganali, dal 1° gennaio 2003<br />

l’aliquota base di tutti gli Stati GCC applicabile al 90% delle<br />

importazioni è del 5%. Esistono 417 tipologie di merci in<br />

esenzione e 115 merci che non possono essere importate<br />

(come già anticipato: alcolici, armi, munizioni, materiale<br />

pornografico, carne di maiale e loro derivati, ecc.). Le merci<br />

importate prima del 1° gennaio 2003 e trasportate in un<br />

altro Stato GCC sono soggette al pagamento dei diritti doganali,<br />

mentre quelle importate dopo il 1° gennaio 2003,<br />

possono circolare liberamente.<br />

Solitamente si distinguono 4 possibili operazioni doganali<br />

d’importazione di merce: 1. definitiva (con la libera circolazione<br />

della merce), 2. temporanea (campioni commerciali<br />

per esposizioni, materiale per fiere, teatri, eventi, materiale<br />

da riparare, ecc.), 3. soggetta ad esenzione (in particolare<br />

per beni diplomatici, materiale militare, effetti personali,<br />

ecc.) , 4. contrabbando (viene considerato tale per tutte le<br />

merci che non vengono dichiarate o che vengono mosse/<br />

sottratte senza approvazione del direttore doganale, o ancora<br />

che vengono scaricate in porti non autorizzati. Attenzione:<br />

il contrabbando è punito in maniera molto severa,<br />

con detenzione).<br />

Si consiglia dunque di interpellare sempre la vostra Camera<br />

di commercio e il vostro spedizioniere di fiducia per<br />

avere tutte le informazioni del caso, e mantenere sempre<br />

un profondo rispetto verso il partner commerciale per concludere<br />

in maniera positiva una buona transazione d’affari.<br />

Per maggiori informazioni:<br />

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23 / 24 / 25, certificazioni@cci.ch


Eventi<br />

PROGRAMMA:<br />

Lunedì, 4 maggio <strong>2009</strong><br />

come FAre business in medio orienTe?<br />

Evento organizzato in quattro interessanti incontri:<br />

1.Business e aspetti culturali, giovedì, 19 febbraio <strong>2009</strong><br />

2. Aspetti doganali e problemi di spedizione, lunedì, 9 marzo <strong>2009</strong><br />

3. Finanziamento delle esportazioni, lunedì, 6 aprile <strong>2009</strong><br />

4. Exploring market opportunities in the GCC Countries, lunedì, 4 maggio <strong>2009</strong><br />

Tutti gli incontri iniziano alle ore 16.30 presso l’Hotel Parco Paradiso-Lugano<br />

Exploring market opportunities in the GCC Countries<br />

• Welcome speech<br />

Marco Passalia, Deputy Director, Head of Export Department, <strong>Ti</strong>cino Chamber of Commerce, Lugano<br />

• What’s the point of view of a Swiss Italian businessman living & working in Dubai?<br />

Peter Harradine, President Swiss Business Council Dubai and Managing Director Harradine Golf,<br />

Dubai<br />

• What impact is the global financial & economic crisis having on the GCC Countries?<br />

Wafa Hijjawi, Commercial Counsellor, Swiss Business Hub GCC, Head Office Dubai<br />

• Which sectors are booming and/or are particularly attractive for <strong>Ti</strong>cino-based companies?<br />

Larbi El Attari, Trade Officer, Swiss Business Hub GCC, Riyadh Office<br />

• Who are your reference partners in the GCC Countries?<br />

Ruedi Büchi, Senior Consultant Middle East, Osec Zurich<br />

<br />

La partecipazione è gratuita.<br />

Al termine di ogni manifestazione seguirà un networking-apéro.<br />

La manifestazione è aperta a tutti gli interessati.<br />

Ulteriori informazioni possono essere richieste alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Signora Veljkovic, Tel. +41 91 911 51 11,<br />

Fax +41 91 911 51 12, veljkovic@cci.ch, www.cciati.ch.<br />

Termine di iscrizione: 10 giorni prima dell’inizio di ogni incontro<br />

25


Formazione<br />

LE ASSICURAZIONI SOCIALI<br />

6 aprile, 5, 12 maggio, 9 giugno <strong>2009</strong>,<br />

dalle 14.00 alle 17.30, Lugano, Sala Monte Brè,<br />

presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

26 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

lA FormAzione cc-<strong>Ti</strong><br />

Presentazione<br />

Il corso prevede approfondimenti specifici della materia<br />

Destinatari<br />

Tutti gli interessati<br />

INDENNITÀ DI PERDITA DI GUADAGNO PER MILITARE<br />

E MATERNITÀ<br />

Presupposti, procedura di richiesta ed entità delle indennità<br />

militare e di maternità<br />

Data: 6 aprile <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

LA NUOVA LEGISLAZIONE SUGLI ASSEGNI FAMILIARI<br />

Prestazioni, aspetti organizzativi e finanziamento delle<br />

nuove norme federali e cantonali, in vigore dall’1 gennaio<br />

<strong>2009</strong><br />

Data: 5 maggio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

ASSICURAZIONE INFORTUNI<br />

Conoscere le persone assicurate, durata della copertura<br />

assicurativa, prestazioni e contributi<br />

Data: 12 maggio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

ASPETTI CONTRIBUTIVI DELLE ASSICURAZIONI SOCIALI<br />

Le attività dell’ufficio dei contributi dell’IAS: l’affiliazione,<br />

la fissazione dei contributi, la revisione dei datori di lavoro<br />

e l’incasso dei contributi<br />

Data: 9 giugno <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

Termine di iscrizione: 10 giorni prima dell’inizio di ogni<br />

modulo<br />

I REGOLAMENTI AZIENDALI<br />

27 aprile <strong>2009</strong>, dalle 9.00 alle 13.00<br />

Presentazione<br />

Il corso si prefigge di creare le basi per allestire diversi<br />

tipi di regolamenti, direttive e politiche aziendali. Al termine<br />

del corso ogni corsista saprà discutere, creare e<br />

predisporre i punti base dei documenti e sarà in grado di<br />

preparare in modo autonomo qualsiasi documento in riferimento<br />

alla regolamentazione aziendale. Infine saranno<br />

forniti gli elementi per predisporre le basi di un regolamento<br />

aziendale per la propria azienda<br />

Destinatari<br />

Tutti gli interessati<br />

Programma<br />

• Impostazione strutturata dei documenti<br />

• Procedere ad una raccolta di regolamentazioni<br />

• Indicazioni per la messa in pratica di alcuni tipi<br />

di direttive<br />

• L’importanza e i vantaggi di una regolamentazione<br />

Il TELEFONO… LA VOCE DELL’AZIENDA<br />

28 aprile <strong>2009</strong>, dalle 9.00 alle 17.00<br />

Presentazione<br />

Il centralino costituisce un punto di incontro fondamentale<br />

ed insostituibile fra la realtà aziendale ed il mondo esterno<br />

ed è per ciò che il personale addetto deve trasformarsi da<br />

soggetto “passivo”, inteso come mero raccoglitore di dati,<br />

a soggetto “vivo”, in grado di proporsi come filtro efficace<br />

ed autonomo tra l’impresa, i clienti potenziali ed acquisiti<br />

ed il mercato in genere. Quindi a chi gestisce quotidianamente<br />

il centralino è richiesto fiuto, tatto, sensibilità,<br />

gentilezza, pazienza e grande disponibilità. Anche quando<br />

il servizio è costituito da una serie di operazioni brevi e<br />

ripetitive, l’esito complessivo deve essere la percezione<br />

di alta qualità e nessuna impresa ne può fare a meno:<br />

cominciando dal centralino<br />

Destinatari<br />

Tutti coloro che desiderano migliorare il loro approccio<br />

con l’interlocutore telefonico


Programma<br />

• L’attività degli addetti: la gestione delle attese, il ricevimento<br />

e il passaggio delle comunicazioni, l’organizzazione<br />

del posto di lavoro<br />

• Le tecniche di ascolto efficace<br />

• Psicologia e bisogni dell’interlocutore: la diagnosi permanente<br />

• L’approccio iniziale<br />

• Il comportamento con l’interlocutore irritato e/o contestatario<br />

• La risposta e l’esattezza delle informazioni<br />

• La conclusione dell’episodio telefonico<br />

• La cortesia come arma vincente<br />

• La voce e la sua modulazione per telefonare con successo<br />

LA REDAZIONE DEI VERBALI<br />

18 maggio <strong>2009</strong>, dalle 9.00 alle 17.00<br />

Presentazione<br />

Riunioni, incontri, telefonate si concludono spesso senza<br />

un verbale o, talvolta, la redazione è affidata alla persona<br />

di grado gerarchico meno elevato, quasi fosse un fastidio<br />

che i capi desiderano evitare<br />

Perché invece, a tutti i livelli, è necessario porvi la massima<br />

attenzione?<br />

Semplicemente perché il redattore ne trae i seguenti vantaggi:<br />

• la scelta dei tempi, dei modi e della forma più congeniali;<br />

• la distribuzione alle persone e agli enti aziendali più<br />

convenienti;<br />

• l’opportunità di porre in risalto particolari argomentazioni,<br />

utili per la propria immagine e per il raggiungimento<br />

dei propri obiettivi;<br />

• l’attivazione del consenso degli altri, di solito restii alla<br />

faticosa impresa di variare i contenuti di un verbale già<br />

pronto.<br />

Destinatari<br />

Tutti coloro desiderosi di affinare le tecniche per la stesura<br />

di verbali<br />

Programma<br />

• La teoria della comunicazione scritta e le sue applicazioni<br />

pratiche<br />

• L’ascolto attivo, l’ascolto assertivo<br />

• Lo schema di redazione del verbale: proposte ed esperienze<br />

• La redazione: applicazione, errori, ottimizzazione<br />

• Esercitazioni<br />

MODELLI E CONTRATTI DI LAVORO<br />

19 maggio <strong>2009</strong>, dalle 9.00 alle 13.00<br />

Presentazione<br />

Il corso toccherà gli aspetti importanti inerenti l’allestimento<br />

dei contratti di lavoro e illustrerà le diverse tipologie<br />

di modelli di lavoro<br />

Destinatari<br />

Tutte le persone che si occupano di risorse umane : collaboratrici<br />

e collaboratori dell’ufficio risorse umane, responsabili<br />

HR di piccole, medie e grandi aziende, consulenti<br />

del personale, imprenditori, dirigenti, liberi professionisti<br />

Programma<br />

Modelli di lavoro:<br />

• I tipi di orari di lavoro<br />

• Le forme di lavoro<br />

• I diversi modelli di lavoro<br />

• Contratti di lavoro<br />

• Orario – mensile e annuale<br />

• Contratti speciali<br />

IMPOSTE ALLA FONTE: LE NUOVE DIRETTIVE<br />

IN VIGORE DALL'1.1.<strong>2009</strong><br />

26 maggio <strong>2009</strong><br />

COME VALORIZZARE LA PROPRIA IMMAGINE<br />

2 giugno <strong>2009</strong>, dalle 13.30 alle 17.30<br />

Per ulteriori informazioni: Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino,<br />

Corso Elvezia 16, 6900 Lugano, Tel. +41 91 911 51 18, corsi@cci.ch, www.cciati.ch<br />

27


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Bachelor of Arts in<br />

Scienze economiche presso<br />

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Italiana di Lugano<br />

Anno di nascita: 1984<br />

Cittadinanza: svizzera /<br />

italiana<br />

CANDIDATO<br />

Alessio Aldini<br />

Bachelor con lode in Marketing<br />

e Comunicazione (Bari),<br />

Master in Management (Lugano<br />

e San Gallo)<br />

Anno di nascita: 1984<br />

Cittadinanza: italiana<br />

CANDIDATO<br />

Federica Oldani<br />

Master of Science in Economics<br />

and International<br />

Policies presso l’Università<br />

della Svizzera Italiana in<br />

collaborazione con ASERI<br />

Alta Scuola di Economia e<br />

Relazioni Internazionali, Milano<br />

(Italia)<br />

Anno di nascita: 1986<br />

Cittadinanza: italiana<br />

CANDIDATO<br />

Signorina<br />

Master in Marketing presso<br />

Università della Svizzera<br />

Italiana.<br />

Gli studi precedenti: Università<br />

Politecnica delle<br />

Marche - Italia,<br />

Università Politecnica di<br />

Bialystok-Polonia<br />

Anno di nascita: 1985<br />

Cittadinanza: polacca<br />

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29


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

noviTà dAi pAesi del golFo<br />

Abu Dhabi: obiettivi di sviluppo fino al 2030<br />

Abu Dhabi ha obiettivi economici ambiziosi: secondo il programma di sviluppo “Economic Vision 2030”, il prodotto interno lordo<br />

sarà quintuplicato entro il 2030 e la quota parte del settore petrolifero passerà dal 56% al 36%. Abu Dhabi intende diversificarsi<br />

nei seguenti settori:<br />

• industria aereonautica: posizionarsi come centro aereonautico regionale e proporre una vasta gamma di prodotti e servizi correlati;<br />

• metallurgia: vantaggi concorrenziali collegati ai bassi costi dell’energia, buona infrastruttura industriale, trasporti moderni e costi<br />

di manodopera bassi;<br />

• industria farmaceutica: promozione della ricerca e dello sviluppo nei settori farmaceutico e delle scienze della vita;<br />

• turismo: l’Emirato intende profilarsi come metropoli culturale a livello mondiale, investendo 33 miliardi di dollari entro il 2012<br />

nella creazione dei nuovi Musei del Louvre e Guggenheim Abu Dhabi, nella costruzione di 60 nuovi alberghi e nell’ampliamento del<br />

turismo sanitario;<br />

• logistica: costruzione di nuovi porti, aeroporti, autostrade e vie ferroviarie affinché Abu Dhabi diventi una nuova piattaforma logistica<br />

regionale;<br />

• telecomunicazioni: sviluppo di un’industria dei media, in particolare la formazione di professionisti;<br />

• servizi finanziari: liberalizzazione del settore finanziario per gli operatori esteri;<br />

• energia: aumento delle capacità produttive delle raffinerie e delle installazioni petrolchimiche, sfruttamento del gas naturale.<br />

The Abu Dhabi Economic Vision 2030 su www.abudhabi.ae<br />

Golfo Persico: investimenti importanti nell’ambito della salute<br />

Nonostante la crisi mondiale, i paesi del Golfo continuano a effettuare forti investimenti, soprattutto nell’ambito della salute. Non meno<br />

di 14 miliardi di dollari saranno destinati alla costruzione di ospedali e all’acquisto di apparecchiature mediche. Il progetto più grande<br />

è nel Qatar: il Sidra Medical and Research Centre, integrato nell’Education City Doha e i cui costi di realizzazione sono preventivati<br />

in 2,3 miliardi di dollari. L’Arabia saudita ha pianificato ben 83 progetti. Gli Emirati arabi intendono costruire la Cleveland Clinic Al<br />

Suwwa Island ad Abu Dhabi e il Mohammed bir Rashid al Maktoum Academic Medical Centre (nella Dubai Healthcare City). Nemmeno<br />

il Kuwait bada a spese: prevede di sborsare 1,2 miliardi di dollari per il Jaber Al Ahmend Al Sabah Hospital.<br />

Tali progetti si trovano in diverse fasi di sviluppo e saranno finanziati con fondi pubblici, privati e congiunti.<br />

Maggiori informazioni su www.arabianbusiness.com/544098-gulf-spends-14-billion-on-healthcare-projects<br />

Attuali prospettive di mercato nell’industria edilizia in Medio Oriente: Emirati arabi uniti<br />

Il boom dell’edilizia negli Emirati arabi uniti ha subìto una fermata brusca a causa della crisi mondiale. Secondo uno studio della società<br />

di consulenza Proleads, specializzata nella penisola araba, l’attività dovrebbe restare ferma per i prossimi 18 mesi. I nuovi progetti<br />

sono stati sospesi e numerosi lavori che erano in pianificazione o all’inizio della realizzazione sono stati rimandati oppure abbandonati.<br />

Malgrado questo contesto tetro, lo studio ritiene che il settore edile negli Emirati saprà mantenersi almeno al livello dell’anno scorso<br />

se la maggior parte dei progetti iniziati saranno portati a termine.<br />

Ci si attende inoltre che i governi della regione decidano di accelerare lo sviluppo di infrastrutture pubbliche per trarre vantaggio dal<br />

calo dei prezzi nel settore, il che non compenserà tuttavia le perdite di contratti dovute al ristagno nel mercato privato.<br />

Proleads stima il volume totale dei progetti di costruzione in corso in 404 miliardi di dollari, stando a un elenco non commentato<br />

apparso a fine gennaio nella rivista economica “Emirates Business 24/7”.<br />

L’emirato meno interessato dalla crisi è Abu Dhabi, mentre Dubai ne soffre maggiormente.<br />

Proleads: “Current Market Outlook in the Middle East Construction Sector: UAE” su www.projectsandleads.com/media/uaemarketconditions<strong>2009</strong>q1.pdf<br />

Arabia Saudita: regole riguardanti la fissazione delle prove d’origine<br />

Le autorità saudite hanno ricordato in un promemoria le regole riguardanti le modalità esatte per apporre e fissare le prove d’origine<br />

sulle spedizioni di merci a destinazione dell’Arabia saudita, e hanno affermato che il non-rispetto di tali prescrizioni a partire dal 1°<br />

febbraio <strong>2009</strong> potrebbe essere severamente sanzionato. Le autorità doganali insistono affinché le prove d’origine sulle spedizioni non<br />

possano essere staccate. Le spedizioni con prove d’origine staccabili (per esempio incollate) dovranno essere munite di prove non staccabili<br />

entro due settimane, pena una multa fino a EUR 1’000 per spedizione e il rifiuto dell’importazione in caso di infrazione ripetuta.<br />

Non si tratta unicamente di apporre correttamente la prova d’origine, conviene altresì designare il paese d’origine con precisione.<br />

Citare una zona economica, come l’UE, non è sufficiente: il paese d’origine (es. Svizzera o Francia) deve essere chiaramente leggibile<br />

e manifestamente riportato sulla prova, che dovrà essere ben visibile e fissata solidamente sulle spedizioni di merce.<br />

“Labelling Country of Origin: Dealing with Goods that has Unfixed Origin Evidence” su www.osec.ch/internet/osec/de/home/export/<br />

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30 <strong>Ti</strong>cino Business


SECO: Tendenze congiunturali e previsioni per la<br />

primavera <strong>2009</strong><br />

Secondo il gruppo di esperti della Confederazione, in seguito<br />

al forte tracollo congiunturale che ha colpito l’economia<br />

mondiale, dallo scorso dicembre 2008 le previsioni<br />

economiche si sono alquanto offuscate. La recessione<br />

dovrebbe risultare sensibilmente più severa di quanto<br />

supposto finora. Per il <strong>2009</strong> il gruppo di esperti prevede<br />

una recessione della produzione del -2,2%. A condizione<br />

che nei prossimi mesi la crisi finanziaria internazionale si<br />

stabilizzi gradualmente e che una lenta ripresa si delinei<br />

nell’economia mondiale, anche l’economia svizzera potrà<br />

godere nel 2010 di una leggera crescita (+0,1%). Per<br />

quanto riguarda il mercato del lavoro ci si deve attendere,<br />

anche per il 2010, a un ulteriore peggioramento.<br />

Nella maggior parte dei paesi industriali (USA, UE, Giappone)<br />

dopo un crollo in piena regola nel quarto trimestre<br />

2008, si sta delineando un’importante regressione del<br />

PIL anche per il primo trimestre <strong>2009</strong>. Il piccolo miglioramento<br />

registrato all’inizio dell’anno per quanto riguarda<br />

le attese imprenditoriali negli USA e in Europa potrebbe<br />

per lo meno costituire un primo segnale positivo che gli<br />

indicatori precursori a poco a poco hanno raggiunto il<br />

punto più basso, rimane però da vedere se questa tendenza<br />

si protrarrà nei prossimi mesi.<br />

Il gruppo di esperti ritiene che le misure di politica economica<br />

di sostegno decise nel mondo intero (politica<br />

monetaria fortemente espansiva ed estesi programmi di<br />

politica finanziaria) stanno dispiegando un effetto positivo.<br />

Inoltre le correzioni attivate già dall’autunno 2007,<br />

e alquanto progredite, sui mercati finanziari internazionali<br />

fanno presagire una graduale contrazione della crisi<br />

finanziaria per i prossimi mesi. Con queste premesse<br />

ci si può attendere, a partire dagli Stati Uniti, una progressiva<br />

stabilizzazione della congiuntura internazionale<br />

nel secondo semestre <strong>2009</strong>. A causa di un catastrofico<br />

inizio d’anno, la prestazione dell’economia americana ed<br />

europea diminuirà comunque nel <strong>2009</strong> con una media<br />

annuale di un livello mai più visto da decenni (-2 fino a<br />

-3%), e in alcuni paesi come il Giappone sarà ancora più<br />

marcata. Nei paesi emergenti e in via di sviluppo, parimenti<br />

toccati dal rallentamento, i tassi di crescita per il<br />

<strong>2009</strong> resteranno, contrariamente ai paesi industrializzati,<br />

per la maggior parte in una fascia positiva, anche se<br />

notevolmente inferiori rispetto ai passati anni.<br />

Per il 2010 si potrà contare su una continuata tendenza<br />

a un miglioramento della congiuntura internazionale, sensibilmente<br />

sostenuta da una politica monetaria e finanziaria,<br />

anche se la convalescenza sarà comunque lenta.<br />

L’esperienza dimostra che il superamento di una recessione<br />

apparsa in seguito a una crisi immobiliare e bancaria<br />

procede più lentamente del solito, poiché i processi<br />

di adeguamento - riduzione del debito (“Deleveraging”)<br />

del settore finanziario e delle economie domestiche negli<br />

USA e negli altri paesi - possono rallentare ancora per<br />

lungo tempo la dinamica della ripresa.<br />

In Svizzera, il forte indebolimento dell’economia mondiale<br />

in atto dallo scorso autunno ha provocato un crollo<br />

delle esportazioni, e anche l’economia nazionale, nonostante<br />

la buona situazione iniziale, è stata colpita dalla<br />

recessione. La regressione del PIL nel 4° trimestre 2008<br />

(-0,3% rispetto al trimestre precedente, -0,6% rispetto<br />

all’anno precedente) è stata relativamente contenuta in<br />

confronto con altri paesi, tuttavia questa tendenza non è<br />

destinata a perdurare. Il rapido peggioramento delle indagini<br />

congiunturali degli ultimi mesi preannuncia infatti<br />

una decisa contrazione della produzione nel primo semestre<br />

del <strong>2009</strong>. Visto l’ulteriore offuscamento del quadro<br />

economico mondiale osservato dalla fine del 2008, è<br />

presumibile che nel <strong>2009</strong> anche in Svizzera il calo congiunturale<br />

sarà molto più serio di quanto ci si attendesse<br />

fino a pochi mesi fa.<br />

Impulsi particolarmente negativi giungeranno, anche nel<br />

<strong>2009</strong>, dalle esportazioni (sia di merci che di servizi) e<br />

dagli investimenti in beni d’equipaggiamento delle imprese,<br />

notoriamente caratterizzati da una forte ciclicità.<br />

La congiuntura dovrebbe ancora essere inizialmente sostenuta<br />

dai consumi privati e - nonostante i tagli - dagli<br />

investimenti nell’edilizia. Nel corso dell’anno, però, è<br />

probabile che gli effetti frenanti dell’economia esterna<br />

si ripercuoteranno in misura crescente sulla congiuntura<br />

interna perché, ad esempio, i consumi privati risentiranno<br />

del peggioramento del mercato del lavoro.<br />

Le prospettive congiunturali generali - soprattutto per<br />

quest’anno, ma anche per il prossimo - appaiono molto<br />

peggiori di quanto previsto dal gruppo di esperti nel<br />

dicembre 2008. Per il <strong>2009</strong> è attesa una diminuzione<br />

del PIL pari al -2,2% (precedentemente -0,8%). A condizione<br />

che si verifichi una graduale stabilizzazione dei<br />

mercati finanziari internazionali e della congiuntura mondiale,<br />

verso la fine dell’anno anche la congiuntura svizzera<br />

dovrebbe superare la fase critica e nel 2010 dovrebbe<br />

delinearsi una lenta ripresa trainata dalle esportazioni. In<br />

media annua, nel 2010 si dovrebbe registrare una debole<br />

crescita del PIL (+0,1%, precedentemente +1%).<br />

Comunicato stampa della SECO “Severa recessione<br />

nel <strong>2009</strong> con graduale stabilizzazione nel 2010” su<br />

www.news.admin.ch/message/?lang=it&msg-id=25915<br />

Accordo di libero scambio Svizzera-Giappone<br />

A febbraio <strong>2009</strong>, la consigliera federale Doris Leuthard<br />

e il ministro degli esteri giapponese Hirofumi Nakasone<br />

hanno firmato a Tokyo l’accordo bilaterale di libero scambio<br />

e di partenariato economico Svizzera-Giappone. In<br />

termini economici si tratta dell’accordo di libero scambio<br />

più significativo dopo quello stipulato con la Comunità<br />

europea nel 1972. La Svizzera è il primo Paese europeo<br />

ad aver firmato un tale accordo con il Giappone. L’entrata<br />

in vigore è prevista per l’anno in corso.<br />

L’accordo di libero scambio e di partenariato economico<br />

tra la Svizzera e il Giappone è molto ampio: contiene disposizioni<br />

sul commercio di merci e di servizi, il traffico<br />

transfrontaliero di persone fisiche a scopi commerciali, la<br />

realizzazione e la protezione degli investimenti, la tutela<br />

31


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

della proprietà intellettuale, il commercio elettronico e la<br />

concorrenza. In concreto, grazie a tale accordo, miglioreranno<br />

l’accesso al mercato e le condizioni quadro per gli<br />

esportatori svizzeri, gli investitori e i prestatori di servizio.<br />

In seguito all’entrata in vigore dell’accordo gli esportatori<br />

svizzeri potranno contare su risparmi doganali fino a circa<br />

100 milioni di franchi all’anno. Le entrate doganali della<br />

Svizzera si ridurranno presumibilmente di circa 12 milioni<br />

di franchi.<br />

Il Giappone, la seconda economia al mondo in ordine di<br />

grandezza, costituisce per la Svizzera uno dei principali<br />

mercati esteri nonché il maggiore partner commerciale<br />

in Asia. Nel 2008 le esportazioni svizzere in Giappone<br />

sono ammontate a 7,1 miliardi di franchi, le importazioni<br />

dal Giappone a 4,1 miliardi di franchi. La Svizzera è un<br />

importante investitore in Giappone: secondo la Banca<br />

nazionale svizzera, alla fine del 2007 il capitale derivante<br />

dagli investimenti diretti svizzeri in Giappone ammontava<br />

all’incirca a 12 miliardi di franchi. Con una quota del<br />

2,9% di tutti gli investimenti diretti stranieri, la Svizzera<br />

si piazza all’ottavo posto tra gli investitori in Giappone.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale dell’economia<br />

su www.news.admin.ch/message/?lang=it&msgid=25422<br />

Testo dell’accordo su www.seco.admin.ch/themen/00513/02655/02731/02970/index.html?lang=it<br />

Svizzera e Cina rafforzano la loro collaborazione in<br />

materia ambientale<br />

La Svizzera e la Cina hanno firmato il 26 febbraio <strong>2009</strong><br />

un memorandum per rafforzare la cooperazione tecnica<br />

nel campo della tecnologia ambientale.<br />

La collaborazione tra i due paesi si collega alle esperienze<br />

positive fatte finora in materia di clima e di politica<br />

commerciale. La SECO ha contribuito a elaborare in Cina<br />

una strategia nazionale per lo smaltimento dei rifiuti, che<br />

promuova un riciclaggio razionale di apparecchi elettrici<br />

in modo economico ed ecologico, e ha elaborato un programma<br />

di riduzione dell’eco bilancio negativo.<br />

Si intende ora potenziare in modo mirato lo scambio<br />

tecnologico-ambientale a livello imprenditoriale. Sarà<br />

pertanto costituito un gruppo di lavoro misto che esaminerà<br />

il potenziale di cooperazione in campi quali il<br />

trasferimento di tecnologie, l’efficienza energetica e le<br />

energie rinnovabili, nonché l’efficienza delle risorse, con<br />

proposte concrete di cooperazione.<br />

Comunicato stampa della SECO e del Dipartimento<br />

federale dell’economia: “Collaborazione più intensa della<br />

Svizzera con la Cina in materia ambientale” su www.news.<br />

admin.ch/message/index.html?lang=it&msg-id=25551<br />

Cina: revisione della legge sui brevetti<br />

La revisione della legge sui brevetti è stata approvata in<br />

Cina alla fine del 2008. Entrerà in vigore il 1° ottobre<br />

<strong>2009</strong>.<br />

I cambiamenti sono prevalentemente di natura tecnica.<br />

Tale revisione rappresenta tuttavia un ulteriore passo<br />

verso un inasprimento della protezione della proprietà<br />

intellettuale in Cina.<br />

32 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Le novità principali sono:<br />

• la soppressione dell’obbligo di domanda iniziale: le<br />

domande di brevetto per invenzioni fatte in Cina non<br />

dovranno più essere depositate prima a livello nazionale.<br />

Tuttavia, prima di poter depositare tali domande<br />

all’estero, le invenzioni dovranno essere sottoposte a<br />

verifiche riguardo alla sicurezza da parte della divisione<br />

dei brevetti del Consiglio di Stato. Il grado di sviluppo<br />

sul suolo cinese a partire da cui l’invenzione sottostà<br />

alle disposizioni brevettuali cinesi rimane ancora vago.<br />

• allentamento dell’obbligo di registrazione: per procedere<br />

alla registrazione è ora possibile rivolgersi a qualsiasi<br />

mandatario brevettuale autorizzato in Cina.<br />

• introduzione di un obbligo di novità assoluta: finora la<br />

nozione di novità era relativa. Per essere considerata<br />

inesistente, occorreva che una domanda di brevetto<br />

fosse già stata depositata in Cina o all’estero oppure<br />

che l’invenzione fosse già in uso in Cina.<br />

China Observer: “China: Patentgesetz neu gefasst” su www.<br />

china-observer.de/index.php?entry=entry090202-044221<br />

Industria eolica mondiale: gli Stati Uniti e la Cina in<br />

testa<br />

Le capacità di produzione dell’energia eolica sono state<br />

aumentate del 30% l’anno scorso, per raggiungere un<br />

totale di 121’000 megawatt.<br />

Secondo uno studio del Global Wind Energy Council, l’incremento<br />

maggiore delle capacità di produzione è stato<br />

raggiunto in Cina e negli Stati Uniti. Gli Stati Uniti si piazzano<br />

pertanto per la prima volta in testa alla classifica dei<br />

paesi produttori di energia eolica (25’000 MW), appena<br />

prima della Germania (24’000 MW), che dominava la classifica<br />

finora. Tuttavia, è la Cina che presenta il maggiore<br />

potenziale di crescita in materia: nel 2008, tale paese ha<br />

raddoppiato la sua produzione, portandola a 12’000 MW.<br />

Global Wind Energy Council: “US and China in race to<br />

the top of global wind industry” su www.gwec.net/index.<br />

php?id=30&no_cache=1&tx_ttnews[tt_news]=177&tx_<br />

ttnews[backPid]=4&cHash=04fdc8c00a<br />

Stati Uniti: strategia doganale e commerciale fino<br />

all’anno 2013<br />

Le autorità doganali statunitensi (Customs and Border<br />

Protection, CBP) hanno presentato recentemente la loro<br />

strategia doganale per il periodo <strong>2009</strong>-2013.<br />

Nella sua “Trade Strategy”, la CBP si adopera per trovare<br />

un equilibrio tra le esigenze di natura commerciale e quelle<br />

della sicurezza. La prevenzione di attentati terroristici non<br />

figura più tra le priorità. La CBP ritiene essenziale proteggere<br />

la popolazione contro i prodotti difettosi e nocivi<br />

per la salute e permettere uno sdoganamento il più rapido<br />

e favorevole possibile. Le autorità tendono verso uno<br />

sdoganamento senza inutili burocrazie, di facile e rapida<br />

applicazione; tanto più che le importazioni verso gli Stati<br />

Uniti sono aumentate notevolmente negli ultimi anni e che<br />

secondo gli esperti dovrebbero triplicare fino al 2013.<br />

“Trade Strategy» della CBP” su www.cbp.gov/linkhandler/cgov/trade/trade_outreach/trade_strategy/cbp_trade_strategy.ctt/cbp_trade_strategy.pdf


Estensione della Convenzione di Lugano ai nuovi<br />

Stati membri dell’UE<br />

Il campo di applicazione della Convenzione comprenderà<br />

i nuovi Stati membri dell’Unione europea. Secondo il Dipartimento<br />

federale di giustizia e polizia (DFGP), la nuova<br />

convenzione e i relativi adattamenti legislativi entreranno<br />

in vigore al più presto il 1° gennaio 2011.<br />

La Convenzione di Lugano regola la competenza giurisdizionale<br />

tra gli Stati contraenti e garantisce che le decisioni<br />

emanate in uno Stato siano riconosciute ed eseguite<br />

anche negli altri Stati contraenti.<br />

In seguito all’estensione del campo di applicazione di tale<br />

Convenzione agli 11 nuovi Stati membri dell’UE, le imprese<br />

e i consumatori svizzeri beneficeranno di una maggiore<br />

sicurezza giuridica per il commercio transfrontaliero<br />

nell’UE. La Convenzione di Lugano riveduta migliora l’efficienza<br />

delle procedure di reciproco riconoscimento ed<br />

esecuzione in materia civile e commerciale; comprende<br />

inoltre nuove disposizioni che tengono conto degli ultimi<br />

sviluppi nel commercio elettronico.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale di giustizia<br />

e polizia (DFGP) su www.news.admin.ch/message/<br />

index.html?lang=it&msg-id=25386<br />

Ufficio federale di giustizia: la Convenzione di Lugano<br />

su www.bj.admin.ch/bj/it/home/themen/wirtschaft/internationales_privatrecht/lugano_uebereinkommen.html<br />

Turchia: obbligo di registrazione per importare tessili<br />

Dal 1° febbraio <strong>2009</strong>, è diventata obbligatoria la registrazione<br />

per importare tessili in Turchia.<br />

Questa nuova norma costituisce uno strumento supplementare<br />

per ottimizzare il controllo delle importazioni di<br />

tessili, che è diventato obbligatorio dopo la soppressione<br />

delle quote imposte sulle importazioni cinesi.<br />

Questa prescrizione riguarda anche le aziende svizzere,<br />

nonostante i due paesi abbiano sottoscritto un accordo di<br />

libero scambio: ogni cliente deve d’ora innanzi compilare<br />

un formulario di registrazione che richiede la legalizzazione<br />

in Svizzera da parte della camera di commercio<br />

competente e di una rappresentanza turca (ambasciata<br />

o consolato). Riassumendo, non si tratta di registrare tutte<br />

le importazioni di merci, ma unicamente la clientela.<br />

La registrazione sarà presumibilmente da rinnovare ogni<br />

anno.<br />

Si può partire dall’idea che negli Stati membri dell’UE,<br />

le aziende non saranno sottoposte a tale obbligo di registrazione<br />

in considerazione dell’unione doganale con la<br />

Turchia.<br />

“Communiqué on Registration of Textile and Apparel<br />

Imports” su www.osec.ch/internet/osec/de/home/export/<br />

countries/tr/export/customs.-RelatedBoxSlot-68875-<br />

ItemList-87863-File.File.pdf/CommuniqueRegistration-<br />

TextileApparelImports.pdf<br />

Ucraina: aumento provvisorio dei dazi doganali<br />

L’Ucraina intende risanare la propria bilancia dei pagamenti<br />

aumentando provvisoriamente i dazi doganali su<br />

alcuni prodotti d’importazione.<br />

L’aumento di 13% è entrato in vigore il 6 marzo <strong>2009</strong><br />

e lo rimarrà per sei mesi. Il governo si riserva il diritto<br />

di prolungarne la validità per altri sei mesi se le finanze<br />

del paese lo richiedessero. L’aumento dei dazi doganali<br />

riguarda tra gli altri i seguenti prodotti:<br />

• diversi prodotti di origine animale (carne, frutti di mare<br />

ecc.);<br />

• mele e pere;<br />

• zucchero e prodotti affini;<br />

• diverse bibite alcoliche (vini, liquori);<br />

• carbone fossile;<br />

• articoli di pelletteria e di pellicceria;<br />

• tappeti e altri rivestimenti del pavimento;<br />

• tessili e scarpe;<br />

• materiale isolante;<br />

• pietre, lastre, solette e altri articoli in ceramica;<br />

• ghisa grezza;<br />

• stufe per la cucina;<br />

• reattori nucleari;<br />

• compressori di gas, pompe e ventilatori;<br />

• frigoriferi e congelatori;<br />

• motori e generatori elettrici;<br />

• riscaldamenti e caldaie;<br />

• veicoli motorizzati per più di 10 persone;<br />

• automobili;<br />

• autocarri pesanti.<br />

Agribusiness: “Review of draft laws Ukraine” (1. Adopted<br />

Laws. Law of Ukraine on the State Budget for the year<br />

<strong>2009</strong>; No 835 of 26/12/2008, in particolare gli ultimi<br />

tre paragrafi) su www.agribusiness.kiev.ua/uk/analytics/1232527639/<br />

Transparency International: Indice di corruzione dei<br />

paesi esportatori 2008<br />

Secondo l’indice di corruzione dei paesi esportatori ICPE<br />

(o “Bribe Payers Index BPI”) pubblicato recentemente<br />

da Transparency International, il versamento di tangenti<br />

all’estero da parte delle aziende dei paesi emergenti sembra<br />

essere una prassi corrente.<br />

L’indice passa in rassegna 22 paesi. In fondo alla classifica<br />

si trova la Russia, le cui aziende risultano le più<br />

inclini a versare tangenti all’estero, appena dopo la Cina,<br />

il Messico, l’India e il Brasile.<br />

Belgio e Canada condividono il primo posto dell’ICPE<br />

2008 mentre Paesi Bassi e Svizzera risultano terzi exæquo.<br />

Comunicato di Transparency International: Rapporto<br />

TI: “Les entreprises des puissances économiques émergentes<br />

affichent de hauts niveaux de corruption à l’étranger.”<br />

su www.transparency.ch/fr/publikationen/les_indices_de_TI/index.php?navid=31<br />

Osec<br />

Corso Elvezia 16<br />

Casella postale 5399 - CH-6901 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 35/37<br />

Fax +41 91 911 51 39<br />

info.lugano@osec.ch<br />

www.osec.ch<br />

33


Commercio estero<br />

di Marco Passalia, Responsabile Servizio Export <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

A zurigo il secondo swiss – sub-sAhArAn AFricAn TrAde & invesTmenT exchAnge: bringing<br />

TogeTher swiss & AFricAn business<br />

Il secondo Swiss – Sub-Saharan African Trade & Investment Exchange: Bringing Together Swiss & African Business, si terrà il prossimo<br />

21 e 22 aprile <strong>2009</strong> a Zurigo, presso il World Trade Center in Leutschenbachstrasse 95.<br />

Lo scopo è quello di creare un evento che funga da capofila e meeting annuale di riferimento dove aziende e persone d’affari svizzere e<br />

dell’area africana Sub-Sahariana possano incontrarsi per discutere insieme di relazioni d’affari.<br />

Quest’evento non è una conferenza, bensì uno scambio ed un’opportunità per le imprese svizzere di esplorare nuove possibilità di business<br />

con aziende africane, che offrono attività nel commercio e negli investimenti in una vasta gamma di settori.<br />

Il programma prevede:<br />

• 21 aprile <strong>2009</strong>: giornata con incontri, speeches, presentazioni di progetti e relatori di spicco<br />

I partecipanti potranno fissare degli appuntamenti one-to-one con i presentatori e con i partecipanti stranieri per approfondire vari<br />

aspetti<br />

• 22 aprile <strong>2009</strong>: giornata di inconti one-to-one tra i partecipanti (già fissati il 21.4.09)<br />

La tassa di partecipazione per persona è di franchi 170.— per i due giorni. Per i soci <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> è prevista una riduzione di prezzo di franchi<br />

40.—, dunque il prezzo ammonta a franchi 130.—. Per favore indicare sul formulario d’iscrizione la vostra affiliazione alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> per<br />

ottenere lo sconto.<br />

Organizzato da rainbow unlimited gmbh con Osec, SwissCham Southern Africa, Ambasciata del Sudafrica in Svizzera e Istituto Tropicale<br />

Svizzero di Basilea.<br />

Tutto il materiale informativo è visionabile sul sito della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> all’indirizzo www.cciati.ch, dove trovate pure il formulario d’iscrizione.<br />

Per qualsiasi domanda potete contattare i Signori Michael Rheinegger o Thomas Seghezzi<br />

Tel. +41 31 534 47 14, info@rainbow-unlimited.com<br />

34 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

diFFicolTà nel commercio<br />

e nei rAppor<strong>Ti</strong> con lA libiA<br />

I fatti<br />

Lo scorso luglio Hannibal Gheddafi, figlio di Muammar Gheddafi, fu<br />

arrestato assieme alla consorte a causa di una denuncia per maltrattamenti<br />

nei confronti degli inservienti della coppia. L’arresto dei due<br />

coniugi da parte della polizia ginevrina non passò inosservato in Libia.<br />

In effetti, nonostante il rilascio della coppia ed il conseguente ritiro<br />

della denuncia da parte dei maltrattati, le reazioni libiche - più o meno<br />

ufficiali - nei confronti della Svizzera furono immediate: dal blocco<br />

dei collegamenti aerei alla sospensione della fornitura di petrolio, dal<br />

fermo di cittadini elvetici alla cessazione delle relazioni commerciali<br />

fino ad altre ripercussioni.<br />

Le relazioni commerciali: quali conseguenze per le<br />

aziende esportatrici elvetiche<br />

Tra la Svizzera e la Libia non esiste un accordo di carattere commerciale.<br />

Inoltre, Tripoli non ha nemmeno mai sottoscritto gli accordi coperti<br />

dal cappello dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, perciò non<br />

essendo membro dell’OMC non è applicabile alcun principio di non<br />

discriminazione sancito negli accordi GATT.<br />

I casi concreti affrontati negli ultimi mesi di crisi diplomatica tra i due<br />

Paesi c’insegnano che nei rapporti commerciali con la Libia occorre<br />

fare attenzione ai seguenti aspetti:<br />

• se l’origine della merce è svizzera, questa non viene sdoganata all’importazione<br />

in Libia. Inoltre, come già detto, l’ambasciata libica a<br />

Berna si rifiuta di legalizzare i certificati d’origine. Si tenga presente<br />

che alcune aziende sono comunque riuscite ad esportare in Libia<br />

senza quest’ulteriore legalizzazione.<br />

• Il fatto che come esportatore risulti un’azienda svizzera è un’ulteriore<br />

elemento discriminatorio. Molti hanno aggirato la problematica<br />

passando da un intermediario estero oppure da una consorella di un<br />

Paese terzo. Tuttavia, se l’origine è svizzera il problema allo sdoganamento<br />

permane.<br />

• Eccezioni: vi sono operatori svizzeri che indipendentemente dall’origine<br />

della merce sono riusciti a sdoganare in Libia senza problemi.<br />

ARTICOLO AGGIORNATO AL 27.03.<strong>2009</strong><br />

In questi casi, risulta molto importante la tipologia del cliente e la<br />

sua influenza nel contesto libico. Inoltre, chi non ha problemi particolari<br />

ad esportare in Libia, spesso e volentieri fa riferimento ad una<br />

persona residente nel Paese.<br />

• Seppur ovvio, è importante ricordare di fare attenzione a mandare un<br />

proprio dipendente di cittadinanza svizzera in Libia. Infatti, vi sono<br />

casi concreti di cittadini svizzeri bloccati in questo Paese. A questo<br />

proposito, è fortemente consigliato di rivolgersi al Dipartimento Federale<br />

degli Affari Esteri – DFAE.<br />

Particolarità relative ai documenti commerciali<br />

Basandosi sul principio che sono i clienti e non le normative del Paese<br />

in questione a determinare le richieste particolari relative ai documenti<br />

commerciali, è opportuno riprendere alcuni punti importanti:<br />

• nella fattura commerciale occorre tenere presente la dichiarazione<br />

(firmata dall’esportatore) concernente Israele, ovvero “We herewith<br />

certify that the goods are neither of Israeli origin nor do they contain<br />

Israeli materials”. Naturalmente, questa dichiarazione deve essere<br />

inserita sul retro della fattura nel caso in cui la stessa dovesse essere<br />

legalizzata dalla Camera di commercio.<br />

• Il certificato d’origine rilasciato dalla Camera di commercio competente<br />

di solito viene fatto legalizzare dal Consolato libico e spesso<br />

anche dalla Camera di commercio arabo-svizzera. Anche per il certificato<br />

d’origine spesso è richiesta la dichiarazione di merce non israeliana<br />

ed anche in questo caso la dichiarazione firmata dev’essere<br />

scritta sul retro del certificato.<br />

Protezione degli investimenti svizzeri in Libia<br />

La Svizzera non ha alcun accordo commerciale con la Libia, tuttavia<br />

esiste un accordo che obbliga le parti a proteggere sul proprio territorio<br />

determinati investimenti degli investitori dell’altro Stato contraente.<br />

L’Accordo tra la Confederazione svizzera e la Libia sulla promozione e<br />

la protezione reciproca degli investimenti dell'8 dicembre 2003 (RS<br />

0.975.249.8) si applica dunque non a tutte le transazioni commerciali,<br />

bensì a quelle attività correlate ad un investimento in Libia.


Fiere internazionali<br />

International Forum ATOMEXPO <strong>2009</strong><br />

Mosca, 26 – 28 maggio <strong>2009</strong><br />

Il gruppo atomico russo Rosatom invita a partecipare a fine maggio<br />

al Forum internazionale sull’energia atomica ATOMEXPO <strong>2009</strong>. Punto<br />

focale del Forum sarà la parte dedicata all’attuale sviluppo nell’ambito<br />

dell’energia atomica, dalle strategie imprenditoriali alla costruzione e al<br />

funzionamento di impianti di energia atomica fino ai nuovi procedimenti<br />

per l’arricchimento dell’uranio. In concomitanza con il congresso si terrà<br />

un’esposizione, che permetterà alle imprese di presentare i propri prodotti<br />

e servizi nell’ambito della produzione, della distribuzione e dello<br />

sfruttamento dell’energia atomica.<br />

Informazioni su ATOMEXPO <strong>2009</strong>:<br />

http://atomexpo.ru/ru/exhibition/exhibitions_<strong>2009</strong>_filestorage/index.php?from8=4&id8=1289&i8=36<br />

BioJapan <strong>2009</strong><br />

Tokyo, 7 – 9 ottobre <strong>2009</strong><br />

In Giappone, le cure primarie, la medicina personalizzata e la prevenzione sono ambiti in pieno sviluppo che presentano<br />

nuove opportunità d’affari quali l’alimentazione funzionale.<br />

L’ultimo vertice G8 a Toyako, sull’isola di Hokkaido, ha deciso di incoraggiare l’uso di materie plastiche in biomassa e<br />

di biocarburanti.<br />

La fiera BioJapan si tiene ogni anno, con seminari e congressi organizzati contestualmente. Si tratta di un punto d’incontro<br />

importante per i principali attori nell’ambito delle biotecnologie e per le multinazionali della farmaceutica, medicina,<br />

chimica e dell’ambiente.<br />

Osec vi allestirà, in collaborazione con Swiss Biotech e con Swiss Business Hub Japan, uno “SWISS Pavilion”. Non<br />

perdete quest’occasione unica!<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

www.swissbiotech.org<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”:<br />

www.osec.ch/internet/osec/fr/home/export/trade_fairs_events/trade_fairs_abroad/bio_japan_<strong>2009</strong>.html<br />

Blickfang Wien<br />

Vienna, 16 – 18 ottobre <strong>2009</strong><br />

La fiera del design Blickfang è un centro d’acquisti per consumatori finali interessati al design e un evento clou per i<br />

visitatori del ramo. Marchi emergenti del design nei settori del mobile, della moda e della gioielleria presentano e vendono<br />

i loro prodotti ad un pubblico interessato e facoltoso. Il visitatore può entrare in contatto diretto con i designer e<br />

può acquistare un pezzo ambito direttamente alla fiera. Il designer vi può verificare se le sue idee sono apprezzate dai<br />

clienti e fare conoscenze importanti con gli addetti al lavoro per un successo durevole nel futuro. Grazie anche ad un<br />

ampio programma quadro che comprende spots, servizi per la custodia dei bambini, mostre speciali, conferimento di<br />

premi e special corner, Blickfang è diventato un punto d’incontro dei designer. Nel 2008, vi sono stati 140 espositori<br />

su una superficie di 3’500 m2 e 12’100 visitatori.<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

www.blickfang.com<br />

Cosmoprof Asia <strong>2009</strong><br />

Hong Kong, 11 – 13 novembre <strong>2009</strong><br />

Cosmoprof Asia è l’appuntamento annuale chiave del mondo della bellezza in Asia e aprirà le sue porte per la 14a edizione,<br />

promettendo di attirare i principali decision maker e rivenditori nel settore cosmetico. Questo salone professionale<br />

ha richiamato nell’edizione 2008 oltre 1’357 espositori su una superficie di 50’300 m2 e 39’467 visitatori provenienti<br />

da 103 paesi del mondo.<br />

Il settore della cosmetica conosce una crescita senza pari: l’istituto per ricerche di mercato Euromonitor prevede una<br />

crescita mondiale media del 5,2% fino al 2010. Il volume attuale del ramo ammonta già a 250 miliardi di franchi (prezzi<br />

dei produttori). I prodotti più richiesti sono gli articoli per la cura della pelle ed i cosmetici sviluppati secondo le più<br />

attuali conoscenze mediche e dermatologiche.<br />

In collaborazione con l’Associazione svizzera dei cosmetici e detergenti SKW/SCD e con il Consolato generale di Svizzera<br />

a Hong Kong, l’Osec vi allestirà uno “SWISS Pavilion”.<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

www.cosmoprof.com<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”:<br />

www.osec.ch/internet/osec/fr/home/export/trade_fairs_events/trade_fairs_abroad/cosmoprof_asia_<strong>2009</strong>.html<br />

inFormAzioni sugli “swiss pAvilion”: www.osec.ch/FAirs<br />

“SWISS Pavilion” al Cosmoprof Bologna nel 2008<br />

35


Vita dei Soci<br />

il grAniTo FrA TrAdizione<br />

e moderniTà<br />

Dagli anni ’60, la Giannini Graniti si dedica alla lavorazione<br />

del granito sviluppando così una competenza tecnologica<br />

sempre più sofisticata. Questa però va di pari passo con un<br />

autentico amore per le mille peculiarità naturali, e perciò<br />

irripetibili, della materia: dalle più improbabili variazioni di<br />

tonalità, alle infinite suggestioni disegnate dalle venature.<br />

Il settore della pietra naturale ha subìto in questi ultimi decenni<br />

una metamorfosi tale da poterlo annoverare fra quelli<br />

di maggior consistenza, vuoi dal profilo della meccanizzazione,<br />

vuoi su quello della varietà di produzione.<br />

L’organizzazione produttiva della GIANNINI GRANITI consente<br />

di evadere in breve tempo qualunque ordine con qualsiasi<br />

tipo di lavorazione. L’azienda si è dotata, da diverso<br />

tempo, di macchine a controllo numerico computerizzate<br />

che, affiancandosi alla tradizionale lavorazione manuale dei<br />

loro abili artigiani, le consente di realizzare le sempre più<br />

complesse soluzioni architettoniche che i progettisti richiedono.<br />

La ditta, prima nel suo ramo, ha ottenuto nel 2000 la certificazione<br />

ISO 9001 e dispone quindi di un sistema di gestione<br />

per la qualità, pensato per gestire i processi aziendali affinché<br />

gli stessi siano indirizzati al miglioramento in efficacia<br />

ed efficienza dell’organizzazione oltre che alla soddisfazione<br />

del cliente.<br />

La GIANNINI GRANITI ha inoltre ottenuto, sempre quale<br />

prima ditta del settore, il MARCHIO TICINO che attesta la<br />

provenienza e la lavorazione locale del prodotto e recentemente<br />

la certificazione ISO 14001; dispone quindi di un<br />

sistema atto a controllare gli impatti ambientali delle proprie<br />

attività e a perseguire il miglioramento costante delle proprie<br />

prestazioni ambientali riducendo il consumo energetico.<br />

La sfida per il futuro si gioca, oggi più che mai, sulla qualità<br />

del prodotto e sull’esigenza di personale qualificato. La<br />

GIANNINI GRANITI presenta una nuova immagine di una<br />

professione che è del tutto diversa da quella che i più ritengono<br />

di conoscere. Le nuove tecnologie, i sofisticati mezzi di<br />

laboratorio, la prevenzione infortunistica hanno letteralmente<br />

cancellato quelle che ne erano le caratteristiche. Ne esce<br />

un ritratto accattivante, in cui la tradizione si accompagna<br />

alla modernità, all’estro e alla creatività per modellare una<br />

materia che diventa viva.<br />

La GIANNINI GRANITI di LODRINO, grazie al dinamismo<br />

della famiglia GIANNINI è stata, e sicuramente lo sarà anche<br />

in futuro, una ditta sempre rivolta al domani.


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

Monica Emmenegger<br />

l’elegAnzA A·pennello: business<br />

shirTs For lAdies And genTlemen<br />

Unicità ed raffinatezza nelle camicie cucite in modo sartoriale<br />

artigianale e create su misura<br />

L’eleganza su misura si chiama a·pennello.<br />

Per valorizzare la vostra unicità basta<br />

regalarsi una camicia su misura che vi veste<br />

alla perfezione<br />

LA PERSONALIZZAZIONE DEL CAPO<br />

Una camicia su misura, grazie al taglio personalizzato, conferisce<br />

grande libertà di movimento perché è cucita direttamente<br />

secondo le vostre necessità, i vostri desideri ed il<br />

vostro corpo. Non siamo tutti uguali, proprio per questo la<br />

versatilità con cui le vostre misure saranno valorizzate da<br />

un taglio personalizzato, che vi conferirà grande libertà di<br />

movimento. Vi farà sentire a vostro agio in quanto sapete<br />

che il vostro corpo viene messo in risalto per le sue potenzialità,<br />

e ne vengono camuffati e celati i difetti, potrete<br />

così affrontare ogni situazione con la massima disinvoltura.<br />

Filati sottili e pregiati, oltre 14 tessuti a disposizione per<br />

le camicie modello donna e ben 20 per l’uomo, 10 diversi<br />

modelli di taglio (5 per donna e 5 per uomo) dai quali partire.<br />

Tutti i modelli sono per camicie eleganti e classiche.<br />

a·pennello non produce camicie sportive o di seta, il tessuto<br />

utilizzato è sempre cotone di alta qualità. Il valore della<br />

camicia su misura è quello che veste alla perfezione sia a<br />

livello di collo, che di vita, e la lunghezza delle maniche<br />

sarà esattamente quella desiderata.<br />

Sarete voi i creatori della vostra eleganza, scegliendo il tessuto<br />

e personalizzando il capo con il vostro monogramma o<br />

le vostre iniziali. Sarete consigliati di persona, anche direttamente<br />

sul vostro posto di lavoro. Per non perdere tempo<br />

a fare shopping in città, considerando che il tempo è denaro,<br />

soprattutto per dirigenti e managers, un consulente<br />

a·pennello vi contatterà per fissare un appuntamento dove<br />

meglio ritenete sia il luogo più adatto, sia un ufficio che<br />

al vostro domicilio. Le camicie vi saranno poi consegnate<br />

dopo circa 3-4 settimane, direttamente dove indicato.<br />

Le camicie sono realizzate da due atelier sartoriali specializzati.<br />

Il cliente a·pennello è un dirigente o un imprenditore che<br />

ha poco tempo da dedicare allo shopping, e apprezza un<br />

servizio su misura. Si tratta di una clientela senza preclusioni<br />

d’età, sicuramente benestante, individualista, che<br />

apprezza i bei capi di alta sartoria personalizzati per distinguersi<br />

con un tocco di classe in più. L’azienda è a disposizione<br />

anche per le PMI che necessitano camicie in blocco<br />

per divise aziendali (per fiere ed esposizioni ad esempio).<br />

LA SOCIETÀ<br />

Attiva in Svizzera da un anno, in <strong>Ti</strong>cino e a Zurigo, e presto<br />

anche in Svizzera francese, a·pennello è una piccola realtà<br />

aziendale fondata da Monica Emmenegger, che sta riscuotendo<br />

un ottimo successo su tutto il territorio.<br />

La Signora Emmenegger ha una solida esperienza professionale<br />

alle spalle, dopo aver intrapreso gli studi in pedagogia,<br />

e dopo varie specializzazioni in marketing, entra in<br />

Datamars SA per 20 anni, dove ricopre il ruolo di Head of<br />

Animal ID, è membro della direzione e tutt’ora azionista<br />

della società. Nel 2008 intraprende una nuova sfida professionale<br />

quale indipendente, fondando a·pennello Sagl.<br />

COME E DOVE ACQUISTARE I CAPI?<br />

È possibile acquistare le camicie a·pennello in un piccolo<br />

corner di vendita presso il negozio “Doppio Spazio” in via<br />

Cattedrale a Lugano, e nello shop online www.mymarket.<br />

ch/apennello; oppure prendendo direttamente contatto<br />

con la sede dell’azienda in Via Lugano 13 (presso il World<br />

Trade Center) ad Agno. In tutti i casi, dopo aver lasciato<br />

i propri dati, verrete contatti direttamente per un appuntamento.<br />

a·pennello sarà anche presente alla fiera “Vita più” dedicata<br />

agli over 50, che si terrà nel prossimo mese di giugno<br />

presso il Padiglione Conza a Lugano (dal 4 al 7 giugno<br />

<strong>2009</strong>), con uno stand.<br />

a·pennello Sagl<br />

Via Lugano 13, World Trade Center, 6982 Agno<br />

Tel. +41 91 996 21 58<br />

info@apennello.ch<br />

www.apennello.ch<br />

37


Vita dei Soci<br />

Comunicato stampa<br />

L’azienda ticinese domiciliata a Sant’Antonino chiude il<br />

75° anno di attività con un bilancio molto positivo in tutti<br />

i suoi settori d’attività.<br />

Il risultato, sostenuto da una situazione di mercato favorevole<br />

(propensione al consumo e sviluppo del turismo<br />

degli acquisti), è frutto dei miglioramenti operati nel corso<br />

degli ultimi anni sull’ampia gamma di beni e servizi<br />

offerti dalla cooperativa.<br />

Questi sono stati molto apprezzati dalla clientela, hanno<br />

permesso di accrescere le parti di mercato e quindi la<br />

cifra d’affari al valore record di 585 milioni di franchi<br />

(in aumento di 37,8 milioni di franchi, rispettivamente<br />

del 6,9% rispetto al 2007) e di raddoppiare l’utile netto<br />

aziendale, che ha raggiunto i 3,6 milioni di franchi.<br />

Alla crescita delle attività commerciali hanno in particolare<br />

contribuito le linee di prodotto più profilate (Anna’s<br />

Best, Actilife, Heidi, Léger, Sélection, Bio, ecc.), tra le<br />

quali figura pure l’assortimento di prodotti ticinesi promossi<br />

dalla cooperativa con il label “I Nostrani del <strong>Ti</strong>cino”,<br />

che nel 2008 ha realizzato una cifra d’affari di 19<br />

milioni di franchi, in aumento dell’11% rispetto all’anno<br />

precedente.<br />

Molto soddisfacente pure l’andamento delle attività nel<br />

campo della formazione degli adulti (Scuola Club) e<br />

dell’editoria (settimanale di informazione e cultura Azione):<br />

le frequenze (300'000 ore) e il numero di lettori<br />

(113'000) sono infatti stati mantenuti ad alto livello.<br />

Anche nel 2008, la cooperativa è quindi riuscita a dare<br />

un contributo importante alla vita sociale, economica e<br />

culturale del cantone, assicurando 1’430 posti di lavoro a<br />

tempo pieno (con retribuzioni migliorate del 2% nel 2008<br />

e del 3% nel <strong>2009</strong>), acquistando merci e servizi nel<br />

cantone per un montante di 204 milioni, sovvenzionando<br />

per un valore totale di 2,8 milioni di franchi la formazione<br />

degli adulti (Scuola Club) e un centinaio di manifestazioni<br />

culturali frequentate da ca. 80'000 spettatori (Percento<br />

culturale) e distribuendo gratuitamente a 100'000 fuochi<br />

il settimanale Azione.<br />

A fine 2008, constatati i buoni risultati finanziari<br />

dell’azienda e in considerazione del ruolo determinante<br />

giocato dai collaboratori nel loro raggiungimento, la cooperativa<br />

ha deciso di distribuire una parte dei profitti ai<br />

38 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

2008 un’AnnATA record<br />

per migros <strong>Ti</strong>cino<br />

Cooperativa Migros <strong>Ti</strong>cino<br />

propri collaboratori, attribuendo loro un premio straordinario<br />

del valore di 500 franchi.<br />

La situazione di mercato futura si preannuncia difficile,<br />

con una congiuntura in flessione e l’apertura di più<br />

di venti nuovi negozi da parte della nuova concorrenza<br />

straniera.<br />

La cooperativa si prepara già da tempo a questi sviluppi<br />

migliorando ulteriormente l’offerta, l’efficienza della sua<br />

organizzazione, investendo nella formazione dei propri<br />

collaboratori e nelle proprie infrastrutture .<br />

Nel periodo <strong>2009</strong>-2011 sono infatti previsti investimenti<br />

per 65 milioni di franchi: oltre all’apertura del nuovo Outlet<br />

a Bellinzona nella seconda settimana di marzo <strong>2009</strong>,<br />

ai lavori per la ristrutturazione del supermercato di Locarno,<br />

per la realizzazione di un mercato specializzato in<br />

mobili (Micasa) e uno in articoli sportivi (SportXX) a S.<br />

Antonino avviati nel mese di febbraio, nei prossimi mesi<br />

è previsto l’inizio dei lavori per l’edificazione di un nuovo<br />

supermercato a Taverne.<br />

Migros <strong>Ti</strong>cino si impegnerà quindi anche nei prossimi<br />

anni per assicurare la propria perennità e mantenere,<br />

all’interno della comunità Migros, il ruolo di azienda ticinese<br />

che opera “in <strong>Ti</strong>cino per il <strong>Ti</strong>cino”.<br />

Migros <strong>Ti</strong>cino<br />

6592 S. Antonino<br />

Tel. +41 91 850 81 11


Vita dei Soci<br />

Comunicato stampa<br />

Fernando Brunner<br />

AssembleA generAle di<br />

hoTelleriesuisse <strong>Ti</strong>cino<br />

hotelleriesuisse <strong>Ti</strong>cino, l’associazione ticinese<br />

degli albergatori, si è ritrovata lo scorso 12<br />

marzo presso l’Hotel De la Paix di Lugano<br />

per la sua annuale Assemblea Generale. Il<br />

Presidente Fernando Brunner ha presentato<br />

le novità relative all’associazione e ribadito le<br />

posizioni chiave che gli albergatori vogliono<br />

sostenere. Naturalmente un approfondimento<br />

doveroso è stato dedicato anche alla situazione<br />

pernottamenti del nostro Cantone<br />

Le condizioni favorevoli degli ultimi anni date dal cambio<br />

e dalla situazione economica sono mutate drasticamente.<br />

Gli svantaggi sui prezzi ed i costi rispetto alla concorrenza<br />

internazionale sono notevoli, per questo sono necessarie<br />

maggiore competitività e redditività nel settore alberghiero<br />

svizzero e ticinese, fattori che sarebbero uno stimolo<br />

per nuovi investimenti. In questo contesto la Legge sul<br />

turismo diventa d’importanza cruciale: hotelleriesuisse<br />

<strong>Ti</strong>cino l’ha fortemente promossa ed ora questa è in fase<br />

di valutazione da parte di uno speciale gruppo di lavoro<br />

in seno a <strong>Ti</strong>cino Turismo. La nuova riforma dovrà procurare<br />

i mezzi necessari per una promozione del territorio<br />

appropriata ad un Cantone turistico come il nostro. Allo<br />

stesso modo anche la revisione della Legge sugli esercizi<br />

pubblici, attualmente in consultazione presso la preposta<br />

Commissione della gestione, dovrà essere oggetto<br />

di attenzione, con hotelleriesuisse <strong>Ti</strong>cino e Gastro<strong>Ti</strong>cino<br />

coinvolte in prima linea nella proposizione di modifiche<br />

basilari come l’abolizione della tassa di patente, l’introduzione<br />

del principio del gerente unico e la rivisitazione<br />

del regolamento di applicazione. Il settore turistico in<br />

<strong>Ti</strong>cino ha visto l’interruzione di una fase di ripresa iniziata<br />

nel 2004. Un calo di pernottamenti del 3,2% registrato<br />

soprattutto a partire dal mese di settembre, in concomitanza<br />

con la grave crisi finanziaria che ha investito un<br />

po’ tutti i settori. Le prenotazioni individuali nelle singole<br />

regioni sembrano al momento invece mostrare una buona<br />

affluenza di turisti in <strong>Ti</strong>cino e le abbondanti nevicate hanno<br />

rinvigorito le stazioni sciistiche. Il <strong>2009</strong> rappresenterà<br />

una sfida per le istituzioni, per gli Enti e per gli albergatori<br />

che per primi dovranno continuare a mantenere alta la<br />

professionalità con servizi di ottima qualità e migliorare<br />

Da sin.: On. Marco Borradori, <strong>Ti</strong>ziano Gagliardi, Fernando Brunner e<br />

Walter Zueck<br />

costantemente l’offerta strutturale, premessa fondamentale<br />

per mantenere alta la competitività.<br />

In questo contesto si inserisce l’importante progetto della<br />

Carta Turistica Cantonale che permetterà la mobilità ai<br />

turisti su tutto il territorio, sia sui mezzi pubblici che<br />

sugli impianti privati di risalita. hotelleriesuisse <strong>Ti</strong>cino,<br />

coinvolta nel gruppo di lavoro, auspica un’introduzione<br />

sin dal 2010 ed è convinta della necessità e capacità<br />

di sfruttare al massimo questo importante prodotto per<br />

attrarre e soddisfare i turisti. A margine dell’Assemblea si<br />

è svolta una conferenza aperta al pubblico dal titolo “Efficienza<br />

nel settore alberghiero: opportunità e tendenze”<br />

con l’obiettivo di approfondire una tematica di assoluta<br />

attualità nel contesto economico attuale per il settore del<br />

turismo e di offrire, ed è una novità che si ripeterà anche<br />

negli anni a venire, un appuntamento importante di riflessione<br />

e confronto. Tra i relatori della serata l’Onorevole<br />

Marco Borradori, Consigliere di Stato, che ha affrontato<br />

il tema della mobilità come strumento per incrementare<br />

l’attrattività turistica, e Walter Zueck, Direttore Marketing<br />

e vendite del gruppo Accor, che ha approfondito i<br />

vantaggi e gli svantaggi dell’appartenenza ad una catena<br />

alberghiera.<br />

hotelleriesuisse <strong>Ti</strong>cino<br />

Piazza Indipendenza 3<br />

6830 Chiasso<br />

Tel. +41 91 683 62 72<br />

Fax +41 91 695 38 81<br />

www.hotelleriesuisse-ticino.ch<br />

segretariato@hotelleriesuisse-ticino.ch<br />

39


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

40 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

mic mAc promo<strong>Ti</strong>on: Al vosTro FiAnco<br />

per ogni necessiTà AziendAle<br />

“I doni, credi a me, conquistano uomini e Dei” (Ovidio)<br />

L’azienda Mic Mac Promotion Sagl di Giubiasco è una<br />

realtà imprenditoriale ticinese nata dall’incontro dei<br />

tre soci fondatori nel 1996: Walter Graber, Michele<br />

Martinelli e Davide Belometti, che si occupa di articoli<br />

pubblicitari e regalistica aziendale, offrendo una completa<br />

gamma di articoli e gadget per tutte le necessità,<br />

dalle più semplici a quelle più originali ed estrose.<br />

Con Mic Mac Promotion i gadget pubblicitari e gli<br />

omaggi per i vostri clienti non saranno più un problema,<br />

grazie all’esperienza ed alla consulenza che<br />

l’azienda sa offrire.<br />

Verrete guidati verso la migliore soluzione nella scelta<br />

di oggetti attraverso i quali comunicare. Grazie alla<br />

pluriennale esperienza ed a una ricercata flessibilità la<br />

società può garantire una visione completa riguardo le<br />

varie dinamiche di acquisto che oggi il mercato offre.<br />

Oltre ad una consulenza su misura, vi viene offerta<br />

anche una ricerca mirata di articoli specifici, sia in<br />

termini di originalità che di budget.<br />

Per tutti gli articoli esiste la possibilità di personalizzazione<br />

attraverso le più moderne tecniche di stampa<br />

e ricamo di loghi, ragioni sociali o slogan sui prodotti<br />

prescelti. Una grande attenzione è data ai processi di<br />

stampa e di ricamo proprio per non lasciare nulla al caso.<br />

Ogni tipologia di stampa ha dei vantaggi e dei punti<br />

meno favorevoli, per questo una chiara analisi delle necessità<br />

dei clienti, aiuterà la realizzazione dell’ordine.<br />

L'azienda si è contraddistinta in questi anni per il dinamismo<br />

e la capacità di far fronte a tutte le esigenze<br />

del mercato nel mondo della regalistica aziendale, cercando<br />

di formare una struttura flessibile e competente,<br />

basata da fornitori selezionati e brand internazionali<br />

affidabili. Mic Mac Promotion ha saputo costruirsi<br />

un’efficiente rete contatti diretti con vari fabbricanti<br />

in tutta Europa e Oltre Oceano, focalizzando la scelta<br />

dell’articolo giusto per l’esigenza del cliente.<br />

Gli articoli proposti sono i tipici supporti aziendali (come<br />

ad esempio pin’s, t-shirt, giacche, borse, cappel-


lini, ombrelli, portachiavi, penne, post-it, USB, ecc.),<br />

ma grazie alle possibilità dei fornitori, Mic Mac Promotion<br />

può mettere a disposizione dei propri clienti<br />

articoli su misura appositamente concepiti e progettati<br />

per le necessità e il volere del cliente stesso. Soluzioni<br />

creative e personalizzate che si inseriscono nella<br />

strategia di comunicazione del cliente, che sapranno<br />

stupire e coinvolgere e destinare al successo l’impresa<br />

che sceglie di collaborare con Mic Mac Promotion.<br />

Il portale www.micmacpromotion.ch, sempre consultabile<br />

dovunque, permette attraverso numerosi link e<br />

ad un motore di ricerca la visualizzazione dei cataloghi<br />

online, grazie ai quali è possibile esaminare l'assortimento<br />

degli articoli disponibili.<br />

La società crede nella costruzione di una lunga e solida<br />

relazione di fiducia con il cliente, attraverso la quale<br />

sarà possibile pianificare progetti futuri e tattiche di<br />

comunicazione del cliente con il supporto strategico di<br />

Mic Mac Promotion, che è membro dell’Associazione<br />

internazionale (PSI) che riunisce tutti i rivenditori di<br />

articoli promozionali in Europa.<br />

L’azienda di Giubiasco è altresì sponsor ufficiale della<br />

squadra di hockey su ghiaccio HCAP, con la quale collabora<br />

da diversi anni.<br />

Perché Mic Mac Promotion?<br />

Il nome deriva dalla tribù di nativi americani Micmac<br />

che viveva sulla costa Nord-Est del Canada. I Micmac<br />

erano abili pescatori e cacciatori, colonizzati dai francesi<br />

nel 1534, seppero, grazie alla loro spiccata laboriosità,<br />

allacciare delle eccellenti relazioni commerciali<br />

con gli stessi. In particolare nel rifornimento di pelli<br />

e di tutta una serie di altri prodotti del loro territorio.<br />

La società si identifica nella capacità dei Micmac di<br />

adattamento e apertura verso nuove sfide.<br />

Per qualsiasi informazione è possibile contattare:<br />

Mic Mac Promotion SAGL<br />

Piazza Grande 13<br />

6512 Giubiasco<br />

Tel. +41 91 857 84 54<br />

Fax +41 91 857 49 84<br />

info@micmacpromotion.ch<br />

www.micmacpromotion.ch<br />

41


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

42 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

docTor english: lA gArAnziA del Tuo<br />

successo, Anche online<br />

“Helping busy professionals like you to quickly speak fluent<br />

English, communicate easily and be more successful in less<br />

than 2 months!”<br />

Ancora potenziata l’offerta formativa dell’azienda luganese<br />

Da 5 anni Doctor English è<br />

attiva sulla piazza luganese,<br />

riscuotendo un ottimo successo<br />

con la sua offerta formativa<br />

primeggiando tra i centri privati<br />

d’insegnamento della lingua<br />

inglese per qualità e garanzie,<br />

sia per corsi a privati<br />

sia ad aziende.<br />

Nel luglio del 2008 la società<br />

ha ottenuto la prestigiosa Cer-<br />

Nigel Casey<br />

tificazione EDUQUA (SCEF<br />

066), attestato che ne garantisce un<br />

insegnamento di alto standing con eccellenti<br />

basi qualitative.<br />

Il certificato eduQua indica un ente di<br />

formazione continua di buona qualità,<br />

assicura e sviluppa la qualità dell'ente di<br />

formazione continua, e offre una maggior<br />

trasparenza ai consumatori e alle<br />

consumatrici.<br />

Doctor English offre corsi di lingua inglese<br />

ad ogni livello (A1 – C2), con un<br />

approccio che si fonda essenzialmente<br />

su 3 pilastri:<br />

• la flessibilità delle modalità di studio<br />

(corsi individuali o di gruppo con un<br />

massimo di 4 partecipanti, a dipendenza<br />

della tipologia di corso scelto e<br />

delle motivazioni del singolo),<br />

• le ore di lezione con un insegnante<br />

di madrelingua competente, abbinate<br />

ad ore con supporti multimediali e di studio in modo<br />

autonomo,<br />

• ed un percorso studiato ad hoc per ogni studente<br />

questo dà la possibilità di definire degli obiettivi personali,<br />

avendo un approccio basato sulla motivazione<br />

reale dello studente, che può modificare in ogni momento<br />

la frequenza di studio, aggiungendo o alleggerendo<br />

il carico di lavoro, rendendolo conforme alle sue<br />

aspettative ed ai suoi bisogni.<br />

Sono sempre di più le aziende che si rivolgono a Doctor<br />

English per proporre ai loro dipendenti corsi di inglese.<br />

I percorsi individuali e la libera scelta del metodo di<br />

studio sono un “plus” che le imprese apprezzano.<br />

L’offerta multimediale sulla piattaforma<br />

www.doctorenglish.ch<br />

In questi ultimi mesi la società ha potenziato l’offerta<br />

formativa puntando molto sulle nuove tecnologie e incrementando<br />

le proposte per gli studenti e gli interessati<br />

sul sito web www.doctorenglish.ch. Infatti è stata<br />

resa accessibile l’area “free downloads”, nella quale è<br />

possibile scaricare numerosi files mp3 e video con interessanti<br />

tools per allenare la lingua inglese anche al di<br />

fuori della scuola. Infatti Nigel Casey, Direttore e tutto<br />

il suo team di docenti, consigliano di<br />

esercitare la lingua anche fuori dalle<br />

mura scolastiche, magari caricando<br />

i files audio nel lettore mp3 o nell’ipod,<br />

per ascoltarli e tenere in attività<br />

l’orecchio nel tragitto casa – lavoro, sul<br />

bus, in palestra, ecc., oppure cercando<br />

di ascoltare la tv in lingua inglese e<br />

guardando i numerosi files video presenti<br />

nell’area del sito. Ma non è tutto,<br />

in quest’area è possibile trovare documenti<br />

professionali personalizzabili,<br />

esercizi per tutti i livelli, … e molto<br />

altro ancora.<br />

Non vi sono preclusioni per avere accesso<br />

all’area riservata: anche se non<br />

si è iscritti alla scuola si può accedere<br />

al sito semplicemente registrandosi.<br />

Doctor English propone anche un ebook<br />

di 110 pagine da scaricare gratuitamente, intitolato<br />

“The 7 Secrets for English Success” e-Book, contenente<br />

un metodo innovativo e trucchi per migliorare<br />

in breve tempo la padronanza dell’inglese. Questo ebook<br />

presenta diverse affinità per vari metodi di studio,<br />

secondo la predisposizione personale dello studente la<br />

voglia, la metodologia e l’uso della lingua che deve (e<br />

vuole) adottare.<br />

Per facilitare i lettori viene pure offerto, sempre gratuitamente,<br />

“The 7 Secrets for English Success” e-Course,<br />

inteso come accompagnamento via e-mail durante la


lettura, per meglio applicare i concetti spiegati.<br />

Oltre a quest’interessante opportunità, è possibile avere<br />

a disposizione tutta un’altra serie di files da scaricare<br />

con esercizi grammaticali, la pronuncia inglese, ecc..<br />

Il corso d’inglese online e<br />

www.learn-english-options.com<br />

Doctor English propone anche un corso<br />

online ideale per chi può dedicare allo<br />

studio della lingua inglese alcuni momenti<br />

della giornata secondo le proprie<br />

necessità, ma magari non ha modo di raggiungere<br />

la sede di Via Pelli 2 a Lugano.<br />

Questa struttura è anche l’ideale per corsi<br />

aziendali, dove ad esempio i partecipanti<br />

sono dislocati in più sedi, e permette di<br />

raggiungere il mercato globale mondiale,<br />

senza più barriere di nessun tipo (luogo/<br />

tempo/metodo di studio).<br />

Il corso prevede diversi pacchetti tipo di assistenza allo<br />

studente, un coaching via mail, lezioni di gruppo o con<br />

l’insegnante via Skype (una lezione di prova è offerta),<br />

ed una navigazione all’interno della struttura del sito<br />

semplice ed immediata che aiuterà il partecipante in<br />

maniera chiara ad orientarsi sui progressi che fa. Ogni<br />

corso è poi supportato sia da svariati tools gratuiti sia<br />

da pacchetti di offerte di servizi a pagamento.<br />

Il corso è ovviamente strutturato (secondo la filosofia<br />

della scuola) per ogni livello di conoscenza della lingua,<br />

da principianti ad avanzati.<br />

L’azienda propone anche un secondo portale interamente<br />

gratuito, dove testare il proprio inglese e trovare<br />

un supporto gratuito ai dubbi linguistici. Il sito www.<br />

learn-english-options.com, raccoglie una serie di tools,<br />

test linguistici, traduttori online, blog, vocabolari, regole<br />

grammaticali, ecc., che sono messi a disposizione degli<br />

interessati gratuitamente.<br />

Non esiste un altro portale così completo che raccoglie<br />

e dà gratuitamente tools e links a siti sicuri, affidabili<br />

ed utili da usare.<br />

Life membership<br />

Doctor English offre corsi di inlgese per tutti i livelli e per<br />

ogni settore professionale, orari flessibili, un progresso<br />

immediato ma imparando con il proprio ritmo, risultati<br />

garantiti. La life membership è un’opzione offerta a tutti<br />

gli iscritti alla scuola, per la quale se una volta terminato<br />

il corso uno studente dovesse necessitare di un ripasso,<br />

potrà tornare gratuitamente a frequentare<br />

le lezioni e a rinfrescare il proprio inglese.<br />

Life membership significa che per tutta<br />

la vita si potranno frequentare lezioni con<br />

i docenti Doctor English a costo zero,<br />

perfezionare la comprensione di ascolto,<br />

praticare e perfezionare la pronuncia in<br />

inglese, unirsi al gruppo Doctor English<br />

su Facebook e chattare con amici in inglese,<br />

sempre a costo zero. In qualsiasi<br />

momento verrete accolti con la massima<br />

simpatia e disponibilità nella grande famiglia<br />

Doctor English.<br />

Le altre novità del <strong>2009</strong><br />

Doctor English propone anche un corso specifico di<br />

lingua inglese nel settore dell’aviazione (“Aviation English”),<br />

per far fronte alle richieste delle compagnie aeree<br />

e delle scuole di volo che hanno introdotto anche la<br />

conoscenza dell’inglese settoriale per alcune specifiche<br />

tecniche.<br />

Ancora qualche domanda?<br />

Doctor English Professional Language Services<br />

& Consulting Sagl<br />

Via Pelli 2<br />

6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 922 54 22<br />

Fax +41 91 922 54 20<br />

info@doctorenglish.ch<br />

www.doctorenglish.ch<br />

www.learn-english-options.com<br />

43


Vita dei Soci<br />

di Sergio Michels, Comunicazione visiva<br />

Aurelio della Torre<br />

Fabrizio Michels<br />

Nel novembre 2004, dopo la riattazzione integrale<br />

dell’immobile, Aurelio della Torre, la moglie Veruschka<br />

Sordi e Fabrizio Michels aprono il ristorante San Bernardo<br />

a Comano. Il locale si trova all’interno del nucleo di Tèra<br />

d’súra, facilmente raggiungibile dalla chiesa, attraverso<br />

le "strecie" si giunge al portone rosso che si apre su di<br />

un’ampia terrazza con vista sul golfo di Lugano, il monte<br />

San Salvatore e il Generoso. La terrazza, all’ombra di un<br />

pergolato di viti, offre all’ospite un piacevole angolo a<br />

pochi km dal centro di Lugano ove rilassarsi e gustare la<br />

nostra cucina di impronta mediterranea. Fin dall’inizio si<br />

è voluto coniugare una cucina di alto livello e qualità ad un<br />

ambiente curato nei particolari senza, per contro, essere<br />

troppo lussuoso, un locale ove ci sente a proprio agio.<br />

Il ristorante dispone di due sale interne, con capienza<br />

massima di circa 50 coperti, e una saletta separata per<br />

accogliere 8 coperti (ideali anche per riunioni “private”).<br />

L’ampia terrazza con vista su Lugano e il suo lago dispone<br />

complessivamente di 60 coperti. Per mantenere<br />

il grado di qualità voluto i coperti vengono limitati a<br />

45-50; questo ci permette di mantenere un controllo<br />

ottimale sull’intero processo di produzione (cucina) e<br />

durante il servizio.<br />

Particolare attenzione è data alla ricerca della materia<br />

prima cercando sempre la massima qualità, freschezza<br />

e stagionalità dei prodotti. Questo aspetto viene evidenziato<br />

dalla cucina a vista. Attraverso l’ampia porta a vetri<br />

e la finestra della saletta i commensali possono vedere<br />

lo chef Aurelio della Torre e i suoi collaboratori all’opera.<br />

La nostra idea di cucina, basata su delicate cotture, semplicità,<br />

senza eccessivi intingoli vuole esaltare i sapori<br />

della nobile materia prima.<br />

44 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

risTorAnTe sAn bernArdo A comAno<br />

unA FinesTrA sul golFo di lugAno<br />

“Era una volta una semplice osteria nel nucleo di Comano,<br />

con vista sul lago di Lugano. Poi sono arrivati Fabrizio Michels e<br />

lo chef Aurelio della Torre; ora il <strong>Ti</strong>cino ha un meraviglioso, elegante<br />

e creativo ristorante gourmet in più.” GaultMillau, scoperta dell'anno<br />

nella Svizzera Italiana nel 2007<br />

I nostri ospiti hanno la possibilità di scegliere dalle proposte<br />

della nostra carta, volutamente non troppo ampia<br />

per garantire la massima freschezza della materia prima,<br />

oppure lasciarsi sorprendere dai menu degustazione, di<br />

quattro o cinque portate (CHF 80.00-95.00), preparati<br />

“al momento” dallo chef Aurelio della Torre.<br />

A mezzogiorno offriamo anche un business lunch di due<br />

o tre portate (CHF 25.00-34.00), ugualmente curato e<br />

raffinato.<br />

La carta del ristorante viene cambiata ogni 6-8 settimane<br />

per seguire la stagionalità dei prodotti.<br />

In autunno la nostra offerta annovera piatti a base di<br />

selvaggina come ad esempio la Lombata di cerbiatto profumata<br />

al cioccolato Guanaja, il Risotto al pepe lungo e<br />

pernice grigia, la Lombatina di lepre con fegato d’oca<br />

e Seirass, la Crème brûlée al parmigiano ai tagliolini e<br />

tartufo bianco d’Alba. Non si è voluto tralasciare piatti<br />

della tradizione culinaria ticinese e lombarda come gli<br />

Involtini di lucioperca e zucchine, i Tagliolini ai Missultit<br />

(gli agoni del lago di Como fatti essiccare al sole e messi<br />

sotto sale), i Quadrotti di grano saraceno con fonduta di<br />

Fontina (una rivisitazione dei Pizzocheri).<br />

Lo stesso discorso viene applicato alla carta dei dolci,<br />

rigorosamente di nostra produzione, come la decantata<br />

Degustazione al cioccolato, la Zuppetta di melone con<br />

ravioli di mango, i Cannoli d’ananas e cioccolato bianco,<br />

il <strong>Ti</strong>rami su caldo-freddo.<br />

Altro aspetto a cui teniamo particolarmente è la nostra<br />

produzione interna, che spazia dal pane (oltre 10 qualità<br />

diverse di panini), ai grissini, focaccine e crackers, tutti<br />

i tipi di pasta fresca (ravioli, tagliolini, agnolotti, …), il


salmone affumicato in casa, la terrina di fegato d’oca, la<br />

bresaola di manzo e cervo e tutta la pasticceria (dolci,<br />

gelati, sorbetti, friandises). Su ordinazione è possibile acquistare<br />

il salmone affumicato, la terrina di fegato d’oca,<br />

le bresaole di manzo o cervo.<br />

Particolare attenzione viene dedicata a persone vegetariane<br />

e celiache, infatti sono sempre presenti sulla nostra<br />

carta menu piatti vegetariani e la maggior parte delle<br />

pietanze viene preparata senza l’utilizzo di glutine. Inoltre<br />

la versatilità della nostra cucina ci permette di soddisfare<br />

particolari richieste del cliente anche al momento stesso<br />

dell’ordinazione, ad esempio in casi di particolari intolleranze<br />

alimentari.<br />

La continua ricerca ci ha permesso, in questi anni, di<br />

arricchire la nostra offerta con prodotti di nicchia come<br />

ad esempio diversi Merlot del <strong>Ti</strong>cino di piccoli produttori<br />

e l’ampia scelta di formaggi. La nostra carta dei formaggi,<br />

molti dei quali a base di latte crudo, vuole offrire il meglio<br />

della produzione casearia svizzera, italiana e francese<br />

grazie alla sapiente selezione e stagionatura di un artigiano<br />

affinatore; come ad esempio il Gruyère stagionato 27<br />

mesi o il Bedretto “Cioss Prato”.<br />

La passione di Fabrizio Michels per i vini lo hanno portato<br />

a creare una carta vini improntata su una selezione<br />

di piccoli produttori ticinesi, italiani e francesi. Per la<br />

selezione dei vini italiani e francesi ci avvaliamo della<br />

consulenza del sommelier Eugenio Bigliocca, già giudice<br />

dell’importante International Wine Challenger di Londra,<br />

con il quale gestiamo la società Elizia sagl che si occupa<br />

dell’importazione in Svizzera di questi vini. I vini sono<br />

acquistabili ed ordinabili direttamente presso il ristorante<br />

San Bernardo. A livello ticinese, assieme all’amico Gian-<br />

franco Chiesa, titolare della cantina Vini Rovio SA, produciamo<br />

un Merlot del <strong>Ti</strong>cino in purezza: il Sorsum. Un vino<br />

che vuole rispecchiare la tipicità del territorio ticinese<br />

senza fare passaggi in legno. Il nostro Merlot del <strong>Ti</strong>cino<br />

è acquistabile esclusivamente presso il nostro locale al<br />

prezzo di CHF 19.00 a bottiglia.<br />

Il nostro team è in grado di offrire curati servizi di catering<br />

di primissima qualità, sia per piccoli e particolari eventi<br />

domestici che per banchetti e manifestazioni con vasta<br />

affluenza di pubblico. La nostra esperienza abbinata a<br />

menu e servizio curati nei minimi dettagli sono al vostro<br />

servizio per soddisfare i vostri desideri.<br />

Da questo anno abbiamo introdotto dei corsi di cucina<br />

per gruppi di 10-12 persone; sotto l’attenta guida dello<br />

chef Aurelio della Torre avete la possibilità di apprendere<br />

nuove ricette e tecniche per la preparazione di antipasti,<br />

primi piatti, piatti principali a base di carne e pesce,<br />

dolci oppure menu speciali come ad esempio il menu di<br />

Natale, di San Silvestro, ecc..<br />

Il riconoscimento al nostro costante impegno ci è stato attribuito<br />

dalla segnalazione sulla Guida Michelin dal 2007<br />

e dall’ottenimento, lo stesso anno, del titolo di “Scoperta<br />

dell’anno nella Svizzera Italiana” da parte delle guida<br />

GaultMillau che ci ha insignito con 15 punti.<br />

Ristorante San Bernardo, Tèra d'súra, 6949 Comano<br />

Tel. +41 91 941 01 00<br />

info@sanbernardo.ch • www.sanbernardo.ch<br />

Chiuso: sabato a mezzogiorno, domenica sera e lunedì<br />

45


Vita dei Soci<br />

di Cristina Milani, Partner Senior Great Place to Work® Institute Switzerland<br />

Cristina Milani, Partner<br />

Senior Gptw Switzerland<br />

46 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

ges<strong>Ti</strong>re un oT<strong>Ti</strong>mo<br />

AmbienTe orgAnizzA<strong>Ti</strong>vo<br />

Venticinque anni di ricerche in giro per il mondo<br />

Robert Levering, un noto autore di best-seller e il giornalista<br />

Milton Moskowitz, conducono la prima ricerca<br />

sull’ambiente organizzativo nel 1984 in occasione della<br />

pubblicazione del libro “The 100 Best Companies to Work<br />

for in America”.<br />

Il libro fu un successo ed il metodo divenne un Istituto di<br />

ricerca e consulenza denominata Great Place to Work®<br />

Institute.<br />

Nel 1991, Robert Levering e Amy Lyman, una consulente<br />

d'organizzazione, in collaborazione con una squadra di<br />

consulenti di management e di organizzazione aprirono la<br />

prima sede di Gptw, a San Francisco, California.<br />

Seguì il Brasile, prima filiale estera e dopo alcuni anni<br />

ebbe inizio l'espansione in Europa con la realizzazione di<br />

progetti in Italia, Regno Unito e Danimarca. Nel 2001 fu<br />

creato il Gptw Europe.<br />

Gptw Switzerland è l’ultima sede del network nata a Zurigo<br />

nel giugno 2008.<br />

Oggi le sedi Gptw nel mondo sono 35.<br />

Le liste annuali: nel <strong>2009</strong>, per la prima volta, anche<br />

in Svizzera<br />

Il business principale di Gptw è la ricerca finalizzata alla<br />

determinazione del livello di qualità dell’ambiente organizzativo.<br />

Le diverse rilevazioni confluiscono in classifiche<br />

nazionali. Le migliori aziende di ogni nazione partecipano<br />

alla selezione continentali.<br />

Nel 2001, la Comunione Europea affidò a Gptw il mandato<br />

di stabilire le 100 migliori aziende in Europa. Nel mese<br />

di aprile <strong>2009</strong> verrà pubblicata la prima lista nazionale<br />

Svizzera.<br />

Le liste nazionali e quelle internazionali sono pubblicate<br />

da prestigiose testate: Financial <strong>Ti</strong>mes, Fortune, Il Sole 24<br />

ore, e in Svizzera Handelszeitung, oltre a godere di ampia<br />

visibilità anche su altri media tradizionali e elettronici.<br />

Chi partecipa ai survey di Gptw<br />

Le aziende che si sottopongono alle analisi di Gptw ricercano<br />

miglioramenti duraturi nelle relazioni all'interno<br />

dei vari ambienti di lavoro, per produrre sia benefici nel<br />

business, che migliori prestazioni sociali.<br />

Sono aziende medio grandi (il limite è di 50 dipendenti)<br />

interessate a lavorare sulla qualità del clima organizzativo.<br />

Antonio Borghese, Managing<br />

Director Gptw Switzerland<br />

Le aziende che vengono pubblicate nelle liste delle “Migliori<br />

Aziende per cui lavorare” sono prese d’assalto dai<br />

giovani talenti che vogliono lavorare in ambienti che offrano<br />

un clima organizzativo eccellente e situazioni quadro<br />

incentivanti per la carriera.<br />

Se si analizzano le passate liste dei vari Istituti, è difficile<br />

stabilire un profilo omogeneo delle società che sono state<br />

elette per una o più volte dei “great place to work”. Le<br />

aziende in questione sono sia società private che pubbliche,<br />

agenzie governative e ONG, hanno dimensioni diverse, sedi<br />

in tutto il mondo e appartengono a tutti i settori d’industria.<br />

Un esempio di quanto detto potrebbe essere dato dalla<br />

classifica dei migliori ambienti di lavoro in Italia del<br />

<strong>2009</strong>, in cui, le prime dieci posizioni sono occupate da<br />

aziende che operano all’interno di settori merceologici<br />

tra loro molto diversi: cosmesi (Fater S.p.A. – 1° classificata),<br />

informatico (Microsoft Italia – 2° classificata),<br />

arredamento (Elica S.p.A. – 5° classificata) e Alimentare<br />

(Coca-Cola HBC Italia – 3° classificata).<br />

I dipendenti delle aziende giudicano il loro ambiente<br />

organizzativo<br />

La particolarità che rende uniche ed efficaci le ricerche<br />

svolte da Gptw è che sono gli stessi dipendenti a valutare<br />

l’ambiente di lavoro in cui si trovano ad operare.<br />

Tramite la compilazione di un questionario, somministrato<br />

a un campione casuale, ma statisticamente rappresentativo,<br />

della popolazione aziendale, viene esaminata la<br />

percezione della qualità dell’ambiente di lavoro.<br />

Il questionario misura il rapporto di fiducia delle persone<br />

con il Management e analizza quei fattori che hanno un<br />

impatto significativo sulla motivazione delle persone e<br />

sulla loro produttività.<br />

Il modello consolidato di Gptw<br />

Il modello, attraverso il quale Gptw analizza l'ambiente organizzativo,<br />

si articola in tre coordinate principali: Fiducia,<br />

Orgoglio e Spirito di squadra. Le relazioni tra le persone<br />

sono il punto chiave. L’individuo è sempre posto al centro.<br />

Le ricerche di Gptw hanno dimostrato che i fattori vincenti<br />

per la generazione di fiducia sono:<br />

- la comunicazione trasparente,<br />

- lo sviluppo professionale dei collaboratori,<br />

- il loro coinvolgimento nelle decisioni; e<br />

- una premiazione equa dei meriti individuali.


Fiducia nelle persone per cui si lavora...<br />

... orgoglio per il lavoro<br />

che si fa...<br />

Le persone motivate producono<br />

La stabilizzazione di un rapporto di fiducia riduce significativamente<br />

i costi di turnover del personale e sull’assenteismo<br />

che viene notevolmente ridotto.<br />

Le modalità con cui i lavoratori vengono trattati in un<br />

ambiente di lavoro eccellente contribuiscono in modo significativo<br />

al conseguimento di vantaggi competitivi per<br />

le singole organizzazioni a 360 gradi.<br />

Il Modello Gptw<br />

... e buoni rapporti con le<br />

persone con cui si lavora<br />

Esperienze consolidate<br />

Negli USA, la ricerca sui migliori ambienti di lavoro hanno<br />

dimostrato che le aziende presenti sulla lista delle "100<br />

migliori aziende per cui lavorare in America"® forniscono<br />

ritorni economici più elevati delle loro concorrenti.<br />

È chiaramente percepibile da questo risultato che vige<br />

una relazione positiva tra formazione, motivazione, responsabilizzazione<br />

e soddisfazione dei dipendenti, miglioramento<br />

della produttività e performance finanziaria.<br />

Inoltre è stato possibile notare come le 100 migliori<br />

aziende per cui lavorare in USA siano le stesse realtà<br />

che hanno ottenuto risultati eccellenti sul mercato azionario<br />

nei dieci anni seguenti la pubblicazione delle liste<br />

di Gptw.<br />

Coinvolgimento e circolazione delle informazioni<br />

Al fine di promuovere nuove forme di apprendimento e<br />

conoscenza da mettere a disposizione delle aziende Eccellenti<br />

e di quelle che vogliono diventarlo, gli Istituti di<br />

Gptw organizzano sistematicamente conferenze formative<br />

e convegni strutturati atti a favorire la condivisione di<br />

idee e di storie di successo tra le aziende.<br />

La consociata italiana dell’Istituto, ad esempio, pianifica<br />

annualmente una conferenza sul clima organizzativo delle<br />

aziende italiane: l’edizione <strong>2009</strong> si è svolta lo scorso 2<br />

aprile e ha avuto come tema specifico la comunicazione<br />

interna. È stato nel corso di questa giornata che sono<br />

stati anche consegnati i riconoscimenti alle prime 35<br />

aziende della classifica Best Workplaces <strong>2009</strong>.<br />

Great Place To Work ® Svizzera è in procinto di pubblicare<br />

la propria lista dei Best Workplaces <strong>2009</strong>: le prime<br />

10 aziende classificate verranno premiate durante una<br />

serata di gala che si svolgerà il 14 maggio <strong>2009</strong> a Zurigo.<br />

Nella seconda metà dell’anno saranno organizzate due<br />

conference su temi di attualità legati al mondo delle<br />

organizzazioni nella Svizzera Francese e in quella italiana.<br />

The Work Style Magazine<br />

(Twsm)<br />

Twsm è il magazine internazionale<br />

che tratta i temi di<br />

riferimento di Gptw. È pubblicato<br />

in inglese e contiene<br />

le liste internazionali. È una<br />

rivista culto per gli esperti<br />

del settore che possono confrontarsi<br />

tra di loro recependo<br />

un ottimo vantaggio dallo<br />

scambio di informazioni utili<br />

sul settore. In un periodo<br />

storico in cui il mondo del<br />

lavoro sta cambiando spinto<br />

dalla crisi finanziaria, ma<br />

soprattutto dalle nuove tendenze<br />

internazionali viene<br />

documentato e prospettato<br />

nel magazine di riferimento<br />

del network Gptw. Questo<br />

magazine è l’unica esperienza<br />

internazionale mirata al<br />

settore che recepisce esperienze<br />

internazionali.<br />

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Tel. +41 43 817 65 67<br />

Fax +41 43 817 65 69<br />

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47


Vita dei Soci<br />

48 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

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solida, ampia e diversificata<br />

esperienza, le cui<br />

specializzazioni derivano<br />

dalle pluriennali e variegate<br />

competenze della<br />

CEO e fondatrice, Margherita<br />

Maffeis. L’attività<br />

dell’azienda spazia dalla<br />

consulenza alle public<br />

Margherita Maffeis, CEO<br />

relations, dalla pubblicità<br />

alla gestione di eventi,<br />

con l’offerta di soluzioni per il marketing e la comunicazione<br />

aziendale.<br />

La MaffeisNetwork SA è strutturata da una rete di partner<br />

professionisti, presenti su scala internazionale, che<br />

collaborano attivamente per sviluppare soluzioni personalizzate<br />

e di successo, sia sul territorio ticinese che a<br />

livello regionale insubrico.<br />

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con i suoi clienti, affinché possano ottimizzare ed estendere<br />

l’efficacia della loro comunicazione, evolvendo da<br />

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La MaffeisNetwork SA si pone obiettivi ad alto profilo sociale<br />

e culturale, organizzando e partecipando attivamente<br />

ad eventi e manifestazioni importanti.<br />

La sensibilità ai temi vitali dell’attualità e l’impegno nel<br />

perseguire la propria missione caratterizzano da sempre<br />

l’operato dell’agenzia, che nel tempo si è contraddistinta<br />

per professionalità e nobiltà di intenti, organizzando eventi<br />

su richiesta di associazioni non-profit, culturali, ambientali<br />

e altro.<br />

L’agenzia si propone di rispondere in modo qualificato e<br />

creativo agli stimoli esterni, fornendo soluzioni efficaci ai<br />

propri clienti. Tutto ciò supportando imprese, professionisti<br />

del mondo dell’arte e della cultura, enti pubblici e<br />

privati, ristoratori ed istituzioni competenti.<br />

Il suo valore aggiunto consiste nella collaborazione tra più<br />

partners per una migliore riuscita di progetti e per una<br />

visione d’insieme più ampia e ricca di particolari. Sono<br />

molteplici gli esempi di prestigiosi progetti a carattere<br />

regionale che l’azienda ha portato avanti in quest’ultimo<br />

periodo, oltre alle numerose consulenze suggerite a note<br />

imprese ticinesi.<br />

Parte del portfolio di attività intraprese dall’azienda si possono<br />

trovare sul sito www.maffeisnetwork.ch.<br />

Attualmente la MaffeisNetwork SA è impegnata nell’avvento<br />

di un'importante manifestazione, che si terrà lunedì 25<br />

maggio a Lugano, la prima di una serie di appuntamenti<br />

futuri imperniati su diversi temi sociali, ambientali ed umanitari,<br />

inseriti in un più ampio progetto foriero del grande<br />

evento internazionale Expo 2015.<br />

Lo scopo principale di questi incontri è quello di sensibilizzare<br />

ed avvicinare un pubblico il più vasto possibile alle<br />

questioni fondamentali che riguardano il futuro dell’umanità<br />

sul nostro Pianeta.<br />

Il programma definitivo del simposio sarà pubblicato sul<br />

prossimo numero di <strong>Ti</strong>cino Business.<br />

Nel frattempo vi preghiamo gentilmente di riservare la data<br />

IN ANTEPRIMA<br />

LUNEDI 25 MAGGIO <strong>2009</strong><br />

AULA MAGNA<br />

UNIVERSITA' DELLA SVIZZERA ITALIANA<br />

LUGANO<br />

DALLE ORE 16.00<br />

49


Vita dei Soci<br />

50 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Invito alla Conferenza pubblica sul tema<br />

AmbienTe ed energiA<br />

• Quale prezzo siamo disposti a pagare?<br />

• Nei prossimi anni saremo davvero confrontati con problemi di approvvigionamento energetico?<br />

• In questo contesto quale ruolo potrà avere l'energia nucleare?<br />

che si terrà giovedì 16 aprile alle ore 20.15, presso la Sala Aragonite a Manno<br />

Relatori: Giovanni Leonardi, CEO Alpiq Holding AG e Filippo Lombardi, Consigliere agli Stati, Presidente della Commissione<br />

Energia, Ambiente e Territorio (CEATE-S)<br />

Seguirà una discussione aperta al pubblico.<br />

AQUANOSTRA ha sempre difeso una visione che prendesse in seria considerazione il principio dello sviluppo sostenibile.<br />

In quest’ottica, l’associazione ha deciso di farsi promotrice di una serata d’informazione e di discussione in cui<br />

un tema fondamentale come quello del rapporto tra l’ambiente e l’energia, con particolare attenzione alla questione<br />

del nucleare, potesse essere considerato


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News della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Gen./Feb. <strong>2009</strong><br />

Paura giustificata?<br />

cino Business<br />

Lo Stato e la crisi<br />

usiness<br />

Le risposte dell´economia<br />

ticinese, le ricette della<br />

Svizzera e dell´Unione<br />

Europea alla crisi finanziaria<br />

Copertina creata by Whynott Design


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Sommario<br />

22 14<br />

32 40<br />

<strong>Ti</strong>cino Business<br />

ino Business<br />

News della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Gen./Feb. <strong>2009</strong><br />

Copertina creata by Whynott Design<br />

Gennaio / Febbraio <strong>2009</strong><br />

Strong opinion 4 In risposta a Ronny Bianchi<br />

Editoriale 6 Accordi bilaterali e crisi economica<br />

Contromano 8 Contro la recessione, bisogna usare la leva fiscale<br />

Il Tema 9 Lo Stato e la crisi<br />

11 Le risposte dell’economia ticinese alla crisi finanziaria<br />

12 Le ricette della Svizzera e dell’Unione Europea<br />

Ospite 14 Amnistia fiscale e incentivi alle assunzioni e agli investimenti.<br />

Ecco come uscire dalla crisi<br />

16 La crisi finanziaria è sotto controllo<br />

Biblioteca liberale 17 Non sarà la politica a salvare il mondo<br />

Agenda 18 Agenda <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Attualità 19 Gli svizzeri vogliono risparmi e si oppongono all’indebitamento<br />

Attualità 20 Globalizzazione: una crescita senza precedenti<br />

Attualità 21 Nell’aria c’è voglia di fiducia<br />

Attualità 22 Flash sugli Accordi bilaterali<br />

Attualità 24 Formare in rete interessa: le proposte di ARAF <strong>Ti</strong>cino<br />

Attualità 26 Il <strong>Ti</strong>cino al primo posto nella classifica Diners Club<br />

Attualità 27 Avvicendamenti nel comitato della cassa assegni familiari <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Eventi 28 Come fare business in Medio Oriente?<br />

Eventi 29 ticinotransfer organizza provocAZIONE 2<br />

Formazione 30 Proposte formative <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Formazione 32 Sette nuovi specialisti nel commercio al dettaglio<br />

Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> 33 Cerca lavoro<br />

Osec 34 Commercio estero<br />

Fiere internazionali 38 I prossimi appuntamenti<br />

Vita dei Soci 39 Jansonius Art Gallery di Roberto Cavalli<br />

Vita dei Soci 40 SRI Group<br />

Vita dei Soci 42 Boss Editore SA<br />

Vita dei Soci 44 ESA <strong>Ti</strong>cino ed Engadina<br />

Vita dei Soci 46 Trust Sympany<br />

Vita dei Soci 48 QUALICON Consulenze SA<br />

Vita dei Soci 50 Migros <strong>Ti</strong>cino<br />

Paura giustificata?<br />

<strong>Ti</strong>cino Business<br />

o Business<br />

Lo Stato e la crisi<br />

Le risposte dell´economia<br />

ticinese, le ricette della<br />

Svizzera e dell´Unione<br />

Europea alla crisi finanziaria<br />

Gen./Feb. <strong>2009</strong><br />

I m p r e s s u m<br />

Editore:<br />

Camera di commercio, dell’industria,<br />

dell’artigianato e dei servizi<br />

del Cantone <strong>Ti</strong>cino, Lugano<br />

Redattrice responsabile:<br />

Lisa Pantini<br />

Comitato redazionale:<br />

Franco Ambrosetti, Luca Albertoni,<br />

Rinaldo Gobbi, Lisa Pantini, Arianna<br />

Crivelli, Simona Morosini Marconi e<br />

Marco Passalia<br />

Redazione:<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 11<br />

Fax +41 91 911 51 12<br />

pantini@cci.ch www.cciati.ch<br />

Pubblicità:<br />

Pubblicità Sacchi, C.P. 558<br />

6928 Manno<br />

Tel. +41 91 600 20 70<br />

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16<br />

39<br />

Stampa:<br />

TBS, La Buona Stampa sa<br />

via Fola 11, Pregassona (Lugano)<br />

Diffusione:<br />

<strong>Ti</strong>ratura 2’500 copie<br />

Abbonamento gratuito per i soci <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Abbonamento supplementare:<br />

- CHF 50.- annuo<br />

- per i non soci<br />

CHF 70.- annuo (+ IVA)


Strong Opinion<br />

di Franco Ambrosetti, Presidente della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

4 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

In rIsposta a ronny BIanchI<br />

Pubblichiamo questa lettera che il Presidente Ambrosetti<br />

indirizza a Ronny Bianchi, in merito ad un suo intervento<br />

apparso su “La Regione <strong>Ti</strong>cino” del 19 dicembre 2008<br />

Egregio Signor Bianchi,<br />

ho letto con molto interesse il suo articolo “A<br />

volte ritorniamo con squilli di tromba” al quale<br />

rispondo volentieri perché mi dà l’opportunità<br />

di chiarire, spero una volta per tutte, la posizione<br />

della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> e quella mia di economista,<br />

in materia di politica economica. Desidero<br />

anzitutto fugare i dubbi sulla nostra presunta<br />

conversione alle teorie keynesiane: non c’è nessuna<br />

conversione né virata di 180° perché non<br />

abbracciamo fede alcuna. La <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> è un’istituzione<br />

che s’ispira al liberalismo economico, non<br />

al liberismo indipendentemente dal significato<br />

che si vuole attribuire a questo termine di origine<br />

crociana. Abbiamo sostenuto molte volte<br />

che un liberalismo senza socialità è un non senso.<br />

Tra libertà e uguaglianza privilegiamo, è vero,<br />

la prima, ma non trascuriamo quest’ultima.<br />

A noi tocca il compito di difendere in primo<br />

luogo la creazione di ricchezza, senza la quale<br />

sarebbe impossibile assicurare la socialità.<br />

Questo a volte ci mette in contrasto con chi<br />

privilegia la redistribuzione della ricchezza,<br />

ma tutto ciò si inserisce in un sano gioco delle<br />

parti di un sistema democratico. Aggiungo che<br />

la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> da sempre ha una posizione inequivocabile<br />

sull’etica capitalistica, sostiene il libero<br />

mercato e la concorrenza purché sia garantita<br />

da un’efficace antitrust e authorities nei settori<br />

più sensibili. Si è battuta con fermezza contro<br />

monopoli e i loro privilegi e innumerevoli volte<br />

abbiamo sostenuto pubblicamente che il profitto<br />

non è un fine ma un mezzo, essendo il fine<br />

garantire il futuro dell’azienda.<br />

Questi pochi accenni alla nostra politica economica<br />

stanno a confermare che la nostra associazione<br />

non è ideologizzata. Non giudichiamo<br />

le idee in funzione della loro provenienza, bensì<br />

in base al loro valore intrinseco. Un concetto<br />

non è per noi di sinistra o di destra, è buono<br />

o no. In <strong>Ti</strong>cino ciò è inusuale per non dire<br />

dannoso, ma noi non siamo schierati, non apparteniamo<br />

a nessuna delle troppe fazioni che<br />

costellano il mondo politico e i suoi intrallazzi.<br />

Non siamo un’associazione di categoria, ma<br />

l’associazione mantello dell’economia ticinese,<br />

come tale affrontiamo le problematiche economiche<br />

in modo pragmatico e disinteressato.<br />

Siamo indipendenti, autonomi, non seguiamo<br />

logiche partitiche. Sostenere che la nostra politica<br />

per 15 anni è stata masoniana è come<br />

affermare che Marx fosse leninista invece del<br />

contrario. Vuol dire che non abbiamo saputo<br />

spiegarci. Noi riteniamo la signora Masoni uno<br />

dei migliori ministri delle finanze degli ultimi<br />

decenni, proprio perché ha in parte applicato<br />

quelle riforme che a gran voce avevano reclamato<br />

dagli scranni del Parlamento il dott. Papa,<br />

Adriano Cavadini e Claudio Camponovo durante<br />

mezzo secolo.<br />

Veniamo a Keynes. Il grande economista liberale,<br />

e sottolineo liberale, per noi non è la Bibbia,<br />

come non lo è il monetarismo o la nuova scuola<br />

macroeconomica classica di Robert Lucas. Non<br />

crediamo ai dogmi, non pensiamo che qualcuno,<br />

in economia (come nella vita, del resto) sia<br />

possessore della verità. Se essere di destra,<br />

dove spesso ci collocano, vuol dire condividere<br />

le politiche economiche di Blair, Clinton e di<br />

Zapatero, ebbene, allora siamo di destra. Poi,<br />

qualcuno mi spiegherà cosa sia la sinistra. E<br />

cosa si vuol intendere per riformismo.<br />

La crescita nel lungo periodo dipende dall’aumento<br />

di capacità produttiva e dagli incrementi<br />

di produttività dei fattori di produzione (lavoro e<br />

investimenti), dall’innovazione tecnologica, dalle<br />

qualità imprenditoriali degli attori principali.<br />

A breve, la crescita dipende dalle variazioni della<br />

domanda sulla quale si può influire in modo<br />

stabilizzatore con interventi di politica monetaria<br />

e fiscale. In questo ambito c’è un ruolo per<br />

lo Stato e un ruolo per il privato. Lo Stato faccia<br />

ciò che sa fare meglio e lasci ai privati ciò che<br />

essi sanno fare meglio.<br />

Concludo quindi sottolineando che le teorie<br />

keynesiane, pensate per gestire i cicli congiunturali,<br />

sono tuttora valide purché non si ripetano<br />

gli errori degli anni ’70, quando i Governi<br />

le consideravano “una manopola che poteva<br />

essere girata per controllare il ritmo dell’economia”<br />

(Samuelson). Ricordo che gli sgravi<br />

fiscali da noi sostenuti, sono, come i sussidi,<br />

misure fiscali contemplate nella dottrina keynesiana.<br />

Noi favoriamo la scelta degli sgravi<br />

perché avvantaggiano sia la domanda che l’offerta,<br />

stimolano sia il consumatore che le imprese.<br />

Quindi: nessuna conversione, una cosa<br />

difficile per chi è laico e antidogmatico come<br />

me, solo un pensiero per l’interesse del Paese<br />

vicinissimo a una recessione di cui nessuno sa<br />

stimare la profondità e la durata. Il mercato se<br />

possibile, lo Stato se necessario, dice Giulio<br />

Tremonti in ossequio al principio di sussidiarietà.<br />

Il Cantone ha competenze economiche solo<br />

in ambito di politica fiscale. Agisca nell’ambito<br />

delle sue competenze. Con coraggio e determinazione.<br />

Quando le entrate crescevano non<br />

si è ridotto il debito, è tardi per preoccuparsi.<br />

Ripianare il debito ora equivarrebbe a sostituire<br />

una gomma bucata mentre l’auto sta andando


a fuoco. Dove si trovano i soldi? Con quasi due miliardi di debito,<br />

certo è un problema, ma l’economia, quella virtuosa che<br />

ha lavorato, prodotto ricchezza, aumentato consistentemente<br />

il gettito fiscale negli ultimi anni non può essere il capro<br />

espiatorio degli errori commessi da un ceto politico incapace<br />

che non ha saputo mettere il fieno in cascina quando poteva.<br />

Un aumento del disavanzo che contrastasse un incremento<br />

della disoccupazione, dovuta alla contrazione dei consumi,<br />

è il minore tra i due mali. Quanto alle aspettative, sappiamo<br />

a volte rItornano, con squIllI dI tromBa<br />

di Ronny Bianchi<br />

bene che la teoria si è evoluta da Keynes a oggi introducendo<br />

concetti come aspettative razionali o adattive.<br />

Krugman sostiene che il pareggio di bilancio è una cosa virtuosa.<br />

Ma diventa il vizio quando si vive una situazione in<br />

cui gli stimoli monetari non funzionano più come in questa<br />

fase che lui definisce “depression economics”. Parafrasando<br />

Marilyn Monroe, se “diamonds are a girl’s best friend”, oggi le<br />

misure di stimolo a domanda e offerta sono le migliori amiche<br />

di mademoiselle economia.<br />

Vi proponiamo per esteso l’intervento di Ronny Bianchi, articolo apparso su “La Regione <strong>Ti</strong>cino”<br />

il 19 dicembre 2008, nella rubrica “Il commento”<br />

Quando nel 2004 pubblicammo il volume “Quando Marilyn torna di moda” avevamo come obiettivo di mostrare le incongruenze<br />

del modello neoliberista e come fosse indispensabile che ritornassero tempi simili a quelli degli anni '60 quando appunto folleggiava<br />

Marilyn Monroe. Evidentemente non abbiamo avuto un grande successo: eravamo in anticipo di 4 anni. Per anni abbiamo<br />

(uso il plurale perché non ero il solo – certo non in molti – tra i quali è dovere annoverare le analisi dettagliate di Daniele Besomi e<br />

diversi interventi su questo quotidiano) cercato di spiegare come le strategie neoliberiste non avrebbero fatto altro che peggiorare<br />

progressivamente la situazione economica e politica. Il continuo taglio delle aliquote fiscali, dicevamo quattro anni fa, non avrebbe<br />

avuto benefici di lungo periodo perché gli elementi determinanti per le scelte strategiche delle aziende sono anche altri, spesso ben<br />

più importanti. Abbiamo cercato di far capire che la riduzione delle aliquote non sarebbe mai stata compensata dalla crescita delle<br />

entrate dovute alla crescita del reddito (come pretende la teoria dell'offerta), ma che avrebbe ottenuto come risultato una progressiva<br />

riduzione delle risorse della Pubblica amministrazione, con conseguenze politiche importanti. Avevamo sottolineato a più riprese come<br />

la progressiva deregolamentazione dei mercati avrebbe generato solo disastri politici ed economici e come il mercato privato non è<br />

necessariamente migliore di quello pubblico. La verità era sotto gli occhi di tutti: il peggioramento continuo della situazione economica<br />

di fasce importanti della popolazione nei paesi leader (Usa e Gb) del pensiero neoliberista, il fallimento dei paesi in via di sviluppo<br />

dove queste strategie erano applicate (Argentina, Russia, Messico, …), il continuo sviluppo di crisi finanziarie sempre più importanti.<br />

Tutto questo tra l'indifferenza totale se non addirittura con lo sberleffo (per tutti, citiamo l'ex collaboratore personale dell'ex direttrice<br />

del Dfe). Potete dunque immaginare la nostra meraviglia quando abbiamo letto la seguente frase: “In primo luogo il Cantone deve<br />

trovare il coraggio di rinunciare al pareggio di bilancio, seppellendo la teoria della simmetria dei sacrifici. Il pareggio non è più una<br />

priorità, non si è fatto quando si poteva, ora è tardi, sarebbe pura incoscienza” e meraviglia delle meraviglie: “(È necessaria) Una<br />

politica anticiclica di tipo keynesiano perché ci troviamo in una situazione simile a quella in cui i suoi insegnamenti furono applicati,<br />

negli anni Trenta”. A questo punto dobbiamo svelarvi la fonte: si tratta niente di meno che dell'editoriale di dicembre di <strong>Ti</strong>cino Business<br />

firmato da Franco Ambrosetti, presidente della Camera di commercio del cantone <strong>Ti</strong>cino, vale a dire di quella associazione che per<br />

quindici anni ha sostenuto apertamente e incondizionatamente la politica masoniana (assieme a molti altri che ora hanno cambiato<br />

bandiera, vedi seduta del Gran Consiglio di martedì 16 dicembre), politica che ci ha portato alla situazione attuale. Se volete ve la<br />

riassumiamo brevemente: tasso di disoccupazione tra i più alti in Svizzera, reddito tra i più bassi, unico cantone nel 2007 che non è<br />

riuscito ad avere un pareggio di bilancio, aumento della povertà, aumento delle spese sociali dovuto all'aumento della precarietà e via<br />

dicendo. Potremo anche parlare del clientelismo, dell'incapacità di riformare la struttura pubblica proprio per opposizione di coloro<br />

che da una parte mungono lo Stato ma che poi non vorrebbero pagare le imposte. Se Ambrosetti avesse scritto questo articolo solo<br />

4 anni fa sarebbe stato considerato un disfattista di sinistra. Mentre ora Keynes, considerato fino a poco tempo fa un eretico, ci si<br />

ricorda ora che era un liberale, le cui proposte erano volte a salvare il capitalismo da se stesso. Ma Keynes era veramente un liberale,<br />

nel senso che considerava, ad esempio, opportuno che tutti perlomeno alla nascita avessero le stesse opportunità e quindi riteneva<br />

giuste le tasse di successione così come un sistema fiscale progressivo. Il Keynes degli anni Venti e Trenta del secolo scorso, così<br />

come gli altri liberali dell'epoca, avevano poco da spartire con la maggior parte dei liberali odierni. Comunque ben venga la conversione<br />

di Ambrosetti e della Camera di commercio, perché si tratta di una conversione a 180 gradi. Nell'editoriale non si scrive solo<br />

di un ritorno a Keynes e di un abbandono del pareggio di bilancio, ma anche degli errori della politica monetaria degli scorsi decenni<br />

(quella ispirata dal Friedman tanto osannato), dell'assurdità del sistema finanziario sviluppatosi negli ultimi 20 anni che ha portato<br />

al disastro molte aziende dell'economia reale. Insomma, se fossimo presuntuosi, potremmo affermare che Ambrosetti ha letto con<br />

attenzione molti articoli di “Quando Marilyn torna di moda”, ma non osiamo arrivare a tanto, anche perché nel suo editoriale cita<br />

addirittura il recente premio Nobel, Paul Krugman, che in molti scritti avevamo citato e con il quale condividiamo molti punti di vista,<br />

benché, ahinoi, da livelli diversi. Osiamo tuttavia chiederci se si tratta di una conversione reale. L'impressione è però che si vorrebbe<br />

la moglie ubriaca e la botte piena poiché si torna a parlare di sgravi fiscali come se alcuni franchi in più potessero essere d'aiuto per<br />

incrementare consumi e investimenti. Si vede che la lettura della Teoria generale di Keynes non è stata molto approfondita perché<br />

altrimenti si saprebbe che politiche di questo tipo non servono a nulla quando le aspettative sono negative. Ma come vorrebbero<br />

finanziare la maggiore spesa la Camera di commercio e il suo presidente? Rimane un mistero. Non è che magari si vuole spolpare<br />

ulteriormente lo Stato per poi tornare ad attaccarlo quando le cose inizieranno ad andare meglio. Insomma, la conversione sembra<br />

sospetta, dettata più dalla necessità di poter attingere a fondi pubblici che dalla volontà di ripensare al modello economico e politico<br />

dei prossimi decenni. Ricordiamo che per i neoliberisti il mercato è sempre sovrano e che è sempre in grado di ritrovare il proprio<br />

punto di equilibrio. Dunque se le imprese e le banche sono in difficoltà il mercato deve fare pulizia eliminando coloro che non sono<br />

competitivi. Questo è quanto ci hanno detto di credere per anni i neoliberisti, compresi quelli locali. Perché ora lo Stato imputato di<br />

tutti i mali possibili, dovrebbe togliere loro le castagne dal fuoco, soprattutto dopo averlo spolpato fino all'osso?<br />

5


Editoriale<br />

di Luca Albertoni, Direttore della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

6 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

accordI BIlateralI e crIsI economIca<br />

Fra pochi giorni si voterà sulla conferma<br />

dell’Accordo bilaterale sulla libera circolazione<br />

fra Svizzera ed Unione Europea e sulla sua<br />

estensione a Romania e Bulgaria. Nel caso<br />

prevalesse il sì sapremo quindi quale sarà il futuro<br />

delle relazioni della Svizzera con il nostro<br />

più importante partner europeo. In caso di rifiuto<br />

l’avvenire a breve termine si preannuncia<br />

invece assai incerto ed in questo particolare<br />

momento storico, contraddistinto da paure ed<br />

insicurezze, un ulteriore fattore di incertezza<br />

sarebbe estremamente nocivo per il nostro<br />

Paese. Durante la campagna sulla votazione<br />

dell’8 febbraio se ne sono sentite, come al solito,<br />

di tutti i colori. Pur comprendendo alcuni<br />

dubbi, soprattutto però legati a questioni che<br />

poco o nulla hanno a che vedere con gli Accordi<br />

Bilaterali in generale e quello sulla libera<br />

circolazione in particolare, scegliere la via<br />

dell’isolazionismo non avrebbe alcun senso. In<br />

gioco non c’è “solo” la libera circolazione delle<br />

persone, ma tutta una serie di regole concernenti<br />

questioni fondamentali come gli ostacoli<br />

tecnici al commercio, la ricerca, la formazione,<br />

ecc.. Togliere alle aziende una base di regole<br />

attendibili, ancorché senz’altro migliorabili,<br />

comporterebbe conseguenze difficilmente<br />

gestibili. Il fatto che talune imprese possano<br />

operare in un contesto internazionale anche<br />

senza gli Accordi Bilaterali non è certo motivo<br />

sufficiente per buttare tutto a mare. Assolutamente<br />

improprio è anche il paragone tracciato<br />

con il rifiuto espresso dal popolo svizzero di<br />

aderire allo Spazio Economico Europeo del 6<br />

dicembre 1992. I contrari agli Accordi bilaterali<br />

citano tale evento storico come esempio<br />

illuminante anche per il <strong>2009</strong>, sostenendo che<br />

tutto sommato nel 1992 non era successo nulla<br />

in seguito al “no” popolare e che l’economia<br />

svizzera aveva potuto crescere comunque. Al<br />

di là delle inesattezze e dei molti esempi di<br />

difficoltà legati direttamente o indirettamente<br />

a quel rifiuto, il parallelo è tuttavia profondamente<br />

improprio perché la realtà di quella<br />

che nel 1992 non era ancora Unione Europea<br />

era profondamente diversa. Meno strutturata,<br />

meno organizzata e sostanzialmente meno<br />

aggressiva politicamente ed economicamente<br />

verso gli Stati terzi, di cui anche la Svizzera fa<br />

parte. Non che oggi l’Unione Europea costituisca<br />

un blocco monolitico che brilla per coerenza<br />

ed unità d’intenti. È però innegabile che,<br />

quando si tratta di difendere gli interessi dei<br />

propri membri verso gli Stati non facenti parte<br />

della “casa europea”, le pressioni (piaccia o<br />

no) possono essere molteplici e pesanti. È vero<br />

che non bisogna essere remissivi, ma una sana<br />

dose di realismo dovrebbe indurci a realizzare<br />

che non sempre siamo in posizione di opporre<br />

una resistenza degna del piccolo villaggio degli<br />

irriducibili galli guidati da Asterix. A meno che<br />

qualcuno trovi una pozione magica…<br />

Fa da sfondo a questa delicata consultazione<br />

popolare la crisi finanziaria ed economica di<br />

cui tutti, forse troppi, parlano. Non esistono ricette<br />

miracolose e, come già detto e scritto nei<br />

mesi scorsi, è necessario diffidare di misure<br />

affrettate, pasticciate ed assemblate solo per<br />

impressionare l’opinione pubblica. Le strade<br />

da percorrere, soprattutto a livello cantonale,<br />

non sono molte. L’intervento per rendere più<br />

elastica l’applicazione delle norme sul lavoro<br />

ridotto sembra avere trovato buona eco anche<br />

a livello federale e questa è sicuramente una<br />

buona cosa per salvaguardare l’occupazione.<br />

Ma poi? Probabilmente il <strong>Ti</strong>cino è l’unico<br />

Paese dell’universo che non ha il coraggio di<br />

affrontare seriamente un discorso di sgravi fiscali.<br />

Nessuno sembra scandalizzarsi di fronte<br />

a proposte mirabolanti di piani di intervento<br />

di centinaia (!) di milioni (evidentemente sotto<br />

forma di sussidi), mentre una riflessione su<br />

sgravi fiscali ragionati e mirati non ha alcun<br />

diritto di cittadinanza, malgrado potrebbe trattarsi<br />

di una variante meno costosa per lo Stato<br />

e senz’altro più efficace a breve, medio e lungo<br />

termine, per garantire la competitività delle<br />

nostre aziende e quindi sostenere l’aspetto occupazionale.<br />

La discussione politica resta però<br />

la più grande incognita, al di là dell’apparente<br />

unità di intenti e di visioni emersa dai primi<br />

incontri fra autorità cantonale, mondo imprenditoriale<br />

e rappresentanti sindacali.<br />

Perché quindi non pensare a misure gratuite,<br />

facilmente ed immediatamente applicabili,<br />

senza scomodare pericolose alchimie politiche?<br />

Una misura di questo tipo c’è: è la capacità<br />

dello Stato di funzionare bene, senza<br />

intralciare inutilmente l’attività imprenditoriale<br />

con procedure e lacci burocratici eccessivi. E’<br />

una caratteristica svizzera e ticinese di importanza<br />

fondamentale per la competitività della<br />

nostra economia e l’attrattività del nostro territorio.<br />

Purtroppo a volte viene dimenticata, ma<br />

in situazioni come quella odierna deve essere<br />

ricordata, riscoperta e rafforzata, per garantire<br />

gli effetti positivi della forza propositiva e creativa<br />

del mondo imprenditoriale. Oltretutto è<br />

gratis, non ci vogliono leggi d’applicazione e le<br />

ricadute sono positive anche a lunga scadenza<br />

(vedi condizioni-quadro). E se fosse questa la<br />

strada per resistere alla bufera?


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Contromano<br />

di Alessio del Grande<br />

contro la recessIone,<br />

BIsoGna usare la leva FIscale<br />

Non sarebbe di certo cascato il mondo se il Parlamento<br />

nel dibattito sui preventivi <strong>2009</strong> avesse approvato la<br />

richiesta della Lega e dell’UDC di anticipare l’entrata in<br />

vigore della nuova legge sulla doppia imposizione delle<br />

imprese. Un rifiuto assai indicativo della cultura fiscalista<br />

che domina la politica di un Cantone dove, a differenza<br />

di altri, ci si appresta a fronteggiare le minacce recessive<br />

aumentando, anziché diminuendo, la pressione dell’erario<br />

su cittadini e imprese. Difatti, sebbene nel preventivo<br />

<strong>2009</strong> sia stato attenuato l’aumento del carico fiscale,<br />

congelando, ad esempio, la progressione a freddo, per i<br />

contribuenti la stangata resta, poiché saranno chiamati a<br />

pagare di più per il valore locativo e per numerose tasse<br />

causali su servizi e concessioni di largo uso. Milioni di<br />

franchi sottratti dai redditi dei cittadini e delle aziende,<br />

diminuendo così la possibilità di spesa, di risparmio e<br />

d’investimento.<br />

Se il <strong>Ti</strong>cino resta immobilizzato nel dogma della “simmetria<br />

dei sacrifici”, gli altri Cantoni proseguono decisi nel<br />

tagliare tasse e imposte. Dai Grigioni ad Uri, da Zurigo a<br />

San Gallo, Appenzello Interno, Giura, Vaud, Friborgo o Nidwaldo,<br />

negli ultimi mesi è stato un rincorrersi nell’alleggerire<br />

le aliquote per persone fisiche e giuridiche. Tagli al<br />

cui confronto gli sgravi proposti mesi fa dalla Lega erano<br />

davvero un’inezia. Davanti a questa agguerrita concorrenza<br />

fiscale il <strong>Ti</strong>cino è rimasto fermo al palo, perdendo<br />

così attrattività per le imprese e sottovalutando il fatto<br />

che da noi il 5% dei contribuenti appena paga il 45%<br />

delle imposte. Si tratta di persone che con molta facilità<br />

potrebbero spostarsi altrove. Dove si pagano meno tasse.<br />

Probabilmente siamo uno dei pochi Paesi al mondo dove<br />

alla crisi si risponde torchiando i cittadini. Negli USA il<br />

nuovo Presidente Obama, tra le altre misure per rilanciare<br />

l’economia, si appresta a varare un gigantesco piano di<br />

sgravi fiscali, mille dollari a famiglia, per quanti guadagnano<br />

meno di 250’000 dollari all’anno. Sconti fiscali su<br />

stipendi, pensioni, utili aziendali reinvestiti, investimenti<br />

e sugli acquisti di beni durevoli sono stati pure previsti<br />

nei pacchetti antirecessivi di molti Paesi.<br />

Nemmeno Berna brilla per la sua strategia fiscale. Anche<br />

un esponente storico del radical liberalismo ticinese come<br />

Pier Felice Barchi, sottolineando recentemente dalle<br />

colonne della Regione, i rischi della “frenesia collettiva”<br />

che invoca l’interventismo pubblico e i pericoli del keynesianismo<br />

di ritorno, ha ricordato che una delle poche<br />

8 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

e sicure strade da percorrere per limitare l’impatto della<br />

recessione è quella di un’amnistia fiscale: “A livello federale<br />

è immaginabile – scriveva – una misura anticiclica<br />

che sarebbe certamente efficace: un’amnistia fiscale –<br />

per decreto federale urgente – da attuare senza soverchie<br />

complicazioni burocratiche. Un tale provvedimento<br />

farebbe venire a galla centinaia di milioni di franchi, che<br />

stimolerebbero i consumi e sarebbero immessi nel ciclo<br />

economico della produzione e degli investimenti”. Ma<br />

purtroppo, sottolineava Barchi, l’amnistia fiscale generale<br />

è ancora un tabù, soprattutto per i partiti di sinistra,<br />

secondo cui sarebbe immorale poiché premierebbe chi<br />

evade il fisco. “Spero che i nostri parlamentari a Berna<br />

riprendano quel postulato che il <strong>Ti</strong>cino ha formulato come<br />

iniziativa cantonale, ma rimasta congelata”. È lo stesso<br />

augurio espresso a più riprese da un grande esperto di<br />

questioni tributarie come il professore Marco Bernasconi<br />

che da tempo insiste sulla necessità di un’amnistia fiscale,<br />

considerato anche che sono passati 40 anni dall’ultimo<br />

provvedimento del genere in Svizzera che allora fece<br />

riemergere qualcosa come 11,5 miliardi di franchi. Oggi<br />

si stima che si potrebbero riportare alla luce capitali per<br />

20 miliardi di franchi.<br />

Ma per l’iniziativa promossa dal <strong>Ti</strong>cino ci sono poche<br />

chance. Secondo il Parlamento federale essa è ormai<br />

superata dall’amnistia parziale prevista dalla nuova legge<br />

che dovrebbe entrare in vigore quest’anno. In realtà<br />

si tratta, però, di un mini condono che interessa più gli<br />

aspetti penali individuali, che non quelli di una politica<br />

fiscale di largo respiro.<br />

In mancanza d’altro bisognerà, dunque, accontentarsi<br />

della recente proposta del Consiglio federale di eliminare<br />

gli “oneri fiscali inutili” – uno sgravio da 500 milioni per<br />

le aziende attive in Svizzere, che però non pare piacere<br />

tanto ai Cantoni – e del nuovo regime d’imposizione per i<br />

coniugi: sgravi per le famiglie, che nelle intenzioni di Berna<br />

potranno aumentare le deduzioni per i figli, da 6’100<br />

a 8’000 a franchi, a partire se tutto va bene dall’anno<br />

prossimo. Certo meglio che niente, ma un’amnistia fiscale<br />

generale in questa delicata fase congiunturale avrebbe<br />

tutt’altro impatto sulle famiglie, sulle imprese, ma anche<br />

sulle casse dello Stato, poiché molti contribuenti avrebbero<br />

la possibilità di rimettersi in regola col fisco.


Il tema<br />

di Alessio Del Grande<br />

lo stato e la crIsI<br />

Il Presidente francese Sarkozy che si fa fotografare mentre<br />

sfoglia “Il Capitale”; il ministro tedesco delle Finanze Peer<br />

Steinbrück, quello che ce l’ha tanto con il fisco svizzero,<br />

che rilancia la teoria marxista quale risposta ai problemi<br />

della globalizzazione; un altro tedesco, il regista Alexander<br />

Kluge, che promette di girare un film sul “Capitale”. Se<br />

la crisi ha tirato fuori dalle soffitte della storia anche il<br />

vecchio Carlo Marx, il vero, grande ritorno è quello dell’economista<br />

John Maynard Keynes, già eletto dal quotidiano<br />

francese Le Figaro, «uomo dell’anno <strong>2009</strong>». Le sue teorie<br />

sul ruolo e il peso dello Stato, come antidoto alla recessione,<br />

sono di nuovo di moda, sebbene alla prova dei fatti,<br />

e dell’economia, si siano dimostrate del tutto inefficaci e<br />

persino controproducenti. Ma oggi tutti invocano Sir John,<br />

tutti si appellano agli interventi dello Stato contro il liberismo<br />

sfrenato che avrebbe portato il mondo intero sull’orlo<br />

del tracollo economico.<br />

Davvero strana questa crisi, inquinata com’è da una componente<br />

ideologica che sembra prevalere nettamente sulle<br />

conseguenze reali del rallentamento economico, sul suo<br />

impatto nella vita di tutti i giorni. In questi ultimi mesi,<br />

a leggere i titoli dei giornali e le analisi di tanti profeti di<br />

sventura, ci sarebbe stato da spararsi già da un pezzo.<br />

Un incessante bombardamento di annunci catastrofici e<br />

allarmi continui: Borse che crollano, consumi ridotti al lumicino,<br />

fallimenti imminenti, disoccupazione galoppante,<br />

soldi che mancano, banche collassate, esportazioni ferme<br />

e patatrac dei mercati. Insomma, la vigilia di una Grande<br />

Depressione. Qualche mese fa, negli USA, epicentro del<br />

terremoto dei subprime, Peggy Noonan, editorialista del<br />

Wall Street Journal, scriveva: “I media americani ci martellano<br />

tutti i giorni con la seconda Grande Depressione:<br />

la chiamano crisi, cataclisma, collasso totale. Ma poi esci<br />

di casa e tutto è identico agli anni scorsi: stessi americani<br />

dall’aspetto affluente, stessi carrelli strapieni, stessa gente<br />

soprappeso”. Una riflessione che vale per ogni Paese dove<br />

il circo mediatico ha drammatizzato e amplificato all’inverosimile<br />

la crisi, deformandone la portata reale e tratteggiando<br />

giorno dopo giorno cupi scenari di fame e miseria.<br />

Il Natale 2008 doveva essere il Natale dello scontento,<br />

del crollo dei consumi, senza soldi per i regali e senza<br />

nemmeno tanta voglia di farne per paura della Depressione<br />

prossima ventura, è stato, invece, una festa come tutti gli<br />

altri anni: carrelli pieni nei supermercati, negozi affollati e<br />

vendite al di sopra delle aspettative. In <strong>Ti</strong>cino, una catena<br />

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9


Il tema<br />

di Alessio Del Grande<br />

di grandi magazzini ha registrato per il 2008 addirittura<br />

affari record, tanto da concedere un premio straordinario<br />

di 500 franchi a tutti i dipendenti. Il crollo del prezzo del<br />

petrolio e le campagne di vendita a prezzi speciali hanno<br />

ridato fiato anche all’industria automobilistica europea ed<br />

americana (quest’ultima sostenuta pure con un massiccio<br />

piano di aiuti finanziari del Governo) che da mesi erano<br />

nell’occhio del ciclone. Negli USA le vendite di dicembre<br />

hanno sconfessato le terribili previsioni sulla fine dell’epoca<br />

dell’auto, ed è pure in ripresa la vendita dei suv che si<br />

ritenevano ormai fuori mercato. In Italia, sempre a dicembre,<br />

si sono vendute oltre 140’000 auto: il 13% in meno<br />

rispetto allo stesso periodo del 2007 che era stato però<br />

un mese record, ma si è confermato comunque lo stesso<br />

volume di vendita del dicembre 2006. Quindi anche per<br />

l’industria dell’auto, che più di altre ha risentito della congiuntura,<br />

non c’è stato alcun crollo devastante. Questo non<br />

significa affatto che non ci sia la crisi o che alcuni Paesi<br />

non siano già in recessione tecnica.<br />

Lo zoccolo di questa brutta congiuntura, che ha investito<br />

dapprima la finanza, va ora solidificandosi nell’industria<br />

dei beni durevoli, dall’auto agli elettrodomestici, generi la<br />

cui domanda più risente degli alti e bassi del ciclo economico,<br />

colpisce anche il loro indotto, costringendo molte<br />

imprese a ridurre produzione e orario di lavoro. Ma non siamo<br />

affatto davanti ad una recessione epocale o, peggio, a<br />

qualche passo dalla Grande Depressione. Perciò, sembrano<br />

poco convincenti e poco plausibili la pressante richiesta<br />

per interventi dello Stato, di aiuti pubblici per banche e<br />

industrie, con cui si rischia di statalizzare l’economia - facendo<br />

poi pagare il conto ai cittadini aumentando tasse<br />

e imposte - così come talune forme di aiuto sociale da<br />

“welfare emergenziale” che non rientrano in una strategia<br />

stabile di sostegno dei redditi o ancora politiche monetarie<br />

eccessivamente espansive che, non va dimenticato, sono<br />

state la causa principale del mega crac dei subprime.<br />

Se lo Stato deve intervenire, come è giusto che sia, per<br />

tamponare o allentare i contraccolpi della recessione, non<br />

deve però farlo con misure indifferenziate, ma mirate,<br />

ossia capaci di stimolare la crescita futura al di là della<br />

congiuntura attuale e dei suoi tempi. Questo anche per la<br />

semplice ragione che ogni franco, dollaro o euro speso oggi<br />

dallo Stato, dovranno rimborsarlo domani con gli interessi i<br />

contribuenti, a meno che si voglia credere alla favola delle<br />

10 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

banche centrali che stampano moneta da distribuire con<br />

gli elicotteri.<br />

Le recessioni non hanno solo conseguenze negative, ma<br />

anche qualche effetto positivo, come quello di fare pulizia<br />

nel mercato. Eliminando i cattivi investimenti orientati sulla<br />

produzione di beni e servizi non più in sintonia con la domanda,<br />

liberando con ciò risorse per altri investimenti, per<br />

altre produzioni più rispondenti ai bisogni dei mercati che<br />

creano anche nuova e più stabile occupazione. Dunque,<br />

niente assalti alla diligenza con piani miliardari per salvataggi<br />

miracolosi, improbabili politiche occupazionali o per<br />

New Deal fuori corso. Servono, invece, interventi specifici<br />

che incidano positivamente sulle condizioni strutturali, per<br />

innescare una nuova fase di sviluppo e che salvaguardino i<br />

redditi attraverso un’articolata riduzione delle tasse. È così<br />

che si rafforzano la capacità di spesa e di risparmio dei<br />

cittadini e le possibilità d’investimento per le imprese. Ed è<br />

questa la strategia sottolineata in più occasioni dalla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>,<br />

oggi più che mai necessaria per disincagliare il Cantone<br />

dalle secche di una congiuntura che potrebbe avvitarsi<br />

pericolosamente su stessa.<br />

Tre sono le strade sicure verso il futuro e tutte e tre rientrano<br />

nelle competenze del governo ticinese: più formazione,<br />

più innovazione tecnologica e migliore accesso al<br />

capitale di rischio per facilitare la nascita di nuove attività<br />

economiche. Lo Stato deve investire di più sulla formazione<br />

e l’aggiornamento professionale, unica e vera risorsa<br />

della crescita, deve incoraggiare anche le imprese a spendere<br />

di più per questo obiettivo detassando i costi della<br />

formazione, senza aggravi aggiuntivi, quindi, come quelli<br />

previsti dal fondo speciale. Ma vanno pure detassati gli<br />

investimenti delle aziende per l’innovazione tecnologica,<br />

la ricerca e lo sviluppo, se si vuole che esse siano sempre<br />

competitive sui mercati internazionali. Più complesso è il<br />

problema dell’accesso al capitale di rischio. Le esperienze<br />

di venture capital sinora tentate in <strong>Ti</strong>cino non hanno avuto<br />

grandi esiti, anche per la mancanza di una cultura all’intraprendere<br />

che penalizza fortemente il ricambio imprenditoriale<br />

e la nascita di nuove attività produttive. Rafforzare<br />

questa cultura dell’intraprendere, la voglia di fare impresa,<br />

soprattutto a livello di formazione scolastica, sarebbe uno<br />

dei primi passi necessari per incubare la spinta creativa da<br />

cui nascono quelle idee che poi si trasformano in prodotti<br />

e servizi che fanno la ricchezza di tutti.


le rIsposte dell’economIa tIcInese<br />

alla crIsI FInanzIarIa<br />

Come far fronte alla crisi finanziaria e alle sue conseguenze<br />

sull’economia reale? Quali strumenti utilizzare e quali<br />

misure adottare già a breve termine? Le associazioni<br />

economiche si sono poste da subito questi interrogativi<br />

e nell’incontro organizzato lo scorso 9 dicembre a Bellinzona<br />

dal Dipartimento delle finanze e dell’economia e dal<br />

Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport,<br />

nell’ambito dell’organizzazione di una “task force” cantonale<br />

per far fronte alla crisi finanziaria, si è dibattuto<br />

apertamente attorno alle diverse proposte.<br />

Più che a misure a lungo termine, le risposte devono essere<br />

funzionali già a breve termine. In linea generale v’è una<br />

forte preoccupazione che la crisi finanziaria possa portare<br />

ad una stretta creditizia che metterebbe in difficoltà le<br />

imprese sul fronte degli investimenti ma anche del mantenimento<br />

dell’attività corrente. Queste settimane e pure<br />

le prossime sono decisive in questo senso, nel momento<br />

cioè in cui le imprese clienti delle banche sono chiamate<br />

a rinegoziare le linee di credito e i loro limiti.<br />

Il contingente quanto in alcuni casi repentino rallentamento<br />

delle ordinazioni richiede un allentamento almeno<br />

provvisorio delle condizioni di accesso e utilizzo dello<br />

strumento della disoccupazione parziale. L’obiettivo delle<br />

aziende è quello di mantenere il più possibile il livello della<br />

manodopera, ragione per cui lo strumento della disoccupazione<br />

parziale potrebbe contribuire fortemente a mantenere<br />

questo obiettivo, soprattutto se la crisi sul fronte delle<br />

ordinazioni non dovesse penalizzare fortemente anche la<br />

seconda metà del <strong>2009</strong>.<br />

Pure l’ente pubblico è chiamato a fare la sua parte, laddove<br />

ad esempio è possibile anticipare progetti e opere già<br />

previste che hanno un impatto a livello regionale/locale.<br />

Nell’ottica di una contrazione anche importante dei gettiti<br />

d’imposta non ci si sottrae alla discussione sui costi dello<br />

Stato e della macchina amministrativa, perché è evidente<br />

che questi costi non sembrano più essere finanziabili agli<br />

attuali livelli attraverso la ricchezza che i cittadini e le<br />

imprese distribuiscono allo Stato a questi scopi.<br />

Sempre in linea generale si tratta di non penalizzare gli<br />

investimenti aziendali, di favorire quelli mirati alle attività<br />

produttive, di non penalizzare il ricorso alla manodopera<br />

qualificata, anche di provenienza estera e di monitorare<br />

tutti gli aggravi che colpiscono le imprese, cercando di evi-<br />

tare o comunque di contenere gli aggravi (prezzo dell’elettricità,<br />

imposte…).<br />

A livello del parco immobiliare appare fortemente sensato<br />

promuovere investimenti in linea con gli obiettivi di un<br />

minore dispendio energetico, riconvertire il risanamento<br />

degli edifici privati e pubblici a questo scopo, magari anche<br />

attraverso facilitazioni di ordine fiscale e finanziario.<br />

In estrema sintesi un catalogo (non esaustivo) delle attese<br />

del mondo economico cantonale potrebbe essere così<br />

delineato:<br />

• Richiedere alla Segreteria di Stato dell’economia di facilitare<br />

nella misura del possibile il ricorso alla disoccupazione<br />

parziale da parte delle imprese, attraverso una<br />

diversa regolazione della legislazione federale sul lavoro<br />

ad orario ridotto.<br />

• Approfondire l’idea di un partenariato temporaneo fra<br />

Banca dello Stato del cantone <strong>Ti</strong>cino (eventualmente anche<br />

altre banche) e altri istituti di credito (in particolare<br />

quelli che si rifinanziano a tassi elevati sul mercato e che<br />

a loro volta hanno difficoltà nell’offrire condizioni di credito<br />

interessanti alla clientela) per sostenere la garanzia<br />

e la fluidità del credito alle imprese.<br />

• Anticipare laddove possibile e auspicabile investimenti e<br />

opere pubbliche già previste con un impatto sulla realtà<br />

economica regionale e locale (infrastrutture).<br />

• Non penalizzare la ricerca della manodopera qualificata,<br />

anche di origine straniera.<br />

• Sostegno alle imprese nell’acquisto di beni d’investimento.<br />

• Detassazione dei capitali finalizzati all’investimento in<br />

attività produttive.<br />

• Verifica dell’impatto della crisi economica sulle imprese<br />

che formano apprendisti; verifica delle formazioni in atto<br />

dei giovani che concluderanno la loro formazione nel<br />

mese di giugno del <strong>2009</strong> e valutazione delle misure per<br />

un effettivo loro inserimento nel mondo del lavoro.<br />

• Valutazione di un intervento mirato sul fronte degli sgravi<br />

fiscali, soprattutto a favore di chi investe nell’innovazione<br />

tecnologica, nella formazione e nell’aggiornamento<br />

professionale dei dipendenti.<br />

11


Il tema<br />

le rIcette della svIzzera<br />

e dell’unIone europea<br />

Nelle scorse settimane si sono moltiplicate le decisioni dei<br />

governi dei singoli Stati e dell’Unione Europea per far fronte alla<br />

crisi finanziaria. Ecco in sintesi le misure adottate.<br />

Svizzera<br />

Già nel corso del mese di novembre il Consiglio federale<br />

ha approvato delle misure di stabilizzazione a sostegno<br />

dell’occupazione e dell’offerta in Svizzera. In una prima<br />

fase è stato chiesto al Parlamento di anticipare uscite già<br />

previste per 340 milioni di franchi, mentre la liberazione<br />

delle riserve di crisi a favore delle imprese ammonta a 550<br />

milioni di franchi (1° gennaio <strong>2009</strong>). Qualora la situazione<br />

economica dovesse peggiorare entro la fine del primo<br />

trimestre del <strong>2009</strong>, si prevedono ulteriori uscite per circa<br />

mezzo miliardo di franchi. In primo piano vi sono investimenti<br />

per il risanamento energetico di vecchi edifici, nonché<br />

investimenti di manutenzione delle strade nazionali e<br />

delle FFS.<br />

Complessivamente per la Confederazione si rivela necessario<br />

intervenire a tre livelli:<br />

1. Nel settore della regolamentazione è necessario procedere<br />

a una rapida approvazione dei progetti che hanno<br />

una notevole rilevanza per la crescita (per esempio con<br />

la Legge sugli ostacoli tecnici al commercio e la Legge<br />

sull’IVA). Inoltre si stanno esaminando condizioni quadro<br />

migliori rispettivamente lo sfruttamento delle diverse<br />

possibilità nell'ambito della garanzia dei rischi delle<br />

esportazioni (ASRE) e nel sistema delle fideiussioni come<br />

pure, per sostenere l'occupazione, un prolungamento<br />

della durata massima dell'indennità per lavoro ridotto.<br />

2. Nel settore degli investimenti sono in fase di preparazione<br />

altri investimenti anticipati da parte dell'ente pubblico,<br />

analoghi a quelli che sono già stati approvati nella prima<br />

fase. I mezzi finanziari utilizzabili si situano nell'ambito<br />

12 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

del freno all'indebitamento e ammontano a circa 650<br />

milioni. La priorità spetta agli investimenti nel settore delle<br />

infrastrutture a partire dalla seconda metà del <strong>2009</strong>.<br />

3. Hanno un effetto sulla congiuntura pure le riforme di<br />

politica fiscale, come le agevolazioni, attualmente in<br />

fase di elaborazione, nell'ambito dell'imposizione delle<br />

famiglie (circa 600 milioni) e le misure destinate a compensare<br />

la progressione a freddo (circa 600 milioni).<br />

Da tali provvedimenti il Consiglio federale si attende un<br />

sostegno del consumo al più presto a partire dal 2010.<br />

Unione Europea<br />

I capi di Stato dell’UE hanno convenuto un piano di azioni<br />

coordinate che si basa su 3 pilastri fondamentali:<br />

- azioni sulle condizioni creditizie e monetarie;<br />

- politiche finanziarie coordinate volte a far ripartire la domanda;<br />

- azioni nelle quattro aree prioritarie della Strategia di Lisbona.<br />

Il piano prevede un’adeguata liquidità alle istituzioni finanziarie,<br />

garanzie sui prestiti, la ricapitalizzazione efficiente<br />

delle banche in difficoltà da parte dei governi, la revisione<br />

delle regole, il coordinamento della procedura tra i governi<br />

europei. Le garanzie statali sui prestiti interbancari sono<br />

state estese sino al 31 dicembre <strong>2009</strong>.<br />

La Commissione Europea raccomanda agli Stati membri<br />

di usare il supporto finanziario fornito al settore bancario<br />

per incoraggiare il ritorno alle normali attività di prestito<br />

e per assicurare che i tagli di tassi di interesse operati<br />

dalla Banca Centrale Europea siano passati a coloro che<br />

chiedono prestiti.<br />

La Commissione Europea propone agli Stati membri di<br />

adottare misure coordinate di politica finanziaria per produrre<br />

impatti sostanziali e positivi sull’impiego e sulla economia<br />

europea. L’impulso finanziario complessivo previsto<br />

dalla Commissione Europea a carico degli Stati membri è<br />

pari a 170 miliardi di euro. L’attuazione di tale manovra<br />

dovrà essere effettuata nel seguente modo:<br />

1) Dovrà essere di natura temporanea, coordinata e con<br />

obiettivi mirati a massimizzare i ritorni economici positivi<br />

dell’impulso finanziario.<br />

2) La Commissione raccomanda misure nell’ambito della<br />

spesa pubblica, in particolare a favore delle famiglie colpite<br />

e delle piccole e medie imprese (PMI). Ad esempio:<br />

trasferimenti temporanei ai disoccupati o alle famiglie a


asso reddito, prolungamento della durata dei sussidi<br />

di disoccupazione, investimenti pubblici in progetti<br />

che supporterebbero gli obiettivi di politica di lungo<br />

termine (miglioramento delle dotazioni infrastrutturali<br />

o contrasto ai cambiamenti climatici) di cui potrebbero<br />

beneficiare le PMI.<br />

3) Fornendo garanzie e sussidi in forma di prestito alle<br />

imprese, in particolar modo per quelle che, si pensi<br />

alle PMI, hanno nel credito un grosso vincolo per il<br />

loro sviluppo.<br />

4) Tramite incentivi finanziari volti a velocizzare l’adattamento<br />

delle economie alle sfide di lungo periodo,<br />

come i cambiamenti climatici. Tali misure dovrebbero,<br />

secondo la Commissione, includere gli incentivi per<br />

l’efficienza energetica.<br />

5) Diminuire sia i contributi sociali pagati dai datori di<br />

lavoro, misura che aiuterebbe il mantenimento e la<br />

creazione di posti di lavoro, che la tassazione del<br />

reddito da lavoro, in modo da supportare il potere di<br />

acquisto in particolare per bassi salari.<br />

6) Riduzione temporanea dell’IVA, in modo da supportare<br />

i consumi.<br />

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13


Ospite<br />

Intervista a Cristina Maderni, Presidente dell’Ordine dei commercialisti del Canton <strong>Ti</strong>cino, di Elisabetta Pisa<br />

14 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

amnIstIa FIscale e IncentIvI<br />

alle assunzIonI e aGlI InvestImentI<br />

ecco come uscIre dalla crIsI<br />

Da quello che ha potuto constatare dal suo<br />

osservatorio privilegiato, qual è la situazione<br />

dell’economia ticinese?<br />

“Come commercialisti e quindi consulenti per varie industrie<br />

nazionali e internazionali, artigiani, liberi professionisti<br />

e così via, riusciamo ad avere una visione generale,<br />

ma non nascondiamo una seria difficoltà a commentare<br />

la situazione economica: alcuni settori (finanziario e<br />

industriale) segnalano gravi difficoltà che in parte non<br />

emergeranno con i risultati economici del 2008 ma maggiormente<br />

nel <strong>2009</strong>. Artigiani e commercianti per ora<br />

non sembrano risentire della crisi. Per ciò che riguarda<br />

il nostro settore di consulenti, coloro che si occupano di<br />

gestione patrimoniale hanno seri problemi: la clientela<br />

tende a disinvestire o a investire in modo più prudente,<br />

la massa patrimoniale gestita si riduce, dunque anche<br />

le commissioni con conseguenze sui risultati. Per contro<br />

grazie ai tassi ipotecari di favore i fiduciari immobiliari<br />

e i commercialisti, impegnati nella consulenza e amministrazione,<br />

sono particolarmente sollecitati e quindi in<br />

attività. Il costo ridotto del denaro porta chi aveva investimenti<br />

in Borsa a dirottarli sugli immobili. Se da una parte<br />

le industrie registrano commesse annullate e chi magari<br />

intendeva acquistare un’auto nuova rinuncia, dall'altra chi<br />

aveva in progetto di acquistare casa non torna sui suoi<br />

passi. Inoltre c'è una buona richiesta dall'estero per il<br />

settore immobiliare”.<br />

Quali sono i segnali della crisi?<br />

“Si avvertono una grande paura e un’incertezza generale<br />

sul futuro. Questa crisi, esplosa così rapidamente e<br />

diffusasi in tutto il globo, ha messo in difficoltà l’intero<br />

sistema economico. I «grandi ricchi» in pochi giorni si<br />

sono ritrovati il patrimonio sensibilmente ridotto; grandi<br />

banche fallite o a rischio di chiusura; incertezza sull’occupazione;<br />

governi che intervengono con importanti manovre<br />

di sostegno alle aziende. Nel nostro piccolo notiamo<br />

una notevole flessione della domanda di prodotti di lusso<br />

(pelletteria, orologi di alto target, alta moda, insomma<br />

accessori di costo elevato) e la paralisi delle società di<br />

trading internazionale: aziende che commerciano nel<br />

settore dell’acciaio, della grande industria di produzione,<br />

dei prodotti derivati del petrolio registrano una riduzione<br />

della domanda o la tendenza a rimandare le commesse”.<br />

Quali sono le prospettive?<br />

“Purtroppo gli scenari descritti dagli esperti sono di tem-<br />

pi duri, anzi durissimi. Che bello sarebbe se questo pazzo<br />

mondo finanziario ci sorprendesse in positivo e che con<br />

la stessa velocità con cui è precipitato riesca a risollevarsi…”.<br />

Quali sono le principali difficoltà con cui devono<br />

fare i conti al momento i vostri soci?<br />

“Nell’immediato sono tutti molto sollecitati dalla clientela<br />

per la ricerca della «soluzione» per garantire un futuro<br />

ad aziende e dipendenti. Nel prossimo futuro, se la crisi<br />

dovesse persistere, sicuramente saranno confrontati con<br />

la perdita di clientela, fatturato e quindi a loro volta potrebbero<br />

essere costretti a ridimensionamenti”.<br />

Da più parti si moltiplicano le ricette anticrisi:<br />

secondo lei quali sarebbero le misure più efficaci<br />

per far ripartire l’economia ticinese?<br />

“Sostegno all’occupazione: lavoro a orario ridotto, incentivi<br />

all’assunzione e sgravi degli oneri sociali sono buone<br />

misure. E ancora aiuti alle aziende evitando qualsiasi<br />

aumento di tasse e imposte e incentivi all’investimento<br />

per imprese già sul territorio e a nuove che intendono<br />

insediarsi. È inoltre un buon momento per rilanciare, ma<br />

a livello federale, un’amnistia fiscale generale che permetterebbe<br />

sicuramente di far riemergere ingenti capitali<br />

sommersi e peggio ancora depositati o gestiti all’estero.<br />

Ma la ricetta per superare i momenti difficili è senz’altro<br />

fatta di professionalità, aggiornamento continuo, precisione<br />

e puntualità, il tutto mescolato con un po’ di ottimismo!”.<br />

Per il <strong>2009</strong>, gli economisti dell’istituto di analisi<br />

congiunturali KOF di Zurigo prevedono una<br />

contrazione del Pil dello 0,5%. Non è una riduzione<br />

drammatica. Si tratta di una previsione troppo<br />

ottimistica, anche alla luce del fatto che il settore<br />

finanziario è una colonna portante dell’economia<br />

elvetica, o si è ormai diffuso troppo pessimismo?<br />

“Una riduzione dello 0,5%? Ci metterei la firma. Non<br />

conosco nello specifico questa analisi del KOF: evidentemente<br />

ritengono che gli altri comparti dell’economia<br />

compenseranno la contrazione del settore finanziario. Il<br />

comparto finanziario sta vivendo una crisi senza precedenti,<br />

repentina e inaspettata. È difficile prevedere cosa<br />

succederà e dire se abbiamo già toccato il fondo oppure<br />

no. Fare previsioni è quasi impossibile. Stiamo a vedere<br />

cosa succede”.


Ospite<br />

Intervista a Claudio Generali, Presidente dell’Associazione Bancaria <strong>Ti</strong>cinese, di Elisabetta Pisa<br />

16 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

la crIsI FInanzIarIa è sotto controllo<br />

Qual è la situazione del settore bancario ticinese?<br />

“In tempi di recessione è ovvio che la crisi lambisca anche<br />

la nostra realtà. Però i nostri istituti non sono coinvolti<br />

direttamente nella parte finanziaria della crisi. Attendiamo<br />

le ripercussioni sull’economia reale: in questo<br />

senso non mancano le preoccupazioni”.<br />

È però vero che il Credit Suisse ha annunciato 650<br />

tagli in Svizzera e UBS nella Confederazione ha<br />

finora cancellato 2'000 posti di lavoro e potrebbe<br />

procedere a nuovi licenziamenti.<br />

“I tagli riguardano soprattutto il settore dell’investment<br />

banking, un tipo di attività non praticata in modo importante<br />

in <strong>Ti</strong>cino. Dunque il Cantone dovrebbe essere<br />

colpito in misura minore”.<br />

Siamo di fronte a un ridimensionamento strutturale<br />

o contingente del settore?<br />

”Per ciò che riguarda l'investment banking e la costruzione<br />

di prodotti speciali (l'ingegneria finanziaria per intenderci)<br />

si tratta di cambiamenti sicuramente strutturali”.<br />

A suo parere la piazza finanziaria svizzera cambierà<br />

configurazione?<br />

“Secondo me la fase della crisi finanziaria è superata.<br />

Quello per UBS è stato uno degli interventi effettuati dai<br />

vari governi accanto a provvedimenti di politica fiscale e<br />

monetaria presi quando la crisi di fiducia era tale che gli<br />

istituti non si prestavano soldi nemmeno fra di loro. Verranno<br />

abbandonati i prodotti complessi, quelli più redditizi,<br />

con una riduzione dei ricavi da commissione. Comunque<br />

è anche vero che ci sono istituti che in precedenza<br />

hanno cavalcato l’onda. Adesso la vera sfida è la crisi<br />

dell’economia, che potrebbe riflettersi anche sui bilanci<br />

delle banche. Se qualche azienda fallisse, le ripercussioni<br />

sarebbero inevitabili. Personalmente non sono molto ottimista<br />

sulla ripresa dell’economia. Questa non è una crisi<br />

di passaggio. È una crisi del sistema senza precedenti.<br />

Negli ultimi 20 anni gli obiettivi di crescita non sono stati<br />

realistici, adesso devono essere ridimensionati”.<br />

La ricerca di nuovi mercati non può essere la<br />

soluzione?<br />

”Quello della finanza era già globale. La finanza internazionale<br />

si muove su Internet. Adesso è finita un’epoca”.<br />

Pare che a soffrire in Svizzera siano più che altro i<br />

grandi istituti mentre le piccole banche registrano<br />

l'arrivo di nuova clientela che scinde il patrimonio<br />

anche per diversificare oltre che per una crisi di<br />

fiducia nei colossi bancari. È effettivamente così?<br />

“Nel momento del panico c’è stato chi ha diversificato e<br />

le banche prive di titoli tossici ne hanno beneficiato. Ma<br />

questa fase è superata. D’altro canto si dice: «Too big<br />

to fail», troppo grosso per fallire. Altrimenti crollerebbe<br />

tutto, anche le piccole banche fallirebbero”.<br />

Lehman Brothers però è colata a picco e nessuno se<br />

lo aspettava.<br />

“In quel caso il governo americano ha deciso di non intervenire.<br />

Personalmente mi sono formato in un periodo<br />

in cui la finanza creativa non esisteva, allora c’era più<br />

cautela: negli ultimi 20 anni sono state dimenticate le<br />

regole d’oro della finanza. Ora il pericolo è che le banche<br />

frenino il credito tradizionale alle aziende e alle famiglie,<br />

il che potrebbe portare qualche impresa al fallimento”.<br />

È quello che sta succedendo in <strong>Ti</strong>cino?<br />

”Al momento non ci sono dati disponibili. Non credo che<br />

ci sia da temere una stretta creditizia anche se qualche<br />

istituto può averlo fatto”.<br />

Come vede lo scenario economico-finanziario del<br />

<strong>Ti</strong>cino?<br />

“Condivido quanto pensa il Presidente della Camera di<br />

commercio, Franco Ambrosetti, secondo cui il Cantone<br />

non è una realtà dai grandi voli ma nemmeno dai grandi<br />

tonfi. Sono i vantaggi delle piccole dimensioni. Certo, il<br />

comparto finanziario preoccupa: la piazza elvetica ha subito<br />

un duro colpo di credibilità a livello internazionale. Un<br />

tempo si diceva che investire in Svizzera non dava grandi<br />

rendimenti, ma almeno il denaro era al sicuro. Di recente<br />

il franco sembra tornato a svolgere il ruolo di moneta rifugio:<br />

il che sta a significare che la nostra immagine non<br />

deve aver subito danni irrimediabili. Deve comunque far<br />

riflettere il fatto che il volume dei bilanci bancari è 6,5<br />

volte il PIL elvetico, nessuna nazione importante ha un<br />

sistema bancario che è un multiplo del PIL”.<br />

Quali sarebbero a suo parere le misure da adottare<br />

per uscire dalla crisi?<br />

“La crisi finanziaria è ormai sotto controllo. Ciò che più<br />

preoccupa è la ricaduta sull’economia reale. Investimenti<br />

degli enti pubblici, sgravi fiscali, immissione monetaria…<br />

quello che si sta facendo è utile. Però è vano pensare ad<br />

esempio che investimenti da parte del Cantone possano<br />

sortire effetti determinanti. Sarebbe opportuno già avere<br />

progetti pronti con le procedure approvate, perché purtroppo<br />

i tempi della democrazia sono lunghi. Il risultato<br />

paradossale potrebbe essere che si cominci a investire<br />

troppo tardi quando sarà il momento di mettere sotto controllo<br />

l’inflazione che presto o tardi seguirà la recessione”.


Biblioteca liberale<br />

di Alessio del Grande<br />

non sarà la polItIca a salvare Il mondo<br />

“La crisi. Può la politica salvare il mondo?” è il titolo del<br />

nuovo saggio di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, in<br />

cui i due noti economisti fanno a pezzi il revival statalista<br />

e la “retorica grossolana” del rimettere tutto in mano alla<br />

politica per scongiurare il rischio di una nuova Grande<br />

Depressione. “Sembra all’improvviso irrilevante - premettono<br />

nella loro analisi - che in molti Paesi i politici spesso<br />

rispondano a pressioni di lobby e a interessi economici<br />

particolari, ragionino sul breve periodo a scapito delle<br />

future generazioni, in qualche caso siano persino corrotti,<br />

che il settore pubblico sia spesso inefficiente e sperperi<br />

il denaro dei contribuenti, che più Stato significhi anche<br />

più tasse”. Basterebbe questa premessa per smontare la<br />

vulgata corrente secondo cui il capitalismo sarebbe finito<br />

e lo Stato dovrebbe recuperare un ruolo egemone per<br />

evitare i danni che, come nella crisi del 1929, il libero<br />

mercato può arrecare all’economia reale.<br />

Già, la crisi del ’29. In realtà, oggi come allora - avvertono<br />

Alesina e Giavazzi - è vero il contrario: “Sono gli errori<br />

della politica a portare al collasso. Oggi il nazionalismo<br />

economico sembra tornato di moda; sono rinate tendenze<br />

protezionistiche, come spesso accade nei periodi difficili.<br />

È una concezione che va a colpire le funzioni vitali dei<br />

mercati finanziari, ignorando le leggi dell’economia. Soluzioni<br />

populiste e in gran parte sbagliate”.<br />

Se la crisi attuale non è, per fortuna, lontanamente paragonabile<br />

a quella del 1929, quando negli USA un cittadino<br />

su quattro perse il posto di lavoro e il PIL, prodotto<br />

interno lordo, americano scese del 30% (ora si prevede<br />

al più qualche trimestre di crescita negativa dell’1 o 2<br />

percento), è purtroppo oggi riemersa forte ovunque la<br />

tentazione di ristatalizzare l’economia, mascherandola<br />

con piani di salvataggio per banche e industrie, e invocando<br />

un nuovo sistema di regole e controlli per il sistema<br />

finanziario internazionale, additato come il principale<br />

responsabile della recessione.<br />

Che certa finanza, anche e soprattutto per le sue ambigue<br />

commistioni con la politica, abbia la sua parte di responsabilità<br />

è assodato, che abbia pure dato origine a quella<br />

che Bush padre ha definito la “voodoo economics”, in<br />

cui si sono incubati i germi di questa crisi, è altrettanto<br />

vero, ma non basta questo per condannare il sistema finanziario<br />

internazionale, per ingabbiarlo in una più rigida<br />

rete di regole. Si dimentica troppo facilmente che è stato<br />

questo sistema a finanziare la crescita economica mondiale<br />

degli ultimi 15 anni, che ha sostenuto l’innovazione<br />

tecnologica raccogliendo risparmi in quei Paesi, come la<br />

Cina, dove si risparmiava, per investirli nei Paesi avanzati,<br />

incrementandone la produttività. Si dimentica che senza<br />

le tanto vituperate banche d’investimento e i venture capitalist<br />

- ricordano Alesina e Giavazzi - non sarebbero nati<br />

fenomeni come Google o Yahoo, che furono essi a scommettere<br />

su queste aziende quando ancora non facevano<br />

alcun profitto. E senza quell’enorme flusso di risparmio<br />

verso le “dot.com” (sino a far scoppiare la grande bolla<br />

del 2001) Internet non avrebbe avuto l’impetuoso sviluppo<br />

che nel giro di pochi anni ha cambiato il mondo.<br />

Ad innescare la crisi non sono stati la liberalizzazione dei<br />

mercati, la globalizzazione, gli speculatori finanziari o la<br />

tumultuosa crescita della Cina che ha pure sostenuto la<br />

frenesia consumistica degli USA, ma la cattiva politica.<br />

Quella politica che ha alterato gli equilibri tra Stato e mercato,<br />

che ha incoraggiato con protezioni e privilegi la mala<br />

finanza disancorandola da ogni principio di responsabilità.<br />

Negli USA il terremoto dei subprime è nato nell’ombra<br />

degli apparati governativi e di potenti protezioni politiche,<br />

si è alimentato con la folle strategia della banca centrale<br />

che aveva azzerato il costo del denaro. Ora dalla crisi<br />

non si esce ingessando l’economia e i mercati finanziari<br />

o elevando nuove barriere protezionistiche. Né salvando,<br />

dal fallimento o sussidiando, come si tenta di fare in<br />

qualche Paese, imprese nazionali scarsamente produttive,<br />

poiché ciò significherebbe solo impedire la nascita<br />

di altre imprese capaci di offrire qualità migliore a costo<br />

minore, con grande vantaggio dei cittadini consumatori.<br />

Perché è questa la logica del libero mercato: distruggere<br />

per creare in un processo continuo di avanzamento. “Il<br />

capitalismo può produrre crisi gravi - concludono i due<br />

economisti - ma rimane il sistema economico migliore<br />

che il genere umano sia stato in grado di creare”.<br />

<strong>Ti</strong>tolo: La crisi.<br />

Può la politica salvare il mondo?<br />

Autore: Alberto Alesina<br />

e Francesco Giavazzi<br />

Editore: : Il Saggiatore<br />

Pagine: 142<br />

17


Agenda<br />

18 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

• Domenica 8 febbraio <strong>2009</strong>: Votazione popolare, si<br />

voterà in merito alla Libera circolazione delle persone<br />

Svizzera-UE, ossia al rinnovo dell’Accordo ed all'estensione<br />

alla Bulgaria e alla Romania.<br />

• Giovedì 19 febbraio <strong>2009</strong>, alle ore 16.30, presso l’Hotel<br />

Parco Paradiso - Lugano: Come fare business in<br />

Medio Oriente - “Business e aspetti culturali”: ciclo<br />

di incontri con il mondo mediorientale, per informazioni<br />

e iscrizioni contattare la Signora Veljkovic: veljkovic@<br />

cci.ch<br />

• Lunedì 9 marzo <strong>2009</strong>, alle ore 16.30, presso l’Hotel<br />

Parco Paradiso - Lugano: Come fare business in<br />

Medio Oriente – “Aspetti doganali e problemi di<br />

spedizione”: ciclo di incontri con il mondo mediorientale,<br />

per informazioni e iscrizioni contattare la Signora<br />

Veljkovic: veljkovic@cci.ch<br />

• Lunedì 6 aprile <strong>2009</strong>, alle ore 16.30, presso l’Hotel<br />

Parco Paradiso - Lugano: Come fare business in Medio<br />

Oriente – “Finanziamento delle esportazioni”:<br />

ciclo di incontri con il mondo mediorientale, per informazioni<br />

e iscrizioni contattare la Signora Veljkovic:<br />

veljkovic@cci.ch<br />

cadro 1/4:Layout 1 15.1.<strong>2009</strong> 11:28 Pagina 1<br />

San<br />

Sabato, 14 febbraio <strong>2009</strong><br />

Valentino<br />

MENU<br />

Aperitivo offerto<br />

Gamberoni croccanti su insalata d’asparagi<br />

❤ ❤ ❤<br />

Tortelli di “San Valentino”<br />

alla crema di mascarpone<br />

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Cuore di filetto di manzo in sfoglia,<br />

jus alle erbette,<br />

bamboo di zucchine<br />

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con sorbetto ai frutti della passione<br />

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Attualita`<br />

di Stefano Modenini, Direttore di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere<br />

A grande maggioranza le cittadine e i cittadini<br />

svizzeri si aspettano che lo Stato spenda<br />

il denaro pubblico con estrema prudenza<br />

e agisca dunque con parsimonia. Inoltre, le<br />

svizzere e gli svizzeri non vedono di buon<br />

occhio i debiti e ritengono che lo Stato<br />

debba ridurre i disavanzi agendo principalmente<br />

attraverso la riduzione delle spese.<br />

Sono queste le principali conclusioni alle<br />

quali giunge il “monitor finanziario 2008”,<br />

elaborato dall’istituto Gfs di Berna in collaborazione<br />

con economiesuisse, per sondare<br />

l’opinione della popolazione elvetica sulla<br />

politica delle finanze pubbliche.<br />

In effetti è già dal 2001 che economiesuisse<br />

realizza regolarmente proprio in collaborazione<br />

con l’istituto Gfs di Berna delle inchieste<br />

per valutare il gradimento delle svizzere<br />

e degli svizzeri sulle finanze pubbliche,<br />

l’evoluzione della spesa e l’indebitamento.<br />

Ora queste inchieste sono state riunite nel<br />

“monitor finanziario”, che verrà regolarmente<br />

pubblicato. Questi in particolare i risultati<br />

del “monitor finanziario 2008”.<br />

Lo Stato deve essere efficiente<br />

Per la gran parte della popolazione – l’80%<br />

– obiettivo principale della politica finanziaria<br />

deve essere quello di ridurre sia le spese<br />

sia le imposte. In quest’ottica lo Stato deve<br />

destinare le risorse a disposizione nella maniera<br />

più ottimale possibile. Ne consegue pure<br />

che le svizzere e gli svizzeri sono contrari<br />

ad un’espansione dello Stato, anzi, chiedono<br />

una delimitazione precisa dello Stato stesso.<br />

In quali settori risparmiare?<br />

Sempre più le svizzere e gli svizzeri pensano<br />

che lo Stato debba essere chiamato a risparmiare.<br />

Vi sono dei settori tuttavia – agricoltura,<br />

settore sanitario e costruzione delle<br />

strade – dove non si escludono nuove spese.<br />

Ma in quali settori risparmiare? Le risposte<br />

sono chiare: bisogna risparmiare nel settore<br />

dell’asilo (64%; per il 30% bisogna invece<br />

spendere quanto si spende attualmente);<br />

dell’amministrazione pubblica (63%; per il<br />

31% bisogna mantenere l’attuale livello di<br />

spesa); dell’esercito (62%; il 31% pensa sia<br />

giusto mantenere il livello di spesa attuale);<br />

GlI svIzzerI voGlIono rIsparmI<br />

e sI opponGono all’IndeBItamento<br />

nel servizio diplomatico (56%; per il 35%<br />

va bene spendere quanto si spende oggi) e<br />

nel settore dell’aiuto allo sviluppo (41%; per<br />

il 44% invece bisogna spendere quanto si<br />

spende attualmente).<br />

All’inverso invece, il 49% delle svizzere e<br />

degli svizzeri ritiene si debba spendere maggiormente<br />

nell’AVS (il 40% dice che bisogna<br />

spendere quanto si spende attualmente),<br />

percentuale che è del 42% al capitolo della<br />

formazione (per il 49% bisogna mantenere<br />

la spesa attuale in questo settore).<br />

Evitare l’indebitamento<br />

La maggior parte delle svizzere e degli svizzeri<br />

danno priorità all’equilibrio delle finanze<br />

pubbliche. In effetti, in caso di eccedenza<br />

finanziaria il 56% di loro ritiene che questa<br />

eccedenza debba essere destinata alla<br />

riduzione del debito. All’inverso, in caso di<br />

disavanzo l’85% ritiene si debba procedere<br />

ad una riduzione delle spese. L’aumento delle<br />

imposte entra in considerazione solo per<br />

il 7% degli interpellati, mentre solo il 3% è<br />

favorevole ad un aumento del debito.<br />

Quali conclusioni trarre dai risultati del<br />

“monitor finanziario 2008”? Bisogna innanzitutto<br />

perseguire una strategia che mira<br />

ad una quota-parte dello Stato e ad una<br />

quota-parte fiscale basse. Per tenere sotto<br />

controllo l’indebitamento occorre utilizzare<br />

lo strumento del freno all’indebitamento,<br />

estendendo il suo controllo anche alle assicurazioni<br />

sociali. Su questo punto tocca<br />

principalmente al Consiglio federale e al<br />

Parlamento prendere la decisione di inserire<br />

nella legge la regola del finanziamento durevole<br />

delle assicurazioni sociali. La recente<br />

bocciatura dell’iniziativa sul pensionamento<br />

a 62 anni dimostra inoltre la volontà della<br />

popolazione elvetica di non mettere in discussione<br />

l’impalcatura dell’AVS procedendo<br />

con avventure finanziarie incerte.<br />

Considerando il fatto che a seguito della crisi<br />

finanziaria le entrate degli enti pubblici<br />

diminuiranno, l’esame dei compiti dello Stato<br />

diventa ancor più una priorità. A maggior<br />

ragione non è saggio aumentare in maniera<br />

incontrollata le spese.<br />

19


Attualita`<br />

di Boris Zürcher e Daniela Lepori, Avenir Suisse<br />

20 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

GloBalIzzazIone: una crescIta<br />

senza precedentI<br />

Gli ultimi 20 anni sono stati caratterizzati da un incremento<br />

del volume commerciale mondiale e da una crescita<br />

economica come mai prima nella storia dell’umanità.<br />

Solo pochi esperti avevano pronosticato un aumento del<br />

tenore di vita a livello globale così repentino.<br />

A titolo d’esempio, secondo le stime della Banca Mondiale<br />

infatti, tra il 1990 e il 2004 più di 400 milioni di<br />

cinesi sono usciti dalla povertà che li affliggeva. L’India<br />

ha subìto una crescita economica importante, il ceto medio<br />

brasiliano e messicano è prosperato e persino Paesi<br />

africani come il Ghana o la Tanzania, partecipano alla<br />

crescita del benessere a livello planetario.<br />

I primi passi di grande fenomeno<br />

La globalizzazione non rappresenta però un fenomeno<br />

che si è sviluppato solo negli ultimi decenni: possiamo<br />

infatti andare a ritrovare le sue basi già molto prima.<br />

Verso la fine del Diciottesimo secolo ebbe inizio la rivoluzione<br />

industriale. Grazie al vapore si facevano funzionare<br />

le macchine, i treni e le navi. Questo provocò la prima<br />

ondata di globalizzazione: le materie prime, i beni e le<br />

persone infatti, avevano la possibilità di viaggiare facilmente<br />

anche per lunghe distanze. Le aziende europee<br />

per esempio prelevavano le materie prime dalle colonie e<br />

rifornivano il mondo con i loro articoli convenienti prodotti<br />

in serie. Questo portò ad un vivace e proficuo scambio<br />

transfrontaliero.<br />

A seguito delle due guerre mondiali e della crisi economica<br />

il libero scambio subì un’importante battuta d’arresto.<br />

A partire dagli anni Cinquanta però, le multinazionali,<br />

soprattutto statunitensi iniziarono a conquistare i mercati<br />

del mondo intero. Esse, grazie alle loro importanti<br />

dimensioni poterono imporre le loro marche in tutto il<br />

pianeta. Per citarne una su tutti: la Coca-Cola. Grazie<br />

alle estese possibilità di comunicazione le multinazionali<br />

fornivano sempre meno prodotti dalla sede principale,<br />

bensì producevano i propri articoli in loco. Grazie a questo<br />

fenomeno a partire dagli anni Cinquanta e Sessanta<br />

il mondo occidentale visse un rilancio importante che per<br />

la prima volta nella storia creò benessere per la maggior<br />

parte delle persone.<br />

Dal crollo della cortina di ferro nel 1989 il mondo si è<br />

trasformato in un unico mercato globale, coinvolgendo<br />

anche colossi come Cina, India e Russia. Numerose multinazionali<br />

occidentali hanno pertanto trasferito milioni di<br />

posti di lavoro all’estero per approfittare delle condizioni<br />

favorevoli offerte dal basso costo del lavoro, ma anche per<br />

sfruttare questi enormi mercati. La produzione odierna è<br />

caratterizzata dal «global sourcing»: le catene del valore<br />

vengono scomposte in singoli anelli; i team collaborano<br />

anche a livello intercontinentale.<br />

Svizzera: quanto sei global?<br />

Come il resto del mondo il nostro Paese ha vissuto una<br />

continua crescita e a partire dal 1997 un importante<br />

aumento dell’occupazione. Negli ultimi dieci anni in Svizzera<br />

sono stati creati più di 461’000 nuovi posti di lavoro.<br />

Essendo una nazione piccola senza sbocchi sul mare e non<br />

possedendo materie prime, la Svizzera ha sempre dovuto<br />

commerciare con gli altri Paesi: a livello mondiale Ginevra<br />

e Zugo sono oggigiorno per esempio tra i crocevia più importanti<br />

per il petrolio greggio, i metalli, i cereali e il caffè.<br />

Anche nel mondo globalizzato, dove gli Stati Uniti, l’UE<br />

e in misura crescente anche l’Asia dettano sempre più<br />

le regole del gioco, la Svizzera ricopre una posizione importante.<br />

Per esempio, il nostro Paese possiede un patrimonio<br />

netto all’estero di 560 miliardi di franchi che<br />

corrisponde al 115% del suo Prodotto Interno Lordo: esso<br />

si colloca già da dieci anni al di sopra della sua produzione<br />

economica annua.<br />

La piazza finanziaria elvetica, terra di due tra le maggiori<br />

banche al mondo ha un peso elevato, motivo per cui<br />

risente delle crisi finanziarie internazionali. L’economia<br />

locale si contraddistingue però per un’ampia gamma di<br />

prodotti richiesti a livello mondiale: ciò tutela la Svizzera<br />

da crolli di mercato in singoli settori che possono gravare<br />

su tutta l’economia nazionale. Neanche il commercio<br />

estero si limita, a differenza di molti altri Paesi, a pochi<br />

settori: la Svizzera commercia con tutto il mondo e percepisce<br />

dunque in modo meno traumatico i crolli congiunturali<br />

in alcune regioni. Grande importanza viene data<br />

allo scambio con l’UE, alla quale la Svizzera è legata con<br />

gli accordi bilaterali: l’84% delle importazioni proviene<br />

dalla comunità europea, il 64% delle esportazioni vi sono<br />

destinate. La Svizzera importa quasi quanto esporta, la<br />

sua bilancia commerciale è dunque in pari.<br />

Sono numerosi i ranking che valutano il livello di globalizzazione<br />

o la competitività dei Paesi. In alcuni casi la<br />

loro attendibilità può essere messa in discussione, ma<br />

nel complesso emerge che la Svizzera è uno dei Paesi più<br />

competitivi, liberali e internazionali al mondo.<br />

La globalizzazione in tasca<br />

Avenir Suisse ha pensato di ideare un breviario che ha<br />

come scopo di spiegare il fenomeno complesso della globalizzazione<br />

in modo semplice e completo. La pubblicazione<br />

si indirizza a tutti gli interessati che non hanno per<br />

forza basi d’economia ma sono desiderosi di scoprire le<br />

varie sfaccettature di un fenomeno così importante.<br />

Il breviario è ottenibile presso Avenir Suisse al numero<br />

+41 44 445 90 00 o via mail assistent@avenir-suisse.ch.


Attualita`<br />

di Cristina Milani, Great Place to Work Switzerland<br />

nell’arIa c’è voGlIa dI FIducIa<br />

È possibile asserire che la fiducia viene definita come<br />

un’emozione, un comportamento di risposta profondamente<br />

legato alle motivazioni, suscitato da stimoli interni<br />

o esterni.<br />

Potremmo asserire che si tratta di un meccanismo che ci<br />

ritroviamo dalla nascita e che ci permette di sopravvivere,<br />

confidando pienamente nelle persone che ci accudiscono.<br />

In questo senso, la fiducia sarebbe un meccanismo innato<br />

ed universale, ma la fiducia è un processo molto<br />

più complesso. È una relazione sociale su base cognitiva<br />

ed affettiva, da un lato è opinione, dall’altro è feeling;<br />

ma fidarsi è anche una decisione. La relazione di fiducia<br />

nasce prima di tutto come un rapporto empatico,<br />

attraverso uno scambio di informazioni su chi è l’altro,<br />

cosa desidera, cosa prova, utilizzando tutti i canali della<br />

comunicazione.<br />

La fiducia ci guida nelle scelte. Inoltre, ci permette di<br />

costruire alleanze, di scegliere chi è amico, di selezionare<br />

prodotti d’uso quotidiano o beni durevoli, ma anche di<br />

confidarci ad un consulente bancario per i nostri risparmi.<br />

In questa epoca moderna, la fiducia del consumatore<br />

rappresenta il motore dell’economia; non per nulla negli<br />

ultimi mesi si è assistito a cali spaventosi delle vendite<br />

in settori come quello automobilistico.<br />

Nel settore alimentare molte sigle (ad esempio DOC, DOP<br />

oppure i vari “made in”) si sono fatti portatori della bontà<br />

dei prodotti a garanzia della fiducia presso il consumatore.<br />

In altri casi è stata la reputazione, basata sulle capacità<br />

relazionali, i valori di immagine e la gestione etica delle<br />

aziende a permettere di acquisire fiducia presso i consumatori.<br />

Nokia, Barilla, BMW, Sony, Philips, Luxottica, Samsung,<br />

Microsoft, Toyota, Illy, Apple e Granarolo sono, nell'ordine,<br />

le imprese che nel 2007 risultavano godere in assoluto<br />

della più alta corporate reputation in Italia (sia nella percezione<br />

degli opinion leader che dell'opinione pubblica)<br />

secondo la ricerca ideata e realizzata da Cohn&Wolfe e<br />

dall'istituto Research International. Nel passato, aziende<br />

quali Swissair, UBS, Parmalat o Cirio godevano di questo<br />

stesso status, poi sfumato all’improvviso.<br />

Dare fiducia significa abbassare le difese, ritenendo veritiero<br />

quello che ci viene detto, alle volte senza neppure<br />

verificarne la veridicità. Lo sboom economico del 2008 è<br />

un esempio di come questo sentimento possa scolorire.<br />

La fiducia serve in un’epoca complessa dove è sempre<br />

più difficile orientarsi nelle mille proposte offerte giornalmente<br />

specialmente attraverso i media.<br />

La fiducia è alla base di qualsiasi rapporto umano, si dice<br />

che bastino 30 secondi per affidarci o meno ad un estraneo.<br />

Nel mondo del lavoro il Codice delle Obbligazioni<br />

svizzero afferma che il principio di base sul quale si fonda<br />

qualsiasi contratto di lavoro è il concetto della fiducia.<br />

Creare fiducia all’interno di un’azienda significa occuparsi di:<br />

• credibilità: comunicando regolarmente i programmi e i<br />

piani dell'azienda ai dipendenti e richiedendo i loro pareri.<br />

Le persone sono coordinate in modo efficiente ed<br />

efficace, cosi che vengano a conoscenza del rapporto<br />

tra il loro lavoro e gli obiettivi dell'azienda.<br />

• rispetto: i dipendenti ricevono gli strumenti, le risorse e<br />

la preparazione necessari a svolgere il lavoro. Diventano<br />

partecipi delle attività dell'azienda, laddove è incoraggiato<br />

lo spirito di collaborazione tra i reparti.<br />

• equità: il successo economico è condiviso in modo equo<br />

attraverso la retribuzione e i benefit. Le decisioni di<br />

assunzione e promozione vengono prese in modo imparziale.<br />

In azienda, come nel mercato, la fiducia è un facilitatore<br />

di business. Elaborando un modello matematico della<br />

fiducia, Paul J. Zak (Paul J. Zak, professore di economia<br />

e fondatore del centro studi in neuroeconomia della Claremont<br />

University) ha scoperto che è tra i più interessanti<br />

indicatori della ricchezza di una nazione. I Paesi con<br />

bassi livelli di fiducia interpersonale sono tra i più poveri,<br />

frenando la circolazione di investimenti, idee e risorse.<br />

Great Place to Work Switzerland<br />

(www.greatplacetowork.ch)<br />

21


Attualita`<br />

di Arianna Crivelli<br />

22 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Flash suGlI accordI BIlateralI<br />

Il 27 novembre 2008 abbiamo avuto l’onore di accogliere<br />

la Consigliera federale Doris Leuthard, nella sua unica<br />

uscita pubblica in <strong>Ti</strong>cino per sostenere la campagna in<br />

merito alla riconferma della libera circolazione e sulla sua<br />

estensione a Romania e Bulgaria. Ricordiamo che è stata<br />

la Lega dei ticinesi a lanciare il referendum contro l’estensione<br />

della libera circolazione delle persone a Romania<br />

e Bulgaria e il prossimo 8 febbraio saremo chiamati alle<br />

urne. Durante la conferenza la Ministra dell’economia è<br />

stata molto diretta e ha invitato il pubblico presente a<br />

sostenere con vigore la libera circolazione delle persone,<br />

ben consapevole che il <strong>Ti</strong>cino si trova in una posizione<br />

geografica “delicata”. Ma secondo la Consigliera federale<br />

“gli Accordi bilaterali sono un successo e la libera<br />

circolazione delle persone ha creato più opportunità che<br />

problemi”. Inoltre ha sottolineato la sua comprensione<br />

per la paura dei cittadini ticinesi di un arrivo numeroso<br />

di frontalieri ma ha anche affermato che i frontalieri ci<br />

sono con o senza i Bilaterali. Ha ribadito che occorre<br />

cercare di essere il più obbiettivi possibili e guardare<br />

la questione nel suo complesso e non solo fermarsi al<br />

proprio Cantone; a tal proposito non bisogna dimenticare<br />

che la Svizzera è fortemente dipendente dall’Europa e<br />

circa un terzo della sua crescita economica degli scorsi<br />

anni lo deve all’Unione Europea. La Consigliera federale<br />

ha voluto anche rassicurare i cittadini ticinesi in merito ai<br />

rapporti con la vicina Penisola: i problemi di reciprocità<br />

con l’Italia sono noti e a tal riguardo si sta cercando di<br />

trovare una soluzione collaborando con le vicine Camere<br />

di commercio di frontiera.<br />

Si ricorda che la libera circolazione delle persone è giuridicamente<br />

legata al pacchetto degli Accordi bilaterali I e<br />

se non viene rinnovata, anche gli altri Accordi decadono.<br />

La votazione dell’8 febbraio riguarda pertanto anche il<br />

proseguimento dei Bilaterali I nel loro insieme (la cosiddetta<br />

“clausola ghigliottina”). Sarebbero inoltre messi in<br />

discussione anche gli accordi di Schengen e Dublino.<br />

Dire No alla libera circolazione significa minare la via<br />

bilaterale e soprattutto mettere in pericolo i rapporti con<br />

l’Unione Europea e per la Svizzera questi rapporti sono<br />

vitali, visto che la vicina Europa è il suo principale partner<br />

economico. Dopo il discorso della Consigliera federale<br />

abbiamo avuto il piacere di ospitare ad una tavola rotonda<br />

Valentino Benicchio, Attilio Bignasca, Fulvio Pelli, Pierre<br />

Rusconi e come moderatore Giancarlo Dillena, i quali<br />

hanno creato una vivace discussione sul tema.<br />

SÌ al decreto federale sul rinnovo dell’Accordo sulla libera<br />

circolazione delle persone tra la Svizzera e l’UE e<br />

sulla estensione alla Bulgaria e alla Romania<br />

La Consigliera federale Doris Leuthard con Luca Albertoni Direttore<br />

della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Da sinistra: i Consiglieri di Stato Luigi Pedrazzini e Laura Sadis e il<br />

Consigliere agli Stati Filippo Lombardi<br />

La Consigliera federale Doris Leuthard


La Consigliera federale Doris Leuthard, alla sua sinistra il Presidente<br />

della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> Franco Ambrosetti ed alla sua destra il Consigliere agli<br />

Stati Filippo Lombardi<br />

In primo piano il Consigliere nazionale della Lega dei <strong>Ti</strong>cinesi Attilio<br />

Bignasca; seguono il Presidente dell’UDC <strong>Ti</strong>cino Pierre Rusconi; il<br />

moderatore del dibattito Giancarlo Dillena Direttore del Corriere del<br />

<strong>Ti</strong>cino<br />

In primo piano Fulvio Pelli, Consigliere nazionale PLR e Presidente<br />

del PLR svizzero; Valentino Benicchio imprenditore<br />

Foto © Laureta Daulte - www.loretadaulte.com<br />

In Breve:<br />

Accordi bilaterali Svizzera-UE<br />

La Svizzera mantiene relazioni strette con l’Unione Europea<br />

sia a livello economico e politico che culturale. Queste relazioni<br />

sono disciplinate da un insieme di Accordi bilaterali<br />

conclusi, nel corso di decenni, tra la Svizzera e l’UE. Le principali<br />

tappe sono:<br />

• l’Accordo di libero scambio (ALS), del 1972<br />

• l'Accordo sulle assicurazioni del 1989<br />

• gli Accordi bilaterali I del 1999<br />

• gli Accordi bilaterali II del 2004<br />

L’Accordo di libero scambio risalente al 1972 ha permesso<br />

di smantellare o ridurre gli ostacoli tariffari al commercio<br />

(dazi doganali, contingenti) sui prodotti industriali tra le<br />

due parti contraenti e d’introdurre la liberalizzazione del<br />

commercio per i prodotti agricoli trasformati, creando in tal<br />

modo una zona di libero scambio. Dato che le politiche doganali<br />

(unione doganale) tra la Svizzera e l’Unione Europea<br />

non sono armonizzate, i controlli delle merci alle frontiere<br />

sono mantenuti.<br />

L’Accordo sulle assicurazioni del 1989 tra la Svizzera e la<br />

Comunità Europea (CE) garantisce alle compagnie di assicurazione<br />

svizzere gli stessi diritti di stabilirsi nell’UE delle<br />

loro concorrenti degli Stati membri.<br />

Gli Accordi bilaterali I vertono principalmente sulla reciproca<br />

apertura dei mercati. Questi riguardano sette settori specifici:<br />

la libera circolazione delle persone, gli ostacoli tecnici<br />

al commercio, gli appalti pubblici, l’agricoltura, il trasporto<br />

aereo e i trasporti terrestri così come la partecipazione della<br />

Svizzera ai programmi di ricerca dell’UE.<br />

Gli Accordi bilaterali II contemplano nuovi interessi economici<br />

ed ampliano la cooperazione ad altri settori politici<br />

quali: la sicurezza interna, l’asilo, l’ambiente e la cultura.<br />

Essi riguardano i seguenti temi importanti: Schengen/Dublino,<br />

la fiscalità del risparmio, i prodotti agricoli trasformati,<br />

l’Accordo MEDIA, l’ambiente, la statistica, la lotta contro<br />

la frode, le pensioni nonché l’educazione e la formazione<br />

professionale.<br />

Ad ogni allargamento dell'Unione Europea, gli Accordi vengono<br />

estesi automaticamente a tutti i nuovi Stati membri<br />

dell'UE. Nel caso della libera circolazione delle persone<br />

invece, le modalità di estensione ai nuovi Paesi membri<br />

devono essere definite per ogni singolo allargamento tramite<br />

un protocollo all'Accordo. Il popolo svizzero dovrà quindi<br />

pronunciarsi, il prossimo 8 febbraio <strong>2009</strong>, sul nuovo protocollo<br />

aggiuntivo stabilito per la Bulgaria e la Romania, che<br />

sono diventati membri dell'UE nel 2007.<br />

La libera circolazione delle persone è giuridicamente legata<br />

agli accordi dei Bilaterali I: se non viene rinnovata, anche<br />

gli altri accordi decadono, conseguentemente la votazione<br />

riguarda anche il proseguimento degli altri accordi dei Bilaterali<br />

I. Sarebbero messi in discussione anche gli accordi di<br />

Schengen e Dublino (Bilaterali II).<br />

Ricordiamo che dal 2002, ossia dall’introduzione della libera<br />

circolazione delle persone, i cittadini svizzeri hanno<br />

il diritto di abitare e lavorare nell’UE. Lo stesso vale per<br />

i cittadini dell’UE in Svizzera. Per questo devono essere<br />

adempiute talune condizioni: è rilasciato un permesso di<br />

soggiorno a chi ha un contratto di lavoro, esercita un’attività<br />

indipendente o può provvedere al proprio sostentamento<br />

con mezzi propri. L’Accordo disciplina inoltre la sicurezza<br />

sociale e il riconoscimento dei diplomi professionali.<br />

Fonte: www.admin.ch e www.libera-circolazione.ch<br />

23


Rete di<br />

aziende<br />

Attualita`<br />

Intervista a Remo Tamburlin, Coordinatore ARAF <strong>Ti</strong>cino, di Lisa Pantini<br />

La risposta alle vostre esigenze<br />

Più aziende si appoggiano ad un ente esterno (Istituzione<br />

guida) e, a rotazione di almeno un anno, si<br />

dividono:<br />

• i doveri<br />

• la formazione<br />

• le responsabilità Remo e Tamburlin<br />

• gli oneri finanziari legati ad un posto di tirocinio<br />

Ogni azienda mette quindi a disposizione un tassello<br />

di formazione senza preoccuparsi del suo insieme.<br />

24 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Formare In rete Interessa:<br />

le proposte dI araF tIcIno<br />

ARAFticino<br />

ASSOCIAZIONE DELLA RETE<br />

DI AZIENDE FORMATRICI<br />

DEL CANTONE TICINO<br />

Informazioni:<br />

ARAF <strong>Ti</strong>cino<br />

Via Vallone 27<br />

6500 Bellinzona<br />

araf@sicticino.ch<br />

Telefono 091 821 01 01<br />

ARAF <strong>Ti</strong>cino è nata il 31 gennaio 2007 dalla<br />

cooperazione tra la Federazione ticinese della<br />

Società degli impiegati del commercio (SIC<br />

<strong>Ti</strong>cino), la Camera di commercio, dell’indu-<br />

Promotori:<br />

stria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone<br />

Repubblica e<br />

Cantone <strong>Ti</strong>cino<br />

<strong>Ti</strong>cino (<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>), l’Associazione delle industrie<br />

commercio<br />

Camera industria cantone <strong>Ti</strong>cino<br />

ticinesi (AITI), e il Cantone per promuovere<br />

artigianato<br />

l’apprendistato attraverso la condivisione aiti del<br />

ASSOCIAZIONE INDUSTRIE TICINESI<br />

posto di tirocinio fra quelle aziende che non<br />

hanno mai formato giovani leve o che hanno<br />

smesso di farlo. Concretamente, più aziende si<br />

appoggiano a un ente esterno (Istituzione guida)<br />

e, a rotazione di almeno un anno, si dividono<br />

i doveri, la formazione, le responsabilità e gli<br />

oneri finanziari legati a un posto di tirocinio in<br />

campo commerciale. Ogni azienda mette quindi<br />

a disposizione un tassello di formazione e<br />

l’Istituzione guida si preoccupa del suo insieme.<br />

Abbiamo incontrato Remo Tamburlin, uno dei<br />

coordinatori del progetto con Tamara Pedrazzoli<br />

Bernasconi.<br />

Nel mese di febbraio <strong>2009</strong>, ARAF <strong>Ti</strong>cino entra<br />

nel suo terzo anno di esistenza, l’ultimo della<br />

fase di implementazione del progetto lanciato<br />

due anni orsono da SIC <strong>Ti</strong>cino e dalla Camera di<br />

commercio, dell'industria, dell'artigianato e dei<br />

servizi del cantone <strong>Ti</strong>cino, sostenuti da Cantone e<br />

Confederazione. È possibile tracciare un bilancio<br />

prima della messa in opera definitiva del nuovo<br />

progetto di formazione in rete?<br />

“Se per bilancio intendiamo l’insieme degli aspetti quantitativi<br />

relativi ai primi due anni di vita di ARAF <strong>Ti</strong>cino, il resoconto<br />

intermedio è senz’altro positivo. L’Associazione ha creato 14<br />

nuovi posti di tirocinio nel settore terziario, 5 in più di quanto<br />

previsto nel progetto iniziale. Delle aziende che hanno adottato<br />

questa nuova forma organizzativa particolare nell’ambito<br />

della formazione professionale di base e che condividono la<br />

preparazione in rete dei 14 apprendisti impiegati di commercio,<br />

2 operano nella regione Biasca e Valli, 7 nel Bellinzonese,<br />

1 nel Locarnese, 2 nel Luganese e 2 nel Mendrisiotto. Un<br />

risultato sicuramente importante se consideriamo che negli<br />

ultimi ARAFticino<br />

5 anni il numero di posti di tirocinio disponibili nel set-<br />

ASSOCIAZIONE DELLA RETE<br />

tore commerciale si è assestato attorno alle 300 unità contro<br />

DI AZIENDE FORMATRICI<br />

DEL CANTONE<br />

le 600 del 1995.<br />

Per un bilancio complessivo, attenderei invece la fine della<br />

fase progettuale, anche se stiamo comunque già lavorando,<br />

con tutti i nostri partner, sia al confronto degli aspetti qualitativi<br />

correlati al nuovo modello formativo, sia all’analisi della<br />

situazione congiunturale”.<br />

ARAF <strong>Ti</strong>cino propone un modello formativo<br />

alternativo per la formazione duale di base che<br />

ben si adatta, lo leggiamo nella documentazione<br />

istituzionale dell’Associazione, alla realtà di<br />

quelle aziende che non hanno mai formato<br />

apprendisti impiegati di commercio, o che hanno<br />

smesso di farlo. Può darci qualche informazione<br />

supplementare?<br />

“Prendiamo le aziende che non hanno mai formato. Ve ne<br />

sono di quelle che avrebbero una gran voglia di formare apprendisti,<br />

ma che non sono in grado di farlo, o perché dispongono<br />

di poco personale, o perché non dispongono di<br />

personale qualificato a farlo, né di conoscenze sufficienti della<br />

nuova formazione commerciale di base. Tali elementi possono<br />

effettivamente condizionare l’investimento iniziale nella formazione<br />

professionale. Il fatto, poi, che debbano assumersi<br />

un simile impegno per un periodo di tre anni, fa si che l’idea<br />

di formare un apprendista venga posticipata di anno in anno.<br />

Altre aziende invece, essendo fortemente specializzate in alcuni<br />

ambiti, sono molto scrupolose nella decisione in quanto<br />

sanno di non poter garantire una formazione completa all’apprendista<br />

nell’arco dei tre anni.<br />

A queste aziende il modello formativo proposto da ARAF<br />

<strong>Ti</strong>cino offre delle possibilità interessanti. Entrando in rete,<br />

l’azienda si appoggia a un ente esterno, che l’accompagna<br />

nella formazione dell’apprendista, e, a rotazione di almeno<br />

un anno, divide con le altre aziende associate i doveri, la<br />

formazione e le responsabilità legati a un posto di tirocinio”.<br />

Potrebbe illustrare questi fatti con un esempio?<br />

“Tradotto in altre parole, l’azienda stipulerà un contratto di


formazione della durata di un anno con ARAF <strong>Ti</strong>cino, parteciperà<br />

alla stesura del programma di formazione (obiettivi,<br />

modalità e tempi), accompagnerà, osserverà e valuterà<br />

l’apprendista nel periodo di formazione in seno all’azienda e<br />

parteciperà ai costi generati dalla sua assunzione. La responsabilità<br />

dell’assunzione e della firma del contratto di tirocinio<br />

è delegata ad ARAF <strong>Ti</strong>cino, che è chiamata a concentrarsi sia<br />

sulla qualità della formazione, sia sugli aspetti amministrativi<br />

correlati. Così facendo, l’azienda ci guadagna, in quanto dedica<br />

meno tempo alla gestione dell’apprendista, ritrovandosi<br />

più tempo per le attività correnti, e dispone di un apprendista<br />

più produttivo poiché selezionato e seguito da professionisti<br />

della formazione. L’azienda soddisfatta rinnoverà il contratto<br />

di formazione di anno in anno”.<br />

E la rotazione?<br />

“Fra gli incarichi affidati ad ARAF <strong>Ti</strong>cino vi sono quelli inerenti<br />

alla promozione e all’offerta di posti di tirocinio di qualità. Generalmente,<br />

l’apprendista dovrebbe ricevere una formazione<br />

di base comune, che gli permetterà di affrontare con competenza,<br />

una volta diplomato, le attività tipiche dell’impiegato<br />

di commercio nei diversi settori e/o funzioni dell’economia<br />

e dell’amministrazione. Ed è proprio su questi aspetti che<br />

puntiamo, anche perché il mondo del lavoro chiede sempre<br />

più personale altamente qualificato. La nuova formazione<br />

commerciale, spesso considerata troppo impegnativa, non è<br />

quindi altro che il frutto della domanda di mercato.<br />

La professione di impiegato di commercio è caratterizzata<br />

da una grande varietà di attività. Ognuna di queste prende<br />

maggiore o minore importanza a seconda dell’azienda in cui<br />

la formazione viene esercitata. Verificate le potenzialità formative<br />

delle aziende associate, ARAF <strong>Ti</strong>cino definisce i piani<br />

di rotazione degli apprendisti nell’ottica di una formazione<br />

completa. Capita quindi che fra le aziende citate, ve ne siano<br />

di quelle che potrebbero formare bene un apprendista nei<br />

campi delle relazioni con la clientela (accoglienza, contatti<br />

interpersonali…), della corrispondenza e della documentazione<br />

(invio di comunicazioni, dati e fatture; apertura, controllo<br />

e distribuzione della documentazione…), della gestione delle<br />

informazioni e dell’utilizzo delle tecnologie della comunicazione,<br />

ma non nelle elaborazioni contabili/finanziarie (attività<br />

spesso svolte in outsourcing) e nel marketing.<br />

Ecco che la soluzione della formazione in rete diventa particolarmente<br />

interessante. Nell’esempio descritto, una prima<br />

azienda forma l’apprendista per un periodo di due anni, mentre<br />

la seconda completa in modo ottimale la formazione dello<br />

stesso tirocinante. Le possibilità di formare in rotazione sono<br />

molteplici: un’azienda, per fare un altro esempio, potrebbe<br />

decidere di formare unicamente apprendisti del primo anno<br />

o del terzo anno. Nella realtà odierna, abbiamo però anche<br />

delle aziende che, dopo il primo anno di prova, hanno deciso<br />

di formare l’apprendista nel periodo dei tre anni”.<br />

“Formare rende”. Cosa significa questo slogan e<br />

su che basi si poggia? Formare significa investire<br />

risorse, quale ritorno vi è per l’azienda?<br />

“Abbiamo adottato questo slogan per comunicare con le<br />

aziende, dopo aver letto i risultati dello studio pubblicato nel<br />

2007 dal Centro di Ricerca per l’Economia dell’Educazione<br />

dell’Università di Berna, e condotto grazie al sostegno finanziario<br />

dell’Ufficio federale della formazione professionale e<br />

della tecnologia. Lo studio dimostra che il rapporto tra costi e<br />

benefici derivati dalla formazione di apprendisti è positivo per<br />

le aziende. Due terzi dei rapporti di formazione in Svizzera si<br />

concludono, infatti, con un beneficio, mentre nella restante<br />

frazione le spese di formazione sopportate sono quasi sempre<br />

coperte dai profitti a breve e medio termine. Quelli a breve<br />

termine sono generati evitando le spese di reclutamento e<br />

di avviamento al lavoro di nuovi dipendenti, mentre quelli a<br />

medio termine provengono dalla formazione orientata sulle<br />

specificità dell’azienda. Questa permette di integrare personale<br />

specializzato con qualifiche particolari, altrimenti difficilmente<br />

reperibili sul mercato a parità di salari. “Rendere”<br />

assume dunque valenza economico-aziendale, in quanto l’investimento<br />

nella formazione professionale produce sia guadagni<br />

contabili, grazie anche all’assunzione di manodopera a<br />

costo relativamente basso, sia altri risultati quantificabili per<br />

esempio nei contesti del marketing e della comunicazione.<br />

L’azienda formatrice beneficia infatti anche dei vantaggi generali<br />

di chi assume solitamente apprendisti, quali la buona<br />

reputazione dell’azienda, derivante dall’impegno nella formazione<br />

di giovani leve”.<br />

Investire nella formazione professionale in tempi di<br />

crisi. Cosa ne pensa?<br />

“Anche le aziende ticinesi sono costantemente confrontate<br />

con nuove sfide e spesso dimostrano grande capacità di<br />

adattamento. Hanno così saputo affrontare positivamente<br />

quelle correlate, per esempio, all’impiego sempre maggiore<br />

della tecnologia o alla pressione sui costi generata dall’apertura<br />

dei mercati e dalla concorrenza internazionale. Forse un<br />

po’ meno bene quelli concernenti i mutamenti strutturali nel<br />

campo della formazione professionale in seguito all’introduzione,<br />

nella prima metà del decennio, della nuova formazione<br />

commerciale. Ne è la dimostrazione il forte calo di posti di<br />

tirocinio disponibili. Le incertezze congiunturali, perché di crisi<br />

non me la sento di parlare e non perché non veda quello<br />

che succede nel resto del mondo, ma perché non ne ho le<br />

competenze, andrebbero, a mio modo di vedere, trattate alla<br />

pari delle sfide, ovvero con professionalità e un atteggiamento<br />

mentale tipico di chi preferisce al bicchiere mezzo vuoto,<br />

quello mezzo pieno. Di positivo c’è comunque che, entrando<br />

in rete, l’azienda ridimensionerà i costi dello start up formativo,<br />

oltre a quanto già detto in precedenza circa il minor tempo<br />

da dedicare alla gestione dell’apprendista e alla disponibilità<br />

di apprendisti produttivi in quanto selezionati e seguiti da<br />

professionisti della formazione”.<br />

Una riflessione per concludere?<br />

“«Formare rende!» e lo abbiamo considerato dal punto di vista<br />

dell’azienda. Allo stesso tempo, però, formare è di grande<br />

utilità alla società in generale. La formazione professionale<br />

agisce, infatti, anche nell’interesse della collettività, in quanto<br />

apre le porte del mercato del lavoro ai giovani e dà un forte<br />

contributo sia alla stabilità sociale, sia alla vitalità e alla solidità<br />

economica del Paese, creando insieme valore aggiunto per<br />

l’economia pubblica e privata. La formazione professionale,<br />

insomma, riguarda un po’ tutti! Pensando poi ai problemi<br />

congiunturali che ci affliggono oggi e che condizioneranno sicuramente<br />

il nostro domani, non sarebbe buona cosa aiutare<br />

i giovani a prendere in mano il futuro?”<br />

ARAF <strong>Ti</strong>cino<br />

Via Vallone 27, 6500 Bellinzona<br />

araf@sicticino.ch<br />

Tel. +41 91 821 01 01<br />

25


Attualita`<br />

Comunicato Stampa <strong>Ti</strong>cino Turismo<br />

S W I T Z E R L A N D<br />

26 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Il tIcIno al prImo posto nella<br />

classIFIca dIners cluB<br />

In occasione dell’annuale consegna dei premi attribuiti<br />

dal Diners Club Magazin Germania ai finalisti eletti dai<br />

suoi lettori in sette categorie predefinite, il <strong>Ti</strong>cino si è<br />

piazzato al primo posto quale “destinazione turistica più<br />

bella d’Europa” ottenendo il prestigioso riconoscimento<br />

dalle mani dell’editore del Diners Club Magazin, Gerd Giesler.<br />

La cerimonia si è svolta a Monaco di Baviera presso<br />

il rinomato Hotel Bayerischer Hof lo scorso 20 novembre<br />

2008. Presenti alla serata di gala, oltre 250 ospiti e una<br />

delegazione di <strong>Ti</strong>cino Turismo e Svizzera Turismo.<br />

Spesso il turista è alla ricerca di nuove destinazioni in paesi<br />

lontani, mentre il <strong>Ti</strong>cino, così vicino al cuore dell’Europa,<br />

è a portata di mano, facilmente raggiungibile, autentico<br />

e ricco di fascino. In questi ultimi decenni il <strong>Ti</strong>cino si è<br />

affermato quale regione turistica di primo ordine, con una<br />

scelta e qualità di proposte di soggiorno e un portafoglio<br />

di prodotti e servizi che tiene testa alle offerte di destinazioni<br />

ben più celebri e lontane. A saperne qualcosa sono i<br />

turisti germanici, i quali visitano il <strong>Ti</strong>cino ogni anno in gran<br />

numero e si sono affezionati alla nostra regione. A fungere<br />

da ulteriore catalizzatore e polo d’attrazione, quest’estate,<br />

la presenza della squadra nazionale germanica a Tenero e<br />

Ascona, con centinaia di giornalisti al seguito, e un ricco<br />

ventaglio di attività collateriali e di animazione organizzate<br />

da <strong>Ti</strong>cino Turismo e dall’Ente Turistico Lago Maggiore per<br />

promuovere l’Euro ‘08.<br />

Qual è la vostra destinazione preferita in Europa per trascorrere<br />

le vostre vacanze? Ecco una delle domande poste<br />

di recente in un sondaggio online dal Diners Club Magazin<br />

(Germania) ai propri lettori. Superando note mete come<br />

l’Algarve, la Provenza, la Riviera Turca e l’Andalusia, il<br />

<strong>Ti</strong>cino si è piazzato al primo posto nella classifica. Una<br />

bella soddisfazione per <strong>Ti</strong>cino Turismo e tutti gli enti e<br />

operatori turistici ticinesi e svizzeri. Il premio “destinazione<br />

turistica più bella d’Europa” è stato consegnato ai<br />

responsabili di <strong>Ti</strong>cino Turismo, in presenza di Svizzera<br />

Turismo, il 20 novembre 2008 a Monaco di Baviera e<br />

contribuirà a promuovere la nostra regione quale “gioiello<br />

europeo”. Ecco le sette categorie del sondaggio e i<br />

rispettivi finalisti premiati:<br />

• la destinazione turistica più bella d’Europa: il <strong>Ti</strong>cino<br />

• il gruppo alberghiero preferito: The Ritz-Carlton Hotel<br />

Company<br />

• il golf resort europeo preferito: il Castillo Hotel Son<br />

Vida a Maiorca<br />

• la nave da crociera preferita: l’MS Europa<br />

• le suite d’albergo più belle della Germania: quelle del<br />

Kempinski Hotel Adlon a Berlino<br />

Diners Magazin<br />

Patrick Lardi (in mezzo), vicedirettore di <strong>Ti</strong>cino Turismo, con Angelo<br />

Brazerol e Christina Marzluff di Svizzera Turismo<br />

• lo chef dell’anno: Claus-Peter Lumpp del Ristorante<br />

Bareis a Baiersbronn (Germania)<br />

• la fuoristrada preferita dell’anno: la Porsche Cayenne<br />

Per ulteriori informazioni:<br />

TICINO TURISMO<br />

Christine Koethe<br />

Responsabile Relazioni Pubbliche e Ufficio Stampa<br />

Via Lugano 12, 6500 Bellinzona<br />

Tel. +41 91 825 70 56<br />

christine.koethe@ticino.ch<br />

www.ticino.ch


Attualita`<br />

avvIcendamentI nel comItato<br />

della cassa asseGnI FamIlIarI cc-tI<br />

Lo scorso mese di dicembre vi sono stati degli avvicendamenti nel seno del Comitato della Cassa Assegni Familiari<br />

della Camera di commercio: hanno dimissionato i Signori Giordano Zeli, Alfredo Fontana ed Antonio Bariffi, ed in<br />

sostituzione l’Assemblea ha nominato la Signora Maria Pia Bionda (IBSA SA) e il Signor Mauro De Maria (Methanol<br />

Casale SA). L'Assemblea ha pure deciso di fare un notevole sforzo, vista la situazione congiunturale, diminuendo dello<br />

0,35% il tasso di contribuzione da parte delle aziende, portandolo per il <strong>2009</strong> all'1,75%.<br />

Per maggiori informazioni: CAF - Cassa Assegni Familiari, <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 22, Fax +41 91 911 51 12, caf@cci.ch<br />

Il Comitato CAF <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>. Da sin.: Alberto Riva (Gerente CAF), Ing. Roberto Mina, Maria Pia Bionda, Antonio Bariffi, Claudio Camponovo (Presidente CAF),<br />

Antonio Nessi e dott. Fausto Ortelli (Revisore CAF). Assente: Mauro De Maria<br />

INTERIOR DESIGN<br />

Arredamento Cucine<br />

Arredamento Bagni<br />

Arredamento di Interni & Complementi<br />

Arredamento Uffici<br />

GRAPHIC DESIGN<br />

Branding<br />

Corporate Identity<br />

Web Design<br />

Packaging<br />

PRODUCT DESIGN<br />

Concetto Iniziale<br />

2D/3D Rendering<br />

Prototipo<br />

Whynott Design<br />

Stabile Posta<br />

CH- 6802 Rivera<br />

t: +41 91 922 27 00<br />

f: +41 91 922 27 04<br />

info@whynott.ch<br />

www.whynott.ch<br />

passion • design • creativity<br />

27


Eventi<br />

PROGRAMMA:<br />

Giovedì, 19 febbraio <strong>2009</strong><br />

1. Business e aspetti culturali<br />

• Come trattare e concludere gli affari con un partner<br />

arabo?<br />

• Quali ostacoli culturali?<br />

• Quali somiglianze?<br />

Testimonianze di: Alain Vetterli, Membro della Direzione<br />

generale del Gruppo Cippà<br />

e Responsabile per lo sviluppo e<br />

l'espansione del Gruppo all'estero<br />

Fabio Belloni, <strong>Ti</strong>tolare della IBA<br />

(International Business Advisors<br />

Ltd. Dubai)<br />

Lunedì, 9 marzo <strong>2009</strong><br />

2. Aspetti doganali e problemi di spedizione<br />

• Quali problemi più ricorrenti alla dogana?<br />

• Ci sono esigenze specifiche nei documenti?<br />

• Merci proibite o sconsigliate?<br />

Approfondimento con: Roberto Schneble, Dirigente della<br />

Bianchi & Co. S.A.<br />

Lunedì, 6 aprile <strong>2009</strong><br />

3. Finanziamento delle esportazioni<br />

• L/C: quali particolarità nel contesto arabo?<br />

• Come gestire le operazioni con copertura di garanzie<br />

statali?<br />

28 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

come Fare BusIness In medIo orIente?<br />

Care lettrici, cari lettori,<br />

con grande piacere vi preannunciamo quattro interessanti<br />

incontri che tratteranno i seguenti temi concernenti il Medio<br />

Oriente:<br />

1. Business e aspetti culturali, giovedì, 19 febbraio <strong>2009</strong><br />

2. Aspetti doganali e problemi di spedizione, lunedì, 9 marzo<br />

<strong>2009</strong><br />

3. Finanziamento delle esportazioni, lunedì, 6 aprile <strong>2009</strong><br />

4. Exploring market opportunities in the GCC Countries, lunedì,<br />

4 maggio <strong>2009</strong><br />

Tutti quattro gli incontri iniziano alle ore 16.30 presso l’Hotel<br />

Parco Paradiso-Lugano<br />

Approfondimento con: Roberto Gagliardi, Responsabile<br />

Trade Finance Service Center,<br />

Credit Suisse Lugano<br />

Giovanni Lavanda, Export Finance,<br />

Responsabile Turchia e Medio<br />

Oriente, Credit Suisse Zurigo<br />

Lunedì, 4 maggio <strong>2009</strong><br />

4. Exploring market opportunities in the GCC Countries<br />

• What impact is the global financial & economic crisis<br />

having on the GCC Countries?<br />

• Which sectors are booming and/or are particularly attractive<br />

for <strong>Ti</strong>cino-based companies?<br />

• Who are your reference partners in the GCC Countries?<br />

Approfondimento con: Wafa Hijjawi, Commercial<br />

Counsellor, Swiss Business Hub<br />

GCC, Head Office Dubai<br />

Larbi El-Attari, Trade officer, Swiss Business Hub GCC,<br />

Riyadh Office<br />

Ruedi Büchi, Senior Consultant Middle East, Osec Zurich<br />

<br />

Al termine di ogni manifestazione seguirà un networkingapéro.<br />

La manifestazione è aperta a tutti gli interessati.<br />

Ulteriori informazioni possono essere richieste alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>,<br />

Signora Veljkovic, Tel. +41 91 911 51 11, Fax +41 91<br />

911 51 12, veljkovic@cci.ch, www.cciati.ch<br />

Termine di iscrizione: 10 giorni prima dell’inizio di ogni<br />

incontro.


Eventi<br />

Organizzato da<br />

ticinotransfer<br />

rete per il trasferimento di tecnologia<br />

e del sapere della Svizzera italiana<br />

con il supporto di<br />

in collaborazione con i partner di <strong>Ti</strong>cinotransfer<br />

Hanno seguito vie insolite, molto insolite, a prima vista “pazze” e hanno successo con la loro impresa: ecco che cosa<br />

accomuna i relatori di questa seconda provocAZIONE. Che cosa possiamo imparare da loro?<br />

In provocAZIONE 2 esploriamo e discutiamo modelli di business decisamente diversi ma funzionanti e replicabili …<br />

forse anche da Voi?<br />

Programma<br />

17.00 Benvenuto, Giorgio Travaglini,<br />

coordinatore di <strong>Ti</strong>cinotransfer,<br />

Stefano Poretta, Responsabile<br />

di i-Como<br />

17.10 Niente budget, niente CFO,<br />

niente organigramma…eppur<br />

si muove… eccome!, Christian<br />

Rusche, CEO, BSI - Business<br />

Systems Integration AG<br />

17.20 Il dono dell’ubiquità: la sartoria<br />

a Cernobbio, ma a Mosca,<br />

Cleto Orefice, <strong>Ti</strong>tolare, Sartoria<br />

Lino Orefice<br />

17.30 A piedi nudi in abbonamento,<br />

Samy Liechti, CEO, Blacksocks<br />

SA<br />

17.40 Come Re Mida: trasforma i rifiuti<br />

in oro, Moïse Tschanen,<br />

CEO, Gavia SA<br />

17.50 Quest’anno va di moda il verde…<br />

Di moda?, Pierre Ley,<br />

Media Relation Manager,<br />

Whirlpool Europe<br />

18.00 Considerazioni e discussione,<br />

animata da Alberto Lenz, Management<br />

Adviser<br />

18.30 Aperitivo e networking<br />

Iscrizione:<br />

Siete invitati a iscrivervi entro il 16<br />

febbraio <strong>2009</strong>, inviando un’e-mail a<br />

icimsi@supsi.ch, indicando: Nome,<br />

Cognome e Affiliazione<br />

Informazioni: info@ticinotransfer.ch,<br />

Tel +41 58 666 66 77<br />

Partecipazione: gratuita<br />

29


Formazione<br />

proposte FormatIve della cc-tI<br />

FIERE INTERNAZIONALI: ASPETTI DI MARKETING E DI LOGISTICA<br />

11 e 16 febbraio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.15, Lugano, Sala Monte Brè, presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Presentazione<br />

Il corso è stato suddiviso in due parti con la finalità di creare una formazione completa sui vari elementi che contribuiscono<br />

al successo della partecipazione ad una fiera internazionale.<br />

MODULO 1 – KNOW-HOW SULLA PARTECIPAZIONE ALLE FIERE INTERNAZIONALI<br />

Pianificare lo stand e la presentazione del prodotto; pubblicizzare l’evento; stratagemmi per arrivare a nuovi clienti;<br />

materiale tecnico e pubblicitario;<br />

in-/formare il proprio personale prima di una fiera. Ci siamo: è fiera! Il dopo-fiera: valorizzare al meglio i nuovi contatti e<br />

misurare il successo di una fiera; come e quando effettuare la pianificazione delle fiere per il successivo anno fieristico.<br />

Fiere nel mondo: dove reperire informazioni utili? “SWISS Pavilions”: l’alternativa alla partecipazione individuale.<br />

Data: 11 febbraio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.15<br />

MODULO 2 – GLI ASPETTI PRATICI DELLE FIERE INTERNAZIONALI: TRASPORTO, ASSICURAZIONE E CARNET A.T.A.<br />

Gli aspetti assicurativi<br />

Quali danni possono verificarsi durante il trasporto; durante la fiera ed il suo allestimento; la responsabilità del trasportatore<br />

per danni durante il trasporto; le coperture assicurative offerte dall’organizzatore della fiera; le coperture<br />

assicurative complementari raccomandabili.<br />

Gli aspetti logistici<br />

Indicazioni sulla logistica per la fiera; preparazione e pianificazione del trasporto in fiera; consegna fino allo spazio<br />

espositivo; situazione del luogo; documenti doganali; trasporto di ritorno dalla fiera ed ulteriore trasporto ad altre<br />

manifestazioni, vendita di merce direttamente dallo stand.<br />

I Carnet A.T.A.<br />

Definizione; validità; utilizzo ed altre informazioni generali; prima dell’utilizzo; lo sdoganamento e durante il viaggio; a<br />

cosa fare attenzione; come riempire correttamente il Carnet A.T.A; l’A.T.A. online.<br />

Data: 16 febbraio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.15<br />

30 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

MANAGEMENT DEI SALARI E GESTIONE DEI COSTI DEL PERSONALE<br />

5 e 12 febbraio <strong>2009</strong>, dalle 9.00 alle 17.00, Lugano, Sala Monte Brè, presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Presentazione<br />

Il corso si prefigge di far conoscere la problematica legata alla gestione dei salari e dei costi<br />

del personale ed esercitare casi pratici in gruppo.<br />

Destinatari<br />

Collaboratrici e collaboratori dell’ufficio risorse umane addetti all’amministrazione, responsabili<br />

HR di piccole aziende, imprenditori, dirigenti, liberi professionisti.<br />

Programma<br />

Management dei salari:<br />

• la politica salariale<br />

• il salario: tipologie, conteggi e certificato di salario<br />

• previdenza sociale: i 3 pilastri<br />

Gestione dei costi del personale:<br />

• il budget dei costi del personale<br />

• indicatori e statistiche<br />

Casi pratici esercitati in gruppo


LE ASSICURAZIONI SOCIALI<br />

3 e 17 febbraio, 10, 23, 30 marzo, 6 aprile, 5, 12 maggio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30, Lugano, Sala Monte Brè,<br />

presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

MODULO 1 – INTRODUZIONE ALLE ASSICURAZIONI SOCIALI<br />

Assicurazioni sociali federali e cantonali in generale, il finanziamento e le prestazioni. In particolare AVS, AI, prestazioni<br />

complementari, disoccupazione, assegni familiari, malattie, maternità, infortuni e previdenza professionale.<br />

Date: 3 e 17 febbraio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

MODULO 2 – ASPETTI CONTRIBUTIVI DELLE ASSICURAZIONI SOCIALI<br />

Le attività dell’ufficio dei contributi dell’IAS: l’affiliazione, la fissazione dei contributi, la revisione dei datori di lavoro<br />

e l’incasso dei contributi.<br />

Data: 10 marzo <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

MODULO 3 – RENDITE DI VECCHIAIA, SUPERSTITI E INVALIDITÀ<br />

Modalità per l’ottenimento e il calcolo delle prestazioni di vecchiaia, dei superstiti e d’invalidità (prestazioni relative<br />

al I pilastro).<br />

Data: 23 marzo <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

MODULO 4 – ASSICURAZIONE CONTRO LA DISOCCUPAZIONE<br />

Presupposti, procedura di richiesta ed entità delle indennità di disoccupazione.<br />

Data: 30 marzo <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

MODULO 5 – INDENNITÀ DI PERDITA DI GUADAGNO PER MILITARE E MATERNITÀ<br />

Presupposti, procedura di richiesta ed entità delle indennità militare e di maternità.<br />

Data: 6 aprile <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

MODULO 6 – LA NUOVA LEGISLAZIONE SUGLI ASSEGNI FAMILIARI<br />

Prestazioni, aspetti organizzativi e finanziamento delle nuove norme federali e cantonali, in vigore dall’1 gennaio <strong>2009</strong>.<br />

Data: 5 maggio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

MODULO 7 – ASSICURAZIONE INFORTUNI<br />

Conoscere le persone assicurate, durata della copertura assicurativa, prestazioni e contributi.<br />

Data: 12 maggio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

RELAZIONARSI CON SUCCESSO<br />

10 febbraio <strong>2009</strong>, dalle 13.30 alle 17.30, Lugano, Sala Monte Brè, presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Presentazione<br />

Il successo negli affari è molto spesso frutto di più elementi. Tra questi troviamo la prima impressione data e tutti i<br />

fattori comportamentali che predispongono benevolmente i nostri interlocutori. Il corso mira ad offrire insegnamenti<br />

che renderanno più facili e gradevoli i rapporti con gli altri e permetteranno di comportarsi nel migliore dei modi in<br />

ogni occasione sociale.<br />

Destinatari<br />

Tutte le persone che vogliono avere successo anche grazie al galateo e desiderano ottenere le giuste informazioni per<br />

assumere in ogni circostanza professionale e privata un comportamento ideale.<br />

Programma<br />

• La prima impressione<br />

• Il linguaggio dell’abbigliamento<br />

• I principi fondamentali della gestualità<br />

• Il saluto, le presentazioni, Tu o Lei<br />

• Le buone maniere in ufficio<br />

• Il comportamento e l’atteggiamento durante le riunioni<br />

• Interagire con la clientela<br />

• Gestire telefoni, cellulare, fax e posta elettronica<br />

• Il comportamento durante un aperitivo<br />

• Invitare o essere invitati al ristorante<br />

• A tavola<br />

• Gli argomenti della conversazione<br />

• Small Talk<br />

• Les Gaffes<br />

Per ulteriori informazioni: Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato<br />

e dei servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano,<br />

Tel. +41 91 911 51 18, corsi@cci.ch, www.cciati.ch.<br />

31


Formazione<br />

I nuovi Specialisti nel commercio al dettaglio<br />

32 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

sette nuovI specIalIstI<br />

nel commercIo al dettaGlIo<br />

con attestato Federale<br />

Mercoledì 26 novembre a Lugano, nella splendida cornice<br />

dell’Hotel Parco Paradiso, sono stati consegnati sette nuovi<br />

attestati federali di Specialista nel commercio al dettaglio<br />

Il Corso preparatorio all’esame professionale di specialista nel commercio<br />

al dettaglio è organizzato in <strong>Ti</strong>cino dalla Camera di commercio,<br />

dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino in collaborazione<br />

con SIU im Detailhandel di Zurigo.<br />

L’obiettivo di questa formazione è fornire delle solide basi alle persone<br />

che operano quotidianamente nel commercio al dettaglio e hanno una<br />

posizione con funzioni direttive e di quadro, come ad esempio responsabili<br />

di reparto, responsabili di filiale, direttori di grandi magazzini.<br />

Alla cerimonia è intervenuto Paolo Colombo, Direttore della Divisione<br />

della formazione professionale e Luca Albertoni, Direttore della Camera<br />

di commercio di Lugano. Il coordinatore degli esami in <strong>Ti</strong>cino,<br />

signor Niko Papanastasiu ha sottolineato il buon risultato ottenuto<br />

dai corsisti in <strong>Ti</strong>cino. La migliore media agli esami, del 5.3, è stata<br />

ottenuta da Sergio Bergonzoli (Coop). Hanno inoltre conseguito l’attestato<br />

federale (da sinistra a destra nella foto in alto): Giorgio Gallotti<br />

(2a migliore media 5.1, Migros), Fabrizio Maddalon (Migros), Natale<br />

Ghielmetti (Easy System), Mario Croce (Migros), Giuseppe Gagliardi<br />

(Vögele Moda), Marco Vanni (3a migliore media 5.0, Manor Lugano).<br />

A tutti le più vive felicitazioni!<br />

Nel mese di settembre <strong>2009</strong> inizierà il nuovo corso. Una serata informativa<br />

è prevista il 17.6.09 alle ore 19.15 presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>.<br />

Alcuni momenti dell'aperitivo che ha seguito la consegna<br />

degli attestati federali


Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

CANDIDATO<br />

Alessandra Corini<br />

Maturità professionale commerciale;<br />

Attestato truccatrice professionista<br />

a Milano<br />

Anno di nascita: 1978<br />

Cittadinanza: svizzera<br />

CANDIDATO<br />

Antoine Lassalle<br />

Dottore in Scienze della Comunicazione<br />

(Parigi - Sorbonne);<br />

Master in Diritto<br />

Europeo degli Affari presso<br />

l'Università di Parigi<br />

Anno di nascita: 1970<br />

Cittadinanza: francese (con<br />

permesso B)<br />

CONOSCENZE LINGUISTICHE CERCA INDIRIZZO<br />

Italiano: madrelingua<br />

Tedesco: buono<br />

Francese: buono<br />

Inglese: discreto<br />

Francese: madrelingua<br />

Italiano: buono<br />

Inglese: buono<br />

Cerca lavoro d’ufficio nel customer<br />

service, front office,<br />

o come hostess (promozioni,<br />

rappresentante). Ha lavorato<br />

come ricezionista e aiuto<br />

segretariato in una fiduciaria<br />

e anche come responsabile<br />

stand di profumeria in un<br />

grande magazzino.<br />

Cerca lavoro nel settore<br />

della comunicazione, della<br />

consulenza strategica e dello<br />

sviluppo nel settore dei<br />

media, della cultura, della<br />

politica o delle organizzazioni<br />

europee ed internazionali.<br />

Grande mobilità.<br />

Via Maggio 43<br />

6900 Lugano<br />

Per le aziende che fossero interessate disponiamo del curriculum vitae completo, rivolgersi<br />

alla Signora G. Veljkovic, +41 91 911 51 11 o cciati@cci.ch<br />

Vi rendiamo attenti che le seguenti segnalazioni vengono semplicemente pubblicate<br />

senza alcuna verifica della fonte e quindi garanzie e responsabilità da parte della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>.<br />

Mob. +41 79 548 08 92<br />

xola25@yahoo.it<br />

CONOSCENZE LINGUISTICHE CERCA INDIRIZZO<br />

Via Vall'Orba 22<br />

6977 Ruvigliana<br />

Mob: +41 76 542 48 80<br />

alassalle@bluewin.ch<br />

sponsorInG dalla a alla z. manuale operatIvo<br />

un manuale dI elIsa BortoluzzI duBach e hansrudolF Frey<br />

Semplice da consultare, immediato nel linguaggio, operativo nelle soluzioni,<br />

Sponsoring dalla A alla Z. Manuale operativo si propone tre obiettivi:<br />

1. definire la sponsorizzazione, gli elementi di affinità e le differenze con il mecenatismo<br />

e le attività di fundraising nel contesto della comunicazione;<br />

2. offrire un quadro completo e aderente alla prassi di un progetto di sponsorizzazione:<br />

dall’analisi della situazione, alla stipula di un contratto;<br />

3. descrivere contenuti e metodi per affrontare un progetto di sponsorizzazione<br />

in modo efficace e concreto.<br />

Si tratta di un testo di agevole consultazione per chi ha un problema operativo da risolvere con immediatezza.<br />

La struttura si articola in dieci capitoli e cinque appendici. Alla fine di ogni capitolo sono presenti una checklist<br />

e una breve scheda riassuntiva perfeziona l'acquisizione dei contenuti, rendendo immediata l'applicazione dei<br />

criteri metodologici nella operatività collegata a un progetto di sponsorizzazione. La doppia ottica dello sponsor<br />

e dello sponsorizzato consente la comprensione delle logiche in base alle quali agisce l’interlocutore.<br />

Elisa Bortoluzzi Dubach è Dottore in lingue e letterature straniere e in relazioni pubbliche, consulente diplomato<br />

federale di relazioni pubbliche, consulente di comunicazione e sponsoring, risiede a Zugo (Svizzera). È iscritta<br />

all’Albo professionale RP svizzero e autrice della guida Stiftungen-Der Leitfaden für Gesuchsteller (2007, Frauenfeld),<br />

nonché di numerosi contributi specialistici apparsi su quotidiani, riviste e manuali. È docente presso<br />

varie università e istituti di studi superiori in Svizzera, Germania e Italia.<br />

Hansrudolf Frey è Consulente diplomato federale di relazioni pubbliche e tecnico federale di marketing. È docente<br />

presso istituti di studi superiori in Svizzera e Germania.<br />

Editore: Skira - Pubblicato nel 2008 - Pagine: 304 pagine - ISBN: 978-88-6130-725-4<br />

33


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

Forum del comercIo estero svIzzero - zurIGo, 2-3 aprIle <strong>2009</strong><br />

I temi affrontati:<br />

Giovedì 2 aprile <strong>2009</strong> – PMI multinazionali: la globalizzazione, un’opportunità<br />

Venerdì 3 aprile <strong>2009</strong> – Stati Uniti: opportunità e ostacoli.<br />

Programma e modalità d’iscrizione su www.internationalforum.ch<br />

KEY-NOTE SPEAKER: davId plouFFe, manaGer della campaGna elettorale dI BaraK oBama<br />

Modifica dell’accordo sui trasporti di merci: nono<br />

ciclo di negoziati con l’UE<br />

I negoziatori della Svizzera e dell’UE hanno trovato un’intesa<br />

nei negoziati relativi all’adeguamento dell’accordo sui<br />

trasporti di merci alle nuove prescrizioni in materia di sicurezza<br />

dell’UE nel traffico transfrontaliero delle merci. Per<br />

quanto riguarda la questione di come gestire gli adeguamenti<br />

dell’accordo ai futuri sviluppi giuridici, si garantisce<br />

l’autonomia di entrambe le Parti.<br />

Il testo comune dell’accordo prevede che, anche dopo<br />

l’entrata in vigore delle nuove prescrizioni in materia di<br />

sicurezza, nel traffico delle merci tra la Svizzera e l’UE non<br />

sarà necessaria alcuna predichiarazione. Ciò sarà possibile<br />

grazie alla riconosciuta equivalenza degli standard di sicurezza<br />

di entrambe le Parti contrattuali.<br />

Per contro, le nuove misure in materia di sicurezza verranno<br />

applicate al traffico delle merci tra la Svizzera e i Paesi<br />

non aderenti all’UE. Questo implica che la Svizzera richiederà<br />

la predichiarazione dei dati di sicurezza per invii nel<br />

traffico diretto di importazione e di esportazione con Stati<br />

non membri dell’UE e sulla loro base effettuerà un’analisi<br />

dei rischi. Ciò vale in particolare per gli invii via terra dalla<br />

Svizzera verso Stati non membri dell’UE. I dati di sicurezza<br />

relativi agli invii via terra provenienti da questi e destinati<br />

alla Svizzera sono richiesti presso il primo luogo di entrata<br />

nell’UE, dove viene effettuata anche l’analisi dei rischi.<br />

La Svizzera applicherà pertanto le prescrizioni in materia<br />

di sicurezza dell’UE al traffico delle merci con Paesi terzi.<br />

Tale traffico corrisponde al 20% circa delle importazioni e<br />

al 40% circa delle esportazioni nell’ambito del commercio<br />

esterno del nostro Paese.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale delle<br />

finanze su www.efd.admin.ch/00468/index.html?msgid=23700&lang=it<br />

Il regime di Schengen/Dublino in vigore in Svizzera<br />

La cooperazione operativa tra la Svizzera e l’Unione Europea<br />

in materia di sicurezza, visti e asilo è iniziata a dicembre<br />

2008, come previsto dagli Accordi di Schengen<br />

e Dublino. Schengen favorisce la libera circolazione alle<br />

frontiere interne tra gli Stati aderenti e stabilisce disposizioni<br />

d’entrata uniformi per lo spazio Schengen.<br />

Schengen favorisce la libera circolazione grazie all’abolizione<br />

dei controlli sistematici delle persone alle frontiere<br />

tra gli Stati Schengen (frontiere interne). I controlli delle<br />

persone negli aeroporti per i voli all’interno dello spazio<br />

Schengen saranno soppressi a partire dal 29 marzo <strong>2009</strong><br />

in concomitanza con l’introduzione del nuovo orario dei<br />

voli.<br />

34 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

I turisti e coloro che viaggiano per affari in provenienza<br />

da Stati terzi assoggettati all’obbligo del visto possono<br />

spostarsi più facilmente all’interno dello spazio Schengen,<br />

essendo richiesto solo un visto Schengen, che ora varrà<br />

anche per la Svizzera.<br />

L’adesione della Svizzera a Schengen non ha invece alcun<br />

effetto sul commercio transfrontaliero di merci. Le autorizzazioni<br />

speciali e le deroghe attuali non sono modificate.<br />

Infine, la cooperazione prevista da Dublino permette ai<br />

richiedenti asilo di presentare una sola domanda di asilo<br />

nello spazio Dublino.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale di giustizia<br />

e polizia su www.ejpd.admin.ch/ejpd/it/home/dokumentation/mi/2008/2008-12-11.html<br />

Promemoria plurilingue dell’Amministrazione federale<br />

delle dogane “Arriva Schengen, il controllo doganale rimane”<br />

su www.ezv.admin.ch/themen/02375/index.html?lang=it ><br />

Flyer Schengen (pdf)<br />

Contributo all’allargamento: inizio della cooperazione<br />

con la Slovacchia<br />

A novembre ha avuto inizio la cooperazione fra la Svizzera<br />

e la Slovacchia nell’ambito del contributo svizzero all’allargamento<br />

dell’Unione europea.<br />

Polonia<br />

Ungheria<br />

Repubblica<br />

Ceca<br />

Slovacchia<br />

Lituania<br />

Latvia<br />

Estonia<br />

Slovenia<br />

Cipro<br />

Malta<br />

Del “miliardo di coesione”, i cui beneficiari sono i dieci Stati<br />

membri che il 1° maggio 2004 hanno aderito all’UE, 66,86<br />

milioni di franchi sono a disposizione della Slovacchia.<br />

Il programma è attuato congiuntamente dalla Direzione<br />

dello sviluppo e della cooperazione DSC e dalla SECO.<br />

Nella prima metà del <strong>2009</strong>, saranno esaminate le prime<br />

proposte per progetti riguardanti il settore tematico Ambiente<br />

e infrastruttura. Dopo una preselezione da parte<br />

slovacca, la Svizzera deciderà la scelta definitiva dei progetti<br />

da sostenere. Per gli altri settori tematici (Sviluppo<br />

regionale, Formazione professionale, Protezione dalle<br />

catastrofi e Promozione della società civile e del settore


privato) potranno essere presentate proposte di progetti<br />

nel corso del <strong>2009</strong>.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale degli<br />

affari esteri (DFAE) su www.eda.admin.ch/eda/it/home/<br />

recent/media/single.html?id=23436<br />

Più ampi ragguagli sul contributo svizzero all’allargamento<br />

dell’UE su www.contributo-allargamento.admin.ch<br />

Svizzera e Stati Uniti firmano un dispositivo di<br />

protezione dei dati<br />

Nell’ambito del forum di cooperazione per il commercio e<br />

gli investimenti fra la Svizzera e gli Stati Uniti, l’Incaricato<br />

federale della protezione dei dati e della trasparenza ha<br />

firmato oggi uno scambio di lettere inerente l’istituzione<br />

dello “U.S.-Swiss Safe Harbor Framework” che semplifica<br />

la trasmissione di dati personali fra le imprese svizzere e<br />

quelle statunitensi al beneficio della pertinente certificazione<br />

attribuita dal ministero del commercio degli Stati<br />

Uniti. Questo dispositivo rafforza anche i diritti inerenti la<br />

protezione dei dati di cui beneficiano le relative persone<br />

nei confronti delle imprese certificate.<br />

Dato che secondo la Svizzera la legislazione degli Stati<br />

Uniti non garantisce un’adeguata protezione dei dati, attualmente<br />

le imprese dei due Paesi sono tenute a concludere<br />

un contratto in questo ambito e a sottoporlo all’esame<br />

dell’Incaricato federale della protezione dei dati e della<br />

trasparenza (IFPDT) prima di dare avvio a una trasmissione<br />

di dati verso l’impresa statunitense.<br />

Lo “U.S.-Swiss Safe Harbor Framework” semplifica questo<br />

processo concedendo alle imprese statunitensi la possibilità<br />

di considerare vincolante e certificare presso il ministro<br />

del commercio del loro Paese il loro impegno a rispettare<br />

i principi fondamentali relativi alla protezione dei dati<br />

previsti da questo dispositivo. Ciò garantisce un’adeguata<br />

protezione dei dati e consente la trasmissione di dati personali<br />

fra imprese svizzere e imprese statunitensi certificate.<br />

Anche l’Unione europea applica dall’anno 2000 un<br />

regime analogo.<br />

Le imprese svizzere non sono così più tenute né a negoziare<br />

un contratto né a comunicare all’IFPDT le proprie intenzioni.<br />

Lo “U.S.-Swiss Safe Harbor Framework” attribuisce<br />

inoltre la competenza di risolvere eventuali conflitti a degli<br />

organismi speciali a disposizione delle persone che si ritengono<br />

vittime di una violazione delle regole concernenti<br />

la protezione dei dati. Negli Stati Uniti la “Federal Trade<br />

Commission” può anche adottare misure nei confronti delle<br />

imprese certificate in caso di violazioni gravi e ripetute<br />

delle regole di protezione dei dati. Questo dispositivo non<br />

tange comunque in alcun modo il diritto, già attualmente a<br />

disposizione delle persone coinvolte, di proporre un’azione<br />

di diritto privato nei confronti dell’impresa.<br />

Con lo “U.S.-Swiss Safe Harbor Framework”, che entrerà<br />

in vigore prossimamente, l’IFPDT e la Segreteria di stato<br />

dell’economia (SECO) hanno dato vita a uno strumento di<br />

base che facilita la trasmissione di dati fra imprese svizzere<br />

e statunitensi e nel contempo rafforza i diritti relativi<br />

alla protezione dei dati delle singole persone coinvolte in<br />

questi processi.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale dell’economia<br />

e dell’Incaricato federale della protezione dei dati e<br />

per la trasparenza su www.news.admin.ch/message/index.<br />

html?lang=fr&msg-id=23809<br />

Uno Stato membro dell’UE può impedire il<br />

trasferimento della sede di una società<br />

Secondo una sentenza della Corte di giustizia delle Comunità<br />

europee del mese di dicembre 2008, uno Stato membro<br />

dell’UE ha il diritto d’impedire il trasferimento della<br />

sede di una società costituita ai sensi della sua legislazione<br />

in uno altro Stato dell’UE conservando al contempo il suo<br />

status di società soggetta al diritto del primo Stato.<br />

La libertà di stabilimento consente invece ad una società<br />

di trasferirsi in un altro Stato membro convertendosi in una<br />

forma societaria soggetta al diritto nazionale di quest’ultimo<br />

Stato senza che siano necessari il suo scioglimento<br />

e la sua liquidazione nel primo Stato membro, purché lo<br />

Stato membro ospitante lo permetta.<br />

Comunicato stampa della Corte su http://curia.europa.<br />

eu/it/actu/communiques/cp08/aff/cp080089it.pdf<br />

Germania: posticipata l’introduzione della nuova<br />

procedura di registrazione delle importazioni<br />

Prevista dall’UE per il 1° luglio <strong>2009</strong>, l’entrata in vigore<br />

della procedura di registrazione per via elettronica delle<br />

importazioni avverrà senza la Germania.<br />

Il passaggio dalla procedura Atlas finora in vigore in Germania<br />

alla “dogana elettronica” dell’UE è apparentemente<br />

più complicato del previsto. Negli ambienti della Commissione<br />

europea si insinua che l’entrata in vigore del nuovo<br />

sistema potrebbe essere posticipata a marzo 2010.<br />

Inoltre, ci si attende che altri paesi, tra cui l’Italia, la Polonia<br />

e la Gran Bretagna non siano in grado di adattare entro<br />

il 1° luglio <strong>2009</strong> le loro attuali procedure doganali alle<br />

esigenze tecniche della nuova procedura di registrazione<br />

elettronica delle importazioni.<br />

La Gran Bretagna riduce l’IVA<br />

Il Pre-Budget Report 2008 britannico s’iscrive nel contesto<br />

della crisi finanziaria ed economica, le cui conseguenze<br />

sull’economia britannica si auspica saranno ridotte dalla<br />

moltitudine delle misure adottate. Tra queste misure figurano:<br />

• la riduzione dell’IVA dal 17,5 al 15% per un periodo di<br />

13 mesi (dal 1° dicembre 2008 al 31 dicembre <strong>2009</strong>);<br />

• 1,2 miliardi di euro a sostegno delle PMI;<br />

• saranno anticipati gli investimenti di 3,2 miliardi inizialmente<br />

previsti per il 2010/2011 per la costruzione di alloggi,<br />

ristrutturazioni, ammodernamento delle infrastrutture<br />

scolastiche, sviluppo della ricerca, miglioramento<br />

dell’efficienza energetica;<br />

35


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

• le aziende possono compensare le loro perdite aggiuntive<br />

fino a 52’000 euro con i benefici degli ultimi tre anni;<br />

• le autorità fiscali accordano alle aziende sane in difficoltà<br />

finanziaria passeggera una dilazione per il pagamento<br />

delle imposte;<br />

• l’aumento dal 21% al 22% dell’imposta sulle società,<br />

inizialmente previsto per aprile <strong>2009</strong>, è stato sospeso;<br />

• l’aumento previsto dell’imposta sui veicoli a motore si<br />

farà progressivamente.<br />

Più ampi ragguagli sui siti web di Telegraph.co.uk e<br />

BBC, agli indirizzi www.telegraph.co.uk/finance/financetopics/budget/<br />

e http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/politics/7746188.stm<br />

Studio di mercato sulle energie rinnovabili in Polonia<br />

Le energie rinnovabili hanno il vento in poppa in Polonia<br />

e questo apre interessanti opportunità commerciali alle<br />

aziende elvetiche attive nel settore. Per aiutarle ad avvicinare<br />

il mercato, Komfort Consulting ha pubblicato in collaborazione<br />

con lo Swiss Business Hub Poland, un rapporto<br />

che fa il punto della situazione<br />

attuale e delle<br />

principali tendenze.<br />

Il rapporto di 35 pagine,<br />

in tedesco, si concentra<br />

sui temi seguenti:<br />

• politica polacca in<br />

materia d’energia fino<br />

al 2030 (riforma “3<br />

x 20 fino al 2020”,<br />

produzione di energia<br />

elettrica/termica);<br />

• posizione delle energie<br />

rinnovabili in Polonia;<br />

• aspetti giuridici relativi<br />

allo sviluppo delle<br />

energie rinnovabili in Polonia;<br />

• aiuti finanziari destinati alle energie rinnovabili (fondi<br />

europei / fonti polacche di finanziamento per progetti<br />

legati alla protezione ambientale / contributo svizzero<br />

all’allargamento);<br />

• energie rinnovabili sfruttabili in Polonia (eolica, idroelettrica,<br />

solare, geotermica, biomassa).<br />

Rapporto di Komfort Consulting “Der Markt für Erneuerbare<br />

Energien in Polen 2008 – 2020, Ist-Zustand und<br />

Perspektiven” in formato pdf su www.osec.ch/sbhpoland<br />

> Indicatori economici<br />

The Euro Health Consumer Index 2008<br />

Secondo l’ultimo Euro Health Consumer Index pubblicato<br />

dalla svedese Health Consumer Powerhouse, sono i Paesi<br />

Bassi a disporre del miglior sistema di sanità pubblica.<br />

I criteri di valutazione utilizzati sono:<br />

• diritti e informazioni dei pazienti (in testa: Danimarca)<br />

• e-health (Danimarca)<br />

• tempi d’attesa prima del trattamento (Germania, Lussemburgo,<br />

Svizzera)<br />

• risultati terapeutici (Svezia)<br />

• varietà delle prestazioni offerte (Paesi Bassi)<br />

• prodotti farmaceutici (Austria).<br />

Al 2 e 3° posto della classifica dei paesi con sistemi consi-<br />

36 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

derati come esemplari in Europa<br />

figurano Danimarca ed Austria,<br />

seguite da Lussemburgo, Svezia<br />

e Germania. La Svizzera si posiziona<br />

al 7° posto, avendo perso<br />

3 ranghi in rapporto alla scorsa<br />

edizione, seguita da Norvegia,<br />

Finlandia e, in 10° posizione,<br />

Francia.<br />

Se alcuni paesi ne escono abbastanza<br />

bene, la maggior parte<br />

dei paesi dell’Est devono invece<br />

fare ancora molti progressi. Tra<br />

le ultime dieci della classifica,<br />

cominciando dalle peggiori, figurano: Lettonia, Macedonia,<br />

Croazia, Bulgaria, Romania, Portogallo, Polonia, Lituania,<br />

Malta e Slovacchia.<br />

Nell’arco di un anno, i progressi maggiori sono stati registrati<br />

dall’Ungheria, che è risalita dal 24° al 14° posto,<br />

dalla Danimarca, passata dalla 9° alla 2° posizione e infine<br />

dalla Gran Bretagna, progredita dal 17° al 13° posto.<br />

“Euro Health Consumer Index 2008” visionabile in<br />

formato pdf su www.healthpowerhouse.com/files/2008-<br />

EHCI/EHCI-2008-report.pdf<br />

Comunicato stampa sulla Situazione in Svizzera su<br />

www.healthpowerhouse.com/files/2008-EHCI/pr/Switzerland%20EHCI%202008.pdf<br />

Stati Uniti: nuova legge sulla sicurezza dei prodotti<br />

Adottato in agosto, il “Consumer Product Safety Improvement<br />

Act of 2008” è entrato in vigore a novembre 2008<br />

negli Stati Uniti. Se le nuove disposizioni si applicano<br />

soprattutto all’industria del giocattolo, la dichiarazione di<br />

conformità è ormai richiesta da tutti i fabbricanti.<br />

I produttori e subfornitori esteri di beni di consumo devono<br />

quindi assicurarsi che i loro prodotti rispettino tutte le<br />

regole di sicurezza, le norme e le prescrizioni emesse dalle<br />

autorità americane di protezione dei consumatori (CPSC).<br />

Le disposizioni precedentemente in vigore prevedevano già<br />

una dichiarazione di conformità, ma la cerchia dei produttori<br />

toccati dalla normativa è stata estesa dall’Improvement<br />

Act of 2008. Ormai quest’obbligo non si applica più<br />

soltanto ai prodotti che sottostanno al “Consumer Product<br />

Safety Standard” ma anche a quelli regolamentati da altre<br />

leggi inerenti alla sicurezza dei prodotti (Federal Hazardous<br />

Substances Act, Flammable Fabrics Act, Poison<br />

Prevention Packaging Act, ecc.).<br />

Il certificato di conformità deve essere presentato dall’importatore<br />

al più tardi all’inizio della procedura americana<br />

d’importazione. È generalmente al produttore che incombe<br />

l’obbligo di fornire le informazioni richieste per la certificazione.<br />

L’esame dei prodotti può essere effettuato internamente<br />

nell’azienda produttrice purché essa disponga di procedure<br />

di controllo adeguate. Per i prodotti provenienti dall’industria<br />

dei giocattoli è invece obbligatorio ricorrere ad un<br />

organismo di controllo indipendente.<br />

Consumer Product Safety Commission (CPSC) – regole<br />

applicabili ai Certificates of Compliance su www.cpsc.gov/<br />

businfo/frnotices/fr09/certification.pdf<br />

Modello di dichiarazione di conformità CPSC su www.<br />

cpsc.gov/about/cpsia/faq/elecertfaq.pdf


Panama: base militare trasformata in zona<br />

economica<br />

A novembre 2008, Panama ha dato il via alla riconversione<br />

della base militare di Howard nel “Business<br />

Center for the Americas”.<br />

La zona economica che vedrà il giorno accoglierà principalmente<br />

le aziende internazionali dell’industria e della<br />

logistica che entreranno sui mercati d’America centrale<br />

e meridionale da Panama. La prima fase dei lavori<br />

(centro dedicato al commercio e agli affari, Corporate<br />

Panama Center, urbanizzazione delle zone residenziali)<br />

dovrebbe terminare nel 2011. Entro il 2048 sono previsti<br />

investimenti pari a 700 milioni di dollari.<br />

Più ampi ragguagli su Panama–Pacifico Business<br />

Center for the Americas su www.aaeepp.gob.pa/aep/en/<br />

index.php<br />

In vigore la convenzione per evitare la doppia<br />

imposizione con il Pakistan<br />

Gli strumenti di ratifica della convenzione firmata il 19<br />

luglio 2005 tra la Svizzera e il Pakistan per evitare le<br />

doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito sono<br />

stati scambiati a novembre 2008 a Islamabad e la<br />

convenzione è immediatamente entrata in vigore.<br />

La Convenzione conclusa nel 1959 per evitare le doppie<br />

imposizioni con il Pakistan e modificata in singoli punti<br />

nel 1962 è stata la prima Convenzione che la Svizzera<br />

ha concluso con un Paese in via di sviluppo. Nell’ambito<br />

di una revisione totale essa è stata sostituita da una<br />

nuova.<br />

La nuova Convenzione segue in larga misura il modello<br />

di convenzione dell’Organizzazione per la cooperazione<br />

e lo sviluppo economici (OCSE) ed è conforme alla<br />

prassi svizzera in materia di convenzioni di doppia imposizione.<br />

Essa contribuirà a rinsaldare le relazioni economiche<br />

bilaterali ed è uno strumento atto a promuovere<br />

gli investimenti diretti in Pakistan.<br />

Le disposizioni della convenzione per evitare le doppie<br />

imposizioni sono applicabili, per quanto riguarda le imposte<br />

sul reddito, in Svizzera a partire dal 1° gennaio<br />

<strong>2009</strong> e in Pakistan dal 1° luglio <strong>2009</strong>.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale delle<br />

finanze DFF su www.efd.admin.ch/00468/index.<br />

html?lang=it&msg-id=23307<br />

Asian Headquarters in<br />

Europe: A strategy for<br />

Switzerland<br />

Da un recente studio condotto<br />

da McKinsey in collaborazione<br />

con l’Osec e<br />

la Swiss American Chamber<br />

of Commerce, emerge<br />

che la piazza svizzera risulta<br />

essere molto attrattiva<br />

per le multinazionali<br />

asiatiche.<br />

Nei prossimi 10-15 anni,<br />

la Svizzera avrebbe<br />

il potenziale per attirare<br />

ben 120 sedi regionali di<br />

aziende asiatiche e questo potrebbe creare dai 55’000<br />

ai 120’000 posti di lavoro. In altri termini, il PIL svizzero<br />

potrebbe aumentare di almeno il 2,4%.<br />

Nella pratica bisogna tuttavia ancora convincere i dirigenti<br />

asiatici che la Svizzera è una piazza d’eccezione<br />

per insediare le loro aziende. Vanno quindi adottate le<br />

necessarie misure per rendere coscienti i decision maker<br />

asiatici dei vantaggi che la Svizzera può apportare<br />

loro.<br />

“Asian Headquarters in Europe: A strategy for Switzerland”<br />

su www.osec.ch/files/downloads/Asian-Headquarters-in-Europe.pdf<br />

Cina: “Outfitting the New<br />

White Collars”<br />

Nonostante la crisi finanziaria<br />

mondiale, la classe<br />

media cinese continua a<br />

svilupparsi, spende di più<br />

ed ha un interesse crescente<br />

per le marche occidentali,<br />

soprattutto per quanto<br />

concerne l’abbigliamento.<br />

La richiesta di prodotti di<br />

marca aumenta contemporaneamente<br />

al potere<br />

d’acquisto, questo è quanto<br />

riassume uno studio recente<br />

di Deloitte relativo<br />

al comportamento dei consumatori della classe media<br />

cinese. Ne risultano quindi opportunità interessanti per<br />

le società estere.<br />

Secondo le stime di Deloitte, entro il 2018 la Cina dovrebbe<br />

contare 40 milioni di economie domestiche agiate.<br />

I cinesi di età compresa tra i 20 e i 44 anni sono i<br />

più portati allo shopping. In questa fascia d’età oltre il<br />

60% dei consumatori è anche incline a provare nuove<br />

marche. In materia, anche se i marchi occidentali beneficiano<br />

di un certo prestigio, gli acquirenti si mostrano<br />

esigenti pretendendo, per quanto riguarda i prodotti del<br />

segmento di prezzo superiore, che siano fabbricati nel<br />

paese d’origine del marchio.<br />

È durante le vacanze che i cinesi sono più propensi a<br />

allentare i cordoni della borsa, essi apprezzano tuttavia<br />

anche le promozioni e i saldi.<br />

“Outfitting the New White Collars: Sizing up the<br />

Potential for Global Niche Brands in China” su www.<br />

deloitte.com/dtt/cda/doc/content/cn_FAS_banking_outfitwhitecollars_260808%281%29%281%29.pdf<br />

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37


Fiere internazionali<br />

Hospitalar <strong>2009</strong><br />

São Paulo, 2-5 giugno <strong>2009</strong><br />

Hospitalar è la fiera specializzata del settore Health Care non solo in<br />

Brasile ma in tutta l’America Latina. Essa costituisce un’ampia e valida<br />

piattaforma per tutti i produttori e i commercianti di attrezzature e<br />

apparecchiature medicali, sia locali che stranieri. Il salone si rivolge ai<br />

professionisti del settore (trattamenti medici, cure, centri di riabilitazione,<br />

laboratori e centri diagnostici). Ai visitatori è offerta l’opportunità di<br />

avere informazioni sulle tecnologie, le apparecchiature e i prodotti più<br />

38 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Partecipate ad una fiera, toccate con mano le novità del mercato<br />

recenti. Vi sono inoltre importanti opportunità d’acquisto.<br />

L’edizione 2008 ha registrato 1’100 espositori da 33 paesi e 78’000 visitatori.<br />

SWISSCAM, la Camera di commercio svizzero-brasiliana, in collaborazione con lo Swiss Business Hub Brazil e l’Osec<br />

vi allestisce uno stand collettivo a disposizione delle aziende elvetiche e del Liechtenstein. Il padiglione di 99 mq<br />

ha un’ubicazione ottimale ed ogni partecipante dispone di 6mq, 9mq, 12mq e oltre per presentare i propri prodotti,<br />

cataloghi, opuscoli ed accogliere i visitatori.<br />

Informazioni generali sulla fiera: www.hospitalar.com<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fairs > Hospitalar <strong>2009</strong><br />

UITP <strong>2009</strong> Mobility & City Transport Exhibition<br />

Vienna, 8-11 giugno <strong>2009</strong><br />

L’UITP è uno dei congressi mondiali più importanti nel settore dei trasporti pubblici ed è una piattaforma interattiva<br />

per prodotti, soluzioni ed innovazioni nel settore.<br />

La SWISSRAIL Industry Association vi allestisce uno “SWISS Pavilion”.<br />

Informazioni generali sulla fiera: www.uitp.org/vienna<strong>2009</strong><br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fairs > UITP <strong>2009</strong> Mobility & City Transport Exhibition<br />

IDEM India <strong>2009</strong><br />

Mumbai, 23-25 ottobre <strong>2009</strong><br />

La classe media indiana, si parla di 200-220 milioni di persone, dispone oggi di un forte potere d’acquisto e dà<br />

un’importanza crescente alla salute e all’estetica dei propri denti. In questo Paese operano almeno 40’000 dentisti<br />

(alcune fonti parlano di 80’000), di cui 7’000 esercitano nella sola regione di Mumbai. Le 270 scuole professionali<br />

del settore formano ogni anno circa 80’000 specialisti in tecniche dentarie e necessitano di strumenti di qualità. Il<br />

mercato indiano delle cure dentarie è valutato a 445 milioni di dollari, con una crescita stimata al 20%. Le importazioni<br />

raggiungono quota 40%.<br />

La Fiera di Colonia organizza un salone, coadiuvato da conferenza e workshop, denominato “International Dental<br />

Exhibition and Meeting India – IDEM India”, il cui concetto ricalca il modello dell’IDEM di Singapore.<br />

Le aziende elvetiche hanno l’opportunità di parteciparvi nel quadro dello “SWISS Pavilion” che vi sarà allestito.<br />

Informazioni generali sulla fiera: www.idem-india.com<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fairs > IDEM India <strong>2009</strong><br />

The Big 5 Show <strong>2009</strong><br />

Dubai, novembre <strong>2009</strong><br />

Il “Big 5 Show” che si tiene ogni anno a Dubai è il più grande evento della costruzione e delle branche affini nella<br />

regione del Golfo. Il vigore e la costanza delle crescita negli Emirati Arabi Uniti garantiscono dei bisogni crescenti<br />

nel settore della costruzione. Il “Big 5” rappresenta l’occasione ideale per presentare i propri prodotti e novità ad<br />

un pubblico di professionisti esigenti. In quest’occasione Osec, Swiss Business Hub Dubai e Swiss Business Council<br />

Dubai allestiranno uno “SWISS Pavilion”. Non perdete quest’occasione unica!<br />

Informazioni generali sulla fiera: www.thebig5exhibition.com<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fairs > The Big 5 Show <strong>2009</strong><br />

InFormazIonI suGlI “swIss pavIlIon”: www.osec.ch/FaIrs


Vita dei Soci<br />

Comunicato stampa<br />

100 annI dI manIFestI tIcInesI,<br />

deI GrIGIonI e del laGo dI como<br />

È uscito il secondo volume del progetto editoriale “100 anni di manifesti ticinesi” che presenta<br />

manifesti stampati tra il 1890 e il 1990.<br />

Il primo, che riporta i manifesti turistici del Sopraceneri, della linea ferroviaria del San Gottardo<br />

e del <strong>Ti</strong>cino in generale, era uscito nel dicembre dello scorso anno.<br />

Questo secondo libro riporta invece i manifesti turistici di tutto il Sottoceneri, il Canton Grigioni<br />

(Grigioni in generale, di lingua italiana, Ferrovia Retica ed Engadina) e il Lago di Como.<br />

Il formato è grande, cm 29 x 24, con testi in italiano e inglese. Nelle 304 pagine sono riportate<br />

complessivamente 490 foto a colori, perlopiù a piena pagina. Il prezzo in libreria è di Fr.<br />

118.00.<br />

Per avere informazioni inerenti le possibilità di personalizzazione e gli eventuali sconti per ordinazioni<br />

multiple, è possibile telefonare al numero +41 91 910 10 50.<br />

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39


Vita dei Soci<br />

di Claudia Longhi, Analyst, SRI Group SA<br />

corso "manaGement dI orGanIzzazIonI<br />

sportIve": nel <strong>2009</strong> a tenero!<br />

Importante novità per la 14esima edizione del corso organizzato<br />

da SRI Group SA con il patrocinio del DECS e di Swiss Olympic<br />

Nel <strong>2009</strong> anche gli amanti dello sport del Sopraceneri<br />

potranno accedere al programma formativo “Management<br />

di organizzazioni sportive – livello base” senza lunghi<br />

spostamenti. Infatti, dopo parecchi anni a Chiasso,<br />

l'edizione <strong>2009</strong> del corso, che prenderà il via il 14 marzo,<br />

si svolgerà al Centro sportivo nazionale della gioventù di<br />

Tenero, nel cuore dello sport ticinese.<br />

Le lezioni, si rivolgono a tutti coloro che operano o intendono<br />

operare a livello dirigenziale in associazioni ed<br />

organizzazioni sportive, a persone attive in ambito commerciale<br />

sportivo, a professionisti del marketing e della<br />

comunicazione di realtà aziendali che hanno interesse nel<br />

mondo sportivo, come pure ad appassionati, studenti e<br />

sportivi che intendono approfondire l’aspetto manageriale<br />

delle società sportive in generale.<br />

Il corso, che gode della certificazione EDUQUA (Certificato<br />

svizzero di qualità per istituti di formazione), si articola<br />

in sette lezioni, tenute sempre nella giornata di sabato<br />

e permette di ottenere il diploma di “Management di<br />

organizzazioni sportive (livello base)” rilasciato da Swiss<br />

Olympic e dal DECS (Dipartimento Educazione, Cultura e<br />

Sport del Canton <strong>Ti</strong>cino).<br />

«Il Corso di Management di organizzazioni sportive», spiega<br />

Bixio Caprara, Direttore del Centro Sportivo Nazionale<br />

della Gioventù di Tenero e presidente della Commissione<br />

d’Esame, «nasce dalla constatazione che lo sport ricopre<br />

oggi un ruolo sociale ed economico di primo piano.<br />

Un’accresciuta rilevanza non sempre seguita da una corrispondente<br />

crescita nelle competenze di chi lo sport lo<br />

organizza e lo gestisce». Il corso si propone quindi come<br />

una risposta concreta alla necessità di “professionalizzazione”<br />

dell’odierna realtà sportiva ticinese.<br />

«ll nostro obiettivo», afferma Fabio Corti, Direttore del<br />

corso, «è quello di formare figure professionali che maturino<br />

forti competenze gestionali e che siano capaci di<br />

40 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Un momento della consegna dei diplomi dell’edizione 2008<br />

applicare strumenti e logiche di tipo aziendale alla realtà<br />

delle associazioni ed organizzazioni sportive ticinesi,<br />

incrementandone la qualità gestionale». «Ciascuna giornata<br />

di lezione», prosegue Corti, «sarà dedicata alla trattazione<br />

di un tema specifico. Le tematiche spazieranno<br />

dalla gestione delle risorse umane, alla programmazione<br />

e al marketing, proseguiranno poi con la redazione del<br />

bilancio e si concluderanno con le sponsorizzazioni e la<br />

comunicazione esterna».<br />

Le lezioni tenute da docenti universitari ed esperti del<br />

settore sportivo, coniugheranno approfondimenti teorici<br />

ad esercitazioni pratiche. «Le esercitazioni, i casi pratici<br />

e le discussioni in aula costituiscono infatti un momento<br />

centrale della formazione», conclude Corti, «durante<br />

questi momenti infatti i corsisti sono stimolati a partecipare<br />

attivamente alle lezioni attraverso il confronto delle<br />

proprie esperienze ed opinioni con gli altri».<br />

È possibile ottenere maggiori informazioni riguardanti<br />

iscrizioni, programma e calendario del corso consultando<br />

il sito www.srigroup.ch, scrivendo ad ask@srigroup.ch<br />

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chiuso e i posti a disposizione sono limitati.<br />

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Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

come GestIre<br />

Il lavoro FlessIBIle oGGI?<br />

In un libro di recente pubblicazione di Boss Editore SA,<br />

viene trattato sotto tutti i punti di vista la tematica del lavoro<br />

flessibile, argomento di cui si è parlato anche nel Congresso<br />

Lavoro tenutosi alla fine di novembre dello scorso anno<br />

Lo scorso 11 dicembre a Bellinzona è stato<br />

presentato il nuovissimo libro sul lavoro<br />

flessibile. Tematica di grandissima attualità,<br />

discussa, ribattuta e analizzata in molti<br />

ambiti, finalmente chiarita e esaminata da<br />

esperti in materia sotto un unico cappello,<br />

il tutto riunito in un libro – “Lavoro flessibile.<br />

Vademecum per una gestione sicura<br />

dei rapporti di lavoro flessibili” – edito da<br />

Boss Editore SA.<br />

La flessibilità del lavoro è una realtà emergente<br />

ed eterogenea, come strategia organizzativa<br />

dell’azienda e come domanda<br />

dei collaboratori che desiderano meglio<br />

armonizzare attività professionale e sfera<br />

privata. Accanto a forme e rapporti di lavoro<br />

flessibili ormai collaudati – come il<br />

tempo parziale o l’orario flessibile di lavoro – si diffondono<br />

altre modalità atipiche: per esempio il lavoro su chiamata,<br />

contratti di durata determinata, il lavoro a prestito, ecc.. A<br />

volte i rapporti di lavoro sommano più elementi di flessibilità<br />

rendendo complessa la definizione di obblighi e diritti,<br />

in generale delle condizioni di lavoro. Come è possibile<br />

gestire in modo sicuro la flessibilità del lavoro? Sono queste<br />

le risposte teoriche e pratiche che si possono trovare<br />

nel libro.<br />

Il volume è frutto del lavoro degli esperti del team di Boss<br />

Editore – Domenico Basile, Costantino Delogu, Alessandra<br />

Prinz –, e presenta anche un’analisi macroeconomica di<br />

Giuliano Bonoli, professore di politica sociale all’Istituto di<br />

alti studi in amministrazione pubblica (IDHEAP) a Losanna;<br />

il tutto a cura di Lorenza Hofmann, nato da un progetto<br />

editoriale imperniato sulla conoscenza applicata, caposaldo<br />

della filosofia della casa editrice di Sessa.<br />

Come è strutturato il libro?<br />

Nel capitolo 1, in ottica macroeconomica, Giuliano Bonoli,<br />

professore di politica sociale presso l’Institut de hautes<br />

études en administration publique (IDHEAP) a Losanna,<br />

presenta la “flexicurity”, modello di politica del lavoro che<br />

coniuga, in modo efficiente e socialmente accettabile,<br />

flessibilità sul mercato del lavoro e sicurezza economica e<br />

sociale per gli attivi. Analizza la situazione nei paesi OC-<br />

42 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

SE, in Europa e in Svizzera, dove risulta un<br />

buon equilibrio fra flessibilità e sicurezza a<br />

vantaggio della creazione di impiego.<br />

Nel capitolo 2, in ottica Human Resources<br />

(HR), Domenico Basile, specialista in HR e<br />

formatore professionale e aziendale, presenta<br />

svariati tipi di lavoro flessibile, modalità<br />

di sviluppo e di implementazione di<br />

modelli di orario flessibile e misure accompagnatorie<br />

per assicurare con successo la<br />

transizione verso la flessibilità.<br />

Nel capitolo 3, in ottica giuridica, Costantino<br />

Delogu, avvocato, si china sulla flessibilità<br />

nel diritto e del diritto; spiega soprattutto<br />

i principali elementi flessibili del<br />

rapporto di lavoro: tempo di lavoro, durata<br />

del contratto di lavoro, lavoro su chiamata,<br />

luogo di lavoro (es. possibilità di lavorare in parte a casa),<br />

pluralità di lavoratori (es. job sharing), strumenti di lavoro,<br />

salario.<br />

Nel capitolo 4, in ottica di protezione sociale, Alessandra<br />

Prinz, giurista, presenta le assicurazioni sociali e i relativi<br />

obblighi assicurativi per datore di lavoro e dipendente,<br />

facendo chiarezza sull’assoggettamento di talune forme<br />

di lavoro flessibile, per esempio il lavoro temporaneo, le<br />

attività dipendenti/indipendenti e l’occupazione transfrontaliera.<br />

Nel Vademecum, curato da Lorenza Hofmann, coesistono<br />

e si integrano teoria e pratica, coerentemente con la linea<br />

editoriale imperniata sulla conoscenza applicata.<br />

Nel capitolo 5, le tabelle sinottiche permettono una visione<br />

sintetica di quanto è necessario osservare nella gestione<br />

di specifiche forme di occupazione, per quanto attiene ad<br />

obblighi e diritti derivanti dal contratto e all’assoggettamento<br />

assicurativo.<br />

Nel capitolo 6, i modelli di contratto e gestionali consentono<br />

di avere una traccia per la stipulazione di contratti di<br />

lavoro o per applicare e nel contempo regolamentare una<br />

determinata forma di lavoro flessibile, sia dal punto di vista<br />

dell’orario di lavoro sia dell’organizzazione del lavoro.<br />

Di questa tematica si era già dibattuto nel Congresso Lavoro,<br />

un importante evento annuale, tenutosi per la prima


edizione lo scorso 27 novembre 2008, organizzato e promosso<br />

da Boss Editore SA, nel quale si sono riuniti esperti<br />

e rappresentanti del mondo imprenditoriale ticinese. La<br />

prima edizione, intitolata “Risorse Umane, fra norme e<br />

buon prassi”, ha, tra gli altri temi, appunto toccato la tematica<br />

del lavoro flessibile, con interventi di esperti in materia.<br />

Davanti ad una gremita platea, si sono succeduti sul<br />

palco dell’Auditorium dell’Università della Svizzera Italiana<br />

Robert Boss, che ha aperto il convegno e Marco Borradori,<br />

Presidente del Consiglio di Stato, che ha portato il saluto<br />

del Consiglio di Stato.<br />

I lavori congressuali sono proseguiti con la parte dedicata<br />

alle “Attuali normative e buone prassi”, con gli interessanti<br />

interventi di Silvano Degiovannini, Responsabile<br />

Personale SUD La Posta svizzera; Susanne Bigler Gloor,<br />

Responsabile HR della Svizzera italiana presso Raiffeisen<br />

Svizzera; Riccardo Biaggi, esperto fiscale dipl. fed., Partner<br />

Fiduciaria Mega SA, Lugano e dell’avv. Michele Rossi,<br />

autore per Boss Editore SA. Nella seconda parte, incentrata<br />

sul “lavoro flessibile”, hanno brillantemente parlato<br />

Lorenza Hofmann, autrice per Boss Editore SA, Fabio B.<br />

Losa, ricercatore e aggiunto di direzione presso l’Ufficio<br />

di statistica del Canton <strong>Ti</strong>cino; Domenico Basile, redattore<br />

responsabile per Boss Editore SA; Costantino Delogu,<br />

redattore responsabile per Boss Editore SA ed Alessandra<br />

Prinz, autrice per Boss Editore SA. Infine nella terza parte<br />

sono state presentate delle riflessioni sulle sfide future, e<br />

sono intervenuti: Sandro Lombardi, Direttore AITI, Luca<br />

Albertoni, Direttore <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> e Maurizio Camponovo, Presidente<br />

HR <strong>Ti</strong>cino.<br />

Il Congresso ha riscosso un ottimo successo, avendo voluto<br />

promuovere le possibilità di incontri tra persone accomunate<br />

da competenze, esperienze e responsabilità e il<br />

confronto su aspetti normativi e modelli gestionali e sulla<br />

loro applicazione.<br />

Il prossimo Congresso Lavoro si terrà il 26 novembre <strong>2009</strong><br />

a Lugano.<br />

Boss Editore SA<br />

Il team di Boss Editore SA si compone di numerosi esperti<br />

dei settori diritto del lavoro e gestione risorse umane.<br />

Il nuovo concetto editoriale creato da Robert Boss associa<br />

metodologie di lavoro diverse a spunti di riflessioni e<br />

momenti d’incontro con approfondimenti sotto un unico<br />

cappello: la conoscenza applicata. Il sistema di comunicazione<br />

integrato prevede diversi prodotti (con il sistema<br />

“Il diritto del lavoro applicato”, composto da un manuale,<br />

un CD-ROM, 3 aggiornamenti del manuale all’anno, una<br />

newsletter mensile ed il sito www.boss-lavoro.ch, regolarmente<br />

aggiornato), pubblicazioni e seminari informativi.<br />

Boss Editore SA<br />

6997 Sessa<br />

Tel. +41 91 600 93 03, Fax +41 91 600 93 04<br />

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43


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

Franco Fontana<br />

44 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

esa tIcIno ed enGadIna:<br />

da 40 annI sulla cresta dell’onda<br />

Franco Fontana, Direttore del Centro ESA di Giubiasco, filiale<br />

ESA per <strong>Ti</strong>cino ed Engadina, ci parla del 40° anniversario<br />

d’attività in <strong>Ti</strong>cino<br />

Pup ESA _überarbeitet_X4.pdf 1 13.1.<strong>2009</strong> 9:41:08<br />

ESA è una cooperativa che si occupa, quale organizzazione,<br />

dell’acquisto per il settore svizzero dell'automobile<br />

e dei veicoli a motore, con oltre 7’200 associati, che ne<br />

sono i comproprietari (garagisti – garage di automobili,<br />

autocarri e motociclette –, carrozzieri verniciatori e lattonieri,<br />

stazioni di servizio come pure officine comunali e<br />

cantonali). ESA lavora inoltre con numerose associazioni<br />

e istituzioni.<br />

La sede principale è ubicata a Burgdorf, nel Canton Berna,<br />

e la copertura dei servizi ESA è assicurata a livello<br />

svizzero dalle sei succursali (Burgdorf, Zurigo, Giubiasco,<br />

San Gallo, Bussigny, Honau/Gisikon).<br />

Franco Fontana dirige con successo la succursale di Giubiasco<br />

sin dalla sua fondazione, 40 anni fa, ancor quando<br />

ESA, appena creata in <strong>Ti</strong>cino, veniva ubicata nei locali in<br />

affitto di Via Murate 7 a Bellinzona (20 settembre 1969).<br />

Tappe fondamentali della brillante storia della succursale<br />

in <strong>Ti</strong>cino sono il 1980, quando dopo aver acquistato,<br />

rinnovato e adeguato alle nuove esigenze della società lo


stabile ex-FOFT a Giubiasco, ESA vi si trasferisce.<br />

Nel 1987, visto il successo e la solidità dell’azienda, il<br />

Consiglio d’Amministrazione stanzia i crediti per la realizzazione<br />

del Centro ESA che sorgerà in Via Mondari<br />

– attuale sede di ESA <strong>Ti</strong>cino ed Engadina –, Centro<br />

inaugurato poi nel 1988. Nel 1989 ad ESA <strong>Ti</strong>cino viene<br />

affidato il compito di seguire anche la regione geografica<br />

dell’Engadina. A cavallo tra il 1999 e il 2000 viene<br />

ampliato il Centro in Via Mondari, dando la possibilità<br />

anche ai carrozzieri di creare il loro centro di formazione<br />

professionale prendendo in affitto una parte dello stesso.<br />

Infine ESA ha introdotto recentemente nel proprio assortimento<br />

il settore dei pezzi di servizio e di usura, che in<br />

un anno di attività ha riscosso un enorme successo oltre<br />

le aspettative.<br />

Dalla fine 2007 ha attivato un servizio di vendita online<br />

in italiano (www.esashop.ch), sviluppando parallelamente<br />

un servizio a domicilio che permette di raggiungere i<br />

clienti su tutto il territorio, anche più volte al giorno.<br />

Oggi la società occupa 33 dipendenti, di cui 5 apprendisti,<br />

e raggiunge un fatturato di oltre 22 milioni di franchi.<br />

Di cosa si occupa dunque ESA?<br />

La società offre un ampio assortimento di beni di consumo<br />

e d'investimento, sostenuto da un servizio moderno<br />

e ben preparato di consulenza e prestazioni. Nello specifico,<br />

ESA si è specializzata nella vendita di pneumatici<br />

(12 marche oltre l’esclusiva ESA Tecar), cerchi, pezzi di<br />

usura e servizio, batterie, catene da neve, lubrificanti, accessori<br />

per auto, prodotti chimici, prodotti per carrozzieri<br />

completa di 2 linee di pittura, attrezzature per garages/<br />

officine/carrozzerie, impianti di lavaggi automatici; ed è<br />

distributore ufficiale di vignette autostradali. ESA può<br />

contare su un fornitissimo magazzino, che assicura ai<br />

propri affiliati una disponibilità completa.<br />

ESA ha anche sviluppato un servizio nella progettazione<br />

e consulenza con supporto CAD.<br />

Grazie alle qualifiche specifiche dei propri dipendenti,<br />

ESA può mettere a disposizione dei clienti una vasta<br />

esperienza nel supporto alla pianificazione, alle riattazioni,<br />

ed alla valutazione dell’investimento. I collaboratori<br />

ESA sono competenti ed hanno maturato esperienze che<br />

vengono quotidianamente messe a disposizioni dei propri<br />

comproprietari/clienti.<br />

È pure garantito un servizio dopo vendita d’avanguardia<br />

con 4 tecnici impiegati in pianta stabile alla sede di Giubiasco.<br />

Il Direttor Fontana ed il suo team sapranno consigliarvi al<br />

meglio, sia dal punto di vista tecnico, sia da quello giuridico<br />

(ad esempio per ciò che concerne la depurazione<br />

delle acque, le problematiche di sicurezza ambientali e<br />

di sicurezza sul lavoro).<br />

Sino ad oggi ESA ha installato ben 90 impianti di lavaggi<br />

automatici su tutto il territorio cantonale e oltre 200<br />

impianti di depurazione acque.<br />

ESA <strong>Ti</strong>cino ed Engadina è anche un interlocutore privilegiato<br />

per quello che riguarda studi ed analisi per la<br />

fattibilità di progetti in <strong>Ti</strong>cino.<br />

ESA ha da sempre posto grande attenzione alla propria<br />

politica di vendita, marketing e comunicazione: tutto ruota<br />

in funzione della clientela, e dei bisogni del cliente.<br />

Grazie al motto “La mia ESA, più forti, insieme”, è facile<br />

capire quanto il pensiero di gruppo, la compattezza e<br />

l’essere uniti è intrinseco nella missione di ESA.<br />

Il <strong>2009</strong> sarà l’anno del 40° anniversario, si stanno preparando<br />

alcune manifestazioni e offerte ricche di sorpre-<br />

se per festeggiare il traguardo, gli eventi si svolgeranno<br />

sull’arco di tutto l’anno.<br />

Clou dei festeggiamenti saranno le giornate delle porte<br />

aperte programmate per il 18 e 19 settembre <strong>2009</strong>.<br />

ESA <strong>Ti</strong>cino ed Engadina<br />

Succursale Giubiasco<br />

Via Mondari, 6512 Giubiasco<br />

Tel.+41 91 850 60 00<br />

Fax +41 91 850 60 90<br />

www.esa.ch<br />

45


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

46 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

dIversI con BrIo<br />

È questo il life motiv di Sympany, azienda che ha, dall’aprile<br />

scorso, aperto i battenti con una filiale anche in <strong>Ti</strong>cino. Trust<br />

Sympany opera nel settore assicurativo aziendale. Abbiamo<br />

incontrato Mary Torre, Key Account Manager per il <strong>Ti</strong>cino che ci<br />

ha spiegato di cosa si occupa<br />

Trust Sympany è la prima assicurazione in Svizzera che si<br />

concentra esclusivamente sulle attività con le aziende e<br />

che fornisce sotto lo stesso tetto soluzioni individuali per<br />

le assicurazioni di persone – previdenza professionale,<br />

infortunio, perdita di salario, spese sanitarie, business<br />

travel, care e case management – e utili servizi complementari.<br />

Sympany Assicurazioni SA, è un’assicurazione<br />

nata dalla fusione tra ÖKK<br />

Basilea nata nel 1914, ÖKK Svizzera<br />

e CM 57. Queste aziende, che hanno<br />

alle spalle una solida realtà economica,<br />

hanno fuso le loro competenze per<br />

riunirle sotto un unico label, da qui è<br />

nata Sympany.<br />

Il Gruppo Sympany è composto da tre<br />

grandi settori e si rivolge specificatamente<br />

a tre gruppi di clienti target:<br />

• Trust Sympany, per l’ambito aziendale. Le imprese che<br />

diventano clienti di Trust Sympany usufruiscono di un<br />

pacchetto completo per l’assicurazione, in esso troviamo<br />

assicurazioni individuali per la perdita di guadagno,<br />

assicurazioni infortunio e infortunio complementare,<br />

previdenza professionale, business travel insurance per<br />

chi viaggia all’estero per lavoro, il care e case management<br />

con una serie di servizi di prevenzione della sa-<br />

Mary Torre, Key Account Manager<br />

lute e consulenza sociale. Con Trust<br />

Sympany è nata la prima assicurazione<br />

che si concentra esclusivamente<br />

sulle soluzioni per l’impresa.<br />

• Vivao Sympany, per i privati, con un occhio particolare<br />

ai bisogni delle famiglie, ma non solo (anche per lavoratori,<br />

giovani, frontalieri, ecc., che possono usufruire<br />

di vari innovativi servizi). Semplice nelle offerte e nella<br />

comunicazione, diretta senza fronzoli, ma conveniente<br />

con proposte attrattive come ad esempio il 75%<br />

di sconto per i figli nell'assicurazione di base, il 50%<br />

di sconto per la famiglia sui premi delle assicurazioni<br />

complementari, l’indennità di allattamento, ecc.. Oltre<br />

alle offerte citate, sono presenti numerosissimi altri<br />

vantaggi.<br />

• Moove Sympany, per giovani e parti sociali. Si tratta di<br />

un’assicurazione mobile, con prodotti snelli, si rivolge<br />

a persone attive, sportivi, e giovani.<br />

Fedele al motto «diversa con brio», Trust Sympany offre<br />

una protezione ritagliata su misura e prestazioni immediate,<br />

dirette e personali per tutti gli ambiti di attività.<br />

Oggi Trust Sympany sostiene 188'162 assicurati di base<br />

e 356'007 assicurati complementari, dando lavoro<br />

a circa 450 collaboratori in tutta la Svizzera; il Gruppo<br />

realizza oggi un fatturato annuo di 750 milioni di franchi.<br />

Trust Sympany è sinonimo di sicurezza professionale a<br />

costi accessibili con un’attenzione mirata al cliente. Per


permettere alle aziende di dedicarsi completamente al<br />

loro core business, l’assicuratore orienta i propri processi<br />

alle loro esigenze con la massima flessibilità. Le strutture<br />

chiare e snelle garantiscono un elevato grado di trasparenza<br />

e processi efficienti, e consentono di mantenere<br />

basse le spese amministrative e di soddisfare le esigenze<br />

dei clienti con sorprendente semplicità.<br />

Nomen est omen: il marchio Trust Sympany associa il<br />

concetto di fiducia con i termini Sympathy, accompagnamento<br />

e Company. Tenendo fede al nome, l’assicuratore<br />

è un partner brillante e degno di fiducia che s’impegna<br />

in modo affidabile ed anticonvenzionale per gli interessi<br />

delle aziende fornendo loro un valido supporto. Per Trust<br />

Sympany l’interlocutore occupa una posizione centrale: le<br />

aziende devono sentirsi comprese e prese sul serio. Con<br />

un innato spirito collaborativo, dinamico e valorizzante,<br />

Trust Sympany opera con passione, competenza ed entusiasmo,<br />

per soddisfare al meglio le elevate esigenze<br />

dei clienti. Azienda in evoluzione che già nel corso di<br />

quest’anno proporrà interessanti novità.<br />

Per maggiori informazioni, la Signora Mary Torre è a vostra<br />

disposizione.<br />

Trust Sympany<br />

Sympany Assicurazioni SA<br />

Via San Gottardo 50, 6900 Lugano<br />

Tel. +41 58 262 37 50, Fax +41 91 922 86 59<br />

www.trustsympany.ch<br />

mary.torre@trustsympany.ch<br />

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acqua surriscaldata,<br />

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47


Vita dei Soci<br />

di Luciano Paliaga, direttore tecnico Qualicon Consulenze SA<br />

Luciano Paliaga<br />

48 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

GestIone del rIschIo nella pmI<br />

sIGnIFIca avere la capacItà dI<br />

Governare opportunItà e perIcolI!<br />

Contenuti dei corsi di formazione ed esperienze pratiche tratte<br />

da progetti in azienda condotti da Luciano Paliaga, direttore<br />

tecnico di Qualicon Consulenze SA - Camorino<br />

Lo scenario attuale<br />

Gli avvenimenti accaduti negli ultimi mesi, a livello mondiale,<br />

per quanto riguarda la crisi finanziaria sono sotto<br />

gli occhi di tutti e nessuno può osare dire che le conseguenze<br />

non possano influenzare anche le piccole e medie<br />

aziende, perché ormai tutte fanno parte di un sistema che<br />

si chiama “mercato globale”.<br />

Che cosa è successo? La risposta più semplice è che<br />

banche, istituti di investimento, imprese private e pubbliche<br />

hanno considerato unicamente le opportunità per<br />

ottenere benefici ed ignorato la probabilità degli eventi e<br />

le relative conseguenze, una cultura dilagante che paradossalmente<br />

caratterizza i nostri tempi che, oltre ad evidenziare<br />

la scarsa etica e responsabilità sociale, dimostra<br />

l’incapacità di gestire i rischi.<br />

Inoltre viene sottovalutato il fatto che ogni impresa deve<br />

confrontarsi con l’imprevisto nel futuro (a corto e mediolungo<br />

termine) e che ci sono sempre opportunità e pericoli<br />

che possono generare una deviazione di obiettivi e<br />

traguardi causata da avvenimenti più o meno casuali. Le<br />

opportunità vengono di solito accolte volentieri, per contro<br />

non è una consuetudine radicata riconoscere i pericoli<br />

e non è automatico individuarli a causa della sensibilità<br />

carente nella gestione dei rischi.<br />

L’importanza del risk management<br />

Da un’indagine estesa su un campione di circa 85 aziende<br />

appartenenti a molteplici settori merceologici risulta<br />

che:<br />

• Il 70% dichiara di considerare il risk management, ma<br />

solo il 15% è in grado di dimostrare un piano attuativo<br />

con una persona qualificata per la sorveglianza e<br />

l’analisi dei rischi<br />

• Il 10% delle aziende possiede visione e strategia esplicite<br />

di risk management<br />

• Il 30% possiede una metodologia di valutazione applicabile<br />

(per esempio per la salute e sicurezza dei lavoratori)<br />

• Il 20% cura la comunicazione interna informando sulla<br />

politica per la gestione del rischio<br />

• Il 12% ha definito una chiara tolleranza del rischio<br />

Che cosa vuol dire risk management? Tutte le attività messe<br />

in atto ed in relazione ai rischi. In particolare l’identifi-<br />

cazione, la valutazione, l’aggregazione e la sorveglianza,<br />

così come la riduzione e l’eliminazione dei rischi.<br />

Obiettivi che non possono essere raggiunti a causa<br />

dell’insorgere dei rischi:<br />

• Investimenti finanziari azzardati / Perdita del patrimonio<br />

• Liquidità dell’azienda insufficiente / Incapacità di pagamento<br />

• Perdita di fiducia presso le banche / Costi finanziari alti<br />

• Strategia non raggiunta / Rottura dell’utile<br />

• Perdite da progetti senza successo / Penalizzazione<br />

marcata del fatturato<br />

• Perdita di know-how / Sorpasso importante dei costi<br />

nelle attività principali<br />

• Incendio di stabili ed impianti / Difficoltà di fornitura e<br />

perdita di clienti<br />

• Acquisizione di un’azienda senza successo / Influenza<br />

massiccia sui risultati<br />

• Ecc..<br />

Qual è l’effetto desiderato verso l’interno e l’esterno?<br />

L’abbattimento dei rischi per contribuire a:<br />

Sicurezza per le persone<br />

• Sul posto di lavoro<br />

• Nell’utilizzo dei prodotti<br />

• Nell’assunzione di alimenti<br />

• Nello sport ed in altri eventi<br />

• Ecc.<br />

Protezione dello spazio vitale e dell’ambiente<br />

• Suolo, acque, aria, agricoltura, molteplici attività lavorative<br />

Protezione del patrimonio<br />

• Il proprio<br />

• Di ogni gruppo di interesse<br />

Aumento della pianificazione della sicurezza / Incremento<br />

del valore d’impresa<br />

• Riduzione delle fluttuazioni<br />

• Eliminazione delle fonti finanziarie più dispendiose<br />

• Sviluppo costante dell’utile / migliore rating<br />

• Probabilità bassa di insolvenza<br />

• Attrattività per investitori, clienti e fornitori


La conformità legislativa<br />

Quali sono gli obblighi di legge a cui è sottoposta l’impresa?<br />

Il Codice delle Obbligazioni Svizzero lega la responsabilità<br />

del management secondo i seguenti articoli:<br />

Art. 717: Gli amministratori e i terzi che si occupano della<br />

gestione sono tenuti ad adempiere i loro compiti con<br />

ogni diligenza e a salvaguardare secondo buona fede gli<br />

interessi della società.<br />

Art. 754: Gli amministratori e tutti coloro che si occupano<br />

della gestione o della liquidazione sono responsabili, sia<br />

Prospettive di sviluppo<br />

Come possiamo promuovere cambiamenti<br />

e potenziali di crescita per<br />

concretizzare i nostri obiettivi?<br />

verso la società sia verso i singoli azionisti e creditori della<br />

stessa, del danno loro cagionato mediante la violazione, intenzionale<br />

o dovuta a negligenza, dei doveri loro incombenti.<br />

Adeguamento del Codice delle Obbligazioni in riferimento<br />

ai compiti dell’ente di revisione:<br />

Art. 728a: L’ufficio di revisione verifica se:<br />

1. il conto annuale ed eventualmente il conto di gruppo<br />

siano conformi alle disposizioni legali, allo statuto e alla<br />

normativa tecnica prescelta;<br />

2. la proposta del consiglio d’amministrazione all’assemblea<br />

generale sull’impiego dell’utile risultante dal bilancio<br />

sia conforme alle disposizioni legali e allo statuto;<br />

3. esista un sistema di controllo interno.<br />

Nell’eseguire la verifica e nel determinarne la portata<br />

l’ufficio di revisione tiene conto del sistema di controllo<br />

interno.<br />

• Il codice penale infligge sanzioni in caso di danni alle<br />

persone ed alle cose oltre ai casi di decesso.<br />

• Le direttive della Comunità Europea per l’armonizzazione<br />

tecnica, come per esempio per i dispositivi medici,<br />

ecc.<br />

• La Responsabilità civile da prodotto difettoso.<br />

• La Protezione ambientale.<br />

• La Sicurezza sul lavoro.<br />

• La Protezione incendi, ecc.<br />

Questo significa che devono essere definiti adeguati<br />

Prospettive finanziarie<br />

Come dobbiamo procedere nei confronti<br />

degli Shareholders per raggiungere il<br />

successo finanziario?<br />

Visione e strategia<br />

Prospettive interne<br />

In quali processi aziendali dobbiamo<br />

essere i migliori, per soddisfare i nostri<br />

clienti?<br />

processi aziendali per l’identificazione, la misurazione,<br />

la sorveglianza ed il controllo dei rischi che subentrano.<br />

Una disciplina che devono adottare e dimostrare tutte le<br />

imprese per esempio per soddisfare i requisiti del sopraccitato<br />

art. 728a del C.O., per il quale si rende necessario<br />

dimostrare la capacità di governare i rischi legati agli<br />

aspetti economico-finanziari.<br />

Visione e strategia<br />

L’orientamento del Risk management aziendale dovrebbe<br />

seguire lo schema seguente:<br />

Prospettive del cliente<br />

Come dobbiamo dare riscontro ai<br />

nostri clienti che realizziamo la<br />

nostra visione?<br />

Le premesse organizzative che devono essere realizzate<br />

sono:<br />

1. Il processo di risk management deve essere definito<br />

in ogni dettaglio e deve essere parte integrante del<br />

sistema di gestione aziendale.<br />

2. I mezzi ausiliari sono predisposti, le misure sono definite<br />

e condivise.<br />

3. Un risk manager (responsabile) è stato introdotto per<br />

l’organizzazione e per l’effettuazione corretta dell’analisi<br />

dei rischi.<br />

4. I rischi vengono identificati e stimati dai rispettivi<br />

responsabili di funzione con l’eventuale supporto di<br />

specialisti.<br />

5. Le persone coinvolte sono istruite:<br />

- Il risk manager ha frequentato un corso riconosciuto;<br />

- la Direzione e i partecipanti ai team di lavoro sono<br />

introdotti ai fondamenti della gestione del rischio (p.<br />

es. dal risk manager).<br />

Per l’introduzione della metodologia nella vostra azienda<br />

non indugiate a contattare il vostro partner Qualicon per<br />

la consulenza, la formazione ed il coaching:<br />

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49


Vita dei Soci<br />

Comunicato stampa<br />

50 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

un eccezIonale 75°<br />

per mIGros tIcIno<br />

Hanno inoltre avuto grande successo i punti di vendita recentemente<br />

rinnovati, in particolare il centro di Sant’Antonino,<br />

che nel corso dell’anno è stato selezionato per la<br />

finale del concorso internazionale di design commerciale<br />

“Euroshop Retail Design Award”, indetto nell’ambito di<br />

Euroshop 2008, la più importante fiera internazionale<br />

nel campo dell’allestimento di punti vendita che ha luogo<br />

ogni quattro anni a Düsseldorf.<br />

Anche le attività non commerciali hanno evidenziato un<br />

andamento positivo: la Scuola Club ha confermato la<br />

sua posizione nel settore della formazione degli adulti,<br />

mentre il settimanale Azione ha mantenuto praticamente<br />

invariato il numero di lettori a 113'000 unità.<br />

In considerazione dei buoni risultati, dopo aver convenuto<br />

l’aumento del 3% dei salari <strong>2009</strong>, la Cooperativa<br />

La Cooperativa ticinese domiciliata a Sant’Antonino ha<br />

chiuso il suo 75° anno d’attività con una cifra d’affari<br />

di 584,8 milioni di franchi, in aumento di 37,7<br />

milioni di franchi, pari al 6,9%, rispetto all’anno<br />

precedente.<br />

Tra i fattori che hanno contribuito all’importante<br />

sviluppo degli affari nel corso del 2008,<br />

la congiuntura favorevole, la propensione al<br />

consumo mantenutasi ad alto livello anche<br />

nel quarto trimestre dell’anno, l’ulteriore<br />

evoluzione positiva del turismo degli acquisti,<br />

oltre che l’apprezzamento della clientela<br />

per gli assortimenti e i punti di vendita di Migros<br />

<strong>Ti</strong>cino.<br />

Sono stati in particolare apprezzati l’aumentata<br />

convenienza e la più chiara<br />

struttura degli assortimenti, come<br />

pure l’ampliamento delle linee a<br />

maggiore valore aggiunto, tra le<br />

quali figurano I Nostrani del <strong>Ti</strong>cino,<br />

Sélection, Heidi e Actilife.<br />

ha deciso di distribuire parte degli utili sotto forma di<br />

un premio straordinario del valore di 500 franchi ai suoi<br />

collaboratori, quale riconoscimento del ruolo determinante<br />

da loro svolto nel raggiungimento degli ottimi risultati<br />

dell’azienda.<br />

Maggiori informazioni sull’esercizio 2008 saranno comunicate<br />

il prossimo mese di marzo in occasione della tradizionale<br />

conferenza stampa, nel corso della quale verranno<br />

date indicazioni circa gli importanti progetti previsti<br />

dalla cooperativa per il <strong>2009</strong>.<br />

Per maggiori informazioni:<br />

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Copertina: Fabrizio Nicora/<strong>Ti</strong>pografia Veladini - Lugano<br />

nr. 10 / Dicembre <strong>2009</strong><br />

Fuori dal tunnel


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Copertina: Fabrizio Nicora/<strong>Ti</strong>pografia Veladini - Lugano<br />

Sommario<br />

nr. 10 / Dicembre <strong>2009</strong><br />

Dicembre <strong>2009</strong><br />

Strong opinion 4 Cambiamo musica<br />

Editoriale 5 Fuori dal tunnel?<br />

Contromano 6 Tremonti Giulio, il Ministro trasformista<br />

Il Tema 7 Tra crisi e ripresa<br />

Il Tema 8 Il <strong>Ti</strong>cino è sempre e comunque terra fertile per le PMI, anche per noi<br />

Il Tema 10 Verso il 2010: noi siamo pronti alla ripresa economica<br />

Il Tema 11 Per cogliere nuove opportunità occorre flessibilità nell’attività aziendale<br />

Diritto 12 La modifica del contratto di lavoro<br />

Attualità 14 Il regalo più grande per tutti: un tasso unico per l’IVA<br />

Attualità 16 BancaStato. Obiettivo: incrementare la sensibilità per l’ambiente<br />

Attualità 17 Qualche dato commerciale per spazzar via un po’ di confusione<br />

Attualità 18 La successione aziendale e le preoccupazioni degli industriali<br />

Attualità 20 Quale fiscalità per il <strong>Ti</strong>cino del futuro?<br />

Attualità 22 La Camera di Commercio Svizzera in Italia:<br />

un partner privilegiato anche per le PMI ticinesi<br />

Attualità 25 Cauto ottimismo fra i Chief Financial Officer (CFO) svizzeri<br />

Attualità 26 Partnership tra non profit e mondo delle imprese: evoluzione e tendenze<br />

Attualità 29 Aperture dei negozi per il periodo natalizio<br />

Attualità 30 Le spese di Natale in Svizzera<br />

Attualità 32 Il Natale dei <strong>Ti</strong>cinesi<br />

Attualità 33 Uomo lavoro paternità<br />

Eventi 34 Secondo Consiglio Economico <strong>2009</strong> della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, il 14.12.<strong>2009</strong><br />

34 Conciliare lavoro e famiglia: gli appuntamenti 2010<br />

Formazione 36 Corsi proposti dalla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

37 Corso capi-azienda 2010: una formazione mirata per giovani imprenditori<br />

Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> 38 Cerca lavoro<br />

Osec 39 Commercio estero<br />

Fiere internazionali 43 I prossimi appuntamenti<br />

Vita dei Soci 44 Studio B Image SA<br />

Vita dei Soci 46 Diego A. Luraschi Consulting & Services<br />

Vita dei Soci 48 Accademia di Management <strong>Ti</strong>cino<br />

Fuori dal tunnel<br />

nr. 10 / Dicembre <strong>2009</strong><br />

8 10 11 22 18<br />

I m p r e s s u m<br />

Editore:<br />

Camera di commercio, dell’industria,<br />

dell’artigianato e dei servizi<br />

del Cantone <strong>Ti</strong>cino, Lugano<br />

Redattrice responsabile:<br />

Lisa Pantini<br />

Comitato redazionale:<br />

Franco Ambrosetti, Luca Albertoni,<br />

Rinaldo Gobbi, Lisa Pantini, Arianna<br />

Crivelli, Simona Morosini Marconi e<br />

Marco Passalia<br />

Redazione:<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 11<br />

Fax +41 91 911 51 12<br />

pantini@cc-ti.ch www.cc-ti.ch<br />

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Abbonamento gratuito per i soci <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

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7<br />

26<br />

Frequenza: <strong>Ti</strong>cino Business è<br />

pubblicato in 10 numeri annuali<br />

29


Strong Opinion<br />

di Franco Ambrosetti, Presidente della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Lo scudo Tremonti, causa di tanti turbamenti e angosce ha se<br />

non altro un merito, quello di averci spinto ad uscire dal letargo<br />

di “tout va bien madame la Marquise” per ragionare seriamente<br />

sul futuro benessere, economico e non, del Paese. Due aspetti<br />

rilevanti emergono osservando l’accaduto e pensando al domani.<br />

Uno, l’assenza quasi totale di una politica verso l’Italia da parte<br />

della Berna federale. Due, la scoperta di un <strong>Ti</strong>cino che potrebbe<br />

sopravvivere anche alle cannonate della corrazzata Tremonti.<br />

La politica estera federale è principalmente rivolta alla Germania,<br />

primo partner commerciale, poi verso Bruxelles e la Francia. Ciò<br />

non stupisce, il 90% della popolazione è germanofona e francofona,<br />

legata culturalmente ai propri Paesi d’origine. Il Signor<br />

Wersterwelle, Ministro delle finanze tedesco si è affrettato ad incontrare<br />

il Consigliere federale Merz appena formatosi il nuovo<br />

Governo Merkel. Poco prima era venuta a visitare Palazzo federale<br />

la ministra dell’economia francese Signora Christine Lagarde.<br />

Con l’Austria i rapporti sono eccellenti ed intensi; con l’Italia,<br />

secondo partner commerciale, per contro le relazioni sono amichevolissime,<br />

ma soltanto a parole. Siamo ai primissimi posti<br />

come investitori in Italia (Nestlé, ABB, Novartis) tuttavia non mi<br />

risulta che i ministri delle finanze Ciampi, Visco, Frattini, Padoa-<br />

Schioppa e altri che non ricordo, abbiano avuto relazioni regolari<br />

con il loro omologo svizzero.<br />

Men che meno il Ministro Tremonti, che ha preferito stilare una<br />

lista nera sulla quale figurano tre Paesi, San Marino, il Liechtenstein<br />

e noi. Manca Tonga (748 km2).<br />

Ciò non toglie che pur infischiandosene della forma, il Ministro<br />

italiano altro non fa che il suo mestiere. E l’uso di metodi intimidatori,<br />

minacce e proclami, dovrebbe farci riflettere sul perché<br />

la Svizzera venga considerata dal nostro vicino un nano politico,<br />

o peggio, un Paese di approfittatori.<br />

Una parte del problema sta a Berna.<br />

Non godiamo della considerazione che meritiamo perché Berna<br />

non si è mai data la pena di creare quel clima di collaborazione,<br />

di scambi a livello politico che c’è con gli altri vicini. Capiamo<br />

che sia difficile perché a prima vista la presenza massiccia di<br />

corporazioni, caste, la burocrazia kafkiana, la giustizia incerta<br />

e la criminalità organizzata, non facilitano la comprensione per<br />

chi è di cultura nordica.<br />

Ma neppure i nostri politici italofoni si sono sforzati molto per<br />

far passare messaggi positivi, guardando a ciò che unisce, cominciando<br />

dai più di 600'000 italiani di prima e seconda generazione<br />

che hanno scelto la Svizzera come loro casa.<br />

Retorica a parte non si considera l’importanza economica e politica<br />

di un grande Paese con 60 milioni di abitanti di cui la parte<br />

più benestante e più innovativa è a 30 km da Lugano e a 300<br />

km da Berna. Dispiace vedere che pure la diplomazia, in queste<br />

condizioni faccia un’enorme fatica perché, nonostante la serietà<br />

e professionalità dei nostri rappresentati, contiamo meno del<br />

Belgio e di Andorra.<br />

Ma l’Italia è un Paese dinamico con tendenze isolazioniste e corporativiste<br />

che si possono superare se, come fanno altri Paesi,<br />

ci si impegna seriamente, magari con una società di promozione<br />

mista, che include partners italiani di rilievo e influenti. Se Berna<br />

fa fatica a comprendere un Paese diviso fra Nord e Sud, e altre<br />

realtà complesse, tocca ai politici ticinesi a Berna e al nostro<br />

Governo ticinese impostare un progetto che riconosca al <strong>Ti</strong>cino<br />

4 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Cambiamo musiCa<br />

la sua centralità come mediatore, cerniera, perno tra Berna, Roma<br />

e Zurigo. Nestlé o Swatch non hanno bisogno di aiuti. Ma le<br />

nostre PMI sì. Oggi il <strong>Ti</strong>cino è un ostacolo all’apertura attaccato<br />

com’è alle gonne di Berna. Quindi, due sono i livelli sui quali<br />

agire: la deputazione ticinese responsabile della politica federale<br />

e il Governo ticinese. La prima volta a spiegare l’Italia ai colleghi<br />

tedeschi e romandi affinché si aprano verso Sud, il secondo volto<br />

a stringere legami più stretti soprattutto con la Lombardia. La<br />

NEAT è un passo importante in questa direzione, ma va seguito<br />

da azioni nella direzione che ho indicato.<br />

Nei consorzi NEAT le aziende italiane sono presenti per miliardi<br />

di franchi. Vogliamo essere anche noi parte attiva ad esempio<br />

nel progetto Expo 2015 a Milano? In conclusione: la politica deve<br />

virare di 180° gradi. Noi dal canto nostro faremo la nostra parte.<br />

Pensiamo per esempio a un rappresentante dell’economia ticinese<br />

a Berna che altre organizzazioni economiche già hanno<br />

per i loro Cantoni. Poi potremmo muoverci (con lo Stato, se<br />

vuole) verso la Lombardia cercando collaborazioni con influenti<br />

e rappresentativi partners locali per aprire le porte alle nostre<br />

aziende, per es. al settore edile pensando ai grandi progetti infrastrutturali<br />

lombardi e molto altro.<br />

Ora brevemente il secondo aspetto: il futuro dell’economia cantonale.<br />

Il mondo in trasformazione rapida, gli adattamenti al<br />

segreto bancario, i vari scudi, la questione della concorrenza<br />

fiscale porta ad una conclusione di fondo: il <strong>Ti</strong>cino non è solo<br />

banche e finanziarie, che peraltro sanno fare egregiamente il<br />

loro lavoro. La terziarizzazione che occupa oggi il 72% dei posti<br />

di lavoro, tenderà ad aumentare. Al <strong>Ti</strong>cino restano dunque<br />

due opzioni: continuare il pianto per i buoi scappati avviandosi<br />

verso il declino o battersi per un futuro che ci porti a rafforzare<br />

l’attrattività della piazza economica. Butto là qualche idea. Lo<br />

Stato ci aiuti a migliorare le condizioni quadro cominciando con<br />

la revisione della legge sul promovimento economico che oggi<br />

esclude totalmente settori di punta come il terziario avanzato.<br />

Esso si potrebbe implementare creando una partnership pubblico<br />

– privato. Proponiamo una seria riflessione per rendere il<br />

Venture Capital uno strumento di rilancio dello spirito imprenditoriale<br />

sempre meno presente (detassare parzialmente? Offrire<br />

interessi zero da parte di BdS?). Le banche che finora sono state<br />

in attesa che i tonni esteri finiscano nelle loro reti, potrebbero<br />

pensare di estendere le attività oltre frontiera. Perché non dare<br />

prestiti ipotecari a cittadini di Varese?<br />

Fiscalmente, l’esempio di Lucerna che è scesa all’1,5% con la<br />

tassazione delle aziende con Svitto, Zugo, ecc., già ultra competitivi,<br />

deve far riflettere.<br />

Inoltre stimolare la ricerca di aziende di punta, innovative in<br />

generale in tutti i settori.<br />

Aggiungiamo eventi culturali al Festival del cinema, di musica,<br />

musei d’arte.<br />

Noi offriamo sicurezza, efficienza, qualità di vita, paesaggio magnifico,<br />

infrastrutture efficaci, cultura e fantasia mediterranea,<br />

con serietà e rigore svizzeri.<br />

Un po’ di sforzo da parte dello Stato, fiscalità più soft, anche<br />

verso residenti di lusso, potrebbe bastare per assicurare al Cantone<br />

un avvenire solido e duraturo.<br />

Einstein diceva “non penso mai il futuro. Arriva così presto”. Per<br />

noi è già tardi.


Editoriale<br />

di Luca Albertoni, Direttore della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Il tema di questa edizione di <strong>Ti</strong>cino Business<br />

è l’uscita dal tunnel delle difficoltà che stanno<br />

attanagliando il mondo intero e quindi inevitabilmente<br />

anche la Svizzera ed il <strong>Ti</strong>cino. Il titolo<br />

è una sorta di “mix” fra l’interrogativo, l’esortazione<br />

e l’incoraggiamento. Nessuno sa quando<br />

e come si uscirà dal tunnel, anche se ovviamente<br />

non possiamo non uscirne ed occorre<br />

lottare e stringere i denti per farlo. Cosa riserva<br />

la fioca luce all’uscita è impossibile prevederlo,<br />

ma è certo che dobbiamo provare a dare un’accelerata<br />

per raggiungerla. L’incertezza che domina<br />

il panorama economico internazionale, e<br />

di conseguenza quello nazionale e cantonale,<br />

permane e sostanzialmente poco o nulla è cambiato<br />

rispetto agli ultimi mesi. Vi sono timidi<br />

segnali di ripresa, i cui effetti concreti sono<br />

però ancora tutti da verificare, anche dal punto<br />

di vista dell’orizzonte temporale. Restano quindi<br />

tutte le paure legate all’ormai temutissima<br />

onda lunga della difficoltà congiunturale che<br />

dovrebbe colpire in modo pesante l’occupazione<br />

nei prossimi mesi. Anche qui tuttavia non ci<br />

sono certezze, per cui è legittimo sperare che<br />

la situazione possa rimanere sotto controllo e<br />

che, ancora una volta, le previsioni si rivelino<br />

poco precise. Ad oggi, nessuno è in grado di<br />

dare indicazioni certe e credibili.<br />

Cerchiamo quindi di vedere anche alcuni aspetti<br />

positivi che a volte sfuggono ad analisi un po’<br />

più approfondite. Ad esempio, è giusto sottolineare<br />

che finora il <strong>Ti</strong>cino ha tutto sommato<br />

fronteggiato abbastanza bene le gravi difficoltà<br />

congiunturali. Questo non è solo merito della<br />

sostanziale tenuta del mercato interno, bensì<br />

è legato anche al fatto che disponiamo di un<br />

tessuto economico sempre più diversificato,<br />

contraddistinto da molte realtà aziendali con<br />

attività e strutture variegate e dinamiche. Non<br />

è così in tutti i Cantoni e non è un caso che<br />

quelli legati a poche aziende di grandi dimensioni<br />

siano ora in maggiori difficoltà rispetto<br />

ad altri. La via della diversificazione è quindi la<br />

strada giusta, laddove possibile, per affrontare<br />

le sfide future e per garantirci una migliore resistenza<br />

nei momenti di difficoltà che comunque<br />

vi saranno sempre, perché si tratta di cicli inevitabili,<br />

variabili solo nella forma e nella durata.<br />

Per dimostrare che l’economia ticinese non è<br />

solo un ammasso di macerie su cui piango-<br />

Fuori Dal tunnel?<br />

Sul come e quando continua a regnare l’incertezza<br />

no operatori completamente depressi, come<br />

potrebbe essere facilmente indotto a credere<br />

un osservatore esterno, abbiamo voluto dare<br />

spazio ad alcuni esempi di aziende impegnate<br />

a fronteggiare le difficoltà, ma che non hanno<br />

perso la voglia e la volontà di guardare al futuro.<br />

Esse sono rappresentative della grande maggioranza<br />

delle imprese, che a volte avrebbero<br />

bisogno anche di un incoraggiamento, e non<br />

solo da noi che lo facciamo per mestiere. Un<br />

incoraggiamento che non è venuto dalle urne lo<br />

scorso 29 novembre, visto che lo sgravio simbolico<br />

sull’utile aziendale è stato respinto. Poco<br />

sorprendente, considerato il clima generale e<br />

la natura e la tempistica strane della proposta.<br />

Facile fare i saccenti ex-post, però giova<br />

ricordare che non a caso le associazioni economiche<br />

avevano abbandonato l’idea di sgravi<br />

lineari per proporre sgravi mirati, in particolare<br />

per le aziende che si impegnano nella formazione<br />

e per gli utili reinvestiti in azienda. Sarebbe<br />

stata una via politicamente più “spendibile”<br />

ed avrebbe forse evitato un’inutile consultazione<br />

popolare. La politica ha ignorato il segnale<br />

forte proveniente da un’economia schierata<br />

compatta e ha operato altre scelte. Gesto comunque<br />

apprezzato e che non potevamo non<br />

sostenere. La maggioranza dei votanti ticinesi<br />

ha tuttavia ritenuto che un intervento di questo<br />

tipo, cioè un nano-sgravio sull’utile aziendale,<br />

non fosse prioritario (rifiuto infatti di credere<br />

che l’elettorato abbia voluto dare credito al vergognoso<br />

slogan del furto di soldi pubblici da<br />

parte delle aziende che realizzano utili). Scelta<br />

legittima ancorché sbagliata nell’ottica di una<br />

politica fiscale che deve tenere conto di un contesto<br />

in cui la fa da padrona una concorrenza<br />

agguerrita. Ma non è il caso di fare drammi.<br />

Il tema della politica fiscale non può sparire<br />

dall’agenda politica, pena la fossilizzazione del<br />

Cantone su posizioni improponibili nel contesto<br />

nazionale ed internazionale. Basti pensare<br />

allo studio realizzato dalla SUPSI e dal Professor<br />

Marco Bernasconi riguardo alla necessità<br />

di rivedere l’imposizione dei redditi elevati e<br />

che merita particolare attenzione affinché non<br />

rimanga una pura e semplice ricerca senza riscontri<br />

concreti. Non sarà forse la soluzione<br />

miracolosa, ma indica una delle possibili vie<br />

da seguire per non perdere (ancora una volta)<br />

treni importanti.<br />

5


Contromano<br />

di Alessio del Grande<br />

tremonti Giulio,<br />

il ministro trasFormista<br />

C’era un Giulio Tremonti sessantottino, rivoluzionario<br />

romantico come l’Ernst del Tallone di ferro di Jack<br />

London; c’è stato un Tremonti fine socialdemocratico<br />

negli anni d’oro del rozzo rampantismo craxiano; poi<br />

un Tremonti liberista, fulminato sulla via di Arcore ai<br />

tempi dell’ascesa di Silvio Berlusconi. C’è ora un Ministro<br />

statal-colbertista, figlio legittimo della mancata,<br />

ma sempre promessa, rivoluzione liberale del Cavaliere.<br />

Un Ministro d’assalto dentro e fuori il Palazzo, che col<br />

suo scudo fiscale sta facendo tremare la piazza finanziaria<br />

ticinese.<br />

Per andare alla causa prima di questa controversa, anche<br />

in Italia, amnistia fiscale o dell’evasione che vorrebbe<br />

combattere, sarebbe certamente utile ricordare che<br />

la pressione tributaria nella Penisola è tra le più elevate<br />

in Europa e che il fisco è, là, una giungla di norme di<br />

cui non c’è certezza. Ma altrettanto utile è ripercorrere<br />

la parabola politica di un personaggio che partito da<br />

Marx è approdato ad Adam Smith, per ritornare alla fine<br />

al socialismo irreale della lotta al mercatismo. Tremonti<br />

uno e trino.<br />

Appena una decina di anni fa l’attuale Ministro dell’Economia<br />

pubblicava un libro il cui titolo era tutto un programma:<br />

“Lo Stato criminogeno”, un duro atto d’accusa,<br />

com’è nel suo stile di giacobino senza mezze misure,<br />

contro lo statalismo che opprime i cittadini con il fisco<br />

da rapina, la burocrazia invasiva e pervasiva, la corruzione<br />

pubblica e con la proliferazione di leggi che<br />

imbrigliano e dominano l’economia. “Lo Stato non è<br />

più la soluzione dei problemi, ma diventa il problema”<br />

scriveva allora Tremonti, puntando l’indice anche contro<br />

una legislazione fiscale che, con aliquote eccessive,<br />

incentiva e legittima l’evasione di massa. Privatizzare,<br />

defiscalizzare, delegiferare, erano allora le sue parole<br />

d’ordine per un programma politico liberale volto a modernizzare<br />

il Paese.<br />

La metamorfosi avviene attorno al 2005, quando Tremonti<br />

si fa protezionista e vuole imporre dazi europei<br />

per combattere l’invadenza della produzione cinese.<br />

Qualche anno dopo, nel <strong>2009</strong>, nel pieno della crisi dei<br />

subprime, spara a zero contro l’ avidità di banche e<br />

banchieri; per gli istituti di credito italiani chiede addirittura<br />

la sorveglianza dei prefetti. Ma non si ferma qui.<br />

Inarrestabile si scaglia anche contro le privatizzazioni,<br />

sebbene nel suo Paese non si era privatizzato un bel<br />

6 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

niente, a parte l’Enel e le Telecom, risultato più che<br />

altro, non di volontà politica, ma dell’apertura internazionale<br />

del mercato elettrico e di quello delle comunicazioni.<br />

In preda ad un’inspiegabile frenesia corporativa<br />

invoca pure la partecipazione dei dipendenti agli utili<br />

dell’impresa, guadagnandosi il plauso dei sindacati, che<br />

continuano a spellarsi le mani quando elogia il posto<br />

fisso contro la barbarie liberista della flessibilizzazione<br />

del mercato del lavoro. Proprio lui che era Ministro<br />

dell’Economia anche nel 2003, quando venne approvata<br />

la cosiddetta “Legge 30”, che di fatto moltiplicava<br />

le tipologie dell’impiego flessibile. Ma il Ministro non si<br />

cura di queste svolte così repentine. Si spinge persino<br />

al punto di esaltare un carrozzone deficitario come l’Inps,<br />

l’Istituto nazionale di previdenza sociale, che nella<br />

sua concezione statal-corporativa sarebbe di gran lunga<br />

preferibile ai fondi pensioni integrativi, troppo soggetti<br />

all’andamento e ai rischi del mercato.<br />

Il suo nuovo corso Tremonti lo sintetizza in un altro<br />

libro: “La paura e la speranza”, un manifesto antiglobalizzazione<br />

che ha per bersaglio il mercatismo, il frutto<br />

avvelenato di un’ epoca che ha visto circolare più liberamente,<br />

merci, uomini e capitali. L’antidoto, la speranza,<br />

contro le tossine del mercatismo, nella ricetta<br />

di Tremonti sono il protezionismo, la supremazia della<br />

politica sull’economia, il corporativismo e il dirigismo.<br />

Insomma uno Stato forte in versione neocolbertista.<br />

“Dalla farfalla liberista è nato il bruco dirigista”, notava<br />

un acuto osservatore delle cose politiche come<br />

Edmondo Berselli.<br />

Il Ministro dell’ Economia che ha scombussolato la Svizzera<br />

con la sua amnistia fiscale è, insomma, un abile<br />

surfista della politica italiana. Capace di destreggiarsi<br />

tra i morosi di un bipolarismo anomalo e adattarsi prontamente<br />

alle circostanze offerte dal potere. Cambiando<br />

altrettanto rapidamente assetti ideologici e convinzioni<br />

politiche. Un Tremonti, dunque, imprevedibile, riedizione<br />

postmoderna dell’uno, nessuno, centomila di pirandelliana<br />

memoria. Un Ministro a cui oggi interessano<br />

soprattutto i soldi per tappare i buchi nelle casse dello<br />

Stato. Come diceva ad un costernato presidente Merz<br />

che lo aveva incontrato a Instabul: “First, I want money”,<br />

prima voglio i soldi poi, magari, possiamo trattare.<br />

Con lui è questa, per ora, l’unica certezza possibile.


Il tema<br />

di Alessio del Grande<br />

tra Crisi e ripresa<br />

Nell’ultimo trimestre l’economia degli Stati Uniti è cresciuta<br />

del 3,5%. Un tasso inaspettato che ha sorpreso<br />

tutti, economisti, Governi e persino gli investitori. Un<br />

chiaro segnale che il mercato sta riprendendo a girare<br />

per il verso giusto e la ripresa è stata più veloce del previsto.<br />

Appena dieci mesi fa, la crisi finanziaria innescata<br />

dai subprime veniva paragonata alla Grande Depressione.<br />

Nonostante ciò, pessimisti e profeti di sventura, i<br />

quali nel predicare sempre guai prima o poi ci azzeccano,<br />

non demordono: nei dati positivi di questi ultimi<br />

mesi vedono solo un fuoco di paglia dell’economia che<br />

starebbe, invece, covando ben altri e devastanti incendi.<br />

A ben guardare, però, l’andamento di questa crisi, per<br />

molti aspetti, non è stato dissimile da quello delle fasi<br />

recessive degli anni Novanta, che avevano avuto come<br />

epicentro Asia, America Latina e Russia.<br />

Certamente dal settembre del 2008 ad oggi l’impatto<br />

sull’economia è stato pesante e ci vorrà del tempo per<br />

assorbire gli effetti di una recessione che ha investito<br />

sia i Paesi avanzati che quelli emergenti. Né si possono<br />

escludere gli ulteriori contraccolpi di una congiuntura<br />

non ancora stabilizzata, le cui conseguenze si continueranno<br />

a sentire soprattutto sul piano occupazionale.<br />

In Svizzera, il bilancio della crisi è comunque meno pesante<br />

rispetto agli altri Paesi europei, i consumi interni<br />

hanno tenuto bene, compensando almeno in parte le<br />

difficoltà per le esportazioni. Per il <strong>Ti</strong>cino, dove centinaia<br />

di imprese sono state costrette a ricorrere all’orario<br />

ridotto e dove si devono ancora stimare le conseguenze<br />

dello scudo Tremonti sulla piazza finanziaria, e non<br />

solo per questa, la crisi ha evidenziato due importanti<br />

elementi che meriterebbero un’approfondita riflessione:<br />

da un lato si è potuto vedere che hanno retto bene,<br />

seppure tra tanti problemi, le aziende che in questi anni<br />

hanno investito nell’innovazione tecnologica; dall’altro è<br />

stato messo in luce un deterioramento delle condizioni<br />

quadro e degli assetti competitivi del Cantone. Ha perso<br />

smalto, innanzitutto, l’attrattività fiscale del <strong>Ti</strong>cino<br />

per lei aziende,come ha riconosciuto in più occasioni la<br />

Direttrice del Dipartimento Finanze ed Economia Laura<br />

Sadis.<br />

Insomma, fare impresa qui da noi è ancora più difficile.<br />

Ma tra crisi e segnali di ripresa, ci chiede come vivono<br />

oggi le aziende del cantone questa fase d’incertezza.<br />

Per questo <strong>Ti</strong>cino Business ha voluto sentire l’opinione<br />

di alcuni imprenditori di tre settori diversi, ma rappresentativi<br />

della struttura produttiva e commerciale del<br />

nostro Paese: quello dell’automobile, il farmaceutico e<br />

il tessile-logistico della moda.<br />

7


Il tema<br />

Intervista di Lisa Pantini con il Dott. Edgardo Cardani, Direttore dell’azienda Giorgio Armani SpA - Swiss Branch<br />

8 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

il tiCino è sempre e Comunque terra<br />

Fertile per le pmi, anChe per noi<br />

Quali sono i vantaggi competitivi del <strong>Ti</strong>cino per un<br />

marchio internazionale quale Armani ?<br />

“I vantaggi competitivi offerti dal <strong>Ti</strong>cino sono la naturale<br />

conseguenza di un Sistema-Paese sicuramente<br />

efficiente e che riesce a coniugare in modo ottimale<br />

istanze sociali ed esigenze aziendali. Volendo declinare<br />

nello specifico quanto sopra espresso direi che la<br />

lista dei vantaggi potrebbe comprendere tra gli altri:<br />

• una qualità dei servizi pubblici decisamente elevata,<br />

• un sistema bancario ed assicurativo evoluto,<br />

• una sindacalizzazione consapevole delle esigenze<br />

aziendali,<br />

• una posizione strategica in Europa,<br />

• una cultura del servizio presente a tutti i livelli della<br />

Pubblica Amministrazione,<br />

• una presenza di aziende provenienti da tutto il<br />

mondo con una conseguente crescita della cultura<br />

manageriale,<br />

• una notevole specializzazione nel settore logistico,<br />

• contatti semplici veloci e diretti con le varie Autorità<br />

ed Enti Pubblici.<br />

Quest’ultimo punto è particolarmente rilevante in<br />

quanto consente al management aziendale di concentrarsi<br />

sul business piuttosto che nel disbrigo di<br />

pratiche burocratiche o in estenuanti relazioni con<br />

le Istituzioni avendo tra l’altro la certezza di risposte<br />

chiare ed in tempi decisamente contenuti”.<br />

Può fare un bilancio della vostra presenza nel<br />

Cantone alla luce della recessione economica?<br />

“La presenza del Gruppo Armani nel Cantone data<br />

ormai dal 2001 ed in questi anni si è consolidata<br />

sino a raggiungere un organico di circa 140 unità ed<br />

una cifra d’affari che sfiora il miliardo di franchi. Non<br />

esistendo la prova contraria è difficile valutare quanto<br />

ed in quale entità la presenza nel Cantone abbia o<br />

meno attutito od aggravato gli effetti della recessione<br />

economica. Trattandosi di un fenomeno mondiale<br />

direi che l’ubicazione non è particolarmente rilevante<br />

se non per i vantaggi già sopra indicati legati all’efficienza<br />

del Sistema-Paese che in questa delicata fase<br />

congiunturale ha in ogni modo cercato di essere ancora<br />

più sensibile alle problematiche aziendali”.<br />

Cosa potrebbe fare ancora il Cantone per<br />

aumentare i fattori d’attrattività per le imprese<br />

straniere?<br />

“Difficile rispondere ad una simile domanda anche<br />

perché da un punto di vista meramente operativo la<br />

situazione attuale, per le ragioni suesposte, si presenta<br />

già sicuramente favorevole. Un elemento che<br />

forse oggi limita o fa sorgere comunque non pochi<br />

quesiti sulla opportunità di scegliere il Cantone quale<br />

base per le proprie attività è legata all’incertezza<br />

delle normative che regolano i rapporti tra la Svizzera<br />

in genere ed i Paesi della Comunità Europea sia per<br />

quanto attiene alle aziende che alle singole persone<br />

fisiche. Si tratta di un limite di non lieve entità in<br />

quanto i dubbi che ne conseguono, uniti all’entità<br />

degli investimenti necessari per una decisione di relocation<br />

delle proprie attività, rappresentano un freno<br />

tutt’altro che trascurabile.<br />

Per contro, comunque, proposte quali quella di ridurre<br />

l’aliquota dell’imposta sul reddito delle persone<br />

giuridiche dal 9% al 8,5% - sottoposta agli elettori<br />

con un Referendum - od iniziative tendenti al miglioramento<br />

della rete viaria in un'area che fa della<br />

logistica una delle sue peculiarità, contribuirebbero<br />

ad aumentare l’appeal del Cantone nei confronti di<br />

potenziali new entry stranieri”.


Il tema<br />

Intervista di Lisa Pantini a Stefano Winteler, imprenditore, Direttore della sede di Giubiasco dell’azienda Winteler SA<br />

verso il 2010:<br />

noi siamo pronti alla ripresa<br />

eConomiCa<br />

Può fare un bilancio delle vendite in un anno<br />

particolarmente critico per l’automobile a livello<br />

internazionale?<br />

“Il nostro bilancio per il <strong>2009</strong> è sicuramente positivo.<br />

Siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi che ci sono stati<br />

fissati ad inizio anno dalla casa madre Mercedes-Benz e<br />

Smart. Chiaramente, rispetto agli anni d'oro precedenti,<br />

anche noi abbiamo avuto una flessione nel numero delle<br />

vendite, ma meno sentito rispetto alla media Svizzera.<br />

Grazie ai nuovi modelli che vengono in continuazione presentati<br />

da Mercedes e da Smart, l'interesse per i nostri<br />

modelli è sempre forte. Anche le nuove tecnologie volte<br />

a migliorare l'impatto ambientale fanno sì che l'interesse<br />

rimanga sempre vivo. I nuovi motori ibridi, i modelli<br />

con tecnologia a basso consumo «BlueEFFICIENCY» riscontrano<br />

un grande interesse. Voglio ricordare anche il<br />

vantaggio che offre, in tempi dove il consumatore è più<br />

attento ai costi di gestione, il programma di garanzia<br />

«Swiss Integral» (Mercedes-Benz e Smart) che offre per<br />

tutti i modelli 3 anni di garanzia o 100'000 km, incluso<br />

tutti i materiali di consumo (eccetto liquidi e gomme).<br />

Anche i nostri marchi Chrysler, Jeep e Dodge, malgrado<br />

le turbulenze a livello mondiale, sono ben accettati dalla<br />

nostra realtà ticinese e ci hanno permesso di incrementare<br />

la nostra affezionata clientela”.<br />

L’industria automobilistica in quasi tutti i Paesi<br />

pare stia trovando nuovi assetti produttivi ed<br />

organizzativi. Queste riorganizzazioni si riflettono<br />

positivamente sul mercato dell’automobile?<br />

“Domanda difficile. Sicuramente i nuovi metodi di produzione<br />

hanno come conseguenza un risparmio nella produzione<br />

e un miglior impatto ambientale. Ricordo che già<br />

oggi una vettura nuova prodotta dalla Mercedes utilizza<br />

molti materiali riciclati. La speranza è che i costi delle<br />

auto possano diminuire e dunque stimolare la vendita di<br />

auto nuove”.<br />

Come Winteler, nonostante la crisi, avete investito<br />

in maniera considerevole nella vostra attività. Quali<br />

sono le prospettive future?<br />

“I nostri investimenti fatti dal 2003 sono considerevoli.<br />

Abbiamo iniziato nel 2003 diventando l’unico Smart<br />

Center in <strong>Ti</strong>cino con sede prima a Grancia e a Giubiasco.<br />

Nel 2005 abbiamo inaugurato la nuovissima e moderna<br />

10 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Willy Winteler con i figli Stefano e Ralph<br />

sede a Riazzino e con le marche Mercedes-Benz, Chrysler,<br />

Jeep e Dodge. Il 20 luglio <strong>2009</strong> abbiamo aperto la<br />

nostra attività nella nuova sede in via Mondari 7 a Giubiasco<br />

visibile direttamente dall'autostrada e situata accanto<br />

all'ufficio Circolazione di Camorino. Nella nuova sede<br />

abbiamo integrato lo Smart Center <strong>Ti</strong>cino per il Sopraceneri<br />

(mantenendo il nostro punto vendita e assistenza<br />

a Bioggio in zona Industriale) e la nostra prestigiosa<br />

marca Mercedes-Benz. Siamo stati scelti dalla Mercedes<br />

Svizzera quale unico Performance Center AMG in <strong>Ti</strong>cino.<br />

Nella nostra sede nuova siamo dotati di una carrozzeria<br />

all'avanguardia con 6 posti di verniciatura (ecologica,<br />

ad acqua) e 5 posti di battilamiera. La nostra officina<br />

meccanica è attrezzata delle infrastrutture più moderne<br />

e rispettose dell'ambiente. Curiamo in modo particolare<br />

l'impatto ambientale e siamo certificati ISO 9001 e<br />

14001.Con il 1° ottobre <strong>2009</strong> siamo rivenditori ufficiali<br />

di veicoli commerciali Mercedes-Benz e Mitsubishi Fuso.<br />

Questi presupposti fanno ben sperare per il futuro.<br />

Abbiamo la fortuna di avere una clientela molto affezionata<br />

in tutto il <strong>Ti</strong>cino (da Chiasso ad Airolo). Le nostre<br />

prospettive per il futuro sono buone, anche se bisogna<br />

sempre avere un occhio di riguardo per i costi fissi che<br />

sono difficilmente ottimizzabili. I nostri investimenti sono<br />

continui anche nella formazione del nostro personale; il<br />

bene più prezioso che abbiamo. Attualmente formiamo<br />

15 apprendisti nei vari settori (commercio, vendita, meccanica,<br />

verniciature e battilamiera). Nel 2010 ci aspettiamo<br />

una ripresa economica e siamo pronti per poter<br />

soddisfare le richieste della futura clientela”.


Il tema<br />

Intervista di Lisa Pantini con Michael Granville, CEO e Presidente del CDA di Linnea SA di Riazzino<br />

per CoGliere nuove opportunità<br />

oCCorre Flessibilità nell’attività<br />

azienDale<br />

Per l’industria ticinese il <strong>2009</strong> è stato un anno sul<br />

filo del rasoio, qual è il “bilancio” per la vostra<br />

azienda?<br />

“I nostri risultati quest'anno sono stati relativamente<br />

buoni. Ci consideriamo soddisfatti in quanto, nonostante<br />

l’inizio del <strong>2009</strong> non sia stato dei migliori per<br />

quel che concerne il fatturato, come pure il perdurare<br />

della forza del franco svizzero, siamo riusciti<br />

a gestire la situazione ed ora le nostre prospettive<br />

sono quelle di concludere l’anno all’interno dei limiti<br />

imposti dal budget”.<br />

Per la vostra attività i mercati internazionali<br />

presentano segnali di ripresa? E quali sono le<br />

prospettive nell’immediato futuro?<br />

“A causa dell’attuale tensione in ambito economico<br />

notiamo che i nostri clienti sono più cauti<br />

nell'emissione degli ordini, attuando al contempo<br />

una pressione sui prezzi, maggiore rispetto gli anni<br />

precedenti. Tuttavia ritengo che la richiesta dei no-<br />

il tiCino oltre la Crisi<br />

stri prodotti si sia stabilizzata e mi aspetto che la<br />

situazione rimanga invariata almeno fino alla metà<br />

del prossimo anno”.<br />

Può descriverci una strategia per gli imprenditori,<br />

per essere pronti a crisi, ormai, sempre più<br />

imprevedibili?<br />

“L’essere attivi nel nostro settore (estratti botanici<br />

destinati sia all’industria farmaceutica che a quella<br />

degli integratori alimentari) ha sempre comportato<br />

un alto rischio di imprevedibilità. Questo fattore<br />

ci ha indotto ad essere sempre molto flessibili in<br />

merito alle operazioni che conduciamo. Credo che<br />

la flessibilità rappresenti la chiave per far perdurare<br />

la propria attività in questi tempi di incertezza<br />

economica, per far sì che l’azienda possa adattarsi<br />

continuamente alle condizioni di mercato in continua<br />

evoluzione e, ancora più importante, che possa<br />

trarre vantaggi dalle opportunità inaspettate”.<br />

In questo numero, <strong>Ti</strong>cino Business ha voluto registrare l'opinione di tre imprenditori<br />

ticinesi di diversi settori, ma con un comune denominatore: il sapere e il volere<br />

guardare avanti oltre le difficoltà di una difficile congiuntura.<br />

Dalle loro considerazioni emergono tre significativi insegnamenti:<br />

l'importanza delle condizioni quadro ed il saper sfruttare le opportunità offerte<br />

dal territorio;<br />

investire nel futuro anche quando il presente è difficile;<br />

sapersi adattare continuamente alle nuove condizioni di mercato.<br />

11


Diritto<br />

di Simona Morosini Marconi, Responsabile Servizio giuridico <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

12 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

la moDiFiCa Del Contratto Di lavoro<br />

In tempi di crisi, la questione se licenziare o meno<br />

parte del personale può togliere il sonno a molti<br />

imprenditori. Per evitare licenziamenti, il primo<br />

riflesso di un’impresa che si trova ad affrontare<br />

difficoltà temporanee è quello di far capo alle<br />

indennità per lavoro ridotto. Il riconoscimento<br />

dell’indennità per lavoro ridotto soggiace però a<br />

precise condizioni, anche quantitative, che potrebbero<br />

non essere adempite. Inoltre, il lavoro<br />

ridotto non può soccorrere l’azienda qualora le<br />

difficoltà di quest’ultima siano esclusivamente<br />

riconducibili a problemi di liquidità.<br />

Quanto al licenziamento (individuale o collettivo),<br />

esso può essere doloroso per l’azienda,<br />

oltre che per il personale toccato dalla misura,<br />

proprio perché implica la separazione da collaboratori<br />

che, una volta sormontate le difficoltà,<br />

occorrerà nuovamente cercare sul mercato del<br />

lavoro e formare. Il dilemma per i datori di lavoro,<br />

fra mantenere il personale nonostante le<br />

difficoltà economiche, oppure rinunciarvi, può<br />

risultare a volte di difficile ponderazione.<br />

Fra i due scenari possono però insinuarsi delle<br />

alternative. Una di queste consiste nella modifica<br />

del contratto. Ogni modifica contrattuale che<br />

peggiora le condizioni di lavoro del collaboratore<br />

(ad esempio il salario) necessita però il consenso<br />

del medesimo. In tempi di crisi, non è escluso<br />

che il personale sia disposto, pur di mantenere il<br />

posto di lavoro, ad accettare dei sacrifici.<br />

Una seconda alternativa, qualora non fosse possibile<br />

raggiungere un accordo, consiste nella notifica<br />

di una disdetta con riserva di modifica. Di<br />

cosa si tratta e come procedere?<br />

Tramite una disdetta con riserva di modifica,<br />

il datore di lavoro che intende modificare le<br />

condizioni di un contratto di lavoro di durata<br />

indeterminata, presenterà al dipendente delle<br />

nuove condizioni menzionando che, in assenza<br />

di accettazione, il contratto terminerà allo<br />

scadere del termine di disdetta contrattuale o<br />

legale. Una simile disdetta tende a mantenere<br />

il rapporto di lavoro, ma ad altre condizioni. La<br />

legge è silente in merito alle condizioni del contratto<br />

di lavoro che, per essere modificate, necessitano<br />

della disdetta con riserva di modifica.<br />

La dottrina ritiene che fra queste figurino senza<br />

dubbio le condizioni “essenziali” del contratto<br />

di lavoro, ovvero: il tipo di attività, il principio<br />

della remunerazione, la durata determinata o indeterminata<br />

del contratto e, in linea di principio,<br />

il luogo di lavoro (a meno che il cambiamento<br />

del luogo di lavoro non comporti particolari inconvenienti<br />

per il collaboratore). La modifica di<br />

questi elementi del contratto deve quindi essere<br />

oggetto di una manifestazione di volontà reciproca<br />

e concordante e non possono in linea di<br />

massima essere modificati in modo unilaterale,<br />

se le modifiche svantaggiano il dipendente.<br />

Per essere valida, la disdetta con riserva di modifica<br />

del contratto di lavoro deve quindi rispettare<br />

determinate condizioni. La giurisprudenza<br />

ritiene che, in linea di principio, una disdetta<br />

con riserva di modifica a sfavore del dipendente<br />

è possibile e non abusiva, se risponde a nuove<br />

necessità economiche dell’azienda. In altri<br />

termini, la disdetta pronunciata in assenza di<br />

una vera necessità economica potrebbe rivelarsi<br />

abusiva e comportare una sanzione sotto forma<br />

di versamento di un'indennità al dipendente.<br />

<strong>Ti</strong>pologie di disdetta con riserva di modifica<br />

Occorre distinguere fra la disdetta con riserva<br />

di modifica “in senso stretto” e quella “in senso<br />

lato”.<br />

La prima viene notificata contemporaneamente<br />

alla proposta di nuove condizioni di lavoro. Si<br />

consiglia, per evitare controversie, di procedere<br />

con atti scritti, menzionando quali condizioni sono<br />

modificate, le conseguenze di una mancata<br />

accettazione, il termine e le modalità di comu-


nicazione dell’accettazione o del rifiuto, nonché<br />

il momento in cui il contratto terminerà in caso<br />

di mancata accettazione. Sarà anche opportuno<br />

precisare che in caso di accettazione le nuove<br />

condizioni verranno applicate alla scadenza del<br />

termine di disdetta.<br />

La seconda si attua invece notificando al dipendente<br />

la disdetta solo dopo che questi ha<br />

rifiutato una determinata modifica di elementi<br />

essenziali del contratto di lavoro. La disdetta<br />

con riserva di modifica in senso lato è insidiosa<br />

perché, in caso di contestazione, corre maggiori<br />

rischi di risultare abusiva. Infatti, a seconda<br />

delle circostanze, la disdetta potrà apparire come<br />

una rappresaglia del datore di lavoro per<br />

la mancata accettazione della modifica da parte<br />

del dipendente. Sarà segnatamente il caso<br />

quando la disdetta non si fonda su un motivo<br />

oggettivamente fondato e le modalità della disdetta<br />

abbiano violato il principio della buona<br />

fede. Anche in questo caso, occorre fare delle<br />

distinzioni. Il datore di lavoro che, informando il<br />

dipendente che una determinata modifica dettata<br />

da concrete necessità economiche entrerà<br />

in vigore alla fine del termine di disdetta (legale<br />

o contrattuale), invita quest’ultimo a negoziare<br />

le nuove condizioni del contratto senza diffidare<br />

o imporre al dipendente di accettare immediatamente<br />

la modifica, agisce correttamente dal<br />

profilo della buona fede. In tal caso, la disdetta<br />

notificata dopo il rifiuto del dipendente di accettare<br />

le nuove condizioni, non sarà considerata<br />

abusiva.<br />

Una riduzione unilaterale e sostanziale del salario<br />

senza attendere la fine del termine di disdetta,<br />

comporta invece il carattere abusivo della<br />

medesima.<br />

È opportuno rammentare che le modifiche a sfavore<br />

del dipendente potranno entrare in vigore<br />

solo allo scadere del periodo di disdetta legale<br />

o contrattuale. In altri termini, durante il perio-<br />

do di disdetta le vigenti condizioni contrattuali<br />

dovranno continuare ad essere applicate.<br />

La disdetta con riserva di modifica “collettiva”<br />

Anche se più insidiosa, la disdetta con riserva di<br />

modifica “in senso lato” può risultare vantaggiosa<br />

nel caso in cui si dovessero modificare molti<br />

contratti. Di seguito, illustreremo il motivo.<br />

Qualora il datore di lavoro fosse costretto dalle<br />

circostanze a modificare l’insieme dei contratti<br />

dei dipendenti o di una parte consistente dei<br />

medesimi, dovrà tenere in considerazione le disposizioni<br />

del Codice delle obbligazioni relative<br />

al licenziamento collettivo (articoli 335d-335g).<br />

Se il datore di lavoro procede a delle disdette<br />

con riserva di modifica “in senso stretto” nei<br />

confronti di un numero di dipendenti uguale o<br />

superiore ai valori menzionati all’art. 335d (ad<br />

esempio, almeno dieci nelle imprese che occupano<br />

più di venti dipendenti e meno di cento),<br />

egli dovrà rispettare la procedura di licenziamento<br />

collettivo anche se la maggioranza dei<br />

lavoratori dovesse accettare le modifiche e non<br />

essere pertanto licenziata.<br />

Al contrario, l’azienda che attua una disdetta con<br />

riserva di modifica “in senso lato” proponendo<br />

dapprima la modifica dei contratti e licenziando<br />

unicamente i collaboratori che l’avranno rifiutata,<br />

sottostarrà alle disposizioni sul licenziamento<br />

collettivo solamente nella misura in cui<br />

il numero di lavoratori effettivamente licenziati<br />

supererà i valori di cui all’art. 335d.<br />

Queste, in sintesi, le principali possibilità di<br />

intervento dell’azienda, per affrontare i periodi<br />

di incertezza senza perdere validi collaboratori,<br />

premesso che siano utilizzate conformemente ai<br />

principi enunciati.<br />

13


Attualita`<br />

di Angelo Geninazzi, Coordinatore di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere<br />

14 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

il reGalo più GranDe per tutti:<br />

un tasso uniCo per l’iva<br />

Il problema oggi<br />

Diverse ricerche dimostrano che i costi amministrativi<br />

dell’Imposta sul valore aggiunto (IVA) come<br />

concepita oggi, sono immensi. Per ogni franco pagato<br />

all’Amministrazione federale se ne vanno altri<br />

30 centesimi per i costi relativi alla riscossione. Un<br />

salasso per i contribuenti, soprattutto per le piccole<br />

e medie imprese. Questa eccessiva burocrazia è<br />

dovuta soprattutto ai diversi tassi di imposizione<br />

attualmente praticati nonché alle numerose eccezioni<br />

che rendono l’imposta complicata, poco trasparente<br />

e per nulla equa.<br />

Una prima riforma dell’IVA, la cosiddetta riforma<br />

tecnica, entrerà in vigore già all’inizio del 2010.<br />

Questo primo passo verso una semplificazione<br />

dell’imposta si tradurrà in numerosi miglioramenti<br />

per le imprese, in una riduzione del formalismo e in<br />

un aumento della sicurezza giuridica. Tuttavia non<br />

basta e i margini di miglioramento da sfruttare sono<br />

ancora sostanziali.<br />

La proposta<br />

Lo scorso anno, il Consiglio federale aveva proposto<br />

un’aliquota unica del 6,1%, come pure l’estensione<br />

dell’imposta a una ventina di settori attualmente<br />

esonerati, in particolare i settori della sanità e socialità.<br />

Negli scorsi mesi, alla luce della forte contestazione<br />

di questo progetto, vaste cerchie dell’economia<br />

hanno sollecitato il Consiglio federale a proseguire<br />

sulla sua strada e ad introdurre dunque al più presto<br />

questo tasso unico.<br />

I vantaggi<br />

I vantaggi del tasso unico sono riconosciuti a livello<br />

internazionale. Vari studi lo comprovano anche in<br />

Svizzera: un tasso unico basso con un’ampia base<br />

fiscale è fattibile. Lo dimostra l’esempio della Nuova<br />

Zelanda: in questo paese, le prestazioni della<br />

salute, della formazione e perfino le sovvenzioni<br />

sono soggette all’imposta. Aggiunto alla riduzione<br />

delle eccezioni, il tasso unico rappresenta anche<br />

un’occasione per semplificare fondamentalmente<br />

l’IVA, che rimane complessa nonostante la revisione<br />

conclusa recentemente.<br />

Più concretamente, è stato dimostrato che in Svizzera<br />

un tasso unico apporterebbe i seguenti vantaggi:<br />

• Riduzione degli oneri amministrativi per le imprese<br />

in ragione di 500 milioni di franchi all’anno<br />

• Notevole soppressione della tassa occulta e degli<br />

ostacoli all’investimento<br />

• Impulso per la crescita fino allo 0,8% del PIL<br />

• Aumento del potere d’acquisto per le famiglie<br />

fino a 700 franchi all’anno<br />

• Miglioramento della trasparenza, della semplicità<br />

e dell’equità: tutte le prestazioni sottoposte<br />

all’imposta sarebbero tassate con la stessa aliquota.<br />

• Rafforzamento della piazza economica svizzera<br />

Recentemente, il Parlamento ha accantonato<br />

l’esame della riforma. Ciò risulta incomprensibile<br />

soprattutto alla luce dei vantaggi che quest’ultima<br />

presenta. L’impulso di un simile progetto per<br />

l’economia va a beneficio di tutti e non soltanto di<br />

una cerchia ristretta dell’economia. Insomma, un<br />

grande regalo per tutti. Non per questo Natale, ma<br />

speriamo al più presto possibile.


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Attualita`<br />

Il punto di vista dell’azienda<br />

16 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

banCastato. obiettivo: inCrementare<br />

la sensibilità per l’ambiente<br />

In questa edizione di <strong>Ti</strong>cino Business, dedicata ad arcobaleno<br />

aziendale, vi proponiamo la testimonianza di BancaStato<br />

attraverso due prospettive: quello della direzione e quello del<br />

personale<br />

“Già sostenitori da anni dei mezzi pubblici di trasporto,<br />

dal primo gennaio <strong>2009</strong>, grazie all’interessante<br />

offerta della CTM, abbiamo ampliato in maniera attiva<br />

il progetto arcobaleno aziendale ed il successo è<br />

stato grande” racconta Dario Caramanica, Capo del<br />

personale e responsabile della formazione a Banca-<br />

Stato. “L’eco riscontrata è stata positiva così come<br />

l’entusiasmo manifestato dai dipendenti: molti di loro<br />

hanno infatti deciso di rinunciare al loro posteggio in<br />

azienda per scegliere di recarsi al lavoro con i mezzi<br />

pubblici. Ad oggi, complessivamente sono 66 i collaboratori<br />

che viaggiano con arcobaleno aziendale, cifra<br />

che rappresenta il 14% di tutti i dipendenti di BancaStato.<br />

Il <strong>2009</strong> era considerato come un anno test<br />

per l’iniziativa: alla luce dei feedback positivi ricevuti<br />

dai collaboratori, continueremo anche l’anno prossimo,<br />

certi di registrare un ulteriore incremento delle<br />

adesioni”. Il risparmio sul costo dell’abbonamento<br />

annuale per i collaboratori BancaStato è sicuramente<br />

attrattivo (in totale il 30%: 10% da BancaStato<br />

e 20% dalla Comunità tariffale <strong>Ti</strong>cino e Moesano)<br />

e spinge quantomeno a riflettere sull’opportunità di<br />

rinunciare all’auto per il trasporto pubblico. “Al fine<br />

di promuovere ulteriormente l’uso del mezzo pubblico<br />

– prosegue Caramanica –, abbiamo emanato anche<br />

una direttiva con riferimento agli spostamenti generati<br />

da riunioni o appuntamenti di lavoro. In questi<br />

casi, ad esempio, rimborsiamo per le trasferte solo il<br />

valore corrispondente al biglietto del mezzo pubblico<br />

e non il costo dell’utilizzo dell’auto. Naturalmente il<br />

dipendente è libero di scegliere ma, con questa raccomandazione,<br />

miriamo a sensibilizzare il personale<br />

sul tema della mobilità sostenibile”. In BancaStato il<br />

tema sostenibilità è ampio e si articola anche su altri<br />

L A S C E LTA G I U S TA<br />

P E R L A S U A A Z I E N D A<br />

ARCOBALENO<br />

A Z I E N D A L E<br />

aspetti come il risparmio energetico e la limitazione<br />

dei consumi e, più in generale, sulla salvaguardia<br />

dell’ambiente: “abbiamo, per esempio, organizzato<br />

delle serate informative rivolte ai nostri collaboratori<br />

su temi quali lo spreco della carta e l’uso energeticamente<br />

economico del PC. In generale, cerchiamo di<br />

portare avanti progetti che sviluppino una sensibilità<br />

più ampia per l’ambiente e vadano quindi al di là delle<br />

nostre attività principali ed ordinarie. Crediamo che<br />

un’azienda debba sfruttare tutti i mezzi a sua disposizione<br />

per dare il proprio contributo alla socialità,<br />

anche, e soprattutto per le generazioni future”.<br />

Il punto di vista del personale<br />

Daniele Garbin vive a Solduno e lavora in BancaStato<br />

da molti anni. Per lungo tempo, per recarsi al lavoro,<br />

ha percorso con il treno il tragitto Locarno–Bellinzona.<br />

Nonostante da qualche mese sia stato trasferito<br />

nella sede di Lugano ha deciso di continuare ad usare<br />

i mezzi pubblici. “Per me è ancora più comodo perché<br />

evito tutti i problemi di traffico, i costi di benzina e di<br />

posteggio e viaggio rilassato. Possiedo da molto tempo<br />

l’abbonamento annuale e mi fa piacere che il mio<br />

datore di lavoro mi sostenga in questa scelta, offrendo<br />

a me ed ai miei colleghi un grosso vantaggio economico<br />

e contribuendo ad aumentare la nostra sensibilità<br />

sulle tematiche dei trasporti e dell’ecologia”. In ultima<br />

analisi, abbiamo chiesto a Daniele Garbin, che valore<br />

ed importanza attribuisce ad arcobaleno aziendale:<br />

“Per me è comodità e semplicità: lo acquisto una volta<br />

all’anno, risparmio, mi muovo con la massima facilità<br />

e salvaguardo l’ambiente. Ci sono solo vantaggi!”


Attualita`<br />

di Marco Passalia, Responsabile del Servizio Export <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

qualChe Dato CommerCiale per<br />

spazzar via un po’ Di ConFusione<br />

L’idea di crisi da poco più di un anno a questa parte ispira migliaia<br />

di giornalisti di tutto il mondo, determina le fortune o le disgrazie di<br />

vari analisti, stimola le teorie o le elucubrazioni di tanti economisti,<br />

ma soprattutto, pone le aziende ed i singoli cittadini di fronte ad<br />

una situazione di confusione e di incertezza. In quest’ultimo caso,<br />

mettendo l’accento sulle aziende attive nelle esportazioni, il quadro<br />

è naturalmente eterogeneo: da chi rivede per l’ennesima volta<br />

le strategie del prossimo futuro a chi si sta adoperando per trovare<br />

nuovi clienti e nuovi sbocchi, da chi è tuttora confrontato con degli<br />

ordinativi limitati a chi continua a crescere stabilmente, da chi si<br />

muove con l’occupazione parziale a chi assume nuovo personale in<br />

maniera oculata e così via. Le problematiche sono certamente più<br />

specifiche e più dettagliate di quelle appena menzionate, tuttavia<br />

per fare un po’ di ordine è importante capire i movimenti commerciali<br />

della Svizzera andando poi a dare un’occhiata all’andamento<br />

delle esportazioni per settori.<br />

La tendenza elvetica – quasi naturale – degli ultimi dieci anni a diversificare<br />

i propri partner commerciali ha mostrato una direzione<br />

inequivocabile: da una parte, un aumento percentuale degli scambi<br />

verso le economie emergenti (tra cui Cina, Russia, GCC, ecc.)<br />

ed i Paesi in via di sviluppo, e dall’altra, una riduzione percentuale<br />

delle esportazioni verso i Paesi industrializzati (in particolare, UE<br />

ed USA). Naturalmente, con un pizzico di lungimiranza e di buon<br />

senso, s’intuisce che questa dinamica è destinata a rafforzarsi e<br />

quindi tutte le misure di politica economica estera che seguono<br />

questo indirizzo sono da considerare in un’ottica di lungo termine;<br />

si pensi ad esempio alle negoziazioni relative a nuovi accordi di<br />

libero scambio (India, Consiglio di Cooperazione del Golfo-GCC,<br />

ecc.) ed al rafforzamento delle relazioni commerciali con i partner<br />

storici dell’Unione Europea.<br />

In linea con quanto detto sino ad ora e senza apportare di proposito<br />

giudizi di valore sulle cause e sulle motivazioni di queste tendenze,<br />

è importante concentrarsi sull’evoluzione delle esportazioni svizze-<br />

Fonte: Amministrazione federale delle Dogane<br />

re di questo mese di ottobre facendo un confronto con il 2008. A<br />

questo proposito, si nota che rispetto allo scorso anno le esportazioni<br />

mostrano una diminuzione verso l’Unione Europea (-12.2%)<br />

ed un aumento verso l’Oceania (+5%). Inoltre, si può osservare<br />

che l’America latina (-18.8%), contrariamente a quanto si dice, ha<br />

perso molto più terreno rispetto all’America del Nord (-8.7%). Più<br />

in particolare, è interessante mettere un accento sulle esportazioni<br />

elvetiche che mostrano un andamento positivo: aumento tra l’1%<br />

ed il 4% verso la Cina, il Belgio, l’Australia e Taiwan, mentre la<br />

domanda è ancor più forte (+8%/10%) verso il Portogallo, la Grecia<br />

e Singapore.<br />

Per quanto riguarda l’andamento nei diversi settori nel confronto<br />

con l’anno precedente, si ritrovano diverse conferme rispetto a<br />

quanto risaputo dai più. Il settore chimico-farmaceutico è quello<br />

che soffre di meno in Svizzera mostrando addirittura un aumento<br />

delle vendite (+5%) nel mese di ottobre del <strong>2009</strong>. Su ritmi<br />

meno rallentati rispetto ad altri, si ritrova anche il settore delle<br />

derrate alimentari, delle bibite e del tabacco. Infine, si nota chiaramente<br />

che a subire maggiormente gli effetti nefasti della crisi<br />

con cali superiori al 20% sono l’industria metallurgica, l’industria<br />

dei macchinari e dell’elettronica, ma anche il settore del tessileabbigliamento<br />

accompagnato a braccetto dal settore della carta e<br />

delle arti grafiche.<br />

In conclusione, mettendomi nei panni di chi legge dei dati statistici,<br />

mi pare opportuno tenere in considerazione tre elementi: i<br />

dati delle esportazioni e delle importazioni rilasciati dalle dogane<br />

rispecchiano in maniera quasi immediata l’andamento della bilancia<br />

commerciale; in secondo luogo, è importante ricordare che gli<br />

indicatori economici sono molteplici, provengono da fonti più o<br />

meno attendibili e danno risposte diverse in momenti diversi del<br />

ciclo economico; infine, si tenga sempre presente che il confronto<br />

con un anno record quale il 2008 può creare delle visioni erronee<br />

e non sempre realistiche sull’andamento di un determinato settore.<br />

17


Attualita`<br />

di Lisa Pantini<br />

18 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

la suCCessione azienDale<br />

e le preoCCupazioni DeGli inDustriali<br />

Queste le tematiche trattate in occasione della presentazione<br />

della piattaforma www.futuropmi.ch il 16 novembre scorso a<br />

Novazzano, con l’intervento della Consigliera federale Doris<br />

Leuthard, che ha parlato anche dello scudo fiscale<br />

Il 16 novembre scorso la Direttrice del Dipartimento<br />

Federale dell’economia si è recata in visita a Novazzano<br />

nella sede della ditta Precicast su invito<br />

dell’Associazione Futuro PMI. All’incontro hanno<br />

partecipato numerosi esponenti dell’economia ticinese,<br />

e tra gli interventi, vi è stato, oltre quello<br />

dell’On. Doris Leuthard, quello della Direttrice del<br />

DFE e Consigliera di Stato Laura Sadis, e quello<br />

della Presidente dell’Assemblea Federale Chiara<br />

Simoneschi Cortesi.<br />

La tematica dell’incontro è stata la problematica<br />

della successione d’impresa, e nell’occasione si è<br />

anche potuto dibattere con gli industriali sulle preoccupazioni<br />

della categoria, grazie ad una lista di<br />

problematiche preparata da <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> ed AITI.<br />

I diversi interventi hanno evidenziato come il <strong>Ti</strong>cino<br />

sia terra fertile per le PMI, come pure la Svizzera,<br />

dove il 99% di esse contano meno di 500 dipendenti,<br />

e rappresenta circa l’80% dei posti di lavoro.<br />

Nei prossimi 5 anni saranno quasi 60'000 le impre-<br />

se che affronteranno una successione aziendale.<br />

Per questo delicato trapasso è stata creata l’associazione<br />

Futuro PMI (www.futuropmi.ch), che si<br />

pone quale sostegno informativo alle società confrontate<br />

con questa tematica.<br />

Chiara Simoneschi Cortesi, promotrice dell’iniziativa,<br />

ha dichiarato che il settore delle PMI è spesso<br />

dimenticato, e che si sta elaborando un documento<br />

da sottoporre all’attenzione delle Autorità federali<br />

dove verranno enunciate le esigenze delle PMI ticinesi.<br />

Il Segretario dell’Associazione Futuro PMI,<br />

Giovanni Giunta, ha poi concluso il discorso evidenziando<br />

che solo il 60% delle aziende avrà una successione,<br />

mentre le altre saranno si scontreranno<br />

con la vendita o con la liquidazione.<br />

Franco Ambrosetti, Presidente della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> ha spiegato<br />

che occorre incoraggiare la nascita di imprenditori<br />

per salvaguardare la successione delle imprese,<br />

attraverso la formazione e la defiscalizzazione<br />

del venture capital.<br />

Per quanto concerne invece lo scudo fiscale italiano<br />

ed i rapporti tra Svizzera ed Italia, Leuthard ha<br />

affermato che si augura che la situazione si risolva<br />

in breve tempo, e che il provvedimento non venga<br />

prolungato oltre il mese di dicembre <strong>2009</strong>. Inoltre<br />

sottolinea come sia legittimo per ogni nazione<br />

avere un’amnistia fiscale, ma i metodi del Ministro<br />

Tremonti non sono ben visti. Anche se il dialogo<br />

tra Berna e Roma è in corso, la situazione resta<br />

comunque difficile.<br />

Sadis si è espressa anche sulle preoccupazioni del<br />

<strong>Ti</strong>cino in merito agli Accordi bilaterali, evidenziando<br />

le difficoltà in materia di reciprocità, soprattutto<br />

per le aziende svizzere che si recano in Italia e si<br />

scontrano con una grande burocrazia. Inoltre ha<br />

posto l’accento sulle gravissime ripercussioni per il<br />

nostro Cantone che avrebbe la chiusura completa<br />

del tunnel del San Gottardo per i lavori di manutenzione<br />

e risanamento.


La <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> augura a tutti i soci<br />

e ai lettori di <strong>Ti</strong>cino Business<br />

un Sereno Natale ED<br />

un brindisi al Nuovo Anno,<br />

affinché sia ricco di<br />

soddisfazioni, salute e felicità!


Attualita`<br />

di Luca Albertoni, Direttore <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

20 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

quale FisCalità per il tiCino<br />

Del Futuro?<br />

Riflessioni in margine al dibattito sullo studio «Il Cantone <strong>Ti</strong>cino<br />

nel contesto della concorrenza fiscale intercantonale»<br />

Il dibattito organizzato lo scorso 12 novembre dalla <strong>Cc</strong>-<br />

<strong>Ti</strong> unitamente ad ABT, AITI e SSIC-<strong>Ti</strong>cino in merito allo<br />

studio della SUPSI “Il Cantone <strong>Ti</strong>cino nel contesto della<br />

concorrenza fiscale intercantonale”(www3.ti.ch/index.<br />

php?fuseaction=press.cartella&id=24885)<br />

ha offerto numerosi spunti interessanti. Il Professor Marco<br />

Bernasconi, Responsabile dell’analisi, ha brillantemente<br />

esposto in modo preciso e chiaro la problematica<br />

dell’imposizione fiscale delle persone fisiche in <strong>Ti</strong>cino. Lo<br />

studio mostra chiaramente che il sistema fiscale ticinese<br />

è molto sociale, perché l’imposizione dei redditi bassi è<br />

nettamente inferiore alla media svizzera. Per i salari di<br />

medio livello ci attestiamo invece su posizioni in linea con<br />

gli altri Cantoni, mentre, e questa è la conclusione preoccupante,<br />

per i salari alti il <strong>Ti</strong>cino è chiaramente superiore<br />

alla media nazionale. Risulta quindi penalizzato il 2% dei<br />

contribuenti che assicura il 27% del gettito fiscale cantonale<br />

e questo è un dato che non può non preoccupare,<br />

soprattutto perché questa fascia di contribuenti ha la<br />

possibilità di spostarsi in modo molto semplice e rapido<br />

verso Cantoni non lontani, che possono offrire una qualità<br />

di vita simile a quella ticinese ma con un onere fiscale<br />

decisamente inferiore. Il rischio di perdere soggetti fiscali<br />

di peso è quindi molto concreto. Lo Studio della SUPSI<br />

propone alcune varianti di soluzione, come ad esempio<br />

fissare un tetto massima di aliquota per l’imposta cantonale<br />

all’11% (attualmente al 15,076%) o eventualmente<br />

al 12 o 13%. Al di là delle singole varianti proposte, bene<br />

illustrate nello studio, emerge chiaramente la necessità di<br />

urgenti ed incisive riforme del sistema fiscale cantonale,<br />

in modo da poter reggere il confronto con una concorrenza<br />

nazionale ed internazionale sempre più agguerrita<br />

e che, piaccia o no, rimarrà una costante per i prossimi<br />

decenni. È per questo che abbiamo voluto presentare il<br />

lavoro della SUPSI e dibatterne, per tentare di dare un<br />

nostro contributo costruttivo ad una discussione più che<br />

mai necessaria, ma purtroppo non sempre facile in un<br />

contesto in cui parlare di sgravi fiscali sembra un tabù o<br />

un delitto di lesa maestà, con il risultato che non si riesce<br />

più nemmeno ad imbastire un discorso di più ampio<br />

respiro sul sistema fiscale in generale. L’immobilismo in<br />

questo ambito sarebbe catastrofico, perché molti altri<br />

Cantoni corrono e hanno il coraggio di proporre novità. In<br />

occasione del dibattito del 12 novembre lo hanno sottolineato<br />

non solo il Professor Bernasconi, ma anche la Consigliera<br />

di Stato e Direttrice del Dipartimento delle finanze<br />

e dell’economia Laura Sadis, la Presidente dell’Ordine<br />

I relatori in alcuni momenti del dibattito del 12 novembre scorso<br />

dei commercialisti del Cantone <strong>Ti</strong>cino Cristina Maderni<br />

e il Direttore della Fiduciaria Mega Riccardo Biaggi, sollecitati<br />

dal moderatore Gianni Righinetti del Corriere del<br />

<strong>Ti</strong>cino. Il tempo delle rendite di posizione è ormai clamorosamente<br />

terminato e i cambiamenti si susseguono ad<br />

una rapidità a volte sorprendente e fino a qualche anno fa<br />

sconosciuta, per cui è stata molto apprezzata l’affermazione<br />

di Laura Sadis, secondo cui lo studio della SUPSI<br />

non resterà chiuso in un cassetto, ma sarà utilizzato per<br />

la proposta di riforme della fiscalità. Speriamo che questa<br />

intenzione trovi l’appoggio politico necessario, affinché<br />

vi sia un vero confronto su questa tematica e si giunga<br />

rapidamente alla formulazione di proposte concrete. Da<br />

tempo la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> chiede riforme strutturali e finora pochi<br />

avevano dato credito alle nostre rivendicazioni. La delicata<br />

situazione attuale potrebbe avere il pregio di attirare<br />

l’attenzione su quegli interventi da cui non possiamo più<br />

prescindere, a meno di essere pronti a pagare un prezzo<br />

altissimo in termini di ridotta attrattiva fiscale con conseguente<br />

riduzione di insediamenti di persone fisiche e<br />

giuridiche e quindi un minore gettito fiscale. Anche i professionisti<br />

della redistribuzione dovrebbero capire che, se<br />

non si facilita la creazione di ricchezza, diventa difficile<br />

sostenere molte delle spese che sono considerate come<br />

acquisite, capiti quel che capiti. La realtà non è così e<br />

sarebbe peccato perdere l’occasione storica di apportare<br />

quei correttivi che permetterebbero poi a tutti di beneficiarne,<br />

spesa sociale in primis. Certo che se ci si limita a<br />

parlare di favori ai ricchi per bloccare ogni riforma, non<br />

saranno solo i ricchi a piangere.


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Attualita`<br />

Intervista di Lisa Pantini con il Dott. Giorgio Berner, Presidente della Camera di Commercio Svizzera in Italia – CCSI con sede a Milano<br />

22 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

la Camera Di CommerCio svizzera<br />

in italia: un partner privileGiato<br />

anChe per le pmi tiCinesi<br />

Abbiamo incontrato Giorgio Berner, il nuovo<br />

Presidente della CCSI a Milano, ed abbiamo<br />

fatto un bilancio dei primi mesi con la<br />

nuova veste, passando per crisi economica e<br />

ripresa prevista dal 2010<br />

Da circa 6 mesi è stato nominato Presidente della<br />

Camera di Commercio Svizzera in Italia – CCSI<br />

con sede a Milano, succedendo a Fabrizio Rindi.<br />

Può tracciare un bilancio di questi primi mesi in<br />

questa nuova veste?<br />

“Come Lei saprà, sono stato Vice Presidente di Fabrizio<br />

Rindi per diversi anni; di conseguenza la Camera di<br />

Commercio si sta muovendo in sintonia con le linee<br />

strategiche condivise in precedenza. Certamente, per<br />

noi l’evento più rattristante di questi mesi è stata la<br />

scomparsa del compianto Ambasciatore Bruno Spinner,<br />

un grande sostenitore della Camera, del quale serberemo<br />

un grato ricordo. Per il resto, mi sono concentrato<br />

sull’ampliamento del nostro Advisory Board, che vuole<br />

riunire i più bei nomi dell’economia svizzera attiva in Italia<br />

e che è di essenziale supporto strategico e materiale.<br />

Inoltre ha preso avvio l’iter per la realizzazione dello<br />

«Swiss Corner», destinato a essere una vetrina prestigiosa,<br />

collocata presso il Centro Svizzero di Piazza Cavour<br />

nel centro di Milano, della nostra presenza economica<br />

e culturale in Italia. Rispondendo alla Sua domanda,<br />

direi che il bilancio di questi mesi è provvisorio, ma<br />

è sicuramente positivo per quanto riguarda l’impegno<br />

della struttura della Camera e le prospettive, anche a<br />

breve termine, delle azioni intraprese”.<br />

Tra i vostri servizi, quali pensa siano i più<br />

importanti nell’ottica di una promozione della<br />

vostra attività nel Canton <strong>Ti</strong>cino?<br />

“La nostra «mission» consiste nella promozione dell’in-<br />

terscambio economico tra Italia e Svizzera. Per quanto<br />

concerne i servizi di interesse per il <strong>Ti</strong>cino, direi che<br />

possono essere quelli destinati a facilitare l’accesso al<br />

mercato italiano. Qui siamo in grado di fornire informazioni<br />

ad hoc (per esempio ricerche di mercato, ricerche<br />

di partnership), oppure facilitare l’individuazione<br />

di professionisti specializzati nelle varie problematiche<br />

dell’interscambio italo-svizzero. Per chi è già attivo in<br />

Italia, possiamo offrire servizi tesi a semplificare l’approccio<br />

alla burocrazia italiana, non sempre di facile<br />

comprensione per uno svizzero: per esempio il ricupero<br />

IVA e la rappresentanza fiscale; senza trascurare il nostro<br />

servizio di arbitrato e conciliazione legale, svolto<br />

da giuristi di primaria importanza. Il nostro Centro Congressi,<br />

situato in pieno centro a Milano, è una struttura<br />

di grandissimo prestigio, che è a disposizione di Enti<br />

e aziende con esigenze di comunicazione. A proposito<br />

vorrei ricordare eventi di grande successo organizzati<br />

in passato, e che sicuramente saranno riproposti, destinati<br />

ad argomenti di grande interesse per il <strong>Ti</strong>cino,<br />

come le biotecnologie e gli strumenti di finanziamento<br />

innovativi; ovvero le possibilità di insediamento di<br />

imprese italiane sul territorio ticinese o dei Grigioni<br />

italiani. In queste settimane abbiamo organizzato un<br />

interessante convegno, molto ben frequentato, dedicato<br />

al Financial Advisory (attività on-shore e servizi<br />

cross-border). Credo che in un periodo così delicato per<br />

il <strong>Ti</strong>cino sia utile presentare in modo professionale e<br />

obiettivo tutte le regole e opportunità inerenti il settore<br />

della finanza. A mio parere, gli obiettivi della nostra<br />

Camera devono trattare non solo argomenti inerenti<br />

la promozione dell’export, ma concentrarsi soprattutto<br />

sulle possibili sinergie tra i sistemi produttivi italiano<br />

e svizzero, focalizzati soprattutto sulle piccole-medie<br />

imprese, in modo da creare sub-sistemi italo-svizzeri,<br />

specializzati e innovativi, perciò in grado di competere<br />

sui mercati globali. Abbiamo organizzato diverse<br />

iniziative di incontro (il cosiddetto “matching”) tra le<br />

imprese. Vorrei concludere dicendo che per queste<br />

iniziative, ma non solo, auspichiamo molto una col-


laborazione stretta con la Camera di Commercio del<br />

Canton <strong>Ti</strong>cino”.<br />

Come sta vivendo l’Italia il periodo di crisi?<br />

“L’Italia è un Paese un po’ speciale, dove l’attenzione<br />

apparente dell’opinione pubblica è concentrata spesso<br />

su argomenti che hanno poco in comune con i problemi<br />

reali mondiali e, di conseguenza, italiani. Questi argomenti<br />

extra-economici possono sicuramente distrarre<br />

l’attenzione dalla crisi in cui ci troviamo. Certamente,<br />

lo spettacolare turn-around della FIAT, con il suo<br />

coinvolgimento in Chrysler, ha contribuito giustamente<br />

a rinforzare la consapevolezza del potenziale italiano.<br />

Direi che anche la tenuta del sistema bancario, senza<br />

eventi traumatici come quelli registrati in Svizzera,<br />

contribuisce a creare fiducia. Il sistema degli ammortizzatori<br />

sociali, pure inadeguato a coprire le esigenze<br />

di un largo strato di utenza, sostanzialmente tiene.<br />

Aggiungerei infine la solidità del tessuto famigliare e,<br />

perché no, l’impatto positivo del cosiddetto “sommerso”.<br />

A fronte di questi elementi positivi, indubbiamente<br />

la crisi di occupazione crea, come altrove, fortissimi<br />

motivi di disagio e di preoccupazione. Non possiamo<br />

soprattutto dimenticare che ormai da anni l’Italia cresce<br />

in misura del tutto insoddisfacente, nonostante<br />

abbia potenzialità di grande rilievo. Nell’attuale situazione,<br />

questo stato di stagnazione crea un diffuso<br />

senso di sfiducia e di frustrazione, che si percepisce<br />

soprattutto (e purtroppo) nei giovani, alle prese con<br />

difficoltà di primo impiego. Ma vorrei aggiungere che la<br />

percezione dei problemi, pur con inevitabili differenze,<br />

è sostanzialmente “bipartisan”. Vorrei sperare che le<br />

necessarie riforme siano presto affrontate in uno spirito<br />

costruttivo”.<br />

Ritiene vi siano differenze rispetto a quanto la<br />

crisi ha prodotto in Svizzera?<br />

“La crisi è globale, pur con evidenti differenze tra le<br />

diverse economie. La Svizzera è stata coinvolta in modo<br />

più brusco dalle note vicende del nostro sistema<br />

bancario, ivi incluse le attuali turbolenze relative agli<br />

aspetti fiscali. Direi che questo aspetto, che tocca in<br />

modo particolare il <strong>Ti</strong>cino, ci differenzia notevolmente<br />

da quanto avviene in Italia. Per contro, la Svizzera possiede<br />

un sistema infrastrutturale e competitivo molto<br />

forte. Unitamente al grado di indebitamento pubblico,<br />

assai inferiore a quello italiano, e al sistema di ammortizzatori<br />

sociali, ciò consente politiche di stimolo più<br />

efficaci di quelle italiane. Per quanto riguarda l’Italia,<br />

ho già risposto in parte in precedenza. Certamente,<br />

molte industrie italiane stanno difendendo con grande<br />

capacità le loro posizioni sui mercati globali, grazie<br />

alle proprie eccellenze e competenze. Ma credo che il<br />

numero di piccole – medie aziende italiane veramente<br />

competitive sia ancora insufficiente, per esempio<br />

rispetto alla Svizzera. Credo perciò sia necessario che<br />

prosegua il riposizionamento del sistema produttivo<br />

i prinCipali servizi Della CCsi<br />

• Recupero I.V.A.<br />

CCSI svolge in nome e per conto dell’azienda svizzera che<br />

lo richiede, l’intera procedura per ottenere il rimborso<br />

dell’imposta sul valore aggiunto (I.V.A.) per beni e servizi<br />

acquistati in Italia (art. 38-ter del D.P.R. 633/72).<br />

➜ bono@ccsi.it<br />

• Rappresentanza fiscale<br />

Il servizio è destinato alle imprese elvetiche che non<br />

posseggono i requisiti per usufruire del servizio recupero<br />

I.V.A. di cui sopra.<br />

In qualità di rappresentante fiscale CCSI adempie a<br />

tutti gli obblighi dettati dalla legge I.V.A. consentendo<br />

all’azienda svizzera rappresentata di operare come se<br />

fosse una società italiana, e di recuperare l’IVA pagata<br />

ai fornitori nazionali.<br />

➜ bono@ccsi.it<br />

• Rappresentanza sociale<br />

CCSI si incarica di svolgere in nome e per conto dell’azienda<br />

svizzera che lo richiede, tutte le procedure necessarie<br />

per l’assunzione di un lavoratore italiano: selezione e<br />

reclutamento del personale, iscrizione INAIL ed INPS,<br />

stesura ed invio di lettere di assunzione, licenziamento<br />

e richiamo, gestione delle buste paga, compilazione dei<br />

modelli per il versamento di contributi e ritenute fiscali,<br />

tutti gli adempimenti di carattere fiscale.<br />

➜ bono@ccsi.it<br />

• Attivazione procedura per deducibilità costi relativi a<br />

operazioni intercorse con aziende di Paesi a regime<br />

fiscale privilegiato (Svizzera)<br />

CCSI fornisce tutte le informazioni relative a questa complessa<br />

problematica, la modulistica necessaria all’attivazione<br />

della pratica e i riferimenti per individuare in<br />

modo corretto gli organi amministrativi di circoscrizione<br />

idonei al rilascio della documentazione che consente la<br />

deducibilità dei costi.<br />

➜ bono@ccsi.it<br />

• Recupero crediti<br />

CCSI gestisce in forma diretta, senza alcuna intermediazione,<br />

l’intero iter per il recupero del credito, predisponendo<br />

atti di transazione e piani di pagamento.<br />

➜ ufficiolegale@ccsi.it<br />

• Rapporti informativi<br />

Il servizio è rivolto alle aziende che intendono verificare<br />

la situazione economico finanziaria di potenziali partner<br />

commerciali o debitori e prevede rapporti informativi<br />

flessibili ed adattabili ad ogni tipo di esigenza.<br />

➜ ufficiolegale@ccsi.it<br />

• D.Lgs. 231/2001 – La responsabilità amministrativa<br />

delle aziende<br />

Il servizio è stato studiato dalla CCSI in collaborazione<br />

con lo Studio Legale Imperiali e Legal Technology per<br />

rispondere alle esigenze delle Pmi che intendono adeguare<br />

la loro struttura aziendale alla nuova normativa prevista<br />

dal D.Lgs. 231/2001 sulla responsabilità amministrativa<br />

delle aziende. L’offerta è suddivisa in moduli separati ed<br />

indipendenti che consentono di scegliere la formula di intervento<br />

più idonea, il tutto con un budget predeterminato.<br />

➜ dlgs231@ccsi.it<br />

23


Attualita`<br />

Intervista di Lisa Pantini con il Dott. Giorgio Berner, Presidente della Camera di Commercio Svizzera in Italia – CCSI con sede a Milano<br />

i prinCipali servizi Della CCsi<br />

• Informazioni e consulenze<br />

Vengono fornite informazioni di carattere generale relative<br />

ai due Paesi e al loro interscambio, dati di importexport<br />

e altri dati statistici, informazioni specialistiche<br />

in materia doganale, giuridica, amministrativa e fiscale.<br />

➜ info@ccsi.it<br />

• Swiss Business Hub Italy<br />

Lo Swiss Business Hub Italy, partner della rete ufficiale<br />

dell’Osec Business Network Switzerland, con sede<br />

presso la CCSI, ha il compito di supportare le PMI elvetiche<br />

e del Liechtenstein interessate a intraprendere<br />

e sviluppare relazioni economiche e commerciali con<br />

l’Italia, individuando le soluzioni più idonee per accedere<br />

al mercato e offrendo loro servizi rapidi, personalizzati,<br />

di qualità ed a costi altamente competitivi: ricerche<br />

di mercato, ricerche partner, marketing, supporto legale<br />

e fiscale.<br />

➜ sbhitaly@ccsi.it<br />

• Meeting Facilities<br />

Per imprenditori e professionisti che, trovandosi occasionalmente<br />

a Milano, necessitino di un punto d’appoggio<br />

riservato e funzionale, CCSI mette a disposizione<br />

spazi uso ufficio situati presso la sede di Piazza Cavour,<br />

nel centro cittadino, con supporto di segreteria.<br />

➜ info@ccsi.it<br />

• Spazio Eventi<br />

Alla Camera di Commercio Svizzera in Italia è affidata la<br />

gestione di Spazio Eventi, una struttura creata per accogliere<br />

meeting, riunioni, convegni, esposizioni e ogni<br />

genere di manifestazione.<br />

Ubicato all’interno del Centro Svizzero, palazzo di proprietà<br />

della Confederazione Elvetica a Milano, in Piazza<br />

Cavour, Spazio Eventi è una struttura aperta all’utilizzo<br />

da parte di terzi.<br />

La location, costituita da una grande sala e da una serie<br />

di salette modulari, permette di gestire ogni evento in<br />

modo flessibile e perfettamente organizzato.<br />

La sala Meili, ispirata al razionalismo degli anni 50, è<br />

un affascinante mix di rigore ed atmosfera. Le salette<br />

modulari, usufruibili singolarmente o come unico spazio,<br />

sono indicate per piccoli gruppi e rappresentano<br />

un’ottima soluzione logistica per grandi eventi che necessitano<br />

di uno spazio d’appoggio.<br />

La posizione privilegiata nel cuore della città, la struttura<br />

originale e le dotazioni tecniche di cui dispone fanno<br />

di Spazio Eventi una location unica, dove si fondono<br />

fascino e funzionalità<br />

➜ bassanini@ccsi.it<br />

24 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

italiano, non più basato sulla competizione di costo<br />

(ormai improponibile), ma su innovazione e qualità. E,<br />

come dicevo, devono essere risolti i nodi strutturali del<br />

Paese (tra i quali vorrei citare anche il sistema delle<br />

infrastrutture, che la Svizzera ha saputo affrontare con<br />

coraggio)”.<br />

In <strong>Ti</strong>cino si è assistito a un periodo di difficoltà con un<br />

aumento della disoccupazione, molti fallimenti aziendali,<br />

ditte che hanno chiuso, esportazioni in calo …. L’economia<br />

si è compattata e, per risalire la china, ha investito<br />

in nuove tecnologie, nel personale e nella ricerca e sviluppo.<br />

La collaborazione con la CCSI può essere un’arma<br />

vincente per le imprese ticinesi?<br />

“Innanzitutto vorrei dire che i problemi di disoccupazione,<br />

che si verifichino in Italia o in Svizzera, sono<br />

fonte di grande angoscia personale. Ognuno di noi deve<br />

dare un contributo per creare le condizioni necessarie<br />

a bloccare la pericolosa spirale della disoccupazione.<br />

Credo di avere già descritto i servizi della nostra Camera<br />

e l’interesse che possono rivestire per l’economia<br />

ticinese. Certamente è necessario che questi servizi<br />

siano conosciuti e, magari, adeguati alle specifiche esigenze<br />

del <strong>Ti</strong>cino. Credo che, in tal senso, sarà opportuno<br />

incrementare molto la collaborazione con gli Enti<br />

ticinesi, specialmente con la Camera di commercio del<br />

Canton <strong>Ti</strong>cino. Perciò sono molto grato dell’opportunità<br />

che mi viene offerta con questa intervista”.<br />

Si parla di ripresa per il 2010. Può tracciare qualche<br />

previsione?<br />

“Vorrei rispondere: «ma per chi mi ha preso?». Credo<br />

che non passi giorno senza che la previsione di un<br />

prestigioso ente contraddica la previsione di un altro<br />

prestigioso ente. Perciò non vorrei addentrarmi in previsioni<br />

più o meno azzardate. Mi pare di capire, salvo<br />

isolate voci di pessimismo a oltranza, che nel corso<br />

dell’anno prossimo si potrebbe consolidare un turnaround,<br />

ma penso sia difficile ipotizzarne la rapidità,<br />

l’estensione e il tempismo esatto. Purtroppo mi pare<br />

molto probabile che vi saranno ancora difficoltà per<br />

l’occupazione, con possibili ripercussioni sui consumi.<br />

Ma di più non Le saprei dire; se mi intervisterà tra un<br />

po’ di tempo, Le dirò come è andata”.<br />

Per maggiori informazioni:<br />

CAMERA DI COMMERCIO SVIZZERA IN ITALIA<br />

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Attualita`<br />

Comunicato stampa<br />

Cauto ottimismo Fra i ChieF<br />

FinanCial oFFiCer (CFo) svizzeri<br />

Prima CFO Survey di Deloitte – Risultati del terzo trimestre <strong>2009</strong><br />

Cresce, nel terzo trimestre <strong>2009</strong>, l’ottimismo fra le aziende<br />

svizzere in merito alle proprie prospettive finanziarie. È quanto<br />

emerge dallo studio trimestrale condotto da Deloitte, società<br />

di servizi professionali alle imprese. Tuttavia, sebbene i più ritengano<br />

passato il peggio della stretta creditizia, l’aspettativa<br />

generale è che la ripresa non si vedrà tanto presto in Svizzera.<br />

Lo studio Deloitte dimostra inoltre che la stragrande maggioranza<br />

degli intervistati condivide le azioni intraprese dai Governi<br />

per fronteggiare la crisi finanziaria.<br />

Secondo i risultati dello studio, il 79% dei partecipanti ritiene<br />

passato il peggio della crisi del credito e la maggioranza<br />

(57%), rispetto a tre mesi fa, si dichiara più ottimista sulle<br />

prospettive finanziarie del proprio business.<br />

Tuttavia, nonostante il cauto ottimismo dei partecipanti allo<br />

studio, il 68% dei CFO si aspetta una ripresa dell’economia<br />

svizzera soltanto nella seconda metà del 2010 o anche più<br />

tardi. “Nonostante le avvisaglie di ottimismo, non ci si lascia<br />

trasportare” dichiara Rolf Schönauer, Responsabile Financial<br />

Services di Deloitte Svizzera. “I CFO iniziano a vedere la fine<br />

della recessione ma sono comunque dell’avviso che la situazione<br />

economica rimanga molto difficile.”<br />

Ne consegue che la riduzione dei costi rimane comunque<br />

un tema principale nell’agenda dei CFO, l’80% dei quali sta<br />

riducendo le spese discrezionali mentre il 69% le spese del<br />

capitale. Oltre la metà (58%) sta considerando la riduzione<br />

del personale, mentre il 29% sta valutando lo spostamento<br />

all’estero della produzione o delle funzioni di supporto.<br />

I risultati dello studio dimostrano che in Svizzera sono stati<br />

evitati alcuni degli effetti più devastanti della crisi del credito<br />

globale. Sebbene il 34% dei CFO intervistati consideri il<br />

credito oneroso e il 45% difficile da ottenere, la maggioranza<br />

non sperimenta alcun problema particolare in nessuno dei<br />

due casi.<br />

La stragrande maggioranza dei CFO (83%) considera che<br />

l’intervento delle Autorità Svizzere nel sistema finanziario abbia<br />

allentato con successo la morsa della crisi finanziaria in<br />

Svizzera. I CFO si dimostrano ugualmente a favore (83%)<br />

della politica attuata dalla Banca Nazionale Svizzera di effettuare<br />

interventi in valuta estera per evitare un ulteriore<br />

rafforzamento del Franco Svizzero verso l’Euro.<br />

Altri risultati importanti dello studio<br />

• Il 45% dei CFO considera i crediti bancari ugualmente<br />

attrattivi quanto il capitale azionario.<br />

• I tre principali rischi che i CFO vedono per il proprio business<br />

nei prossimi 12 mesi sono un indebolimento della<br />

domanda estera (60%), pressioni continue nel sistema finanziario<br />

(47%) e il deterioramento della liquidità (43%).<br />

• I CFO ritengono che le azioni Svizzere siano sottostimate.<br />

L’81% si attende che il mercato azionario si risollevi nel<br />

corso del prossimo anno mentre il 75% ritiene che il volume<br />

di transazioni M&A riprenda nuovamente.<br />

La CFO Survey<br />

Deloitte ha condotto per la prima volta in Svizzera un’indagine<br />

trimestrale presso i responsabili finanziari e i direttori finanziari<br />

di gruppo delle principali società svizzere. L’indagine,<br />

svolta nel periodo 1-21 settembre <strong>2009</strong>, ha visto partecipare<br />

48 CFO, di cui 33 in rappresentanza di società quotate in<br />

borsa; tra queste: 6 società quotate allo SMI e 6 allo SMIM.<br />

Erano 15 i CFO di grandi realtà private. I partecipanti appartengono<br />

a svariati settori industriali, fra i quali il manifatturiero,<br />

il settore legato all’energia e materie prime, bancario,<br />

assicurativo, farmaceutico, medico, chimico, immobiliare e<br />

dei beni di consumo.<br />

La CFO Survey di Deloitte è la prima nel suo genere condotta<br />

in Svizzera.<br />

Deloitte<br />

Deloitte, società leader nella consulenza aziendale, fornisce<br />

servizi di revisione dei conti, consulenza fiscale, consulenza<br />

aziendale e corporate finance in tutto il mondo, tramite una<br />

rete di oltre 165’000 collaboratori in circa 150 Paesi.<br />

In Svizzera, oltre 800 professionisti operano in cinque città -<br />

Zurigo (sede principale), Basilea, Ginevra, Losanna e Lugano<br />

– per fornire valore a imprese di qualsiasi tipo e dimensione,<br />

dalle multinazionali alle imprese pubbliche e private, come<br />

pure alle piccole e medie imprese.<br />

Ulteriori informazioni al sito www.deloitte.ch<br />

È possibile richiedere lo studio “CFO Survey” all’indirizzo email<br />

office.lugano@deloitte.ch<br />

Per maggiori informazioni:<br />

Angela Pirondini<br />

Marketing & Communications<br />

Deloitte SA<br />

Via Ferruccio Pelli 1, P.O. Box 5520, 6901 Lugano<br />

Tel.: +41 91 913 74 00, apirondini@deloitte.ch<br />

25


Attualita`<br />

di Claudia Longhi, Analyst SRI Group SA<br />

26 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

partnership tra non proFit<br />

e monDo Delle imprese:<br />

evoluzione e tenDenze<br />

In occasione del 50° anniversario di UNICEF Svizzera si è<br />

discusso del tema in una conferenza a Lugano<br />

La responsabilità sociale è oggi fondamentale per le<br />

aziende. In quest’ottica l’integrazione dell’aspetto sociale<br />

nelle proprie strategia diventa di importanza centrale.<br />

Oggi però gli investimenti nelle non profit devono sempre<br />

più essere misurabili. Questo il messaggio chiave emerso<br />

durante la conferenza organizzata al Grand Hotel Villa<br />

Castagnola, con il sostegno di AIL Aziende Industriali di<br />

Lugano SA e BancaStato, in occasione del 50° anniversario<br />

di UNICEF Svizzera. L’incontro ha offerto una panoramica,<br />

sia dal punto di vista delle ONG che dal punto<br />

di vista delle aziende, dell’evoluzione e delle tendenze in<br />

atto nell’ambito delle partnership tra organizzazioni non<br />

profit ed aziende.<br />

Giorgio Fiorentini, Professore e Responsabile scientifico<br />

del Master in Management delle Imprese sociali, non<br />

profit e Cooperative della SDA Bocconi School of Management,<br />

ha illustrato come oggi l’impresa non possa prescindere<br />

dall’integrare nella sua strategia la responsabilità<br />

sociale, affiancando l’imprenditorialità alla solidarietà<br />

ed evitando il profitto senza limiti. Siccome le risorse<br />

immateriali come la reputazione, l’immagine e la fiducia<br />

diventano fondamentali nella percezione e valutazione<br />

dell’azienda, tant’è che oggi addirittura le imprese non<br />

socialmente responsabili vengono punite, è necessario<br />

dotarsi di una visione ed un approccio anche sociale e<br />

non solo economico e quindi da qui nasce il forte impulso<br />

a collaborare e sostenere le ONG. Un affiancamento che<br />

oggi però non è più solo donazione senza ritorni ma è oggetto<br />

sempre più di quantificazione: l’investimento deve<br />

essere misurabile. Infine, una tendenza in forte sviluppo è<br />

il social stock exchange: anche la borsa premia le aziende<br />

che hanno un atteggiamento responsabile nei confronti<br />

di ambiente, ecologia e socialità.<br />

Mauro Feller, Responsabile clienti commerciali area Sud<br />

e membro dei quadri di Swisscom, ha sottolineato quanto


Un momento della presentazione dei relatori intervenuti alla conferenza<br />

la responsabilità sociale sia fondamentale nelle strategie<br />

a lungo termine di Swisscom. Per il colosso ICT questa<br />

si concentra sia nell’ambito ambiente, per esempio nello<br />

sviluppo ed offerta di prodotti ecologici basati sull’efficienza<br />

energetica (il telelavoro e i Green ICT Services),<br />

sia nella socialità. In questo senso Swisscom ha avviato<br />

numerose collaborazioni con organizzazioni non profit<br />

e svolge un ruolo guida nelle tematiche riguardanti la<br />

società dell’informazione e le competenze mediatiche.<br />

La Corporate Responsability non rimane entro i confini<br />

dell’azienda ma significa anche responsabilità nei confronti<br />

della società, in particolare nei confronti dei più<br />

deboli. Swisscom si impegna specialmente nei settori in<br />

cui può mettere a disposizione il proprio know-how e la<br />

propria infrastruttura di telecomunicazione.<br />

Infine, Daniel Frey, Vicepresidente del comitato svizzero<br />

per l’UNICEF, ha raccontato i cinquant’anni di UNICEF<br />

Svizzera anche nell’ottica dell’evoluzione del fund raising:<br />

dalla vendita delle cartoline di auguri natalizi nel 1959<br />

si è passati a nuove ed attrattive forme di collaborazioni.<br />

UNICEF è sempre alla ricerca di innovative idee e formule<br />

di partnership per attrarre privati, fondazioni ed aziende<br />

e differenziarsi dalle altre organizzazioni. Le nuove tecnologie<br />

offrono oggi un nuovo campo d’azione, con enorme<br />

potenziale di sviluppo: le collette via sms o email rappresentano<br />

la tendenza in atto per il settore del fund raising<br />

delle ONG, un fundraising che si basa spesso proprio<br />

sulle piccole donazioni e che quindi ben si relaziona con<br />

questa nuova logica.<br />

50 anni uniCeF svizzera: non solo il FunD raisinG ma anChe l'orGanizzazione interna si evolve<br />

per CresCere<br />

Intervista con Elsbeth Müller<br />

UNICEF Svizzera festeggia quest’anno il suo 50° anniversario. Cinquant’anni, in Svizzera e all’estero,<br />

in favore dell’infanzia. Tra i 36 Comitati nazionali, l’UNICEF Svizzera è uno dei più attivi: nel 2008,<br />

ha raccolto fondi per 34,6 milioni di franchi. Nato nel 1959 come piccola associazione benefica, il<br />

Comitato svizzero si è sviluppato fino a diventare, mezzo secolo dopo, un importante attore della rete<br />

internazionale dell’UNICEF. Abbiamo chiesto ad Elsbeth Müller, Segretario generale, di raccontarci<br />

la struttura ed il lavoro di UNICEF Svizzera.<br />

Signora Müller, UNICEF Svizzera oggi è strutturato come una vera azienda. Come si è evoluta la sua<br />

organizzazione in questi 50 anni di attività?<br />

“La prima azione di vendita di cartoline natalizie, fu realizzata da un team composto da due persone: l’allora direttore Andrée<br />

Lappé e la sua assistente che, in due mesi, vendettero 12'000 scatole di biglietti d’auguri. Oggi, presso la sede di UNICEF<br />

Svizzera a Zurigano, lavorano 31 collaboratori fissi. Abbiamo un servizio clienti professionale, mentre i reparti marketing e<br />

comunicazione sviluppano ed applicano i più moderni strumenti di fundraising. Dalla nostra fondazione posso dire che siamo<br />

diventati un importante player globale nel network mondiale di UNICEF”.<br />

Quanto è importante questa struttura per il successo nel fundraising?<br />

“Strutture professionali e sperimentate sono per un’organizzazione come UNICEF fondamentali poiché ci permettono di svolgere<br />

il nostro lavoro con sempre maggiore accuratezza ed attenzione, affinché i donatori sappiano che il loro denaro è in buone<br />

mani. Il comitato svizzero per l’UNICEF si impegna per una trasparente ed inappuntabile raccolta ed amministrazione fondi,<br />

affinché le donazioni vengano utilizzate per il bene dei bambini in maniera mirata ed efficace. Proprio in quest’ottica, UNICEF<br />

Svizzera è certificata da quattro anni secondo la norma ISO 9001:2000”.<br />

Nella strategia di UNICEF Svizzera, come sono pianificati marketing e comunicazione?<br />

“Media, comunicazione e pubblicità sono in continua evoluzione. UNICEF è allineata a questo costante dinamismo, al fine di<br />

proporre campagne di fundraising di successo. Dobbiamo riuscire ad adattare costantemente ed al momento giusto le nuove<br />

forme di comunicazione ai nostri target di riferimento. Un esempio interessante è un concorso di creatività in Web 2.0 sul tema<br />

diritti dei bambini che si è da poco concluso e che abbiamo realizzato in collaborazione con l’Università di San Gallo (HSG) e<br />

la piattaforma Internet jovoto.com. Circa 200 giovani hanno fornito sorprendenti e mature idee, su come i diritti dei bambini<br />

potrebbero venir diffusi all’interno di una grande popolazione”.<br />

27


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GIUSTE RISPOSTE.<br />

F I D U C I A R I SUISSE<br />

www.fiduciarisuisse.ch<br />

Unione Svizzera dei Fiduciari


Attualita`<br />

aperture Dei neGozi per il perioDo natalizio<br />

Cari lettori,<br />

vi informiamo che anche quest’anno il DFE ha autorizzato le seguenti<br />

aperture straordinarie per il periodo natalizio.<br />

Per i negozi di ogni genere che si trovano sul territorio cantonale, sono autorizzate<br />

le seguenti aperture:<br />

• Martedì 8 dicembre, Immacolata, dalle 10.00 alle 18.00<br />

• Domenica 13 dicembre, dalle 10.00 alle 18.00<br />

• Domenica 20 dicembre, dalle 10.00 alle 18.00<br />

• Mercoledì 23 dicembre, apertura prolungata fino alle 21.00<br />

• Giovedì 24 dicembre, Vigilia di Natale, chiusura alle 17.00<br />

• Mercoledì 30 dicembre, apertura prolungata fino alle 21.00<br />

• Giovedì 31 dicembre, chiusura alle 17.00<br />

Per ulteriori informazioni, non esitate a contattare:<br />

Federcommercio<br />

c/o <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano<br />

www.federcommercio.ch<br />

Pubb VELADINI 9-09 A5 Or:Layout 1 23.11.<strong>2009</strong> 8:48 Pagina 2<br />

Società d’arti grafiche<br />

già Veladini & co SA<br />

Facciamo i conti<br />

con la natura...<br />

Abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo per l’ambiente, riciclando ogni scarto<br />

derivante dalla produzione ma non era abbastanza per garantire ai nostri clienti un<br />

prodotto a basso impatto ambientale.<br />

Nell’aprile 2007 abbiamo inserito nel nostro ciclo produttivo un sistema computer<br />

to plate Heidelberg per la preparazione digitale delle lastre di stampa che non utilizza<br />

più nessun tipo di sostanza chimica. Un primo passo subito seguito dall’utilizzo<br />

in stampa di inchiostri a base di oli vegetali, denominati BIO, nonché di carte certificate<br />

e rispettose dell’ecosistema.<br />

Nel luglio <strong>2009</strong> abbiamo ottenuto la Certificazione della Catena di Custodia secondo<br />

lo standard del Forest Stewardship Council (FSC). Offriamo la possibilità ai nostri<br />

clienti di realizzare i propri stampati con carte provenienti da foreste certificate perchè<br />

gestite correttamente dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.<br />

Con il nostro impegno abbiamo attuato una scelta precisa, ora tocca a voi: per distinguere<br />

i vostri stampati scegliete il nostro processo produttivo a elevata sostenibilità,<br />

nel rispetto dell’ambiente.<br />

Società d’arti grafiche già Veladini & co SA - Grafica - Prestampa - Stampa - Legatoria<br />

via Besso 42 CH - 6903 Lugano tel. +41 091 966 11 61 fax +41 091 966 14 47 info@veladini.ch www.veladini.ch<br />

29


Attualita`<br />

30 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

le spese Di natale in svizzera<br />

Secondo un’indagine condotta da Deloitte, società globale<br />

di revisione dei conti e consulenza aziendale, il consumatore<br />

svizzero è più ottimista sul futuro rispetto ai confinanti europei.<br />

La maggioranza degli Svizzeri ritiene di non essere stata toccata<br />

nelle proprie tasche dalla crisi economica e non ridurrà le spese<br />

destinate al prossimo Natale<br />

Le prossime festività natalizie sembrano essere sotto<br />

il segno di una migliorata fiducia fra i consumatori. È<br />

quanto emerge dalla dodicesima edizione della Christmas<br />

Survey, indagine condotta annualmente dal 1998 da Deloitte,<br />

società globale di revisione e consulenza aziendale,<br />

sulle tendenze di consumo previste per le festività di fine<br />

anno.<br />

Lo studio copre 19 Paesi al mondo e indaga in merito<br />

alla propensione a spendere per regali, cibo, bevande<br />

e attività di evasione, come pure all’ammontare<br />

a questi destinato (vedi box nella pagina successiva).<br />

Considerato in molti Paesi europei<br />

un benchmark per interpretare i trend di<br />

consumo emergenti, è atteso con impazienza<br />

da distributori, produttori di beni<br />

di consumo e opinion leader di settore. Il<br />

periodo preso in esame viene infatti considerato<br />

rappresentativo delle preferenze<br />

dei consumatori e funge da indicatore per<br />

proiezioni sul commercio al dettaglio nel corso<br />

del prossimo anno.<br />

Dopo un decennio di crescita costante del potere di<br />

acquisto e la stimolante apertura di nuovi mercati – in<br />

particolare dell’Europa dell’Est – che hanno portato la<br />

fiducia del consumatore a livelli record, la situazione generale<br />

vede oggi un atteggiamento di consumo più cauto,<br />

che si suppone sarà mantenuto per altri due anni. Nonostante<br />

ciò, la situazione non sembra essere così tragica<br />

come lo scorso anno. Ma veniamo ai risultati.<br />

Lo studio condotto in Svizzera ha comparato da un lato<br />

la situazione attuale rispetto allo scorso anno, dall’altro la<br />

situazione locale rispetto ai vicini europei.<br />

Dai risultati di quest’anno si evince un graduale aumento<br />

di fiducia fra i consumatori svizzeri, merito della moderata<br />

ripresa dell’economia svizzera nel corso dell’ultimo<br />

trimestre. In Svizzera, i consumatori, per lo più di sesso<br />

maschile, ritengono possibile una ripresa economica per<br />

il 2010, come confermato pure dalle più ottimiste previsioni<br />

di cifra di affari di grandi imprese svizzere (Oerlikon,<br />

Sulzer, Georg Fischer…..). Persiste la sensazione di<br />

trovarsi in un periodo di recessione ma sta comunque<br />

scemando considerevolmente rispetto allo scorso anno.<br />

Quest’anno, dunque, solo il 53% dei rispondenti rispetto<br />

al 70% dello scorso anno, considera ancora l’economia in<br />

recessione e solo il 37% dei consumatori, per lo più di<br />

classe media, sostiene che stia diminuendo il proprio<br />

potere di acquisto, contro il 53% del 2008. Da notare<br />

che la percezione positiva si ritrova soprattutto<br />

nella fascia di età compresa fra i 18-44 anni.<br />

La maggioranza dei rispondenti (69%, con<br />

una netta preponderanza fra gli svizzero<br />

tedeschi, rispetto al 59% negli altri Paesi)<br />

non ritiene che la crisi finanziaria abbia<br />

toccato le loro tasche e non intende tagliare<br />

le spese di Natale.<br />

Il budget medio destinato ai regali si aggira<br />

intorno a CHF 628, più o meno in linea con<br />

la media europea. Con CHF 828 pro capite, gli<br />

svizzero francesi si attestano meno parsimoniosi sui regali<br />

rispetto agli svizzero tedeschi, la cui media si aggira<br />

intorno a CHF 570. Un quarto dei rispondenti, con una<br />

netta prevalenza fra le donne (33% rispetto al 21% degli<br />

uomini) acquisterà più di dieci regali, il che significa un<br />

costo medio di CHF 63 a regalo. Per quanto riguarda i<br />

divertimenti, per il periodo di Natale la maggioranza stima<br />

in linea di massima di spendere come lo scorso anno.<br />

Al primo posto fra i regali più desiderati, in particolare<br />

fra donne e classi ad alto reddito, si ritrova il libro. Seguono<br />

buoni acquisto e denaro contante, mentre i regali<br />

costosi, ad esempio viaggi, gioielleria e orologi, pure fra i<br />

più desiderati, non sembrano saranno quelli più regalati.<br />

Uno dei motivi di questa tendenza è legato al fatto che<br />

la maggior parte dei consumatori svizzeri intende acquistare<br />

regali utili.


Un capitolo a parte sono i regali per bambini, dove si assiste<br />

a uno spostamento marcato di preferenze verso regali<br />

più tradizionali e a impronta pedagogica, quali libri e giochi<br />

educativi, oppure articoli che promuovono l’esercizio<br />

fisico, a scapito di console e giochi elettronici che invece<br />

avevano dominato il panorama negli ultimi anni. Questo<br />

trend è da relazionarsi essenzialmente a due fattori: da<br />

un lato, un atteggiamento generalmente più conservativo<br />

degli svizzeri, dall’altro una scelta più economica dettata<br />

dal contesto congiunturale.<br />

I regali natalizi più desiderati dagli svizzeri<br />

Libri 45%<br />

Buoni regalo 45%<br />

Denaro contante 42%<br />

Cd musicali 39%<br />

Biglietti per teatro, concerti o eventi sportivi 31%<br />

Viaggi 29%<br />

Vestiario 28%<br />

Articoli cosmetici/di profumeria 27%<br />

Gioielli/orologi 23%<br />

Articoli per la casa 23%<br />

I regali che gli svizzeri faranno a Natale<br />

Buoni regalo 39%<br />

Libri 39%<br />

Cd musicali 34%<br />

Cioccolata 26%<br />

Articoli cosmetici/di profumeria 25%<br />

Biglietti per teatro, concerti o eventi sportivi 19%<br />

Non so 17%<br />

Bevande/cibo 17%<br />

Vestiario 17%<br />

Articoli per la casa 17%<br />

Ma quando e dove si acquisteranno i regali? La maggioranza<br />

degli intervistati si muoverà con molto anticipo, per<br />

evitare ressa e code alla cassa e scegliere con tranquillità.<br />

I grandi magazzini continuano a rimanere i canali di<br />

acquisto preferiti (67%), insieme ai negozi specializzati,<br />

dove si recherà il 50% dei rispondenti, canale decisamente<br />

più preferito rispetto alle catene di supermercati<br />

(solo il 37%). D’altro canto, i supermercati, grazie a un<br />

ampio assortimento e a un buon rapporto qualità prezzo,<br />

sono il canale prescelto per l’acquisto di beni alimentari<br />

(75%), a scapito di negozi di alimentari tradizionali (7%) e<br />

discount (6%) che in questo particolare momento dell’anno<br />

godono di minore considerazione. Anche Internet è un<br />

canale di acquisto prediletto soprattutto fra gli uomini e le<br />

fasce ad alto reddito per via della comodità di reperimento<br />

del prodotto e le vaste possibilità di scelta. Rimangono<br />

comunque molti coloro che continuano a effettuare i loro<br />

acquisti tramite canali tradizionali, per vivere appieno il<br />

rituale natalizio, depositare subito sotto l’albero di casa il<br />

pacco e godere dell’esperienza di acquisto.<br />

Si confermano l’impiego dei nuovi media per la ricerca di<br />

informazioni e del prezzo più conveniente, la preferenza<br />

per prodotti che rispettino i criteri di sviluppo sostenibile<br />

e realizzati senza il ricorso al lavoro minorile, purché offerti<br />

a prezzi più o meno equivalenti.<br />

Dall’indagine emergono pure nuovi modelli di comportamento<br />

di consumo, legati alla diminuzione del potere<br />

di acquisto che si è registrata negli ultimi anni. Il nuovo<br />

consumatore dà preferenza all’utilità e alla durevolezza<br />

dei prodotti, effettuando le proprie scelte di acquisto in<br />

maniera estremamente razionale ed evitando acquisti di<br />

impulso. Tenderà a comparare oggettivamente i prezzi e<br />

a valutare la qualità dei prodotti innovativi sulla base del<br />

loro reale valore. La crisi è una lezione per i consumatori<br />

e c’è da credere che questo approccio più razionale e<br />

considerato sia destinato a perdurare anche una volta che<br />

la crisi sarà superata.<br />

In ogni caso, i nuovi modelli non dovrebbero pregiudicare<br />

i rosei fatturati che da sempre si concentrano nel periodo<br />

natalizio. Ciò è ben noto anche ai distributori: il consumatore<br />

assume un comportamento di acquisto diverso<br />

durante le festività natalizie, indipendentemente da qualsiasi<br />

proposito o congettura razionale. A maggior ragione<br />

quest’anno che Natale cade di venerdì: c’è da credere<br />

che le spese saranno persino superiori agli scorsi anni.<br />

Deloitte Christmas survey: metoDoloGia<br />

Per il dodicesimo anno, quest’anno fra il 29 settembre<br />

e il 10 ottobre <strong>2009</strong>, Deloitte ha condotto la Christmas<br />

Survey. Si tratta di un’indagine svolta in 19 Paesi al<br />

mondo, in merito al comportamento di acquisto e budget<br />

allocato per le prossime spese natalizie (regali,<br />

cibo, attività di evasione).<br />

Paesi coinvolti: Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania,<br />

Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Polonia,<br />

Portogallo, Romania, Russia, Slovacchia, Spagna, Sud-<br />

Africa, Svizzera, Turchia, Ucraina, USA.<br />

Modalità: questionario strutturato condotto via Internet<br />

e telefono.<br />

Campione rappresentativo: 17,567 consumatori, di cui<br />

801 in Svizzera, di età superiore a 18 anni, che partecipa<br />

regolarmente a indagini. Ciascun intervistato è<br />

stato classificato secondo caratteristiche socio-demografiche,<br />

ambiti di interesse, abitudini di consumo. Al<br />

fine di parametrizzare i rispondenti via Internet rispetto<br />

alla popolazione reale nei vari Paesi, questi sono<br />

stati segmentati ex-post sulla base del sesso, fascia<br />

di età, reddito, area geografica.<br />

31


Attualita`<br />

di Lisa Pantini<br />

IL COMMENTO<br />

il natale Dei tiCinesi<br />

Il Presidente di Federcommercio, Alberto Ménasche, traccia<br />

un profilo del consumatore ticinese nel periodo natalizio.<br />

Nonostante la crisi al Natale non si rinuncia<br />

Il <strong>Ti</strong>cino è difficilmente preso in considerazione nelle<br />

inchieste del genere della Deloitte Christmas Survey, in<br />

quanto la massa critica non è sufficientemente rappresentativa<br />

per ottenere risultati attendibili, considerando<br />

che questo tipo di indagine presenta sempre un margine<br />

di errore del ± 5%. Nel settore del commercio, il <strong>Ti</strong>cino<br />

rappresenta il 5% del mercato totale svizzero.<br />

Le abitudini dei consumatori non mutano nel tempo. E<br />

non cambieranno neppure quest’anno, sia che ci troviamo<br />

in un periodo propizio o di crisi. La prova di questo fatto<br />

l’abbiamo avuta già lo scorso anno, a Natale 2008, quando i<br />

consumi e le vendite del mese di dicembre 2008 sono state molto<br />

più rosee delle aspettative: sono state registrate vendite record in tutto il<br />

Cantone, tanto che, per fare un esempio, un’azienda della grande distribuzione<br />

ha premiato tutti i dipendenti con un bonus di 500.— CHF.<br />

Questo perché nonostante tutto, il Natale resta sempre un periodo nel quale si cerca un<br />

bisogno di stabilità e felicità, anche con prodotti superflui, pure quando ci troviamo in momenti<br />

di difficoltà.<br />

Anche in periodi come questo, dove però si vede lo spiraglio di luce in fondo al tunnel, tanto che nel 2010<br />

si parla di ripresa, i consumi ci saranno. L’abitudine di fare regali resterà sempre e anche per quest’anno si<br />

spenderanno soldi per regali, soprattutto ai bambini, alimentari per pranzi e cene e divertimenti. Magari essendo<br />

in un periodo “di magra”, la tendenza sarà quella di cercare di ridurre un po’ il budget. Sebbene vi siano anche dei<br />

trend allarmanti che parlano di consumatori che si creano debiti considerevoli per acquistare regali di Natale.<br />

Le tendenze confermano già buone prospettive per le vendite di dicembre <strong>2009</strong>.<br />

Sostanzialmente le abitudini per i consumi resteranno immutate. Per pranzi e cene si seguirà la tradizione: ogni famiglia<br />

ha un menù che ripete ogni anno, e anche in questa occasione verrà ripetuta la tradizione.<br />

Da sempre uno dei trend che si è riscontrato in <strong>Ti</strong>cino è quello di acquistare le novità, ossia i nuovi prodotti (di qualsiasi<br />

settore merceologico) appena immessi sul mercato (la nuova macchina per sfornare pagnotte fresche, l’ultimo<br />

modello di cellulare ultrafashion, la nuovissima fotocamera digitale, il nuovo TV a schermo piatto, ecc.), benché per<br />

quest’anno (<strong>2009</strong>) non abbiamo assistito all’immissione di nuovi prodotti in tal senso, per cui i consumatori si orienteranno<br />

su quelli già esistenti.<br />

I trend generali per tutti i Paesi coinvolti sono in linea con quanto accadrà, presumibilmente, anche in <strong>Ti</strong>cino. Regali<br />

eco-solidali, libri e giochi educativi per bambini, prodotti acquistati tenendo in particolare considerazione la provenienza<br />

(certificata) e badando al fatto che siano prodotti secondo rigidi criteri di responsabilità sociale (ad esempio:<br />

no allo sfruttamento infantile, prodotti non testati su animali, ecc.), anche grazie all’influsso dei mezzi<br />

di comunicazione che mettono in evidenza queste tematiche sensibili che scuotono le coscienze.<br />

La spesa pro capite per le festività sarà sicuramente in linea con quella svizzera. Se lo studio Deloitte<br />

evidenzia un maggiore ottimismo fra gli svizzero tedeschi e svizzero francesi rispetto agli europei, per<br />

il <strong>Ti</strong>cino si prospettano “tempi duri”, o meglio la visione è un po’ più pessimista: gli effetti dello scudo<br />

fiscale italiano saranno grevi, la disoccupazione aumenterà e tutta l’economia ne risentirà, commercio<br />

e consumi compresi.<br />

Anche il <strong>Ti</strong>cino comunque, cercherà di guardare avanti nel migliore dei modi possibili, trovando le giuste<br />

motivazioni.<br />

32 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Alberto Ménasche


Attualita`<br />

A cura di Osvalda Varini-Ferrari e Lorenza Hofmann<br />

Prefazione di Doris Leuthard<br />

Postfazione di Graziano Martignoni<br />

Edizioni Associazione Dialogare- Incontri<br />

© <strong>2009</strong> - ISBN 978-88-904197-0-6<br />

VI PRESENTIAMO QUEST’INTERESSANTE PUBBLICAZIONE<br />

EDITA DALL’ASSOCIAZIONE DIALOGARE- INCONTRI<br />

uomo lavoro paternità<br />

La promozione delle pari opportunità in una prospettiva<br />

maschile<br />

Uomo Lavoro Paternità, un libro, un progetto in una prospettiva<br />

maschile per riflettere sui percorsi che si incrociano, fra<br />

privato e professionale. L’uomo, il rapporto con il mondo del<br />

lavoro, l’evoluzione dei ruoli nella famiglia. Paternità e genitorialità<br />

fra radici, emozioni, percorsi e sfide personali, sociali<br />

e culturali.<br />

Una quarantina di autrici e autori ticinesi, svizzeri, italiani,<br />

riflettono su identità, ruoli, scelte, cambiamenti, pari opportunità,<br />

paternità, famiglia, genitorialità, politiche a sostegno<br />

delle famiglie e della conciliazione lavoro e famiglia.<br />

I CAPITOLI<br />

Il primo capitolo Famiglia, lavoro, pari opportunità propone,<br />

attraverso contributi di rappresentanti istituzionali sulla realtà<br />

svizzera e ticinese, una fotografia dell’evoluzione che, da<br />

una parte sembra procedere lenta e, dall’altra, accelerare il<br />

passo, ma che marca chiaramente l’emergere, a volte incerto,<br />

confuso, di nuovi modelli di vita e di lavoro.<br />

Il secondo capitolo Identità, ruoli, scelte presenta gli studi di<br />

autori che hanno lavorato in particolare sulle trasformazioni<br />

dei padri, dalla fine dei ruoli e della gerarchia patriarcale alla<br />

scoperta di un nuovo/altro maschile, di una nuova relazione<br />

di genitorialità.<br />

Il terzo capitolo Paternità focalizza il coinvolgimento emotivo<br />

dei padri nel percorso della nascita, interpellando i professionisti<br />

della nascita e della prima infanzia e tre papà che<br />

hanno accettato di raccontare il loro essere, sentirsi padri e<br />

come desiderano vivere la loro paternità e armonizzarla con<br />

la sfera professionale.<br />

Il quarto capitolo Mondo del lavoro informa su possibili incentivi,<br />

misure e buone prassi per implementare la conciliazione<br />

lavoro e famiglia nelle aziende in uno spirito win-win per<br />

datori di lavoro, collaboratrici e collaboratori. Ma soprattutto<br />

rileva l’apertura dei partner sociali verso soluzioni sostenibili<br />

– congedi paternità, asili nido, ecc. – anche attraverso il<br />

partenariato pubblico-privato.<br />

Il quinto capitolo Sguardi sulla realtà dà voce ad associazioni<br />

presenti sul territorio svizzero e ticinese, impegnate a<br />

favore delle pari opportunità<br />

e della promozione<br />

della conciliazione lavoro<br />

e famiglia, e riferisce di<br />

un “dibattito” fra uomini<br />

sulla condizione di marito<br />

e padre.<br />

Il sesto capitolo Maternità,<br />

paternità, famiglie tratta<br />

dell’evoluzione del diritto<br />

di famiglia, dei diritti<br />

dei bambini, dell’impatto<br />

della sfera professionale<br />

e di quella privata sulla<br />

salute di uomini e donne,<br />

di proposte di intervento<br />

per dare visibilità sociale<br />

al lavoro di cura, per poi concludere con una riflessione sulla<br />

crisi della famiglia, stretta fra tradizione e innovazione, in una<br />

rinnovata dimensione intergenerazionale.<br />

LE CURATRICI<br />

Osvalda Varini-Ferrari, Psicoterapeuta e Presidente dell’associazione<br />

dialogare-incontri<br />

Lorenza hofmann, Giornalista e consulente<br />

LE AUTRICI E GLI AUTORI (in ordine alfabetico)<br />

Alberto Agustoni, Luca Albertoni, Barbara Banfi, Piernando<br />

Binaghi, Erna Bordoli, Roberta Cecchi, Stefano Ciccone, Marcella<br />

Chiesi, Paola Coda Bertea, Grazia Colombo, Francesca<br />

Coppa Dotti, Massimo Delorenzi, Marco Deriu, Diego Erba,<br />

Matteo Ferrari, Marilena Fontaine, Elisabeth Häni, Lorenza<br />

Hofmann, Doris Leuthard, Fabio B. Losa, Andrea Lovaldi,<br />

Graziano Martignoni, Stefano Modenini, Gianni Moresi, Pau<br />

Origoni, Daniela Peduzzi, Paolo Peduzzi, Alberto Pellai, Marina<br />

Piazza, Meinrado Robbiani, Ilario Rossi, Roberto Sandrinelli,<br />

Patricia Schulz, Markus Theunert, Osvalda Varini-Ferrari,<br />

Silvia Vegetti Finzi, Pepita Vera Conforti, Aner Voloder,<br />

Jean Zermatten.<br />

Il libro è destinato a tutte le persone interessate.<br />

Prezzo: 25 franchi<br />

Può essere ordinato a: Edizioni Dialogare-Incontri<br />

via Foletti 23, 6900 Massagno<br />

segretariato@dialogare.ch<br />

Tel. +41 91 967 61 51<br />

33


Eventi<br />

seConDo ConsiGlio eConomiCo <strong>2009</strong><br />

Della CC-ti<br />

invito inDirizzato esClusivamente alle spettabili assoCiazioni Di<br />

CateGoria aFFiliate alla CC-ti<br />

Gentili signore,<br />

Egregi signori,<br />

abbiamo il piacere di invitarvi al secondo Consiglio economico<br />

annuale della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, dedicato questa volta alle<br />

problematiche dell'edilizia e dell'artigianato.<br />

Le numerose problematiche che preoccupano questi settori<br />

impongo una profonda e franca riflessione su come si<br />

possano cercare, trovare e proporre soluzioni per affrontare<br />

le numerose sfide che le aziende devono affrontare.<br />

Infatti, non vi sono solo gli Accordi bilaterali Svizzera -<br />

UE a porre concreti problemi, bensì anche una selva di<br />

regole interne che rendono difficile il lavoro quotidiano.<br />

La <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> intende quindi stimolare la discussione, al fine<br />

di raccogliere le differenti opinioni e sollecitazioni per<br />

stilare un documento e facilitare quindi il coordinamento<br />

dell'azione della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> verso l'autorità politica a tutela<br />

dei settori dell'edilizia e dell'artigianato. Non è quindi<br />

previsto alcun ordine del giorno, perché lo scopo è che<br />

ogni rappresentante possa esprimere in libertà le sue<br />

ConCiliare lavoro e FamiGlia<br />

Politiche e prassi win-win per azienda e collaboratori:<br />

pari opportunità per mamma e papà<br />

L’azienda, i collaboratori e le collaboratrici possono vivere<br />

positivamente e con reciproco vantaggio i cambiamenti<br />

dei modi di vivere e di lavorare? A questa ed altre<br />

domande cercherà di rispondere il ciclo di seminari Conciliare<br />

lavoro e famiglia promosso da Dialogare-Azienda,<br />

un’iniziativa dell’Associazione Dialogare, con il sostegno<br />

dell’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo<br />

(UFU), della Divisione della formazione professionale<br />

(DFP) e con il partenariato della Camera di commercio<br />

(<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>) e dell’Associazione Industrie <strong>Ti</strong>cinesi (AITI)<br />

I prossimi appuntamenti:<br />

• Congedi e flessibilità<br />

Seminario su iscrizione<br />

Giovedì 21 gennaio 2010, ore 9-12, Lugano, Camera<br />

di commercio, Sala Gildo Papa<br />

Con Rosy Croce, Capo Risorse umane di Migros <strong>Ti</strong>cino;<br />

Susanne Bigler Gloor, Responsabile HRM di Raiffeisen<br />

Svizzera italiana; Gianfranco Sciarini, Direttore Studio<br />

Ingegneria Sciarini SA, Raffaella Martinelli, Consultorio<br />

Donna e Lavoro. Moderatrice: Lorenza Hofmann, Giornalista,<br />

Associazione Dialogare<br />

34 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

proposte. Queste possono già essere anticipate in forma<br />

scritta inviando un messaggio di posta elettronica al Direttore<br />

della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Luca Albertoni (albertoni@cc-ti.ch).<br />

La seduta si terrà<br />

lunedì 14 dicembre <strong>2009</strong><br />

alle ore 16.30<br />

presso il Centro ricreativo e sportivo<br />

sito in Via Industria a Cadempino (Lugano Nord)<br />

Pur essendo l'incontro dedicato alle problematiche dei<br />

settori menzionati, ovviamente possono partecipare anche<br />

i rappresentanti delle associazioni del commercio,<br />

dell'industria e dei servizi che fossero interessati alle problematiche<br />

o che volessero semplicemente sottolineare la<br />

solidarietà degli altri operatori economici.<br />

Vi attendiamo numerosi a questo importante momento di<br />

riflessione e confronto.<br />

Per informazioni ed iscrizioni: Signora Veljkovic,<br />

Tel. +41 91 911 51 11, Fax +41 91 911 51 12, veljkovic@cc-ti.ch, www.cc-ti.ch<br />

• Aspettative e opportunità<br />

Seminario su iscrizione<br />

Giovedì 4 febbraio 2010, ore 9-12, Lugano, Camera di<br />

commercio, Sala Gildo Papa<br />

Con Franco Gervasoni, Direttore SUSPI, Sabrina Guidotti,<br />

Collaboratrice di SIC <strong>Ti</strong>cino, Gianni Moresi,<br />

Direttore aggiunto della Divisione della formazione<br />

professionale, Roberta Cecchi, Consultorio Sportello<br />

donna, Raffaella Martinelli, Consultorio Donna e<br />

Lavoro. Moderatrice: Lorenza Hofmann, Giornalista,<br />

Associazione Dialogare<br />

Ogni seminario ha un costo di fr. 200.—.<br />

Iscrizioni a:<br />

Associazione Dialogare<br />

via Foletti 23, 6900 Massagno<br />

Tel. +41 91 967 61 51 (lu-ve ore 9.00-12.00)<br />

Fax +41 91 967 61 52<br />

segretariato@dialogare.ch<br />

Ulteriori informazioni e iscrizioni su<br />

www.dialogare.ch > Dialogare Azienda


cadro 1/4:Layout 1 20.11.<strong>2009</strong> 15:03 Pagina 1<br />

Via Dassone 4<br />

CH-6965 Cadro<br />

www.cadro-panoramica.ch<br />

Natale<br />

<strong>2009</strong><br />

Aperitivo<br />

★★★<br />

Variazione di antipasti Natalizi<br />

★★★<br />

Raviolone all’uovo e Zincarlin<br />

con burro alle erbe<br />

★★★<br />

Lombata di vitello da latte<br />

cotto al sale marino<br />

con salsa alle spugnole<br />

tortino di patate<br />

bamboo di verdura<br />

★★★<br />

Fantasia di frutta esotica<br />

con sorbetto agli agrumi<br />

★★★<br />

Panettone classico<br />

con salsa vaniglia<br />

Sfr. 69.- p.p.<br />

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È gradita la riservazione<br />

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Formazione<br />

36 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

orsi proposti Dalla CC-ti<br />

GERENTE DI FILIALE NEL COMMERCIO AL DETTAGLIO<br />

Alla fine di ottobre è iniziato un nuovo corso destinato alle persone attive nella vendita. Si tratta della formazione<br />

di Gerente di filiale nel commercio al dettaglio, organizzato in <strong>Ti</strong>cino dalla Camera di commercio,<br />

dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino (<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>) in collaborazione con l’Istituto svizzero<br />

per la formazione di capi-azienda (SIUIFCAM) di Zurigo<br />

Inizio prossimo corso<br />

4 marzo 2010<br />

Durata<br />

12 giorni / 96 lezioni<br />

Frequenza delle lezioni<br />

Ogni giovedì dalle 08.30 alle 16.30<br />

Descrizione<br />

Grazie alla frequenza al corso sarete in grado di condurre<br />

in maniera qualificata la gestione di una filiale.<br />

Le conoscenze e le capacità acquisite in questo corso<br />

serviranno inoltre quale accesso a diverse possibilità di<br />

formazione continua nel commercio al dettaglio (specialista<br />

di categoria, specialista nel commercio al dettaglio,<br />

ecc.)<br />

Vantaggi della formazione<br />

Il corso trasmette delle conoscenze approfondite per una<br />

conduzione qualificata di una filiale. Attraverso esercizi la<br />

teoria sarà legata alla pratica e ben assimilata<br />

• Intraprendere una carriera nel commercio al dettaglio<br />

• Preparazione ottimale per la gestione di una filiale<br />

• Maggior sicurezza nel lavoro quotidiano<br />

Maggiori informazioni: visitate il nostro sito<br />

www.cc-ti.ch, scrivete un e-mail a corsi@cc-ti.ch<br />

o telefonateci allo +41 91 911 51 18<br />

• Formazione continua che può seguire direttamente la<br />

fine di un apprendistato<br />

• Preparazione ottimale alla formazione continua nel<br />

commercio al dettaglio (specialista di categoria, specialista<br />

nel commercio al dettaglio, ecc.)<br />

Destinatari<br />

Coloro che vogliono progredire e che si preparano alla<br />

gerenza di una filiale o che sono già attivi in questa funzione.<br />

Anche persone senza esperienza nel ramo grazie<br />

a questo corso otterranno delle buone basi<br />

<strong>Ti</strong>tolo<br />

Gerente di filiale nel commercio al dettaglio con certificato<br />

SIUIFCAM<br />

Materie<br />

• Tecniche di lavoro ed organizzazione<br />

• Comunicazione e gestione delle riunioni<br />

• Il controlling di filiale quale strumento di conduzione<br />

• Marketing<br />

• Gestione dei collaboratori<br />

• Analisi pratiche e lavoro sul campo<br />

Costo<br />

CHF 1980.- inclusi materiale, tasse d’esame e certificato<br />

SIUIFCAM


Corso Capi-azienDa 2010:<br />

una Formazione mirata<br />

per Giovani imprenDitori<br />

A settembre 2010 inizierà il nuovo ciclo formativo<br />

La scuola per capi-azienda offre una visione a<br />

360° delle attività aziendali e fornisce tutti gli<br />

elementi necessari per una conduzione imprenditoriale<br />

pragmatica ed ottimale.<br />

Non sono esposti solamente concetti teorici, l’approccio<br />

pratico è garantito.<br />

Le lezioni sono diurne e la frequenza ai corsi<br />

avviene parallelamente all’attività lavorativa.<br />

La scuola per capi-azienda in <strong>Ti</strong>cino vanta una<br />

lunga collaborazione con l’Istituto svizzero per la<br />

formazione di capi-azienda nelle arti e mestieri<br />

(IFCAM) di Berna, infatti è organizzata ormai da<br />

quarant’anni.<br />

Scopo di questa formazione è fornire le basi per<br />

una preparazione generale del dirigente d’azienda<br />

e aiutare l’imprenditore a sviluppare le sue<br />

capacità organizzative e applicare con il maggior<br />

profitto possibile all’interno della sua azienda le<br />

nuove nozioni acquisite.<br />

CORSI DI FORMAZIONE 2010<br />

Il corso prevede 440 ore di lezioni e si sviluppa<br />

nell’arco di due anni, inizierà nel mese di<br />

settembre e si terrà ogni settimana il venerdì<br />

mattina e il sabato mattina ogni tre settimane<br />

nel primo anno scolastico.<br />

Le iscrizioni saranno aperte dalla primavera 2010.<br />

Per informazioni annunciatevi alla<br />

Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato<br />

e dei servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino (<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>)<br />

IFCAM, Istituto svizzero per la formazione di capiazienda<br />

nelle arti e mestieri<br />

Corso Elvezia 16<br />

6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 18<br />

Fax +41 91 911 51 12<br />

corsi@cc-ti.ch<br />

www.cc-ti.ch<br />

L’anno prossimo la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> vuole continuare ad offrire dei corsi di formazione di qualità e d’attualità<br />

che contribuiscano ad aggiornare ed aiutare le persone attive nelle aziende ticinesi. Le proposte<br />

formative toccheranno vari ambiti tra i quali anticipiamo:<br />

- Temi scelti del diritto del lavoro<br />

- Comunicazione<br />

- Approfondimenti HR<br />

- Assicurazioni sociali<br />

- Know-how per esportatori<br />

- Questioni finanziarie<br />

Per essere sempre aggiornati vi invitiamo a voler visionare il calendario dettagliato dei corsi<br />

all’indirizzo www.cc-ti.ch. Per informazioni scrivete a corsi@cc-ti.ch o telefonate allo +41 91<br />

911 51 18.<br />

37


Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

CANDIDATO<br />

Marilena Pizzulo Galluccio<br />

Laurea quadriennale/Master<br />

in Scienze della comunicazione<br />

conseguita all’USI di<br />

Lugano nel 2006<br />

Anno di nascita: 1981<br />

Cittadinanza: svizzera<br />

CANDIDATO<br />

Elena De Silvestri<br />

Laurea magistrale in Architettura<br />

presso il Politecnico<br />

di Milano indirizzo tecnologico<br />

strutturale.<br />

Ha frequentato corsi avanzati<br />

di fotografia<br />

Anno di nascita: 1983<br />

Cittadinanza: italiana<br />

CANDIDATO<br />

Signora<br />

Laureata in giurisprudenza<br />

Università di Salisburgo con<br />

equipollenza dell’Università<br />

di Bologna<br />

Cittadinanza: austriaca<br />

CANDIDATO<br />

Antonella Capozza<br />

Università IULM, Milano<br />

Laurea triennale in Scienze<br />

e Tecnologie della Comunicazione<br />

(laureanda a marzo<br />

2010)<br />

Anno di nascita: 1986<br />

CANDIDATO<br />

Signora<br />

Laurea in Matematica.<br />

Esperienza di 8 anni presso<br />

una società italiana del settore<br />

Information Technology come<br />

Business Analyst (Senior<br />

Consultant), principalmente<br />

nell'ambito CRM (Customer<br />

Relationship Management) e<br />

BI (Business Intelligence)<br />

Anno di nascita: 1976<br />

Cittadinanza: italiana<br />

38 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

CONOSCENZE LINGUISTICHE CERCA INDIRIZZO<br />

Italiano: madrelingua<br />

Inglese: molto buono<br />

Tedesco: buono/discreto<br />

Francese: scolastico<br />

Italiano: madrelingua<br />

Inglese: ottimo<br />

Francese: conoscenze<br />

di base<br />

Cerca lavoro presso aziende<br />

pubbliche e private nel<br />

settore marketing/comunicazione/giornalismo<br />

oppure<br />

fiduciario-bancario.<br />

Maturata esperienza in entrambi<br />

i campi presso: GDS,<br />

Versace, Arner Consulting SA<br />

Cerca lavoro come architetto<br />

(progettazione architettonica,<br />

sviluppo di dettagli<br />

costruttivi, design d'interni,<br />

domande di costruzione). 2<br />

anni e mezzo di esperienza<br />

maturata in uno studio di architettura<br />

in <strong>Ti</strong>cino.<br />

Attitudine al lavoro di gruppo<br />

e tenacia al raggiungimento<br />

dell’obiettivo.<br />

Esperta nell'organizzazione<br />

e gestione del proprio lavoro<br />

e di quello del team<br />

Per le aziende che fossero interessate disponiamo del curriculum vitae completo, rivolgersi<br />

alla Signora G. Veljkovic, +41 91 911 51 11 o info@cc-ti.ch<br />

Vi rendiamo attenti che le seguenti segnalazioni vengono semplicemente pubblicate<br />

senza alcuna verifica della fonte e quindi garanzie e responsabilità da parte della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Via Pedemonte 2<br />

6962 Viganello – Lugano<br />

Tel. +41 91 966 12 31<br />

+41 79 315 10 88<br />

marilena.pizzulo81@yahoo.it<br />

CONOSCENZE LINGUISTICHE CERCA INDIRIZZO<br />

Tedesco: madrelingua<br />

Italiano: perfetto<br />

(traduttore iscritto presso il<br />

Tribunale di Milano)<br />

Inglese: ottimo<br />

Francese: scolastico<br />

Esperta di relazioni internazionali<br />

e di segreteria, con<br />

esperienza pluriennale maturata<br />

in contesti diversificati<br />

in grado di risolvere in<br />

autonomia e con spirito d’iniziativa<br />

problematiche emergenti<br />

anche di non ordinaria<br />

amministrazione, con ampia<br />

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Via Beltramina 10a<br />

6900 Lugano<br />

Tel. +41 76 545 01 83<br />

+39 347 911 33 83<br />

elenades@bluewin.ch<br />

CONOSCENZE LINGUISTICHE CERCA INDIRIZZO<br />

Italiano: madrelingua<br />

Inglese: buono<br />

Vietnamita: discreto<br />

Cerca impiego come analista<br />

funzionale e di processo,<br />

eventualmente anche<br />

con ruoli di pianificazione e<br />

coordinamento delle attività<br />

di analisi, sviluppo e test<br />

di un progetto IT. Maturata<br />

esperienza nei settori delle<br />

telecomunicazioni, energy e<br />

trasporti<br />

Via Luosi 12<br />

IT - 20131 Milano - Italia<br />

Via della Pianezza 25<br />

IT - 21010 Brezzo di Bedero,<br />

Luino (VA) - Italia<br />

Tel. +39 346 635 82 35<br />

+39 347 253 84 47<br />

m.madner@alice.it<br />

CONOSCENZE LINGUISTICHE CERCA INDIRIZZO<br />

Italiano: madrelingua<br />

Inglese: molto buono<br />

Francese: molto buono<br />

Spagnolo: scolastico<br />

Tedesco: scolastico<br />

Carca lavoro o stage nel<br />

settore marketing/eventi/comunicazione.<br />

Diverse esperienze<br />

lavorative/stage tra<br />

cui: presso la Media Edition<br />

International a Parigi e presso<br />

l’Ufficio Affari Internazionali,<br />

Università IULM<br />

Via Vergiò 28<br />

6932 Breganzona<br />

Tel. +41 79 265 46 73<br />

a.capozza@hotmail.com<br />

CONOSCENZE LINGUISTICHE CERCA INDIRIZZO<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Corso Elvezia 16<br />

6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 11<br />

info@cc-ti.ch


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

esportare Con suCCesso il CleanteCh svizzero in inDia<br />

luGano, 15 DiCembre <strong>2009</strong><br />

Il mercato del cleantech è in forte crescita nel mondo intero. La Svizzera dispone di un<br />

ampio know-how e di numerose PMI con un alto grado innovativo, ma l’esportazione di<br />

prodotti e servizi in quest’ambito è nettamente inferiore alle capacità e inoltre, il ramo è<br />

frammentato. Molte sono le aziende inconsapevoli di appartenere al settore cleantech,<br />

ad esempio perché forniscono tecnologie complementari.<br />

Le ricerche di mercato commissionate dall’Osec per conto della piattaforma cleantech<br />

fondata nell’ambito delle misure di stabilizzazione della Confederazione hanno identificato<br />

vari mercati target in cui promuovere il cleantech svizzero, tra cui l’India. L’Osec, la Segreteria di Stato dell’economia<br />

SECO, la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino e Marwas AG<br />

propongono il seminario “Esportare con successo il cleantech svizzero in India” per illustrare alle imprese ticinesi<br />

attive in questo settore quali opportunità concrete si offrono loro in India e gli aspetti culturali di cui occorre tenere<br />

conto per una fattiva collaborazione in tale paese.<br />

Il seminario si terrà il 15 dicembre <strong>2009</strong>, dalle 13.30 alle 17.30 presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Sala Dott. Gildo Papa, 6° piano,<br />

Corso Elvezia 16, 6900 Lugano. La quota di iscrizione ammonta a CHF 70.- per i soci Osec e <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, CHF 90.- per<br />

i membri di associazioni affiliate alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> e CHF 110.- per tutti gli altri interessati.<br />

Per maggiori informazioni, prego consultare www.cc-ti.ch > formazione > lista dei corsi<br />

vi aspettiamo numerosi!<br />

Expo 2015 a Milano: il masterplan specifica le<br />

indicazioni progettuali<br />

Il disegno progettuale dell’Expo 2015 a Milano pubblicato<br />

recentemente si fonda su un concetto base che tiene<br />

conto delle attuali esigenze ambientali e di una nuova sobrietà,<br />

rinunciando a edificazioni di prestigio e a progetti<br />

sproporzionati. Non si risparmia invece sull’infrastruttura.<br />

Gli stanziamenti iniziali per l’allestimento del parco di Expo<br />

2015 ammontavano a 4,5 miliardi di euro. Si rinuncia<br />

ad alcuni progetti rilevanti, per esempio all’edificazione<br />

di nuovi padiglioni e di una torre alta 200 metri. I fabbisogni<br />

d’investimento dovrebbero quindi diminuire, ma le<br />

relative cifre ufficiali non sono ancora disponibili.<br />

Non si bada invece a spese per l’ampliamento delle infrastrutture,<br />

sempre preventivate in 11 miliardi di euro.<br />

Si pianifica di costruire due nuove linee di metropolitana<br />

nonché di ottimizzare i collegamenti agli aeroporti e alle<br />

stazioni di Milano. Non è ancora certa la costruzione di<br />

due nuove superstrade e di una galleria stradale tra l’aeroporto<br />

di Linate e la zona espositiva.<br />

L’Expo 2015 sarà dedicata al settore dell’alimentazione,<br />

come si evince dal titolo “Nutrire il Pianeta, Energia per<br />

la Vita”. Di conseguenza, l’esposizione si snoderà intorno<br />

ad un giardino allestito artificialmente. Nei padiglioni<br />

circostanti, gli espositori illustreranno la pianificazione<br />

territoriale nelle proprie regioni e nazioni, presentata con<br />

colture da zone tropicali, subtropicali, aride, temperate<br />

e fredde. Sono inoltre progettate due grandi passeggiate<br />

con stand di cibi che attraversano la zona espositiva e di<br />

canali navigabili che si collegano a quelli della metropoli<br />

lombarda.<br />

Sito internet dell’Expo 2015:<br />

www.milanoexpo-2015.com<br />

Il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”:<br />

http://www.milanoexpo-2015.com/ita/tema.htm<br />

India: nuove disposizioni relative ai visti per affari<br />

L’India ha inasprito le disposizioni relative ai visti d’ingresso<br />

per affari e per lavoro. I “business visa” sono ora<br />

accordati unicamente ai seguenti scopi:<br />

• presa di contatto con aziende indiane;<br />

• incontri / riunioni con partner d’affari indiani;<br />

• valutazione del mercato indiano;<br />

• acquisto o vendita di prodotti;<br />

• visita di fiere.<br />

Occorrerà invece richiedere un “employment visa” per le<br />

seguenti attività:<br />

• manutenzioni;<br />

• lavori progettuali;<br />

39


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

• installazioni;<br />

• riparazioni.<br />

La concessione di un visto per lavoro richiede oneri maggiori<br />

a causa dei numerosi documenti da presentare e<br />

comporta tempi d’attesa più lunghi.<br />

Le disposizioni vigenti sono introdotte e inasprite a causa<br />

dell’aumento degli abusi in India, dove sempre più lavoratori<br />

stranieri sono impiegati senza il relativo visto oppure<br />

con un visto per affari o turismo.<br />

Modifiche rilevanti per i visti business (B visa) ed employment<br />

(E visa) in India / FAQ (in tedesco)<br />

www.osec.ch/sbhindia > Viaggi/soggiorno<br />

Economic <strong>Ti</strong>mes: “Foreigners require employment visas<br />

to work in India”<br />

http://economictimes.indiatimes.com/News/News-<br />

By-Industry/Services/Travel/Visa-Power/Foreignersrequire-employment-visas-to-work-in-India/articleshow/5153376.cms<br />

Un piccolo accorgimento per la preferenza tariffaria<br />

di prodotti svizzeri con destinazione Giappone<br />

L’attuazione dell’Accordo di libero scambio tra Svizzera<br />

e Giappone non funziona ancora senza intoppi. Sembra<br />

infatti che diversi esportatori svizzeri abbiano costatato<br />

che occorre indicare una località svizzera nel campo<br />

“place of receipt” della “bill of lading” affinché le dogane<br />

giapponesi accordino la preferenza tariffaria ammessa<br />

grazie all’accordo.<br />

Tuttavia, la compilazione del campo “place of receipt”<br />

non è obbligatoria e gli spedizionieri, se lo compilano,<br />

indicano sovente il porto d’imbarco, che naturalmente<br />

non può essere ubicato in Svizzera poiché è un paese<br />

senza sbocco sul mare.<br />

Per evitare le difficoltà riscontrate, si consiglia pertanto<br />

di chiedere allo spedizioniere di indicare una località svizzera<br />

nel campo “place of receipt” della “B/L”.<br />

USA: modernizzazione globale della rete elettrica<br />

Con un generoso stanziamento di fondi provenienti dal<br />

piano di stimolo economico “American Recovery and<br />

Reinvestment Act”, Washington lancia un piano di risanamento<br />

e di modernizzazione della rete elettrica nazionale.<br />

L’importo iniziale di cui dispone l’ufficio competente “Office<br />

of Electricity Delivery & Energy Reliability” (OE) per<br />

finanziare un centinaio di progetti energetici ammonta a<br />

4,5 miliardi di dollari.<br />

Ci si concentra soprattutto sulla realizzazione della cosiddetta<br />

“Smart Grid Technology” con uno stanziamento di<br />

3,4 miliardi di dollari. L’economia privata si dice disposta<br />

a contribuirvi con ulteriori 4,7 miliardi.<br />

I progetti prevedono prevalentemente di:<br />

• collocare 40 milioni di contatori elettrici nelle economie<br />

domestiche;<br />

• installare 700 trasformatori automatizzati;<br />

• montare 200’000 nuovi trasformatori digitali e 850<br />

sensori.<br />

Attualmente, vi sono 400 richieste al vaglio dell’OE, pro-<br />

40 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

venienti da tutti gli Stati Uniti. Nei prossimi due mesi<br />

saranno scelti 100 progetti da eseguire entro due anni.<br />

US Department of Energy: American Recovery and<br />

Reinvestment Act – Funding Opportunities<br />

www.oe.energy.gov/information_center/american_recovery_reinvestment_act.htm<br />

Smart Grid Investment Grant Program<br />

www.fedconnect.net/FedConnect/?doc=DE-FOA-<br />

0000058&agency=DOE<br />

Brasile: investimenti miliardari per i campionati<br />

mondiali di calcio 2014<br />

Il Brasile non bada a spese per mostrarsi dal suo lato<br />

migliore in qualità di paese ospitante dei campionati<br />

mondiali di calcio 2014. Nella sola Rio de Janeiro sono<br />

previsti investimenti per un totale di 10 miliardi di euro<br />

e anche le altre 11 sedi delle partite intendono essere<br />

all’altezza.<br />

Secondo un rapporto dello Swiss Business Hub Brazil<br />

(“Investitionen für die Fussball-WM 2014”), i maggiori<br />

progetti comprendono:<br />

• stadi di calcio: saranno costruiti quattro stadi (a Recife,<br />

Natal, Manaus e Cuiabá) con una capienza da<br />

45’000 a 48’000 spettatori cadauno e altri otto (a<br />

Porto Alegre, Curitiba, São Paulo, Rio de Janeiro, Belo<br />

Horizonte, Brasilia, Salvador e Fortaleza) saranno ristrutturati<br />

e ampliati;<br />

• trasporto pubblico in zona urbana: si prevede l’ampliamento<br />

delle metropolitane di São Paulo, Rio de<br />

Janeiro, Porto Alegre, Salvador, Recife e Fortaleza e<br />

delle reti di bus, tram e ferrovie sopraelevate in tutte<br />

le dodici città che ospiteranno le partite. São Paulo<br />

pubblicherà inoltre una gara d’appalto per una nuova<br />

metropolitana urbana tra l’aeroporto e il centro città.<br />

Infine, si porterà a termine la costruzione di una linea<br />

ad alta velocità Rio de Janeiro – São Paulo – Campinas;<br />

• disposizione e sicurezza nelle zone pubbliche: numerose<br />

città prevedono consistenti lavori di risanamento:<br />

a titolo d’esempio, citiamo la ristrutturazione di centri<br />

storici, l’ampliamento della rete fognaria, il miglioramento<br />

della sicurezza pubblica (impiego di telecamere<br />

di sorveglianza), la costruzione di nuove attrazioni<br />

(funicolari, acquari, campi da golf ecc.);<br />

• trasporto aereo: gli aeroporti delle città ospitanti dovranno<br />

essere ampliati e modernizzati. I maggiori<br />

progetti comprendono la costruzione di un’altra pista<br />

d’atterraggio all’aeroporto Viracopos vicino a Campinas<br />

e di un nuovo aeroporto a Natal;<br />

• telecomunicazioni: l’infrastruttura delle telecomunicazioni<br />

deve essere portata all’ultimo stato della tecnica<br />

per garantire che le televisioni ad alta definizione e i<br />

numerosi studi televisivi del centro audiovisivo internazionale<br />

possano trasmettere senza intoppi;<br />

• industria alberghiera: si rileva un ampliamento consistente<br />

delle strutture alberghiere. La sola Rio prevede<br />

di edificare 19 nuovi alberghi.<br />

Una legge è attualmente in elaborazione (“Lei Geral da<br />

Copa”) che permetta di accelerare la progettazione e la


ealizzazione di progetti collegati ai mondiali di calcio.<br />

Prevederà soprattutto incentivi fiscali e la concessione<br />

facilitata di permessi di lavoro a tempo determinato.<br />

Swiss Business Hub Brazil: “Brasilien – Investitionen<br />

für die Fussball-WM 2014”<br />

www.osec.ch/sbhbrazil > Possibilità d’affari<br />

Continua crescita degli investimenti globali nelle<br />

energie rinnovabili<br />

Secondo un’indagine del programma delle Nazioni Unite<br />

per l’ambiente (United Nations Environment Programme<br />

UNEP), gli investimenti nelle energie rinnovabili sono<br />

aumentati del 5% a livello mondiale e ammontano a<br />

155 miliardi di dollari. L’incremento è dovuto soprattutto<br />

agli investimenti nei paesi in via di sviluppo. Tuttavia,<br />

la crisi finanziaria ed economica ha frenato anche questo<br />

settore. Nel 2007, gli investimenti sono aumentati<br />

di ben 60% rispetto all’anno precedente. In confronto,<br />

l’aumento del 5% nel 2008 è dovuto prevalentemente<br />

all’impegno maggiore per le energie rinnovabili nei paesi<br />

in via di sviluppo: nei paesi industrializzati, la crescita<br />

è diminuita del 1,7% a 82,3 miliardi di dollari mentre<br />

nei paesi in via di sviluppo è aumentata del 27% a 36,6<br />

miliardi di dollari. La Cina si dimostra il più impegnato<br />

con un totale di investimenti di 15,6 miliardi di dollari.<br />

Malgrado la crisi e una diminuzione, si continua ad investire<br />

maggiormente in Europa (49,7 miliardi di dollari) e<br />

nel Nordamerica (30,1 miliardi). I paesi emergenti e in<br />

via di sviluppo guadagnano quota, come emerge dai dati<br />

sulla crescita media dal 2004:<br />

Europa 56%<br />

Nordamerica 63%<br />

Asia/Oceania 64%<br />

Cina 106%<br />

India 50%<br />

Sudamerica 145%<br />

Brasile 173%<br />

Africa/Vicino Oriente 81%<br />

L’anno scorso, gli investimenti maggiori sono stati destinati<br />

all’energia eolica (51,8 miliardi di dollari / +1%<br />

rispetto all’anno precedente / crescita media dal 2004:<br />

51%), all’energia solare (33,5 miliardi di dollari / +49%<br />

/ 172%), ai biocarburanti (16,9 miliardi di dollari / -9%<br />

/ 90%) e alla biomassa (7,9 miliardi di dollari / -25% /<br />

45%).<br />

UNEP/SEFI/New Energy Finance: Summary „Global<br />

Trends in Sustainable Energy Investment <strong>2009</strong>”<br />

UNEP/SEFI/New Energy Finance: Report „Global<br />

Trends in Sustainable Energy Investment <strong>2009</strong>”<br />

Presentazione in powerpoint: “Global Trends in Sustainable<br />

Energy Investment <strong>2009</strong>”<br />

Stati dell’OCSE: i settori pubblici a confronto<br />

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico<br />

OCSE pubblica un’indagine approfondita sulla<br />

qualità del settore pubblico nei propri stati membri. Secondo<br />

un comunicato stampa dell’OCSE, “Government<br />

at a Glance” analizza e confronta per la prima volta il<br />

finanziamento dell’apparato statale e la gestione dell’amministrazione<br />

pubblica.<br />

L’indagine comprende i seguenti temi:<br />

• la quota-parte della spesa pubblica in relazione al PIL:<br />

le percentuali maggiori risultano in Svezia (54,3%),<br />

Francia (52,7%) e Ungheria (51,8%) mentre le minori<br />

si registrano in Giappone (36,1%), Irlanda (33,7%) e<br />

Corea (30,2%);<br />

• la quota-parte dei dipendenti statali rispetto al totale<br />

della popolazione attiva: i numeri più elevati si riscontrano<br />

in Norvegia (28,8%), Svezia (28,3%) e Francia<br />

(21,9%) mentre i più bassi risultano in Svizzera (7,1%),<br />

Corea (5,5%) e Giappone (5,3%);<br />

• la quota-parte dei dipendenti statali in base all’età e<br />

al sesso;<br />

• la decentralizzazione dei servizi pubblici;<br />

• l’amministrazione pubblica online (e-government).<br />

OECD: Government at a Glance (versione con informazioni<br />

supplementari)<br />

w w w . o e c d . o r g / d o c u m e n t / 3 3 / 0 , 3 3 4 3 ,<br />

en_2649_33735_43714657_1_1_1_1,00.html<br />

Comunicato stampa: “Debt crunch will force governments<br />

to improve efficiency, OECD predicts”<br />

w w w . o e c d . o r g / d o c u m e n t / 3 6 / 0 , 3 3 4 3 ,<br />

en_2649_34487_43912877_1_1_1_1,00.html<br />

OECD Government at a Glance (indagine da scaricare<br />

per la sola lettura)<br />

h t tp: // b r o w s e .o e c db o o k s h o p.o r g /o e c d /p d f s /<br />

browseit/4209151e.pdf<br />

La tendenza al ribasso delle imposte sulle società<br />

volge alla fine<br />

Negli ultimi 13 anni, le imprese hanno potuto beneficiare<br />

di imposte al ribasso a livello globale. Nel contesto della<br />

crisi economica persistente, si delinea ora un’inversione<br />

di tendenza. Le casse statali da ricolmare renderanno<br />

necessario un inasprimento fiscale.<br />

Secondo un’indagine sull’evoluzione globale delle imposte<br />

sulle società e della tassazione indiretta, molti stati,<br />

soprattutto europei, ricorreranno ad un ampliamento<br />

della base per le imposte sull’utile societario e ad un<br />

aumento dell’aliquota dell’IVA.<br />

Benché non si sia ancora giunti a questo punto, la tendenza<br />

al ribasso delle imposte è definitivamente finita.<br />

L’aliquota media delle imposte societarie in Europa è rimasta<br />

al 23,2% rispetto all’anno precedente e permane<br />

invariata al 26,9% in America latina. La riduzione continua<br />

solo nella zona Asia-Pacifico, che è passata dal<br />

28,4% al 27,5%.<br />

Imposte sulle società (stato al 1° gennaio <strong>2009</strong>)<br />

Nelle seguenti nazioni/zone fiscali vige l’esenzione<br />

dall’imposta sulle società: Bahamas, Bahrein, Bermuda,<br />

Guernsey, Isola di Man e Isole Cayman.<br />

Nei seguenti stati (in ordine alfabetico), l’aliquota dell’imposta<br />

sulle società è inferiore al 21,17%, ossia più bassa<br />

che in Svizzera: Afghanistan (20%), Albania (10%), Arabia<br />

Saudita (20%), Armenia (20%), Bosnia-Erzegovina<br />

41


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

(10%), Bulgaria (10%), Cile (17%), Cipro (10%), Croazia<br />

(20%), Egitto (20%), Estonia (21%), Hong Kong (16,5%),<br />

Irlanda (12,5%), Islanda (15%), Kazakistan (20%), Kuwait<br />

(15%), Lettonia (15%), Lituania (20%), Macao<br />

(12%), Macedonia (10%), Mauritius (15%), Montenegro<br />

(9%), Oman (12%), Paraguay (10%), Polonia (19%),<br />

Repubblica Ceca (20%), Repubblica Slovacca (19%),<br />

Romania (16%), Russia (20%), Serbia (10%), Singapore<br />

(18%), Slovenia (21%), Turchia (20%), Ungheria (16%).<br />

Le aliquote negli stati limitrofi ammontano a: Austria:<br />

25%, Francia: 33,33%, Germania: 29,44%, Italia:<br />

31,4%.<br />

In altri paesi economicamente rilevanti si attestano a:<br />

Brasile: 34%, Cina: 25%, Giappone: 40,69%, Gran Bretagna:<br />

28%, India: 33,99%, USA: 40%.<br />

Imposte indirette (stato al 1° gennaio <strong>2009</strong>)<br />

Nelle seguenti nazioni/zone fiscali si pagano meno imposte<br />

indirette (in prevalenza imposte sul valore aggiunto e<br />

sulla cifra d’affari): Antille olandesi (5%), Aruba (3%), Canada<br />

(5%), Giappone 5%, Iran (3%), Jersey (3%), Nigeria<br />

(5%), Panama (5%), Singapore (7%), Svizzera (7,6%),<br />

Tailandia (7%), Taiwan (5%), Yemen (5%).<br />

Le imposte indirette negli stati limitrofi ammontano a:<br />

Austria: 20%, Francia: 19,6%, Germania: 19%, Italia:<br />

20%.<br />

In altri paesi economicamente rilevanti si attestano a:<br />

Brasile: 19%, Cina: 17%, Gran Bretagna: 15%, India:<br />

12,5%, Russia: 18%, USA: dal 5% al 10,25% (a seconda<br />

dello stato).<br />

KPMG: “Trend of Falling Corporate Taxes Has Come<br />

To an End”<br />

www.kpmg.ch/mediareleases/16406.htm<br />

KPMG’s Corporate and Indirect Tax Rate Survey <strong>2009</strong><br />

www.kpmg.ch/docs/KPMG_CorporateIndirectTaxRate-<br />

Survey_FINAL.pdf<br />

Businessglobal.com: la prima piattaforma fiere online<br />

BusinessGlobal.com, la prima piattaforma online internazionale<br />

per fiere virtuali, ha avviato l’attività a settembre<br />

<strong>2009</strong> inaugurando il salone virtuale “The Best of China”.<br />

Di recente, è entrata in funzione anche in Svizzera.<br />

La partecipazione a fiere comporta spesso notevoli costi<br />

e dispendi che si rivelano troppo alti per alcune imprese<br />

piccole o di recente costituzione, soprattutto in un periodo<br />

di crisi economica. La piattaforma permette alle ditte<br />

con un modesto budget per le fiere di presentare i propri<br />

prodotti e servizi con costi minori e rispettando altresì<br />

l’ecologia (nessuna trasferta), con immagini e video virtuali<br />

che assomigliano in modo impressionante ad una<br />

realtà fieristica. Gli espositori possono essere contattati<br />

dai visitatori direttamente via livechat 24 ore su 24 e con<br />

telefonia tramite IP.<br />

L’accesso è gratuito per i visitatori; la partecipazione per<br />

gli espositori costa tra CHF 1’000 e CHF 4’000.<br />

Il 7 settembre <strong>2009</strong> ha preso avvio il primo salone internazionale<br />

intitolato “The Best of China”. Nella prima<br />

settimana, i 2’700 espositori hanno accolto 100’000<br />

visitatori provenienti da 181 paesi.<br />

42 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Le seguenti fiere si svolgeranno sulla piattaforma nell’arco<br />

dei prossimi cinque mesi: “The Euro China Partnership<br />

& Investment Fair”, “The Best of India”, “Furniture &<br />

Interior”, “Travel & Tourism” e “Fashion & Accessoires”.<br />

Si prevede di organizzare l’anno prossimo il salone “Best<br />

of Switzerland“.<br />

BusinessGlobal.com: The International On-line Exhibition<br />

Center<br />

www.businessglobal.com/ch<br />

Contatto per ulteriori informazioni: IMC Business Global<br />

Plc, Badenerstr. 18, 8004 Zurigo<br />

tel.: +41 44 200 54 90, e-mail: zurich@businessglobal.com<br />

Il diritto legale alle vacanze nel confronto<br />

internazionale<br />

La legislazione in Finlandia, Brasile e Francia garantisce<br />

ai dipendenti 30 giorni di vacanze all’anno: è la quota<br />

più alta nei 41 paesi confrontati nell’indagine sul diritto<br />

legale alle vacanze stilata dalla ditta di consulenze aziendali<br />

Mercer.<br />

Altrettanta generosità si riscontra in Russia, Lituania e<br />

Gran Bretagna (28 giorni all’anno cadauno), in Polonia<br />

(26) e in Grecia, Austria, Danimarca, Svezia, Norvegia e<br />

Lussemburgo (25 ognuno). Il diritto ammonta a 20 giorni<br />

annuali in Svizzera e in altri 14 paesi quali Germania,<br />

Giappone, Italia, Australia, Belgio e Paesi Bassi.<br />

Cina e Canada concedono meno giorni (10 cadauna) così<br />

come India (12), Singapore e Hong Kong (14 ognuno),<br />

USA (nessuna disposizione vincolante, di norma 15 giorni)<br />

e Taiwan (15).<br />

Il maggior numero di congedi festivi ufficiali si contano<br />

in Giappone e in India (16 cadauno), ma in quest’ultimo<br />

paese le aziende private tengono conto di soli 5 a 7 giorni<br />

festivi. Altrettanto alto il numero in Sudcorea, Repubblica<br />

Slovacca e Cipro (15 giorni festivi ognuno) nonché in<br />

Spagna e Malta (14 cadauno).<br />

La Svizzera conta soli 9 giorni festivi ufficiali; si festeggia<br />

ancora meno in Gran Bretagna, in Australia e nei Paesi<br />

Bassi (8 ognuno).<br />

Tenuto conto di festivi e di vacanze, i dipendenti in Brasile<br />

e in Lituania godono del maggior numero di giorni liberi<br />

al mondo (41); Russia, Francia e Finlandia ne contano<br />

40. In coda alla classifica si situano Cina con 21 giorni<br />

e Canada con 19.<br />

Comunicato stampa Mercer: “Gesetzlicher Urlaubsanspruch<br />

– weltweite Studie”<br />

www.mercer.ch/summary.htm?siteLanguage=1000&idC<br />

ontent=1360650<br />

Osec<br />

Corso Elvezia 16<br />

Casella postale 5399 - CH-6901 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 35/37<br />

Fax +41 91 911 51 39<br />

info.lugano@osec.ch<br />

www.osec.ch


Fiere internazionali<br />

SWISS Pavilion alle maggiori fiere internazionali: il calendario del 1°<br />

trimestre 2010<br />

• WORLD FUTURE ENERGY SUMMIT 2010, Abu Dhabi, 18 – 21 gennaio 2010:<br />

fiera della tecnica ambientale<br />

Informazioni generali: www.worldfutureenergysummit.com<br />

• ARAB HEALTH 2010, Dubai, 25 – 28 gennaio 2010: fiera-congresso sulla<br />

salute<br />

Informazioni generali: www.arabhealthonline.com<br />

• CIOSP 2010, São Paulo, 30 gennaio – 3 febbraio 2010: congresso internazionale<br />

di odontologia<br />

Informazioni generali: www.ciosp.com.br<br />

• ISM 2010, Colonia, 30 gennaio – 3 febbraio 2010: salone internazionale dei<br />

dolciumi<br />

Informazioni generali: www.ism-cologne.de<br />

SWISS Pavilion”: la Svizzera spicca!<br />

• SINGAPORE AIRSHOW, Singapore, 2 – 7 febbraio 2010: fiera dell’aviazione<br />

civile e militare<br />

Informazioni generali: www.singaporeairshow.com.sg<br />

• MD&M West 2010, Anaheim, 9 – 11 febbraio 2010: Medical Design and Manufacturing Show<br />

Informazioni generali: www.mdmwest.com<br />

• NANO TECH 2010, Tokyo, 17 – 19 febbraio 2010: salone e conferenza sulla nanotecnologia<br />

Informazioni generali: www.nanotechexpo.jp/en<br />

• BIOFACH 2010, Norimberga, 17 – 20 febbraio 2010: fiera mondiale dei prodotti e degli alimenti naturali.<br />

Informazioni generali: www.biofach.de<br />

• GULFOOD 2010, Dubai, 21 – 24 febbraio 2010: The Gulf Food, Hotel and Equipment Exhibition and Salon Culinaire<br />

Informazioni generali: www.gulfood.com<br />

• ISNR International Security - National Resilience, Abu Dhabi, 1 – 3 marzo 2010: fiera sulla sicurezza<br />

Informazioni generali: www.isnrabudhabi.com<br />

• ECOBUILD 2010, Londra, 2 – 4 marzo 2010: salone dell’edilizia ecocompatibile<br />

Informazioni generali: www.ecobuild.co.uk<br />

• Intertraffic Amsterdam 2010, Amsterdam, 23 – 26 marzo 2010: fiera dei prodotti e servizi per il traffico e l’industria delle<br />

infrastrutture di trasporto<br />

Informazioni generali: www.amsterdam.intertraffic.com<br />

• GLOBE 2010, Vancouver, 24 – 26 marzo 2010: salone dedicato alle tecnologie ambientali e alle energie rinnovabili<br />

Informazioni generali: www.globe2010.com<br />

• FIDAE International Air & Space Fair, Santiago de Chile, 23 – 28 marzo 2010: il maggior airshow del Sudamerica, presenti<br />

protezione civile, difesa e forze terrestri<br />

Informazioni generali: www.fidae.cl<br />

IDEM India 2010<br />

Mumbai, 29 – 31 ottobre 2010<br />

Dal <strong>2009</strong>, l’“International Dental Exhibition and Meeting” è proposto anche in India. Il concetto ricalca il modello di IDEM<br />

Singapore e propone, oltre al salone, delle conferenze corredate da workshop. La prima edizione svolta a Mumbai ha contato<br />

144 espositori provenienti da 21 paesi e 2’500 visitatori, con padiglioni nazionali rappresentanti Svizzera, Corea, Germania<br />

e Taiwan.<br />

L’India dispone di una classe media con un notevole potere d’acquisto, cui appartengono circa 200 – 220 milioni di persone<br />

che danno un’importanza sempre crescente all’igiene e all’estetica dei loro denti. Infatti, si contano 40’000 dentisti nel paese<br />

(alcune fonti parlano addirittura di 80’000), di cui 7’000 sono attivi nella sola zona di Mumbai. 80’000 studenti sono formati<br />

in tecniche dentarie presso 270 scuole professionali, che richiedono attrezzature di qualità. Il mercato intero è stimato in 446<br />

milioni di dollari con una crescita che potrebbe raggiungere il 20%. Le importazioni ammontano al 40%.<br />

I settori presentati corrispondono ai segmenti del mercato dentario: lo studio medico (arredamento, attrezzatura, strumenti,<br />

materiali, profilassi e igiene orale, farmaci, protesi e cosmetici), il laboratorio (arredamento, attrezzatura, strumenti, materiali<br />

per modellare e per dentiere nonché apparecchiatura per protesi e cure ortodontiche), la prevenzione delle infezioni (sterilizzanti<br />

e disinfettanti, indumenti professionali e protettivi) e i servizi, l’informazione, il controllo e la comunicazione (software,<br />

soluzioni IT, associazioni, formazione, media e altri servizi).<br />

Il pubblico target comprende i professionisti del settore, gli importatori, i rappresentanti e i distributori.<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

www.idem-india.com<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”:<br />

www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > IDEM India 2010<br />

inFormazioni suGli “swiss pavilion”: www.oseC.Ch/Fiere<br />

43


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

Una realtà poliedrica, multi sfaccettata che sa cogliere<br />

al balzo tutte le opportunità che si presentano, grazie a<br />

40 anni di esperienza e con spirito giovanile e dinamico.<br />

Un’azienda ben radicata nel tessuto economico ticinese<br />

che fornisce servizi a 360° e oltre: studio grafico e di<br />

comunicazione, atelier di produzione e servizio di stampe<br />

digitali, oltre ad un servizio di consulenza professionale<br />

per tutti i clienti, basato su soluzioni “cucite su misura”<br />

come nei migliori atelier e non su proposte<br />

ed idee standardizzate e preconfezionate.<br />

Uno dei punti di forza dello Studio B Image<br />

SA è la gestione completa dell’intero<br />

iter operativo, dalla creatività all’esecuzione<br />

definitiva. Un percorso costantemente<br />

monitorato, per controllare il rispetto dei<br />

tempi di intervento e la qualità di ogni fase<br />

di lavorazione. Oltre a ciò può garantire<br />

un’assistenza “dalla A alla Z” integrando<br />

le proprie competenze con numerosi partner.<br />

Lo Studio B è stato fondato dal Signor Bruno Bertinotti<br />

nel 1969, il quale aveva già maturato una pluriennale<br />

esperienza in diverse agenzie di comunicazione in Svizzera<br />

e all’estero. Da sempre l’azienda è stata un’impresa<br />

familiare all’interno della quale oggi il figlio di Bruno, il<br />

Signor Thomas Bertinotti, lavora e dirige la parte commerciale<br />

con immutata passione. La creatività e la comunicazione<br />

sono di casa nella famiglia Bertinotti.<br />

Sempre sulla cresta dell’onda, lo Studio B in questi anni<br />

ha saputo adattarsi alle nuove tecnologie, con l’acquisto<br />

di macchinari moderni e l’acquisizione delle più recenti<br />

tecniche di lavorazione; e trasmettere ai propri collaboratori<br />

la passione per la comunicazione e la pubblicità,<br />

lavorando con un pool di professionisti.<br />

Utile sottolineare come lo Studio B Image SA funga anche<br />

da fucina di giovani talenti sul mercato. La formazione<br />

è un caposaldo dell’azienda, e la famiglia Bertinotti ne<br />

44 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

stuDio b imaGe sa:<br />

Con esperienza e Competenza,<br />

GuarDanDo al Futuro<br />

Da oltre 40 anni sul mercato, lo Studio B Image SA<br />

è una realtà ben radicata che si pone con un’innovativa<br />

interfaccia verso i clienti: creativa, dinamica e flessibile.<br />

Abbiamo incontrato Thomas e Bruno Bertinotti<br />

che ci hanno illustrato l’attività aziendale<br />

ha fatta una vera e propria missione: insegnare a giovani<br />

talentuosi il mestiere, plasmando nuova creatività, lavorando<br />

insieme su progetti diversificati, si sono affiancati<br />

nuove e vecchie esperienze, e ad oggi lo Studio B Image<br />

SA ha formato (e continua a formare) diverse figure professionali<br />

che ruotano attorno al mondo della grafica e<br />

della comunicazione come marketing, grafici, decoratori,<br />

operatori pubblicitari e poligrafi, che dopo una “gavetta”,<br />

sono diventati ambiti professionisti e<br />

hanno trovato posti di lavoro in prestigiose<br />

strutture anche all’estero. Oggi la società<br />

ha un team di 10 collaboratori.<br />

Uno dei maggiori punti di forza della società<br />

è la facoltà di immedesimarsi nel<br />

cliente per capirne le esigenze e analizzare<br />

immediatamente la situazione per<br />

trovare soluzioni ad hoc. A questo si aggiungono<br />

anche una grande flessibilità e<br />

vivacità nell’esecuzione dei lavori.<br />

Il 2003 è stato l’anno in cui è stato effettuato un riposizionamento<br />

sul mercato, con la divisione strutturale<br />

delle attività della società, suddividendole in due settori<br />

specifici che si completano a vicenda:<br />

CREATIVE AGENCY studio grafico e di comunicazione<br />

Lo studio grafico si rivolge alle aziende che hanno la necessità<br />

di un posizionamento marketing e comunicazione<br />

della propria azienda o dei propri prodotti. Ogni progetto<br />

viene affrontato seguendo una precisa metodologia<br />

che permette di sviluppare una comunicazione mirata<br />

in base agli obiettivi a corto, medio e lungo termine di<br />

ciascun cliente. L’agenzia lavora in settori molto diversi<br />

uno dall’altro. Cura sia progetti di comunicazione che si<br />

rivolgono al grande pubblico che specifiche attività di<br />

comunicazione che hanno un target di nicchia.<br />

La creative agency ha un ufficio a Lugano e a Giubiasco,<br />

collabora con il creative service di Giubiasco.


Le attività principali di cui si occupa sono le seguenti:<br />

Consulenza in comunicazione · Studi di loghi e marchi con<br />

relativi coordinati di modulistica · Progettazione e realizzazione<br />

di strumenti di comunicazione d’impresa (brochure,<br />

depliant, ...) · Ideazione e gestione di campagne pubblicitarie<br />

· Creazione di packaging · Vestizione pubblicitaria<br />

per punto vendita · Progettazione e attivazione di siti internet<br />

· Progettazione di percorsi per segnaletica... ma è<br />

sempre aperta a nuove idee, nuovi progetti e nuove sfide!<br />

CREATIVE SERVICE atelier di produzione<br />

Si occupa delle richieste che vanno dalla progettazione<br />

alla realizzazione di strutture espositive, cartelli pubblicitari<br />

e di cantiere, teloni grandi formati, insegne, segnaletica<br />

per interno ed esterni, decorazioni di veicoli<br />

aziendali, stand personalizzati per fiere ed eventi. Presso<br />

il creative service è possibile acquistare/noleggiare vari<br />

modelli di display espositivi - rollup - per stand o eventi<br />

fieristici e gonfiabili pubblicitari personalizzati.<br />

Il creative service ha il proprio atelier di produzione e<br />

realizzazione a Giubiasco, ma è presente con un ufficio<br />

commerciale anche a Lugano, presso la creative agency.<br />

Le attività principali sono le seguenti:<br />

Cartelli di cantiere · Progettazione segnaletica personalizzata<br />

orientativa per stabili commerciali e amministrativi<br />

fornitura materiale e posa · Decorazione autoveicoli ·<br />

Insegne luminose o non · Stand personalizzati per eventi<br />

fieristici · Allestimento di vetrine per commercio · Noleggio<br />

o vendita gonfiabili pubblicitari · Noleggio o vendita<br />

display pubblicitari (rollup, bannerfix, ...)<br />

SERVIZIO DI STAMPE DIGITALI<br />

Con la continua crescita dell’evoluzione pubblicitaria su<br />

grandi formati in questi ultimi anni il creative service si<br />

è ampliato e con grande successo, ha creato un laboratorio<br />

per il servizio di stampe digitali di piccolo e grande<br />

formato. Procurandosi delle stampanti all’avanguardia e<br />

formando personale qualificato per la stampa digitale, il<br />

servizio ha oggi un ottimo successo e ha permesso e permette<br />

tutt’ora di collaborare con altre agenzie di comunicazione,<br />

architetti, ingegneri, studi privati e commerci.<br />

Le attività principali sono le seguenti:<br />

Bigposter · Stampe digitali di piccolo e grande formato ·<br />

Stampa manifesti F12 / F4 / F200 · Stampa per stendardi,<br />

striscioni pubblicitari, rollup · Stampa su pvc autodesivo<br />

e alluminio<br />

Tra i vari progetti conclusi e le diverse specializzazioni<br />

dello Studio B Image, possiamo citarne due, nei quali<br />

l’azienda è leader sul mercato ticinese e non solo:<br />

• la creazione del servizio di cartelli per cantiere per<br />

l’edilizia ed il settore immobiliare,<br />

ed il<br />

• servizio di creazione della segnaletica orientativa personalizzata,<br />

soprattutto a livello ospedaliero.<br />

Competenza, dedizione e passione al vostro servizio!<br />

Studio B Image SA<br />

creative agency<br />

Via Monte Bré 9 · 6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 921 35 40<br />

creative service<br />

Via Bellinzona 12 · 6512 Giubiasco<br />

Tel. +41 91 857 48 42 · Fax +41 91 857 13 50<br />

t.bertinotti@studio-b.ch<br />

grafica@studio-b.ch<br />

www.studio-b.ch<br />

45


Vita dei Soci<br />

Diego A. Luraschi<br />

46 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

una Consulenza a 360° GraDi<br />

e ampia Gamma Di servizi<br />

“Diego A. Luraschi Consulting & Services” è una ditta<br />

individuale, che ha iniziato la sua attività nel 1999,<br />

occupandosi di consulenze e prestazioni di servizi in diversi<br />

ambiti<br />

Il titolare, l’Ing. Diego A. Luraschi mette a disposizione<br />

degli interessati<br />

• il know-how personale e dei suoi partners,<br />

• le multiformi competenze professionali e interculturali,<br />

• il network di relazioni internazionali acquisito in oltre<br />

35 anni di esperienza professionale,<br />

per un supporto multiforme e “su misura” (ottimalizzato)<br />

ai vostri progetti.<br />

L’Ing. Luraschi, di formazione Ing. chim. dipl. ETH, con<br />

una diversificata esperienza professionale e di manager,<br />

collabora da tempo con un network di persone svizzero<br />

e internazionale.<br />

Le risorse sono le relazioni e i contatti personali, e la<br />

capacità di interfacciarli, connetterli e farli agire in modo<br />

ottimale per lo specifico progetto: “interconnecting<br />

competencies”.<br />

La messa a tetto con ristrutturazione, gli impianti HVAC tecnici sul tetto e il soffitto delle clean rooms<br />

del progetto a Malta<br />

Attività<br />

Le attività sono molteplici, effettuate<br />

con partner in differenti settori,<br />

per esempio:<br />

• energia,<br />

• industria farmaceutica,<br />

• immobiliare,<br />

• analisi finanziaria,<br />

• assicurazioni,<br />

• safety engineering,<br />

• valorizzazione e recycling dei rifiuti,<br />

• technology transfer.<br />

Invece i seguenti sono esempi dove viene fornita un’intermediazione<br />

con i partner esecutori:<br />

• grafica pubblicitaria, traduzioni e interpretariato italiano-russo,traduzioni<br />

tedesco-russo, organizzazione<br />

eventi culturali in Russia,<br />

• progettazione elettrica, supervisione e controllo impianti<br />

automazione industriale, commissioning,<br />

• prevenzione incendi e tecnologia antincendio.<br />

Alcuni esempi di progetti già conclusi<br />

- esecuzione diretta<br />

supervisione del cantiere per la realizzazione a Malta<br />

di una fabbrica farmaceutica da parte di una primaria<br />

azienda chimico-farmaceutica svizzera, la Siegfried AG<br />

di Zofingen.<br />

L’occhio e la mente locali del committente svizzero,<br />

inclusa la sicurezza del cantiere e<br />

della manodopera impiegata.<br />

Supervisione durante 8 mesi, dalla<br />

nuova messa a tetto dell’edificio<br />

preesistente e opere civili di ristrutturazione,<br />

fino al completamento<br />

dello stabilimento: con il montaggio<br />

degli impianti tecnici, delle clean<br />

rooms , dei macchinari farmaceuti-<br />

Alcune macchine farmaceutiche, gli esterni dello stabile e l'edificio finito del progetto a Malta<br />

ci e l’istallazione del laboratori. Fino alla consegna agli<br />

specialisti farmaceutici svizzeri e maltesi per l’avvio dei<br />

laboratori di controllo qualità e degli impianti produttivi<br />

per i collaudi tecnici e le validazioni farmaceutiche.


Definizioni<br />

Clean rooms: ambienti speciali e ad atmosfera controllata<br />

(purezza dell’aria, umidità, temperatura, leggera<br />

sovrappressione per impedire ogni e qualsiasi entrata<br />

di contaminazioni dall’ambiente esterno) e accesso<br />

controllato (abiti speciali, procedure di pulizia,<br />

interblocco porte, ecc.) destinati alla fabbricazione<br />

dei medicinali<br />

HVAC - heating, ventilation, air conditioning: fondamentali<br />

per la preparazione dell’aria introdotta nelle<br />

clean rooms<br />

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- Assicurazioni:<br />

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collocamento all’estero<br />

di personale interinale<br />

altamente qualificato<br />

(circa 500 persone per<br />

anno).<br />

Antincendio gallerie:<br />

Sperimentazione pratica di una nuova tecnologia innovativa<br />

di spegnimento incendi di veicoli in gallerie<br />

stradali, in collaborazione con una multinazionale specializzata.<br />

Test di spegnimento in una galleria dismessa<br />

in Leventina, e successiva presentazione a specialisti,<br />

corpi pompieri e protezione civile.<br />

Piccoli incendi, normalmente facili da spegnere, quando<br />

avvengono in un ambiente chiuso come una galleria<br />

o una stazione di metro e se non sono affrontati in<br />

modo tempestivo e adeguato, in pochi minuti possono<br />

svilupparsi in modo importante tanto da causare vere<br />

e proprie catastrofi. Il fumo e il calore in una galleria<br />

sprigionatosi da un incendio è estremamente pericoloso.<br />

Dopo pochi minuti il calore che fa fatica a dissiparsi<br />

anche con una buona ventilazione, continua ad<br />

aumentare causando danni ai veicoli e alla struttura.<br />

Se non si spengono le fiamme l’aumento continuo della<br />

temperatura distrugge l’impiantistica e mette fuori<br />

uso la galleria. Il sistema messo a punto, comandato<br />

a distanza, consiste in un sistema di erogatori fissi, a<br />

diluvio di acqua e additivo speciale che intervengono efficacemente<br />

anche in gallerie molto lunghe, e si integra<br />

perfettamente agli impianti esistenti di ventilazione, di<br />

rilevazione incendi e del controllo del traffico.<br />

Camere bianche:<br />

consulenza per la vendita, fornitura e montaggio di clean<br />

rooms per stabilimenti farmaceutici, tra i quali, ad<br />

esempio la posa delle camere bianche per IBSA nello<br />

stabilimento in Via Serta a Lamone.<br />

- progetto non-profit<br />

Organizzazione e realizzazione di un concerto di beneficenza:<br />

selezione internazionale degli artisti e della musica<br />

da eseguire, programmazione, logistica, advertising<br />

dell’evento. Il concerto si è tenuto il 4 dicembre 2007<br />

nella chiesa di Sant’Antonio in piazza Dante a Lugano,<br />

con opere di Alexander Glazunov, interpretate dalla sua<br />

Alcuni esempi di clean rooms installate per IBSA nello stabilimento farmaceutico di via Serta a Lamone<br />

Il propagarsi dell'incendio e l'operazione di intervento di spegnimento dopo 15 e 25 secondi<br />

discendente Regina Glazunova all’organo, e con David<br />

Johnson, al corno e Francesco Tamiati alla tromba.<br />

per ConCluDere, un suGGerimento<br />

se avete qualche desiderio o qualcosa,<br />

anche un sogno nel cassetto<br />

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47


Vita dei Soci<br />

di Angela Domenici e Stefano Giacone<br />

48 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

i primi suCCessi Dell’aCCaDemia<br />

Di manaGement tiCino<br />

Introduzione<br />

Nella primavera <strong>2009</strong> Angela Domenici e Stefano<br />

Giacone hanno fondato l’Accademia di Management<br />

<strong>Ti</strong>cino (www.amt.ch), con sede a Collina<br />

d’Oro-Lugano, il cui scopo è quello di offrire dei<br />

percorsi di formazione postdiploma SSS (www.<br />

ssea.ch) con riconoscimento federale al terzo livello<br />

formativo svizzero nell’area italofona. Il primo<br />

progetto è stato realizzato: Responsabile HR<br />

postdiploma SSS.<br />

Tre studenti ne danno testimonianza.<br />

Intervista con tre studenti: Daniela Mantovan, Mirko<br />

Scherler, Roberto Munari<br />

Mirko Scherler<br />

Mi chiamo Mirko Scherler e lavoro presso la Fondazione<br />

LA FONTE (www.lafonte.ch) dal 1994.<br />

Durante la mia pluriennale esperienza presso il<br />

mio datore di lavoro ho avuto la possibilità ed il<br />

privilegio di cambiare a tre riprese la mia funzione.<br />

Dal <strong>2009</strong> ho assunto il ruolo di coordinatore di<br />

tutte le strutture della Fondazione, otto in totale.<br />

Roberto Munari<br />

Mi chiamo Roberto Munari e lavoro presso Manpower<br />

(www.manpower.ch) dal 2007, inizialmente<br />

come consulente del personale nel settore commerciale<br />

della filiale di Lugano ed oggi, sono anche<br />

responsabile della filiale di Bellinzona.<br />

Daniela Mantovan<br />

Mi chiamo Daniela Mantovan e lavoro presso la<br />

I.T. International Transmissions SA (www.transmissions.ch)<br />

dal 2004 in qualità di responsabile<br />

dell’amministrazione. Mi occupo in prima persona<br />

della gestione del personale, contabilità e controlling.<br />

GIi studenti, organizzatori e un docente del primo corso di<br />

Responsabile HR postdiploma SSS davanti all’albergo Uto Kulm di<br />

Zurigo dopo un seminario di leadership (“Riconoscere e sviluppare la<br />

propria leadership”)<br />

Da chi ha saputo della formazione e perché si<br />

è iscritto?<br />

Mirko<br />

“In seguito alla decisione di accettare la funzione<br />

di coordinatore, ho sentito il bisogno, qualche anno<br />

fa, di ulteriormente migliorare le mie conoscenze,<br />

in particolare nell’ambito delle risorse umane.<br />

Ho iniziato quindi a cercare una formazione che<br />

mi permettesse di raggiungere questo obiettivo<br />

personale di sviluppo. La mia prima intenzione fu<br />

quella di iscrivermi ad un MAS (Master of Advance<br />

Studies) in HR (o almeno a una parte dei moduli<br />

in programma). Motivi diversi di natura familiare<br />

ed economica mi hanno indotto in quel momento<br />

ad accantonare l’idea. In seguito, la nuova offerta<br />

di questo percorso formativo che consente di ottenere<br />

un postdiploma riconosciuto federale SSS


di Responsabile HR, mi ha subito convinto della<br />

scelta da fare. Tengo a rilevare quanto sia importante<br />

per le proprie scelte di crescita professionale<br />

poter ottenere attraverso la formazione un titolo<br />

a livello federale. Sviluppare nuove competenze<br />

convalidate da diplomi riconosciuti credo sia oggi<br />

essenziale per poter giocare le proprie carte in un<br />

mercato sempre più esigente e selettivo”.<br />

Roberto<br />

“Dopo la frequenza del corso di Specialista del<br />

Personale organizzato da HR <strong>Ti</strong>cino, l’offerta di<br />

una nuova opportunità formativa ha suscitato sicuramente<br />

il mio interesse, in particolar modo per<br />

ottenere un Diploma riconosciuto che mi possa<br />

permettere di meglio posizionarmi nel mercato del<br />

lavoro”.<br />

Daniela<br />

“Sono una specialista in finanza e contabilità, ho<br />

32 anni e sono una patita della formazione continua.<br />

A fine novembre 2008, sono stata invitata<br />

per caso alla presentazione di questo corso. Ho<br />

subito capito che sarebbe stata una formazione<br />

del tutto atipica per il <strong>Ti</strong>cino e per questo molto<br />

interessante. Mi ha colpito in particolare il metodo<br />

d’insegnamento, vicino al modello universitario,<br />

differente ma adatto a professionisti che sono in<br />

grado di personalizzare con senno il proprio apprendimento,<br />

in un ambito come l’HR che ben si<br />

presta a questo sistema. Mi sono detta «Geniale!<br />

Devo assolutamente iscrivermi !» Ed ora posso<br />

dire di aver osato con successo”.<br />

È difficile conciliare studio e lavoro con il<br />

tempo dedicato allo studio?<br />

Roberto<br />

“Vorrei rilevare come l’impegno che ho dovuto mettere<br />

per sostenere i ritmi imposti dalla formazione<br />

è stato importante; parecchie le ore di studio e di<br />

preparazione ai lavori scritti e di presentazione.<br />

Il tutto mantenendo l’attività professionale come<br />

sempre. Ritmo e impegno sempre alti”!<br />

Mirko<br />

“Conciliare studio e lavoro è stato abbastanza arduo,<br />

in considerazione del fatto che il tuo lavoro<br />

deve andare avanti come prima. Sostanzialmente,<br />

oltre alle normali ore di lavoro vanno sommate le<br />

serate di frequenza dei corsi e quelle per lo studio<br />

– alla sera e nei fine settimana –. Direi piuttosto<br />

stancante anche se difficile quantificare: vi è un<br />

tempo per la frequenza, un tempo per la lettura,<br />

un tempo per l’elaborazione dei lavori scritti e ci<br />

sarà un tempo per lo studio per gli esami fina-<br />

li (esame orale ed elaborazione della tesi finale).<br />

Ogni settimana vanno indubbiamente pianificate<br />

alcune ore di studio”.<br />

Daniela<br />

“Come tutte le scuole anche questa richiede impegno<br />

e serietà, ma è una scelta e come tale va<br />

ponderata all’ inzio. Mi alleggerisce sicuramente<br />

l’onere il pensiero che ogni lezione è l’occasione<br />

per confrontarmi con docenti formati e competenti<br />

nel proprio settore e con gli altri corsisti, ottimi<br />

ed esperti professionisti in ambito HR e non solo.<br />

Ogni incontro è per me un’opportunità ed un<br />

momento di crescita. L’elaborazione delle minitesi<br />

richiede tempo, sia individuale che ev. di gruppo,<br />

ma lo ritengo assolutamente ben investito”.<br />

Pensi che sarà possibile applicare quanto<br />

appreso durante la formazione? È previsto un<br />

riconoscimento del corso sul posto di lavoro?<br />

Mirko<br />

“Grazie alla formazione e dopo il mio lavoro finale<br />

di tesi finale ci saranno sicuramente dei miglioramenti<br />

di tipo operativo. Lo studio di determinati<br />

processi (quale ad esempio il processo di reclutamento<br />

del personale) mi ha già dato l’opportunità<br />

di applicare e condividere in azienda quanto appreso<br />

dal modulo specifico. Quest’ultimo aspetto<br />

è sicuramente l’obiettivo principale che mi sono<br />

posto personalmente prima di iniziare la formazione<br />

e sento di poter condividere il mio obiettivo con<br />

quanto la Direzione istituzionale si aspetta da me:<br />

aumentare le mie conoscenze e attraverso lo sviluppo<br />

di migliori competenze continuare a lavorare<br />

qualitativamente in funzione del raggiungimento<br />

degli importanti obiettivi aziendali”.<br />

Roberto<br />

“Sono contentissimo della mia promozione a responsabile<br />

della filiale di Bellinzona”!<br />

Daniela<br />

“Quanto appreso è molto utile sia in seno all’HR<br />

sia in tutti gli ambiti aziendali. L’insegnamento<br />

infatti coinvolge il livello strategico della gestione<br />

d’impresa e ci spinge a ragionare come manager e<br />

non più come operativi. Questo approccio è importante<br />

per fare il salto di qualità sia personale sia<br />

professionale, che sicuramente è apprezzato dalla<br />

direzione nella propria azienda. Mi rendo conto di<br />

essere ora in grado di analizzare le problematiche<br />

e di saper elaborare delle proposte di soluzione<br />

adeguate al contesto ed utili al management. Questa<br />

capacità, fonte d’immensa soddisfazione, mi<br />

premia dei sacrifici fatti”.<br />

49


Vita dei Soci<br />

di Angela Domenici e Stefano Giacone<br />

Qualche ricordo particolare?<br />

Mirko<br />

“Indubbiamente, vorrei citare la coesione e il clima<br />

di fiducia che si è creato nel gruppo di noi<br />

«studenti». Questa dimensione di conoscenza<br />

reciproca – e di speciali affiatamenti – diventa<br />

benzina e motivazione per farci andare avanti insieme,<br />

ci sostiene nei momenti di difficoltà e ci<br />

allieta consolidando in gruppo le gioie dei lavori<br />

ben riusciti o nei momenti di particolare presenza<br />

d’assieme. A questo proposito ricordo con<br />

sommo piacere il fine settimana trascorso insieme<br />

in quel di Zurigo dove tra cavalli stizziti, partite<br />

della Nazionale, una birretta in compagnia e,<br />

non da ultimo, un interessante modulo formativo,<br />

ci conosciamo ancora di più. È una questione di<br />

valori, che ognuno porta con sé: l’amicizia per me<br />

ne è uno di questi!<br />

«Papà, ma questa sera vai ancora a scuola?»<br />

«Si caro, ma non manca più molto, porta pazienza».<br />

«Uffa, papà. Che noia che non ci sei»”.<br />

Roberto<br />

“Ricordo... Le preparazioni delle presentazioni<br />

con i miei compagni… le serate in compagnia…<br />

l’Uto Kulm di Zurigo…”<br />

Daniela<br />

“Ricordo... è triste dirlo. Il nostro gruppo di pionieri<br />

Responsabile HR Postdiploma SSS, è fantastico<br />

ed affiatato. Siamo e saremo unici”!<br />

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Ecoenergie Acqua potabile, elettricità, gas,<br />

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Sicurezza Incendi, protezione civile, polizia,<br />

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Tecnica Veicoli, attrezzature e macchinari,<br />

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Sommario<br />

Novembre <strong>2009</strong><br />

Strong opinion 4 Discorso d’apertura della 92 esima Assemblea della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

92 esima Assemblea <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> 9 Discorso della On. Laura Sadis alla 92 esima AGO <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

92 esima Assemblea <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> 12 Alcuni dei momenti più significativi della 92 esima AGO <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Editoriale 14 Consolidamento e nuove sfide<br />

Contromano 16 Riforma del Consiglio Federale, tutti la chiedono, tutti la vogliono<br />

Il Tema 17 A Bellinzona e a Berna serve una scossa<br />

Biblioteca liberale 19 1989: la caduta del Muro. La fine del ‘900 e del comunismo<br />

Attualità 20 Il 29 novembre tutti alle urne<br />

Attualità 22 AVS: solo 61 anni, ma senza riforme con un’aspettativa di vita limitata<br />

Attualità 24 Economia svizzera: dopo il crollo, la ripresa<br />

Attualità 26 La mobilità sostenibile sintonizzata sulla RSI<br />

Attualità 28 La crisi? Le PMI ticinesi sono pronte a fronteggiarla!<br />

Attualità 30 Contributi concreti all’economia: la partecipazione delle aziende alle fiere<br />

Attualità 31 Una campagna natalizia della RSI contro la malaria<br />

Eventi 32 «Il Cantone <strong>Ti</strong>cino nel contesto della concorrenza fiscale intercantonale»,<br />

il 12.11.09<br />

Eventi 33 Conciliare lavoro e famiglia, il 12.11.09<br />

Eventi 34 Trasformare le sfide in risorse. Donne e uomini in azienda, il 23.11.09<br />

Eventi 35 L’India, il <strong>Ti</strong>cino e le opportunità di business, il 30.11.09<br />

Formazione 36 Corsi proposti dalla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> 37 Cerca lavoro<br />

Osec 39 Commercio estero<br />

Fiere internazionali 43 I prossimi appuntamenti<br />

Vita dei Soci 44 Boss Editore SA presenta il Congresso Lavoro <strong>2009</strong>, il 24.11.09<br />

Vita dei Soci 47 FPCE<br />

Vita dei Soci 48 www.cercaticino.ch - Infometa SA<br />

Vita dei Soci 50 Helsinn<br />

Vita dei Soci 52 SSIC <strong>Ti</strong>cino<br />

Vita dei Soci 54 “Strade in Festa”: evento organizzato dai Commercianti<br />

di Bellinzona e Giubiasco<br />

Vita dei Soci 57 M. Zardi & CO. SA<br />

Vita dei Soci 60 Mazzantini & Associati<br />

Vita dei Soci 62 <strong>Ti</strong>cino Impiantistica<br />

nr. 9 / Novembre <strong>2009</strong><br />

nr. 9 / Novembre <strong>2009</strong><br />

I m p r e s s u m<br />

Editore:<br />

Camera di commercio, dell’industria,<br />

dell’artigianato e dei servizi<br />

del Cantone <strong>Ti</strong>cino, Lugano<br />

Redattrice responsabile:<br />

Lisa Pantini<br />

Comitato redazionale:<br />

Franco Ambrosetti, Luca Albertoni,<br />

Rinaldo Gobbi, Lisa Pantini, Arianna<br />

Crivelli, Simona Morosini Marconi e<br />

Marco Passalia<br />

4<br />

Redazione:<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 11<br />

Fax +41 91 911 51 12<br />

pantini@cc-ti.ch www.cc-ti.ch<br />

Pubblicità:<br />

Pubblicità Sacchi, C.P. 558<br />

6928 Manno<br />

Tel. +41 91 600 20 70<br />

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22<br />

54<br />

48<br />

Stampa:<br />

TBS, La Buona Stampa sa<br />

via Fola 11, Pregassona (Lugano)<br />

Diffusione:<br />

<strong>Ti</strong>ratura: 2’500 copie<br />

Abbonamento gratuito per i soci <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Abbonamento supplementare:<br />

- CHF 50.- annuo<br />

- per i non soci CHF 70.- annuo (+ IVA)<br />

Frequenza: <strong>Ti</strong>cino Business è<br />

pubblicato in 10 numeri annuali<br />

28


Strong Opinion<br />

di Franco Ambrosetti, Presidente della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

4 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Discorso D’apertura<br />

Della 92 esima assemblea Della cc-ti<br />

L’Assemblea generale della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> si è tenuta il 9 ottobre scorso<br />

presso l’Hotel De La Paix di Lugano<br />

In questi anni di Presidenza alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

ci è capitato a più riprese di affrontare<br />

momenti difficili, problemi delicati,<br />

di vivere vicissitudini che richiedevano<br />

sforzi e fatiche ma mai prima d’ora<br />

avevamo sperimentato situazioni come<br />

quelle attuali così complesse per forma,<br />

per sostanza e portatrici di conseguenze<br />

gravi nel lungo periodo. Stiamo<br />

attraversando la più dura e più profonda<br />

recessione dal ‘29 in poi il sistema<br />

bancario è stato a un minuto dall’implodere.<br />

È successo altre volte in passato<br />

e sempre con le stesse modalità, come<br />

scrive Rogoff (economista di Harvard)<br />

vale a dire, un aumento vertiginoso dei<br />

prezzi immobiliari, finanziati con aumento<br />

altrettanto vertiginoso del debito.<br />

Ogni volta il problema della bolla,<br />

mentre si gonfiava ha prodotto la cosiddetta<br />

sindrome del “questa volta è<br />

diverso”. Nello studio, pubblicato con<br />

il titolo “Eight centuries of financial folly”,<br />

Rogoff evidenzia di che natura siano<br />

fatte le crisi bancarie e quanto durino.<br />

Illustra dettagliatamente il calo drastico<br />

del prezzo degli immobili e di altri attivi,<br />

la disoccupazione in forte aumento<br />

durante la discesa del ciclo che dura<br />

anni. Il debito statale che esplode, il<br />

PIL che brutalmente scende e impiega<br />

molti anni a tornare come prima. È<br />

quello che è successo in questa crisi.<br />

Se si considera solo il dopoguerra per lo<br />

studio il tempo di ripresa del PIL è di 4<br />

anni. Ne sono passati quasi due per cui<br />

c’è da sperare che già l’anno prossimo<br />

il PIL ricomincerà a crescere. Prima in<br />

America poi in Europa. Ma ci vorranno<br />

tempi lunghi per riassorbire la disoccupazione<br />

perché soprattutto in Europa la<br />

crescita sarà contenuta.<br />

Quanto al perché queste crisi avvengano<br />

da 8 secoli a questa parte la rispo-<br />

sta di Rogoff può essere riassunta in<br />

questo modo:<br />

1) l’essere umano tende ad essere ottimista;<br />

2) l’uomo ha la memoria corta. Pochi<br />

ricordano ad esempio, il crollo di<br />

Creditanstalt, grande banca austriaca<br />

nel 1931, i cui effetti devastanti<br />

sono considerati simili a quelli del<br />

crollo di Lehmann Brothers nella crisi<br />

attuale .<br />

I sostanziosi interventi di Governi e Banche<br />

centrali tesi a sostenere il sistema<br />

finanziario e a fornirlo di liquidità hanno<br />

certamente evitato il peggio. Tuttavia<br />

quasi ovunque la liquidità è servita soprattutto<br />

a risanare i bilanci disastrati<br />

degli istituti di credito e relativamente<br />

poco è defluito verso l’economia reale,<br />

provocando inizialmente una stretta<br />

creditizia (credit crunch), che frattanto<br />

si è allentata e in Svizzera, per altro,<br />

non è mai stata veramente acuta. Il miglioramento<br />

economico generale, anche<br />

per il nostro Paese, sarebbe tuttavia più<br />

rapido se non si stesse assistendo a<br />

nuove forme di mercantilismo (neo colbertismo)<br />

ben descritte dal Prof. Barone<br />

Adesi in un articolo, per cui invece<br />

di introdurre regole chiare nel sistema<br />

finanziario, regole che danneggerebbero<br />

la propria piazza finanziaria, i Governi<br />

tentennano e tendono ad essere<br />

protezionistici per paura di favorire la<br />

concorrenza di altri Paesi. Questi brevi<br />

accenni sull’andamento economico generale,<br />

sufficienti a destare gravi preoccupazioni,<br />

come se non bastasse,<br />

sono amplificati da una serie di problematiche<br />

che riguardano i rapporti della<br />

Svizzera con i Paesi più importanti per<br />

la nostra economia: segreto bancario e<br />

fiscalità. Che uno dei Paesi più ricchi<br />

del mondo si lasci mettere in un angolo


e accusare di essere paradiso fiscale alla stregua<br />

delle Cayman Islands ha dell’incredibile.<br />

Se, come diceva Oscar Wilde, il peggior crimine è la<br />

mancanza di immaginazione, il nostro Governo che<br />

non ha saputo prevedere lo tsunami che ci avrebbe<br />

investito né tantomeno preparare una strategia<br />

difensiva, di questo crimine si è macchiato. Certo,<br />

dall’osservatorio di presidente di una minuscola organizzazione<br />

economica, di un piccolo Cantone di<br />

un piccolo Paese per quanto ricco e finanziariamente<br />

importante, la visuale può essere ridotta e forse<br />

molte cose ci sfuggono. Ma una cura ricostituente<br />

che sviluppasse qualche attributo di quelli per cui<br />

divenne famoso il Colleoni, la cui statua campeggia<br />

in piazza a Bergamo alta, sarebbe urgente e necessaria<br />

per chi è preposto a governare questo Paese,<br />

uomo o donna che sia.<br />

Non mi addentrerò nella problematica del segreto<br />

bancario. Pensiamo che la strada del rispetto di<br />

norme OCSE (sebbene quest’ultima ci abbia trattato<br />

a pesci in faccia) sia accettabile purché non<br />

si tralasci di risolvere la questione dell’Euroritenuta,<br />

oggi una farsa perché comodamente aggirabile,<br />

motivo di delusione e rabbia per i partners europei<br />

che si aspettavano miliardi e a malapena vedono<br />

arrivare qualche milione d’Euro. Forse, l’anticipare<br />

la soluzione di questo problema poteva servire a<br />

evitare lo scudo fiscale del ministro Tremonti, che<br />

colpirà Svizzera e <strong>Ti</strong>cino. Tremonti regala ora agli<br />

evasori proprio quell’impunità per cui da anni ci accusa<br />

di essere immorali, operando una sorta di contorsionismo<br />

della morale che farebbe impallidire un<br />

grande inquisitore. Vedremo quale sarà l’impatto.<br />

Sono convinto che, dopo i fuochi d’artificio iniziali,<br />

riusciremo a resistere al pesante attacco da parte<br />

dei partner commerciali, perché alla lunga prevale<br />

la lealtà, l’efficienza e il know how.<br />

In questo contesto di annus horribilis non dimentichiamo<br />

un elemento preoccupante di carattere generale:<br />

il riscaldamento globale che sta sciogliendo<br />

la calotta polare artica oltre a qualche migliaio di<br />

ghiacciai in giro per il pianeta. A questo proposito<br />

cito brevemente due fatti che possono tranquillizzare:<br />

periodi di raffreddamento e periodi di riscal-<br />

damento si sono alternati nei secoli. Guardando i<br />

reperti degli accampamenti romani e conservati nei<br />

nostri musei si capisce che attorno ai primi anni<br />

d.C., i ghiacciai alpini erano quasi inesistenti, visto<br />

che questi reperti sono stati trovati proprio laddove<br />

i ghiacciai oggi di nuovo si ritirano. Tra l’850 e<br />

il 1200 la Groenlandia era verde (“Greenland”) e<br />

a Terranova si produceva vino. Difficile attribuire<br />

all’uomo la colpa di quelle variazioni climatiche.<br />

Mentre c’è da preoccuparsi per lo spopolamento<br />

dei mari causato dall’overfishing e dall’inquinamento<br />

dovuto a rifiuti di ogni genere, plastica, rifiuti<br />

tossici, petrolio. È un problema gravissimo, questo<br />

si dovuto esclusivamente al comportamento umano.<br />

Detto ciò, pensiamo che una politica ecologica<br />

volta a ridurre l’effetto serra tramite l’introduzione<br />

di nuove tecnologie sia urgente e necessaria.<br />

Come per la crisi economica, i dati che ci vengono<br />

forniti quasi giornalmente vanno presi con cautela.<br />

Per dirla con Karl Popper; la conoscenza dell’uomo<br />

è eternamente provvisoria; per quanto utile o stabile<br />

nel tempo qualunque affermazione falsificabile è<br />

alla mercé di un nuovo esperimento critico che la<br />

contraddice. E se un’affermazione non è falsificabile<br />

(confutabile) come la gran parte di quelle che<br />

ci derivano dalle scienze sociali, ecologia, religione<br />

e così via, non hanno valore scientifico dal profilo<br />

del contenuto sono dogmi. Ai quali si può credere<br />

o no, è una questione di fede.<br />

In questo ambito si inserisce, e vengo al <strong>Ti</strong>cino, uno<br />

studio del CS che ha creato un po’ di maretta nel<br />

nostro microcosmo economico. Anche in questo caso<br />

i dati che giudicano la concorrenzialità del nostro<br />

Cantone rispetto agli altri Cantoni, piazzandolo al<br />

ventunesimo posto sono discutibilissimi per la scelta<br />

dei criteri analizzati. Non scendo in particolari,<br />

basti dire che il più grande vantaggio competitivo<br />

del <strong>Ti</strong>cino, il poter attingere a personale altamente<br />

specializzato oltre frontiera, non viene preso in<br />

considerazione.<br />

Tuttavia lo studio contiene alcune affermazioni importanti<br />

che ci penalizzano e sono un cavallo di<br />

battaglia di questa Camera da decenni.<br />

1) La mobilità. La votazione con esito negativo sul<br />

5


Strong Opinion<br />

di Franco Ambrosetti, Presidente della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

raddoppio del Gottardo autostradale è sicuramente<br />

assieme ad altre bocciature popolari come<br />

il collegamento A2- A13 - Locarno, un elemento<br />

negativo. Fra qualche anno si chiuderà la<br />

galleria per lavori di manutenzione che dureranno<br />

oltre un anno se non due. Il raddoppio, anche<br />

ad una sola corsia mi sembra inevitabile per non<br />

far soccombere l’economia Cantonale. L’augurio<br />

della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> è che il nostro Governo e soprattutto<br />

la deputazione ticinese alle camere federali si<br />

facciano carico della faccenda per tempo e con<br />

determinazione. Ne va della sopravvivenza del<br />

Paese.<br />

2) La fiscalità. Questo è l’altro tema che punisce il<br />

Cantone che dai primi posti è passato al diciannovesimo<br />

nella classifica della tassazione di persone<br />

fisiche, e a perso molte posizioni in quella<br />

delle persone giuridiche. La nostra istituzione è<br />

anni che insiste per avere le imposte più basse<br />

e bilanci statali in pareggio. Sembra la quadratura<br />

del cerchio, ma non lo è. Una fiscalità più<br />

leggera privilegia la crescita e abbassa, se si<br />

vuole, il debito.<br />

Si suol dire che ciò che arricchisce lo stato, impoverisce<br />

il Paese e i suoi cittadini. Ma esiste pure,<br />

purtroppo, uno stato povero e un Paese che non sta<br />

troppo bene. Questo è il nostro caso e riconosciamo<br />

al Governo, alla responsabile di economia e finanza,<br />

On. Laura Sadis, il merito di aver voluto portare<br />

avanti la riduzione di mezzo punto dell’aliquota<br />

delle persone giuridiche, con coraggio e volontà,<br />

in un contesto difficile e ingrato. Mezzo percento<br />

non è entusiasmante. Non ci proietta in cima alla<br />

classifica. Ma è meglio di un pugno in faccia. Serve<br />

come segnale per il partito delle tasse composto<br />

da coloro che sostengono che “i soldi ci sono” affermazione<br />

che dovrebbe appartenere più ai ladri<br />

che ai politici. Ora, ai ladri non si può imputare<br />

il fatto che non si preoccupino della creazione di<br />

ricchezza. Ma al partito delle tasse sì. La politica<br />

deve occuparsi in primo luogo della creazione di ricchezza<br />

affinché ci possa essere una ridistribuzione<br />

confacente ed equa. Se dovesse passare il referendum<br />

socialista, sarebbe un pessimo segnale per<br />

la piazza economica e finanziaria cantonale. Vuol<br />

dire che non t’importa di alleggerire fiscalmente<br />

chi mette lo Stato in condizioni di attuare politiche<br />

fondamentali per la coesione sociale, non t’importa<br />

di prosciugare nel lungo periodo quel torrente che<br />

alimenta fra l’altro l’assicurazione disoccupazione.<br />

L’economia funziona così: prima si produce la ricchezza,<br />

poi la si ridistribuisce. Non il contrario!<br />

Non voler favorire le aziende è segno di grettezza,<br />

di chiusura mentale. Come cittadino ciò mi preoc-<br />

6 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

cupa perché tutti lavoriamo in aziende, colpire loro<br />

significa colpire noi.<br />

Tuttavia, se lo sgravio passasse, ciò non basterebbe.<br />

Lo stato del Canton <strong>Ti</strong>cino prima o poi, dovrà<br />

affrontare ciò che provoca i maggiori esborsi, ovvero<br />

l’amministrazione e la sua dimensione. Questa<br />

Camera l’ha detto, scritto, se potesse lo canterebbe;<br />

abbiamo un organico che è troppo grande per<br />

il Paese, andrebbe ridotto senza traumi; senza tagli<br />

ai servizi statali essenziali, privatizzando alcune attività<br />

e, senza licenziamenti pianificando nel tempo<br />

prepensionamenti, incentivi e pensionamenti.<br />

D’altronde il debito Cantonale è destinato a crescere,<br />

passerà i due miliardi fra non molto. È un debito<br />

che in gran parte è dovuto a cause strutturali, non<br />

si assorbe con un miglioramento della congiuntura,<br />

le entrate fiscali degli anni di boom servono solo a<br />

mascherare un problema che puntualmente riappare<br />

ad ogni recessione economica.<br />

Tre semplici domande inquadrano la problematica<br />

1) Tutte le aziende di qualunque settore negli ultimi<br />

15 anni hanno subito ristrutturazioni e sostanziose<br />

riduzioni di organico. Perche lo stato<br />

invece no?<br />

2) Nelle aziende si è dibattuto intensamente su<br />

quale sia la propria missione, il core business.<br />

Le aziende fanno outsourcing. Gli stati per contro<br />

applicano il principio di sussidiarietà: lascia<br />

al privato ciò che sa fare meglio dello stato e<br />

viceversa. Il Cantone sa qual è il suo core business?<br />

3) Qual è la strategia di riduzione, nel lungo periodo,<br />

del debito, per evitare che valga anche in<br />

<strong>Ti</strong>cino la battuta di Reagan che a proposito del<br />

debito USA, diceva che “è abbastanza grande<br />

per badare a se stesso”?<br />

Non sono domande provocatorie e non chiedono<br />

una risposta. Servono esclusivamente per mettere<br />

in luce il problema. Sono le stesse domande che<br />

le aziende si pongono con regolarità e persistenza<br />

ad ogni riunione strategica.<br />

Termino con un esempio che mi sta a cuore come<br />

musicista e come ticinese. Un esempio di come<br />

non fare una ristrutturazione di un ente statale.<br />

La direzione della SSR ha deciso di ridurre i costi<br />

dell’ente. Ottima scelta. Se nonché invece di colpire<br />

laddove c’è il bubbone, ha deciso di tagliare<br />

dov’è più facile. In <strong>Ti</strong>cino verranno chiusi i rubinetti<br />

che alimentano l’OSI, il Festival Jazz (Estival),<br />

tra le varie misure previste, l’organico circa 1’500<br />

persone però rimane intoccato. C’è da chiedersi<br />

quale coraggio, quale lungimiranza, quale miracolosa<br />

intuizione porta a operare misure di rispar-


mio nel campo della cultura quando l’ente radiotelevisivo<br />

proprio per la salvaguardia delle stessa<br />

è nato e possiede una concessione. Come tutti i<br />

monopoli se ne infischia di tagliare i costi dove<br />

questi hanno la loro origine. Questo non è downsizing<br />

ma semplicemente “downthinking” la facile<br />

scelta della strada più agevole. Colpire la cultura è<br />

come colpire la ricerca di base. Te ne accorgi dopo<br />

10 anni. Il prezzo dell’irresponsabilità lo paga la<br />

prossima generazione, spogliata in parte e senza<br />

colpa del diritto alla conoscenza. L’OSI è un’orchestra<br />

eccellente, una delle poche istituzioni musicali<br />

prestigiose di questo Cantone con un curriculum di<br />

prim’ordine e una reputazione internazionale riconosciuta.<br />

Come per lo Stato, anche in questo caso<br />

si gira intorno alla torta e i tagli che veramente<br />

incidono, per ragioni politiche e di opportunità non<br />

si fanno. Si continua invece ad alimentare l’organico<br />

che gonfiandosi diventa sempre più potente,<br />

autoreferenziale e intoccabile. Che la SSR si ritiri<br />

da questo impegno nonostante il mandato assegnatole<br />

e il canone obbligatorio è semplicemente<br />

l’ennesima dimostrazione di prepotenza, che solo<br />

i monopoli statali si possono permettere. Merci,<br />

service publique!<br />

Aggiungo che più in generale, pure la politica culturale<br />

del Cantone è alquanto discutibile per quanto<br />

attiene alla sezione culturale che distribuisce i fondi<br />

(della lotteria cantonale). Come sempre, quando<br />

la preparazione è carente, i finanziamenti si fanno<br />

ad innaffiatoio, privilegiando l’eguaglianza a scapito<br />

dell’equità e della qualità. Così si gratifica la mediocrità,<br />

la scarsa professionalità, entrambi fattori<br />

fortemente presenti in <strong>Ti</strong>cino, e non solo in ambito<br />

culturale. Una riforma in questo delicato settore<br />

strategico è più che necessaria sia per ristrutturare<br />

le numerose commissioni di esperti, spesso per<br />

nulla esperti e poco trasparenti, che costellano il<br />

firmamento culturale del Cantone. Ciò per ridare<br />

al cittadino quelle istituzioni sparite che la cultura<br />

esige, come teatri e sale da musica per consolidare<br />

quello che c’è, come i musei dove è necessario e<br />

urgente un consolidamento, e per sostenere attività<br />

letterarie, musicali e varie manifestazioni; prima<br />

su tutte il Festival del cinema di Locarno. Urge<br />

cambiare il criterio di ripartizione introducendo regole<br />

selettive che privilegino il merito, la qualità abbandonando<br />

quell’egualitarismo deleterio che tanto<br />

piace a certi politici e tutto appiattisce e banalizza<br />

e immiserisce.<br />

Per la musica il motore culturale è la RTSI. Eliminare<br />

l’OSI è iniquo e controproducente come lo<br />

sarebbe la paventata chiusura di Rete 2. Quest’ultima<br />

fa pochi ascolti? Non importa, almeno finché<br />

siamo obbligati a pagare il canone gli ascolti devono<br />

contare meno del valore culturale che si diffonde<br />

nel Paese e non è quantificabile.<br />

Lo “share”, tanto amato dai nostri dirigenti RTSI,<br />

equivale allo “Shareholdervalue” delle imprese private,<br />

oggi pesantemente accusato di essere una<br />

delle cause dello sconquasso etico nel mondo capitalista.<br />

Se il profitto non è un fine, ma un mezzo,<br />

anche lo share lo è. Almeno finché Billag imperat.<br />

Ricordiamoci, tagliare i finanziamenti alla cultura,<br />

non è molto meglio che bruciare i libri a Berlino o<br />

la biblioteca di Alessandria. Anche la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> ha le<br />

sue colpe per non aver mai preso in considerazione<br />

la difesa della cultura. Non è un suo compito?<br />

Non direttamente, ma oggi la cultura è un business<br />

enorme che coinvolge decine di miliardi. Forse dovremmo<br />

riflettere se incamminarci in quella direzione<br />

in modi e tempi da stabilire, come già avviene<br />

per molte Camere di commercio in Italia, Francia<br />

e Germania.<br />

In questo mondo globalizzato c’è un disvalore che<br />

è andato imponendosi prepotentemente spazzando<br />

via la vecchia, consolidata e validissima etica capitalistica:<br />

il cinismo. Che, per citare ancora Wilde,<br />

significa “conoscere il prezzo di tutte le cose e<br />

il valore di nessuna”. Per carità, ciò che avviene<br />

nel privato, per quanto deprecabile, resta in genere<br />

nel privato. Ma quando il cinismo pervade gli enti<br />

statali il problema diventa serio. Sfacciataggine,<br />

arroganza e indifferenza, tutte componenti del cinismo,<br />

non si possono alimentare con i soldi pubblici.<br />

Quindi battiamoci per difendere quel pezzo<br />

di cultura che ci appartiene e vogliono portarci via.<br />

Fermiamo le invasioni barbariche!<br />

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92 esima Assemblea <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

di Laura Sadis, Consigliera di Stato e Direttrice del DFE<br />

Discorso Della coNsigliera Di stato<br />

oN. laura saDis alla 92 esima ago cc-ti<br />

Pronunciato il 9 ottobre <strong>2009</strong> all’Hotel De La Paix di Lugano<br />

Il 10 ottobre dello scorso anno, quando si tenne la vostra<br />

91 esima Assemblea, era trascorso meno di 1 mese (notte<br />

del 15 settembre 2008) dall’annuncio shock del fallimento<br />

di due banche d’affari blasonate di Wall Strett: Lehman<br />

Brothers e Merill Lynch, una destinata a scomparire, l’altra<br />

riscattata in extremis dalla Bank of America. La crisi<br />

dei mutui subprime aveva già toccato pesantemente nel<br />

2007 l’insieme del settore bancario occidentale. Le banche<br />

centrali, il Governo americano erano già intervenuti<br />

per iniettare fondi nel circuito monetario e varare piani di<br />

rilancio. Il 16 ottobre 2008 la Confederazione sottoscriveva<br />

un prestito convertibile a favore di UBS di 6 miliardi<br />

di franchi e la Banca nazionale svizzera s’impegnava ad<br />

acquistare titoli illiquidi per un ammontare massimo di<br />

60 miliardi di dollari. Un anno fa iniziavamo a renderci<br />

conto della gravità potenziale della situazione, peraltro<br />

da alcuni sparuti economisti – rimasti inascoltati – invero<br />

preannunciata.<br />

L’interconnessione del sistema bancario ha gettato in grave<br />

crisi l’intero sistema finanziario e ha intaccato altrettanto<br />

gravemente l’economia reale. In pochi mesi Stati e<br />

banche centrali hanno messo in campo risorse immense<br />

per cercare di contrastare il tracollo economico. Perché?<br />

Perché al di là dei puristi, critici verso l’intervento statale<br />

anticiclico, dietro ogni settore economico, dietro ogni<br />

attività economica alla fine vi sono posti di lavoro e il<br />

destino immediato e concreto di molte, tantissime persone.<br />

Come spesso accade ”est modus in rebus” o anche<br />

“in medio stat virtus”. “Il mercato ha sempre ragione” si<br />

è spesso sentito dire. Ma occorrerebbe aggiungere che<br />

“il mercato ha delle ragioni, che non sempre la ragione<br />

intende (comprende)”. Oggi dove siamo?<br />

Siamo nel bel mezzo di una grave crisi economica. L’onda<br />

lunga della disoccupazione inizia a divenire vieppiù consistente<br />

e s’ingrosserà il prossimo anno. La recessione<br />

si arresterà probabilmente il prossimo anno stando alle<br />

ultime revisioni delle stime. Il 3 marzo scorso abbiamo<br />

presentato un articolato rapporto con l’identificazione<br />

di misure a sostegno dell’occupazione e dell’economia<br />

cantonale per gli anni <strong>2009</strong> – 2011. Tengo a ringraziare<br />

la Camera di commercio e il suo Direttore per la fattiva<br />

e preziosa collaborazione dimostrata nei confronti<br />

del DFE nel lavoro di preparazione e d’identificazione di<br />

misure il più possibile mirate, lavoro iniziato nell’autunno<br />

del 2008. Pur consapevoli delle limitate possibilità di<br />

un Cantone d’influenzare l’andamento economico (siamo<br />

infatti una piccola economia aperta) abbiamo deciso<br />

di mettere in campo interventi mirati a sostegno della<br />

congiuntura, pur avendo riguardo a un’oculata utilizzazione<br />

delle risorse pubbliche. Evidentemente prestando<br />

particolare attenzione anche ad interagire positivamente<br />

con la Confederazione. I conti del Cantone sono usciti<br />

dalle cifre rosse nel 2008, dopo anni di reiterati deficit.<br />

Fortunatamente, considerato l’impatto negativo sui conti<br />

degli enti pubblici della crisi economica intervenuta violentemente<br />

e repentinamente, nel 2008 si è portata in<br />

porto una consistente manovra di risanamento dei conti<br />

cantonali. Non l’avessimo fatto, oggi avremmo delle prospettive<br />

molto più preoccupanti. Il riequilibrio duraturo e<br />

strutturale dei conti pubblici cantonali non è però ancora<br />

raggiunto. Ingrato compito del direttore delle finanze ricordarlo<br />

continuamente a colleghi, al legislativo, a tutti<br />

coloro che hanno proposte politiche d’avanzare, ai quali<br />

si chiede però di non astrarsi dalla realtà dei fatti. Per<br />

quanto attiene al come lo Stato lavora con la sua amministrazione<br />

procedono una trentina di progetti concreti di<br />

riorganizzazione e il DFE ha presentato, nei tempi annunciati<br />

ad inizio legislatura, la riforma della legge sull’ordinamento<br />

dei dipendenti e la legge sugli stipendi. Un tema<br />

di centrale importanza quello della politica del personale,<br />

cuore pulsante delle amministrazioni pubbliche. L’introduzione<br />

della gestione del personale per obiettivi e del<br />

concetto del merito è un passo importante, politicamente<br />

non ovvio da compiere, come avrete avuto modo di constatare<br />

anche voi. Un altro problema molto rilevante, la<br />

cui soluzione non era a mio parere ulteriormente eludibile,<br />

è il risanamento della Cassa pensioni dei dipendenti<br />

dello Stato. Un debito occulto ultramiliardario, seppur<br />

menzionato a piè di pagina nei conti del Cantone, non<br />

può essere lasciato crescere senza cercare d’intervenire<br />

9


92 esima Assemblea <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

di Laura Sadis, Consigliera di Stato e Direttrice del DFE<br />

alla radice del problema stesso. Questo capitolo, come<br />

quello del finanziamento statale delle cliniche private oltre<br />

agli ospedali pubblici, richiederanno a breve termine<br />

ingenti risorse finanziarie e di ciò dobbiamo occuparci già<br />

oggi affrontando la pianificazione finanziaria perlomeno<br />

con un orizzonte di medio termine, indipendentemente<br />

dalle scadenze temporali delle legislature. Malgrado<br />

la pressante esigenza di riportare le finanze pubbliche<br />

cantonali su una rotta sostenibile, e sappiamo quanto<br />

un transatlantico debba anticipare le manovre, non ho,<br />

non abbiamo rinunciato – contrariamente a quanto alcuni<br />

sostengono – a intervenire sulla fiscalità proponendo e<br />

riuscendo a varare riforme, non solo sgravi fiscali. Sappiamo<br />

bene quanto difficile sia riformare un sistema fiscale<br />

in tempi di magra finanziaria. Più facile farlo in tempi<br />

d’abbondanza.<br />

Ma cosa abbiamo fatto?<br />

• Abbiamo eliminato la doppia imposizione economica<br />

dei dividendi provenienti da partecipazioni qualificate<br />

per le persone fisiche<br />

• Abbiamo esteso la deduzione per partecipazioni per le<br />

persone giuridiche<br />

• Abbiamo introdotto le agevolazioni fiscali per le aziende<br />

personali in liquidazione<br />

• Abbiamo ricondotto nel 2008 l’aliquota dell’imposta<br />

sull’utile dal 10 al 9%, aliquota che scenderà ulteriormente<br />

all’8.5% nel 2010 se i cittadini ticinesi accoglieranno<br />

in novembre la relativa modifica della legge<br />

tributaria<br />

• Abbiamo confermato per ulteriori 4 anni la possibilità<br />

di effettuare ammortamenti accelerati per nuovi investimenti<br />

• Abbiamo abolito la prassi Dumont riguardante l’acquisto<br />

di immobili, che non permetteva di riconoscere le<br />

spese di manutenzione sostenute dal proprietario<br />

• Abbiamo agevolato la deducibilità delle spese di manutenzione<br />

immobiliari, eliminando la condizione del<br />

mantenimento per 10 anni del metodo prescelto per<br />

la deduzione<br />

• Abbiamo esteso da 25 a 28 l’età dei figli agli studi che<br />

permette di usufruire della relativa deduzione<br />

• Abbiamo rivisto alcune modalità impositive dell’imposta<br />

alla fonte<br />

• Abbiamo recepito nel diritto tributario cantonale la semplificazione<br />

del recupero d’imposta in caso di successione<br />

(che potremmo definire un’amnistia degli eredi)<br />

e introdotto l’autodenuncia esente da pena<br />

Mi rendo conto che non tutti questi concetti contenuti<br />

nelle riforme fiscali varate sono d’immediata comprensione,<br />

ma chi conosce un po’ di diritto fiscale ne comprende<br />

appieno la portata.<br />

Nell’ottica anche di una semplificazione del nostro sistema<br />

fiscale cantonale, e per disporre di un documento<br />

conoscitivo, chiesi lo scorso anno la collaborazione<br />

del Centro di competenze tributarie per analizzare com-<br />

10 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

piutamente modelli impositivi alternativi, in particolare<br />

l’applicabilità della flat rate tax, di cui spesso s’invocava<br />

l’effetto taumaturgico. Purtroppo ciò che è emerso è<br />

che questo sistema impositivo non è proponibile e non<br />

semplifica in alcun modo il nostro sistema fiscale. La<br />

non proponibilità è collegata la fatto che nel nostro Cantone<br />

la progressione della curva delle aliquote è molto<br />

sociale. Mi spiego meglio: in <strong>Ti</strong>cino l’onere fiscale per<br />

i redditi modesti e medi è molto contenuto rispetto agli<br />

altri Cantoni svizzeri. Motivo per il quale una flat rate tax<br />

risulta praticamente inapplicabile, perché forzatamente<br />

incrementerebbe l’onere fiscale di questi contribuenti,<br />

che sono la stragrande maggioranza. Dallo studio è però<br />

emerso in maniera documentata e non più solo intuitiva<br />

che invece il nostro Cantone è decisamente poco attrattivo<br />

per i contribuenti più facoltosi.<br />

E se pensiamo che:<br />

• il 3.7% dei contribuenti coniugati ha un reddito imponibile<br />

superiore a 150,000 franchi e assicura il 37%<br />

del gettito fiscale totale dei coniugati<br />

• e che il 3% dei contribuenti non coniugati mostra un<br />

reddito imponibile superiore a 90,000 franchi e garantisce<br />

il 28,6 % del gettito fiscale complessivo dei non<br />

coniugati<br />

ci rendiamo conto che queste categorie di contribuenti<br />

sono importanti per le risorse apportate allo Stato e che,<br />

sganciandoci da pregiudizi di carattere ideologico, il nostro<br />

Cantone non può, per queste categorie di reddito,<br />

permettersi di avere una pressione fiscale chiaramente<br />

al di sopra della media svizzera.<br />

Anche questo è un tema politicamente difficile da affrontare.<br />

Ma perché non dobbiamo chiudere gli occhi e affrontarlo?<br />

La risposta è relativamente semplice, o cercherò di renderla<br />

sinteticamente comprensibile. Sono, siamo tutti<br />

molto preoccupati per tutto quanto sta avvenendo dalla<br />

decisione del Consiglio federale del 13 marzo scorso,<br />

decisione assunta dopo tutto quanto avvenuto negli Stati<br />

Uniti nel caso UBS, dopo la posizione non solo critica<br />

ma anche aggressiva dell’OCSE verso tutte quelle giurisdizioni<br />

ritenute, a torto o a ragione, “paradisi fiscali”e<br />

ciò nell’evidente duplice ottica di combattere l’evasione<br />

fiscale per recuperare almeno parte delle risorse messe<br />

in campo dai vari Stati nei programmi di sostegno all’economia,<br />

ma anche non estranea a una lotta commerciale<br />

riguardo alla gestione dei patrimoni nel settore bancario<br />

internazionale. Dicevo siamo tutti molto preoccupati per<br />

ciò che sta avvenendo nell’ambito dell’assistenza amministrativa<br />

internazionale e dello scambio d’informazioni<br />

nelle relazioni fiscali internazionali e nella conseguente<br />

evoluzione del concetto della tutela della sfera privata<br />

del cliente dei nostri istituti bancari, ma se veramente<br />

ci preoccupiamo non dobbiamo limitarci a esprimere<br />

preoccupazione ma preoccuparci anche di pensare a so-


luzioni praticabili e possibilmente positive per il nostro<br />

futuro economico e occupazionale. Una via intelligente<br />

è stata indicata anche di recente da parte del mondo<br />

bancario, quello verosimilmente consapevole da tempo<br />

che un’evoluzione del nostro segreto bancario sarebbe<br />

intervenuta, ed è la via dell’imposizione alla fonte definitiva<br />

e liberatoria dei redditi percepiti da residenti esteri.<br />

Un sistema inoltre modulabile a dipendenza delle esigenze<br />

dello stato di residenza dell’avente diritto economico.<br />

Apprendiamo oggi dello scetticismo espresso da alcuni<br />

portavoce dell’OCSE e dell’UE.<br />

Questa via, che altro non è se non un’evoluzione dell’impianto<br />

dell’accordo sull’imposizione del risparmio concluso<br />

con l’Unione europea, avrebbe l’indubbio vantaggio di<br />

tutelare la sfera privata del cliente delle nostre banche<br />

e di rompere l’impropria equazione “segreto bancario =<br />

evasione fiscale”. Ma sappiamo tutti che questi accordi<br />

sono di competenza delle autorità a livello nazionale e<br />

non cantonale.<br />

Come Cantone cosa possiamo ulteriormente suggerire o<br />

fare?<br />

Possiamo, come dicevo, avere riguardo all’attrattiva del<br />

nostro Cantone quale luogo di residenza svizzero, offrendo<br />

un livello impositivo ordinario equo ma nello stesso<br />

tempo concorrenziale a livello internazionale e intercantonale.<br />

Preservando inoltre, con i dovuti adeguamenti,<br />

l’istituto conosciuto dal nostro ordinamento fiscale nazionale<br />

e cantonale dell’imposizione secondo il dispendio<br />

per i contribuenti di nazionalità straniera. Concretizzando<br />

inoltre in tempi accettabili un’amnistia fiscale. A questo<br />

proposito rammento che un progetto di amnistia fiscale<br />

è stato da me presentato in primavera ai colleghi direttori<br />

delle finanze di tutti gli altri Cantoni.<br />

Ho inoltre elaborato e trasmesso a tutta la deputazione<br />

ticinese a Berna un progetto d’iniziativa parlamentare già<br />

elaborata, che permette di discutere e approvare ancora<br />

nel corso del 2010 una modifica di legge, che potrebbe<br />

entrare in vigore già nel 2011 e concretizzare un’amnistia<br />

fiscale in Svizzera senza dover ricorrere a lunghe modifiche<br />

costituzionali, come avvenne 40 anni orsono.<br />

Come vedete occorre darsi da fare ed avere qualche idea<br />

concreta, anche nel nostro piccolo Cantone.<br />

È per questo motivo che apprezzo molto gli stimoli che<br />

anche dalla vostra Associazione giungono e possono giungere.<br />

Ciò che mi auguro per il bene di questo Cantone è<br />

che insieme si riesca però anche a individuare e a ideare<br />

soluzioni concrete e praticabili. Occorre quindi saltare<br />

lo steccato delle richieste generiche e contribuire fattivamente<br />

a concretizzare soluzioni positive per il Paese.<br />

Tenendo inoltre presente che il Parlamento cantonale è<br />

un indefesso produttore di proposte di maggiori spese<br />

ma meno prolifico nell’aiutare a identificare misure di<br />

parallelo contenimento della spesa pubblica. Più spese<br />

e meno entrate è malauguratamente un’equazione che<br />

alla lunga non regge da nessuna parte, e il mondo industriale<br />

e imprenditoriale lo sa benissimo, non è a voi che<br />

devo dirlo. Quante volte abbiamo letto che la crisi econo-<br />

mica scatenatasi brutalmente lo scorso anno è, quanto<br />

ad esempio a valori di capitalizzazione di borsa bruciati,<br />

peggiore di quella del 1929.<br />

La sostanziale differenza è però che allora, negli anni<br />

trenta, non vi era una rete sociale, oggi fortunatamente<br />

esistente, che permette di dare risposte di dignità di vita<br />

alle persone in difficoltà ma che evidentemente nello<br />

stesso tempo costa e si fonda su un principio di solidarietà.<br />

Gli ammortizzatori automatici sono proprio questo.<br />

Comportano una dilatazione della spesa pubblica in periodi<br />

di recessione economica, deficit congiunturali che<br />

devono però poter essere compensati da avanzi d’esercizio<br />

in momenti di alta congiuntura. Del progetto di freno<br />

ai deficit sentirete quindi ancora parlare, perlomeno da<br />

me. Prima di concludere un accenno a un tema pure<br />

importante per la realtà industriale e imprenditoriale:<br />

l’energia. Come forse saprete abbiamo presentato una<br />

proposta di legge cantonale d’applicazione della legge<br />

federale sull’approvvigionamento elettrico:<br />

i monopoli di distribuzione sono caduti, le privative riconosciute<br />

ai Comuni non sono quindi più prelevabili secondo<br />

le modalità vigenti sino alla fine del 2008, le prestazioni<br />

gratuite o di favore a vantaggio dei comuni devono ora essere<br />

palesate grazie alla trasparenza verso il consumatore<br />

introdotta nella fatturazione al consumatore, trasparenza<br />

che porta a un’indicazione chiara e separata degli elementi<br />

tariffali riferiti anche alla produzione, al trasporto<br />

e alla distribuzione di energia elettrica. Con la proposta<br />

cantonale abbiamo cercato di tutelare gli interessi dei<br />

consumatori e dei grandi consumatori di energia. Il mio<br />

auspicio è che il fuoco incrociato degli interessi economici<br />

di Comuni, aziende di distribuzione, anche private,<br />

non stritoli alla fine il consumatore. Per quanto infine<br />

attiene al prezzo dell’energia, che come abbiamo visto è<br />

la somma di più fasi e attori, che negli anni ha subito alla<br />

produzione ma anche sul mercato internazionale aumenti<br />

sostanziosi, l’Azienda elettrica ticinese continuerà ad assolvere<br />

il mandato pubblico nei termini e con le modalità<br />

che la sua legge istituente le affida in primis la sicurezza<br />

d’approvvigionamento a prezzi competitivi. Ciò che però<br />

non voglio è che AET, azienda pubblica di proprietà di<br />

tutti i cittadini ticinesi, importante attore e veicolo della<br />

politica energetica cantonale diventi il capro espiatorio<br />

degli effetti e dei cambiamenti che l’apertura del mercato<br />

energetico ha indotto sulle aziende di distribuzione locali,<br />

siano esse pubbliche o private, né che diventi campo<br />

di battaglia d’interessi intrasparenti incrociati o comodo<br />

terreno per scorribande politico-partitiche. AET necessita<br />

un recupero di tranquillità operativa e gestionale. Diversi<br />

concreti passi sono stati intrapresi nell’ultimo anno, anno<br />

e mezzo. Tutto ciò andrà in modo del tutto trasparente,<br />

ma pure rispettoso della legittima tutela dei dati personali<br />

e commerciali, comunicato per evitare che si continui<br />

a speculare e s’incancrenisca la cultura del sospetto<br />

in questo Cantone. Ciò non sarebbe nell’interesse del<br />

Cantone in un settore veramente rilevante come quello<br />

energetico.<br />

11


12 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

92 esima Assemblea Generale Ordinaria <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> <br />

92 esima AGO della Camera di commercio


venerdi` 9 ottobre <strong>2009</strong> Hotel De La Paix Lugano<br />

Aperitivo e cena<br />

© Foto di Loreta Daulte<br />

13


Editoriale<br />

di Luca Albertoni, Direttore della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

14 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

coNsoliDameNto e Nuove sfiDe<br />

La nostra Assemblea generale annuale<br />

che si è tenuta lo scorso 9 ottobre è servita<br />

a fare il punto della situazione delle<br />

attività svolte a cavallo fra il 2008 e il<br />

<strong>2009</strong> e per affrontare alcuni dei temi che<br />

saranno dominanti nei prossimi mesi. Prima<br />

di riassumere i punti più importanti<br />

emersi nelle riflessioni assembleari, tengo<br />

però a ringraziare tutti i soci della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

e gli ospiti per la partecipazione massiccia<br />

al nostro importante appuntamento<br />

annuale. Molti ci hanno seguito anche da<br />

casa approfittando della trasmissione in<br />

streaming della parte pubblica dell’evento<br />

sul nostro sito Internet. Purtroppo un<br />

piccolo inghippo tecnico ha impedito il<br />

collegamento “live”, costringendo ad una<br />

leggera differita, ma gli utenti della rete<br />

hanno potuto comunque approfittare di<br />

questa importante novità. Queste varie<br />

forme di forte partecipazione ai nostri lavori<br />

sono un segnale molto importante del<br />

ruolo fondamentale che la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> è chiamata<br />

a svolgere e dell’apprezzamento per<br />

il nostro operato. Molto resta da fare e<br />

da migliorare, ma l’impegno profuso dalle<br />

collaboratrici e dei collaboratori della <strong>Cc</strong>-<br />

<strong>Ti</strong> non passa inosservato e a loro vanno<br />

i miei più sentiti ringraziamenti. Come è<br />

giusto ribadire ancora una volta il forte<br />

senso di compattezza che si è creato fra le<br />

associazioni economiche, nessuna esclusa,<br />

che costituisce un segnale importante,<br />

e forse per taluni anche preoccupante, di<br />

come l’economia intenda affrontare unita<br />

le importanti sfide che ci attendono a<br />

breve, media e lunga scadenza. Anche in<br />

questo contesto, il ruolo federatore della<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, quale associazione-mantello, è fondamentale<br />

e apprezziamo molto l’impegno<br />

dei colleghi delle altre associazioni per costruire<br />

il futuro insieme.<br />

Il <strong>2009</strong> della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> è servito a consolidare<br />

quanto progettato e parzialmente già<br />

applicato nel 2008. Oltre all’innegabile<br />

consolidamento del ruolo di associazionemantello<br />

dell’economia ticinese, con un<br />

massiccio aumento della nostra presenza<br />

nel dibattito politico e mediatico abbiamo<br />

lavorato molto sul rafforzamento dei servizi<br />

ai nostri associati, cercando di andare ancora<br />

più incontro alle loro esigenze. Basti<br />

pensare all’introduzione di nuovi concetti<br />

per gli eventi di presentazione di opportunità<br />

di business e per la formazione, secondo<br />

una filosofia chiara, cioè quella che<br />

i partecipanti devono essere confrontati<br />

con questioni concrete per poter portare a<br />

casa informazioni immediatamente spendibili<br />

nella loro attività quotidiana. Grazie<br />

a questa impostazione, nell’ambito della<br />

formazione abbiamo ad esempio avuto un<br />

incremento della partecipazione di circa<br />

il 60%, cosa non da poco in tempi di<br />

congiuntura difficile. Non è certo il caso<br />

di perdersi in eccessive auto-celebrazioni<br />

perché, come detto, resta molto da fare,<br />

ma è anche giusto sottolineare gli aspetti<br />

positivi delle nostre attività, soprattutto in<br />

un contesto in cui fa notizia solo quello<br />

che non funziona. Ovviamente le novità<br />

introdotte non sono fini a sé stesse, ma<br />

tendono a rafforzare la rete fra la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> ed<br />

i suoi associati e fra gli associati stessi.<br />

Riteniamo di essere sulla strada giusta.<br />

Per quanto riguarda le sfide future, i fronti<br />

aperti sono ovviamente molti e sotto il<br />

cappello della competitività, tema dominante<br />

della nostra Assemblea generale<br />

annuale, si trovano la fiscalità, la mobilità,<br />

la promozione economica, la capacità<br />

di valorizzazione del nostro territorio e<br />

di porsi in modo costruttivo nei confronti<br />

dell’autorità federale, ecc.<br />

Una delle scadenze più imminenti è ovviamente<br />

quella della votazione del prossimo<br />

27 novembre sulla riduzione dello<br />

0,5% dell’aliquota sull’utile delle aziende.<br />

“Nano-sgravio” è stato definito da alcuni,<br />

meglio che un pugno in faccia secondo le<br />

divertenti ed azzeccate parole del nostro<br />

Presidente Franco Ambrosetti. Inutile nascondere<br />

che si tratta di una misura più di<br />

carattere simbolico e di incoraggiamento,<br />

eppure si tratta di un segnale importante,<br />

soprattutto tenendo conto che non più di


un anno fa la tendenza era chiaramente quella di un<br />

aumento della stessa aliquota, tanto che qualcuno paventava<br />

il ritorno al 12%...<br />

Inoltre è un riconoscimento per chi, lottando quotidianamente,<br />

riesce ancora a realizzare utili (cosa decisamente<br />

non scontata di questi tempi), contribuendo<br />

così in modo sostanziale a tenere in piedi il Cantone.<br />

Inaccettabile che queste aziende siano definite con<br />

grande disinvoltura ladri da chi ha lanciato il referendum<br />

contro lo sgravio sulla base di uno slogan che<br />

parla apertamente di furto di soldi pubblici. Ci si scandalizza<br />

(a torto o a ragione) per la campagna sui minareti<br />

e passa inosservato che chi produce ricchezza e<br />

permette quindi anche il versamento dei molti sussidi<br />

ed aiuti vari che contraddistinguono il nostro Cantone<br />

sia trattato da ladro. Se così stanno le cose, siamo fieri<br />

di rappresentare i ladri. Ma a parte questo aspetto che<br />

ben illustra il livello della discussione politica odierna,<br />

la nostra preoccupazione va ben oltre la votazione del<br />

27 novembre. Il rischio concreto è che, comunque vada,<br />

di fiscalità e di compiti e spese dello Stato non si<br />

parli più per vent’anni. Vincessero i referendisti questo<br />

pericolo è scontato, ma anche se lo sgravio dovesse<br />

essere accettato dal popolo, non è escluso che si dirà:<br />

“avete avuto lo sgravio ed ora zitti per l’eternità”. Questo<br />

va assolutamente evitato, perché, come già detto<br />

più volte, il nostro Cantone necessita di un approccio<br />

coordinato d analisi seria delle entrate e delle uscite,<br />

delle risorse a disposizione e di quelle potenzialmente<br />

rafforzabili. Senza un lavoro di questo genere, andremo<br />

avanti per anni a colpi di misure isolate, con discussioni<br />

infinite e perderemo ancora molti treni, mentre<br />

gli altri galoppano e ci ritroveremo nell’impossibilità di<br />

recuperare una competitività degna di questo nome.<br />

Non a caso, proprio per sottolineare questa esigenza<br />

di riflessione globale sul sistema fiscale ticinese, abbiamo<br />

organizzato, il prossimo 12 novembre presso<br />

Villa Negroni a Vezia, un incontro-dibattito sullo studio<br />

redatto dalla SUPSI e curato dal Professor Marco Bernasconi<br />

sull’imposizione delle persone fisiche. È una<br />

prima occasione di confronto per abbozzare quella che<br />

potrebbe essere una politica finanziaria strutturata.<br />

Un’altra sfida essenziale da non perdere è quella che<br />

concerne i rapporti con Berna. Oltre alla deputazione<br />

ticinese alle Camere federali, abbiamo assolutamente<br />

bisogno di una figura che sia costantemente presente<br />

nella Capitale federale e che lavori a stretto contatto<br />

con l’amministrazione, cioè laddove si prendono mol-<br />

te decisioni o dove comunque vengono poste le basi<br />

fondamentali per quello che poi Consiglio federale e<br />

l’Assemblea federale decideranno. La questione di per<br />

sé non è troppo complicata, ma il nostro timore è che<br />

la politica passerà ancora anni a discutere sulle varie<br />

sfaccettature di un rappresentante del genere, facendo<br />

ancora una volta prevalere gli interessi di parte a quello<br />

generale e bloccando quindi ogni decisione seria. Ci<br />

vogliono un coraggio e un’umiltà che oggi probabilmente<br />

non ci sono e nel frattempo partiranno ancora<br />

molto altri treni che il <strong>Ti</strong>cino perderà. Riteniamo quindi<br />

che, se in tempi ragionevolmente brevi il Cantone non<br />

riuscirà ad esprimere un suo “ambasciatore” nel senso<br />

descritto, gli ambienti economici procederanno per<br />

conto, designando un loro rappresentante che curerà<br />

in primis ovviamente gli interessi dell’economia. Se<br />

questo poi non piacerà a tutti, non sarà un problema<br />

nostro.<br />

Dulcis in fundo (si fa per dire...), ancora qualche parola<br />

sul completamento della galleria autostradale del<br />

San Gottardo, che non ci stancheremo mai di ribadire<br />

come tema fondamentale per la competitività del nostro<br />

territorio. In un recente incontro con il Consigliere<br />

federale Moritz Leuenberger è emerso chiaramente che<br />

l’autorità federale sta valutando con serietà ed attenzione<br />

la possibilità della realizzazione del secondo tubo<br />

chiesta da alcuni parlamentari federali ticinesi. Due tubi<br />

monodirezionali sarebbero compatibili con i dettami<br />

costituzionali introdotti dall’Iniziativa delle Alpi. Sarebbe<br />

buona cosa abbandonare per una volta le divisioni<br />

ideologiche e compattarsi su un’idea del genere per<br />

non lasciarsi scappare l’occasione di realizzare un progetto<br />

che è nell’interesse di tutti i ticinesi. Le condizioni<br />

rispetto alla votazione popolare negativa di qualche<br />

anno fa sono decisamente cambiate e la prospettiva<br />

della chiusura prolungata della galleria è disastrosa. A<br />

meno che, sempre citando il nostro Presidente Franco<br />

Ambrosetti, non si voglia diventare a tutti gli effetti<br />

una provincia italiana. Sarebbe interessante porre il<br />

popolo ticinese di fronte a queste due alternative. Mi<br />

sembra di poter dire che l’esito sarebbe scontato e<br />

che finalmente avremmo un collegamento autostradale<br />

all’altezza delle nostre esigenze e dei nostri diritti.<br />

15


Contromano<br />

di Alessio del Grande<br />

riforma Del coNsiglio feDerale,<br />

tutti la chieDoNo, tutti la voglioNo<br />

A giudicare dalle proposte che si sono susseguite in<br />

questi due ultimi mesi, i tempi sono ormai maturi per<br />

una radicale riforma del Consiglio Federale. Proposte<br />

che, per un verso o per l’altro, mettono in luce tutte le<br />

disfunzioni che stanno contraddistinguendo l’attività<br />

del Governo centrale. Sull’onda della mancata elezione<br />

di un ministro ticinese, il PPD cantonale ha promosso<br />

un’iniziativa per l’allargamento da sette a nove membri<br />

del Consiglio federale; l’UDC all’assemblea nazionale<br />

dei delegati che si è tenuta all’inizio di ottobre a Ginevra,<br />

ha deciso di lanciare un’iniziativa per l’elezione<br />

ogni quattro anni del Governo da parte del popolo e<br />

con il sistema maggioritario; da più parti si è pure<br />

suggerito di prolungare ben oltre un anno la carica, a<br />

rotazione tra ministri, alla Presidenza e di riconoscere<br />

più ampi poteri al Presidente stesso, non relegandolo<br />

al ruolo di semplice primus inter pares tra gli altri Consiglieri<br />

federali; il Presidente del PS ticinese, Manuele<br />

Bertoli, ha invece ripetutamente insistito su una riforma<br />

dell’esecutivo improntata ad un Governo politico<br />

di programma, supportato da una chiara maggioranza<br />

che risponde gli elettori del suo operato. Quella della<br />

riforma del Governo non è storia nuova. Agli inizi degli<br />

anni ‘40 era stato il Partito socialista svizzero, allora<br />

escluso dal Consiglio Federale, a lanciare un’iniziativa<br />

per aumentare il numero dei ministri e farli eleggere<br />

direttamente dal popolo. Iniziativa seccamente bocciata<br />

dal voto popolare. Nuove sono semmai le ragioni<br />

che oggi rendono improrogabile questa riforma per<br />

migliorare la governabilità del Paese e ridare tono ad<br />

un federalismo scaduto spesso in un lamentoso rivendicazionismo<br />

regionalistico.<br />

Se l’aumento da sette a nove dei ministri consentirebbe<br />

innanzitutto al <strong>Ti</strong>cino di avere un suo rappresentante<br />

in Consiglio federale – riconoscimento sacrosanto<br />

ormai ignorato da una decina di anni – permetterebbe<br />

soprattutto una divisione più razionale delle competenze<br />

tra i vari dicasteri, in cui oggi si concentrano<br />

compiti che un singolo Consigliere non può oggettivamente<br />

riuscire a gestire. Talune recenti vicende, dalla<br />

vertenza americana di UBS alle pressioni dell’OCSE e<br />

di alcuni Paesi europei sul segreto bancario, per arrivare<br />

alla beffa libica, solo per ricordare i casi più eclatanti,<br />

hanno evidenziato clamorosamente, non tanto i<br />

16 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

limiti personali degli attuali ministri, quanto invece le<br />

disfunzioni strutturali nell’odierno meccanismo di Governo,<br />

per cui ogni Consigliere federale pare marciare<br />

per conto proprio. A complicare la situazione c’è anche<br />

il fatto che, affannandosi a rincorrere l’ordinaria amministrazione,<br />

non è maturata una nuova cultura politica<br />

capace di cogliere il senso di quei cambiamenti nella<br />

sovranità statuale e nelle dinamiche dei rapporti tra<br />

gli Stati che oggi investono pesantemente la Svizzera.<br />

Basterà aumentare il numero dei ministri per risolvere<br />

questo problema? Chissà? Certo è che nove ministri<br />

con una diversa distribuzione delle competenze potrebbero<br />

lavorare meglio, garantendo pure una maggiore<br />

e più sicura rappresentatività del Paese a Berna.<br />

La controindicazione ai due Consiglieri in più sarebbe<br />

l’inevitabile aumento della burocrazia federale, rischio<br />

che, però, potrebbe essere in gran parte scongiurato<br />

con una decisa riorganizzazione degli attuali apparati<br />

ministeriali. Anche la proposta per l’elezione del Governo<br />

da parte del popolo merita un’adeguata riflessione.<br />

L’attuale sistema di elezione è monopolizzato a tal punto<br />

dagli interessi e dalle tattiche dei partiti da rendere<br />

sempre più evanescente il legame con la necessaria<br />

rappresentatività della volontà popolare che un sistema<br />

democratico deve pur sempre garantire.<br />

Per quel che riguarda la durata annuale dell’onorifica<br />

carica presidenziale è evidente che essa è retaggio di<br />

ben altri tempi storici e culturali, mentre ora è necessario<br />

non solo prolungarla, ma dotarla anche di più<br />

poteri in modo tale da rafforzare l’identificabilità politica<br />

del Paese all’estero e avere, inoltre, all’interno un<br />

punto di riferimento più continuativo e meno simbolico.<br />

Insomma, di carne a fuoco ce n’è a sufficienza, ma<br />

la riforma del Governo centrale non può prescindere<br />

da un più profondo ripensamento del federalismo, in<br />

grado di riequilibrare in una nuova ottica i rapporti dei<br />

Cantoni con l’amministrazione federale e di ridare un<br />

nuovo slancio alla Confederazione nelle relazioni con<br />

gli altri Stati. Solo con questo ripensamento la Svizzera<br />

potrà continuare a scrivere la sua storia come la storia<br />

di un “popolo felice”.


Il tema<br />

di Alessio del Grande<br />

a belliNzoNa e a berNa<br />

serve uNa scossa<br />

A metà ottobre la ministra delle Finanze Laura Sadis<br />

ha presentato i dati sul preconsuntivo del <strong>2009</strong> che,<br />

grazie alle entrate fiscali degli anni precedenti, dovrebbero<br />

chiudere il bilancio quasi in pareggio e non<br />

con un deficit di oltre 76 milioni come si era stimato<br />

in precedenza. Di tutt’altro tenore sono le previsioni<br />

per l’anno prossimo, che indicano un disavanzo di<br />

quasi 126 milioni. Ma a dover preoccupare non è solo<br />

il deficit preventivato per il 2010, quanto piuttosto il<br />

deteriorarsi delle condizioni quadro per il nostro sistema<br />

economico, i colpi di coda della crisi economica e<br />

l’impatto del nuovo scudo fiscale sulla nostra piazza finanziaria<br />

che, non va dimenticato, assicura il 25% del<br />

Pil cantonale. Gli indicatori più recenti sull’andamento<br />

della congiuntura in <strong>Ti</strong>cino non sono rassicuranti: il Pil<br />

è diminuito del 3% in un anno, il tasso di disoccupazione<br />

si sta avvicinando al 5%, le esportazioni sono<br />

calate del 20%, mentre oltre 200 aziende sono state<br />

costrette a ricorrere all’orario ridotto. Ecco perché, come<br />

è stato ribadito nell’ultima assemblea della Camera<br />

di commercio, bisogna intervenire al più presto per<br />

ridare slancio competitivo al nostro sistema economico.<br />

Ad oltre due anni e mezzo dalle elezioni del 2007<br />

e dall’insediamento del nuovo governo cantonale sono<br />

rimasti ancora aperti non pochi problemi che rischiano<br />

di penalizzare la competitività e di pregiudicare<br />

la crescita futura. Problemi che andrebbero affrontati<br />

e risolti sia con delle misure cantonali sia facendo<br />

pressioni su Berna per le decisioni e gli interventi di<br />

competenza federale.<br />

Fisco e competitività<br />

Mentre gli altri Cantoni proseguono risolutamente<br />

sulla strada degli alleggerimenti fiscali, da noi si va<br />

votare per il referendum lanciato dai socialisti contro<br />

la riduzione dello 0,5 (dal 9 all’8,5%) per l’aliquota<br />

sull’utile delle persone giuridiche. Il che la dice lunga<br />

sul clima politico che stagna sul <strong>Ti</strong>cino. Recentemente<br />

uno studio della Supsi, curato da Marco Bernasconi,<br />

con tanto di dati comparativi alla mano, ha dimostrato<br />

come il <strong>Ti</strong>cino stia diventando sempre meno attrattivo<br />

per i contribuenti più facoltosi che, al pari delle società,<br />

potrebbero scegliersi di trasferirsi altrove. Là dove<br />

possono beneficiare di un trattamento fiscale più vantaggioso.<br />

Non sarebbe una perdita da poco. Si tratta,<br />

difatti, di una fascia di cittadini con redditi di oltre 250<br />

mila franchi, che versa all’erario 170 milioni di franchi<br />

sui 632 del complessivo gettito fiscale delle persone<br />

fisiche. Non sono cifre insignificanti in un Cantone<br />

con soli 143 mila contribuenti, di cui l’80% dichiara<br />

un imponibile sotto i 60 mila franchi, mentre il 5%<br />

dei contribuenti paga da solo il 45% delle imposte e<br />

ben 42 mila persone sono esentasse per i loro redditi<br />

insufficienti. Per scongiurare questa fuga di facoltosi<br />

residenti, Bernasconi suggeriva tra le altre cose di<br />

stabilire un’aliquota massima dell’11% per l’imposta<br />

cantonale, con una riduzione di quattro punti su quella<br />

oggi in vigore, e del 2,4 per mille sulla sostanza.<br />

Un alleggerimento che, oltre a trattenere in <strong>Ti</strong>cino i<br />

contribuenti più ricchi, ne potrebbe pure attirare altri.<br />

Ma non c’è da fare soltanto questo. Negli ultimi anni<br />

il <strong>Ti</strong>cino ha perso punti nella classifica dell’attrattività<br />

fiscale, scendendo dai primi posti al diciannovesimo<br />

per la tassazione delle persone fisiche e perdendo<br />

pure molte posizioni in quella per le persone giuridiche.<br />

Per contro non si riesce più a stare dietro agli<br />

altri Cantoni che di mese in mese annunciano sgravi<br />

e riforme di semplificazione tributaria. Per recuperare<br />

attrattività bisogna, perciò, mettere a punto al più<br />

presto un’articolata strategia per ridurre la pressione<br />

contributiva su cittadini e imprese. E non si venga<br />

a dire che così si svuotano le casse dello Stato. Negli<br />

ultimi 15 anni il ribasso mirato delle imposte ha<br />

contribuito notevolmente ad incrementare il gettito sia<br />

delle persone fisiche che di quelle giuridiche, rispettivamente<br />

+ 18% e + 61%. A svuotare le casse statali<br />

sono la spesa pubblica che sta di nuovo aumentando<br />

in maniera preoccupante, la sconsideratezza di un<br />

Parlamento che, come ha ricordato la ministra Sadis<br />

alla nostra assemblea, “è un produttore indefesso di<br />

proposte di maggiori spese” e non da ultimo i costi<br />

di un’amministrazione pubblica sovradimensionata. E<br />

su quest’ultima bisognerebbe intervenire decisamente<br />

una volta per tutte. Sul fronte del fisco, inoltre, il governo<br />

ticinese, stringendo le opportune alleanze con<br />

gli altri Cantoni dovrebbe premere ancora di più su<br />

Berna per un’amnistia fiscale federale che potrebbe<br />

far affluire nel circuito economico e produttivo nazionale<br />

capitali freschi per decine di miliardi di franchi.<br />

Un’intelligente manovra con la leva del fisco, sia a<br />

17


Il tema<br />

di Alessio del Grande<br />

livello cantonale che federale, potrebbe compensare<br />

almeno in parte gli effetti dello scudo fiscale italiano<br />

sulla piazza finanziaria e sulla nostra economia.<br />

Mobilità e commerci<br />

I trasporti sono un altro nervo scoperto del sistema<br />

<strong>Ti</strong>cino. Il raddoppio della galleria autostradale del San<br />

Gottardo, il collegamento veloce del Locarnese con<br />

l’autostrada, il proseguimento verso sud di Alptransit<br />

rappresentano condizioni irrinunciabili per una strategia<br />

di sviluppo, poiché è su una rete di trasporti e di<br />

mobilità veloce, efficiente e sicura che si può consolidare<br />

la crescita economica. Senza questi tre interventi,<br />

l’infrastruttura stradale e ferroviaria del Cantone<br />

sconterebbe il prezzo di un grave handicap che, oltre<br />

a limitare fortemente i flussi turistici e commerciali,<br />

allontanerà sempre di più il <strong>Ti</strong>cino dai centri nevralgici<br />

dell’economia nazionale e internazionale.<br />

Non c’è da fare però solo un discorso di strade. La<br />

mobilità indotta dalla società moderna richiede anche<br />

altre infrastrutture, quali la realizzazione di un numero<br />

di posteggi sufficienti per supportare l’espansione dei<br />

centri e degli agglomerati urbani dove ormai si concentra<br />

il grosso delle attività del terziario. Purtroppo<br />

sinora si è battuta la strada inversa facendo di tutto<br />

per scoraggiare la mobilità individuale a vantaggio di<br />

quella collettiva, con una logica pianificatoria punitiva<br />

che non tiene in nessuna considerazione le odierne<br />

esigenze negli spostamenti per il lavoro o per il tempo<br />

libero.<br />

Altrettanto importante è arrivare una volta per tutte<br />

alla nuova legge sugli orari dei negozi. Il braccio di<br />

ferro coi sindacati in occasione delle aperture domenicali<br />

per la campagna di promozione turistica e<br />

commerciale “Emozione <strong>Ti</strong>cino”, ha dimostrato ulteriormente<br />

quanto sia paralizzante la difesa dello<br />

status quo da parte delle organizzazioni sindacali, la<br />

loro resistenza ad ogni innovazione per permettere al<br />

cantone di reggere la concorrenza commerciale d’oltre<br />

confine e per promuovere il turismo anche con un<br />

consumo del tempo libero che non può più essere<br />

regolato col calendario e gli orari di una società agricola.<br />

Da oltre dieci anni si attende la nuova legge,<br />

intanto si va avanti con il farraginoso sistema di de-<br />

18 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

roghe e permessi soggetto alle abituali opposizioni e<br />

agli scontati ricorsi dei sindacati. Anche su questo<br />

versante il Cantone, e non è colpa soltanto del governo,<br />

è bloccato da un pericoloso immobilismo, da<br />

una paura per qualsiasi cambiamento e blindato in<br />

vecchie abitudini che non fanno i conti col dinamismo<br />

della concorrenza d’oltre frontiera.<br />

Rapporti con Berna<br />

In una recente intervista al Giornale del Popolo, il<br />

governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni,<br />

con una bella metafora sosteneva che il <strong>Ti</strong>cino<br />

deve diventare “il volto di Berna a Milano”, vale a dire<br />

della capitale economica d’Italia, con la forza di una<br />

regione di nove milioni di abitanti e un sistema produttivo<br />

che da solo garantisce il 20% del Pil italiano.<br />

Purtroppo è che il <strong>Ti</strong>cino a Berna pare non contare<br />

nulla. Nessun ministro, nessun ticinese ai vertici<br />

delle aziende federale e per di più con una presenza<br />

insignificante nei posti che contano nell’amministrazione.<br />

Molto difficile, dunque, che a Berna ci si renda<br />

conto di quale ruolo possa giocare il <strong>Ti</strong>cino, nell’interesse<br />

nazionale, grazie alla contiguità non soltanto<br />

con la Lombardia, ma con tutta la macro regione<br />

Nord Italia, una delle aree economicamente più forti<br />

dell’Europa. Per questo il Cantone si deve battere<br />

sin adesso, e non aspettando la prossima elezione in<br />

Consiglio federale, per aumentare da sette a nove il<br />

numero dei ministri e ottenere finalmente la giusta<br />

rappresentanza in governo.<br />

Ma se contiamo poco nella stanza dei bottoni non è<br />

colpa solo di Berna. E’ colpa anche del fatto che il<br />

Cantone si è fatto sentire poco. Fallita l’esperienza di<br />

qualche anno fa col “delegato” per i rapporti con la<br />

Confederazione, bisogna trovare nuove modalità per<br />

dare più voce e più peso al <strong>Ti</strong>cino. Evidentemente<br />

Deputazione alle camere e Conferenze dei Direttori<br />

cantonali, a cui di solito partecipano non i nostri ministri<br />

ma gli alti funzionari, non bastano. Visto che i<br />

politici tardano a decidere, bene ha fatto la Camera<br />

di commercio ad ipotizzare la possibilità di un suo rappresentante<br />

permanente nella capitale. Se la politica<br />

anche in questo caso se la prende comoda, l’economia<br />

come sempre deve, invece, muoversi in fretta.


Biblioteca liberale<br />

di Alessio del Grande<br />

1989: la caDuta Del muro.<br />

la fiNe Del ‘900 e Del<br />

comuNismo<br />

La rivoluzione ungherese del 1956, la Primavera di Praga del<br />

1968, e la caduta del Muro di Berlino, 9 novembre 1989,<br />

che segna la fine dei Governi socialisti o delle cosiddette<br />

democrazie popolari dell’Est europeo, e con essi il crollo<br />

anche di quasi tutti i regimi dei Paesi satelliti che nel mondo<br />

facevano capo all’Impero sovietico.Tra il giugno e il dicembre<br />

di vent’anni fa per l’Europa comincia un’altra storia.<br />

Il 4 giugno del 1989, dopo una lunga ondata di scioperi, in<br />

Polonia si tengono le prime elezioni semilibere, vince Solidarnosc<br />

il sindacato-movimento cattolico di Lech Walesa, tre<br />

mesi dopo il Paese sarà guidato dal primo Governo democratico<br />

dell’Est; il 23 agosto una catena umana lunga 600<br />

chilometri unisce Tallinn, Riga e Vilnius, le capitali degli Stati<br />

baltici che uno dopo l’altro dichiarano la loro indipendenza<br />

dall’Unione sovietica; ad ottobre si scioglie il Partito comunista<br />

ungherese, che rinasce come Partito socialista e con un<br />

programma di riforme tra cui anche elezioni democratiche;<br />

il 9 novembre dopo aver sostituito il Presidente Erich Honecker<br />

con Egon Grenz, il Partito comunista della Germania<br />

orientale decide di aprire la frontiera con l’Ovest: decine<br />

di migliaia di cittadini superano la linea di confine, crolla il<br />

muro di Berlino, l’anno seguente si riunifica la Germania. Il<br />

10 novembre viene deposto il dittatore bulgaro Zhivkov, nel<br />

giugno del ’90 ci saranno le prime elezioni democratiche; il<br />

28 dello stesso mese anche in Cecoslovacchia viene abolito<br />

il Governo del partito unico e s’indicono elezioni democratiche,<br />

nel 1993 si arriva alla divisione dello Stato tra Ceca<br />

e Slovacchia; il 25 dicembre in Romania la rivolta popolare<br />

travolge la dittatura di Nicolae Ceausescu, giustiziato assieme<br />

alla moglie dopo un processo sommario. Un inarrestabile<br />

effetto domino che avrà come sanguinoso epilogo la guerra<br />

civile seguita al disfacimento della Jugoslavia del maresciallo<br />

<strong>Ti</strong>to. Sei mesi per un’incredibile accelerazione della storia,<br />

lucidamente analizzata da Enzo Bettiza nel suo ultimo libro<br />

“1989” (edito da Mondadori), che ripercorre, da testimone<br />

diretto e gran conoscitore di quei Paesi, anche i passaggi<br />

chiave di quell’anno ancora poco indagati dagli studiosi.<br />

Nessuno aveva supposto, ricorda Bettiza, che i problemi<br />

dell’Est e del socialismo reale si sarebbero palesati nel Paese<br />

in cui la dittatura “più perseverante e immarcescibile”<br />

aveva murato vivi 17 milioni di tedeschi: “Una dittatura che<br />

aveva combinato la tradizione autoritaria russa con quella<br />

prussiana applicandole entrambe, nella macchina del Muro,<br />

nei sotterranei e negli archivi della Stasi (la polizia segreta<br />

della Germania democratica, ndr) nell’indottrinamento e<br />

nell’uniforme dei Vopos, con minuziosa puntigliosità nazionalsocialista”.<br />

Per Bettiza, che ha già alle spalle numerosi<br />

saggi sul mondo comunista, in quella data si racchiude la<br />

fine del Novecento. Che sia stato un secolo breve o tragicamente<br />

sin troppo lungo, felice per l’incredibile progresso tecnico,<br />

scientifico e sociale oppure drammaticamente infelice<br />

perché insanguinato da due guerre mondiali,<br />

dittature e distruzione atomica, certo è che<br />

la caduta del muro e la riunificazione della<br />

Germania segnano non solo per l’Europa,<br />

ma per il mondo intero, una svolta senza precedenti: tramonta<br />

il comunismo che si accartoccia su stesso, sul fallimento<br />

economico e sociale di quella che doveva essere una società<br />

più giusta, e vince la libertà, scompare l’economia pianificata<br />

col suo impianto ideologico e si afferma l’economia capitalistica<br />

col suo modello di democrazia politica. Un rivolgimento<br />

così radicale da spingere qualcuno a parlare persino di “Fine<br />

della storia”.<br />

Quando nell’ottobre del 1989, Michail Gorbaciov tenne a<br />

Berlino il discorso celebrativo per i quarant’anni della Repubblica<br />

democratica tedesca, pochi seppero leggere tra le sue<br />

parole, pochi riuscirono ad intuire l’incredibile metamorfosi<br />

che stava maturando nell’Est comunista. Nell’Europa di allora<br />

si festeggiava sì la glasnost e la perestrojka del leader<br />

russo, ma si temevano anche repentini cambiamenti degli<br />

equilibri geopolitici. Anzi, come ricorda Bettiza, la riunificazione<br />

tedesca non piaceva affatto a Inghilterra, Italia e<br />

Francia, la si guardava con quel timore ben sintetizzato da<br />

una furbesca battuta del presidente francese Mitterand, il<br />

quale diceva di amare talmente la Germania che preferiva<br />

averne due.<br />

“Passerà alla storia la favola di un 1989 come anno conclusivo<br />

di una guerra sommersa “vinta” dall’Occidente democratico<br />

contro l’Oriente comunista. Niente di più esagerato o,<br />

quantomeno, superficiale. Il comunismo era morto di comunismo<br />

– nota Bettiza –. L’Occidente non solo aveva fatto poco<br />

o niente per affrettarne la fine, ma, al contrario, con generosi<br />

sussidi all’URSS, applausi e promesse a Gorbaciov, inviti alla<br />

prudenza ai tedeschi, ai polacchi, ai croati, aveva fatto di<br />

tutto per conservare e mantenere il più a lungo possibile le<br />

cose come stavano: la Germania divisa, la Jugoslavia unita,<br />

la Polonia calma, l’Unione Sovietica foraggiata e tranquilla.<br />

L’unico che, all’epoca, dava l’impressione di muoversi come<br />

un veggente fra una marea di ciechi era il perspicace pontefice<br />

che veniva dal freddo, che teneva il passo alla storia<br />

e non dava mostra di temere l’imminente cataclisma. Karol<br />

Wojtyla era il solo a volere che precipitasse al più presto ciò<br />

che stava per precipitare sulla Vistola e di là dalla Vistola”.<br />

<strong>Ti</strong>tolo: “1989 – La fine del Novecento”<br />

Autore: Enzo Bettiza<br />

Editore: Mondadori<br />

19


Attualita`<br />

di Angelo Geninazzi, Coordinatore di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere<br />

20 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

il 29 Novembre tutti alle urNe:<br />

per evitare la DistruzioNe<br />

Di oltre 10'000 impieghi<br />

Vietare qualunque esportazione o transito di<br />

materiale bellico per promuovere la pace nel<br />

mondo e fungere da esempio per altri Stati.<br />

Questo è lo scopo, apparentemente nobile,<br />

dell’iniziativa “Contro le esportazioni di<br />

materiale bellico” depositata il 27 settembre<br />

2007 dal GSsE (Gruppo per una Svizzera<br />

senza Esercito) sulla quale dovrà pronunciarsi<br />

il prossimo 29 novembre il popolo svizzero.<br />

Ma come spesso capita, l’apparenza inganna<br />

e l’iniziativa potrebbe sfociare in un danno<br />

economico irreparabile nonché in una minaccia<br />

per la nostra sicurezza<br />

A repentaglio 10'000 posti di lavoro<br />

Uno studio del BAK di Basilea, commissionato dal Segretariato<br />

di Stato dell’economia (SECO), ha valutato le possibili<br />

conseguenze economiche in caso di un’accettazione<br />

dell’iniziativa. Un divieto di esportare priverebbe l’industria<br />

svizzera dell’armamento della propria base esistenziale<br />

costringendo le 550 PMI a mettere la chiave sotto<br />

lo zerbino o a trasferire la ricerca e la produzione. Lo studio<br />

del BAK valuta a 5'100 gli impieghi direttamente in<br />

pericolo mentre nel suo messaggio, il Consiglio federale<br />

raddoppia questa cifra tenendo conto anche delle conseguenze<br />

negative sul commercio di beni a duplice impiego<br />

(sia civile che militare) e dei prodotti civili. Queste ultime<br />

due categorie, sebbene non siano menzionate nel testo<br />

dell’iniziativa, subirebbero gravi perdite in seguito all’impossibilità<br />

di sfruttare le sinergie tra beni militari e civili.<br />

Dunque, a farne le spese sarebbero le piccole imprese di<br />

tutta la Svizzera ed oltre 10'000 posti di lavoro.<br />

Oltre un milione di franchi<br />

Da 100'000 a 1 milione di franchi<br />

Da 50'000 a 100'000 franchi<br />

I Cantoni più colpiti<br />

Dagli stessi iniziativisti: “occorre un piano sociale”<br />

I promotori dell’iniziativa chiedono che la Confederazione<br />

sostenga per 10 anni le regioni e le imprese colpite. Gli<br />

economisti del BAK valutano i costi di questa operazione<br />

ad oltre 500 milioni di franchi (380 milioni per gli aiuti<br />

richiesti e 150 milioni relativi alla diminuzione dei contributi<br />

alle assicurazioni sociali e delle entrate fiscali). Tuttavia<br />

l’utilità di questo “piano sociale” viene messa fortemente<br />

in dubbio. Risulterebbe infatti difficile creare degli impieghi<br />

nel settore civile in mancanza di una domanda corrispondente.<br />

E nei rari casi in cui questo sarebbe possibile, non si<br />

farebbe che trasferire il problema: le imprese sovvenzionate<br />

dovrebbero spostarsi su mercati funzionanti tentando di<br />

scacciare a loro volta concorrenti da quel mercato.<br />

Minacciata la sicurezza<br />

Oltre alle argomentazioni di tipo prettamente economico<br />

occorre tenere conto che la perdita dell’industria della di-


fesa svizzera porterebbe il nostro Paese in una situazione<br />

di totale dipendenza dall’estero. Le industrie attuali non<br />

sopravvivrebbero con le sole forniture per il mercato interno.<br />

Di conseguenza, l’esercito svizzero sarebbe costretto<br />

a rifornirsi esclusivamente presso produttori esteri. Una<br />

situazione, che in talune circostanze potrebbe rilevarsi<br />

problematica.<br />

L’iniziativa è inutile<br />

Le armi non sono delle merci convenzionali. Per questo<br />

motivo, in Svizzera le esportazioni di materiale di difesa<br />

sono sottoposte a disposizioni legali tra le più severe<br />

nel confronto internazionale. Le nostre autorità esaminano<br />

individualmente ogni domanda d’esportazione, per<br />

ogni singolo prodotto e Paese. I criteri d’autorizzazione<br />

tengono conto della stabilità della regione o della situazione<br />

del Paese di destinazione – rispetto del diritto<br />

internazionale, rispetto dei diritti dell’uomo –. Non viene<br />

autorizzata nessuna esportazione verso i Paesi che si<br />

trovano in fase di conflitto e verso i Paesi più poveri – in<br />

<strong>Ti</strong>Bu_0911_infometa_213x152_c.pdf 20.10.<strong>2009</strong> 17:17:56<br />

base alla Legge sul materiale bellico (LMB) e alla Legge<br />

sul controllo dei beni a duplice impiego (LBDI) –. La<br />

Svizzera fa anche parte di quattro organi internazionali<br />

di controllo delle esportazioni di materiale bellico, che<br />

riuniscono circa 40 Stati industrializzati - Gruppo dei<br />

fornitori nucleari (GFN), Regime di controllo della tecnologia<br />

relativa ai missili (RCTM), Gruppo d’Australia (contro<br />

la proliferazione delle armi biologiche e chimiche) e<br />

Accordo di Wassenaar.<br />

Non da ultimo, occorre sottolineare che le esportazioni<br />

svizzere rappresentano una parte estremamente piccola<br />

del commercio mondiale di armi (0,7%). La maggioranza<br />

delle nostre esportazioni di materiale di difesa (76%) è<br />

destinata a 25 Paesi europei ed occidentali che, come la<br />

Svizzera, sono affiliati ai quattro organi internazionali di<br />

controllo delle esportazioni.<br />

L’iniziativa insomma raggiunge ben poco se non una distruzione<br />

deliberata di posti di lavoro, faticosamente e<br />

costosamente salvati con i tre pacchetti anticrisi, decisi<br />

da Governo e Parlamento.<br />

21


Attualita`<br />

di Katja Gentinetta e Daniela Lepori, Avenir Suisse<br />

22 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

avs: solo 61 aNNi, ma seNza riforme<br />

coN uN’aspettativa Di vita limitata<br />

L’assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS) è la principale<br />

opera sociale del nostro paese. Essa è stata<br />

introdotta tardi rispetto ad altri paesi dell’OCSE: la<br />

legge sull’AVS è entrata infatti in vigore in Svizzera<br />

nel 1948. L’AVS ha avuto un’introduzione titubante<br />

a livello politico ma è stata seguita da un’incessante<br />

espansione.<br />

Oggigiorno sebbene il costante aumento delle spese<br />

all’interno dell’AVS costituisca un problema ormai riconosciuto<br />

e la lacuna di finanziamento provocata dallo<br />

sviluppo demografico sia stata documentata a più<br />

riprese, dopo la 10 a revisione dell’AVS del 1995 non<br />

sono più state varate nuove riforme. Tutti i tentativi<br />

politici di ridurre le uscite mediante piccole correzioni<br />

o per esempio di allineare l’età di pensionamento<br />

delle donne a quella degli uomini hanno rappresentato<br />

un fallimento. Sebbene l’invecchiamento della popolazione<br />

sia stato un tema molto presente nell’opinione<br />

pubblica negli ultimi anni, l’aumento dell'aspettativa<br />

di vita non è mai stato un argomento centrale nella<br />

storia dell’AVS. Alcuni moniti e proposte isolate – come<br />

ad esempio quella dell’ormai ex Consigliere federale<br />

Pascal Couchepin di innalzare l’età di pensionamento<br />

a 67 anni – hanno suscitato scalpore o sono state<br />

ignorate a livello politico.<br />

Possiamo dire infatti che l’AVS si trova infatti confrontata<br />

con una nuova sfida storica. Cifre alla mano, a<br />

pochi anni dalla sua introduzione gli uomini percepivano<br />

mediamente la loro rendita di vecchiaia per 12,<br />

le donne per 14 anni: oggi la durata di riferimento<br />

della rendita di vecchiaia è aumentata di circa sette<br />

anni. Anche a causa dell’andamento regressivo del<br />

tasso di natalità, sempre meno salariati lavorano per<br />

sostenere un numero sempre maggiore di pensionati.<br />

Inizialmente il numero di occupati che finanziavano<br />

una singola rendita era di 6,5, oggi tale rapporto è<br />

pari appena a 3,7. Dallo sviluppo demografico emerge<br />

dunque per l’AVS la necessità di attuare dei correttivi<br />

per cercare di rimettere in sesto questa situazione di<br />

squilibrio.<br />

Le proposte di riforma dell’AVS avanzate dall’ultima<br />

pubblicazione di Avenir Suisse si orientano alle esperienze<br />

maturate in paesi come la Svezia, la Germania,<br />

l’Inghilterra e gli Stati Uniti e partono inoltre dal<br />

presupposto che il sistema dei tre pilastri della previdenza<br />

per la vecchiaia adottato dalla Svizzera - che<br />

rappresenta un vero e proprio modello ideale perché<br />

ripartisce in modo equilibrato i vari rischi della previdenza<br />

- non debba venir modificato in quanto tale.<br />

Ciò nonostante l’AVS necessita, in particolare a fronte<br />

dello sviluppo demografico in corso, di una serie di<br />

misure correttive per rimanere finanziabile a lungo<br />

termine in quanto «assicurazione intergenerazionale».<br />

Ecco riassunte le proposte di riforma avanzate<br />

da Avenir Suisse:<br />

1. Adeguamento «a piccoli passi» dell’età di<br />

pensionamento alla speranza di vita<br />

L’AVS deve essere adeguata prima di tutto in modo<br />

mirato allo sviluppo demografico. A questo scopo<br />

occorre adattare in modo flessibile l’età di pensionamento<br />

all’evoluzione dell’aspettativa di vita. Si tratta<br />

di adeguarla il più rapidamente possibile in funzione<br />

dell’anno di nascita. Nel caso di una simile riforma<br />

l’età AVS aumenterebbe soltanto di 1-2 mesi ogni<br />

anno e rimarrebbe dunque entro i margini di fluttuazione<br />

individuali. Se un simile adeguamento dovesse<br />

avvenire già nel 2011, l’età di pensionamento a 67<br />

anni entrerebbe in vigore soltanto nel 2026, ossia per<br />

l’anno di nascita 1959. Questo sistema avrebbe effetti<br />

pressoché impercettibili soprattutto per le persone<br />

prossime al pensionamento. Ciò nonostante, un simile<br />

adeguamento incrementale permetterebbe già di alleggerire<br />

sensibilmente la situazione finanziaria della<br />

previdenza.<br />

2. Flessibilizzazione dell’età di pensionamento nel<br />

rispetto degli anni di contribuzione<br />

Al contempo occorre prendere sul serio l’esigenza di<br />

una flessibilizzazione dell’AVS: si tratta di definire


un’età di pensionamento basata sull’anno di nascita a<br />

partire dalla quale si ha diritto alla rendita completa.<br />

Chi decidesse di andare in pensione prima della propria<br />

età pensionabile, definita per ogni anno di nascita<br />

in funzione alla speranza di vita, dovrebbe accettare<br />

delle riduzioni della rendita di vecchiaia. Chi invece<br />

scegliesse di lavorare più a lungo, avrebbe diritto a<br />

una rendita superiore. Per tenere conto di carriere e<br />

curricula differenti occorrerà considerare in futuro come<br />

criterio determinante il numero di anni di contribuzione,<br />

che premierà pertanto coloro che sono entrati<br />

precocemente nel mondo del lavoro. A questo scopo<br />

bisognerebbe tuttavia conteggiare gli anni di contribuzione<br />

già a partire dal 16° e non come invece avviene<br />

oggi, solo a partire dal 20° anno di età. Occorrerebbe<br />

infine adattare – ossia aumentare leggermente - anche<br />

gli anni di contribuzione, analogamente all’età di pensionamento,<br />

alla speranza di vita in funzione all’anno<br />

di nascita.<br />

3. Piccole ma efficaci correzioni<br />

Nel corso della prossima riforma dell’AVS si potrebbero<br />

inoltre decidere una serie di correttivi e misure per<br />

ricondurre l’AVS al suo scopo originario: la previdenza<br />

per la vecchiaia. Rientrano in questo contesto in particolare<br />

prestazioni a favore dei figli estranee al sistema<br />

ed esoneri inutili dai contributi, ad esempio per gli<br />

studenti o le persone con redditi di capitale. Queste<br />

correzioni avrebbero il potere di ridurre le uscite aumentando<br />

al contempo le entrate dell’AVS.<br />

4. Reintroduzione del «bilancio tecnico» quale<br />

strumento di monitoraggio<br />

L’indagine di Avenir Suisse chiede infine la reintroduzione<br />

del «bilancio tecnico». Questo strumento introdotto<br />

insieme all’AVS rappresentava il preventivo delle<br />

entrate e delle uscite di questa previdenza sociale,<br />

calcolato sul lungo termine. Criticato come superfluo<br />

dai sostenitori del sistema di ripartizione degli oneri,<br />

esso fu abolito nel 1964. Nell’ottica attuale, questa<br />

decisione è da considerarsi errata, in quanto essa tiene<br />

conto del principio dell’assicurazione intergenerazionale<br />

ed è necessaria per gestire il finanziamento dell’AVS<br />

a lungo termine.<br />

Articolo inspirato alla pubblicazione:<br />

«Die AHV – eine Vorsorge mit Alterungsblindheit»,<br />

edizioni NZZ libro, 184 pagine; CHF 33.di<br />

Christina Zenker e Katja Gentinetta,<br />

prefazione di Monika Bütler.<br />

23


Attualita`<br />

Comunicato stampa<br />

24 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

ecoNomia svizzera:<br />

Dopo il crollo, la ripresa<br />

Previsioni economiche del Credit Suisse per il 2010<br />

Nel 2010 l'economia svizzera ritornerà a crescere. Per il<br />

prossimo anno gli economisti del Credit Suisse prevedono<br />

una crescita dello 0,6% e un'inflazione annua media<br />

dell'1,0%. Il leggero progresso pronosticato del PIL reale<br />

è basato sui nuovi impulsi che, partendo da un livello<br />

basso, provengono dai mercati delle esportazioni e dal<br />

consumo interno, che funge da sostegno. Per contro, la<br />

situazione del mercato del lavoro resta tesa: nella media<br />

annua, per il 2010 gli economisti del Credit Suisse prevedono<br />

un tasso di disoccupazione del 5,2%.<br />

La recessione mondiale è in fase di esaurimento. Grazie<br />

agli interventi su vasta scala, i mercati finanziari sono in<br />

corso di guarigione, mentre i pacchetti anticrisi mondiali<br />

stimolano la domanda dell'economia reale. Gli impulsi di<br />

crescita per l'economia mondiale derivano inoltre dalla<br />

ricostituzione delle scorte e delle capacità produttive che,<br />

in previsione di una durata più lunga della recessione o<br />

in conseguenza di problemi finanziari, erano state fortemente<br />

ridotte. Alcune economie nazionali, in particolare<br />

alcuni importanti mercati di sbocco della Svizzera, quali<br />

la Germania o la Francia, hanno già ripreso un percorso<br />

di crescita moderata.<br />

Crescita in vista per l'economia svizzera nel 2010<br />

Con l'esaurirsi della fase recessiva globale stanno migliorando<br />

le prospettive per l'economia svizzera, fortemente<br />

orientata alle esportazioni. Secondo gli economisti del<br />

Credit Suisse, nel corso del prossimo anno il panorama<br />

economico degli Stati Uniti e dell'area euro sarà caratterizzato<br />

da una crescita positiva. La Svizzera segue questa<br />

tendenza e, secondo le previsioni del Credit Suisse, nel<br />

2010 crescerà dello 0,6% (dato invariato rispetto alla previsione<br />

dell'11 febbraio <strong>2009</strong>). Per il <strong>2009</strong> gli economisti<br />

del Credit Suisse continuano a prevedere una contrazione<br />

del PIL reale del 2%. Pertanto, nel confronto internazionale,<br />

in Svizzera la recessione ha osservato un andamento<br />

moderato smentendo tutte le cassandre. Mentre da un<br />

lato, grazie alla quota elevata di prodotti meno esposti<br />

agli effetti ciclici, le esportazioni svizzere non sono calate<br />

tanto quanto ad esempio quelle tedesche o statunitensi,<br />

dall'altro l'economia interna rimasta relativamente robusta<br />

ha mitigato la contrazione congiunturale.<br />

Martin Neff, Sara Carnazzi Weber e Alberto Petruzzella<br />

Ripresa sì, ma senza una "vera" espansione<br />

Malgrado queste considerazioni favorevoli, gli economisti<br />

del Credit Suisse ritengono che la crescita positiva attesa<br />

per il prossimo anno non rappresenta ancora l'inizio di<br />

un'espansione ampiamente puntellata. Nel 2010 l'economia<br />

si riprenderà solo in misura moderata dal forte calo del<br />

<strong>2009</strong>: se da un lato tale ripresa potrebbe rivelarsi molto<br />

più marcata di quanto attualmente previsto, poiché sulla<br />

scia del crollo della domanda e delle previsioni spesso cupe<br />

i tagli alla produzione e alle scorte sono stati talmente<br />

rapidi e forti da rendere ora necessario un recupero per<br />

soddisfare una domanda valutata troppo negativamente,<br />

dall'altro il livello della produzione non raggiungerà nemmeno<br />

lontanamente quello del periodo antecedente la crisi.<br />

In tempi prevedibili la crescita economica si manterrà<br />

pertanto al di sotto del potenziale di crescita.<br />

L'espansione dell'economia svizzera è ancora troppo debole<br />

per poter impedire un ulteriore aumento della disoccupazione.<br />

Gli economisti del Credit Suisse ritengono<br />

pertanto che il tasso di senza lavoro continuerà a crescere<br />

gradualmente fino a metà 2010, con una media annua<br />

del 5,2%. Si tratta del livello più alto dal 1997, quando<br />

però il tasso di disoccupazione aveva registrato, a partire<br />

dal livello minimo del 1990 (0,5%), un forte aumento insolito<br />

per la situazione svizzera di quel tempo. La maggiore<br />

disoccupazione attuale è ugualmente alimentata dalla<br />

recessione, ma il suo livello più elevato risulta anche dai<br />

maggiori livelli fisiologici.


Sostegno dai consumi nel 2010, ma quasi senza<br />

impulsi di crescita<br />

Il peggioramento della sicurezza del posto di lavoro penalizza<br />

i consumi, che tuttavia registreranno deboli impulsi<br />

di crescita anche nel 2010 (+0,6% rispetto all'anno precedente).<br />

I consumi privati riguardano, per quasi due terzi,<br />

beni e servizi a cui le persone non vogliono o non possono<br />

rinunciare immediatamente in caso di minore sicurezza<br />

riguardo al posto di lavoro. Inoltre, i pagamenti dell'assicurazione<br />

contro la disoccupazione mitigano quantomeno<br />

l'assenza di un reddito dovuto alla perdita del lavoro, garantendo<br />

i consumi di base. Inoltre, le famiglie svizzere non<br />

sono eccessivamente indebitate e anche nel 2010 la base<br />

di consumo aumenterà in conseguenza dell'immigrazione.<br />

Come già lo scorso anno, anche nel 2010 il consumo<br />

statale contribuirà positivamente alla crescita. Il maggior<br />

onere per l'assistenza negli Uffici del lavoro e in ambito<br />

sociale, nonché i supplementi di spesa per il personale in<br />

conseguenza delle misure congiunturali di stabilizzazione,<br />

faranno aumentare le spese statali per consumi dell'1%.<br />

Stabilizzazione delle esportazioni dopo il crollo –<br />

primi impulsi di crescita nel 2010<br />

Secondo le previsioni degli economisti del Credit Suisse,<br />

con un dato percentuale del 12,7% la statistica delle<br />

esportazioni presenterà nel <strong>2009</strong> il calo più marcato nella<br />

storia delle rilevazioni dal 1949 in poi. Questo valore eccezionale<br />

impedisce tuttavia di mettere a fuoco l'evoluzione<br />

effettiva. Il livello delle esportazioni, che aveva iniziato a<br />

scendere già a fine 2008, si è frattanto stabilizzato, anche<br />

se a un basso livello. Il tasso di crescita annuo negativo<br />

nel <strong>2009</strong> verrà pertanto superato tramite un effetto di<br />

base. Esattamente come la recessione è stata importata,<br />

anche i segnali di ripresa in Svizzera proverranno dall'estero.<br />

Grazie alla sua competitività, l'economia svizzera delle<br />

esportazioni può beneficiare direttamente del risveglio della<br />

domanda nei Paesi di sbocco. Per il 2010 gli economisti<br />

del Credit Suisse prevedono una crescita delle esportazioni<br />

pari al 5,0%. Il motore delle esportazioni ritorna a funzionare,<br />

ma ancora a basso regime.<br />

Flessione degli investimenti in beni strumentali fino<br />

al 2010<br />

Dopo le turbolenze, molte aziende sono rimaste con i portafogli<br />

ordini vuoti e con prospettive incerte per quanto<br />

riguarda i futuri ordinativi. Inoltre, le prospettive dopo il<br />

2010 sono ancora troppo vaghe per investimenti importanti.<br />

Nel 2010 verranno pertanto attuati perlopiù investimenti<br />

di rinnovo. La domanda di investimenti per ampliamenti<br />

si manterrà debole per un lungo periodo. Lo sfruttamento<br />

della capacità produttiva dell'industria svizzera è bassa similmente<br />

a quella della recessione del 1976. Secondo il<br />

Credit Suisse, nel 2010 il calo degli investimenti in beni<br />

strumentali non registrerà una battuta d'arresto, ma solo<br />

un rallentamento (-1,5% rispetto al -7,4% dell'anno precedente).<br />

Inflazione in lenta ripresa<br />

In Svizzera, quest'anno l'andamento dell'inflazione sarà<br />

negativo (previsione: -0,4%). La flessione è però limitata<br />

a pochi prodotti, prevalentemente basati sul petrolio. Il<br />

prezzo del greggio si è frattanto ripreso dal precedente<br />

calo e nel 2010 spingerà in alto i prezzi. Inoltre, con il<br />

migliorato sfruttamento delle capacità produttive verranno<br />

a mancare anche gli attuali fattori che frenano l'inflazione.<br />

Con la ripresa economica tornerà a risvegliarsi il potenziale<br />

inflazionistico, che ha trovato un terreno fertile nel<br />

raddoppio della massa monetaria e nei tassi d'interesse<br />

prossimi allo zero. Indubbiamente si dovrà nuovamente<br />

ridurre la massa monetaria e aumentare i tassi. L'abilità<br />

starà tuttavia nell'azzeccare il momento opportuno. A fronte<br />

della struttura ancora fragile della ripresa economica,<br />

gli economisti del Credit Suisse prevedono un aumento<br />

moderato dei tassi di 50 punti base. Secondo le previsioni,<br />

l'inflazione annua per il 2010 sarà pari all'1,0%.<br />

Le distorsioni del 2010 impediscono previsioni<br />

affidabili per gli anni successivi<br />

Il 2010 sarà alterato in misura mai vista prima dal forte<br />

crollo del <strong>2009</strong> e dagli inediti pacchetti anticrisi statali; si<br />

pone pertanto la domanda se nel 2011 il settore privato<br />

saprà compensare il vuoto lasciato dalla mancanza degli<br />

interventi pubblici. In questo contesto, al momento attuale<br />

gli economisti del Credit Suisse si astengono intenzionalmente<br />

dall'effettuare previsioni. A questo riguardo Martin<br />

Neff, responsabile Economic Research Svizzera del Credit<br />

Suisse, afferma: «Attualmente qualsiasi previsione in<br />

qualche misura seria e affidabile per il 2011 sarebbe semplicemente<br />

impossibile e persino un segno di negligenza.<br />

Tuttavia, la Svizzera può rientrare tra i Paesi migliori in<br />

qualsiasi scenario congiunturale. La sua grande competitività<br />

e il fatto che durante la crisi si è accollata un minore<br />

indebitamento pubblico rispetto ad altre economie nazionali,<br />

sono i migliori presupposti in tal senso».<br />

Credit Suisse<br />

Posizionandosi fra le banche leader a livello mondiale, il<br />

Credit Suisse fornisce in tutto il mondo ai propri clienti<br />

servizi di private banking, investment banking e asset management.<br />

Il Credit Suisse offre consulenze specializzate,<br />

soluzioni integrate e prodotti innovativi a clienti commerciali,<br />

istituzionali e high-net-worth individuals su scala<br />

globale nonché alla clientela retail in Svizzera. Il Credit<br />

Suisse è presente in più di 50 Paesi e dà occupazione a<br />

circa 47'400 persone. Il Credit Suisse comprende diverse<br />

entità giuridiche in tutto il mondo. La sede principale è a<br />

Zurigo. Le azioni nominative (CSGN) della società madre<br />

Credit Suisse Group AG sono quotate in Svizzera, e, come<br />

American Depositary Shares (CS), a New York. Ulteriori<br />

informazioni sul Credit Suisse figurano al sito www.creditsuisse.com.<br />

Per ulteriori informazioni:<br />

Martin Neff, responsabile Economic Research Svizzera,<br />

Tel. +41 44 333 24 84, martin.neff@credit-suisse.com<br />

Claude Maurer, Economic Research Svizzera,<br />

Tel. +41 44 333 41 90, claude.maurer@credit-suisse.com<br />

Media Relations Credit Suisse, Tel. +41 844 33 88 44,<br />

media.relations@credit-suisse.com<br />

25


Attualita`<br />

26 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

la mobilità sosteNibile<br />

siNtoNizzata sulla rsi<br />

Motivare i dipendenti a recarsi sul posto di lavoro in maniera<br />

più ecologica, utilizzando i trasporti pubblici o mezzi<br />

alternativi. Condividere i viaggi ed organizzare meglio i<br />

propri spostamenti. Questa la filosofia della mobilità nelle<br />

imprese. Questa la filosofia che è parte integrante della<br />

cultura aziendale anche della RSI, la Radiotelevisione<br />

Svizzera. L’azienda di Comano, infatti, da diversi anni è<br />

attivamente impegnata a sensibilizzare ed incentivare i<br />

propri collaboratori verso una mobilità più sostenibile ed<br />

ecologica. “Nel febbraio del 2007 – spiega Davide Barca,<br />

Responsabile Sicurezza e del progetto – è stata creata la CI-<br />

MA, Commissione Interna Mobilità Aziendale, con lo scopo<br />

di sviluppare un progetto in questo senso e di coordinare<br />

le varie attività.<br />

Come è nata l’esigenza di istituire questa<br />

Commissione?<br />

“C’è sicuramente da premettere che esiste un problema di<br />

carenza di posteggi, sia a Comano che a Besso. Per questo,<br />

negli anni scorsi, in azienda sono nate delle iniziative<br />

sporadiche mirate a facilitare gli spostamenti. La Direzione,<br />

molto sensibile al tema, ha quindi deciso di riunire ed<br />

incanalare queste iniziative in un progetto unico con una<br />

precisa strategia, un progetto che potesse coinvolgere tutti<br />

i dipendenti e sensibilizzarli in maniera crescente. In questo<br />

modo, grazie alla CIMA, abbiamo potuto pianificare con<br />

più precisione i diversi strumenti a nostra disposizione”.<br />

In questo senso, di quali attività si compone la<br />

mobilità sostenibile della RSI?<br />

“arcobaleno aziendale svolge un ruolo primario: noi sovvenzioniamo<br />

il 30% del costo dell’abbonamento e la Comunità<br />

tariffale concede un ulteriore 25%. In totale quindi<br />

i nostri dipendenti possono accedere al trasporto pubblico<br />

con il 55% di sconto. Decisamente un ottimo incentivo.<br />

Complessivamente al momento sono 76 i collaboratori<br />

che utilizzano l’abbonamento. Puntiamo poi molto sul car<br />

sharing e sul car pooling, offrendo sconti sui posteggi e<br />

mettendo a disposizione la nostra intranet per facilitare i<br />

contatti, la ricerca di percorsi e passaggi. È uno strumento<br />

che sta funzionando molto bene. Abbiamo anche aumentato<br />

il costo mensile dei posteggi in modo da spingere i<br />

nostri collaboratori verso l’utilizzo dei mezzi pubblici e allo<br />

stesso tempo reinvestire le entrate nell’implementazione e<br />

realizzazione di nuove iniziative di mobilità”.<br />

L A S C E LTA G I U S TA<br />

P E R L A S U A A Z I E N D A<br />

ARCOBALENO<br />

A Z I E N D A L E<br />

Come avete avvicinato il progetto ai dipendenti?<br />

“Il primo passo è stata una comunicazione top-down<br />

che dalla direzione è stata portata a cascata ai collaboratori.<br />

Utilizziamo anche in maniera importante, come<br />

detto, la nostra intranet (IntraNoi) per informare ed aggiornare.<br />

Inoltre abbiamo creato flyer ad hoc, concorsi,<br />

etc. Ruolo chiave sono naturalmente anche le offerte<br />

dal punto di vista economico: per esempio, lo sconto su<br />

arcobaleno aziendale è rilevante ed è un forte e concreto<br />

stimolo ad utilizzare i mezzi pubblici. In questo senso<br />

è anche importante l’ottimo rapporto con le aziende di<br />

trasporto del luganese: la RSI è un po’ la cartina di<br />

tornasole delle esigenze e valutazioni di spostamento<br />

nella zona. Grazie al dialogo e allo scambio di opinioni,<br />

recentemente è stato possibile attivare una linea bus<br />

che da Lamone arriva fino al centro città passando da<br />

Comano ogni 30 minuti. Un passo avanti importante che<br />

sta riscontrando un ottimo successo. In sintesi, posso<br />

dire che ci siamo focalizzati sia sull’aspetto ecologia<br />

che sull’incentivo economico per sviluppare la mobilità<br />

sostenibile in azienda”.<br />

E come si inserisce questa nella vostra cultura<br />

aziendale?<br />

“È un elemento importante che in particolare stimola<br />

la condivisione e la creazione di legami tra i dipendenti.<br />

Mi raccontava un collega che vive a Chiasso, prima<br />

accanito utilizzatore dell’auto, che ora il suo viaggio in<br />

treno è diventato un divertimento quotidiano. Un vagone<br />

è praticamente solo occupato da dipendenti RSI che viaggiare<br />

insieme in allegria e che hanno addirittura iniziato<br />

ad organizzare cene e serate. La mobilità sostenibile è<br />

anche questo: stimolare racconti, amicizie, allegria tra il<br />

personale. Sono sicuro che questo sia un gran vantaggio<br />

per tutti!”<br />

Infine, cosa rappresenta la mobilità sostenibile per<br />

la RSI?<br />

“È il futuro! Vogliamo continuare sulla strada intrapresa,<br />

incentivando sempre più l’utilizzo di mezzi pubblici e le<br />

forme alternative di spostamento e proponendo un ventaglio<br />

ancora più ampio di attività in questo senso. Perché,<br />

come grande azienda cantonale, vogliamo anche essere<br />

da esempio e spinta, investendo energie per realizzare,<br />

seppur a piccoli passi, una vera mobilità sostenibile.”


Programma d’impulso<br />

per PMI<br />

Credito d’investimento in WIR<br />

fino a 250000.–<br />

Senza prestazione di garanzia<br />

Tasso d’interesse attualmente allo 0,25%<br />

(Libor 3 mesi tasso target BNS)<br />

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www.bancawir.ch<br />

Chiamate lo 091 985 90 90


Attualita`<br />

di Lisa Pantini<br />

28 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

la crisi? le pmi ticiNesi soNo<br />

proNte a froNteggiarla!<br />

Alcuni spunti emersi nel seminario tenutosi il 10 settembre<br />

scorso presso l’Hotel Coronado di Mendrisio, organizzato da<br />

Fidinam in occasione dell’apertura dei nuovi uffici a Mendrisio<br />

nel <strong>2009</strong><br />

Si intitolava “La piccola e media impresa ticinese fronteggia<br />

la crisi” la conferenza organizzata da Fidinam che<br />

quest’anno ha inaugurato la nuova sede di Mendrisio, e con<br />

questa conferenza ha avviato un ciclo di seminari rivolti agli<br />

imprenditori e alle aziende locali, appuntamenti che affronteranno<br />

temi di attualità e relativi all’economia cantonale.<br />

Il primo incontro ha riscontrato un ottimo successo di partecipazione<br />

e di attenzione da parte dei media, in quanto<br />

sono stati esposti argomenti d’attualità e analizzate e messe<br />

in evidenza proposte concrete per restare compatti ed<br />

uniti contro la crisi in atto ormai da un anno, che ha mietuto<br />

sì vittime, ma ha visto le PMI ticinesi unirsi e ingegnarsi,<br />

investendo su più fronti per non ritrovarsi “gambizzate”.<br />

Alla conferenza sono intervenuti Roberto Grassi, Direttore<br />

generale di Fidinam, che ha aperto il seminario presentando<br />

alcune linee strategiche del gruppo Fidinam, mettendo<br />

in evidenza l’apertura dell’ufficio di Mendrisio come un<br />

passo verso l’utenza ticinese ed un investimento a fronte<br />

della crisi.<br />

In seguito sono intervenuti:<br />

• Luca Albertoni, Direttore della Camera di commercio<br />

del Canton <strong>Ti</strong>cino,<br />

• Arnoldo Coduri, Direttore della Divisione Economica<br />

DFE,<br />

• Bernardino Bulla, Membro della Direzione Generale di<br />

Banca Stato,<br />

• Franz Bernasconi, Presidente di Precicast SA.<br />

Al termine delle relazioni ha poi preso la parola per le<br />

conclusioni e quale moderatore del dibattito Filippo Lombardi,<br />

Consigliere agli Stati e CEO di <strong>Ti</strong>media Holding SA.<br />

Luca Albertoni, nel suo intervento ha messo in luce le<br />

prospettive future, dopo aver tratteggiato un profilo della<br />

situazione economica odierna. Analizzando l’economia attuale<br />

possiamo constatare una diminuzione del PIL circa<br />

del 3% nel <strong>2009</strong>, un aumento della disoccupazione, che<br />

ha toccato il 4,6% nel mese di agosto <strong>2009</strong> e un aumento<br />

del lavoro ridotto chiesto dalle PMI e una difficoltà per le<br />

esportazioni: in media del -20% rispetto al 2008, ben-<br />

ché tali cifre siano in linea con il 2007. Sicuramente, ha<br />

sottolineato Albertoni, al momento l’oggi è caratterizzato<br />

dall’incertezza, gli ordini sono irregolari e forse il fatto che<br />

pone maggior timore è la difficoltà di pianificazione degli<br />

ordini e della produzione. Da quanto la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> ha potuto<br />

constatare a livello ticinese le aziende stanno resistendo<br />

e reagendo abbastanza positivamente ricorrendo all’introduzione<br />

del lavoro ridotto e investendo in diversi settori<br />

strategici come nella Ricerca & Sviluppo e nel personale.<br />

Dal canto suo la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, ha concluso Albertoni, si sta impegnando<br />

per portare avanti contatti più stretti fra la essa e<br />

i suoi associati, promuovendo la creazione di una rete fra


gli associati, costellata di corsi di formazione di taglio pratico<br />

ritagliati sulle esigenze delle PMI ed eventi mirati per<br />

stabilire contatti diretti con nuovi mercati e nuovi clienti.<br />

Arnoldo Coduri ha presentato invece le misure che il Cantone<br />

ha messo in atto grazie alle Misure del pacchetto<br />

anticrisi del Consiglio di Stato. Ha poi rilevato gli strumenti<br />

a sostegno dell’occupazione, che sono riuniti nella<br />

LADI - Legge sull'assicurazione contro la disoccupazione<br />

che prevede, tra l’altro, provvedimenti di formazione per<br />

persone in disoccupazione e provvedimenti d’occupazione<br />

per persone in disoccupazione; e nella Legge per il rilancio<br />

dell’occupazione, che contiene incentivi all’assunzione<br />

e bonus di inserimento in azienda. Tra gli strumenti<br />

di sostegno alle imprese, Coduri ha messo in risalto la<br />

Legge per l’innovazione economica (32 milioni di franchi<br />

per 4 anni) con contributi a fondo perso, compresi<br />

tra il 10-25% degli investimenti materiali ed immateriali<br />

considerati innovativi, le agevolazioni fiscali alle nuove<br />

aziende concesse sulle imposte cantonali sull’utile e sul<br />

capitale per un periodo di cinque anni e i bonus alla formazione<br />

(contributi finanziari massimi del 40% dei costi<br />

di formazione per un periodo fino a 6 mesi). In aggiunta<br />

a queste misure Coduri ha anche ricordato il sostegno<br />

all’esportazione tramite Osec Business Network Switzerland<br />

(che tra l’altro ha la propria sede ticinese presso la<br />

Camera di commercio) e l’assicurazione svizzera contro i<br />

rischi delle esportazioni (ASRE); senza dimenticare il sostegno<br />

al tessuto economico con la Legge si applicazione<br />

della legge federale sulla politica regionale (31.6 milioni<br />

per 4 anni) e la Legge sul turismo (32 milioni per 4 anni).<br />

Bernardino Bulla ha spiegato come pure Banca Stato stia<br />

portando avanti una politica a sostegno delle PMI, grazie<br />

ad un intervento coordinato Cantone – BancaStato, ha<br />

l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito da parte delle<br />

PMI ticinesi toccate dalla crisi, ha stanziato un credito<br />

quadro di 30 milioni di franchi destinato a finanziare le<br />

singole iniziative e/o progetti destinati al sostegno, alla<br />

riconversione o al superamento del periodo di difficoltà<br />

che si va delineando.<br />

I criteri del progetto che Bulla ha presentato hanno queste<br />

caratteristiche<br />

• durata: 12 mesi per la presentazione delle richieste, i<br />

finanziamenti delle singole iniziative avranno una durata<br />

massima di 5 anni dall’erogazione, i finanziamenti<br />

a sostegno della liquidità saranno – come d’uso sul<br />

mercato - rivisti a scadenza annuale;<br />

• termine: 31.07.2010<br />

• selezione: esistenza di comprovate difficoltà imputabili<br />

al particolare momento di crisi economica (crollo degli<br />

ordinativi in portafoglio, accesso alla disoccupazione<br />

parziale, …)<br />

• Criteri di attribuzione: i criteri di attribuzione non sono<br />

quantificabili e generalizzabili; è necessario valutare<br />

caso per caso. Ogni azienda ha la sua storia, vive una<br />

propria realtà. Il Cantone deve sostenere il proprio tes-<br />

suto economico, vuole esserci e per questo ha chiesto<br />

alla sua banca di mettersi a disposizione. La banca ha<br />

gli strumenti sufficienti per deliberare, lo fa del resto<br />

quotidianamente. Occorre che l’imprenditore faccia<br />

la sua parte ovvero quella di convincere la banca che<br />

l’azienda ha ragione di esistere nel lungo periodo.<br />

All’imprenditore si richiede di comprovare che la crisi è<br />

congiunturale e non strutturale, dimostrando che l’intervento<br />

preconizzato non è un palliativo ma un rimedio<br />

di lungo periodo.<br />

• per maggiori informazioni su questo progetto vi invitiamo<br />

a contattare il Signor Marco Magistra, Tel. +41 91<br />

803 78 32, marco.magistra@bancastato.ch<br />

Infine Franz Bernasconi ha portato la sua testimonianza in<br />

veste di imprenditore, quale Presidente di Precicast SA.<br />

Bernasconi ha tracciato la storia dell’azienda, evidenziando<br />

come durante tutte le crisi fronteggiate, Precicast si sia<br />

sempre rimboccata le maniche e abbia continuato il suo<br />

cammino verso il successo. Precicast inizia la sua attività<br />

nel 1970 con la produzione di “piccole”componenti per le<br />

macchine tessili con la tecnica della fusione di precisione.<br />

Nella sua storia, come anticipato, Precicast si è confrontata<br />

con diversi momenti di mercato, periodi dove<br />

l’economia andava a gonfie vele e momenti di crisi nera.<br />

Ad esempio durante la seconda crisi petrolifera (1983),<br />

Precicast ha consolidato ed espanso al massimo la produzione<br />

delle protesi dell’anca e del ginocchio, provvedendo<br />

all’installazione del primo forno di colata sotto-vuoto per<br />

la produzione di componenti critiche per applicazioni aeronautiche<br />

e procedendo all’ottenimento di diverse certificazioni.<br />

Anche nelle altre crisi (Guerra del Golfo, 1992;<br />

attacco alle Torri Gemelle 2001/02); Precicast ha sempre<br />

investito e si è espansa nel settore delle componenti critiche<br />

per turbine a gas prima e con lo sviluppo della produzione<br />

di pale per turbine a gas di ultima generazione poi.<br />

Per maggiori informazioni sulle tematiche trattate in questo<br />

articolo, vi invitiamo a visitare i seguenti siti web:<br />

• www.cc-ti.ch<br />

• www.osec.ch<br />

• www.ti.ch/DFE/DE/SPE<br />

• www.ti.ch/DFE/DE/SDL<br />

• www.ti.ch/can/temi/ldpf/misure_anticrisi.htm<br />

• www.ti.ch/CAN/SegGC/comunicazioni/GC/odgmes/6200.htm<br />

• www.bancastato.ch<br />

oppure a contattare direttamente gli enti interessati:<br />

• Camera di commercio, dell'industria, dell'artigianato e<br />

dei servizi del cantone <strong>Ti</strong>cino, Corso Elvezia 16, 6901<br />

Lugano, Tel. +41 91 911 51 11, Fax +41 91 911 51 12<br />

• Dipartimento delle finanze e dell'economia, Residenza<br />

governativa, 6500 Bellinzona, Tel. +41 91 814 44 60,<br />

Fax +41 91 814 44 23<br />

• Banca Stato, Signor Marco Magistra, Tel. +41 91 803<br />

78 32, marco.magistra@bancastato.ch<br />

29


Attualita`<br />

30 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

coNtributi coNcreti all’ecoNomia:<br />

la partecipazioNe Delle azieNDe<br />

alle fiere<br />

Mozione in favore di questa misura proposta dai deputati in<br />

Gran Consiglio Rinaldo Gobbi e Fabio Regazzi<br />

La <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> da sempre sostiene quelle misure concrete<br />

ed immediate in favore dell’economia come<br />

quella dei contributi alle aziende che partecipano<br />

a fiere specialistiche d’importanza internazionale<br />

e nazionale. Infatti, è importantissimo che in<br />

tempo di crisi le aziende abbiano la possibilità di<br />

trovare nuovi canali e nuovi clienti, di osservare la<br />

concorrenza e l’andamento del mercato nonché di<br />

mostrare la propria solidità e presenza sul mercato:<br />

tutto ciò può essere fatto unicamente partecipando<br />

alle fiere specialistiche che siano settoriali<br />

o campionarie. In quest’ottica, la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> ha voluto<br />

sostenere le proprie aziende proponendo dei corsi<br />

formativi specifici sugli aspetti di marketing e di<br />

logistica in fiera, ma anche promuovendo delle<br />

schede informative ed un incontro dedicato alle<br />

questioni pratiche in fiera.<br />

La misura anti-crisi a sostegno della partecipazione<br />

di aziende ticinesi a fiere specialistiche nazionali<br />

e internazionali sta avendo un forte successo.<br />

Infatti, il credito per gli anni <strong>2009</strong> e 2010<br />

(fr. 1'000'000.-) è già stato esaurito e numerose<br />

sono le richieste per l'anno 2011 (rimanenti fr.<br />

500'000.-). Ciò è dovuto anche all'ottima collaborazione<br />

tra ente pubblico (Sezione della Promozione<br />

economica) e mondo imprenditoriale (<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>,<br />

AITI) nonché alla bontà del metodo adottato nella<br />

selezione delle aziende.<br />

Tuttavia, l'alto numero di richieste purtroppo non<br />

ha consentito ad alcune aziende ticinesi di beneficiare<br />

di questi aiuti. Perciò, per dare un segnale<br />

forte anche a quelle aziende rimaste escluse dal<br />

credito a causa dell’esaurimento dello stesso, Rinaldo<br />

Gobbi e Fabio Regazzi hanno inoltrato un<br />

atto parlamentare sotto forma di mozione che permettesse<br />

un’estensione di questa misura. I due<br />

deputati hanno chiesto al Consiglio di Stato di<br />

far capo ad altri crediti stanziati nell'ambito delle<br />

misure anti-crisi che sono tuttora inutilizzati<br />

e che difficilmente lo potranno essere in futuro.<br />

Riprendendo le parole dei due deputati è stato<br />

chiesto al Governo “di assegnare questi fondi non<br />

utilizzati, nella misura che ritiene più opportuna,<br />

all'incremento del credito a sostegno delle aziende<br />

ticinesi che partecipano alle fiere nazionali e<br />

internazionali, visto che la misura è risultata molto<br />

efficace e molto apprezzata e per far sì che anche<br />

altre aziende ticinesi ne possano beneficiare”.


Attualita`<br />

di Fredy Franzoni, Responsabile Rete Uno RSI e Paolo Rimoldi, Delegato per la Svizzera Italiana della Catena della Solidarietà<br />

uNa campagNa Natalizia Della rsi coNtro<br />

la malaria coN il coiNvolgimeNto Delle<br />

azieNDe ticiNesi<br />

La malaria è una delle malattie dimenticate sulla Terra,<br />

che miete milioni di vittime all’anno. Si calcola che ogni<br />

30 secondi un bambino muoia di malaria. La Radiotelevisione<br />

svizzera di lingua italiana RSI ha deciso di avviare<br />

una raccolta di fondi a favore delle vittime della malaria<br />

nel mondo, che prenderà avvio il 23 dicembre <strong>2009</strong> e si<br />

concluderà il 6 gennaio 2010. L’intero ricavato dell’operazione<br />

sarà devoluto alla Catena della Solidarietà, il cosiddetto<br />

braccio umanitario della SRG SSR idée suisse,<br />

affinché essa, tramite organizzazioni umanitarie svizzere<br />

sue partner, presti i suoi aiuti preventivi e terapeutici a<br />

favore dei bambini del Mozambico, della Guinea Conakry<br />

e del Laos. Una delle principali misure preventive consiste<br />

nel dotare i nuclei familiari di zanzariere, mentre la cura<br />

della malaria consiste essenzialmente nella somministrazione<br />

di farmaci.<br />

La RSI sarà impegnata prevalentemente con la Rete Uno<br />

della Radio e con il canale televisivo LA1. Si prevede pure<br />

l’impegno del sito Internet. Non possiamo svelare oggi i<br />

particolari dell’operazione umanitaria, poiché dovrà costituire<br />

una sorpresa anche per il pubblico della Svizzera<br />

italiana. Però possiamo anticipare che alla raccolta di fondi<br />

si potrà partecipare attraverso gli sms, che costeranno<br />

ognuno una zanzariera oppure un giorno di cura della malaria.<br />

Inoltre, attraverso un gioco che si sta organizzando,<br />

il pubblico radiotelevisivo avrà la possibilità di invitare al<br />

pranzo del 6 gennaio (festività dei Re Magi) un personaggio<br />

della RSI. In alternativa chi volesse conoscere di<br />

persona qualcuno di loro potrà partecipare, a pagamento,<br />

a un grande pranzo organizzato presso gli Studi radio di<br />

Besso.<br />

Attraverso la preziosa collaborazione della Camera di<br />

commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi<br />

del Cantone <strong>Ti</strong>cino, offriamo anche alle aziende di essere<br />

parte attiva dell’operazione. Offriamo loro innanzi tutto<br />

la possibilità di patrocinare il personaggio da invitare a<br />

pranzo. In questo caso, ad esempio, si dirà ai microfoni<br />

radiotelevisivi che Michele Fazioli, invitato dalla famiglia<br />

XY di Camorino, è patrocinato dalla ditta di arredamenti<br />

WZ di Giubiasco.<br />

Ma vi sono altre possibilità: ad esempio, un’azienda, in<br />

occasione di una giornata delle porte aperte anche prima<br />

della data ufficiale di inizio della campagna di raccolta di<br />

fondi, può organizzare una lotteria con in palio suoi pro-<br />

dotti e destinare il ricavato alla campagna contro la malaria.<br />

Anche in questo caso le migliori idee saranno promosse<br />

dalla RSI, citando l’azienda che partecipa all’iniziativa.<br />

Nel mese di novembre, la giornalista RSI Maria Pia Belloni<br />

si recherà in Mozambico per realizzare una serie di servizi<br />

radiofonici che saranno trasmessi durante le giornate di<br />

raccolta. Inoltre, anche la televisione diffonderà servizi sul<br />

tema. Va pure segnalato che DRS, la consorella di lingua<br />

tedesca, sarà presente dal 14 al 19 dicembre in Piazza<br />

Federale a Berna con un container dal quale diffonderà<br />

un programma radiofonico 24 ore su 24, che la sera e<br />

la notte sarà ripreso da SF. I colleghi di lingua tedesca<br />

precederanno dunque di qualche giorno l’iniziativa di RSI,<br />

ma serviranno anche da lancio, poiché il 16 dicembre RSI<br />

sarà presente a Berna per presentare l’impegno contro la<br />

malaria di DRS e SF e per promuovere la sua campagna<br />

che prenderà avvio pochi giorni dopo a Sud delle Alpi.<br />

È opportuno infine rilevare che le aziende che parteciperanno<br />

attivamente all’iniziativa di RSI non saranno<br />

sponsor dell’emittente radiotelevisiva, bensì direttamente<br />

della Catena della Solidarietà e dunque il loro sostegno<br />

sottostarà a regole meno vincolanti.<br />

Rinnoviamo i nostri più vivi ringraziamenti alla Camera di<br />

Commercio del Cantone <strong>Ti</strong>cino che ospita questo nostro<br />

contributo e raccomandiamo a chi è interessato a partecipare<br />

all’iniziativa della RSI e della Catena della Solidarietà<br />

di prendere al più presto contatto con la Signora Laura<br />

Susy Cziczo, Tel. +41 91 803 90 96, laura-susy.cziczo@<br />

rsi.ch<br />

la cateNa Della soliDarietà iN Due parole<br />

Avviata nel 1946 in Romandia e già nel 1947 sia nella Svizzera<br />

italiana sia in quella di lingua tedesca e retoromancia,<br />

la Catena della Solidarietà è oggi una fondazione voluta dalla<br />

SRG SSR idée suisse ed è definita il suo “braccio umanitario”.<br />

Durante la sua lunga storia ha raccolto oltre 900 milioni<br />

di franchi, che sono interamente affluiti ai progetti di aiuto<br />

immediato in caso di catastrofi in patria e all’estero, ai progetti<br />

di ricostruzione e di aiuto allo sviluppo a lungo respiro.<br />

La Catena opera attraverso una trentina di organizzazioni<br />

umanitarie svizzere sue partner certificate e non trattiene<br />

nulla per sé, poiché si finanzia esclusivamente attraverso<br />

gli interessi che fruttano i capitali non ancora impegnati nei<br />

progetti a lungo termine.<br />

31


Eventi<br />

preseNtazioNe Dello stuDio<br />

«il caNtoNe ticiNo Nel coNtesto Della<br />

coNcorreNza fiscale iNtercaNtoNale»<br />

L’evento si terrà giovedì 12 novembre <strong>2009</strong>, alle ore 17.00,<br />

presso la Villa Negroni a Vezia<br />

Partner e sponsor dell’evento<br />

La recente pubblicazione dello studio della SUPSI “Il<br />

Cantone <strong>Ti</strong>cino nel contesto della concorrenza fiscale<br />

intercantonale” ha confermato che il nostro Cantone necessita<br />

di profonde riflessioni sul suo sistema fiscale, al<br />

fine di mantenere un sufficiente livello di competitività<br />

nel contesto nazionale ed internazionale.<br />

Per contribuire a stimolare il dibattito in maniera positiva<br />

e costruttiva, la Camera di commercio, dell’industria,<br />

dell’artigianato e dei servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino (<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>),<br />

l’Associazione bancaria ticinese (ABT), l’Associazione<br />

industrie ticinesi (AITI) e la Società svizzera degli impresari<br />

costruttori – Sezione <strong>Ti</strong>cino (SSIC-TI) organizzano<br />

una conferenza-dibattito sul tema, dando spazio alla<br />

presentazione dello studio da parte del Professor Marco<br />

Bernasconi. Seguirà un dibattito, aperto alle domande<br />

del pubblico, con importanti esperti di questioni fiscali.<br />

L’occasione è importante per capire quali siano i nodi<br />

da risolvere a breve, medio e lungo termine e come si<br />

potrebbero risolvere, affinché la fiscalità ticinese possa<br />

essere sufficientemente attrattiva per persone fisiche e<br />

giuridiche, mantenendo un buon livello di gettito.<br />

32 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Il programma prevede<br />

17.00 Presentazione dello studio “Il Cantone <strong>Ti</strong>cino<br />

nel contesto della concorrenza fiscale intercantonale”<br />

da parte del Prof. Marco Bernasconi, Responsabile<br />

operativo del Centro di competenze<br />

tributarie della SUPSI<br />

17.30 Dibattito moderato da Gianni Righinetti, Corriere<br />

del <strong>Ti</strong>cino, con:<br />

Prof. Marco Bernasconi, SUPSI<br />

Cristina Maderni, Presidente dell’Ordine dei<br />

commercialisti del Cantone <strong>Ti</strong>cino<br />

Riccardo Biaggi, Direttore della Fiduciaria Mega<br />

Parteciperà alla manifestazione la Consigliera di<br />

Stato e Direttrice del Dipartimento delle finanze<br />

e dell’economia, On.Laura Sadis<br />

19.00 Aperitivo offerto dall’Associazione Bancaria <strong>Ti</strong>cinese<br />

Iscrizioni<br />

Entro venerdì 6 novembre <strong>2009</strong> alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, contattando la<br />

Signora Veljkovic, Tel. +41 91 911 51 11,<br />

Fax +41 91 911 51 12, veljkovic@cc-ti.ch, www.cc-ti.ch


Eventi<br />

coNciliare lavoro e famiglia<br />

Politiche e prassi win-win per azienda e collaboratori:<br />

pari opportunità per mamma e papà<br />

L’azienda, i collaboratori e le collaboratrici possono vivere<br />

positivamente e con reciproco vantaggio i cambiamenti<br />

dei modi di vivere e di lavorare? A questa ed altre<br />

domande cercherà di rispondere il ciclo di seminari Conciliare<br />

lavoro e famiglia promosso da Dialogare-Azienda,<br />

un’iniziativa dell’Associazione Dialogare, con il sostegno<br />

dell’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo<br />

(UFU), della Divisione della formazione professionale<br />

(DFP) e con il partenariato della Camera di commercio<br />

(<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>) e dell’Associazione Industrie <strong>Ti</strong>cinesi (AITI)<br />

Il prossimo appuntamento:<br />

• Provare per credere!<br />

Seminario su iscrizione<br />

Giovedì 12 novembre <strong>2009</strong>, ore 9-12, Lugano,<br />

Camera di commercio, Sala Gildo Papa<br />

Con Silvano Degiovannini, Responsabile Personale<br />

Sud de La Posta Svizzera; Monica Lucci, Responsabile<br />

HR di IBSA; Ellen Metzger, Direttrice Asilo<br />

nido di IBSA; Roberta Cecchi, Consultorio Sportello<br />

donna. Moderatrice: Lorenza Hofmann, Giornalista,<br />

Associazione Dialogare<br />

Ogni seminario ha un costo di fr. 200.—.<br />

Iscrizioni a:<br />

Associazione Dialogare, via Foletti 23, 6900 Massagno<br />

Tel. +41 91 967 61 51 (lu-ve ore 9.00-12.00)<br />

Fax +41 91 967 61 52<br />

segretariato@dialogare.ch<br />

Ulteriori informazioni e iscrizioni su<br />

www.dialogare.ch > Dialogare Azienda<br />

politica svizzera a favore Delle pmi<br />

Cari lettori,<br />

vogliamo presentarvi l’opuscolo intitolato “POLITICA SVIZZERA A<br />

FAVORE DELLE PMI” edito dal Dipartimento Federale dell’economia<br />

– DFE, disponibile anche in italiano, sia in formato cartaceo che in<br />

versione elettronica, gratuitamente.<br />

Nell'attuale crisi economica le piccole e medie imprese (PMI) svolgono<br />

un ruolo decisivo. Spesso, e a giusta ragione, sono definite<br />

"la spina dorsale" della nostra economia. È dunque fondamentale<br />

mostrare alle imprenditrici e agli imprenditori gli strumenti con i<br />

quali la Confederazione attua la sua politica a favore delle PMI. Il<br />

nuovo opuscolo vuole informare, tra I'altro, sugli aiuti finanziari, sulla<br />

promozione dell'innovazione e dell'economia esterna nonché sulle<br />

misure attualmente adottate per stabilizzare la congiuntura.<br />

Il testo del dépliant presenta in maniera chiara ed accattivante le<br />

misure a favore delle PMI in Svizzera e dà una serie di indirizzi utili<br />

agli interessati dove trovare informazioni necessarie su vari step nella<br />

costituzione e conduzione di un’impresa: amministrazione, governo<br />

elettronico, innovazione, finanziamento, formazione e finanziamento<br />

professionale, conciliazione lavoro e famiglia, ecc..<br />

Nella brochure sono anche presenti numerose testimonianze aziendali<br />

reali.<br />

Link diretto dal quale scaricare l’opuscolo in versione elettronica<br />

www.kmu.admin.ch/publikationen/01521/index.html?lang=it<br />

oppure<br />

www.pubblicazionifederali.admin.ch inserendo nel campo di ricerca<br />

la sigla 710.089.I<br />

Per maggiori informazioni: Dipartimento Federale dell’economia – DFE<br />

Palazzo Federale Est, 3003 Berna<br />

www.edv.admin.ch, info@gs-edv.admin.ch<br />

33


Eventi<br />

Organizzato da<br />

Con il sostegno di<br />

Il programma della conferenza prevede<br />

trasformare le sfiDe iN risorse.<br />

DoNNe e uomiNi iN azieNDa<br />

Vi informiamo che questo interessante dibattito si terrà lunedì 23<br />

novembre <strong>2009</strong>, dalle 16.30 alle 19.00 presso l’Auditorium Banca Stato<br />

in via Guisan a Bellinzona. Tra i vari relatori, da segnalare la presenza di<br />

Babette Keller, vincitrice <strong>2009</strong> del "Prix Veuve Clicquot", imprenditrice<br />

dell'anno, titolare della Società Keller Trading di Bienne<br />

16.30 – 16.45 Benvenuto, Françoise Gehring, giornalista,<br />

moderatrice<br />

Introduzione tematica<br />

Luca Albertoni, Direttore della Camera di<br />

commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei<br />

servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino<br />

Valerio Agustoni, Segretario cantonale della<br />

Società degli impiegati del commercio<br />

16.45 – 18.15 Approfondimento tematico e discussione<br />

Arnoldo Coduri, Direttore della Divisione<br />

dell’economia, Dipartimento delle finanze e<br />

dell’economia del Cantone <strong>Ti</strong>cino<br />

Dario Caramanica, Capo del personale e<br />

responsabile della formazione di BancaStato<br />

Marianne Schär Moser, Psicologa del lavoro ed<br />

esperta in pari opportunità<br />

Babette Keller, Vincitrice <strong>2009</strong> del “Prix Veuve<br />

Clicquot” imprenditrice dell’anno, titolare della<br />

società Keller Trading, Bienne<br />

18.15 – 18.45 Presentazione strumenti operativi: tre manuali<br />

d’uso<br />

Felix Lutz, Ufficio delle misure attive,<br />

Dipartimento delle finanze e dell’economia del<br />

Cantone <strong>Ti</strong>cino<br />

David Veenhuys, Autore del manuale «Donne,<br />

impiego e marketing personale»<br />

Sabrina Guidotti, Responsabile progetti pari<br />

opportunità per la Società degli impiegati del<br />

commercio<br />

www.edizionicasagrande.com<br />

Tema di approfondimento<br />

Nel mercato del lavoro la realizzazione delle pari opportunità tra uomo e donna passa attraverso il coinvolgimento diretto di<br />

più attori: azienda, lavoratore/lavoratrice e famiglia. Tre entità legate fra loro da un rapporto di interdipendenza nel quale<br />

si inserisce sempre di più la tematica della conciliazione tra vita professionale e vita privata. Nell’ottica di usare al meglio<br />

risorse e competenze in campo, un approccio dialettico e collaborativo tra tutti i protagonisti, si rivela vincente: permette<br />

di generare un circolo virtuoso nei rapporti tra azienda e dipendenti. E tutti ci guadagnano. Per trasformare questo circolo<br />

virtuoso dalla semplice enunciazione ai fatti, sono disponibili alcuni strumenti operativi, tra cui tre manuali destinati alle<br />

aziende e alle donne e agli uomini attivi professionalmente.<br />

34 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

18.45 – 19.00 Domande e conclusione, Françoise Gehring,<br />

moderatrice<br />

19.00 Aperitivo<br />

I tre manuali che saranno presentati quali strumenti operativi<br />

• A cura della Società degli impiegati del Commercio, Un tempo su<br />

misura, Guida per conciliare vita professionale, privata e familiare,<br />

edizioni Casagrande, <strong>2009</strong><br />

Manuale destinato alle donne e agli uomini che desiderano ridurre<br />

il tempo di lavoro per conciliare i tempi della vita: privata, familiare,<br />

professionale. Il libro fornisce una serie di consigli concreti<br />

su come negoziare una riduzione consapevole del tempo di lavoro<br />

che sia vantaggiosa per dipendente e aziende.<br />

• A cura di Jürg Baillod, A tempo parziale, Argomenti e materiali per<br />

responsabili delle risorse umane, edizioni Casagrande, 2005<br />

Manuale che fornisce alle aziende strumenti, argomenti e strategie<br />

concrete per introdurre e promuovere il tempo parziale<br />

o altre forme organizzative, come il “job-sharing”. Particolare<br />

attenzione è data ai vantaggi e ai limiti del tempo parziale nel<br />

settore dirigenziale.<br />

• David Veenhuys, Donne, impiego e marketing personale, edizioni<br />

Casagrande, <strong>2009</strong><br />

Manuale destinato alle donne che cercano lavoro in un’azienda<br />

o in un’istituzione a predominanza maschile e che non sanno<br />

come vendersi, come evitare o gestire eventuali pregiudizi legati<br />

al genere. Il libro fornisce anche una serie di consigli su come<br />

negoziare il salario e come estendere la propria rete per la ricerca<br />

di un posto di lavoro.<br />

Iscrizioni<br />

Entro il 9 novembre a SIC <strong>Ti</strong>cino, Via Vallone 27,<br />

6500 Bellinzona, Tel. +41 091 821 01 01,<br />

info@sicticino.ch, www.sicticino.ch


Eventi<br />

Programma<br />

l’iNDia, il ticiNo<br />

e le opportuNità Di busiNess<br />

Questo seminario si terrà lunedì 30 novembre <strong>2009</strong> ore 16.30<br />

presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Sala Dott. Gildo Papa, Lugano<br />

Partner e sponsor dell’evento:<br />

16.30 Introduzione<br />

Carlo Donati, già CEO di Nestlé India<br />

16.45 I primi passi in India di un’azienda ticinese<br />

Giordano e Ambra Facchinetti, Managing Director rispettivamente Executive Director, New Celio Engineering<br />

17.00 Il ruolo dell’India nell’economia globale<br />

Thomas Herrmann, Global Economic Research Credit Suisse<br />

(in inglese)<br />

17.20 La strategia di politica economica estera del Consiglio federale per l’India<br />

Massimo Baggi, responsabile divisione Asia/Oceania, Segreteria di Stato dell’economia (SECO)<br />

17.40 Le opportunità di business in India<br />

Mohinder Nayyar, Trade Officer, Swiss Business Hub India<br />

(in inglese)<br />

18.00 Networking apero<br />

La manifestazione è aperta a tutti gli interessati. Entrata libera.<br />

Per iscrizioni rivolgersi entro lunedì 23 novembre <strong>2009</strong>,<br />

alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Signora Veljkovic, Tel. +41 91 911 51 11, Fax +41 91 911 51 12<br />

veljkovic@cc-ti.ch, www.cc-ti.ch<br />

35


Formazione<br />

36 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

orsi proposti Dalla cc-ti<br />

• LPP, PREVIDENZA PRIVATA… E PENSIONE.<br />

RENDITA O CAPITALE?<br />

Lunedì 9 e martedì 17 novembre <strong>2009</strong>, dalle 16.30 alle 18.00<br />

Modulo 1 – Datori di lavoro: il sistema sociale svizzero, situazione<br />

<strong>2009</strong>, limiti fiscali, riacquisto, dipendenti o indipendenti,<br />

LPPA, decesso/invalidità, pensionamento.<br />

9 novembre <strong>2009</strong>, dalle 16.30 alle 18.00<br />

Modulo 2 – Dipendenti: il sistema sociale svizzero,situazione<br />

<strong>2009</strong>, invalidità / decesso, capitale o rendita.<br />

17 novembre <strong>2009</strong>, dalle 16.30 alle 18.00<br />

Relatori:<br />

Cesare Giorgetti, Consulente aziendale, Axa Winterthur Lugano<br />

Lorenzo Gandolfi, Consulente previdenziale, Axa Winterthur<br />

Lugano<br />

• INCOTERMS 2000<br />

Mercoledì 11 novembre <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.00<br />

Gli lncoterms sono regole internazionali create nel 1936 per<br />

l'interpretazione di determinate forme contrattuali nell'ambito<br />

del sistema commerciale internazionale.<br />

Uno degli obiettivi principali di queste regole è quello di contribuire<br />

ad evitare incomprensioni e litigi tra l’esportatore e l’importatore,<br />

rispettivamente, tra il venditore e l’acquirente.<br />

Temi: lncoterms nell'attività quotidiana, il principio dei 4 pilastri,<br />

i gruppi delle clausole E / C / F / D, i tipi di trasporto e le<br />

clausole lncoterms più adatte, esempi pratici associati ad ogni<br />

clausola, esercizi e soluzioni a disposizione dei partecipanti.<br />

Relatori:<br />

Roberto Schneble, Senior Advisor della Bianchi Group<br />

Marco Passalia, Responsabile Servizio Export e Legalizzazioni<br />

alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

• LA CONDUZIONE DI COLLOQUI DIFFICILI<br />

Lunedì 16 novembre <strong>2009</strong>, dalle 09.00 alle 13.00<br />

Tutti coloro che hanno la conduzione diretta del personale si trovano<br />

confrontati, prima o poi, con colloqui impegnativi, problematici<br />

e sgradevoli. L'obiettivo del corso è presentare strumenti<br />

e metodologie che permettano di svolgere al meglio colloqui in<br />

situazioni difficili.<br />

Temi: elementi di un colloquio difficile, struttura di un colloquio<br />

problematico, barriere della comunicazione, modalità e attitudini,<br />

obblighi e doveri<br />

Relatore:<br />

Marco Homberger, Formatore aziendale, specialista in tecniche<br />

di conduzione e vendita, attualmente responsabile delle risorse<br />

umane per una primaria azienda di servizi.<br />

• ESSERE MEMBRO DI UN CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE:<br />

COMPITI E RESPONSABILITÀ<br />

Mercoledì 18 novembre <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

Martedì 1° dicembre <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

Far parte di un Consiglio d’amministrazione può implicare l’assunzione<br />

di responsabilità importanti. Quali sono le responsabilità<br />

degli amministratori nei confronti della loro società, degli<br />

azionisti e dei terzi?<br />

Temi: introduzione generale,nozione di amministratore e di organo<br />

societario, la responsabilità civile (CC, CO, responsabilità<br />

verso la società, gli azionisti ed i creditori, danno diretto ed indiretto),<br />

la responsabilità legata alle disposizioni penali, fiscali,<br />

delle assicurazioni sociali e dell’esecuzione e fallimento, aspetti<br />

assicurativi, discussione.<br />

Relatori:<br />

Mauro Cavadini, Avv., Studio legale e notarile Brunoni Mottis<br />

Associati Lugano<br />

Simone Egeler, Avv., Studio legale e notarile Brunoni Mottis<br />

Associati Lugano<br />

Reto Garzoni, Avv., capo del servizio giuridico, Axa Winterthur<br />

Lugano<br />

Rossano Pinna, Avv., Studio legale Bernasconi Martinelli Alippi<br />

& Partners Lugano<br />

• LA NUOVA LEGGE SULL’IVA (nLIVA)<br />

Lunedì 30 novembre <strong>2009</strong>, dalle 16.30 alle 18.00<br />

Il 1° gennaio 2010 entreranno in vigore la nuova legge federale<br />

concernente l’imposta sul valore aggiunto (nLIVA) e la relativa<br />

ordinanza d’esecuzione. L’obiettivo di questa revisione è stato<br />

semplificare la legge, affinché si possano diminuire gli oneri<br />

amministrativi delle imprese e ridurre i costi generati dal pagamento<br />

dell’imposta.<br />

Temi: le novità introdotte dalla nLIVA, disposizioni generali,<br />

assoggettamento all’IVA, aliquote saldo e forfetarie, imposta<br />

sull’acquisto, deduzione dell’imposta precedente, consumo<br />

proprio, disposizioni transitorie ed entrata in vigore.<br />

Relatori:<br />

Claudio Fonti, Esperto Fiscale dell'Amministrazione federale<br />

delle contribuzioni, Divisione Principale IVA, Divisione controllo<br />

esterno, Amministrazione federale delle contribuzioni, Berna<br />

Thomas Held, Esperto Fiscale dell'Amministrazione federale<br />

delle contribuzioni, Divisione Principale IVA, Divisione controllo<br />

esterno, Amministrazione federale delle contribuzioni, Berna<br />

e aNcora….<br />

• ORIGINE PREFERENZIALE<br />

2 dicembre <strong>2009</strong><br />

• ORIGINE NON PREFERENZIALE<br />

9 dicembre <strong>2009</strong><br />

Maggiori informazioni: visitate il nostro sito<br />

www.cc-ti.ch, scrivete un e-mail a corsi@cc-ti.ch<br />

o telefonateci allo +41 91 911 51 18


Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

CANDIDATO<br />

Elena De Silvestri<br />

Laurea magistrale in Architettura<br />

presso il Politecnico di<br />

Milano indirizzo tecnologico<br />

strutturale.<br />

Ha frequentato corsi avanzati<br />

di fotografia<br />

Anno di nascita: 1983<br />

Cittadinanza: italiana<br />

(permesso G valido fino<br />

al 2013)<br />

CANDIDATO<br />

Signore<br />

Maturità Scientifica indirizzo<br />

tecnologico-informatico;<br />

Laurea Specialistica in Medicina<br />

Veterinaria.<br />

Diversi tirocini e stage presso<br />

aziende consolidate nel settore<br />

Anno di nascita: 1984<br />

Cittadinanza: italiana<br />

CANDIDATO<br />

Antonella Capozza<br />

Università IULM, Milano<br />

Laurea triennale in Scienze e<br />

Tecnologie della Comunicazione<br />

(laureanda a marzo 2010)<br />

Anno di nascita: 1986<br />

CANDIDATO<br />

Roberto Grassi<br />

Laurea triennale in Economia<br />

Aziendale presso l’Università<br />

Bocconi. Laurea specialistica<br />

in Management presso l’Università<br />

della Svizzera Italiana,<br />

Lugano<br />

Anno di nascita: 1984<br />

Cittadinanza: italiana<br />

CANDIDATO<br />

Maffei Clarissa<br />

Studentessa Scuola di<br />

commercio<br />

Anno di nascita: 1992<br />

Cittadinanza: svizzera<br />

CANDIDATO<br />

Christian Carrisi Hennig<br />

Laurea lingue – inglese/tedesco<br />

(Corso per Traduttori e Interpreti)<br />

Lunga esperienza commerciale<br />

con soggiorno di 6 anni in Germania<br />

(Frankfurt/Main)<br />

Anno di nascita: 1968<br />

Cittadinanza: italiana<br />

CONOSCENZE LINGUISTICHE CERCA INDIRIZZO<br />

Italiano: madrelingua<br />

Inglese: ottimo<br />

Francese: conoscenze<br />

di base<br />

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CONOSCENZE LINGUISTICHE CERCA INDIRIZZO<br />

Italiano: madrelingua<br />

Inglese: molto buono<br />

Francese: molto buono<br />

Spagnolo: scolastico<br />

Tedesco: scolastico<br />

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la Media Edition International<br />

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IULM<br />

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Italiano: madrelingua<br />

Inglese: ottimo<br />

Francese: buono<br />

Italiano: madrelingua<br />

Inglese: conoscenze<br />

scolastiche<br />

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Tel. +39 338 674 77 84<br />

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NB: Imminente<br />

trasferimento a Lugano<br />

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CONOSCENZE LINGUISTICHE CERCA INDIRIZZO<br />

italiano: madrelingua<br />

tedesco: livello<br />

madrelingua<br />

inglese: ottimo<br />

francese: buono<br />

spagnolo: conoscenza<br />

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37


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La rubrica “Vita dei Soci” su <strong>Ti</strong>cino Business,<br />

è pronta ad accogliere e pubblicare eventi,<br />

ricorrenze, presentazioni e promozioni!<br />

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comunicazione che la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> utilizza per<br />

informare e rafforzare i rapporti con il tessuto<br />

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Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

giorNate Di coNsuleNza paese<br />

lugaNo, Novembre <strong>2009</strong><br />

India: un profilo favorevole per il futuro<br />

Lugano, 30 novembre <strong>2009</strong><br />

• classe media in forte crescita e con un notevole potere d’acquisto<br />

• ottime prospettive di sviluppo in molti settori<br />

• profilo economico e demografico promettente per l’avvenire<br />

Nel corso delle giornate di consulenza proposte alle aziende, avrete l’occasione di fissare un incontro individuale con<br />

i consulenti dell’Osec e con gli specialisti provenienti direttamente dai paesi di riferimento. Le aziende intenzionate<br />

ad espandere le loro attività nei paesi sopra citati o che hanno esigenze concrete non esitino a mettersi in contatto<br />

con l’Osec e a fissare un appuntamento con i suoi esperti!<br />

coNtattateci al No. tel. +41 91 911 51 37 oppure tramite e-mail all’iNDirizzo iNfo.lugaNo@osec.ch, saremo lieti Di fissarvi<br />

uN appuNtameNto.<br />

La Germania si posiziona come leader nel mercato<br />

dell’elettromobilità<br />

A fine agosto <strong>2009</strong>, il governo tedesco ha varato un piano<br />

di sviluppo nazionale dell’elettromobilità, per permettere alla<br />

Germania di posizionarsi quale leader in questo mercato<br />

guida e al fine di far circolare un milione di elettroveicoli<br />

sulle proprie strade entro l’anno 2020.<br />

Il piano stabilisce le misure per sviluppare con successo<br />

l’elettromobilità. Il fulcro del progetto è dedicato al miglioramento<br />

dell’efficienza delle batterie impiegate e allo sviluppo<br />

di nuovi approcci di sistema per i veicoli elettrici, con<br />

particolare attenzione agli aspetti di efficienza energetica,<br />

sicurezza e affidabilità.<br />

Altri pilastri essenziali del piano sono l’utilizzo maggiore delle<br />

energie rinnovabili per la produzione di corrente elettrica<br />

per i veicoli e la costruzione coordinata tra città e comuni<br />

di un’infrastruttura idonea per l’elettromobilità negli spazi<br />

pubblici.<br />

Ministero tedesco per l’economia e la tecnologia:<br />

“Deutschland soll zum Leitmarkt für Elektromobilität werden”<br />

www.bmwi.de/BMWi/Navigation/Presse/pressemittei<br />

lungen,did=309868.html<br />

La Russia sostiene i progetti di nanotecnologia<br />

futuristici<br />

La Russia ambisce a diventare uno dei maggiori produttori<br />

al mondo di nanotecnologie entro il 2015. A questo scopo,<br />

nel 2007 è stata costituita la holding statale Rusnano, dotata<br />

di un capitale di 5 miliardi di dollari da destinare agli<br />

investimenti, di cui 1,3 miliardi saranno impiegati nell’anno<br />

corrente.<br />

Uno dei progetti più rilevanti è la joint venture “Venture Nano<br />

Solar Technology” lanciata quest’anno con l’azienda russa<br />

Renova per la fabbricazione di moduli fotovoltaici destinati<br />

al mercato europeo. All’affiliata dell’OC-Oerlikon, Oerlikon<br />

Solar, è stato affidato il compito rilevante di fornire un impianto<br />

di produzione fotovoltaico a strati sottili. Secondo un<br />

comunicato stampa di Oerlikon Solar, si prevede una capacità<br />

produttiva di un milione di moduli, il che rappresenta<br />

la maggior ordinazione di un tale impianto per quest’anno.<br />

Comunicato stampa di Oerlikon Solar: “Oerlikon Solar<br />

and Rusnano/Renova Joint Venture open up Russian market<br />

for leading thin film solar PV technology”<br />

www.oerlikon.com/ecomaXL /get_blob.php?name=<br />

<strong>2009</strong>0817_Nanosolar_EN<br />

Turchia: nuove direttive per la promozione degli<br />

investimenti<br />

La Turchia ha emesso nuove direttive al fine di promuovere<br />

gli investimenti e che suddividono la nazione in quattro regioni<br />

con determinati rami da sostenere.<br />

Finora la promozione si era concentrata sulle zone orientali<br />

economicamente deboli. La nuova suddivisione permette<br />

concessioni anche nelle regioni industrializzate alla periferia<br />

di Istanbul, del Mar Egeo e della costa mediterranea, per<br />

avvantaggiare il settore a forte concentrazione tecnologica.<br />

All’interno e all’est del paese ci si concentra invece su rami<br />

ad alta intensità di manodopera.<br />

Gli incentivi finanziari e fiscali predisposti sono i seguenti:<br />

• sgravio fiscale fino al 2% per l’imposta sulle società (a scaglioni<br />

regionali, finché la somma dei pagamenti non raggiunge<br />

un importo parziale prestabilito dell’investimento);<br />

• assunzione da parte dello Stato turco dei contributi previdenziali<br />

a carico del datore di lavoro per un periodo da<br />

39


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

due a sette anni a seconda della regione;<br />

• attribuzione pubblica di particelle idonee;<br />

• sussidi per il pagamento di interessi su crediti (solo nelle<br />

zone economicamente deboli III e IV);<br />

• esonero dai dazi sull’importazione di macchinari, attrezzature<br />

e veicoli ad uso commerciale (unicamente per grandi<br />

progetti).<br />

Per decisione governativa, tale sostegno vale tuttavia solo<br />

fino al 31 dicembre 2010 e sarà in seguito ridotto gradualmente<br />

a livello regionale.<br />

Turkey Daily News: “PM unveils new incentive package”<br />

w w w . t u r k e y d a i l y n e w s . c o m / n e w s / 117/ A R T I -<br />

CLE/1706/<strong>2009</strong>-06-05.html<br />

Conservazione di certificati d’origine del sistema<br />

generale di preferenze SPG<br />

L’Amministrazione federale delle dogane AFD ha deciso che<br />

a partire dal 1° novembre <strong>2009</strong>, le prove d’origine del SPG<br />

(certificato d’origine modulo A e dichiarazione su fattura)<br />

dovranno essere conservate in originale dai dichiaranti per<br />

almeno cinque anni. L’AFD potrà richiedere i certificati d’origine<br />

in qualsiasi momento durante tale periodo, per esempio<br />

per un successivo controllo nel paese d’emissione.<br />

Circolare dell’Amministrazione federale delle dogane AFD:<br />

“Sistema generale di preferenze (SPG) – Conservazione dei<br />

certificati d’origine modulo A e delle dichiarazioni su fattura”<br />

www.ezv.admin.ch/dokumentation/00450/index.html?dow<br />

nload=M3wBPgDB/8ull6Du36WenojQ1NTTjaXZnqWfVqHa<br />

hmfhnapmmc7Zi6rZnqCkkIN5f3qAbKbXrZ6lhuDZz8mMps<br />

2gpKfo&lang=it&typ=.pdf<br />

La norma EURO-5 sui gas di scarico<br />

Entrata in vigore il 1° settembre <strong>2009</strong>, la norma EURO-5<br />

per automobili e autofurgoni mira a ridurre le emissioni<br />

di particelle fini e quindi a tutelare la salute. La modifica<br />

dell’ordinanza relativa alle esigenze tecniche per i veicoli<br />

stradali (OETV) richiederà in pratica che tutti i veicoli diesel<br />

si dotino di filtro antiparticolato. Infatti, le particelle fini prodotte<br />

dalla combustione dei motori diesel sono cancerogene<br />

e in quanto tali, sono da ridurre il più possibile.<br />

La norma fissa dei limiti di emissione, ma non indica i mezzi<br />

tecnici da impiegare. Allo stato attuale della tecnica, il<br />

filtro antiparticolato rappresenta il dispositivo più efficace<br />

per ridurre le emissioni fino a circa il 90%. La procedura è<br />

identica a quella introdotta a metà degli anni ottanta per diminuire<br />

i gas di scarico dei veicoli a benzina, che ha portato<br />

alla diffusione del catalizzatore.<br />

Dal 1° settembre <strong>2009</strong>, i nuovi tipi di vetture diesel possono<br />

essere introdotti sul mercato svizzero solo se soddisfano i<br />

requisiti EURO 5. I veicoli non conformi potranno ancora<br />

essere immatricolati solo se importati entro il 31 dicembre<br />

2010. Attualmente, quasi il 90% dei nuovi veicoli leggeri<br />

diesel in circolazione in Svizzera è già provvisto di un filtro<br />

antiparticolato. De facto, il settore automobilistico ha anticipato<br />

l’entrata in vigore della nuova norma.<br />

Circolare dell’Ufficio federale delle strade e dell’Ufficio<br />

federale dell’ambiente: “Norma EURO 5: una tappa importante<br />

a tutela della salute”<br />

www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msgid=28796<br />

40 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Gli USA intendono ampliare il traffico ferroviario<br />

Washington intende incentivare il traffico ferroviario negli<br />

USA, costruendo linee ad alta velocità per il traffico viaggiatori<br />

a grande distanza. Il rafforzamento delle linee ferroviarie<br />

mira a obiettivi di politica energetica e ambientale,<br />

ma denota altresì un cambiamento di rotta per una politica<br />

dei trasporti finora incentrata sull’ampliamento di strade e<br />

di aeroporti.<br />

I mezzi a disposizione per l’ampliamento e la ristrutturazione<br />

dell’infrastruttura ferroviaria ammontano a 13 miliardi<br />

di dollari. 8 miliardi di dollari provengono dal programma<br />

congiunturale “American Recovery and Reinvestment Act<br />

<strong>2009</strong>”, mentre 5 miliardi derivano dal budget dell’amministrazione<br />

Obama.<br />

I singoli stati e le regioni sono invitati ad assicurarsi i mezzi<br />

finanziari gestiti dalla “Federal Railroad Administration”<br />

con progetti ferroviari avvincenti. Alcuni piani sono già stati<br />

avviati: 42 richieste di finanziamento per un volume complessivo<br />

di 1,1 miliardi di dollari sono state sottoposte a<br />

Washington fino ad agosto <strong>2009</strong>. Il progetto più ambizioso<br />

prevede la costruzione di una linea ad alta velocità di 1’300<br />

chilometri tra San Diego e Sacramento, che abbrevierebbe<br />

la durata del viaggio tra Los Angeles e San Francisco di due<br />

ore e mezzo.<br />

“Federal Railroad Administration FRA and the American<br />

Recovery and Reinvestment Act <strong>2009</strong>”:<br />

www.fra.dot.gov/us/content/2153<br />

“FRA Implementing the American Recovery and Reinvestment<br />

Act <strong>2009</strong>: Capital Assistance for High-Speed Rail<br />

Corridor and Intercity Passenger Rail Service”:<br />

www.fra.dot.gov/us/content/2166<br />

FRA Vision of High-Speed Rail in America<br />

www.fra.dot.gov/us/content/31<br />

Gli USA promuovono gli elettrodomestici ad alta<br />

efficienza energetica<br />

Nell’ambito del pacchetto congiunturale “American Recovery<br />

and Reinvestment Act <strong>2009</strong>”, gli USA lanciano un programma<br />

dotato di 300 milioni di dollari per promuovere gli<br />

elettrodomestici ad alta efficienza energetica.<br />

I singoli Stati stanno valutando quali categorie di apparecchi<br />

debbano essere promossi nel loro bacino d’utenza e a quali<br />

condizioni commerciali. Saranno considerati unicamente<br />

gli elettrodomestici elencati nelle direttive del programma<br />

“Energy Star” lanciato nel 1992. La promozione, che sarà<br />

avviata al più tardi entro il mese di dicembre 2010, comprende<br />

vantaggi commerciali per i produttori di apparecchi<br />

rispettosi dell’ambiente e del mercato.<br />

US Department of Energy: “DOE Announces Nearly<br />

$300 Million for Energy Efficient Appliances”<br />

http://apps1.eere.energy.gov/news/daily.cfm/hp_news_<br />

id=178<br />

Sito internet di Energy Star:<br />

www.energystar.gov<br />

La Thailandia istituisce un fondo destinato a un<br />

progetto autostradale<br />

La Thailandia ha lanciato il primo progetto “Greenfield” finanziato<br />

da un proprio fondo infrastrutturale. Si tratta della<br />

costruzione di un tratto d’autostrada lungo 34 chilometri tra


Bang Sue e Taling Chan. I fondi stanziati ammontano a 400<br />

milioni di euro, di cui 200 servono per l’acquisto del terreno.<br />

L’inizio dei lavori è previsto verso la metà del 2010.<br />

Nei prossimi mesi saranno istituiti due ulteriori fondi per<br />

l’edificazione di alberghi a sei stelle a Phuket e a Chiang<br />

Mai.<br />

Bangkok Post: “B20bn infrastructure fund to finance<br />

expressway project: KRAM to raise cash for new 34km<br />

route”<br />

www.bangkokpost.com/business/economics/23415/<br />

b20bn-infrastructure-fund-to-finance-expressway-project<br />

Deloitte Central Europe Top 500: le 500 maggiori<br />

imprese nell’Europa orientale<br />

Anche le 500 maggiori imprese nell’Europa orientale hanno<br />

rilevato un calo delle cifre d’affari a causa della crisi<br />

finanziaria ed economica. Secondo un’indagine della Deloitte,<br />

nell’anno 2008 solo 388 (78%) delle 500 maggiori<br />

imprese vantavano una crescita media del 20%. Nel primo<br />

trimestre del <strong>2009</strong>, le vendite sono calate mediamente del<br />

23% per il 76% degli interpellati. I cali più consistenti sono<br />

stati riscontrati dalle imprese industriali (-33%), seguite<br />

dalle immobiliari (-22%) e dalle aziende attive in ambito<br />

energetico (-17%). I rami della sanità e del biotech si sono<br />

rivelati più resistenti alla crisi.<br />

Le 500 imprese classificate dalla Deloitte sono attive soprattutto<br />

nel settore energetico (40,3%), tra cui la prima<br />

classificata PKN Orlen (Polonia) con un giro d’affari di<br />

22,65 miliardi di euro nel 2008. Al secondo posto si trova<br />

l’impresa petrolifera ungherese MOL, mentre al terzo si<br />

classifica la holding industriale ucraina MetInvest.<br />

Le aziende statali sono 110, ossia 11 in meno per rispetto<br />

alla precedente classifica. Tuttavia, la loro quota parte del<br />

fatturato totale è aumentata di 6 punti percentuali e ammonta<br />

ora al 26%. 262 imprese sono in mani straniere, di<br />

cui 96 in Polonia, 47 in Ungheria e 46 nella Repubblica<br />

Ceca.<br />

Deloitte Central Europe Top 500 / <strong>2009</strong>:<br />

www.deloitte.com/view/en_GX/global/insights/deloitte-research/strategy-cross-industry-research/article/<br />

af9c388a90ffd110VgnVCM100000ba42f00aRCRD.htm<br />

Doing Business 2010: le riforme economiche a<br />

livello record<br />

Tra i mesi di giugno 2008 e maggio <strong>2009</strong>, 131 paesi<br />

su 183 hanno compiuto notevoli sforzi per migliorare con<br />

riforme rilevanti le condizioni quadro in cui operano i fondatori<br />

d’impresa, gli investitori e i commercianti. Secondo<br />

il Doing Business Report dell’affiliata della Banca Mondiale<br />

IFC, attualmente sono in atto 287 riforme economiche,<br />

ossia il 20% in più dell’anno precedente.<br />

Particolarmente attivi in quest’ambito sono i seguenti paesi:<br />

Colombia (8 riforme economiche), Macedonia, Kirghizistan,<br />

Ruanda (7 ciascuno), Bielorussia, Giordania, Perù,<br />

Mauritius (6 ognuno), Tagikistan, Mali, Burkina Faso, Sierra<br />

Leone (5 ciascuno) nonché Portogallo, Montenegro, Polonia,<br />

Egitto, Guatemala, Algeria e Iran (4 ognuno).<br />

Tuttavia, la Top Ten della classifica “Doing Business” dei<br />

paesi con le migliori condizioni quadro per il business rimane<br />

sostanzialmente invariata: Singapore, Nuova Zelanda<br />

e Hong Kong occupano ancora i primi tre posti, seguiti da<br />

USA, Gran Bretagna, Danimarca, Irlanda, Canada, Australia<br />

e Norvegia. La Svizzera si colloca al 21° rango, perdendo<br />

due posizioni rispetto all’anno precedente.<br />

Sito web “Doing Business 2010 (measuring business<br />

regulations)”<br />

www.doingbusiness.org<br />

The Global Competitiveness Report <strong>2009</strong>-2010 del<br />

Foro economico mondiale: la Svizzera è il paese più<br />

competitivo al mondo<br />

La Svizzera risulta al primo posto nella rinomata graduatoria<br />

della competitività stilata dal Foro economico mondiale,<br />

spodestando gli USA, leader da molti anni, e classificandosi<br />

appena prima di Singapore. La Svizzera si piazza prima<br />

grazie al fatto che malgrado la crisi finanziaria ed economica<br />

globale, non mostra debolezze nei criteri rilevanti per la<br />

competitività, mentre gli Stati Uniti denotano in particolare<br />

un peggioramento del mercato finanziario nazionale e della<br />

propria stabilità macroeconomica.<br />

Nella Top Ten si trovano altresì Svezia, Danimarca, Finlandia,<br />

Germania, Giappone, Canada e Paesi Bassi. Nella<br />

prima metà della graduatoria (133 nazioni) avanzano in<br />

particolare Azerbaigian (dal 69° al 51°), Uruguay (dal 75°<br />

al 65°), Emirati Arabi Uniti (dal 31° al 23°) e Brasile (dal<br />

64° al 56). Retrocedono invece Lettonia (dal 54° al 68°),<br />

Russia (dal 51° al 63°) e Croazia (dal 61° al 73°).<br />

I primi classificati secondo le categorie del Global Competitiveness<br />

Report sono i seguenti:<br />

Base: Finlandia, Singapore, Svizzera<br />

• istituzioni: Singapore, Svezia, Danimarca;<br />

• infrastruttura: Germania, Hong Kong, Francia;<br />

• stabilità macroeconomica: Brunei, Algeria, Kuwait;<br />

• sanità ed educazione: Finlandia, Islanda, Belgio.<br />

Efficienza: USA, Singapore, Svizzera<br />

• scuole superiori e formazione: Finlandia, Danimarca, Svezia;<br />

• mercato dei beni: Singapore, Hong Kong, Lussemburgo;<br />

• mercato del lavoro: Singapore, Svizzera, USA;<br />

• mercato finanziario: Hong Kong, Singapore, Nuova Zelanda;<br />

• tecnologia: Svezia, Paesi Bassi, Svizzera;<br />

• dimensione del mercato: USA, Cina, Giappone.<br />

Innovazione: USA, Giappone, Svizzera<br />

• abilità negli affari: Giappone, Germania, Svizzera;<br />

• innovazione: USA, Svizzera, Finlandia.<br />

Comunicato stampa del WEF: “Switzerland replaces United<br />

States at top of competitiveness rankings”<br />

www.weforum.org/en/media/Latest%20Press%20Releases/PR_GCR09<br />

WEF: The Global Competitiveness Report <strong>2009</strong>-2010<br />

(home)<br />

www.weforum.org/en/initiatives/gcp/Global%20Competitiveness%20Report/index.htm<br />

“The Global Competitiveness Report <strong>2009</strong>-2010” (comprende<br />

i dati delle 133 economie nazionali considerate)<br />

www.weforum.org/pdf/GCR09/GCR<strong>2009</strong>2010fullreport.pdf<br />

“The Global Competitiveness Index <strong>2009</strong>-2010 rankings<br />

and 2008-<strong>2009</strong> comparisons” (classifica/confronto con la<br />

precedente edizione)<br />

www.weforum.org/pdf/GCR09/GCR<strong>2009</strong>2010fullrankings.pdf<br />

41


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

La Svizzera si piazza seconda tra le migliori piazze<br />

economiche<br />

Secondo un’indagine della società di consulenza Ernst &<br />

Young, la Svizzera segue la Germania come migliore piazza<br />

economica al mondo. Gli investitori esteri ne apprezzano la<br />

stabilità politica, la sicurezza giuridica, la qualità della vita<br />

e il clima sociale. Anche l’amministrazione e la contabilità,<br />

la logistica, la distribuzione e il marketing ottengono voti<br />

alti. Inoltre, la maggioranza degli interpellati ritiene che la<br />

Svizzera offra le migliori premesse per superare al meglio<br />

gli effetti della crisi globale.<br />

La capacità d’innovazione è invece considerata solo discreta,<br />

in quest’ambito la Svizzera si piazza quinta dopo<br />

Cina, USA, Germania e India. Il nostro paese perde terreno<br />

anche per quanto riguarda l’attrattiva fiscale: figura<br />

ora all’11° posto, mentre risultava quarta nella precedente<br />

indagine del 2007.<br />

Oltre alla Germania e alla Svizzera, le migliori dieci piazze<br />

economiche si trovano nei seguenti paesi: USA, Francia,<br />

Gran Bretagna, Cina, India, Paesi Bassi, Russia e Irlanda.<br />

Comunicato stampa Ernst & Young: “La Suisse est une<br />

localisation très attrayante pour les investisseurs étrangers”<br />

www.ey.com/Publication/vwLUAssets/La_Suisse_est_<br />

une_localisation_très_attrayante_pour_les_investisseurs_étrangers/$FILE/<strong>2009</strong>0921_Communiqué%20de%20<br />

presse_final.pdf<br />

Indagine “Switzerland and Europe in the eyes of international<br />

managers”<br />

www.ey.com/Publication/vwLUAssets/Switzerland_<br />

<strong>2009</strong>/$FILE/Switzerland%20<strong>2009</strong>_Final.pdf<br />

I costi del lavoro nel confronto internazionale<br />

Secondo un’indagine dell’istituto dell’economia tedesca<br />

(Institut der deutschen Wirtschaft IW), i costi del lavoro<br />

nell’industria manifatturiera nei paesi industrializzati<br />

dell’Europa occidentale rimangono i più elevati al mondo,<br />

ma negli ultimi anni sono aumentati solo minimamente<br />

nel confronto internazionale. La ricerca indica che nell’anno<br />

2008, l’ora lavorativa più cara di un salariato dell’industria<br />

manifatturiera è stata riscontrata in Norvegia con<br />

40.30 euro, seguita da Belgio (EUR 36.60) e Svizzera<br />

(EUR 34.78). Oltre la soglia dei 30 euro si trovano anche<br />

i valori in Svezia (34.66), Danimarca (34.09), Germania<br />

(33.58; Germania dell’Ovest: 35.22; Germania dell’Est:<br />

20.75), Francia (33.23), Paesi Bassi (32.20), Lussemburgo<br />

(31.61), Austria (31.40) e Finlandia (31.16). I costi minori<br />

a livello europeo risultano in Bulgaria (2.18), Romania<br />

(3.52), Lettonia (5.22), Lituania (5.62), Polonia (7.02), Repubblica<br />

Slovacca (7.25), Estonia (7.27), Ungheria (7.52),<br />

Repubblica Ceca (8.81), Portogallo (9.38) e Malta (9.65).<br />

I costi del lavoro nell’industria manifatturiera sono aumentati<br />

solo minimamente tra il 2000 e il 2008. Il paese più<br />

disciplinato risulta essere il Giappone con un incremento<br />

dello 0,7% in otto anni. A livello europeo, la Svizzera controlla<br />

al meglio lo sviluppo di tali costi (+2,0%), seguita da<br />

Germania dell’Ovest (+2,3%) e Germania dell’Est (+2,4%),<br />

Austria (+2,7), Belgio (+2,9%), Lussemburgo (+3,1%),<br />

Portogallo (+3,2%, Francia (+3,4%) e Italia (+35). Negli<br />

USA si denota una crescita del 3,7%, mentre gli incrementi<br />

maggiori si rilevano in Romania (+21,7%), Lettonia<br />

(+14,9%) ed Estonia (+12,6%).<br />

42 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Comunicato stampa dell’Institut der deutschen Wirtschaft<br />

Köln (IW) “Arbeitskosten international: Deutschland bleibt<br />

teuer”<br />

www.iwkoeln.de/Portals/0/pdf/pm37_09.pdf<br />

Allegato al comunicato stampa: “Arbeitskosten international”<br />

www.iwkoeln.de/Portals/0/pdf/pm37_09iwd.pdf<br />

Misure di stabilizzazione congiunturale della<br />

Confederazione a favore del commercio estero<br />

Da questa primavera, l’Osec attua una serie di misure per<br />

incentivare le esportazioni svizzere, tra cui le piattaforme<br />

export “cleantech” e “sanità” nonché i progetti realizzati<br />

nell’ambito del fondo speciale sembrano riscontrare un particolare<br />

successo. Tali misure mirano a sostenere gli ordinativi<br />

e l’occupazione in Svizzera, soprattutto nell’ambito delle<br />

esportazioni. I mezzi supplementari annuali di 5 milioni di<br />

franchi attribuiti all’Osec per il <strong>2009</strong> e il 2010 andranno a<br />

beneficio delle imprese svizzere sotto forma di servizi offerti<br />

in collaborazione con terzi.<br />

L’Osec ha fornito consulenze sull’export a oltre 400 imprese<br />

nel corso di diversi eventi. Le consulenze paese hanno riscontrato<br />

un vivo interesse, con 124 aziende accolte durante<br />

questi incontri. Inoltre, missioni economiche sono state effettuate<br />

in Russia e in Cina. Le numerose attività svolte sono<br />

riscontrabili anche su internet: 600 leads sono stati aggiunti<br />

al sito www.osec.ch. Fornitori di servizi svizzeri beneficeranno<br />

direttamente del 90% dei fondi messi a disposizione<br />

dell’Osec per indagini, ricerche d’esperti, organizzazione di<br />

eventi e di missioni. Le altre 23 manifestazioni previste entro<br />

la fine dell’anno comprendono eventi su paesi e su rami<br />

d’esportazione, fact finding missions in Ucraina, presso la<br />

Banca mondiale a Washington e presso la Banca europea<br />

per la ricostruzione e lo sviluppo a Londra. Un’altra novità<br />

è costituita dal nuovo strumento “Online Fit4Export”, che<br />

permette alle imprese svizzere di valutare in modo semplice<br />

e rapido la propria capacità di esportare.<br />

Nell’ambito della piattaforma export “cleantech”, oltre 100<br />

imprese svizzere appoggiano lo Swiss Village, il centro svizzero<br />

per le tecnologie ambientali e le energie rinnovabili<br />

di alta punta che sorgerà nella prima eco-città al mondo<br />

a Masdar, vicino ad Abu Dhabi (cfr. edizione di settembre<br />

<strong>2009</strong> di <strong>Ti</strong>cino Business). Inoltre, numerosi fornitori di servizi<br />

in ambito sanitario traggono vantaggio dalla piattaforma<br />

export “sanità”, tra cui le cliniche universitarie e private.<br />

Sotto il marchio mantello “Swiss Health”, attirano con uno<br />

sforzo comune la richiesta internazionale per medicina di<br />

alta punta in Svizzera.<br />

Ulteriori informazioni sulle misure attuate dall’Osec:<br />

www.osec.ch/stabilizzazione<br />

Osec<br />

Corso Elvezia 16<br />

Casella postale 5399 - CH-6901 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 35/37<br />

Fax +41 91 911 51 39<br />

info.lugano@osec.ch<br />

www.osec.ch


Fiere internazionali<br />

Fiere internazionali di Francoforte: il calendario del 1° semestre 2010<br />

• Heimtextil, 13 – 16 gennaio 2010: tessile casa, arredo ed accessori.<br />

Informazioni generali: www.heimtextil.messefrankfurt.com<br />

• Christmasworld, 29 gennaio – 2 febbraio 2010: articoli per decorazioni natalizie, floreali e per regali.<br />

Informazioni generali: www.christmasworld.messefrankfurt.com<br />

• Beautyworld, 30 gennaio – 1° febbraio 2010: profumeria, erboristeria, bigiotteria e cosmesi.<br />

Informazioni generali: www.beautyworld.messefrankfurt.com<br />

• Paperworld, 30 gennaio – 2 febbraio 2010: cartoleria, cancelleria, articoli per l’ufficio e per la scrittura.<br />

Informazioni generali: www.paperworld.messefrankfurt.com<br />

• Hair & Beauty, 31 gennaio – 1° febbraio 2010: cura dei capelli, con articoli, attrezzature e arredamenti per acconciatori.<br />

Informazioni generali: www.hair-beauty.messefrankfurt.com<br />

• Ambiente, 12 – 16 febbraio 2010: arte culinaria, arredamento d’interni e regali.<br />

Informazioni generali: www.ambiente.messefrankfurt.com<br />

• Musikmesse, 24 – 27 marzo 2010: strumenti musicali, spartiti e produzioni musicali.<br />

Informazioni generali: www.musikmesse.messefrankfurt.com<br />

• Mediasystems Prolight+Sound, 24 – 27 marzo 2010: sistemi integrativi e tecnica multimediale.<br />

Informazioni generali: www.mediasystems.messefrankfurt.com<br />

• Prolight+Sound, 24 – 27 marzo 2010: tecnologie e servizi per eventi e spettacoli.<br />

Informazioni generali: www.prolight-sound.com<br />

• Light+Building, 11 – 16 aprile 2010: illuminotecnica, illuminazione e tecnica per gli edifici.<br />

In contemporanea: ACS sui sistemi informatici per l’edilizia<br />

Informazioni generali: www.light-building.com<br />

• IFFA, 8 – 13 maggio 2010: lavorazione, stoccaggio, trasporto, imballaggio e vendita di carni.<br />

Informazioni generali: www.iffa.com<br />

I biglietti d’entrata alle fiere di Francoforte sono in vendita presso la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi<br />

del Cantone <strong>Ti</strong>cino. Per informazioni prego rivolgersi a Eva Zanetti, Tel. +41 91 911 51 11, Fax +41 91 911 51 12, zanetti@cc-ti.ch<br />

Beautyworld Middle East 2010<br />

Dubai, 1 – 3 giugno 2010<br />

Organizzata per la prima volta nel 1996, Beautyworld è la maggior fiera annuale della profumeria, dell’erboristeria, della cosmesi<br />

e della cura dei capelli nel Medio Oriente. Il mercato della profumeria e della cosmesi mediorientale è tra i più redditizi e vasti nel<br />

mondo. La popolazione in forte crescita, l’espansione delle superfici di vendita, di cui il 30% occupate da rivenditori di prodotti<br />

cosmetici, la costruzione di molti centri commerciali e i redditi alti contribuiscono ad una crescita annua del 12% del settore, con<br />

un incremento delle vendite stimato in oltre 3 miliardi di dollari entro il 2010.<br />

L’edizione del <strong>2009</strong> ha contato 650 espositori provenienti da 44 paesi, di cui l’80% esteri. La fiera è stata visitata da 15’000<br />

persone da 92 stati, di cui il 33% provenienti dall’estero.<br />

Il pubblico target comprende importatori, esportatori, distributori, grossisti, grandi magazzini, profumerie, supermercati, negozi duty<br />

free, operatori in wellness e fitness, farmacisti, dottori, odontotecnici, produttori e acquirenti di cosmetici e di articoli per la profumeria.<br />

Per la prima volta, l’Osec sarà presente al Beautyworld Middle East con uno “SWISS Pavilion”, allestito in collaborazione con la<br />

rappresentanza svizzera dell’ente fieristico di Francoforte, l’Associazione svizzera dei cosmetici e dei detergenti e lo Swiss Business<br />

Hub GCC. Agli espositori dello SWISS Pavilion è accordato uno sconto del 10% per prenotazione anticipata quale misura di<br />

sostegno congiunturale.<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

www.gulfbeautyexpo.com<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”:<br />

www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > beautyworld MIDDLE EAST 2010<br />

Nanotech 2010<br />

Anaheim, 21 – 25 giugno 2010<br />

Negli USA, la NSTI Nanotech è diventata la maggiore conferenza/fiera del settore,<br />

dedita all’integrazione delle nanotecnolgie nell’industria in modo sicuro, efficiente e<br />

redditizio. Vi si presentano nuove tendenze tecnologiche, strumenti per lo sviluppo,<br />

prodotti derivati, collaborazioni R&D e partner commerciali.<br />

Il pubblico target comprende ricercatori, scienziati, ingegneri e sviluppatori di tecnologie.<br />

L’edizione <strong>2009</strong> ha contato 3’555 partecipanti.<br />

Per il nono anno consecutivo, l’associazione Swissnanotech allestirà un padiglione<br />

a Nanotech 2010, in collaborazione con l’Osec e lo Swiss Business Hub USA di<br />

Chicago. Oltre a diverse imprese attive nel settore, anche il Politecnico federale di<br />

Zurigo e lo Swiss Nanoscience Institute dell’Univesità di Basilea hanno partecipato<br />

alla precedente edizione.<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

www.swissnanotech.net<br />

Informazioni sullo “Swissnanotech Pavilion USA”:<br />

www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > Nanotech 2010<br />

iNformazioNi sugli “swiss pavilioN”: www.osec.ch/fiere<br />

“SWISS Pavilion”: sotto la bandiera svizzera<br />

43


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

Robert Boss<br />

44 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

hrm Di successo<br />

iN tempi Di cambiameNti<br />

Il Congresso Lavoro <strong>2009</strong> organizzato da Boss Editore SA<br />

si terrà il 24 novembre <strong>2009</strong> dalle 9.00 alle 16.45<br />

a Villa Negroni a Vezia<br />

Boss Editore SA organizza la seconda<br />

edizione di «Congresso Lavoro», l’evento<br />

annuale per i dirigenti d’azienda, i<br />

responsabili delle risorse umane e i loro<br />

collaboratori: martedì 24 novembre <strong>2009</strong> a<br />

Villa Negroni a Vezia. Il tema di quest’anno<br />

è di grande attualità: HRM di successo in<br />

tempi di cambiamenti. Avrà quali relatori<br />

affermati esperti del settore del diritto del<br />

lavoro e di HRM e rappresentanti del mondo<br />

imprenditoriale ticinese. Come nel 2008,<br />

«Congresso Lavoro» avrà quali partner la<br />

Camera del commercio, dell’industria,<br />

dell’artigianato e dei servizi del Canton <strong>Ti</strong>cino<br />

(<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>), l’Associazione Industrie <strong>Ti</strong>cinesi<br />

(AITI) e HR-<strong>Ti</strong>cino<br />

Tema del congresso<br />

È stato scelto grazie ad un dialogo intenso con i clienti.<br />

Viviamo in un periodo di forti cambiamenti a tutti i<br />

livelli – economia, strategie aziendali, competenze, comportamenti,<br />

aspettative, ecc. – che portano opportunità<br />

e rischi in ogni organizzazione, sia grande che piccola.<br />

La tecnologia modifica a ritmi molto intensi il modo di<br />

lavorare, l’economia ha perso stabilità e genera insicurezza.<br />

È un contesto nuovo con il quale le aziende sono<br />

spesso confrontate. I cambiamenti si riflettono pure sulle<br />

competenze richieste dal mondo del lavoro, sui comportamenti<br />

e sulle aspettative delle persone, sul loro modo<br />

di affrontare il susseguirsi di mutamenti. Se in passa-<br />

to il mondo del lavoro era prevalentemente stabile, oggi<br />

è meno prevedibile e richiede più che mai disponibilità<br />

ad evolvere, capacità di adattamento e di anticipazione.<br />

Questi cambiamenti portano opportunità e rischi in ogni<br />

organizzazione, grande o piccola. Sfide straordinarie per<br />

chi gestisce risorse umane!<br />

In che cosa si differenzia Congresso Lavoro <strong>2009</strong><br />

dal primo congresso del 2008?<br />

Risponde l’editore Robert Boss: “Diverso è naturalmente<br />

il tema. Un tema molto attuale scelto insieme con i nostri<br />

CONGRESSO LAVORO <strong>2009</strong><br />

HRM DI SUCCESSO IN TEMPI DI CAMBIAMENTI<br />

Risorse umane fra norme e buone prassi<br />

Martedì 24 novembre <strong>2009</strong> dalle 9.00 alle 16.45<br />

Villa Negroni, Vezia<br />

clienti. Ma anche la struttura del congresso sarà diversa:<br />

più variata (interventi, tavola rotonda, open forum) e<br />

più interattiva. Il programma è concepito in blocchi ben<br />

pensati. Passo dopo passo condurranno da un approccio<br />

generale alla concretezza della gestione delle risorse<br />

umane in tempi di cambiamenti. Cominceremo, la mattina,<br />

a guardare – da diverse prospettive – l’insieme dei<br />

cambiamenti, sociali/culturali (1), nel mercato del lavoro<br />

(2), in ambito legale (3). Questa vista a volo d’elicottero<br />

sarà seguita da una tavola rotonda. Specialisti HRM<br />

esporranno le conseguenze concrete di questi cambiamenti<br />

per la gestione del personale. Nel pomeriggio, un<br />

ulteriore passo verso il concreto, tre open forum, sempre<br />

gestiti in tandem da un esperto in HR e un esperto del<br />

diritto del lavoro. Tre gruppi affronteranno i tre momenti<br />

cardine del rapporto di lavoro: assunzione, fidelizzazione


e formazione, separazione. E alla fine della giornata saranno<br />

presentati quattro casi reali. Quattro esempi di buone<br />

prassi. Vogliamo offrire ai partecipanti soluzioni concrete<br />

e stimoli per affrontare meglio queste sfide. Una giornata<br />

intensa dalla quale trarre motivazione e nuove idee”.<br />

Il programma, i relatori, i moderatori e i partecipanti<br />

alla tavola rotonda<br />

Il congresso si terrà il 24 novembre <strong>2009</strong>, a Villa Negroni<br />

a Vezia, dalle 9.00 alle 16.45. Dopo i saluti di rito, in<br />

particolare di Sandro Lombardi, Consulente aziendale e<br />

già Direttore di AITI, il congresso entrerà nel vivo con<br />

Anna Zanardi, Ph.D in Psicologia: Aprirsi al cambiamento.<br />

Il suo intervento sarà incentrato sull’apertura. Le persone<br />

faticano ad aprirsi ai cambiamenti, intrappolate tra percezione<br />

e realtà, apparire ed essere. Per confrontarsi con<br />

i cambiamenti è necessario sapere superare determinati<br />

blocchi mentali e pregiudizi.<br />

La prima parte di «Congresso Lavoro <strong>2009</strong>» tratterà dei<br />

mutamenti in diversi ambiti. Franco Zambelloni, Professore<br />

di filosofia, si concentrerà sui principali cambiamenti<br />

sociali e culturali, focalizzandosi sul modo in cui il radicale<br />

cambiamento dei mezzi e delle modalità di comunicazione<br />

incide sul comportamento dell’uomo. Stefano<br />

Modenini, Direttore di AITI, e Luca Albertoni, Direttore di<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, analizzeranno i cambiamenti nell’economia e nel<br />

mercato del lavoro e illustreranno le sfide con cui saremo<br />

confrontati nel 2010. Costantino Delogu, Avvocato e<br />

redattore responsabile de “Il diritto del lavoro applicato”<br />

si concentrerà sui cambiamenti in ambito legale (nuove<br />

leggi, giurisprudenza) e sui modi con cui i problemi posso<br />

essere affrontati.<br />

Seguirà la tavola rotonda Le conseguenze per HRM moderata<br />

dal Prof. Franco Zambelloni, con personalità capaci<br />

di conciliare le problematiche quotidiane alle visioni del<br />

futuro. Maurizio Camponovo, Responsabile Formazione e<br />

Sviluppo di BSI SA e Presidente HR <strong>Ti</strong>cino, Rosaria Croce,<br />

Responsabile del Dipartimento Risorse Umane Coo-<br />

chi è boss eDitore sa?<br />

Una casa editrice ticinese, specializzata nella<br />

concezione e nella pubblicazione di sistemi di<br />

informazione, imperniati sulla conoscenza applicata.<br />

Propone prodotti editoriali innovativi, che<br />

coniugano l’editoria tradizionale, legata all’opera<br />

cartacea, con applicazioni offerte dalle nuove<br />

tecnologie della comunicazione, e complementi<br />

a carattere seminariale e congressuale. La casa<br />

editrice si avvale della collaborazione regolare di<br />

esperti nel ramo del diritto del lavoro e della gestione<br />

delle risorse umane. Il concetto editoriale<br />

creato da Boss Editore SA associa metodologie<br />

di lavoro diverse a spunti di riflessioni e momenti<br />

d’incontro con approfondimenti sotto un<br />

unico cappello: la conoscenza applicata. Il sistema<br />

di comunicazione integrato prevede diversi<br />

prodotti e incontri informativi ed è strutturato<br />

a livelli. Tra essi troviamo in primis: “Il diritto<br />

del lavoro applicato. Sistema d’informazione per<br />

una gestione sicura delle risorse umane”, un sistema<br />

cross-mediale, concepito per le aziende,<br />

interattivo con il mondo del lavoro e diffuso su<br />

abbonamento. Comprende: un manuale (con oltre<br />

1'500 pagine di nozioni fondamentali e oltre<br />

500 di pagine di testi applicativi), tre aggiornamenti<br />

annuali (di almeno 150 pagine ciascuno),<br />

un cd rom annuale (con i modelli pronti<br />

per l’uso), una newsletter mensile e il sito www.<br />

boss-lavoro.ch costantemente attualizzato.<br />

45


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

Gli open forum<br />

Assumere nuovi dipendenti<br />

Rosaria Croce, responsabile Risorse<br />

Umane Migros <strong>Ti</strong>cino<br />

Tanja Uboldi Ermani, avvocato<br />

Sono mutate le aspettative dei candidati<br />

così come le esigenze dell’azienda.<br />

Le conseguenze per il processo della<br />

selezione e dell’integrazione di nuovi<br />

collaboratori. Nuove modalità di reclutamento,<br />

l’importanza dei colloqui, l’integrazione<br />

giusta... ed altro ancora.<br />

Sfide gestionali, domande legali e<br />

aspetti amministrativi.<br />

46 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Mantenere, motivare e formare<br />

personale competente<br />

Raffaella Delcò, Head of Development<br />

presso BSI Bank, Lugano<br />

Simona Morosini Marconi, responsabile<br />

Servizio giuridico <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

In tempi di insicurezza e cambiamenti,<br />

gestire il personale è una sfida straordinaria.<br />

Ridurre i costi – qualche volta<br />

anche con delle decisioni dolorose - e<br />

nel contempo consolidare e accrescere<br />

le competenze per prepararsi al futuro e<br />

mantenere la motivazione attuale… ed<br />

altro ancora.<br />

Sfide gestionali, domande legali e<br />

aspetti amministrativi.<br />

Separarsi dai collaboratori<br />

Domenico Basile, specialista in<br />

Human Resources<br />

Costantino Delogu, avvocato<br />

La separazione dai collaboratori è un<br />

momento delicato per ogni azienda e<br />

per le persone toccate. Ridurre i posti<br />

di lavoro o separarsi da collaboratori che<br />

si ritengono non in grado di confrontarsi<br />

con le esigenze future. La scelta, la comunicazione<br />

a chi parte e a chi resta, il<br />

supporto durante e dopo la separazione…<br />

ed altro ancora.<br />

Sfide gestionali, domande legali e<br />

aspetti amministrativi.<br />

Gli open forum prevedono che siano i partecipanti a decidere su quali aspetti desiderano discutere e a presentare al<br />

plenum i risultati dei lavori in gruppo<br />

perativa Migros <strong>Ti</strong>cino e Andrea Abbatelli, Director HR &<br />

Services di Ginsana SA, dibatteranno sulle conseguenze<br />

concrete dei cambiamenti per la gestione del personale.<br />

Nel pomeriggio, dapprima tre open forum. Ogni gruppo si<br />

concentrerà su uno dei tre momenti cardine del rapporto<br />

di lavoro:<br />

• Assumere nuovi dipendenti, condotto da Rosaria Croce,<br />

Responsabile Risorse Umane Migros <strong>Ti</strong>cino e Tanja<br />

Uboldi Ermani, Avvocato e autrice nel team di Boss<br />

Editore;<br />

• Mantenere, motivare e formare personale competente,<br />

condotto da Raffaella Delcò, Head of Development<br />

presso BSI Bank, Lugano e Simona Morosini Marconi,<br />

Responsabile Servizio giuridico <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>;<br />

• Separarsi dai collaboratori, condotto da Domenico Basile,<br />

Specialista in Human Resources e Costantino Delogu,<br />

Avvocato, entrambi redattori responsabili de “Il<br />

diritto del lavoro applicato”.<br />

Saranno i partecipanti ad esplorare le sfide gestionali, le<br />

domande legali e gli aspetti amministrativi e a presentare<br />

al plenum i risultati dei diversi gruppi.<br />

Nell’ultima parte di «Congresso Lavoro <strong>2009</strong>» saranno<br />

presentate quattro casi di buone prassi:<br />

• Olimpio Pini, Direttore di Pini & Associati:<br />

Azienda e collaboratori: tanti punti di comune interesse<br />

• Franco Gervasoni, Direttore della Scuola universitaria<br />

professionale della Svizzera italiana (SUPSI): Esperienza<br />

di gestione del cambiamento alla SUPSI<br />

• Verena Vizzardi, Responsabile della Sezione delle risorse<br />

umane dell’Amministrazione cantonale: Sfide e<br />

cambiamenti nel settore pubblico<br />

• Susanne Cedraschi, HR Manager - Responsabile Formazione<br />

e Sviluppo presso Prodir SA:<br />

La gestione di un’evoluzione rapida<br />

I partecipanti potranno porre domande e discutere con le<br />

relatrici e i relatori dopo ogni intervento.<br />

Condizioni di partecipazione<br />

Il costo del congresso è di CHF 720.- per partecipante.<br />

Per gli abbonati al Sistema “Il diritto del lavoro applicato”,<br />

per i soci di AITI, <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> e HR-<strong>Ti</strong>cino, CHF 648.-.<br />

Costo comprensivo della documentazione, dei rinfreschi<br />

e del pranzo.<br />

Informazioni e iscrizioni<br />

Boss Editore SA, 6997 Sessa, www.boss-editore.ch/<br />

congresso09.asp


Vita dei Soci<br />

corsi proporsti Dalla fpce<br />

coN iNizio Novembre <strong>2009</strong><br />

ultimi giorNi per iscriversi!<br />

La FPCE promuove, coordina e organizza la formazione professionale continua nel ramo delle installazioni elettriche,<br />

proponendo corsi ed esami professionali riconosciuti a livello federale nonché corsi e seminari di aggiornamento. Essa<br />

si rivolge ai professionisti attivi sul territorio ai diversi livelli (Operai, Quadri intermedi e Quadri superiori), offrendo<br />

percorsi formativi in grado di soddisfare le esigenze di formazione richieste dal mercato del lavoro. Dal 2004 certificati<br />

dal Servizio cantonale di certificazione per enti di formazione continua – eduQua.<br />

Ecco i corsi proposti:<br />

• CORSI TEORICI E PRATICI SU MATERIE E TEMI MIRATI<br />

Data prevista:<br />

9-12-14-16-19-21-23-26 NOVEMBRE <strong>2009</strong><br />

Corso di 30 lezioni<br />

Costi: CHF 390.—<br />

Luogo: FPCE<br />

Minimo 10 partecipanti<br />

Inizio corso:<br />

10 NOVEMBRE <strong>2009</strong><br />

Corso di 40 lezioni<br />

Costi: CHF 600.—<br />

Luogo: SPAI, Mendrisio<br />

Minimo 10 partecipanti<br />

OPERARE IN UN CABLAGGIO MULTIMEDIALE<br />

Conoscere, progettare ed eseguire un cablaggio multimediale.<br />

Requisiti minimi: 4° anno apprendistato montatore o disegnatore<br />

elettricista ; montatore o disegnatore elettricista<br />

con AFC; titolo equivalente<br />

AUTOCAD<br />

I candidati acquisiranno le conoscenze di base per la gestione<br />

di AutoCAD e principi di progettazione.<br />

Requisiti minimi: conoscenze minime sull’installazione<br />

elettrica e uso PC<br />

Trovate maggiori informazioni e ulteriori dettagli sul sito www.fpce.ch, così come il formulario d’iscrizione da stampare,<br />

compilare e inviare al Segretariato FPCE.<br />

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47


Vita dei Soci<br />

Intervista di Yvonne Esposito con il Direttore di Infometa SA, Ivan Bacchi<br />

48 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

www.cercaticiNo.ch: DistiNguersi<br />

guaDagNaNDo e risparmiaNDo!<br />

Risparmiare sui costi di gestione e stimolare l’acquisizione di<br />

nuovi clienti? È possibile, anche in tempi difficili<br />

Con centinaia di aziende iscritte ed una vetrina elettronica<br />

di prim’ordine per farsi conoscere, Cerca<strong>Ti</strong>cino.ch<br />

è il portale per le aziende della Svizzera Italiana. Esiste<br />

dal 2002 ed è stato creato da Infometa SA, una società<br />

ticinese specializzata in soluzioni pubblicitarie e promozionali.<br />

Infometa SA è ben radicata nella realtà ticinese ed è<br />

in continua evoluzione. Ai clienti piace per la sua politica<br />

commerciale, per la trasparenza contrattuale e per<br />

la chiarezza e l’efficacia degli strumenti professionali di<br />

web-marketing offerti alle aziende. Della sua clientela<br />

fanno parte le microimprese, le piccole e medie imprese<br />

(PMI) ed imprese di grandi dimensioni operative in ogni<br />

settore economico e commerciale. Nel tempo, la società<br />

ha creato un ventaglio di prodotti e servizi differenziati e<br />

ben posizionati sul mercato.<br />

Ivan Bacchi, direttore di Infometa SA ci illustra le novità<br />

del portale ed il suo funzionamento.<br />

Signor Bacchi, che cosa offre il portale Cerca<strong>Ti</strong>cino.<br />

ch alle aziende ticinesi che desiderano investire<br />

anche in tempi di crisi? Come funziona?<br />

“Ogni azienda che si iscrive, avrà a disposizione una<br />

scheda di presentazione. Può redigere dei testi per far<br />

conoscere le sue attività, i suoi prodotti ed i suoi servizi. È<br />

inoltre possibile inserire recapiti e fotografie. È online, su<br />

una piattaforma che è diventata un punto di riferimento<br />

nel Cantone. Cerca<strong>Ti</strong>cino.ch rappresenta tutte le imprese<br />

che vogliono distinguersi. E’ un’occasione per chi cerca<br />

informazioni di prima mano e potenziali nuovi clienti! Con<br />

l’iscrizione professionale, l’azienda apre le sue porte e<br />

mette in evidenza le sue caratteristiche. Può iscriversi in<br />

una o più categorie professionali di appartenenza”.<br />

Categorie di appartenenza? Può spiegarci di che<br />

cosa si tratta?<br />

“Cerca<strong>Ti</strong>cino.ch offre i suoi servizi a costi proporzionati<br />

al settore d'attività dell'azienda iscritta. Le nostre categorie<br />

rispecchiano le attività specifiche dell’azienda. Sarà<br />

l’impresa stessa a scegliere dove vuole inserirsi. Per dare<br />

le stesse opportunità a tutte le aziende, abbiamo basato<br />

i nostri prezzi sulla categoria professionale”.<br />

Quante persone visitano il sito? Si tratta pur sempre<br />

di potenziali clienti per un’azienda in cerca di<br />

pubblicità…<br />

“Aumentano a vista d’occhio! Nel solo mese di settembre,<br />

erano più di 43'000. Il sito era sempre ben frequentato<br />

ma non aveva mai toccato questi livelli! Sarà<br />

sinonimo di un crescente bisogno di informazioni facili<br />

da trovare? Ogni mese, migliaia di utenti alla ricerca di<br />

offerte commerciali visitano il nostro portale. A questi<br />

potenziali clienti interessa conoscere l’azienda. Vogliono<br />

sapere che cosa propone e che cosa la differenzia dalla<br />

concorrenza”.


Come funziona la preparazione e la messa online di<br />

una presentazione aziendale?<br />

“Il cliente ci consegna la sua documentazione oppure si<br />

rivolge al nostro servizio redazionale: stiliamo i testi per<br />

lui! Un redattore professionista lo intervisterà e scatterà<br />

le foto per la presentazione. Il tutto ad un costo molto<br />

allettante! In più, il cliente potrà usare il materiale preparato<br />

per presentare la sua azienda in altre occasioni. Le<br />

successive richieste di modifica e aggiornamenti che ci<br />

pervengono nel tempo sono gratuite. Desideriamo mantenere<br />

costantemente aggiornata la vostra inserzione e la<br />

redazione di Cerca<strong>Ti</strong>cino.ch è a vostra disposizione. Una<br />

volta pronta, inseriamo la scheda nella categoria professionale<br />

scelta.<br />

Il portale è stato creato da Infometa SA, la società<br />

che lei dirige. Offrite degli incentivi per altri servizi<br />

ad un’azienda che si iscrive su Cerca<strong>Ti</strong>cino.ch?<br />

“Certo! L'iscrizione a Cerca<strong>Ti</strong>cino.ch apre le porte a tutta<br />

una serie di servizi per il marketing e la comunicazione<br />

aziendale offerti da Infometa SA. Desiderate saperne di<br />

più? Invito i lettori di <strong>Ti</strong>cino Business a contattarci. Siamo<br />

qui per voi”!<br />

E per chi è già vostro cliente? Quale agevolazione<br />

per un’azienda che dovrebbe rinnovare il contratto<br />

su Cerca<strong>Ti</strong>cino.ch?<br />

“Buona domanda, ed ecco la mia risposta: proponiamo<br />

tante offerte allettanti, difficilmente ci dirà di no! Abbiamo<br />

introdotto dei ribassi fedeltà. A mio avviso, si tratta<br />

di incoraggiamenti molto forti. Inoltre, chi sottoscrive un<br />

abbonamento pluriennale di 24 o 36 mesi, risparmia fino<br />

al 33,3% sui costi d'iscrizione professionale. Infine<br />

abbiamo inserito nelle proposte un buono passaparola:<br />

il cliente che ci segnala un nuovo cliente che a sua volta<br />

sottoscrive un'iscrizione professionale su Cerca<strong>Ti</strong>cino.ch,<br />

riceve un buono del valore di Fr. 50.- da usare per i servizi<br />

offerti da Infometa SA”.<br />

Come posso dare visibilità alla mia azienda, una<br />

volta inserita su Cerca<strong>Ti</strong>cino.ch?<br />

“Semplice! Grazie ad una costante e minuziosa organizzazione<br />

delle oltre 800 categorie professionali associate<br />

ad una serie di parole chiave selezionate con cura, Cerca<strong>Ti</strong>cino.ch<br />

conquista ogni giorno le prime posizioni nei<br />

risultati dei più noti motori di ricerca internazionali e nazionali<br />

(Google, Yahoo!, Alltheweb, Search.ch, Bluewin,<br />

Virgilio.it, ecc.). Inoltre, chi aggiorna regolarmente i suoi<br />

dati, i testi e le immagini, manterrà vivo l’interesse dei<br />

visitatori. Saranno curiosi di scoprire le ultime novità!”<br />

Quasi, quasi ci convince... resta un dubbio. I costi?<br />

“Come accennato prima, il portale propone soluzioni<br />

adatte a tutti i portafogli! La pubblicità è più di una questione<br />

di soldi. Per i nostri clienti elaboriamo diverse soluzioni<br />

che si adattano a tutte le esigenze. Risparmiamo<br />

sui costi di gestione e garantiamo la massima reperibilità<br />

sul web”.<br />

Prevede delle offerte speciali per i soci della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

e per i lettori di <strong>Ti</strong>cino Business?<br />

“A chi sottoscrive un abbonamento a tempo indetermina-<br />

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professionale multipla. Sull’iscrizione professionale<br />

singola invece riceve una riduzione di Fr. 50.-. Ricordo<br />

ai lettori che bisogna presentare la conferma di adesione<br />

alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> o la pagina dell'articolo «Vita dei soci»”.<br />

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Ci riassume i vantaggi per i clienti di Cerca<strong>Ti</strong>cino.ch?<br />

• “30'000 visitatori e altrettante possibilità di far notare<br />

la vostra azienda ogni mese;<br />

• Presenza costante tra le prime posizioni dei motori di<br />

ricerca come su Google;<br />

• Potenziali clienti abitanti in <strong>Ti</strong>cino con un potere d'acquisto<br />

medio-alto;<br />

• Presenza su un sito pubblicizzato in varie forme sul<br />

territorio ticinese;<br />

• Sconto permanente del 10% su tutti i servizi di Infometa<br />

SA (stampati commerciali, creazione sito web,<br />

marketing diretto, gestione budget pubblicitario, ecc.);<br />

• Possibilità di pubblicare i vostri annunci commerciali<br />

su Cerca<strong>Ti</strong>cino.ch;<br />

• Adesione al nostro canale business-to-business per promuovere<br />

le vostre offerte;<br />

• Programma fedeltà dove risparmiate fino al 25% con<br />

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49


Vita dei Soci<br />

Comunicato stampa<br />

50 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

helsiNN: 25 aNNi a biasca<br />

L’insediamento produttivo del gruppo Helsinn a Biasca celebra<br />

i 25 anni di attività essendo nato nel 1983, con la creazione di<br />

Helsinn Chemicals SA, cui fece seguito negli anni 1999-2000<br />

l’impianto di Helsinn Advanced Synthesis SA<br />

Helsinn Chemicals SA e Helsinn Advanced Synthesis SA: gli stabilimenti di produzione di Biasca del Gruppo Helsinn<br />

“La nostra è stata una sfida vinta”, ricorda Gabriele<br />

Braglia, fondatore e presidente del Gruppo Helsinn.<br />

“Siamo partiti in 2 persone nel lontano 1976 con un<br />

piccolo ufficio che occupava poco più della metà di un<br />

piano di un palazzo in centro a Chiasso. Sette anni più<br />

tardi, abbiamo costruito il nostro primo stabilimento a<br />

Biasca, che occupava meno di 20 persone. Oggi, Helsinn<br />

ha anche una sede negli USA ed una in Irlanda, e<br />

vende i propri prodotti farmaceutici in oltre 75 Paesi<br />

del mondo. Tutto questo, grazie al lavoro e all’impegno<br />

di chi ha creduto nella nostra idea imprenditoriale e<br />

ha contribuito alla crescita e allo sviluppo di Helsinn”.<br />

A Biasca vengono prodotti principi attivi sia per Helsinn<br />

sia conto terzi. “Produciamo esclusivamente secondo<br />

norme cGMP (Good Manufacturing Practice),<br />

con un livello qualitativo superiore”, spiega Paolo<br />

Guainazzi, General Manager di Biasca. “Dal 2000<br />

siamo certificati ISO 14001 e uno dei primi impianti<br />

chimici di tutta la Svizzera di aver ricevuto nel 2005<br />

la certificazione OHSAS 18001. Ciò testimonia l’attenzione<br />

che i nostri stabilimenti, e ognuno dei loro<br />

dipendenti diventati oggi oltre 105, pongono verso la<br />

qualità del lavoro, la protezione della salute e dell’ambiente”,<br />

prosegue Guainazzi. Lo sviluppo di Helsinn a<br />

Biasca rappresenta un importante volano economico<br />

per tutta l’area. Infatti, sin dall’inizio Helsinn ha operato<br />

per creare, investire e sviluppare. Negli ultimi<br />

anni diverse decine di milioni di franchi sono state<br />

investite nell’incremento della capacità degli impianti<br />

ed in nuove tecnologie per migliorare la flessibilità<br />

produttiva. Nuovi investimenti sono previsti nei prossimi<br />

2 anni, per rendere ancora più competitiva la<br />

componente “manufacturing” del gruppo, che sarà<br />

sempre più dedicata ai composti ad alta attività farmacologica,<br />

con capacità di ricerca, sviluppo e produzione<br />

autonome.


Helsinn Healthcare SA, Lugano-Pazzallo: la sede principale del<br />

Gruppo Helsinn<br />

Il gruppo Helsinn<br />

Helsinn è un gruppo farmaceutico privato con sede<br />

a Lugano, Svizzera e filiali in USA e Irlanda. Dispone<br />

di un modello di business unico, incentrato<br />

sul licensing di prodotti farmaceutici e dispositivi<br />

medici in settori terapeutici di nicchia. Il gruppo<br />

acquisisce – tramite “licensing-in” – nuove entità<br />

chimiche in fase preliminare di sviluppo, ne completa<br />

questa fase con studi preclinici, clinici e test<br />

di preformulazione, progettazione e messa a punto<br />

delle formulazioni (CMC, Chemistry, Manufacturing<br />

& Control), e li porta alla registrazione presso<br />

le Autorità regolatorie nelle diverse parti del mondo.<br />

I prodotti Helsinn sono venduti direttamente,<br />

attraverso le filiali del gruppo, o concessi in licenza<br />

(licensing-out) e distribuiti tramite una rete di partner<br />

commerciali e di marketing, selezionati per la<br />

loro conoscenza del mercato e know-how, e assistiti<br />

e supportati con un’ampia gamma di prodotti e<br />

servizi, che includono assistenza commerciale, regolatoria,<br />

finanziaria, legale e medico-scientifica.<br />

I principi attivi farmaceutici e le forme farmaceutiche<br />

finite sono prodotti negli stabilimenti in Svizzera<br />

e Irlanda, che operano secondo gli standard<br />

cGMP (current Good Manufacturing Practice).<br />

Helsinn è licenziatario mondiale per palonosetron,<br />

un antagonista del recettore 5-HT3 di seconda generazione,<br />

per la prevenzione della nausea e del<br />

vomito indotto da chemioterapia (CINV) e della<br />

nausea e del vomito post-operatorio (PONV) nei<br />

pazienti oncologici, e della nimesulide originale, un<br />

farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS),<br />

distribuito in oltre 50 Paesi di tutto il mondo. Helsinn,<br />

con un organico di 450 dipendenti in Svizzera,<br />

Irlanda e USA, ha chiuso il 2008 con un<br />

fatturato di 280 milioni di Franchi svizzeri, più del<br />

20% del quale reinvestito in ricerca e sviluppo. I<br />

prodotti a base dei principi attivi licenziati da Helsinn<br />

sono in vendita in 75 Paesi del mondo.<br />

Per ulteriori informazioni sul Gruppo Helsinn, consultare:<br />

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Vita dei Soci<br />

Comunicato stampa<br />

52 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

coNsegNati i premi reNato aNtoNiNi<br />

e giorgio galgiaNi<br />

Il Centro di Formazione Professionale della Società Svizzera<br />

Impresari Costruttori sezione <strong>Ti</strong>cino ha festeggiato i neo<br />

diplomati muratori che hanno superato gli esami federali di<br />

muratore nella sessione <strong>2009</strong><br />

Mercoledì 30 settembre <strong>2009</strong>, presso il Centro di Formazione<br />

professionale della Società svizzera impresari<br />

costruttori a Gordola, alla presenza di oltre duecento persone,<br />

si è svolta la tradizionale Cerimonia di premiazione<br />

dei tre migliori apprendisti muratori diplomatisi nella sessione<br />

d’esame di fine <strong>Ti</strong>rocinio dello scorso mese di giugno,<br />

sessione che ha permesso a 44 giovani apprendisti<br />

di ottenere l’Attestato Federale di Capacità di muratore<br />

qualificato.<br />

Alla cerimonia, giunta ormai alla 18° edizione, ha presenziato<br />

l’onorevole Consigliere di Stato Gabriele Gendotti,<br />

direttore del Dipartimento Educazione, Cultura e<br />

Sport del cantone <strong>Ti</strong>cino. La Cerimonia di quest’anno<br />

ha raggiunto il massimo della sua intensità emotiva al<br />

momento dell’attribuzione del nuovo riconoscimento in<br />

ricordo di Giorgio Galgiani, promettente apprendista<br />

muratore, prematuramente scomparso in un tragico incidente<br />

stradale. Il premio, espressamente voluto dalla<br />

famiglia per ricordare l’entusiasmo e la convinzione di<br />

Giorgio nella sua scelta professionale, è stato subito<br />

accolto con entusiasmo dalla famiglia Antonini e dalla<br />

nostra associazione, ed è stato concepito per premiare<br />

l’apprendista che durante i corsi di formazione pratica<br />

presso il CFP mostrerà, sull’arco dei tre anni, le migliori<br />

abilità pratiche.<br />

Quella di mercoledì 30 settembre è stata per la professione<br />

del muratore una cerimonia che, oltre ad essere<br />

un doveroso riconoscimento per gli sforzi di formazione<br />

dei nostri giovani, si presentava come un momento di<br />

riflessione per l’intero sistema formativo, in cui i rappresentanti<br />

delle imprese formatrici, della scuola professionale,<br />

della Divisione della formazione professionale<br />

e del Centro di Formazione Professionale SSIC, hanno<br />

visto concretizzarsi i loro sforzi formativi grazie ai risultati<br />

ottenuti dai giovani diplomati; ragazzi, ormai uomini,<br />

finalmente pronti per affrontare le vere sfide del mondo<br />

professionale.<br />

Durante la cerimonia, dopo un breve saluto da parte<br />

del Direttore del Centro CFP Arch. Paolo Ortelli, si sono<br />

Da sinistra: Pierluigi Cevola (3° rango), Pascal Venti (2° rango),<br />

Lorenza Santaniello Antonini (patrocinatrice), Nelson Ernst (1° premio)<br />

e Cleto Muttoni (Presidente SSIC TI)<br />

Da sinistra: Lucia Galgiani (patrocinatrice), Paolo Frusetta (vincitore<br />

del premio) e Paolo Ortelli (Direttore Centro SSIC TI di Gordola)


succeduti i seguenti oratori: Ing. Mauro Galli, Capo<br />

Dicastero del Centro Formazione Professionale<br />

di Gordola, Signora Lorenza Santaniello Antonini,<br />

Patrocinatrice del “Premio Renato Antonini”, Signora<br />

Lucia Galgiani Giovanelli, Patrocinatrice del<br />

“Premio Giorgio Galgiani”, On. Gabriele Gendotti,<br />

Direttore del Dipartimento dell’Educazione, della<br />

Cultura e dello Sport.<br />

Gli interventi dei vari ospiti intervenuti, tra cui quello<br />

molto apprezzato del Consigliere di Stato On.<br />

Gabriele Gendotti, non hanno mancato di ribadire<br />

l’importanza ed il valore profondo, non solo della<br />

formazione dei giovani muratori, ma anche di<br />

una professione e di un intero settore economico<br />

ricco di opportunità ed in grado di valorizzare quegli<br />

aspetti nobilitanti e di gratificazione personale,<br />

espressi dalla sua natura concreta e valorizzante di<br />

competenze manuali ad ampio raggio.<br />

In un vero clima di festa, la Signora Lorenza Santaniello<br />

Antonini, patrocinatrice del Premio Renato<br />

Antonini, ha quindi proceduto alla consegna dei<br />

premi per i migliori 3 risultati di fine <strong>Ti</strong>rocinio, mentre<br />

la Signora Lucia Galgiani Giovanelli, patrocinatrice<br />

del premio Giorgio Galgiani, ha consegnato il<br />

premio al miglior apprendista nei corsi interaziendali<br />

al CFP di Gordola.<br />

Alla premiazione, come ormai consuetudine, hanno<br />

partecipato anche i diplomati praticanti muratori<br />

che hanno seguito la formazione SSIC. Formazione<br />

che consente anche a lavoratori adulti con esperienza<br />

comprovata di ottenere l’Attestato Federale<br />

di Capacità di Muratore qualificato.<br />

I muratori diplomati premiati quest’anno per il Premio<br />

Renato Antonini sono nell’ordine:<br />

- 1° premio:<br />

Ernst Nelson (media esami finali del 5.0), formatosi<br />

presso l’impresa Canepa Sagl, di Prato<br />

Sornico<br />

- 2° premio:<br />

Venti Pascal (media esami finali del 4.9 - pratica<br />

4.6), formatosi presso l’impresa Milani Giovanni<br />

SA, di Ludiano<br />

- 3° premio:<br />

Cevola Pierluigi (media esami finali del 4.9 - pratica<br />

4.5), formatosi presso l’impresa Antonini &<br />

Ghidossi SA, di Bellinzona<br />

Il premio Giorgio Galgiani, per il miglior risultato<br />

ottenuto durante i corsi interaziendali presso il CFP,<br />

è stato assegnato a:<br />

- Frusetta Paolo (media corsi interaziendali del<br />

5.2), formatosi presso l’impresa Desig SA, di<br />

Castro<br />

Ai quattro premiati, ed a tutti i neo diplomati, la<br />

Società Svizzera Impresari Costruttori Sezione <strong>Ti</strong>cino<br />

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Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

54 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

oltre 2 Km Di straDe iN festa<br />

Il 6 settembre scorso una “prima” in <strong>Ti</strong>cino:<br />

una festa di oltre 2 km ha legato Giubiasco<br />

e Bellinzona per la manifestazione “Strade<br />

in Festa. 2350 m per incontrarsi” che<br />

è stato un successo oltre le aspettative.<br />

Ne abbiamo parlato con Brenno Pezzini,<br />

Presidente della Società dei commercianti<br />

di Bellinzona, Carlo Banfi, Presidente della<br />

Commissione del Mercato di Bellinzona<br />

e Membro di Comitato della Società dei<br />

commercianti di Bellinzona e con Renato<br />

Fullin, Presidente della Società dei<br />

commercianti di Giubiasco e dintorni<br />

Il taglio del nastro con, da sin.: l'Avv. Filippo Giannoni, Municipale<br />

per la Città di Bellinzona, Brenno Pezzini, Lara Kronauer, campionessa<br />

e madrina della manifestazione, Renato Fullin, l'Avv. e Sindaco di<br />

Giubiasco Andrea Bersani e una delle ragazze partecipanti al concorso<br />

di Miss Insubria<br />

I Comitati delle Società Commercianti Bellinzona e Giubiasco riuniti al<br />

taglio del nastro<br />

Uno scorcio della festa a<br />

Bellinzona<br />

Un successo di pubblico oltre le aspettative. Più di<br />

25'000 persone hanno percorso in lungo e in largo gli<br />

oltre 2 km di vie a cavallo tra Piazza Grande di Giubiasco<br />

e Piazza Nosetto di Bellinzona; rispettivamente punti di<br />

paretenza ed arrivo delle “Strade in Festa”.<br />

La manifestazione è stata organizzata con grande competenza,<br />

collaborazione e spirito d’amicizia dall’unione professionale<br />

per mettere in piedi quest’evento della Società<br />

dei commercianti di Bellinzona e della Società commercianti<br />

Giubiasco e dintorni, ed è stata fortemente voluta,<br />

già da quando è stata plasmata l’idea dell’avvenimento,<br />

nell’inverno 2008.<br />

Ogni anno vi sono delle occasioni di collaborazione e incontro<br />

tra le due società, così come pure per i due Comuni<br />

e le diverse società cittadine; i due Comitati spesso si<br />

riuniscono per discutere delle problematiche comuni legate<br />

al commercio della regione, creando sinergie e nuovi<br />

momenti d’incontro. Una festa per i commercianti e gli<br />

organizzatori, che ha creato un buon indotto economico e<br />

ha dimostrato che con l’unione delle forze di due enti come<br />

le società dei commercianti di Bellinzona e Giubiasco<br />

da buoni risultati; ma anche per la gente comune che ha<br />

senz’altro apprezzato un momento di svago e di allegria.<br />

Si è trattato di una giornata di festa per i commercianti,<br />

ma anche per la popolazione della regione che ha avuto<br />

una festa, un bel momento di svago, di ristoro, la possibilità<br />

di passeggiare al sole, fare shopping tra le 100<br />

bancarelle di diverse varietà di merce lungo 2'000 metri<br />

di percorso, incontrare persone, far giocare i bambini<br />

con attività pensate appositamente per loro. Un mega<br />

evento, organizzato nei minimi dettagli, che si è svolto


I momenti di svago per i più piccoli, tra le diverse attività ludiche<br />

proposte<br />

Passeggiando per le vie di Giubiasco<br />

senza una sbavatura. Un grande plauso agli organizzatori,<br />

soprattutto a Brenno Pezzini, Carlo Banfi e Renato Fullin,<br />

ma anche a tutti i due Comitati ed alle persone che si<br />

sono prodigate affinché la giornata del 6 settembre <strong>2009</strong><br />

riuscisse in maniera ineccepibile.<br />

L’avvio della Festa è stato dato alle 10.00 sul confine tra<br />

i due Comuni, alla presenza delle autorità, dei Comitati<br />

delle due società dei commercianti e di Lara Kronauer,<br />

giovane sportiva ticinese di atletica, che ha simbolicamente<br />

inaugurato la giornata con il taglio del nastro.<br />

La giornata ha coinvolto 12 società cittadine/sportive,<br />

ognuna delle quali ha preso in consegna un tratto di strada<br />

e ne ha organizzato la mescita con diversi menu, che<br />

hanno saputo deliziare i palati dei visitatori che hanno<br />

gustato le prelibatezze proposte. Si stima siano stati serviti<br />

circa 3'000 pasti.<br />

Numerosi anche gli espositori e gli altri enti che hanno<br />

partecipato, tra cui diverse bancarelle per un mercatino<br />

tradizionale lungo tutto il percorso chiuso al traffico, che<br />

partiva da Piazza Grande a Giubiasco, proseguiva nel<br />

Quartiere Sagittario, Viale C. Olgiati, arrivando alla Casa<br />

Anziani di Giubiasco, giungendo alla Villa dei Cedri, più su<br />

lungo Via Pedotti, Piazza Indipendenza, Viale Franscini e<br />

Piazza Nosetto a Bellinzona.<br />

Sul percorso, tra le varie bancarelle, è stato possibile<br />

anche ammirare oggetti d’antiquariato e curiosare tra i<br />

libri usati alla ricerca del best seller che mancava alla<br />

collezione che abbiamo in casa. Oltre a ciò 20 garages<br />

della zona, in collaborazione con UPSA - Unione Professionale<br />

Svizzera Automobile sezione <strong>Ti</strong>cino hanno messo<br />

in mostra le loro auto, i pompieri locali, gli scout della<br />

55


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

zona, le 50 bellissime ragazze che hanno partecipato al<br />

concorso di Miss Insubria, l’esposizione di auto e trattori<br />

d’epoca, le filarmoniche/bande della zona che hanno allietato<br />

con musica, spettacoli, intrattenimento e risate la<br />

popolazione intervenuta.<br />

Un angolo speciale è stato dedicato ai bambini, con attività<br />

ludiche speciali in più punti lungo il tragitto della festa.<br />

Un trenino gratuito faceva la spola sul tragitto portando<br />

avanti e indietro la gente lungo il percorso.<br />

Apprezzatissima è stata anche la collaborazione con le<br />

autorità, in particolare la Polizia e i Municipi di Bellinzona<br />

e Giubiasco, i ristoratori e le diverse società coinvolte.<br />

La prossima edizione?<br />

È già stata fissata la data: il 5 settembre 2010!<br />

Alcuni tra i più bei momenti della giornata<br />

Il servizio fotografico è stato curato da © Studio Job Fotografo/Giubiasco<br />

56 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Per maggiori informazioni<br />

è possibile contattare:<br />

• Società dei commercianti<br />

di Bellinzona<br />

CP 2605, 6500 Bellinzona<br />

Presidente: Brenno Pezzini,<br />

scb@wambo.ch<br />

• Società dei commercianti<br />

di Giubiasco e dintorni<br />

CP 813, 6512 Giubiasco<br />

Tel. +41 91 857 59 59<br />

Presidente: Renato Fullin,<br />

fullin.renato@wambo.ch


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

m. zarDi & co. sa: oNe stop shop<br />

per la proprietà iNtellettuale<br />

Ricorre quest’anno il decimo anniversario della fondazione della M.<br />

Zardi & CO. SA, una società specializzata nella consulenza in materia<br />

di proprietà intellettuale, che offre alla sua diversificata clientela<br />

nazionale ed internazionale la consulenza di un variegato team di<br />

professionisti, specializzati nella risoluzione di problematiche di<br />

natura brevettuale ed in materia di marchi e design<br />

LA SOCIETÀ<br />

Era il 1999 quando l’Ing. Marco Zardi, specializzato in<br />

ingegneria chimica e con alle spalle una notevole esperienza<br />

nel campo della proprietà intellettuale, fondò a<br />

Lugano la M. Zardi & CO. SA. Da allora la società ha<br />

conosciuto una fase di crescita vigorosa, occupando<br />

attualmente 15 persone presso la storica sede di Via<br />

G.B. Pioda 6 e ha rapidamente acquisito una crescente<br />

rinomanza sia nell’ambito nazionale sia in quello internazionale.<br />

Un'attenta analisi dei bisogni della propria<br />

clientela è sempre stata una prerogativa importante<br />

della M. Zardi & CO. SA al punto che, al fine di servire<br />

al meglio la propria clientela in ambito internazionale,<br />

la M. Zardi & CO. SA ha partecipato alla fondazione<br />

della rete di Studi specializzati nella consulenza in materia<br />

di proprietà intellettuale EURATTORNEYS, ed ha<br />

stretto una partnership con la società di consulenza in<br />

proprietà intellettuale Botti & Ferrari di Milano (Italia).<br />

Il team di M. Zardi & CO. SA al completo<br />

La M. Zardi & CO. SA è inoltre affiliata, dal 2003, alla<br />

VSP/ASCPI (Verband Schweizerischer Patentanwälte/Association<br />

Suisse des Conseils en Propriété Industrielle),<br />

ed è membro di diverse organizzazioni<br />

internazionali attive nell’ambito della proprietà intellettuale,<br />

quali l’AIPPI (Associazione Internazionale<br />

per la Protezione della Proprietà Intellettuale)<br />

- Gruppo Svizzero, di cui dal 2006 l’Ing. Zardi è<br />

vicepresidente, la FICPI (Fédération Internationale<br />

des Conseils en Propriété Industrielle) e l’INTA (International<br />

Trademark Association), ed i suoi professionisti<br />

partecipano assiduamente ai congressi<br />

ed agli incontri da esse periodicamente organizzati.<br />

Il team di professionisti della M. Zardi & CO. SA,<br />

specializzato in numerosi campi che spaziano<br />

dall’ambito legale a quello scientifico, con particolare<br />

riferimento alla chimica industriale e al campo<br />

farmaceutico, senza tralasciare i settori della mec-<br />

57


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

Alcuni momenti di lavoro del team di Marco Zardi<br />

canica, dell’elettronica e dell’informatica, vanta una<br />

consolidata competenza ed esperienza in relazione<br />

a tali discipline. Forte del proprio consolidato knowhow<br />

e di un costante aggiornamento rispettivamente<br />

nei settori legale, scientifico e tecnologico, è pertanto<br />

in grado di offrire ai propri clienti una consulenza<br />

basata su un approccio globale per consentire loro di<br />

trarre un vantaggio concreto dallo sviluppo dei loro<br />

progetti e idee.<br />

58 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

I SERVIZI OFFERTI<br />

Lo scopo della società è di fornire una consulenza<br />

qualificata di tipo specialistico in materia di proprietà<br />

intellettuale, modulata sulla base delle esigenze<br />

specifiche del singolo cliente e rivolta alla tutela<br />

delle creazioni realizzate tramite brevetti, marchi e<br />

design. Si proteggono, infatti, le invenzioni attraverso<br />

i brevetti, i segni distintivi attraverso i marchi e<br />

gli oggetti industriali con peculiari forme estetiche<br />

attraverso il design.<br />

La consulenza fornita è rivolta ad una clientela molto<br />

diversificata, afferente sia al settore industriale sia a<br />

quello del terziario, all’interno della quale si annoverano<br />

sia aziende consolidate sia start-up.<br />

La M. Zardi & CO. SA, nell’arco dei due lustri dalla<br />

sua fondazione, allo scopo di fornire un servizio di<br />

consulenza a 360 gradi, ha saputo accrescere il polo<br />

di professionisti specializzati nei servizi attinenti<br />

l’area legale, affiancandolo al consolidato gruppo<br />

di professionisti specializzati nell’ambito scientifico-tecnologico<br />

che, a sua volta, è stato potenziato<br />

mediante l’inserimento di personale con specifiche<br />

competenze afferenti al campo farmaceutico.<br />

I servizi offerti dalla struttura creata dalla M. Zardi &<br />

CO. SA sono pertanto in grado di proporsi come un<br />

collaudato strumento per la tutela e la valorizzazione<br />

del patrimonio di proprietà intellettuale sviluppato<br />

all’interno di ciascuna realtà imprenditoriale.<br />

IL NETWORK EURATTORNEYS<br />

Il network EURATTORNEYS, che comprende gli studi<br />

di proprietà intellettuale Huber & Schlüssler di<br />

Monaco di Baviera (Germania), Botti & Ferrari di<br />

Milano (Italia) e la M. Zardi & CO. SA (Svizzera),<br />

rappresenta la sintesi di una sinergia lavorativa e<br />

culturale di diverse società attive nel campo della<br />

proprietà intellettuale, localizzate in altrettanti paesi<br />

europei che, mediante la costante condivisione di<br />

conoscenze, capacità ed esperienze professionali in<br />

materia di brevetti, marchi e design, sono in grado di<br />

garantire un’assistenza qualificata, all’altezza delle<br />

odierne sfide proposte dall’economia moderna alle<br />

imprese che vogliono operare su un mercato sempre<br />

più globale.<br />

In particolare il beneficio diretto derivante dalla<br />

condivisione di molteplici esperienze in svariati<br />

campi applicativi fra i diversi Studi membri di<br />

EURATTORNEYS, ha portato alla formazione di uno<br />

staff complessivo di circa 60 persone, ed ha consentito<br />

alla clientela di beneficiare direttamente di<br />

una consulenza altamente professionale, che presta<br />

attenzione anche all’ottimizzazione di tutte le risorse<br />

disponibili.


LA FORMAZIONE IN HOUSE IN MATERIA DI<br />

PROPRIETÀ INTELLETTUALE<br />

La M. Zardi & CO. SA grazie all’esperienza maturata<br />

nel proprio ambito operativo e all’interno di EURAT-<br />

TORNEYS, affiancata al solido e vasto background<br />

degli specialisti che la compongono, è in grado di<br />

offrire dei corsi di tipo seminariale di taglio differente<br />

(livello base / intermedio / avanzato), in diverse<br />

aree monotematiche (Brevetti a livello europeo,<br />

Brevetti a livello extraeuropeo, Brevetti Chimico/Farma/Bio,<br />

Gestione del contenzioso legale in ambito<br />

brevettuale, Normativa in materia di registrazione<br />

ed immissione in commercio dei farmaci/Protezione<br />

complementare, Contrattualistica, Marchi/Design,<br />

Trasferimento di tecnologia), direttamente presso le<br />

aziende interessate che ne fanno richiesta.<br />

Tale proposta formativa è il frutto della pluriennale<br />

esperienza dei professionisti della M. Zardi & CO.<br />

SA nell’organizzazione di numerose iniziative finalizzate<br />

alla sensibilizzazione in materia di proprietà<br />

intellettuale, sia a livello nazionale sia all’estero. In<br />

particolare, a livello nazionale, la M. Zardi & CO. SA<br />

annovera diverse collaborazioni ad eventi organizzati<br />

da enti cantonali quali, ad esempio, il Dipartimento<br />

Federale dell’Economia del Canton <strong>Ti</strong>cino (DFE) o il<br />

Biopolo ed una recente collaborazione con il Dipartimento<br />

di Scienze Aziendali e Sociali della SUPSI<br />

di Manno, oltre ad aver partecipato ad una serie di<br />

seminari, organizzati in ambito AIPPI, sia in <strong>Ti</strong>cino<br />

che nella Svizzera Orientale. A livello internazionale,<br />

inoltre, la M. Zardi & CO. SA è attiva da diverso<br />

tempo nel promuovere annualmente corsi di formazione<br />

sulle normative europee in materia di brevetti,<br />

marchi e design, tenuti in paesi dell’Asia orientale<br />

(Corea del Sud, Cina e Giappone) in collaborazione<br />

con organizzazioni governative deputate all’aggiornamento<br />

professionale dei mandatari in materia di<br />

brevetti, marchi e design, operanti sia all’interno di<br />

studi professionali sia all’interno di aziende industriali.<br />

Quest’ultima attività consente, da un lato, di<br />

rinsaldare i legami professionali con studi e aziende<br />

dell’estremo oriente e dall’altro di poter offrire alla<br />

propria clientela una tutela più accurata presso alcune<br />

delle maggiori realtà economiche odierne.<br />

Per maggiori informazioni è possibile contattare:<br />

M. Zardi & CO. SA<br />

Via G. B. Pioda 6<br />

6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 910 65 00<br />

Fax +41 91 910 65 09<br />

info@zardi.ch<br />

www.zardi.ch<br />

i servizi offerti iN Dettaglio:<br />

• ricerche brevettuali al fine di determinare stato<br />

della tecnica, validità e/o contraffazione;<br />

• pareri legali in materia di validità o di interferenza<br />

brevettuale;<br />

• redazione, deposito e prosecuzione di brevetti<br />

a livello nazionale ed internazionale;<br />

• ricerche di anteriorità in materia di marchi;<br />

• pareri legali in materia di marchi (validità e<br />

interferenza);<br />

• preparazione, deposito e prosecuzione di domande<br />

di registrazione di marchio a livello nazionale<br />

e internazionale;<br />

• rappresentanza nelle procedure di fronte<br />

all’Istituto Federale della Proprietà Intellettuale<br />

(IFPI), all’Ufficio Brevetti Europeo (EPO) e<br />

all’Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato<br />

Interno (UAMI);<br />

• preparazione, deposito e prosecuzione di opposizioni<br />

ed appelli presso l’Istituto Federale<br />

della Proprietà Intellettuale (IFPI), l’Ufficio<br />

Brevetti Europeo (EPO) e l’Ufficio per l’Armonizzazione<br />

del Mercato Interno (UAMI);<br />

• verifiche su portafogli di proprietà intellettuale<br />

ed assistenza in procedure di “due diligence”;<br />

• assistenza in contenziosi legali in materia di<br />

proprietà intellettuale;<br />

• redazione di contratti di licenza e assistenza<br />

nelle relative trattative e in eventuali contenziosi;<br />

• assistenza a livello mondiale nelle procedure di<br />

deposito e prosecuzione in materia di brevetti,<br />

marchi e design tramite una consolidata rete<br />

di professionisti esteri.<br />

59


Vita dei Soci<br />

60 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

QualcuNo ha Detto che la<br />

pubblicità è la scieNza esatta<br />

Del superfluo. si sbaglia!<br />

Perché per la vita e lo sviluppo di ogni impresa<br />

è assolutamente necessaria...<br />

Abbiamo incontrato Roberto Mazzantini,<br />

titolare della Mazzantini & Associati<br />

SA, agenzia di comunicazione a servizio<br />

completo, sita in Corso Elvezia 10 a<br />

Lugano. L’occasione è stata propizia per<br />

comprendere il ruolo della pubblicità in<br />

un momento di crisi e di difficoltà di<br />

orientamento da parte delle imprese<br />

...e del necessario non si può fare a meno.<br />

ROBERTO MAZZANTINI, COSA L’HA SPINTA AD<br />

OCCUPARSI DI COMUNICAZIONE?<br />

“Mi considero un vero e proprio «figlio d'arte». Ho infatti<br />

iniziato a muovere i miei primi passi, e non solo in senso<br />

figurato, nell'agenzia di pubblicità di famiglia a Milano dove,<br />

seguendo l'esempio illuminante di un padre pioniere<br />

ed innovatore, ho imparato che questo lavoro non è fatto<br />

di sole immagini e slogan ma è la risultante di numerose<br />

componenti che, impiegate correttamente, sanno fare la<br />

differenza tra una bella campagna e una campagna che<br />

vende. Nel 1994 ho fondato la mia agenzia a Lugano dopo<br />

essere stato, dal 1981 al 1993, copywriter, responsabile<br />

produzione, junior account, account executive e direttore<br />

generale nell’agenzia pubblicitaria fondata da mio padre<br />

nel 1965 ed attualmente ancora attiva sul territorio italiano”.<br />

LA SUA QUINDI È STATA UNA SCELTA DI<br />

TRADIZIONE?<br />

“Ha perfettamente ragione. Se per qualcuno la comunicazione<br />

può essere una conquista recente, per me è una<br />

vera e propria scelta di tradizione. Sono nato nel 1960<br />

e fin da piccolo ho vissuto in un mondo colmo di creatività,<br />

immagini, tempere e pennarelli. Da quando nel<br />

1981 ho iniziato questa professione, ho costantemente<br />

aggiornato le mie competenze e stimolato la mia creatività<br />

in risposta alla radicale evoluzione del marketing<br />

e dei mercati. Quella che ho avuto la fortuna di vivere<br />

rappresenta certamente un’esperienza unica che mi dà<br />

oggi la certezza di possedere quelle caratteristiche di<br />

professionalità, preparazione ed entusiasmo in grado di<br />

fare la differenza”.<br />

IN QUASI TRENT’ANNI DI PROFESSIONE LEI<br />

AVRÀ CERTAMENTE SAPUTO EVOLVERE UN SUO<br />

PERSONALE STILE DI COMUNICAZIONE. QUAL È OGGI<br />

LA SUA FILOSOFIA OPERATIVA?<br />

“Nell’espletare il nostro ruolo di agenzia di comunicazione<br />

a servizio completo, sia io che i miei collaboratori<br />

dobbiamo quotidianamente essere predisposti ad apprendere.<br />

Non si può infatti creare una campagna che


funzioni se non sappiamo di cosa stiamo parlando e per<br />

questo voglio sempre conoscere a fondo il Committente<br />

in quelli che sono i suoi obiettivi, le sue idee, la sua<br />

volontà e il suo modus operandi. In secondo luogo devo<br />

analizzare la sua concorrenza per essere in grado di valutare<br />

se il prodotto o il servizio oggetto della campagna<br />

di comunicazione è allineato o al di fuori dal mercato e,<br />

nel caso lo sia, comprenderne i motivi. Poi c’è l’analisi<br />

sulla catena distributiva che mi porta ad individuare in<br />

che modo il prodotto viene distribuito: GdO, franchising,<br />

negozi, door to door, forme molto diverse che coinvolgono<br />

ovviamente media differenti. Devo analizzare inoltre<br />

da chi e come è composta la forza vendita, perché<br />

un’azienda può realizzare il miglior prodotto del mondo e<br />

noi pianificare la campagna pubblicitaria più indovinata<br />

ma se il consumatore non lo trova in vendita, l’impresa<br />

ha letteralmente «buttato via» i suoi soldi. Al termine<br />

di questa lunga ed attenta analisi relativa al «mondo»<br />

del mio committente, ogni volta approccio alla scoperta<br />

dell’universo del consumatore finale perché devo essere<br />

sempre in grado di creare una pubblicità che arrivi esattamente<br />

al cuore del target di riferimento. La cosa più<br />

importante che devo fare è estraniarmi dalla mia soggettività<br />

ed ogni volta «indossare la testa» del consumatore<br />

La cerimonia di inaugurazione di Autonassa <strong>2009</strong>, e, sulla pagina<br />

accanto, alcuni “vecchi” annunci studiati dall’allora Studio Mazzantini<br />

(anni ’60) che ritraggono Roberto Mazzantini nei panni di testimonial<br />

pubblicitario<br />

e cercare di «parlare la sua stessa lingua».<br />

Naturalmente per fare questo occorre una buona conoscenza<br />

dei vari tratti psicologici delle tante «nicchie» che<br />

compongono il variegato mondo dei consumatori ma non<br />

solo, per farsi ascoltare in un mondo dove tutto è «urlato»<br />

è necessario disporre di una buona dose di creatività. Per<br />

me la creatività corrisponde allo sfruttare al massimo<br />

l’attrattività e l’individualità che ciascuno di noi riesce a<br />

esprimere nell’esaltare un concetto. La vera fatica è usare<br />

la creatività in maniera intelligente ricercando un’idea<br />

che stia dentro la comunicazione ma più si è creativi e<br />

maggiormente si attira l’attenzione, chiaramente con un<br />

prodotto quantomeno competitivo. Riassumendo, prima<br />

però di «lanciarmi» e fantasticare a ruota libera, definisco<br />

sempre alcuni parametri che sono il presupposto fondamentale<br />

per un valido approccio creativo e che possono<br />

essere riassunti nel mio metodo delle 5 C:<br />

1. Comprendere a fondo tutti gli aspetti tecnici del prodotto<br />

2. Conoscere perfettamente ed entrare nello spirito<br />

dell’azienda<br />

3. Capire a fondo gli obiettivi della direzione commerciale<br />

4. Credere nel prodotto<br />

5. Configurarsi nel target group<br />

Se a questa attenta analisi si aggiunge un’immagine bella<br />

e intelligente, ecco che avremo confezionato un messaggio<br />

carico di elementi «magici» ed emozionali che invogliano<br />

all’acquisto”.<br />

IN TEMPI DI CRISI, CHE RUOLO HA LA<br />

COMUNICAZIONE?<br />

“La comunicazione, in ognuna delle sue molteplici forme,<br />

è un’imprescindibile fattore di sviluppo economico, sociale<br />

e aziendale (il consumo costituisce il fattore cruciale di<br />

crescita delle economie moderne) ed è in grado di condizionare<br />

il buon funzionamento dei mercati. Oggi certamente<br />

tutti i mercati sono in profonda trasformazione e non<br />

è sicuramente semplice presentarsi alla propria clientela<br />

senza correre il rischio di sbagliare approccio compromettendo<br />

così investimenti e strategie. Se fino a pochissimo<br />

tempo fa, infatti, per imporre il proprio prodotto al mercato<br />

era sufficiente pianificare una semplice campagna pubblicitaria,<br />

oggi le variabili da considerare sono così tante<br />

che il rischio non è più quello di non riuscire a centrare<br />

perfettamente il proprio target ma, addirittura, quello di<br />

non riuscire nemmeno ad individuarlo! Questo però non<br />

giustifica quegli imprenditori che hanno deciso di ridurre<br />

i loro investimenti pubblicitari e di stare a guardare. Una<br />

semplice regola del marketing afferma infatti che è proprio<br />

nei momenti di crisi che è necessario investire di più e<br />

oggi, optare per questa scelta, potrebbe significare non<br />

solo acquisire nuove quote di mercato ma, soprattutto,<br />

offrire un esempio educativo ad una società che sembra<br />

incapace di guardare al domani con un po' di ottimismo”.<br />

SECONDO LA SUA ESPERIENZA, COSA NON È LA<br />

PUBBLICITÀ?<br />

“Semplicemente la pubblicità non è un'esercitazione<br />

artistica. Lo studio delle parole e delle immagini deve<br />

puntare ad un solo obiettivo: aumentare le vendite del<br />

Committente. La comunicazione non deve forzatamente<br />

appagare chi la crea ma deve sapere comunicare direttamente<br />

al cuore del suo destinatario perché, a differenza<br />

della grafica, è creata e si sviluppa al servizio della vendita.<br />

Per questo il mio intervento non si limita esclusivamente<br />

allo studio dell'immagine finale di una campagna<br />

pubblicitaria ma, al contrario, inizia con l’analisi della<br />

concorrenza, del mercato, del consumatore, della forza<br />

vendita, dei canali distributivi, del valore di vendita e del<br />

valore percepito. Solo dopo avere analizzato in dettaglio<br />

la situazione, avvalendomi spesso anche di indagini commissionate<br />

espressamente, procedo con la creazione del<br />

messaggio e con la pianificazione dei media, fornendo<br />

un servizio a 360° che si basa su un continuo dialogo e<br />

confronto con il Committente”.<br />

La Mazzantini & Associati SA è a Lugano, in Corso Elvezia<br />

10. Tel. +41 91 901 56 60 – Fax +41 91 910 56 65 –<br />

info@mazzantini.com<br />

61


Vita dei Soci<br />

62 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

successo Di pubblico<br />

a ticiNo impiaNtistica, giubiasco<br />

Si è conclusa sabato 17 ottobre <strong>2009</strong> la quinta edizione<br />

di <strong>Ti</strong>cino Impiantistica, l’esposizione della tecnica termosanitaria<br />

e delle energie rinnovabili.<br />

Lo sviluppo di queste energie alternative prosegue a pieno<br />

ritmo nonostante la bassa congiuntura; ne è conferma<br />

la grande affluenza di pubblico in visita, giunto da ogni<br />

angolo del Cantone.<br />

Grande soddisfazione da parte dei visitatori per l’alta<br />

qualità della rassegna. Il successo è stato dimostrato<br />

dall’affluenza dei visitatori, circa 5’000 nell’arco delle<br />

tre giornate di esposizione, dei quali oltre l’80% operatori<br />

del settore; molti anche i privati che hanno colto l’occasione<br />

per informarsi sulle nuove tendenze del mercato<br />

del comfort tecnico-ambientale, le varie applicazioni, gli<br />

impianti a risparmio energetico e gli incentivi cantonali.<br />

Proprio il risparmio energetico e una nuova coscienza<br />

ambientale sono i temi prioritari alla base della progettazione<br />

di sistemi atti a climatizzare, riscaldare, alimentare<br />

al meglio le nostre abitazioni riducendo drasticamente i<br />

fattori negativi legati ad una scorretta gestione delle fonti<br />

energetiche.<br />

La mostra si è quindi dimostrata un appuntamento importante<br />

sia per i visitatori che per le ditte espositrici che<br />

hanno intuito come la direzione da seguire sia proprio<br />

quella dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili,<br />

per sfruttare al meglio le risorse con tecnologie innovative<br />

ed ecocompatibili, nel contesto della rivalutazione<br />

della politica energetica del nostro Cantone, un tema oggi<br />

di grande attualità.<br />

Gli effetti negativi delle variazioni climatiche sono sempre<br />

più visibili. Per questo è oramai chiaro che la produzione<br />

d’energia da fonti rinnovabili oltre al risparmio energetico<br />

sarà la sfida del futuro.<br />

L’appuntamento con la prossima edizione di <strong>Ti</strong>cino Impiantistica<br />

è già previsto per il 2011.<br />

<strong>Ti</strong>cino Impiantistica<br />

Mostra della Tecnica Termo-Sanitaria e delle Energie<br />

rinnovabili<br />

Casella Postale 558<br />

6928 Manno<br />

Tel +41 91 600 20 70<br />

Fax +41 91 600 20 74<br />

www.ticinoimpiantistica.com<br />

info@ticinoimpiantistica.com


HOTEL ASCONA<br />

Fam. Biasca-Caroni<br />

Via Collina<br />

CH–6612 Ascona<br />

Tel. +41 (0)91 785 15 15<br />

www.hotel-ascona.ch<br />

Società di revisione e consulenza<br />

Via G. B. Pioda 14<br />

CH-6901 Lugano<br />

Tel. 091 913 32 00<br />

Fax 091 913 32 60<br />

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Copertina: Fabrizio Nicora/<strong>Ti</strong>pografia Veladini - Lugano<br />

Ottobre <strong>2009</strong><br />

Competitivi!<br />

09.10.<strong>2009</strong><br />

Assemblea generale ordinaria della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>


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Copertina: Fabrizio Nicora/<strong>Ti</strong>pografia Veladini - Lugano<br />

Sommario<br />

Ottobre <strong>2009</strong><br />

Ottobre <strong>2009</strong><br />

Editoriale 4 Competitivi! Sì, no, ma, forse…<br />

Contromano 6 Grandi generatori di traffico ma anche grandi generatori di ricchezza<br />

Il Tema 8 Attrattività e competitività: il <strong>Ti</strong>cino perde smalto<br />

Ospite 11 Le nuove tecnologie e l’IT al servizio della competitività<br />

13 Competitività: la Svizzera si presenta ai ranghi di partenza<br />

in una buona posizione<br />

Agenda 15 Agenda <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Diritto 17 Nuovo diritto della Sagl: si avvicina il 31.12.09 per eventuali adeguamenti<br />

Attualità 19 Un 16 settembre da dimenticare<br />

Attualità 20 Concorrenza fiscale. La mano invisibile per contenere lo Stato<br />

Attualità 22 Un click su arcobaleno aziendale<br />

Eventi 24 92 esima Assemblea generale ordinaria <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, il 9.10.09<br />

Eventi 26 Accordo di libero scambio Canada - AELS, il 19.10.09<br />

Eventi 27 La lezione di un grande imprenditore:<br />

Samih Sawiris e l’avventura di Andermatt<br />

Formazione 28 Corsi proposti dalla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Eventi 30 Conciliare lavoro e famiglia<br />

Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> 30 Cerca lavoro<br />

Osec 31 Commercio estero<br />

Fiere internazionali 35 I prossimi appuntamenti<br />

Vita dei Soci 36 Helsana<br />

Vita dei Soci 38 Elektroma SA<br />

Vita dei Soci 40 astramedia<br />

Vita dei Soci 42 Studio Vacchini, architetti<br />

Vita dei Soci 44 Fondazione Bally per la cultura<br />

Vita dei Soci 46 MaffeisNetwork SA<br />

Vita dei Soci 48 Cyprus: An Effective Business Paradise, l'8.10.09<br />

Vita dei Soci 49 Amiconi Consulting<br />

Vita dei Soci 50 Migros <strong>Ti</strong>cino<br />

Vita dei Soci 51 CAMIRO SA<br />

Vita dei Soci 52 PAMP SA<br />

Vita dei Soci 54 5 a edizione di <strong>Ti</strong>cino Impiantistica<br />

Competitivi!<br />

09.10.<strong>2009</strong><br />

Assemblea generale ordinaria della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Ottobre <strong>2009</strong><br />

50 40<br />

27<br />

13<br />

I m p r e s s u m<br />

Editore:<br />

Camera di commercio, dell’industria,<br />

dell’artigianato e dei servizi<br />

del Cantone <strong>Ti</strong>cino, Lugano<br />

Redattrice responsabile:<br />

Lisa Pantini<br />

Comitato redazionale:<br />

Franco Ambrosetti, Luca Albertoni,<br />

Rinaldo Gobbi, Lisa Pantini, Arianna<br />

Crivelli, Simona Morosini Marconi e<br />

Marco Passalia<br />

Redazione:<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 11<br />

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11<br />

Stampa:<br />

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52<br />

Diffusione:<br />

<strong>Ti</strong>ratura 2’500 copie<br />

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Abbonamento supplementare:<br />

- CHF 50.- annuo<br />

- per i non soci<br />

CHF 70.- annuo (+ IVA)


Editoriale<br />

di Luca Albertoni, Direttore della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

4 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

COmpetitivi! Sì, nO, ma, fOrSe…<br />

Il tema portante di questo numero di<br />

<strong>Ti</strong>cino Business è la competitività e<br />

non poteva essere altrimenti viste le discussioni<br />

scatenate qualche settimana<br />

fa da uno studio di Credit Suisse sulla<br />

competitività dei Cantoni svizzeri. Già<br />

lo scorso mese abbiamo commentato<br />

lo studio stesso. Ora abbiamo ritenuto<br />

che fosse opportuno approfondire il<br />

tema, affrontandolo da diversi punti di<br />

vista, soprattutto per capire dove siamo<br />

veramente e cosa dobbiamo assolutamente<br />

intraprendere per non accumulare<br />

eccessivi ritardi rispetto alla concorrenza<br />

nazionale ed internazionale.<br />

Non vi sono ricette miracolose e tutto<br />

ruota evidentemente attorno alla solita<br />

questione, cioè l’attrattività data dalle<br />

cosiddette condizioni-quadro (termine<br />

forse abusato, ma che riassume bene<br />

il concetto). In altre parole, il “pacchetto”<br />

che comprende la fiscalità, la<br />

qualità di vita, le vie di comunicazione,<br />

l’accessibilità e l’efficienza dei servizi,<br />

la sicurezza, ecc.. Non si tratta quindi<br />

di scoprire fattori particolarmente nuovi<br />

né di inventare ulteriori categorie di<br />

elementi da considerare importanti. È<br />

piuttosto necessario capire quali sono<br />

state le evoluzioni passate e recenti che<br />

sembrano aver indebolito la competitività<br />

del nostro Cantone e come porvi<br />

rimedio senza perdersi in diatribe politiche<br />

lunghe decenni. Il vero problema<br />

sta probabilmente proprio qui. A furia<br />

di crogiolarci nei nostri problemi (o presunti<br />

tali) cantonali, abbiamo perso di<br />

vista quello che ci circonda, arrovellandoci<br />

soprattutto sui rischi delle nuove<br />

realtà internazionali, tralasciando di valutare<br />

e sfruttare le opportunità che il<br />

contesto ci offre, grazie alle peculiarità<br />

svizzere e ticinesi. Più che un problema<br />

di competitività vero e proprio sui<br />

singoli punti delle condizioni-quadro,<br />

è quindi avantutto necessario rimettere<br />

in discussione l’approccio verso le<br />

dinamiche che portano alla creazione<br />

rispettivamente al mantenimento e al<br />

miglioramento di tali condizioni. Le discussioni,<br />

anche accese, sono il sale<br />

della democrazia ed è un bene che sia<br />

così. I confronti per il mero gusto della<br />

polemica, le divisioni a prescindere dalla<br />

validità delle idee, gli eccessivi particolarismi<br />

sono invece palle al piede<br />

pesantissime nell’ottica dello sviluppo<br />

in senso lato del Cantone. Che i tempi<br />

della politica siano più lunghi di quelli<br />

dell’economia è un fatto assodato ed<br />

inevitabile. Quando però si trasformano<br />

in tempi biblici, la situazione diventa<br />

insostenibile e l’economia non può più<br />

contare su quella stabilità necessaria<br />

alla crescita propria e, di conseguenza,<br />

del territorio in cui opera. Ovvio quindi<br />

che le imprese cerchino soluzioni alternative<br />

altrove. Sarebbe pericoloso ignorare<br />

o anche solo sottovalutare questo<br />

rischio.<br />

Malgrado tutto, vogliamo credere che<br />

il <strong>Ti</strong>cino abbia ancora buone carte da<br />

giocarsi sul terreno della competitività,<br />

per cui il titolo di copertina di questo <strong>Ti</strong>cino<br />

Business volutamente reca il punto<br />

esclamativo e non quello interrogativo.<br />

Si tratta di un’esortazione a lottare,<br />

ma anche di una constatazione basata<br />

sull’osservazione quotidiana delle varie<br />

realtà aziendali che operano nel nostro<br />

Cantone. Malgrado i tempi difficili, possiamo<br />

infatti constatare un notevole dinamismo,<br />

una voglia di fare impresa,<br />

di aprirsi su nuovi mercati e quindi su<br />

nuovi sbocchi commerciali. Numerosi<br />

sono gli indicatori in questo senso.<br />

Basti pensare al successo riscontrato<br />

dalla misura cantonale di sostegno per<br />

chi partecipa a fiere, confermato dal<br />

contemporaneo aumento dei certificati<br />

doganali per l’esportazione temporanea<br />

di materiale destinato a questo genere<br />

di eventi. Anche le cifre assolute del<br />

settore delle esportazioni, il più colpito<br />

dalla difficile situazione internazionale,<br />

attestano che le aziende combattono<br />

alacremente. Una riduzione media del


20% delle esportazioni rispetto al 2008 non può<br />

farci fare salti di gioia, ma va anche in un certo<br />

modo relativizzata. In primis, perché altri Cantoni,<br />

con un tessuto economico meno diversificato, se la<br />

passano molto peggio, ma anche perché il 2008,<br />

anno eccezionalmente positivo, non può costituire<br />

un termine di paragone troppo attendibile. Molto<br />

più corretto prendere come punti di riferimento il<br />

2006 o il 2007, anni comunque molto buoni. Orbene,<br />

il livello delle esportazioni delle aziende ticinesi<br />

finora registrato nel <strong>2009</strong> si attesta nella media dei<br />

valori del 2007. Si confermasse questa tendenza,<br />

potremmo farci la firma seduta stante. Sono segnali<br />

incoraggianti che non possono e non devono<br />

essere ignorati, anche se evidentemente è impossibile<br />

stilare previsioni precise sui prossimi mesi ed<br />

un peggioramento non può essere escluso. Non si<br />

tratta di fare gli ottimisti a tutti i costi, ma piuttosto<br />

di evidenziare cifre e fatti innegabili, come nel<br />

contesto delle cifre concernenti i fallimenti aziendali.<br />

Ormai a scadenza mensile ci vengono propinate<br />

indicazioni catastrofiche e drammatiche, con<br />

il <strong>Ti</strong>cino in testa al numero di fallimenti aziendali e<br />

destinato ormai ad un futuro nerissimo. Purtroppo<br />

il tema dei fallimenti è troppo complesso per essere<br />

liquidato con semplici numeri. Senza entrare nello<br />

specifico, perché sarebbe necessario un approfondimento<br />

a parte, è ad esempio opportuno ricordare<br />

che per diversi anni il <strong>Ti</strong>cino è stato in testa alle<br />

graduatorie sulla creazione di aziende, quindi in un<br />

certo senso può anche essere comprensibile che<br />

una situazione di difficoltà che giunge repentina<br />

colpisca in modo particolarmente violento aziende<br />

“giovani”. È infatti noto che i primi 5 anni sono<br />

tradizionalmente i più difficili e delicati per una<br />

nuova attività, particolarmente vulnerabile perché<br />

non ancora consolidata. Questo non significa però<br />

che dobbiamo rassegnarci ad avere un’economia<br />

votata al fallimento. La realtà del terreno dice altro.<br />

La competitività sarà anche il tema centrale sia<br />

della parte riservata ai soci che della parte pubblica<br />

della nostra prossima Assemblea generale ordinaria<br />

del 9 ottobre <strong>2009</strong>, perché è giusto condividere le<br />

riflessioni con chi è legato alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, approfittando<br />

di questo importante evento annuale che costituisce<br />

un momento privilegiato di aggregazione e di conoscenza<br />

reciproca. Ovviamente auspichiamo una<br />

massiccia partecipazione ai lavori assembleari, so-<br />

prattutto per sottolineare la compattezza e la voglia<br />

di reagire del mondo imprenditoriale in un momento<br />

congiunturale particolarmente delicato. La <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> si<br />

sta impegnando su molti fronti e con varie iniziative<br />

per rappresentare ancora meglio gli interessi degli<br />

ambienti economici in generale e quelli dei propri<br />

associati in particolare. La ritrovata e non scontata<br />

unità di intenti fra tutte le associazioni economiche<br />

è un segnale forte e sottolinea la ferma volontà di<br />

stimolare il mondo politico verso quelle riforme che<br />

riteniamo necessarie per garantire che chi produce<br />

ricchezza possa continuare a farlo. Inoltre, la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

sta lavorando con grande dedizione per migliorare<br />

non solo i rapporti con i propri associati, ma anche<br />

cercando di promuovere la costituzione di una rete<br />

che metta in contatto diretto i nostri soci. È un<br />

elemento che va aggiungersi al potenziamento dei<br />

servizi in senso lato messo in opera negli ultimi<br />

due anni e che sta dando frutti molto interessanti.<br />

La scelta di offrire corsi di formazione mirati<br />

e ritagliati sulle esigenze pratiche delle aziende,<br />

di organizzare eventi che forniscono informazioni<br />

concrete ed immediatamente spendibili, di essere<br />

quotidianamente presenti nelle aziende attraverso<br />

consigli ed assistenza, si è rivelata azzeccata ed<br />

i numeri ci premiano. Toccherà all’Assemblea dei<br />

soci esprimere l’approvazione per la linea adottata<br />

e manifestare proposte che possano fungere da<br />

stimolo per migliorare ulteriormente la posizione<br />

della nostra <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>.<br />

Nella parte pubblica, gli interventi e le discussioni<br />

verteranno sulle varie prospettive della competitività,<br />

vista da parte dello Stato, di un’importante<br />

azienda nazionale ed internazionale e del più importante<br />

“Think-Tank” elvetico. Per parlare di sviluppo<br />

aziendale e territoriale, due aspetti che sono<br />

praticamente inscindibili, diamo quindi il benvenuto<br />

alla Consigliera di Stato e Direttrice del Dipartimento<br />

delle finanze e dell’economia, On. Laura<br />

Sadis, a Guido Garrone Direttore del Dipartimento<br />

Network and Informatics di Swisscom SA, membro<br />

del Board del Gruppo e co-fondatore di Fastweb in<br />

Italia e a Thomas Held, Direttore della Fondazione<br />

Avenir Suisse.<br />

Vi attendiamo numerosi il 9 ottobre <strong>2009</strong>.<br />

5


Contromano<br />

di Alessio del Grande<br />

6 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Grandi GeneratOri di traffiCO<br />

ma anChe Grandi GeneratOri<br />

di riCChezza<br />

Lo scorso agosto il Governo ticinese ha presentato<br />

l’aggiornamento del nuovo Piano Direttore cantonale.<br />

Presentazione che è venuta a cadere nel pieno delle<br />

polemiche tra la Città di Bellinzona e il Cantone per la<br />

realizzazione del nuovo stadio comunale. Uno scontro<br />

dai toni assai duri che ha risollevato il problema dei cosiddetti<br />

Grandi generatori di traffico, il nervo scoperto<br />

della pianificazione urbanistica e territoriale in <strong>Ti</strong>cino.<br />

Dei Grandi generatori di traffico (Ggt) si era parlato<br />

recentemente anche per la decisione di far pagare ai<br />

clienti il parcheggio, ora gratuito, nei centri commerciali,<br />

una misura che nelle intenzioni dei pianificatori<br />

cantonali dovrebbe incentivare l’uso dei mezzi pubblici<br />

e compensare, con il ricavo dei posteggi, i danni o i<br />

fastidi arrecati dal traffico privato. Aree nevralgiche su<br />

cui inciderebbe positivamente questa misura sono il<br />

Piano di Magadino, Pian Scairolo e la zona commerciale<br />

di Mendrisio che gravita attorno al Fox Town.<br />

Ma di Ggt se ne parla, comunque, ogni qual volta c’è in<br />

progettazione qualche importante insediamento commerciale<br />

o produttivo che, inevitabilmente, provocherà<br />

del traffico supplementare.<br />

Ma cosa s’intende per Grandi generatori di traffico? Le<br />

raccomandazioni dell’Ufam, l’Ufficio federale dell’ambiente,<br />

ne fissano caratteristiche e vincoli: “I grandi<br />

centri commerciali, i mercati specializzati e le strutture<br />

per il tempo libero, come cinema multiplex o i<br />

parchi acquatici, soddisfano molte esigenze dell’uomo<br />

moderno. E gli interessi economici legati alla loro realizzazione<br />

sono elevatissimi. Tuttavia, se da un lato<br />

possono fornire impulsi importanti allo sviluppo urbano<br />

dei trasporti, dall’altro tali strutture comportano<br />

un forte carico per l’ambiente. Un effetto analogo è,<br />

inoltre, prodotto dall’insediamento di grandi poli occupazionali”.<br />

Perciò, la loro ubicazione deve essere decisa,<br />

secondo le procedure stabilite, dal Piano direttore<br />

dei Cantoni, a cui viene così delegata una funzione<br />

d’indirizzo strategico nella pianificazione del territorio.<br />

Che siano attività commerciali, per il tempo libero o<br />

dei poli produttivi, è chiaro che si tratta d’insediamenti<br />

di cui oggi la collettività non può fare a meno. Ma i<br />

Gtg sono ormai diventati il bau bau, la minaccia della<br />

devastazione del territorio agitata di continuo dalle<br />

cerchie rosso verdi e da non pochi funzionari cantonali<br />

e federali, i quali interpretano la tutela della natura e<br />

la lotta all’inquinamento, con un tale furore ideologico<br />

che lascia ben poco spazio alla conciliazione intelligente<br />

di interessi diversi: le sacrosanti ragioni della<br />

salvaguardia ambientale e quelle dell’economia che<br />

non è solo profitto, ma anche posti di lavoro, redditi e<br />

ricchezza per tutti.<br />

Tanto per cominciare, per dare un senso completo<br />

alla funzione strategica dei Piani direttori cantonali,<br />

bisognerebbe,allora, guardare anche l’altra faccia della<br />

medaglia. Se tutte queste attività contribuiscono indubbiamente<br />

ad aumentare il traffico e l’inquinamento<br />

in determinate aree e a sovraccaricare le strade, esse<br />

però creano anche occupazione, con migliaia di posti<br />

di lavoro diretti e nell’indotto. Il che significa buste paga,<br />

ricchezza che si trasforma in consumi e in risparmi,<br />

con cui si finanziano gli investimenti per la produzione<br />

di altri beni e servizi. Sono, insomma, uno snodo chiave<br />

del tessuto commerciale e produttivo e del ciclo economico.<br />

Pensiamo solo un attimo a quanti impieghi si<br />

perderebbero, a quante persone resterebbero senza un<br />

lavoro, se con un colpo di bacchetta magica si cancellassero<br />

i centri commerciali del Piano di Magadino, di<br />

Grancia o di Mendrisio, a quanta ricchezza economica<br />

si sottrarrebbe al <strong>Ti</strong>cino e alla popolazione tutta. Certamente,<br />

ci sarebbe meno traffico, l’aria sarebbe più<br />

pulita, ma bisognerebbe pagare per questo un prezzo<br />

assai salato. Che probabilmente il <strong>Ti</strong>cino non potrebbe<br />

permettersi.<br />

Che in alcune aree commerciali si sia ormai raggiunto<br />

il punto critico col traffico è sotto gli occhi di tutti, ma<br />

non si può imputare del tutto a queste attività la causa<br />

di una tale situazione. A monte ci sono degli errori di<br />

pianificazione passati e presenti. Errori commessi soprattutto<br />

a cavallo degli anni ’70, quando ogni Comune<br />

pianificava per conto suo insediamenti commerciali,<br />

abitativi o infrastrutture per il tempo libero, senza una<br />

visione d’assieme dei comparti territoriali d’interesse<br />

intercomunale. Interventi del tutto disorganici poiché<br />

allora mancavano le linee strategiche delle agglomerazioni<br />

urbane, così come mancava l’intuizione delle<br />

potenzialità economiche indotte dai nuovi bisogni e<br />

dai nuovi consumi. Ma errori se ne fanno ancora oggi.<br />

Basta vedere quello che succede sul piano di Magadino,<br />

dove è stato bocciato il collegamento veloce con<br />

l’autostrada, mentre il traffico soprattutto nei periodi


di punta si è fatto insostenibile, ma dove si permette<br />

ancora di costruire e abitare quasi ai bordi delle strade<br />

principali, salvo poi lamentarsi, firmare petizioni e<br />

proteste perché ci sono troppe macchine.<br />

Se si pensa di risolvere oggi questi problemi con divieti,<br />

con posteggi esosi o altri provvedimenti per scoraggiare,<br />

penalizzandolo, il traffico privato, si fa un<br />

altro errore. Perché innanzitutto l’uso dell’auto privata<br />

è una scelta di libertà e di responsabilità personale,<br />

ma anche per il fatto che sono radicalmente cambiati<br />

Pubb VELADINI 9-09 A5 Or:Layout 1 15.9.<strong>2009</strong> 10:48 Pagina 1<br />

Società d’arti grafiche<br />

già Veladini & co SA<br />

Pensiamo anche<br />

alla natura...<br />

Abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo per l’ambiente, riciclando<br />

ogni scarto derivante dalla produzione ma non era abbastanza<br />

per garantire ai nostri clienti un prodotto a basso impatto ambientale.<br />

Nell’aprile 2007 abbiamo inserito nel nostro ciclo produttivo un sistema<br />

computer to plate Heidelberg per la preparazione digitale delle<br />

lastre di stampa che non utilizza più nessun tipo di sostanza chimica.<br />

Un primo passo subito seguito dall’utilizzo in stampa di inchiostri<br />

a base di oli vegetali, denominati BIO, nonché di carte<br />

certificate e rispettose dell’ecosistema.<br />

Nel luglio <strong>2009</strong> abbiamo ottenuto la Certificazione della Catena di<br />

Custodia secondo lo standard del Forest Stewardship Council (FSC).<br />

Offriamo la possibilità ai nostri clienti di realizzare i propri stampati<br />

sia gli orari e i tempi di lavoro che quelli per i consumi<br />

e le attività ludico ricreative. Non si esce più tutti<br />

allo stesso orario dalla fabbrica o dall’ufficio, né si va<br />

tutti assieme ad una certa ora o in un certo giorno a<br />

fare la spesa. È solo un’illusione pensare che ci possa<br />

essere una rete di trasporti pubblici tanto flessibile e<br />

tanto articolata da coprire questa frammentazione del<br />

tempo e della mobilità. Ecco perché bisogna lavorare<br />

a soluzioni intelligenti capaci di mediare tra interessi e<br />

bisogni diversi, ma tutti con pari legittimità.<br />

con carte provenienti da foreste certificate perchè gestite correttamente<br />

dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.<br />

Con il nostro impegno abbiamo attuato una scelta precisa, ora tocca<br />

a voi: per distinguere i vostri stampati scegliete il nostro processo produttivo<br />

a elevata sostenibilità, nel rispetto dell’ambiente.<br />

Società d’arti grafiche già Veladini & co SA - Grafica - Prestampa - Stampa - Legatoria<br />

via Besso 42 CH - 6903 Lugano tel. +41 091 966 11 61 fax +41 091 966 14 47 info@veladini.ch www.veladini.ch


Il tema<br />

di Alessio del Grande<br />

Poche settimane fa la rivista economica “Bilanz” ha pubblicato<br />

la classifica dell’attrattività delle città svizzere. E<br />

il <strong>Ti</strong>cino non n’è uscito bene. La graduatoria, che ha preso<br />

in esame 129 centri, ha visto in testa Zugo, seguita da<br />

Zurigo, mentre Lugano si è piazzata al 34esimo posto,<br />

Bellinzona al 95esimo e Locarno al 98esimo. I criteri<br />

valutativi riguardavano il mercato del lavoro, le opportunità<br />

per il tempo libero, i trasporti pubblici, la struttura<br />

sociale, la pressione fiscale, il turismo, la posizione geografica<br />

e la ricchezza, intesa anche come potere d’acquisto,<br />

costo dei terreni e degli affitti e modifica dei prezzi<br />

confrontandoli con l’anno precedente. Poiché il nostro<br />

Cantone non ha di certo brillato, si sono contestati, come<br />

al solito, i criteri di valutazione e la relatività dei risultati<br />

comparativi. Stesse reazioni per un’altra classifica, quella<br />

pubblicata ad agosto dal Credit Suisse sugli indicatori<br />

della qualità della localizzazione, (IQL), ossia l’attrattività<br />

dei singoli Cantoni per le aziende, che ha visto il <strong>Ti</strong>cino<br />

retrocedere dal 19esimo posto al 21esimo rispetto alla<br />

valutazione del 2004.<br />

Anche in questa classifica Zugo e Zurigo occupano le<br />

prime due posizioni, mentre il <strong>Ti</strong>cino ha perso punti soprattutto<br />

per il livello generale di formazione-istruzione<br />

della popolazione e per l’allacciamento alle grandi vie di<br />

comunicazione, restando più o meno nella media nazionale<br />

per quel che riguarda, invece, la pressione fiscale<br />

per privati e imprese, che è un altro importante criterio di<br />

giudizio. Anche in questo caso, considerati i magri risultati,<br />

si è lamentato il fatto che lo studio del Credit Suisse<br />

ha tenuto conto soltanto di pochi indicatori statistici, che<br />

non darebbero il giusto peso a tutti i fattori di attrattività.<br />

Che queste classifiche non siano scienza esatta è fuor di<br />

dubbio. Tuttavia, esse servono a segnalare quantomeno i<br />

punti deboli di un sistema Paese, i settori da migliorare<br />

o potenziare, le indicazioni che ne scaturiscono possono<br />

essere, quindi, assai preziose. Perché bene o male rappresentano,<br />

comunque, dei campanelli d’allarme per il <strong>Ti</strong>cino,<br />

soprattutto nel momento in cui la Svizzera è balzata al<br />

primo posto nella stima internazionale della competitività<br />

<strong>2009</strong>/2010 stilata dal Forum economico mondiale (WEF),<br />

che ha giudicato eccellenti la capacità d’innovazione e la<br />

cultura degli affari nel nostro Paese. Dunque, mentre la<br />

Svizzera eccelle, da noi si perdono colpi.<br />

8 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

attrattività e COmpetitività:<br />

il tiCinO perde SmaltO<br />

Ancora più preoccupanti sono i risultati di un recente<br />

studio della SUPSI sulla concorrenzialità fiscale intercantonale.<br />

La ricerca, coordinata dal professore Marco<br />

Bernasconi, ha messo in luce una pressione fiscale che<br />

in <strong>Ti</strong>cino favorisce particolarmente i redditi medio-bassi,<br />

mentre si situa nella media nazionale per quelli in mezzo,<br />

ma è nettamente al di sopra di essa per i redditi elevati<br />

che di fatto sono fortemente penalizzati. Si potrebbe<br />

obiettare: è giusto che i ricchi paghino più imposte. Ma<br />

ha avvertito Bernasconi: “È necessario tenere in considerazione<br />

che le persone fisiche molto facoltose, così come<br />

le società dalla notevole mobilità, possono essere indotte<br />

a lasciare il cantone o a non farne il proprio domicilio o<br />

sede per cercare situazioni fiscali più favorevoli altrove”.<br />

Con effetti devastanti per il <strong>Ti</strong>cino.<br />

Che lo si voglia o no, ha ricordato il professore, la concorrenza<br />

fiscale tra i Cantoni è un dato di fatto con cui<br />

bisogna fare i conti. Soprattutto se si pensa che in <strong>Ti</strong>cino<br />

la fascia dei contribuenti con alti redditi, oltre i 250 mila<br />

franchi, versa alle casse dello Stato ben 170 milioni sui<br />

632 del gettito fiscale complessivo delle persone fisiche.<br />

Per scongiurare il pericolo di fuga dei contribuenti ricchi,<br />

ma senza alterare il meccanismo sociale della fiscalità<br />

ticinese, tra i correttivi suggeriti da Bernasconi, e dal<br />

team del Centro di competenze tributarie della SUPSI, c’è<br />

la proposta di fissare un’aliquota massima dell’11% per<br />

l’imposta cantonale, con una riduzione di quattro punti<br />

rispetto a quella odierna, e del 2,4 per mille sulla sostanza.<br />

Un correttivo che potrebbe attirare altri contribuenti<br />

ricchi e convincere a restare quelli che già ci sono. Perché<br />

sono soprattutto loro ad alimentare il fisco in un Cantone<br />

dove il 25% dei contribuenti, vale a dire circa 42 mila<br />

persone, sono esenti da imposta a causa delle loro condizioni<br />

economiche. Ma bisogna muoversi in fretta, perché<br />

altrove non si sta di certo a guardare. Difatti, l’aliquota<br />

massima che in <strong>Ti</strong>cino si vorrebbe portare all’11%, alcuni<br />

Cantoni l’hanno già abbassata addirittura attorno al<br />

6%. E che non si venga a dire che così si svuoteranno le<br />

casse dello Stato. La strategia di sgravi portata avanti tra<br />

il 1995 e il 2003 ha prodotto, difatti, maggiori entrate<br />

per l’erario: tra il 1996 e il 2008 il gettito delle persone<br />

fisiche è aumentato del 18% e quello delle persone giuridiche<br />

è cresciuto addirittura del 61%.


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Ospite<br />

Intervista di Lisa Pantini con Guido Garrone, Direttore del Dipartimento Network and Informatics di Swisscom SA,<br />

membro del Board del Gruppo e co-fondatore di Fastweb in Italia<br />

le nuOve teCnOlOGie e l’it al ServiziO<br />

della COmpetitività<br />

Guido Garrone<br />

Nato a Milano nel 1961, laureato<br />

nel 1986 in Ingegneria<br />

Elettronica Telecomunicazioni<br />

presso il Politecnico di<br />

Milano con una tesi intitolata<br />

“Integrazione voce-dati-video<br />

su una rete locale ad alta<br />

velocità”. Ha perfezionato gli<br />

studi con un Corso in General<br />

Management presso l’ISTUD. Ha fatto esperienze<br />

professionali nei settori dell’ICT e dei Servizi di Telecomunicazioni,<br />

con ruoli di responsabilità crescenti<br />

in Società quotate in Borsa, in Italia e all’Estero.<br />

Nel 1999 ha preso parte allo start-up di FastWeb in<br />

qualità di partner co-fondatore, ricoprendo il ruolo di<br />

Chief Technology Officer della società. Ha contribuito<br />

al successo dell’azienda creando la prima offerta<br />

triple play in tecnologia IP su una rete di accesso<br />

interamente in fibra ottica. Dal 1° Gennaio 2008 è responsabile<br />

del dipartimento Network and Informatics<br />

di Swisscom AG e membro del Board del Gruppo. Dal<br />

settembre 2005 è membro del Consiglio dell’Ordine<br />

degli Ingegneri della Provincia di Milano. È relatore a<br />

livello nazionale ed internazionale in diversi Seminari<br />

e Convegni, nonché presso la Fondazione Politecnico<br />

per l’Innovazione e presso il MIP.<br />

Come ha cambiato l’economia lo sviluppo di nuove<br />

tecnologie della comunicazione?<br />

“Mi sono laureato a metà degli anni Ottanta del secolo<br />

scorso, vivo quindi da 25 anni nel settore dell’ICT. A<br />

quel tempo, al Politecnico di Milano, ovvero nel tempio<br />

italiano della tecnologia, si vedevano i primi Personal<br />

Computer basati su sistema operativo MS-DOS, qualche<br />

modem analogico a 1.200 bit per secondo, le prime<br />

LAN facevano capolino utilizzando cavi che sembravano<br />

più idonei al trasporto dell’alta tensione elettrica.<br />

Quando ho cominciato a lavorare, le comunicazioni interne<br />

erano cartacee e venivano debitamente firmate<br />

secondo rigidi canoni gerarchici, il fax era un’eccezione<br />

e per utilizzarlo occorreva un’autorizzazione. Che cosa<br />

è successo da allora? Una crescita esponenziale della<br />

potenza di calcolo grazie allo sviluppo di chip sempre<br />

più potenti (cosiddetta Legge di Moore). Si è intuita<br />

poi l’importanza di distribuire questa potenza di calcolo<br />

dagli elaboratori centrali ai PC. Questa distribuzione ha<br />

fatto capire l’importanza della rete e della velocità di<br />

trasmissione ovvero del concetto di banda larga. Grazie<br />

all’avvento del protocollo IP la rete è diventata Internet<br />

che, utilizzata inizialmente nelle Università o da qualche<br />

tecno-fan, ha preso la dimensione del fenomeno di massa<br />

che attualmente conosciamo. Qui la larghezza di banda<br />

è diventata un fattore fondamentale, oggi parliamo,<br />

infatti, di High Speed Internet quando abbiamo accessi<br />

dell’ordine di qualche decina di Megabit al secondo e<br />

questo trend crescerà sempre di più grazie all’arrivo della<br />

fibra ottica nella rete di distribuzione. Che dire poi<br />

della comunicazione personale? La telefonia cellulare è<br />

esplosa e ognuno di noi ha uno o più telefonini in tasca.<br />

Inoltre, da qualche anno, si parla sempre più di palmari<br />

ovvero di computer da tasca che permettono a loro volta<br />

di inviare e ricevere mail, navigare in Internet e scaricare<br />

applicazioni software di ogni tipo. Anche qui il fenomeno<br />

della banda larga in mobilità è inarrestabile. Potremmo<br />

oggi fare impresa, in qualsiasi filiera industriale,<br />

senza il supporto di tutte queste tecnologie utilizzate<br />

in modo convergente? Assolutamente no! Oggi siamo<br />

connessi da casa, in ufficio per strada e questo influisce<br />

sul nostro modo di fare business e quindi sull’economia.<br />

Il nostro ufficio oggi è l’automobile, l’aeroporto, il treno;<br />

l’organizzazione aziendale cambia e si virtualizza a vantaggio<br />

di una maggior efficacia ed efficienza”.<br />

La tecnologia è un requisito chiave per la<br />

competitività. Come restare al passo di uno<br />

sviluppo tecnologico sempre più veloce?<br />

“Grazie all’ICT si è creata un’accelerazione impressionante<br />

nel modo di vivere e lavorare al punto che oggi,<br />

come dicevamo, non potremmo farne a meno. Il cosiddetto<br />

fenomeno della globalizzazione, favorito dalla<br />

penetrazione della tecnologia, permette di accedere a<br />

una scelta di prodotti e servizi molto più ampia che<br />

nel passato e, contemporaneamente, di presentare la<br />

propria offerta in real time ad una clientela mondiale.<br />

Tutto questo favorisce la competizione e l’innovazione.<br />

In particolare la banda larga rappresenta uno dei driver<br />

11


Ospite<br />

Intervista di Lisa Pantini con Guido Garrone, Direttore del Dipartimento Network and Informatics di Swisscom SA,<br />

membro del Board del Gruppo e co-fondatore di Fastweb in Italia<br />

dello sviluppo dell'intera Nazione ed è un fattore di forte<br />

evoluzione della struttura socioeconomica del territorio.<br />

Basta pensare alla possibilità di ridurre il traffico inutile<br />

sulle strade favorendo il telelavoro o la videocomunicazione.<br />

Con la conseguenza, ad esempio, di sviluppare<br />

in termini assoluti l'occupazione, tema spinoso in questi<br />

periodi, attraverso sia part time che job sharing. Non<br />

parliamo poi delle prospettive di modernizzazione di tutta<br />

la Pubblica Amministrazione che, grazie alle tecnologie<br />

di comunicazione più evolute, può trarre un indubbio<br />

vantaggio dal punto di vista della sua organizzazione<br />

ma può altresì migliorare, incrementare e rendere più<br />

efficiente il proprio rapporto col cittadino. D’altro canto<br />

questa vorticosa evoluzione della tecnologia, se da un<br />

lato cambia e incrementa la possibilità di fare del business,<br />

dall’altro introduce la necessità di mantenere<br />

la propria infrastruttura ICT sempre aggiornata. Questo<br />

aggiornamento non può essere più affidato a modelli fai<br />

da te. Siamo un po’ come nel settore automobilistico,<br />

nei primi anni della motorizzazione di massa c’erano<br />

persone appassionate che provavano a metter le mani<br />

nel motore per provare a ripararlo in caso di guasto,<br />

oggigiorno – anche per i modelli di auto più semplici<br />

– gli automobilisti girano semplicemente la chiave<br />

d’accensione e partono, in caso di guasto si rivolgono<br />

ad officine o a centri servizi specializzati senza perdere<br />

tempo per attività che non conoscono e che potrebbero<br />

compromettere le prestazioni del loro mezzo. In ogni attività<br />

occorre quindi avere al proprio fianco partner specializzati<br />

e affidabili per potersi concentrare al meglio<br />

nel proprio business. Noi di Swisscom, ci proponiamo<br />

di stare a fianco dei nostri Clienti per offrire soluzioni su<br />

misura che coprano tutte le loro esigenze nel campo ICT.<br />

Voce o dati, rete mobile o fissa, unified comunication,<br />

un prodotto singolo o una soluzione globale: siamo in<br />

grado di offrire ai nostri clienti progettazione, realizzazione<br />

e gestione della loro infrastruttura ICT grazie<br />

alla nostra leadership nel settore della comunicazione<br />

a supporto del business. Alle aziende Swisscom è in<br />

grado di offrire da un unico fornitore soluzioni voce e<br />

dati nei settori della multimedialità, della sicurezza e<br />

della gestione allarmi, il tutto in modo personalizzato,<br />

competente ed affidabile”.<br />

12 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

L’attuale sistema formativo è orientato<br />

sufficientemente sull’acquisizione tecnologica o<br />

bisognerebbe fare qualcosa di più?<br />

“Sì, personalmente sono convinto che in Svizzera il sistema<br />

formativo sia positivamente orientato a sviluppare al<br />

meglio l'acquisizione di competenze tecnologiche da parte<br />

dei ragazzi. Inoltre, tramite l’istituto dell’apprendistato,<br />

viene favorito l’avvicinamento al mondo del lavoro e quindi<br />

la possibilità di acquisire una competenza tecnologica non<br />

solamente dal punto di vista teorico. Swisscom contribuisce<br />

attivamente a tale crescita di competenza dei nostri<br />

giovani offrendo connessioni a larga banda gratuite per tutte<br />

le scuole e permettendo ai propri apprendisti di compiere<br />

significativi tirocini in campo tecnologico. Infatti, oltre<br />

che nei tradizionali settori del commercio e della vendita al<br />

dettaglio, Swisscom ha focalizzato la propria offerta formativa<br />

per gli apprendisti su tre importanti profili professioni<br />

dell’ICT: informatico, telematico e mediamatico; il tutto<br />

con un concetto di formazione professionale innovativo<br />

e orientato al futuro che rende possibile promuovere le<br />

competenze tecniche della persona”.<br />

In che misura, in tempi di crisi, gli investimenti<br />

tecnologici sono ancora più necessari che non in<br />

fase di espansione?<br />

“Come noto, gli investimenti in tecnologia e infrastrutture<br />

sono definiti anticiclici e sono un elemento chiave soprattutto<br />

in periodi di non crescita o, tecnicamente, di recessione<br />

come l’attuale, caratterizzato da un continuo segno<br />

negativo dei PIL dei principali Paesi industrializzati. Per le<br />

ragioni già esposte promuovere la banda larga e diffondere<br />

l’alfabetizzazione informatica può davvero far compiere un<br />

ulteriore salto di qualità al nostro Paese. In tale senso è<br />

fondamentale avere condizioni regolatorie stabili che consentano<br />

di lanciare piani di investimento con la garanzia<br />

di un corretto ritorno economico. Occorre poi stimolare la<br />

crescita del mercato con un’azione sui servizi che alimentano<br />

la domanda, ad esempio favorendo l’e-government.<br />

La norma deve diventare il web e la carta l’eccezione. Gli<br />

investimenti in rete d’accesso in fibra ottica e delle relative<br />

tecnologie fotoniche sono, in tal senso, un formidabile<br />

strumento per preparare il Paese alle sfide future creando<br />

un incremento occupazionale significativo”.


Ospite<br />

Intervista di Lisa Pantini con il Dr. Thomas Held,<br />

Direttore del think tank Avenir Suisse<br />

Thomas Held<br />

COmpetitività: la Svizzera<br />

Si preSenta ai ranGhi di partenza<br />

in una buOna pOSiziOne<br />

Il Dr. Thomas Held è Direttore del think tank Avenir<br />

Suisse. Questa fondazione è stata creata nel 1999<br />

grazie all’iniziativa di 14 ditte svizzere attive internazionalmente<br />

ed è diventata operativa nel 2001. Avenir<br />

Suisse si occupa di approfondire temi di politica economica<br />

e sociale rilevanti per il futuro della Svizzera<br />

e di creare dibattiti presentando tempestive proposte<br />

di risoluzione. Thomas Held ha ricevuto negli anni ‘90<br />

il mandato per il progetto di sviluppo e realizzazione<br />

del centro culturale e congressuale di Lucerna (KKL).<br />

È stato editorialista per Bilanz a cavallo tra gli anni<br />

‘80 e ‘90; nel 1989 ha fondato un proprio ufficio per<br />

consulenze strategiche e analisi, lavorando su mandato<br />

per consulenze e sviluppo di prodotti per il settore<br />

dei media, nei servizi e nell’industria. Negli anni ‘80<br />

ha lavorato tra gli altri presso la Hayek Engineering<br />

ed ha rivestito diverse funzioni tra le quali quella di<br />

direttore editoriale presso la Ringier AG. Thomas Held<br />

ha studiato sociologia e germanistica all‘università di<br />

Zurigo proseguendo la sua ricerca<br />

e carriera accademica<br />

presso le università di Vienna,<br />

Standford e Berkeley nei<br />

campi della sociologia della<br />

famiglia, demografica e lifecourse.<br />

Nelle classifiche internazionali, la Svizzera<br />

mantiene sempre ottime posizioni per il suo<br />

sistema competitivo. Come giudica l’attuale livello<br />

d'attrattività e concorrenzialità generale di sistema-<br />

Paese?<br />

“In seguito ai molteplici sforzi internazionali compiuti<br />

dal G20 e da altre organizzazioni nell’intento<br />

di stabilizzare il sistema finanziario e di superare<br />

la crisi economica, le possibilità di adottare soluzioni<br />

isolate di varia natura a livello regolamentare<br />

sono senza dubbio diminuite. A ciò si aggiungono<br />

le pressioni fiscali nella maggior parte dei Paesi<br />

occidentali quale conseguenza degli interventi di<br />

salvataggio a favore del sistema finanziario e dei<br />

programmi congiunturali di portata mai vista in<br />

passato. Ciò significa anche che, a lungo andare,<br />

i modelli di business basati su queste eccezioni<br />

tenderanno ad appartenere sempre più al passato.<br />

Nell’ottica dei global player svizzeri si tratta però<br />

soprattutto anche di evitare regolamentazioni nazionali<br />

che si discostano dagli standard europei e<br />

in particolare da quelli anglosassoni. Nonostante<br />

questa tendenza verso un «livellamento» regolamentare,<br />

su scala mondiale si riscontrano enormi<br />

differenze nel già citato grado di indebitamento.<br />

Non va infatti dimenticato che, oltre all’«Occidente»<br />

fortemente indebitato, in «Oriente» e in particolare<br />

in Medio Oriente e in Asia vi sono parecchi<br />

Paesi che sono tuttora creditori netti. Queste<br />

differenze nel grado d’indebitamento pubblico – e<br />

di conseguenza anche nella capacità di intervento<br />

dei rispettivi governi – sono destinate a influenzare<br />

notevolmente la futura capacità competitiva dei<br />

singoli Paesi. La Svizzera vanta in questo contesto<br />

un’ottima posizione di partenza rispetto ad altre<br />

economie altamente sviluppate, non da ultimo perché<br />

la sua politica è riuscita a resistere alla tentazione<br />

di adottare a sua volta programmi onerosi e<br />

poco efficaci per stimolare l’economia”.<br />

13


Ospite<br />

Intervista di Lisa Pantini con il Dr. Thomas Held,<br />

Direttore del think tank Avenir Suisse<br />

Quali sono i fattori competitivi che in Svizzera<br />

bisognerebbe potenziare?<br />

“Quale possibile conseguenza della crisi negli ultimi<br />

tempi si è parlato spesso, in particolare nel caso<br />

della Svizzera, di un ridimensionamento del settore<br />

finanziario. Alla luce della contrazione mondiale dei<br />

patrimoni e della riduzione dei margini in seguito a<br />

costi regolamentari più ingenti (dettati ad esempio<br />

da requisiti più restrittivi in termini di capitale proprio),<br />

anche Avenir Suisse ha prudentemente accettato<br />

la tesi di un ridimensionamento strutturale<br />

del settore nell’ordine del 10-15%. È chiaro però<br />

che questo evento, a fronte del peso straordinariamente<br />

elevato che il settore assume in Svizzera,<br />

comporterebbe una diminuzione del PIL nell’ordine<br />

del 1-2%. Da tutto ciò sorge spontanea la domanda<br />

relativa alle possibilità di una «nuova creazione di<br />

valore aggiunto», come sottolineano ripetutamente<br />

gli stessi rappresentanti del «Werkplatz Schweiz».<br />

Oltre alla promozione dell’innovazione nel settore<br />

industriale, non si dovrebbero tuttavia dimenticare<br />

in questo contesto neppure i servizi altamente<br />

specializzati prodotti nel nostro Paese. A questo<br />

proposito si dovrebbe riflettere soprattutto su come<br />

orientare più spiccatamente al mercato e rendere<br />

dunque anche più facilmente «esportabili» i settori<br />

prevalentemente statalizzati della formazione e nel<br />

settore sanitario. Ciò presuppone naturalmente il<br />

varo di importanti riforme, come l’autonomizzazione<br />

delle università e degli ospedali dalle rispettive<br />

dipendenze cantonali”.<br />

Cioccolato, coltellini svizzeri, ex-Swissair,<br />

formaggio, ecc. erano i marchi dell’immagine<br />

svizzera. Quali sono oggi i simboli del “Made in<br />

Switzerland” e della “svizzerità”?<br />

“Al di là dell’industria orologiera, nota a livello universale,<br />

vi sono tuttavia anche molti marchi hightech,<br />

invenzioni e applicazioni che riscuotono successo<br />

a livello internazionale. Ma, soprattutto, esi-<br />

14 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

stono istituzioni eccellenti come i nostri Politecnici<br />

federali che simboleggiano la «swissness», senza<br />

dimenticare prestazioni individuali come quelle realizzate<br />

da famosi architetti svizzeri o da apprendisti<br />

di successo in occasione delle Olimpiadi dei<br />

mestieri”.<br />

Nell’ultimo studio del Credit Suisse, il <strong>Ti</strong>cino perde<br />

velocità nella classifica della localizzazione,<br />

soprattutto per livello generale di istruzione e<br />

collegamenti stradali. In che misura questi fattori<br />

rischiano di pregiudicare il futuro del Cantone?<br />

“I confronti regionali e cantonali trascurano probabilmente<br />

la posizione unica del <strong>Ti</strong>cino all’interno della<br />

Svizzera. Tra questi elementi di unicità figura per<br />

definizione anche la sua particolare topografia. Non<br />

sono sicuro che sia giusto esigere solo per questo<br />

una sempre maggiore estensione dei collegamenti<br />

stradali. Lo sviluppo del <strong>Ti</strong>cino, ma anche di altre<br />

località della Svizzera dimostra che le autostrade<br />

e i collegamenti ferroviari veloci portano allo spopolamento<br />

di alcune località. Il futuro del <strong>Ti</strong>cino<br />

– come peraltro anche quello di molti altri cantoni<br />

caratterizzati da un’economia più debole – dipende<br />

a mio parere dalla loro capacità di instaurare una<br />

collaborazione di successo, rispettivamente dalla<br />

loro integrazione economica con i centri di crescita,<br />

in particolare con l’area metropolitana di Zurigo.<br />

Un esempio è quello della Svizzera centrale dove<br />

la sua utilità potenziale viene identificata oggi nel<br />

suo ruolo di «fornitore», di regione di residenza e<br />

di luogo di vacanza per il polo di Zurigo. Penso che<br />

un nuovo rafforzamento del legame economico, ma<br />

anche personale e culturale del <strong>Ti</strong>cino con «Zurigo»<br />

(che notoriamente non comprende soltanto il Cantone!)<br />

offrirebbe in ultima analisi più vantaggi di tante<br />

lamentele sulla condizione di minoranza del <strong>Ti</strong>cino<br />

trascurata da Berna. E se sfruttata nel modo giusto,<br />

la NFTA creerà presupposti del tutto nuovi per un<br />

tale rafforzamento dell’integrazione Nord-Sud”.


Agenda<br />

• Venerdì 9 ottobre <strong>2009</strong>, alle ore 16.30 presso Hotel<br />

De La Paix a Lugano: Assemblea generale ordinaria <strong>Cc</strong>-<br />

<strong>Ti</strong>, per informazioni e iscrizioni contattare la Signora<br />

Veljkovic: veljkovic@cc-ti.ch<br />

• Lunedì 19 ottobre, presso <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> (6° piano): Presentazione<br />

delle opportunità offerte dal recente accordo<br />

di libero scambio tra la Svizzera e il Canada, per informazioni<br />

e iscrizioni contattare la Signora Veljkovic:<br />

veljkovic@cc-ti.ch<br />

• Lunedì 30 novembre, presso <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> (6° piano): Opportunità<br />

di business in India, per informazioni e iscrizioni<br />

contattare la Signora Veljkovic: veljkovic@cc-ti.ch<br />

siti web statici o dinamici<br />

siti web aggiornabili dal pannello<br />

di amministrazione<br />

siti web dinamici con database<br />

siti web animati in Flash<br />

15


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neGli anni 2007-2008:<br />

un’evOluziOne pOSitiva<br />

Vi informiamo che sul nostro sito web,<br />

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www.cc-ti.ch/index.cfm?fuseaction=m6.<br />

home&lan=it&showNewsDetail=79<br />

potete trovare un’interessante bilancio del-<br />

la campagna cantonale di mobilità azien-<br />

dale sugli anni 2007 – 2008,<br />

edito dal Dipartimento del Territorio (DT)<br />

e dalle Commissioni regionali dei trasporti<br />

(CRT), nonché gli obiettivi della stessa<br />

campagna per il periodo <strong>2009</strong>-2011.<br />

Per maggiori informazioni<br />

è possibile contattare:<br />

Fabienne Bonzanigo,<br />

Sezione della mobilità,<br />

Via Lugano 23, 6500 Bellinzona,<br />

dt-sm@ti.ch,<br />

www.ti.ch/mobilita-aziendale


Diritto<br />

di Simona Morosini Marconi, Responsabile Servizio giuridico <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

nuOvO dirittO della SaGl:<br />

Si avviCina il 31 diCembre <strong>2009</strong><br />

per eventuali adeGuamenti<br />

Il 1° gennaio 2008 è entrato in vigore il nuovo diritto<br />

della Società a garanzia limitata (Sagl). Tra i principali<br />

cambiamenti, ricordiamo in particolare i seguenti (la lista<br />

non vuole essere esaustiva, per questioni di spazio):<br />

• possibilità di costituzione di Sagl unipersonali;<br />

• capitale sociale minimo di 20'000, da versare integralmente<br />

al momento della costituzione della società,<br />

rispettivamente abolizione del tetto massimo di fr.<br />

2'000'000;<br />

• soppressione della responsabilità sussidiaria e solidale<br />

dei soci in relazione al capitale sociale non liberato;<br />

• soppressione della possibilità di chiedere il fallimento<br />

della società in caso di fallimento di uno dei soci<br />

gerenti;<br />

• possibilità per i soci di detenere più di una quota sociale<br />

e abbandono dell’obbligo della forma autentica<br />

per la cessione di quote;<br />

• abbassamento del valore minimo delle quote sociali<br />

da fr. 1'000.- a fr. 100.-;<br />

• possibilità di imporre un divieto di concorrenza ai soci<br />

non gerenti;<br />

• introduzione del principio della revisione dei conti<br />

(ordinaria o limitata), rispettivamente possibilità della<br />

rinuncia al revisore (“opting out”);<br />

• possibilità di far valere giudiziariamente un diritto di<br />

uscita dalla società, rispettivamente di escludere un<br />

socio in via giudiziaria, per motivi gravi, oppure possibilità<br />

di far valere un diritto di recesso, rispettivamente<br />

di esclusione di un socio, se previsto negli statuti;<br />

• limitazione dell’obbligo statutario per i soci di effettuare<br />

versamenti suppletivi e prestazioni accessorie;<br />

• soppressione dell’obbligo di consegnare annualmente<br />

presso l’Ufficio registri l’elenco dei nomi dei soci e<br />

l’ammontare dei conferimenti e prestazioni da essi<br />

effettuati;<br />

• mantenimento delle restrizioni alla trasmissione delle<br />

quote sociali, ma introduzione di agevolazioni (delibera<br />

dell’assemblea dei soci approvata da almeno due terzi<br />

dei voti rappresentati e dalla maggioranza assoluta del<br />

capitale sociale per il quale può essere esercitato il<br />

diritto di voto; possibilità di prevedere negli statuti un<br />

regime diverso, ad esempio l’esclusione della cessione<br />

delle quote, oppure la rinuncia all’approvazione della<br />

cessione;<br />

• nuovi art. 808a e 809 cpv. 4 2a frase, che introducono<br />

il principio del voto preponderante del Presidente<br />

dell’assemblea dei soci, rispettivamente del Presidente<br />

dei gerenti.<br />

A partire da quando si applica il nuovo diritto?<br />

Al fine di determinare quale sarà il regime applicabile<br />

alle Sagl costituite prima del 1° gennaio 2008, è<br />

indispensabile riferirsi agli articoli da 1 a 11 delle disposizioni<br />

transitorie del Codice delle obbligazioni (CO)<br />

relative a tale modifica. Secondo il principio generale<br />

previsto all’art. 1 delle disposizioni transitorie, le nuove<br />

disposizioni di legge si applicano dal 1° gennaio 2008<br />

anche alle Sagl già esistenti. A seconda dei casi, è però<br />

previsto un termine di 2 anni, che scadrà dunque il<br />

31.12.<strong>2009</strong>, affinché le Sagl esistenti adeguino i loro<br />

statuti e regolamenti, se non conformi alle nuove disposizioni.<br />

In caso di mancato adeguamento degli statuti<br />

entro tale termine, non vi è però alcun rischio di dissoluzione<br />

giudiziaria della società. Occorre inoltre precisare<br />

che la maggior parte delle nuove diposizioni non ha<br />

carattere imperativo.<br />

Effetti del mancato adeguamento<br />

Fra i possibili effetti, citiamo in particolare quello derivante<br />

dall’art. 3 delle disposizioni transitorie, il quale<br />

prevede che se i conferimenti non sono stati eseguiti<br />

sino a concorrenza del prezzo di emissione dell’insieme<br />

delle quote sociali entro due anni (ossia entro il 31<br />

dicembre <strong>2009</strong>), i soci risponderanno conformemente<br />

al previgente art. 802 CO. Ciò significa che, in caso di<br />

mancato adeguamento tramite liberazione integrale dei<br />

conferimenti, i soci continueranno a rispondere in modo<br />

solidale e sussidiario per il capitale sociale non liberato.<br />

In termini ancora più concreti, in assenza di versamento<br />

integrale del capitale sociale entro il 31.12.<strong>2009</strong>,<br />

può accadere che un socio titolare di una quota sociale<br />

minima (ad esempio fr. 1'000) debba rispondere per il<br />

capitale sociale (fissato ad esempio a fr. 2 Mio) qualora,<br />

a sua insaputa, il capitale sociale sia stato rimborsato<br />

17


Diritto<br />

di Simona Morosini Marconi, Responsabile Servizio giuridico <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

agli altri soci o non sia stato versato. Inoltre, se vengono<br />

trasferite quote sociali non interamente liberate, la<br />

responsabilità solidale e sussidiaria passa all’acquirente.<br />

Spetta a quest’ultimo premurarsi, procedendo alle<br />

opportune verifiche prima di acquisire le quote.<br />

L’art. 2 cpv. 3 delle disposizioni transitorie prevede inoltre<br />

che le nuove disposizioni che sanciscono il regime<br />

legale secondo cui il Presidente dell’assemblea dei soci,<br />

rispettivamente il Presidente dei gerenti, hanno voto<br />

preponderante, si applicheranno alle Sagl già esistenti<br />

che non dovessero aver escluso tale principio nei loro<br />

statuti entro il 31.12.<strong>2009</strong>. Tale applicazione potrà però<br />

avvenire solo dopo la scadenza del termine per l’adeguamento<br />

(ossia dal 1° gennaio 2010). In assenza di<br />

esclusione statutaria entro il 31.12.<strong>2009</strong>, i Presidenti<br />

summenzionati avranno pertanto, per legge, voto preponderante.<br />

Sempre con riferimento al diritto di voto, l’articolo 9<br />

delle disposizioni transitorie prevede che se la Sagl ha<br />

semplicemente riprodotto nello statuto disposizioni del<br />

diritto previgente che prevedono maggioranze qualificate<br />

per le deliberazioni dell’assemblea dei soci, questa<br />

può, entro il 31.12.<strong>2009</strong>, decidere a maggioranza dei<br />

voti rappresentati di adeguare tali disposizioni al nuovo<br />

diritto. Se ne deduce che, in assenza di tale adeguamento,<br />

la Sagl rimane assoggettata al diritto previgente,<br />

riprodotto negli statuti.<br />

Agli articoli 4, 5, 6, 7, 8 e 10 delle disposizioni transitorie<br />

si trovano ulteriori indicazioni circa la sorte dei buoni<br />

di partecipazione e buoni di godimento, l’acquisto di<br />

quote sociali proprie, determinati versamenti suppletivi,<br />

l’ufficio di revisione, il diritto di voto in caso di emissione<br />

di nuove quote sociali, nonché la soppressione di azioni<br />

e di quote sociali in caso di risanamento.<br />

Reminder di altre modifiche: gestione e<br />

rappresentanza<br />

Un'altra rilevante modifica del diritto della Sagl riguarda<br />

la rappresentanza e la gerenza della società. A differenza<br />

18 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

del diritto previgente, che era assai impreciso, i nuovi<br />

disposti si prefiggono di enunciare in modo chiaro le attribuzioni<br />

dell’assemblea dei soci (art. 804 cpv. 2), dei<br />

gerenti (art. 810 cpv. 2) e, per quanto esistente, dell’organo<br />

di revisione (art. 818 cpv. 1).<br />

Il nuovo diritto distingue in modo chiaro gestione e<br />

rappresentanza della società. In materia di “gestione”,<br />

l’art. 809 instaura il principio della gestione collettiva<br />

da parte dei soci, a meno di diverso disciplinamento<br />

previsto negli statuti (ad esempio: delega ad un gerente).<br />

Per quanto riguarda invece la “rappresentanza”,<br />

l’art. 814 chiarisce che “ogni gerente” ha il potere di<br />

rappresentare la società (a meno di diverso disciplinamento<br />

previsto negli statuti e premesso che almeno un<br />

gerente sia autorizzato a rappresentare la società). Nel<br />

diritto previgente “tutti i soci” avevano invece di principio<br />

diritto alla rappresentanza in comune della società<br />

(salvo disposizione diversa prevista negli statuti). Tale<br />

principio non rispondeva più ai bisogni delle imprese e<br />

complicava le relazioni con i terzi. Tale modifica dovrebbe<br />

contribuire a portare maggiore chiarezza e sicurezza<br />

nei rapporti giuridici con terzi.<br />

Vi sono molte possibilità di deroga statutaria al principio<br />

della rappresentanza da parte dei gerenti. La rappresentanza<br />

può ad esempio essere affidata a dei soci gerenti,<br />

a dei soci non gerenti, oppure a dei terzi gerenti o non<br />

gerenti. La legge pone però due limiti in caso di deroga<br />

statutaria: il primo vuole che almeno un gerente abbia<br />

qualità per rappresentare (da solo) la società (art. 814.<br />

cpv. 1 CO). Il secondo limite è enunciato all’art. 814<br />

cpv. 3 CO ed esige che almeno una persona autorizzata<br />

a rappresentare la società (ad esempio un direttore o un<br />

gerente con firma individuale) sia domiciliato in Svizzera<br />

(a tal fine, è sufficiente il permesso B). Le persone autorizzate<br />

a rappresentare la società devono in ogni caso<br />

essere iscritte nel registro di commercio.<br />

Avete domande su questa o altre tematiche?<br />

Contattateci: www.cc-ti.ch


Attualita`<br />

di Alessio del Grande<br />

un 16 Settembre da dimentiCare<br />

Con il Senatore neocastellano Didier Burkhalter, il<br />

PLR ha mantenuto il seggio di Pascal Couchepin.<br />

Un’elezione che non ha riservato sorprese, il PPD<br />

ha mostrato i muscoli con Schwaller, il Senatore<br />

ticinese Dick Marty omaggiato con 34 voti e al<br />

quarto turno è stato eletto Burkhalter. Per il <strong>Ti</strong>cino<br />

la partita si era già chiusa prima che a Palazzo<br />

si cominciasse a giocare davvero. La bocciatura<br />

delle candidature di Fulvio Pelli e Luigi Pedrazzini<br />

aveva tagliato fuori le speranze del Cantone di<br />

ottenere finalmente, dopo dieci anni di attesa, un<br />

seggio in Governo. Inutile, ormai, recriminare sugli<br />

errori, o presunti tali, commessi nel sostenere le<br />

candidature ticinesi. Piuttosto questo 16 settembre<br />

ci ha insegnato due cose: bisogna capire perché<br />

il <strong>Ti</strong>cino sia così poco considerato a Berna e<br />

come risolvere questo problema; in secondo luogo<br />

anche in questa occasione si è dato del federalismo,<br />

ossia dell’essenza stessa della nazione e<br />

dello Stato elvetico una ben miserevole rappresentazione.<br />

Ben lontana da un vero dibattito politico<br />

capace di affrontare il nodo di un Governo federale<br />

all’altezza dei nuovi problemi che il paese deve<br />

gestire e risolvere sul piano interno e su quello<br />

internazionale.<br />

Riguardo al primo punto è ormai da anni che ci<br />

si lamenta della scarsa attenzione di cui il nostro<br />

Cantone gode a Berna. Ma poco si è fatto per guadagnarsi<br />

o imporre una maggiore considerazione,<br />

se non i soliti lamenti e piagnistei. Eppure, il <strong>Ti</strong>cino<br />

avrebbe le sue carte da giocare nella capitale.<br />

Avrebbe da giocare la sua specificità territoriale,<br />

la contiguità con la Lombardia, una delle aree economicamente<br />

più forti dell’Europa, realtà questa<br />

del tutto ignorata a Berna. Avrebbe da giocare il<br />

suo peso di terza piazza finanziaria del paese, le<br />

sue radici culturali che affondano nel cuore della<br />

più autentica civiltà europea. Tra economia, geografia<br />

e cultura abbiamo un capitale strategico che<br />

sino ad ora non è stato adeguatamente investito<br />

e valorizzato, limitandosi solo a tendere la mano.<br />

Ancora più delicato e complesso è il problema<br />

di un Governo all’altezza della Svizzera di oggi.In<br />

questi ultimi mesi, mentre abbiamo visto acuirsi<br />

alcuni mali ormai storici, quali l’esplosione dei costi<br />

sanitari, con il continuo aumento dei premi delle<br />

casse malati, l’impossibile riduzione della spesa<br />

pubblica con la mancata riforma per modernizzare<br />

il Welfare state, sul piano internazionale abbiamo<br />

ricevuto anche clamorose batoste che dovrebbero<br />

far riflettere non solo il Consiglio federale ma tutta<br />

la classe politica. A rischio ci sono l’immagine<br />

stessa della Svizzera nel mondo e il suo ruolo sulla<br />

scena internazionale. Ma di tutto questo nel dibattito<br />

che ha accompagnato il 16 settembre non si è<br />

parlato. Così come non si è discusso fino in fondo<br />

delle ragioni per cui anche il <strong>Ti</strong>cino dev’essere<br />

rappresentato nel Governo. Ragioni che non sono<br />

di certo quelle di un federalismo lottizzato dai più<br />

forti, ma che si identificano invece negli interessi<br />

strategici del nostro stesso Paese.<br />

19


Attualita`<br />

di Angelo Geninazzi, Coordinatore di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere<br />

20 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

COnCOrrenza fiSCale. la manO<br />

inviSibile per COntenere lO StatO<br />

La concorrenza tra le piazze economiche<br />

è una realtà che, soprattutto<br />

in questo difficile periodo per<br />

l’economia, si manifesta con una<br />

certa evidenza. Basti pensare alle<br />

pressioni sempre maggiori per un<br />

alleggerimento del segreto bancario<br />

o alle intenzioni della vicina penisola<br />

di mettere in atto uno scudo fiscale<br />

per favorire il rientro dei capitali depositati<br />

all’estero. La Svizzera, piccola<br />

nazione con un elevato grado di apertura della propria<br />

economia, non può sottrarsi a questa competizione. Non<br />

sarebbe corretto ridurre la competitività di una regione<br />

o una nazione alla sola pressione fiscale, dimenticando<br />

che l’attrattività economica passa per numerosi altri fattori<br />

come l’accessibilità, la posizione geografica, o le condizioni<br />

quadro politiche. Resta però il fatto che la fiscalità<br />

gioca un ruolo importante quando si tratta di diventare,<br />

o nel caso della Svizzera, di restare competitivi a livello<br />

internazionale.<br />

L’iniziativa del Partito socialista<br />

Il 6 maggio 2008, il Partito socialista svizzero ha presentato<br />

un’iniziativa popolare con lo scopo di frenare la concorrenza<br />

fiscale tra i Cantoni, argomentando che si starebbe<br />

assistendo ad una corsa sfrenata al ribasso delle aliquote<br />

di imposizione, la quale minerebbe eccessivamente il<br />

margine di manovra dell’ente pubblico. Secondo il PS, sarebbero<br />

diverse le conseguenze negative riconducibili alla<br />

concorrenza intercantonale: crescenti disparità regionali,<br />

una diminuzione delle prestazioni statali e una tassazione<br />

insufficiente dei redditi elevati. Concretamente l’iniziativa<br />

esige un’aliquota minima del 22% per i redditi superiori<br />

ai 250'000 franchi e un’imposizione della sostanza che<br />

supera i due milioni di franchi pari al 5‰ del patrimonio.<br />

Nella prospettiva di una consultazione popolare, si tratta<br />

dunque di capire se e come la concorrenza fiscale intercantonale<br />

si ripercuote sul benessere della Svizzera, quali<br />

conseguenze porta con sé e se gli argomenti avanzati dei<br />

proponenti dell’iniziativa sono giustificati. A questo proposito<br />

economiesuisse ha commissionato uno studio al Prof.<br />

Lars P. Feld dell’Università di Heidelberg in Germania, il<br />

quale giunge a diverse conclusioni piuttosto interessanti.<br />

Lo studio<br />

La teoria economica del federalismo fiscale sostiene che<br />

in un contesto competitivo, le collettività locali (i Cantoni,<br />

rispettivamente i Comuni) sottostanno ad una pressione<br />

che li porta a soddisfare maggiormente le esigenze dei<br />

propri cittadini. Dall’altra parte, la mobilità di questi ultimi<br />

permette loro di spostarsi liberamente secondo le<br />

proprie preferenze o necessità. È stato anche dimostrato<br />

che un sistema fiscale dinamico è un terreno fertile<br />

per le innovazioni da parte delle entità pubbliche. E se<br />

un’innovazione si rivela interessante per un Cantone o un<br />

Comune, questa potrà essere introdotta anche da parte<br />

di altre collettività o ad un livello giurisdizionale più alto.<br />

Passando dalla teoria alla realtà, si constata che l’esistenza<br />

di una viva concorrenza tra i Cantoni a livello di sistema<br />

fiscale e delle prestazioni si ripercuote positivamente<br />

sull’efficienza della fornitura di servizi pubblici. Dallo<br />

studio emerge, sorprendentemente, che le persone fisiche<br />

reagiscono maggiormente agli incentivi fiscali rispetto alle<br />

persone giuridiche. Inoltre la concorrenza fiscale in Svizzera<br />

porta sì ad una diminuzione dell’attività statale ma a<br />

nessun crollo dello stato sociale e a pochi effetti sulla ridistribuzione<br />

dei redditi. Per contro, in un regime competitivo,<br />

si assiste ad un netto aumento della produttività del lavoro<br />

mentre altri effetti positivi riguardano l’indebitamento:<br />

questo risulta mediamente minore grazie alla concorrenza<br />

fiscale. Non da ultimo vi è da ritenere che la concorrenza<br />

fiscale intercantonale influenza positivamente la posizione<br />

della Svizzera nel contesto internazionale.<br />

L’iniziativa non colpisce direttamente tutti i Cantoni<br />

I limiti alla concorrenza fiscale, proposti nel testo dell’iniziativa<br />

non concernono quei Cantoni dove già oggi vengono<br />

applicate aliquote superiori. Questo è soprattutto il caso<br />

della Svizzera romanda, ma anche del <strong>Ti</strong>cino. Come mostrano<br />

le seguenti due illustrazioni, che riprendono i dati<br />

del 2008, un’armonizzazione fiscale andrebbe soprattutto<br />

a scombussolare le politiche dei Cantoni della Svizzera<br />

centrale e orientale che attualmente cercano di aumentare<br />

la propria attrattività con una politica fiscale attiva.<br />

Le conseguenze dell’iniziativa fiscale del PS<br />

Secondo Feld, un’eventuale accettazione dell’iniziativa ridurrebbe<br />

o addirittura annullerebbe i diversi vantaggi della<br />

concorrenza fiscale, in particolare i guadagni in efficienza<br />

e rafforzerebbe la perequazione finanziaria. I meccanismi<br />

di quest’ultima, indurrebbero i diversi governi a spese eccessive<br />

e di conseguenza ad un aumento del debito pubblico<br />

per poter beneficiare maggiormente della ridistribuzione<br />

dei fondi. La concorrenza fiscale si tradurrebbe così in una<br />

concorrenza per le sovvenzioni. Insomma, la mano invisibile,<br />

in questo contesto un po’ diverso da quello dei tempi di<br />

Smith, serve per contenere chi alle spese non tira un freno.<br />

Per chi fosse interessato alla versione integrale dello studio<br />

(disponibile in francese o tedesco) può scaricarlo all’indirizzo<br />

www.economiesuisse.ch/web/it/pubblicazioni/studi/pages/<br />

default.aspx o rivolgersi a angelo.geninazzi@economiesuisse.ch<br />

oppure chiamare il numero +41 91 922 82 12.


Aumenti dell’imposta sul reddito al 22% in seguito all’iniziativa fiscale del PS<br />

Aumenti dell’imposta sulla sostanza al 5‰ in seguito all’iniziativa fiscale del PS<br />

21


Attualita`<br />

Negli ultimi mesi, grazie alla collaborazione con <strong>Ti</strong>cino<br />

Business, abbiamo avuto modo di presentarvi aziende<br />

od enti che hanno deciso di aderire ad arcobaleno aziendale.<br />

Entità professionali tra loro differenti, accomunate<br />

però dal desiderio di contribuire in modo concreto alla<br />

mobilità sostenibile. In questo numero di <strong>Ti</strong>cino Business<br />

desideriamo offrirvi una panoramica generale sul mondo<br />

di arcobaleno aziendale: sia per raccontarvi la crescita di<br />

questo progetto dedicato alla mobilità, sia per indicare<br />

quali siano le tendenze in atto e le opportunità di ulteriore<br />

sviluppo.<br />

Dal 2008 ad oggi, sono state contattate complessivamente<br />

una novantina tra aziende ed istituzioni attive in<br />

diversi ambiti. Oltre il 20% ha deciso di sposare il progetto<br />

arcobaleno aziendale. Gli ambiti in cui queste ultime<br />

operano spaziano dall’energia, alla comunicazione, all’informatica.<br />

I settori più rappresentati sono quello della<br />

sanità e della formazione, grazie ad adesioni importanti<br />

come, per esempio, quelle di USI e SUPSI. Anche l’ente<br />

pubblico è ben rappresentato con, tra gli altri, la RSI, la<br />

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22 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

un CliCk Su arCObalenO aziendale<br />

Colpo d’occhio sulle aziende che puntano sulla mobilità<br />

sostenibile<br />

L A S C E LTA G I U S TA<br />

P E R L A S U A A Z I E N D A<br />

ARCOBALENO<br />

A Z I E N D A L E<br />

Città di Lugano e l’Ente Ospedaliero Cantonale. Il 64%<br />

delle aziende od istituzioni che hanno aderito ad arcobaleno<br />

aziendale ha sede nel Sottoceneri ed il restante<br />

36% nel Sopraceneri.<br />

Il contributo medio versato dalle aziende è pari al 27%<br />

del costo totale dell’abbonamento, con realtà che arrivano<br />

anche al 75%. Contributi così elevati denotano un reale<br />

interesse verso il tema della mobilità sostenibile ed hanno<br />

permesso alla Comunità tariffale <strong>Ti</strong>cino e Moesano di<br />

concedere, nel 64% dei casi, lo sconto massimo previsto<br />

del 25%. Sconto che, come previsto dall’accordo quadro,<br />

va ad aggiungersi allo sconto aziendale, con indubbio<br />

vantaggio e soddisfazione dei dipendenti. Complessivamente<br />

sono 340 i dipendenti delle diverse aziende che<br />

hanno acquistato un abbonamento arcobaleno aziendale<br />

annuale.<br />

Infine, concludiamo osservando come le potenziali trattative<br />

siano una sessantina.<br />

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Eventi<br />

24 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

92 eSima aSSemblea Generale CC-ti<br />

Vi annunciamo che la 92 esima Assemblea generale ordinaria della Camera di<br />

commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino<br />

si terrà venerdì 9 ottobre <strong>2009</strong> presso l’Hotel De La Paix a Lugano<br />

Cari soci della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>,<br />

cari ospiti,<br />

è con piacere che vi annunciamo la 92 esima Assemblea generale ordinaria della Camera di commercio, dell’industria,<br />

dell’artigianato e dei servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino che si terrà venerdì 9 ottobre <strong>2009</strong> presso l’Hotel De La Paix a Lugano.<br />

L’Assemblea costituisce un momento privilegiato di aggregazione e di conoscenza reciproca fra gli associati, per cui<br />

auspichiamo una vostra massiccia partecipazione, soprattutto per sottolineare la compattezza e la voglia di reagire del<br />

mondo imprenditoriale in un momento congiunturale particolarmente delicato. La <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> si sta impegnando su molti<br />

fronti e con varie iniziative per rappresentare ancora meglio gli interessi degli ambienti economici in generale e quelli<br />

dei propri associati in particolare. Inoltre, stiamo lavorando con grande dedizione per migliorare non solo i rapporti<br />

fra la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> e gli associati, ma anche cercando di promuovere la costituzione di una rete che metta in contatto diretto<br />

i nostri soci. È un elemento che va aggiungersi al potenziamento dei servizi in senso lato messo in opera negli ultimi<br />

due anni. Toccherà all’Assemblea dei soci manifestare l’approvazione per la linea adottata e manifestare proposte che<br />

possano fungere da stimolo per migliorare ulteriormente la posizione della nostra <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>.<br />

Il tema della parte pubblica dell’Assemblea sarà la competitività, fattore essenziale sia per lo sviluppo aziendale<br />

che per quello territoriale. Del resto, si tratta di due aspetti che sono praticamente inscindibili, per cui i nostri<br />

invitati affronteranno il tema da queste diverse ottiche, per stimolare la riflessione su quanto possiamo e<br />

dobbiamo fare tutti insieme per migliorare la competitività di ogni singola azienda ma anche del Cantone <strong>Ti</strong>cino,<br />

che deve assolutamente rimanere un territorio attrattivo per l’insediamento di aziende e per “fare impresa”.<br />

Diamo quindi il benvenuto alla Consigliera di Stato e Direttrice del Dipartimento delle finanze e dell’economia,<br />

On. Laura Sadis, a Guido Garrone, Direttore del Dipartimento Network and Informatics di Swisscom SA,<br />

membro del Board del Gruppo e co-fondatore di Fastweb in Italia e a Thomas Held, Direttore della Fondazione Avenir<br />

Suisse.<br />

Certi di poter contare sulla vostra partecipazione, vi porgiamo i nostri più cordiali saluti.<br />

Il Presidente Il Direttore<br />

Franco Ambrosetti Luca Albertoni


Programma:<br />

Parte riservata ai soci<br />

16.30 Apertura della 92 esima Assemblea generale ordinaria della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> e saluto del Presidente Franco Ambrosetti<br />

Parte pubblica<br />

Relazione del Direttore Luca Albertoni sull’esercizio 2008-<strong>2009</strong><br />

Relazione finanziaria, rapporto dei revisori ed approvazione dei conti 2008<br />

Scarico all’Ufficio presidenziale<br />

Nomine statutarie<br />

Conclusioni del Direttore Luca Albertoni<br />

17.30 Introduzione e relazione da parte del Presidente Franco Ambrosetti<br />

Saluto del Governo da parte della Consigliera di Stato e Direttrice del Dipartimento delle finanze<br />

e dell’economia, On. Laura Sadis<br />

Interventi degli ospiti d’onore:<br />

Guido Garrone, Direttore del Dipartimento Network and Informatics di Swisscom SA,<br />

membro del Board del Gruppo e co-fondatore di Fastweb in Italia:<br />

«La tecnologia al servizio delle aziende e dello sviluppo economico»<br />

Thomas Held, Direttore della Fondazione Avenir Suisse:<br />

«Competitività e capacità d’azione: elementi fondamentali per la crescita della Svizzera (di domani)»<br />

Discussione e conclusioni del Presidente Franco Ambrosetti<br />

19.00 Aperitivo<br />

20.00 Cena<br />

La parte pubblica dell’Assemblea sarà trasmessa via Internet in Live streaming sul sito della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>,<br />

www.cc-ti.ch, in collaborazione con Electronic Studio.<br />

La parte pubblica è aperta a tutti gli interessati. Entrata libera.<br />

Il prezzo della cena ammonta a CHF 75.-, ed è a carico dei partecipanti (bevande incluse). Vi preghiamo di notare che<br />

per motivi organizzativi l’iscrizione alla cena è vincolante e verrà fatturata anche in caso di mancata partecipazione.<br />

Per iscrizioni ed informazioni, annunciarsi entro venerdì 2 ottobre alla Signora Veljkovic,<br />

Tel. +41 91 911 51 11, Fax +41 91 911 51 12, veljkovic@cc-ti.ch, www.cc-ti.ch<br />

25


Eventi<br />

aCCOrdO di liberO SCambiO Canada – aelS:<br />

OppOrtunità per le impreSe Svizzere<br />

e del lieChtenStein<br />

Lunedì, 19 ottobre <strong>2009</strong> dalle<br />

16.30 alle 18.30 presso la Camera<br />

di commercio, dell’industria,<br />

dell’artigianato e dei servizi del Cantone<br />

<strong>Ti</strong>cino in Corso Elvezia 16 nella Sala<br />

Dott. Gildo Papa, 6° piano, si terrà un<br />

seminario sull’Accordo di libero scambio<br />

(ALS) firmato tra l’AELS e il Canada.<br />

L’incontro intende fornire ragguagli su<br />

tale trattato e illustrare le opportunità<br />

d’affari che si presentano alle PMI<br />

svizzere e del Liechtenstein grazie alla<br />

sua entrata in vigore il 1° luglio <strong>2009</strong><br />

L’Accordo di libero scambio multilaterale prevede<br />

l’abolizione dei dazi doganali su praticamente<br />

tutti i beni di consumo; i dazi su molti prodotti<br />

agricoli sono stati ridotti o altresì eliminati. Il direttore<br />

di una filiale svizzera in Canada, interpellato<br />

dall’Osec, afferma che le aliquote dei dazi sui<br />

suoi prodotti sono passate dal 13% al 0% grazie<br />

all’ALS.<br />

Inoltre, le imprese svizzere dispongono di un vantaggio<br />

strategico per rispetto ai produttori UE<br />

poiché l’Unione Europea non beneficia di un tale<br />

accordo con il Canada.<br />

Infine, diversi affiliati alle Camere di Commercio<br />

Svizzero Canadesi di Montréal e di Toronto<br />

raccomandano il Canada come punto di partenza<br />

eccellente per l’entrata nel mercato nordamericano<br />

da parte delle PMI svizzere. Indicano che,<br />

paragonati agli USA, in Canada i costi di vendita<br />

e di marketing risultano molto minori e anche i<br />

26 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

fattori di rischio quali la responsabilità per danno<br />

da prodotti sono segnatamente inferiori.<br />

Il programma previsto per il seminario del 19 ottobre<br />

<strong>2009</strong> è il seguente:<br />

• Saluto di benvenuto di Luca Albertoni, Direttore,<br />

Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato<br />

e dei servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino<br />

• Presentazione dell’Accordo di libero scambio:<br />

Vantaggi per le PMI svizzere e del Liechtenstein<br />

Guido Barsuglia, Dr., Sostituto capo del settore<br />

Relazioni economiche bilaterali, Americhe, Segreteria<br />

di Stato dell'economia, SECO<br />

• Presentazione relativa al mercato canadese:<br />

fatti, cifre e settori chiave e illustrazione della<br />

Camera di Commercio Svizzero-Canadese e dei<br />

suoi servizi<br />

Diana Nichols Nelson, Consigliera e Senior Trade<br />

Commissioner, Ambasciata del Canada in Svizzera<br />

• Saluto di benvenuto dell’Osec e presentazione<br />

dei servizi offerti dall’Osec per entrare nel mercato<br />

canadese<br />

Lane Kingstone, Senior Consultant per il Nordamerica,<br />

Osec<br />

• Success Story di una PMI svizzera attiva con<br />

successo nel mercato canadese<br />

• Domande e risposte<br />

• Networking-apero<br />

L’incontro si svolgerà in lingua inglese, la partecipazione<br />

è gratuita. Per motivi organizzativi, è<br />

tuttavia richiesta l’iscrizione entro il 12 ottobre<br />

<strong>2009</strong> presso la Camera di commercio del Cantone<br />

<strong>Ti</strong>cino, Tel. +41 91 911 51 11, Fax +41 91 911<br />

51 12, veljkovic@cc-ti.ch


Eventi<br />

di Alessio del Grande<br />

la leziOne di un Grande imprenditOre:<br />

Samih SawiriS e l’avventura di andermatt<br />

Una lezione d’imprenditorialità, più che una semplice<br />

conferenza, quella che Samih Sawiris, ha tenuto<br />

il 4 settembre scorso al Grand Hotel Eden di Lugano<br />

su invito della Camera di commercio, dell’industria,<br />

dell’artigianato e dei servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino. Sawiris,<br />

promotore del grande progetto turistico Nuova<br />

Andermatt – tremila posti letto, sette alberghi, 400<br />

appartamenti, quaranta ville, più piscine, campo da<br />

golf e ristoranti, per un investimento di un miliardo di<br />

franchi – ha spiegato non solo come fare fare impresa<br />

oggi nel mondo, ma anche le grandi opportunità che<br />

offre la Svizzera per il business internazionale. Detto<br />

da un imprenditore che sta lavorando contemporaneamente<br />

in altri sette Paesi, c’è da credergli sulla parola.<br />

Opportunità che, purtroppo, noi svizzeri a volte non<br />

riusciamo ad intuire e sfruttare.<br />

Diciamoci la verità: chi avrebbe mai pensato che il<br />

villaggio urano si potesse trasformare in un avveniristico<br />

centro turistico alpino, con il traffico che scorre<br />

sottoterra, mentre in superficie ville e hotel di lusso<br />

ospiteranno, in tutta quiete e relax, ricchi turisti che<br />

arriveranno da ogni parte del mondo. E chi avrebbe<br />

mai pensato che un uomo d’affari egiziano, con la sua<br />

abilità di negoziazione, il suo savoir faire, sarebbe riuscito<br />

a mettere d’accordo popolazione, Comune, Cantone<br />

e ambientalisti, creando un consenso unanime<br />

attorno ad un progetto che già di per se stesso, col<br />

suo pregio architettonico, rappresenta un elemento di<br />

forte richiamo.<br />

La fama di Sawiris è legata alla sua esperienza internazionale<br />

nel settore turistico e immobiliare. Laureato in<br />

Economic engeneering all'Università di Berlino, è presidente<br />

del Consiglio d’amministrazione dell’Orascom<br />

development holding, con sede ad Altdorf, società è<br />

quotata alla Borsa svizzera, Sawiris è ormai conosciuto<br />

in tutto il mondo per la realizzazione di centri turistici,<br />

tra cui El Gouna, sul Mar Rosso. Anche qui una realizzazione<br />

che ha dell’incredibile, con numerosi alberghi<br />

di diverse categorie, discoteche, una spiaggia di 10<br />

km, centri sportivi, scuole, un ospedale e persino un<br />

aeroporto. È il risultato di una storia imprenditoriale in<br />

cui il gusto del rischio e della sfida sono stati vincenti.<br />

A raccontarla è stato lo stesso Sawiris, ricordando come<br />

è nata El Gouna: lui che aveva pochi mezzi e tanti<br />

sogni, una bella casa, una barca, e un gruppo di amici<br />

Da sin.: Luca Albertoni, Dir. <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, l'imprenditore Samih Sawiris e<br />

Giancarlo Dillena, Dir. Corriere del <strong>Ti</strong>cino<br />

con cui costruì il primo hotel. Attorno a quel piccolo<br />

albergo si è sviluppata una cittadina turistica che si<br />

estende oggi su 12 milioni di metri quadrati e conta<br />

ventimila abitanti. Che crescerà ancora, ha precisato,<br />

visto che ci sono a disposizione altri 40 milioni di metri<br />

quadri di terreno da sfruttare.<br />

Ma che ha detto della Svizzera Sawiris? Ha elegantemente<br />

sorvolato sulla meraviglia di alcuni suoi amici<br />

imprenditori per il fatto che nella Confederazione ci<br />

siano voluti quattro anni di procedure burocratiche e<br />

amministrative per l’ok definitivo al suo progetto, mentre<br />

in altri Paesi sarebbero magari bastati pochi mesi:<br />

“Poco importa nel frattempo ho lavorato altrove – ha<br />

osservato –. Sono altri i vantaggi che offre la Svizzera”.<br />

Vantaggi come un ambiente e un territorio integri – e<br />

per di più nel cuore dell’Europa – che sul mercato<br />

del turismo mondiale rappresentano un atout eccezionale,<br />

un mercato immobiliare affidabile e oggi assai<br />

più rassicurante anche per quanti prima investivano<br />

in Spagna o a Dubai. Un Paese che offre, insomma,<br />

stabilità, tranquillità e sicurezza,il tutto in uno scenario<br />

naturale che tanti altri Stati ci invidiano. Qualità che<br />

noi svizzeri siamo portati spesso a sottovalutare, ma<br />

che un vero imprenditore sa trasformare in vantaggi<br />

competitivi eccezionali.<br />

27


Formazione<br />

28 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

OrSi prOpOSti dalla CC-ti<br />

• LA LEGGE SULL’ESECUZIONE E SUL FALLIMENTO<br />

Giovedì 1, 8, 15, 22 ottobre <strong>2009</strong>,<br />

dalle 16.00 alle 19.00<br />

Nozioni generali: Specie d’esecuzione, foro, notifica<br />

degli atti esecutivi, domanda di esecuzione, precetto<br />

esecutivo, opposizione e rigetto dell’opposizione<br />

Fallimento: Procedura, organi del fallimento, sospensione<br />

del fallimento, assemblee creditori, liquidazione,<br />

ripartizione<br />

Pignoramento: Procedura, oggetti mobiliari, oggetti<br />

immobiliari, rivendicazioni, requisizioni, vendita all’incanto<br />

Procedure speciali: Concordato ordinario, concordato<br />

extra giudiziario, sequestro<br />

Relatori: Mauro Mini, Avv., Presidente Camera dei ricorsi<br />

penali e Ermidio Antonini, già Ufficiale presso<br />

l’ufficio esecuzioni<br />

• LE TECNICHE DI VALUTAZIONE IN TEMPO DI CRISI<br />

Mercoledì 7, 14, 21 ottobre <strong>2009</strong>, dalle 09.00 alle<br />

17.00<br />

Modulo 1 - Introduzione ai principali metodi di valutazione:<br />

metodi patrimoniali, semplici e complessi, metodi<br />

reddituali, metodi misti patrimoniali-reddituali e<br />

metodi finanziari<br />

7 ottobre <strong>2009</strong>, dalle 09.00 alle 17.00<br />

Modulo 2 - Il metodo del Discounted Cash Flow: significato<br />

economico, finanziario e aziendale del flusso di<br />

cassa; il modello dei flussi di cassa scontati; costruzione<br />

del modello; l'analisi fondamentale per la previsione<br />

dei flussi di cassa; stima dei flussi di cassa attesi; determinazione<br />

dei tassi di crescita dell’utile e del reddito<br />

operativo; determinazione dei tassi di attualizzazione<br />

dei flussi (WACC); determinanti del Terminal Value<br />

14 ottobre <strong>2009</strong>, dalle 09.00 alle 17.00<br />

Modulo 3 - Aspetti particolari della valutazione: problematiche<br />

di valutazione di tipologie particolari (immobiliari,<br />

investimenti liquidi)<br />

21 ottobre <strong>2009</strong>, dalle 09.00 alle 17.00<br />

Relatore: Udo Schiller, Esperto-contabile diplomato nel<br />

1996, oggi è titolare della Udo Schiller Consulting e<br />

dello iuXta sa e si occupa in prevalenza della consulenza<br />

aziendale (con particolare attenzione alla gestione<br />

del rischio, ai processi di consolidamento e al controllo<br />

finanziario)<br />

• LA GESTIONE DEI CONFLITTI<br />

Lunedì 12 ottobre <strong>2009</strong>, dalle 09.00 alle 13.00<br />

Le relazioni tra persone possono generare conflitti e<br />

sono purtroppo una realtà con cui ci si deve confrontare<br />

nel proprio contesto lavorativo. L’obiettivo del corso è<br />

far acquisire informazioni, conoscenze e tecniche che<br />

permettano di gestire al meglio i conflitti interpersonali<br />

all’interno dell’azienda.<br />

Temi: I conflitti di interesse e di valore, Tecniche di<br />

comunicazione, Tecniche per affrontare i conflitti<br />

Relatore: Marco Homberger, formatore aziendale, specialista<br />

in tecniche di conduzione e vendita, attualmente<br />

capo del personale di un primario istituto di servizi


• CREDITI ED INCASSI DOCUMENTARI NEL<br />

COMMERCIO CON L’ESTERO<br />

Martedì 13 ottobre <strong>2009</strong>, dalle 09.00 alle 17.00<br />

Rischi nel commercio con l'estero, Crediti documentari<br />

(lettere di credito) quale strumento per assicurarsi il<br />

pagamento nel commercio internazionale (definizione e<br />

forme, punti principali di un credito documentario, elementi<br />

da considerare per un uso conforme del credito<br />

documentario). Incasso documentario quale strumento<br />

di pagamento sfruttando l'ausilio della banca nella sua<br />

funzione fiduciaria (definizione e forme dell'incasso documentario)<br />

Relatore: Aleardo Giudici, capo Trade Finance Services<br />

UBS SA Regione <strong>Ti</strong>cino<br />

• LE DIFFERENZE CULTURALI: EVITARE LE TRAPPOLE<br />

Martedì 26 ottobre <strong>2009</strong>, dalle 09.00 alle 13.00<br />

Temi: Le differenze più comuni, gli effetti in azienda<br />

ed eventuali misure<br />

Relatore: Domenico Basile, specialista HR, formatore<br />

aziendale, già capo del personale di un'industria del<br />

settore farmaceutico, attualmente responsabile di una<br />

grande unità HR presso un istituto bancario<br />

• LPP, PREVIDENZA PRIVATA… E PENSIONE.<br />

RENDITA O CAPITALE?<br />

Lunedì 9 e martedì 17 novembre <strong>2009</strong>, dalle 16.30<br />

alle 18.00<br />

Modulo 1 - Datori di lavoro: il sistema sociale svizzero,<br />

situazione <strong>2009</strong>, limiti fiscali, riacquisto, dipendenti o<br />

indipendenti, LPPA, decesso/invalidità, pensionamento<br />

9 novembre <strong>2009</strong>, dalle 16.30 alle 18.00<br />

Modulo 2 – Dipendenti: il sistema sociale<br />

svizzero,situazione <strong>2009</strong>, invalidità / decesso, capitale<br />

o rendita.<br />

17 novembre <strong>2009</strong>, dalle 16.30 alle 18.00<br />

Relatori: Cesare Giorgetti, Consulente aziendale, Axa<br />

Winterthur Lugano<br />

Lorenzo Gandolfi, Consulente previdenziale, Axa Winterthur<br />

Lugano<br />

• INCOTERMS<br />

Mercoledì 11 novembre <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.00<br />

Gli lncoterms sono regole internazionali create nel<br />

1936 per l'interpretazione di determinate forme contrattuali<br />

nell'ambito del sistema commerciale interna-<br />

zionale. Uno degli obiettivi principali di queste regole<br />

è quello di contribuire ad evitare incomprensioni e litigi<br />

tra l’esportatore e l’importatore, rispettivamente, tra il<br />

venditore e l’acquirente.<br />

Temi: lncoterms nell'attività quotidiana, il principio dei<br />

4 pilastri, i gruppi delle clausole E / C / F / D, i tipi di<br />

trasporto e le clausole lncoterms più adatte, esempi<br />

pratici associati ad ogni clausola, esercizi e soluzioni a<br />

disposizione dei partecipanti<br />

Relatori: Roberto Schneble, Senior Advisor della Bianchi<br />

Group<br />

Marco Passalia, Responsabile Servizio Export e Legalizzazioni<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

e anCOra….<br />

• La conduzione di colloqui difficili<br />

Lunedì 16 novembre <strong>2009</strong>, 09.00-13.00<br />

• Essere membro di un Consiglio d’Amministrazione:<br />

compiti e responsabilità<br />

Mercoledì 18 novembre <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

Martedì 1 dicembre <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

• nLiva: le novità dal 2010<br />

novembre <strong>2009</strong><br />

NUOVO CORSO SIUIFCAM:<br />

Gerente di filiale nel commercio al dettaglio<br />

Inizio: giovedì 15 ottobre <strong>2009</strong><br />

Durata: 12 giorni<br />

Orario: 08.30-16.30<br />

Per informazioni: corsi@cc-ti.ch<br />

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29


Eventi<br />

30 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

COnCiliare lavOrO e famiGlia<br />

Politiche e prassi win-win per azienda e collaboratori:<br />

pari opportunità per mamma e papà<br />

L’azienda, i collaboratori e le collaboratrici possono vivere<br />

positivamente e con reciproco vantaggio i cambiamenti<br />

dei modi di vivere e di lavorare? A questa ed altre domande<br />

cercherà di rispondere il ciclo di seminari Conciliare<br />

lavoro e famiglia promosso da Dialogare-Azienda,<br />

un’iniziativa dell’Associazione Dialogare, con il sostegno<br />

dell’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo<br />

(UFU), della Divisione della formazione professionale<br />

(DFP) e con il partenariato della Camera di commercio<br />

(<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>) e dell’Associazione Industrie <strong>Ti</strong>cinesi (AITI)<br />

I prossimi appuntamenti:<br />

• Dal dire al fare…<br />

Evento pubblico<br />

Giovedì 15 ottobre <strong>2009</strong>, ore 18-20, Lugano, via Buffi<br />

13, Auditorium USI<br />

Con Luca Albertoni, Direttore <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>; Marcella Chiesi,<br />

Consulente in HR - StudioDUO Roma; Stefano Modenini,<br />

Direttore AITI; Patrizia Schulz, Direttrice Ufficio<br />

federale dell’uguaglianza fra donna e uomo.<br />

Moderatore: Giancarlo Dillena, Direttore Corriere del<br />

<strong>Ti</strong>cino<br />

Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

CANDIDATO<br />

Andrea Defanti<br />

Bachelor in Economia,<br />

Master in scienze<br />

economiche,<br />

specializzazione in<br />

Economia e Politiche<br />

Internazionali<br />

Cittadinanza: svizzera<br />

Anno di nascita: 1979<br />

• Una sfida possibile?<br />

Seminario su iscrizione<br />

Giovedì 22 ottobre <strong>2009</strong>, ore 9-12, Lugano, Camera<br />

di commercio, Sala Gildo Papa<br />

Con Fabio B. Losa, Ricercatore e aggiunto di direzione<br />

all’Ufficio di statistica; Marilena Fontaine, Responsabile<br />

dell’Ufficio della legislazione e delle pari opportunità;<br />

Roberto Sandrinelli, Coordinatore della politica<br />

familiare cantonale. Moderatrice: Lorenza Hofmann,<br />

Giornalista, Associazione Dialogare<br />

L’evento pubblico prevede partecipazione gratuita, invece<br />

ogni seminario ha un costo di fr. 200.—.<br />

Iscrizioni a:<br />

Associazione Dialogare, via Foletti 23, 6900 Massagno<br />

Tel. +41 91 967 61 51 (lu-ve ore 9.00-12.00)<br />

Fax +41 91 967 61 52<br />

segretariato@dialogare.ch<br />

Ulteriori informazioni e iscrizioni su<br />

www.dialogare.ch > Dialogare Azienda<br />

CONOSCENZE LINGUISTICHE CERCA INDIRIZZO<br />

Italiano: madrelingua<br />

Tedesco: molto buone<br />

Francese: ottimo<br />

Inglese: buone<br />

Spagnolo: conoscenze<br />

di base<br />

Dopo esperienze di lavoro in<br />

Banca durante gli studi ed un<br />

progetto in Africa con un ONG<br />

Svizzera, cerca un posto di lavoro<br />

in una fiduciaria oppure<br />

nella gestione patrimoniale.<br />

L’obiettivo è quello di utilizzare<br />

le capacità analitiche e<br />

le abilità comunicative.<br />

Passione e abilità nel lavoro<br />

di gruppo, buona comunicazione,<br />

disponibilità e interesse<br />

per lo scambio di informazioni<br />

e conoscenze.<br />

Piena flessibilità a riguardo di<br />

orari e luoghi di lavoro, disposto<br />

anche a viaggiare.<br />

Disponibile a seguire corsi di<br />

formazione serali e/o nel fine<br />

settimana<br />

Via Giuseppe Buffi 12<br />

6900 Lugano<br />

Tel. +41 78 936 5 88<br />

andrea.defanti@usi.ch<br />

Per le aziende che fossero interessate disponiamo del curriculum vitae completo, rivolgersi<br />

alla Signora G. Veljkovic, +41 91 911 51 11 o info@cc-ti.ch<br />

Vi rendiamo attenti che le seguenti segnalazioni vengono semplicemente pubblicate<br />

senza alcuna verifica della fonte e quindi garanzie e responsabilità da parte della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>.


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

GiOrnate di COnSulenze individuali alle aziende<br />

luGanO, OttObre/nOvembre <strong>2009</strong><br />

Spagna: maggiore richiesta nei settori futuristici<br />

Lugano, 26 ottobre <strong>2009</strong><br />

• uno dei paesi leader nell’ambito dell’energia eolica e solare<br />

• crescita annua pari al 20-30% nel ramo delle biotecnologie<br />

• domanda significativa per beni industriali, tecniche mediche, infrastruttura e prodotti<br />

chimici<br />

India: un profilo favorevole per il futuro<br />

Lugano, 30 novembre <strong>2009</strong><br />

• classe media in forte crescita e con un notevole potere d’acquisto<br />

• ottime prospettive di sviluppo in molti settori<br />

• profilo economico e demografico promettente per l’avvenire<br />

Nel corso delle giornate di consulenza proposte alle aziende, avrete l’occasione di fissare un incontro individuale con<br />

i consulenti dell’Osec e con gli specialisti provenienti direttamente dai paesi di riferimento. Le aziende intenzionate<br />

ad espandere le loro attività nei paesi sopra citati o che hanno esigenze concrete non esitino a mettersi in contatto<br />

con l’Osec e a fissare un appuntamento con i suoi esperti!<br />

COntattateCi al nO. tel. +41 91 911 51 37 Oppure tramite e-mail all’indirizzO infO.luGanO@OSeC.Ch, SaremO lieti di fiSSarvi<br />

un appuntamentO.<br />

Particolarità dell’Accordo di libero scambio tra<br />

Svizzera e Giappone<br />

Entrato in vigore il 1° settembre <strong>2009</strong>, l’accordo di libero<br />

scambio e di partenariato economico (ALSPE) tra Svizzera e<br />

Giappone si differenzia da trattati analoghi sottoscritti dalla<br />

Svizzera o dall’AELS.<br />

Le particolarità di maggior rilievo dell’ALSPE Svizzera-<br />

Giappone sono riunite in una circolare dell’Amministrazione<br />

federale delle dogane “Accordo di libero scambio e di<br />

partenariato economico (ALSPE) tra Svizzera e Giappone”<br />

visionabile sul seguente sito:<br />

www.ezv.admin.ch/pdf_linker.php?doc=circolare_<br />

giappone_09_09&lang=it<br />

• il campo d’applicazione delle disposizioni in materia di<br />

origine comprende le merci dei capitoli (voce doganali) 1<br />

a 97. Non tutti i prodotti dei capitoli 1 a 24 sono oggetto<br />

di concessioni tariffarie (cfr. anche la tariffa generale su<br />

www.tares.ch dell’Amministrazione federale delle dogane);<br />

• l’accordo prevede regole generali per l’ottenimento<br />

dell’origine preferenziale (cfr. punto 2.2.1 della circolare<br />

sopra citata). Le eccezioni a tali regole sono elencate<br />

in un’apposita lista (cfr. www.seco.admin.ch/themen/00513/02655/02731/02970/index.html?lang=it<br />

><br />

Basic Agreement > Annex II Rules of origin (pdf) > Appendix<br />

1);<br />

• l’accordo definisce le tolleranze applicate alle regole d’origine<br />

per tre categorie di merci (prodotti dei capitoli 1 a<br />

24, dei capitoli 25 a 49 e dei capitoli 64 a 97, prodotti<br />

dei capitoli 50 a 63, cfr. punto 2.2.2);<br />

• non sono previste regole speciali per gli assortimenti di<br />

merci ai sensi della regola generale 3 per l’interpretazione<br />

del sistema armonizzato;<br />

• la convenzione permette di suddividere gli invii in Stati<br />

terzi;<br />

• come di consueto, i certificati d’origine e (unicamente per<br />

gli esportatori autorizzati) le dichiarazioni d’origine su fattura<br />

sono considerate prove dell’origine della merce. Secondo<br />

l’accordo, la loro validità è di 12 mesi;<br />

• disposizioni particolari vigono per l’esportazione di formaggi<br />

e fondue (punto 3.1) verso il Giappone nonché per<br />

l’importazione di frutti regalo provenienti dal Giappone<br />

(cfr. punto 3.2).<br />

Comunicazione del Dipartimento federale dell’economia:<br />

testi dell’ALSPE tra Svizzera e Giappone<br />

www.seco.admin.ch/themen/00513/02655/02731<br />

/02970/index.html?lang=it<br />

31


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

Cina: nuova legge sull’assicurazione dal 1° ottobre<br />

<strong>2009</strong><br />

La nuova legge cinese sull’assicurazione in vigore dal 1°<br />

ottobre <strong>2009</strong> persegue i tre obiettivi seguenti:<br />

• protezione dei diritti degli assicurati (inasprimento delle<br />

condizioni di rescissione di un contratto da parte della<br />

compagnia assicurativa, inasprimento delle condizioni di<br />

validità delle clausole d’esclusione, riduzione a 30 giorni<br />

del termine di trattamento delle richieste di rimborso da<br />

parte degli assicurati);<br />

• un maggior potere d’investimento per le compagnie assicurative<br />

(il patrimonio di un’assicurazione potrà essere<br />

investito in obbligazioni, azioni e altri titoli nonché nell’immobiliare;<br />

restano proibite alle compagnie assicurative le<br />

attività nei servizi finanziari e la gestione patrimoniale,<br />

eccezioni saranno tuttavia possibili previa espressa autorizzazione<br />

del governo);<br />

• uniformazione e adattamento agli standard attuali delle<br />

disposizioni relative alla conduzione e all’amministrazione<br />

di una compagnia assicurativa.<br />

La China Insurance Regulatory Commission è l’autorità competente<br />

per rispondere alle domande di dettaglio non regolamentate<br />

dalla legge.<br />

Willis (International Alert): “A New Insurance Law for<br />

China”<br />

www.willis.com/Documents/Publications/Services/International/<strong>2009</strong>/Intl_Alert_China_New_Law.pdf<br />

Cina: condizioni quadro più favorevoli per investitori<br />

esteri<br />

Secondo dichiarazioni fatte da fonti governative, la Cina intende<br />

migliorare ulteriormente le condizioni quadro per gli<br />

investitori esteri. Le misure previste comprendono:<br />

• standardizzazione delle tasse governative e del quadro legislativo<br />

per le ispezioni (maggiore trasparenza);<br />

• trasferimento a livelli governativi inferiori delle competenze<br />

per la verifica e l’autorizzazione degli investitori esteri<br />

(procedure abbreviate);<br />

• promozione di procedure di verifica e d’autorizzazione svolte<br />

online (accelerazione delle procedure);<br />

• ottimizzazione delle infrastrutture per gli investitori esteri<br />

(in particolare nei settori high tech, advanced engineering,<br />

industrie verdi e servizi);<br />

• promozione degli investimenti esteri in ambito agricolo e<br />

dell’outsourcing nonché in settori chiavi per lo sviluppo<br />

economico della Cina;<br />

• sostegno nell’allestimento di sedi regionali, di strutture di<br />

ricerca e sviluppo nonché di centri di distribuzione, d’acquisto<br />

e di formazione;<br />

• promozione degli investimenti esteri nelle regioni centrali<br />

e occidentali del paese.<br />

People’s Daily Online: “China to further improve environment<br />

for foreign investment”<br />

http://english.people.com.cn/90001/90778/90857/9086<br />

1/6668470.html<br />

Brasile: massicci investimenti per i Mondiali 2014<br />

In Brasile fervono i preparativi per i Mondiali di calcio 2014.<br />

Per l’ampliamento delle infrastrutture sono infatti attesi numerosi<br />

investimenti, soprattutto nelle 12 città in cui si di-<br />

32 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

sputeranno le partite.<br />

Il rapporto “Investitionen für die Fussball-WM 2014”, redatto<br />

dallo Swiss Business Hub Brazil, fornisce una buona<br />

panoramica delle misure infrastrutturali più importanti che<br />

saranno adottate dal Brasile in vista dei primi Mondiali nel<br />

paese dal 1950:<br />

• costruzione di 4 nuovi stadi, a Recife, Natal, Manaus e<br />

Cuiabá;<br />

• risanamento ed ampliamento di altri 8 stadi, a Fortaleza,<br />

Salvador, Brasilia, Belo Horizonte, São Paulo, Rio de Janeiro,<br />

Curitiba e Porto Alegre;<br />

• ammodernamento ed estensione dei trasporti pubblici<br />

(metro, corsie aggiuntive per i bus, costruzione della via<br />

ferrata tra l’aeroporto e il centro di São Paulo, costruzione<br />

di una strada ad alta velocità tra Rio de Janeiro, São Paulo<br />

e Campiñas);<br />

• ampliamento degli aeroporti;<br />

• rinnovo e ampliamento di numerosi alberghi;<br />

• miglioramento delle sicurezza pubblica;<br />

• ampliamento della rete di canalizzazioni.<br />

Il governo brasiliano sta inoltre preparando una legge speciale<br />

(Lei Geral da Copa), volta a creare condizioni favorevoli al<br />

lancio di progetti legati alla coppa del mondo (ad es. concessione<br />

facilitata di permessi di lavoro temporanei, incitazioni<br />

fiscali per investitori).<br />

Rapporto dello Swiss Business Hub Brazil: “Brasilien:<br />

Investitionen für die Fussball-WM 2014”<br />

www.osec.ch/internet/osec/de/home/export/countries/br/export/business_opportunities.-RelatedBoxSlot-46049-Item-<br />

List-70511-File.File.pdf/gm_Fussball-WM%202014.pdf<br />

India: sviluppo dell’infrastruttura con partenariati<br />

pubblico-privati<br />

Il governo centrale indiano e i singoli stati puntano più che<br />

mai sullo sviluppo dell’infrastruttura mediante partenariati<br />

pubblico-privati (Public Private Partnerships, PPP). Secondo<br />

un’inchiesta delle “Associated Chambers of Commerce<br />

and Industry of India”, nei prossimi cinque anni saranno<br />

realizzati progetti PPP per un ammontare di 31 miliardi di<br />

euro, di cui un quarto è già in fase di realizzazione.<br />

La metà dei progetti riguarda la costruzione di strade e di<br />

abitazioni. Altri settori importanti concernono la produzione<br />

energetica, la costruzione di porti, i trasporti, il turismo<br />

nonché l’approvvigionamento di acqua potabile e la relativa<br />

evacuazione. Con un volume d’investimenti di 15 miliardi di<br />

dollari, lo stato meridionale di Karnataka dispone del programma<br />

di sviluppo più consistente, seguito da Gujarat con<br />

progetti per un totale di 5 miliardi di dollari.<br />

Ulteriori informazioni sull’apposito sito del Ministero delle<br />

finanze indiano “Public Private Partnerships in India”<br />

www.pppinindia.com<br />

India: rilancio del programma per le costruzioni<br />

portuali<br />

L’India dedica maggior attenzione al programma statale di<br />

costruzioni portuali lanciato nel 2006. Il National Maritime<br />

Development Programme comprende 276 progetti, i cui costi<br />

si stimano in 14 miliardi di euro.<br />

Entro la scadenza del piano quinquennale nel 2012, il governo<br />

indiano mira a realizzare o almeno a indire le gare


d’appalto per progetti ammontanti a 13,7 miliardi di euro.<br />

Arriva a proposito l’interesse del settore privato nel programma<br />

statale, che è più disposto a partecipare nell’ambito di<br />

partenariati pubblico-privati alla realizzazione finora piuttosto<br />

claudicante. Le gare d’appalto per 23 progetti PPP<br />

saranno pubblicate nel solo anno finanziario <strong>2009</strong>/2010.<br />

Attualmente, 17 progetti sono in fase di realizzazione (scali,<br />

posti d’ormeggio, terminali per container, impianti tecnici).<br />

Ministry of Shipping: Development of major ports<br />

http://pib.nic.in/release/release.asp?relid=50983<br />

Ministry of Shipping: Emerging Investment Opportunities<br />

in Port Development – Major Projects in the Offing<br />

http://shipping.gov.in/index1.asp?linkid=177&langid=1<br />

National Maritime Development Programme India<br />

http://shipping.gov.in/writereaddata/linkimages/NM-<br />

DP9290454966.doc<br />

UE: nuova procedura per il rimborso dell’IVA a partire<br />

dal 2010<br />

Dal 1° gennaio 2010, per le imprese insediate nell’UE vigeranno<br />

nuove regole per il rimborso dell’IVA, volte a semplificare<br />

sostanzialmente la procedura. Sempre il prossimo<br />

1° gennaio entrerà in vigore una nuova regolamentazione<br />

relativa al luogo di fornitura dei servizi.<br />

La procedura introdotta per il rimborso dell’IVA prevede<br />

quanto segue:<br />

• transizione dalla procedura cartacea a quella elettronica;<br />

• aumento da 25 euro a 50 euro degli importi minimi per<br />

le richieste annuali o per l’ultimo periodo di un anno civile<br />

(400 euro in caso di richiesta per un periodo di minimo<br />

tre mesi);<br />

• obbligo di presentare le fatture e i documenti d’importazione<br />

in copia a partire da 1’000 euro (per via elettronica con<br />

la richiesta di rimborso) nonché le fatture per l’acquisto di<br />

carburante a partire da 250 euro (in singoli casi fondati,<br />

si potrà esigere la presentazione delle fatture originali);<br />

• termine per presentare le richieste: al più tardi entro il 30<br />

settembre (finora entro il 30 giugno) dell’anno successivo;<br />

• concessione di un diritto agli interessi delle imprese nei<br />

riguardi degli Stati membri dell’UE in caso di rimborso<br />

tardivo.<br />

Per quanto riguarda la regolamentazione sul luogo di fornitura<br />

dei servizi, le disposizioni previste sono le seguenti:<br />

• luogo d’imposizione in caso di fornitura di servizi ad un’altra<br />

impresa: lo Stato di residenza del cliente (finora lo Stato<br />

di residenza del fornitore di servizi);<br />

• luogo d’imposizione in caso di fornitura di servizi ad un<br />

privato: come finora, ossia lo Stato di residenza del fornitore<br />

di servizi.<br />

Swiss VAT: “MWST-Änderungen in der EU zum 1.1.2010<br />

- Auswirkungen für Schweizer Unternehmen”<br />

www.swissvat.ch/cms/fileadmin/editors/publikationen/SV_<br />

AEnderungen_EU_112010_mf_2.pdf<br />

Germania: Attuazione della direttiva sui servizi<br />

dell’UE<br />

L’attuazione della direttiva sui servizi dell’UE in Germania si<br />

è conclusa con l’approvazione della relativa legge da parte<br />

del Bundestag. La direttiva entrerà in vigore il 28 dicembre<br />

<strong>2009</strong>.<br />

L’attuazione della direttiva sui servizi dell’UE garantisce che<br />

ogni società di servizi proveniente da altri paesi dell’UE possa<br />

sostanzialmente operare in futuro in Germania senza autorizzazioni<br />

(come naturalmente anche negli altri stati membri<br />

dell’UE). Le direttive garantiscono inoltre agevolazioni<br />

nello svolgimento transfrontaliero di servizi (per esempio,<br />

riconoscimento semplificato dei titoli di studio e di formazione<br />

esteri).<br />

La direttiva europea sui servizi sarà applicata nell’intera UE<br />

a partire dal 2010. Il termine per la trasposizione in tutti gli<br />

stati membri dell’UE scadrà il 28 dicembre <strong>2009</strong>.<br />

Ministero tedesco dell’economia e della tecnologia: “Die<br />

Europäische Dienstleistungsrichtlinie – Ein Schritt zum Europäischen<br />

Binnenmarkt”<br />

www.dienstleistungsrichtlinie.de<br />

Nuovo aeroporto a Berlino<br />

Berlino avrà un nuovo aeroporto internazionale, che accoglierà<br />

in futuro l’intero traffico aereo della capitale tedesca e<br />

della regione Brandenburg. L’Airport Berlin Brandenburg International<br />

BBI sorgerà sul sito dell’ex-aeroporto Schönfeld.<br />

Con un totale di investimenti di 22 miliardi di euro, la costruzione<br />

del BBI rappresenta attualmente il maggior progetto<br />

aeroportuale in Europa: questo anche in termini planimetrici.<br />

A disposizione sono 1’470 ettari (=2’000 campi di calcio),<br />

sui quali sorgeranno i seguenti grandi progetti:<br />

• due piste di decollo e di atterraggio parallele ad un intervallo<br />

di 1’900 metri, gestite indipendentemente;<br />

• terminale BBI con sei piani (220’000 metri quadrati di<br />

superficie lorda), una capacità annua di 30 milioni di passeggeri<br />

(ampliabile da 40 a 45 milioni di passeggeri) e 15<br />

passerelle;<br />

• collegamenti ai trasporti: stazione nel terminale con collegamento<br />

diretto alla stazione centrale di Berlino (in 20 minuti);<br />

parcheggio con collegamento alla rete autostradale.<br />

Come sottolineato durante un evento dello Swiss German<br />

Club, nelle fasi di sviluppo e d’esercizio il BBI offre buone<br />

opportunità d’affari anche alle PMI svizzere. Le possibilità<br />

si delineano in particolare nell’ambito dell’allestimento, fiduciario,<br />

del marketing e della comunicazione.<br />

Aeroporti di Berlino: “Airport Berlin Brandenburg International<br />

BBI – das Projekt”<br />

www.berlin-airport.de/DE/BBI/index.html<br />

Swissinfo: “Airport Berlin als Chance für Schweizer KMU”<br />

www.swissinfo.ch/ger/suche/Result.html?siteSect=882&ty<br />

=st&sid=10849993<br />

Clima generale degli affari nell’Europa centrale e<br />

orientale: prime schiarite<br />

Il clima degli affari nell’Europa centrale e orientale (PECO)<br />

è migliorato per la prima volta dall’inizio del 2008. Come<br />

indicato nel recente indice stilato dalla Thomson Reuters<br />

& OeKB, questa valutazione si deduce in particolare dalle<br />

previsioni più ottimiste per rispetto ai mesi precedenti degli<br />

investitori diretti esteri per quanto riguarda gli affari delle<br />

loro imprese in loco.<br />

Secondo tale indice, il clima degli affari più propizio vige in<br />

Polonia e nella Repubblica Ceca. Anche in Russia si riscontrano<br />

aspettative migliori, ma le previsioni per l’Ungheria e<br />

l’Ucraina rimangono cupe.<br />

33


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

Informazione stampa Thomson Reuters & OeKB relativa<br />

al decimo indice sul clima degli affari nell’Europa centrale<br />

e orientale:<br />

www.oekb.at/de/osn/DownloadCenter/information-services/OeKB-Presseinfo-zehnte-Erhebung-Thomson-Reuters-<br />

OeKB-GKI-Mittelosteuropa.pdf<br />

Global Trade Alert informa e aggiorna su restrizioni<br />

al commercio internazionale<br />

Il sito web Global Trade Report entrato in funzione ad inizio<br />

luglio <strong>2009</strong> raccoglie, analizza e pubblica ogni norma e<br />

misura varata dai singoli stati o comunità che ostacola e<br />

limita il libero commercio internazionale.<br />

Tra l’inizio del 2008 e il primo trimestre del <strong>2009</strong> si sono<br />

contate 329 estensioni di tali misure, contro solo 44 cali.<br />

Dal 2008, soprattutto USA, Cina, Brasile, UE, Corea del<br />

Sud, Canada e Giappone hanno posto nuovi ostacoli. Argentina,<br />

Australia, Arabia Saudita, Sudafrica, Messico e<br />

Francia hanno invece facilitato il commercio.<br />

Negli ultimi mesi le frontiere si sono nuovamente spostate:<br />

gli USA hanno adottato una linea meno protezionista<br />

sotto la nuova presidenza, ma in particolare Cina, India,<br />

Corea del Sud e Arabia Saudita hanno nuovamente innalzato<br />

barriere.<br />

Le informazioni fornite sul sito Global Trade Report cataloga<br />

le limitazioni al commercio internazionale con le<br />

seguenti voci:<br />

• descrizione della misura adottata;<br />

• partner commerciali interessati dalla misura (paesi);<br />

• tipo di misura;<br />

• settori economici colpiti;<br />

• prodotti colpiti (secondo le posizioni doganali).<br />

Le norme e le misure possono anche essere reperite con i<br />

criteri di ricerca “affected trading partner”, “implementing<br />

jurisdiction” e “type of measure”.<br />

Il Global Trade Report riassume mensilmente le misure e<br />

le norme e compie un’analisi statistica. Il primo rapporto<br />

è apparso nel mese di luglio:<br />

Global Trade Report (1st Report), luglio <strong>2009</strong><br />

www.globaltradealert.org/events/gta-publishes-1st-reportjuly-<strong>2009</strong><br />

Sito web Global Trade Alert (aggiornamento continuo)<br />

www.globaltradealert.org/<br />

Fallimenti record in tutto il mondo nel <strong>2009</strong><br />

Le più recenti previsioni sulle insolvenze aziendali a livello<br />

mondiale dell’assicurazione crediti Euler Hermes forniscono<br />

un quadro poco rallegrante: nel <strong>2009</strong> le insolvenze<br />

aziendali aumentano a livello mondiale del 35%. E le prospettive<br />

per l’anno prossimo sono persino peggiori.<br />

La Svizzera e i suoi partner commerciali principali non<br />

vengono risparmiati:<br />

• in Germania, l’aumento dei casi di insolvibilità sarà di<br />

circa il 20%; nel 2010 si prevede addirittura un ulteriore<br />

aumento dell’11%. Ne risentono maggiormente il<br />

commercio al dettaglio e la vendita per corrispondenza,<br />

come pure le imprese finanziarie e di servizi, nonché le<br />

aziende postali e di recapito a domicilio;<br />

• negli USA, le insolvenze aziendali registrano una crescita<br />

marcata del 45% nel <strong>2009</strong>, con ca. 63’000 fallimenti<br />

34 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

dopo l’aumento del 44% nel 2007 e del 54% nel 2008<br />

(in particolare nel settore immobiliare e della costruzione).<br />

Per il 2010, Euler Hermes prevede una diminuzione<br />

del 3,7% dei casi d’insolvibilità;<br />

• in Italia, gli esperti di Euler Hermes prevedono un ulteriore<br />

forte aumento delle insolvenze del 31% nel <strong>2009</strong>,<br />

soprattutto tra i dettaglianti, nell’edilizia e nell’industria,<br />

e un leggero rilassamento della situazione non prima<br />

del 2010;<br />

• in Francia, soffrono soprattutto l’edilizia, il commercio, i<br />

servizi e la gastronomia/settore alberghiero. Nel <strong>2009</strong> il<br />

numero d’insolvenze salirà ulteriormente in modo marcato<br />

ed è stimato a +25%, mentre nel 2010 dovrebbe<br />

ridursi al 9%;<br />

• in Gran Bretagna, le insolvenze hanno raggiunto il livello<br />

più alto da dieci anni questa parte, registrando un<br />

aumento del 54% nel secondo semestre 2008. Euler<br />

Hermes pronostica un ulteriore aumento del 56% nel<br />

<strong>2009</strong>. I servizi finanziari e l’edilizia sono i più duramente<br />

toccati. Il numero delle insolvenze dovrebbe aumentare<br />

dell’11% nel 2010;<br />

• in Spagna l’aumento dei casi d’insolvibilità è stato vertiginoso<br />

nel 2008: 187%. Per il <strong>2009</strong>, i pronostici parlano<br />

addirittura di un ulteriore +58%. Nel 2010 il numero<br />

di fallimenti dovrebbe invece diminuire leggermente, del<br />

2,8%;<br />

A confronto, il numero di insolvenze dovrebbe essere più<br />

moderato:<br />

• in Svizzera: 2008: -2%, <strong>2009</strong>: +16%, 2010: +4%;<br />

• nel Lussemburgo: 2008: - 12%, <strong>2009</strong>: +15%, 2010:<br />

+5%;<br />

• in Austria: 2008: +0,3%, <strong>2009</strong>: +5%, 2010: +7%;<br />

• in Canada: 2008: -2%, <strong>2009</strong>: +10%, 2010: +5%;<br />

• in Cina: 2008: +4,5%, <strong>2009</strong>: +10%, 2010: +5%.<br />

La ripresa dovrebbe essere più rapida<br />

• in Danimarca (2010: -8,7%);<br />

• in Irlanda (2010: -8,3%);<br />

• in Norvegia (-5,3%);<br />

• negli Stati Baltici (Estonia -5%, Lettonia -10%, Lituania<br />

-5%);<br />

• in Slovacchia (-11%).<br />

Comunicato stampa di Euler Hermes: “I fallimenti<br />

d’imprese salgono nel <strong>2009</strong> mondialmente a livello record<br />

<strong>2009</strong>”<br />

www.eulerhermes.ch/de/dokumente/comunicato_stampa_fallimenti_d_imprese.pdf/comunicato_stampa_<br />

fallimenti_d_imprese.pdf<br />

Grafici insolvenze aziendali <strong>2009</strong>/2010, Previsioni di<br />

Euler Hermes, giugno <strong>2009</strong><br />

www.eulerhermes.ch/de/dokumente/graficos_insolvenze_<br />

aziendali.pdf/graficos_insolvenze_aziendali.pdf<br />

Osec<br />

Corso Elvezia 16<br />

Casella postale 5399 - CH-6901 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 35/37<br />

Fax +41 91 911 51 39<br />

info.lugano@osec.ch<br />

www.osec.ch


Fiere internazionali<br />

Ecobuild 2010<br />

Londra, 2 – 4 marzo 2010<br />

Ecobuild è la maggior fiera mondiale nel settore del design, dell’edilizia e della costruzione ecosostenibile, una fonte<br />

d’informazioni sul settore e una piattaforma completa dei relativi prodotti. Fornisce l’occasione per testare di persona le<br />

novità di un ramo in pieno sviluppo, grazie anche al centinaio di conferenze, seminari e dimostrazioni pratiche di alto livello<br />

tenute da 500 relatori durante i tre giorni di svolgimento. I settori trattati comprendono protezione dell’ambiente, risparmio<br />

energetico, nuovi materiali, tecniche di riscaldamento e di ventilazione, gestione delle risorse idriche, tecnica edilizia, porte,<br />

finestre, colori, rivestimenti murali, illuminazione, guarnizioni, riciclaggio, smaltimento dei rifiuti e architettura.<br />

La portata di questo salone raddoppia ogni anno dal suo lancio nel 2005: si è passati dai 6’144 visitatori nel 2006 ai<br />

34’617 nel <strong>2009</strong>. Nell’edizione precedente, 857 espositori si sono dati appuntamento all’Earls Court di Londra.<br />

Il pubblico target della fiera comprende architetti, ingegneri, contraenti, impresari, responsabili della progettazione e della<br />

formazione, operatori di enti regionali e centrali, consulenti, fornitori, ecc.<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

www.ecobuild.co.uk<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”:<br />

www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > Ecobuild 2010<br />

Hannover Messe 2010 – Forschung & Entwicklung<br />

Hannover, 19 – 23 aprile 2010<br />

Dal laboratorio direttamente al mercato! Ricavare velocemente prodotti commerciabili da tecnologie futuristiche: ecco<br />

l’obiettivo di ricerca e tecnologia. La Hannover Messe 2010 Forschung & Entwicklung rappresenta il luogo ideale per presentare<br />

il know-how industriale. È il veicolo ideale per scoprire tecnologie, materiali e idee innovativi.<br />

Lo “SWISS Pavilion” dell’Osec sarà allestito anche in occasione di questo importante appuntamento. Grazie all’alta visibilità<br />

del marchio “Schweiz.” e all’ubicazione ideale nella Halle 2, attira efficacemente l’attenzione dei visitatori. I servizi offerti,<br />

che comprendono il business center dell’Osec e il bistrò svizzero, vi facilitano la presenza alla fiera e i contatti con i clienti.<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

www.hannovermesse.de<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”:<br />

www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > Hannover Messe 2010 Forschung<br />

& Entwicklung<br />

PLMA 2010 – World of Private Label<br />

Amsterdam, 18 – 19 maggio 2010<br />

Il PLMA, salone internazionale dei marchi di distribuzione, è l’appuntamento<br />

annuale imperdibile dei distributori e dei produttori, per ritrovarsi e<br />

scoprire nuovi prodotti, allacciare contatti preziosi e trarre ispirazioni dalle<br />

nuove tendenze del mercato.<br />

I prodotti esposti nel padiglione food comprendono generi alimentari freschi,<br />

congelati, refrigerati ed essiccati, bevande alcoliche e analcoliche,<br />

dolci, alimenti per l’infanzia, grassi, oli, spezie, prodotti dietetici e bio.<br />

Nel padiglione non-food si trovano cosmetici, prodotti per la salute e la “SWISS Pavilion”: il padiglione collettivo svizzero!<br />

bellezza, articoli casalinghi e di cucina, cura dell’auto, giardinaggio e fai da<br />

te, abiti, indumenti intimi e scarpe. La fiera attira pertanto i responsabili acquisti di supermercati, ipermercati, discount,<br />

grandi magazzini, drogherie, empori, grossisti, importatori ed esportatori.<br />

L’importanza delle marche di distribuzione continua a crescere anche in un periodo economicamente difficile, poiché i<br />

consumatori valutano con maggior attenzione il rapporto qualità-prezzo. Lo studio realizzato da A.C. Nielsen per il PLMA’s<br />

<strong>2009</strong> International Private Label Yearbook indica che tali marche hanno raggiunto ormai una quota media di mercato del<br />

30% in 10 paesi, percentuale che nel Regno Unito e in Svizzera ammonta addirittura al 50%. Sono prodotti a marche<br />

commerciali oltre il 70% del reparto carne-pesce-pollame nel Regno Unito, della cartoleria in Germania, dei surgelati in<br />

Spagna e dei reparti surgelati e cibi freschi in Svizzera.<br />

L’edizione precedente comprendeva 1’706 espositori provenienti da 59 paesi e 7’711 visitatori da 70 nazioni.<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

www.plmainternational.com<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”:<br />

www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > PLMA 2010<br />

NB: Agli espositori degli SWISS Pavilion presso le fiere sopra citate è accordato uno sconto del 10% per prenotazione anticipata<br />

(Hannover Messe 2010: 15%) quale misura promozionale nel contesto dell’attuale situazione economica difficile.<br />

infOrmaziOni SuGli “SwiSS paviliOn”: www.OSeC.Ch/fiere<br />

35


Vita dei Soci<br />

di René Kramer, Membro della Direzione del gruppo, Clienti aziendali, e Martin Werthmüller, Responsabile<br />

Management dei Sinistri, Clienti aziendali con incluso il management della salute e la consulenza demografica<br />

36 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

il manaGement della Salute in azienda<br />

COntribuiSCe al SuCCeSSO delle impreSe<br />

La salute di un'impresa e dei suoi collaboratori è minacciata<br />

soprattutto in tempi di crisi. Il management della salute in<br />

azienda aiuta a mitigare questo problema. Ne sono sempre più<br />

toccati i collaboratori anziani. Per questo motivo, come novità,<br />

Helsana collabora con i cosiddetti "consulenti demografici"<br />

Quando l'economia vacilla, la condizione finanziaria<br />

delle imprese e di conseguenza anche lo<br />

stato di salute di molti collaboratori ne risentono.<br />

La portata di questi malori si lascia relativamente<br />

ben prevedere grazie all'esperienza delle<br />

recessioni passate. Sulla base del nostro modello<br />

di prognosi possiamo dire, con una certa<br />

sicurezza, che, per esempio, una riduzione<br />

del PIL del 3,3%, così la prognosi dell'Ufficio<br />

di ricerca congiunturale (ETH Zurigo), proietta<br />

la quota sinistri ad oltre l'86%. Questa quota<br />

sinistri è di quasi un quinto più alta dei valori<br />

che si riscontrano in tempi di economia florida.<br />

L'anno passato l'economia, nonostante la crisi<br />

finanziaria, è cresciuta dell'1,9% e nel 2007<br />

del 2,8%, fatti che hanno comportato una ridotta<br />

quota sinistri del 75% rispettivamente del<br />

68%.<br />

Prestazioni assicurative in crescita<br />

Grazie al nostro modello di prognosi abbiamo<br />

potuto valutare, già alla fine del 2008, cosa<br />

quest'anno si prospetta per noi ed i nostri clienti.<br />

Primo: una riduzione delle assenze di breve<br />

durata, perché i collaboratori, con la paura di<br />

perdere il posto di lavoro, nell'incertezza si sono<br />

presentati al lavoro invece di annunciarsi malati.<br />

Secondo: nonostante un ridotto numero di<br />

casi, una crescita importante delle prestazioni<br />

assicurative, perché le assenze di lunga durata,<br />

in tempi di recessione economica, aumentano<br />

marcatamente. La situazione per la fine di giugno<br />

conferma esattamente le nostre aspettative.<br />

Mentre le assenze di breve durata, nel primo semestre<br />

sono diminuite dell'1,3%, le prestazioni<br />

assicurative sono cresciute dell'8%.<br />

E questo è solo l'inizio: nelle settimane e nei<br />

mesi a venire la situazione si farà ancora più<br />

critica. A causa dei termini d'attesa fino a 60<br />

giorni, i pagamenti delle nostre prestazioni di<br />

indennità giornaliera rincorrono sempre la realtà.<br />

I dati di metà anno non rispecchiano ancora<br />

la totale portata dei sinistri dei primi sei mesi.<br />

Già ora però constatiamo un segno positivo: un<br />

aumento meno marcato delle prestazioni. Questo<br />

è il risultato dell'introduzione tempestiva del<br />

Management della salute in azienda da parte<br />

nei nostri clienti. Sulla base dell'evoluzione prevista<br />

nel <strong>2009</strong> (modello di prognosi) abbiamo<br />

moltiplicato il nostro impegno, iniziato tre anni<br />

fa, nel Management della salute in azienda. In<br />

questo contesto, oltre alla sensibilizzazione per<br />

la particolare tematica, proponiamo l'introduzione<br />

del Management delle assenze ed un Case<br />

management professionale. Con ogni giorno<br />

di assenza non accompagnata o non controllata,<br />

aumenta il rischio di un circolo vizioso con<br />

conseguenze snervanti e finanziariamente care<br />

per tutte le parti interessate.<br />

Circolo vizioso caro<br />

Chi si assenta per lungo tempo in una ditta<br />

lascia una perdita che solo in pochi casi si può<br />

colmare con facilità. Ogni posto vacante limita<br />

automaticamente la produttività. Questo causa


ai colleghi di lavoro un ulteriore carico e così<br />

la pressione sul posto di lavoro aumenta ulteriormente.<br />

Questa pressione favorisce errori,<br />

infortuni, frustrazioni e ulteriori assenze in seguito<br />

a stress. Nel frattempo i colleghi inabili al<br />

lavoro sono a casa e si sentono, con ogni altra<br />

settimana di assenza, sempre peggio.<br />

Il rischio di dover essere esaminato dall'assicurazione<br />

invalidità (AI) o di cercare un lavoro<br />

tramite l'ufficio regionale di collocamento<br />

(URC) aumenta di mese in mese, peggiora la<br />

situazione e cronicizza la malattia.<br />

Presso l'assicuratore d'indennità giornaliera di<br />

malattia in questa fase il caso viene registrato<br />

e valutato, la situazione viene chiarita con<br />

i responsabili dell'azienda, i versamenti delle<br />

indennità effettuati, calcolate le riserve per i<br />

casi complicati, ecc..<br />

E poi, quando al rinnovo del contratto, la statistica<br />

delle prestazioni si presenta negativa,<br />

l'azienda si ritrova con un aumento del premio<br />

per l'assicurazione d'indennità giornaliera. Fatto<br />

che concerne diverse aziende, quest'anno.<br />

Da questo circolo vizioso una ditta può uscire<br />

solo quando agisce in modo pro-attivo e si<br />

interessa adeguatamente della salute dei suoi<br />

collaboratori e del mantenimento della stessa<br />

anche in seno all'impresa.<br />

Salute e demografia<br />

È più facile dire che fare. In tempi economici<br />

duri, è difficile motivare le aziende su cosiddet-<br />

ti fattori morbidi. Nel Management della salute<br />

in azienda non si tratta di un tema isolato.<br />

L'esperienza dimostra: collaboratori che si trovano<br />

a loro agio sul posto di lavoro si ammalano<br />

raramente, sono più motivati, più produttivi ed<br />

alla fine sono le colonne portanti del successo<br />

dell'azienda. Un ruolo sempre più importante è<br />

ricoperto dai collaboratori anziani. Quel gruppo<br />

di persone attive, la cui capacità fisica sì<br />

diminuisce con l'avanzare dell'età, ma con la<br />

sua esperienza unita alla routine diventa praticamente<br />

insostituibile per ogni azienda.<br />

In considerazione della mancanza di forze di lavoro<br />

dovuta all'evoluzione demografica, diventa<br />

sempre più importante mantenere i collaboratori<br />

anziani nel processo lavorativo.<br />

Questo si raggiunge solo se essi non lasciano<br />

l'azienda anzitempo per malattia causata da<br />

stress o dal carico di lavoro oppure frustrati e<br />

sfruttati.<br />

Per venir incontro in modo determinante alle<br />

necessità dei nostri clienti, abbiamo ampliato le<br />

odierne proposte del Management della salute<br />

in azienda con la consulenza demografica.<br />

37


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

38 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

elektrOma Sa: benvenuti in<br />

un’aCCOGliente CuCina Su miSura<br />

Da 40 anni, specializzata nell’arredamento di cucine, fornitura<br />

di elettrodomestici, climatizzazione e servizio e assistenza<br />

tecnica<br />

La cucina è uno dei più accoglienti e vissuti ambienti<br />

di una casa. È la stanza del focolare domestico dove si<br />

crea, si condivide, si mangia e si beve. Dove si discute<br />

e ci si ritrova in famiglia. E se lo spazio che ci circonda<br />

riflette le nostre abitudini e il nostro benessere, sarà un<br />

piacere passare del tempo in casa, nella nostra cucina.<br />

Eccovi Elektroma SA, che rende possibile le nostre<br />

aspettative ed i nostri sogni…<br />

Elektorma SA è un’azienda ticinese fondata nel 1969,<br />

che si occupa di cucine: dall’arredamento agli elettrodomestici.<br />

Inizialmente l’attività era quella di vendita e<br />

riparazione d’elettrodomestici. Con costante impegno<br />

e dedizione, l’azienda all’inizio degli anni ’70 entra nel<br />

settore delle cucine, montando le prime “americane”,<br />

molto in voga in quel periodo.<br />

Negli anni ’80 viene aperta una filiale a Locarno, dove<br />

viene allestita una grande esposizione di cucine ed<br />

elettrodomestici.<br />

Nel 2001 l’azienda realizza la grande sede di Giubiasco<br />

dove è attualmente ubicata, sita in Via Campagna 2.1.<br />

La nuova struttura sorge su una superficie di 6’000<br />

mq., composta da uno show room di oltre 1'000 mq.,<br />

un magazzino, un laboratorio di falegnameria, un centro<br />

riparazioni elettrodomestici, gli uffici amministrativi,<br />

l'ufficio tecnico e uno studio di progettazione.<br />

Oggi Elektroma è ben posizionata nel mercato ticinese,<br />

ricoprendo un ruolo al vertice nel proprio settore.<br />

Grazie alla sua competenza ed al servizio a 360° che<br />

offre, Elektroma può operare a tutti i livelli, sia con il<br />

consumatore finale (clienti privati) che con intermediari<br />

come studi d’architettura e/o immobiliari, fornendo consulenza<br />

e assistenza per la progettazione e la fornitura<br />

di arredamenti cucina, impianti di climatizzazione per<br />

tutte le superfici, macchine lavatrici e asciugatrici per<br />

qualsiasi esigenza; inoltre offre un servizio vendita e<br />

tecnico, oltre all’installazione per grandi e piccoli elettrodomestici<br />

delle migliori marche.<br />

Grazie alla sua specializzazione, la società ha potuto migliorarsi<br />

ulteriormente ed inaugurare, ai primi del <strong>2009</strong><br />

un nuovo marchio qualificato per il Design delle cucine,<br />

denominato “KDC” – Kitchen Design Center, la divisione<br />

dell’arredamento cucina del gruppo Elektroma.<br />

Progettare, arredare, realizzare e posare la cucina, ammobiliandola<br />

con elettrodomestici moderni in grado di<br />

soddisfare tutte le esigenze. Grandi marche e prestigiose<br />

partnership. Un servizio di assistenza tecnica puntuale<br />

e disponibile che completa l’offerta di Elektroma.<br />

Oggi Elektroma è diretta dalla Signora Patrizia Zanelli,<br />

che guida un team di 17 dipendenti, ripartiti tra i diversi<br />

settori dell’attività, che con passione serietà ed<br />

efficienza hanno fatto e continuano a mettere il marchio<br />

Elektroma in evidenza per le sue grandi qualità.<br />

1969 – <strong>2009</strong>: 40 anni di esperienza, sempre sulla cresta<br />

dell’onda, quale punto di riferimento per i clienti<br />

per conoscere tendenze, design e tecnologia in cucina.<br />

Sono state molteplici le attività per il 40° anniversario


dell’azienda, festeggiamenti che si sono susseguiti per<br />

tutto l’arco dell’anno, e termineranno alla fine del <strong>2009</strong>.<br />

9 appuntamenti per serate a tema presso la sede di<br />

Giubiasco, con musica, buffet, coreografie live e tante<br />

sorprese. I prossimi appuntamenti si terranno il 5 novembre<br />

con la serata “Cartoonia” e il 12 dicembre prossimo<br />

con la Gran Serata di Gala, nella quale verranno<br />

consegnati gli oggetti dell’Asta benefica "Uno sguardo<br />

verso gli altri...", partita il 1° settembre scorso sul sito<br />

www.elektroma.ch. Il ricavato dell’asta verrà devoluto<br />

alle associazioni 143 telefono amico, Associazione Alessia<br />

<strong>Ti</strong>cino e Missione di Padre Angelo Fantacci a Ukunda<br />

(Kenia). È possibile fare delle offerte per acquistare delle<br />

maglie ufficiali di alcuni club sportivi, oggetti in vetro<br />

della vetreria di Hergiswil, e oggetti di artigianato africano.<br />

Le aste scadranno 30 novembre alle ore 14.00.<br />

Invitiamo tutti a partecipare!<br />

Tra le altre attività promozionali per il 40°, Elektroma ha<br />

investito negli spot pubblicitari che è possibile vedere in<br />

onda sulla RSI (La 1 e La 2) fino a dicembre.<br />

Il <strong>2009</strong> ha anche visto l’ampliamento dell’offerta elettrodomestici,<br />

con maggiori scelte per il cliente, potendo<br />

così offrire un pacchetto completo. Per il futuro si prevede,<br />

a seguito delle numerose richieste e sollecitazioni<br />

del mercato, un potenziamento delle proposte nel settore<br />

dell’arredamento. Questi sviluppi renderanno ancor<br />

più massiccia e importante la presenza di Elektroma sul<br />

mercato ticinese.<br />

Elektroma SA<br />

Via Campagna 2.1 Via Simen 1<br />

6512 Giubiasco 6600 Locarno<br />

Tel. +41 91 857 34 42 Tel. +41 91 751 33 66<br />

Fax +41 91 857 65 84 Fax +41 91 751 33 66<br />

info@elektroma.ch<br />

www.elektroma.ch<br />

39


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

aStramedia pOrta la teCnOlOGia<br />

più avanzata dell’Online marketinG<br />

al vOStrO ServiziO<br />

L’azienda si occupa di produzione e distribuzione di filmati<br />

aziendali professionali attraverso i nuovi mezzi di comunicazione<br />

La necessità di essere online al giorno d’oggi è, per tutte<br />

le PMI, un must imprescindibile. E allora via alla creatività,<br />

si studia, ci si ingegna, si prepara un buon sito<br />

web con una grafica accattivante… Spesso però ci si<br />

dimentica di posizionarsi sui motori di ricerca, e la nostra<br />

presenza sul web è sì online, ma non efficace.<br />

Oggi le PMI stanziano budget consistenti per pubblicità<br />

e pubbliche relazioni, che non sempre sono efficienti.<br />

Mancano forse approfondite conoscenze del mondo della<br />

comunicazione, soprattutto di quella tecnologica e i<br />

mezzi, all’interno delle PMI stesse, per ottenere una comunicazione<br />

online efficiente.<br />

Gli ultimi studi in materia pubblicati recentemente<br />

hanno evidenziato come sia<br />

mutato l’atteggiamento degli adulti che<br />

usufruiscono di Internet: adesso passano<br />

molto più tempo online, sia per informarsi<br />

che per svago (ad esempio guardando<br />

la TV online); d’altra parte altri studi mostrano<br />

come sia in atto una “crisi” dei<br />

tradizionali media, soprattutto per quel<br />

che concerne gli introiti pubblicitari, in contro tendenza<br />

invece stiamo assistendo ad un potenziamento del cosiddetto<br />

“passaparola interattivo”: dei filmati professionalipromozionali<br />

che pubblicizzano un’impresa, un suo prodotto<br />

o un suo servizio.<br />

Una presentazione aziendale in forma di una documentazione<br />

video aumenta la probabilità di una decisione di acquisto<br />

– se confrontata con una documentazione scritta,<br />

persino fino al 72%. I clienti potenziali si ricordano fino<br />

al 50% meglio dei messaggi se questi vengono trasmessi<br />

attraverso video.<br />

Guardare una presentazione aziendale sotto forma di un<br />

filmato è più emozionale, più semplice e più interessante<br />

per l’utente.<br />

I video aziendali sono veicoli ideali per fare marketing<br />

online: il vostro video aziendale viene salvato in tutti i<br />

formati più importanti e può pertanto venir trasferito su<br />

tutti i tipi di apparecchi elettronici.<br />

40 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Per colmare queste lacune<br />

del mercato e rispondere alle<br />

nuove esigenze dei clienti,<br />

è possibile affidarsi ad un<br />

partner fidato ed esperto:<br />

astramedia.<br />

astramedia è un’azienda svizzera, con sede principale ad<br />

Adliswil, che nasce dall’attività di grande successo di Cityguide,<br />

operativa nel segmento dei video aziendali per il<br />

tempo libero; presente anche in <strong>Ti</strong>cino sotto la guida del<br />

Signor Gian Luca Cantarelli.<br />

astramedia si occupa di video marketing, ed è specializzata<br />

nella produzione e distribuzione di filmati aziendali<br />

professionali su Internet per aziende, imprese e società<br />

di ogni tipo, coprendo tutti i settori dell’economia, senza<br />

preclusioni. Oggi occupa circa 200 dipendenti, tra consulenti,<br />

analisti, informatici, sceneggiatori, ecc., e dopo<br />

un periodo d’avvio, dalla metà del 2008, la clientela è<br />

aumentata esponenzialmente, raggiungendo oggi gli oltre<br />

4’000 filmati aziendali prodotti.<br />

In <strong>Ti</strong>cino astramedia ha già potuto sviluppare cooperazioni<br />

con diverse società operanti nel settore del turismo,<br />

alberghiero, ristorazione, catering, associazioni di catego-


ia, servizi, settore pubblico, e altri ancora.<br />

astramedia vanta una serie di partner prestigiosi, realizzando<br />

servizi di alto livello e dai prezzi contenuti per le<br />

piccole e medie imprese.<br />

Come funziona l’attività di astramedia?<br />

Il servizio è sempre personalizzato, e sarete seguiti passo<br />

per passo durante tutto il processo di realizzazione del<br />

video su misura per le vostre esigenze. Ogni filmato infatti<br />

sarà diverso da un altro, poiché rispecchierà le vostre<br />

peculiarità.<br />

Questo filmato sarà poi integrato nel vostro sito web, in<br />

modo da renderlo più vivace ed efficiente, e posizionato<br />

su numerosi portali Internet, in modo da renderne più<br />

facile la visualizzazione e la ricerca.<br />

I consulenti astramedia, dopo un primo contatto, vi informano<br />

su tutti i servizi offerti. Verrà dunque organizzato<br />

un incontro, dove si svolgerà un’intervista per appurare le<br />

vostre idee e ciò che desiderate emerga dal video di presentazione.<br />

Il consulente che vi seguirà avrà la premura<br />

di suggervi le migliori soluzioni per ogni vostra richiesta.<br />

Dopodiché verranno discusse la messa in atto e si preparerà<br />

una vera e propria sceneggiatura per il vostro film.<br />

Una volta fissata la data delle riprese, sarete a contatto<br />

con il cameraman che vi istruirà sul da farsi e si ripasserà<br />

la sceneggiatura punto per punto.<br />

Potrete scegliere se comparire da soli davanti alla telecamera<br />

o se preferite piuttosto che un professionista<br />

riporti per voi i vostri messaggi. astramedia propone anche<br />

musiche adatte ad ogni emozione, con la possibilità<br />

di scegliere tra numerosi brani, e voci professionali che<br />

fungano da speaker.<br />

Il materiale grezzo verrà poi tagliato, preparato e montato<br />

da operatori esperti che confezioneranno il film finale in<br />

qualità HD (high definition).<br />

A questo punto il filmato montato vi verrà inviato su supporto<br />

DVD per poi essere inglobato nel vostro sito web,<br />

nella vostra firma elettronica dell’e-mail o riprodotto su<br />

altri DVD per diverse presentazioni aziendali. astramedia<br />

caricherà il filmato in rete sui portali Internet e video di<br />

interesse, su svariati motori di ricerca, dove il filmato,<br />

munito di parole chiave per una ricerca web più facile,<br />

potrà girare attraverso la rete.<br />

Allo scopo di realizzare dei filmati aziendali da poter utilizzare<br />

quali referenze nei vari settori di attività, astramedia<br />

ha sviluppato un progetto denominato “partnerreferenza”.<br />

Se siete interessati e desiderate rendere più<br />

dinamica ed efficace la vostra presenza sul web, astramedia<br />

è quello che fa per voi!<br />

Per un contatto diretto:<br />

astramedia<br />

Sig. Gian Luca Cantarelli<br />

c/o VECO business service<br />

Via Lavizzari 4, 6900 Lugano<br />

Tel. +41 79 747 82 58<br />

Fax +41 43 355 33 50<br />

gianluca.cantarelli@astramedia.com<br />

www.astramedia.com<br />

41


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

42 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

l’arChitettura prende vita<br />

Lo Studio Vacchini, architetti di Locarno è una realtà ben<br />

inserita nel panorama svizzero dell’architettura<br />

Lo Studio Vacchini, architetti è uno studio<br />

d’architettura con una solida esperienza<br />

alle spalle, radicata a Locarno. Lo studio<br />

fu creato negli anni ’60 dall’Arch. Livio<br />

Vacchini, e dopo la sua prematura<br />

scomparsa nel 2007, lo studio è passato<br />

alla figlia, l’Arch. Eloisa Vacchini, che lo<br />

dirige con entusiasmo e passione.<br />

Eloisa Vacchini, classe 1971, si laurea nel<br />

1997 in architettura al Politecnico federale<br />

di Losanna. Dopo aver collaborato con<br />

alcuni studi d’architettura in Australia e in<br />

Argentina, dal 1999 lavora presso lo studio<br />

del padre a Locarno<br />

Lo Studio Vacchini porta avanti uno stile architettonico<br />

basato sull’etica della figura e della materia. È un’architettura<br />

molto schietta e spartana, pulita e aperta.<br />

Livio Vacchini basava la sua progettazione sul rito, sulla<br />

cadenza, il ritmo, l’etica. Così fa il gruppo di progettisti<br />

dello studio oggi.<br />

L’architettura che lo Studio Vacchini, architetti persegue<br />

è fatta di forme pulite e di materiali che vengono sempre<br />

più perfezionati e potenziati per metterli a frutto ed<br />

avere il massimo da essi.<br />

Esiste una forma di ritualità nella maniera con la quale<br />

L’impianto Cantonale di Termovalorizzazione ICTR di Giubiasco<br />

uno stesso progetto, in Vacchini architetti, viene volta<br />

per volta rivisto e ripercorso. Si tratta sempre della<br />

stessa teoria che viene perfezionata e rivista ad ogni<br />

esercizio e che evolve secondo le esigenze del progetto,<br />

puntando alla perfezione. Il risultato è ogni volta nuovo,<br />

innovativo, profondamente mutato rispetto al precedente<br />

e tuttavia così simile. Ad ogni mutazione il progetto<br />

madre si arricchisce di nuove regole, teoria, etica; si<br />

perfeziona, lasciando dietro a se i piccoli errori, le valutazioni<br />

imprecise. Il dialogo continuo e costante con<br />

le architetture del passato è ciò che permette all’archi-


tettura odierna di avvicinarsi sempre più alla perfezione<br />

e quindi alla bellezza. Il pensiero pulito è ciò che ci fa<br />

percepire un’opera quale “classica” o “antica”, poiché<br />

ne esprime l’essenza. Luce, struttura e spazio trovano<br />

allora quell’equilibrio sapiente raggiungibile solamente<br />

in secoli di osservazione da parte della mente dell’uomo.<br />

Occorre mettere in luce la peculiarità di ogni materiale,<br />

esprimendole, così facendo il materiale stesso può dare<br />

il massimo delle sue possibilità e, trovata la struttura<br />

statica che più gli si addice esprimersi in prestazioni<br />

sempre più spettacolari.<br />

Costruire uno spazio per l’uomo significa quindi guidare<br />

la luce in uno spazio attraverso materiali e strutture che,<br />

spinte grazie alla tecnica nel loro limite massimo, nel<br />

corso della storia dell’umanità vanno cercando sempre<br />

più la loro strada verso la perfezione, e quindi verso la<br />

verità e la bellezza.<br />

Tra i progetti recentemente portati a termine e/o ancora<br />

in opera di compimento vi sono la progettazione e realizzazione<br />

dell’Impianto Cantonale di Termovalorizzazione<br />

ICTR di Giubiasco (periodo 2004/2010), la progettazione<br />

e realizzazione nuova scuola media Bellinzona Nord<br />

(2004/2008) e la progettazione e realizzazione nuovo<br />

centro sportivo a Windisch-Mülimatt (2005/<strong>2009</strong>).<br />

Lo Studio Vacchini, architetti ha anche partecipato a<br />

numerosi concorsi, vincendo vari premi. Tutti progetti<br />

presentati e realizzati si sono distinti per un estetica basilare<br />

che ha seguito un ragionamento lindo di un’etica<br />

professionale senza compromessi.<br />

Con il suo team di 7 dipendenti, composto da Mauro<br />

Vanetti, Jerome Wolfensberger, Giulio Rigoni, Sabina<br />

Tattara, Massimo Uriati, Luciana Bruno e Bornia Ravelli,<br />

Eloisa Vacchini si prodiga affinché la professione di<br />

architetto sia riconosciuta a livello federale e venga protetta,<br />

come già avviene per altre categorie professionali.<br />

L’attività di architetto è un tassello fondamentale per la<br />

qualità della vita di una società e per l’igiene pubblica.<br />

Oggi però sul mercato si assiste ad una guerra che potrebbe<br />

portare ad un offuscamento dell’immagine della<br />

categoria. Tutto ciò può essere un pericolo per la qualità<br />

del lavoro che si esegue. Per questo è fondamentale il<br />

lavoro delle Associazioni di categoria, che intervengono<br />

e tutelano gli interessi della professione, nonché la<br />

professionalità degli architetti, come Eloisa Vacchini,<br />

che coniugano esperienza, entusiasmo e competenza<br />

ad ogni progetto.<br />

Studio Vacchini, architetti<br />

Via Bramantino 33<br />

6600 Locarno<br />

Tel. +41 91 756 10 10<br />

Fax +41 91 756 10 20<br />

lvacchini.ev@ticino.com<br />

© Foto di Alberto Flammer<br />

© Foto di Alberto Flammer<br />

© Foto di Alberto Flammer<br />

La nuova scuola media Bellinzona Nord<br />

43


Vita dei Soci<br />

ballY:<br />

la StOria del "luSSO SwiSS made"<br />

Per oltre 150 anni Bally ha creato scarpe ed accessori<br />

che hanno contribuito a rendere la quotidianità straordinaria.<br />

Fondata nel 1851 nel villaggio svizzero di Schönenwerd<br />

da Carl Franz Bally, l’originaria fabbrica di nastri<br />

di famiglia venne convertita in una fabbrica di scarpe<br />

in seguito ad un viaggio a Parigi, in cui Carl Franz fu<br />

sedotto da un paio di stivaletti finemente decorati. Dopo<br />

averne acquistate diverse paia tornò in Svizzera dove,<br />

raccogliendo i migliori artigiani locali, cominciò una<br />

produzione destinata a diventare presto pioniera nella<br />

scoperta di sempre nuove tecniche di manifattura calzaturiera.<br />

Sempre in cerca di innovazioni ed estremamente<br />

interessati alla tecnologia delle costruzioni, i membri<br />

della famiglia Bally cominciarono a viaggiare intorno al<br />

mondo per studiare le diverse tecniche di manifattura e<br />

distribuzione più avanzate dell’Inghilterra e degli Stati<br />

Uniti. Questo approccio internazionale diede una forte<br />

spinta alle vendite e nel 1892 Bally aprì le porte della sua<br />

prima boutique nella mondana New Bond Street a Londra.<br />

Nei primi anni 50 del ‘900 Bally registrò un’espansione<br />

internazionale che la portò a diventare la prima azienda<br />

globale del settore del lusso. Ancora oggi l’azienda<br />

beneficia della propria eredità storica e proprio recentemente<br />

ha deciso di fare della propria storia e tradizione<br />

una strategia vincente per l’inevitabile rinnovo. Nel 2000<br />

l’azienda ha stabilito il suo quartiere generale sul lago di<br />

Lugano, a Caslano.<br />

La fondazione Bally per la cultura<br />

Presentata al pubblico nel 2007, la Fondazione Bally per la<br />

Cultura è stata costituita con l’unico obiettivo di cercare<br />

e mettere in luce veri talenti ticinesi che avranno l’opportunità<br />

di essere sostenuti e supportati a livello internazionale<br />

da uno dei Brand più famosi al mondo nel settore<br />

del lusso. Nell’universo Bally il lusso è infatti inteso come<br />

stile di vita, un concetto concreto e tangibile che si manifesta<br />

nella qualità e cura dei dettagli che caratterizzano<br />

tutte le linee di prodotto. Una filosofia produttiva espressione<br />

di una vera e propria cultura aziendale che negli anni<br />

ha portato Bally a realizzare prodotti paragonabili a vere<br />

e proprie espressioni artistiche.Ed è quindi per coerenza<br />

con i propri valori artistici che Bally ha deciso di legarsi<br />

44 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

al <strong>Ti</strong>cino, sua terra d’elezione, investendo sulla cultura e<br />

sulla creatività di talenti ticinesi in grado di distinguersi<br />

nel campo delle arti figurative quali pittura, scultura, fotografia<br />

e illustrazione.<br />

Alla ricerca di artisti “in ombra” da mettere in<br />

luce<br />

L’amore per l’arte ed il desiderio di valorizzare il proprio<br />

estro e la propria creatività di certo non sono mancati<br />

da parte dei tanti artisti ticinesi che si sono candidati<br />

dimostrando grande entusiasmo per questo progetto ed<br />

una travolgente volontà di trasmettere la propria passione<br />

attraverso le proprie opere. Dato il numero elevato di<br />

candidature ricevute e l’eccellente qualità media espressa<br />

dai partecipanti, ogni anno il Consiglio di Fondazione,<br />

formato da Fabio Fusco e Marina Piano di Bally Schuhfabriken<br />

AG, da Caterina Carletti (docente SUPSI) da Edo<br />

Bertoglio (fotografo/regista) da Ivo Soldini (Scultore) da<br />

Nelly Rodriguez


Marzio Guggiari (STG Fiduciaria) e da Roberto Mazzantini<br />

(coordinamento, P.R. e comunicazione) si riunisce più<br />

volte per scegliere l’Artista Bally dell’anno. Nel 2008<br />

tutti sono stati concordi nel scegliere quale portabandiera<br />

della creatività e della cultura del nostro Cantone<br />

in tutto il mondo una giovane fotografa locarnese, Nelly<br />

Rodiguez, mentre quest’anno l’ambito titolo è andato ad<br />

un giovane pittore di Osogna, Gabriele Genini.<br />

Nelly Rodriguez, l’artista Bally 2008<br />

Dopo la sua elezione di Artista Bally 2008, la Fondazione<br />

Bally per la Cultura ha iniziato a supportare l'attività di<br />

Nelly Rodriguez realizzando a gennaio 2008 una Mostra<br />

a Lugano presso la splendida sede museale di Villa Saroli<br />

a Lugano. Dopo l'esposizione di Lugano la Fondazione<br />

Bally per la Cultura ha deciso di continuare a sostenere<br />

l’attività della giovane fotografa locarnese riservandole<br />

uno spazio ad alta visibilità nel cuore dell’aeroporto di<br />

Kloten, durante tutti i giorni di forte traffico in concomitanza<br />

con Art Basel a giugno 2008. Come ulteriore<br />

tappa del suo percorso artistico e quale successivo passo<br />

in qualità di “Artista Bally 2008”, Nelly Rodriguez è<br />

partita lo scorso 15 ottobre 2008 alla volta della Cina.<br />

Dimostrando una straordinaria maturità artistica, anche<br />

in Cina l’opera di Nelly colpisce per come è stata in grado<br />

di fissare sulla pellicola l’essenza di modi di vivere<br />

tanto diversi, offrendoci quello sguardo sensibile che ci<br />

fa condividere la vita e gli stati d'animo dei suoi soggetti<br />

in un dialogo continuamente espressivo. Per definire<br />

sé stessa e la propria professione, Nelly ama dire: “La<br />

vita è piena di storie, bisogna decidere se guardarle,<br />

raccontarle oppure lasciarle”. Nel corso del suo viaggio<br />

in Cina, che è stato oggetto di una pubblicazione edita<br />

Gabriele Genini<br />

dalla Fondazione Bally per la cultura, Nelly dimostra che,<br />

nonostante la sua giovane età è perfettamente in grado<br />

di trasformare l'inesperienza in curiosità e sorpresa, superando<br />

qualsiasi limite ambientale e stilistico.<br />

Gabriele Genini, l’artista Bally <strong>2009</strong><br />

Nato ad Osogna il 06.01.1981, Gabriele Genini è un artista<br />

che ama rielaborare in nuovi termini stilistici le<br />

suggestioni esotiche che percepisce nel corso dei suoi<br />

viaggi. Viaggi intesi come desiderio e "scoperta" di nuovi<br />

orizzonti, di Paesi, di popolazioni e di culture anche artistiche<br />

sconosciute. Moderno esploratore, partecipa alla<br />

mitologia del grande viaggiatore… una passione che,<br />

prima di lui, ha colpito tanti grandi artisti del passato<br />

che hanno creato due movimenti artistici fondamentali<br />

per l’arte europea tra ‘800 e ‘900: l’orientalismo e il<br />

primitivismo. Quelli di Gabriele Genini sono appunti di<br />

viaggio veramente speciali, appartenenti ad un modello<br />

non codificato ma universale, schizzi che accendono<br />

la fantasia e che danno sostanza ai sogni. Gabriele ci<br />

fa viaggiare nei dettagli di un mondo “diverso”, ritmato<br />

dai suoi tempi e, attraverso i suoi taccuini, ci racconta<br />

la bellezza di un mondo sull’orlo del naufragio e ci fa<br />

afferrare rari momenti risparmiati all’accelerazione della<br />

nostra società. La sensibilità di Genini gli consente<br />

di affrontare un ardito confronto pittorico tra passato e<br />

presente dal quale emerge un’arte senza tempo. Come<br />

accaduto per Nelly Rodriguez, artista Bally per il 2008,<br />

anche per Gabriele Genini, la Fondazione Bally, oltre ad<br />

elargire un contributo economico, acquisterà una delle<br />

sue opere che entrerà così a fare parte della collezione<br />

della Fondazione Bally per la Cultura. Inoltre la Fondazione<br />

supporterà l’attività dell’artista di Osogna organizzando<br />

alcune esposizioni e consentendogli di continuare a<br />

trasformare i suoi viaggi in istantanee del suo personale<br />

modo di vedere il mondo.<br />

Una mostra di presentazione<br />

Per presentare l’opera di Gabriele Genini e la pubblicazione<br />

che raccoglie le fotografie più rappresentative del<br />

viaggio in Cina di Nelly Rodriguez, la Fondazione Bally<br />

per la Cultura ha allestito nel mese di settembre una<br />

Mostra attraverso la quale ogni visitatore ha avuto la<br />

duplice opportunità di rendersi conto sia delle straordinarie<br />

finalità che hanno spinto una delle più importanti<br />

multinazionali della moda a promuovere un progetto di<br />

così grande spessore che di verificare di persona il notevole<br />

talento dei due vincitori.<br />

“Artista Bally 2010”: le iscrizioni sono aperte<br />

Per il titolo di Artista Bally 2010 sono già aperte le iscrizioni,<br />

e chiunque volesse partecipare al concorso può<br />

mandare la propria candidatura a:<br />

Fondazione Bally per la Cultura<br />

Via Industria 1, 6987 Caslano<br />

oppure visitare il sito www.fondazionebally.ch ed inviare<br />

un’e-mail a segreteria-fondazione@bally.ch.<br />

45


Vita dei Soci<br />

46 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

l'inveStimentO vinCente...<br />

un CuOre per la Salute<br />

Stili di vita, movimento, alimentazione e gestione dello stress<br />

Sabato 7 novembre <strong>2009</strong> dalle 8.45 alle 17.00<br />

alla Sala Aragonite di Manno<br />

Con la partecipazione straordinaria di Yor Milano!<br />

Moderazione a cura di Cristina Bonzanigo, giornalista RSI<br />

Via Massagno 32 - c/o Parco Maraini - 6900 Lugano<br />

La Piattaforma ticinese di interazione, sensibilizzazione e formazione alla cultura della salute a 360° gradi<br />

fra: medici di famiglia, specialisti, farmacisti, operatori sanitari, direttori, quadri e collaboratori di aziende,<br />

pazienti e famiglie, associazioni e istituzioni.<br />

Programma e iscrizioni (scaricabili dal sito www.maffeisnetwork.ch)<br />

Mattino<br />

8.45 -9.15 Accoglienza e iscrizioni ospiti; con mini colazione<br />

9.15 -9.30 Apertura simposio e lancio concorso<br />

9.30 – 10.15 Stress e infarto: mito o realtà<br />

Dr. med. Mauro Capoferri, specialista FMH Cardiologia e Medicina Interna<br />

10.15 -10.30 Pausa caffè<br />

10.30 -11.15 Il metodo Tellington-TTouch For You ®: un valido aiuto per gestire lo stress<br />

Teresa Cottarelli-Guenther, Tellington-TTouch for You ® Practitioner<br />

11.15 -11.30 Intervallo musicale con esercizio ricreativo<br />

11.30 -12.15 Alimentazione funzionale: gusto e benessere a tavola<br />

Fabrizio Vaghi, laureato in Dietistica<br />

12.15 -12.45 Risposte dei relatori<br />

13.00 -14.30<br />

Pomeriggio<br />

Pausa pranzo<br />

Menù salutare di Luca Alberti, Locanda del Ghitello a Morbio Inferiore<br />

14.30 -15.15 La prevenzione della salute: un percorso sinergico tra gestione dello stress, alimentazione ed esercizio fisico<br />

Antonello Molteni, laureato in Scienze motorie e dottorato in fisiologia sportiva<br />

15.15 -15.30 Pausa caffè<br />

15.30 -16.00 Interazione e ultime domande con i relatori. Premiazione concorso<br />

16.00 -17.00 Saluti finali e consegna certificato di partecipazione<br />

OLEIFICIO DAL 1845


Il prossimo appuntamento del ciclo di conferenze<br />

WayToExpo® dal titolo “L’investimento vincente…<br />

un cuore per la salute” si rivolge agli imprenditori,<br />

ai direttori di aziende, ai quadri ed ai<br />

collaboratori in genere, come a chiunque voglia<br />

approfondire il tema della “cultura alla salute”.<br />

Quest’ultima da ricercarsi in uno stile di vita che<br />

riesca a coniugare i ritmi frenetici della vita moderna<br />

con una corretta combinazione di alimentazione,<br />

esercizio fisico e gestione dello stress.<br />

Il termine investimento non è una scelta casuale.<br />

Prendendo spunto dalla definizione del termine,<br />

si tratta qui dell’impiego previdente di risorse<br />

umane nella formazione<br />

ad una gestione qualitativa<br />

dello stress legato sia<br />

all’attività professionale<br />

che privata. La componente<br />

didattica assume<br />

così un ruolo chiave negli<br />

incontri proposti dalla<br />

MaffeisNetwork SA.<br />

Il pubblico è il vero protagonista<br />

di questo prossimo<br />

appuntamento, dove<br />

primeggeranno l’interazione<br />

con i relatori ed il<br />

riscontro attivo dei partecipanti,<br />

attraverso l’ausilio<br />

di materiale didattico<br />

adeguato.<br />

L’obiettivo è quello di proporre<br />

una piattaforma interattiva,<br />

educativa e di sensibilizzazione.<br />

Le relazioni<br />

scientifiche di quattro<br />

relatori verranno alternate<br />

a momenti di interazione ed intrattenimento dedicati<br />

ai temi della giornata.<br />

L’intervento di Teresa Cottarelli-Guenther ci avvicinerà<br />

all’interessante mondo del Tellington<br />

TTouch: un metodo efficace per aiutare ad affrontare<br />

le situazioni di stress in modo consapevole<br />

ed auto-pedagogico. Costituisce una terapia<br />

integrativa basata sul linguaggio corporeo e<br />

sull’interpretazione cosciente dei suoi messaggi.<br />

E sempre parlando di stress sarà il Dr.med. Mauro<br />

Capoferri a darne una definizione anche da un<br />

punto di vista medico, evidenziandone l’aspetto<br />

patogeno che innesca la malattia cardiovascolare,<br />

questa rappresentante la maggior causa di<br />

morte e malanni nella popolazione alle nostre<br />

latitudini.<br />

Considerato uno dei mali moderni che affliggono<br />

la nostra società, lo stress è una delle cause<br />

principali dell’alimentazione malsana, perché<br />

frettolosa e poco attenta. L’obesità con le rispettive<br />

patologie concomitanti sono una conseguenza.<br />

Intraprenderemo insieme al dottorando Fabrizio<br />

Vaghi il viaggio di questa giornata dedicata<br />

all’informazione sulla corretta gestione dell’alimentazione.<br />

Il Dr. Antonello Molteni interverrà<br />

quindi parlando<br />

del contributo vitale che<br />

l’esercizio fisico e l’attività<br />

sportiva apportano al perseguimento<br />

di uno stile di<br />

vita salutare.<br />

La ristorazione sarà affidata<br />

a Luca Alberti della<br />

Locanda del Ghitello di<br />

Morbio Inferiore che proporrà<br />

a tutti i partecipanti<br />

un menù salutare.<br />

Segnaliamo la presenza di<br />

Yor Milano come testimonial<br />

d’eccellenza e della<br />

giornalista RSI Cristina<br />

Bonzanigo in qualità di moderatrice.<br />

L’iscrizione è di CHF 70 a<br />

persona oppure CHF 130<br />

per due persone. Inclusi mini colazione, pranzo,<br />

pause caffè e materiale didattico.<br />

Si segnala inoltre la possibilità per aziende e<br />

istituzioni di acquistare un certo numero di biglietti<br />

ad un prezzo agevolato. Per informazioni<br />

contattare la MaffeisNetwork SA.<br />

Termine di iscrizione: sabato 31 ottobre <strong>2009</strong><br />

telefonando al numero 091 922 95 18 oppure<br />

inviando una e-mail all’indirizzo<br />

info@maffeisnetwork.ch<br />

Maggiori informazioni:<br />

www.maffeisnetwork.ch<br />

47


Vita dei Soci<br />

CYpruS:<br />

an effeCtive buSineSS paradiSe<br />

Annunciamo ai soci della Camera di commercio e a tutti gli<br />

interessati, la presentazione in inglese “Cyprus: An Effective<br />

Business Paradise”, promossa da Amiconi Consulting per<br />

Oneworld Ltd (www.oneworldweb.net)<br />

La mattinata informativa gratuita, ma per la quale è necessaria una iscrizione, si terrà giovedi 8 ottobre dalle 09.00<br />

alle 12.30 presso il Grand Hotel Villa Castagnola di Lugano.<br />

Le presentazioni tratteranno le seguenti tematiche:<br />

Cyprus as an IFC and Effective Tax Planning<br />

• Emergence of Cyprus as a financial centre and an international tax planning jurisdiction<br />

• Importance and use of double tax treaties especially with east Europe, India and significance of EU directives<br />

• Use of holding entities and advantages of Cyprus<br />

• Detailed Cyprus tax structures used by investors<br />

• Issues with management and control, permanent establishment, beneficial ownership and residence<br />

Cyprus Financial Structures, Tax Efficiency and EU Access<br />

• Cyprus in the EU financial markets, significance of EU directives, Single Passprot, MiFID<br />

• Setting up in Cyprus the lowest tax jurisdiction in EE and using it as sringboard to work and operate/list in EE<br />

• Tax and other advantages of Cyprus private and public companies and their potential in the EU<br />

• Cyprus investment firms (CIF), CIF branches, IF branches in Cyprus<br />

• Private Funds (ICIS) and UCITS and their advantages<br />

Cyprus International Trusts for Business and Families<br />

• Use of Cyprus international trusts for family planning, asset protection<br />

• Comparison of trusts with companies<br />

• Use of Cyprus international trust for business avoiding corporate taxes and offering complete confidentiality<br />

• Business structures with the use of international trusts in place or in addition to companies.<br />

International Banking Services Via Cyprus<br />

• Emergence of Cyprus as IFC facilitated upgrading and diversity of banking services and technology<br />

• Banks in Cyprus cater for international clients with HQ in the island and operations in east Europe and the Balkans<br />

• Marfin Laiki Bank (MLB) ha own subsidiaries in the region and through Cyprus takes care centrally of all the needs<br />

of clients in the region<br />

• MLB in addition to mainstream banking services is also a market leader in insurance, leasing, factiring, private<br />

banking and financial services.<br />

Per maggiori informazioni e iscrizioni, vi invitiamo a contattare:<br />

Amiconi Consulting<br />

Via Al Forte 10<br />

6900 Lugano<br />

Tel. + 41 91 921 38 12<br />

Fax + 41 91 921 38 13<br />

info@amiconiconsulting.ch<br />

www.amiconiconsulting.ch<br />

48 <strong>Ti</strong>cino Business


Vita dei Soci<br />

di Thomas Amiconi, Direttore Amiconi Consulting<br />

amiCOni COnSultinG – il vOStrO partner di<br />

fiduCia per l’OrGanizzaziOne di COnGreSSi,<br />

meetinG aziendali ed eventi<br />

La crescita dell’organico, l’affiliazione a Svizzera Turismo<br />

e la messa online di un nuovo sito internet, sono solo<br />

alcune delle ultime novità relative all’azienda che negli<br />

ultimi anni ha saputo ritagliarsi uno spazio sempre più<br />

importante a livello regionale, nazionale ed internazionale.<br />

Seppur principalmente attiva nell’organizzazione di Congressi<br />

in ambito medico e nell’assistenza ad aziende<br />

farmaceutiche, Amiconi Consulting opera anche attivamente<br />

nel campo dei meeting aziendali, dei seminari,<br />

della creazione, coordinamento e supervisione di eventi.<br />

In veste di tour operator, concepisce e sviluppa anche<br />

dei pacchetti turistici volti a far conoscere il Canton <strong>Ti</strong>cino<br />

e la Svizzera a ditte confederate e straniere.<br />

L’esperienza, la dinamicità, la creatività e l’entusiasmo<br />

di un team attento e sensibile alle esigenze dei clienti,<br />

fanno di Amiconi Consulting il partner ideale per qualsiasi<br />

necessità legata all’ideazione, all’organizzazione e<br />

a tutti quei passi e aspetti che stanno dietro le quinte<br />

di un evento.<br />

Vengono proposte soluzioni originali e su misura e particolare<br />

attenzione viene data al contenimento dei costi<br />

senza tuttavia intaccare la qualità dei servizi.<br />

Si invitano in particolare le Associazioni e le società<br />

affiliate alla Camera di commercio di prendere contatto<br />

con Amiconi Consulting per le attività previste ancora<br />

quest’anno, ma anche per il 2010, 2011 e oltre.<br />

Di seguito le coordinate:<br />

Amiconi Consulting<br />

Conferences & Meetings Organisation<br />

Incentives & Events House, DMC & PCO<br />

Association & Travel Management<br />

Via al Forte 10<br />

6900 Lugano<br />

Tel +41 91 921 38 12<br />

Fax +41 91 921 38 13<br />

info@amiconiconsulting.ch<br />

www.amiconiconsulting.ch<br />

Skype: amiconiconsulting<br />

Member of Switzerland Tourism and Lugano Tourism<br />

Partner of the <strong>Ti</strong>cino Convention Bureau<br />

Member of MPI (Meeting Professionals International)<br />

Thomas Amiconi<br />

49


Vita dei Soci<br />

Comunicato stampa<br />

50 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

nuOva alleanza nel SettOre<br />

aGrOalimentare tiCineSe<br />

Tradizione e innovazione sono i concetti alla base della linea<br />

dei Nostrani del <strong>Ti</strong>cino, sviluppata da Migros <strong>Ti</strong>cino assieme<br />

a numerosi attori della filiera agroalimentare ticinese. Un<br />

assortimento di prodotti della regione che si amplia costantemente<br />

grazie a nuove proposte. Agli oltre 200 articoli prodotti<br />

in <strong>Ti</strong>cino con materie prime locali si è da poco aggiunta<br />

la carne di manzo, frutto della collaborazione tra l’Azienda<br />

Agricola Fratelli Aerni di Gordola, la Rapelli SA di Stabio e<br />

la Cooperativa Migros <strong>Ti</strong>cino.<br />

La linea dei Nostrani del <strong>Ti</strong>cino, prodotti con materie prime<br />

da aziende della Svizzera italiana, annovera tra le sue novità<br />

la carne di manzo proveniente da allevamenti della razza<br />

bovina Charolais, che presenta una muscolatura forte e ben<br />

sviluppata e che si distingue per l’ottima qualità della carne.<br />

Presso l’Azienda Agricola Fratelli Aerni, situata sul Piano<br />

di Magadino, i vitelli vengono allattati dalla madre fino allo<br />

svezzamento (8-10 mesi) e pascolano liberamente durante<br />

la buona stagione. Il foraggio è prevalentemente costituito<br />

da erba, fieno e mais prodotto in azienda.<br />

©<strong>Ti</strong>-Press<br />

I manzi al pascolo nell'Azienda Agricola Fratelli Aerni a Gordola<br />

©<strong>Ti</strong>-Press<br />

Da sin.: Fabio Rossinelli Responsabile dipartimento marketing Migros<br />

<strong>Ti</strong>cino, Lorenzo Emma Direttore Migros <strong>Ti</strong>cino, Roberto Aerni proprietario<br />

dell'Azienda Agricola Fratelli Aerni, Glauco Martinetti Direttore<br />

marketing e vendita Rapelli e Fabrizio Bernasconi Responsabile lavorazione<br />

Rapelli SA con il marchio I Nostrani del <strong>Ti</strong>cino<br />

Alla macellazione, che avviene presso il nuovo Macello cantonale<br />

di Cresciano, segue la lavorazione finale da parte<br />

della Rapelli di Stabio, un’azienda che vanta 80 anni di<br />

esperienza nella lavorazione accurata di carne e salumi, che<br />

implica tra l’altro la completa rintracciabilità per ogni singola<br />

confezione, imballata con un sistema che garantisce la<br />

massima freschezza del prodotto.<br />

Il progetto presenta anche un interessante aspetto didattico,<br />

in quanto grazie alla carne nostrana, lavorata in piccole<br />

quantità e volutamente a mano, Rapelli può offrire una formazione<br />

completa ai suoi apprendisti, che si occupano del<br />

disosso. A seconda del taglio si decide poi tra una lavorazione<br />

immediata o una frollatura all’osso delle parti, come è<br />

il caso della lombata per l’entrecôte, il filetto e lo scamone.<br />

Disponibile in tutti i reparti macelleria di Migros <strong>Ti</strong>cino, la<br />

carne di manzo va ad aggiungersi alla sempre più grande<br />

famiglia dei Nostrani del <strong>Ti</strong>cino. L’intera filiera è certificata<br />

dal marchio <strong>Ti</strong>cino. Grazie alle specifiche modalità di allevamento<br />

e di lavorazione questa speciale carne di bovino<br />

Charolais si presenta particolarmente magra, gustosa, tenera<br />

e con una colorazione leggermente più chiara rispetto<br />

a quella usualmente offerta.


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

Grande eventO CamirO<br />

“CamiCie Su miSura”<br />

Vi informiamo che il 17 ottobre CAMIRO SA organizza un<br />

grande evento presso il Grand Hotel Villa Castagnola, a partire<br />

dalle ore 17.00 alle 22.00<br />

SPECIAL SHIRTS, SPECIAL PEOPLE<br />

Sarà un occasione di incontro tra appassionati cultori<br />

della camicia, durante il quale si potrà apprezzare la cura<br />

della confezione swiss made e l’ampia varietà dei tessuti<br />

made in Italy. Sarà soprattutto una possibilità di far conoscere<br />

l’incrollabile passione per la vera, assoluta qualità<br />

senza compromessi, diventata ormai merce assai rara<br />

nel campo dell’abbigliamento, nel quale da anni si cura<br />

piuttosto l’immagine che la sostanza.<br />

Le sarte CAMIRO saranno a disposizione per soddisfare<br />

le vostre richieste.<br />

Sentitevi liberi di farvi accompagnare da altri estimatori<br />

della camicia di qualità. CAMIRO sarà lieta di accogliervi<br />

nel mondo esclusivo della camicia sartoriale su misura!<br />

Il programma<br />

• Presentazione dei modelli uomo e donna e dei nuovi<br />

tessuti<br />

• Standing dinner curato dallo chef René Nagy<br />

• Musica dal vivo<br />

L’azienda<br />

Camiro SA è un’azienda del Mendrisiotto specializzata<br />

nella produzione di camicie su misura da uomo e donna.<br />

Da una decina d'anni, l'azienda si dedica alla produzione<br />

di camicie su misura. Passione, dedizione e competenza<br />

hanno portato l'azienda ad essere un punto di interesse<br />

per la produzione di camicie sartoriali artigianali su misura<br />

in <strong>Ti</strong>cino.<br />

Camiro SA in questi ultimi anni ha investito molto nella<br />

tecnologia dei macchinari, rinnovando completamente il<br />

parco macchine, e nel personale, ricostituendo un piccolo<br />

nucleo di sarte di lunga esperienza, affiancate da<br />

giovani apprendiste, che si dedicano esclusivamente al<br />

confezionamento di camicie su misura per uomo e donna.<br />

La specialità<br />

Recandosi presso al sede di Camiro, presso il centro<br />

Polus a Balerna, dirimpetto all’uscita autostradale di<br />

Chiasso dei centri commerciali, sarà possibile visitare il<br />

laboratorio artigianale, e toccare con mano le camicie<br />

swiss made che vengono realizzate con un’ampia varietà<br />

di tessuti (oltre 500 trame fatte con il miglior cotone<br />

made in Italy, stoffe scelte, prodotte in Italia con filato<br />

ritorto a due o più capi del cotone più pregiato del mondo:<br />

Giza 45 e Giza 87, coltivato nella Valle del Nilo da<br />

migliaia d’anni).<br />

Per maggiori informazioni ed adesioni alla serata del 17<br />

ottobre <strong>2009</strong>, è possibile contattare:<br />

Camiro SA<br />

Via Corti 5 – Edificio Polus, 6828 Balerna<br />

Tel. +41 91 646 61 18, Fax +41 91 646 69 65<br />

itafi@camiro.ch, www.camiro.ch<br />

51


Vita dei Soci<br />

pamp Sa: l’OrO, bene preziOSO…<br />

Il mercato dell’oro sta vivendo in questi mesi un periodo di<br />

grande interesse e vigore. Tra i protagonisti di questa evoluzione<br />

anche l’azienda ticinese di Castel S. Pietro<br />

Tre delle più importanti aziende del settore dei metalli<br />

preziosi sono situate in <strong>Ti</strong>cino, nel Mendrisiotto. Il nostro<br />

Cantone è ormai da anni capitale mondiale del mercato<br />

dell’oro e, in questo periodo di rifioritura di questo<br />

materiale come bene rifugio, le nostre aziende sono diventate<br />

protagoniste delle tendenze in atto a livello internazionale.<br />

La PAMP SA di Castel S. Pietro è una di<br />

queste tre aziende. Nata più di 30 anni fa, ha iniziato la<br />

sua attività con 5 dipendenti attivi nella produzione di<br />

piccole barre di metalli preziosi. Nel 1981 la società è<br />

entrata a far parte del gruppo finanziario di Ginevra MKS<br />

Finance. PAMP, che conta oggi oltre 140 collaboratori,<br />

è l’unità produttiva del gruppo e commercializza direttamente<br />

i prodotti coniati e i metalli per l’uso industriale. I<br />

“prodotti bancari”, ossia i classici lingotti, rappresentano<br />

l’attività principale della PAMP anche se l’azienda si occupa<br />

anche di realizzare prodotti lavorati come gioielli,<br />

monete, medaglie. Oltre all’oro, la ditta ticinese è attiva<br />

anche sul mercato dell’argento, del platino e del palladio,<br />

come pure nella produzione di vari tipi di leghe. PAMP<br />

52 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

si occupa di tutto l’iter produttivo, dalla ricezione alla<br />

lavorazione del materiale, fino alla sua immissione sul<br />

mercato, operando prevalentemente in Just in time. La<br />

filosofia di PAMP è fortemente legata alla realizzazione di<br />

prodotti custom-made, quindi offrendo un servizio assolutamente<br />

personalizzato, di alta qualità, con una paletta<br />

di prodotti e servizi molto ampia e massima flessibilità<br />

nei confronti del cliente. PAMP è da sempre molto attiva<br />

anche nell’attenzione all’ambiente e alla sicurezza.<br />

Pamp è in possesso della certificazione ISO 9001 che<br />

attesta il sistema di gestione per la qualità dell’azienda<br />

e dell'accreditamento del Laboratorio di analisi secondo<br />

la norma ISO 17025. Recentemente ha inoltre ottenuto<br />

altri due importanti riconoscimenti: la certificazione ISO<br />

14001 (ambiente) e OHSAS 18001 (sicurezza sul lavoro).<br />

Un’azienda quindi ai massimi livelli per la sua attività<br />

produttiva; un’azienda però ai massimi livelli anche per<br />

l’attenzione all’ambiente, alla sicurezza e all’etica con un<br />

obiettivo chiaro: il miglioramento continuo in ogni ambito.<br />

Il mercato dell’oro: passato presente e futuro<br />

Umberto Magro, Direttore di PAMP SA, getta uno sguardo<br />

sulla situazione<br />

Signor Magro, l’oro come bene rifugio ha vissuto verso la<br />

fine del 2008 un boom incredibile. I primi mesi del <strong>2009</strong><br />

hanno invece visto un leggero calo. Come è la situazione<br />

attuale ?<br />

“Effettivamente nel 2008 l'oro si è rivelato bene rifugio<br />

per eccellenza. Oltre all'incremento della domanda<br />

nei mercati tradizionali, dobbiamo considerare prioritariamente<br />

la crisi finanziaria che, creando una forte insicurezza<br />

degli investitori e risparmiatori, ha generato<br />

una domanda d’oro d'investimento fisico al di sopra di<br />

qualsiasi aspettativa da parte degli operatori di settore.<br />

Con il successivo riacquisto di fiducia nei mercati finanziari,<br />

la richiesta d’oro ha subito un lieve calo nei primi


mesi del <strong>2009</strong>. Attualmente la domanda, influenzata sia<br />

dalla crisi economica che dall'aumento del prezzo dell'oro<br />

stesso, è ritornata normale da un punto di vista globale.<br />

Considerata però settorialmente, come per esempio per<br />

il consumo da parte dell'industria orologiera o dei produttori<br />

di gioielleria, ha subito un calo notevole”.<br />

Quali sono le sue previsioni per il futuro?<br />

“La tendenza attuale è al rialzo ma non è possibile fare<br />

una previsione sicura in quanto ci sono fattori predominanti<br />

in senso positivo o negativo, come per esempio la<br />

richiesta di metallo come investimento e la difficoltà in<br />

cui si trovano oggi i settori tradizionali di consumo (oreficeria,<br />

gioielleria, orologeria ecc.).<br />

Se la domanda di metallo per investimento cala, anche il<br />

consumo totale e di conseguenza il prezzo diminuisce”.<br />

L’oro come bene rifugio: ci spieghi l’entità ed il valore di<br />

questo fenomeno<br />

“Quando l’economia è in crisi aumentano in modo esponenziale<br />

i timori dei risparmiatori. L’oro è sempre stato<br />

ed è un investimento sicuro, ha un valore reale, è come<br />

un’assicurazione del proprio capitale piccolo o grande che<br />

sia. Lo possiamo vedere come un aspetto del risparmio e<br />

dell’investimento unico nel suo genere. La domanda di oro<br />

fisico è quindi regolata dalla volontà dei risparmiatori e degli<br />

investitori di cautelarsi, di assicurarsi contro possibili o<br />

probabili perdite. L’oscillazione della domanda e quindi anche<br />

del prezzo può essere regolata o influenzata dai timori<br />

e dalla insicurezza del momento. Ecco quindi che, spinto<br />

da preoccupazioni inflazionistiche, dalla crisi economica,<br />

dall’ulteriore indebolimento della moneta americana, l'oro<br />

è stato in crescita costante da sei mesi a questa parte ed<br />

ha superato nuovamente la soglia dei $ 1'000 all'oncia”.<br />

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PAMP SA ottiene l’ISO 14001<br />

Il riconoscimento certifica il sistema di gestione<br />

ambientale. Inoltre l’azienda ha ottenuto<br />

anche l’OHSAS 18001<br />

Nel mese di giugno la PAMP SA di Castel S. Pietro<br />

ha ottenuto, con soddisfazione di tutta l’azienda come<br />

pure di tutta la popolazione della zona e del Municipio,<br />

le importanti certificazioni internazionali ISO 14001 e<br />

OHSAS 18001. L’ISO 14001 attesta che l'organizzazione<br />

certificata dispone di un efficace sistema di gestione,<br />

adeguato a minimizzare gli impatti ambientali delle<br />

proprie attività, sia all’interno ma soprattutto all’esterno<br />

dell’azienda, garantendo sicurezza a tutta la popolazione<br />

della zona in cui essa opera. L’OHSAS 18001<br />

invece identifica uno standard internazionale che fissa<br />

i requisiti per la tutela della sicurezza e della salute<br />

dei lavoratori. Entrambe le certificazioni sono basate<br />

sul miglioramento continuo: non si tratta solo di fissare<br />

degli standard ma di mirare al loro costante sviluppo e<br />

perfezionamento. Dopo l’ottenimento l’anno scorso della<br />

certificazione secondo la norma ISO 9001, relativa<br />

alla qualità, ed in precedenza anche all’accreditamento<br />

del Laboratorio di analisi secondo la norma ISO 17025,<br />

PAMP compie quindi un nuovo passo nella realizzazione<br />

di un sistema di gestione integrato, un passo che<br />

dimostra l’impegno dell’azienda verso uno sviluppo sostenibile<br />

in ogni aspetto della propria attività. PAMP<br />

inoltre è la prima ditta in Svizzera del settore dei metalli<br />

preziosi ad essere certificata contemporaneamente secondo<br />

tutte queste norme.<br />

“La qualità, il rispetto dell’ambiente e del vicinato come<br />

pure la sicurezza sul lavoro e la responsabilità sociale<br />

– spiega Fiorenzo Arbini, Responsabile Ambiente e<br />

Sicurezza di PAMP – sono i pilastri della nostra politica<br />

aziendale: per questo stiamo investendo intensamente<br />

per realizzare un miglioramento continuo, sia nell’ambito<br />

strutturale che organizzativo. Un grosso plauso<br />

va sicuramente al team che ha partecipato ai lavori di<br />

certificazione, a tutto il personale dell’azienda che ha<br />

collaborato in maniera attiva ed entusiastica ed al gruppo<br />

di lavoro di Castel S. Pietro, formato da Municipio<br />

e da Vivigorlaedintorni, che ha contribuito in maniera<br />

importante e proattiva alla realizzazione del progetto”.<br />

Il team della PAMP che ha lavorato per le due certificazioni con il<br />

sindaco di Castel S. Pietro Lorenzo Bassi ed i rappresentanti del<br />

gruppo VGED<br />

53


Vita dei Soci<br />

54 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Grande atteSa per la 5 a ediziOne di<br />

tiCinO impiantiStiCa<br />

Manca davvero poco all’apertura della quinta edizione di “<strong>Ti</strong>cino<br />

Impiantistica”, la più qualificata esposizione Cantonale della<br />

tecnica termo-sanitaria, delle energie rinnovabili e del risparmio<br />

energetico, prevista al Mercato Coperto di Giubiasco dal 15 al<br />

17 ottobre <strong>2009</strong>, con spazi espositivi andati a ruba<br />

Acqua, Aria, Terra e Fuoco<br />

I quattro elementi indispensabili alla vita che, come in<br />

un puzzle, vanno ad unirsi per creare il nuovo leitmotive<br />

della biennale dell’impiantistica civile e industriale, delle<br />

energie rinnovabili e del benessere ambientale.<br />

Energia alternativa, sostenibilità ambientale, risparmio<br />

energetico, solare, fotovoltaico e geotermica: tutti termini<br />

che hanno catalizzato l’attenzione mediatica degli ultimi<br />

anni e che hanno dato il via a un processo di profonda<br />

trasformazione che coinvolge direttamente una moltitudine<br />

di operatori e di mercati, da quello produttivo a quello<br />

impiantistico, offrendo nuove e interessanti opportunità<br />

di business.<br />

L’esposizione ha già ottenuto grandi consensi da parte<br />

degli espositori che hanno presenziato nelle passate<br />

edizioni e che hanno apprezzato molto l’idea di essere<br />

inseriti in una mostra rivolta in modo particolare a progettisti,<br />

manutentori d’impianti, a installatori e specialisti<br />

di questo settore; del resto <strong>Ti</strong>cino Impiantistica non si<br />

rivolge solo e unicamente ai “tecnici del settore”: sono<br />

infatti numerosi i visitatori (oltre 3’000 nel 2007) che,<br />

vuoi per il rincaro dell’energia, vuoi per una coscienza<br />

ecologica sempre più marcata, si avvicinano incuriositi<br />

da quei prodotti e sistemi rispettosi dell’ambiente, più<br />

economici, più innovativi, più cool...<br />

A sostegno dell’appuntamento sono presenti, come di<br />

consueto, le più importanti associazioni di categoria del<br />

territorio ticinese: ATTS (Associazione Tecnica Termo-<br />

Sanitaria), SUISSETEC sezione ticino, USTSR (Unione<br />

Svizzera dei professionisti nella Tecnica Sanitaria e<br />

di Riscaldamento), SvizzeraEnergia, <strong>Ti</strong>cinoEnergia e il<br />

Dipartimento del territorio, tutti partner patrocinatori<br />

della rassegna che hanno posto particolare attenzione<br />

all’aspetto formativo e didattico, considerato un elemento<br />

fondamentale per la crescita professionale ed economica<br />

dei nostri tecnici come del nostro Cantone.<br />

Questa rassegna cantonale rappresenta dunque una<br />

grande opportunità per le aziende che partecipano, in<br />

quanto potranno entrare in contatto con un pubblico altamente<br />

qualificato, ma anche per i visitatori (operatori<br />

specializzati e non) che disporranno di un’ampia vetrina<br />

dei prodotti/servizi più innovativi.<br />

Apertura al pubblico:<br />

Giovedì 15 e venerdì 16 ottobre ’09, dalle ore 17.00 alle<br />

20.00;<br />

sabato 17 ottobre, dalle ore 13.30 alle 19.00.<br />

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Sommario<br />

<strong>Ti</strong>cino Business<br />

cino Business<br />

Settembre <strong>2009</strong><br />

<strong>Ti</strong>cino Business<br />

o Business<br />

Settembre <strong>2009</strong><br />

Strong opinion 4 Dati economici e percezione<br />

Editoriale 5 Le varie facce della competitività<br />

Contromano 7 Per la Svizzera un Governo credibile e autorevole in Patria e all’estero<br />

Il Tema 8 I trasporti svizzeri. Primatisti… locali<br />

11 La strada: fonte di finanziamento del trasporto pubblico<br />

Ospite 12 Alptransit, strade e autostrade: scenari di mobilità<br />

14 Penalizzando il trasporto stradale, si penalizza tutta l'economia<br />

17 I tempi della politica non sempre coincidono con quelli della mobilità<br />

Biblioteca liberale 19 Elogio del capitalismo e del libero mercato<br />

Agenda 21 Agenda <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Attualità 22 L’assicurazione invalidità… verso una guarigione completa!<br />

Attualità 24 Generazione di “precari”: per ora solo un fenomeno mediatico?<br />

Attualità 25 arcobaleno aziendale anche all’USI<br />

Attualità 26 stage&placement: un servizio USI vicino al mondo del lavoro<br />

Attualità 28 La specializzazione degli avvocati<br />

Attualità 29 <strong>Ti</strong>cino Emozioni – Colora il tuo tempo libero!<br />

Attualità 29 Inchiesta congiunturale <strong>2009</strong>/2010: rispondete online!<br />

Attualità 30 “L’apprendistato: un’opportunità reciproca”<br />

Attualità 32 Assicurazioni sociali sane sono nell’interesse dell’economia<br />

Eventi 33 La piccola e media impresa ticinese fronteggia la crisi, il 10.9.09<br />

Eventi 34 “Una giornata” per fare business in Cina, il 21.9.09<br />

Eventi 35 92esima Assemblea generale ordinaria <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, il 9.10.09<br />

Eventi 36 Conciliare lavoro e famiglia, dal 15.10.09<br />

Eventi 38 Accordo di libero scambio Canada - AELS, il 19.10.09<br />

Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> 39 Cerca lavoro<br />

Formazione 40 Corsi proposti dalla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Osec 42 Commercio estero<br />

Fiere internazionali 46 I prossimi appuntamenti<br />

Vita dei Soci 48 ASIAT<br />

Vita dei Soci 50 ASP<br />

Vita dei Soci 52 Cuervo y Sobrinos Habana SA<br />

Vita dei Soci 55 Gemana Consulting SA<br />

Vita dei Soci 56 Coiffure Suisse Sezione <strong>Ti</strong>cino<br />

Vita dei Soci 58 Fulldesign SA<br />

Vita dei Soci 60 Camiro SA<br />

Strategie globali<br />

per i trasporti e<br />

necessità di infrastrutture<br />

Settembre <strong>2009</strong><br />

56 12 14 17 52<br />

Copertina: Edimen - Agenzia Pubblicitaria - Lugano<br />

I m p r e s s u m<br />

Editore:<br />

Camera di commercio, dell’industria,<br />

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del Cantone <strong>Ti</strong>cino, Lugano<br />

Redattrice responsabile:<br />

Lisa Pantini<br />

Comitato redazionale:<br />

Franco Ambrosetti, Luca Albertoni,<br />

Rinaldo Gobbi, Lisa Pantini, Arianna<br />

Crivelli, Simona Morosini Marconi e<br />

Marco Passalia<br />

Redazione:<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 11<br />

Fax +41 91 911 51 12<br />

pantini@cc-ti.ch www.cc-ti.ch<br />

Pubblicità:<br />

Pubblicità Sacchi, C.P. 558<br />

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Stampa:<br />

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8<br />

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Abbonamento supplementare:<br />

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CHF 70.- annuo (+ IVA)


Strong Opinion<br />

di Franco Ambrosetti, Presidente della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

4 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Dati economici e percezione<br />

Nel 2002, la maggioranza dei Paesi UE decide di<br />

adottare l’Euro come moneta rinunciando a quella<br />

nazionale, lira, marco, franco francese e così<br />

via, trasferendo di fatto la sovranità monetaria<br />

alla Banca Centrale Europea. Girando per i Paesi<br />

europei, anche noi svizzeri ci rendiamo conto<br />

che i prezzi di beni e servizi che consumiamo<br />

sono aumentati, di molto, e in concomitanza con<br />

l’introduzione della moneta unica. Ma nell’inverno<br />

2002 le statistiche ufficiali dei principali Paesi<br />

UE non hanno registrato balzi in su dell’indice<br />

aggregato dei prezzi al consumo. Come mai? Ricordiamo<br />

anzitutto che l’inflazione si misura su<br />

un aggregato composto da un ampio campione di<br />

prezzi al consumo, il cosiddetto paniere: il tasso<br />

di inflazione è la media risultante dall’aumento<br />

dei prezzi dei beni e servizi contenuti nel paniere.<br />

Cosa è successo per cui ciò che i consumatori<br />

pensano e sentono non è stato in alcun modo<br />

registrato nei dati statistici ufficiali? La causa<br />

principale sta nella differenza tra l’inflazione cosiddetta<br />

reale, quella degli istituti preposti alla<br />

sua misurazione e l’inflazione percepita. Con un<br />

briciolo di presunzione che deriva dal fatto di essere<br />

esponenti del mondo scientifico, i funzionari<br />

responsabili ci spiegano che l’aumento dei prezzi<br />

è quello che dimostrano le statistiche. Quella è la<br />

realtà. Il resto sono sensazioni, pareri personali.<br />

Noi però percepiamo un forte aumento dei prezzi<br />

perché influenzati, non dalla media ufficiale ma<br />

da ciò che paghiamo per i beni che acquistiamo<br />

più spesso: giornale, pizza, caffè al bar, spesa al<br />

supermercato, in alcuni paesi servizi bancari, alberghi<br />

e ristoranti, affitti e mercato immobiliare, e<br />

così via. Gli economisti hanno ragione. L’inflazione<br />

è un dato scientifico. Come la febbre. Inoppugnabile.<br />

Quindi la domanda è: se le statistiche sono<br />

uno strumento al servizio del cittadino a cosa<br />

servono se poi non riflettono la realtà percepita?<br />

Se una pizza, che costava 10'000 Lire oggi costa<br />

9 euro, il giornale un euro al posto di 1’000-1’500<br />

Lire, a cosa ci serve un paniere che contiene una<br />

realtà diversa da quella percepita dalla maggioranza<br />

dei cittadini? Il percepito è importante perché<br />

influenza in molti paesi le richieste salariali<br />

dei lavoratori e dei sindacati che li rappresentano,<br />

gli aggiornamenti delle pensioni (Italia) e così di<br />

seguito. Penso sia giunto il momento di rispettare<br />

maggiormente la percezione delle persone invece<br />

di minimizzare usando il paravento dei dati ufficiali.<br />

Gli economisti guadagnerebbero in credibilità<br />

e affidabilità se introducessero un approccio<br />

più umanistico ai problemi economici di questo<br />

tipo includendo in qualche modo anche il “percepito”<br />

nella valutazione di dati economici popolari,<br />

come l’inflazione e altre grandezze, ove ciò sia<br />

possibile. Nella filosofia il concetto di percezione<br />

ha un ruolo fondamentale in particolare per quanto<br />

attiene alla teoria della conoscenza. Il problema<br />

centrale, essendo la percezione il punto di incontro<br />

tra mente e mondo, tra esterno e interno, è a<br />

sapere se siano giustificate le credenze percettive.<br />

Non ci addentreremo nella problematica filosofica<br />

che si allarga ai campi dell’epistemologia,<br />

della psicologia, della filosofia della mente e della<br />

metafisica. Ci basti sapere che il mondo filosofico<br />

si occupa attivamente della percezione mentre il<br />

mondo economico e quello politico la snobbano,<br />

dimenticando che c’è anche un aspetto etico. Tra<br />

i principi di un liberalismo moderno di tipo anglosassone<br />

c’è quello della massima felicità, a tal<br />

punto che la Costituzione americana ha incluso<br />

fra i diritti naturali e inalienabili dell’uomo “la ricerca<br />

della felicità”. A noi basterebbe, come dice<br />

Popper, ridurre l’infelicità e ciò è direttamente<br />

legato alla percezione del costo della vita. C’è un<br />

problema di prezzi reali e uno di prezzi percepiti,<br />

che pur senza rendere giustizia al rigore scientifico<br />

guidano le nostre scelte, condizionano la<br />

vita di molti cittadini, preoccupano madri, mogli,<br />

nuclei familiari, insomma influiscono fortemente<br />

sulla qualità di vita delle famiglie. Va da sé che<br />

redditi e prezzi essendo strettamente legati si basano,<br />

nel loro andamento, su criteri oggettivi. Ma<br />

se gli economisti ci dicessero che il paniere alla<br />

base della misurazione dell’inflazione, tiene conto<br />

anche delle percezioni, conferendo per esempio<br />

maggior peso ai beni, che più influiscono nel quotidiano,<br />

sarebbe un passo avanti. Ne risulterebbe<br />

un’inflazione più alta per la zona Euro, con tutte<br />

le conseguenze che ciò comporterebbe, ma più<br />

vera. Lo Stato guadagnerebbe in credibilità, l’euro<br />

non sarebbe più il capro espiatorio di tutti i mali<br />

che affliggono l’Europa e giustizia sarebbe fatta<br />

per coloro che da anni si sentono ingannati dalle<br />

statistiche ufficiali.<br />

Noi ci occupiamo di economia e qui ci fermiamo.<br />

Ma è evidente che il rispetto della percezione,<br />

essendo soggettiva, individuale, viene squalificata<br />

nella concezione filo collettivista e comunitaria<br />

delle democrazie europee (non gli USA). Ciò vale<br />

un po’ per tutti i campi in cui i numeri vengono<br />

opposti alla realtà percepita dalla gente, penso<br />

alla criminalità, gli omicidi sono diminuiti del 5%,<br />

i furti del 20%, ecc. ove nonostante i dati ufficiali<br />

una donna ha paura a girare di notte da sola. Oppure<br />

quando si parla di clima, di simulazioni del<br />

nostro mondo fra 20 anni, confermando il trionfo<br />

del numero sulla mente e i sentimenti.<br />

Forse una rivalutazione del percepito, tenere in<br />

maggiore considerazione opinioni e considerazioni<br />

soggettive renderebbe le scienze economiche<br />

più vicine a colui per cui sono nate: l’essere<br />

umano.


Editoriale<br />

di Luca Albertoni, Direttore della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Lo studio sulla competitività dei Cantoni<br />

recentemente pubblicato da Credit<br />

Suisse, “Qualità della localizzazione:<br />

quale regione è più attrattiva?” (www.<br />

credit-suisse.com:443/upload/news-live/000000021952.pdf),<br />

ha pesantemente<br />

bastonato il <strong>Ti</strong>cino, relegando il nostro<br />

Cantone nelle retrovie della classifica delle<br />

regioni attrattive dal punto vista economico.<br />

Come sempre, studi del genere danno<br />

una visione solo parziale della realtà del<br />

terreno, come del resto correttamente indicato<br />

anche da chi ha realizzato lo studio,<br />

che si è concentrato solo su un ridotto<br />

numero di indicatori. È ovvio che, per la<br />

nostra collocazione geografica, il <strong>Ti</strong>cino<br />

risulti penalizzato rispetto ad altre regioni<br />

elvetiche se per giudicarne ad esempio la<br />

raggiungibilità o le possibilità di reclutamento<br />

di personale specializzato ci si limita<br />

al contesto svizzero, escludendo le aree di<br />

frontiera italiane. Si tratta di scelte legittime<br />

di chi deve condurre un'inchiesta del<br />

genere, ma è giusto sottolineare tali limiti,<br />

per evitare di imbastire ragionamenti sulla<br />

base di parametri solo in parte indicativi.<br />

Detto questo, non si può però semplicemente<br />

ignorare quanto emerso dalle analisi<br />

di Credit Suisse, perché, al di là delle<br />

nude cifre e delle situazioni difficilmente<br />

misurabili (si pensi alla nozione di qualità<br />

di vita in generale), esse fotografano comunque<br />

alcune situazioni che possono e<br />

devono fungere da stimolo soprattutto in<br />

un'ottica futura. Come non riflettere sulle<br />

valutazioni di natura fiscale? Oppure sulle<br />

considerazioni concernenti le vie di comunicazione?<br />

O su quanto riguarda la formazione?<br />

Si tratta di fattori essenziali per la<br />

competitività di qualsiasi territorio che devono<br />

continuamente essere esaminati ed<br />

aggiornati, indipendentemente da studi più<br />

o meno attendibili ed approfonditi. In altre<br />

parole, non dovrebbero essere necessarie<br />

inchieste penalizzanti per risvegliare le<br />

coscienze su elementi così fondamentali,<br />

soprattutto per un Cantone come il nostro,<br />

periferico e costantemente alla ricerca di<br />

una collocazione nel contesto nazionale<br />

ed internazionale. Purtroppo, la tendenza<br />

molto ticinese all’auto-lesionismo ci porta<br />

Le varie facce DeLLa competitività<br />

troppo spesso a dimenticare questi fattori<br />

per concentrarci piuttosto su quanto riesce<br />

a creare spaccature e divisioni e gli esempi<br />

non mancano. Basti pensare all’imminente<br />

votazione sul mini-sgravio alle aziende, le<br />

infinite diatribe sulle aperture dei negozi,<br />

l’opposizione di principio alla risoluzione<br />

dell’annoso e pericolosissimo problema<br />

della galleria autostradale del San Gottardo,<br />

l’ormai assurda discussione che impedisce<br />

di dotare il Locarnese (seconda realtà<br />

economica cantonale) di un collegamento<br />

stradale degno di questo nome, ecc.. Una<br />

maggiore compattezza di tutti gli attori, soprattutto<br />

in tempi difficili come quelli attuali,<br />

darebbe senza dubbio maggiore forza<br />

al nostro Cantone in termini di stabilità,<br />

elemento assolutamente fondamentale di<br />

tutta la discussione sulla concorrenza fra<br />

regioni. Le aziende (ma non solo…) hanno<br />

infatti bisogno di certezze per investire e<br />

dare continuità alle proprie attività. È quindi<br />

essenziale una certa prevedibilità della<br />

politica, non evidentemente nel senso di<br />

un noioso appiattimento del dibattito e di<br />

una soppressione delle opinioni altrui, ma<br />

piuttosto di una sana discussione oggettiva<br />

basata su idee e fatti concreti, priva<br />

di veti incrociati dettati da motivazioni poco<br />

comprensibili o comprensibili ma poco<br />

giustificabili. Questo è senz’altro uno dei<br />

punti centrali su cui occorre lavorare per<br />

migliorare la posizione del nostro Cantone<br />

e poter sopravvivere in un contesto di concorrenza<br />

nazionale ed internazionale ormai<br />

estremamente agguerrita.<br />

Che il treno della concorrenza corra a piena<br />

velocità è del resto ampiamente dimostrato<br />

(e non è una novità) nell’ambito fiscale. Sono<br />

numerosi i Cantoni che hanno mantenuto<br />

o migliorato la loro situazione dal punto<br />

di vista fiscale, mentre il <strong>Ti</strong>cino è bloccato<br />

da battaglie ideologiche che impediscono<br />

una discussione coerente su eventuali strategie<br />

da adottare in tale contesto. E non<br />

mi riferisco solo agli sgravi fiscali, bensì<br />

ad una politica fiscale di ampio respiro e<br />

strutturata, che analizzi e non si limiti a<br />

mettere in contrapposizione la fiscalità delle<br />

imprese e delle varie categorie delle persone<br />

fisiche. Ciò non può però ovviamente<br />

5


Editoriale<br />

di Luca Albertoni, Direttore della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

prescindere da una valutazione che comprenda anche<br />

le spese dello Stato e, ormai inutile ribadirlo, i compiti<br />

che lo Stato può e deve assumere. Purtroppo, il punto<br />

debole della catena sta proprio qui, mancando una reale<br />

volontà politica di confrontarsi su questo elemento.<br />

È quindi più che fondato il timore che continueremo<br />

ad andare avanti a cerottini, misure limitate, infinite<br />

discussioni, votazioni, ecc., con il risultato di marciare<br />

sul posto, perdendo quindi ulteriori posizioni nelle varie<br />

graduatorie sulla competitività. E magari riusciremo<br />

ancora a stupircene…Chiaramente chi si oppone ad un<br />

discorso più articolato sulla competitività fiscale non<br />

mancherà di accusarci di chiedere tagli alla fiscalità e<br />

alle spese dello Stato, salvo poi presentarci a rivendicare<br />

aiuti con il cappello in mano. Ricordo volentieri che<br />

siamo stati fra i pochi (se non gli unici) a rifiutare assalti<br />

alla diligenza nel quadro delle discussioni sulle misure<br />

anti-crisi e a sottolineare la necessità di non inventare<br />

nuovi strumenti costosi ma di utilizzare quelli legali già<br />

a disposizione (il documento è a disposizione sul nostro<br />

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6 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

sito, www.cc-ti.ch), proprio per non creare eccessive difficoltà<br />

alle casse pubbliche.<br />

Pure la mobilità, tema centrale di questo numero di <strong>Ti</strong>cino<br />

Business merita alcune riflessioni particolari. È un<br />

altro ambito in cui è assolutamente irrinunciabile avere<br />

strategie chiare, inglobanti tutti i mezzi di trasporto,<br />

invece di perdersi in inutili contrapposizioni ideologiche<br />

fra trasporto pubblico e privato. Purtroppo anche<br />

quest'impresa sembra essere praticamente impossibile.<br />

La spinosa e arci-nota problematica dell’asse autostradale<br />

del San Gottardo è l’esempio più illuminante (anche<br />

se non l’unico) di un immobilismo che già paghiamo a<br />

caro prezzo e che pagheremo in modo ancora maggiore<br />

in futuro. Malgrado sia ormai acclarato che Alptransit<br />

servirà in maniera solo assai limitata al trasferimento<br />

delle merci dalla strada alla rotaia, ci si intestardisce a<br />

negare la necessità di porre rimedio all’imbuto stradale<br />

che attualmente ostacola la nostra accessibilità e quindi<br />

la nostra competitività. E poi non lamentiamoci se qualcuno<br />

ci considera difficilmente raggiungibili…<br />

Separare, ordinare, riunire. Spostare, modificare, ampliare<br />

Per i locali degli uffici d’oggi e di domani esistono chiari<br />

criteri di qualità: individualità e flessibilità. Ed una<br />

soluzione intelligente: il sistema<br />

d’articolazione degli spazi Lista QUB


Contromano<br />

di Alessio del Grande<br />

per La Svizzera un Governo creDibiLe<br />

e autorevoLe in patria e aLL’eStero<br />

Qualche settimana fa prima che il Presidente della Confederazione<br />

Hans Rudolf Merz andasse in Libia per chiedere<br />

umilmente scusa, l’avvocato ginevrino Charles Poncet, legale<br />

del Governo libico nell’affaire Gheddafi, aveva invocato<br />

la mediazione di Jean Ziegler, sociologo e consulente<br />

ONU, per risolvere la vertenza tra Berna e Tripoli innescata<br />

dall’arresto, nel luglio del 2008, di Hannibal Gheddafi<br />

e di sua moglie Aline. Secondo l’avvocato, Ziegler, che da<br />

trent’anni è grande amico del colonnello Muammar Gheddafi,<br />

dopo i continui flop diplomatici di Berna, sarebbe<br />

stata la persona giusta per sbloccare la situazione. Ma<br />

Poncet non aveva risparmiato critiche a Berna, in particolare<br />

alla Ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey e ai<br />

suoi diplomatici accusandoli di non essere stati all’altezza<br />

dei loro compiti. Difficile dargli torto. Ad oltre un anno dal<br />

“fattaccio” di Ginevra, due cittadini svizzeri, dirigenti di<br />

una grossa industria, erano trattenuti in Libia – a tutti gli<br />

effetti considerati degli ostaggi –, i libici per ritorsione<br />

pare abbiano ritirato dalle banche svizzere qualcosa come<br />

cinque miliardi di franchi, e, inoltre, il colonnello Gheddafi<br />

dalla tribuna di un recente vertice mondiale aveva persino<br />

insultato la Confederazione: un Paese – ha detto – che andrebbe<br />

smembrato e diviso tra Francia, Germania e Italia.<br />

Insomma, la Ministra degli Esteri e la sua diplomazia non<br />

stanno facendo una grande figura.<br />

Micheline Calmy-Rey appena insediatasi agli Esteri, era<br />

partita lancia in resta con una frenesia diplomatica che<br />

aveva lasciato sbalorditi gli osservatori, abituati a tutt’altri<br />

profili, ma è poi incappata in alcuni clamorosi scivoloni,<br />

come, ad esempio, le strizzate d’occhio all’Iran, in cambio<br />

di gas, provocando l’indignazione di Tel Aviv che aveva<br />

addirittura escluso la Confederazione dai festeggiamenti<br />

ufficiali per i 50 anni dello Stato israeliano.<br />

Ma sarebbe poco onesto imputare del tutto e soltanto a<br />

Calmy-Rey errori diplomatici, la mancanza di una chiara<br />

strategia nella politica internazionale e la perdita di<br />

credibilità e considerazione che la Svizzera sta subendo<br />

all’estero: caso libico, segreto bancario, fisco, pressioni<br />

OCSE, vertenza UBS–Berna–USA, attacchi di Germania<br />

e Italia. Purtroppo dietro tutto questo c’è un Consiglio federale<br />

che pare aver perso prestigio e autorevolezza internazionale<br />

anche per come ha gestito tutti questi scottanti<br />

dossier. Le polemiche scoppiate all'interno del Consiglio<br />

Federale con le scuse a Gheddafi sono un'ulteriore conferma.<br />

Del resto in questi ultimi anni l’attività e l’unità del<br />

Governo centrale sono state assai travagliate, con gravi ripercussioni<br />

d’immagine sia sul piano interno che su quello<br />

internazionale. Basterebbe ricordare solo la «torbida»<br />

manovra con cui è stato estromesso dal Consiglio federale<br />

Blocher, la crisi che con lo scandalo del capo dell’esercito<br />

Roland Nef ha portato alle patetiche dimissioni di Samuel<br />

Schmid, le frizioni continue tra la ministra Doris Leuthard<br />

e Calmy-Rey, i tentennamenti con cui sono stati decisi<br />

e varati i piani anticrisi, l’indecisione nel fronteggiare le<br />

pressioni dell’OCSE e l’offensiva di alcuni Paesi su segreto<br />

bancario e fisco, l’ambiguo ruolo nel salvare UBS dal crollo<br />

e nel sostenerla davanti la giustizia americana, le dimissioni<br />

anticipate di Pascal Couchepin. E si potrebbe pure<br />

aggiungere il lungo, troppo lungo, silenzio sui contenuti<br />

dell’accordo con gli USA per il caso UBS. Silenzio che ha<br />

dato la stura alle indiscrezioni della stampa internazionale<br />

che hanno ulteriormente danneggiato la piazza finanziaria<br />

elvetica. Episodi che hanno evidenziato vistose crepe non<br />

solo nella formula magica e nella concordanza, ma nella<br />

politica complessiva del Governo, sia sul piano interno che<br />

su quello internazionale, minandone, in definitiva, potere e<br />

tempestività decisionale, credibilità e prestigio.<br />

Il prezzo di tutto questo è una posizione oggi di estrema<br />

debolezza della Svizzera sulla scena mondiale, l’erosione<br />

progressiva di alcune sue storiche prerogative, l’incapacità<br />

o l’inadeguatezza del Consiglio federale nel tutelare interessi<br />

vitali per il Paese, e di conseguenza anche una minore<br />

fiducia e autorevolezza in patria. Che in tutto questo la<br />

classe politica in generale e i singoli partiti in particolare<br />

abbiano la loro parte di responsabilità è fuor di dubbio.<br />

Ma l’impressione è che soprattutto il Governo, inteso anche<br />

come il complesso dell’amministrazione federale, sia<br />

rimasto del tutto spiazzato dai nuovi processi politici e<br />

dai nuovi rapporti tra gli Stati indotti dalla globalizzazione<br />

che, oltre ad avere cambiato l’economia del mondo, sta<br />

anche trasformando radicalmente il concetto di sovranità<br />

statale. Berna sembra rimasta ferma ai vecchi schemi politici<br />

di quando la Svizzera col suo efficiente federalismo<br />

era considerata da tutti lo Stato modello per eccellenza:<br />

stabilità, democrazia, ricchezza, fiducia e peso internazionale.<br />

Insomma, sempre e comunque i primi della classe,<br />

un atteggiamento che ha pregiudicato la capacità di saper<br />

leggere e decifrare la nuova e più complessa trama delle<br />

relazioni internazionali e la sottostante rete d’interessi<br />

nazionali.<br />

Da qui quel continuo rincorrere gli eventi di crisi in crisi, la<br />

mancanza di lucidità e tempestività nel prevenirli o fronteggiarli,<br />

in poche parole l’assenza di una cultura politica e<br />

di una strategia calibrate sugli interessi nazionali rispetto<br />

all’evoluzione dei rapporti di forza con gli altri Paesi. Emblematica<br />

di questa inadeguatezza è stata la pericolosa<br />

sottovalutazione delle pressioni dell’OCSE e di alcuni Stati<br />

per scardinare il segreto bancario.<br />

Ecco perché c’è da augurarsi che la successione a Couchepin<br />

sia anche l’occasione per avviare una nuova fase<br />

politica, che ridia al Consiglio federale la lungimiranza<br />

strategica e l’autorevolezza necessarie a ricostruire l’immagine<br />

di una Svizzera forte, sicura e influente sul piano<br />

internazionale.<br />

7


Il tema: dossier trasporti<br />

Tutto si può dire, tranne che la Svizzera non disponga<br />

di un sistema di trasporti all’avanguardia. Soprattutto se<br />

confrontate con altre realtà europee, la qualità delle infrastrutture<br />

svizzere è da definirsi eccellente, addirittura<br />

lussuosa: a conferma di ciò, il nostro modello viene spesso<br />

definito con un po’ di invidia... “primatista mondiale”.<br />

Come tutto, anche questo ha il suo costo. Nel 2008 la<br />

voce “costi dei trasporti”, la seconda più importante nel<br />

budget della Confederazione dopo la previdenza sociale,<br />

ha raggiunto gli 8 miliardi di franchi. Cifra che raddoppia<br />

se si considerano anche le spese di Cantoni e Comuni.<br />

In un contesto sempre più globale, un sistema di trasporti<br />

efficiente può risultare un valore inestimabile per<br />

la competitività dell’economia nazionale. Anche il resto<br />

dell’Europa sembra abbia capito la crescente importanza<br />

di una politica dei trasporti: a testimonianza di questo negli<br />

ultimi 30 anni è stata sviluppata una rete transnazionale<br />

per treni ad alta velocità che ha ridotto notevolmente<br />

i tempi di viaggio tra le maggiori capitali europee. La<br />

concorrenzialità con il trasporto aereo, porta oggi la quota<br />

di mercato in alcuni tratti (ad esempio Parigi – Bruxelles)<br />

a superare il 90%.<br />

La Svizzera, isola viaria<br />

Parallelamente, la Svizzera negli ultimi anni ha investito<br />

notevoli risorse in una strategia ferroviaria tutta sua. Con<br />

Ferrovia 2000 e con l’introduzione del nuovo orario nel<br />

2004 si è concluso un processo di sviluppo della rete<br />

ferroviaria interna, efficientissima e lussuosissima. La<br />

raggiungibilità delle zone più discoste è stata incrementata,<br />

le coincidenze locali moltiplicate, gli orari resi più<br />

fitti. Il sistema dei “nodi ferroviari”, che consiste nell’arrivo<br />

dei treni e dei bus nelle principali stazioni della rete<br />

svizzera poco prima dell’ora piena e della mezz’ora per<br />

ripartire poco dopo, permette coincidenze perfette e di<br />

conseguenza una riduzione del tempo di viaggio. Il costo<br />

della prima tappa di Ferrovia 2000, conclusasi nel 2004,<br />

ammontava ad oltre 7 miliardi di franchi. Tuttavia, oltre<br />

ai costi miliardari, la fattura da pagare è la mancata integrazione<br />

nella rete ferroviaria europea, la totale assenza<br />

di una rete ad alta velocità e soprattutto, considerando<br />

anche le crescenti difficoltà delle compagnie aeree, il<br />

rischio di un isolamento viario dai principali mercati euro-<br />

8 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

i traSporti Svizzeri.<br />

primatiSti… LocaLi<br />

pei. Infatti, sono stati previsti soltanto dei “collegamenti”<br />

alla rete europea, destinando importi ridicoli rispetto a<br />

quelli sopracitati. Conseguentemente non sorprende che<br />

i nostri vicini non mostrino alcun interesse a collegarsi<br />

con il nostro sistema ferroviario e dunque investire fino<br />

almeno alle frontiere svizzere.<br />

L’eccessiva attenzione verso l’interno e l’assenza di una<br />

politica internazionale sul tema dei trasporti si riflette<br />

nell’annosa questione dello sbocco a Sud del tragitto<br />

Alptransit. Sono ancora diverse le ipotesi al vaglio delle<br />

autorità, ma l’unica sicurezza è quella che al momento<br />

dell’apertura del traforo ferroviario del Gottardo nel 2017,<br />

tassello principale del progetto Alptransit, a Sud del Monte<br />

Ceneri si procederà sulla vecchia linea e dunque non<br />

si beneficerà dell’aumento delle capacità di trasporto annunciate<br />

in sede di previsione.<br />

Il trasferimento del traffico<br />

Elemento fondamentale, e per molti fiore all’occhiello,<br />

della politica dei trasporti svizzera, è l’ambito trasferimento<br />

delle merci dalla strada alla rotaia approvato dal<br />

popolo nel 1998. Per il raggiungimento di questo scopo<br />

si sono introdotte una serie di misure, tra cui la più nota<br />

e discussa: la tassa sul traffico pesante commisurata alle<br />

prestazioni (TTPCP). Obiettivo dichiarato: la limitazione<br />

dei camion che superano le Alpi svizzere a 650'000 unità<br />

annue entro il <strong>2009</strong>. I risultati sono una “Waterloo”.<br />

Nel 2008, attraverso le Alpi svizzere sono transitati oltre<br />

1 milione e 200 mila camion, quasi il doppio rispetto<br />

all’obiettivo prefissato, solo il 10% in meno rispetto<br />

all’anno 2000 (prima dell’introduzione della TTPCP).<br />

Questa leggera diminuzione è dovuta all’aumento del<br />

peso consentito, che dalle 28t ha raggiunto dapprima<br />

le 34t e in seguito le 40t. Il quadro si rivela molto più<br />

preoccupante se consideriamo le quantità di merci trasportate<br />

attraverso le Alpi. Tra il 2000 e il 2007, la strada<br />

ha aumentato molto più sensibilmente la propria parte<br />

rispetto alla rotaia: su quest’ultima, nel 2007 sono stati<br />

trasportati 25,3 milioni di tonnellate di merci, il 22% in<br />

più rispetto all’anno 2000, mentre la strada, nello stesso<br />

periodo, ha fatto registrare addirittura un incremento del<br />

60% (!) passando da 8,9 a oltre 14 milioni di tonnellate.<br />

Insomma, la politica ha fallito clamorosamente. I motivi


alla base di questo buco nell’acqua sono diversi ma soprattutto<br />

la mancanza di considerazione delle dinamiche<br />

nel settore dei trasporti. Occorrerebbe piuttosto orientarsi<br />

maggiormente a soluzioni che tengano conto del<br />

mercato (ad esempio con una revisione dei prezzi del<br />

tracciato) che non può, e i risultati lo stanno a dimostrare,<br />

essere semplicemente “trasferito” da un vettore di<br />

trasporto all’altro tassandone uno e favorendo (relativamente)<br />

l’altro.<br />

In nome dei trasporti pubblici, tutto è lecito<br />

Il modello svizzero si ispira inoltre al concetto di un’offerta<br />

di trasporti pubblici che si crea la propria domanda. I<br />

risultati sono sotto gli occhi di tutti: la quota di mercato<br />

del trasporto pubblico è tra le più alte d’Europa ed un<br />

numero sempre maggiore di utenti approfitta dell’offerta.<br />

Un buon successo, se non si considerano le crescenti<br />

sovvenzioni pubbliche che hanno mantenuto negli ultimi<br />

anni il grado di copertura del finanziamento, soprattutto<br />

nei trasporti cittadini, poco al di sopra del 50%; dunque,<br />

per ogni franco speso dal consumatore, l’ente pubblico riversa<br />

lo stesso importo per la copertura dei costi. Questo<br />

meccanismo perverso risulta ancora più inadeguato se<br />

si ritiene che buona parte dei contributi statali utilizzati<br />

per finanziare i trasporti pubblici, provengono dalle tasse<br />

stradali, in particolare dalle sovrattasse sui carburanti<br />

e dunque sono pagati dagli utenti della strada. Questa<br />

ridistribuzione dei fondi da un vettore di trasporto ad<br />

altri, non tiene conto di regole economiche elementari<br />

come il principio di causalità, per il quale chi beneficia<br />

di una prestazione deve esser chiamato alla cassa per garantirne<br />

il finanziamento. Che in futuro questo approccio<br />

cambi, è da mettere in dubbio fortemente. Nei prossimi<br />

25 anni, il progetto Ferrovia 2030 prevede l’investimento<br />

di ulteriori 21 miliardi di franchi. A questo proposito<br />

il Consiglio federale ha già ipotizzato un aumento della<br />

sovrattassa sui carburanti. Insomma, il futuro, non lascia<br />

presagire grandi cambiamenti. Anche perché tutti i 21<br />

miliardi verranno investiti per migliorare… indovinate un<br />

po’, i collegamenti interni.<br />

Il federalismo – il rovescio della medaglia<br />

La struttura federale del nostro Paese, spesso fatica ad<br />

adattarsi ai rapidi mutamenti socio-economici, soprattutto<br />

dovuti ai cambiamenti macroeconomici a livello<br />

europeo. Nel caso dei trasporti questa lacuna si manifesta<br />

in tutta la sua dimensione. La costruzione di grandi<br />

infrastrutture stuzzica l’appetito dei rappresentanti delle<br />

varie regioni e dei Cantoni implicati nella politica federale,<br />

facendo loro perdere la visione d’insieme, approccio<br />

fondamentale per l’organizzazione efficiente di un sistema<br />

di trasporti. Così si riescono a spiegare, ad esempio,<br />

le costruzioni nel deserto come la galleria del Lötschberg<br />

che collega il Vallese all’Oberland bernese, il tunnel<br />

della Vereina che unisce Klosters all’Engadina bassa, o<br />

ancora, lo sviluppo della rete autostradale sottoutilizzata<br />

del Canton Giura. Queste opere non rientrano in nessun<br />

piano lungimirante, non sono spiegabili razionalmente<br />

bensì sono frutto di un’intensa attività di lobbying dei<br />

Cantoni e degli enti interessati. Il costo, sopportato dal<br />

contribuente svizzero, è probabilmente quello da pagare<br />

per la coesione del nostro Stato multiculturale e particolarmente<br />

attento alle minoranze.<br />

Il <strong>Ti</strong>cino, caso emblematico<br />

Il nostro Cantone è più sensibile di altri alle problematiche<br />

viarie e spesso subisce più di altri gli errori di pianificazione<br />

a livello federale. Così, il mancato raddoppio<br />

della galleria del San Gottardo, bocciato con l’”Iniziativa<br />

Avanti” alcuni anni orsono, si rivela un ostacolo sempre<br />

maggiore per l’economia e il turismo ticinese, che non<br />

da ultimo perde la propria attrattività proprio a causa<br />

dell’inaffidabilità del collegamento stradale con i centri<br />

economici oltr’Alpe. Anche la discussione e la relativa<br />

bocciatura della Variante 95, progetto per il collegamento<br />

del locarnese alla rete nazionale autostradale, illustra<br />

la difficoltà di conciliare il nostro sistema politico con<br />

l’efficienza del settore dei trasporti. Non furono tanto gli<br />

argomenti degli oppositori a convincere gli elettori contrari,<br />

né quelli dei favorevoli a convincere chi approvò il<br />

progetto: si è trattato di una mera questione geografica,<br />

con i diretti implicati favorevoli e il resto del Cantone<br />

scettico su una spesa che a breve termine non riusciva<br />

a giustificarsi completamente. Ed ecco che, alle soglie<br />

del nuovo decennio, il traffico aumenta costantemente<br />

mentre l’infrastruttura è cambiata solo marginalmente<br />

rispetto a 20 anni fa.<br />

È pur vero che nel frattempo, in cantiere si è messa la<br />

“Vedeggio-Cassarate”, galleria che attraversa la collina<br />

dei Comuni di Comano, Cureglia e Porza, collegando la<br />

valle del Vedeggio ad Ovest (svincolo autostradale di Lugano<br />

Nord) con la valle del Cassarate ad est (Comune di<br />

Canobbio). Un progetto senz’altro interessante che tuttavia<br />

è stato contagiato dai mali già riscontrati nel progetto<br />

di Alptransit. Infatti, al momento della progettazione non<br />

è stato sviluppato definitivamente alcun concetto integrante<br />

per smistare il traffico ai portali (soprattutto Est)<br />

della galleria. Mancanze queste, tipiche di un mercato<br />

politico che si orienta su periodi nettamente più brevi rispetto<br />

a quelli richiesti dalla pianificazione di un sistema<br />

di trasporti.<br />

In generale, come nel resto della Svizzera, sembra mancare<br />

una politica chiara e trasparente, che consideri tutti<br />

gli interessi in gioco e tenga conto dell’interdipendenza<br />

tra i vari vettori di trasporti. Non si può e non si devono<br />

portare avanti separatamente i discorsi relativi agli investimenti<br />

in trasporti pubblici e quelli nel trasporto privato,<br />

vedi trasporto stradale. Inoltre, una politica efficiente e<br />

sostenibile può richiedere talvolta delle misure a breve<br />

termine impopolari e per taluni incomprensibili.<br />

9


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La StraDa: fonte Di finanziamento<br />

DeL traSporto pubbLico<br />

Quasi 5 degli 8 miliardi di franchi spesi annualmente<br />

dalla Confederazione per il sistema viario<br />

vengono finanziati da tasse e imposte a destinazione<br />

vincolata, come l’imposta sugli oli minerali,<br />

la tassa sul traffico pesante, il contrassegno<br />

autostradale o la percentuale dell’IVA. I restanti<br />

miliardi provengono dalle risorse generali del budget<br />

dello Stato o dal ricorso all’indebitamento di<br />

quest’ultimo. Se tuttavia spulciamo i conti della<br />

Confederazione, notiamo che per il trasporto stradale<br />

si sono spesi meno di 3 miliardi e dunque<br />

soltanto una parte degli introiti provenienti dalla<br />

strada. E il resto?<br />

Quasi due miliardi di franchi di proventi delle tasse<br />

stradali vengono sistematicamente utilizzati per<br />

il finanziamento di altri vettori, di cui la maggior<br />

parte per i trasporti pubblici. Questo sovvenzionamento<br />

incrociato, che astrae completamente dal<br />

principio di causalità, secondo il quale ogni consumatore<br />

paga per il bene che utilizza, distorce gli<br />

incentivi e falsa la realtà dei costi dei differenti<br />

mezzi di trasporto.<br />

Occorre rivedere il concetto di finanziamento per<br />

i trasporti pubblici<br />

Una revisione dei flussi di finanziamento sarebbe<br />

giustificata alla luce della crescita costante delle<br />

spese per il sistema dei trasporti. Una revisione<br />

che dovrà basarsi su un finanziamento più rispettoso<br />

del principio di causalità. Chi genera dei costi<br />

per l’utilizzo di un servizio deve contribuire proporzionalmente<br />

al finanziamento medesimo. Questo<br />

permette inoltre, in fase decisionale, di tener<br />

conto della reale domanda per un servizio.<br />

Questo principio di causalità è applicabile anche<br />

agli enti pubblici: in un sistema federale come il<br />

nostro, è fondamentale che ogni collettività che<br />

beneficia di prestazioni, se ne assuma anche i costi.<br />

La Confederazione dovrebbe avere quale compito<br />

la costruzione, la gestione e la manutenzione<br />

delle infrastrutture di trasporto d’importanza nazionale.<br />

I Cantoni e i Comuni devono contribuire<br />

al finanziamento dei lavori di interesse regionale.<br />

E non da ultimo, non dovranno essere le generazioni<br />

future a finanziarci gli investimenti. È giusto<br />

che la generazione che costruisce un’infrastruttura<br />

si assumi il finanziamento, mentre le generazioni<br />

future parteciperanno ai costi di manutenzione<br />

e gestione.<br />

Un nuovo concetto di finanziamento si giustifica<br />

anche se si tiene presente che il 71% della rete<br />

nazionale stradale è in funzione da oltre 30 anni<br />

e che dunque presto necessiterà di lavori di sistemazione.<br />

A questi lavori si aggiungono i 134<br />

chilometri di strade nuove inerenti al progetto di<br />

completamento della rete nazionale, che dovranno<br />

essere portati a termine entro 10 anni. Negli<br />

scorsi mesi si sono inoltre delineati i contorni del<br />

progetto Ferrovia 2030 i cui costi si aggirano tra<br />

i 12 e i 21 miliardi.<br />

Per far fronte a queste spese il Governo ha già<br />

ipotizzato un aumento di 22 centesimi della tassa<br />

sul carburante. Insomma, la strada finanzia nuovamente.<br />

11


Ospite<br />

Intervista di Lisa Pantini con l’Avv. Fabio Abate, Consigliere nazionale, Membro della Delegazione di controllo Alptransit<br />

12 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

aLptranSit, StraDe e autoStraDe:<br />

Scenari Di mobiLità<br />

Quanto si è speso finora per Alptransit?<br />

“La Delegazione di controllo lavora seguendo l’evoluzione<br />

della previsione dei costi finali, nonché evidentemente i<br />

crediti concessi. Il processo dinamico di avanzamento<br />

del progetto non permette di accertare a titolo immediato<br />

gli importi spesi, i quali sono di competenza della committenza.<br />

Tuttavia, ai sensi dell’ultimo rapporto, posso<br />

precisare che i costi si distinguono in costi del progetto<br />

ed in costi di finanziamento. I primi comprendono i costi<br />

sui quali i responsabili del medesimo progetto possono<br />

influire e sono quanto viene seguito ed approfondito dalla<br />

politica. Mentre i costi di finanziamento esulano dalla<br />

sfera di influenza diretta dei responsabili del progetto,<br />

poiché sono in buona sostanza le spese dovute al rincaro,<br />

gli interessi intercalari e l’imposta sul valore aggiunto.<br />

Relativamente alle cifre, al 31.12.2008 i presunti costi<br />

del progetto al termine dell’opera calcolati dall’Ufficio<br />

federale dei trasporti, ammontano a 18 miliardi e 685<br />

milioni. Vale a dire il 62% in più rispetto ai costi iniziali<br />

previsti nel 1998. L’aumento si giustifica con modifiche<br />

del progetto (ad esempio la creazione di un secondo tubo<br />

al tunnel di base del Ceneri), con esigenze dettate dalla<br />

sicurezza, oppure con l’insorgere di problemi di carattere<br />

geologico”.<br />

Resta ancora insoluto il problema del proseguimento<br />

a Sud della linea ferroviaria veloce. Cosa si prevede<br />

a tal proposito?<br />

“Per quanto riguarda il problema del proseguimento a Sud,<br />

occorre precisare che sussiste il principio della territorialità,<br />

deciso durante la sessione delle Camere federali nel<br />

marzo del 2001 a Lugano. Ciò significa che ogni Stato<br />

progetta, costruisce e finanzia unicamente sul proprio territorio<br />

giurisdizionale. Sono stati riscontrati ritardi a seguito<br />

di ricorsi contro la delibera relativa alla realizzazione di uno<br />

studio di fattibilità e opportunità per valutare i tracciati<br />

alternativi della linea ferroviaria tra Lugano e Chiasso. La<br />

prima fase di studio si è comunque ultimata nel dicembre<br />

del 2008 e sono state poste in consultazione 4 varianti,<br />

il cui costo varia da 5 a 5,5 miliardi. I risultati dell’analisi<br />

comparata delle stesse varianti dovrebbero essere disponibili<br />

all’inizio del prossimo anno. Sussistono comunque<br />

incertezze per quanto riguarda la tratta a Sud di Chiasso.<br />

Non sempre giungono dai nostri vicini italiani segnali di<br />

convinzione per quanto riguarda l’importanza di questa<br />

tratta e che gioca un ruolo determinante per la capacità di<br />

tutta la linea. Mi auguro che questa tratta ottenga la giusta<br />

attenzione e venga riconosciuta quale elemento prioritario<br />

sull’asse Nord-Sud”.<br />

Alptransit sarà effettivamente in grado di assorbire la<br />

maggior parte del traffico merci o la Svizzera, per la<br />

sua conformazione geografica, necessiterà anche di<br />

un potenziamento della sua rete stradale?<br />

“Alptransit è stata voluta dal Popolo Svizzero e concepita,<br />

affinché il traffico di transito pesante possa essere<br />

trasferito dalla strada alla ferrovia. Lungo le Alpi non è<br />

possibile un potenziamento della rete autostradale, senza<br />

modificare la costituzione. E mi riferisco al raddoppio del<br />

tunnel autostradale del San Gottardo, il quale attualmente<br />

sarebbe possibile unicamente con la creazione di due<br />

tunnel a corsia semplice. Il Parlamento sta analizzando<br />

questa soluzione. Ritornando ad Alptransit, la capacità di<br />

un’opera che sarà in esercizio unicamente fra 10 anni non<br />

è valutabile con precisione. Il traffico delle merci si sviluppa<br />

a dipendenza della congiuntura. In Svizzera, creare un<br />

conflitto tra strada e ferrovia dinnanzi ad un problema così<br />

delicato come il raddoppio autostradale del San Gottardo,<br />

nonché ad un progetto di oltre 18 miliardi come Alptransit,<br />

significherebbe sviluppare un dibattito sterile che non<br />

porterebbe alcun beneficio ad entrambi i settori”.<br />

Secondo lei è mancato qualcosa in generale nella<br />

politica federale per i trasporti pubblici e privati?<br />

“Non dobbiamo dimenticare che la responsabilità dei trasporti<br />

pubblici non spetta unicamente alla Confederazione,<br />

bensì anche ai Cantoni ed ai Comuni. Oggi, soprattutto<br />

nei grossi agglomerati urbani, si pagano errori di pianificazione<br />

risalenti all’inizio degli anni ’70. L’urbanizzazione<br />

dell’Altopiano ha generato ancor più traffico, il quale ha<br />

potuto beneficiare di un interessante sviluppo della rete<br />

ferroviaria, la quale è sottodotata rispetto alla domanda<br />

sempre più crescente. Tuttavia, la rete autostradale non è<br />

adeguatamente strutturata e non a caso quotidianamente<br />

si constatano intasamenti che non permettono di preservare<br />

la qualità di vita delle zone adiacenti le grosse arterie<br />

di traffico, e nemmeno aiutano l’economia, la quale deve<br />

poter contare su una rete di mobilità efficace. Probabilmente<br />

in passato è stata sottovalutata l’importanza dello<br />

sviluppo dell’asse nord sud, così come l’enorme sviluppo<br />

degli agglomerati, in cui oggi vive il 70% della Popolazione<br />

Svizzera”.


Ospite<br />

Intervista di Lisa Pantini con Waldo Bernasconi, Presidente ASTAG<br />

Associazione Svizzera dei Trasportatori Stradali, Sezione <strong>Ti</strong>cino<br />

Quale è la situazione dell’attuale rete stradale<br />

svizzera vista dalla cabina di un camion?<br />

“L’autista professionista si adatta immediatamente ad<br />

ogni tipo di strada o autostrada. Le difficoltà variano a<br />

dipendenza della stagione, del giorno della settimana e<br />

dell’orario. Se tutte le nostre autostrade fossero a tre<br />

corsie i problemi diminuirebbero ed il lavoro, poiché guidare<br />

un camion è un lavoro, sarebbe molto più semplice.<br />

Purtroppo non è sempre così. Circolare sulle autostrade<br />

a due corsie come da Chiasso a Lugano, o da Zurigo a<br />

Berna, diventa sempre più impegnativo e gli incidenti sono<br />

sempre numerosi. Fino a qualche anno fa, ai i veicoli<br />

pesanti (camion) che circolavano sulle strade cantonali<br />

svizzere, era imposta una larghezza massima di metri<br />

2,30. Successivamente, tramite votazione federale, il<br />

popolo ha accettato una modifica costituzionale con la<br />

quale si autorizzava il Consiglio federale ad aumentare<br />

la larghezza dei veicoli fino a metri 2,50. Qualche mese<br />

dopo, il Consiglio federale portava la larghezza da 2,50<br />

a 2,60 metri. Ora, dopo riflessione, ci si chiede se i due<br />

autisti che si trovano alla guida di due camion (TIR) nella<br />

galleria del San Bernardino o del San Gottardo possono<br />

avere qualche problema. Io penso proprio di si. In particolare<br />

alla sera dopo una normale giornata di lavoro.<br />

Alcuni autisti di bus (PTT) ci segnalano che su troppe<br />

strade cantonali non è più possibile l’incrocio. Nemmeno<br />

con le autovetture. Purtroppo ci rendiamo conto che<br />

questi problemi sono conosciuti solo da chi esercita tale<br />

professione”.<br />

Quali sono i problemi più urgenti da risolvere per<br />

gli autotrasportatori?<br />

"L'Associazione svizzera dei trasportatori stradali ASTAG<br />

chiede una rapida e radicale introduzione di sgravi fiscali<br />

e amministrativi. Essa ha sottoposto al Consiglio federale<br />

un pacchetto di misure concrete per evitare che il<br />

prossimo rilancio economico fallisca per la mancanza o<br />

l'inadeguatezza delle strutture di trasporto svizzere che<br />

vanno così riassunte:<br />

• Scadenze più prolungate per i controlli dei gas di scarico<br />

sui veicoli pesanti: attualmente circolano dei veicoli<br />

a motore che sono già dotati di sistemi diagnostici. Le<br />

anomalie vengono immediatamente annunciate all’autista.<br />

Solo dopo i dovuti controlli l’allarme viene annul-<br />

14 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

penaLizzanDo iL traSporto StraDaLe,<br />

Si penaLizza tutta L'economia<br />

lato. Anche per questa ragione si chiede che i controlli<br />

avvengano con delle scadenze di 5 anni e non ogni<br />

12, 24 o 48 mesi.<br />

• Dilazione dell’intervallo dei controlli (collaudi intermedi)<br />

dei veicoli a motore: anche questi controlli sono da<br />

adeguare come al punto precedente.<br />

• Riduzione del costo dei permessi speciali: si fa riferimento<br />

ai permessi speciali quali la circolazione notturna<br />

(con merce deperibile) la circolazione nei giorni<br />

festivi, per i pesi eccezionali ed altro ancora. A seguito<br />

di un messaggio relativo alla Legge federale sulla soppressione<br />

e la semplificazione delle procedure per le<br />

autorizzazioni (8 dicembre 2006) ed inviata in consultazione<br />

(dicembre 2007) le ditte di trasporto chiedono<br />

che le richieste dei permessi citati siano facilitati se<br />

non addirittura soppressi.<br />

• Licenza di autotrasportatore: le ditte autorizzate al trasporto<br />

di persone e di merci per conto terzi (Legge<br />

federale 18 giugno 1993) ogni 5 anni deve procedere<br />

al rinnovo della licenza. Per questo rinnovo, l’amministrazione<br />

federale emette una fattura di 500 franchi<br />

che, a nostro avviso, non sono giustificati. Al contrario,<br />

è proprio sul trasportatore che ricadono i maggiori oneri<br />

per la preparazione della documentazione.<br />

• Rinnovo gratuito della carta di esercizio dell’odocronografo<br />

per l’autista: ogni conducente dispone di una<br />

carta di registrazione da inserire nell’odocronografo<br />

digitale al fine di registrare automaticamente le ore<br />

di guida e di riposo. Questa carta ha una validità di 5<br />

anni dopo di che deve essere rinnovata dietro pagamento<br />

di una tassa di 100 franchi. La carta svizzera<br />

è la più cara a livello europeo. Si chiede di rinunciare<br />

all’incasso della tassa.<br />

• Appello al potere pubblico: la discriminazione applicata<br />

ai veicoli Euro 3 nei confronti degli Ero 4 e 5 non è<br />

giustificata. Infatti, si tratta di veicoli recenti che sono<br />

stati messi in circolazione da pochi anni e che non<br />

violano nessuna prescrizione.<br />

Senza entrare nello specifico, e a seguito delle continue<br />

modifiche delle norme applicate, non permettono alle<br />

PME di sapere su quale tecnologia bisogna investire.<br />

In particolare si fa riferimento ai limiti di troppo ristretti<br />

applicati alla declassificazione del veicolo stesso.


• Tasse SARI: l’ordinanza sull’ammissione degli autisti<br />

professionisti OAut obbliga i e le conducenti professionisti<br />

(categorie C/C1, D/D1) a seguire, nell’arco dei<br />

cinque anni dei corsi di perfezionamento e aggiornamento<br />

della durata di 35 ore.<br />

Visto i costi dati dalle relative tasse e le ore di lavoro<br />

perse, si chiede di rinunciare a queste tasse per un periodo<br />

transitorio fino al 2014 (prima data dei riferimento<br />

entro la quale il titolare della licenza professionale<br />

di guida dovrà aver seguito i corsi di perfezionamento.<br />

• Adeguamento della TTPCP: dal 1° gennaio 2005, il<br />

limite di peso lordo è stato aumentato fino a 40 tonnellate.<br />

Questo in tutta la Svizzera e per volere del<br />

popolo. La TTPCP è stata introdotta il 1° gennaio 2001<br />

ed ha subito costantemente degli aumenti ciò che ha<br />

contribuito a rincarare in modo importante i costi per<br />

i trasporti all’interno dei nostri confini. Il 75% dell’importo<br />

globale della TTPCP è pagato dal traffico interno.<br />

Il contesto economico è cambiato molto rapidamente<br />

e per le PME che lavorano nel traffico interno, le difficoltà<br />

aumentano ogni giorno. Ora è giunto il momento<br />

di mettere fine alla tassazione unilaterale del traffico<br />

interno riducendo di un quinto la TTPCP riducendo, in<br />

conseguenza, l’onere finanziario che colpisce la nostra<br />

categoria. Cosa già prevista a suo tempo dal legislatore.<br />

• Variazione del peso lordo dai camion: sovente, pur se<br />

un veicolo può circolare con un peso lordo fino a 40<br />

tonnellate, le imprese di trasporto, a dipendenza del<br />

tipo di trasporto (merce voluminosa) può annunciare<br />

un peso lordo inferiore al fine della tassazione della<br />

TTPCP. Questa richiesta di adeguamento al peso reale<br />

è purtroppo concessa solo una volta all’anno. Si chiede<br />

di poter adeguare il peso lordo alla reale necessità<br />

almeno quattro volte all’anno.<br />

• Trattamento identico sul piano fiscale: nella congiuntura<br />

economica difficile che stiamo attraversando,<br />

bisogna adottare delle misure che, a breve termine,<br />

possono portare dei vantaggi. Bisognerebbe riequilibrare<br />

il carico fiscale tra il carburante diesel e la<br />

benzina. I veicoli pesanti messi in circolazione negli<br />

ultimi anni equipaggiati con filtri supplementari e da<br />

catalizzatori SCR contribuiscono a migliorare la qualità<br />

dell’ambiente. Onde favorire l’acquisto di nuovi veicoli<br />

rispettosi dell’ambiente, conviene eliminare questa<br />

differenza sul trattamento fiscale.<br />

• Soppressione del sistema di dosaggio al passaggio delle<br />

Alpi: nel 2001, in conseguenza all’incidente avvenuto<br />

nella galleria del San Gottardo, è stato organizzato<br />

un sistema di dosaggio del traffico denominato “conta<br />

- gocce”. Si chiede di tenere in debito conto che la<br />

qualità dei veicoli in transito è migliorata e che, in<br />

seguito alla crisi economica il numero di camion in<br />

transito attraverso le Alpi è diminuito, si ritiene che non<br />

è più necessario mantenere un simile regime. Facciamo<br />

pure osservare che, in particolare durante la bella<br />

stagione ed i fine settimana, la nostra economia è<br />

penalizzata a causa delle colonne di veicoli leggeri in<br />

transito. Vedi turisti che dal nord vanno verso l’Italia.<br />

Anche in questa caso la richiesta è suffragata dalle<br />

attuali necessità finanziarie.<br />

• Applicazione rapida del postulato Büttiker: l’11 giugno<br />

<strong>2009</strong>, il Consiglio degli Stati ha adottato il postulato<br />

Büttiker con il quale si chiedono più posteggi per i<br />

camion sulla rete autostradale e nelle periferie degli<br />

agglomerati urbani. La richiesta ha incontrato il favore<br />

del Consiglio federale il quale ha promesso di organizzare<br />

un gruppo di lavoro. Si chiede di organizzare un<br />

gruppo di lavoro composto da delegati della Confederazione<br />

e dei Cantoni”.<br />

Trasporto su gomma e per ferrovia: esiste la<br />

possibilità di creare una rete integrata?<br />

“Per delle ragioni di logistica, di economia e di ecologia<br />

è assolutamente logico utilizzare la ferrovia per dei<br />

trasporti di grandi quantitativi di merci, che vengono<br />

spostati su delle lunghe distanze, ed in particolare fra<br />

due poli economicamente di grande importanza. Per<br />

contro non è accettabile, e nemmeno comprensibile,<br />

una politica totalitaria che va oltre il mandato costituzionale<br />

che obblighi anche il traffico delle merci all’interno<br />

del nostro Paese all’utilizzo del treno. Ciò, a nostro giudizio,<br />

non è praticabile e quindi nemmeno sostenibile.<br />

Tra l’altro, le ferrovie da noi interpellate in merito ad un<br />

possibile trasporto di merci da Chiasso al Nord delle<br />

Alpi, hanno rifiutato di entrare nel merito della discussione.<br />

Sono state realizzate delle vie di comunicazione<br />

(autostrade e galleria del San Gottardo) per avvicinare<br />

il nostro cantone al resto della Svizzera. Così era stato<br />

detto. Nel frattempo sono state eliminate numerose<br />

stazioni ferroviarie che, in precedenza, rappresentavano<br />

un punto d’appoggio per lo smistamento delle merci. Ci<br />

sembra di poter affermare che una rete integrata per il<br />

trasporto delle merci sulla corta e media distanza non<br />

sia più possibile. I trasporti che vengono effettuati sulle<br />

strade svizzere, da vettori svizzeri, vengono definiti «una<br />

necessità». Sono indispensabili, insostituibili e necessari<br />

per la popolazione (cittadino), per l’industria e per<br />

tutta la nostra economia. Registriamo pure che parte del<br />

traffico di transito transfrontaliero, che non va confuso<br />

con il traffico interno, incomincia a sfruttare sempre di<br />

più la ferrovia”.<br />

Come vede il futuro del trasporto su gomma,<br />

anche alla luce dei continui aumenti dei costi che<br />

inevitabilmente si ripercuotono sull’economia e<br />

sulle tasche dei cittadini?<br />

Quando si parla di trasporto stradale bisognerebbe separare<br />

i diversi tipi di trasporto. Nel traffico internazionale<br />

stiamo già subendo una crisi. Lo confermano<br />

i primi fallimenti già in atto, alla semplice cessazione<br />

di attività così come l’inevitabile introduzione, in mol-<br />

15


Ospite<br />

Intervista di Lisa Pantini con Waldo Bernasconi, Presidente ASTAG<br />

Associazione Svizzera dei Trasportatori Stradali, Sezione <strong>Ti</strong>cino<br />

te aziende, della disoccupazione parziale e del fermo<br />

temporaneo dei veicoli. Assistiamo a delle riduzioni<br />

dei parchi veicoli per adeguarli alle circostanze del<br />

momento. Si evita di rimpiazzare gli esodi di personale<br />

tagliando pure il monte ferie e straordinari. Nei mesi di<br />

febbraio e marzo del <strong>2009</strong>, in parecchie ditte, è stato<br />

ridotto l’orario lavorativo, cercando di evitare misure<br />

ben più drastiche. Fino a questo momento, a livello<br />

di traffico nazionale, l’economia è stata sostenuta dai<br />

consumi e dall’edilizia. Per questa ragione, il traffico<br />

a breve distanza (cioè la distribuzione al dettaglio),<br />

l’attività di rifornimento e smaltimento ma anche e soprattutto<br />

la circolazione di cantiere ha continuato a<br />

svolgersi regolarmente. Anche perché si è capito con<br />

chiarezza che senza i veicoli commerciali la paralisi è<br />

totale. Nel traffico interno il trasporto stradale si rivela<br />

quindi assolutamente indispensabile! Le conseguenze<br />

sarebbero ancora più pesanti se nei prossimi mesi<br />

la crisi economica dovesse colpire anche il trasporto<br />

locale. Le prime avvisaglie sono già in atto e diversi<br />

centri di ricerche congiunturali temono una stagnazio-<br />

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www.tutto-casa.ch<br />

16 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

ne dei consumi interni e un conseguente aggravamento<br />

della recessione a livello nazionale. Circa il 40% dei<br />

membri ASTAG, cioè gran parte del settore svizzero dei<br />

trasporti, è impegnata nel traffico locale. La maggior<br />

parte di essi è costituita da piccole e medie imprese<br />

addette prevalentemente al traffico locale. Le stesse<br />

aziende che, a causa delle scarse risorse finanziarie<br />

e del personale ridotto, non riescono a fronteggiare<br />

la situazione. Il crollo delle commesse in questo settore<br />

potrebbe avere conseguenze drastiche e generare<br />

mancanza di liquidità, indebitamento, fallimenti<br />

e licenziamenti – anche con la compiacenza di una<br />

politica che in questo campo continua a porre in atto<br />

misure coercitive sul piano amministrativo e fiscale.<br />

Del resto, se la stangata dovesse colpire il settore dei<br />

trasporti, non sarebbe fatale solo per le aziende coinvolte.<br />

A soffrirne sarebbe l’intera economia svizzera.<br />

Quindi occorre assolutamente evitare che primo fra<br />

tutti il trasporto locale, così prezioso e irrinunciabile,<br />

diventi vittima dell’onda fallimentare. Le conseguenze<br />

sarebbero davvero fatali per l’economia”.<br />

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Ospite<br />

Intervista di Lisa Pantini a Remigio Ratti, già Consigliere nazionale, e Professore all’ Università di Friborgo,<br />

all’USI di Lugano e al Politecnico federale di Losanna<br />

Mancato raddoppio della galleria<br />

autostradale del San Gottardo, Locarnese<br />

senza un collegamento veloce con<br />

l’autostrada, Alptransit ancora senza sbocchi<br />

a Sud, alcune delle tratte stradali ticinesi<br />

sovraccariche. L’impressione è che per<br />

la viabilità e i trasporti sia mancata una<br />

visione d’insieme e una strategia globale?<br />

Ecco che cosa ne pensa Remigio Ratti.<br />

i tempi DeLLa poLitica non Sempre<br />

coinciDono con queLLi DeLLa mobiLità<br />

“«I trasporti continuano ad essere – l’arduo, se non<br />

impossibile – banco di prova della politica e dei<br />

politici», così mi sono espresso nell’ analisi sulle<br />

vie di comunicazione e sviluppo in <strong>Ti</strong>cino, preparata<br />

per «Il <strong>Ti</strong>cino nella Svizzera – Contributi sul<br />

<strong>Ti</strong>cino duecento anni dopo» (Dadò Editore, 2003).<br />

Per la loro stessa natura gli investimenti nelle infrastrutture<br />

di comunicazione avvengono per salti,<br />

per accelerazioni progressive; talvolta in anticipo o<br />

quasi rispetto allo sviluppo dell’economia – come<br />

fortunatamente è stato il caso per l’autostrada da<br />

Lugano verso Chiasso e Milano (1966) – e, il più<br />

delle volte, in ritardo come per la galleria stradale<br />

del San Gottardo (1980) e lo stesso traforo ferroviario<br />

di base sotto il San Gottardo che, secondo<br />

un rapporto ufficiale del 1970, doveva essere realizzato<br />

con urgenza entro il 2000. Ma la pecca<br />

più grossa imputabile ai ticinesi è quella di non<br />

aver visto, se non in modo reattivo e trascinato nel<br />

tempo, che la crescita cantonale degli ultimi cinquant’anni<br />

necessitava di una vera politica delle<br />

agglomerazioni urbane e delle regioni di frontiera”.<br />

Quali sarebbero, a suo avviso, le priorità da<br />

affrontare per la viabilità ed il sistema dei trasporti<br />

in <strong>Ti</strong>cino?<br />

“Il Piano direttore cantonale e gli strumenti della<br />

pianificazione viaria maturati negli ultimi vent’anni<br />

oggi ci sono; ma oltre al tema del loro finanziamento<br />

al momento del passaggio alla fase realizzativa<br />

si rimettono in discussione i presupposti, i valori e<br />

gli obiettivi in un dibattito politico che, oscilla tra la<br />

buona fede, l’intelligenza di saper cambiare rotta e<br />

motivazioni molto meno nobili. Il discorso della coscienza<br />

politica delle sfide che passano attraverso<br />

il territorio deve assolutamente essere ripreso con<br />

forza e con nuovi strumenti di gestione del potere,<br />

tramite intese e accordi funzionali che impegnino i<br />

vari attori delle agglomerazioni urbane. Dire che il<br />

Locarnese ha bisogno di migliori collegamenti può<br />

sembrare una banalità e lo è se nel medesimo tempo<br />

non viene concepito e realizzato il riassetto urbano<br />

della parte ormai costruita del nostro Piano di<br />

Magadino. L’agglomerazione di Lugano sembra aver<br />

riscoperto la voglia di mobilità collettiva ma ancora<br />

molto meno quella della mobilità lenta (pedonale;<br />

con velocipedi) che dai Paesi del Nord sta ormai<br />

conquistando anche le agglomerazioni confederate.<br />

I prossimi anni saranno determinanti per non trascinarci<br />

addosso l’etichetta di città congestionata;<br />

i progressi della rete TILO, i piani per una mobilità<br />

collettiva dedicata, le tramvie regionali e a termine,<br />

la galleria di base del Monte Ceneri – vera struttura<br />

portante della rete urbana e regionale del triangolo<br />

Lugano-Locarno-Bellinzona – sono le cose ormai<br />

alla nostra portata anche se non tutte di immediata<br />

fruizione”.<br />

La soluzione ideale per il proseguimento a Sud di<br />

Alptransit?<br />

“Per me, ricercatore del lungo termine, è il (preoccupante)<br />

rebus del momento. Si sono messe in<br />

consultazione presso i comuni quattro varianti di<br />

17


Ospite<br />

Intervista di Lisa Pantini a Remigio Ratti, già Consigliere nazionale, e Professore all’ Università di Friborgo,<br />

all’USI di Lugano e al Politecnico federale di Losanna<br />

tracciato tra Lugano e Chiasso. Praticamente scontate<br />

le risposte: va bene tutto quello che passa in<br />

galleria; perfino a Chiasso si è sentito questo ragionamento<br />

pur di non avere impatti locali. Comunque<br />

si lascerebbe intendere che è musica del futuro in<br />

quanto, a torto a nostro parere, i tempi affiorati<br />

dalla Berna federale sono quelli di una necessità<br />

realizzativa per il dopo 2030-40. Non lasciamoci<br />

ingannare nemmeno dalle dichiarazioni del Consigliere<br />

federale Leuenberger dello scorso 17 luglio<br />

in occasione della visita privilegiata ai cantieri di<br />

Sedrun del Commissario europeo ai trasporti e altri<br />

ministri europei (assente quello italiano) secondo<br />

il quale sul tracciato si deciderà entro l’anno. Ma<br />

sono le Camere federali che dovranno decidere la<br />

realizzazione e qui, per il momento, tutto è contro<br />

di noi e senza nemmeno dover andare a cercare<br />

scuse nei ritardi delle promesse italiane sul<br />

quadruplicamento della tratta Monza-Como. Per il<br />

periodo 2018-2030 sono previsti in tutto 20 miliardi<br />

di franchi, di cui 8 per la novità che è quella<br />

del finanziamento del risanamento del traffico nelle<br />

agglomerazioni metropolitane. La sola Lugano-<br />

Chiasso richiede un finanziamento di 5 miliardi di<br />

franchi e non si possono dimenticare le necessità<br />

di completazione di Alptransit nel Sopraceneri con<br />

in particolare l’aggiramento di Bellinzona”.<br />

Lei ha forse una soluzione?<br />

“Da una vita le trasversali alpine sono uno dei<br />

miei cavalli di battaglia e posso almeno schizzare<br />

una pista per l’entrata in materia di una difficile<br />

negoziazione. Innazitutto, il finanziamento di<br />

20 miliardi per il 2030 sottovaluta chiaramente i<br />

progetti dell’intero Paese e le Camere federali dovrebbero<br />

perlomeno raddoppiarlo. Il finanziamento<br />

della completazione di Alptransit a Sud delle<br />

Alpi andrebbe suddiviso in tre parti: la principale<br />

da includere nel progetto Alptransit, una seconda<br />

parte da considerare come progetto infrastrutturale<br />

di una nuova politica d’agglomerazione (la novità<br />

del credito 2030) e d’integrazione nella rete metropolitana<br />

lombarda; infine, una terza parte come<br />

finanziamento di terzi a livello europeo. Sarebbe<br />

in quest’ultimo caso una diversa scelta di campo,<br />

dopo che la Svizzera ha voluto, sin dal accordo<br />

sulla costruzione delle trasversali alpine del 1992<br />

18 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

far tutto da sola. La possibilità costituzionale esiste<br />

(Art. 196, Capitolo 3, cpv.2, lettera f) da quando il<br />

Parlamento accettò questa possibilità da me proposta<br />

nel 1998 contro il parere della Commissione<br />

trasporti e dello stesso Consiglio federale”.<br />

In una continuità di economie sempre più integrate<br />

– basti pensare alla contiguità tra <strong>Ti</strong>cino e<br />

Lombardia – non sarebbe giusto pensare ad una<br />

politica dei trasporti quanto meno Insubrica?<br />

“Riprendendo il ragionamento fatto in risposta alla<br />

prima domanda direi che la messa in cantiere dei<br />

binari per la Stabio-Arcisate rappresenta una felice<br />

e tempestiva operazione ben negoziata dal Cantone<br />

e dai nostri parlamentari federali (permettemi di<br />

ricordare anche il mio postulato originale dell’aprile<br />

1998, accettato dal Consiglio federale) inserendo<br />

questo investimento in un consistente pacchetto di<br />

progetti infrastrutturali d’interesse zurighese e ginevrino.<br />

Questo tronco di una dozzina di chilometri<br />

appena in realtà dal 2013 farà entrare il <strong>Ti</strong>cino in<br />

rete con Varese e Malpensa e, via Gallarate direttamente<br />

con la linea del Sempione, la Romandia e<br />

Berna, tramite il tunnel di base del Loetschberg. E<br />

soprattutto, cosa che tendiamo a non vedere, collegherà<br />

di nuovo Como, via Mendrisio, con Varese.<br />

Dopo i treni TILO le basi anche infrastrutturali per<br />

una politica insubrica sono date. Ma ci vuole di più:<br />

i legami funzionali del <strong>Ti</strong>cino e di Lugano in parcolare<br />

con Milano e la metropoli lombarda esigono<br />

una strategia operativa su più scale e ben strutturata<br />

nel tempo (con obiettivo finale la completazione<br />

Lugano-Milano di Alptransit). Su questo punto,<br />

dopo la bella partenza della Cisalpino a metà degli<br />

anni novanta e indipendentemente dalle peripezie<br />

tecniche del nuovo treno ETR 610 mi sembra che<br />

occorrano chiarezza o conferme strategiche”.


Biblioteca liberale<br />

di Alessio del Grande<br />

eLoGio DeL capitaLiSmo<br />

e DeL Libero mercato<br />

“Negli ultimi mesi si sono lette cose molto dure contro la<br />

finanza, che è stata messa sul banco degli imputati. In<br />

realtà, se osserviamo bene quello che è successo, possiamo<br />

fare una scoperta molto semplice e sorprendente:<br />

senza finanza il mondo non gira, si ferma e accadono<br />

disastri. La vecchia polemica – più finanza o più industria?<br />

– che ancora fa capolino nelle parole del Presidente<br />

francese Sarkozy, che vorrebbe un mondo con più<br />

industria, non ha senso. (…) La finanza, in un mondo<br />

necessariamente diseguale, adempie ad una funzione<br />

essenziale. In sostanza cosa fa la finanza? Nel mondo<br />

ci sono delle differenze e quindi, a seconda dei diversi<br />

periodi storici, ci sono aree in cui si crea molto risparmio<br />

e aree in cui non se ne crea. La finanza svolge il lavoro di<br />

unire queste due parti. In pratica prende il risparmio là<br />

dove si forma e lo porta in giro per il mondo alla ricerca<br />

delle migliori occasioni d’investimento. Senza il raccordo<br />

della finanza vivremmo in uno strano mondo. In un<br />

mondo in cui alcune aree devono tenersi il loro risparmio<br />

(senza sapere peraltro che cosa farsene) mentre altre<br />

aree sono alla disperata ricerca di risparmi, di capitali,<br />

senza sapere come trovarli. Oggi le grandi banche d’affari<br />

sono state di fatto cancellate – alcune come la Lehman,<br />

proprio non esistono più –, ma si può stare certi<br />

che torneranno. Con gli stessi nomi o sotto diverse sigle.<br />

E torneranno perché la loro funzione è indispensabile.<br />

E torneranno anche alcune «figure» (come i future) oggi<br />

tanto disprezzate. E torneranno perché la finanza è fatta<br />

anche di questo: è fatta anche di scommesse”.<br />

A scrivere l’elogio della finanza e a remare coraggiosamente<br />

controcorrente, non è un qualche inguaribile<br />

liberista, ma Giuseppe Turani, giornalista economico di<br />

sinistra, firma illustre di un quotidiano italiano di sinistra<br />

come «La Repubblica», saggista e Direttore di diverse<br />

testate economiche. Il suo ultimo libro «Viva il capitalismo»<br />

(Edizioni Sperling & Kupfer) già nel titolo è una<br />

dichiarata requisitoria contro la vulgata dominante che<br />

imputa alla finanza, e non alla politica come giustamente<br />

fa Turani, le cause della crisi. Per la semplicità<br />

e la lucidità delle sue tesi vale la pena di riportare integralmente<br />

il ragionamento di Turani sulla finanza che<br />

è anche scommessa. Certo, afferma, dovranno esserci<br />

più garanzie, ma una certa area di rischio nelle attività<br />

finanziarie saranno inevitabili.<br />

“D’altra parte, è sempre stato così. Per i Re spagnoli<br />

– ricorda – sarebbe stato molto più semplice finanziare<br />

qualche capitano per armare delle navi<br />

e andare a pescare dei tonni a poche<br />

miglia dalla spiaggia invece di spendere<br />

soldi per mandare Cristoforo Colombo chissà dove.<br />

Il buon senso avrebbe suggerito di fare la prima cosa<br />

(finanziare la pesca dei tonni). Invece Colombo è stato<br />

spedito ad Ovest, verso non si sa bene dove. E ha trovato<br />

l’America e la storia del mondo è cambiata, per sempre<br />

(e in meglio). In modo del tutto analogo, è evidente<br />

che per un banchiere sarebbe più saggio finanziare la<br />

costruzione di villette monofamigliari per una clientela<br />

abbiente e solida invece di perdere tempo a dare soldi<br />

(milioni di dollari) a ragazzi smanettoni su Internet. Però<br />

in questo caso avremmo molte villette monofamigliari,<br />

ma non avremmo Google e altre meraviglie di Internet,<br />

che hanno cambiato il mondo, come la scoperta<br />

dell’America, e che ancora di più lo cambieranno nei<br />

prossimi anni”. Ecco la necessaria scommessa insita<br />

nella finanza che per Turani non è solo indispensabile,<br />

ma deve contenere al suo interno anche una quota di<br />

rischio, di follia: “Senza questo elemento non avremmo<br />

la ricerca super avanzata. Non avremmo semplicemente<br />

il nuovo. Saremmo una società ferma, immobile, intenta<br />

solo a costruire villette monofamigliari per una clientela<br />

abbiente”.<br />

A chi sostiene che il capitalismo e l’economia di mercato<br />

siano ormai arrivati al capolinea, Turani replica ricordando<br />

che proprio grazie a questo sistema l’umanità ha avuto<br />

negli ultimi cento anni un progresso che non ha pari<br />

in <strong>2009</strong> anni di storia. Per contro è fallito del tutto e<br />

ovunque il comunismo in tutte le sue varianti. Una bancarotta<br />

fraudolenta la definisce: “Invece del paradiso<br />

promesso, il comunismo, insieme ad una massa di orrori<br />

spaventosi (e alcuni milioni di morti), ha regalato alle<br />

popolazioni che ne hanno fatto l’esperienza un tenore<br />

di vita assolutamente arretrato e nemmeno paragonabile<br />

a quello che c’è nei paesi cosiddetti capitalisti (persino<br />

nei meno avanzati)”.<br />

<strong>Ti</strong>tolo: Viva il capitalismo<br />

Autore: Giuseppe Turani<br />

Editore: Sperling & Kupfer<br />

19


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Agenda<br />

• Lunedì 7 settembre <strong>2009</strong>, dalle ore 16.30 alle ore<br />

17.50 presso <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> (6° piano): “Incontro informativo<br />

sulle fiere”, durante questo incontro le aziende, oltre<br />

che ricevere indicazioni su come reperire informazioni<br />

relative alle fiere (marketing diretto, …), verranno informate<br />

sull’interessante opportunità offerta dagli SWISS<br />

PAVILION; per informazioni e iscrizioni contattare la<br />

Signora Veljkovic: veljkovic@cc-ti.ch<br />

• Martedì 15 settembre <strong>2009</strong>, dalle ore 14.00 alle ore<br />

17.30 presso Hotel Lugano Dante: TEF-Training & Education<br />

Forum, quarta edizione – “Crisi economica: la<br />

formazione continua è una chance?” Per ulteriori informazioni<br />

visitate il sito: www.forumlugano.ch oppure<br />

info@ forumlugano.com<br />

• Lunedì 21 settembre <strong>2009</strong>, alle ore 16.30 presso<br />

Hotel Parco Paradiso-Lugano: “Una giornata” per fare<br />

business in Cina, diversi ospiti-relatori raccontano<br />

le particolarità del dinamico mercato cinese e le loro<br />

esperienze in prima persona, per informazioni e iscrizioni<br />

contattare la Signora Veljkovic: veljkovic@cc-ti.ch<br />

• Venerdì 9 ottobre <strong>2009</strong>, alle ore 16.30 presso Hotel<br />

De La Paix a Lugano: Assemblea generale ordinaria <strong>Cc</strong>-<br />

<strong>Ti</strong>, per informazioni e iscrizioni contattare la Signora<br />

Veljkovic: veljkovic@cc-ti.ch<br />

• Lunedì 19 ottobre, presso <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> (6° piano): Presentazione<br />

delle opportunità offerte dal recente accordo<br />

di libero scambio tra la Svizzera e il Canada, per informazioni<br />

e iscrizioni contattare la Signora Veljkovic:<br />

veljkovic@cc-ti.ch<br />

• Lunedì 30 novembre, presso <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> (6° piano): Opportunità<br />

di business in India, per informazioni e iscrizioni<br />

contattare la Signora Veljkovic: veljkovic@cc-ti.ch<br />

21


Attualita`<br />

di Angelo Geninazzi, Coordinatore di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere<br />

22 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

L’aSSicurazione invaLiDità…<br />

verSo una GuariGione compLeta!<br />

Il prossimo 27 settembre saremo chiamati alle urne<br />

per pronunciarci su un aumento temporaneo delle<br />

aliquote dell’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) a<br />

favore dell’Assicurazione Invalidità (AI). Durante la<br />

campagna di votazione che si sta per concludere<br />

gli oppositori al risanamento dell’AI (e di riflesso<br />

all’AVS) hanno avanzato argomenti spesso molto<br />

concreti ma che non trovano riscontro nella realtà.<br />

Ne riprendiamo alcuni:<br />

Questo aumento dell’IVA colpisce in maniera<br />

sproporzionata i redditi bassi e in particolare le<br />

famiglie.<br />

Non è assolutamente vero. L’aumento temporaneo<br />

dell’IVA resta molto modesto. A titolo d’esempio:<br />

per un pane che oggi costa tre franchi, l’aumento<br />

di prezzo sarà inferiore ad un centesimo, mentre un<br />

oggetto del valore di 100 franchi subirà un aumento<br />

(teorico) di 40 centesimi.<br />

Più in generale il Consiglio federale stima che per<br />

i redditi tra i 4'600 e i 6'700 franchi, il carico<br />

superiore si aggirerà intorno ai 120.- all’anno. Le<br />

economie domestiche hanno un chiaro interesse a<br />

sostenere un sì il prossimo 27 settembre perché<br />

più si aspetterà a risanare l’AI, più il costo di questa<br />

operazione sarà elevato.<br />

Non occorre aumentare l’IVA o altri prelievi, ma<br />

ridurre i costi e le prestazioni dell’AI. Ci sono<br />

innumerevoli abusi che concorrono alla situazione<br />

catastrofica di questa assicurazione.<br />

Gli abusi esistono, ma anche la volontà di combatterli.<br />

La 5a revisione dell’AI ha limitato considerevolmente<br />

le condizioni di accesso a questa assicurazione<br />

e la sesta revisione attualmente in procedura<br />

di consultazione, rafforzerà ulteriormente i controlli.<br />

Tuttavia, dopo un attento sguardo alle cifre, risulta<br />

certo che gli abusi rappresentano solo una parte del<br />

miliardo e mezzo di perdite annuali dell’AI.<br />

D’altro canto, questa perdita annuale rappresenta<br />

un quinto delle rendite versate e dunque non è realistico<br />

eliminare il deficit con tagli eccessivamente<br />

drastici.<br />

Un aumento dell’IVA si ripercuoterebbe<br />

negativamente sulla piazza economica svizzera,<br />

soprattutto perché l’adeguamento delle differenti<br />

aliquote genererebbe costi a carico delle imprese<br />

per diverse centinaia di milioni di franchi.<br />

È vero che le modifiche delle aliquote IVA implicano<br />

maggiori oneri per le imprese. Ma questa non è una<br />

ragione per lasciar sprofondare l’assicurazione nelle<br />

perdite e nei debiti. Per l’economia agire adesso<br />

costa molto meno rispetto a lasciare degenerare la<br />

situazione ulteriormente. Una mancata adesione a<br />

questo piano di risanamento dell’AI comporterebbe<br />

seri problemi anche per l’AVS che tra qualche<br />

anno non sarebbe più in grado di garantire le sue<br />

prestazioni. È facile immaginare che, sullo sfondo<br />

di questo scenario, si sarà costretti ad aumentare il<br />

prelievo contributivo sui salari, dunque passeranno<br />

alla cassa i lavoratori e soprattutto le aziende, tuttavia<br />

in maniera nettamente maggiore.<br />

L’oggetto in votazione è una delle tre tappe che<br />

intende risanare definitivamente i conti di questa<br />

assicurazione sociale. La prima si è conclusa con<br />

la messa in vigore della 5a revisione dell’AI, che<br />

ha già ridotto notevolmente i beneficiari di rendite<br />

di invalidità. La seconda concerne appunto l’aumento<br />

dell’IVA per un periodo temporaneo di sei<br />

anni, la terza invece è relativa alla 6a revisione<br />

dell’AI, attualmente in procedura di consultazione,<br />

che mira a ridurre ulteriormente le rendite erogate,<br />

integrando maggiormente i beneficiari di rendite<br />

nel mercato del lavoro.<br />

In questo senso l’oggetto in votazione il prossimo<br />

27 settembre è da considerare una misura temporanea<br />

ma fondamentale verso una guarigione completa<br />

della nostra Assicurazione invalidità.


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Attualita`<br />

di Daniela Lepori, Avenir Suisse<br />

Daniela Lepori<br />

24 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Generazione Di “precari”:<br />

per ora SoLo un fenomeno meDiatico?<br />

Sito della ditta X: „nessun posto vacante“. Telefonata<br />

presso l’azienda Y “al momento siamo al completo”.<br />

Risposta alla candidatura presso l’impresa Z “non abbiamo<br />

posizioni aperte”. La crisi economica tocca anche<br />

il singolo individuo alla ricerca di un impiego. Al giovane<br />

digiuno d’esperienza non resta quindi che buttarsi alla<br />

ricerca di stages che soprattutto in questo momento<br />

sembrano avere la meglio sui posti fissi e così entrare<br />

a far parte a pieno titolo della “Generation Praktikum”,<br />

“generazione 1000” oppure “genération précaire”?<br />

Ma si può veramente parlare di un’intera generazione di<br />

eterni precari che alla soglia dei 30 anni percepisce, se<br />

tutto va bene, l’equivalente di 1000 euro al mese? Nei<br />

media sentiamo e leggiamo spesso notizie che riportano<br />

come il mondo del lavoro sia diventato paurosamente<br />

più flessibile e che essere giovane e laureato faccia quasi<br />

sempre rima con precariato. Stando ai dati di Eurostat<br />

riferiti al 2007 riguardanti l’intera popolazione attiva,<br />

circa un terzo degli spagnoli ha firmato un contratto a<br />

tempo determinato, mentre in Italia, Francia e Germania<br />

il numero di “precari” oscilla intorno al 13/14%. Invece<br />

secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera<br />

(RIFOS) nel 2008 poco più dell’8% degli elvetici era<br />

sotto contratto a tempo determinato.<br />

Si può quindi constatare anche in Svizzera un trend di<br />

“generazione stages” tra i nostri neolaureati o è solo una<br />

percezione mediatica?<br />

Andando a leggere le cifre del lavoro a tempo determinato<br />

tra i giovani, secondo l’Ufficio Federale di Statistica<br />

negli ultimi 15 anni non è stato riscontrata una vera<br />

e propria tendenza in questa direzione: i neolaureati<br />

che occupavano un posto di lavoro a tempo determinato<br />

oscillavano infatti tra l’11 e il 15%. Queste cifre includono<br />

però anche i diplomati in diritto che per ottenere la<br />

patente di avvocato sono obbligati a svolgere un periodo<br />

di praticantato. Se si tralasciassero i giuristi si arriverebbe<br />

pertanto ad una cifra tra il poco meno del 6 fino<br />

all’8% di stagisti. I laureati più colpiti dalla “praticantite”<br />

si sono per lo più formati nelle branche umanistiche<br />

e sociali, hanno cioè optato per una materia generalista<br />

che normalmente ha meno applicazioni pratiche di altre.<br />

D’altra parte se si volesse invece analizzare la quantità<br />

di posti di stages offerti mancano totalmente le cifre e<br />

spesso i giornalisti elvetici che hanno voluto puntare il<br />

dito verso una società che sforna precari si sono basati<br />

sulle cifre di praticanti che hanno trovato occupazione<br />

presso l’Amministrazione Federale: dieci anni fa la<br />

Confederazione metteva a disposizione solo 42 posti di<br />

stages, oggi sarebbero quasi 300.<br />

A mio avviso alla società in generale tocca rivedere un<br />

minimo la sua opinione nei confronti degli stages (di<br />

qualità s’intende) e degli stagisti in generale che altro<br />

non sono, in un paese fedele e orgoglioso della sua formazione<br />

duale come il nostro, che una specie di “brevi<br />

apprendistati” e “apprendisti” in un mondo industrializzato<br />

dove il livello d’istruzione è in continua evoluzione.<br />

Non è quindi opportuno sottovalutare stages e stagista<br />

quando oggigiorno il pratico rappresenta spesso un passaggio<br />

obbligato e voluto prima di occupare un posto<br />

fisso. L’odierno stagista deve infatti sapersela sbrigare<br />

da solo, vedere e imparare in poco tempo perché spesso<br />

non si hanno purtroppo troppe risorse a disposizione da<br />

investire nella sua formazione. Per una ditta è pertanto<br />

interessante poter contare su un giovane che per esempio<br />

lavora ad un determinato progetto portando nuove<br />

idee indipendenti e creative nell’azienda e che informa<br />

riguardo allo stato attuale della ricerca nelle scuole<br />

universitarie. Nel caso di uno stage “allround” invece,<br />

il praticante magari indeciso tra diversi settori ha la<br />

possibilità di toccare con mano differenti realtà e stringere<br />

utili contatti. D’altro canto la ditta ha l’occasione<br />

di vedere all’opera potenziali talenti. Sia nel caso di un<br />

lavoro a progetto che di uno stage “allround” vi sono sia<br />

per l’azienda che per lo stagista elementi ambivalenti:<br />

in una società super flessibile il voler o meno legarsi gli<br />

uni agli altri è bilaterale, si tratta quindi di una prova<br />

di flessibilità e di compatibilità per entrambi insomma.<br />

Doris Leuthard in base al terzo pacchetto di misure di<br />

stabilizzazione economica ha dichiarato che la Confederazione<br />

stanzierà nel 2010 12 millioni di franchi per<br />

aiutare le ditte a favorire l’entrata nel mondo del lavoro<br />

ai giovani senza esperienza. Per tamponare le conseguenze<br />

della crisi avremo anche noi una generazione<br />

di precari che sostituirà a lungo termine la generazione<br />

“posto fisso”? Vedremo.<br />

Sì quindi agli stages purché abbiano una durata limitata<br />

nel tempo, che abbiano obiettivi chiari nel senso che<br />

entrambe le parti possano approfittarne e che siano remunerati<br />

in modo adeguato.


Attualita`<br />

arcobaLeno azienDaLe anche aLL’uSi<br />

Il progetto "SostA... verso un Ateneo sostenibile" ha come<br />

obiettivo la responsabilità ambientale, economica e<br />

sociale dell'Università della Svizzera italiana. Gli obiettivi<br />

specifici del progetto sono il miglioramento dell'efficienza<br />

energetica, l'introduzione ed il rafforzamento dei<br />

criteri di sostenibilità nella gestione quotidiana e negli<br />

acquisti, la sensibilizzazione del corpo docenti e degli<br />

insegnanti, l'orientamento dell'USI verso un modello di<br />

sostenibilità. Nel 2008, grazie all’iniziativa del Direttore<br />

amministrativo Antoine Turner, viene lanciata una fase<br />

pilota del progetto presso l’Accademia di architettura di<br />

Mendrisio, fase pilota che riscuote un ottimo successo.<br />

Da qui la decisione di estendere il programma anche al<br />

Campus di Lugano. Quattro sono i temi principali sui<br />

quali si basano le attività di SostA: acqua, energia, carta<br />

e mobilità. L’introduzione di arcobaleno aziendale per<br />

tutti i dipendenti del Campus di Lugano con uno sconto<br />

del 37,5% (12.5% quota parte USI e 25% quota parte<br />

arcobaleno aziendale) rappresenta una delle iniziative<br />

cardine del progetto. “arcobaleno aziendale – racconta<br />

Michele Balmelli, coordinatore del progetto SostA per<br />

il Campus di Lugano – è un primo deciso passo verso<br />

la mobilità sostenibile. Intervenendo in modo diretto e<br />

tangibile sui dipendenti ci consente di far conoscere,<br />

promuovere ed utilizzare i mezzi pubblici e quindi sensibilizzare<br />

alla sostenibilità. L’introduzione della misura,<br />

a partire da questo mese di settembre, è stata di facile<br />

implementazione anche grazie all’ottima esperienza<br />

avuta a Mendrisio ed il riscontro dei collaboratori è già<br />

sin d’ora molto positivo”.<br />

In che modo state comunicando le iniziative legate<br />

alla sostenibilità?<br />

“Abbiamo creato un sito dedicato a SostA (www.sosta.usi.ch),<br />

ricco di informazioni e consigli, dove sono<br />

raccolte ed elencate le diverse opportunità legate alla<br />

sostenibilità. Inoltre abbiamo realizzato un volantino informativo<br />

al quale si aggiungerà, nei prossimi mesi, una<br />

campagna con cartelloni e manifesti. Relativamente ad<br />

arcobaleno aziendale siamo poi molto attivi a livello di<br />

mailing presso i nostri dipendenti. La comunicazione<br />

attualmente sta svolgendo un ruolo centrale nella sensibilizzazione<br />

di tutta la comunità USI.”<br />

L A S C E LTA G I U S TA<br />

P E R L A S U A A Z I E N D A<br />

ARCOBALENO<br />

A Z I E N D A L E<br />

panoramica<br />

Con l’importante ambito della formazione di alto livello<br />

(grazie ad USI e SUPSI), si amplia ulteriormente il<br />

ventaglio di settori coinvolti nel progetto arcobaleno<br />

aziendale. A tutt'oggi sono oltre ottanta le aziende,<br />

industrie o istituti che hanno aderito al progetto o<br />

sono interessati a farlo. Tra questi: Comuni, assicurazioni,<br />

banche, attività commerciali, cliniche ed<br />

ospedali, alcune società attive nell’industria e grandi<br />

distributori.<br />

Alcune iniziative adottate, oltre ad arcobaleno<br />

aziendale?<br />

“Per esempio lo studio di un sistema di monitoraggio<br />

dei consumi energetici, l’implementazione di un sistema<br />

di gestione di stampa e raccolta carta, la stampa dei<br />

flyer istituzionali con inchiostri vegetali su carta prodotta<br />

secondo criteri ecocompatibili, la partecipazione alla<br />

campagna nazionale Anti Littering organizzata dall'IGSU<br />

(Gruppo d’interesse ambiente pulito) per sensibilizzare al<br />

problema dei rifiuti nelle aree pubbliche.”<br />

Quali sono i prossimi passi previsti, pensando in<br />

particolar modo alla mobilità?<br />

“I prossimi interventi saranno mirati ad analizzare la situazione<br />

gestionale dei posteggi del Campus e dei tragitti<br />

in modo da poter introdurre ulteriori misure ad hoc.<br />

Inoltre continueremo la sensibilizzazione all'impiego dei<br />

trasporti pubblici grazie a tabelle comparative dei costi<br />

del trasporto privato rispetto a quello pubblico. In futuro<br />

sarebbe estremamente interessante poter estendere il<br />

concetto di arcobaleno aziendale a tutta la popolazione<br />

USI.”<br />

L’USI svolge quindi un ruolo importante…<br />

“Come istituto formativo abbiamo il dovere di impegnarci<br />

per favorire la sostenibilità in ogni sua forma. Cerchiamo<br />

di aumentare la sensibilità verso questo tema investendo<br />

in prima linea le nostre energie perché crediamo di poter<br />

contribuire, a lungo termine, con piccoli passi, a realizzare<br />

questo obiettivo!”<br />

25


Attualita`<br />

26 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

StaGe&pLacement: un Servizio uSi<br />

vicino aL monDo DeL Lavoro<br />

Fondata nel 1996, l’Università della Svizzera italiana,<br />

USI, comprende quattro facoltà: Architettura, Scienze<br />

della comunicazione, Scienze economiche e Scienze informatiche.<br />

Conforme all’ordinamento europeo degli studi<br />

universitari, prevede dopo i primi tre anni l’attribuzione<br />

del titolo di Bachelor (laurea triennale) e dopo i secondi<br />

due quello di Master (laurea magistrale). L’USI è affermata<br />

come ateneo plurilingue con una grande apertura<br />

internazionale, contando oltre 2'500 studenti e più di<br />

600 esponenti del corpo accademico. Oltre la metà degli<br />

studenti e dei docenti proviene dall’estero e la prevalenza<br />

dell’uso della lingua inglese a livello di Master favorisce<br />

un ambiente cosmopolita e multiculturale.<br />

I laureati dell'USI, oggi più di 2'600, sono occupati in<br />

tutti i principali settori economici, in particolare ad un<br />

anno dalla laurea lavorano principalmente nel ramo finanziario<br />

(12.8%), nei media e comunicazioni (12.3%),<br />

nell'industria (10.3%), presso studi professionali (17.6%).<br />

Se a 5 anni dalla laurea il 56.9% lavora in <strong>Ti</strong>cino, oltre il<br />

23% ha un'occupazione nel resto del mondo (dati tratti da<br />

indagine sull’inserimento professionale dei laureati USI<br />

2008. In corso l’indagine del <strong>2009</strong>. Per ogni dettagli:<br />

http://www.placement.usi.ch/laureati/indagine.htm).<br />

Nato nel 2002, il Servizio stage & placement (www.placement.usi.ch)<br />

è la struttura dell'USI dedicata a studenti e<br />

laureati che favorisce rapporti e collegamenti privilegiati<br />

con le principali realtà professionali e facilita un inserimento<br />

qualificato dei laureati USI nel mondo del lavoro.<br />

Il Servizio propone sia agli studenti che alle imprese<br />

un'ampia gamma di servizi e iniziative di orientamento<br />

professionale. In particolare stage & placement offre at-<br />

tività e contatti ad imprese, enti o istituzioni che vogliono<br />

collaborare con l’Università presentando i percorsi di formazione<br />

ai potenziali datori di lavoro, comprendendone<br />

le esigenze e le opportunità e facilitando il reperimento<br />

delle risorse migliori per stage o assunzioni.<br />

S&P: i numeri del 2008<br />

Contatti con aziende: 500<br />

Offerte di stage e lavoro: 1'124<br />

Stage curriculari: 169<br />

USI Career Forum: oltre 1'000<br />

studenti<br />

58 realtà<br />

professionali<br />

Aziende Network USImpresa: 19<br />

Incontri on-campus: 17<br />

Consulenze di orientamento<br />

con studenti e laureati:<br />

280<br />

Alle imprese il servizio stage & placement propone diverse<br />

opportunità di collaborazione:<br />

• Banca dati offerte on-line: pubblicazione di offerte di<br />

stage, lavoro ed altre opportunità, consultabile da tutti<br />

gli studenti e laureati. Le imprese interessate possono<br />

inserire gratuitamente la loro offerta nella banca dati<br />

ed attivare immediatamente la ricerca, pubblicizzata<br />

attraverso un riepilogo settimanale via e-mail e la<br />

newsletter cartacea.<br />

• CV Book on-line: consultazione dei curriculum di tutti<br />

gli studenti iscritti ad un programma di Master biennale<br />

all'USI. Accessibile on-line con password su richiesta.<br />

• USI Career Forum: giornata annuale dedicata all’incontro<br />

tra realtà professionali e universitari attraverso un expo<br />

con gli stand delle aziende ed incontri one-to-one.<br />

Prossima edizione:<br />

5 marzo 2010.


• Guida USI&Carriere: pubblicazione distribuita in concomitanza<br />

con il Forum che raccoglie le schede informative<br />

delle realtà professionali che collaborano con il<br />

servizio; distribuita gratuitamente a studenti, laureati<br />

e docenti.<br />

• Calendario incontri in università:<br />

Incontri on-campus: presentazioni agli studenti ed ai<br />

laureati di realtà economiche che offrono opportunità<br />

di stage e carriera.<br />

Visiting Employers: sessioni di consulenza personalizzata,<br />

tenute dai professionisti delle risorse umane delle<br />

aziende per orientare gli studenti ed i laureati nelle loro<br />

scelte professionali.<br />

Successful Applications: simulazioni d’intervista e valutazione<br />

di dossier di candidatura svolte da team di<br />

recruiting di realtà professionali e rivolte a studenti e<br />

laureati.<br />

• Field projects: progetti di consulenza mirati, svolti da un<br />

team di studenti di Master e seguiti da un Professore<br />

dell’USI, consistenti in un lavoro di ricerca e presentazione<br />

dei risultati finali all’azienda committente.<br />

• Network USImpresa: permette di partecipare attivamente<br />

allo sviluppo dei rapporti tra accademia e mondo del<br />

lavoro attraverso momenti di incontro e confronto ed<br />

offre canali di accesso privilegiato a studenti e laureati.<br />

Gli appuntamenti Visiting Employers<br />

Lavorare nel settore bancario: UBS<br />

Lavorare nell’editoria: Corriere del <strong>Ti</strong>cino<br />

Lavorare nella revisione: Deloitte<br />

Lavorare nella consulenza finanziaria: Postfinance<br />

Lavorare nell’industria: Turbomach<br />

Lavorare nel settore farmaceutico: Ginsana<br />

Lavorare nella moda: VF International, Bally<br />

Lavorare nell’amministrazione: Città di Lugano<br />

Lavorare nella cultura: Sotell<br />

Lavorare nel Turismo: <strong>Ti</strong>cino Turismo<br />

I Partners Network USImpresa<br />

AITI–Banca Arner–Banca Cornèr–BPS Suisse–Banca-<br />

Stato–BSI–B-source–<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>–Comune di Lugano–Corriere<br />

del <strong>Ti</strong>cino–Credit Suisse–Deloitte–Ernst&Young<br />

–Ginsana–PricewaterhouseCoopers–RSI–SwissLife<br />

Turbomach–UBS<br />

Per ogni informazione e dettaglio potete contattare:<br />

placement@usi.ch<br />

Tel. +41 58 666 46 06<br />

Per condividere con il mondo economico tutte le forme di collaborazione esistenti tra USI e realtà professionale, il<br />

Servizio stage & placement organizza un incontro plenario martedì 13 ottobre <strong>2009</strong> ore 11,00 (segue light lunch) in<br />

Auditorium che coinvolgerà i vertici dell'USI, il corpo accademico e le realtà economiche.<br />

L’incontro coordinato dai Professori USI Rico Maggi ed Erik Larsen, attraverso testimonianze ed esperienze concrete<br />

presenterà i diversi modi per avvalersi delle competenze e dei servizi offerti dall’USI alle imprese.<br />

ScheDe ifcam<br />

novità: ScheDa ifcam SuL Divieto Di concorrenza neL Diritto DeL Lavoro<br />

Informiamo i gentili lettori di <strong>Ti</strong>cino Business che è stata pubblicata per i mesi di agosto e settembre<br />

<strong>2009</strong> una nuova Scheda Ifcam nella categoria “Questioni giuridiche” che tratta il tema de<br />

“Il divieto di concorrenza nel diritto del lavoro”.<br />

Le Schede IFCAM sono pubblicate dal 1972 dalla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, in ogni scheda vi sono degli approfondimenti<br />

e degli aggiornamenti su delle tematiche di gestione aziendale.<br />

Agli interessati ricordiamo che l’abbonamento annuale di CHF 190.- può essere sottoscritto in<br />

qualsiasi momento, con la possibilità di ricevere tutte le Schede IFCAM dell’anno in corso.<br />

Non esitate a contattarci per maggiori informazioni!<br />

Lisa Pantini, Tel. +41 91 911 51 32, pantini@cc-ti.ch<br />

27


Attualita`<br />

di Avv. Dr. Gianmaria Mosca, Avvocato specialista FSA/SAV in diritto della costruzione ed immobiliare<br />

28 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

La SpeciaLizzazione DeGLi avvocati<br />

Una nuova opportunità per gli Avvocati svizzeri<br />

La Federazione Svizzera degli Avvocati (FSA/SAV)<br />

ha inaugurato i corsi di specializzazione per la professione<br />

legale, rispondendo ad un’esigenza sentita<br />

dalla clientela privata e dalle piccole imprese.<br />

Questa iniziativa, ormai consolidatasi dopo un primo<br />

ciclo di formazione, costituisce dunque una<br />

piccola rivoluzione che viene incontro alle esigenze<br />

dei clienti, i quali potranno avere la certezza di usufruire<br />

di una consulenza specialistica comprovata<br />

dalla stessa Federazione. Infatti, secondo un’indagine<br />

condotta dalla Federazione nel 2001, è emerso<br />

chiaramente che circa due terzi dei potenziali<br />

clienti desiderano affidarsi ad un Avvocato specialista,<br />

considerato che in Francia ed in Germania<br />

questa figura è stata ormai introdotta da tempo.<br />

Appare oltretutto evidente che l’incessante evoluzione<br />

del panorama giuridico e quindi dell’accresciuta<br />

necessità delle relative consulenze legali<br />

rendono sempre più necessaria la presenza di Avvocati<br />

specialisti, che rivalutano altresì la figura<br />

degli studi minori in grado di garantire anche una<br />

consulenza personalizzata. L’Avvocato specialista<br />

può pertanto profilarsi sul mercato facendo leva<br />

sulla consulenza approfondita che è in grado di<br />

offrire.<br />

Conseguentemente, visti i positivi riscontri ottenuti,<br />

la Federazione Svizzera degli Avvocati, in collaborazione<br />

con le principali Università svizzere, si è<br />

attivata per rilasciare la certificazione di specializzazione<br />

nei settori del diritto della costruzione ed<br />

immobiliare, del diritto del lavoro, del diritto ereditario,<br />

del diritto di famiglia e del diritto della responsabilità<br />

civile ed assicurativo. I settori giuridici<br />

sono destinati in futuro ad essere ampliati, ma le<br />

dimensioni del mercato svizzero non consentiranno<br />

sicuramente di introdurre specializzazioni per ogni<br />

settore del diritto.<br />

Il programma di formazione degli Avvocati specialisti<br />

privilegia, rispetto alla pura teoria, l’analisi<br />

di casi specifici, coinvolgendo i partecipanti<br />

in esercitazioni pratiche sempre più complesse.<br />

Alla formazione di specializzazione sono ammessi<br />

Avvocati che possono dimostrare di aver maturato<br />

approfondite conoscenze nell’ambito della materia<br />

da loro scelta e almeno cinque anni di esperienza<br />

professionale quale Avvocato. I corsi intensivi prevedono<br />

quindi 300 ore di applicazione personale<br />

suddivise fra 120 ore di corso universitario superiore<br />

e 180 ore di studio individuale. Partecipando al<br />

corso di formazione, l’Avvocato specialista continua<br />

parallelamente la propria attività professionale e<br />

l’attestato di specializzazione viene rilasciato dopo<br />

un ultimo e gravoso esame. Il rilascio dell’attestato<br />

non significa tuttavia la conclusione della formazione<br />

dell’Avvocato specialista, che dovrà dimostrare<br />

annualmente il proprio aggiornamento continuo<br />

nella specialità e che dopo 10 anni dovrà nuovamente<br />

dimostrare la propria prevalente attività nel<br />

settore di specializzazione.<br />

La Federazione Svizzera degli Avvocati mantiene<br />

quindi a disposizione del pubblico la lista aggiornata<br />

degli Avvocati specialisti svizzeri nei vari settori<br />

giuridici, sui quali esercita, come detto, una precisa<br />

vigilanza. Il settore forense svizzero ha provveduto<br />

quindi ad aggiornare la professione legale alle necessità<br />

ed alle aspettative del mercato svizzero ed<br />

internazionale, ove ci si è ormai accorti che la formazione<br />

universitaria di base e il rilascio della patente<br />

di Avvocato non costituiscono la conclusione<br />

della formazione legale, che deve invece continuare<br />

nel tempo ed essere approfondita dopo una prima<br />

esperienza professionale.<br />

Maggiori informazioni:<br />

Federazione Svizzera degli Avvocati<br />

Markgasse 4<br />

Casella Postale 8321<br />

3001 Berna<br />

Tel. +41 31 313 06 06<br />

Fax +41 31 313 06 16<br />

info@swisslawyers.com<br />

www.swisslawyers.com


Attualita`<br />

ticino emozioni<br />

coLora iL tuo tempo Libero!<br />

Abbiamo il piacere di segnalarvi un importante evento,<br />

promosso da <strong>Ti</strong>cino Turismo in collaborazione con numerosi<br />

enti fra i quali la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> e Federcommercio, previsto<br />

tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno che ha quale<br />

obiettivo di far conoscere il <strong>Ti</strong>cino alla clientela d’Oltralpe<br />

e del Nord-Italia invogliandola, attraverso offerte accattivanti,<br />

a trascorrere da noi il proprio tempo libero.<br />

La propaganda avverrà tramite un media mix combinato<br />

tra Svizzera tedesca e Lombardia tramite quotidiani,<br />

settimanali, radio, maxi-affissioni urbane, tram, treni e<br />

siti web.<br />

Per i commercianti del <strong>Ti</strong>cino si tratta di un’opportunità<br />

eccezionale e a costi limitati.<br />

Oltre ad approfittare delle aperture domenicali (4 e 25<br />

ottobre <strong>2009</strong>), i commercianti potranno partecipare<br />

all’azione voucher (stampato in 500'000 copie) sia con<br />

offerte condivise (per esempio la locale società dei commercianti)<br />

sia con azioni individuali. Le proposte saranno<br />

integrate nel libretto con buoni staccabili.<br />

Maggiori informazioni sul sito web della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> all’indirizzo:<br />

www.cc-ti.ch/index.cfm?fuseaction=m6.home&lan=it<br />

&showNewsDetail=78<br />

Cari imprenditori,<br />

da dove vi sarà possibile scaricare il file pdf con tutte le<br />

informazioni,<br />

oppure prendere contatto con la Signora Samantha<br />

Bourgoin, Project Manager, Cell. +41 79 240 14 50,<br />

emozioniticino@ticino.ch<br />

inchieSta conGiunturaLe <strong>2009</strong>/2010:<br />

riSponDete onLine!<br />

siamo lieti di annunciarvi che da quest’anno l’inchiesta<br />

congiunturale verrà condotta in collaborazione con le<br />

Camere di commercio della Svizzera latina.<br />

Vi invitiamo ad entrare direttamente in Internet sul sito:<br />

www.enquetecci.ch<br />

e tramite la vostra SWISSFIRMS ID e la Password che<br />

vi abbiamo trasmesso potete compilare il questionario.<br />

Come sempre contiamo sulla vostra preziosa collabo-<br />

razione. Soprattutto in questo particolare momento<br />

economico è fondamentale ricevere un vostro riscontro,<br />

visto che siete gli attori principali dell’economia. Vi preghiamo<br />

pertanto di rispondere alle domande entro il 2<br />

ottobre <strong>2009</strong>.<br />

Per un aiuto o delle informazioni aggiuntive in merito al<br />

vostro accesso in Internet per visualizzare il formulario<br />

dell’inchiesta congiunturale, contattate il nostro collaboratore<br />

Oliver Monti:<br />

Tel. +41 91 911 51 31<br />

monti@cc-ti.ch<br />

29


Attualita`<br />

Comunicato stampa DECS - Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport del Canton <strong>Ti</strong>cino<br />

30 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

“L’apprenDiStato:<br />

un’opportunità reciproca”<br />

Al via una campagna in favore dell’apprendistato<br />

Il Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello<br />

sport (DECS) – attraverso la Divisione della formazione<br />

professionale – si fa promotore di un’ulteriore campagna<br />

in favore dell’apprendistato. “L’apprendistato: un’opportunità<br />

reciproca”: questo il messaggio positivo che il<br />

DECS intende trasmettere a tutta la popolazione. Lanciata<br />

nel mese di luglio, la campagna sta riscuotendo un<br />

grande successo. Gli annunci, pubblicati sui quotidiani<br />

ticinesi e su altre riviste, sono stati personalizzati con una<br />

serie di fotografie che ritraggono i formatori insieme agli<br />

apprendisti di un singolo settore economico (agricoltore,<br />

cuoco, impiegato di commercio, aiuto medico, ecc.). La<br />

campagna proseguirà poi con una serie di manifesti voluti<br />

e lanciati dall’Ufficio federale della formazione e della<br />

tecnologia.<br />

Dare un segnale positivo al mercato del lavoro: questo<br />

l’obiettivo principale alla base delle azioni intraprese anche<br />

dal DECS nel Cantone <strong>Ti</strong>cino. È soprattutto in un<br />

momento di crisi, come quello che stiamo vivendo, che<br />

bisogna reagire. E reagire significa investire anche nella<br />

formazione dei nostri giovani. Significa far capire l’importanza<br />

per un’azienda, specialmente per le piccole-medie<br />

aziende di cui è molto ricco il nostro territorio, di mettere<br />

a disposizione dei posti d’apprendistato per chi sceglie<br />

d’intraprendere la via della formazione professionale.<br />

Il DECS si fa quindi promotore di una Campagna in favore<br />

dell’apprendistato. E lo fa rivolgendosi alle aziende ed<br />

ai giovani in modo totalmente reciproco con uno slogan<br />

positivo “L’apprendistato: un’opportunità reciproca”.<br />

«La mia scelta, un vero affare!» «Gli apprendisti, un acquisto fondamentale!»<br />

Aida Machado Rocha<br />

Apprendista di Commercio al dettaglio<br />

Cooperativa Migros <strong>Ti</strong>cino<br />

Filiale di Giubiasco<br />

Samuela Guidone<br />

Responsabile apprendisti<br />

Cooperativa Migros <strong>Ti</strong>cino<br />

Apprendistato, un’opportunità reciproca<br />

www.ti.ch/formazioneprofessionale


La modalità scelta è quella di:<br />

• annunci pubblicitari che nel corso di quest’estate abbiamo<br />

già potuto vedere e che vedremo ancora pubblicati<br />

sui quotidiani ticinesi;<br />

• manifesti affissi sulle strade nell’ambito di una campagna<br />

specifica voluta e lanciata dall’Ufficio federale della<br />

formazione e della tecnologia.<br />

I diversi rami dell’economia costituiscono l’oggetto della<br />

campagna: dal commerciale, all’industriale, alla vendita,<br />

all’artigianato, alla ristorazione, all’albergheria al settore<br />

socio sanitario, all’agricoltura e altri settori ancora.<br />

Ogni inserzione si presenta con un proprio slogan definito<br />

e un’immagine a tema, sulla quale appaiono un giovane<br />

risp. una giovane apprendista in compagnia del datore<br />

risp. della datrice di lavoro.<br />

Alcuni annunci della campagna promozionale<br />

sono pubblicati in Internet all’indirizzo<br />

www.ti.ch/stampa nella cartella<br />

stampa elettronica allegata al comunicato<br />

Gli slogan scelti per le varie professioni sono appropriati e<br />

definiti da criteri dinamici. Si vuole accentuare proprio gli<br />

aspetti reciproci del ruolo dell’apprendista e del formatore.<br />

Una sfida che va vissuta assieme e vinta assieme. Soprattutto<br />

in un momento difficile come quello che stiamo<br />

vivendo.<br />

Per ulteriori informazioni rivolgersi a:<br />

• Divisione della formazione professionale, Dir. aggiunto<br />

Gianni Moresi, Tel. +41 91 815 31 03, decs-dfp@ti.ch<br />

• IUFFP, Coll. scientifico Luigi Bernasconi, Tel. +41 91<br />

960 77 12, luigi.bernasconi@iuffp-svizzera.ch, www.<br />

iuffp-svizzera.ch<br />

• Siti Internet: www.orientamento.ch e<br />

www.ti.ch/tirocinio<br />

• DIPARTIMENTO DELL'EDUCAZIONE, DELLA CULTU-<br />

RA E DELLO SPORT, Direzione-Comunicazione, Signora<br />

Alessandra Barbuti Storni, Residenza governativa,<br />

6501 Bellinzona, Tel. +41 91 814 42 86, Cell. +41 79<br />

541 44 48, decs-com@ti.ch, www.ti.ch/decs<br />

«L’impulso giusto per il mio futuro!» «Gli apprendisti, energia nuova per l’azienda!»<br />

Claudio Aniello<br />

Apprendista Elettronico<br />

Schindler Elettronica SA,<br />

Locarno<br />

Marzio Corda<br />

Formatore aziendale<br />

Schindler Elettronica SA,<br />

Locarno<br />

Apprendistato, un’opportunità reciproca<br />

www.ti.ch/formazioneprofessionale


Attualita`<br />

Comunicato stampa<br />

32 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

SÌ al finanziamento aggiuntivo temporaneo dell’AI<br />

aSSicurazioni SociaLi Sane<br />

Sono neLL’intereSSe DeLL’economia<br />

Le organizzazioni mantello dell’economia si impegnano per il SÌ<br />

il 27 settembre <strong>2009</strong><br />

L’assicurazione invalidità (AI) deve essere urgentemente<br />

risanata. Essa è fortemente indebitata. I suoi debiti<br />

aumentano di 1,4 miliardi di franchi all’anno e raggiungono<br />

nel frattempo i 13 miliardi di franchi. Il pesante<br />

onere del debito non minaccia unicamente l’AI, ma pesa<br />

anche sul fondo AVS. A medio termine, le rendite<br />

AVS sono minacciate. In occasione di una conferenza<br />

stampa comune, tenutasi nel mese di agosto <strong>2009</strong>, i<br />

Presidenti delle organizzazioni mantello dell’economia<br />

prendono posizione a favore del finanziamento aggiuntivo<br />

temporaneo dell’AI. Essi ritengono che il progetto<br />

costituisca una tappa necessaria per un risanamento<br />

durevole dell’AI attraverso misure basate sulle spese.<br />

L’AI spende ogni giorno circa 4 milioni di franchi di più<br />

di quanto incassa. In mancanza di misure correttive, nel<br />

corso dei prossimi dieci anni i debiti raddoppieranno e<br />

raggiungeranno i 25 miliardi di franchi. L’indebitamento<br />

dell’AI mette in pericolo il versamento delle rendite<br />

AVS: occorre intervenire. Secondo Rudolf Stämpfli,<br />

Presidente dell’Unione svizzera degli imprenditori, il finanziamento<br />

aggiuntivo temporaneo dell’AI è una tappa<br />

necessaria del piano di risanamento che ne conta tre: la<br />

4 a e la 5 a revisione dell’AI hanno contenuto la crescita<br />

del debito. L’aumento temporaneo dell’IVA eliminerebbe<br />

il deficit in attesa che le misure della 6 a revisione<br />

dell’AI, basate sulle uscite, manifestino pienamente i<br />

loro effetti. Il progetto prevede inoltre la creazione di<br />

un fondo AI autonomo, affinché in futuro questa assicurazione<br />

non pesi più sulle finanze dell’AVS. Stämpfli<br />

ha sottolineato che il finanziamento aggiuntivo dell’AI<br />

“ha soprattutto il compito di impedire il prosciugamento<br />

del fondo dell’AVS e di concedere il tempo necessario<br />

per permettere un risanamento durevole dell’AI. In altre<br />

parole, esso è irrinunciabile”.<br />

Anche Gerold Bührer, Presidente di economiesuisse, sostiene<br />

questo progetto. Il concetto elaborato soddisfa le<br />

quattro condizioni dell’organizzazione mantello dell’economia.<br />

In primo luogo, esso è accettabile sul piano congiunturale<br />

dopo il rinvio della sua entrata in vigore al 1°<br />

gennaio 2011. Secondariamente, il risanamento viene<br />

concluso a medio termine con misure basate sulle uscite.<br />

La 6 a revisione dell’AI è in preparazione; spetta al<br />

Consiglio federale e al Parlamento agire. In terzo luogo,<br />

l’aumento dell’IVA è temporaneo: esso sarà soppresso<br />

il 1° gennaio 2018. Questo è importante per preservare<br />

l’attrattività fiscale della Svizzera. Infine, l’aumento<br />

temporaneo dei tassi dell’IVA regola definitivamente la<br />

questione di un aumento degli oneri salariali. E Gerold<br />

Bührer precisa che “se economiesuisse dice sì a questa<br />

misura necessaria, essa farà di tutto affinché siano raggiunti<br />

gli obiettivi della riforma sul lato delle spese. La<br />

data stabilita per il ritorno all’aliquota normale dell’IVA<br />

non è negoziabile”.<br />

“Qualsiasi finanziamento aggiuntivo rappresenta una<br />

pillola difficile da inghiottire per le PMI”, ha osservato<br />

Edi Engelberger, Presidente dell’Unione svizzera delle<br />

arti e mestieri. “Il Parlamento ha tuttavia fatto in modo<br />

che questa pillola sia meno amara possibile”. Engelberger<br />

sottolinea inoltre che “non esiste una soluzione<br />

alternativa più gradevole. In caso di rifiuto, vi sarebbero<br />

soltanto dei perdenti”. I debiti dell’AI continuerebbero<br />

ad aumentare e rappresenterebbero un fardello pesante<br />

per le generazioni future. Tra dieci anni al massimo, i


eneficiari di rendite AVS potrebbero temere per le loro<br />

rendite. La 6 a revisione dell’AI, una necessità, rischierebbe<br />

di ritrovarsi paralizzata o sarebbe interrotta. Inoltre,<br />

in caso un rifiuto il 27 settembre prossimo, rientrerebbe<br />

in discussione un aumento dei contributi salariali.<br />

Un aumento in questo senso nuocerebbe molto di più<br />

alla piazza industriale svizzera e ai posti di lavoro.<br />

Secondo Dino Venezia, Presidente del “Centre Patronal”,<br />

non esiste una soluzione migliore ad un aumento<br />

temporaneo dell’AI. Per riuscire ad ottenere conti equilibrati,<br />

l’AI dovrebbe ridurre le rendite dell’ordine del<br />

Eventi<br />

Comunicato stampa<br />

La piccoLa e meDia impreSa ticineSe fronteGGia La criSi<br />

Fidinam inaugura i nuovi uffici di Mendrisio con la conferenza “La piccola e media impresa<br />

ticinese fronteggia la crisi”, in programma per giovedì 10 settembre alle ore 18.00 presso<br />

l’Hotel Coronado di Mendrisio<br />

Consapevole che la reale vicinanza alle imprese sia<br />

condizione necessaria per l’erogazione di servizi di<br />

consulenza di qualità, Fidinam intende inaugurare<br />

l’apertura della sua nuova sede di via Motta offrendo<br />

agli imprenditori e aziende locali l’opportunità di partecipare<br />

ad un momento di riflessione ed approfondimento<br />

su una delle tematiche di maggiore attualità:<br />

la crisi economica internazionale.<br />

La conferenza si pone l’obiettivo di presentare i provvedimenti<br />

adottati nel corso degli ultimi mesi a sostegno<br />

delle piccole e medie imprese ticinesi, tracciando<br />

un primo bilancio dei benefici da tali provvedimenti<br />

generati sul tessuto economico locale.<br />

I lavori saranno aperti da Luca Albertoni, Direttore<br />

della Camera di commercio del Canton <strong>Ti</strong>cino, il quale<br />

traccerà un breve quadro dell’attuale situazione economica<br />

del Cantone e degli sviluppi subiti dall’econo-<br />

40%. La rendita mensile media passerebbe così da<br />

1’600 franchi a 960 franchi. “Una simile soluzione non<br />

è socialmente sopportabile e significherebbe soltanto un<br />

trasferimento degli oneri all’assistenza sociale”. Venezia<br />

sostiene fortemente la lotta contro gli abusi. Tuttavia, “è<br />

illusorio pensare che la lotta contro gli abusi permetta<br />

da sola di riassorbire il deficit dell’AI”, ha dichiarato il<br />

Presidente del Centre patronal: “Sono in gioco la sicurezza,<br />

l’affidabilità e la sostenibilità a lungo termine<br />

delle nostre assicurazioni sociali. Per questo motivo, anche<br />

nella Svizzera romanda, le industrie e gli artigiani<br />

raccomandano di votare SÌ”.<br />

mia ticinese nel corso degli ultimi dodici mesi. Seguiranno<br />

poi interventi di Arnoldo Coduri, Direttore della<br />

Divisione Economica DFE, e Bernardino Bulla, Membro<br />

della Direzione Generale di Banca Stato, i quali presenteranno<br />

i provvedimenti adottati, rispettivamente dal<br />

Cantone e da Banca Stato, a sostegno delle piccole e<br />

medie imprese, analizzandone effetti e risultati prodotti.<br />

Sarà poi la volta di Franz Bernasconi, Presidente<br />

di Precicast SA, il quale, attraverso la presentazione<br />

di un caso aziendale, fornirà un esempio circa le possibili<br />

strategie aziendali attuabili a fronte della difficile<br />

congiuntura economica. La conferenza terminerà con<br />

un dibattito moderato da Filippo Lombardi, Consigliere<br />

agli Stati e CEO di <strong>Ti</strong>media Holding SA.<br />

La partecipazione alla conferenza è gratuita.<br />

Per informazioni e iscrizioni: Tel. +41 91 695 38 80,<br />

ask@srigroup.ch.<br />

33


Eventi<br />

Partner e sponsor dell’evento:<br />

Programma<br />

34 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

“una Giornata” per fare buSineSS<br />

in cina<br />

Lunedì 21 settembre <strong>2009</strong> ore 16.30 presso l’Hotel Parco<br />

Paradiso - Lugano<br />

16.30 Introduzione<br />

Silvio Tarchini, CEO, Fox Town Factory Stores e Studio Silvio Tarchini (tbc)<br />

16.45 Protezione di marchi e brevetti in Cina: l’esperienza di Premec<br />

Maria Pia Corno e Simona Fargion, Marketing e vendite, Premec SA<br />

17.05 Esperienza personale di fare business in Cina; apertura della succursale della Würth in Cina<br />

Jürg Michel, Member of the Executive Board of the Würth Group (in inglese)<br />

17.25 Esportazione in Cina; conoscere i rischi per poterli evitare<br />

Christian Gabriel, Deputy Head of Sales and Commercial, Euler Hermes Kreditversicherungs-AG<br />

17.45 Il ruolo della Cina nell'economia globale<br />

Thomas Herrmann, Global Economic Research Credit Suisse, Zurigo (in inglese)<br />

18.05 Misure adottate dal governo cinese per fronteggiare la crisi e opportunità di business nell’Impero di<br />

Mezzo<br />

Claudio Mazzucchelli, Direttore Swiss Business Hub China<br />

18.30 Networking-apero<br />

La manifestazione è aperta a tutti gli interessati. Entrata libera.<br />

Per iscrizioni, rispondere entro mercoledì 16 settembre <strong>2009</strong>, alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Signora Veljkovic, Tel. +41 91 911<br />

51 11, Fax +41 91 911 51 12, veljkovic@cc-ti.ch, www.cc-ti.ch


Eventi<br />

PARTE RISERVATA AI SOCI<br />

92 eSima aSSembLea GeneraLe cc-ti<br />

Vi annunciamo la 92 esima Assemblea generale ordinaria della<br />

Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei<br />

servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino che si terrà venerdì 9 ottobre <strong>2009</strong><br />

presso l’Hotel de la Paix a Lugano<br />

16.30 Apertura della 92 esima Assemblea generale ordinaria della<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> e saluto del Presidente Franco Ambrosetti<br />

PARTE PUBBLICA<br />

Relazione del Direttore Luca Albertoni sull’esercizio 2008-<strong>2009</strong><br />

Relazione finanziaria, rapporto dei revisori ed approvazione dei conti 2008<br />

Scarico all’Ufficio presidenziale<br />

Nomine statutarie<br />

Conclusioni del Direttore Luca Albertoni<br />

17.30 Introduzione e relazione da parte del Presidente Franco Ambrosetti<br />

19.00 Aperitivo<br />

20.00 Cena<br />

Saluto del Governo da parte della Consigliera di Stato e Direttrice del Dipartimento delle finanze e<br />

dell’economia, On. Laura Sadis<br />

Intervento dell’ospite d’onore, Signor Guido Garrone del Consiglio d’amministrazione di Swisscom<br />

(e fondatore di Fastweb in Italia)<br />

"La tecnologia al servizio delle aziende e dello sviluppo economico"<br />

Relazione da parte dell’ospite d’onore, Signor Thomas Held, Direttore<br />

della Fondazione Avenir Suisse<br />

Discussione e conclusioni del Presidente Franco Ambrosetti<br />

35


Eventi<br />

36 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Conciliare<br />

lavoro<br />

e famiglia<br />

conciLiare Lavoro e famiGLia<br />

Politiche e prassi win-win per azienda e collaboratori:<br />

pari opportunità per mamma e papà<br />

L’azienda, i collaboratori e le collaboratrici possono vivere<br />

positivamente e con reciproco vantaggio i cambiamenti<br />

dei modi di vivere e di lavorare? A questa ed altre<br />

domande cercherà di rispondere il ciclo di seminari Conciliare<br />

lavoro e famiglia promosso da Dialogare-Azienda,<br />

un’iniziativa dell’Associazione Dialogare, con il sostegno<br />

dell’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo<br />

(UFU), della Divisione della formazione professionale<br />

(DFP) e con il partenariato della Camera di commercio<br />

(<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>) e dell’Associazione Industrie <strong>Ti</strong>cinesi (AITI)<br />

Conciliare<br />

Repubblica e Cantone <strong>Ti</strong>cino<br />

Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport<br />

Divisione della formazione professionale<br />

Dialogare<br />

Azienda<br />

<strong>2009</strong>/2010<br />

Obiettivi: la promozione della conciliabilità lavoro e famiglia<br />

in un’ottica di pari opportunità fra donna e uomo<br />

Modalità: presentazione e discussione di politiche, buone<br />

prassi e casi lavoro<br />

Destinatari: aziende, enti pubblici e privati, organizzazioni<br />

del mondo del lavoro e persone interessate<br />

Relatori: rappresentanti di aziende ed enti che offrono<br />

e opportunità famiglia<br />

per conciliare lavoro e famiglia; rappresentanti<br />

istituzionali e consulenti impegnati nella promozione<br />

delle pari opportunità e nelle politiche a favore<br />

delle famiglie<br />

Programma: un evento pubblico e quattro seminari su<br />

iscrizione da ottobre <strong>2009</strong> a febbraio 2010, nello specifico<br />

così suddivisi:<br />

1) Dal dire al fare…<br />

Evento pubblico<br />

Repubblica e Cantone <strong>Ti</strong>cino<br />

Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport<br />

Giovedì Divisione 15 della ottobre formazione professionale<br />

<strong>2009</strong>, ore 18-20, Lugano,<br />

via Buffi 13, Auditorium USI<br />

Con Luca Albertoni, Direttore <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>; Marcella Chiesi,<br />

Consulente in HR - StudioDUO Roma; Stefano Modenini,<br />

Direttore AITI; Patrizia Schulz, Direttrice Ufficio<br />

federale dell’uguaglianza fra donna e uomo.<br />

Moderatore: Giancarlo Dillena, direttore Corriere del<br />

<strong>Ti</strong>cino<br />

2) Una sfida possibile?<br />

Seminario su iscrizione<br />

Giovedì 22 ottobre <strong>2009</strong>, ore 9-12, Lugano, Camera<br />

di commercio, Sala Gildo Papa<br />

Con Fabio B. Losa, Ricercatore e aggiunto di dire-<br />

Politiche e prassi<br />

win-win per azienda e<br />

collaboratori<br />

zione all’Ufficio di statistica; Marilena Fontaine, Responsabile<br />

dell’Ufficio della legislazione e delle pari<br />

opportunità; Roberto Sandrinelli, Coordinatore della<br />

politica familiare cantonale. Moderatrice: Lorenza<br />

Hofmann, Giornalista, Associazione Dialogare<br />

3) Provare per credere!<br />

Seminario su iscrizione<br />

Giovedì 12 novembre <strong>2009</strong>, ore 9-12, Lugano,<br />

Camera di commercio, Sala Gildo Papa<br />

Con Silvano Degiovannini, Responsabile Personale<br />

Sud de La Posta Svizzera; Monica Lucci, Responsabile<br />

HR di IBSA; Ellen Metzger, Direttrice Asilo<br />

nido di IBSA; Roberta Cecchi, Consultorio Sportello<br />

Politiche e prassi<br />

win-win per azienda e<br />

collaboratori<br />

donna. Moderatrice: Lorenza Hofmann, Giornalista,<br />

Associazione Dialogare<br />

4) Congedi e flessibilità<br />

Seminario su iscrizione<br />

Giovedì 21 gennaio 2010, ore 9-12, Lugano, Camera<br />

Pari opportunità<br />

per mamma e papà<br />

di commercio, Sala Gildo Papa<br />

Pari opportunità<br />

per mamma e papà<br />

Con Rosy Croce, Capo Risorse umane di Migros <strong>Ti</strong>cino;<br />

Susanne Bigler Gloor, Responsabile HRM di Raiffeisen<br />

Svizzera italiana; Gianfranco Sciarini, Direttore<br />

Studio Ingegneria Sciarini SA, Raffaella Martinelli,<br />

Consultorio Donna e Lavoro. Moderatrice: Lorenza<br />

Hofmann, Giornalista, Associazione Dialogare<br />

5) Aspettative e opportunità<br />

Seminario su iscrizione<br />

Giovedì 4 febbraio 2010, ore 9-12, Lugano, Camera<br />

di commercio, Sala Gildo Papa<br />

Con Franco Gervasoni, Direttore SUSPI, Sabrina Guidotti,<br />

Collaboratrice di SIC <strong>Ti</strong>cino, Gianni Moresi,<br />

Direttore aggiunto della Divisione della formazione<br />

professionale, Roberta Cecchi, Consultorio Sportello<br />

donna, Raffaella Martinelli, Consultorio Donna e<br />

Lavoro. Moderatrice: Lorenza Hofmann, Giornalista,<br />

Associazione Dialogare<br />

Il contesto<br />

Conciliare lavoro e famiglia costituisce da alcuni anni<br />

una priorità politica a livello federale che stimola, fra<br />

l’altro, prassi di gestione del personale più sensibili alle<br />

esigenze di lavoratrici e lavoratori con responsabilità


familiari nella cura e nell’educazione di figli o nell’assistenza<br />

di congiunti o parenti bisognosi di cure. Questa<br />

priorità politica trova consenso nei partner sociali<br />

e applicazione in enti pubblici e aziende private. La<br />

sfida sta nel far incontrare e convivere armoniosamente<br />

le esigenze dei collaboratori e delle collaboratrici e<br />

l’organizzazione aziendale. L’azienda che promuove un<br />

rapporto equilibrato fra professionale e privato (work life<br />

balance) ha un riscontro positivo nel confronto fra<br />

costi e benefici. Uno studio presso aziende svizzere ha<br />

determinato un ritorno sull’investimento pari all’8%, in<br />

termini di minori assenze e cambiamenti di personale,<br />

di mantenimento di profili cresciuti in azienda, di fidelizzazione<br />

del personale, di ambiente di lavoro orientato<br />

al benessere e altro ancora.<br />

Parallelamente alla crescente integrazione delle donne<br />

nel mercato del lavoro, per lungo tempo la conciliabilità<br />

fra lavoro e famiglia è stato ritenuta un “ambito”<br />

femminile. Qualcosa sta cambiando: ora sempre più<br />

uomini, maggiormente coinvolti nei compiti educativi<br />

e di cura, ricercano una migliore armonizzazione con<br />

la sfera professionale. È tempo di pari opportunità per<br />

uomini e donne non solo nella sfera professionale ma<br />

anche nella vita.<br />

Dal <strong>2009</strong>, gli aiuti finanziari previsti dalla Legge federale<br />

sulla parità dei sessi e dalla relativa ordinanza<br />

per promuovere le pari opportunità sono estesi (per un<br />

periodo di prova di 8 anni) a progetti interni alle aziende<br />

(www.uomo-e-donna.ch).<br />

Il progetto<br />

Uomo Lavoro Paternità – promosso dall’Associazione<br />

Dialogare – è il primo progetto nella Svizzera italiana<br />

orientato alla promozione delle pari opportunità anche<br />

in una prospettiva maschile. Esso consta di due componenti:<br />

• il ciclo di seminari Conciliare lavoro e famiglia, cinque<br />

proposte di formazione continua con modalità interattiva<br />

e di breve durata, indirizzati al mondo del lavoro<br />

(ottobre <strong>2009</strong>/febbraio 2010);<br />

• il libro Uomo Lavoro Paternità. La promozione delle<br />

pari opportunità in una prospettiva maschile, Edizioni<br />

Associazione Dialogare-Incontri, Massagno (pubblicazione:<br />

ottobre <strong>2009</strong>).<br />

Il progetto è complementare alle politiche pubbliche,<br />

dei partner sociali e della società civile a sostegno delle<br />

famiglie e delle pari opportunità fra donna e uomo in<br />

ambito professionale.<br />

Il team di progetto<br />

Capo-progetto: Osvalda Varini-Ferrari, laureata in pedagogia,<br />

Psicoterapeuta e Presidente dell’Associazione<br />

Dialogare-Incontri; collaboratrici di progetto: Daniela<br />

Peduzzi, laureata in pedagogia curativa, formatrice per<br />

adulti e Vice-presidente dell’Associazione Dialogare-In-<br />

contri; Lorenza Hofmann, laureata in scienze politiche,<br />

Giornalista e Consulente; consulente esterno: Graziano<br />

Martignoni, Medico e psicoanalista, Professore alla<br />

Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana<br />

(SUPSI), alle Università dell’Insubria e di Friburgo.<br />

I seminari<br />

Il ciclo di seminari comprende un evento pubblico e<br />

quattro seminari su iscrizione e a pagamento. Ci si può<br />

iscrivere a tutto il programma (CHF 700.-) oppure scegliere<br />

uno o più seminari (CHF 200.- per ogni singolo<br />

seminario).<br />

La certificazione<br />

L’offerta di formazione dell’Associazione Dialogare gode<br />

della certificazione eduQua, il certificato svizzero di<br />

qualità per istituzioni di formazione continua. Ai partecipanti<br />

verrà rilasciato un attestato di frequenza.<br />

Il libro<br />

Uomo Lavoro Paternità si presenta come miscellanea:<br />

40 autrici e autori, ticinesi, svizzeri e italiani, scelti in<br />

base a specifiche competenze disciplinari, professionali<br />

o istituzionali; 6 capitoli che spaziano dagli aspetti<br />

legislativi e socio-economici a quelli sociologici e psicologici;<br />

un capitolo è dedicato al mondo del lavoro e<br />

presenta informazioni e opinioni su politiche e prassi<br />

win-win per l’azienda, le collaboratrici e i collaboratori<br />

per conciliare lavoro e famiglia; in particolare, illustra<br />

come le competenze genitoriali possono costituire un<br />

valore aggiunto per l’azienda.<br />

Il libro è considerato anche come complemento al programma<br />

seminariale.<br />

Il consultorio<br />

L’Associazione Dialogare da più di dieci anni è presente<br />

sul territorio con il Consultorio Sportello donna, riconosciuto<br />

e finanziato dall’Ufficio federale per l’uguaglianza<br />

fra donna e uomo. Orientato al sostegno di donne e<br />

uomini, di ogni età, confrontati nelle diverse fasi della<br />

vita con nuove scelte di formazione e di lavoro, risponde<br />

spesso a consulenze su come conciliare lavoro e famiglia.<br />

Sportello Donna è in grado di assicurare consulenza<br />

a persone che desiderano sciogliere questo “nodo” in vista<br />

di un reinserimento professionale, del mantenimento<br />

di un’attività professionale dopo la maternità o durante<br />

altre fasi evolutive della famiglia.<br />

Anche le aziende possono indirizzare le loro collaboratrici<br />

o i loro collaboratori a Sportello donna.<br />

Iscrizioni a: Associazione Dialogare,<br />

via Foletti 23, 6900 Massagno<br />

Tel. +41 91 967 61 51 (lu-ve ore 9.00-12.00)<br />

Fax +41 91 967 61 52<br />

segretariato@dialogare.ch<br />

Ulteriori informazioni e iscrizioni su<br />

www.dialogare.ch > Dialogare Azienda<br />

37


Eventi<br />

38 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

accorDo Di Libero Scambio canaDa – aeLS:<br />

opportunità per Le impreSe Svizzere<br />

e DeL LiechtenStein<br />

Lunedì, 19 ottobre <strong>2009</strong> dalle<br />

16.30 alle 18.30 presso la Camera<br />

di commercio, dell’industria,<br />

dell’artigianato e dei servizi del Cantone<br />

<strong>Ti</strong>cino in Corso Elvezia 16 nella Sala<br />

Dott. Gildo Papa, 6° piano, si terrà un<br />

seminario sull’Accordo di libero scambio<br />

(ALS) firmato tra l’AELS e il Canada.<br />

L’incontro intende fornire ragguagli su<br />

tale trattato e illustrare le opportunità<br />

d’affari che si presentano alle PMI<br />

svizzere e del Liechtenstein grazie alla<br />

sua entrata in vigore il 1° luglio <strong>2009</strong><br />

L’Accordo di libero scambio multilaterale prevede<br />

l’abolizione dei dazi doganali su praticamente<br />

tutti i beni di consumo; i dazi su molti prodotti<br />

agricoli sono stati ridotti o altresì eliminati. Il direttore<br />

di una filiale svizzera in Canada, interpellato<br />

dall’Osec, afferma che le aliquote dei dazi sui<br />

suoi prodotti sono passate dal 13% al 0% grazie<br />

all’ALS.<br />

Inoltre, le imprese svizzere dispongono di un vantaggio<br />

strategico per rispetto ai produttori UE<br />

poiché l’Unione Europea non beneficia di un tale<br />

accordo con il Canada.<br />

Infine, diversi affiliati alle Camere di Commercio<br />

Svizzero Canadesi di Montréal e di Toronto<br />

raccomandano il Canada come punto di partenza<br />

eccellente per l’entrata nel mercato nordamericano<br />

da parte delle PMI svizzere. Indicano che,<br />

paragonati agli USA, in Canada i costi di vendita<br />

e di marketing risultano molto minori e anche i<br />

fattori di rischio quali la responsabilità per danno<br />

da prodotti sono segnatamente inferiori.<br />

Il programma previsto per il seminario del 19 ottobre<br />

<strong>2009</strong> è il seguente:<br />

• Saluto di benvenuto di Luca Albertoni, Direttore,<br />

Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato<br />

e dei servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino<br />

• Presentazione dell’Accordo di libero scambio:<br />

Vantaggi per le PMI svizzere e del Liechtenstein<br />

Guido Barsuglia, Dr., Sostituto capo del settore<br />

Relazioni economiche bilaterali, Americhe, Segreteria<br />

di Stato dell'economia, SECO<br />

• Presentazione relativa al mercato canadese:<br />

fatti, cifre e settori chiave e illustrazione della<br />

Camera di Commercio Svizzero-Canadese e dei<br />

suoi servizi<br />

Diana Nichols Nelson, Consigliera e Senior Trade<br />

Commissioner, Ambasciata del Canada in Svizzera<br />

• Saluto di benvenuto dell’Osec e presentazione<br />

dei servizi offerti dall’Osec per entrare nel mercato<br />

canadese<br />

Lane Kingstone, Senior Consultant per il Nordamerica,<br />

Osec<br />

• Success Story di una PMI svizzera attiva con<br />

successo nel mercato canadese<br />

• Domande e risposte<br />

• Networking-apero<br />

L’incontro si svolgerà in lingua inglese, la partecipazione<br />

è gratuita. Per motivi organizzativi, è<br />

tuttavia richiesta l’iscrizione entro il 12 ottobre<br />

<strong>2009</strong> presso la Camera di commercio del Cantone<br />

<strong>Ti</strong>cino, Tel. +41 91 911 51 11, Fax +41 91 911<br />

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Cecilia Limido<br />

Laurea in Lingua e Letteratura<br />

Cinese; master in Comunicazione<br />

Aziendale per<br />

le Imprese che operano in<br />

Medio ed Estremo Oriente<br />

Anno di nascita: 1975<br />

CANDIDATO<br />

Aldo Radano<br />

Bachlor e Master in<br />

Sociologia,<br />

Spec. in Sviluppo<br />

economico locale<br />

e governance d’impresa.<br />

Diversi stage presso<br />

aziende pubbliche e private,<br />

settori Sanità e Fisco.<br />

Diploma di Operatore<br />

Computer<br />

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Cittadinanza: Italiana<br />

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Inglese: ottimo<br />

Spagnolo: buono<br />

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alla Signora G. Veljkovic, +41 91 911 51 11 o info@cc-ti.ch<br />

Vi rendiamo attenti che le seguenti segnalazioni vengono semplicemente pubblicate<br />

senza alcuna verifica della fonte e quindi garanzie e responsabilità da parte della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>.<br />

Eventi, matrimoni<br />

seminari, banchetti<br />

Arredamenti<br />

Lista sposi<br />

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39


Formazione<br />

40 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

orSi propoSti DaLLa cc-ti<br />

• KNOW-HOW SULLA PARTECIPAZIONE ALLE FIERE<br />

INTERNAzIONALI<br />

Giovedì 24 settembre <strong>2009</strong>, dalle 13.30 alle 18.00<br />

Gli aspetti di marketing: pianificare lo stand e la presentazione<br />

del prodotto; pubblicizzare l’evento; stratagemmi<br />

per arrivare a nuovi clienti; materiale tecnico<br />

e pubblicitario; in-/formare il proprio personale prima<br />

di una fiera. Ci siamo: è fiera! Il dopo-fiera: valorizzare<br />

al meglio i nuovi contatti e misurare il successo di una<br />

fiera; come e quando effettuare la pianificazione delle<br />

fiere per il successivo anno fieristico.<br />

Gli aspetti logistici: indicazioni sulla logistica per la fiera;<br />

preparazione e pianificazione del trasporto in fiera;<br />

consegna fino allo spazio espositivo; situazione del luogo;<br />

documenti doganali, trasporto di ritorno dalla fiera<br />

ed ulteriore trasporto ad altre manifestazioni, vendita<br />

di merce direttamente dallo stand<br />

Gli aspetti assicurativi: quali danni possono verificarsi<br />

durante il trasporto; durante la fiera ed il suo allestimento;<br />

la responsabilità del trasportatore per danni<br />

durante il trasporto; le coperture assicurative offerte<br />

dall’organizzatore della fiera; le coperture assicurative<br />

complementari raccomandabili<br />

I Carnet A.T.A.: definizione; validità; utilizzo ed altre<br />

informazioni generali; prima dell’utilizzo; lo sdoganamento<br />

e durante il viaggio; a cosa fare attenzione;<br />

come riempire correttamente il Carnet A.T.A; l’A.T.A.<br />

online<br />

Relatori: Guido Bernasconi, Area Sales Manager,<br />

Schenker Switzerland Ltd.; Paolo Cavalli, Responsabile<br />

Special Lines <strong>Ti</strong>cino, Zurigo Assicurazioni; Alexandra<br />

Haller, Product Manager Fairs Et Exhibitions, Schenker<br />

Switzerland Ltd.; Sabina Krieger, Consulente di Vendita<br />

e Marketing e Marco Passalia, Responsabile Servizio<br />

Export e Legalizzazioni, <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

• LA LEGGE SULL’ESECUzIONE E SUL FALLIMENTO<br />

Giovedì 1, 8, 15, 22 ottobre <strong>2009</strong>,<br />

dalle 16.00 alle 19.00<br />

Nozioni generali: Specie d’esecuzione, foro, notifica<br />

degli atti esecutivi, domanda di esecuzione, precetto<br />

esecutivo, opposizione e rigetto dell’opposizione<br />

Fallimento: Procedura, organi del fallimento, sospensione<br />

del fallimento, assemblee creditori, liquidazione,<br />

ripartizione<br />

Pignoramento: Procedura, oggetti mobiliari, oggetti immobiliari,<br />

rivendicazioni, requisizioni,<br />

vendita all’incanto<br />

Procedure speciali: Concordato ordinario, concordato<br />

extra giudiziario, sequestro<br />

Relatori: Mauro Mini, Avv., Presidente Camera dei ricorsi<br />

penali e Ermidio Antonini, già Ufficiale presso l’ufficio<br />

esecuzioni<br />

• LA GESTIONE DEI CONFLITTI<br />

Lunedì 5 ottobre <strong>2009</strong>, dalle 09.00 alle 13.00<br />

Le relazioni tra persone possono generare conflitti e<br />

sono purtroppo una realtà con cui ci si deve confrontare<br />

nel proprio contesto lavorativo. L’obiettivo del corso è<br />

far acquisire informazioni, conoscenze e tecniche che<br />

permettano di gestire al meglio i conflitti interpersonali<br />

all’interno dell’azienda.<br />

Temi: I conflitti di interesse e di valore, Tecniche di<br />

comunicazione, Tecniche per affrontare i conflitti<br />

Relatore: Marco Homberger, formatore aziendale, specialista<br />

in tecniche di conduzione e vendita, attualmente<br />

capo del personale di un primario istituto di servizi


• LE TECNICHE DI VALUTAZIONE IN TEMPO DI CRISI<br />

Mercoledì 7, 14, 21 ottobre <strong>2009</strong>,<br />

dalle 09.00 alle 17.00<br />

Modulo 1 - Introduzione ai principali metodi di valutazione:<br />

metodi patrimoniali, semplici e complessi, metodi<br />

reddituali, metodi misti patrimoniali-reddituali e<br />

metodi finanziari<br />

7 ottobre <strong>2009</strong>, dalle 09.00 alle 17.00<br />

Modulo 2 - Il metodo del Discounted Cash Flow: significato<br />

economico, finanziario e aziendale del flusso di<br />

cassa; il modello dei flussi di cassa scontati; costruzione<br />

del modello; l'analisi fondamentale per la previsione<br />

dei flussi di cassa; stima dei flussi di cassa attesi; determinazione<br />

dei tassi di crescita dell’utile e del reddito<br />

operativo; determinazione dei tassi di attualizzazione<br />

dei flussi (WACC); determinanti del Terminal Value<br />

14 ottobre <strong>2009</strong>, dalle 09.00 alle 17.00<br />

Modulo 3 - Aspetti particolari della valutazione: problematiche<br />

di valutazione di tipologie particolari (immobiliari,<br />

investimenti liquidi)<br />

21 ottobre <strong>2009</strong>, dalle 09.00 alle 17.00<br />

Relatore: Udo Schiller, Esperto-contabile diplomato nel<br />

1996, oggi è titolare della Udo Schiller Consulting e<br />

dello iuXta sa e si occupa in prevalenza della consulenza<br />

aziendale (con particolare attenzione alla gestione<br />

del rischio, ai processi di consolidamento e al controllo<br />

finanziario)<br />

• CREDITI ED INCASSI DOCUMENTARI NEL<br />

COMMERCIO CON L’ESTERO<br />

Martedì 13 ottobre <strong>2009</strong>, dalle 09.00 alle 17.00<br />

Rischi nel commercio con l'estero, Crediti documentari<br />

(lettere di credito) quale strumento per assicurarsi il<br />

pagamento nel commercio internazionale (definizione e<br />

forme, punti principali di un credito documentario, ele-<br />

menti da considerare per un uso conforme del credito<br />

documentario). Incasso documentario quale strumento<br />

di pagamento sfruttando l'ausilio della banca nella sua<br />

funzione fiduciaria (definizione e forme dell'incasso documentario)<br />

Relatore: Aleardo Giudici, capo Trade Finance Services<br />

UBS SA Regione <strong>Ti</strong>cino<br />

e ancora….<br />

• Le differenze culturali: evitare le trappole<br />

Martedì 26 ottobre <strong>2009</strong>, 09.00-13.00<br />

• LPP, Previdenza privata….e pensione.<br />

Rendita o capitale?<br />

Lunedì 9 e martedì 17 novembre <strong>2009</strong>, 16.30-18.00<br />

• Incoterms<br />

Mercoledì 11 novembre <strong>2009</strong>, 14.00-17.00<br />

• La conduzione di colloqui difficili<br />

Lunedì 16 novembre <strong>2009</strong>, 09.00-13.00<br />

• nLiva: le novità dal 2010<br />

novembre <strong>2009</strong><br />

Maggiori informazioni: visitate il nostro sito<br />

www.cc-ti.ch,<br />

scrivete un e-mail a corsi@cc-ti.ch<br />

o telefonateci allo +41 91 911 51 18<br />

41


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

Accordo di libero scambio Svizzera-Giappone: in<br />

vigore dal 1° settembre <strong>2009</strong><br />

L’accordo di libero scambio e di partenariato economico<br />

(ALSPE) con il Giappone, che entrerà in vigore il 1°<br />

settembre <strong>2009</strong>, rappresenta il trattato più importante<br />

concluso dal nostro paese dopo quello del 1972 con la<br />

Comunità europea. La Svizzera è inoltre il primo paese<br />

europeo a beneficiare di un tale trattato con il Giappone.<br />

L’ALSPE contiene in particolare disposizioni su scambio<br />

di merci e di servizi, circolazione transfrontaliera delle<br />

persone fisiche a scopi commerciali, creazione e protezione<br />

d’investimenti, tutela della proprietà intellettuale,<br />

commercio elettronico e concorrenza. Di conseguenza,<br />

l’accesso al mercato e le condizioni quadro saranno migliori<br />

per gli investitori, esportatori e fornitori di servizi<br />

svizzeri in Giappone. Il Dipartimento federale dell’economia<br />

(DFE) stima che le nostre imprese esportatrici<br />

risparmieranno circa 100 milioni di franchi all’anno in<br />

dazi doganali.<br />

L’economia giapponese è la seconda classificata al mondo.<br />

Il paese del Sol Levante è il partner commerciale<br />

principale per la Svizzera in Asia, con esportazioni attestanti<br />

a 7,1 miliardi di franchi e importazioni per 4,1<br />

miliardi nel 2008. Inoltre, secondo la Banca nazionale<br />

svizzera, lo stock di capitale degli investimenti diretti in<br />

Giappone era di circa 14 miliardi di franchi a fine 2007.<br />

Il nostro paese occupa l’ottavo rango degli investitori<br />

stranieri, con il 2,9% del totale degli investimenti diretti<br />

esteri.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale<br />

dell’economia (DFE): “L’accordo di libero scambio con<br />

il Giappone entrerà in vigore il 1° settembre <strong>2009</strong>”<br />

www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msgid=28262<br />

Accordo di libero scambio tra gli Stati dell’AELS e<br />

gli Stati arabi del Golfo: entrata in vigore prevista<br />

per inizio 2010<br />

In occasione di una riunione ministeriale dell’AELS,<br />

Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia hanno firmato<br />

un accordo di libero scambio di ampia portata<br />

con gli Stati arabi del Consiglio di cooperazione del<br />

Golfo (Cooperation Council for the Arab States of the<br />

Gulf - GCC, composto da Bahrain, Qatar, Kuwait, Oman,<br />

Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti), la cui entrata in<br />

vigore è prevista per l’inizio del 2010.<br />

L’accordo facilita l’ingresso nel mercato, la sicurezza<br />

giuridica e l’accesso agli appalti pubblici negli Stati del<br />

GCC. Elimina quasi tutti i dazi doganali sui prodotti<br />

industriali e migliora l’accesso al mercato dei prodotti<br />

agricoli trasformati. Migliora la competitività dell’economia<br />

svizzera su tali mercati e la protegge da discriminazioni<br />

risultanti da accordi attuali o futuri del GCC<br />

con altri Paesi.<br />

Come nei precedenti accordi di libero scambio conclusi<br />

dall’AELS, il commercio di prodotti agricoli non trasfor-<br />

42 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

mati è disciplinato da accordi bilaterali complementari<br />

tra i singoli Stati dell’AELS e gli Stati del GCC.<br />

L’area del GCC rappresenta un importante mercato per<br />

la Svizzera, con esportazioni per un ammontare di 5,9<br />

miliardi di franchi nel 2008 (in particolare macchine,<br />

orologi, prodotti farmaceutici, pietre preziose e gioielleria)<br />

e importazioni per una quota di 970 milioni di<br />

franchi (pietre e metalli preziosi e gioielleria). In termini<br />

di volume degli scambi commerciali, il GCC è il terzo<br />

partner di libero scambio della Svizzera, dopo l’Unione<br />

Europea e il Giappone. Gli Stati del GCC vantano uno<br />

spazio economico con grande potenziale di crescita, che<br />

la Svizzera potrà sfruttare maggiormente in virtù del<br />

nuovo accordo.<br />

Newsletter della SECO:<br />

www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msgid=27576<br />

Mandato per un accordo di libero scambio<br />

Svizzera-Hong Kong<br />

A inizio giugno, il Consiglio federale ha approvato un<br />

mandato di negoziazione in vista di un accordo di libero<br />

scambio con Hong Kong. L’accordo intende porre basi<br />

fondamentali che permettano di incrementare le relazioni<br />

economiche con Hong Kong.<br />

Tale accordo mira a creare condizioni quadro solide e a<br />

evitare discriminazioni nello scambio di merci e servizi,<br />

negli investimenti, nella proprietà intellettuale e nelle<br />

norme per la risoluzione delle controversie.<br />

Dopo Giappone e Cina, Hong Kong rappresenta il terzo<br />

partner commerciale di maggior importanza per la Svizzera<br />

in Asia, che nel 2008 vi ha esportato merci per un<br />

ammontare di circa 6,2 milioni di franchi.<br />

Ulteriori mandati di negoziazione sono in corso in vista<br />

di accordi di libero scambio con la Federazione Russa<br />

e l’Ucraina.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale<br />

dell’economia: “Offensiva nella strategia di libero scambio<br />

e mandato di negoziazione con Hong Kong”<br />

www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msgid=27304<br />

Osec traccia la rotta per lo Swiss Village a Masdar<br />

Il 30 luglio <strong>2009</strong>, l’azienda statale Abu Dhabi Future<br />

Energy Company (ADFEC) e la Swiss Village Abu Dhabi<br />

Association (SVA), un gruppo d’interesse di oltre 60 imprese<br />

e associazioni svizzere, hanno firmato un accordo<br />

(memorandum of understanding) dedicato all’edificazione<br />

di uno Swiss Village nella città verde di Masdar<br />

in Abu Dhabi. Il progetto gode del sostegno dei vertici<br />

politici di entrambi i paesi. Le forze trainanti da parte<br />

svizzera sono l’Osec e l’Iniziativa Economica Svizzera<br />

per lo Sviluppo Sostenibile (Swiss Sustainability Initiative<br />

SSI).<br />

Sotto il nome “Masdar” (“fonte” in arabo), l’emirato Abu


Dhabi realizza un’eco-città futuristica, senza consumo<br />

di energie fossili, priva di CO2 e con rifiuti riciclati, a<br />

dimostrazione che energia pulita e alto tenore di vita<br />

sono compatibili. La città diventerà inoltre un centro<br />

globale per le energie rinnovabili e le tecnologie sostenibili,<br />

accogliendo altresì la sede della neonata Agenzia<br />

internazionale per le energie rinnovabili (International<br />

Renewable Energy Agency IRENA). Si stima che 50’000<br />

persone abiteranno a Masdar mentre altre 40’000 vi<br />

lavoreranno quotidianamente a partire dal 2018. Il governo<br />

di Abu Dhabi ha inoltre dichiarato Masdar zona<br />

franca, garantendo l’esonero fiscale, nessun limite alle<br />

partecipazioni estere e il libero rimpatrio di utili e capitali.<br />

Lo Swiss Village sarà realizzato nella prima fase di costruzione<br />

di Masdar e completato entro il 2011. Sorgerà<br />

nel centro di Masdar e comprenderà uffici, installazioni<br />

per la ricerca e la produzione leggera, ristoranti e<br />

negozi, uno Swiss Business Hub, una scuola privata,<br />

abitazioni ed eventualmente un’ambasciata svizzera con<br />

relativa residenza. Il tutto “Made in Switzerland”, ossia<br />

progettato da architetti e designer elvetici e costruito<br />

da imprese svizzere secondo i propri criteri qualitativi<br />

e le norme Minergie. Si stima il potenziale d’affari<br />

per l’industria svizzera in diverse centinaia di milioni<br />

di franchi, con appalti per la fornitura e l’esecuzione<br />

nell’ambito della costruzione, della domotica, dell’ampliamento,<br />

delle attrezzature e dei materiali, dell’ambiente<br />

e dell’arredamento.<br />

L’imminente firma di un accordo di libero scambio tra<br />

la Svizzera e il Consiglio di cooperazione del Golfo offrirà<br />

altre opportunità d’affari nella regione (cfr. articolo<br />

sopra). La partecipazione a un progetto pioneristico<br />

gioverà inoltre alla reputazione delle imprese elvetiche,<br />

il know-how e la pubblicità generati da questa piazza<br />

all’avanguardia per le energie rinnovabili e le tecnologie<br />

sostenibili daranno lustro anche alle società svizzere.<br />

Comunicato stampa dell’Osec:<br />

www.osec.ch/internet/osec/it/home/about_us/media/<br />

mediareleases/<strong>2009</strong>.-ContentSlot-81763-ItemList-<br />

91232-File.File.pdf/mm_Masdar_0908204_i.pdf<br />

Sito web della Swiss Village Abu Dhabi Association:<br />

www.swiss-village.com<br />

WorldTariff: Tariffa doganale nel mondo – gratis su<br />

iniziativa Osec<br />

Da subito l’Osec offre alle aziende svizzere e del Liechtenstein<br />

un accesso gratuito alla banca dati WorldTariff,<br />

che contiene informazioni sui dazi e le tariffe doganali<br />

in oltre 130 paesi.<br />

Iscrizione / Accesso a WorldTariff<br />

Per accedere gratuitamente a WorldTariff è necessario<br />

annunciarsi, tale procedura può essere effettuata direttamente<br />

sul sito dell’Osec al seguente indirizzo:<br />

www.osec.ch/internet/osec/it/home/export/knowhow/<br />

customs_worldwide.html<br />

L’accesso alla banca dati online WorldTariff deve avvenire<br />

imperativamente dalla Svizzera o dal Liechtenstein.<br />

L’utilizzo da altri paesi è soggetto a pagamento.<br />

Taric (Tariffa doganale UE)<br />

Per informazioni doganali sui paesi dell’UE si consiglia<br />

anche l’utilizzo della banca dati online Taric, che fornisce<br />

dati precisi sulle tariffe doganali dei singoli Stati<br />

membri:<br />

http://ec.europa.eu/taxation_customs/dds/tarhome_<br />

it.htm<br />

Guida per l’utilizzo di Taric (tariffa doganale UE): pagine<br />

1-15 / di WorldTariff (tariffe doganali nel mondo): pagine<br />

16-37 (in tedesco):<br />

www.osec.ch/internet/osec/de/home/export/knowhow/<br />

customs_worldwide.-RelatedBoxSlot-51922-ItemList-<br />

36113-File.File.pdf/Reg_8%20Zollansaetze%20in%20<br />

Drittlaendern.pdf<br />

Utenti provenienti da paesi UE possono ottenere informazioni<br />

sulle tariffe doganali internazionali tramite il<br />

Market Access Data Base:<br />

http://mkaccdb.eu.int/mkaccdb2/indexPubli.htm<br />

Cina: mercato farmaceutico in movimento<br />

La riforma sanitaria lanciata dal governo di Pechino pone<br />

nuove sfide alle imprese farmaceutiche attive sul<br />

mercato cinese. Tale riforma prevede in particolare la<br />

creazione di un’autorità centrale per l’autorizzazione e<br />

la verifica dei farmaci nonché per il rimborso da parte<br />

delle assicurazioni malattia. È inoltre prevista l’introduzione<br />

di un prezzo fisso per la vendita di farmaci negli<br />

ospedali.<br />

Il potenziale di crescita del mercato farmaceutico cinese<br />

è tuttora notevole. Un numero sempre crescente di<br />

cinesi si affida a prodotti occidentali per curare i propri<br />

problemi di salute acuti. Gli esperti di Pricewaterhouse-<br />

Coopers stimano una crescita continua a due cifre. Le<br />

vendite di medicinali occidentali dovrebbero aumentare<br />

entro l’anno 2012 fino a raggiungere 21,5 miliardi di<br />

dollari. Il mercato della medicina tradizionale cinese è<br />

invece stimato in 28 miliardi di dollari.<br />

Tuttavia, il mercato farmaceutica cinese resta difficile.<br />

Il sistema di distribuzione è estremamente complesso<br />

ed esistono solo poche farmacie indipendenti. La distribuzione<br />

agli ospedali avviene tramite numerosi intermediari.<br />

I nosocomi vendono i farmaci ai pazienti<br />

con un sovrapprezzo stabilito dal governo, ma tendono<br />

43


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

a prescrivere troppi farmaci particolarmente costosi<br />

per garantire il loro rifinanziamento. L’introduzione di<br />

un prezzo fisso previsto dalla riforma sanitaria intende<br />

porre fine a queste pratiche e ridurre altresì la necessità<br />

degli ospedali di coprire i propri costi tramite la vendita<br />

di medicinali.<br />

Per le società farmaceutiche occidentali, la Cina non<br />

rappresenta unicamente uno sbocco, ma altresì un luogo<br />

di ricerca di crescente interesse. Ingenti sforzi sono<br />

stati compiuti per migliorarne gli standard qualitativi.<br />

Le cifre parlano chiaro: l’Organizzazione mondiale della<br />

sanità ha registrato 300 test clinici eseguiti in Cina<br />

nell’anno 2007, il che corrisponde a un incremento del<br />

40% per rispetto al 2006. Un fattore essenziale è il<br />

vantaggio in termini di costo: eseguire un test clinico in<br />

Cina costa circa il 50% in meno che in un paese industrializzato<br />

occidentale.<br />

Inchiesta PricewaterhouseCoopers: “Investing in China’s<br />

Pharmaceutical Industry”<br />

www.pwc.de/fileserver/RepositoryItem/Investing%20<br />

China%20Pharma%20<strong>2009</strong>.pdf?itemId=9743006<br />

Polonia: riduzione dell’imposta alla fonte sugli<br />

interessi versati alle società affiliate in Svizzera<br />

Dal 1° luglio <strong>2009</strong>, i pagamenti d’interessi alle società<br />

affiliate in Svizzera sottostanno a un’imposta alla fonte<br />

ridotta del 5% in Polonia. Secondo le direttive vigenti<br />

nell’UE, gli interessi e i diritti dovuti a società affiliate<br />

in un altro Stato membro dell’UE sono esenti dall’imposta<br />

alla fonte. Tuttavia, ai nuovi Stati membri Polonia,<br />

Lettonia e Lituania è stato accordato un termine transitorio<br />

per l’introduzione dell’aliquota nulla. L’esenzione<br />

sarà completata in Polonia entro il 1° luglio 2013. Dal<br />

1° luglio c.a. si applica un’aliquota ridotta del 5%. Le<br />

seguenti condizioni devono essere osservate per l’applicazione<br />

dell’aliquota ridotta:<br />

• entrambe le società, la pagante e la beneficiaria, devono<br />

essere collegate con una partecipazione minima<br />

del 25%;<br />

• tale partecipazione deve durare un minimo di 2 anni;<br />

• entrambe le imprese devono soggiacere all’imposta<br />

sul reddito delle persone giuridiche nello Stato della<br />

sede centrale.<br />

Rapporto Samochowiec, Mioduszewsk / Swiss Business<br />

Hub Polonia: “Herabsetzung der Quellensteuer an<br />

Zinszahlungen zwischen Polen und der Schweiz”<br />

www.osec.ch/internet/osec/de/home/export/countries/pl/export/taxes.-RelatedBoxSlot-44498-ItemList-89711-File.File.pdf/PL-CH_KNOW-HOW_Zinsbesteuerung_08.09.pdf<br />

Gran Bretagna: trasposizione della direttiva UE sui<br />

servizi<br />

Il ministero dell’economia britannico ha presentato il<br />

suo progetto di nuove “Services Regulations”, ossia le<br />

44 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

disposizioni volte a trasporre nel diritto nazionale la direttiva<br />

europea sui servizi. Il Parlamento delibererà in<br />

autunno e le Services Regulations dovrebbero entrare in<br />

vigore il 28 dicembre <strong>2009</strong>.<br />

Il ministero dell’economia auspica che l’introduzione<br />

delle Services Regulations generi un aumento dal 0,4<br />

al 0,6% del prodotto interno lordo. Per i prestatori di<br />

servizi britannici, le nuove disposizioni apporteranno le<br />

seguenti novità:<br />

• semplificazione e velocizzazione delle procedure amministrative<br />

e d’autorizzazione, volte ad evitare la ripetizione<br />

di prescrizioni e controlli simili a quelli cui<br />

sono già sottoposti i prestatori in altri Stati dell’UE.<br />

Le autorizzazioni potranno essere rifiutate, ad esempio<br />

per questioni d’interesse generale. Vi sono ancora<br />

limitazioni alla libera prestazione di servizi in vari<br />

settori: servizi postali, procedure di recupero crediti,<br />

prestazioni del mercato interno del gas e dell’elettricità.<br />

Vi possono infine essere restrizioni quantitative<br />

e territoriali;<br />

• obbligo generale d’informazione nei confronti dei beneficiari<br />

delle prestazioni (articoli 7-12);<br />

• campo d’applicazione delle Services Regulations: tutte<br />

le attività indipendenti ai sensi dell’articolo 50 del<br />

Trattato CE. Secondo l’articolo 2 delle Services Regulations<br />

non rientrano nel campo d’applicazione della<br />

direttiva: taluni servizi finanziari, servizi di comunicazione,<br />

di trasporto, prestazioni sociali e servizi di<br />

sicurezza nonché servizi d’interesse generale a scopo<br />

non lucrativo.<br />

Department for Business Innovation and Skills: Services<br />

Directive Draft Regulations<br />

www.berr.gov.uk/whatwedo/europeandtrade/europe/<br />

services-directive/implementation/page51289.html<br />

Commissione europea: Direttiva sui servizi nel mercato<br />

interno (fr, de, en)<br />

http://ec.europa.eu/internal_market/services/servicesdir/index_fr.htm<br />

Sviluppo delle imposte nell’UE<br />

Dall’anno 2000, l’aliquota massima delle imposte sul<br />

reddito delle persone fisiche e delle persone giuridiche<br />

è in costante diminuzione mentre dal 2004, l’aliquota<br />

globale delle imposte rispetto al PIL è nuovamente in<br />

leggero rialzo. In poche parole, questo è quanto emerge<br />

dai recenti dati dell’Eurostat sullo sviluppo delle imposte<br />

nell’UE.<br />

Nel 2007, l’aliquota globale delle imposte nell’UE ammontava<br />

al 39,8% del PIL (39,7% nel 2006), l’aliquota<br />

delle imposte nella zona euro si attestava al 40,4%<br />

(40,3% nel 2006). Le aliquote minori sono state costatate<br />

in Romania e in Repubblica Slovacca (29,4%<br />

ciascuna), le più elevate in Danimarca (48,7%) e in<br />

Svezia (48,3%). Il calo maggiore per rapporto al 2000<br />

è stato registrato in Repubblica Slovacca (dal 34,1% al<br />

29,4%) e in Finlandia (dal 47,2% al 43,0%), l’aumento


più cospicuo in Cipro (dal 30,0% al 41,6%) e in Malta<br />

(dal 28,2% al 34,7%).<br />

Tra il 2000 e il 2008, l’aliquota massima delle imposte<br />

sul reddito delle persone fisiche è calata nell’UE dal<br />

44,7% al 37,8%, nella zona euro dal 48,4% al 42,1%. Le<br />

aliquote più alte si sono registrate in Danimarca (59,0%)<br />

e in Svezia (56,4%), le più basse in Bulgaria (10,0%) e<br />

nella Repubblica Ceca (15,0%). Tra il 2000 e il 2008, il<br />

calo maggiore è stato costatato in Bulgaria (dal 40,0% al<br />

10,0%) e in Romania (dal 40,0% al 24,0%).<br />

Tuttavia, negli ultimi anni il calo più cospicuo è stato<br />

FONDO SPECIALE DELL’OSEC<br />

Le basi<br />

I fondi destinati alla promozione delle esportazioni sono<br />

stati attribuiti all’Osec nell’ambito delle misure di stabilizzazione<br />

della Confederazione. Questo permette all’Osec<br />

di realizzare diverse iniziative di sviluppo dell’export rivolte<br />

alle PMI. Oltre ad un’ampia offerta di misure proprie,<br />

l’Osec ha istituito un fondo speciale per partecipare al<br />

finanziamento di progetti promossi da terzi, con l’intento<br />

di assicurarsi che i mezzi concessi dalla Confederazione<br />

sfocino velocemente in risultati concreti.<br />

Progetti finanziati dal fondo speciale<br />

L’Osec contribuisce finanziariamente a determinati progetti<br />

d’esportazione promossi da terzi a favore delle PMI.<br />

Una commissione composta da rappresentanti della SE-<br />

CO, del settore privato e dell’Osec ne effettua la selezione<br />

sulla base dei seguenti criteri: essere realizzabili a breve<br />

termine, generare velocemente effetti positivi ai sensi<br />

delle misure di stabilizzazione e ottenere il loro valore<br />

aggiunto in Svizzera. Un’ulteriore premessa richiede la<br />

partecipazione dei promotori con mezzi finanziari propri<br />

o con prestazioni corrispettive. I progetti devono essere<br />

realizzabili velocemente e permettere di accrescere le<br />

capacità d’esportazione delle PMI svizzere.<br />

Il 20 luglio <strong>2009</strong>, la Commissione ha selezionato i primi<br />

15 progetti tra le 35 richieste pervenute, che comprendono<br />

eventi informativi e servizi volti a migliorare il potenziale<br />

d’esportazione delle PMI svizzere nonché viaggi<br />

per contatti business-to-business in determinate regioni.<br />

Tra i promotori figurano imprese private, associazioni e<br />

camere di commercio. Un totale di 50’000 franchi è attribuito<br />

a ogni piano scelto, i progetti appena selezionati<br />

disporranno complessivamente di 630’100 franchi.<br />

Il fondo speciale ammontava inizialmente a 1 milione di<br />

franchi. Vista l’ottima qualità delle richieste finora pervenute,<br />

l’Osec intende sollecitare un aumento dei mezzi<br />

rimanenti da 260’000 franchi a 630’000 franchi alle<br />

autorità preposte per disporre di un importo iniziale analogo<br />

anche per il secondo ciclo. La data fissata per la<br />

prossima cernita è l’8 dicembre <strong>2009</strong>, le relative richie-<br />

registrato nell’aliquota massima delle imposte sulle società.<br />

Tra il 2000 e il <strong>2009</strong>, tale aliquota è diminuita<br />

nell’UE dal 31,9% al 23,5%, nella zona euro dal 34,9%<br />

al 25,9%. Le aliquote maggiori vigono in Malta (35,0%)<br />

e in Francia (34,4%), le minori in Bulgaria e in Cipro<br />

(10,0% ciascuno). Tra il 2000 e il <strong>2009</strong>, il calo maggiore<br />

è stato riscontrato in Bulgaria (dal 32,5% al 10,0%)<br />

e in Germania (dal 51,6% al 29,8%).<br />

Eurostat: “Taxation trends in the European Union”<br />

http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_PUBLIC/2-<br />

2206<strong>2009</strong>-AP/EN/2-2206<strong>2009</strong>-AP-EN.PDF<br />

ste dovranno pervenire all’Osec almeno 30 giorni civili<br />

prima di tale scadenza.<br />

Desiderate sottoporre un progetto all’Osec?<br />

Riassumiamo le premesse:<br />

• deve essere realizzabile a breve termine;<br />

• deve generare velocemente effetti positivi ai sensi delle<br />

misure di stabilizzazione;<br />

• deve ottenere il proprio valore aggiunto in Svizzera.<br />

Chi può partecipare?<br />

• le imprese private;<br />

• le associazioni;<br />

• le camere di commercio;<br />

• gli istituti di studio (scuole, università, ecc.).<br />

Sappiate che:<br />

• un importo massimo di 50’000 franchi sarà assegnato<br />

ad ogni progetto;<br />

• non si possono inoltrare più di 2 progetti;<br />

• le richieste dovranno pervenire all’Osec 30 giorni civili<br />

prima della seduta della Commissione preposta (prossimo<br />

termine previsto: 8 dicembre <strong>2009</strong>).<br />

Ulteriori informazioni sul fondo speciale, sull’elenco dei<br />

progetti selezionati e sui criteri applicati sono disponibili<br />

su www.osec.ch/fonds-special.<br />

Per ragguagli sulle misure di stabilizzazione congiunturale<br />

varate dalla Confederazione, consultare il sito appositamente<br />

creato www.stabilizzazione.ch.<br />

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www.osec.ch<br />

45


Fiere internazionali<br />

Medical Design & Manufacturing Show (MD&M) West 2010 – Swiss Medtech Pavilion<br />

Anaheim, 9 – 11 febbraio 2010<br />

La fiera californiana, la cui prima edizione risale al 1985, presenta le novità nella progettazione e nella produzione di<br />

ogni tipo di prodotto medico: materiali, componenti, elettronica, apparecchi, sistemi e servizi. Vi si possono trovare<br />

gli ultimi sviluppi in materiali medical grade, assemblaggio e componenti elettroniche, progettazione e produzione<br />

assistite dal computer, impianti di produzione, automazione e controlli, materiali e macchine per l’imballaggio, software<br />

dispositivi medici, strumenti per il collaudo e la taratura, IT a livello aziendale, strumenti per la sterilizzazione,<br />

forniture per grandi progetti, produzione e relativi servizi nonché fornitori di servizi. MD&M West è la maggiore tra le<br />

fiere regionali MD&M, che si svolgono anche a New York (MD&M East) e Minneapolis (MD&M Midwest). Infatti, l’ovest<br />

degli Stati Uniti conta la maggior concentrazione di produttori di apparecchiature mediche.<br />

Il mercato statunitense è di primaria importanza per il settore medico. L’industria manifatturiera per il settore medico<br />

ammonta a 146 miliardi di dollari. La regola empirica vuole che il mercato USA per apparecchiature mediche e i relativi<br />

segmenti rappresenti quasi la metà del mercato mondiale (quello europeo corrisponderebbe al 25%). Gli esperti del<br />

settore si aspettano che mantenga il tasso di crescita annua dell’8% registrato negli ultimi 10 anni.<br />

La fiera conta 3’000 espositori e 45’000 visitatori su una superficie totale di 29’500 mq. Il pubblico target è composto<br />

da responsabili della produzione di apparecchiature mediche, specialisti controllo qualità, ingegneri logistici e<br />

della produzione, specialisti outsourcing, agenti e distributori.<br />

Lo “Swiss Medtech Pavilion” di 44 mq si situerà nella hall C e comprenderà una hospitality suite di 18mq.<br />

I seguenti padiglioni sono integrati nella fiera: Pacific Design & Manufacturing, Electronics West, Automation Technology<br />

Expo (ATX) West, PLASTEC West, WestPack, PTX West | Powder & Bulk Solids West e Green Manufacturing Expo.<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

www.mdmwest.com<br />

Informazioni sullo “Swiss Medtech Pavilion”:<br />

www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > Medical Design & Manufacturing Show (MD&M) West 2010 – Swiss Medtech<br />

Pavilion<br />

Hannover Messe – Industrial Supply<br />

Hannover, 19 – 23 aprile 2010<br />

L’HANNOVER MESSE rappresenta il luogo ideale per presentare le<br />

novità nell’ambito del know-how industriale. Si tratta della fiera primaria<br />

per le tecnologie, i materiali e le idee innovativi. Nata come la<br />

classica fiera settoriale, si è sviluppata in una piattaforma che presenta<br />

soluzioni a procedimenti complete - fino a diventare il maggiore evento<br />

tecnologico a livello mondiale. 200’000 visitatori vi possono trovare<br />

partner e fornitori tra gli oltre 6’000 espositori provenienti da 60 paesi.<br />

Il paese partner per il 2010 è l’Italia, di particolare attrattiva per<br />

il nostro paese.<br />

Precedentemente denominata “Hannover Messe – Subcontracting”, è<br />

stata ribattezzata “Hannover Messe – Industrial Supply”. E il nuovo nome<br />

è già tutto un programma. ll 60% di tutte le innovazioni industriali<br />

nascono dall’industria accessoria e la fornitura industriale rappresenta<br />

informazioni SuGLi “SwiSS paviLion”: www.oSec.ch/fiere<br />

46 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

“SWISS Pavilion”: sotto un tetto tutto svizzero!<br />

la maggior piattaforma per presentarle. L’importanza fondamentale della fornitura può essere dedotta da temi principali<br />

quali l’edilizia leggera o i sistemi di approvvigionamento. Si richiedono soluzioni sempre più specifiche alla luce<br />

delle pressioni nuovamente accresciute per prodotti e servizi innovativi e costi minori. Gli espositori svizzeri sono posti<br />

ottimamente in questo contesto e a Hannover possono non solo curare i contatti esistenti, ma allacciarne anche nuovi.<br />

Alla fiera sono presentati materiali, prodotti semilavorati, sistemi di approvvigionamento e assemblaggi, prodotti intermedi<br />

e completi nonché processi di fabbricazione ad ampio utilizzo industriale in diversi settori.<br />

Lo “SWISS Pavilion” con il business center dell’Osec vi offre la possibilità di una presenza forte nella posizione privilegiata<br />

della hall 4. Il padiglione collettivo svizzero sotto il marchio “Schweiz.” offre una visibilità alta - premessa<br />

ideale per la presentazione dei vostri prodotti e servizi.<br />

L’Osec è lieta di offrirvi uno sconto del 5% per prenotazione anticipata e un ulteriore sconto del 10% quale misura di<br />

sostegno congiunturale sui prezzi di base degli stand disponibili presso lo “SWISS Pavilion”.<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

www.hannovermesse.de<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”:<br />

www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > Hannover Messe 2010


tech-insta:Layout 1 15.1.<strong>2009</strong> 16:16 Pagina 1<br />

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Vita dei Soci<br />

48 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

aSiat: aSSembLea GeneraLe orDinaria <strong>2009</strong><br />

L'Assemblea dell'Associazione studi di ingegneria e di<br />

architettura ticinesi - ASIAT si è svolta il 24 giugno scorso<br />

Presso la nuova sede della FTIA a Giubiasco e alla<br />

presenza di un discreto numero di soci si è svolta lo<br />

scorso 24 giugno <strong>2009</strong> l’Assemblea generale ordinaria<br />

dell’ASIAT Associazione Studi di Ingegneria e di Architettura<br />

<strong>Ti</strong>cinesi. Dopo una conferenza introduttiva tenuta<br />

da Luca Bertoni, responsabile FTIA, che ha trattato<br />

con esauriente chiarezza il tema delle barriere architettoniche<br />

nella progettazione di edifici, indicando modi e<br />

regole per costruire in modo da permettere una fruizione<br />

senza ostacoli delle costruzioni, si è passati ai lavori<br />

assembleari veri e propri.<br />

Alla presenza di alcuni rappresentanti della formazione<br />

scolastica come Domenico Iacobucci per la SUPSI, di<br />

Ermanno De Marchi per la DFP e di Angelo Bernasconi<br />

per la SUPSI-DACD, l’associazione ha assegnato gli annuali<br />

premi per gli studenti delle scuole di settore che<br />

si sono mostrati particolarmente meritevoli, ottenendo<br />

medie finali uguali o superiori al 5. Nel riquadro sono<br />

riportati i nomi dei premiati con le rispettive specializzazioni<br />

e sedi scolastiche di appartenenza. Conclusa la<br />

breve cerimonia con le fotografie di rito, il presidente,<br />

Ing. Giovanni Pedrozzi ha illustrato l’attività svolta dal<br />

nuovo Comitato cantonale. Pedrozzi ha ricordato il suo<br />

impegno nel migliorare i rapporti con le altre associazioni<br />

come la CAT, la SSIC sezione <strong>Ti</strong>cino e la Camera di<br />

commercio ticinese. L’ASIAT ha preso posizione su temi<br />

d’attualità come le recenti misure anti-crisi proposte<br />

dal Governo, facendo conoscere la propria opinione alla<br />

classe politica. Uno sguardo interessato è stato dato<br />

anche oltre Confine da una parte per monitorare la situazione<br />

inerente il (non) rispetto della reciprocità delle<br />

opportunità di lavoro sancite dagli accordi bilaterali,<br />

dall’altra per allacciare eventuali possibili collaborazioni<br />

in vista di EXPO 2015 a Milano.<br />

La relazione del Presidente è continuata facendo riferimento<br />

agli argomenti specifici trattati da ogni membro<br />

del Comitato cantonale: l’elaborazione di un aggiornamento<br />

del CCL per gli studi di ingegneria e di architettura,<br />

le problematiche legate agli studi di progettazione<br />

degli impianti, i rapporti dell’ASIAT con le scuole del<br />

settore e con i corsi di formazione, e la necessità di far<br />

conoscere maggiormente l’associazione sia in ambito<br />

professionale che presso l’opinione pubblica.<br />

È stata data quindi la parola ad ognuno dei quattro<br />

membri di Comitato per gli approfondimenti del caso.<br />

L’Ing. Piero Tomatis ha dunque approfondito le tematiche<br />

legate alla revisione dell’attuale CCL, specificando<br />

che è stato fatto un sondaggio presso i soci per meglio<br />

capire quali sono i punti essenziali condivisi e quali<br />

invece avevano portato ad una prima bocciatura del<br />

progetto. Si è capito che non si vuole l’inserimento del<br />

personale amministrativo, che gli aumenti di stipendio<br />

devono essere legati al merito, che le ore di lavoro attualmente<br />

in vigore possono essere mantenute e che<br />

non si vogliono fare differenze per quanto riguarda gli<br />

apprendisti. Grazie a queste ed altre indicazioni, come<br />

detto, si procederà alla modifica della bozza presentata<br />

che comunque è, di fatto, già in una forma quasi definitiva.<br />

L’ing. Pietro Pedroni ha riferito in merito alle iniziative<br />

ASIAT che riguardano il settore dei progettisti impianti<br />

RCVS. In questo ambito ci si è adoperati per incrementare<br />

la coesione degli studi affiliati e stabilire un<br />

dialogo con le autorità e le altre associazioni tecniche.<br />

Gli specialisti di questo settore si sono visti confrontati<br />

con la recente entrata in vigore del nuovo regolamento<br />

sull’utilizzo dell’energia RUEn. Molti i problemi sorti con<br />

questa nuova normativa: fanno discutere le modalità di<br />

elaborazione e di messa in vigore da parte del Cantone<br />

di queste regole, attuate senza nessun consulto o presa<br />

di contatto preventiva con i professionisti del settore.<br />

Gli stessi ora contestano alcune scelte giudicate estreme<br />

o eccessive. Una delegazione di soci ASIAT ha così<br />

sollecitato un incontro con l’ufficio cantonale preposto,<br />

denominato UACER, dal quale è scaturita la volontà comune<br />

di formare un gruppo di lavoro che analizzi nel<br />

dettaglio il nuovo regolamento.<br />

Parallelamente ASIAT ha anche approfondito diversi<br />

altri temi che riguardano i regolamenti sui filtri assoluti<br />

nei locali fumatori, segnalando pure in questi casi<br />

imposizioni tecniche ed errori di testo che ne rendono<br />

assurda l’applicazione.<br />

Non sono state dimenticate le problematiche economiche<br />

e finanziare legate all’applicazione di queste nuove<br />

norme. A breve si programma di intavolare una discussione<br />

con l’Associazione degli installatori Suisstec, su<br />

temi diversi e in particolare quello relativo all’utilizzo<br />

del sistema informatico per la stesura dei capitolati,<br />

introdotto come mezzo vincolante per i concorsi<br />

pubblici. Il <strong>Ti</strong>cino è rimasto l’unico Cantone Svizzero<br />

a richiedere questo tipo di procedura giudicata dagli<br />

addetti ai lavori come poco razionale e inutilmente<br />

complessa.


Ha preso in seguito la parola l’Ing. Fabio Torti che si<br />

è assunto il compito di incrementare e sviluppare più<br />

concretamente i rapporti tra ASIAT ed il settore dell’insegnamento<br />

tecnico. Sono stati allacciati contatti con la<br />

SUPSI. Grazie alla disponibilità dei Direttori Gervasoni,<br />

Bernasconi e dell’Ing. Luescher si sono potute gettare le<br />

basi per pianificare attività di scambio tra associazione<br />

e scuola.<br />

In pratica il progetto prevede un maggior avvicinamento<br />

tra gli studenti ed il loro futuro ambito professionale grazie<br />

ai soci ASIAT ed alle iniziative comuni che verranno<br />

organizzate.<br />

Questo permetterà anche agli studi associati di monitorare<br />

l’ambito formativo e magari di contribuire direttamente<br />

alla promozione di determinate professioni che<br />

riscuotono presso i giovani, probabilmente per scarsa<br />

conoscenza della effettiva realtà lavorativa, meno successo<br />

rispetto ad altre. ASIAT quindi vuole proseguire<br />

su questa strada che sicuramente potrà portare ad interessanti<br />

sviluppi positivi nei due ambiti, scolastico e<br />

professionale.<br />

Le relazioni dei membri di Comitato sono state concluse<br />

dall’intervento dell’Arch. Luca Pagnamenta che,<br />

sottolineando la portata e l‘impegno che ASIAT sta dimostrando<br />

attraverso il lavoro illustrato dai suoi colleghi,<br />

ha fatto notare come l’associazione risulti essere ancora<br />

relativamente poco conosciuta, sia in ambito istituzio-<br />

premi aSiat SeSSione eSami 2008<br />

• SUPSI Sezione ingegneria civile: Danilo Mazzi di Maggia<br />

• SUPSI Sezione architettura: Anna Skoblowska Nizzola di Claro<br />

• Apprendisti SPAI, sezione disegnatore edile: Claudio Cuzzilla di Viggiù (Italia)<br />

• SAMT, sezione disegno edile e genio civile: Giuliano Arrigo di Coldrerio<br />

nale che in quello pubblico. Questa presa di coscienza<br />

ha quindi stimolato la volontà di intensificare gli sforzi<br />

per dare all’associazione quella visibilità coerente alle<br />

proprie ambizioni.<br />

Questo significa il progetto per un nuovo Logo, a cui<br />

faranno seguito degli stampati informativi che permetteranno<br />

di meglio far conoscere le finalità e gli ambiti<br />

in cui ASIAT intende muoversi. Si conta poi di intensificare<br />

la presenza dell’associazione nelle fiere di settore<br />

di consolidare i rapporti con altre associazioni come<br />

la SSIC <strong>Ti</strong> e la Camera di commercio. Una maggior<br />

presenza sulla carta stampata con articoli, commenti,<br />

relazioni e annotazioni in merito a tutte le problematiche<br />

di settore è pure considerata di vitale importanza per<br />

rendere meno occulta la grossa mole di lavoro che il<br />

Comitato ed i soci stanno portando avanti.<br />

In conclusione di assemblea il Presidente Ing. Pedrozzi,<br />

ringraziando tutti per il lavoro svolto, ha dato appuntamento<br />

per il prossimo anno ribadendo la volontà di<br />

continuare sullo slancio delle attuali motivazioni.<br />

ASIAT - ASSOCIAzIONE STUDI D'INGEGNERIA<br />

E DI ARCHITETTURA TICINESI<br />

SEGRETARIATO<br />

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49


Vita dei Soci<br />

di Claudia Berguglia, Responsabile del Segretariato ASP<br />

50 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

aSSembLea <strong>2009</strong> DeLL’aSp<br />

aSSociazione Svizzera DeLLe<br />

piaStreLLe, Sezione ticino<br />

Anche i piastrellisti risentono dell’attuale momento economico,<br />

ma sperano, per il futuro nei propri apprendisti<br />

Lo scorso 23 giugno, al ristorante la Perla di San Antonino,<br />

l’ASP, l’Associazione Svizzera delle Piastrelle sezione<br />

<strong>Ti</strong>cino ha tenuto la sua annuale assemblea che, al di<br />

là delle trattande di routine, ha analizzato il particolare<br />

momento economico e la realtà relativa agli apprendisti<br />

in formazione nella professione di piastrellista.<br />

Il Presidente dell’ASP sezione <strong>Ti</strong>cino, Signor Andrea<br />

Gehri, nella sua relazione presidenziale si è dapprima<br />

soffermato sulla particolare fase congiunturale di cui<br />

tutti, anche in <strong>Ti</strong>cino, siamo testimoni. Fase economica<br />

che specialisti ed economisti non esitano a definire<br />

piuttosto preoccupante da un lato, ma anche epocale<br />

dall’altro.<br />

L’economia della costruzione basata sulla concretezza,<br />

sull’iniziativa, sul sacrificio, sullo spirito imprenditoriale,<br />

e soprattutto ispirata alla ponderazione ed al rischio<br />

personale che futuro avrà?<br />

Queste sono alcune delle domande assolutamente pertinenti<br />

e gli attori del settore rivendicano, da parte delle<br />

autorità pubbliche e politiche, il meritato sostegno e<br />

riconoscimento affinché venga loro attribuito il giusto<br />

valore per un’attività basata sulla filosofia del creare<br />

beni utili, necessari, durevoli e soprattutto reali. Gli imprenditori<br />

ticinesi nel ramo delle piastrelle non vendono<br />

aria fritta, non promettono guadagni illusori e nemmeno<br />

hanno la presunzione di inventare le regole dell’economia.<br />

A ciò hanno pensato gli economisti e i grandi<br />

uomini della finanza che, ancora una volta, sono stati<br />

inequivocabilmente sconfessati dalla realtà dei fatti.<br />

Gli impresari piastrellisti, e non solo loro, hanno il sacrosanto<br />

diritto di poter lavorare con regole chiare e valide<br />

per tutti, di poter vivere una sana e corretta concorrenza<br />

e, soprattutto, di far rispettare e far riconoscere la bontà<br />

del proprio operato verso l’esterno.<br />

Il Presidente Gehri, con la sua relazione, si è quindi addentrato<br />

nella nostra realtà per denunciare, senza timore<br />

alcuno, che quanto sta avvenendo sul nostro piccolo, ma<br />

ambito territorio ticinese, preso letteralmente d’assalto<br />

da ogni dove, è il risultato di un indirizzo politico che,<br />

purtroppo, ha pesantemente sottovalutato e ignorato gli<br />

Da sin.: Simone Gervasoni, Alessandro Martino e Jupa Haxhi<br />

effetti della progressiva liberalizzazione del mercato.<br />

Purtroppo gli episodi di contravvenzione alle regole più<br />

elementari che il settore della costruzione sta subendo<br />

non sono che la punta dell’iceberg. Nonostante le leggi<br />

che sulla carta sembrerebbero di una certa efficacia, nonostante<br />

le strutture di controllo predisposte, vedi l’AIC<br />

che svolge peraltro un formidabile lavoro considerato<br />

l’esigua struttura e numero di controllori, nonostante<br />

tutto questo, i casi che sfuggono alle regole e le ditte<br />

che si offrono sul mercato irrispettose delle condizioni<br />

di lavoro basate sulla dignità, del rispetto umano e della<br />

professionalità, sono oramai incalcolabili e, soprattutto<br />

incontrollabili.<br />

Il settore d’attività del ramo delle piastrelle ha cercato<br />

di correre ai ripari ottenendo finalmente il decreto di<br />

obbligatorietà generale per il contratto collettivo della<br />

posa delle piastrelle durante lo scorso mese di marzo.<br />

Con ciò si è dotato di uno strumento che, perlomeno dal<br />

punto di vista dell’applicazione, può venir fatto valere<br />

nei confronti di tutti coloro che intendono svolgere la<br />

professione del piastrellista sul territorio ticinese.<br />

Nel proseguo dell’assemblea ASP, ampio spazio è stato<br />

quindi riservato al settore della formazione che vede<br />

38 apprendisti che seguono i loro corsi interaziendali<br />

nel Centro di Dagmersellen. Purtroppo si deve costatare<br />

come, da parte di diversi di questi giovani, ci sia un’atti-


tudine negativa nei confronti della scuola, fenomeno<br />

che si registra particolarmente nel nostro Cantone<br />

anche perché nel resto della Svizzera si crede molto<br />

di più alla formazione. Inoltre occorre ammettere<br />

che i giovani che si incamminano nella professione<br />

di piastrellista, e sicuramente non solo in questa,<br />

iniziano il percorso portando con sé gravi lacune sia<br />

di calcolo che conoscenze generali, lacune che sia<br />

i loro istruttori che i loro datori di lavoro fanno fatica<br />

a colmare. Molto importante è quindi, per le<br />

ditte formatrici, esaminare il candidato alla futura<br />

professione di piastrellista. Senza contare che sul<br />

problema delle lacune scolastiche dovrebbero chinarsi,<br />

con molto impegno, le scuole che precedono<br />

la formazione dell’apprendistato.<br />

I presenti all’assemblea hanno poi passato in rassegna<br />

le molte attività proposte nel corso dell’ultimo<br />

anno dal proprio comitato tra i quali diversi Percorsi<br />

sicurezza, il Seminario sui Manuali tecnici, la presentazione<br />

della nuova Norma SIA 271, ecc..<br />

Tante attività sono pure programmate per il futuro<br />

prossimo: il seminario MAPEI, la presentazione delle<br />

Norme SIA 251 e 252, una conferenza sulle conseguenze<br />

finanziarie e giuridiche e altro, tra cui una<br />

gita nella regione del lago di Garda.<br />

L’Associazione Svizzera delle Piastrelle, sezione <strong>Ti</strong>cino<br />

sotto la conduzione del nuovo Comitato, ha pure<br />

sottolineato il cospicuo incremento dei soci che nel<br />

breve volgere di due anni sono raddoppiati, ossia da<br />

21 sono passati a 40. Risultato eccezionale che conferma<br />

l’importanza di poter offrire una piattaforma di<br />

discussione a tutti gli affiliati, i quali apprezzano gli<br />

obiettivi e temi proposti dal loro comitato.<br />

Al termine dell’assemblea sono stati omaggiati tre<br />

giovani piastrellisti che hanno partecipato con grande<br />

successo ai Campionati svizzeri per piastrellisti<br />

nel 2008 a Lucerna, ottenendo risultati che rendono<br />

orgogliosi l’ASP sezione <strong>Ti</strong>cino: Haxhi Jupa di Vacallo<br />

e Simone Gervasoni di Aquila, quarti a pari merito, e<br />

Alessandro Martino di Riazzino, medaglia di bronzo<br />

sono i brillanti giovani che hanno reso lustro alla<br />

nostra professione a livello svizzero.<br />

Malgrado le diverse problematiche che il mondo<br />

dell’apprendistato presenta, il risultato di questi giovani<br />

non può che far ben sperare per il futuro.<br />

Sabato 27 giugno <strong>2009</strong>, alcuni giorni dopo la premiazione,<br />

un tragico incidente stradale a Malvaglia in<br />

Valle di Blenio ha interrotto per sempre la carriera, i<br />

sogni, la vita di un giovane valido piastrellista, Simone<br />

Gervasoni.<br />

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Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

eL tiempo Lento De cuervo y<br />

SobrinoS en La habana<br />

Dopo oltre 125 anni di storia, si presenta su <strong>Ti</strong>cino Business la<br />

nota marca di orologi di lusso, sinonimo di una “latinità” che si<br />

contraddistingue per un tempo lento e languido dove si assapora il<br />

gusto delle piccole cose e dove si ha la consapevolezza e<br />

la spensieratezza che “el tiempo lento” ha effettivamente un altro<br />

profumo…<br />

Cuervo y Sobrinos è una nota marca di orologi di<br />

alto standing, sinonimo di lusso e dello spirito latino<br />

che si respira a L’Avana, che porta nel suo nome<br />

e nel marchio quella magia, forse troppo spesso<br />

dimenticata al giorno d’oggi, del valore del tempo<br />

e del piacere del godere delle piccole cose, poiché<br />

oggi è forse il tempo stesso, l’assaporarsi la lentezza<br />

e il gustarsi dei momenti, il lusso più grande.<br />

UNA STORIA D’ALTRI TEMPI<br />

Cuba è un arcipelago dei Caraibi settentrionali,<br />

con la sua capitale L'Avana, cosmopolita e pregna<br />

di cultura, oltre ad essere considerata la “Perla<br />

dei Caraibi”, divenne nel XIX fulcro e centro d’interesse<br />

per intellettuali, avventurieri e navigatori.<br />

Immergiamoci dunque nell’atmosfera latina…<br />

Nel 1882 Ramon y Cuervo, maestro orologiaiogioielliere<br />

inaugurò il primo atelier-boutique di lusso<br />

sulla prestigiosa Avenida Quinta nel cuore de<br />

L’Avana. I suoi nipoti, tra cui Armando Río y Cuervo,<br />

lo raggiunsero in seno alla azienda di famiglia.<br />

È stato nell’ultimo decennio del 1800 che naque<br />

la marca Cuervo y Sobrinos.<br />

Sono svariate le personalità VIP che fecero visita<br />

alla boutique nel centro de L’Avana, nei loro viaggi<br />

sull’isola. In poco tempo la marca Cuervo Y Sobrinos<br />

si affermò nelle Americhe e nel resto del mondo.<br />

La sua peculiarità fu (ed è tutt’ora) la scansione<br />

del tempo “lento”, che ha un ritmo completamente<br />

diverso rispetto al resto del mondo: qui non si<br />

corre e non si ha l’affanno, ci si prende il tempo<br />

52 <strong>Ti</strong>cino Business


Uno scorcio sulla Avenida Quinta nel cuore de L’Avana, dove sorgeva la boutique Cuevo y Sobrinos<br />

IL RILANCIO<br />

La nuova era della marca assopita risale al 1997.<br />

Nel sottosuolo dell’antico laboratorio Cuervo y Sobrinos<br />

a Cuba vengono scoperte tre casseforti contenenti<br />

documenti inediti, bozze e disegni e movimenti<br />

d’orologio. Un vero e proprio tesoro. Nel<br />

2001, Marzio Villa, specialista nella distribuzione<br />

d’orologi di lusso, decide di rilanciare la marca<br />

assopita da quattro decenni. Nella continuità dello<br />

spirito latino, la nuova sede principale è installata<br />

a Lugano, ed è affidata alla Direzione di Massimo<br />

Rossi e del suo team. Quanto alla produzione essa<br />

Alcuni dei modelli proposti da Cuevo y Sobrinos<br />

per gustare le cose; il tempo a<br />

L’Avana è sinonimo di evasione,<br />

di eleganza e di raffinatezza. In<br />

breve tempo dunque si aprirono<br />

3 filiali di fabbricazione in<br />

Europa in punti nevralgici: Pforzheim<br />

(Germania) per i metalli<br />

e le pietre preziose, Parigi<br />

(Francia) per la gioielleria e La<br />

Chaux-de- Fonds (Svizzera) per<br />

l’orologeria.<br />

Seguì un periodo di oltre 50<br />

anni di successi e crescita costante,<br />

che venne frenato però<br />

dall’ascesa politica che sopraggiunse<br />

a Cuba dopo la metà del<br />

XX secolo: in seguito a questi<br />

avvenimenti una parte della famiglia<br />

Cuervo si rifugiò in Europa;<br />

e la marca si assopì per<br />

circa quarant’anni.<br />

viene fatta tradizionalmente nelle famose manifatture<br />

orologiaie dell’arco del Giura.<br />

Nel 2002 il marchio Cuervo y Sobrinos è ufficialmente<br />

rilanciato in Europa (mercati prioritari:<br />

Italia e Spagna). Due anni più tardi, c’è stato l’allargamento<br />

della distribuzione con l’apertura di<br />

nuovi mercati tra cui gli Stati Uniti, l’America del<br />

Sud, la Russia e la Germania. Nel 2005 l’azienda<br />

è entrata anche sul mercato giapponese; oggi il<br />

marchio è presente in oltre 25 Paesi.<br />

53


Oggi Cuervo Y Sobrinos ha il proprio fulcro in <strong>Ti</strong>cino,<br />

con la sede di Lugano, che quest’autunno<br />

verrà spostata a Capolago per ampliarla e per la<br />

creazione di uno show room nel quale accogliere<br />

i clienti ed i visitatori secondo la filosofia del<br />

“tiempo lento”.<br />

Oltre a ciò è prevista sempre entro l’autunno la<br />

riapertura di una gioielleria storica nel centro de<br />

L’Avana, nella parte vecchia della città (La Habana<br />

Vieja), che funga da boutique ma anche da museo<br />

nella sede memorabile del Paese nel quale la<br />

marca si è costituita e del quale ne conserva tutte<br />

le caratteristiche, quale ambasciatrice nel mondo<br />

della latinità cubana.<br />

I PRODOTTI: GLI SPLENDIDI OROLOGI<br />

PREzIOSISSIMI<br />

Icone dei tempi passati che esprimono la “latinità”<br />

nel proprio cuore. Essenza stessa dell’atmosfera<br />

di lusso e di raffinatezza degli anni ‘40, la<br />

collezione composta da quattro linee risponde al<br />

bisogno delle donne e degli uomini del XXI secolo<br />

in cerca di una diversa percezione del tempo. Le<br />

ore, i minuti, i secondi prendono un’altra dimensione.<br />

Nell’ora attuale in cui la frenesia sembra<br />

regnare sul quotidiano, Cuervo y Sobrinos dilata i<br />

tempi. Ogni istante s’impregna di una sensazione<br />

intensa, il tempo rallentato – “El tiempo lento”<br />

s’impossessa del momento. Questa filosofia degli<br />

orologi Cuervo y Sobrinos si riflette attraverso la<br />

denominazione delle linee Esplendidos, Prominente,<br />

Torpedo, e Robusto. Ogni linea corrisponde alla<br />

forma di un sigaro. Nulla di meno strano essendo<br />

La Avana culla della manifattura dei celebri e prestigiosi<br />

sigari cubani. Fumare un sigaro è un vero<br />

lusso al giorno d’oggi, significa sapersi prendere il<br />

tempo di assaporare un istante prezioso.<br />

54 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Quasi tutti i modelli sono creati in oro rosso 18<br />

carati o in acciaio inossidabile. Il vetro zaffiro è<br />

antiriflesso da ambi i lati. Tutti gli orologi sono<br />

impermeabili fino a 3 atmosfere, le parti con diamanti<br />

sono realizzate con brillanti a taglio pieno<br />

o zaffiri rosa.<br />

Accanto ai classici colori quali il nero o il grigio<br />

perla, l’atmosfera dell’Avana ed il profumo “vintage”<br />

si provano attraverso i toni caldi quali le<br />

sfumature del tabacco, sabbia-crema, rosa antico,<br />

schiuma, azzurro indaco, rosso fragola per ricordare<br />

i tropici. Il “guillochage” sapientemente eseguito<br />

ricorda un’ onda e riflette la luce ed i colori,<br />

esattamente come l’acqua dei mari del Sud. Ogni<br />

modello è disponibile montato su cinturino in coccodrillo<br />

di Lousiane, alcune versioni sono fornite<br />

di cinturino in struzzo gradevolmente abbinato ai<br />

colori del quadrante. Ogni modello è disponibile<br />

con bracciale in acciaio o oro rosso 18 Kt.<br />

Ultimo tocco d’Avana, ogni orologio Cuevo y Sobrinos<br />

è consegnato in un humidor originale che gli<br />

fa da degno scrigno.<br />

Per maggiori informazioni:<br />

Cuervo y Sobrinos Habana SA<br />

Via Greina 2, 6900 Lugano<br />

Tel. + 41 91 921 27 73<br />

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info@cuervoysobrinos.com


Vita dei Soci<br />

iL feDeraLiSmo LunGo i SecoLi<br />

Lugano<br />

Il prossimo 25 settembre, dalle ore 16.00 presso il Grand Hotel Eden di Lugano, Gemana<br />

Consulting SA organizza il congresso dal titolo “Antonio Rosmini e il federalismo: dal progetto<br />

dell’800 alla realtà di oggi”<br />

Il programma della serata prevede:<br />

ore 16.00 Saluto di Benvenuto<br />

ore 16.15 Saluto delle Autorità<br />

ore 16.45 Inizio lavori<br />

ore 19.30 Discussione<br />

ore 20.00 Conclusione lavori<br />

con le seguenti relazioni:<br />

• Gianni Maritati, Giornalista della redazione cultura del TG1,<br />

“L’evoluzione federalistica da Gioberti alla Costituzione Italiana”<br />

• Don Umberto Muratore, Direttore Centro Internazionale di Studi Rosminiani<br />

“Il progetto federale di Antonio Rosmini”<br />

• Prof. Luciano Malusa, Professore Ordinario di Storia della Filosofia - Università di Genova<br />

“Il percorso del Federalismo in Italia e l’eredità di Carlo Cattaneo”<br />

• On. Marco Borradori, Consigliere di Stato<br />

“La realizzazione di uno Stato Federale: La Svizzera”<br />

• On. Roberto Cota, Capogruppo Lega Nord alla Camera dei Deputati Italiana<br />

“Il federalismo fiscale italiano: Federalismo o Devoluzione?”<br />

• On. Enzo Carra, Parlamentare PD alla Camera dei Deputati Italiana<br />

“Il federalismo italiano visto dall’opposizione”<br />

La serata vuole essere uno spunto di riflessione sul federalismo<br />

attraverso i secoli, dall’800 sino ai giorni nostri e<br />

propone diverse considerazioni dei vari relatori di spicco,<br />

sulla realtà federalista svizzera ed italiana. L’evento sarà<br />

imperniato su di un confronto tra le opinioni di esperti di<br />

filosofia ed esperti di politica federale che, sotto la guida<br />

di un coordinatore, proporranno la loro visione sull’applicazione<br />

del federalismo.<br />

Il Gruppo Gemana<br />

Gemana nasce nel 1991 come Società indipendente da<br />

legami partecipativi con Istituti Bancari, connotandosi da<br />

sempre per una scelta di servizi personalizzati, basati sul<br />

rapporto diretto consulente/Cliente e con una peculiare<br />

vocazione all’aggiornamento, alla ricerca ed alla multidisciplinarietà,<br />

per offrire servizi sempre più rispondenti<br />

alle crescenti necessità dei Clienti. La vocazione alla<br />

crescita, allo sviluppo e all’indipendenza degli esordi è<br />

rimasta immutata per spirito ed entusiasmo. Questo approccio<br />

professionale e culturale ha permesso di offrire<br />

un servizio di eccellenza tanto da far occupare al gruppo<br />

Gemana una posizione di rilievo nell’ambito della consulenza<br />

internazionale con competenze interdisciplinari di<br />

avvocati, economisti, fiscalisti e consulenti aziendali. Il<br />

percorso Gemana è da sempre legato a quello dei Clienti<br />

e delle loro crescenti esigenze di ricerca di nuove prospettive<br />

e servizi. Queste caratteristiche hanno permesso al<br />

Gruppo di diventare un Polo di Servizi d’eccellenza tanto<br />

per i piccoli imprenditori in crescita quanto per i grandi<br />

gruppi industriali. Gemana oggi è una realtà internazionale,<br />

con uffici e sedi nel Regno Unito, Svizzera, Monaco,<br />

Marocco ed Italia, e mette a disposizione dei clienti un<br />

network mondiale composto da partner corrispondenti.<br />

Per maggiori informazioni ed iscrizioni è possibile<br />

contattare:<br />

Gemana Consulting SA<br />

via Balestra 22a<br />

Stabile PAX<br />

6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 00 11<br />

Fax +41 91 911 00 28<br />

55


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

Mauro Andrioletti<br />

cambio aL vertice Di coiffure SuiSSe<br />

Sezione ticino<br />

L’Assemblea Generale tenutasi il 29 aprile <strong>2009</strong> ha nominato<br />

un nuovo Presidente nella persona del Signor Mauro Andrioletti<br />

che succede a Rosi Campisi-Albanese<br />

“Ricoprire il ruolo di Presidente di Coiffure Suisse sarà<br />

una bella sfida verso me stesso. Al momento sto svolgendo<br />

una «fase d’ascolto» tra i membri di Comitato e tra i<br />

soci, per capire quali siano i reali bisogni dell’Associazione,<br />

prima di cominciare a muovere i primi passi”, afferma<br />

il Signor Andrioletti. “L’organizzazione interna funziona<br />

bene, ho avuto in «eredità» da Rosi Campisi-Albanese<br />

una struttura efficiente che lei ha condotto per circa 15<br />

anni. Con il cambio alla Presidenza ed i nuovi membri di<br />

Comitato stiamo preparando il programma per i prossimi<br />

mesi ed anni, con obiettivi a corto, medio e lungo termine.<br />

Ho già potuto constatare però che siamo ben posizionati e<br />

che il Comitato è competente e ben operativo. Vorremmo<br />

innanzitutto assegnare al nostro interno ruoli precisi specificando<br />

così un organigramma ben definito”, prosegue<br />

Andrioletti.<br />

56 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Il Comitato attuale è composto da:<br />

• Mauro Andrioletti, Presidente;<br />

• Walter Tesolat, Vice Presidente e Resp. Commissione<br />

corsi Interaziendali;<br />

• Danilo Tomasini, Comm. Giovani in Formazione;<br />

• Serenella Minozzo, Comm. Manifestazioni Professionali;<br />

• Giusi Mineo, Membro del Comitato centrale svizzero a<br />

Berna e Resp. Comm. Formazione Continua;<br />

• Eugenio Capocasale, Comm. Finanze;<br />

• Segretariato: Rossella Meyer.<br />

Una lunga tradizione<br />

La storia dell’Associazione comincia il 7 dicembre 1887<br />

quando due parrucchieri lucernesi decisero di fondare<br />

l’“Associazione parrucchieri e chirurghi”. La nascita<br />

dell’Associazione fu dettata dalla necessità di tutelare gli<br />

interessi della categoria<br />

nei confronti della<br />

tassa su profumi e<br />

profumieri. Nel 1888<br />

a Berna si svolgeva<br />

la prima Assemblea<br />

che approvava già il<br />

primo regolamento<br />

d’apprendistato ed<br />

i delegati diedero il<br />

loro sostegno per la<br />

creazione della prima<br />

Scuola Cantonale per<br />

parrucchieri.<br />

A livello svizzero quella<br />

dei parrucchieri è<br />

sicuramente una delle<br />

associazioni di categoria<br />

tra le più datate<br />

e che vanta un’esperienza<br />

ed una storia<br />

esemplari. In <strong>Ti</strong>cino,<br />

l’Associazione venne<br />

fondata nel 1940 con


Il <strong>2009</strong> è l’anno del cambiamento e del rinnovo per la Sezione <strong>Ti</strong>cino di Coiffure Suisse.<br />

Nell’Assemblea Generale, tenutasi alla fine di aprile, i soci hanno eletto un nuovo Presidente: il Signor<br />

Mauro Andrioletti. In questi primi mesi in veste di dirigente dell’Associazione di categoria che riunisce<br />

i professionisti della bellezza e dei capelli, con uno spirito di osservazione e propositivo si appresta a<br />

prenderne in mano le redini.<br />

Mauro Andrioletti, titolare di un salone di parrucchiere per signora e uomo a Giubiasco, ha alle spalle oltre<br />

30 anni d’esperienza professionale. La passione per il proprio lavoro gli circola nelle vene: nella sua famiglia<br />

da 4 generazioni ci si occupa di capelli. Negli anni ha partecipato a vari concorsi internazionali, ha<br />

preso parte a innumerevoli corsi di aggiornamento in giro per il mondo prestando a sua volta l'esperienza<br />

acquisita ad altri colleghi, in seminari tecnici e presentazioni moda.<br />

il nome “Associazione <strong>Ti</strong>cinese dei Padroni Parrucchieri”,<br />

benché già nel 1800 si ha notizia che i maestri parrucchieri<br />

si unirono per definire e risolvere insieme alcuni<br />

aspetti pratici come il listino prezzi, gli orari d’apertura,<br />

ecc., ma non erano svelati il sapere e le tecniche di lavoro,<br />

custodite gelosamente. Nel 1994 si decise la fusione<br />

delle Associazioni dei maestri parrucchieri regionali in<br />

un’unica Associazione cantonale.<br />

“Ascoltare la voce degli associati, creando più occasioni<br />

d’incontro e di vita associativa; magari reinserendo<br />

riunioni dei «Comitati di quartiere» per avere maggiori<br />

momenti di conoscenza e dialogo da parte dei soci<br />

verso altri soci e verso il Comitato stesso. Oltre a ciò<br />

mi piacerebbe incrementare il numero degli associati<br />

alla Sezione <strong>Ti</strong>cino che oggi conta circa 185 affiliati;<br />

non partendo con una campagna di adesioni mirata,<br />

ma cercando inizialmente di avvicinare le persone ed i<br />

potenziali nuovi soci all’Associazione ed alla sua attività<br />

per gradi” continua Andrioletti. “È importante unire le<br />

forze per un unico obiettivo, poiché insieme siamo più<br />

vigorosi, e con il lavoro di gruppo si possono trovare maggiori<br />

idee e nuove soluzioni. Condividere per crescere…”.<br />

La formazione: un caposaldo<br />

Fin dall’inizio Coiffure Suisse ha dedicato particolare attenzione<br />

alla formazione in quanto è sempre stato grande<br />

l’interesse dei giovani verso questa creativa professione.<br />

Nel 2003 l’Associazione ha inaugurato il nuovo Centro di<br />

formazione professionale sito in Via Ferriere 11 a Giubiasco<br />

e nel 2006 veniva introdotto un nuovo regolamento<br />

formativo.<br />

Il tirocinio quale parrucchiere dura tre anni dopo i quali<br />

viene ottenuto l’attestato federale di capacità (AFC) .<br />

Il perfezionamento professionale è possibile attraverso<br />

determinate specializzazioni: ad esempio un approfondimento<br />

delle varie tecniche professionali, l’esame professionale<br />

superiore per la maestria, scelte di campo specifico<br />

come parrucchiere teatrale o cinematografico, ecc..<br />

Inoltre occorre menzionare i diversi corsi annuali di formazione<br />

continua.<br />

“Oggi la formazione che proponiamo è di alto livello e<br />

molto specifica in modo da permettere ai soci di avere<br />

strumenti mirati per rispondere prontamente alle richieste<br />

del mercato in costante movimento. In riguardo alla formazione<br />

dei nostri giovani, ho constatato, anche in qualità<br />

di maestro di tirocinio, che spesso le esigenze «formativoscolastiche»<br />

si scostano dalle esigenze «formative di salone».<br />

A questo proposito intendo concentrarmi su questi<br />

«scostamenti» in modo da arginarli il più possibile contribuendo<br />

così a fondere al meglio, dando continuità alla<br />

formazione, le esigenze dei giovani in formazione e dei<br />

datori di lavoro.” conclude Andrioletti.<br />

Coiffure Suisse Sezione <strong>Ti</strong>cino<br />

Via Ferriere 11<br />

6512 Giubiasco<br />

Tel. +41 91 857 17 31<br />

Fax +41 91 857 39 33<br />

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www.coiffuresuisse.ch<br />

57


Vita dei Soci<br />

58 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

vitapiù - mobiLità:<br />

La StraDa per quaLità<br />

Dopo il successo riscontrato dal Salone VitaPiù nel <strong>2009</strong>,<br />

Fulldesign, azienda di comunicazione e pubblicità di Bioggio,<br />

presenta il nuovo appuntamento del 2010<br />

Negli ultimi anni la società ha conosciuto diverse evoluzioni.<br />

Una delle più rilevanti è la tendenza al cambiamento<br />

della mentalità della generazione over 60, considerata<br />

e abituata a sentirsi fuori da qualsiasi<br />

ruolo attivo fino a qualche anno fa e che ora, grazie alle<br />

scoperte mediche, tecnologiche e sociali, ha trovando<br />

una nuova collocazione.<br />

Oggigiorno sono presenti numerose soluzioni idonee alle<br />

esigenze e ai problemi di questa generazione, possibilità<br />

che risultano molto più accessibili e più efficaci di<br />

una volta, il che ha contribuito a dare nuovi stimoli alle<br />

persone.<br />

Per questo motivo la Fulldesign, azienda di Bioggio<br />

esperta in pubblicità, comunicazione ed eventi, ha pensato<br />

di ideare VitaPiù, primo salone per gli anziani di<br />

oggi e di domani in ambito regionale, che vuole essere<br />

un'occasione di incontro e di confronto.<br />

Organizzando e realizzando tale evento, Fulldesign ha<br />

voluto ridefinire e sottolineare l'idea che l'anziano ha di<br />

sé stesso e della società e viceversa.<br />

Dopo la buona riuscita di VitaPiù <strong>2009</strong>, Fulldesign crede<br />

ancor di più nel valore di questo evento e sta allestendo<br />

la nuova edizione 2010, ricca di nuovi spunti e<br />

con occhio attento alla tematica mobilità, vista come<br />

fondamentale per lo sviluppo individuale.<br />

Sarà dedicato maggior spazio agli over 50, ai quali il<br />

salone offrirà valide soluzioni per vivere al meglio gli<br />

anni futuri.<br />

La mobilità, sia essa fisica, sociale o professionale, è<br />

una caratteristica fondamentale del mondo di oggi, dove


Alcuni dei momenti più significativi del Salone VitaPiù, edizione <strong>2009</strong><br />

gli scambi di conoscenze e l'entrare in contatto con gli<br />

altri è fonte di apprendimento e sintomo di vita attiva.<br />

Si vuole essere mobili per continuare ad essere e, conscia<br />

di questo, Fulldesign coglie l'occasione per proporre<br />

una fiera VitaPiù all'insegna della mobilità come fonte<br />

di qualità di vita per tutti.<br />

La nuova edizione VitaPiù, che si terrà dal 28 al 30<br />

maggio 2010, continuerà quindi ad offrire un percorso<br />

informativo di riferimento che si prefigge di condurre<br />

la generazione over 50 tra le soluzioni pratiche atte a<br />

garantire un futuro sereno.<br />

Perché l'età e il tempo non devono essere un limite, ma<br />

una risorsa.<br />

Fulldesign SA<br />

Via della Posta 3<br />

6934 Bioggio<br />

Tel. +41 91 605 42 71<br />

Fax +41 91 604 66 59<br />

www.fulldesign.ch<br />

www.vitapiu.ch<br />

59


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

60 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Le miGLiori camicie Su miSura<br />

“maDe in ticino” Sono firmate camiro<br />

L’azienda di Balerna eccelle nella produzione artigianale<br />

di camicie prodotte secondo modelli unici, che si<br />

adattano perfettamente alle esigenze dei clienti. Unicità e<br />

personalizzazione per accentuare l’individualità dell’acquirente<br />

Camiro SA è un’azienda del Mendrisiotto specializzata<br />

nella produzione di camicie su misura da uomo e donna.<br />

Camiro nacque a Besazio negli anni Settanta come confezione<br />

industriale di camicie sviluppando la propria attività<br />

negli anni quale terzista di importanti marchi svizzeri e<br />

tedeschi. Da una decina d'anni, l'azienda si dedica alla<br />

produzione di camicie su misura. La direzione commerciale<br />

è affidata a Karina Angelika Ritz che vanta una lunga<br />

esperienza nel settore tessile a livello europeo.<br />

Passione, dedizione e competenza hanno portato l'azienda<br />

ad essere un punto di interesse per la produzione di<br />

camicie sartoriali artigianali su misura in <strong>Ti</strong>cino.<br />

L’azienda in questi ultimi anni ha investito molto nella<br />

tecnologia dei macchinari, rinnovando completamente il<br />

parco macchine, e nel personale, ricostituendo un piccolo<br />

nucleo di sarte di lunga esperienza, affiancate da<br />

giovani apprendiste, che si dedicano esclusivamente al<br />

confezionamento di camicie su misura per uomo e donna.<br />

Le sarte Camiro vantano dunque un’alta sensibilità per<br />

la qualità ed un’elevata manualità di cucitrici di lunga<br />

esperienza.<br />

Camiro ha la sua sede presso il centro Polus a Balerna,<br />

dirimpetto all’uscita autostradale di Chiasso dei centri<br />

commerciali. Ubicazione ottimale sia per le esigenze dei<br />

clienti, sia per la produzione e la modularizzazione degli<br />

spazi, che hanno permesso a Camiro di coniugare sotto<br />

un unico tetto uno show-room molto vasto e i locali di<br />

produzione e stoccaggio delle differenti stoffe.<br />

Perché affidarsi a Camiro?<br />

Rispetto alla maggior parte dei concorrenti Camiro può<br />

contare su un’unità produttiva esclusivamente dedicata<br />

alla camicia su misura. Si tratta di un’azienda con una<br />

solida esperienza alle spalle, che vanta un know-how non<br />

indifferente ed offre servizi personalizzati per la massima<br />

individualizzazione del prodotto. Camiro rileva e archivia<br />

le misure precise di ogni cliente, non adatta grafici di taglio<br />

della produzione in serie modificando qua e là alcune<br />

misure, bensì disegna la camicia specifica di ogni cliente,<br />

raccordando al meglio le linee del grafico affinché il capo<br />

vesta perfettamente in ogni parte del corpo. Inoltre grazie<br />

ad una organizzazione di tipo sartoriale del reparto di confezione<br />

è possibile fornire un servizio di consegna molto<br />

rapido rispetto a qualsiasi altro concorrente. Mediamente<br />

si calcola un tempo di realizzazione e consegna di circa 2<br />

settimane, anche se l’azienda è anche aperta a richieste<br />

urgenti, ed è in grado di fornire una camicia su misura<br />

anche in un paio di giorni. Le modiste che lavorano per<br />

Camiro propongono sempre modelli nuovi e creativi.<br />

Uno dei fattori vincenti dell’attività del su misura è la<br />

possibilità di offrire una scelta di tessuti molto ampia,<br />

che nessun produttore di prêt a porter può eguagliare.<br />

Grazie ad un accordo commerciale concluso con il proprio<br />

maggior fornitore italiano di tessuti, Camiro può fregiarsi<br />

di offrire oltre 500 diverse varianti di tessuto e punta ad<br />

arrivare, nel giro di due anni, a 1’000 varianti.<br />

La scelta vasta di tessuti è importante, ma per Camiro<br />

è ancora più importante la qualità del tessuto. Vengono<br />

scelti solo tessuti prodotti in Italia con filato ritorto a due<br />

o più capi del cotone più pregiato del mondo: Giza 45 e<br />

Giza 87, coltivato nella Valle del Nilo da migliaia d’anni.<br />

Ogni fase di lavorazione è eseguita esclusivamente all'interno<br />

della sartoria con manodopera altamente specializzata<br />

e l'ottima qualità dei tessuti e degli accessori completano<br />

e garantiscono l'eccellenza dell'autentico "Made in <strong>Ti</strong>cino".


SPECIAL SHIRTS, SPECIAL PEOPLE<br />

Oltre alla meticolosa cura dei dettagli, al cotone più pregiato,<br />

alle infinite possibilità di personalizzazione, Camiro<br />

utilizza anche un brevetto svizzero per la cucitura dei bottoni,<br />

denominato “Ascolite”, che garantisce che il bottone<br />

non si stacchi.<br />

Il mercato della camiceria<br />

Il mercato mondiale della camiceria si sta rapidamente<br />

conformando ad una massificazione del prodotto imposta<br />

dalla Grande Distribuzione. In Europa i grandi distributori<br />

monomarca di abbigliamento multinazionali si espandono<br />

senza sosta da anni. La loro strategia di crescita è fondata<br />

sull’apertura a tutti i costi di nuovi punti vendita ogni<br />

anno, tanto che i tassi di crescita delle vendite di questi<br />

gruppi in tempi di crisi è solitamente inferiore a quello di<br />

espansione della superficie dedicata alla vendita. Bassi<br />

costi di produzione e produzione stessa delocalizzata in<br />

Estremo Oriente, strutture organizzative essenziali, dunque<br />

rigide e poco versatili, che obbligano ad una scarsa<br />

propensione ad assumere rischi per prodotti che non siano<br />

quelli di “tranquilla” e immutabile validità dal punto<br />

di vista stilistico, ma mortificando la fantasia creativa<br />

causano un appiattimento a volte desolante dell’offerta<br />

al pubblico e una generale mediocrità degli standard<br />

qualitativi.<br />

Il mondo delle griffes più famose sta pure vivendo problemi<br />

analoghi. I prezzi di vendita al pubblico sono elevati,<br />

ma costi per affitti e allestimenti delle locations elevatissimi,<br />

investimenti pubblicitari e promozionali (sfilate e<br />

simili) stratosferici e organizzazioni aziendali faraoniche,<br />

lasciano al prodotto spazi economici sempre più ristretti.<br />

Tra questi due mondi distinti si colloca la camicia su misura,<br />

che offre molteplici vantaggi a chi vuole emergere<br />

dalla massa, cerca un prodotto di qualità e innovazione<br />

e non rinuncia alle cose belle, perché un’azienda come<br />

Camiro gli può offrire:<br />

• un’assoluta esclusività ed elevata sensazione di privilegio,<br />

• una scelta molto vasta di varianti di tessuto e accessori,<br />

• una scelta praticamente infinita di modelli e vestibilità,<br />

61


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

• un contatto più diretto con il produttore, con pochi<br />

intermediari e pochi costi di intermediazione,<br />

• ed un conseguente alto rapporto qualità/prezzo.<br />

Camiro comunica…<br />

L’attività di vendita e di comunicazione avviene secondo<br />

diverse strategie. Le visite nel bellissimo show-room ed<br />

il passaparola dei numerosi clienti soddisfatti sono un<br />

importante biglietto da visita per Camiro (per fissare un<br />

appuntamento: +41 91 646 61 18.). Oltre a ciò la società<br />

sta sviluppando altri canali per diffondere e far conoscere<br />

il proprio marchio, tra questi vi sono l’organizzazione e<br />

la sponsorizzazione di eventi sia su territorio ticinese, sia<br />

nella vicina Insubria.<br />

Abbiamo dunque eventi diretti, o happening organizzati<br />

presso alberghi, centri congressi o analoghe location, ai<br />

quali vengono invitate da 200 a 500 persone, selezionate<br />

tra i personaggi della città considerati potenziali clienti.<br />

Il primo test è stato organizzato a Varese nel marzo scorso<br />

ed ha visto la partecipazione di circa 220 persone.<br />

Prossimamente ve ne sarà uno nel Luganese, l’azienda sta<br />

definendo i dettagli.<br />

A questi macro eventi si affiancano dei momenti più informali,<br />

chiamati “After Office”, mini eventi organizzati<br />

presso la sede di Balerna una volta al mese, in un giorno<br />

lavorativo, dalle 17.00 alle 21.00, dove è possibile “toccare<br />

con mano” la realtà artigianale Camiro. Il prossimo<br />

“After Office” si terrà il 10 settembre, per annunciare la<br />

vostra presenza vi preghiamo di contattare il numero +41<br />

91 646 61 18.<br />

A questi momenti si affiancano delle promozioni (presentazioni<br />

organizzate sotto forma di sponsorizzazione di<br />

eventi organizzati da terzi, quali gare di golf e analoghe)<br />

e l’attività dei rivenditori (clienti tradizionali Camiro per<br />

il su misura, ubicati nella Svizzera francese e tedesca).<br />

62 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

E se Oscar Wilde affermava “HO DEI GUSTI SEM-<br />

PLICISSIMI, MI ACCONTENTO SEMPRE DEL ME-<br />

GLIO”, affidarsi a Camiro è questo. Perché Camiro<br />

può soddisfare chiunque voglia indossare una camicia<br />

dalla giusta vestibilità e con le rifiniture che ne<br />

esaltino il valore ed il prestigio.<br />

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Via Corti 5 – Edificio Polus<br />

6828 Balerna<br />

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Business<br />

usiness<br />

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Lug./ago. <strong>2009</strong><br />

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Sommario<br />

Business<br />

cino Business<br />

Copertina: Fabrizio Nicora/<strong>Ti</strong>pografia Veladini - Lugano <strong>Ti</strong>cino<br />

Lug./ag. <strong>2009</strong><br />

<strong>Ti</strong>cino Business<br />

o Business<br />

Luglio/agosto <strong>2009</strong><br />

Strong opinion 4 Carpe diem<br />

Editoriale 5 Alleanze e regole<br />

Contromano 6 Si mobilita il partito delle tasse<br />

Il Tema 7 Un aeroporto per far decollare il <strong>Ti</strong>cino<br />

8 Alcune riflessioni di ordine generale<br />

Ospite 9 Importanza strategica ed affari internazionali in <strong>Ti</strong>cino: ecco su cosa si punta<br />

10 Anche l'economia fa scalo ad Agno<br />

11 Un’infrastruttura di base importante per uno sviluppo del Cantone<br />

12 Così potenzieremo la nostra compagnia<br />

Biblioteca liberale 13 Uno Stato utile tra società e mercato<br />

Attualità 14 Una compensazione più urgente che mai<br />

Attualità 16 Ingegneria: crisi delle vocazioni?<br />

Attualità 18 Orari di apertura dei negozi prolungati:<br />

il <strong>Ti</strong>cino è pronto per un compromesso ragionevole<br />

Attualità 19 Per le start-up che osano di più!<br />

Attualità 20 La mobilità sostenibile per incrementare la responsabilità d'impresa<br />

Attualità 22 Festival della formazione <strong>2009</strong><br />

Eventi 23 Samih Sawiris ospite della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, il 4.9.09<br />

23 “Una giornata” per fare business in Cina, il 21.9.09<br />

Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> 24 Cerca lavoro<br />

Osec 25 Commercio estero<br />

Commercio estero 29 Parliamo di fiere<br />

Fiere internazionali 30 I prossimi appuntamenti<br />

Vita dei Soci 32 Pubblicità Sacchi<br />

Vita dei Soci 34 Mes-Dea SA<br />

Vita dei Soci 36 Debrunner Acifer SA<br />

Vita dei Soci 38 ÖKK<br />

Vita dei Soci 40 La «Vita dei Soci» su <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Vita dei Soci 41 Gruppo Donne PMI <strong>Ti</strong>cino<br />

Vita dei Soci 42 Associazione Bancaria <strong>Ti</strong>cinese<br />

UN AEROPORTO<br />

PER FAR DECOLLARE<br />

IL TICINO<br />

Luglio/agosto <strong>2009</strong><br />

34 12 10<br />

I m p r e s s u m<br />

Editore:<br />

Camera di commercio, dell’industria,<br />

dell’artigianato e dei servizi<br />

del Cantone <strong>Ti</strong>cino, Lugano<br />

Redattrice responsabile:<br />

Lisa Pantini<br />

Comitato redazionale:<br />

Franco Ambrosetti, Luca Albertoni,<br />

Rinaldo Gobbi, Lisa Pantini, Arianna<br />

Crivelli, Simona Morosini Marconi e<br />

Marco Passalia<br />

Redazione:<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 11<br />

Fax +41 91 911 51 12<br />

pantini@cc-ti.ch www.cc-ti.ch<br />

Pubblicità:<br />

Pubblicità Sacchi, C.P. 558<br />

6928 Manno<br />

Tel. +41 91 600 20 70<br />

info@pubblicitasacchi.ch<br />

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9 11<br />

22<br />

Stampa:<br />

TBS, La Buona Stampa sa<br />

via Fola 11, Pregassona (Lugano)<br />

38<br />

40<br />

Diffusione:<br />

<strong>Ti</strong>ratura 2’500 copie<br />

Abbonamento gratuito per i soci <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Abbonamento supplementare:<br />

- CHF 50.- annuo<br />

- per i non soci<br />

CHF 70.- annuo (+ IVA)


Strong Opinion<br />

di Franco Ambrosetti, Presidente della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

4 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Carpe diem<br />

D’accordo. Non siamo ancora usciti dalla recessione,<br />

ma i guru delle previsioni sembrano meno pessimisti,<br />

perfino l’OECD, dopo due anni rivede verso<br />

l’alto le stime di crescita economica, situandole<br />

allo 0.7% nel 2010 per i 30 paesi industrializzati<br />

(Economist, 27.06.09). Questa leggera brezza di<br />

ottimismo ci lascia abbastanza indifferenti, perché<br />

il futuro è per sua natura imprevedibile. Non<br />

nutriamo una cieca fiducia nelle previsioni economiche,<br />

spesso aleatorie o peggio, ideologiche e<br />

strumentali con un grado di utilità pari a quello di<br />

un vecchio pianoforte scordato. Ma la crisi c’è. È<br />

una recessione più severa di quelle passate e, come<br />

le precedenti, passerà lasciando un panorama<br />

economico desolante. Gli imprenditori (quelli veri)<br />

hanno, rispetto alla prognosi economica, opinioni<br />

non dissimili da quelle della teocrazia iraniana<br />

riguardo all’opera di Voltaire; perciò vanno per la<br />

loro strada, con il buon senso, la concretezza e<br />

la lungimiranza, che li caratterizza. A loro, poco<br />

importa se le recessioni siano causate da difetto<br />

di domanda aggregata come sostiene la teoria di<br />

Keynes, che, di fatto non riesce a spiegare la “stagflation”<br />

degli anni ’70, oppure da una combinazione<br />

di milioni di decisioni prese da consumatori e<br />

operatori economici in base alle preferenze e alla<br />

realtà tecnologica vigente. Il dibattito tra i fautori<br />

di questo approccio microeconomico, dal basso<br />

all’alto, (che a noi piace molto) e i difensori della<br />

“general Theory” che tendono a vedere l’economia<br />

piuttosto come dalla cima di una montagna, in termini<br />

aggregati, è cosa per i ricercatori accademici<br />

che ben fanno a preoccuparsi sulle origini degli<br />

sbalzi nei cicli economici; sempre che un giorno,<br />

non troppo lontano, ci svelino l’arcano. Ma a una<br />

cosa gli imprenditori credono tenacemente: alla<br />

“consistency” della politica economica, specie in<br />

materia monetaria e fiscale. La credibilità di una<br />

politica economica nel tempo è premessa fondamentale,<br />

indispensabile per ogni imprenditore che<br />

se ne fa un baffo dei modelli econometrici con<br />

le loro simulazioni, delle squisite e sottili diatribe<br />

accademiche, delle visioni sfuocate di istituti di<br />

previsione, delle affermazioni pelose delle agenzie<br />

di rating (Lehmann Bros. il giorno prima di fallire<br />

era valutata AAA), dei consulenti aziendali, che in<br />

nome dell’efficienza taglierebbero anche le riprese<br />

nella nona sinfonia di Beethoven. Alla fine del<br />

mese l’imprenditore deve versare i salari ai suoi<br />

dipendenti, l’attivo più importante di cui dispone<br />

un’azienda. Per lui ciò che conta è la sicurezza<br />

di sapere che vive in un Paese in cui la politica<br />

economica è coerente, credibile, duratura. Ci puoi<br />

contare. C’è stabilità anche se cambia il contesto<br />

politico. Questa caratteristica è una grande forza<br />

della Svizzera. E il <strong>Ti</strong>cino, nonostante le difficoltà<br />

finanziarie che sappiamo, ha mantenuto fonda-<br />

mentalmente una linea di coerenza e affidabilità<br />

a dispetto di chi pensa che la politica economica<br />

possa essere volubile come Nerone.<br />

Ora facciamo un passo avanti e chiediamoci come<br />

potremo mantenere questa credibilità quando,<br />

l’inevitabile riduzione del gettito fiscale, creerà<br />

grossi scompensi al bilancio statale. Noi da anni<br />

andiamo sostenendo davanti a una platea di sordi<br />

che senza vere, profonde riforme strutturali lo Stato<br />

non uscirà dal pantano dei debiti. Alla domanda<br />

se sia questo il momento di tirare in ballo riforme,<br />

rispondo che non c’è mai un momento ideale per<br />

azioni dolorose. Ma quando il debito è aumentato<br />

per aiutare l’economia in sofferenza, aggiungendosi<br />

a quello precedentemente accumulato, sarebbe<br />

saggio approfittare del clima generale di crisi per<br />

introdurre quelle riforme di struttura che, una volta<br />

per tutte, farebbero partire un circolo virtuoso, e<br />

agendo sulle finanze nel lungo periodo renderebbe<br />

loro la stabilità necessaria. Non è una misura anticiclica,<br />

che sarebbe prematura e pericolosa, ma<br />

l’inizio di un lavoro che comunque avrebbe tempi<br />

lunghi. Si inizia dai compiti dello Stato: vogliamo<br />

continuare a essere banchieri, garagisti, commercianti<br />

di energia, immobiliaristi, agenzie di pulizia<br />

e quant’altro? Noi pensiamo che sia giunto il momento<br />

per una seria riflessione sul ruolo dello Stato<br />

con l’obiettivo di privilegiare la sussidiarietà tra<br />

Stato e privato. Lo Stato agisca ove sa fare meglio<br />

del privato lasciando al privato ciò in cui è più capace.<br />

Definiti quali compiti lo Stato vorrà tenere,<br />

seguiranno le riduzioni di organico, inevitabili, ma<br />

necessarie e attuabili senza traumi e licenziamenti<br />

se sapientemente preprogrammate. Oggi più che<br />

mai le aziende si interrogano sul loro “core business”,<br />

eliminando ciò che non lo è. E riducono i<br />

costi parallelamente alle attività che tagliano. Forse<br />

è giunto il momento che anche la Repubblica del<br />

Cantone <strong>Ti</strong>cino rifletta su cosa vuol fare, con quali<br />

mezzi finanziari affrontare le sfide globali, nell’ambito<br />

di una strategia economica di lungo periodo<br />

rivolta a ridurre i costi strutturali. Il ruolo di un CEO<br />

non si limita a gestire l’esistente ma deve essere<br />

in primis rivolto a creare nuove opportunità di successo<br />

e sviluppo duraturo. Ciascun Consigliere di<br />

Stato, è CEO nel suo settore, ha la stessa missione.<br />

Certo, l’assemblea, alla quale deve rendere conto,<br />

è molto più ostica, critica e spesso contro il progresso,<br />

se confrontata alle nostre assemblee degli<br />

azionisti. Ma ciò non deve scoraggiare. Entrambi<br />

lavoriamo per il bene e il futuro delle nostre imprese,<br />

con rischi e opportunità analoghe. Sfatiamo il<br />

luogo comune che lo Stato possa indebitarsi come<br />

e quanto gli aggrada. Anche gli Stati finiscono in<br />

bancarotta quando divengono insolventi. Successe,<br />

fra gli altri, alla potentissima Spagna di Filippo<br />

II nel 1575 e all’Islanda, meno di un anno fa.


Editoriale<br />

di Luca Albertoni, Direttore della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Questi tempi di difficoltà, incertezza e nervosismo<br />

globali potrebbero anche rappresentare<br />

un’occasione per creare una certa compattezza<br />

nel mondo politico ed economico, visto che le<br />

questioni da affrontare sono molteplici e complicate<br />

e le separazioni di matrice puramente<br />

ideologica rischiano di creare danni che avranno<br />

effetti ben oltre la durata del periodo di tempesta.<br />

Vedremo come riusciremo a gestire le<br />

molte tentazioni protezionistiche, di esagerato<br />

interventismo statale e di iper-regolamentazione<br />

che si sono pesantemente fatti largo su scala<br />

mondiale. Ovviamente, nel contesto odierno è<br />

assai poco popolare parlare di libero mercato, di<br />

valori liberali, di auto-responsabilità, ecc., ma<br />

è comunque importante che qualcuno, lo faccia,<br />

ricordando che sono questi gli elementi che<br />

hanno contribuito alla ricchezza della Svizzera. A<br />

scanso di equivoci e di interpretazioni maliziose,<br />

è ovvio che una discussione su certe regole può<br />

essere giustificata, anche se giova ricordare che<br />

i casini all’origine dell’attuale situazione economica<br />

sono stati creati in un contesto come quello<br />

finanziario, in cui non mancano certo le norme,<br />

anzi. Il dibattito attualmente in corso alle Camere<br />

federali sulla revisione del diritto della società<br />

anonima (e la discussione sull’iniziativa Minder<br />

concernente le retribuzioni dei dirigenti), dimostra<br />

che il pericolo di abbandonare numerose<br />

delle caratteristiche liberali della nostra legislazione<br />

è molto presente e questo significherebbe<br />

privarsi di uno dei vantaggi fondamentali che la<br />

Svizzera può vantare nel contesto internazionale.<br />

È pertanto fondamentale riuscire a mantenere<br />

l’orientamento che ci è più congeniale, cioè poche<br />

regole chiare e di facile applicazione.<br />

In apertura si accennava alla necessità di ricompattarsi.<br />

Un segnale politico positivo ed importante<br />

in tal senso è giunto nelle scorse settimane<br />

dalla Svizzera romanda, dove tutti i Cantoni<br />

si sono uniti al fine di creare una promozione<br />

economica unica e dare quindi più visibilità e<br />

forza all’area della Svizzera occidentale. E già<br />

che c’erano hanno incluso anche Berna, creando<br />

così la “Greater Geneva Berne Area”, che<br />

comprende quindi i Cantoni di Ginevra, Vaud,<br />

Vallese, Neuchâtel, Friborgo e, appunto, Berna<br />

(il Giura dal canto suo ha logicamente deciso di<br />

aderire alla “Basel Area” per questioni di affinità<br />

e prossimità territoriale). Questa struttura va ad<br />

aggiungersi rispettivamente a contrapporsi alla<br />

“Great Zurich Area” che raccoglie Zurigo, Grigioni,<br />

Soletta, Sciaffusa, Glarona, Svitto, Zugo<br />

e Argovia. Che queste alleanze regionali portino<br />

davvero gli effetti desiderati, cioè una promozione<br />

delle rispettive peculiarità più coordinata<br />

ed efficace al fine di attirare realtà produttive, è<br />

ovviamente ancora da dimostrare, ma il segnale<br />

è comunque forte. E noi ticinesi che facciamo?<br />

A parte il fatto che la nostra realtà non può facilmente<br />

essere aggregata ad una o all’altra del-<br />

aLLeanze e regoLe<br />

le citate alleanze, sembra esservi poco margine<br />

per discorsi di ampio respiro in un Cantone nel<br />

quale le aziende (e quindi chi crea ricchezza)<br />

sono inserite nella categoria dei ladri (si veda:<br />

referendum contro il mini-sgravio sull’utile) o dei<br />

furbetti (grazie alla generalizzazione che porta a<br />

considerare tutti come disonesti a causa di alcuni<br />

che sgarrano). Ci vuole ben altro per cercare<br />

di guardare con coraggio oltre i propri confini.<br />

Le Camere di commercio e dell’industria della<br />

Svizzera latina (compresa quella di Berna), da<br />

anni lavorano insieme in una struttura comune,<br />

malgrado le diversità delle varie regioni. I risultati<br />

sono eccellenti perché si creano scambi utili<br />

a tutti, <strong>Ti</strong>cino compreso. Perché non pensarci<br />

anche su scala più ampia? Vale la pena farci<br />

una riflessione.<br />

L’importante è però che si tratti di una riflessione<br />

sensata, che sfoci magari nella determinazione<br />

di obiettivi e strategie chiare. Purtroppo questo<br />

spesso non si verifica. La dimostrazione che non<br />

sempre i momenti difficili stimolano la creatività<br />

positiva ma danno spazio alle più incredibili e<br />

disarticolate proposte è data dal progetto di Ordinanza<br />

sull’assistenza extrafamiliare di minori<br />

(OAssMe) e di ordinanza sull’adozione (OAdoz),<br />

posto in consultazione dal Consiglio federale fino<br />

al 15 settembre <strong>2009</strong>. Alla base della proposta<br />

vi è ufficialmente la volontà di armonizzare a<br />

livello federale le regole esistenti nei vari Cantoni<br />

per l’assistenza di minori al di fuori dell’ambito<br />

familiare. Intento lodevole (anche se il termine<br />

“armonizzazione” serve sempre più a mascherare<br />

la soppressione di ogni e qualsiasi differenza…),<br />

ma risultato disastroso. Il perché è presto<br />

detto. Non ci si limita infatti a stabilire regole<br />

assai restrittive per le strutture di accoglienza<br />

dei bambini come gli asili-nido, ma si sottopone<br />

all’obbligo di autorizzazione chiunque, e sottolineo<br />

chiunque, si occupi dei figli degli altri, sia<br />

con retribuzione che a titolo gratuito. Risultato:<br />

gli zii che si occupano dei nipoti per più di due<br />

notti e due giorni necessitano di autorizzazione.<br />

Idem per padrino e madrina che accolgono<br />

i figliocci per qualche giorno di vacanza. Unica,<br />

magnanima eccezione, per i nonni, che potranno<br />

continuare a curare i nipotini senza temere perquisizioni<br />

domiciliari stile-Billag. Queste ed altre<br />

amenità sono contenute in una proposta che<br />

dovrà essere osteggiata con decisione, non solo<br />

perché limita pesantemente la libertà personale,<br />

ma anche perché crea un pesante apparato amministrativo,<br />

dai costi certamente non irrilevanti.<br />

Dubito fortemente che il Consiglio federale si sia<br />

veramente reso conto di quanto messo in consultazione,<br />

che è il frutto del lavoro di una lobby<br />

trasversale che raggruppa funzionari, operatori<br />

dell’ambito sociale ed altri paladini della messa<br />

sotto tutela delle cittadine e dei cittadini. E poi<br />

dicono che i gruppi d’interesse dell’economia<br />

sono pericolosi…<br />

5


Contromano<br />

di Alessio del Grande<br />

Si mobiLita iL partito deLLe taSSe<br />

Il Partito socialista, da mesi ormai in forte crisi d’identità<br />

e travagliato da dissidi interni sempre più manifesti, tenta<br />

di ricompattarsi col referendum contro la riduzione permanente,<br />

dal 9 all’8,5%, dell’aliquota sugli utili delle persone<br />

giuridiche, decisa poche settimane fa dal Parlamento. I<br />

Verdi si sono accodati alla chiamata alle urne sostenendo<br />

la raccolta di firme del PS, saranno di certo in buona compagnia<br />

col sindacato Unia e col Movimento per il socialismo.<br />

Il partito delle tasse è mobilitato. Priva di un progetto<br />

politico alternativo e di una cultura riformista capace di<br />

guardare senza paraocchi ideologici alla modernizzazione<br />

del Paese, la sinistra ha trovato nell’inasprimento fiscale<br />

la sua unica ragione sociale.<br />

Che si vada a votare per mezzo punto di aliquota, rilanciando<br />

così quello scontro sul fisco che per anni ha paralizzato<br />

la politica e la governabilità del Cantone, la dice<br />

lunga sulla vocazione politica di una sinistra che identifica<br />

ancora il socialismo con la lotta ai ricchi e a chi la ricchezza<br />

la produce. Del resto lo ha ribadito chiaramente il<br />

Presidente stesso del PS, Manuele Bertoli, riassumendo<br />

a braccio: bisogna far passare alla cassa le aziende perché<br />

contribuiscono sempre meno alle casse pubbliche.<br />

Le aziende in questi anni hanno, invece, contribuito in<br />

maniera crescente a riempire quelle casse che, secondo<br />

la sinistra, sarebbero state svuotate dalla politica di sgravi<br />

fiscali dell’ex ministro delle finanze Marina Masoni. Le<br />

cifre del gettito fiscale sono inequivocabili: a metà degli<br />

anni ’90 con un’aliquota del 13% sugli utili e una del 3 per<br />

mille sul capitale, l’erario incassava all’incirca 186 milioni<br />

di franchi; ridotta l’aliquota sugli utili al 9% e dimezzata<br />

quella sul capitale, lo scorso anno il cantone ha incamerato<br />

la bellezza di 304 milioni di franchi. Di queste cifre<br />

socialisti e compagni, ovviamente non parlano.<br />

Ma al di là di tutto ciò nelle parole del presidente del PS<br />

si può leggere quella prepotenza ideologica del “tassa e<br />

spendi”, per cui il fisco è solo un randello per punire le<br />

imprese, un’idrovora per succhiare risorse dall’economia<br />

e dalla società per finanziare la crescente spesa pubblica<br />

di cui i socialisti, in ogni paese, si sono dimostrati amministratori<br />

voraci. Che sulle imprese si scarichino anche<br />

nuove oneri, come il finanziamento del fondo di formazione,<br />

o costi supplementari con l’aumento, ad esempio, del<br />

prezzo dell’energia elettrica, poco importa. Chi fa utili non<br />

6 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

merita uno sgravio di mezzo punto, è solo un regalo dice la<br />

sinistra, anzi un “furto”, e non importa nemmeno se questi<br />

utili vengono magari reinvestiti nell’azienda, se servono ad<br />

accrescerne i mezzi che le permettono di restare competitiva<br />

sul mercato e, quindi, mantenere anche posti di lavoro.<br />

Contro questo minisgravio la sinistra è partita lancia in<br />

resta, non accettando il fatto che il parlamento lo abbia<br />

reso definitivo, oltrepassando la decisione del Governo che<br />

lo voleva in vigore solo per il biennio 2010-2011. Che senso<br />

avrebbe avuto, però, uno sgravio temporaneo? Sarebbe<br />

solo servito a sottolineare una variabilità delle aliquote<br />

che di certo non è un fattore attrattivo per le imprese,<br />

tanto meno per quelle estere che vorrebbero investire in<br />

<strong>Ti</strong>cino. Sia per le une che per le altre, la stabilità fiscale<br />

nel tempo è, invece, un elemento assai importante nella<br />

pianificazione aziendale. Ma c’è di più. Oggi, se il <strong>Ti</strong>cino<br />

vuole restare fiscalmente competitivo ha bisogno di una<br />

riduzione delle imposte per le imprese, che da noi pagano<br />

in media più di quanto paghino in altri Cantoni, come a<br />

San Gallo, Turgovia, Obvaldo, Lucerna o nei Grigioni, per<br />

esempio, che grazie ad un’accorta politica di sgravi non<br />

solo hanno risanato le finanze ma hanno anche attirato<br />

nuove imprese. Dunque, grazie a questo alleggerimento<br />

della pressione tributaria sono riusciti a conseguire un<br />

triplice risultato: allargamento del gettito fiscale che ha<br />

facilitato il risanamento finanziario, nuovi investimenti e<br />

nuova occupazione. E sarebbe anche ora di mettere mano<br />

ad una politica ragionata e mirata di sgravi per le persone<br />

fisiche, i cui redditi, soprattutto quelli delle famiglie,<br />

saranno colpiti ancora dall’aumento dei premi delle casse<br />

malati, dalle probabili detrazioni su stipendi e salari che<br />

molte società chiederanno per risanare le casse pensioni,<br />

dalla tassa sul CO 2 e dalla prevedibile ripresa dell’inflazione.<br />

Sarebbe, quindi, più che opportuna una riduzione del<br />

carico fiscale anche per le persone fisiche, non fosse altro<br />

che per compensare gli aggravi d’imposte e tasse decisi<br />

mesi fa dal governo proprio quando si entrava nel pieno<br />

della recessione. Purtroppo si è dovuta constatare la frettolosa<br />

superficialità con cui il parlamento, in una decina<br />

di minuti e con un’aula semivuota, ha deciso all’inizio di<br />

giugno di bocciare la proposta dell’UDC. Una proposta che<br />

avrebbe quanto meno meritato maggiore attenzione e una<br />

discussione molto più approfondita.


Il tema<br />

di Alessio del Grande<br />

Pochi mesi fa Lugano ha stanziato 14 milioni di franchi<br />

per il potenziamento dell’aeroporto di Agno; nel maggio<br />

scorso, poi, Comune e Cantone, hanno deciso dei sostegni<br />

finanziari per garantire l’operatività dello scalo confrontato<br />

con un sensibile calo del numero dei passeggeri a causa<br />

della crisi finanziaria. Due chiari segnali finalmente del<br />

riconoscimento dell’importanza dell’unico scalo ticinese,<br />

che negli ultimi decenni è stata, purtroppo, largamente<br />

sottovalutata. Basta pensare alle centinaia di milioni di<br />

franchi profusi senza tanti riguardi dagli enti pubblici per<br />

finanziare gli impianti di risalita, oggi quasi tutti sull’orlo<br />

del fallimento, mentre per lo scalo di Agno, alle prese<br />

anche con i contraccolpi del fallimento della Swissair, si<br />

faceva ben poco. Eppure a parole sono stati tutti sempre<br />

pronti a sottolineare il ruolo chiave dell’aeroporto per un<br />

Cantone che è pur sempre la terza piazza finanziaria della<br />

Confederazione e la cui offerta turistica è stata pure<br />

penalizzata dalle difficoltà di collegamento con il resto<br />

della Svizzera.<br />

Nei fatti Agno è stato lasciato a vivacchiare, non è stato<br />

mai pienamente integrato, quale elemento chiave, in<br />

una più generale strategia di sviluppo cantonale. Lo si<br />

è lasciato sopravvivere, insomma, sperando nell’arrivo di<br />

una qualche compagnia capace di risollevarne le sorti.<br />

Lo stesso allungamento della pista, che permetterebbe<br />

l’atterraggio e il decollo di aerei più grandi, tra un ricorso<br />

e l’altro è stato un tormentone infinito che ha pregiudicato<br />

non poco la crescita dell’aeroporto. Fortunatamente<br />

ora questo scoglio pare superato. La pista, salvo qualche<br />

sorpresa dell’ultima ora, sarà allungata, il che contribuirà<br />

indubbiamente a far sfruttare meglio e di più le potenzialità<br />

di Agno. C’è da sperare che anche i ricorsi per il nuovo<br />

sistema di luci di sicurezza non si trascinino per le lunghe.<br />

Quello che però serve sin da subito, al di là delle recenti<br />

dimostrazioni d’impegno, è una costante attenzione sul<br />

futuro dell’aeroporto. Ma non solo da parte del Cantone<br />

e della Città di Lugano, ma anche da parte dei principali<br />

comuni ticinesi, poiché il miglioramento continuo,<br />

infrastrutturale e d’immagine, dello scalo è un vettore di<br />

sviluppo per tutto il Cantone.<br />

Oggi ad Agno opera una compagnia, la Darwin Airline che<br />

nonostante non poche difficoltà continua ad assicurare i<br />

collegamenti con i principali aeroporti svizzeri e che continua<br />

ad investire. È di poche settimane fa la notizia che<br />

da luglio la compagnia avrà un nuovo Saab 2000, con cui<br />

potrà potenziare il settore charter e ha, inoltre, attivato<br />

un servizio navetta tra lo scalo e il centro di Milano per<br />

Un aeroporto per far<br />

deCoLLare iL tiCino<br />

portare a Lugano la clientela del Nord Italia. A titolo sperimentale<br />

da agosto ci sarà un volo per l’isola di Lampedusa<br />

che si affianca agli altri collegamenti turistici con Olbia e<br />

Cagliari in partenza dal <strong>Ti</strong>cino. Insomma, Darwin ad Agno<br />

ci crede, come dovrebbe crederci tutto il Cantone.<br />

Sulla carta le potenzialità ci sono eccome. C’è da sfruttare<br />

la complementarietà con un hub internazionale vicinissimo<br />

come Malpensa, ci sono la fascia della clientela business<br />

e dei voli charter e turistici su cui si pùo lavorare,<br />

così come i voli interni sugli scali nazionali che sinora non<br />

sono stati adeguatamente promossi e pubblicizzati. Ancora<br />

non si sa quale sarà il destino di Malpensa. Sebbene sia<br />

stato declassato dall’Alitalia è molto difficile pensare che<br />

il principale scalo lombardo sia dismesso del tutto o che<br />

non faccia gola, come pare, a qualche altra grande compagnia<br />

internazionale. Di Agno come satellite di Malpensa in<br />

questi anni si è parlato spesso e a confortare una possibile<br />

strategia di complementarietà c’è il successo degli scali<br />

regionali o provinciali sviluppatisi proprio all’ombra dei<br />

grandi hub. Anzi, sono stati proprio questi aeroporti minori<br />

che hanno registrato negli ultimi anni la crescita maggiore.<br />

Piccoli, a portata di passeggero, dove per sbarco e imbarco<br />

non bisogna fare chilometri, con check-in veloci e dotati di<br />

tutti i servizi, sono scelti da una clientela sempre più vasta.<br />

Con gli opportuni potenziamenti anche Agno potrebbe<br />

avere queste qualità, che in parte ci sono già, per giocare<br />

la sua partita in una rete aeroportuale insubrica che oggi<br />

si articola su Malpensa, Linate e Bergamo. Con l’allungamento<br />

della pista si potrebbe pure attirare una quota del<br />

traffico charter che sta intasando gli altri aeroporti. Non<br />

meno importante è un’altra possibilità di sviluppo di cui<br />

parla pure da tempo, quella legata alla clientela d’affari.<br />

Si dovrebbe tenere sempre ben presente che Lugano-Agno<br />

è a ridosso di una regione come quella lombarda di nove<br />

milioni di persone, di un’area ad alta densità imprenditoriale<br />

che ha bisogno di collegamenti aerei sicuri, veloci e<br />

affidabili, senza dover stare con il fiato in gola per scioperi<br />

improvvisi, ritardi o inspiegabili soppressioni di voli che<br />

possono mettere a rischio appuntamenti d’affari. Con il<br />

collegamento Agno-Zurigo ogni città europea o qualsiasi<br />

altra destinazione internazionale sono puntualmente a<br />

portata di ticket. Su questa clientela c’è, dunque, un potenziale<br />

vantaggio competitivo da sfruttare sino in fondo. A<br />

patto, però, che s’investa, e parecchio, sullo scalo ticinese<br />

per potenziare le infrastrutture, migliorare i servizi e per<br />

promuoverne qualità e offerta con un’efficace politica di<br />

marketing. Tutte cose che costano.<br />

7


Il tema<br />

aLCUne rifLeSSioni<br />

di ordine generaLe<br />

Ha senso un piccolo aeroporto regionale?<br />

Come già sottolineato nel contributo «Un aeroporto per<br />

far decollare il <strong>Ti</strong>cino», sono gli aeroporti regionali che<br />

hanno avuto la maggiore crescita negli ultimi anni, soprattutto<br />

grazie alla buona accessibilità e alle loro dimensioni<br />

ridotte che permettono di accorciare i tempi<br />

di attesa per l’imbarco e lo sbarco. Questo non riguarda<br />

solo gli aeroporti regionali sufficientemente grandi da<br />

poter ospitare le compagnie aeree low-cost, ma anche<br />

altri di dimensioni più ridotte. Numerosi studi condotti<br />

in vari Paesi europei hanno infatti dimostrato che<br />

anche queste «piccole» realtà possono, a determinate<br />

condizioni, svolgere un ruolo importante per lo sviluppo<br />

economico del territorio.<br />

Perché a determinate condizioni?<br />

Perché ovviamente occorre ragionare in funzione di una<br />

determinata massa critica del territorio, in gradi di offrire<br />

un bacino d’utenza sufficientemente grande. Inoltre,<br />

è necessaria una strategia di base chiara sulla funzione<br />

che un aeroporto del genere deve avere rispetto ad altri<br />

grandi aeroporti vicini e nella realtà in cui è inserito,<br />

ad esempio rispetto agli altri sistemi di trasporto. Non<br />

da ultimo, il modello di finanziamento, in particolare<br />

la suddivisione tra parte privata e parte pubblica, deve<br />

essere stabilito in modo accurato e trasparente. Sono<br />

infatti non pochi i casi in cui i ruoli del privato e dell’ente<br />

pubblico non sono stati definiti con sufficiente chiarezza<br />

già dall’inizio, il che ha portato alla creazione di progetti<br />

zoppicanti, con l’inevitabile intervento, spesso tardivo o<br />

addirittura dannoso, di uno o dell’altro attore.<br />

Vi è una sufficiente sensibilità verso il trasporto<br />

aereo in <strong>Ti</strong>cino?<br />

Visti i tempi lunghi necessari a prendere le misure necessarie<br />

per decidere l’allungamento della pista e rimediare<br />

alle carenze infrastrutturali dello scalo, vi è da credere<br />

che una tale sensibilità non esista. O che comunque<br />

non sia sufficientemente diffusa per poter concepire<br />

un’esistenza «parallela» del traffico aereo, accanto alle<br />

forme di trasporto più diffuse alle nostre latitudini come<br />

l’automobile e il treno. Al di là di eventuali riserve su<br />

orari, tariffe, ecc., non è infatti raro constatare che i<br />

collegamenti da Agno sono ancora relativamente poco<br />

conosciuti o comunque poco considerati, anche presso<br />

chi deve spesso spostarsi per lavoro. Questo stupisce<br />

non poco, visti gli sforzi di comunicazione degli attori<br />

8 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

coinvolti e di chi cerca di sostenere l’aeroporto e chi ne<br />

fa la sua base operativa. Su questo punto occorre lavorare<br />

ancora parecchio, perché la compatibilità dei vari<br />

vettori di trasporto non è qualcosa di particolarmente<br />

strano o esotico, ma è possibile anche per realtà più<br />

periferiche. Inoltre, le riserve quanto all’inquinamento<br />

(anche fonico) creato dal traffico aereo vanno relativizzate,<br />

grazie all’evoluzione tecnologica che ha reso gli<br />

aerei più silenziosi e meno inquinanti rispetto ad altri<br />

mezzi di trasporto, considerando la quantità di emissioni<br />

per rapporto al numero di passeggeri trasportato e ai<br />

chilometri percorsi.<br />

tech-insta:Layout 1 15.1.<strong>2009</strong> 16:16 Pagina 1<br />

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Ospite<br />

Intervista di Lisa Pantini con Renato P. Dellea, Direttore del World Trade Center di Lugano<br />

importanza StrategiCa ed affari<br />

internazionaLi in tiCino:<br />

eCCo SU CoSa Si pUnta<br />

Che funzione ha una piazza d’affari e finanziaria<br />

come Lugano per lo scalo di Agno?<br />

“Mi sarei piuttosto aspettato la domanda contraria:<br />

l’importanza dell’aeroporto per la piazza economica<br />

del <strong>Ti</strong>cino. Parlare solo della città di Lugano mi<br />

sembra limitativo!<br />

In questo caso la risposta sarebbe ovvia: lo scalo<br />

di Agno ha un’importanza strategica per tutta<br />

la regione. L’aeroporto porta in <strong>Ti</strong>cino turismo di<br />

qualità e affari internazionali di cui oggi tutti noi<br />

abbiamo grande bisogno. Naturalmente lo scalo di<br />

Agno deve tener conto della vicinanza di un aeroporto<br />

internazionale e pertanto deve saper servire<br />

una nicchia ben precisa di passeggeri, per i quali<br />

la puntualità, la qualità del servizio e la rapidità<br />

nello svolgimento delle formalità di imbarco sono<br />

aspetti determinanti. È quindi ovvio che senza una<br />

piazza economica attrattiva l’aeroporto non potrà<br />

raggiungere un numero sufficiente di passeggeri,<br />

pronti a pagare il prezzo da «aeroporto boutique»”.<br />

In questi anni si è spesso parlato di potenziare<br />

i voli d’affari, un’idea che però non è decollata.<br />

Cosa fare?<br />

“Portare passeggeri da Lugano a Zurigo per permettere<br />

loro di prendere i voli intercontinentali non<br />

mi sembra particolarmente attrattivo vista la presenza<br />

Malpensa a soli 45 minuti d’auto e dove i<br />

viaggiatori tradizionali trovano già risposta alle loro<br />

necessità. Benissimo fa Darwin Airline a collegare il<br />

<strong>Ti</strong>cino con Zurigo e Ginevra, che sono i centri d’affari<br />

più importanti in Svizzera. Speriamo che presto<br />

possano garantire altri collegamenti diretti verso<br />

capitali economiche europee. Per questo suo impegno,<br />

per la qualità del servizio Darwin Airline merita<br />

l’appoggio e il sostegno di tutta la comunità. Come<br />

già detto, l’aeroporto di Agno deve giocare le sue<br />

carte con passeggeri disposti a pagare il prezzo che<br />

solo una boutique esclusiva può offrire. L’aviazione<br />

privata, con l’introduzione di jet leggeri di nuova<br />

generazione, può rappresentare un’occasione unica<br />

per l’aeroporto di Lugano-Agno. Gli scali milanesi<br />

di Linate e Malpensa sono ormai saturi, mentre la<br />

domanda di aerotaxi è crescente.<br />

Non penso si possa affermare che l’idea di incrementare<br />

i voli d’affari non sia decollata. Mi risulta<br />

anzi che nelle ultime settimane la frequenza di velivoli<br />

privati sia stata elevata, malgrado la difficile<br />

situazione economica renda questo tipo di investimento<br />

particolarmente delicato per l’importante<br />

impiego di capitali che normalmente comporta.<br />

D’altronde anche l’infrastruttura «eternamente<br />

provvisoria» del nostro aeroporto non è mai stata<br />

adattata alle esigenze di questo tipo di cliente. Mi<br />

risulta, infatti, che più di un proprietario sarebbe<br />

ben contento di poter riparare il suo jet da 30/40<br />

mio di $ in un hangar, soprattutto in inverno”.<br />

Attorno allo scalo pare stiano maturando degli<br />

importanti investimenti immobiliari, ci sono delle<br />

prospetti vive concrete che si realizzino?<br />

“I progetti ci sono eccome, così come non mancano<br />

gli interessati ad investire. Tuttavia, non è facile trovare<br />

oggi un investitore pronto a rischiare 400 mio<br />

di CHF per un nuovo aeroporto, un nuovo Business<br />

Center, un nuovo albergo e un nuovo centro commerciale.<br />

Le attenzioni del World Trade Center non<br />

si rivolgono più solo verso investitori finanziari. Oggi<br />

discutiamo con fondi specialistici che conoscono il<br />

business degli aeroporti, della gestione alberghiera<br />

e dei centri commerciali. L’idea vincente sarà di un<br />

unico importante progetto, con contenuti complementari,<br />

in grado di attrarre in <strong>Ti</strong>cino imprese internazionali<br />

cui mettere a disposizione un aeroporto<br />

privato. Le Autorità politiche, preposte allo sviluppo<br />

della nostra economia e dell’aeroporto, sono oggi<br />

pronti a sostenere progetti seri”.<br />

9


Ospite<br />

Intervista di Lisa Pantini con Patrick Montalbetti, Managing Director - CEO Lugano Airport SA<br />

Dopo anni di ricorsi e contenziosi amministrativi,<br />

paiono essere superati i problemi per l’allungamento<br />

della pista. Quali saranno i tempi tecnici?<br />

“Nel corso degli ultimi 2 anni Lugano Airport ha valutato le<br />

necessità di sviluppo e di sostanziale mantenimento della<br />

propria infrastruttura. A tale scopo è stato preparato un<br />

documento ricapitolativo degli investimenti con il contributo<br />

dei servizi preposti all’interno della struttura comunale<br />

della Città di Lugano. L’allungamento della pista verso Nord<br />

rientra nel piano summenzionato. Questo allungamento è<br />

comunque un primo tassello del progetto più ambizioso<br />

rappresentato dall’allungamento verso Sud. L’allungamento<br />

a Nord può essere realizzato rimanendo all’interno dell’attuale<br />

perimetro aeroportuale. I tempi di realizzazione sono<br />

dettati da aspetti di natura tecnica tra cui lo spostamento<br />

dei alcune attrezzature adibite alla navigazione aerea di<br />

proprietà di Skyguide, gestore del traffico in avvicinamento<br />

e decollo sull’aeroporto. L’orizzonte temporale, facendo<br />

astrazione di aspetti legali relazionati alla fase di pubblicazione<br />

piani, si situa negli anni 2010-2011.<br />

L’allungamento verso Sud necessita il coordinamento con<br />

il progetto di circonvallazione inserito nel quadro realizzativo<br />

del Piano Trasporti del Luganese (PTL). Questo<br />

aspetto è fondamentale ed i conseguenti tempi di realizzazione<br />

sono sostanzialmente diversi, al momento verosimilmente<br />

valutabili per la metà del prossimo decennio”.<br />

Cosa significherà l’allungamento della pista per lo<br />

sviluppo dello scalo?<br />

“L’allungamento della pista è una passo obbligato per<br />

permettere uno sviluppo della struttura aeroportuale in<br />

linea con l’evoluzione del mercato aereo. In effetti l’attuale<br />

tendenza del settore spinge i vettori ad ottimizzare<br />

i propri costi operativi con velivoli della categoria dei 75<br />

a 90 posti imbarcati. Questi velivoli permettono di offrire<br />

prezzi più concorrenziali alla clientela assicurandosi<br />

pertanto una continuità operativa. Lugano Airport è integrato<br />

nel sistema aeroportuale nord italiano, pertanto<br />

la pressione economica generata dalle offerte alternative<br />

presenti nel sistema devono essere considerate. L’allungamento<br />

pista e la conseguente concorrenzialità tariffale<br />

offerta sono intimamente legate. Dalla realizzazione del<br />

progetto completo Lugano Airport si aspetta un aumento<br />

10 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

anChe L'eConomia<br />

fa SCaLo ad agno<br />

dei passeggeri facenti capo alla struttura permettendo<br />

di conseguenza di garantire a sua volta una sostenibilità<br />

finanziaria della società di gestione.<br />

L’allungamento della pista permette inoltre di aprire la<br />

porta ad un incremento dell’offerta delle destinazioni servite<br />

potendo sfruttare al meglio la capacità di carico dei<br />

velivoli attualmente utilizzati”.<br />

A fronte delle difficoltà attuali, che comprendono<br />

anche l’orario ridotto per i dipendenti, pensa che ci<br />

possa essere un effettivo rilancio per lo scalo?<br />

“Le difficoltà attuali della società di gestione sono legate<br />

alla situazione economica la quale condiziona fortemente<br />

il comportamento dei passeggeri che fanno tradizionalmente<br />

capo ai servizi offerti presso Lugano Airport. Dalle<br />

prime fasi di sviluppo della crisi, Lugano ha denotato una<br />

contrazione della clientela la quale è andata stabilizzandosi<br />

negli ultimi 3 mesi (marzo-maggio ‘09) riprendendosi<br />

dai valori estremi di fine 2008-inizio <strong>2009</strong>.<br />

La tendenza riscontrata presso Lugano Airport sotto questo<br />

aspetto è in linea con analoghe infrastrutture aeroportuali.<br />

È convinzione del management pensare che questo<br />

momento di oggettiva difficoltà economica sia legato al<br />

ciclo negativo dell’economia e che abbia una sua temporalità<br />

limitata. La necessità di mobilità rimane tuttora<br />

invariata, pertanto Lugano Airport, tramite l’introduzione<br />

dell’orario ridotto, vuole fare leva sugli strumenti messi<br />

a disposizione dallo Stato per mantenere il know-how<br />

aziendale rappresentato dal proprio personale in attesa<br />

della ripresa economica.<br />

Che cosa significa questo scalo per l'economia<br />

ticinese?<br />

Lugano Airport deve essere considerata a tutti gli effetti<br />

come una struttura atta a promuovere l’economia e l’attrattiva<br />

del <strong>Ti</strong>cino che include anche una ricaduta di immagine<br />

positiva per chi ha relazioni e contatti internazionali<br />

nell’ambito della propria attività. In questo senso la<br />

ricaduta economica non può essere limitata ad un mero<br />

esercizio di bilancio aziendale. Studi effettuati dalla SIAA<br />

in questo senso hanno permesso di valutare l’apporto<br />

di valore aggiunto annuo rappresentato dall’aeroporto di<br />

Lugano a circa 120 milioni a favore di tutta l’economia<br />

della regione”.


Ospite<br />

Intervista di Lisa Pantini con Paolo Beltraminelli,<br />

Municipale della Città di Lugano e Responsabile Dicastero del Territorio<br />

Un’infraStrUttUra di baSe importante<br />

per Uno SviLUppo deL Cantone<br />

La Città di Lugano è riuscita ad attivare un credito di<br />

14 milioni di franchi per lo scalo di Agno. Come sarà<br />

investito questo stanziamento?<br />

“La Città di Lugano crede fermamente nel proprio aeroporto<br />

e sono contento che il Consiglio comunale abbia condiviso<br />

questa determinazione votando questo considerevole<br />

importo a favore dell’aeroporto, non era per nulla facile.<br />

Il credito permetterà di consolidare le strutture dell’aeroporto<br />

e mantenerle in perfetta efficienza. L’investimento si<br />

può suddividere in due parti:<br />

a. luci di avvicinamento: per potenziare la sicurezza dei<br />

voli si prevede di migliorare il percorso di avvicinamento<br />

all’aeroporto grazie alla posa di nuove luci che si accenderanno<br />

solo in caso di bisogno. Attualmente siamo in fase<br />

di approvazione, la procedura è federale;<br />

b. pavimentazione e allungamento pista: questi lavori completano<br />

le opere già eseguite negli anni scorsi che hanno<br />

permesso di ampliare i piazzali di sosta dei veicoli e creare<br />

una nuova taxi-way per agevolare le manovre di partenza<br />

e atterraggio.<br />

Si tratta di pavimentare a nuovo la pista ed allungarla verso<br />

Nord di circa 100 metri. In questo modo sarà garantita una<br />

maggior sicurezza e una migliore attrattiva dello scalo di<br />

Agno per nuovi velivoli”.<br />

Come vede il futuro dell’aeroporto?<br />

“L’aeroporto per durare nel tempo, soprattutto nei momenti<br />

di crisi, deve disporre di un ampio consenso popolare e<br />

politico. Non è certo un’azienda che genera utili ma un’infrastruttura<br />

di base molto importante, un servizio pubblico<br />

in favore dello sviluppo del Canton <strong>Ti</strong>cino.<br />

La Città di Lugano ha fatto e continua a fare moltissimo,<br />

ma l’importanza cantonale dello scalo è fuori discussione<br />

e presuppone un interesse anche da parte del Cantone.<br />

In questo senso ci sono segnali positivi da parte<br />

del Consiglio di Stato. Questo sostegno è presente anche<br />

in larghi strati della popolazione ed una dimostrazione in<br />

tal senso è rappresentata da un recentissimo sondaggio<br />

presso 500 persone, effettuato dal settimanale Cooperazione,<br />

non certo legato alla lobby del volo, in cui una<br />

larga maggioranza degli intervistati ha espresso il proprio<br />

favore per uno sviluppo dell’aeroporto! Avere in <strong>Ti</strong>cino un<br />

aeroporto che permette di collegare il nostro Cantone con<br />

il resto del mondo con voli di linea grazie all’hub di Zurigo<br />

e connessioni dirette giornaliere con Ginevra e Roma è un<br />

atout straordinario che il <strong>Ti</strong>cino ha ed è invidiato da molti.<br />

Se non ci fosse più questa opportunità sono certo che il<br />

nostro scalo verrebbe a lungo rimpianto.<br />

Certo, la crisi ha colpito la nostra struttura con un calo di<br />

circa il 20% dei passeggeri ma non si può ridurre tutto<br />

solo in termini economici. Grazie al nostro scalo il <strong>Ti</strong>cino<br />

guadagna infatti in attrattività e pari opportunità con il<br />

resto della Svizzera.<br />

Lo scalo di Agno permette, ad esempio, di far atterrare un<br />

Consigliere federale per partecipare ad una conferenza per<br />

poi ripartire e tornare a Berna in serata, oppure permette<br />

ad un ticinese di partecipare ad un meeting a Ginevra e rientrare<br />

il giorno stesso. Un’infrastruttura come l’aeroporto<br />

è per sua natura soggetta a critiche a causa ad esempio<br />

del rumore. Sono però convinto che l’aeroporto di Lugano<br />

con un volume di passeggeri attorno ai 250'000 l’anno<br />

è un alto valore aggiunto per il <strong>Ti</strong>cino ed il disturbo sia<br />

tollerabile. Non dimentichiamo che senza l’aeroporto i 30<br />

ettari di superficie sarebbero senz’altro occupati da altre<br />

attività generatrici di traffico con un impatto ambientale<br />

molto peggiore”.<br />

Quali sono le potenzialità dello scalo ancora da<br />

sfruttare?<br />

“L’aeroporto di Lugano ha ancora un ottimo potenziale,<br />

non dobbiamo infatti dimenticare che le vicissitudini legate<br />

al fallimento Swissair non sono ancora del tutto riassorbite.<br />

Nella regione insubrica, nostro bacino di riferimento<br />

accanto al <strong>Ti</strong>cino, anche se la stragrande maggioranza dei<br />

passeggeri sono <strong>Ti</strong>cinesi, in particolare nelle provincie di<br />

Como e Milano, vi è ancora chi crede che a Lugano non si<br />

atterri più! Accanto ai miglioramenti infrastrutturali occorre<br />

quindi un paziente lavoro di marketing che non è prerogativa<br />

unica della Lugano Airport, ma deve interessare<br />

la Città, il Cantone, le compagnie e gli operatori turistici<br />

ed economici. Un interessante complemento all’aviazione<br />

di linea è rappresentato dall’aviazione generale. Lugano è<br />

uno scalo molto richiesto. Mancano però le infrastrutture<br />

per il ricovero degli aerei (hangar). Trovare finanziamenti<br />

pubblici per queste strutture è molto difficile. Il Municipio<br />

aveva inserito un investimento di circa un milione di franchi<br />

per realizzare degli hangar leggeri, ma il Consiglio comunale<br />

ha stralciato questa posta. Per questo motivo occorre<br />

cambiare strategia coinvolgendo i privati nel finanziamento<br />

di queste opere. L’interesse c’è e stiamo lavorando. In ogni<br />

caso nei prossimi mesi daremo avvio alla revisione del masterplan,<br />

il piano d’indirizzo dell’aeroporto per permettere<br />

di definirne il suo sviluppo al passo con i tempi. Questo<br />

lavoro molto importante dovrà essere compatibile con le<br />

esigenze dei comuni viciniori, Agno, Bioggio e Muzzano in<br />

particolare”.<br />

11


Ospite<br />

Intervista di Lisa Pantini con Sergio Ermotti, Presidente Darwin Airline<br />

CoSì potenzieremo<br />

La noStra Compagnia<br />

Quale funzione può assumere lo scalo di Agno<br />

nel contesto di sviluppo dei piccoli aeroporti che<br />

gravitano attorno ai grandi hub e di cosa avrebbe<br />

bisogno Darwin Airline per salire davvero in quota<br />

da Lugano?<br />

“Nell'ambito di un progetto transfrontaliero, Lugano<br />

Agno deve aspirare a diventare il quarto scalo<br />

nel sistema aeroportuale lombardo (oggi composto<br />

dagli aeroporti di Malpensa, Linate e Bergamo),<br />

destinato in particolare ad accogliere un traffico<br />

prevalentemente di tipo business. Le peculiarità<br />

di Lugano Airport, quali ad esempio il check-in<br />

rapido, la facilità di parcheggio, la celerità delle<br />

operazioni di imbarco e di sbarco dei passeggeri,<br />

devono essere ancor più valorizzate al fine rendere<br />

attrattivo lo scalo di Agno, soprattutto per quei<br />

passeggeri che gravitano attorno alla realtà economica<br />

della regione Insubrica. Quale principale operatore<br />

dello scalo luganese, Darwin si augura che le<br />

infrastrutture aeroportuali vengano, nel prossimo<br />

futuro, potenziate e rese ancor più efficienti. Il<br />

tanto discusso allungamento della pista, sia verso<br />

Nord che verso Sud, risulta condizione imprescindibile<br />

per permettere operazioni con aeromobili<br />

di nuova generazione, con capienza maggiore e<br />

minore impatto ambientale, che possano essere<br />

utilizzate all'interno di un network allargato, che<br />

colleghi Lugano, non necessariamente in forma<br />

diretta, con un numero maggiore di destinazioni<br />

in Europa”.<br />

Non ritiene che quanto offerto da Lugano Airport (in<br />

particolare i servizi, la raggiungibilità, la centralità)<br />

dovrebbe essere più pubblicizzato e promosso,<br />

soprattutto nell'area del Nord Italia? Questo<br />

potrebbe dare ulteriore sostegno agli sforzi in tal<br />

senso fatti da Darwin Airline?<br />

“Darwin Airline, nel corso degli ultimi 18 mesi,<br />

ha intensificato i propri sforzi commerciali e di<br />

marketing attraverso attività ed azioni promozionali<br />

specifiche sul territorio italiano nel bacino di<br />

interesse (province di Como, Varese ed Alta Brianza).<br />

Tali attività, unitamente alle conosciute pro-<br />

12 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

blematiche legate allo scalo di Milano Malpensa,<br />

hanno permesso di raggiungere importanti risultati<br />

per quanto riguarda le destinazioni principali della<br />

compagnia (Roma Fiumicino, Ginevra, Olbia e Cagliari).<br />

Senza ombra di dubbio, un ulteriore sforzo<br />

finanziario e commerciale da parte dell'aeroporto<br />

di Lugano, con il quale vengono già condivise nel<br />

corso dell'anno le principali linee guida, darebbe<br />

ulteriore sostegno agli sforzi della compagnia con<br />

un miglioramento delle performances finanziarie<br />

e commerciali per l'intero sistema aeroportuale”.<br />

Quali sono le strategie future di Darwin Airline su<br />

Lugano e più in generale?<br />

“Nel corso del prossimo trienno 2010-2012 Darwin<br />

Airline proseguirà il piano di rilancio della compagnia,<br />

attraverso il consolidamento delle attività e<br />

delle azioni intraprese a partire dal 2007; parallelamente,<br />

porrà le basi per uno sviluppo tramite un<br />

incremento della flotta (da 4 a 6/7 aerei) con un<br />

graduale posizionamento sul mercato italiano nel<br />

settore "Regional" di terzo livello”.<br />

"Abbiamo intensificato<br />

gli sforzi commerciali e<br />

promozionali sul<br />

bacino Como - Varese e<br />

Alta Brianza"


Biblioteca liberale<br />

di Alessio del Grande<br />

Uno Stato UtiLe<br />

tra SoCietà e merCato<br />

Una concezione pragmatica del ruolo dello Stato, depurata<br />

dalle ideologie e dagli “ismi” che hanno avvelenato la<br />

storia del Novecento. Paolo Del Debbio con l’“Elogio dello<br />

Stato a pendolo” (Rubbettino editore), mette a fuoco la<br />

necessità di una funzione più attenta dei poteri pubblici<br />

a quelle che di volta in volta sono le esigenze reali del<br />

mercato e della società, oscillando tra l’uno e l’altra, ma<br />

con la consapevolezza che è sempre il primo a produrre<br />

quella ricchezza che garantisce il benessere di tutti. Benessere<br />

che solo il libero mercato è in grado di assicurare,<br />

checché ne dicano quanti oggi osannano alla fine del<br />

sistema capitalistico. Ricordando quanto scritto da Marco<br />

D’Alberti sull’attitudine dei pubblici poteri nell’occuparsi<br />

di economia, Del Debbio traccia i passaggi che nelle varie<br />

epoche storiche hanno contrassegnato il rapporto Statomercato-società.<br />

Per arrivare agli anni Ottanta, quando<br />

con il declino di modelli alternativi al capitalismo e con<br />

il consolidarsi della globalizzazione degli scambi, sembrava<br />

essere definitivamente tramontata l’idea stessa<br />

dell’intervento del potere pubblico nell’economia, salvo<br />

ripresentarsi più intrusiva che mai sull’onda dell’attuale<br />

crisi finanziaria. “Perché la politica è fatta così – spiega<br />

–, sente il vento e innalza le vele. Sente il vento della crisi<br />

del mercato e innalza le vele dello Stato. In tempi di bonaccia<br />

innalza le vele del mercato e tende a lisciare il pelo<br />

ai momenti favorevoli dell’economia e ai suoi operatori.<br />

Quando la crisi si presenta, la prima cosa che la politica<br />

fa è di cercare uno o più imputati: il mercato, la finanza,<br />

il capitalismo, i capitalisti, i finanzieri, i banchieri, gli<br />

imprenditori e le multinazionali sono alcuni dei bersagli<br />

critici immediati… Ma non bisogna mai dimenticare che<br />

le deregolamentazioni (al pari delle regolamentazioni) sono<br />

fatte dalla politica stessa. Il mercato non regolamenta<br />

e non deregolamenta”. Il che chiarisce la natura e le vere<br />

cause della crisi attuale, alla cui origine ci sono gli “errori<br />

della politica e dei poteri pubblici – osserva – quando<br />

non, addirittura, l’assenza più o meno totale di essi”.<br />

A questa opportunistica navigazione a vista del potere<br />

statuale e della politica nelle acque dell’economia, Del<br />

Debbio contrappone la rotta ragionata e pragmatica dello<br />

Stato a pendolo: “Dove il pendolo è lo Stato stesso<br />

– scrive –, lo spazio entro il quale si muove è la libera<br />

economia di mercato, il punto dove il pendolo è attaccato<br />

sono le istituzioni sede della decisione politica, i limiti<br />

delle oscillazioni sono indicati da ciò che il Novecento<br />

ci ha insegnato sui rapporti tra Stato e mercato, i punti<br />

di oscillazione massima sono da una parte la presenza<br />

dello Stato in economia e, dall’altra, l’assenza<br />

dello Stato dall’economia… quello<br />

che non è giusto né possibile e che questo<br />

pendolo rimanga fermo in uno dei punti di massima<br />

oscillazione né da una parte né dall’altra… Il pendolo<br />

dello Stato deve oscillare perché le teorie o le prassi che<br />

lo vorrebbero tutto da una parte o tutto dall’altra non sono<br />

più possibili…”. Queste teorie e prassi sono, difatti, frutto<br />

di un pensiero ideologico incapace di leggere e decifrare<br />

la realtà di oggi e quindi anche incapace di offrire le giuste<br />

soluzioni per uno Stato utile allo sviluppo economico<br />

e alla società.<br />

Nella visione di Del Debbio ci sono due capisaldi: una<br />

concezione della giustizia (sociale) che non è compito del<br />

mercato garantire, ma di altre istituzioni, e il principio di<br />

sussidiarietà, quale criterio guida nei rapporti tra Stato<br />

ed economia. Assodato che questi rapporti non sono più<br />

concepibili né teorizzabili in modo ideologico, “… si rende<br />

necessario rivedere il ruolo dello Stato nell’economia<br />

stessa al fine, da una parte, di preservare e incentivare lo<br />

sviluppo dell’economia di mercato capitalistica e, dall’altra,<br />

studiare come lo Stato possa farsi carico di tutti quei<br />

problemi che questo tipo di economia non può risolvere<br />

perché non è nel suo ‘statuto’. In altri termini non si deve<br />

cercare un’alternativa ideologica al capitalismo perché<br />

oggi essa non c’è più: “c’è, invece, da determinare alla<br />

luce dell’esperienza storica e con grande sforzo creativo,<br />

se, come quando e quanto far intervenire lo Stato<br />

nell’economia”. Bisogna, dunque, guardare a queste due<br />

dimensioni non come ad entità statiche, indipendenti dal<br />

loro relazionarsi nella realtà concreta, ma dinamiche.<br />

Con l’avvertenza, sottolinea Del Debbio “… Che lo Stato<br />

non deve oscillare verso la presenza nell’economia per<br />

iperregolamentare, perché è dimostrato che questo non<br />

produce effetti benefici per lo sviluppo dell’economia e<br />

per il rispetto delle regole, ma rallenta l’economia e rende<br />

il quadro giuridico incerto, nebuloso, di difficile applicazione”.<br />

<strong>Ti</strong>tolo: Elogio dello Stato a pendolo.<br />

Stato e mercato nel XXI secolo<br />

Autore: Paolo Del Debbio<br />

Editore: Rubbettino<br />

13


Attualita`<br />

di Angelo Geninazzi, Coordinatore di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere<br />

14 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Una CompenSazione<br />

più Urgente Che mai<br />

Il nostro sistema fiscale progressivo implica che all’aumentare<br />

del reddito di un contribuente la sua imposizione<br />

fiscale aumenti più che proporzionalmente. Il sistema prevede<br />

diverse classi di reddito e tassa con un’aliquota più<br />

elevata chi appartiene ad una fascia di reddito disponibile<br />

più elevato<br />

Senza entrare nel merito dei dibattiti più che mai attuali<br />

sui vantaggi o gli svantaggi dei differenti regimi fiscali, è<br />

però innegabile che il sistema svizzero metta il contribuente<br />

di fronte alla problematica della cosiddetta “progressione<br />

a freddo”. Questo concetto indica un passaggio da<br />

un'aliquota d'imposta ad una superiore (o se si preferisce il<br />

passaggio da una classe di reddito ad una superiore) in seguito<br />

all'aumento del salario nominale, quale adeguamento<br />

all'inflazione. Il tutto non accompagnato da un incremento<br />

del salario reale, dunque al netto del rincaro.<br />

Il sistema attuale<br />

La Costituzione stabilisce che “le conseguenze della progressione<br />

a freddo per l’imposta sul reddito delle persone<br />

fisiche sono compensate periodicamente”. La legge<br />

federale sull’imposta federale diretta (LIFD) prevede di<br />

compensare gli aumenti di reddito nominali ogni volta che<br />

l’indice dei prezzi al consumo aumenta del 7%. L’adeguamento<br />

fiscale più recente di questo 7% è stato effettuato<br />

nell’anno fiscale 2006. Si trattava allora di compensare un<br />

rincaro del 7,6% accumulato in ben 9 anni: tra la fine del<br />

1995 e la fine del 2004.<br />

Un adeguamento tardivo delle aliquote fiscali diminuisce<br />

notevolmente il potere d'acquisto dei cittadini perché il<br />

loro reddito viene per così dire “corroso” dal fisco. Non sorprende<br />

dunque che tra il 1970 e il 2006 il PIL pro capite<br />

sia quadruplicato mentre nel medesimo periodo le entrate<br />

dell’imposta sul reddito pro capite siano sestuplicate.<br />

La compensazione nei Cantoni<br />

Se diamo uno sguardo ai sistemi adottati dai differenti<br />

Cantoni possiamo notare una forte eterogeneità per quel<br />

che concerne le compensazioni della progressione a freddo.<br />

Si passa dalle soglie del 10% per Cantoni come Appenzello<br />

Interno, Glarona, Grigioni, Nidvaldo, Svitto o Vallese<br />

alla compensazione quadriennale del Canton Uri fino alla<br />

compensazione totale per ogni periodo fiscale di Basilea<br />

Campagna e Vaud.<br />

Il <strong>Ti</strong>cino, dove si effettua la compensazione della progressione<br />

a freddo ogni qualvolta l’indice dei prezzi al consumo<br />

raggiunge l’1%, è il Cantone ad aver in assoluto la soglia più<br />

bassa, ad eccezione dei Cantoni che compensano automaticamente<br />

senza basarsi sull’indice dei prezzi al consumo.<br />

Non da ultimo è curioso rimarcare che 12 Paesi OCSE non<br />

dispongono di una regolamentazione specifica in materia.<br />

La riforma<br />

A livello nazionale urge una riforma e riforma… è in corso.<br />

Sul tavolo vi sono due proposte, già passate al vaglio del<br />

Consiglio nazionale nella sessione straordinaria in primavera.<br />

Il Consiglio degli Stati, dopo aver rinviato il dibattito<br />

nella sessione estiva, discuterà le diverse opzioni agli inizi<br />

di agosto. La prima di queste concerne un abbassamento<br />

al 3% del tasso di inflazione che attiva la compensazione,<br />

mentre la seconda prevede una compensazione automatica<br />

annuale. Il Consiglio nazionale si è pronunciato a favore<br />

della proposta di adeguare automaticamente le aliquote al<br />

rincaro. Se il Consiglio degli Stati seguisse, durante la sua<br />

seduta straordinaria agli inizi di agosto, la Camera bassa,<br />

s’introdurrebbe dunque per l’imposta federale diretta la<br />

compensazione automatica di anno in anno. Questa misura,<br />

assumendo un rincaro dello 0,8% (tasso medio degli<br />

ultimi 10 anni), equivarrebbe ad uno sgravio fiscale annuo<br />

che varia tra i 36 e i 108 milioni di franchi.<br />

I vantaggi<br />

I vantaggi di un’introduzione della compensazione automatica,<br />

sarebbero molteplici: oltre a garantire al meglio il<br />

principio dell’imposizione in funzione della capacità economica,<br />

questa formula sarebbe semplice e trasparente.<br />

Inoltre faciliterebbe la pianificazione del budget e la messa<br />

in atto del freno all’indebitamento, permettendo così alla<br />

Confederazione di condurre una politica finanziaria al netto<br />

dell’incertezza che derivava dalla compensazione alla soglia<br />

del 7%: a titolo d’esempio, nel 2006 le entrate fiscali sono<br />

diminuite di oltre 700 milioni di franchi a causa dell’adeguamento<br />

effettuato. Dunque, oltre a semplificare la pianificazione<br />

finanziaria della Confederazione, il nuovo metodo<br />

ridurrebbe l’imposizione fiscale di tutti i contribuenti svizzeri<br />

chiamati alla cassa. Se il Consiglio degli Stati seguisse<br />

la Camera del popolo, sarebbe, in questo periodo per molti<br />

difficile, finalmente una buona notizia.<br />

appaLti pUbbLiCi: maggiore traSparenza e minori CoSti grazie a Simap.Ch<br />

Confederazione, Cantoni e Comuni assegnano ogni anno commesse per un totale di 40 miliardi di franchi. Per avere una<br />

panoramica dei bandi di concorso disponibili, finora era necessario consultare le singole pubblicazioni. Da ora non sarà più<br />

così: la nuova piattaforma internet Simap.ch permette infatti alle imprese di ottenere tutte le informazioni necessarie in<br />

maniera rapida, aumentando la trasparenza e riducendo i costi amministrativi. Nei primi tre mesi dal lancio della piattaforma,<br />

la mano pubblica ha già pubblicato oltre 600 commesse.<br />

Maggiori informazioni su: www.news.admin.ch/message/?lang=it&msg-id=27750


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per PMI<br />

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Attualita`<br />

di Daniela Lepori, Avenir Suisse<br />

Daniela Lepori<br />

16 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

ingegneria: CriSi deLLe voCazioni?<br />

Nella Patria degli inventori, noi svizzeri deteniamo infatti il<br />

primato mondiale di brevetti depositati per milione di abitanti,<br />

anche in questi tempi di crisi la carenza di ingegneri<br />

si fa sentire.<br />

Questo trend negativo prosegue ormai da una decina di anni<br />

e tocca pesantemente anche i nostri Paesi limitrofi. Per<br />

cercare di colmare la lacuna si reclutano ingegneri asiatici<br />

o latino-americani, per lo più sotto contratto a tempo determinato.<br />

Voci critiche non vedono di buon occhio questa<br />

soluzione di corto-medio termine in salsa elvetica: dispendio<br />

burocratico, dipendenza dalla manodopera estera e difficoltà<br />

d’integrazione culturale sarebbero tra gli elementi<br />

che impediscono di risolvere in modo lungimirante e sostenibile<br />

il problema della mancanza di ingegneri. Altri invece<br />

sostengono il contrario e vedono questa tendenza in modo<br />

sostanzialmente positivo, giudicando la multiculturalità nel<br />

ramo ingegneristico come una linfa vitale di crescita per<br />

tutti che favorisce lo scambio intellettuale e l’innovazione.<br />

A questo proposito vi è da sottolineare che sono sempre<br />

più gli studenti stranieri che frequentano master scientifici<br />

o portano a termine il loro dottorato in Svizzera.<br />

D’altro canto l'Ufficio federale di statistica prospetta che<br />

nel 2012 si sfonderà la barriera dei 200'000 studenti universitari<br />

in Svizzera. Bene, allora possiamo stare tranquilli,<br />

avremo gli ingegneri di cui abbiamo bisogno? Non proprio:<br />

nel 2008 il numero di esami di maturità ottenuti con indirizzo<br />

scientifico è calato del 7% rispetto all’anno prima.<br />

I dati risultano ancora più allarmanti se si pensa che dal<br />

1980 al 2000 le “vocazioni” scientifiche al liceo sono calate<br />

ben del 30%! Chiaramente una maturità scientifica non<br />

preclude nessuna scelta post-liceale ma incanala già un<br />

po' la direzione dei propri interessi. Nel 2007 circa 2’000<br />

giovani con in tasca una maturità (di cui circa un quarto<br />

erano ragazze) hanno deciso di intraprendere uno studio<br />

tecnico a livello accademico in Svizzera. In definitiva, nonostante<br />

il sempre maggiore numero di studenti universitari<br />

e la crescente necessità d’ingegneri la loro cifra rimane da<br />

anni stabile.<br />

Cercansi futuri Einstein disperatamente<br />

Bisogna dire che su diversi fronti si è corsi ai ripari e si sta<br />

cercando di motivare sempre più ragazzi ad intraprendere<br />

una futura carriera tecnica. Le iniziative sono molte e mirano<br />

a diversi target di età e sesso oltre che interlocutori dif-<br />

ferenti: si va dalle settimane dell'innovazione e della tecnica<br />

proposte al liceo, a campionati internazionali di costruzione<br />

per bambini, a lezioni ludico-tecnologiche per bambine, a<br />

proposte di materiale didattico per docenti che possano<br />

avvicinare i più giovani alle materie scientifiche, ecc..<br />

Questi programmi proposti da varie fondazioni, organizzazioni<br />

e ditte sono certamente utili e molto interessanti.<br />

Come ogni campo che fiorisce d’iniziative private e pubbliche<br />

ha bisogno però di coordinazione per permettere ai<br />

destinatari (in primo luogo il corpo insegnante) di avere una<br />

panoramica di tutte le offerte possibili. Proprio a proposito<br />

di docenti: si può affermare che alcune volte essi stessi<br />

rappresentano un ostacolo non sempre facile da sormontare<br />

per questo genere di iniziative. Il poco interesse verso<br />

le materie tecniche (soprattutto da parte delle maestre,<br />

ormai in maggioranza) oltre che alcune reticenze pedagogiche<br />

verso questo tipo di diversivi didattici provenienti dal<br />

“mercato” sono tutti elementi poco fruttuosi per cercare di<br />

individuare e stimolare gli Einstein di domani già in tenera<br />

età.<br />

Spesso non è solo la poca inclinazione o il carente entusiasmo<br />

verso la tecnica a frenare le vocazioni verso l’ingegneria:<br />

bisogna infatti tenere conto delle scelte individuali e<br />

della legittima libertà di non interessarsi alle materie scientifiche,<br />

insomma non per forza tutte le ragazzine devono<br />

ambire alla tuta spaziale dell’ESA!<br />

Quali accorgimenti?<br />

Non credo sia proprio un caso che i diplomati delle scuole<br />

universitarie professionali vengano assunti più volentieri,<br />

secondo uno studio dell’Ufficio federale di statistica, nelle<br />

piccole/medie imprese e preferiti agli universitari, diverse<br />

volte pure nelle ditte più grandi. I diplomati SUP assumono<br />

più velocemente responsabilità rispetto ad un accademico<br />

soprattutto perché hanno bisogno meno tempi di inserimento<br />

professionale e di regola conoscono già molto bene i<br />

trucchi del mestiere. A questo proposito credo che l’offerta<br />

delle materie scientifiche a livello accademico debba essere<br />

maggiormente orientata ai bisogni del mercato offrendo<br />

sempre più formazioni interdisciplinari. In futuro ci sarà un<br />

sempre maggior bisogno di ingegneri con solide basi scientifiche<br />

che si sappiano districare anche in campi atipici per<br />

un tecnico: per esempio informatici che abbiano nozioni di<br />

psicologia per poter sviluppare software adeguati o pagine


Internet a portata del target desiderato. A questo proposito<br />

credo che almeno teoricamente la riforma di Bologna potrà<br />

presto portare i suoi frutti.<br />

La strada che porta verso l’ingegneria è irta di ostacoli e di<br />

sacrifici: un liceale è informato che se decide per esempio<br />

di intraprendere la via verso il politecnico dovrà impegnarsi<br />

molto e sudare diverse camicie. E poi finiti gli studi cosa<br />

avviene? Una volta che si affaccia al mondo del lavoro il<br />

suo prestigio sociale non è neanche lontanamente paragonabile<br />

a quello di un giurista, un economista o un medico<br />

nonostante le pesanti responsabilità che pesano sulle sue<br />

spalle. Eppure è grazie a lui se possiamo muoverci da un<br />

punto A ad un punto B senza intoppi, se possiamo passeggiare<br />

su un ponte sicuro e, se possiamo essere collegati col<br />

mondo 24 ore su 24. Perché anche nei media gli ingegneri<br />

vengono ancora oggi spesso dipinti come dei cervelloni tecnici<br />

senza grandi competenze sociali e capacità di vendita?<br />

La realtà non è questa.<br />

Vista la cronica mancanza di ingegneri che viviamo, un<br />

passo verso la giusta direzione per assicurarci gli ingegneri<br />

autoctoni di domani potrebbe essere quello di rivedere i<br />

loro salari verso l’alto o almeno fare degli sforzi per cercare<br />

di offrire loro un attraente sistema di bonus che stimoli<br />

così l’innovazione. A titolo di esempio: a un anno dalla fine<br />

degli studi i laureati nel settore tecnico, nonostante i simili<br />

se non a volte maggiori sforzi profusi, guadagnano meno<br />

per esempio dei loro colleghi psicologi o farmacisti (media<br />

svizzera nel settore tecnico: 78’000 franchi annui). E a distanza<br />

di cinque anni dal diploma la loro busta paga lievita<br />

sì, ma non nella misura in cui avviene invece per esempio<br />

nelle tasche già più generose dei laureati in economia (solo<br />

+12%, rispetto al +22%). Sarà forse anche questo un motivo<br />

per cui si stima che cinque anni dopo l’entrata nel mondo<br />

del lavoro circa un quarto degli ingegneri non si trova più<br />

a lavorare nel settore tecnico ma ha ceduto alle lusinghe<br />

del terziario: banche, assicurazioni, ditte di consulenza?<br />

Pensiamoci.<br />

Come detto, in Svizzera secondo le statistiche, vanno in<br />

pensione più ingegneri di quelli che si affacciano al mercato<br />

del lavoro. Per cercare di tamponare questa tendenza<br />

favorita anche dal calo demografico e sfruttare le potenzialità<br />

dei suoi collaboratori più anziani, ABB ha lanciato<br />

per esempio un progetto dal titolo “Generation 50 plus”.<br />

L’iniziativa è indirizzata ai suoi collaboratori con pluriennale<br />

esperienza alle spalle che si avvicinano alla pensione e<br />

dà loro la possibilità, grazie ad un’offerta interessante di<br />

restare legato alla ditta anche fino ai 70 anni se egli lo desidera<br />

e la ditta ne abbia la necessità. Quest’opzione offre<br />

più flessibilità sia al collaboratore che al datore di lavoro:<br />

l’ingegnere potrà stabilire liberamente il suo carico di lavoro<br />

e così avvicinarsi in maniera più soft al momento della pensione.<br />

D’altra parte la ditta potrà mantenere nel suo interno<br />

per più tempo il know-how acquisito dal dipendente e dare<br />

la possibilità ad ingegneri giovani di usufruire di questa<br />

funzione di coach/mentor del collaboratore più anziano.<br />

Anche se a volte si ha l'impressione che certe ditte tramite<br />

i loro annunci un briciolo pretenziosi desiderino reclutare<br />

dei “mister perfect” inesistenti, il bisogno di talenti tecnici<br />

anche in un periodo di crisi c’è. E ricordiamoci che colossi<br />

come google con la sua sede europea e IBM con il suo<br />

centro di ricerca nel Canton Zurigo non si sono stabilite in<br />

Svizzera solo per i privilegi fiscali, la stabilità politica, la<br />

connessione internazionale e la centralità geografica ma<br />

anche per l’eccellenza raggiunta dai laureati usciti dai nostri<br />

politecnici e università. Teniamo quindi alta la guardia,<br />

in nome del “Swiss made”.<br />

Cambio di preSidenza aLLa Camera<br />

di CommerCio Svizzera in itaLia<br />

Dopo sei anni, Fabrizio Rindi, Presidente di Julius Baer Italia, ha lasciato la presidenza della Camera di Commercio<br />

Svizzera in Italia. Al suo posto, l'Assemblea Generale, tenutasi a Milano il 16 giugno scorso, ha eletto Giorgio Berner.<br />

Per la Confederazione Elvetica, l'Italia rimane un partner commerciale privilegiato. Nel 2008, in un contesto difficile,<br />

le esportazioni verso la Svizzera sono aumentate dell'8,9% (dati ICE/Istat), consolidando la posizione come secondo<br />

Paese fornitore. Per contro, le esportazione svizzere verso l'Italia (terzo Paese cliente) sono aumentate del 4,1%<br />

(dati Dogane Svizzere). Durante il successivo ricevimento, il Console Generale di Svizzera David Vogelsanger, dopo<br />

aver ringraziato Rindi per il suo contributo allo sviluppo dell'interscambio economico e culturale italo-svizzero, ha<br />

fatto il punto sui rapporti tra i due Paesi, che permangono eccellenti. Ospite d'onore della serata è stato Ferruccio<br />

De Bortoli, che ha tenuto una relazione sul tema "L'economia e la società italiana di fronte alla crisi finanziaria".<br />

Per ulteriori informazioni:<br />

Camera di Commercio Svizzera in Italia<br />

Swiss Business Hub Italy, c/o Centro Svizzero, Via Palestro 2<br />

IT - 20121 Milano, Tel. +39 02 76 32 031, Fax +39 02 78 10 84<br />

segreteria.generale@ccsi.it, www.ccsi.it<br />

17


Attualita`<br />

di Stefano Rizzi, Segretario del Distretto PLR di Lugano<br />

18 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

orari di apertUra proLUngati:<br />

iL tiCino è pronto per Un<br />

CompromeSSo ragionevoLe<br />

L’annosa questione degli orari di apertura dei negozi è<br />

finalmente tornata d’attualità con una nuova proposta concreta:<br />

la Legge sull’apertura dei negozi, che dovrebbe<br />

sostituire la Legge cantonale sul lavoro del 1968. Tutti<br />

riconoscono che la società è cambiata, così come le<br />

abitudini dei consumatori, i ritmi lavorativi di tutti gli<br />

impiegati e le aspettative dei turisti. Inoltre il Cantone<br />

<strong>Ti</strong>cino, soprattutto nelle zone di frontiera, è confrontato<br />

con una concorrenza molto forte e che è sempre<br />

pronta a sorprendere con iniziative innovative (si<br />

veda ad esempio www.apertodomenica.com). A pochi<br />

chilometri dal confine i negozi sono<br />

normalmente aperti la sera e la domenica:<br />

anche molti ticinesi apprezzano<br />

questa offerta. Spesso i turisti,<br />

ma anche gli italiani che vengono in<br />

<strong>Ti</strong>cino anche solo per una giornata di<br />

svago, trovano invece le saracinesche<br />

sistematicamente abbassate. Orari<br />

di apertura più estesi sono quindi indispensabili<br />

per soddisfare le nuove<br />

esigenze, ma anche per creare nuovi<br />

posti di lavoro, fattore certo da non<br />

sottovalutare con i tempi che corrono.<br />

Il tema degli orari di apertura dei<br />

negozi si trascina purtroppo da anni<br />

a causa del conflitto tra le richieste di maggiore flessibilità<br />

da una parte e la tutela dei lavoratori dall’altra. Il<br />

nuovo progetto di Legge – presentato dal Dipartimento<br />

Finanze ed Economia nel mese di aprile – condiviso<br />

da Federcommercio, Disti (grande distribuzione) e, in<br />

un primo tempo, dalle associazioni del personale (ad<br />

eccezione dell’UNIA), rappresenta una soluzione estremamente<br />

ragionevole: prevede l’apertura per quattro<br />

domeniche e 3 o 4 giorni festivi già ancorati alla Legge,<br />

e il prolungo dalle 18.30 alle 19.00 nei giorni feriali e<br />

al sabato fino alle 18.00. Le richieste del padronato,<br />

che chiedeva aperture prolungate sino alle 20 o alle 21,<br />

sono quindi state accantonate, dimostrando la chiara<br />

volontà di raggiungere un compromesso equilibrato per<br />

tutte le parti coinvolte. Resta il nodo, che aveva già<br />

bloccato un precedente progetto, del legame tra queste<br />

nuove concessioni e l’applicazione di un Contratto<br />

collettivo di lavoro (CCL): per le associazioni del personale<br />

qualsiasi soluzione sul versante degli orari di apertura<br />

è indissociabile da una migliore regolamentazione<br />

delle condizioni di lavoro. Purtroppo una sentenza del<br />

Tribunale federale relativa al Cantone di Basilea-Città<br />

non permette ai Cantoni di ancorare nella Legge cantonale<br />

anche norme sul diritto dei lavoratori. In pratica<br />

non è quindi possibile prevedere nella Legge cantonale<br />

che la concessione del diritto all’apertura prolungata<br />

sia legata alla sottoscrizione di un<br />

contratto collettivo. Federcommercio<br />

e Disti hanno però assicurato,<br />

nell’ambito delle trattative per la<br />

nuova Legge oggi in discussione, il<br />

proprio impegno per una maggiore<br />

diffusione del CCL, ma i sindacati<br />

hanno nel frattempo già fatto, con<br />

grande sorpresa e delusione, dietrofront.<br />

Per il bene del nostro Cantone, che<br />

ha bisogno di svegliarsi da un torpore<br />

che lo sta asfissiando, speriamo<br />

che le associazioni del personale<br />

scendano presto a più miti consigli,<br />

ma soprattutto che l’autorità cantonale non si presti<br />

al gioco di forza che queste stanno attuando: il Paese<br />

oggi è infatti pronto per accettare un compromesso<br />

ponderato come quello proposto. Per sbloccare le trattative,<br />

considerato il perdurare di questa situazione di<br />

stallo, si potrebbe anche procedere altrimenti, modificando<br />

la Legge federale sul lavoro, in modo da permettere<br />

ai Cantoni di inserire nella Legge un legame<br />

diretto tra il diritto all’apertura e la sottoscrizione di<br />

un CCL. Continuo comunque ad auspicare un accordo<br />

molto prima di un’eventuale modifica della legislazione<br />

federale. Altrimenti vorrebbe dire che il <strong>Ti</strong>cino avrebbe<br />

perso anche in questo campo altri 10 anni, a scapito<br />

di competitività e posti di lavoro.


Attualita`<br />

per Le Start-Up Che oSano di più!<br />

Cari imprenditori,<br />

grazie ad un'iniziativa nazionale dell'Agenzia<br />

federale per la promozione dell'innovazione<br />

CTI, sono stati introdotti dei moduli di<br />

formazione per la promozione delle nuove<br />

imprese innovative e per sensibilizzare<br />

gli studenti sul tema dell'imprenditoria in<br />

stretta collaborazione con tutte le università,<br />

i politecnici e le scuole universitarie<br />

professionali (SUP) svizzere.<br />

Il modulo VenturePlan è rivolto appunto a<br />

promotori di idee imprenditoriali e a startup<br />

ad alto contenuto innovativo e con forte<br />

potenziale di crescita.<br />

Il corso è gratuito e sponsorizzato dall’Agenzia<br />

federale per la promozione dell’innovazione<br />

CTI, allo scopo di sensibilizzare al tema<br />

dell’imprenditorialità.<br />

Inoltre vi collaborano anche la Scuola<br />

Universitaria Professionale della Svizzera<br />

Italiana (SUPSI), l’Università della Svizzera<br />

Italiana (USI) e il Centro Promozione Start-up<br />

(CP Start-up).<br />

Il corso per start-up si terrà sull'arco di<br />

5 giornate presso la Scuola Universitaria<br />

Professionale della Svizzera italiana a Manno,<br />

per ulteriori informazioni potete visitare il sito:<br />

www.venturelab.ch/it/vplan.asp<br />

Chi pUò parteCipare?<br />

I promotori di idee imprenditoriali e le start-up ad alto contenuto<br />

innovativo e con forte potenziale di crescita sono<br />

sostenute gratuitamente da «venturelab» ottemperando a<br />

questi criteri:<br />

• Grado di innovazione: i prodotti o i servizi offerti devono<br />

essere originali e sfruttare le tecnologie<br />

• Potenziale di crescita: l’impresa deve mirare a creare posti<br />

di lavoro qualificati nei prossimi 5 anni<br />

• Ambizione: i promotori mirano ad una rapida espansione<br />

anche sui mercati internazionali<br />

« v e n t U r e p L a n »<br />

Programma del corso<br />

Il programma prevede interventi teorici e testimonianze<br />

pratiche alternate a un lavoro individuale e di gruppo, accompagnato<br />

da coach esperti, e mirato all’elaborazione di<br />

un proprio business plan<br />

giorno 1, 10 Settembre <strong>2009</strong>: viSione e Strategia<br />

• Avviare una start-up<br />

• Formula imprenditoriale<br />

• Fattori critici di successo/insuccesso<br />

• Concetto di strategia<br />

• Fondamenti di gestione strategica<br />

• Vantaggi competitivi e posizionamento<br />

giorno 2, 11 Settembre <strong>2009</strong>: marketing e finanziamenti<br />

• Identificazione dei bisogni / potenzialità di mercato<br />

• Segmentazione<br />

• Marketing-mix<br />

• Pianificazione finanziaria e controlling<br />

• Finanziamenti e investitori per start-up<br />

giorno 3, 17 Settembre <strong>2009</strong>: bUSineSS pLan e CoaChing<br />

• Come si presenta un business plan<br />

• Come si scrive un business plan<br />

giorno 4, 1° ottobre <strong>2009</strong>: CoaChing<br />

• Come si presenta un business plan<br />

• Come si scrive un business plan<br />

giorno 5, 14 ottobre <strong>2009</strong>: preSentazioni e vaLUtazioni<br />

• Requisiti richiesti al business plan di una start-up<br />

• Gruppi di interesse specifici e rispettive esigenze<br />

• Presentazione dei Business Plan dei partecipanti<br />

• Feedback da parte degli esperti e review<br />

Docente responsabile: Siegfried Alberton<br />

Assistente: Andrea Huber<br />

alla fine del corso i migliori business plan sono inoltrati per la<br />

partecipazione a concorso di «venture training».<br />

« v e n t U r e t r a i n i n g »<br />

progetti e feedbaCk individUaLi<br />

• Feedback personale sul Business Plan<br />

• Discussione delle alternative individuali di finanziamento<br />

• Pratica efficace del «Key account management»<br />

• Elaborazione individuale dei processi di acquisizione<br />

• Protezione efficace della proprietà intellettuale<br />

• Diritto e fiscalità: discussione delle questioni individuali<br />

• Gestione di una start-up: costituzione di un Team vincente<br />

• Tecniche di presentazione<br />

• Elaborazione di strategie di espansione internazionale<br />

19


Attualita`<br />

20 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

La mobiLità SoStenibiLe per inCrementare<br />

La reSponSabiLità SoCiaLe d’impreSa<br />

Viaggio tra le aziende per capire evoluzione e tendenze<br />

Nell’ambito della promozione di arcobaleno aziendale sono<br />

principalmente due le aziende di trasporto pubblico<br />

che si occupano attivamente della vendita del prodotto:<br />

le FFS ed AutoPostale. Due aziende che sono costantemente<br />

a stretto contatto con il mondo delle imprese e<br />

con le quali abbiamo quindi voluto capire l’evoluzione e<br />

le tendenze nell’ambito della mobilità sostenibile. Come<br />

è cambiata in questi anni la cultura e la sensibilità delle<br />

aziende verso questo tema? “Lentamente ma in maniera<br />

inarrestabile – spiega Alessio Bianchi, Account Manager<br />

distribuzione e servizi FFS Regione <strong>Ti</strong>cino. È un processo<br />

evolutivo che coinvolge il cambiamento di abitudini, di<br />

mentalità e la consapevolezza che tutti possono contribuire<br />

attivamente a perseguire un obiettivo comune: una<br />

migliore qualità di vita”. Paolo Solari, Responsabile per il<br />

<strong>Ti</strong>cino di AutoPostale Svizzera SA, aggiunge che “il traffico,<br />

il costo del carburante ed una rinnovata sensibilità<br />

ecologica, spingono sempre più le aziende a proporre<br />

ai propri dipendenti nuove alternative all’uso del veicolo<br />

privato per recarsi al lavoro”. Ed il feedback delle aziende<br />

che sposano il concetto di mobilità sostenibile sembra<br />

essere assolutamente positivo, come sottolinea Bianchi:<br />

“Direi addirittura entusiasmante! Oltre che essere concreti<br />

sul tema ambientale, viene offerta ai collaboratori la<br />

possibilità di recarsi al lavoro viaggiando sicuri, puntuali e<br />

a prezzi vantaggiosi grazie al contributo aziendale diretto.<br />

Aree di spazio sacrificate o pensate come parcheggi, vengono<br />

ora rivalutate e rivalorizzate per scopi più redditizi<br />

per l’azienda”. Inoltre, aggiunge Solari, “incentivare la<br />

mobilità sostenibile rappresenta per l’azienda un ritorno<br />

d’immagine positivo. Oltre a ciò, il personale percepisce<br />

tali misure come coinvolgimento attivo dell’azienda per<br />

migliorare le condizioni di lavoro”. E come, allora, non affrontare<br />

il tema della crisi finanziaria attuale, chiedendosi<br />

se questa non stia magari rallentando i progetti di mobilità<br />

avviati dalle aziende. Solari è deciso nel sottolineare<br />

che “di regola i progetti legati alla mobilità sostenibile<br />

prescindono dalla situazione contingente. La prospettiva<br />

copre un lasso di tempo di medio-lungo periodo. Certamente<br />

la situazione congiunturale negativa può spingere<br />

alcune aziende a ridefinire le priorità a scapito dei progetti<br />

di mobilità. Non sono tuttavia rari i casi di ditte che<br />

colgono l’occasione per implementare progetti di questo<br />

tipo, probabilmente anche al fine di mitigare almeno in<br />

parte gli effetti della crescente insicurezza del personale”.<br />

Bianchi, inoltre, evidenzia che “affrontare il tema della<br />

mobilità sostenibile significa creare le basi per trovare<br />

idee e soluzioni innovative, finanziariamente e socialmente<br />

interessanti, per l’azienda stessa e per l’utilizzatore<br />

finale”. In conclusione, Solari tiene a sottolineare che “il<br />

cambio di mentalità è l’aspetto saliente: la fruizione del<br />

mezzo pubblico può e deve diventare l’humus attraverso<br />

cui cresce e si alimenta la responsabilità sociale”.


arcobaleno: la scelta giusta che ti premia!<br />

Grande novità per gli abbonati annuali arcobaleno: sconti,<br />

convenzioni, offerte speciali, concorsi e tanto altro ancora…<br />

è nato il programma fedeltà!<br />

Sport<br />

10% di sconto alla sottoscrizione di un<br />

nuovo abbonamento annuale presso i centri<br />

fitness riconosciuti dalla Federazione Svizzera<br />

dei Centri Fitness che aderiscono all’iniziativa<br />

Servizi<br />

100 Franchi di riduzione sul<br />

costo dell’abbonamento annuale a Mobility<br />

Car Sharing<br />

Corso preferenziale<br />

per il cambio valuta agli sportelli Cambio FFS<br />

presenti in <strong>Ti</strong>cino<br />

….tante altre offerte stagionali, concorsi e<br />

premi. Per scoprire tutte le novità iscriviti<br />

alla newsletter sul sito www.arcobaleno.ch<br />

Formazione e cultura<br />

10% di sconto sui tuoi acquisti alla Melisa nei<br />

punti vendita di Bedano, Grancia, Locarno e Lugano<br />

50% di sconto su una selezione di corsi<br />

proposti dai Corsi per adulti del DECS e legati al<br />

tema dell’ecologia e della qualità della vita<br />

Abbonamenti a tariffa ridotta<br />

nei Teatri convenzionati<br />

Viaggi e tempo libero<br />

10% di sconto per viaggi di una giornata e<br />

5% di sconto per viaggi con durata superiore<br />

inclusi nel programma Viaggi e vacanze di<br />

AutoPostale<br />

5% di sconto sull’offerta viaggi di più giorni<br />

delle Autolinee Bleniesi<br />

40% di sconto sulle corse in battello della<br />

Società Navigazione del Lago di Lugano<br />

50% di sconto sui biglietti<br />

della Funicolare Monte Bré<br />

Fino al 30% di riduzione sulle prestazioni<br />

supplementariRailAway in <strong>Ti</strong>cino<br />

Il programma fedeltà arcobaleno è riservato ai possessori di un abbonamento annuale arcobaleno. Salvo diversa indicazione, per beneficiare delle convenzioni è sufficiente esibire il<br />

proprio abbonamento, in corso di validità. I premi ed i benefici connessi al programma non sono convertibili in denaro. La Comunità tariffale <strong>Ti</strong>cino e Moesano non è responsabile della<br />

qualità delle prestazioni erogate dai partner. Non si tiene corrispondenza in merito ai concorsi promossi in abbinamento al programma fedeltà. I dettagli del programma fedeltà, la validità<br />

delle convenzioni stipulate, il regolamento applicabile per le singole convenzioni e l’elenco dettagliato dei partner convenzionati sono consultabili sul sito www.arcobaleno.ch.


Attualita`<br />

Comunicato stampa<br />

22 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

La “notte bianca” della formazione: 24 ore no stop di eventi<br />

feStivaL deLLa formazione <strong>2009</strong><br />

Dalle 17 di venerdì 11 alle 17 di sabato 12 settembre <strong>2009</strong><br />

Maggiori dettagli su: www.festivalformazione.ch<br />

È una novità assoluta quella in calendario dalle 17 di<br />

venerdì 11 alle 17 di sabato 12 settembre <strong>2009</strong>, con una<br />

24 ore no stop completamente dedicata alla formazione<br />

continua e alle molteplici possibilità di apprendimento<br />

che esistono nella Svizzera italiana. L’iniziativa promossa<br />

a livello nazionale dalla Federazione svizzera per la<br />

formazione continua (FSEA), che in <strong>Ti</strong>cino trova la collaborazione<br />

della Conferenza della Svizzera italiana per la<br />

formazione continua degli adulti (CFC), è un’interessante<br />

occasione per tutta la popolazione che potrà partecipare<br />

gratuitamente a una o più attività organizzate da istituzioni<br />

pubbliche, scuole private, musei, compagnie teatrali,<br />

associazioni e club di vario tipo, enti benefici, imprese,<br />

aziende o piccoli artigiani che aderiscono al progetto.<br />

Tradotto nella pratica significa che verrà offerta a tutti<br />

i cittadini senza distinzione una possibilità concreta –<br />

in un’operazione di sensibilizzazione e promozione della<br />

formazione continua – di provare e cimentarsi in attività<br />

ludiche, culturali, ricreative, sociali o sportive nell’ottica<br />

di tenersi sempre aggiornati e attivi. Già, perché la formazione<br />

continua non è solo quella che si apprende sui<br />

banchi di scuola, ma è costituita da tutte le esperienze<br />

che permettono di acquisire competenze e conoscenze<br />

ulteriori. Tutto può essere formazione continua: dall’osservazione<br />

delle nebulose planetarie alla gita fuori porta<br />

alla ricerca di erbe medicinali, passando per un ballo<br />

sfrenato al ritmo di cha-cha, sino alla classificazione di<br />

francobolli.<br />

Per la piena riuscita della manifestazione, e per arricchire<br />

ancora maggiormente il ventaglio delle offerte, la FSEA<br />

rivolge l’invito a chiunque abbia un’attività da presentare<br />

di aderire alla manifestazione. Ventiquattro ore di eventi<br />

di formazione che possono comprendere – ma sono solo<br />

alcuni esempi – percorsi nel paese sui passi della storia<br />

locale; porte aperte “attive” per scoprire i processi di produzione<br />

di imprese e aziende; momenti di attività creative<br />

(modellismo, lavorazione del legno e dei metalli, bricolage)<br />

e gastronomiche. E ancora: visite guidate ai musei e agli<br />

atelier di artisti ma anche ad agriturismi o fattorie; gite<br />

in bicicletta per la città; escursioni in aree naturalistiche;<br />

meditazione e yoga in boschi; cerimonia del thé al parco o<br />

una lezione di inglese per i bambini. Insomma, per fare e<br />

provare, basta lasciare spazio alla fantasia.<br />

La 24 ore di attività si configura come una piattaforma per<br />

sviluppare le reti della formazione continua, prerogativa<br />

indispensabile nel contesto della società contemporanea<br />

in piena evoluzione. La manifestazione rientra nell’ambito<br />

del Festival della formazione che, organizzato con cadenza<br />

triennale sull’arco di dieci giorni, da quest’anno si arricchisce<br />

di questo nuovo tassello grazie al quale tutta la<br />

Svizzera sarà idealmente unita per apprendere e crescere<br />

assieme. La giornata del Festival della formazione è una<br />

campagna di sensibilizzazione alla formazione continua<br />

organizzata sotto l’egida dell’UNESCO. In Svizzera è patrocinata<br />

dal Forum svizzero per la formazione continua<br />

e l’organizzazione nazionale è affidata alla Federazione<br />

Svizzera per la formazione continua degli adulti FSEA.<br />

Le persone, le reti, le istituzioni e le associazioni che<br />

intendono proporre un’attività per la giornata del Festival<br />

della formazione possono contattare, il Segretariato<br />

regionale della FSEA/CFC a Lugano che si occuperà del<br />

coordinamento e della campagna di lancio dell’evento.<br />

Responsabile del progetto per la Svizzera italiana è Francesca<br />

Di Nardo, raggiungibile allo +41 91 950 84 16 o<br />

al seguente indirizzo di posta elettronica:<br />

francesca.dinardo@alice.ch.<br />

Maggiori informazioni<br />

Segretariato CFC/FSEA<br />

Via Besso 84, 6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 950 84 16<br />

Fax +41 91 960 77 66<br />

www.conferenzacfc.ch<br />

www.festivalformazione.ch


Eventi<br />

Samih SawiriS oSpite deLLa CC-ti<br />

Il prossimo 4 settembre la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> incontra il noto imprenditore<br />

egiziano<br />

Il 4 settembre <strong>2009</strong>, alle ore 16.30 presso il Grand Hotel<br />

Eden a Lugano, si terrà un interessante incontro con<br />

il noto imprenditore egiziano Samih Sawiris. L’evento,<br />

organizzato dalla Camera di commercio, dell’industria,<br />

dell’artigianato e dei servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino (<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>),<br />

sarà aperto al pubblico e costituirà un’occasione privilegiata<br />

per conoscere da vicino questa interessante figura<br />

imprenditoriale di fama mondiale, che parlerà delle sue<br />

varie esperienze professionali ed evidentemente anche<br />

del grande progetto turistico previsto ad Andermatt. Dopo<br />

il suo intervento, Samih Sawiris sarà a disposizione<br />

delle domande del pubblico nel quadro di un dibattito<br />

moderato da Giancarlo Dillena, direttore del Corriere del<br />

<strong>Ti</strong>cino. L’entrata sarà libera, ma dato il numero di posti<br />

limitato sarà necessaria l’iscrizione, secondo modalità<br />

che verranno comunicate in seguito.<br />

La notorietà di Samih Sawiris è legata soprattutto alla sua<br />

pluriennale esperienza nel campo turistico e nel settore<br />

immobiliare. Egli si è laureato in Economic Engeneering<br />

presso l'Università di Berlino. É Presidente del Consiglio<br />

d’amministrazione dell’Orascom Development Holding<br />

AG (ODH) con sede ad Altdorf. La società è quotata alla<br />

Borsa svizzera. Sawiris ha riscosso un notevole successo<br />

con la costruzione di centri turistici tra cui El Gouna,<br />

una località turistica sul Mar Nero. Questo eccezionale<br />

progetto architettonico comprende numerosi alberghi di<br />

diverse categorie, molte discoteche, una spiaggia di 10<br />

km, centri sportivi, scuole internazionali, un ospedale,<br />

un aeroporto, ecc. Egli è promotore di un progetto simile<br />

denominato “Nuova Andermatt”, di dimensioni senza<br />

precedenti per quanto riguarda il territorio alpino elvetico.<br />

Sawiris intende infatti trasformare la piccola località sciistica<br />

del canton Uri in un centro di spicco del turismo<br />

alpino.<br />

Il suo gusto per le sfide apparentemente impossibili e per<br />

il rischio ne fanno una personalità di indubbio interesse.<br />

Le sue idee di respiro globale applicate all’economia locale<br />

potranno sicuramente dare spunti interessanti a tutti<br />

i partecipanti.<br />

“Una giornata”<br />

per fare bUSineSS in Cina<br />

Lunedì 21 settembre <strong>2009</strong> dalle ore 16.30, in collaborazione<br />

con Osec, Credit Suisse ed Euler Hermes<br />

avremo il piacere di accogliere degli ospiti-relatori<br />

che contribuiranno con la propria esperienza al dibattito<br />

sulle opportunità di business in Cina da diversi<br />

punti di vista, ognuno apportando dettagli sul settore<br />

in cui opera.<br />

Silvio Tarchini, CEO Fox Town Factory Stores, sarà<br />

il primo ospite ed avvierà il tema presentandoci la<br />

sua esperienza personale. Seguirà la discussione<br />

sulla protezione di marchi e brevetti in Cina con la<br />

testimonianza della nota ditta ticinese Premec SA<br />

rappresentata da Luca Ossola, Administration and<br />

Controlling Manager.<br />

Quale ulteriore ospite avremo quindi Jürg Michel, CEO<br />

Würth Finance Group, che ci parlerà della sua perso-<br />

nale esperienza di business in Cina.<br />

Un altro tema importante riguarda l’assicurazione<br />

dei crediti, presentato da Christian Gabriel, Head of<br />

Sales and Commercial, Euler Hermes Kreditversicherungs-AG.<br />

Il Credit Suisse ci presenterà il mercato bancario e<br />

finanziario e le opportunità d’investimento nell’Impero<br />

di Mezzo.<br />

Last but not least, Claudio Mazzucchelli, Direttore<br />

Swiss Business Hub China illustrerà le misure adottate<br />

dal governo cinese per fronteggiare la crisi e le<br />

opportunità di business che si presentano alle aziende<br />

ticinesi in questo Paese.<br />

Con questa giornata vorremmo portare un utile contributo<br />

ai nostri soci, indirizzandoli con più consapevolezza<br />

verso il dinamico mercato cinese.<br />

23


Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

CANDIDATO<br />

Signorina<br />

Attestato Federale di Capacità<br />

come Laboratorista in Biologia<br />

con Maturità Professionale.<br />

Diploma di Scuola superiore<br />

alberghiera. Diversi stages<br />

linguistici in Nuova Zelanda e<br />

Germania<br />

Anno di nascita: 1985<br />

Cittadinanza: svizzera<br />

CANDIDATO<br />

Cem Brunetti<br />

Scuola Commerciale di Viganello;<br />

SSIG Scuola Superiore di Informatica<br />

di Gestione a Bellinzona<br />

Anno di nascita: 1973<br />

Cittadinanza: svizzera<br />

CANDIDATO<br />

Signore<br />

Laurea in Storia<br />

Giornalista e esperto in RP,<br />

comunicazione e promozione<br />

eventi<br />

Cittadinanza: svizzera<br />

Anno di nascita: 1958<br />

CANDIDATO<br />

Marja Edelman<br />

Architetto laureata nel 2001.<br />

Master in Architettura<br />

Bioclimatica e Innovazione<br />

Tecnologica per l’Ambiente.<br />

Anno di nascita: 1978<br />

Cittadinanza: brasiliana<br />

24 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

CONOSCENzE LINGuISTICHE CERCA INDIRIzzO<br />

Italiano: madrelingua<br />

Tedesco: buono<br />

Francese: discreto<br />

Inglese: buono<br />

Spagnolo: conoscenze<br />

di base<br />

Italiano: madrelingua<br />

Tedesco: buono<br />

Francese: conoscenze<br />

di base<br />

Inglese: buono<br />

Turco: buono<br />

Spagnolo: conoscenze<br />

di base<br />

Cerca lavoro come impiegata<br />

d'ufficio. Persona flessibile,<br />

affidabile e motivata. Già attiva<br />

nel settore alberghiero quale<br />

assistente di direzione, rispettivamente<br />

nel settore farmaceutico<br />

Esperienza nei diversi settori:<br />

contabilità, crediti commerciali,<br />

gestione del magazzino.<br />

Ha lavorato anche in qualità<br />

di Field support ed Admin Assistant.<br />

Inoltre ha svolto lavori<br />

amministrativi e di segretariato<br />

in diverse aziende.<br />

Cerca lavoro nei settori menzionati<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Corso Elvezia 16<br />

6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 30<br />

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CONOSCENzE LINGuISTICHE CERCA INDIRIzzO<br />

Italiano: madrelingua<br />

Tedesco: buono<br />

Francese: seconda<br />

madrelingua<br />

Inglese: discreto<br />

Spagnolo: discreto<br />

Dopo esperienze di PR nel turismo,<br />

nella comunicazione culturale<br />

e sociale e nella ricerca<br />

fondi, dispone di un ottimo social<br />

network in <strong>Ti</strong>cino, cerca posto<br />

di responsabilità nella promozione<br />

territoriale cantonale<br />

e insubrica o nella promozione<br />

di temi legati all’ambiente, alla<br />

mobilità, ai trasporti, ai nuovi<br />

progetti (Expo e Alptransit), oppure<br />

nella promozione dei rapporti<br />

con l’UE. Spiccato spirito<br />

di iniziativa, capacità di lavorare<br />

in modo autonomo, flessibile,<br />

dinamico e appassionato per<br />

le sfide meno evidenti<br />

Zona Camparano 23<br />

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la.bastide@bluewin.ch<br />

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Portoghese: madrelingua<br />

Italiano: ottimo<br />

Francese: conoscenze<br />

di base<br />

Inglese: ottimo<br />

Spagnolo: buono<br />

Lavoro nel settore della<br />

sostenibilità. Specifiche competenze<br />

nel campo delle strategie<br />

innovative per la diffusione<br />

delle energie rinnovabili e per la<br />

loro integrazione nell’ambiente<br />

urbano e nello spazio costruito.<br />

Passione e abilità nel lavoro<br />

di gruppo, buona<br />

comunicazione,disponibilità<br />

e interesse per lo scambio di<br />

informazioni e apprendimento.<br />

Esperienza nei processi decisionali<br />

e in rapporti con diversi<br />

livelli gerarchici<br />

Via Muggina 15<br />

6962 Viganello<br />

Tel. +41 76 449 88 67<br />

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Per le aziende che fossero interessate disponiamo del curriculum vitae completo, rivolgersi<br />

alla Signora G. Veljkovic, +41 91 911 51 11 o info@cc-ti.ch<br />

Vi rendiamo attenti che le seguenti segnalazioni vengono semplicemente pubblicate<br />

senza alcuna verifica della fonte e quindi garanzie e responsabilità da parte della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>.


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

giornate di ConSULenze individUaLi aLLe aziende SUL braSiLe e SULLa Cina<br />

LUgano, Settembre <strong>2009</strong><br />

Brasile: alternative d’espansione nel maggior mercato del Sudamerica<br />

Lugano, 10 settembre <strong>2009</strong><br />

• porta d’entrata al Mercosur<br />

• i prodotti svizzeri vi godono di un’eccellente nomea<br />

• influenza sempre maggiore sullo sviluppo economico mondiale e notevole potenziale<br />

d’espansione.<br />

Cina: Opportunità malgrado la crisi<br />

Lugano, 21 settembre <strong>2009</strong><br />

• importanti investimenti infrastrutturali<br />

• uno dei maggiori partner della Svizzera nella regione asiatica<br />

• interessanti possibilità d’investimento nell’ambito dell’Esposizione universale<br />

2010 a Shanghai.<br />

Nel corso delle giornate di consulenza proposte alle aziende, avrete l’occasione di fissare un incontro individuale con<br />

i consulenti dell’Osec e con gli specialisti provenienti direttamente dai paesi di riferimento. Le aziende intenzionate<br />

ad espandere le loro attività nei paesi sopra citati o che hanno esigenze concrete non esitino a mettersi in contatto<br />

con l’Osec e a fissare un appuntamento con i suoi esperti!<br />

ContattateCi aL no. teL. +41 91 911 51 37 oppUre tramite e-maiL aLL’indirizzo info.LUgano@oSeC.Ch, Saremo Lieti di fiSSarvi<br />

Un appUntamento.<br />

Accordo di libero scambio EFTA-Canada: in vigore dal<br />

1° luglio <strong>2009</strong><br />

L’accordo di libero scambio stipulato tra gli Stati dell’EFTA<br />

(Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) e il Canada è<br />

entrato in vigore il 1° luglio <strong>2009</strong>.<br />

Tale accordo permette di abolire o ridurre i dazi doganali<br />

sui prodotti industriali e sui prodotti agricoli trasformati.<br />

Contribuisce pertanto a semplificare il commercio con il<br />

Canada, facilita l’accesso da parte delle imprese svizzere<br />

al mercato canadese e ne migliora la competitività. Infatti,<br />

si tratta dell’unico accordo stipulato finora dal Canada con<br />

paesi europei.<br />

I singoli Stati membri dell’EFTA hanno stipulato inoltre accordi<br />

bilaterali con il Canada in ambito agricolo, che prevedono<br />

concessioni doganali per determinati prodotti di base.<br />

Entro al massimo tre anni dall’entrata in vigore della convenzione,<br />

le nazioni dell’EFTA e il Canada intendono avviare<br />

negoziati per una liberalizzazione del commercio transfrontaliero<br />

nei settori dei servizi, degli investimenti e degli appalti<br />

pubblici.<br />

In termini di flussi commerciali, il Canada rappresenta il<br />

terzo partner del nostro paese per il libero scambio, dopo<br />

l’Unione europea e il Giappone.<br />

Un roadshow volto a presentare l’Accordo di libero scambio<br />

è in programma in autunno e farà tappa a Lugano il 19 ot-<br />

tobre <strong>2009</strong>. Informazioni precise seguiranno nella prossima<br />

edizione di <strong>Ti</strong>cino Business.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale dell’economia:<br />

“L’accordo di libero scambio AELS-Canada entrerà in<br />

vigore il 1° luglio <strong>2009</strong>”<br />

www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msgid=26711<br />

Promozione degli investimenti rafforzata tra la Svizzera<br />

e l’Arabia Saudita<br />

L’Osec e la Saudi Arabian General Investment Authority (SA-<br />

GIA) hanno concluso un accordo volto a identificare nuove<br />

opportunità d’affari in Arabia Saudita e in Svizzera e a renderle<br />

note alle imprese. La promozione degli investimenti ne<br />

uscirà rafforzata in entrambi gli stati e lo scambio d’informazioni<br />

sarà incrementato.<br />

Il trattato intende soprattutto intensificare lo scambio d’informazioni<br />

sulle opportunità d’investimento in entrambi i paesi.<br />

In primo piano, si mira a un dialogo attivo tra gli organi decisionali<br />

riguardo alle possibilità d’investimento e d’affari, ma<br />

anche in materia di strategie d’investimento, direttive, norme,<br />

attività promozionali e sostegno nel quadro di missioni<br />

economiche. Tali missioni in Arabia Saudita sono pianificate<br />

a partire dall’autunno <strong>2009</strong>.<br />

25


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

L’accordo è da considerarsi in complemento alla convenzione<br />

sulla protezione degli investimenti stipulata tra la Svizzera e<br />

l’Arabia Saudita entrata in vigore il 9 agosto 2008.<br />

L’Arabia Saudita rappresenta il secondo partner commerciale<br />

della Svizzera in Medio Oriente dopo gli Emirati Arabi<br />

Uniti. Nei confronti dell’Arabia Saudita, la Svizzera gode di<br />

un’importante eccedenza commerciale. Alla fine del 2008,<br />

le esportazioni svizzere verso tale paese si attestavano infatti<br />

a CHF 1’645 miliardi, mentre le importazioni dall’Arabia<br />

Saudita verso la Svizzera ammontavano solo a CHF 207<br />

milioni. In confronto all’anno 2006, le esportazioni svizzere<br />

sono aumentate di oltre il 25%.<br />

Osec: informazioni export sull’Arabia Saudita<br />

www.osec.ch/internet/osec/de/home/export/countries/sa/export.html<br />

Sito web della Saudi Arabian General Investment Authority<br />

(SAGIA):<br />

www.sagia.gov.sa/english/<br />

Accordo di libero scambio EFTA-Russia: avvio dei<br />

negoziati nell’autunno <strong>2009</strong><br />

Secondo un comunicato stampa del Dipartimento federale<br />

dell’economia, i ministri dell’EFTA e della Russia hanno<br />

preso atto dei risultati positivi ai quali è giunto lo studio di<br />

fattibilità dell’apposito gruppo congiunto creato nel dicembre<br />

2007. Hanno pertanto incaricato i loro esperti di predisporre<br />

congiuntamente i negoziati di libero scambio. Le parti hanno<br />

altresì convenuto di pubblicare un riassunto del rapporto di<br />

tale gruppo per presentare i principali risultati dei lavori. Le<br />

procedure interne volte a ottenere mandati dalle due parti<br />

sono attualmente in corso e l’avvio dei negoziati è previsto<br />

per l’autunno <strong>2009</strong>.<br />

Lo studio elaborato dal gruppo di lavoro congiunto rileva che<br />

viste le relazioni economiche e commerciali esistenti e la<br />

complementarietà tra le economie delle parti, un accordo<br />

di libero scambio di ampia portata permetterebbe di beneficiare<br />

maggiormente del potenziale degli scambi, sia nel<br />

settore commercio di beni (inclusi i prodotti agricoli e i generi<br />

alimentari) e di servizi, sia nell’ambito degli investimenti.<br />

Studio di fattibilità: “Results of the analysis regarding the<br />

prospective of closer trade and investment relations between<br />

the Russian Federation and the EFTA States”<br />

www.news-service.admin.ch/NSBSubscriber/message/attachments/15689.pdf<br />

Comunicato stampa della Dipartimento federale dell’economia:<br />

“Positivo lo studio di fattibilità di un accordo di libero<br />

scambio AELS-Russia”<br />

www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msgid=26918<br />

Svizzera/Russia: piano d’azione comune per l’economia<br />

All’inizio di luglio, Svizzera e Russia hanno firmato a Mosca<br />

un piano d’azione per la promozione delle relazioni economiche<br />

e commerciali tra i due paesi. Tale piano rappresenta<br />

la base per:<br />

• istituzionalizzare i contatti a livello ministeriale e amministrativo<br />

nonché tra le delegazioni economiche del settore<br />

privato;<br />

• intensificare lo scambio d’informazioni e la collaborazione<br />

a livello amministrativo e tra le associazioni di categoria;<br />

• avviare colloqui per l’elaborazione di nuovi trattati econo-<br />

26 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

mici (in particolare di un accordo di libero scambio, che<br />

dovrebbe essere concluso non appena la Russia entrerà<br />

nell’Organizzazione mondiale del commercio OMC).<br />

Inoltre l’attenzione s’incentra sui seguenti temi:<br />

• promozione d’investimenti e tutela della proprietà intellettuale;<br />

• scambio d’informazioni sulle misure per la promozione<br />

delle PMI nonché tra gli uffici cantonali svizzeri per la<br />

promozione economica e i loro omologhi nelle regioni<br />

russe;<br />

• semplificazione del sistema doganale per beni e trasporti;<br />

• semplificazione delle procedure di certificazione;<br />

• scambio d’informazioni nei settori turistico e bancario.<br />

La Russia abolisce l’imposta sulla cifra d’affari<br />

all’importazione<br />

La Russia ha annunciato l’abolizione dell’imposta sulla<br />

cifra d’affari all’importazione per numerosi macchinari e<br />

apparecchi a partire dal 1° luglio <strong>2009</strong>. La nuova regolamentazione<br />

riguarda un totale di 183 voci, prevalentemente<br />

prodotti senza equivalenti russi. Il decreto governativo<br />

pubblicato recentemente (n. 372) elenca tutti i macchinari,<br />

gli apparecchi e gli accessori esenti da tale imposta. Ne<br />

elenchiamo alcuni di seguito:<br />

• metallurgia: convertitori, macchine per fondere, lamine<br />

per tubi, forni a induzione, macchine utensili;<br />

• costruzione aeronautica: compressori, condizionatori,<br />

pompe, filtri d’aria, ventilatori;<br />

• costruzione navale: motori di comando, caldaie a vapore;<br />

• imballaggi/materie plastiche: macchine a iniezione, per<br />

imballaggio sotto vuoto e in pellicola;<br />

• energia: motori elettrici, generatori, generatori eolici;<br />

• tessili: macchine per il trattamento di filati tessili, telai;<br />

• edilizia: diversi bulldozer, caricatori frontali;<br />

• viticoltura: macchine per la raccolta dell’uva, torchi per<br />

vino e per mosto.<br />

Secondo il decreto, l’elenco delle macchine e degli apparecchi<br />

esentati dall’imposta sulla cifra d’affari all’importazione<br />

potrà essere ampliata oppure ristretta.<br />

Osec: informazioni export sulla Federazione Russa<br />

www.osec.ch/internet/osec/it/home/export/countries/ru/<br />

export.html<br />

L’ungheria annuncia adeguamenti fiscali<br />

Il governo ungherese ha annunciato diversi adeguamenti<br />

fiscali per compensare le minori entrate fiscali, che prevedono<br />

tra l’altro:<br />

• aumento del tasso normale dell’IVA dal 20% al 25% (da<br />

inizio luglio <strong>2009</strong>). Per i generi alimentari di base e il<br />

riscaldamento urbano sarà presumibilmente applicata in<br />

un primo tempo un’aliquota media del 18%;<br />

• riduzione dell’imposta globale sulle società al 19% (dal<br />

2010). L’aliquota ammonta attualmente al 16% cui va<br />

aggiunta una tassa di solidarietà del 4%, per un totale<br />

del 20%;<br />

• calo degli oneri sociali a carico del datore di lavoro (a<br />

partire dal 2010);<br />

• incremento delle aliquote per i redditi alti;<br />

• riduzione delle aliquote per i redditi bassi. Secondo le<br />

prescrizioni delle autorità fiscali, il 90% dei contribuenti


approfitterà di una non meglio definita aliquota ridotta<br />

dal 2010;<br />

• preparazione di un’imposta fondiaria.<br />

Ricordiamo che tra Svizzera e Ungheria è in vigore un trattato<br />

sulla doppia imposizione. Per maggiori informazioni, si prega<br />

di contattare l’Amministrazione federale delle contribuzioni<br />

all’indirizzo e-mail ist@estv.admin.ch.<br />

EORI: sistema di numerazione doganale unitaria per<br />

tutti gli stati membri dell’uE<br />

Dal 1° novembre <strong>2009</strong> vigerà nell’UE un sistema di numerazione<br />

doganale unitaria per la registrazione e l’identificazione<br />

degli operatori economici regolamentato dall’ordinanza (EG)<br />

312/<strong>2009</strong>. Il cosiddetto “Economic Operators Registration<br />

and Identification Number” (EORI) sostituirà i numeri doganali<br />

nazionali finora in vigore.<br />

Il nuovo sistema EORI è una regolamentazione interna<br />

dell’UE. Fondamentalmente per le imprese svizzere che<br />

esportano nell’UE o importano dall’UE non cambierà niente.<br />

La modifica riguarda unicamente le imprese svizzere in<br />

contatto diretto con le dogane di uno stato membro dell’UE<br />

(ossia che provvedono direttamente allo sdoganamento) e<br />

con un numero doganale proprio. Si tratta prevalentemente<br />

di spedizionieri e di taluni esportatori, che sono già stati<br />

contattati dalle autorità doganali europee.<br />

Il numero d’identificazione a 17 cifre sarà composto dalla<br />

sigla dello stato e da dati in sequenza alfanumerica. In determinati<br />

paesi, il numero doganale esistente sarà integrato<br />

nel numero d’identificazione EORI. Presupposto per la generazione<br />

del numero EORI è l’accordo scritto dell’impresa, che<br />

permetterà di inoltrare i propri dati alla banca dati dell’UE.<br />

In particolare è richiesta l’autorizzazione di trasmettere in<br />

futuro i dati principali alla commissione europea affinché, in<br />

caso di necessità, siano a disposizione delle autorità di altri<br />

stati membri.<br />

Ordinanza per la determinazione del codice doganale<br />

dell’UE (Ordinanza (EG) 312/<strong>2009</strong>):<br />

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:<br />

<strong>2009</strong>:098:0003:0023:DE:PDF<br />

Rapporto economico 2008/<strong>2009</strong> Italia<br />

Il rapporto economico relativo all’Italia, edito dall’Ambasciata<br />

Svizzera a Roma, illustra il contesto economico nazionale,<br />

gli accordi internazionali e regionali, il commercio estero, gli<br />

investimenti diretti, la promozione commerciale, economica<br />

e turistica. Elenca inoltre i link utili per informazioni sulle<br />

statistiche, i ministeri, il governo, le autorità di controllo,<br />

la promozione commerciale, le associazioni, le camere di<br />

commercio, i giornali e le agenzie di stampa. Il rapporto è<br />

corredato da tabelle sulla struttura dell’economia, i partner<br />

commerciali e i principali investitori.<br />

Il rapporto può essere scaricato in formato pdf dal sito<br />

dell’Osec come segue:<br />

www.osec.ch/content/internet/osec/it/home/export/countries/it/export.html<br />

> informazioni export > rapporti economici/<br />

settoriali > download<br />

Brasile: il programma d’investimento PAC<br />

All’inizio del suo mandato nel 2007, il Presidente Lula ha<br />

lanciato il “Programma di accelerazione della crescita”<br />

(Programa de aceleração do crecimento, PAC). Tale programma<br />

comprende investimenti per un ammontare di R$<br />

646 miliardi tra il 2007-2010, soprattutto nei settori della<br />

produzione di energia (petrolio, energia idroelettrica) e della<br />

sua distribuzione (elettricità), dell’infrastruttura di trasporto<br />

(autostrade, ferrovie, porti) nonché dell’approvvigionamento<br />

idrico e dell’evacuazione delle acque luride.<br />

In seguito al PAC, il volume degli investimenti del governo<br />

federale è aumentato dallo 0,64% (2006) a più dell’1% del<br />

PIL (2008). Contestualmente, la società petrolifera statale<br />

Petrobras ha incrementato i propri investimenti dallo 0,76%<br />

all’1,1% del PIL. Alcuni progetti del PAC sono realizzati<br />

nell’ambito di partenariati pubblico-privati (PPP) in collaborazione<br />

con imprese private.<br />

Inoltre, a inizio <strong>2009</strong> il Presidente Lula ha lanciato un ampio<br />

programma per la costruzione di un milione di abitazioni<br />

sociali, prevalentemente nel sudest e nel nordest del paese,<br />

con investimenti per un ammontare di EUR 11 miliardi. Le<br />

imprese edili e i fornitori di tali progetti potranno avvalersi<br />

del sostegno dello Stato: la banca nazionale per lo sviluppo<br />

BNDES accorda crediti alle imprese edili e ai fornitori<br />

a determinate condizioni. Inoltre, i materiali da costruzione<br />

saranno provvisoriamente esenti da imposte (IPI).<br />

La presentazione “Major Investment Opportunities in Infrastructure”<br />

può essere scaricata in formato pdf dal sito<br />

dell’Osec come segue:<br />

www.osec.ch/internet/osec/fr/home/export/countries/br/export/invest.html<br />

> informations export > investissements ><br />

téléchargements<br />

uSA: programma di risparmio energetico per gli<br />

ospedali<br />

Gli ospedali americani consumano troppa energia. Per porvi<br />

rimedio è stata pertanto lanciata un’alleanza del Dipartimento<br />

dell’energia statunitense con gli enti ospedalieri, la “Hospital<br />

Energy Alliance”. Scopo dell’alleanza è di sensibilizzare<br />

il settore sanitario e ridurre drasticamente il consumo di<br />

energia elettrica soprattutto negli ospedali, applicando ampie<br />

misure di risparmio energetico. S’intende in particolare<br />

promuovere l’utilizzo di materiali, prodotti e tecnologie di<br />

efficacia energetica in tutti i settori ospedalieri e durante<br />

l’intera durata di vita di un edificio, dall’edificazione alla ristrutturazione<br />

fino all’esercizio e alla manutenzione.<br />

Visto il consumo energetico ancora eccezionalmente alto in<br />

questo settore, le relative prescrizioni richiederanno importanti<br />

investimenti sull’arco di parecchi anni. Attualmente il<br />

consumo energetico degli ospedali statunitensi è 2,5 volte<br />

maggiore di quello degli stabilimenti industriali. La bolletta<br />

elettrica degli ospedali ammonta a 5 miliardi di dollari, il<br />

che rappresenta mediamente l’1% fino al 2% dei costi di<br />

gestione o, a stima, il 15% degli utili ospedalieri.<br />

La “Hospital Energy Alliance” risulta essere la terza alleanza<br />

energetica fondata dal ministero dell’energia statunitense in<br />

stretta collaborazione con il settore privato, in aggiunta ad<br />

accordi analoghi stipulati con i commercianti al dettaglio<br />

e con le principali società immobiliari del paese. Queste<br />

convenzioni fanno parte della “Net-Zero Energy Commercial<br />

Building Initiative”, che ha l’obiettivo di promuovere la costruzione<br />

e l’allestimento di industrie verdi negli Stati Uniti<br />

entro il 2025.<br />

27


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

Rapporto del Dipartimento dell’energia statunitense:<br />

“New Hospital Energy Alliance to Promote Clean Energy in<br />

Healthcare”<br />

www1.eere.energy.gov/buildings/energysmarthospitals/<br />

news_detail.html?news_id=12485%20<br />

Comunicato stampa del Dipartimento dell’energia statunitense:<br />

“Department of Energy Announces the Launch of<br />

the Hospital Energy Alliance to Increase Energy Efficiency<br />

in the Healthcare Sector”<br />

www.energy.gov/news<strong>2009</strong>/7363.htm<br />

Programmi del Dipartimento dell’energia statunitense:<br />

“Hospital Energy Alliance”<br />

www1.eere.energy.gov/buildings/hospital/<br />

Programmi del Dipartimento dell’energia statunitense:<br />

“Net-Zero Energy Commercial Building Initiative”<br />

www1.eere.energy.gov/buildings/commercial_initiative/<br />

Australia: le energie rinnovabili avanzano<br />

L’Australia si prefigge obiettivi ambiziosi nell’ambito della<br />

politica energetica: entro il 2020, il 20% del consumo di<br />

corrente elettrica dovrà essere coperto da energie rinnovabili.<br />

Nell’anno 2006, 20’000 gigawattore sono state generate<br />

con energie rinnovabili (di cui 16’000 GWh con idroelettricità).<br />

Si intende aumentare la produzione annuale a 25’000<br />

GWh entro il 2010 e a 45’000 GWh entro il 2020. Per poter<br />

raggiungere tali traguardi, il governo australiano ha lanciato<br />

diversi progetti di sviluppo delle energie rinnovabili, alcuni<br />

governi regionali hanno quindi chiesto investimenti per l’ulteriore<br />

sviluppo di nuove tecnologie volte allo sfruttamento<br />

di tali fonti. Il bisogno di recupero rimane tuttavia grande<br />

e non vi si potrà rimediare senza sostegni e importazioni<br />

dall’estero.<br />

UIteriori informazioni: “Australian Government / Department<br />

of Climate Change: Australia’s Renewable Energy Target”<br />

www.climatechange.gov.au/renewabletarget/index.html<br />

uE: divieto di cabotaggio abolito per i sette nuovi paesi<br />

dell’uE<br />

Dopo un periodo di transizione di cinque anni, il divieto di<br />

cabotaggio per i sette nuovi paesi dell’UE Estonia, Lettonia,<br />

Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca e<br />

Ungheria è stato abolito a partire dal 1° maggio <strong>2009</strong>. Gli<br />

spedizionieri dei nuovi paesi membri dell’UE possono pertanto<br />

effettuare viaggi di cabotaggio negli altri paesi dell’UE<br />

previa autorizzazione delle autorità competenti dei singoli<br />

stati. Con cabotaggio s’intende il trasporto nonché il carico/<br />

scarico di veicoli stradali all’interno di uno stato in cui lo<br />

spedizioniere non è residente.<br />

La libertà di cabotaggio reciproca è ora pertanto valida in<br />

tutti i paesi dell’UE e dello Spazio economico europeo (Islanda,<br />

Liechtenstein e Norvegia) ad eccezione di Romania e<br />

Bulgaria, che hanno aderito all’UE nel 2007 e il cui termine<br />

transitorio scadrà solo il 1° gennaio 2012.<br />

Ricordiamo che il cabotaggio è vietato alle imprese svizzere<br />

in virtù dell’accordo bilaterale sui trasporti terrestri in vigore<br />

tra la Svizzera e l’UE.<br />

Camera di commercio Steiermark: “Kabotagebestimmungen<br />

in Österreich ab 1. Mai <strong>2009</strong>”<br />

28 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

http://portal.wko.at/wk/format_detail.wk?angid=1&stid=470<br />

396&dstid=2200&opennavid=48081<br />

Doing Business <strong>2009</strong>: Graduatoria mondiale delle<br />

condizioni quadro economiche<br />

Singapore, Nuova Zelanda e USA si sono visti attribuire i<br />

migliori voti nell’edizione attuale del “Doing Business Rating/<br />

Ranking” della Banca Mondiale. La Svizzera ha perso sei<br />

posizioni per rispetto all’anno precedente, slittando al 21°<br />

posto.<br />

Doing Business analizza la qualità delle condizioni quadro<br />

per le imprese in 181 paesi, valutando diversi criteri delle<br />

piazze economiche.<br />

Oltre agli stati sopra citati, nella Top Ten si piazzano Hong<br />

Kong, Danimarca, Gran Bretagna, Irlanda, Canada, Australia<br />

e Norvegia.<br />

I seguenti paesi hanno realizzato progressi importanti e sono<br />

pertanto avanzati nella graduatoria:<br />

Thailandia (da 19° a 13°), Georgia (da 21° a 15°), Arabia<br />

Saudita (da 24° a 16°), Malesia (da 25° a 20°), Azerbaigian<br />

(da 97° a 33°), Ungheria (da 50° a 41°), Emirati Arabi Uniti<br />

(da 54° a 46°), Kirghizistan (da 99° a 68°), Kazakhstan (da<br />

80° a 70°), Macedonia (da 79° a 71°), El Salvador (da 77° a<br />

72°), Tunisia (da 81° a 73°), Cina (da 90° a 83°), Bielorussia<br />

(da 115° a 85°), Albania (da 135° a 86°), Grecia (da 106°<br />

a 96°), Repubblica Dominicana (da 110° a 97 °) e Yemen<br />

(da 123° a 98°).<br />

I seguenti dieci criteri sono stati valutati (con molti sottocriteri):<br />

• fondazione di una società (primi classificati: Nuova Zelanda,<br />

Canada, Australia)<br />

• licenze edilizie (St. Vincent e Grenada, Singapore, Nuova<br />

Zelanda, Belize)<br />

• condizioni d’impiego (Singapore, USA, Isole Marshall)<br />

• acquisto di terreni (Arabia Saudita, Georgia, Nuova Zelanda)<br />

• concessione di crediti (Malesia, Hong Kong, Gran Bretagna,<br />

Sudafrica)<br />

• protezione degli investimenti (Nuova Zelanda, Singapore,<br />

Hong Kong)<br />

• fiscalità (Maldive, Qatar, Hong Kong)<br />

• commercio transfrontaliero (Singapore, Hong Kong, Danimarca)<br />

• contratti (Hong Kong, Lussemburgo, Islanda)<br />

• transazioni (Giappone, Singapore, Norvegia).<br />

Rapporto “Doing Business <strong>2009</strong>”<br />

www.doingbusiness.org/documents/fullreport/<strong>2009</strong>/DB09_<br />

Full_Report.pdf<br />

Rapporto “Doing Business measuring business regulations<br />

/ Economy rankings”<br />

www.doingbusiness.org/EconomyRankings/?direction=Asc<br />

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Commercio estero<br />

di Monica Zurfluh, Responsabile Osec <strong>Ti</strong>cino e Marco Passalia, Responsabile Servizio Export <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

parLiamo di fiere<br />

Le fiere nascono come manifestazioni volte alla compravendita<br />

diretta di mercanzia, spesso abbinate a feste locali. Già nel<br />

Medio Evo, eventi di questo tipo erano sostenuti dalla classe<br />

reggente e godevano dell’esenzione di vari tipi di tributi in<br />

modo da attirare, da una parte mercanti ed artigiani, dall’altra<br />

l’intera popolazione ed i singoli compratori di settore.<br />

Oggigiorno, il concetto originario di fiera continua ad esistere<br />

ed è più che mai attuale, tuttavia il suo modo di manifestarsi<br />

si è evoluto verso formule più dinamiche ed articolate,<br />

come le fiere campionarie, le fiere settoriali e le esposizioni.<br />

Iniziamo col fare qualche distinzione di massima. Innanzitutto,<br />

è importante ricordare che sovente i concetti “fiera”<br />

ed “esposizione” sono impiegati come sinonimi. Se ai più<br />

parrebbe vero affermare che non esista una differenziazione<br />

chiara, dall’altra parte si potrebbe comunque fare chiarezza<br />

introducendo degli elementi distintivi: il tratto caratteristico<br />

delle esposizioni potrebbe essere la loro unicità (si pensi<br />

all’Esposizione Universale di Shanghai 2010 oppure a Milano<br />

Expo 2015); le fiere potrebbero, invece, essere caratterizzate<br />

dalla ripetitività (si pensi alla Hannover Messe o al<br />

Cosmoprof di Bologna). Si potrebbe poi procedere ad un’ulteriore<br />

distinzione, sulla base del pubblico target: da una<br />

parte quello settoriale (rivenditori, concorrenti, ecc.), dall’altra<br />

un pubblico più ampio costituito da tutti i potenziali<br />

acquirenti. Tuttavia, si costata un numero sempre maggiore<br />

di formule piuttosto ibride e flessibili di fiere che si rivolgono<br />

principalmente ad un target settoriale pur aprendo le porte<br />

ad un pubblico più vasto di visitatori interessati e curiosi.<br />

Tra le fiere si distinguono:<br />

- le fiere campionarie, in cui viene data particolare importanza<br />

all’aspetto informativo, mentre i prodotti sono esibiti<br />

quasi esclusivamente come modelli e non come prodotti<br />

finalizzati alla vendita;<br />

- le fiere settoriali, che si impongono sempre di più, eclissando<br />

le cosiddette fiere universali rivolte a più settori<br />

(vedi la Fiera autunnale di Lipsia).<br />

Va infine rilevato che non appartengono alla categoria “fiere”<br />

le conferenze, i convegni o i congressi, definiti perlopiù<br />

come incontri ufficiali degli appartenenti a una categoria per<br />

discutere di un argomento di particolare importanza.<br />

La fiera come strumento di marketing…<br />

La fiera è “marketing live”: ciò che si osserva ogni settimana<br />

al mercato, avviene anche in fiera, solo su più ampia scala. I<br />

vantaggi per entrambi gli attori interessati (ovvero espositore<br />

e cliente) sono evidenti: all’interno dello spazio fieristico il<br />

cliente può prendersi il tempo necessario per farsi una visione<br />

d’insieme del prodotto e dell’azienda, mentre l’espositore<br />

può occuparsi della clientela esistente, presentare l’offerta<br />

a quella nuova, allacciare contatti e monitorare la concorrenza.<br />

Inoltre, la fiera richiama l’attenzione dei media su<br />

tutto il settore.<br />

Naturalmente, questo tipo di effetto non potrebbe essere<br />

raggiunto da una singola azienda tramite altre azioni di marketing.<br />

In altre parole, risulta evidente che le fiere sono uno<br />

strumento di marketing molto efficace, diretto e diversificato.<br />

I risultati della partecipazione a una fiera possono inoltre<br />

tradursi nella consapevolezza della propria posizione sul<br />

mercato, informazione che potrà in seguito essere sfruttata<br />

nella strategia di commercializzazione dei propri prodotti.<br />

… e quale specchio del mercato<br />

Nelle fiere di settore è rappresentata la maggior parte dei<br />

produttori e dei fornitori. Per questo motivo un produttore<br />

non presente alla fiera può perdere sì visibilità sul mercato,<br />

ma soprattutto può perdere in termini di aspettative da parte<br />

del mercato stesso e della sua clientela: prodotto nuovo non<br />

presentato in fiera significa nessun prodotto nuovo; azienda<br />

non presente in fiera significa azienda con problemi finanziari<br />

o senza novità, ecc.). La presenza in fiera, dunque,<br />

oltre a garantire dei benefici diretti traducibili in termini di<br />

marketing, permette di evitare quegli svantaggi potenziali<br />

menzionati poc’anzi che deriverebbero da un’assenza.<br />

Le fiere vivono delle novità presentate dagli espositori. Esse<br />

sono l’occasione ideale per presentare nuovi prodotti, nuovi<br />

design, nuovi procedimenti e nuove tendenze. Le domande<br />

importanti da porsi sono: come reagirà il mercato alle novità?<br />

Che cosa dicono i clienti? Il prezzo è corretto? Ci sono<br />

lacune sul mercato? Come si presentano gli sviluppi e le<br />

novità presso i concorrenti? Anche in questo caso, il contatto<br />

diretto è essenziale: a mo’ d’esempio basti pensare al<br />

fatto che una discussione in fiera con gli altri espositori può<br />

spesso sostituire una costosa indagine di mercato.<br />

FOCuS sulle fiere settoriali<br />

Negli anni le fiere settoriali hanno rubato terreno ad eventi<br />

simili di carattere universale o multi-settoriale. Questo tipo<br />

di fiere spesso richiede sforzi finanziari importanti; ma è<br />

considerato come un investimento pubblicitario redditizio a<br />

condizione che vi sia coerenza tra obiettivi, pianificazione e<br />

realizzazione. Sono necessari:<br />

• buona preparazione (non solo dello stand, ma anche nel<br />

creare interesse ed attesa all’interno del settore);<br />

• obiettivi chiari e realistici (cosa si vuole ottenere?);<br />

• budget, progettazione, logistica (ad esempio nel caso di<br />

macchine occorre coordinare adeguatamente le esigenze<br />

tecniche, logistiche, d’allestimento di documenti e di progettazione);<br />

• attenzione rivolta ai bisogni della clientela;<br />

• comportamento coerente (rispettare sempre gli accordi<br />

presi durante la fiera);<br />

• analisi (l’obiettivo è stato raggiunto?).<br />

Dove trovare informazioni sulle fiere?<br />

www.auma.de<br />

www.expodatabase.com/messedb<br />

www.fierenelmondo.it<br />

www.osec.ch/fiere<br />

non da ultimo presso le associazioni di categoria<br />

ATTuALITÀ:<br />

contributi cantonali per la partecipazione alle fiere<br />

Grazie ai contributi cantonali anticrisi le aziende con sede<br />

produttiva e/o attività di ricerca e sviluppo in <strong>Ti</strong>cino come<br />

pure le associazioni di categoria potranno beneficiare di un<br />

contributo fino ad un massimo di CHF 30’000.- all’anno che<br />

coprirà il 50% del totale dei costi computabili, ovvero la tassa<br />

di partecipazione alla fiera, l’affitto dell’area espositiva e le<br />

spese per la realizzazione o l’affitto dello stand. Tutte le informazioni<br />

saranno a breve consultabili sul sito: www.ti.ch/fiere<br />

29


Fiere internazionali<br />

BioFach 2010<br />

Norimberga, 17 – 20 febbraio 2010<br />

BioFach è l’appuntamento annuale del settore bio. Giunto alla 21a edizione,<br />

conferma ancora una volta il suo ruolo di salone mondiale dei prodotti bio e<br />

attira ogni anno un pubblico di professionisti altamente qualificati che operano<br />

nel settore della trasformazione e del commercio di prodotti bio.<br />

L’edizione del <strong>2009</strong> ha visto la partecipazione di addetti provenienti da 129<br />

paesi e di 46’771 visitatori, di cui il 38% dall’estero. Gli espositori erano<br />

2’744, prevalentemente tedeschi (941), italiani (394), spagnoli (205), francesi<br />

(181) e austriaci (104).<br />

Unitevi allo “SWISS Pavilion” che sarà allestito nella Hall 1 e approfittate di<br />

tutti i vantaggi offerti dallo stand collettivo svizzero!<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

www.biofach.de/<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”:<br />

www.osec.ch > Fiere all’estero > BioFach 2010<br />

Gulfood 2010<br />

Dubai, 21 – 24 febbraio 2010<br />

Gulfood è organizzato a Dubai sin dal 1987 ed è il maggior salone negli Emirati Arabi Uniti per quanto concerne i prodotti alimentari,<br />

le bevande e le attrezzature per il settore alberghiero e della ristorazione. Produttori, rivenditori e fornitori provenienti dal<br />

mondo intero vi si ritrovano ogni anno per dare nuovi impulsi ai loro affari.<br />

Secondo gli organizzatori del Dubai World Trade Centre (DWTC), l’edizione del <strong>2009</strong> ha visto un incremento del 16% di visitatori<br />

rispetto all’anno precedente: infatti, il salone ha attirato ben 45’489 persone provenienti da 152 paesi presso il Dubai International<br />

Convention Centre (DICEC) e presso il Airport Expo Dubai( AED).<br />

Il Golfo è la porta d’entrata di uno tra i mercati con maggior tasso di crescita economica al mondo, che ha generato nel 2008<br />

un PIL pari a 264 miliardi di dollari. Tale crescita è da ricondurre tra gli altri ad una popolazione che aumenta del 7% ogni anno<br />

e conta oggi 5,7 milioni abitanti. La regione è inoltre la destinazione turistica con uno dei tassi di crescita più elevato del globo.<br />

Secondo l’Organizzazione mondiale del turismo, tra il 2000 e il 2006 il numero di turisti che hanno visitato la regione è aumentato<br />

in media del 9,3% l’anno. Dubai è la località maggiormente visitata: nel 2007 si sono registrati ben 7 milioni di visitatori e, se la<br />

tendenza prosegue, il loro numero dovrebbe raggiungere i 10 milioni nel 2010 e i 15 milioni nel 2015.<br />

Tutto ciò a spinto l’Osec ad allestire uno “SWISS Pavilion” al Gulfood per il terzo anno consecutivo. Si tratta infatti della piattaforma<br />

ideale per allacciare nuovi contatti d’affari in questo mercato in piena crescita.<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

www.gulfood.com<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”:<br />

www.osec.ch > Fiere all’estero > Gulfood 2010<br />

Cosmoprof Bologna 2010<br />

Bologna, 16 – 19 aprile 2010<br />

Il Cosmoprof di Bologna, nato nel 1967, rappresenta l’appuntamento mondiale nel settore della profumeria e della cosmetica. Gli<br />

attori del settore vi si ritrovano per presentare e scoprire le nuove tendenze e le innovazioni. Cinque le manifestazioni che oggi si<br />

fregiano del marchio Cosmoprof: Cosmoprof Bologna, Cosmoprof Asia (Hong Kong), Cosmoprof Cosmetica (San Paolo), Cosmoprof<br />

North America (Las Vegas) e Cosmoprof ExpoBeauty (Mosca).<br />

L’eccezionale ventaglio di prodotti illustrati fornisce una visione globale del mercato: vi sono esposti prodotti professionali per<br />

capelli; attrezzature, apparecchiature e prodotti cosmetici per l’estetica; prodotti e attrezzature per ricostruzione unghie; attrezzature<br />

e arredamenti per acconciatori; arredamenti per profumerie; prodotti cosmetici e profumi; accessori per l’igiene e articoli<br />

da regalo; bigiotteria; cosmetici per erboristerie; articoli e novità per acconciatori; packaging; materie prime; tecnologie e servizi<br />

per l’industria cosmetica; prodotti farmaceutici; macchinari vari.<br />

Per l’ottava volta consecutiva, l’Osec allestisce uno “SWISS Pavilion” al Cosmoprof di Bologna destinato alle aziende svizzere<br />

esportatrici del settore. Nell’edizione del <strong>2009</strong>, ben 15 imprese hanno approfittato della visibilità dello stand collettivo svizzero.<br />

Informazioni sul salone Cosmoprof 2010:<br />

www.cosmoprof.com<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”:<br />

www.osec.ch > Fiere all’estero > Cosmoprof 2010<br />

informazioni SUgLi “SwiSS paviLion”: www.oSeC.Ch/fairS<br />

30 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

“SWISS Pavilion” al Cosmoprof: la qualità svizzera<br />

sbandierata!<br />

NB: Agli espositori degli SWISS Pavilion presso le fiere<br />

citate è accordato uno sconto del 10% per prenotazione<br />

anticipata quale misura promozionale nel contesto<br />

dell’attuale situazione economica difficile.


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tecnico-commerciale ticinese:<br />

- L’Annuario AIET (Associazione Installatori Elettricisti <strong>Ti</strong>cinesi)<br />

è edito in lingua italiana, appare ogni 2 anni e<br />

riporta in ordine per distretto e in ordine alfabetico per<br />

società, oltre 100 ditte affiliate all’associazione ticinese<br />

dell’Unione Svizzera degli installatori elettricisti (USIE);<br />

sono inoltre pubblicati articoli sulla professione e sulle<br />

installazioni elettriche.<br />

- Archi è la rivista svizzera di architettura, ingegneria e<br />

urbanistica; organo ufficiale SIA-OTIA, appare con sei<br />

numeri l’anno. Redatto nel Cantone <strong>Ti</strong>cino, Archi è un<br />

collegamento permanente con i luoghi di produzione<br />

culturale e le università, in particolare con l’Accademia<br />

di architettura di Mendrisio, nuovo e importante crocevia<br />

del discorso architettonico e europeo.<br />

- ATTS è la rivista dell’impiantistica, organo ufficiale<br />

dell’Associazione Tecnica Termo-Sanitaria del Cantone<br />

<strong>Ti</strong>cino; appare annualmente con un numero unico e riveste<br />

da sempre un ruolo molto importante nell’ambito<br />

dell’associazione. Vengono trattate importanti tematiche<br />

da professionisti che si sono contraddistinti in questo<br />

ampio settore tecnico.<br />

- Cantieri & Abitare appare con sei numeri l’anno. Da<br />

oltre 30 anni si occupa di grandi cantieri, edilizia, genio<br />

civile, architettura, reportage di aziende che si sono<br />

contraddistinte nel settore. Pubblica articoli su novità,<br />

prodotti, veicoli, macchinari e attrezzature per l’edilizia,<br />

contiene inoltre diverse rubriche nel campo dell’arredamento<br />

interno ed esterno.<br />

- Gestione e servizi pubblici si rivolge ai quadri dirigenziali e<br />

ai collaboratori delle amministrazioni pubbliche del Cantone<br />

<strong>Ti</strong>cino; veicolo pubblicitario molto efficace per le aziende<br />

che desiderano imporsi sul mercato dell’Ente pubblico,<br />

appare con due numeri annuali, in maggio e settembre.<br />

- La Guida turistica ufficiale Lugano – Malcantone – Mendrisiotto<br />

è lo stampato per l'informazione turistica di<br />

base della destinazione Lugano. Essa esce una volta<br />

l'anno, all'inizio della stagione turistica (fine febbraio),<br />

è stampata in 75'000 copie e viene distribuita gratuitamente<br />

al turista tramite diversi canali: per corrispondenza,<br />

uffici del turismo locali, alberghi, campeggi,<br />

ristoranti, datori di alloggio privati, ecc..<br />

- Installatore è l’organo ufficiale della USTSR (Unione<br />

Svizzera dei Professionisti nella Tecnica Sanitaria e di<br />

Riscaldamento); si prefigge lo scopo di fornire a tutti gli<br />

operatori del ramo della Tecnica Sanitaria e di Riscaldamento<br />

mediante articoli redazionali a carattere tecnico,<br />

utili e dettagliate informazioni relative a prodotti, servizi<br />

e tecnologie innovative, con particolare attenzione<br />

rivolta al risparmio energetico; sono inoltre pubblicati<br />

articoli riguardanti argomenti e attività dell’associazione<br />

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- MetallGlass è la nuova rivista annuale edita in lingua<br />

italiana in collaborazione con il segretariato USM (Unione<br />

Svizzera del Metallo) Federazione <strong>Ti</strong>cino e distribuita<br />

in 3'000 copie nel Cantone <strong>Ti</strong>cino; si propone come utile<br />

strumento di informazione e aggiornamento per orientarsi<br />

nell’universo del metallo, del vetro, dei serramenti, delle<br />

facciate continue, degli infissi e della relativa componentistica.<br />

- PLR Informa è il periodico del Partito Liberale Radicale<br />

della Sezione di Lugano, distribuito gratuitamente a tutti i<br />

fuochi di Lugano in 38’000 copie. Pubblicato con 4 numeri<br />

l’anno, PLR Informa vuole raggiungere tutti i cittadini<br />

raccontando e descrivendo quelle che sono le attività della<br />

sezione, gli obiettivi, le iniziative in corso.<br />

- Polizia <strong>Ti</strong>cinese è nata nel 1990 con lo scopo di avvicinare<br />

maggiormente le diverse entità di polizia; oggi è stampata<br />

in 1’350 copie, con 4 edizioni l'anno. La pubblicazione<br />

raggiunge diversi uffici Federali e del nostro Cantone nonché<br />

la maggior parte delle forze di polizia federale, cantonale<br />

e delle maggiori città svizzere.<br />

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gli indirizzi completi delle imprese di costruzioni iscritte<br />

all’Albo Cantonale delle Imprese a garanzia di un corretto<br />

esercizio della professione di impresario costruttore. L’annuario<br />

presenta oltre all’elenco aggiornato delle imprese,<br />

una vasta offerta di contatti inerenti il settore edile e si<br />

identifica quale utile supporto informativo ed elemento di<br />

comunicazione tra committenti, architetti, ingegneri e artigiani.<br />

- suissetec appare ogni 2 anni e riporta in ordine per distretto,<br />

alfabetico per società, le ditte affiliate all’Associazione<br />

Padronale Svizzera Lattonieri e Installatori attive nel<br />

campo delle installazioni sanitarie del riscaldamento, delle<br />

opere da lattoniere e della ventilazione del Cantone <strong>Ti</strong>cino.<br />

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Rivista professionale della costruzione e dell’arredamento<br />

- suissetec <strong>Ti</strong>cino, organo ufficiale dell’associazione suissetec,<br />

appare con due numeri l’anno e si prefigge lo scopo<br />

di fornire ai propri associati e a tutti gli operatori del<br />

settore, mediante articoli redazionali a carattere tecnico,<br />

utili e dettagliate informazioni relative a prodotti, servizi e<br />

tecnologie, con particolare attenzione rivolta alle attività<br />

svolte dall’Associazione.<br />

- <strong>Ti</strong>cino Business è il mensile ufficiale della Camera di commercio.<br />

Propone articoli d’attualità mirati sull'evoluzione<br />

dell'economia, della politica economica e delle normative<br />

in genere. Interventi, opinioni e riflessioni a 360° su argomenti<br />

di attualità cantonale, svizzera e internazionale.<br />

Prese di posizione, dibattiti, argomentazioni, casi pratici,<br />

opinioni autorevoli. <strong>Ti</strong>cino Business permette d'informare<br />

l'imprenditore e il lettore in merito a opportunità per conoscere<br />

nuovi mercati, procedure di consultazione, temi in<br />

votazione, corsi di formazione organizzati dalla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> o da<br />

istituzioni a noi vicine, novità in ambito di import-export,<br />

servizi camerali, eventi e incontri con delegazioni estere.<br />

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PUBBLICITÀ SACCHI si occupa anche, come già detto,<br />

dell’organizzazione di due importanti esposizioni, riconosciute<br />

a livello svizzero; molte sono infatti le aziende<br />

che, anche dalla Svizzera tedesca e francese, decidono<br />

di esporre il proprio prodotto a EDILESPO o TICINO<br />

IMPIANTISTICA, l’una la mostra cantonale dell’edilizia<br />

che ospita, sotto un solo tetto, oltre 150 espositori con<br />

prodotti e novità su materiali e attrezzature edili, arredo<br />

bagni e cucine, sicurezza, energie rinnovabili…; l’altra,<br />

con una sessantina di espositori, è l’esposizione dell’impiantistica<br />

rivolta agli operatori del settore della tecnica<br />

termo-sanitaria e delle energie rinnovabili. Entrambe le<br />

mostre si svolgono ogni due anni alternandosi: EDILESPO<br />

da oltre un ventennio negli anni pari, TICINO IMPIANTI-<br />

STICA da 10 anni in quelli dispari.<br />

2007-2008<br />

33


Vita dei Soci<br />

Comunicato stampa<br />

34 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

100 aUto verdi Contro La CriSi<br />

MES-DEA SA di Stabio ha lanciato il progetto “100 auto verdi contro<br />

la crisi”, un’idea innovativa con benefici sia per i potenziali acquirenti,<br />

sia per i propri dipendenti, visto che genera 30'000 ore di lavoro, sia<br />

per l’ambiente, con una riduzione di CO 2 di 1'250 t<br />

Di questi tempi in cui si parla tanto di crisi economica,<br />

ci sono aziende che hanno trovato il modo di reagire con<br />

coraggio. MES-DEA SA, la ditta di Stabio che conta 240<br />

dipendenti che produce componentistica per automobili,<br />

le batterie ZEBRA ed elettrifica veicoli, ad inizio anno ha<br />

dovuto come molti altri far capo alla riduzione dell’orario<br />

di lavoro. Per superare questo momento, ha deciso di affrontare<br />

la crisi in modo positivo, tramite un investimento<br />

anticiclico a favore di ambiente e società.<br />

L’azione consiste nel mettere in vendita 100 auto elettriche,<br />

a prezzo di costo, con la possibilità di un pagamento<br />

dilazionato su rate mensili di soli 497.- CHF, pagabili in 7<br />

anni. Si tratta di un costo rateale comune a molte altre<br />

automobili, ma con il vantaggio<br />

supplementare di acquistare un’auto elettrica.<br />

Questo progetto è interessante da un punto di vista ambientale<br />

perché è stato calcolato che permette di evitare<br />

l’emissione di 1250 tonnellate di anidride carbonica<br />

(CO 2 ). Da un punto di vista sociale ed economico il vantaggio<br />

è la creazione di 30'000 ore di lavoro (che corrispondono<br />

a ben 15 posti di lavoro per un anno).<br />

Considerando il fatto che si tratta di un progetto di solidarietà<br />

che tocca vari settori della società, viene sostenuto<br />

da organizzazioni di vari ambiti, del calibro del Dipartimento<br />

del Territorio del Canton <strong>Ti</strong>cino, dell’AITI, della Camera<br />

di Commercio del Cantone <strong>Ti</strong>cino, dall’EcoVelClub,<br />

dall’ACS Sezione <strong>Ti</strong>cino, da WayToExpo2015 e dal Centro<br />

di competenze per la mobilità sostenibile – Infovel.<br />

Per diffondere questo progetto oltre al patrocinio delle<br />

organizzazioni citate, è prevista un’ampia campagna promozionale<br />

che prevede la presenza in vari centri commerciali<br />

ticinesi, inserzioni pubblicitarie su giornali e radio e<br />

la creazione di un sito Internet dedicato appositamente<br />

al progetto:www.autoelektra.ch.<br />

Grazie a questo progetto, chiunque si interessa può disporre<br />

di un’auto elettrica a meno di 500.- CHF al mese.<br />

Ricordiamo che il prezzo d’acquisto è oltretutto l’unico<br />

costo importante di un’auto elettrica, visto che poi ha dei<br />

costi di gestione estremamente ridotti: esente dall’imposta<br />

di circolazione in <strong>Ti</strong>cino, sconti fino al 50% sul<br />

premio assicurativo, quasi esente da manutenzione, costi<br />

di rifornimento ridotti a circa 2.- CHF per un pieno. Acquistando<br />

una delle 100 Twingo Elettriche del progetto,<br />

il borsellino dell’acquirente ne risentirà molto positivamente,<br />

così che, rispetto ad un’altra auto, avanzeranno<br />

sorprendentemente dei soldi alla fine del mese che potranno<br />

essere utilizzati per altre attività o semplicemente<br />

messi da parte per qualche progetto futuro. Un ulteriore<br />

beneficio economico, che nel periodo di crisi non avvantaggia<br />

solamente l’azienda che propone il progetto, ma<br />

pure chi decide di aderirvi.<br />

MES DEA opera da diversi decenni nell'ambito della mobilità<br />

sostenibile. Dapprima come divisione interna della<br />

MES di Stabio, poi nel 1999, con l'acquisto della tecnologia<br />

delle batterie ZEBRA da gruppo Daimler come<br />

azienda autonoma.<br />

Il tutto grazie alla innovativa visione del suo proprietario,<br />

il Signor Carlo Bianco, che già dagli anni ‘80 credette<br />

fortemente nell'idea dell'auto elettrica come mezzo di<br />

trasporto di un prossimo futuro. Se oggi l'auto elettrica<br />

è una realtà è sicuramente grazie anche agli sforzi che il<br />

Signor Bianco ha profuso in questi anni.<br />

MES-DEA SA<br />

via Laveggio 15<br />

6855 Stabio<br />

Tel. +41 91 641 53 11<br />

Fax +41 91 641 53 33<br />

info@mes-dea.ch<br />

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Vita dei Soci<br />

Comunicato stampa<br />

36 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

non SoLo riSparmio energetiCo<br />

Il 12 maggio <strong>2009</strong>, si è tenuta, presso il<br />

Mercato Coperto di Giubiasco una serata<br />

informativa dal tema : “NON SOLO RISPARMIO<br />

ENERGETICO”. La serata è stata promossa<br />

dalla Ditta Debrunner Acifer SA di Giubiasco,<br />

che attraverso il suo Direttore (Signor Pier Luigi<br />

Gervasoni) sensibile al momento economico<br />

ed attento alle nuove tecnologie ha promosso<br />

una serie di mini conferenze ad una platea di<br />

addetti ai lavori.<br />

È stato difatti un successo poter avere oltre 150<br />

ospiti appartenenti al mondo edilizio (architetti,<br />

immobiliaristi, impresari ed artigiani) che hanno<br />

voluto testimoniare l’importanza dell’energia,<br />

delle sue nuove fonti e degli aspetti economici<br />

legati ad essa<br />

Sono intervenuti quali relatori:<br />

• l’Architetto UPS Signor Bruno Vitali della e4consulting<br />

SA sul tema delle Minergie (specialista in consulenze<br />

tecniche ed ecologiche che riguardano il sistema involucro<br />

costruttivo ed impiantistico in relazione alle risorse<br />

ambientali e finanziarie),<br />

• il Dott. Signor Jonathan Rezzonico della REnInvest SA<br />

sul tema dedicato al ruolo dello stato nel sostenere il<br />

settore delle risorse energetiche alternative,<br />

• il tecnico SSST Signor Silvano Enne della Debrunner<br />

Acifer SA sul tema tecnico legato alle nuove e diverse<br />

forme energetiche (presentando le diverse tipologie di<br />

prodotti quali: le termo pompe, le caldaie a “pellet”,<br />

l’utilizzo dei pannelli solari, ecc.).<br />

Il programma si è svolto all’interno del Mercato Coperto<br />

di Giubiasco, allestito per l’occasione in due aree distinte,<br />

la prima in funzione della parte “congressuale” con attenzione<br />

particolare alla parte tecnica, la secondo in funzione<br />

di un’esposizione dei prodotti. Gli ospiti sono stati<br />

Il tema della conferenza<br />

Pier Luigi Gervasoni (Direttore Debrunner Acifer SA di Giubiasco) in<br />

compagnia di Alessandra Mezzadri della GSG Event SA


un momento della manifestazione<br />

Lo spazio allestito per la conferenza presso il Mercato Coperto di<br />

Giubiasco<br />

accolti con un piccolo aperitivo, invitati a seguire i vari<br />

esposti dei relatori presenti ed in seguito hanno potuto<br />

visitare l’esposizione di prodotti relazionando tra loro<br />

ed approfittando della consulenza del personale della<br />

Debrunner Acifer SA per tutte le specifiche tecniche.<br />

Il tutto accompagnato da un servizio banchetti stico<br />

in stile Finger Food e da un simpatico ed apprezzato<br />

sottofondo musicale.<br />

Un successo ed uno stimolo per il futuro, pieno d’energia!<br />

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37


Vita dei Soci<br />

di Erwin Städler, Responsabile regionale della Svizzera italiana per ÖKK<br />

38 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

tUteLare L’azienda<br />

e i SUoi CoLLaboratori<br />

In Svizzera, è l’azienda a decidere se<br />

stipulare un’assicurazione d’indennità<br />

giornaliera causa malattia a favore dei propri<br />

collaboratori. La legge impone unicamente<br />

una copertura minima. Ma in casi gravi,<br />

tale regolamentazione minimale può avere<br />

conseguenze rovinose sia per il dipendente<br />

sia per l’azienda<br />

Se un dipendente è vittima di un infortunio e, di conseguenza,<br />

si assenta per un determinato periodo dal lavoro,<br />

in base alla legge svizzera risulta, da un punto di vista<br />

tecnico-assicurativo, meglio assicurato rispetto a quando<br />

resta a casa per malattia. Ecco perché l’assicurazione<br />

contro gli infortuni è obbligatoria per tutte le imprese<br />

e include le spese di cura. In tal modo ogni azienda è<br />

protetta da perdite di guadagno a breve e a lungo termine<br />

grazie alle indennità giornaliere e alle rendite.<br />

Quando un dipendente si assenta per malattia, possono<br />

delinearsi situazioni differenti, a seconda che la ditta<br />

per cui lavora abbia o meno stipulato un’assicurazione<br />

d’indennità giornaliera per malattia. In Svizzera questa<br />

copertura non è obbligatoria, la legge impone unicamente<br />

una copertura minima. Ai sensi del Codice delle obbligazioni,<br />

affinché il datore di lavoro sia obbligato a continuare<br />

a pagare lo stipendio, il rapporto di lavoro deve durare<br />

più di tre mesi. Nel primo anno di servizio il dipendente<br />

ammalato ha diritto al salario per tre settimane; successivamente<br />

per un periodo calcolato in proporzione. Se un<br />

collaboratore è inabile al lavoro per lungo tempo possono<br />

registrarsi grosse perdite di salario, anche perché il<br />

ricorso sia alla AI sia alla LPP può avvenire solo dopo un<br />

anno. Tale lacuna può rivelarsi rovinosa per il dipendente<br />

interessato.<br />

Minimizzare il rischio<br />

Ma anche per l’azienda può rappresentare un onere finanziario<br />

gravoso se il datore di lavoro deve continuare a pagare<br />

lo stipendio anche in assenza di forza lavoro. Un’impresa<br />

non può sapere in anticipo quanti collaboratori si<br />

ammaleranno e nemmeno stimare a quale importo può<br />

ammontare la continuazione del pagamento del salario.<br />

Se, al contrario, ha stipulato un'assicurazione facoltativa<br />

per indennità giornaliera per malattia, sa che pagherà<br />

solo i premi e le uscite si limiteranno alla continuazione<br />

del pagamento del salario per il periodo di carenza<br />

concordato. L’assicurazione ha dunque effetti positivi per<br />

entrambe le parti: il dipendente deve unicamente sopportare<br />

perdite di salario minime e il datore di lavoro è<br />

assicurato contro il rischio di dovere pagare il salario per<br />

tanti mesi, nonostante la mancata prestazione di lavoro.<br />

Adeguare la copertura assicurativa alla crescita<br />

dell’azienda<br />

Solitamente le assicurazioni vengono stipulate in un determinato<br />

momento, ma poi non vengono più riesaminate<br />

per diverso tempo. È importante che l’azienda adegui la


copertura assicurativa alla crescita dell’esercizio. In caso<br />

di buon andamento degli affari, vengono assunti più dipendenti<br />

e di conseguenza l'ammontare degli stipendi da<br />

versare aumenta. Nell’assicurazione contro gli infortuni<br />

secondo la LAINF ad esempio si assicura un salario fino<br />

a 126’000 franchi per anno. Una tale copertura in genere<br />

è sufficiente per la maggior parte delle aziende appena<br />

avviate. Dopo un paio di anni, la situazione potrebbe essere<br />

diversa. Quindi è importante riesaminare le assicurazioni<br />

assieme al consulente alla clientela e adeguarle<br />

di conseguenza.<br />

reinSerimento neL Lavoro<br />

Se un dipendente ammalato ha tempi lunghi di convalescenza<br />

e guarigione, non tutti i datori di lavoro<br />

sono nella condizione di seguirlo nel modo giusto. Il<br />

reinserimento nel mondo del lavoro è dunque ancora<br />

più difficile. In tal caso entra in scena il Case management.<br />

Il case manager aiuta il datore di lavoro e<br />

accompagna la persona ammalata una volta guarita<br />

nel suo rientro al lavoro con provvedimenti mirati. Il<br />

servizio di Case management è compreso nei premi<br />

per l'assicurazione d'indennità causa malattia e infortunio<br />

ed è vantaggioso per tutti: per il dipendente,<br />

sostenuto attivamente nel processo di guarigione e di<br />

reintegrazione; per l’azienda, che vede ridursi la durata<br />

delle assenze per malattia; e per l'assicurazione, perché<br />

di regola le prestazioni corrisposte diminuiscono.<br />

ÖKK assicura contro malattie e infortuni circa 160'000<br />

privati e 12'000 aziende in tutta la Svizzera (www.oekk.ch).<br />

Vuole saperne di più? Si rivolga all'agenzia a lei più vicina.<br />

Agenzia ÖKK per il Sottoceneri:<br />

Via alla Sguancia 5, 6912 Pazzallo<br />

Tel. +41 58 456 16 00<br />

sottoceneri@oekk.ch<br />

39


Vita dei Soci<br />

La «vita dei SoCi» SU tiCino bUSineSS<br />

L’opportunità di promozione gratuita per tutti i nostri soci!<br />

Un nuovo prodotto? La recente apertura di una nuova filiale?<br />

Un traguardo importante come i 25/50 o 100 anni di attività?<br />

Misure ed investimenti per contrastare la crisi?<br />

O più semplicemente una presentazione della vostra attività sulle pagine del<br />

periodico ufficiale della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato<br />

e dei servizi del Cantone <strong>Ti</strong>cino?<br />

La rubrica “Vita dei Soci” su <strong>Ti</strong>cino Business, è pronta ad accogliere e<br />

pubblicare eventi, ricorrenze, presentazioni e promozioni!<br />

Si tratta di una promozione gratuita che si iscrive nell'insieme dei mezzi di<br />

comunicazione che la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> utilizza per informare e rafforzare i rapporti con<br />

il tessuto culturale ed economico.<br />

Per maggiori informazioni su questa opportunità gratuita offerta a tutti i nostri soci, potete contattare la<br />

Signora Lisa Pantini allo +41 91 911 51 32 o via e-mail a pantini@cc-ti.ch.<br />

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Vita dei Soci<br />

di Marie Jeanne Bosia, Presidente Gruppo Donne PMI <strong>Ti</strong>cino<br />

grUppo donne pmi tiCino<br />

CriSi, poLitiCa, poteri forti:<br />

tre periCoLi per Le pmi<br />

È questo titolo che l’ Avv. <strong>Ti</strong>to Tettamanti ha scelto per<br />

la conferenza organizzata dal Gruppo Donne PMI <strong>Ti</strong>cino<br />

il 5 maggio scorso nei saloni dell'Albergo Splendide<br />

Royal a Lugano.<br />

Il numeroso pubblico composto da imprenditori,<br />

banchieri, finanzieri giornalisti e donne imprenditrici<br />

ha ascoltato con grandissimo interesse la relazione<br />

dell’oratore.<br />

Rispondendo alla presentazione e alle domande iniziali<br />

della Presidente Marie Jeanne Bosia, l'Avv. Tettamanti<br />

ha affermato che l’attuale crisi non è del sistema e le<br />

radici risiederebbero nello Stato, infatti chiedere ora<br />

controlli e regole a cui i poteri forti sono già sfuggiti<br />

è inutile.<br />

Allora dove andiamo ?<br />

Come è avvenuta questa crisi?<br />

Tettamanti ha affermato con forza che la crisi è molto<br />

grave, non è né del libero mercato né del capitalismo<br />

ed è economica e globale. Sarebbe dovuta all'eccessiva<br />

fiducia posta nella matematica. La crisi viene anche<br />

dalla politica. All'origine dei subprime, c'è la politica<br />

dei due ultimi Presidenti degli Stati Uniti che hanno<br />

voluto favorire l'accesso alla proprietà a tutti. Quindi lo<br />

Stato è all'origine della crisi.<br />

D'altra parte le banche sono diventate troppo grandi<br />

e non sono fallite a causa dell’intervento statale, la<br />

conseguenza sarà la creazione di gruppi bancari ancora<br />

più grandi, garantiti dallo Stato contro ogni possibile<br />

fallimento. La questione è quindi: chi ha fatto controlli<br />

e sorvegliato? Chi se ne occuperà ora?<br />

Alla domanda: “Come mai prima eravamo tutti ricchi e<br />

adesso improvvisamente ci sembra di essere tutti più<br />

poveri?”<br />

Tettamanti ritiene che ci sembrava di essere ricchi, ma<br />

si sono confusi debiti con i soldi contanti o i crediti.<br />

Oggi siamo tornati alla realtà.<br />

Marie Jeanne Bosia con l’Avv. <strong>Ti</strong>to Tettamanti<br />

Perché sono le piccole e medie imprese PMI ad avvertire<br />

e quindi soffrire più di altri la crisi?<br />

Perché le PMI, essendo piccole la subiscono e sono<br />

l'anello più debole della catena. Le grandi imprese per<br />

sopravvivere riducono le spese vive, eliminano i costi<br />

fissi, questo è impossibile per le PMI.<br />

I poteri forti sono la farmaceutica, le grandi banche, i<br />

sindacati. Hanno interessi diversi e molteplici a differenza<br />

delle PMI.<br />

Con quali misure si dovrebbe intervenire nell'attesa di<br />

una possibile ripresa?<br />

Per <strong>Ti</strong>to Tettamanti, l'unica vera ed efficace misura è<br />

l'assicurazione contro la disoccupazione che dovrebbe<br />

al limite essere ulteriormente estesa. Si dovrebbe invece<br />

rinunciare agli attuali pacchetti fiscali di rilancio<br />

varati dai diversi Paesi. Comunque l'Avv. Tettamanti<br />

ha affermato che sarà difficoltoso riporre le speranze<br />

in una rapida ripresa.<br />

Infine l'Avv. Tettamanti si è detto deluso dal nostro<br />

Paese per come ha reagito di fronte alle pressioni sul<br />

segreto bancario e ritiene che la classe dirigente elvetica<br />

non stia riuscendo a controllare la situazione.<br />

41


Vita dei Soci<br />

Comunicato stampa<br />

42 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

aSSembLea generaLe ordinaria abt<br />

Crisi finanziaria e conseguenze per Cantone e Città di Lugano,<br />

politica creditizia delle banche e rilancio della formazione professionale<br />

sono i temi emersi durante l’Assemblea generale<br />

dell’Associazione Bancaria <strong>Ti</strong>cinese, la quale ha anche preso<br />

posizione sull’iniziativa di Lega e UDC <strong>Ti</strong>cino per l’introduzione<br />

del segreto bancario nella Costituzione svizzera<br />

Si è svolta giovedì 28 maggio <strong>2009</strong> a Lugano-Vezia l’Assemblea<br />

generale ordinaria dell’Associazione Bancaria <strong>Ti</strong>cinese<br />

(ABT), a cui ha fatto seguito una conferenza pubblica durante<br />

la quale hanno preso la parola il Presidente ABT Claudio Generali,<br />

il Presidente del Consiglio di Stato ticinese Gabriele<br />

Gendotti e il Vicesindaco della Città di Lugano Erasmo Pelli.<br />

Claudio Generali, nella sua relazione, ha messo in evidenza<br />

alcuni temi che caratterizzano l’attuale momento di crisi finanziaria<br />

internazionale ma ha voluto anche sottolineare tre<br />

aspetti che riguardano più da vicino la realtà cantonale.<br />

Un primo aspetto riguarda la politica creditizia delle banche:<br />

con dati alla mano il Presidente ABT ha dimostrato che il<br />

volume dei crediti (ipotecari e commerciali) concessi a privati<br />

e imprese in Svizzera sta continuamente aumentando<br />

e questo smentisce coi fatti alcune critiche formulate dagli<br />

ambienti industriali negli scorsi mesi su una presunta “stretta<br />

creditizia” operata dalle banche a detrimento dell’economia.<br />

Un secondo aspetto, trattato da Generali e fondamentale per<br />

l’attività finanziaria, riguarda la formazione e l’aggiornamento<br />

professionale: l’Associazione Bancaria <strong>Ti</strong>cinese, tramite il<br />

proprio Centro di Studi Bancari (CSB, che recentemente ha<br />

assunto la forma giuridica di fondazione), ha saputo offrire<br />

anche nel corso del 2008 una ricca offerta di corsi seminari.<br />

Dal punto di vista quantitativo, durante il 2008, il CSB ha<br />

organizzato:<br />

• 15 corsi con certificazione, percorsi formativi completi di<br />

media – lunga durata (dalle 30 alle 800 ore) che portano al<br />

conseguimento di diplomi riconosciuti da associazioni professionali<br />

nazionali e internazionali; per complessivamente<br />

un centinaio di moduli<br />

• 32 corsi di base<br />

• una sessantina di seminari di aggiornamento professionale<br />

su tematiche di attualità<br />

• un centinaio di corsi su misura, concepiti e organizzati per<br />

specifici istituti svizzeri ed esteri.<br />

Hanno partecipato alle molteplici iniziative proposte circa<br />

4’000 operatori finanziari (impiegati e funzionari di banca<br />

ma anche numerosi fiduciari, gestori patrimoniali avvocati<br />

ecc.). Dal punto di vista qualitativo, in sintonia con la sua<br />

missione e a differenza delle tradizionali strutture scolastiche,<br />

durante il 2008, il CSB ha abbandonato la classica suddivisione<br />

disciplinare per privilegiare le professioni (bancarie,<br />

fiduciarie, assicurative, giuridiche, ecc.). In quest’ottica, le<br />

tematiche proposte vengono identificate partendo dai bisogni<br />

dei professionisti e i programmi formativi vengono architettati<br />

integrando le diverse discipline (banking, finanza, diritto,<br />

fiscalità, management, ecc.). Ne risulta un programma formativo<br />

interdisciplinare completo e articolato che rispecchia<br />

la struttura operativa della piazza finanziaria ticinese.<br />

Il terzo aspetto, evocato da Claudio Generali, riguarda l’iniziativa<br />

popolare, lanciata in queste settimane da Lega dei<br />

<strong>Ti</strong>cinesi e UDC <strong>Ti</strong>cino, per l’introduzione del segreto bancario<br />

nella Costituzione federale. L’ABT è cosciente che questa<br />

iniziativa presta il fianco a due tipi di obiezione: la presunta<br />

inopportuna tempistica, ora che il Consiglio Federale ha avviato<br />

negoziati con diversi paesi in vista della revisione degli<br />

accordi di doppia imposizione fiscale che tengono conto del<br />

Codice di condotta OCSE e, d’altro lato, poiché manifesterebbe<br />

non celata sfiducia nei confronti della volontà dell’autorità<br />

politica di difendere il principio, vastamente condiviso<br />

dall’opinione pubblica elvetica, della protezione della sfera<br />

privata. Pur non aderendo al Comitato che ha lanciato l’iniziativa,<br />

l’ABT, facendosi interprete dell’opinione di molti degli<br />

istituti associati, esprime il proprio compiacimento nel constatare<br />

che cittadini di varia estrazione, non necessariamente<br />

legati al settore d’attività specifico, manifestano sostegno e<br />

appoggio per l’attività e il ruolo delle banche nella società.<br />

Ciò facendo essa sa altresì di interpretare l’auspicio, diffusamente<br />

espresso e espressamente richiesto, di migliaia di<br />

funzionari e dipendenti legittimamente preoccupati sulle sorti<br />

future della piazza finanziaria ticinese, e che difficilmente<br />

comprenderebbero che le banche ticinesi prendono le distanze<br />

da un’iniziativa che, pur imperfetta e perfettibile, ha tra<br />

le sue facoltà anche quella di difendere i loro posti di lavoro.<br />

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News della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> Giugno <strong>2009</strong><br />

Copertina: Barbara Gianini • TBS, La Buona Stampa SA • Pregassona (Lugano)


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Sommario<br />

News della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> Giugno <strong>2009</strong><br />

Giugno <strong>2009</strong><br />

Strong opinion 4 Nebbia meno fitta?<br />

Editoriale 6 Novità e vecchie abitudini<br />

Contromano 7 La crisi è in crisi<br />

Il Tema 8 Investendo nel personale qualificato, potremo risalire velocemente la china<br />

9 Siamo prudentemente ottimisti, la crisi finora non si è sentita …<br />

Ospite 10 Il Servizio Associazioni: un contatto diretto con il mondo economico<br />

11 Il Servizio politica economica e formazione della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Biblioteca liberale 12 I mille volti del populismo<br />

Diritto 14 Novità dai tribunali<br />

Attualità 17 Settore agroalimentare: necessario un accordo di libero scambio con l’UE<br />

Attualità 18 Legittima fifa blu del gigante giallo?<br />

Attualità 19 arcobaleno aziendale: vantaggi per tutti!<br />

Attualità 20 Imposizione dei frontalieri<br />

Attualità 22 FTIA<br />

Attualità 24 Inserimento professionale: misure a favore delle aziende<br />

Attualità 25 Misure di sostegno per garantire l’operatività di Lugano Airport SA<br />

Attualità 26 Pubblicazione degli atti di concorso su lugano.ch<br />

26 Il <strong>Ti</strong>cino della sensorica a Eurosensors <strong>2009</strong><br />

Eventi 27 Medio Oriente: riassunto 4° incontro<br />

Formazione 28 Proposte formative <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> 29 Area Soci <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>: tutta da scoprire!<br />

29 Cerca lavoro<br />

Osec 30 Commercio estero<br />

Commercio estero 34 Incontro informativo in ambito doganale<br />

Fiere internazionali 35 I prossimi appuntamenti<br />

Vita dei Soci 36 <strong>Ti</strong>cinowine<br />

Vita dei Soci 37 Sandro Vanini SA<br />

Vita dei Soci 39 FPCE<br />

Vita dei Soci 40 Bernini PR&Communication strategies<br />

Vita dei Soci 42 SWM – Swiss Wealth Management SA<br />

Vita dei Soci 44 TC Systems SA<br />

Vita dei Soci 46 SSIC Sezione <strong>Ti</strong>cino<br />

Vita dei Soci 47 Great Place to Work® Institute Switzerland<br />

Vita dei Soci 48 Fidinam<br />

Vita dei Soci 49 E. Lang SA<br />

Vita dei Soci 50 Migros <strong>Ti</strong>cino<br />

Giugno <strong>2009</strong><br />

Copertina: Barbara Gianini • TBS, La Buona Stampa SA • Pregassona (Lugano)<br />

40 10<br />

11 37<br />

I m p r e s s u m<br />

Editore:<br />

Camera di commercio, dell’industria,<br />

dell’artigianato e dei servizi<br />

del Cantone <strong>Ti</strong>cino, Lugano<br />

Redattrice responsabile:<br />

Lisa Pantini<br />

Comitato redazionale:<br />

Franco Ambrosetti, Luca Albertoni,<br />

Rinaldo Gobbi, Lisa Pantini, Arianna<br />

Crivelli, Simona Morosini Marconi e<br />

Marco Passalia<br />

Redazione:<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 11<br />

Fax +41 91 911 51 12<br />

pantini@cci.ch www.cciati.ch<br />

Pubblicità:<br />

Pubblicità Sacchi, C.P. 558<br />

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44<br />

Stampa:<br />

TBS, La Buona Stampa sa<br />

via Fola 11, Pregassona (Lugano)<br />

Diffusione:<br />

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9<br />

8


Strong Opinion<br />

di Franco Ambrosetti, Presidente della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

4 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Nebbia meNo fitta?<br />

La buona notizia è che le previsioni economiche,<br />

tra apocalittiche e catastrofiche quali erano solo<br />

qualche settimana fa, sono ora assestate tra<br />

il dramma e l’incertezza con qualche punta di<br />

leggero ottimismo. L’incertezza, che dovrebbe<br />

essere d’obbligo quando si parla del futuro, è<br />

il primo sintomo che qualcosa sta migliorando<br />

per cui fare previsioni più nere del buio galattico,<br />

diviene rischioso per la reputazione dei<br />

professionisti del disfattismo. Leggo titoli come<br />

“il peggio è passato”, “le borse hanno toccato<br />

il fondo”, sento dichiarazioni del tipo “non<br />

siamo fuori, ma va meglio”, “il peggioramento<br />

rallenta”, insomma la certezza (e beato chi ce<br />

l’ha) che il mondo economico stesse crollando<br />

è ora sostituita da una sensazione di vaghezza,<br />

di dubbio, di incertezza, appunto, sul divenire<br />

della nostra economia. Alcune grandezze economiche<br />

sostengono questa ipotesi: l’inflazione<br />

bassa, tassi d’interesse pure, alcune banche,<br />

stabilizzate, fanno utili. Svariati settori vanno<br />

ancora bene (food, pharma) pur guadagnando<br />

meno, altri si stanno consolidando come Fiat-<br />

Chrysler, segno tipico di reazione che i più astuti<br />

e capaci colgono con tempismo per affrontare<br />

crisi sistemiche come quella dell’auto che per<br />

troppi anni ha prodotto in esubero. Tuttavia,<br />

le borse sono traballanti e una ripresa dei valori<br />

azionari sarà piuttosto a forma di W che<br />

V. Una prima conclusione, pur affrettata che<br />

possa sembrare, è che a forza di gridare al lupo,<br />

questo, terrorizzato, non si è fatto vedere. Ciò è<br />

positivo da un lato, negativo però se si calcolasse<br />

il costo provocato dalla perdita di fiducia dei<br />

consumatori per effetto degli strilli.<br />

So di ripetermi, ma è ormai assodato che a<br />

smerciare scenari apocalittici si fanno ben più<br />

affari che a proporre la felicità, come insegna<br />

Vanna Marchi. Le cassandre non finiscono mai<br />

in prigione, alla peggio diventano iettatori, mentre<br />

chi vende miracoli, che hanno le stesse probabilità<br />

di realizzarsi delle profezie di Nostradamus,<br />

non rischiano di fare la fine di Cagliostro.<br />

Siamo una strana società che crede nelle lozioni<br />

per far crescere i capelli, alle mirabolanti qualità<br />

delle creme anticellulite, al 13 che porta sfortuna,<br />

alle virtù miracolose della papaya al mattino<br />

per cui non c’è da stupirsi che continuino ad<br />

esistere, anche nel terzo millennio, personaggi<br />

come Madoff (che ha truffato 40 miliardi di dollari)<br />

o più semplicemente funzionari di banca<br />

che ti promettono la moltiplicazione dei pani e<br />

dei pesci. Ci sarebbe da fare qualche seria riflessione<br />

su questo stato di cose! La brevità della<br />

memoria finanziaria, la dabbenaggine e un po’<br />

di nichilismo sono gli ingredienti essenziali del<br />

cocktail esplosivo che predispone l’animo umano<br />

alla bidonata. Tornando a noi, constatiamo<br />

che attualmente stiamo vivendo una recessione,<br />

una di quelle toste, che durano più a lungo, ma<br />

pur sempre recessione. Dato che nessuno ha<br />

sganciato ordigni atomici per distruggere l’economia<br />

e bombardamenti di meteoriti non se ne<br />

sono visti, c’è da presumere che lo sconquasso<br />

regalatoci nostro malgrado dal mondo finanziario<br />

resti prevalentemente a casa loro, pur avendo<br />

conseguenze pesanti per l’economia reale; che<br />

per ora procede combattendo e districandosi<br />

dalla palude delle strette creditizie (che non ha<br />

provocato) in attesa che la nebulosa che ci sovrasta,<br />

quella finanziaria, si consolidi o svanisca.<br />

A breve, penso, assisteremo a timide riprese, a<br />

crescite contenute probabilmente dal 2010 in<br />

poi. A lungo termine vedremo cosa ci riserva<br />

l’onda lunga della crisi finanziaria, le cui conseguenze<br />

essendo imprevedibili potrebbero variare<br />

fra iperinflazione e depressione (come dire puoi<br />

scegliere tra la purga e le formiche fritte) o solo<br />

un ulteriore rallentamento. Sarà uno tsunami,<br />

un’onda gigantesca o una serie di cavalloni che<br />

tanto deliziano i surfisti? Chi può dirlo! Una cosa<br />

è certa: da questo marasma della finanza usciremo<br />

diversi. Il mondo non sarà più quello di<br />

prima, nel bene e nel male; gli interventi statali<br />

faticheranno a far retromarcia, i moralisti di mestiere,<br />

che sono anche peggio dei nichilisti, già si<br />

attivano per imporre nuove, severe e inderogabili<br />

regole che ripuliscano il sudiciume che insozza il<br />

mondo della finanza. Dimenticando, purtroppo<br />

che questa crisi non è nata per mancanza di regole,<br />

ma per il fallimento clamoroso e indecente<br />

di un intero sistema preposto al loro controllo.<br />

Quando una banca svizzera usa una sua struttura<br />

preposta all’investment banking per fare<br />

private banking negli USA invitando i clienti a<br />

frodare il fisco, le regole che c’erano, le ha non<br />

solo ignorate ma calpestate con una buona dose<br />

di spocchia e strafottenza. E il conto, prima o<br />

poi, lo pagheremo, noi cittadini.<br />

Ciò di cui abbiamo bisogno è un sistema di controllo<br />

che vigili e sanzioni, l’opposto quindi di<br />

ciò che la Commissione federale delle banche<br />

(CFB), ha fatto per anni usando il suo potere,<br />

per colpire i ladri di polli, mentre gli elefanti<br />

distruggevano il villaggio della finanza svizzera.<br />

Chi vivrà, vedrà, si suol dire. Una frase da grulli<br />

perché è ovvio che i morti vedano malissimo. È<br />

il “cosa” vedremo di questo nuovo mondo che<br />

mi preoccupa. Einstein diceva che non si può<br />

risolvere un problema con il modo di pensare di<br />

chi il problema l’ha creato. A me pare che nella<br />

finanza e dintorni, pochi sono quelli che dopo<br />

aver causato la rovina del sistema se ne sono<br />

andati. Certo, licenziare l’esercito che ha perso<br />

la guerra, non è molto saggio. Ma sostituire le<br />

teste pensanti invece sì. Non mi pare che ciò<br />

avvenga nella dimensione opportuna. Voi siete<br />

tranquilli?


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Editoriale<br />

di Luca Albertoni, Direttore della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

6 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Novità e vecchie abitudiNi<br />

Sulla copertina di <strong>Ti</strong>cino Business di questo<br />

mese campeggia il nuovo logo della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>,<br />

che dalle prossime settimane identificherà<br />

la nostra associazione, speriamo per lungo<br />

tempo. Come sempre, operazioni del genere<br />

necessitano di un certo lasso di tempo per<br />

essere “digerite”, ma siamo convinti che l’aggiornamento<br />

del glorioso “marchio” utilizzato<br />

dall’inizio degli anni novanta sia un ulteriore<br />

importante tassello nell’ottica di un adattamento<br />

della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> alle più moderne forme e<br />

strategie di comunicazione. Per coerenza con<br />

l’acronimo in vigore dalla fine del 2007, ossia<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> al posto di <strong>Cc</strong>ia-<strong>Ti</strong>, anche gli indirizzi<br />

del sito internet e della nostra posta elettronica<br />

sono stati adattati, per cui www.cc-ti.ch e<br />

info@cc-ti.ch saranno i nuovi punti di riferimento.<br />

Per facilitare il periodo transitorio,<br />

resteranno comunque ancora attivi per qualche<br />

tempo anche i “vecchi” indirizzi elettronici.<br />

Questa novità accompagna anche una<br />

scelta di tipo redazionale della nostra rivista,<br />

che intende in futuro dare maggiore spazio ad<br />

esempi positivi di aziende che si battono ed<br />

ottengono buoni risultati anche in momenti<br />

difficili. Già la rubrica “Vita dei soci” costituisce<br />

una vetrina interessante, ma riteniamo doveroso<br />

consacrare ulteriore spazio a chi lavora<br />

alacremente, malgrado il pessimismo dilagante.<br />

Ovviamente le aziende sono molte e gli<br />

spazi a disposizione limitati, per cui si tratta<br />

di presentare situazioni che possano essere<br />

rappresentative di diverse realtà aziendali,<br />

senza la pretesa di essere esaustivi. Comunque,<br />

per chi volesse mettersi a disposizione<br />

per una testimonianza positiva, le porte sono<br />

spalancate.<br />

Dopo questa doverosa introduzione un po’ auto-celebrativa<br />

e concernente novità a nostro<br />

avviso stimolanti, è purtroppo inevitabile fare<br />

riferimento anche ad alcune cattive abitudini,<br />

che periodicamente tornano a fare capolino<br />

nella discussione politica ticinese. Una cattiva<br />

abitudine è quella trita e ritrita di sparare<br />

su ogni atto volto ad alleggerire la pressione<br />

fiscale sulle aziende. L’altra cattiva abitudine<br />

è quella di gridare al lupo prima ancora che<br />

esso sia stato avvistato, anche solo in lontananza.<br />

Basti pensare al grande e forse eccessivo<br />

risalto dato alle presunte irregolarità sui<br />

cantieri ticinesi e al lavoro nero.<br />

Sulla questione fiscale, ci troveremo presumibilmente<br />

a dover combattere un referendum<br />

contro la diminuzione di mezzo punto<br />

percentuale dell’imposizione dell’utile aziendale,<br />

previsto dal Consiglio di Stato nella serie<br />

di misure pensate per affrontare l’attuale e<br />

futura difficile situazione congiunturale. La<br />

posizione della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> è già stata chiaramente<br />

espressa nei mesi passati e non occorre ripeterla<br />

più di tanto. È una misura le cui ricadute<br />

effettive devono reggere alla prova dei fatti,<br />

ma va comunque sostenuta, soprattutto perché<br />

chi la contesta si sbilancia in affermazioni<br />

inaccettabili, secondo cui che le aziende contribuirebbero<br />

sempre meno al finanziamento<br />

della spesa pubblica. Quindi andrebbero tassate<br />

maggiormente. Di fronte ad argomenti<br />

del genere è persino superfluo sottolineare chi<br />

crea ricchezza, paga imposte e balzelli vari,<br />

versa salari a loro volta soggetti ad imposta,<br />

ecc.. Certo è che battaglieremo fino in fondo<br />

per difendere non solo lo sgravio fiscale, ma<br />

anche e soprattutto la dignità delle aziende,<br />

che con la loro operosità tengono in piedi un<br />

sistema che andrebbe urgentemente rivisto e<br />

modernizzato.<br />

La seconda vecchia abitudine ha portato a dare<br />

per certe pesanti irregolarità sui cantieri ticinesi<br />

(inceneritore di Giubiasco e Alptransit),<br />

prima ancora delle verifiche su effettive violazioni.<br />

Nessuno mette in dubbio la necessità di<br />

controlli severi ed efficaci, che del resto vanno<br />

anche a favore della stragrande maggioranza<br />

delle aziende che lavorano onestamente e<br />

che sono quindi minacciate da una pericolosa<br />

concorrenza sleale. Ma proprio per questo<br />

non sono accettabili messaggi fuorvianti che<br />

inducono a credere che tutte le imprese agiscano<br />

furbescamente ed in palese contrasto<br />

con le norme esistenti, perché questa non è la<br />

realtà. Anche la statistica sul lavoro nero pubblicata<br />

qualche settimana fa a livello federale<br />

non chiarisce nulla, al di là delle cifre sparate<br />

nei media. Dai dati sembra emergere una situazione<br />

di lavoro nero diffusissimo e ormai<br />

sistematico, quando sappiamo bene che sono<br />

troppo diversi i sistemi di controllo nei vari<br />

Cantoni, per cui non è possibile stabilire una<br />

tendenza generale credibile. Inoltre, le recenti<br />

modifiche legislative richiedono un tempo<br />

d’adattamento e la chiara distinzione fra le<br />

violazioni vere e proprie e quelle commesse<br />

involontariamente proprio perché il nuovo sistema<br />

non è ancora stato assimilato. Ma forse<br />

è chiedere troppo ed è per questo che siamo<br />

costantemente in prima linea per difendere i<br />

diritti dei nostri associati.


Contromano<br />

di Alessio del Grande<br />

La crisi è iN crisi<br />

Le grandi banche americane che ritornano in zona utili; il mercato<br />

immobiliare USA che mostra i primi segnali di risveglio<br />

dopo l’uragano dei subprime; il settore automobilistico che è<br />

riuscito a frenare il crollo delle vendite dei mesi scorsi e avviato<br />

un gigantesco piano di riorganizzazione produttiva su scala<br />

mondiale, da cui potrebbe nascere l’avvio di una nuova epoca<br />

per un’industria che è stata il motore del Novecento. La crisi<br />

è finita? Sta finendo? Troppo presto per dirlo, anche se molti<br />

indicatori fanno ben sperare e accreditati economisti prevedono<br />

una ripresa della congiuntura già alla fine di quest’anno.<br />

Certo è che la crisi è in crisi. Quantomeno nelle previsioni<br />

catastrofiste di tante Cassandre che l’avevano paragonata<br />

alla Grande Depressione del ‘29, che l’avevano analizzata,<br />

e spacciata, come la fine del liberismo, dell’improrogabile<br />

necessità di una svolta radicale del sistema capitalistico e<br />

del libero mercato. Insomma, non c’è stata quell’apocalisse<br />

agitata soprattutto dalla sinistra in tutti i Paesi e tristemente<br />

amplificata per mesi dai media, che sembrano ora annaspare<br />

nel vuoto di un tam-tam allarmistico che non si giustifica più.<br />

A metà aprile da Tokyo il Presidente della Banca Europea,<br />

Jean Claude Trichet, ha annunciato che la ripresa inizierà già<br />

nel 2010. Qualche giorno dopo Dominique Strauss-Kahn,<br />

Direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, ha<br />

ribadito che la “caduta libera” sta cominciando a rallentare.<br />

Anche Strass-Kahn prevede l’inizio della ripresa per l’anno<br />

prossimo. Secondo l’ultimo bollettino di Consensus Economics,<br />

l’economia statunitense dovrebbe riprendere a crescere<br />

già nel 2010, nel corso del primo trimestre. Una previsione<br />

confortata dalla analisi del Credit Suisse, secondo cui il PIL<br />

americano registrerà un tasso di crescita del più 3,5%. Niente<br />

male per un Paese stretto nelle spire della “Grande Depressione”<br />

e che con la sua cattiva finanza doveva trascinare<br />

nel baratro il resto del mondo. Wall Street dopo mesi di apnea<br />

sta recuperando terreno e non si tratta più solo di effimeri<br />

rimbalzi tecnici. “La crisi finanziaria è ormai alle nostre spalle”<br />

ha affermato recentemente Ben Bernanke, il Presidente<br />

della Fed non ha pudori ha definirsi “fondamentalmente ottimista”;<br />

l’indice di fiducia dei consumatori americani, dopo<br />

mesi di picchiata, è in forte rialzo: ad aprile, secondo l’ultimo<br />

rilevamento dell’Università del Michigan, ha segnato un rispettabile<br />

61,9 rispetto al 57,3 di marzo, lasciando di stucco<br />

gli analisti. Anche dagli altri Paesi arrivano segnali positivi: la<br />

Cina ha accelerato la produzione, in India è risalita la domanda<br />

di acciaio e cemento, il che significa un’economia di nuovo<br />

in movimento, in Russia si preventiva un rilancio economico<br />

per l’ultimo trimestre di quest’anno,mentre in Europa l’attività<br />

industriale sembra ormai essersi stabilizzata anche se<br />

a un livello più basso rispetto alle reali capacità produttive,<br />

ma senza più le cadute registrate nel 2008. Gli economisti,<br />

intanto, discutono se la ripresa sarà a “U” a “V” o a “L”, a<br />

dipendenza di come risalirà la congiuntura.<br />

Indubbiamente è stata dura, visto che a differenza delle crisi<br />

precedenti, il terremoto che ha dissestato la finanza mondiale<br />

si è innestato su altri fattori destabilizzanti per l’economia:<br />

l’impennata dei prezzi delle materie prime, alimentari e industriali,<br />

il forte rialzo del petrolio che hanno contrassegnato<br />

buona parte dello scorso anno. Ci vorranno sicuramente<br />

ancora dei mesi, e nervi saldi, per risalire la china di una<br />

congiuntura che ha, però, già mostrato il suo volto peggiore<br />

e che, probabilmente, produrrà altri gravi strascichi per l’occupazione<br />

in tutti i paesi avanzati.<br />

Che finisca tra sei mesi o nel 2010, la crisi ci lascerà, però, in<br />

eredità il tarlo vorace di uno statalismo che ha ripreso slancio<br />

e vigore sull’onda delle paure per la tempesta finanziaria, destinato<br />

a tarpare le ali ad una ripresa economica duratura. Ci<br />

lascerà nella risacca amara di fiammate veterosessantottine<br />

che guardano alla ricchezza, e a chi la produce, come un’infamia,<br />

in balia di un sanculottismo di ritorno che in questi<br />

ultimi mesi si è sentito persino legittimato a “sequestrare”,<br />

bloccandoli nei loro uffici o aggredendoli per strada, dirigenti<br />

industriali, manager e banchieri. In Germania il leader della<br />

sinistra Oskar Lafontaine ha persino invitato gli operai a sequestrare<br />

i manager delle loro imprese.<br />

Nei mesi scorsi avevamo già scritto che gli Stati e i politici,<br />

avrebbero chiamato alla cassa i contribuenti per sostenere i<br />

mega piani di salvataggio di banche e industrie, molte delle<br />

quali già fuori mercato, che si sarebbero atteggiati a salvatori<br />

della patria coi soldi dei cittadini. Ora cominciano a presentare<br />

il conto. E la fattura è salata. In Germania i socialdemocratici<br />

hanno proposto di aumentare dal 45% al 47% il<br />

prelievo sui redditi personali oltre i 125 mila euro annui per<br />

i single, 250 mila per le coppie, che non è certamente un<br />

reddito da ricconi; in Francia, nonostante il no del Governo,<br />

una parte della maggioranza parlamentare è favorevole ad<br />

una tassa “una tantum” per i redditi superiori ai 300 mila<br />

euro; in Gran Bretagna si vuole aumentare dal 40 al 50%<br />

l’aliquota massima per i redditi oltre le 150 mila sterline;<br />

in Italia la sinistra ha chiesto un rialzo dell’aliquota dal 43<br />

al 45% per chi supera i 120 euro di reddito all’anno. Mentre<br />

in questi paesi s’inasprisce la pressione contributiva sui<br />

contribuenti, i loro Governi fanno anche la guerra al segreto<br />

bancario svizzero, affinché nessuno abbia più la possibilità di<br />

sfuggire al torchio del fisco. Nel piccolo <strong>Ti</strong>cino il partito socialista<br />

pare addirittura deciso a lanciare un referendum contro<br />

la riduzione temporanea dell’aliquota, appena mezzo punto<br />

percentuale, sugli utili delle aziende, prevista dal Governo nel<br />

piano di misure per il sostegno della congiuntura. Passata la<br />

crisi ci resterà sul gobbo uno Stato che ha invaso l’economia<br />

e che userà le tasse come un randello.<br />

7


Il tema: imprenditori contro la crisi<br />

Intervista di Lisa Pantini con Gian Paolo Capiaghi, Amministratore Delegato di Trecor SA di Chiasso<br />

Trecor è un’azienda ben radicata nella realtà ticinese,<br />

attiva dal 1990, anno della sua fondazione, nel<br />

Mendrisiotto: a Mendrisio prima, a Chiasso poi.<br />

L’azienda opera nel settore dei metalli preziosi, si<br />

occupa infatti di fabbricare e vendere, nell’ambito<br />

dell’industria orologiera, casse e bracciali in metalli<br />

preziosi di alta gamma, per una serie di clienti del<br />

settore orologiero del lusso. L’azienda è nata da<br />

uno “spin off” da Valcambi SA di Balerna, ditta<br />

specializzata nella lavorazione di metalli preziosi,<br />

per mano dei tre soci fondatori Gian Paolo Capiaghi,<br />

Claudio Campana e Attilio Cavadini, che hanno pure<br />

dato il nome alla ditta “TRE C OR”. Identificandosi con<br />

l’azienda fondata, i tre soci hanno inserito l’iniziale del<br />

loro cognome (C) nella ragione sociale, aggiungendovi il<br />

nome della materia prima lavorata (ORO)<br />

Quali ritiene siano i fattori chiave della vostra<br />

esperienza per l’andamento aziendale?<br />

“Grazie al nostro know-how e all’esperienza acquisita in questi<br />

anni, possiamo offrire ai nostri clienti finali un prodotto completo.<br />

All’inizio della nostra avventura imprenditoriale contavamo<br />

sei dipendenti, noi compresi. In poco tempo grazie ad<br />

una gestione mirata e trasparente, siamo cresciuti, arrivando<br />

oggi ad un centinaio di persone. La nostra azienda produceva<br />

bracciali per orologi, le casse venivano prodotte da altre ditte<br />

del ramo, con il tempo i nostri clienti si sono affinati, diventando<br />

di nicchia e di alta gamma, chiedendoci dei prodotti<br />

completi (casse e bracciali). Nel 1995 ci siamo trasferiti da<br />

Mendrisio a Chiasso, dove abbiamo rilevato un’azienda che<br />

produceva casse per orologi in ottone dal 1929, trasformando<br />

la produzione da ottone in oro (oggi CTB SA), così facendo<br />

abbiamo potuto riunire in un unico stabile le due aziende, qui<br />

in Via Como 1, e possiamo così soddisfare le esigenze dei<br />

nostri clienti”.<br />

Come viene gestita la vostra società?<br />

“La nostra struttura societaria prevede cinque dirigenti (ossia<br />

noi, soci fondatori) coadiuvati da un direttore tecnico e<br />

un direttore di produzione per la ditta CTB SA, dove ognuno<br />

dirige con competenza e autonomia un reparto specifico<br />

dell’azienda (amministrazione, vendita, produzione), settimanalmente<br />

vi sono delle riunioni tra i quadri per aggiornamenti<br />

sull’andamento dei singoli reparti. Questo modello di gestione<br />

responsabile ci ha aiutato anche nei momenti di crisi, poiché<br />

la struttura trasparente ci ha permesso di essere franchi e<br />

flessibili nella gestione dell’impresa”.<br />

8 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

iNvesteNdo NeL persoNaLe quaLificato,<br />

potremo risaLire veLocemeNte La chiNa<br />

Il lavoro di consolidamento della vostra posizione è<br />

stato efficace a fronte di quest’ultimo periodo…<br />

“La nostra esperienza, già maturata in precedenza, è stata<br />

fondamentale per la nostra società. Sulla scia del buon nome<br />

che Trecor è stata capace di conquistare negli anni, sia per la<br />

nostra gestione, sia per il lavoro professionale e specialistico<br />

dei nostri dipendenti, abbiamo costruito un’immagine e un posizionamento<br />

che ci hanno portato nuovi clienti da una parte e<br />

ci ha protetto dall’altra; in momenti come questi, dove la crisi<br />

regna sovrana… Anche se si stanno cominciando a vedere<br />

degli spiragli di luce in fondo al tunnel. Un altro dei nostri vantaggi<br />

competitivi è rappresentato dalla lavorazione artigianale<br />

dei nostri bracciali. Abbiamo un personale molto qualificato,<br />

che lavora egregiamente e sapientemente le materie prime.<br />

Siamo un’industria “atipica” per così dire: un’industria a lavorazione<br />

artigianale”.<br />

La crisi cos’ha prodotto? Solo danni?<br />

“È innegabile che ci sia la crisi e che abbia messo in ginocchio<br />

molte aziende. Le vendite sono rallentate, i consumi diminuiti.<br />

È però pure vero che si parla troppo di crisi e di negatività. Vi<br />

sono numerosi casi di esempi positivi di reazione alla crisi, una<br />

volta passato lo sconcerto iniziale e incassato il colpo. Aziende<br />

che hanno investito (e continuano a farlo) in nuovi commerci,<br />

nuovi mercati, nuovi prodotti e nel personale. Parlare e portare<br />

degli esempi di positività può essere un buon metodo per<br />

incrementare la fiducia nei mercati. Noi ad esempio, stiamo<br />

praticando la disoccupazione parziale perché dalla fine del<br />

2008, c’è stato un calo delle ordinazioni: le aziende del lusso<br />

stanno abbassando gli stock, e la produzione è diminuita,<br />

siamo in stand by. Ma non abbiamo provveduto a licenziamenti,<br />

stiamo e abbiamo investito nel personale e nelle risorse<br />

umane. Il nostro personale è molto qualificato, e se dovessimo<br />

perderlo, al momento della ripresa sarebbe davvero difficile<br />

riaverlo. Inoltre vediamo già delle buone prospettive per uscire<br />

da questa situazione di stallo. Dai nostri clienti, presenti alla<br />

fiera settoriale appena conclusasi a Basilea, abbiamo avuto<br />

notizie incoraggianti, le aspettative positive che avevamo sono<br />

confermate, e prevediamo che da settembre <strong>2009</strong> circa la<br />

situazione dovrebbe sbloccarsi.”<br />

Un esempio di risposta positiva alla crisi insomma.<br />

“Sì, esattamente. Anche nel 2008 avevamo investito in<br />

macchinari performanti, proprio perché crediamo in quello<br />

che facciamo e vogliamo farlo in modo eccellente. Vogliamo<br />

perseguire la via del “Made in Switzerland” e di pari passo<br />

consolidare la nostra posizione sul mercato. La crisi c’è stata e<br />

c’è. Ma vi sono delle strategie per arginarla ed uscire rafforzati<br />

dalla stessa: credendo nella propria azienda, nel personale<br />

qualificato, investendo nella ricerca e sviluppo, e non perdendo<br />

mai la fiducia in noi stessi”.


Il tema<br />

Intervista di Lisa Pantini con Daniele Inaudi, Direttore tecnico di Smartec SA e del Gruppo Roctest<br />

siamo prudeNtemeNte ottimisti,<br />

La crisi fiNora NoN si è seNtita …<br />

Smartec è un’azienda attiva dal 1996, nata da un<br />

progetto di ricerca del Politecnico Federale di Losanna,<br />

operante inizialmente come start-up, con lo scopo di<br />

commercializzare i risultati della ricerca universitaria, e<br />

acquisita nel 2006 dal grande Gruppo canadese Roctest<br />

Group, leader mondiale del settore e azienda quotata<br />

alla borsa di Toronto. Smartec si occupa di sviluppare<br />

e produrre sistemi per il monitoraggio di strutture quali<br />

ponti, dighe, gallerie, palazzi, piattaforme petrolifere,<br />

ecc. misurando in modo continuo lo stato della struttura,<br />

constatandone l’invecchiamento e lo stato di conservazione.<br />

Grazie al Gruppo Roctest, Smartec ha potuto entrare in<br />

contatto con un ancor più vasto mercato internazionale,<br />

sul quale già operava in precedenza. Avendo alle spalle<br />

l’esperienza di un grande e solido gruppo, l’azienda<br />

ticinese è riuscita a consolidarsi e procedere a grandi passi<br />

verso il successo con rinnovate competenze e risorse. Del<br />

Gruppo Roctest fa parte anche l’azienda francese Telemac<br />

SA, con sede a Parigi, diretta dall’Ing. Nicoletta Casanova,<br />

anche Direttrice di Smartec SA<br />

Operate in un settore in continuo movimento per novità e dimensioni,<br />

e con grande risalto internazionale. Alle vostre dipendenze<br />

troviamo un team multidisciplinare...<br />

“Tra i nostri progetti conclusi abbiamo numerosi esempi da<br />

portare. Sono strutture di grandi dimensioni, lavori che abbiamo<br />

portato a termine con successo e che ci conferiscono prestigio<br />

per la loro portata internazionale. Abbiamo un’esperienza<br />

mondiale (sia come Smartec che per l’intero Gruppo) che<br />

ci permette di essere attivi su tutti i mercati mondiali senza<br />

problemi particolari. Abbiamo ad esempio progettato ed installato<br />

tutto il sistema di monitoraggio del nuovo ponte I-35W<br />

di Minneapolis, strumentato circa 7 dighe in Paesi emergenti<br />

dell’Asia e del Medio Oriente – combinando tecnologia nuova<br />

e tradizionale –, e siamo attivi al momento in Cina, Laos, Albania,<br />

Algeria, Medio-Oriente, ecc., Paesi dove attualmente si<br />

sta notando un boom nella costruzione di dighe. Il nostro gruppo<br />

Ricerca & Sviluppo è distribuito tra il <strong>Ti</strong>cino e il Canada. Qui<br />

a Manno abbiamo in particolare un team di ingegneri che si<br />

concentrano sullo sviluppo di nuove soluzioni per applicazioni<br />

all’avanguardia. Collaboriamo con centri di ricerca universitari<br />

e non in tutto il mondo. Il nostro staff è multidisciplinare,<br />

multiculturale e conta 18 dipendenti a Manno, e 130 per il<br />

Gruppo Roctest. Cerchiamo dei profili con competenze diverse<br />

proprio per saper portare sempre idee differenti da vari ambiti<br />

tecnici, nella ricerca di soluzioni ai vari progetti”.<br />

Con quali clienti operate?<br />

“Abbiamo due diverse tipologie di clienti: i proprietari delle<br />

opere e i centri di ricerca universitari o integratori di sistema.<br />

Ai primi offriamo un sistema completo di soluzione ad un loro<br />

progetto, ai secondi, che si rivolgono a noi per l'acquisto di<br />

specifiche componenti che noi produciamo, vendiamo del<br />

materiale”.<br />

In questo periodo si parla molto di crisi.<br />

“La crisi non la stiamo sentendo per ora. È vero che il periodo<br />

nero, a quanto dicono i mercati e i mass media, sembra essere<br />

passato, e si comincia a essere di nuovo ottimisti poiché<br />

si stanno vedendo segnali positivi di ripresa, però nel nostro<br />

settore siamo sempre andati bene. La crisi l’abbiamo sentita<br />

marginalmente, perché alcuni centri di ricerca hanno tagliato<br />

i budget destinati alla ricerca, d’altra parte però siamo per<br />

così dire «fortunati»”.<br />

In che senso?<br />

“In questi periodi di crisi sono molti i Governi che attuano<br />

misure anticrisi, programmando investimenti cospicui nelle<br />

infrastrutture a sostegno dell’economia. Per questo motivo,<br />

ma anche considerando che il lavoro per noi non è mai calato<br />

dall’inizio della crisi ad oggi, siamo ottimisti e non prevediamo<br />

cali nella produzione e nei progetti. Bisogna però tenere anche<br />

conto delle caratteristiche del settore: dato che i grandi<br />

progetti infrastrutturali hanno lunghi tempi di decisione e<br />

realizzazione, il settore è lento a reagire. È possibile che gli<br />

effetti della crisi ci saranno, ma li sentiremo più tardi… Comunque<br />

dal canto nostro cerchiamo di rimanere prudenti,<br />

evitando investimenti azzardati o una crescita troppo rapida<br />

del personale, perché non siamo indovini e non possiamo<br />

prevedere il futuro”.<br />

Una politica prudente ed attenta…<br />

“Certo. Con il management canadese abbiamo sempre avuto<br />

un rapporto trasparente e di fiducia reciproca. Assieme, abbiamo<br />

riorganizzato il Gruppo, cercando di suddividerci con<br />

logica e criterio le aree di intervento, e portando avanti su<br />

binari paralleli le due anime del Gruppo: quella più moderna e<br />

innovativa e quella più tradizionale e conservativa. Possiamo<br />

così offrire affidabilità ed esperienza con uno spirito dinamico<br />

e vivace alla punta della tecnologia. Negli ultimi anni abbiamo<br />

pure sviluppato una buona rete di distribuzione e lavorato<br />

sodo per incrementare la nostra presenza su diversi mercati.<br />

Al presente stiamo continuando con un forte impegno sia<br />

nella Ricerca & Sviluppo che nella crescita dei mercati di<br />

riferimento. Pensiamo che questi investimenti, a lungo andare,<br />

sapranno ripagarci degli sforzi fatti sinora, compensando<br />

quello che potremmo perdere se effettivamente si dovessero<br />

sentire gli effetti della crisi”.<br />

9


Ospite<br />

Intervista di Lisa Pantini con Gabriele Lazzaroni, Vice-direttore <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> e Responsabile del Servizio Associazioni <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

iL servizio associazioNi: uN coNtatto<br />

diretto coN iL moNdo ecoNomico<br />

Di cosa si occupa il servizio di cui è responsabile<br />

e come funziona il supporto alle Associazioni nel<br />

dettaglio?<br />

“Il Servizio «Associazioni» della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> di cui sono<br />

responsabile, si occupa di offrire consiglio e assistenza<br />

alle associazioni professionali affiliate, soprattutto<br />

in materia di stipulazione e applicazione<br />

di convenzioni collettive di lavoro, di questioni concernenti<br />

il tirocinio e di problemi economici e commerciali<br />

specifici di ogni singola categoria. Oltre a<br />

ciò, gestisce pure direttamente la segreteria delle<br />

associazioni professionali che ne fanno richiesta.<br />

Attualmente curiamo il segretariato per 5 associazioni<br />

di categoria, molto diverse tra loro, che ben<br />

rappresentano l’economia cantonale in alcuni suoi<br />

settori. Esse sono:<br />

• l’Associazione Controllori <strong>Ti</strong>cinesi Impianti Elettrici,<br />

• l’Associazione Installatori Elettricisti <strong>Ti</strong>cinesi,<br />

• l’Associazione Fabbricanti e Operatori Ramo Abbigliamento<br />

TI,<br />

• l’Unione Professionale Svizzera dell'Automobile<br />

Sez.<strong>Ti</strong>cino, e<br />

• la Federcommercio.<br />

Quale «cappello» di tutte le Associazioni ticinesi, in<br />

quanto rappresentanti cantonali dell’USAM (Unione<br />

svizzera delle arti e mestieri) e di economiesuisse<br />

(Federazione delle imprese svizzere), offriamo pertanto<br />

ai nostri associati qualsiasi tipo di consiglio<br />

e assistenza”.<br />

Quanto è importante per la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> mantenere attivo<br />

il rapporto con le Associazioni di categoria?<br />

“Per noi è fondamentale sviluppare un dialogo<br />

costruttivo con ogni nostro associato, in particolar<br />

modo con le Associazioni, perché raggruppano<br />

ognuna una categoria ben rappresentativa di aziende<br />

e possono informarci sulle dinamiche del set-<br />

10 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

tore in tempo reale. Non solo, una comunicazione<br />

schietta e diretta con un interlocutore privilegiato<br />

permette a tutte le parti coinvolte di essere aggiornate<br />

in maniera immediata sulle problematiche e<br />

sulle novità in atto nel sistema economico e all’interno<br />

dell’Associazione stessa. Ad ogni richiesta da<br />

parte delle oltre 40 Associazioni affiliate alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>,<br />

viene riservato il necessario supporto sia attraverso<br />

un’assistenza immediata, sia con l’ausilio del nostro<br />

servizio giuridico, con il quale collaboriamo. Particolare<br />

attenzione viene rivolta alle Associazioni di<br />

categoria che hanno affidato la gestione del proprio<br />

segretariato alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>”.<br />

Quanto incidono le associazioni di categoria<br />

sull’economia cantonale?<br />

“Questo rapporto fra Ente economico cantonale di<br />

rappresentanza e Associazioni di categoria costituisce<br />

un’indispensabile “cordone ombelicale” attraverso<br />

cui trasmettere e ricevere le necessarie<br />

informazioni, così da poter agire con il massimo<br />

accordo su temi, questioni e argomenti comuni. Le<br />

Associazioni costituiscono e rappresentano tutte<br />

le categorie di attività che si svolgono in <strong>Ti</strong>cino.<br />

Un’importanza politica, fiscale e occupazionale che<br />

ha quindi la capacità di determinare l’andamento<br />

economico di tutto il Cantone”.<br />

Quale è il ruolo della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> in questo scenario?<br />

“È proprio in questo contesto che la rappresentatività<br />

della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> assurge a capitale importanza in<br />

quanto portavoce di tutto il comparto economico/<br />

associativo cantonale, sia in <strong>Ti</strong>cino, sia a livello<br />

nazionale, dati i suoi rappresentanti in numerosi<br />

consessi. La <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> è costantemente attiva per<br />

garantire al Paese condizioni quadro generali tali<br />

da mantenere la piazza di lavoro competitiva<br />

e per consentire alle aziende di prosperare e di<br />

salvaguardare il benessere professionale e sociale<br />

conquistato. Essa difende infatti gli interessi generali<br />

e settoriali dell'economia privata del Cantone,<br />

facendosi interprete, nei confronti delle Autorità<br />

cantonali e federali, delle sue aspirazioni e delle<br />

sue opinioni”.


Ospite<br />

Intervista di Lisa Pantini con Rinaldo Gobbi, Vice-direttore <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> e Responsabile del Servizio Servizio Politica economica e formazione <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

iL servizio poLitica ecoNomica e<br />

formazioNe deLLa cc-ti<br />

Di cosa si occupa il Servizio Politica economica e<br />

formazione?<br />

“La <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> – associazione mantello dell’economia<br />

ticinese – ha quale obiettivo primario la difesa<br />

dell’economia di mercato e la promozione della<br />

libera imprenditorialità. Questo presuppone il<br />

mantenimento e il miglioramento delle condizioni<br />

quadro tali da mantenere la piazza di lavoro competitiva,<br />

da consentire alle aziende di prosperare e di<br />

salvaguardare il benessere professionale e sociale<br />

conquistato. Interpretando le esigenze delle associazioni<br />

professionali e degli imprenditori, la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

partecipa attivamente prendendo posizione sulle<br />

procedure di consultazione che riguardano tematiche<br />

a carattere economico, sociale e quelle relative<br />

alla formazione sia livello cantonale che a livello<br />

nazionale. Molto importante è pure la sua presenza<br />

attiva nelle Commissioni consultive del Consiglio<br />

di Stato e a livello nazionale in quelle di economiesuisse<br />

e dell’USAM-Unione svizzera delle arti e<br />

mestieri cui la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> è affiliata. Grande attenzione<br />

è data anche alla formazione e al perfezionamento<br />

professionale. La formazione degli apprendisti basata<br />

sul sistema duale è di vitale importanza per<br />

garantire il necessario ricambio dei collaboratori”.<br />

La <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> è molto attiva nella formazione e<br />

nell’organizzazione di eventi, giornate studio<br />

e manifestazioni. Quale importanza ha questo<br />

settore per la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> ? E la formazione per<br />

l’economia cantonale?<br />

“La <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> organizza direttamente corsi di formazione<br />

e di perfezionamento professionale e giornate<br />

di studio e di informazione che interessano gli<br />

imprenditori.<br />

Dal 1968 organizza, sotto l’egida dell’IFCAM-Istituto<br />

svizzero per la formazione di capi-azienda nelle<br />

arti e mestieri, i corsi per capi azienda e il corso di<br />

preparazione all’esame professionale superiore che<br />

porta al diploma federale «economista aziendale<br />

nelle arti e mestieri». Inoltre, viene organizzato il<br />

corso che prepara all’esame professionale federale<br />

di «Specialista nel commercio al dettaglio».<br />

La formazione ha da sempre assunto un ruolo cen-<br />

trale sia a livello associativo per la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> sia a livello<br />

cantonale. Formiamo i nostri giovani e gettiamo<br />

le basi per la costruzione della società del futuro,<br />

occorre prestare molta attenzione a questo delicato<br />

ed importante compito; così come per la parte<br />

di formazione continua e corsi di aggiornamento.<br />

L’apprendimento è vitale per le imprese che vogliono<br />

valorizzare le proprie risorse umane. È per<br />

questo che la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> si impegna nella formazione.<br />

La promozione dell’apprendistato passa anche dalla<br />

partecipazione attiva a EspoProfessioni e ad<br />

ARAF <strong>Ti</strong>cino.<br />

Espoprofessioni è una rassegna biennale attraverso<br />

la quale si propone ai visitatori una panoramica<br />

realistica delle possibilità di formazione professionale<br />

esistenti in <strong>Ti</strong>cino e, in parte, nel resto della<br />

Svizzera.<br />

ARAF- Associazione della rete di aziende formatrici<br />

del cantone <strong>Ti</strong>cino, che ho l’onore di presiedere, ha<br />

lo scopo di promuovere l’apprendistato attraverso<br />

la condivisione del posto di tirocinio fra due o più<br />

aziende che non hanno mai formato apprendisti<br />

o che hanno smesso di farlo aziende e il loro accompagnamento.<br />

Le aziende sono pertanto sgravate<br />

dalla gestione amministrativa. Limitato per il<br />

momento al ramo degli impiegati del commercio, il<br />

modelle potrà essere esteso in futuro ad altri settori<br />

professionali”.<br />

La parte politica del suo lavoro: lei è un Gran<br />

Consigliere. Che cosa porta questa sua attività in<br />

rappresentanza per la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>?<br />

“L’attività in Gran Consiglio richiede un grosso impegno<br />

di energie e di tempo ma ritengo che sia molto<br />

utile per la mia attività professionale in quanto<br />

sono molti i temi trattati che interessano il mondo<br />

economico. Quale parlamentare partecipo direttamente<br />

alla definizione della politica cantonale, con<br />

particolare attenzione ai temi economici, fiscali e<br />

della formazione”.<br />

11


Biblioteca liberale<br />

di Alessio del Grande<br />

12 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

i miLLe voLti deL popuLismo<br />

Populismo e populista sono termini assai ricorrenti<br />

nell’odierno lessico politico. Tanto da essere usati a sproposito,<br />

confondendoli spesso con demagogia e demagogo<br />

che, indubbiamente, possono essere una delle caratteristiche,<br />

tra le tante, del populismo. Quest’ultimo ha, però,<br />

un’estensione e implicazioni ben più profonde. Del populismo<br />

americano, ad esempio, si contano, a destra e<br />

a sinistra, ben sei varianti, dalla comunità dei produttori<br />

all’anti-elitarismo, dal Manifest Destiny al ruralismo antistatalista<br />

di Thoreau, come ricorda Nicolao Merker nel<br />

suo illuminante saggio “Filosofie del populismo” (editori<br />

Laterza). Se il populismo nel suo significato moderno<br />

nasce appena un secolo fa negli USA con il “People’s<br />

Party”, il Partito del popolo, le sue radici vanno molto più<br />

lontano nel tempo. Affondano nella reazione del clero e<br />

della nobiltà europea alla rivoluzione francese, attraversano<br />

filosofia, storia e letteratura tra Ottocento e Novecento,<br />

alimentano persino la dittatura nazi-fascista e altri<br />

regimi autoritari, si mascherano con tratti rivoluzionari<br />

nei regimi socialisti delle cosiddette democrazie popolari,<br />

per approdare ai tempi nostri nel cesarismo post moderno<br />

di alcuni capi di Governo o in pericolosissime forme<br />

di etnicismo, come salvaguardia, attraverso l’esclusione,<br />

dell’identità e della tradizione nazionale. Tratto costante<br />

nell’evoluzione del populismo in tutte le varianti storiche<br />

è la sua matrice conservatrice e antimoderna.<br />

La rivoluzione francese, al di là delle successive degenerazioni,<br />

aveva portato alla luce, nota Merker, una concezione<br />

laica e democratica del popolo e con essa la visione<br />

di una repubblica fondata sulla rappresentatività, che fu<br />

osteggiata dapprima da Burke e De Maistre nel nome di<br />

un populismo dinastico e di una concezione teocratica<br />

del potere, poi dai romantici tedeschi, Novalis in testa, da<br />

cui germogliò quel “blut und boden” sangue e suolo, che<br />

costò all’Europa non poche tragedie. Alla base di questa<br />

reazione c’era una concezione antidemocratica, sorretta<br />

da motivazioni metafisiche oppure estetico-lettererarie<br />

con corposi risvolti anticapitalistici, che proiettavano il<br />

popolo in una dimensione mitica e immaginifica. Nobilitata<br />

filosoficamente con l’urvolk, il popolo primordiale,<br />

di Fichte – premessa ideologica del successivo nazionalismo<br />

democratico –, con quel popolo che con Hegel<br />

da massa informe si fa Spirito nello Stato, oppure dalla<br />

plebe, altrettanto informe, di Nietsche secondo cui “popoli<br />

e razza sono il corpo che serve a generare singoli<br />

individui di valore”. Ma il grande uomo che emerge dalla<br />

massa, nella visione elitaria di Nietsche è un super<br />

uomo cosmopolita, disancorato, dunque,<br />

da quello che è il perimetro ideologico<br />

del populismo: popolo, razza, comunità,<br />

territorio. Con Heidegger e Schmitt questo super uomo<br />

sarà, invece, ri-ancorato ad una “comunità di popolo”,<br />

su base nazionale, con una sua storia e una sua precisa<br />

identità, ed ecco l’ideologia völkisch del Terzo Reich, il<br />

Führerprinzip di Hitler che aveva avuto nella Germania di<br />

Guglielmo II un fertile retroterra culturale.<br />

Ma “i populismi di qualunque natura – scrive Merker –<br />

dopo avere molto celebrato il popolo, sono restii a dargli<br />

strumenti con cui possa effettivamente decidere qualcosa.<br />

A decidere sono singoli uomini carismatici, ammantati<br />

dalla finzione di agire in ‘rappresentanza’ del popolo,<br />

talvolta affiancati da comitati popolari decorativi. Il ‘popolo’<br />

resta vaga entità generica, spesso magma miticomistico<br />

evocato nelle sue potenzialità con giaculatorie<br />

sulla razza e stirpe, o sull’antichità del territorio e delle<br />

tradizioni o sull’identità religiosa”. Ciò spiega anche perché<br />

l’antiparlamentarismo, secondo Merker, è uno degli<br />

ingredienti classici del populismo, così come dell’antipolitica,<br />

e le assemblee rappresentative sono sempre viste<br />

e propagandate come luogo d’intrighi, animate e gestite<br />

da uomini mediocri che pretendono di governare senza<br />

avere le necessarie qualità. L’altra faccia della medaglia,<br />

l’altra radicata tendenza del populismo è per forza di cose<br />

la supremazia dell’esecutivo sul legislativo, la tensione<br />

verso forme autocratiche di governo sottratte ad ogni forma<br />

di controllo democratico e istituzionale. Il populismo<br />

si trasforma allora in ogni paese nella politica o meglio<br />

nell’antipolitica che si appella ai sentimenti e ai bisogni<br />

della gente comune contro l’establishment. Ma la sua più<br />

pericolosa deriva è oggi rappresentata da quell’etnicismo<br />

che, nota Merker, postula un’unità di popolo, nella quale<br />

le identità di stirpe, lingua e religione coinciderebbero<br />

per virtù metafisica e perciò, ove non coincidessero, si<br />

devono far coincidere per forza.<br />

<strong>Ti</strong>tolo: “Filosofie del populismo”<br />

Autore: Nicolao Merker<br />

Editore: Laterza<br />

Pagine: 188


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Diritto<br />

di Simona Morosini Marconi, Responsabile Servizio giuridico <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

14 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Novità dai tribuNaLi<br />

Gravidanza annunciata dopo il licenziamento: un<br />

inconveniente per i datori di lavoro<br />

Il Tribunale federale (TF), sconfessando i tribunali del<br />

Canton Vaud, ha sentenziato che le donne in gravidanza<br />

sono in linea di principio protette dai licenziamenti anche<br />

se comunicano la loro gravidanza all’ex datore di lavoro<br />

solo dopo la fine dei rapporti di lavoro, riservato tuttavia<br />

il caso dell’abuso di diritto (sentenza 4A_552/2008 del<br />

12 marzo <strong>2009</strong>).<br />

I giudici federali hanno così accolto il ricorso di una cameriera<br />

licenziata il 24 gennaio 2006 con effetto al 28<br />

febbraio 2006. Il licenziamento era stato notificato a<br />

seguito dell’avvicendamento nella gestione dell’esercizio<br />

pubblico. Contestualmente era stata prevista l’assunzione<br />

di una nuova cameriera, la quale aveva ripreso l’attività<br />

a partire dal 1° marzo 2006.<br />

Sennonché, il 28 marzo 2006 la “ex” dipendente informava<br />

il datore di lavoro che al momento della disdetta si<br />

trovava in gravidanza e che riteneva pertanto nullo il licenziamento,<br />

offrendo altresì di riprendere l’attività. Aditi<br />

dalla dipendente, i tribunali vodesi hanno ritenuto tardivo<br />

e contrario al principio della buona fede l’annuncio ex<br />

post della gravidanza. Avendo la dipendente taciuto la<br />

propria gravidanza, andrebbe presunto ch’ella abbia irrevocabilmente<br />

accettato la disdetta. I primi giudici hanno<br />

quindi negato qualsivoglia obbligo di pagamento del salario<br />

da parte del datore di lavoro per il periodo successivo<br />

la fine dei rapporti di lavoro.<br />

Il TF ha invece rammentato che l’art. 336c cpv. 1 lett.c<br />

del Codice delle obbligazioni non subordina la protezione<br />

dal licenziamento all’annuncio dello stato di gravidanza.<br />

In altre parole la legge non prevede un termine entro<br />

il quale comunicare tale informazione al datore di lavoro.<br />

Inoltre, secondo il TF, solo circostanze eccezionali<br />

consentono al datore di lavoro di prevalersi dell’abuso<br />

di diritto. I giudici federali hanno quindi esaminato le<br />

circostanze del caso, onde assicurarsi che non vi fosse<br />

abuso da parte della dipendente. Ne hanno concluso<br />

che tutto “portasse a credere” che la dipendente non<br />

fosse conscia del fatto che un licenziamento durante la<br />

gravidanza fosse nullo. Nella misura in cui, ancora prima<br />

del licenziamento, era stata prevista la sostituzione della<br />

dipendente, non le poteva peraltro essere rimproverato di<br />

non avere tempestivamente informato il datore di lavoro.<br />

Così, l’interesse della dipendente alla protezione dal<br />

licenziamento prevale su quella del datore di lavoro ad<br />

organizzarsi per occupare un posto vacante.<br />

Le conseguenze pecuniarie, per il datore di lavoro, non<br />

sono state decise dal TF, il quale ha rinviato il dossier per<br />

decisione su questo punto al Tribunale cantonale.<br />

Interessante rilevare che, a differenza della Svizzera, le<br />

legislazioni francese e germanica prevedono espressamente<br />

un termine entro il quale, in caso di licenziamento,<br />

la dipendente è tenuta ad informare il datore di lavoro<br />

sulla gravidanza in corso, pena la perenzione del diritto<br />

al salario. Tale soluzione ci sembra del tutto sensata ed<br />

equilibrata. Casi come quello suesposto sarebbero quasi<br />

certamente evitati, ivi comprese le acrobatiche argomentazioni<br />

per scartare l’ipotesi dell’abuso, con enorme<br />

risparmio di tempo e denaro per i datori di lavoro e pace<br />

dei tribunali.<br />

Parità salariale uomo-donna: attenzione alla<br />

questione della proporzionalità<br />

Il Tribunale federale si è recentemente pronunciato anche<br />

su un caso di discriminazione salariale tra due dipendenti<br />

di sesso opposto (Sentenza 4A_449/2008 del 25 febbraio<br />

<strong>2009</strong>).<br />

La dipendente, un’assistente sociale al servizio di una<br />

fondazione del Cantone Friborgo, obiettava al fatto che<br />

un suo collega guadagnasse il 16% più di lei (ovvero<br />

circa 1000 franchi mensili), nonostante una formazione<br />

(diploma di assistente sociale), mansioni e responsabilità<br />

identiche. La donna era stata alle dipendenze della<br />

fondazione dal 1996 al 2004. Il datore di lavoro ha però<br />

addotto che il dipendente di sesso maschile era stato<br />

assunto un anno e mezzo prima e vantava sette anni<br />

di esperienza in più rispetto alla donna. Egli era inoltre<br />

bilingue e, considerando il Cantone di attività, poteva<br />

interagire con clientela sia germanofona che francofona.<br />

La donna aveva inoltre lavorato per 3 anni al 70%,<br />

sull’arco dei 9 anni in cui era stata alle dipendenze della<br />

Fondazione.<br />

Secondo l’art. 6 della Legge federale sulla parità dei sessi,<br />

una discriminazione è presunta se il lavoratore la rende<br />

verosimile. Spetta invece al datore di lavoro provare (e<br />

non solo rendere verosimile) che non vi è discriminazione<br />

salariale legata al sesso dei dipendenti e che la disparità


di trattamento verte su motivi oggettivi. Non è sufficiente<br />

che il datore di lavoro invochi un qualsivoglia motivo: deve<br />

dimostrare di perseguire uno scopo obiettivo rispondente<br />

ad un bisogno aziendale e che le misure discriminatorie<br />

adottate mirano al raggiungimento di tale scopo. In genere,<br />

la formazione, l’anzianità di servizio, le qualifiche,<br />

l’esperienza, il settore di attività, le prestazioni effettuate,<br />

i rischi oppure i compiti inclusi nel mansionario influiscono<br />

sul valore della prestazione lavorativa e giustificano<br />

una disparità di salario. Le differenze possono anche giustificarsi<br />

per motivi non direttamente inerenti l’attività in<br />

causa e fondarsi su considerazioni sociali quali gli oneri<br />

familiari o l’età. Occorre inoltre che la disparità rispetti il<br />

principio della proporzionalità.<br />

L’anzianità di servizio e l’esperienza professionale sono<br />

state nel caso concreto riconosciute come fattori suscettibili<br />

d’influenzare il valore stesso del lavoro e giustificare<br />

una differenza di trattamento. Quanto al bilinguismo, il<br />

fatto che nel caso esaminato dal TF il collega potesse<br />

occuparsi anche dei clienti germanofoni è stato pure<br />

giudicato come un aspetto della prestazione lavorativa<br />

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meritante un riconoscimento salariale, segnatamente in<br />

un Cantone bilingue come Friborgo.<br />

Dovendo però esaminare la proporzionalità nella disparità<br />

salariale, il Tribunale federale ha ritenuto che la differenza<br />

d’anzianità di servizio di un anno e mezzo, rispettivamente<br />

il fatto che la donna avesse lavorato al 70% per<br />

alcuni anni fossero fattori ininfluenti e non giustificanti<br />

una differenza salariale. Secondo il Tribunale federale, la<br />

datrice di lavoro non ha quindi provato che la disparità di<br />

trattamento non fosse “in alcun modo” dettata da motivi<br />

legati al sesso e, pertanto, ha ritenuto una violazione della<br />

Legge federale sulla parità dei sessi. Detto Tribunale ha<br />

inoltre ritenuto che i 7 anni di esperienza supplementari<br />

vantati dal dipendente di sesso maschile, unitamente al<br />

fattore linguistico, giustificassero uno scarto salariale,<br />

ma non ampio come quello attuato dal datore di lavoro<br />

(16%). Ha pertanto ammesso una differenza salariale<br />

limitatamente all’8,5%, condannando di conseguenza la<br />

datrice di lavoro a corrispondere fr. 17'926 a titolo di<br />

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Attualita`<br />

A cura di economiesuisse<br />

settore aGroaLimeNtare:<br />

Necessario uN accordo di Libero<br />

scambio coN L’ue<br />

Il 14 marzo 2008 il Consiglio federale ha adottato un<br />

mandato di negoziazione nei settori agroalimentare e<br />

della salute pubblica, il cui obiettivo è quello di concludere<br />

con l’UE un accordo di libero scambio completo,<br />

che dovrebbe entrare in vigore al più presto alla fine del<br />

2012 (sono previsti termini transitori fino al 2017). Un<br />

accordo di libero scambio completo nel settore agroalimentare<br />

offre evidenti vantaggi per la Svizzera. L’industria<br />

agroalimentare svizzera potrà approfittare del<br />

miglioramento delle possibilità di esportazione. Tutto il<br />

settore agricolo sarà più efficiente e competitivo a livello<br />

internazionale. L’impulso così dato alla crescita è valutato<br />

in circa 2 miliardi di franchi. Con circa 500 milioni di<br />

consumatori il mercato interno europeo è di gran lunga<br />

il principale mercato d’esportazione della Svizzera. Questa<br />

realtà non si applica soltanto ai prodotti industriali,<br />

bensì anche ai prodotti del settore agroalimentare: nel<br />

2007 il 70% delle esportazioni agricole svizzere erano<br />

destinate agli Stati membri dell’UE. Al contrario, l’80%<br />

dei prodotti agricoli importati dalla Svizzera provengono<br />

dal mercato dell’UE. Grazie alla progressiva liberalizzazione<br />

degli scambi, le relazioni economiche nel settore<br />

agricolo si sono rinsaldate negli ultimi anni. Il settore<br />

agricolo era ancora ampiamente escluso nell’accordo<br />

di libero scambio del 1972, il quale tendeva essenzialmente<br />

ad esentare dai dazi doganali il commercio dei<br />

prodotti industriali. Soltanto con l’accordo agricolo del<br />

1999, concluso nell’ambito degli Accordi bilaterali I,<br />

l’accesso reciproco al mercato ha potuto essere migliorato<br />

per determinati prodotti. E ciò grazie alla riduzione<br />

da una parte dei dazi doganali e, dall’altra, con l’esonero<br />

dei dazi doganali su alcuni prodotti, come ad esempio le<br />

specialità di carne, la frutta e la verdura. Il mercato del<br />

formaggio, in particolare, è stato esonerato da tutti i dazi<br />

doganali a partire dal 2007 e le sovvenzioni all’esportazione<br />

sono state abolite. L’accordo prevedeva inoltre la<br />

soppressione di tutta una serie di ostacoli non tariffali al<br />

commercio, come nei settori veterinario e fitosanitario.<br />

In occasione di una nuova tappa il libero scambio è stato<br />

esteso, nell’ambito degli Accordi bilaterali II, ai prodotti<br />

agricoli trasformati – come i prodotti di panetteria e di<br />

pasticceria, il cioccolato o le minestre. L’accordo di libero<br />

scambio previsto nel settore agroalimentare concerne<br />

tutte le maglie della rete di produzione agroalimentare.<br />

Ciò significa concretamente che devono essere aboliti<br />

tutti i dazi doganali, contingenti, sovvenzioni all’esportazione<br />

ed ostacoli non tariffali al commercio esistenti<br />

tra la Svizzera e l’UE. La scomparsa di questi ostacoli<br />

tariffali e non tariffali non concerne soltanto le materie<br />

prime provenienti dall’agricoltura, bensì anche i prodotti<br />

situati a monte (il foraggio e i concimi ad esempio) e<br />

il primo livello dei prodotti derivanti dall’industria di<br />

trasformazione (il formaggio, il latte in polvere, i grassi,<br />

l’olio, i prodotti a base di carne ad esempio). L’approccio<br />

integrale di una facilitazione degli scambi la più<br />

completa possibile nel settore agroalimentare prevede il<br />

reciproco riconoscimento delle prescrizioni sui prodotti<br />

e delle disposizioni in materia di omologazione. Il principio<br />

del Cassis di Digione verrebbe così applicato alle<br />

derrate alimentari in Svizzera e quest’ultima riconoscerebbe<br />

le prescrizioni armonizzate dei prodotti dell’UE.<br />

Nonostante la liberalizzazione completa prevista per lo<br />

scambio delle merci tra l’UE e la Svizzera, i controlli alle<br />

frontiere avverrebbero in ogni caso. Contrariamente ad<br />

un’unione doganale, un accordo di libero scambio non<br />

prevede un’uniformazione delle tariffe doganali verso<br />

gli Stati terzi e bisognerà di conseguenza controllare<br />

il Paese d’origine della merce. Un accordo di libero<br />

scambio nel settore agroalimentare non rafforza solo<br />

la posizione delle imprese che esportano già nei paesi<br />

dell’UE. Esso apre pure delle possibilità d’esportazione<br />

nei settori finora protetti. Con l’accordo di libero<br />

scambio, il primo livello di trasformazione dell’industria<br />

agroalimentare, i settori situati a monte dell’agricoltura<br />

e l’agricoltura stessa beneficeranno di un accesso senza<br />

ostacoli al mercato europeo. Le specialità trasformate,<br />

i prodotti di nicchia nonché altri prodotti a forte valore<br />

aggiunto, come le specialità a base di carne e di latte<br />

o i prodotti bio, hanno in particolare buone possibilità<br />

in materia. Ci si può globalmente attendere, in caso di<br />

liberalizzazione degli scambi, un aumento del volume<br />

delle esportazioni del 120% o di 4 miliardi di franchi,<br />

mentre il valore delle importazioni dovrebbe aumentare<br />

da parte sua del 75%.<br />

17


Attualita`<br />

di Markus Schär e Daniela Lepori<br />

18 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

LeGittima fifa bLu<br />

deL GiGaNte GiaLLo?<br />

«Dopo questa grande crisi il mondo non sarà più lo stesso».<br />

Con quest’affermazione Thomas Held, direttore di Avenir<br />

Suisse ha aperto una manifestazione che ha avuto luogo a<br />

Zurigo ad inizio maggio ed era dedicata alla Cina, potenza<br />

che presumibilmente influenzerà il futuro del globo.<br />

In considerazione della sua vertiginosa crescita economica<br />

il mondo si chiede oggi: sarà un regno comunista che<br />

detterà ben presto le regole del gioco globale?<br />

Un'ufficiale “dittatura popolare”<br />

A partire dal 1978 quando Deng Xiaoping ha iniziato a<br />

promuovere il libero mercato la Cina ha cominciato a vivere<br />

una rinascita senza precedenti. “Il PCC non è però ancora<br />

l’abbreviazione di Partito Capitalista Cinese” ha spiegato al<br />

pubblico Harro von Senger, uno dei relatori della serata e<br />

professore di sinologia dell’università di Friburgo in Brisgovia:<br />

ancora oggi il partito si rifà al marxismo-leninismo. Il<br />

cosiddetto sinomarxismo si fonda, benché arricchito dalle<br />

idee di Mao e dagli insegnamenti pratici di Deng Xiaoping,<br />

sui pensieri di Marx e Lenin. Von Senger ha ricordato come<br />

la Repubblica Federale rappresenti una dittatura dichiarata:<br />

l’articolo 1 della Costituzione cinese, risalente ai tempi<br />

di Mao, contempla infatti la “dittatura democratica del<br />

popolo”. Da esso rimangono esclusi solo i rivali dello Stato;<br />

chi sostiene il regime comunista ne fa invece parte e può<br />

godere dei diritti umani, che la Cina dichiara di tutelare.<br />

“Tra i cinesi non vi è parola preferita a democrazia” indica<br />

Von Senger. Non dovrebbe comunque venir compresa in<br />

senso occidentale perché i cinesi, nelle nostre - ai loro occhi<br />

- “pseudo-democrazie”, non vedono il potere in mano<br />

al popolo, bensì nelle redini della classe capitalista.<br />

Se ognuno gioca al suo gioco…<br />

Come si fa a definire le basi del vivere comune se per le<br />

stesse parole s’intendono concetti differenti? Con questo<br />

quesito il professor Josef Wieland, direttore scientifico<br />

dell’Institut für Wertemanagement dell’università di Costanza<br />

ha aperto il suo intervento.<br />

“Da secoli siamo abituati che è l’occidente che detta le<br />

leggi” indica. “Ci riesce difficile accettare che questo non<br />

sia lo stato naturale delle cose”. Oggi queste norme non<br />

vengono però più imposte dalle potenze occidentali stesse<br />

ma stabilite da accordi globali. Per arrivare a questo<br />

risultato mancano però spesso come detto leggi, morale,<br />

apposite istanze e organizzazioni comuni. “È come se partecipassimo<br />

ad un campionato del mondo di calcio” spiega<br />

Wieland ”dove ogni nazione gioca secondo le proprie rego-<br />

le, le squadre hanno un concetto personale di fair-play, gli<br />

arbitri fischiano pochi falli e la FIFA quale organizzatrice<br />

risulta a tratti assente”.<br />

Wieland ha spiegato come una via percorribile verso un<br />

futuro democratico comune può venir rappresentata dalla<br />

social responsibility (norma ISO 26 000). Questo concetto<br />

può venire applicato a livello globale, anche dal Partito<br />

Comunista Cinese. Ai negoziati che dovrebbero chiudersi<br />

nel 2010 partecipano delegati da 84 Paesi e proprio in<br />

questo contesto essi si scontrano con la cultura cinese,<br />

lontanissima dalla nostra, soprattutto per quanto riguarda<br />

il commercio legale e illegale. I cinesi contestano inoltre<br />

che il modello di sviluppo occidentale sia il solo che porta<br />

al benessere economico e alla libertà.<br />

Crescita sì, ma non ricchezza per tutti<br />

Il corrispondente della Neue Zürcher Zeitung in Estremo<br />

Oriente Urs Schöttli vede quale tallone d’Achille dell’economia<br />

cinese il suo sistema finanziario poco trasparente<br />

e lungimirante. Egli ricorda come nonostante la forte crescita,<br />

solo 500 milioni degli 1,3 miliardi di cinesi vivono<br />

al di sopra della soglia di povertà: poco più di 200 milioni<br />

di loro si possono per esempio permettere un’autovettura,<br />

un televisore o delle vacanze all’estero. I restanti vivono<br />

in estrema povertà e sostengono ancora il sistema nella<br />

speranza di un domani migliore per loro o per lo meno per i<br />

loro figli. Se la crescita economica dovesse cessare – cosa<br />

che in Cina significa un calo dal 9 al 6 percento – questi<br />

poveri, se solo lo volessero, potrebbero anche destabilizzare<br />

il sistema.<br />

Nessuno ha interesse che la Cina fallisca<br />

“Questa grande nazione potrà diventare una superpotenza?”<br />

ha chiesto Katja Gentinetta, vice-direttrice di Avenir<br />

Suisse ai tre relatori. Harro von Senger non lo crede. La<br />

Cina per il 2049, anno del centenario della fondazione della<br />

Repubblica Federale si è posta l’obiettivo di raggiungere<br />

il livello di Paese industrializzato per quanto riguarda, per<br />

esempio, la qualità di vita e le infrastrutture: fino a quel<br />

punto dovrà però prima di tutto chinarsi intensivamente sui<br />

suoi problemi interni. “I cinesi sembrano di primo acchito<br />

molto forti, ma a lungo termine non lo sono” aggiunge<br />

Josef Wieland. “In Occidente nessuno ha interesse che la<br />

Cina fallisca i propri obiettivi. Ma essa con la sua apertura<br />

economica e chiusura politica non diventerà mai una superpotenza<br />

vera” sottolinea Urs Schöttli.


Attualita`<br />

arcobaLeNo azieNdaLe:<br />

vaNtaGGi per tutti!<br />

Ogni giorno migliaia di persone si recano in auto sul posto<br />

di lavoro: code, stress, ritardi, costi. Senza dimenticare l’inquinamento<br />

ambientale, l’intasamento della rete stradale, il<br />

rischio di incidenti. E allora, concetti come mobilità sostenibile,<br />

sistemi di trasporto casa-lavoro alternativi, promozione<br />

del trasporto pubblico, sensibilizzazione nelle aziende e tra i<br />

collaboratori diventano d’attualità e necessità! La Comunità<br />

tariffale <strong>Ti</strong>cino e Moesano è in prima linea in questa sfida grazie<br />

ad arcobaleno aziendale, la soluzione che premia tutte le<br />

parti in causa offrendo vantaggi alle aziende, ai collaboratori,<br />

al territorio e alla popolazione.<br />

Ma quali sono, in concreto, questi vantaggi?<br />

Scegliere il trasporto pubblico significa innanzitutto riduzione<br />

del traffico, minor inquinamento e qualità di vita migliore.<br />

arcobaleno aziendale vuol dire quindi diminuire il consumo di<br />

benzina, i disturbi della circolazione e aumentare la sicurezza<br />

stradale; significa limitare le emissioni di elementi inquinanti<br />

e ridurre i rumori; significa evitare gli imprevisti di viaggio,<br />

il nervosismo, l’affaticamento alla guida ed il tempo perso<br />

in colonna. arcobaleno aziendale permette uno spostamento<br />

alternativo che è più consono all’ambiente, alla tranquillità di<br />

un’intera regione, alla serenità e sicurezza dei lavoratori e alle<br />

esigenze di mobilità delle aziende.<br />

Ma non è tutto! Diminuire l’uso dell’auto a favore di trasporti<br />

pubblici significa anche un miglior utilizzo degli spazi: meno<br />

costi per aree di posteggio, superfici a disposizione per usi più<br />

redditizi, migliore accesso all’azienda anche per clienti e fornitori.<br />

Per l’azienda, inoltre, la mobilità sostenibile rappresenta<br />

un mezzo di dialogo con i propri dipendenti ed uno strumento<br />

di integrazione con la collettività locale. L’impresa può farsi<br />

promotrice attiva di un valore decisivo che gli offre l’opportunità<br />

di costruirsi un’immagine di azienda eco-compatibile, di<br />

proporsi attenta alle esigenze dei collaboratori migliorando il<br />

clima sociale. arcobaleno aziendale inoltre rientra nei parametri<br />

dell’ISO 14001. E poi, perché no? La mobilità sostenibile<br />

è anche minor sedentarietà, opportunità per creare una rete<br />

di rapporti ed amicizie ed occasione per migliorare l’efficacia<br />

dei trasporti pubblici.<br />

La mobilità sostenibile è un bene prezioso per tutti!<br />

IkEA DI GRANCIA: L’ATTENzIONE<br />

PER L’AMBIENTE è CENTRALE<br />

Ikea ha avviato il progetto arcobaleno aziendale nel settembre<br />

2008: prima un sondaggio tra i collaboratori, poi la possibilità<br />

di provare gratuitamente l’abbonamento per un mese<br />

ed infine il lancio ufficiale con la raccolta delle adesioni. E<br />

GraNde Novità: è Nato iL proGramma<br />

fedeLtà arcobaLeNo!<br />

Da questo mese sottoscrivere arcobaleno aziendale significa<br />

anche beneficiare dei vantaggi del programma fedeltà.<br />

Dallo sport, alla formazione e cultura, dai viaggi e tempo<br />

libero ai servizi: sconti, convenzioni, offerte speciali, concorsi<br />

e tanto altro ancora.<br />

sin da subito l’iniziativa ha riscontrato un grande successo,<br />

soprattutto tra i dipendenti residenti nel luganese.<br />

Come è nata la volontà di proporre un programma di<br />

mobilità sostenibile?<br />

“L’azienda Ikea - spiega Daniela Del Fante, Responsabile di<br />

progetto - è da sempre attenta alle tematiche di tipo ambientale<br />

e promuove tante iniziative in tutto il mondo. In Svizzera<br />

tedesca siamo già attivi da parecchio tempo sul fronte del<br />

trasporto pubblico, arcobaleno aziendale è stata l’occasione<br />

di sviluppare il concetto anche in <strong>Ti</strong>cino. La nostra logica è<br />

quella di incentivare all’utilizzo dei mezzi pubblici i nostri<br />

collaboratori, sensibilizzandoli alla salvaguardia dell’ambiente<br />

e del clima. Offriamo uno sconto dell’80% sull’abbonamento<br />

annuale: 30% a carico nostro, il 25% offerto dalla CTM ed<br />

un ulteriore 25% dal Fondo Clima del Centro Lugano Sud.”<br />

Su quali aspetti avete puntato per incentivare i<br />

dipendenti all’adesione?<br />

“Come detto l’argomento ambiente è stato centrale. Vogliamo<br />

rendere coscienti i nostri collaboratori di quanto l’uso dei<br />

mezzi pubblici sia importante in quest’ottica. Ikea è orientata<br />

ormai da anni al risparmio energetico, alla diminuzione<br />

dell’impatto ambientale, allo sviluppo sostenibile. arcobaleno<br />

aziendale è un prodotto che si integra perfettamente con<br />

la nostra strategia e ci permette di educare e sensibilizzare<br />

ancor più i nostri dipendenti”.<br />

Quali sono quindi i vantaggi maggiori per voi e per i<br />

vostri collaboratori?<br />

“Per noi ovviamente promuovere l’aspetto ambientale ma anche<br />

avere un’occasione per poter incentivare lo sviluppo dei<br />

collegamenti del trasporto pubblico, soprattutto nella nostra<br />

zona d’attività. Per i collaboratori anche un miglioramento<br />

della qualità di vita: chi ha aderito conferma di essere più<br />

rilassato. arcobaleno aziendale è un’offerta vincente per tutti:<br />

azienda, collaboratori e collettività!”<br />

19


Attualita`<br />

di Denise Pagani Zambelli, Avvocato, Responsabile dei servizi Tax & Legal Deloitte a Lugano,<br />

Master of Advanced Studies in Tax Law<br />

Avv. Denise Pagani<br />

zambelli<br />

20 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

imposizioNe dei froNtaLieri<br />

Principi generali e regimi fiscali applicabili nel caso dei<br />

frontalieri italiani<br />

Ciò che differenzia il lavoratore frontaliero dal tradizionale<br />

lavoratore espatriato è il fatto di essere residente<br />

in uno Stato e di prestare l’attività lavorativa in un<br />

altro Stato. Mentre l’espatriato lascia il proprio Paese<br />

di origine e si trasferisce (spesso con la famiglia al<br />

seguito) in un altro Stato nel quale risiederà e lavorerà,<br />

il frontaliere mantiene il domicilio nel proprio<br />

Paese di origine, ma lavora in uno Stato diverso da<br />

quest’ultimo.<br />

Ai sensi di un inquadramento giuridico internazionale<br />

risulta, però, praticamente impossibile stabilire un<br />

concetto univoco, comprensivo di criteri obiettivi volti<br />

a definire l’accezione di lavoro frontaliero. Infatti, la<br />

nozione di lavoro frontaliero copre realtà molto diverse<br />

tra loro, a dipendenza del fatto che si consideri la<br />

definizione Comunitaria, oppure una delle definizioni<br />

contenute nelle convenzioni bilaterali contro la doppia<br />

imposizione, determinanti per stabilire il regime fiscale<br />

applicabile ai lavoratori frontalieri.<br />

La normativa Comunitaria designa, quale “lavoratore<br />

frontaliero”, qualsiasi lavoratore occupato sul territorio<br />

di uno Stato membro e residente sul territorio di<br />

un altro Stato membro, Stato quest’ultimo in cui il<br />

lavoratore rientra ogni giorno o almeno una volta alla<br />

settimana. I frontalieri residenti ed esercitanti attività<br />

lavorative nell’Unione Europea (in seguito “UE”) fruiscono<br />

(come tutti i lavoratori migranti) della libertà<br />

di circolazione su tutto il suolo europeo e godono del<br />

principio di non discriminazione nonché della parità<br />

di trattamento, previsti per i lavoratori che si spostano<br />

all’interno dell’UE. Il regime fiscale applicabile ai<br />

redditi transnazionali dei frontalieri rinvia, in primis,<br />

alle convenzioni fiscali bilaterali contro la doppia imposizione<br />

internazionale (in seguito “CDI”); tali CDI<br />

possono prevedere un’imposizione nello Stato di residenza<br />

del frontaliere, nello Stato del luogo di lavoro,<br />

oppure in entrambi.<br />

Ai sensi delle citate CDI e nel caso particolare dei<br />

frontalieri, le risorse derivanti dalle imposte prelevate<br />

sul reddito sono, generalmente, attribuite ad uno solo<br />

dei due Stati coinvolti, mentre gli oneri di carattere<br />

pubblico (si pensi, ad esempio, all’utilizzo delle infrastrutture<br />

quali ospedali, scuole, ecc.) incombono sia<br />

allo Stato di residenza, sia allo Stato in cui il frontaliere<br />

svolge la sua attività lavorativa. Al fine di ripartire<br />

le risorse fiscali e di attenuare, di conseguenza,<br />

lo scompenso tra gli oneri sostenuti dai Comuni di<br />

frontiera, gli Stati attuano una compensazione fiscale<br />

transfrontaliera che può concretizzarsi nel versamento,<br />

da parte dello Stato in cui si svolge l’attività allo<br />

Stato di residenza, di una percentuale della massa salariale<br />

lorda o netta dei redditi frontalieri, oppure, come<br />

nel caso dell’accordo italo-svizzero, nel pagamento<br />

di una percentuale delle imposte trattenute alla fonte.<br />

La Svizzera, oltre ad aver sottoscritto innumerevoli<br />

CDI, ha stipulato anche degli accordi riguardanti il<br />

trattamento fiscale del reddito derivante dal lavoro<br />

frontaliero. In particolare, si richiama quello concluso<br />

con l’Italia nel 1974 (Accordo relativo all’imposizione<br />

dei lavoratori frontalieri ed alla compensazione finanziaria<br />

a favore dei Comuni italiani di confine), cui<br />

rimanda la CDI tra Svizzera ed Italia nell’articolo 15<br />

capoverso 4.<br />

In base a questo accordo, i lavoratori italiani residenti<br />

nella fascia di territorio italiano compreso nei 20 km<br />

dalla linea di confine, che in Svizzera svolgono un’attività<br />

di tipo dipendente e che rientrano giornalmente<br />

al proprio domicilio, sono imponibili soltanto in Svizzera<br />

(e, di conseguenza, esclusi dalla base imponibile<br />

in Italia). Dal canto loro, i Cantoni che prelevano le<br />

imposte alla fonte dai redditi dei frontalieri (<strong>Ti</strong>cino,<br />

Grigioni e Vallese) versano all’Italia una parte di tale<br />

gettito fiscale, a titolo di compensazione finanziaria (il<br />

<strong>Ti</strong>cino restituisce il 38,8% di tale gettito alla Penisola,<br />

entrata che è poi versata proporzionalmente ai Comuni<br />

italiani di confine in cui risiedono i citati contribuenti).<br />

Il 1° giugno 2002 è entrato in vigore l’Accordo tra la<br />

Svizzera e l’UE sulla libera circolazione delle persone<br />

e, a decorrere dal 1° giugno 2007, per i cittadini degli


Stati membri dell’UE è stato soppresso il concetto di<br />

zona di frontiera che, prima di tale data, era determinante<br />

per poter esercitare un’attività lucrativa in Svizzera<br />

come frontaliere. A seguito di questa soppressione,<br />

la nozione di frontaliere è stata ampliata: l’accordo<br />

sulla libera circolazione delle persone permette<br />

al lavoratore di usufruire della libertà di esercitare<br />

l’attività professionale sull’intero territorio di qualsiasi<br />

Stato contraente (Italia o Svizzera), beneficiando del<br />

diritto di mobilità geografica e professionale. Con la<br />

soppressione delle “zone di frontiera” anche il lavoratore<br />

residente in Italia al di fuori della fascia di confine<br />

di 20 chilometri (così come in un altro Stato membro<br />

dell’UE) può, pertanto, ottenere un permesso di lavoro<br />

svizzero come frontaliere (di tipo G), mantenendo solamente<br />

l’obbligo di rientro al proprio domicilio italiano<br />

una volta a settimana.<br />

Si è così creata una dualità concettuale intorno al<br />

termine di frontaliere che ha sollevato, ai fini fiscali,<br />

il quesito a sapere se anche questi “nuovi” frontalieri<br />

possano o meno beneficiare del regime impositivo<br />

previsto dall’accordo del 1974.<br />

Tale dubbio è stato di recente chiarito definitivamente<br />

dalla Direzione regionale Lombardia dell'Agenzia delle<br />

entrate. Questa Autorità ha confermato come, relativamente<br />

ai rapporti con la Svizzera ed alla regolazione<br />

tributaria dei redditi in questione, la nozione di<br />

frontaliere ed il relativo trattamento fiscale così come<br />

stabilito dall’accordo del 1974 si applichi unicamente<br />

ai lavoratori che si recano a lavorare dalla propria residenza,<br />

situata in un Comune nella fascia di confine<br />

di 20 chilometri, in uno dei suddetti Cantoni svizzeri<br />

confinanti.<br />

Pertanto, per i c.d. “nuovi” frontalieri ai sensi dell’accordo<br />

sulla libera circolazione delle persone (ossia<br />

quelli residenti al di fuori della fascia di confine, cui<br />

incombe l’obbligo di rientrare al proprio domicilio italiano<br />

almeno una volta durante la settimana), si fa<br />

riferimento alla disciplina generale statuita dall’art. 15<br />

capoverso 1 della CDI conclusa tra Italia e Svizzera,<br />

ai sensi della quale il reddito di lavoro dipendente<br />

conseguito in Svizzera da un residente italiano è imponibile<br />

in entrambi gli Stati. Perciò, se da un lato la<br />

Svizzera ha il diritto di ritenere alla fonte le imposte<br />

dovute da questi contribuenti, anche in base alla normativa<br />

italiana tale reddito da lavoro percepito in via<br />

continuativa in Svizzera concorre a formare il reddito<br />

complessivo per l’importo eccedente 8'000 Euro.<br />

Questi frontalieri dovranno, quindi, dichiarare anche in<br />

Italia il salario guadagnato in Svizzera, salario che sarà<br />

imposto nella penisola e per il quale al contribuente<br />

spetta un credito per le imposte alla fonte che sono<br />

già state versate in Svizzera.<br />

deLoitte partNer per i servizi Ges<br />

GLobaL empLoyer services<br />

Nelle sempre più complesse e mutevoli situazioni lavorative<br />

che, spesso, sono rivolte anche all’estero e portano le aziende<br />

ad operare a livello globale (mondiale), vi è la necessità<br />

di focalizzarsi sul valore del proprio business e di gestire al<br />

meglio i possibili rischi che la globalizzazione solleva.<br />

Distaccati internazionali, espatriati, lavoratori frontalieri…<br />

qualunque sia il termine che descrive al meglio la Vostra<br />

forza lavoro internazionale, l’attrazione ed il mantenimento<br />

dei migliori talenti sul mercato globale comporta innumerevoli<br />

difficoltà. I fattori critici di successo delle attività<br />

internazionali dipendono da problematiche legali e fiscali<br />

che toccano diverse giurisdizioni, rendendo necessaria l’implementazione<br />

di programmi interni delle risorse umane<br />

e di policies che rispecchiano le necessità dell’azienda e<br />

delle diverse tipologie di dipendenti e che, al contempo,<br />

rispettino le legislazioni coinvolte.<br />

In questo contesto, Deloitte propone un’offerta di servizi<br />

multidisciplinari al fine aumentare l’efficienza, ridurre i<br />

costi ed accrescere la soddisfazione dei nostri clienti. Deloitte<br />

è presente in 150 Paesi al mondo con un network di<br />

165'000 specialisti per fornire servizi di audit, tax, consulting<br />

e corporate finance.<br />

Ges - servizi priNcipaLi<br />

• Servizi fiscali nell’ambito di trasferimenti internazionali<br />

di personale<br />

- Risoluzione delle problematiche dei dipendenti locali e<br />

dei dipendenti espatriati;<br />

- Strutturazione, ottimizzazione e gestione della fiscalità<br />

internazionale degli espatriati in tutti i Paesi in cui la<br />

Vostra azienda è presente, grazie ad un network di oltre<br />

2'600 specialisti GES in più di 80 Paesi;<br />

- Gestione dei rapporti e negoziazione di ruling con le<br />

Autorità fiscali.<br />

• Consulenza ed amministrazione internazionale nell’ambito<br />

delle risorse umane (HR)<br />

- Consulenza, strutturazione ed ottimizzazione delle<br />

problematiche internazionali relative alle assicurazioni<br />

sociali;<br />

- Consulenza relativa a problematiche di diritto del lavoro<br />

nazionale ed internazionale;<br />

- Supporto ai servizi di Relocation;<br />

- Consulenza relativa a stock option plans;<br />

- Assistenza in relazione a problematiche di immigrazione.<br />

• Servizi di Technology Solutions nell’ambito di trasferimenti<br />

internazionali;<br />

• Consulenza in relazione a ristrutturazioni internazionali<br />

HR;<br />

• Consulenza internazionale su “Compensations & Benefits”.<br />

Avv. Denise Pagani Zambelli<br />

Deloitte SA<br />

Via Ferruccio Pelli 1, 6901 Lugano<br />

Tel. +41 91 913 74 00, Fax +41 91 913 74 99<br />

www.deloitte.ch<br />

21


Attualita`<br />

di Marzio Proietti, Responsabile Formazienda FTIA<br />

22 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

La torre di pisa NoN peNde…!*<br />

Un’opportunità per le imprese di operare secondo i concetti<br />

della CSR (Corporate Social Responsability)<br />

* Per non veder pendere la torre di Pisa … basta girarci attorno!<br />

Maggiori possibilità di integrazione<br />

professionale per le persone con handicap:<br />

posti di lavoro, posti di stage, acquisto<br />

di servizi commerciali, gestione di servizi<br />

a favore della collettività. Queste sono<br />

alcune delle possibilità per le aziende di<br />

contribuire in modo concreto e – socialmente<br />

responsabile – all’inserimento professionale<br />

delle persone con handicap, anche in <strong>Ti</strong>cino.<br />

Formazienda FTIA ha già avuto esperienze in<br />

tal senso con più di una ventina fra aziende<br />

private e pubbliche, senza dimenticare uffici e<br />

servizi dell’amministrazione cantonale<br />

Ma andiamo con ordine e spendiamo due parole per spiegare<br />

in breve l’attività. Formazienda FTIA ha come missione<br />

il reinserimento professionale di persone con handicap<br />

fisico attraverso il lavoro e la formazione. Dispone di complessivamente<br />

una quarantina di posti, suddivisi nei settori<br />

Formazione e Azienda. Il primo dei due settori funge da<br />

struttura di formazione in ambito commerciale (formazione<br />

professionale di base, riqualifiche, formazioni pratiche,<br />

ecc.) e opera soprattutto come partner dell’Assicurazione<br />

Invalidità. Nel secondo settore vi sono dei posti di lavoro,<br />

dove le persone con handicap sono assunte con regolare<br />

contratto di lavoro. In entrambi i settori si producono servizi<br />

commerciali per conto di terzi. L’acquisto diretto di prestazioni<br />

a Formazienda FTIA, è già una prima possibilità<br />

per favorire l’integrazione professionale, infatti ognuno può<br />

acquisire esperienza facendo un lavoro utile a qualcuno e,<br />

soprattutto pagato al pari di qualsiasi altra prestazione.<br />

Oltre duecento, tra imprese ed enti acquistano regalmente<br />

le nostre prestazioni ogni anno. Un passo successivo è<br />

rappresentato dagli stage esterni. I collaboratori di Formazienda<br />

FTIA lavorano presso aziende esterne, dove si<br />

possono acquisire ulteriori competenze, sempre fornendo<br />

una prestazione utile all’impresa ospitante. Questi stage<br />

possono avere finalità e durata diverse. Questo genere di<br />

esperienza è già stato fatto con oltre una quindicina di<br />

imprese di vari settori: bancario, assicurativo, fiduciario,<br />

commerciale, amministrazione cantonale, comuni ed as-<br />

sociazioni. Alcuni di questi stage sono scaturiti in assunzioni<br />

definitive, ciò che rappresenta un ulteriore e concreto<br />

raggiungimento dell’obiettivo di integrazione professionale.<br />

Naturalmente, come dice il proverbio: “non tutte le<br />

ciambelle riescono con il buco”! Bisogna pur tenere conto<br />

di un certo grado di insuccesso. Ma le esperienze sin qui<br />

fatte con diversi partner sono sempre state valutate positivamente,<br />

anche perché le imprese stesse, che decidono di<br />

rendersi disponibili per questo genere di progetti, possono<br />

(meglio sarebbe dire: devono) porsi dei chiari criteri, tra<br />

i quali non va assolutamente dimenticato l’aspetto della<br />

produttività che la persona in stage o da assumere deve<br />

garantire. A entrambe le parti (azienda e persona) si chiede<br />

perciò un impegno reciproco nel fornire una determinata<br />

prestazione, che viene definita e chiarita sin da subito.<br />

Formazienda FTIA si distingue inoltre per la gestione di un<br />

progetto particolare e unico a livello nazionale: la gestione<br />

di una stazione ferroviaria. Le Ferrovie federali svizzere<br />

hanno deciso di chiudere diverse stazioni in varie regioni<br />

del nostro Paese. Per cercare di mitigare gli effetti di questa<br />

decisione le FFS hanno promosso il progetto AVEC, una<br />

collaborazione con alcune grandi aziende nazionali della<br />

grande distribuzione e della telefonia mobile, per ridare<br />

vita a una serie di stazioni ferroviarie. In <strong>Ti</strong>cino, data la


particolarità del tessuto economico, si è invece optato per<br />

la formula delle Agenzie FFS, dove ditte o enti del luogo<br />

avevano la possibilità di riprendere degli sportelli delle stazioni<br />

integrandone la gestione nelle proprie attività. Si è<br />

dunque colta questa opportunità e, a partire dal 1° maggio<br />

2001, Formazienda FTIA gestisce la stazione di Giubiasco,<br />

collaborando tra l’alto con il Comune e le FFS stesse.<br />

Citiamo il commento formulato da uno studio promosso<br />

dalla SUPSI sulla Responsabilità Sociale delle imprese nel<br />

2003: “Difficile trovare un’iniziativa in grado di coinvolgere<br />

cinque categorie di stakeholder con un risultato positivo<br />

per tutti. Più che un progetto win-win, possiamo davvero<br />

parlare di un progetto win-win-win-win-win! Per il conseguimento<br />

di questo risultato va sicuramente sottolineata la<br />

capacità di ogni attore coinvolto di affrontare il proprio ruolo<br />

in modo originale ed innovativo. Il Comune che non rinuncia<br />

all’idea di rivitalizzare la stazione e promuove la ricerca<br />

di un partner, FTIA che vede nell’anomalia dell’incarico<br />

una possibilità di formazione, le Ferrovie Federali Svizzere<br />

che rendono disponibili le strutture e accettano una nuova<br />

partnership, il collaboratore FTIA che accetta un incarico<br />

a contatto diretto col pubblico, con tutti i problemi e le<br />

ansie che tale scelta può comportare. Ogni protagonista ha<br />

affrontato il suo compito con maggiore apertura mentale,<br />

spirito di innovazione e assumendosi una parte di rischio,<br />

un modo di operare davvero unico. L’altro aspetto interessante<br />

riguarda la ripetibilità del modello che potrebbe essere<br />

replicato in altre situazioni e un secondo aspetto riguarda<br />

la durata dell’esperimento che dimostra sia la serietà<br />

dell’impegno da parte dei partner sia la qualità del servizio<br />

offerto”. In alcuni casi Formazienda FTIA ha pure operato<br />

quale strutture ponte per collaboratori di imprese che, a<br />

seguito di malattie o infortuni, hanno dovuto riconvertirsi<br />

professionalmente, ma sono potuti rimanere dipendenti<br />

delle loro imprese di origine. In questo caso – e di regola<br />

con la collaborazione degli assicuratori infortuni o invalidità<br />

– la nostra struttura ha funto da luogo di formazione<br />

e pratica nella nuova professione, intercalando periodi in<br />

azienda, presso di noi e anche presso strutture di riabilitazione.<br />

Se la vostra impresa è sensibile alle questioni della<br />

CSR e volesse impegnarsi in modo concreto, non vi rimane<br />

che prendere contatto noi, saremmo lieti di aggiungervi<br />

all’elenco dei nostri partner.<br />

i servizi di formazieNda ftia<br />

Lavori di segretariato in genere per associazioni ed enti,<br />

gestione e creazione di banche dati, gestione ed emissione<br />

imposte parrocchiali, gestione registri patriziati, servizio<br />

stampe e fotocopie a colori e in banco/nero, rilegature,<br />

assemblaggi, messa in busta, spedizioni, gestione testi,<br />

mailing pubblicitari. Lavori amministrativi: tenuta contabilità,<br />

chiusure contabili, conteggi salari, conteggi IVA,<br />

gestione pagamenti, incassi e richiami. Impaginazione e<br />

Internet: testi, biglietti da visita, coordinati commerciali,<br />

creazione loghi, opuscoli, flyer, servizio posta elettronica,<br />

hosting Internet, ecc..<br />

profiLo ftia - uN ticiNo per tutti<br />

Dal 1973 la Federazione <strong>Ti</strong>cinese Integrazione Handicap<br />

(FTIA) partecipa alla realizzazione di una società<br />

più rispettosa delle esigenze delle persone con handicap.<br />

Promuove e favorisce la loro integrazione in <strong>Ti</strong>cino<br />

operando contro l’emarginazione e migliorando la loro<br />

condizione sociale, culturale ed economica, creando occasioni<br />

di occupazione, realizzando e gestendo strutture,<br />

istituzioni e servizi adatti, organizzando attività sportive,<br />

ricreative e sociali. È pure attiva nell'abbattimento<br />

di barriere architettoniche e mentali e nel superamento<br />

della paura della diversità. La FTIA – ente di utilità pubblica<br />

finanziato con contributi pubblici, collette, donazioni,<br />

prodotti commerciali – colma le lacune causate da<br />

queste diversità, reali o presunte, offrendo a persone in<br />

particolare con handicap fisico e con difficoltà motorie<br />

opportunità per condurre una vita normale. Inoltre, tramite<br />

il Forum politica sociale Svizzera italiana sviluppa<br />

e sostiene iniziative utili al conseguimento della parità di<br />

diritti. La FTIA ha da poco una sua sede unica, situata in<br />

Via Linoleum 7 a Giubiasco, dove sono attivi tutti i suoi<br />

settori. Il Segretariato FTIA si occupa di servizi a favore<br />

delle persone con handicap (politica sociale, consulenze<br />

nel campo delle barriere architettoniche, mobilità, sport<br />

e svago). In collaborazione con altri enti offre pure Consulenza<br />

giuridica handicap. Presso Formazienda FTIA<br />

sono invece formate e riqualificate persone con handicap<br />

e sono proposti servizi commerciali e di grafica.<br />

Infine, “alla stazione”, l’agenzia FFS di Giubiasco, dal<br />

2001 la FTIA offre servizi ai viaggiatori e cura uno sportello<br />

comunale. Le due sedi di Giubiasco sono situate<br />

nelle vicinanze dello svincolo autostradale di Bellinzona<br />

Sud, e sono raggiungibili in poco tempo dai principali<br />

centri del <strong>Ti</strong>cino. Nella nuova sede vi è pure Salaruna<br />

(www.ftia.ch/salaruna) un moderno spazio multiuso per<br />

ogni genere di meeting.<br />

FTIA, via Linoleum 7, 6512 Giubiasco<br />

Tel. +41 91 850 90 50 (Formazienda FTIA)<br />

Tel. +41 91 850 90 90 (Segretariato FTIA)<br />

info@ftia.ch, www.ftia.ch<br />

23


Attualita`<br />

di Sabina Beffa, Collaboratrice scientifica della DASF<br />

24 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

iNserimeNto professioNaLe:<br />

misure a favore deLLe azieNde<br />

Inserimento professionale: un obiettivo che la Divisione<br />

dell’azione sociale e delle famiglie (in seguito DASF) persegue<br />

dagli anni ’90, attraverso le misure attive dell’Ufficio del<br />

sostegno sociale e dell’inserimento.<br />

Nei primi anni, le misure consistevano solo in programmi<br />

d’occupazione nel mercato secondario del lavoro.<br />

Nella primavera del 2007, grazie allo stanziamento da<br />

parte del Gran Consiglio di un credito straordinario di 21<br />

milioni derivanti dalla vendita delle eccedenze dell’oro<br />

della BNS, la DASF ha riorganizzato le sue misure attive,<br />

diversificandole e orientandole maggiormente alle<br />

categorie di persone più a rischio di esclusione economica<br />

e sociale: i giovani, i lavoratori da tempo lontani<br />

dal mercato del lavoro, i lavoratori anziani. Si trattava<br />

anche di approfittare della buona congiuntura per dare<br />

un’opportunità a chi aveva mancato il primo inserimento<br />

professionale, o lo aveva perso, negli anni precedenti di<br />

aumento della disoccupazione. Si è puntato sull’inserimento<br />

in azienda tramite incentivi finanziari per compensare<br />

il rendimento inizialmente ridotto, ispirandosi a<br />

quanto proposto nell’ambito della Legge federale sull’assicurazione<br />

contro la disoccupazione (Ladi) e della Legge<br />

cantonale sul rilancio dell’occupazione e sul sostegno ai<br />

disoccupati (L-rilocc).<br />

Le aziende che assumono giovani qualificati al primo impiego<br />

possono usufruire di stages semestrali rimborsati<br />

dal Cantone o bonus di inserimento che coprono fino al<br />

60% del salario per sei mesi. Quelle che assumono lavoratori<br />

da tempo lontani dal mercato del lavoro possono<br />

beneficiare di sussidi che coprono fino al 60% del salario<br />

per un anno.<br />

Dalle ricerche del Professor Bonoli (presentazione<br />

nell’ambito di un pomeriggio di studio e di scambio intercantonale<br />

sul tema), Responsabile della cattedra di<br />

politiche sociali all’Istituto superiore di studi in amministrazione<br />

pubblica di Losanna, emerge che a livello<br />

svizzero ed europeo l’inserimento nel mercato del lavoro<br />

tramite incentivi finanziari alle aziende rappresenta una<br />

delle misure più promettenti; fra queste anche l’accompagnamento<br />

all’impiego (job coaching) .<br />

La DASF, adottando una formula innovativa, punta sulla<br />

combinazione delle due misure: incentivi alle aziende e<br />

accompagnamento mirato e intensivo all’impiego, avva-<br />

lendosi della collaborazione di due validi partner esterni,<br />

che vantano una pluriennale esperienza nell’ambito<br />

dell’inserimento lavorativo: Labor Transfer e la Fondazione<br />

IPT (Integrazione Per Tutti).<br />

Labor Transfer ha ideato il progetto Fenice, destinato a<br />

giovani qualificati che, dopo un corso iniziale di bilancio<br />

personale e professionale, vengono accompagnati<br />

(coaching individuale e di gruppo) verso l’inserimento in<br />

azienda. Durante gli stages, Labor rimane un valido punto<br />

di riferimento sia per i datori di lavoro, sia per i giovani.<br />

La Fondazione IPT ha concepito un programma ad hoc<br />

per aiutare i lavoratori da tempo lontani dal mercato del<br />

lavoro a trovare un impiego: bilancio iniziale, coaching<br />

individuale e stage in azienda prima dell’assunzione.<br />

I primi risultati, anche se le cifre assolute sono modeste<br />

dopo neppure un anno di attività, sono piuttosto incoraggianti:<br />

dei 31 giovani che hanno concluso il progetto<br />

Fenice (dicembre ’08), 24 hanno trovato un lavoro, e<br />

delle 36 persone che hanno concluso il programma di<br />

IPT (marzo ’09) 15 hanno trovato un lavoro.<br />

La sfida, da affrontare con le aziende, è di confermare<br />

questi risultati allargandoli a un maggior numero di<br />

beneficiari: anche e soprattutto in tempo di crisi, per<br />

anticipare le conseguenze nefaste, per la collettività intera,<br />

dell’esclusione economica e sociale delle frange più<br />

deboli dei lavoratori.<br />

Per informazioni rivolgersi a:<br />

Sabina Beffa<br />

Divisione dell’azione sociale e delle famiglie<br />

Viale Officina 6<br />

6500 Bellinzona<br />

Tel: +41 91 814 70 10<br />

sabina.beffa@ti.ch


Attualita`<br />

Comunicato stampa<br />

misure di sosteGNo per GaraNtire<br />

L’operatività di LuGaNo airport sa<br />

Presentate il 7 maggio scorso a maestranze e media le misure di<br />

sostegno volte a garantire l’operatività dello scalo da parte delle<br />

autorità comunali e cantonali l’importanza della struttura per<br />

l’economia cantonale in un momento di crisi<br />

La direzione e una delegazione del Consiglio di amministrazione<br />

di Lugano Airport SA, alla presenza in particolare<br />

del capo dicastero On. Paolo Beltraminelli e del<br />

Capo del Dipartimento Cantonale del Territorio On. Avv.<br />

Marco Borradori, hanno presentato le misure che il Municipio<br />

di Lugano ha recentemente approvato a sostegno<br />

dell’operatività della struttura aeroportuale confrontata<br />

da qualche mese con un sensibile calo di passeggeri.<br />

L’incontro con la stampa del 7 maggio <strong>2009</strong> è stato preceduto<br />

da un incontro con il personale che dal 20 aprile<br />

<strong>2009</strong> svolge la sua attività in regime di orario ridotto, misura<br />

che permette da una parte un importante risparmio<br />

di costi, dall’altro garantisce una quasi totale copertura<br />

della retribuzione per tutti i dipendenti nonché il mantenimento<br />

nell’organico di Lugano Airport di personale<br />

altamente qualificato.<br />

Dopo una presentazione della situazione di bilancio e<br />

conto economico e una panoramica sugli obblighi legali<br />

Nuovi soci cc-ti<br />

in caso di difficoltà finanziarie per le società anonime, la<br />

dirigenza di Lugano Airport ha comunicato le misure che<br />

la Città di Lugano ha concesso per il <strong>2009</strong>:<br />

1. La sospensione del canone di affitto che Lugano Airport<br />

SA corrisponde alla Città per il <strong>2009</strong>, per un<br />

ammontare di CHF 679'000.00.<br />

2. L’abbattimento del Capitale azionario da CHF<br />

4'000'000.00 a CHF 1'000'000.00 mediante compensazione<br />

delle perdite riportate e sua ricostituzione<br />

a CHF 4'000'000.<br />

La ricapitalizzazione farà l’oggetto di un messaggio municipale<br />

che dovrà venir sottoposto al Consiglio Comunale<br />

e alle sue commissioni nel corso delle prossime sedute.<br />

Saranno comunque necessarie delle ulteriori misure di<br />

risparmio e di razionalizzazione della struttura affinché<br />

sia garantita la continuità aziendale oltre il <strong>2009</strong>.<br />

Questo mese abbiamo il piacere di porgere il benvenuto a:<br />

• FPCE - Formazione Professionale Continua nel Ramo Elettrico, 6596 Gordola, associazione di categoria<br />

Formazione Professionale Continua nel Ramo Elettrico, www.fpce.ch<br />

• Royal Tag, 6901 Lugano, sistemi di identificazione RFID, benicchio@royaltag.ch<br />

• E.M. Consulting SA, 6962 Viganello, consulenza finanziaria e immobiliare, info@emconsultingsa.com<br />

• San Bernardo Ristorazione SA, 6949 Comano, ristorazione, www.sanbernardo.ch<br />

• Tafaro, 6600 Muralto, azienda attiva nel settore dell’ITC, info@tafaro.ch<br />

• Studio legale Bloch, 6900 Lugano, studio legale e notarile, www.blochlawoffices.com<br />

25


Attualita`<br />

Comunicato stampa<br />

26 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

pubbLicazioNe deGLi atti<br />

di coNcorso su LuGaNo.ch<br />

La Città di Lugano compie un altro significativo passo di<br />

modernizzazione dei propri servizi, grazie ad un utilizzo<br />

evoluto delle nuove tecnologie. Collegandosi al sito www.<br />

lugano.ch/concorsi è ora possibile scaricare gli atti di<br />

concorso del Dicastero Territorio, in particolare dell'edilizia<br />

pubblica e del genio civile, e del Dicastero Servizi<br />

Urbani. Il sito, raggiungibile anche attraverso la sezione<br />

“link istituzionali” collocata sulla destra di lugano.ch,<br />

permetterà di vedere tutti i concorsi aperti, suddivisi in<br />

cinque categorie per una migliore consultazione. Nello<br />

specifico le categorie sono: concorsi di architettura, prestazioni<br />

di servizio, impresari e artigiani, pavimentazione,<br />

forniture.<br />

La navigazione del sito risulta molto chiara e permette<br />

di vedere nel dettaglio ogni oggetto in concorso con la<br />

relativa data di pubblicazione, la data di scadenza e infine<br />

offre la possibilità di scaricare il testo della pubblicazione<br />

apparsa sul Foglio ufficiale.<br />

Questo consentirà alle aziende interessate di prendere<br />

conoscenza dei concorsi aperti in maniera rapida e completa<br />

e di iscriversi con pochi e semplici passaggi.<br />

La nuova piattaforma semplificherà i processi di comunicazione<br />

e l'organizzazione amministrativa per cui si prevede<br />

di estenderla, a seconda delle esigenze, anche ad<br />

altri servizi o Dicasteri della Città.<br />

Questo nuovo servizio rientra nella cosiddetta politica di<br />

e-goverment che permetterà ai cittadini, nel corso dei<br />

prossimi anni, di gestire in modo diretto buona parte della<br />

documentazione pubblica e di usufruire di servizi avanzati<br />

quali per esempio gli sportelli elettronici, i book-shop<br />

e i ticket corner, apportando così netti benefici sotto il<br />

profilo dell’efficienza, dell’economicità e dell’accessibilità<br />

ai servizi dell’Amministrazione.<br />

Servizio informazione e comunicazione<br />

Piazza della Riforma 1<br />

6900 Lugano<br />

Tel. +41 58 866 70 99/87<br />

Fax +41 58 866 71 03<br />

com@lugano.ch<br />

www.lugano.ch<br />

iL ticiNo deLLa seNsorica<br />

a euroseNsors <strong>2009</strong><br />

Eurosensors è la conferenza più importante a livello continentale<br />

per il mondo della sensorica. Essa si svolgerà<br />

quest’anno in Svizzera, più precisamente a Losanna, dal<br />

6 al 9 settembre, con l’organizzazione del locale Politecnico<br />

(www.eurosensors09.ch). A cavallo tra università<br />

e industria, Eurosensors presenta gli ultimi sviluppi del<br />

settore dei sensori, degli attuatori e dei micro- e nanosistemi<br />

nella forma della conferenza scientifica e non della<br />

fiera commerciale.<br />

Eurosensors <strong>2009</strong> offre alle realtà regionali elvetiche<br />

l’opportunità di mettere particolarmente in risalto le proprie<br />

competenze territoriali con uno stand, un contributo<br />

alla documentazione ufficiale della conferenza e un logo.<br />

La presenza della Svizzera italiana a Eurosensors <strong>2009</strong><br />

è organizzata con il coordinamento di <strong>Ti</strong>cinotransfer –<br />

rete per il trasferimento di tecnologia e del sapere della<br />

Svizzera italiana e la partecipazione della Promozione<br />

economica del Canton <strong>Ti</strong>cino.<br />

Aziende e centri di ricerca interessati a partecipare alla<br />

conferenza o comunque desiderosi di mettersi sotto i riflettori<br />

di questo appuntamento sono invitati a prendere contatto<br />

con <strong>Ti</strong>cinotransfer e attivare gratuitamente la collaborazione<br />

(info@ticinotransfer.ch, +41 58 666 66 93/77).


Eventi<br />

di Lisa Pantini<br />

Le opportuNità d’iNvestimeNto<br />

e di busiNess iN medio orieNte<br />

Nel quarto ed ultimo appuntamento del ciclo dedicato al Medio Oriente,<br />

organizzato dalla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> con Osec e Credit Suisse, si è trattato il tema delle<br />

opportunità di business e di mercato per le aziende e le PMI nell’area del<br />

GGC<br />

Da sin.: Larbi El Attari, Monica zurfluh, Wafa Hijjawi, Peter Harradine<br />

e Ruedi Büchi<br />

Il 4 maggio scorso all’Hotel Parco Paradiso di Lugano,<br />

ha avuto luogo l’ultimo interessante appuntamento del<br />

ciclo di conferenze dedicate al mondo arabo “Come fare<br />

business in Medio Oriente?”.<br />

L’ultimo appuntamento della serie era dedicato all’esplorazione<br />

delle opportunità d’affari per le aziende, con particolare<br />

riferimento a quelle ticinesi.<br />

Sono intervenuti Peter Harradine, Presidente dello Swiss<br />

Business Council Dubai e Managing Director di Harradine<br />

Golf Dubai; Wafa Hijjawi, Consulente commerciale Swiss<br />

Business Hub GCC a Dubai; Larbi El Attari, Consulente<br />

commerciale Swiss Business Hub GCC, presso l’Ufficio<br />

di Riyadh e Ruedi Büchi, Senior Consultant per l’area del<br />

Medio Oriente presso Osec Zurigo.<br />

Tutti gli interventi hanno messo in evidenza come, nonostante<br />

la crisi in atto abbia rallentato l’economia – anche<br />

in Medio Oriente –, vi siano eccellenti prospettive di business<br />

per le imprese svizzere interessate ad affacciarsi sul<br />

mondo arabo. Da sempre infatti i prodotti svizzeri godono<br />

di un’eccellente nomea per la loro qualità, tecnologia e<br />

affidabilità.<br />

La crisi ha frenato e addirittura in alcuni casi annullato<br />

progetti, il prezzo del petrolio è sceso, si nota una<br />

mancanza di liquidità generale nel sistema economico.<br />

Tutti effetti che hanno influenzato la crescita nei Paesi<br />

dell’area GCC, dove comunque il dinamismo resta forte,<br />

con Dubai in testa a trainare l’economia araba. L’econo-<br />

mia possiede una stabilità che la crisi non ha intaccato,<br />

ed ha saputo (e sa tutt’ora) limitare gli effetti della crisi.<br />

Si calcoli che l’inflazione dovrebbe attestarsi su un tasso<br />

tra il 5 e l’8%, quando nel 2008 era salito all’11%. Gli<br />

Stati del Golfo sono tra i mercati con maggior tasso di<br />

crescita economica al mondo e hanno generato nel 2008<br />

un PIL pari a 264 miliardi di dollari.<br />

Hijjawi e El Attari hanno affermato che “la crisi sta passando”.<br />

Gli Stati del Golfo, soprattutto Emirati Arabi Uniti,<br />

Arabia Saudita, Qatar e Kuwait, mirano ad una crescita<br />

superiore alla media malgrado la crisi economica. Basati<br />

sulla presenza massiccia di petrolio e gas, si realizzano<br />

visioni di nuovi centri urbani, si creano nuove industrie e<br />

si propongono servizi di alto livello nei settori del turismo,<br />

del trasporto e delle finanze.<br />

I settori nei quali vi sono ottime opportunità d’investimento<br />

sono molteplici e vari, nello specifico: infrastrutture,<br />

settore energetico, dei macchinari, sanità e sicurezza<br />

(farmaceutico, ospedaliero, strumenti e apparecchiature<br />

mediche), beni di largo consumo (gioielliero, orologiero,<br />

alimentare, tessile, ecc.), tecnologico, turismo, telecomunicazioni,<br />

educazione, ecc..<br />

In ambito energetico, ad esempio, il GCC intende investire<br />

204 miliardi di dollari nello sfruttamento del petrolio<br />

e del gas naturale, esplorando e sviluppando altresì<br />

progetti per ri-alimentare le riserve nonché sostituire e<br />

riqualificare i beni in declino, per garantire le forniture a<br />

lungo termine.<br />

Grandi sforzi saranno volti anche al potenziamento delle<br />

infrastrutture. Si auspica di collegare gli Stati del GCC<br />

alle linee ferroviarie regionali (Iraq, Siria, Giordania e la<br />

linea nord-sud in Arabia Saudita). Per quanto riguarda i<br />

collegamenti aerei, Dubai dispone di tre terminali già operativi<br />

e continua la costruzione dell’ambizioso progetto<br />

“World Central”, il più grande a livello mondiale.<br />

Altre possibilità d’affari negli Stati del Golfo si delineano<br />

nei settori dell’educazione tecnica, generica e specifica,<br />

dei servizi finanziari e legali, delle tecnologie delle comunicazioni<br />

e della fornitura di macchinari industriali,<br />

elettrici, scientifici e elettrogeneratori.<br />

27


Formazione<br />

proposte formative cc-ti<br />

COME VALORIzzARE LA PROPRIA IMMAGINE<br />

17 giugno <strong>2009</strong>, dalle 13.30 alle 17.30<br />

Introduzione al tema del colore (analisi cromatica); introduzione al tema della forma<br />

(studio della figura); introduzione al tema stile (cura dei particolari); l’acconciatura /<br />

La pettinatura; gli accessori<br />

Animatrice del seminario: Edith Dolder<br />

LAVORO RIDOTTO: PROBLEMATICHE E MODULISTICA PER LE AzIENDE<br />

10 giugno <strong>2009</strong>, dalle 16.00 alle 18.00<br />

Aspetti giuridici del lavoro ridotto, preannuncio di lavoro ridotto: come presentare la<br />

domanda,d iritti e doveri del datore di lavoro nella procedura di lavoro ridotto, documentazione<br />

da trasmettere mensilmente alla Cassa Disoccupazione per il rimborso,<br />

informazioni e consigli sulla procedura da adottare durante il lavoro ridotto.<br />

Relatori: Luca Camponovo e Simona Morosini<br />

ASPETTI CONTRIBUTIVI DELLE ASSICURAzIONI SOCIALI<br />

9 giugno <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

Le attività dell’ufficio dei contributi dell’IAS: l’affiliazione, la fissazione dei contributi,<br />

la revisione dei datori di lavoro e l’incasso dei contributi.<br />

Relatori: Siro Realini e Michela Bottinelli<br />

LA VALUTAzIONE E LO SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE<br />

8 giugno <strong>2009</strong>, dalle 9.00 alle 13.00<br />

Processi di valutazione, applicazione dei processi di valutazione più comuni, procedure<br />

e modalità di sviluppo delle competenze della personalità<br />

Relatore: Domenico Basile<br />

Volete saperne di più? Visitate il sito web della Camera di commercio, dell'industria,<br />

dell'artigianato e dei servizi del Canton <strong>Ti</strong>cino: www.cciati.ch, scrivete un e-mail a corsi@cci.ch<br />

o telefonateci allo +41 91 911 51 18<br />

28 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Serata informativa Specialista nel commercio al dettaglio<br />

con attestato federale<br />

Mercoledì 17 giugno <strong>2009</strong> alle ore 19.15, presso la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, 6. piano,<br />

Sala dott. G. Papa.<br />

Iscrizioni alla serata informativa gratuita a corsi@cci.ch<br />

o telefonando allo +41 91 911 51 18.


Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

CANDIDATO<br />

zoran Filipovic<br />

Master of Advanced Studies<br />

in Embedded Systems Design,<br />

ALaRI-Università della<br />

Svizzera italiana;<br />

Ingegnere elettronico diplomato<br />

all’Università di Belgrado<br />

Anno di nascita: 1983<br />

Cittadinanza: serba<br />

CANDIDATO<br />

Mariano Tomaso<br />

Meccanico di precisione su<br />

rettifiche per spirali<br />

Anno di nascita: 1958<br />

Cittadinanza: svizzera/italiana<br />

area soci cc-ti: tutta da scoprire!<br />

Dal mese di marzo è attiva, sul sito Internet della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, www.cc-ti.ch, l’area riservata ai soci. Si tratta di uno spazio<br />

in cui gli affiliati della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> possono accedere a informazioni su tematiche attuali ed ottenere risposte a problemi che<br />

incontrano in azienda, durante le correnti attività lavorative. Si trovano in particolare informazioni di stampo giuridico<br />

sottoforma di domande frequenti (FAQ) sul contratto di lavoro, come pure approfondimenti su tematiche di attualità<br />

per le aziende, nonché rimandi a siti utili.<br />

L’area riservata ai soci contiene le seguenti rubriche:<br />

www.cc-ti.ch<br />

• Contratto di lavoro<br />

• Imposte alla fonte<br />

• Accordi bilaterali<br />

• Proprietà intellettuale<br />

• IVA<br />

• Raccolta di articoli a stampo giuridico pubblicati su <strong>Ti</strong>cino Business<br />

• Schede giuridiche (IFCAM)<br />

Quest’area è uno strumento che completa l’offerta di servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> e permette di accedere a informazioni aggiornate<br />

ed attuali in maniera pratica e veloce.<br />

Per poter accedere all’aera soci occorre semplicemente inserire la Swissfirms ID e la relativa password (queste informazioni<br />

vengono normalmente rilasciate al momento dell’adesione alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>). In caso di problemi/richiesta dei riferimenti,<br />

i soci della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> possono rivolgersi al signor Oliver Monti, monti@cci.ch oppure +41 91 911 51 31.<br />

Per ulteriori informazioni, il Servizio giuridico della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> è raggiungibile al seguente recapito telefonico: +41 91 911<br />

51 28.<br />

CONOSCENzE LINGUISTICHE CERCA INDIRIzzO<br />

Serbo: madrelingua<br />

Inglese: eccellente<br />

Italiano: discreto<br />

Tedesco: discreto<br />

Russo: buono<br />

Croato: ottimo<br />

Italiano: madrelingua<br />

Francese: buono<br />

Inglese: discreto<br />

Esperienza in banking software<br />

development. Cerca<br />

lavoro nel settore dello<br />

sviluppo degli hardware e<br />

software, come pure nel<br />

networking. Disponibilità a<br />

viaggiare o cambiare la residenza<br />

per il lavoro. Grande<br />

capacità di lavorare in gruppo<br />

Esperienza pluriennale nella<br />

costruzione di utensili<br />

in metallo duro con incarichi<br />

organizzativi in diverse<br />

aziende del settore nonché<br />

responsabile di produzione<br />

come ultimo incarico. Cerca<br />

impiego in aziende del settore<br />

o simili. Disponibile a<br />

viaggiare qualora necessario<br />

Via Antonio Vanoni 23<br />

6900 Lugano<br />

Mob. +41 78 900 67 14<br />

zofilo@gmail.com<br />

CONOSCENzE LINGUISTICHE CERCA INDIRIzzO<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Corso Elvezia 16<br />

6901 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 30<br />

cciati@cci.ch<br />

Per le aziende che fossero interessate disponiamo del curriculum vitae completo, rivolgersi<br />

alla Signora G. Veljkovic, +41 91 911 51 11 o cciati@cci.ch<br />

Vi rendiamo attenti che le seguenti segnalazioni vengono semplicemente pubblicate<br />

senza alcuna verifica della fonte e quindi garanzie e responsabilità da parte della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>.<br />

29


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

serv, L'assicurazioNe svizzera coNtro i rischi deLLe esportazioNi<br />

coNsuLeNza presso Le imprese ticiNesi daL 31 aGosto aL 2 settembre <strong>2009</strong><br />

Conoscete la SERV, l’Assicurazione svizzera contri i rischi delle esportazioni? Sapete quali rischi è in grado di assicurare?<br />

Conoscete i nuovi prodotti introdotti nell’ambito delle misure di stabilizzazione congiunturale?<br />

La signora Verena Utzinger, Vice-responsabile della consulenza alla clientela, si troverà in <strong>Ti</strong>cino tra il 31 agosto ed<br />

il 2 settembre <strong>2009</strong> per fornire una consulenza alle aziende interessate nella loro sede.<br />

Invitiamo le aziende esportatrici a mettersi in contatto con l’Osec e a fissare un appuntmento con l’esperta della<br />

SERV!<br />

coNtattateci aL No. teL. +41 91 911 51 37 oppure tramite e-maiL aLL’iNdirizzo iNfo.LuGaNo@osec.ch, saremo Lieti di fissarvi<br />

uN appuNtameNto.<br />

Modifica dell’ordinanza sull’assicurazione svizzera<br />

contro i rischi dell’esportazione<br />

Gli esportatori svizzeri sono particolarmente colpiti dall’attuale<br />

crisi finanziaria ed economica. Nell’ambito delle<br />

misure di stabilizzazione congiunturale, il Consiglio federale<br />

ha pertanto deciso di ampliare a tempo determinato<br />

l’assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni<br />

per facilitare alle imprese attive all’estero l’assunzione di<br />

ordini di esportazione. Questo ampliamento si concretizza<br />

in misure tese, in particolare, ad agevolare l’accesso ai<br />

finanziamenti delle esportazioni e a una riduzione dei costi<br />

di finanziamento per l’esportatore. L’attuazione di tali<br />

misure richiede delle modifiche e delle aggiunte alla legge<br />

sull’assicurazione contro i rischi delle esportazioni e alla<br />

relativa ordinanza nonché un adeguamento della tariffa dei<br />

premi della SERV.<br />

I quattro nuovi prodotti proposti dal 1° maggio <strong>2009</strong> sono<br />

i seguenti:<br />

• assicurazione del credito di fabbricazione: copre i crediti<br />

di esercizio per la produzione di beni di esportazione e<br />

permette all’esportatore di ottenere un credito di esercizio<br />

o di aumentare il proprio limite di credito senza dover<br />

fornire ulteriori garanzie alla banca (tasso di copertura<br />

fino all’80%);<br />

• garanzia su “bonds”: assicura gli impegni dell’impresa<br />

esportatrice derivanti dalla garanzia contrattuale nei<br />

confronti dell’ente esportatore (tasso di copertura fino al<br />

95%), affinché l’esportatore possa fornire le necessarie<br />

cauzioni senza limitare la propria liquidità;<br />

• garanzia di rifinanziamento: consente agli enti esportatori<br />

di offrire crediti per l’esportazione a tassi concorrenziali<br />

dato che ne facilita il rifinanziamento (copre l’intero importo<br />

rifinanziato, compresi gli interessi);<br />

• assicurazione di conferma del credito documentario:<br />

rappresenta una possibilità di assicurazione autonoma<br />

per gli enti esportatori per la copertura di crediti documentari<br />

all’esportazione. La SERV determina limiti per le<br />

banche all’estero che aprono più frequentemente crediti<br />

30 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

documentari, per poter accettare singole operazioni entro<br />

24 ore (tasso di copertura fino al 95%).<br />

I formulari per la richiesta di tutti i prodotti offerti dalla<br />

SERV sono ora disponibili anche online sul portale www.<br />

serv-ch.com/fr/antragsportal.<br />

Per ulteriori informazioni, consultate il sito www.serv-ch.<br />

com, contattate Verena Utzinger, vice-responsabile della<br />

consulenza alla clientela, al numero di telefono +41 44<br />

384 4785 o all’indirizzo e-mail verena.utzinger@serv-ch.<br />

com), o ancora approfittate della disponibilità della signora<br />

Utzinger di fornirvi una consulenza presso la vostra sede<br />

(vedi inserto sopra)!<br />

Lombardia: semaforo verde per la costruzione di<br />

ospedali<br />

La regione Lombardia prevede di costruire la “Cittadella<br />

della Salute” sul terreno del complesso ospedaliero Sacco<br />

a Milano. Si pianifica la costruzione di tre nuovi ospedali<br />

(l’Ospedale Sacco, l’Istituto Carlo Besta e l’Istituto di Tumori)<br />

con una capacità di 1’400 letti su una superficie totale<br />

di 22 ettari, comprese infrastrutture di cura, di ricerca<br />

e didattici. Saranno occupati 220’000 metri quadrati di<br />

superficie per le funzioni di ricerca, di cura, per le strutture<br />

di ospitalità e per i servizi; altri 70’000 metri quadrati di<br />

superficie saranno destinati a parcheggi, impianti tecnologici<br />

e all’asilo nido aziendale, mentre parchi e spazi verdi<br />

occuperanno 7 ettari.<br />

I lavori saranno avviati entro il 2011 e termineranno entro<br />

il 2015, i costi previsti sono i seguenti:<br />

• EUR 15 milioni per l’acquisto del terreno;<br />

• EUR 385 milioni per la costruzione della “Cittadella della<br />

Salute”;<br />

• EUR 20,8 milioni per le infrastrutture viarie;<br />

• EUR 100 milioni per arredi e apparecchiature.<br />

Varese News: Firmato l’Accordo per realizzare la “Cittadella<br />

della Salute”<br />

www3.varesenews.it/lombardia/articolo.php?id=137652


Tutela dei marchi nell’UE: tasse ridotte e procedure<br />

semplificate<br />

La procedura di registrazione dei marchi comunitari è<br />

stata semplificata e le relative tasse ridotte dal 1° maggio<br />

<strong>2009</strong>. La tassa prelevata dall’Ufficio per la registrazione<br />

di marchi, disegni e modelli dell’Unione Europea (OHMI)<br />

ammonta a EUR 1’050 (EUR 900 via internet) invece di<br />

EUR 1’750 (EUR 1’600 via internet) per il deposito e la<br />

registrazione di un marchio comunitario.<br />

La tassa per le domande di marchio internazionale con<br />

designazione della Comunità europea secondo il Protocollo<br />

di Madrid è passata da EUR 1’450 a EUR 870, ossia<br />

una diminuzione del 40%.<br />

La notevole riduzione dei costi e la semplificazione delle<br />

procedure permetteranno alle imprese di proteggere più<br />

facilmente i loro marchi in tutta l’UE a un costo minore, il<br />

che rappresenterà un incentivo allo spirito intraprendente<br />

e all’attività economica, elementi essenziali in un periodo<br />

di crisi economica. La durata di valutazione sarà altresì<br />

abbreviata.<br />

Comunicato stampa della Commissione europea: “Une<br />

protection des marques plus simple et moins chère dans<br />

l’UE”<br />

http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference<br />

=IP/09/506&format=HTML&aged=0&language=FR&gui<br />

Language=fr<br />

UE: veicoli ecologici per i comuni<br />

Secondo una nuova direttiva, le città e i comuni dell’UE<br />

dovranno applicare criteri ecologici nell’acquisto di nuovi<br />

veicoli. Quando acquisteranno veicoli per i trasporti pubblici<br />

urbani o per i servizi comunali (raccolta dei rifiuti,<br />

nettezza urbana, ecc.), le città e i comuni dell’Unione<br />

europea dovranno valutare il rapporto qualità-prezzo,<br />

ma tenere altresì in considerazione i criteri ambientali.<br />

Concretamente, si tratta del consumo di carburante e<br />

dell’inquinamento causato dal veicolo durante tutta la<br />

sua durata di vita.<br />

Gli Stati membri dell’UE dovranno attuare nel loro diritto<br />

nazionale la direttiva adottata a fine marzo dai ministri<br />

dei trasporti entro 18 mesi. Tali norme si applicheranno<br />

unicamente ai veicoli nuovi acquistati dagli enti pubblici<br />

o dalle imprese private che propongono servizi di trasporto<br />

pubblico.<br />

Sono esenti dalla direttiva le ambulanze, i veicoli dei<br />

pompieri, della polizia e militari nonché le macchine e<br />

i veicoli destinati a operare su un territorio geograficamente<br />

ridotto.<br />

“Directive of the European Parliament and of the<br />

Council on the promotion of clean and energy-efficient<br />

road transport Vehicles”<br />

ht tp://ec.europa.eu / transpor t /urban / vehicle s /<br />

doc/<strong>2009</strong>_03_16_st0371108.pdf<br />

Riassunto della direttiva (in francese)<br />

http://europa.eu/scadplus/leg/fr/lvb/l28199.htm<br />

Marchio di qualità ecologica dell’UE ora anche per<br />

le derrate alimentari<br />

L’utilizzo del marchio di qualità ecologica dell’UE sarà<br />

esteso ad altri gruppi di prodotti e promosso mediante<br />

regolamenti d’uso trasparenti e procedure amministrative<br />

semplificate. A inizio aprile <strong>2009</strong>, il Parlamento europeo<br />

ha accolto la revisione della relativa direttiva. I punti rivisti<br />

sono i seguenti:<br />

• ampliamento del campo di applicazione alle derrate<br />

alimentari, agli alimenti per gli animali e alle bibite (ancora<br />

esclusi sono i farmaci), attualmente ca. 3’000<br />

prodotti in 24 categorie possono pregiarsi del marchio<br />

di qualità ecologica dell’UE;<br />

• aggiornamento dei criteri per la concessione dell’etichettatura<br />

ecologica al ritmo da tre a cinque anni;<br />

• criteri di concessione determinanti: consumo di materia<br />

prima ed energetico durante l’intera durata di vita del<br />

prodotto, impatto ambientale del trasporto e dell’imballaggio<br />

del prodotto (gli standard prevedono che un<br />

massimo del 30% dei prodotti commercializzati possano<br />

recare l’etichettatura ecologica);<br />

• modifica delle tasse: l’ammontare delle tasse dipende<br />

dalla dimensione dell’impresa postulante (EUR 1’200<br />

per la registrazione e EUR 1’500 di tassa annuale per<br />

le grandi imprese; EUR 350 per la registrazione e EUR<br />

350 di tassa annuale per le piccole imprese)<br />

Comunicato stampa del Parlamento europeo: “Nutzung<br />

des EU-Umweltzeichens soll gefördert werden”<br />

www.europarl.de/presse/pressemitteilungen/quartal<strong>2009</strong>_2/PM_090402_1b<br />

Ucraina: aumento dei dazi doganali revocato<br />

A soli 14 giorni dalla sua introduzione, l’Ucraina ha revocato<br />

il 18 marzo <strong>2009</strong> l’aumento del 13% dei dazi<br />

doganali su alcuni prodotti d’importazione a causa delle<br />

sanzioni intimate dall’OMC (cfr. <strong>Ti</strong>cino Business del mese<br />

di aprile <strong>2009</strong>, pagina 33). Tuttavia, il sopraddazio del<br />

13% permane per le automobili (gruppo di prodotti HS<br />

8703) e per diversi apparecchi domestici (tra i quali i<br />

frigoriferi e i congelatori).<br />

Ricordiamo che l’aumento riguardava le seguenti merci:<br />

diversi prodotti di origine animale (carne, frutti di mare<br />

ecc.); mele e pere; zucchero e prodotti affini; diverse<br />

bibite alcoliche (vini, liquori); carbone fossile; articoli di<br />

pelletteria e di pellicceria; tappeti e altri rivestimenti del<br />

pavimento; tessili e scarpe; materiale isolante; pietre,<br />

lastre, solette e altri articoli in ceramica; ghisa grezza;<br />

stufe per la cucina; reattori nucleari; compressori di gas,<br />

pompe e ventilatori; frigoriferi e congelatori; motori e generatori<br />

elettrici; riscaldamenti e caldaie; veicoli motorizzati<br />

per più di 10 persone; automobili; autocarri pesanti.<br />

Ulteriori informazioni sui sopraddazi applicati e ora revocati:<br />

vedi Agribusiness: “Review of draft laws Ukraine”<br />

(1. Adopted Laws. Law of Ukraine on the State Budget<br />

31


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

for the year <strong>2009</strong>; No 835 of 26/12/2008, in particolare<br />

gli ultimi tre paragrafi) su<br />

www.agribusiness.kiev.ua/uk/analytics/1232527639/<br />

Turchia: nuove direttive per l’importazione di<br />

prodotti con marcatura CE<br />

In Turchia vigono dall’inizio dell’anno nuove direttive per<br />

l’importazione di determinati prodotti e gruppi di prodotti<br />

che richiedono la marcatura CE e che sono considerati<br />

pericolosi. Esclusi da tale norma sono i prodotti originari<br />

dall’UE, forniti tuttavia dietro prova. Si consiglia pertanto<br />

di allegare un certificato d’origine ATR.1 (certificato di<br />

circolazione delle merci per le spedizioni tra la Turchia e<br />

gli Stati membri dell’UE).<br />

Le nuove direttive per l’importazione riguardano i seguenti<br />

gruppi di prodotti:<br />

• macchine;<br />

• materiale elettrico per l’uso in determinati campi di<br />

tensione;<br />

• prodotti generanti campi elettromagnetici e/o interferenze<br />

in questi campi;<br />

• accessori di sicurezza per ascensori;<br />

• apparecchiature tecniche sotto pressione;<br />

• contenitori sotto pressione semplice;<br />

• apparecchi a gas;<br />

• bollitori.<br />

Informazione della Camera di commercio tedesca ad<br />

Istanbul su<br />

www.detmold.ihk.de/ihkwww/public/pdf/abta/AB-<br />

TA<strong>2009</strong>0731001.PDF<br />

Comunicato “Standardization for Foreign Trade Communique<br />

on Import Controls of Some Products which are<br />

required to bear CE Marking”<br />

www.osec.ch/internet/osec/fr/home/export/countries/tr/<br />

export/customs.html<br />

USA: inasprimento dell’obbligo di dichiarazione per<br />

i precursori vegetali<br />

Un obbligo inasprito di dichiarazione per prodotti con precursori<br />

vegetali vige da poco negli Stati Uniti. Tuttavia, le<br />

nuove prescrizioni (Lacey Act) sono entrate in vigore solo<br />

parzialmente: si procederà a un’introduzione progressiva<br />

in quattro fasi entro il 30 settembre 2010.<br />

Secondo le indicazioni dell’ente statunitense competente<br />

per la protezione della salute animale e vegetale APHIS,<br />

nella dichiarazione dovranno figurare, tra l’altro, il nome<br />

scientifico e il paese d’origine dei vegetali trattati nel<br />

prodotto. Le autorità doganali stimano che questa nuova<br />

misura possa riguardare circa 8’000 sottoposizioni.<br />

Ulteriori informazioni su:<br />

www.aphis.usda.gov/plant_health/lacey_act/<br />

w w w . l i v i n g s t o n i n t l . c o m / N e w s _ P r i n t .<br />

aspx?newsId=1747&locale%20<br />

Hong kong: il vecchio aeroporto diventerà un nuovo<br />

quartiere cittadino<br />

L’aeroporto di Kai Tak, chiuso nel 1997 e situato nel<br />

centro città, sarà trasformato in un nuovo quartiere entro<br />

32 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

il 2021. Una trasformazione dei 320 ettari che compongono<br />

il terreno dell’aeroporto è progettata da qualche<br />

tempo, ma è stata più volte rimandata. Nello scorso mese<br />

di gennaio sono stati pubblicati per la prima volta i piani<br />

concreti, il governo di Hong Kong sembra pertanto intenzionato<br />

a realizzarla.<br />

La costruzione del nuovo quartiere cittadino è progettata<br />

in tre fasi:<br />

• fase 1 entro il 2013: costruzione di 13’000 appartamenti,<br />

tre scuole, edifici governativi, un parco, il lungomare;<br />

• fase 2 entro il 2016: pianificazione della rete viaria (vie<br />

sotterranee, raccordo alla rete urbana);<br />

• fase 3 entro il 2021: costruzione di uno stadio polivalente<br />

con 45’000 posti, monorail, un ponte verso<br />

Kwun Tong.<br />

La trasformazione dell’aeroporto Kai Tak rappresenta uno<br />

dei maggiori progetti nella storia di Hong Kong, i cui costi<br />

sono stimati in USD 13 miliardi.<br />

The Standard: “Kai Tak takes off”<br />

w w w.thestandard.com.hk /news _detail.asp?we_<br />

cat=11&art_id=76986&sid=22235128&con_type=3&d_<br />

str=<strong>2009</strong>0114&fc=4%20<br />

Pubblicazioni: Note sintetiche sull’Unione europea,<br />

edizione <strong>2009</strong><br />

L’Unione europea in un colpo<br />

d’occhio!<br />

L’obiettivo di questa sintesi è<br />

di fornire una visione globale<br />

sul processo d’integrazione e<br />

sul contributo del Parlamento<br />

europeo a tale sviluppo.<br />

Recentemente sono state<br />

aggiunte diverse nuove note,<br />

che riguardano per esempio<br />

le riforme attuate a monte<br />

dell’adesione di Bulgaria e di<br />

Romania, la nuova prospettiva<br />

finanziaria, la parità dei sessi, la politica d’asilo e<br />

di immigrazione, la protezione delle frontiere esterne, la<br />

collaborazione giudiziaria in materia civile e penale, la<br />

politica dello sport, la strategia di Lisbona, la politica europea<br />

di vicinato (PEV), il Caucaso meridionale (Armenia,<br />

Azerbaigian, Georgia) e l’Asia centrale.<br />

Con circa 165 note sintetiche disponibili, il lettore vi trova<br />

una delle migliori fonti di informazione sulle istituzioni e<br />

sulla politica. Il contenuto è suddiviso in sei grandi tematiche:<br />

il funzionamento dell’Unione europea, l’Europa dei<br />

cittadini, il mercato interno, le politiche comuni, l’unione<br />

economica e monetaria, le relazioni esterne.<br />

La pubblicazione è attualmente disponibile in lingua<br />

italiana (formato pdf) su:<br />

http://bookshop.europa.eu/eubookshop > IT > Novità<br />

Go! La rivista del commercio estero<br />

La prima edizione della rivista del commercio estero<br />

dell’Osec “Go!” è apparsa recentemente. “Go!” si china<br />

su tematiche attuali del commercio estero di particolare<br />

interesse per le PMI esportatrici svizzere.


Il numero 1/<strong>2009</strong> è dedicato al mercato statunitense,<br />

di grande potenziale e quasi sconfinate possibilità per le<br />

imprese esportatrici, ma con parecchie insidie che sono<br />

aumentate con il proseguire di una situazione economica<br />

tesa.<br />

“Go!” mira ad avvicinare le lettrici e i lettori a tematiche<br />

del commercio estero con indagini approfondite e<br />

affascinanti nonché numerose informazioni sui mercati<br />

internazionali.<br />

Con “Go!”, l’Osec colma una lacuna nel paesaggio editoriale<br />

svizzero, nel quale mancava una rivista che si occupasse<br />

in modo approfondito di tematiche del commercio<br />

estero.<br />

“Go!” apparirà due volte all’anno in lingua francese e tedesca<br />

(con una tiratura di 12’000 esemplari) ed è destinata<br />

ai dirigenti di PMI, ai membri e clienti dell’Osec, alle<br />

associazioni economiche e interprofessionali, alle camere<br />

di commercio, ai parlamentari, alla stampa e alle autorità.<br />

Per eventuali ordinazioni p.f. rivolgersi a: go@osec.ch<br />

La versione pdf online può essere consultata su:<br />

www.osec.ch/internet/osec/it/home/export/publications/go.html<br />

Le imposte nel confronto internazionale<br />

Secondo una ricerca di Forbes Magazine, che ha valutato<br />

le imposte alle imprese, le imposte sul reddito, gli oneri<br />

sociali (datore di lavoro/dipendente) e l’imposta sul valore<br />

aggiunto/imposta di consumo, il Qatar, gli Emirati Arabi<br />

Uniti e Hong Kong offrono le condizioni quadro migliori<br />

a livello mondiale. La Svizzera si situa in posizione intermedia<br />

nell’attuale classifica di Forbes.<br />

Oltre ai primi classificati, i seguenti stati risultano nella<br />

top ten delle nazioni più clementi dal punto di vista fiscale:<br />

Georgia, Macedonia, Cipro, Bulgaria, Taiwan, Pakistan,<br />

Russia.<br />

I peggiori voti spettano a: Francia, Cina, Belgio, Svezia,<br />

Paesi Bassi, Austria, Italia, Argentina, Finlandia e Grecia.<br />

I seguenti paesi hanno ottenuto i risultati più significativi<br />

nel miglioramento del contesto fiscale dal 2008 al<br />

<strong>2009</strong>: Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Polonia, Danimarca,<br />

Georgia, Corea del Sud, Taiwan, Ungheria, Italia e Russia.<br />

Fonte: “Forbes: <strong>2009</strong> Tax Misery and Reform Index” su<br />

www.forbes.com/global/<strong>2009</strong>/0413/034-tax-miseryreform-index.html<br />

Tasse per persone fisiche nel confronto mondiale<br />

In media, le aliquote per le persone fisiche continuano a<br />

scendere, come si può desumere da uno studio globale<br />

della KPMG di recente pubblicazione.<br />

Le aliquote massime dell’imposta sul reddito sono scese<br />

in media del 2,5% a livello mondiale negli ultimi sei anni,<br />

passando per persona dal 31,3% del 2003 al 28,8%<br />

del 2008.<br />

Le aliquote per i privati più basse si trovano nella Penisola<br />

Araba, le più alte in Europa.<br />

Non si pagano imposte sul reddito in: Bahrain, Kuwait,<br />

Oman, Arabia Saudita e sulle Isole Cayman.<br />

Per redditi pari a USD 100’000, le aliquote più basse<br />

sono applicate nei 10 paesi seguenti: Bahamas (0,72%),<br />

Bermuda (1,48%), Qatar (5%), Emirati Arabi Uniti<br />

(5%), Hong Kong (11,03%), Bulgaria (12,54%), Russia<br />

(13%), Singapore (15,46%), Ucraina (15,79%), Svizzera<br />

(16,03%).<br />

Le aliquote più alte si applicano in: Ungheria (48,1%),<br />

Austria (42,24%), Belgio (42,1%), Danimarca (38,73%),<br />

Paesi Bassi (38,59%), Italia (38,53%), Svezia (37,67%),<br />

Vietnam (37,42%), Grecia (37,19%), Argentina (36,9%).<br />

Per redditi pari a USD 300’000 si pagano meno tasse<br />

nei 10 paesi seguenti: Emirati Arabi Uniti (0,0%), Bahamas<br />

(0,24%), Bermuda (0,49%), Qatar (5%), Bulgaria<br />

(10,85%), Kazachistan (12,16%), Russia (13%), Hong<br />

Kong (15,01%), Ucraina (15,26%), Singapore (16,73%).<br />

La Svizzera segue al 26° posto con 29,47%.<br />

Per redditi pari a USD 300’000 si pagano più tasse<br />

nei 10 paesi seguenti: Danimarca (53,89%), Belgio<br />

(53,79%), Svezia (50,19%), Ungheria (47,7%), Paesi<br />

Bassi (47,53%), Finlandia (47,47%), Austria (47,41%),<br />

Italia (46,05%), Israele (43,87%), Vietnam (41,54%).<br />

Per quanto riguarda i tassi delle imposte sugli utili per le<br />

imprese, oggetto di critiche sempre più severe, si costata<br />

un calo in tutto il mondo. Secondo uno studio della società<br />

di consulenza KPMG, l’anno scorso, per la prima volta<br />

dal 1994, nessun paese fra i 106 considerati nell’indagine<br />

ha aumentato i tassi delle imposte sugli utili.<br />

Risulta evidente che la maggior parte dei paesi cerchi di<br />

compensare i mancati introiti fiscali dovuti ai tassi ridotti<br />

delle imposte sugli utili con l’aumento delle imposte sui<br />

consumi, e che quindi sia il consumatore finale a farne<br />

le spese. La Svizzera rappresenta un’eccezione degna<br />

di lode: finora ha evitato di ricorrere a questo tipo di<br />

sovvenzioni trasversali nonostante i tassi delle imposte<br />

sugli utili delle imprese siano stati costantemente ridotti<br />

in questi ultimi anni.<br />

Con un’aliquota media del 19,2% (2008) la Svizzera è<br />

una delle località che offre maggiori vantaggi fiscali, sia<br />

in Europa che nel mondo (nello studio è utilizzato il tasso<br />

delle imposte sugli utili della città di Zurigo, che ammonta<br />

al 21,17%, come valore svizzero di riferimento). In Europa,<br />

i tassi delle imposte sugli utili sono inferiori rispetto<br />

alla Svizzera solo in Montenegro (9%), Bulgaria, Cipro,<br />

Serbia, Albania, Bosnia e Erzegovina (rispettivamente<br />

10%), Irlanda (12,5%), Lettonia, Lituania e Islanda<br />

(15%), Ungheria e Romania (16%), Polonia e Slovacchia<br />

(19%). In un confronto mondiale, i paesi che dal punto<br />

di vista fiscale sono più interessanti della Svizzera per<br />

le imprese sono, in ordine alfabetico: Bahrain (0%), Cile<br />

(17%), Hong Kong (16,5%), Macao (12%), Mauritius<br />

(15%), Oman (12%), Palestina (16%), Paraguay (10%) e<br />

Singapore (18%).<br />

KPMG: Individual Income Tax Rate Survey 2008<br />

www.kpmg.ch/docs/20081113_Income_tax_rate_survey.pdf<br />

Osec<br />

Corso Elvezia 16<br />

Casella postale 5399 - CH-6901 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 35/37<br />

Fax +41 91 911 51 39<br />

info.lugano@osec.ch<br />

www.osec.ch<br />

33


Commercio estero<br />

di Marco Passalia, Responsabile Servizio Export <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

34 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

iNcoNtro iNformativo iN ambito<br />

doGaNaLe<br />

Progetto IDEA e sostituzione della “procedura semplificata<br />

all’esportazione” (PSE) con “e-dec export”<br />

Chi? Quando?<br />

Lunedì 11 maggio presso l’Hotel Coronado di Mendrisio<br />

la Camera di commercio (<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>) ha organizzato un<br />

incontro informativo in collaborazione con ATIS, OSEC e<br />

SPEDLOGSWISS.<br />

Lo scopo dell’aggiornamento sul progetto IDEA era quello<br />

di sentire i vari interessati in modo da poter condividere<br />

le diverse esperienze e problematiche in maniera costruttiva.<br />

A questo proposito, è importante sottolineare l’importante<br />

contributo di tre rappresentanti delle Dogane<br />

svizzere attivi nell’implementazione della procedura “edec<br />

export”: Diego Schira (Ispettore, Sezione Esercizio<br />

presso la Direzione del circondario delle Dogane di Lugano),<br />

Roger Oppliger (Capo della Sezione Organizzazione<br />

presso la Direzione Generale delle Dogane), Marco Lehner<br />

(Sostituto Capo Sezione Esercizio presso la Direzione del<br />

circondario delle Dogane di Lugano).<br />

Cosa?<br />

La procedura semplificata all’esportazione (PSE) introdotta<br />

una trentina d’anni fa, risulta obsoleta rispetto alle<br />

esigenze odierne, perciò la dogana ha deciso di adattarsi<br />

agli sviluppi tecnologici nel campo dello scambio elettronico<br />

dei dati (“e-customs”) portando avanti il progetto<br />

IDEA. Naturalmente, per garantire efficienza ed efficacia<br />

nei confronti di tutti gli utenti, ci si è indirizzati verso<br />

un’unica applicazione di facile impiego per gli esportatori,<br />

gli spedizionieri e la dogana.<br />

Con la nuova legge sulle dogane del 18 marzo 2005 che,<br />

tra le altre cose, disciplina “l’e-dec esportazione” in sostituzione<br />

della “procedura semplificata all’esportazione<br />

(PSE)”, sono in atto cambiamenti rilevanti per le aziende<br />

esportatrici e per gli spedizionieri. In altre parole, con la<br />

procedura e-dec export si va a completare la procedura<br />

e-dec import (sdoganamento delle merci o cargo processing)<br />

già attiva da alcuni anni. Operativamente, secondo<br />

l’ultima informazione ufficiale dell’Amministrazione federale<br />

delle Dogane (AFD), le aziende dotate della “vecchia”<br />

autorizzazione PSE così come le nuove aziende potenzialmente<br />

interessate avranno tempo fino al 31 marzo 2010<br />

per sostituire la procedura “PSE” con “e-dec export”,<br />

rispettivamente, per implementare questa nuova procedura.<br />

In ogni caso, nel frattempo gli esportatori possono<br />

continuare ad avvalersi delle attuali dichiarazioni dogana-<br />

ATIS<br />

li d’esportazione NCTS oppure del modulo d’esportazione<br />

11.030 (sino all’entrata in vigore dell’obbligo generale di<br />

far capo all’EED).<br />

Domande frequenti<br />

(tratte dal sito web delle Dogane svizzere: www.ezv.admin.ch)<br />

• Tutti gli esportatori possono prendere parte a e-dec Export?<br />

Sì, possono prendervi parte tutti gli esportatori e spedizionieri<br />

svizzeri, in particolare quelli che al momento<br />

non impiegano la soluzione PSE<br />

• Un esportatore registrato in e-dec Esportazione è automaticamente<br />

anche esportatore autorizzato?<br />

No, si tratta di due diverse autorizzazioni. Le aziende<br />

che sono già oggi “esportatori autorizzati” rimarranno<br />

tali anche dopo l’introduzione di e-dec Esportazione (si<br />

vedano anche le informazioni concernenti gli “esportatori<br />

autorizzati” e gli “speditori autorizzati”)<br />

• Viene tuttora richiesto un numero minimo di dichiarazioni<br />

d’esportazione (al momento circa 50 al mese)?<br />

No, non sarà più necessario effettuare un numero<br />

minimo di esportazioni nel corso di un determinato<br />

periodo.<br />

• La dichiarazione doganale d’esportazione elettronica diventerà<br />

obbligatoria con l’introduzione di e-dec Export?<br />

L’obbligo di utilizzare la dichiarazione doganale d’esportazione<br />

elettronica non è direttamente correlato con<br />

l’introduzione di e-dec Export. Tuttavia, la Direzione<br />

Generale delle Dogane mira a far sì che il traffico delle<br />

merci commerciabili venga trattato mediante dichiarazioni<br />

doganali elettroniche entro il 2010.<br />

• È ancora possibile effettuare esportazioni mediante la<br />

procedura NCTS o il modulo 11.030?<br />

Sì. La procedura NCTS e il modulo 11.030 continueranno<br />

a essere disponibili. IDEA sostituisce in primo<br />

luogo la regolamentazione<br />

• Le regole relative alle prescrizioni formali quali peso netto,<br />

numero della fornitura, numero della fattura, numero<br />

del permesso d’esportazione, dichiarazioni d’esportazione<br />

nelle note a piè di pagina della fattura e via di<br />

seguito subiranno delle modifiche?<br />

No, le regole relative alle prescrizioni formali non saranno<br />

modificate. La fattura può essere allestita come<br />

d’abitudine.


Fiere internazionali<br />

Ökoindustria <strong>2009</strong><br />

Budapest, 18 – 20 novembre <strong>2009</strong><br />

L’ÖKOINDUSTRIA <strong>2009</strong> è organizzata dall’associazione ungherese<br />

delle imprese attive nel settore ambientale (KSZGYSZ). In Ungheria,<br />

la protezione dell’ambiente e il rispetto delle relative norme europee<br />

richiedono investimenti importanti. Il salone tratta numerosi ambiti<br />

della tecnica ambientale, per esempio l’efficienza energetica, le<br />

energie rinnovabili, lo smaltimento dei rifiuti e il trattamento delle<br />

acque.<br />

I visitatori comprendono investitori in materia ambientale, produt-<br />

tori, fornitori di servizi e distributori attivi nella protezione dell’ambiente e nei servizi municipali, pianificatori e<br />

sviluppatori, autorità locali, membri di associazioni professionali e agenzie non-governativi.<br />

L’Osec vi allestisce uno “SWISS Pavilion” in collaborazione con l’Ufficio federale dell’ambiente, l’Ambasciata<br />

svizzera a Budapest, la Camera di commercio svizzero-ungherese, l’Enegie-cluster svizzero, l’associazione Swissmem,<br />

l’Associazione svizzera per le tecniche ambientali e la Camera di commercio Svizzera-Europa Centrale.<br />

Informazioni su Ökoindustria <strong>2009</strong>:<br />

www.okoindustria.hu<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”:<br />

www.osec.ch/fairs > Ökoindustria <strong>2009</strong><br />

ISM 2010<br />

Colonia, 31 gennaio – 3 febbraio 2010<br />

Il Salone internazionale della confetteria, che si svolge annualmente a Colonia, rappresenta la maggior fiera per<br />

i confettieri esportatori ed è pertanto la piattaforma ideale per svelare le ultime tendenze, i nuovi prodotti e la<br />

loro evoluzione futura.<br />

La diversità del mercato mondiale si riflette nell’ampia offerta proposta all’ISM: è qui infatti che si incontrano<br />

i principali gruppi target dell’industria della confetteria. Le PMI e i leader sul mercato vi allacciano contatti<br />

essenziali a livello internazionale, onde poter rispondere, con le loro idee, creazioni e concetti innovativi, a ogni<br />

minimo desiderio dei consumatori di domani.<br />

All’edizione <strong>2009</strong> hanno partecipato 1’593 espositori provenienti da 65 paesi, la fiera è stata visitata da 32’500<br />

professionisti provenienti da 150 paesi.<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

www.ism-cologne.de<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”:<br />

www.osec.ch/fairs > ISM 2010<br />

k 2010<br />

Düsseldorf, 27 ottobre – 3 novembre 2010<br />

La plastica sarà il materiale del XXI secolo e la relativa industria rappresenta pertanto uno dei rami più innovativi.<br />

I polimeri, per esempio, entrano nella composizione di numerosi prodotti e sono alla base delle procedure della<br />

nuova generazione. Economia energetica, sicurezza, design o conservazione delle risorse: la plastica è predominante<br />

in questi e in numerosi altri ambiti.<br />

La K di Düsseldorf è la fiera internazionale numero 1 nel settore della plastica e del caucciù ed è l’evento in cui<br />

le idee innovative generano ottimi affari! Vi si presenta ciò che conta oggi e ciò che determinerà i mercati domani<br />

e anche dopo-domani. Funge altresì da incubatrice e da punto d’incontro delle idee. K 2010 è la piattaforma<br />

ideale per dialogare con gli esperti del settore e armonizzare le visioni degli ideatori con i bisogni degli utilizzatori.<br />

Unitevi allo “SWISS Pavilion” che vi sarà allestito e approfittate di tutti i vantaggi offerti dallo stand collettivo<br />

svizzero!<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

www.k-online.de<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”:<br />

www.osec.ch/fairs > K 2010<br />

iNformazioNi suGLi “swiss paviLioN”: www.osec.ch/fairs<br />

“SWISS Pavilion”: l’alternativa alla partecipazione fieristica<br />

individuale<br />

35


Vita dei Soci<br />

Comunicato Stampa<br />

itiNerari tra i viGNeti<br />

Nuova Guida Michelin dedicata si vini a cantine in Italia,<br />

<strong>Ti</strong>cino e Istria croata<br />

Visto il sempre crescente interesse a livello internazionale<br />

per il turismo enogastronomico, la Michelin Italiana ha<br />

deciso di realizzare una guida turistica delle regioni di<br />

Italia, Canton <strong>Ti</strong>cino e Istria croata che aiuti gli appassionati<br />

nella ricerca di itinerari di scoperta del mondo<br />

vitivinicolo: principali vini prodotti in una zona, indirizzi<br />

di cantine, visite del territorio… Il <strong>Ti</strong>cino vitivinicolo è<br />

particolarmente fiero di essere stato inserito in una guida<br />

edita da un editore conosciuto per la qualità delle proprie<br />

valutazioni. L’essere affiancati a regioni dalla grande<br />

tradizione e importanza vitivinicola, non può che suonare<br />

come un gradito e tangibile riconoscimento dell’evoluzione<br />

che il nostro settore ha avuto, costruendosi negli ultimi<br />

decenni un’immagine di qualità e di serietà.<br />

Si tratta pure di un notevole riconoscimento dal punto<br />

di vista turistico, a dimostrazione delle potenzialità che<br />

la nostra regione può avere anche nell’ambito dell’enoturismo;<br />

un tipo di turismo gradito a una clientela di elevata<br />

cultura, di buona propensione al consumo e meno<br />

“meteo dipendente” del turista classico che abitualmente<br />

frequenta il nostro Cantone. Gli enoturisti si spostano, infatti,<br />

durante tutto l’arco dell’anno, assicurando un certo<br />

afflusso anche durante le stagioni più “tranquille”.<br />

La guida è realizzata in due versioni, in italiano e in inglese,<br />

e presenta 125 itinerari alla scoperta di arte e<br />

natura nelle più belle aree vinicole, con descrizione di<br />

siti e luoghi di interesse culturale, una selezione di 750<br />

cantine e suggerimenti di alberghi e agriturismi in cui<br />

fare tappa. In ogni itinerario, da percorrere in uno o due<br />

giorni, sono segnalate le località in cui è presente una o<br />

più cantine selezionate.<br />

L’obbiettivo della guida non è di assegnare voti o giudizi<br />

di sorta ai vini citati, ma di essere un utile strumento per<br />

i viaggiatori edonisti, interessati alla scoperta del patrimonio<br />

enologico e culturale del Paese.<br />

La guida è dedicata in gran parte all’Italia della vite e del<br />

vino, che con suoi 700’000 ettari vitati è il terzo paese<br />

al mondo per estensione. Per il nostro Cantone – che con<br />

i suoi 1’000 ettari è microscopico a confronto di quella<br />

realtà – la presenza in guida, con una descrizione concisa<br />

ed efficace nello stile Michelin, è di grande importanza e<br />

avrà certamente ricadute positive sull’immagine e quindi<br />

sulla disponibilità dei potenziali interessati, a scoprire il<br />

nostro territorio.<br />

36 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

S W I T Z E R L A N D<br />

il modo migliore di avanzare<br />

In guida sono presenti 13 produttori ticinesi che citiamo<br />

in ordine sparso: Vini & distillati Angelo Delea SA a Losone,<br />

Fratelli Matasci SA a Tenero, Terreni alla Maggia<br />

SA a Ascona, CAGI-Cantina Giubasco SA a Giubiasco,<br />

Chiericati Vini SA a Bellinzona, Tamborini Eredi Carlo SA<br />

a Lamone, Fattoria Moncucchetto Sagl a Lugano, Gialdi<br />

Vini SA a Mendrisio, I vini di Guido Brivio SA a Mendrisio,<br />

Valsangiacomo F.lli SA a Mendrisio, Cantina Sociale<br />

Mendrisio a Mendrisio, Vinattieri <strong>Ti</strong>cinesi SA a Ligornetto<br />

e Comano Vini SA a Morbio Inferiore.<br />

NOTE TECNICHE<br />

<strong>Ti</strong>tolo: Itinerari tra i vigneti<br />

Editore: Michelin Carte e Guide<br />

Autori: Maura Marca e Carlo Vischi con la collaborazione<br />

di Debora Bionda<br />

Pagine: 544


Vita dei Soci<br />

Comunicato Stampa<br />

speciaLità ticiNesi iN pieNa espaNsioNe<br />

Ormai alle soglie del 50° anniversario dalla sua<br />

fondazione che avverrà nel 2010, la Sandro<br />

Vanini SA, azienda produttrice di specialità<br />

ticinesi, fa parlare di sé con un importante<br />

progetto di ampliamento. Il 1° maggio <strong>2009</strong><br />

ha infatti preso il via la progettazione di un<br />

nuovo e moderno stabilimento di produzione<br />

e distribuzione. La popolarità di cui godono le<br />

specialità tradizionali come marrons glacés,<br />

frutta candita, mostarda di frutta, mostarda<br />

purée e l'aumento della domanda su nuovi<br />

mercati richiedono un importante riorientamento<br />

aziendale. I cospicui investimenti in tal senso<br />

testimoniano la volontà dei proprietari di dare<br />

fiducia a lungo termine al marchio Sandro<br />

Vanini ed al <strong>Ti</strong>cino quale regione<br />

di produzione<br />

In futuro l’attuale sede aziendale di Caslano non sarà più<br />

in grado di far fronte ai crescenti requisiti in materia di<br />

produttività, standard di certificazioni internazionali e nuove<br />

tecnologie di produzione; di conseguenza, a partire dal<br />

2011, i buongustai ed i clienti aziendali saranno riforniti<br />

dalla nuova sede situata in prossimità del Monte Ceneri.<br />

Nonostante la modernizzazione, la lavorazione dei prodotti<br />

Sandro Vanini richiede ancora una notevole manualità<br />

e doti artigianali. La magistrale esperienza maturata in<br />

materia di prodotti pregiati elaborati<br />

con metodi naturali sarà utilizzata<br />

in futuro anche per il<br />

lancio di ulteriori innovazioni<br />

Sandro Vanini.<br />

Quando nel 1984 il<br />

gruppo Haecky di<br />

Reinach (BL) ha rilevato<br />

la Sandro Vanini<br />

SA, un’azienda a<br />

conduzione familiare,<br />

lo spirito dell'impresa è<br />

rimasto intatto grazie anche<br />

alla politica di continuità<br />

della nuova famiglia di proprietari.<br />

Inoltre, l'acquisizione ha decretato il definitivo<br />

successo di queste specialità ticinesi dando grande<br />

impulso alla distribuzione su scala nazionale ed internazionale.<br />

Un'abile strategia di assortimento ha permesso<br />

di conquistare nuovi appassionati e buongustai di tutto il<br />

mondo. In un'era segnata dalla globalizzazione anche sul<br />

piano del gusto, servono prelibatezze capaci di spezzare<br />

la frequente monotonia dei sapori. Chi è in grado di offrire<br />

specialità pregiate con costante garanzia di qualità, anche<br />

in futuro saprà trovare la strada verso i piatti (ed i cuori)<br />

dei più raffinati buongustai e non solo.<br />

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Dr. G. Silber, Direttore<br />

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37


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Vita dei Soci<br />

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La FPCE promuove, coordina e organizza la formazione professionale<br />

continua nel ramo delle installazioni elettriche, proponendo corsi<br />

ed esami professionali riconosciuti a livello federale nonché corsi e<br />

seminari di aggiornamento. Essa si rivolge ai professionisti attivi sul<br />

territorio ai diversi livelli (operai, quadri intermedi e quadri superiori),<br />

offrendo percorsi formativi in grado di soddisfare le esigenze di<br />

formazione richieste dal mercato del lavoro. Dal 2004 certificati dal<br />

Servizio cantonale di certificazione per enti di formazione continua –<br />

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• CORSI TEORICI E PRATICI SU MATERIE E TEMI MIRATI<br />

Data prevista:<br />

autunno <strong>2009</strong><br />

Corso di 30 lezioni<br />

Costi: CHF 390.—<br />

Luogo: FPCE<br />

Minimo 10 partecipanti<br />

Data prevista:<br />

organizzato in base al numero di iscrizioni<br />

Corso di 25 lezioni<br />

Costi: CHF 380.—<br />

Luogo: SPAI, Trevano<br />

Minimo 10 partecipanti<br />

Trovate maggiori informazioni e ulteriori dettagli sul sito<br />

www.fpce.ch, così come il formulario d’iscrizione da<br />

stampare, compilare e inviare al Segretariato FPCE.<br />

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OPERARE IN UN CABLAGGIO MULTIMEDIALE<br />

Conoscere, progettare ed eseguire un cablaggio multimediale. Requisiti<br />

minimi: 4° anno apprendistato montatore o disegnatore elettricista<br />

; montatore o disegnatore elettricista con AFC; titolo equivalente.<br />

RICEzIONE DI SEGNALI RADIO E TV DIGITALI SATELLITARI E TERRESTRI<br />

Acquisire le competenze per realizzare un’installazione fissa, motorizzata,<br />

mono e multi-utenza per la ricezione di segnali radio e<br />

TV da satellite. Requisiti minimi: 4. anno apprendistato montatore<br />

o disegnatore elettricista; montatore o disegnatore elettricista con<br />

AFC; titolo equivalente.<br />

39


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

Maria Luisa Bernini<br />

berNiNi pr&commuNicatioN strateGies:<br />

La comuNicazioNe daLLa a aLLa z<br />

Bernini PR&Communication strategies è una piccola realtà<br />

imprenditoriale con sede nel cuore di Ascona. Fondata<br />

da Maria Luisa Bernini, professionista della comunicazione,<br />

con una solida esperienza alle spalle maturata presso<br />

il Dipartimento degli Affari Esteri a Berna e nel mondo, e<br />

dopo una laurea in Scienze della Comunicazione.<br />

L’azienda si occupa di comunicazione strategica a 360°<br />

sia per le PMI che le aziende ticinesi e svizzere, offrendo<br />

una completa gamma di servizi articolati che spaziano in<br />

tutti gli ambiti comunicativi e vogliono soddisfare tutte le<br />

esigenze del cliente con una consulenza mirata.<br />

Bernini PR&Communication Strategies si occupa di comunicazione<br />

strategica, promozione aziendale, sviluppo<br />

di settori di mercato e IT. Grazie ad un vasto network di<br />

specialisti e contatti svizzeri ed internazionali che interagiscono<br />

con l’azienda, è possibile offrire, sviluppare e<br />

realizzare le più adeguate soluzioni aziendali per i leader<br />

di oggi e di domani.<br />

La centralità del cliente<br />

Il cliente per Bernini PR&Communication strategies è<br />

sempre al cuore dell’impresa. La ditta fornisce i suoi<br />

servizi a piccole aziende a grandi organizzazioni, da enti<br />

pubblici a strutture private.<br />

È ponendosi con una mentalità aperta verso il cliente e<br />

collocandolo al centro del bersaglio per meglio visualizzare<br />

la situazione che opera Bernini PR&Communication<br />

strategies. In questo modo è possibile avere un quadro<br />

completo della situazione, delineare una strategia da seguire<br />

e attuarla nel miglior modo possibile per soddisfare<br />

le necessità del cliente. L’approccio proposto non è solo<br />

teorico, ma pragmatico ed efficace, volto al miglioramento<br />

ed al cambiamento – se necessario – per affrontare le<br />

sfide del futuro e le nuove prospettive di sviluppo.<br />

I servizi offerti<br />

Bernini PR&Communication strategies offre alle aziende<br />

di diversi settori soluzioni personalizzate per essere<br />

attive sia sul mercato svizzero che quello internazionale.<br />

Le prestazioni coprono a 360° tutto il settore della comunicazione:<br />

• Comunicazione visiva: realizzazione e coordinamento<br />

campagne promozionali e cartellonistica, realizzazione<br />

di filmati<br />

40 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

BERNINI<br />

PR&Communication strategies


• Comunicazione web: realizzazione e progettazione di<br />

siti internet funzionali, usabili ed accattivanti, nonché<br />

di soluzioni integrate web e corporate identity<br />

• Organizzazione di eventi<br />

• Crisis management: gestire le crisi, evitarle, prevenirle.<br />

Risalire sempre la china senza (troppi) danni, prendendo<br />

esempio dalla crisi per trarne dei vantaggi a proprio<br />

beneficio, ricostruendo e migliorando la propria posizione<br />

ed immagine<br />

• Campagne elettorali e lobbying<br />

Tra i numerosi progetti conclusi possiamo citare le collaborazioni<br />

con le televisioni e le radio regionali svizzere<br />

e con le maggiori testate svizzere, l’organizzazione di diverse<br />

campagne elettorali e il crisis management per una<br />

di queste, la consulenza per EADS, la preparazione del<br />

nuovo portale della Città di Mendrisio e l’ultimo nato con<br />

la Fondazione Papio di Ascona. Per ognuno dei progetti<br />

intrapresi Bernini PR&Communication strategies valuta,<br />

analizza e discute le soluzioni più appropriate con il cliente,<br />

con un dialogo costante basato sulla trasparenza e<br />

piena fiducia.<br />

Bernini PR&Communication strategies: il vostro<br />

successo è ciò che sappiamo fare meglio.<br />

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41


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

42 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

«back to basics» coN swm<br />

swiss weaLth maNaGemeNt sa<br />

In risposta alla crisi dei modelli di gestione<br />

nel 2008, la società di Lugano propone un<br />

“sano ritorno alle origini” nella gestione<br />

patrimoniale, proponendo ai propri clienti<br />

una gestione trasparente e dinamica dei<br />

capitali<br />

SWM – Swiss Wealth Management SA è una giovane<br />

società promossa da 3 affermati professionisti del settore<br />

– Carlo Genasci, Luca Comparato e Gabriele Gentile<br />

– che, dopo una maturata esperienza in diversi istituti<br />

bancari svizzeri, nel 2007 decidono di intraprendere<br />

una nuova sfida professionale imboccando il cammino<br />

della creazione di una nuova struttura. SWM è una società<br />

indipendente che si occupa di gestione patrimoniale<br />

e servizi di Wealth Management & Consulting. Con<br />

dinamica professionalità SWM offre soluzioni innovative<br />

di Asset Management a clienti privati ed istituzionali. Il<br />

raggio di attività dell’azienda si estende sia in Svizzera<br />

che all'estero.<br />

SWM nasce quale risposta alle mutate condizioni di<br />

mercato con la volontà di promuovere soluzioni ad alto<br />

valore aggiunto con una forte personalizzazione. La società<br />

si pone quale interlocutore di fiducia grazie all’indipendenza<br />

e alla valorizzazione del rapporto tra cliente<br />

e consulente.<br />

La crisi finanziaria in atto tocca tutti gli ambiti dell’economia<br />

ed è particolarmente severa con il settore che<br />

l’ha originata: quello finanziario. A maggior ragione, a<br />

differenza di altre situazioni, in finanza ci si trova attualmente<br />

confrontati con un cambiamento di natura<br />

strutturale, e non esclusivamente congiunturale. SWM<br />

è l’esempio positivo di un’azienda dinamica che è riuscita<br />

a scrollarsi di dosso l’immobilismo dettato dalla<br />

crisi; rispondendo, non certo senza difficoltà, in modo<br />

costruttivo e dinamico, operando con trasparenza e professionalità,<br />

investendo nell’innovazione e nella qualità.<br />

SWM ha voluto “ripartire dalla base”, ovvero dall’assioma<br />

purtroppo spesso sottovalutato che il gestore patri-<br />

moniale ha come centro focale della propria attività la<br />

performance di portafoglio, piuttosto che la gestione<br />

della relazione di amicizia con il cliente. Resta inteso<br />

che la vicinanza al cliente permette di usare “la matita<br />

fine” sulla struttura di portafoglio, adattandola alle preferenze<br />

o alle particolari necessità clientelari. Come un<br />

buon medico, la prevenzione dei rischi e, se necessario,<br />

l’intervento, passa dalla promozione di un rapporto di<br />

vicinanza professionale che sappia contestualizzare il<br />

quadro generale proprio alla controparte.<br />

A certificare la volontà di trasparenza e professionalità,<br />

SWM sta affrontando in questi giorni i passi necessari<br />

ad ottenere la licenza di gestore patrimoniale (LiCol),<br />

che corrisponde alla massima istanza di qualità per una<br />

fiduciaria finanziaria che pone la società stessa direttamente<br />

sotto la sorveglianza della FINMA.<br />

L’empatia verso il cliente, l’innovazione, la flessibilità<br />

ricercata nei servizi erogati sono qualità che appartengono<br />

in modo naturale al modello operativo. I fattori<br />

chiave nella politica aziendale di SWM sono la ricerca e<br />

lo sfruttamento di una rete operativa ampia ed indipendente,<br />

in grado di fornire soluzioni ottimali in termine di<br />

costi e di rendimento.<br />

Con il motto “proud to be small” (“fieri di essere piccoli”),<br />

la società di Lugano si presenta sul mercato con<br />

solide basi ben radicate; più che una società di piccole<br />

dimensioni, SWM può rappresentare una punta di<br />

iceberg, una struttura snella ed abile a filtrare ed ottimizzare<br />

le informazioni prodotte dagli istituti bancari e<br />

specialisti del settore.<br />

SWM vi offre servizi tangibili attraverso portafogli dinamici,<br />

trasparenti e focalizzati alla ricerca del rendimento,<br />

adattando costantemente le soluzioni alle esigenze<br />

dell’investitore. Supporto nella presa di decisione, strutturazione<br />

di prodotti tailor made, elaborazione di strategie<br />

di copertura, ecc., questi sono solo alcuni dei servizi<br />

del “service wallet” di consulenza di SWM. Oltre a ciò<br />

SWM promuove attivamente il servizio di monitoraggio<br />

delle differenti realtà finanziarie propri ad ogni singolo<br />

cliente o nucleo familiare al fine di avere una situazione<br />

patrimoniale sempre sotto controllo.


Il loro prodotto principale è un mandato d’amministrazione<br />

dinamico, senza legami di sorta con minimi per<br />

categoria; si tratta di un mandato discrezionale che ha<br />

l’ambizione di conservare il capitale in periodi turbolenti<br />

e di fornire performance soddisfacenti in periodi più<br />

lieti. La società ha in effetti superato brillantemente<br />

il 2008: dopo aver mirato, quale obiettivo principale,<br />

alla preservazione del capitale, fanno seguito le performance<br />

positive registrate sino ad oggi per il <strong>2009</strong>,<br />

consolidando le basi per una crescita sostenibile del<br />

patrimonio.<br />

Per certificare e pubblicare i propri risultati, SWM ha<br />

lanciato, grazie alla collaborazione di Cornèr Banca, un<br />

nuovo fondo di investimento: “Darwin Selection”; questo<br />

strumento vuole porsi quale risposta al cambiamento<br />

strutturale in atto in ambito finanziario. La metodologia<br />

gestionale riflette i principi fin qui enunciati: la condivisione<br />

e la ricerca di compromesso sullo scenario<br />

generale (SWM apre trimestralmente il proprio comitato<br />

strategico agli investitori); la flessibilità e la presa di<br />

responsabilità degli investimenti (il fondo ha una quota<br />

azionaria variabile tra lo 0 e il 60%); la trasparenza e la<br />

qualità (si tratta di uno strumento con liquidità giornaliera;<br />

l’esatta composizione del portafoglio è disponibile<br />

su richiesta).<br />

SWM: il partner di fiducia per affrontare le sfide<br />

future<br />

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43


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

TC Systems amplia la propria offerta tecnologica grazie<br />

alla partnership con il brand Touch Solution, società<br />

emergente specializzata nella fornitura di sistemi audiovisivi<br />

interattivi. In qualità di system integrator TC Systems<br />

è chiamata a proporre soluzioni tecnologiche integrate,<br />

e, grazie alla partnership, entrambe le società potranno<br />

trarre vantaggio l’una dall’altra creando sinergie.<br />

Le nuove proposte tecnologiche all’avanguardia sapranno<br />

incuriosire i clienti e mirare al successo dei clienti, con<br />

una nuova serie di proposte interattive – comunicative,<br />

volte al miglioramento dell’immagine e della informazione<br />

dei clienti verso l’esterno. Perché questi mezzi di comunicazione<br />

consentono di andare a toccare altri sensi del<br />

44 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

tecNoLoGia e soLuzioNi muLtimediaLi:<br />

iL busiNess si fa Notare<br />

Nuova partenrship strategica tra TC Systems e Touch Solution.<br />

Stupire con gli occhi, vestire le emozioni, esplorare la<br />

tecnologia,assaporare i colori…<br />

consumatore/cliente, non solo la vista, ma anche l’udito,<br />

facendo leva sullo stupore, la sorpresa e l’emozione.<br />

Quali sono le novità proposte?<br />

Schermi professionali interattivi e non, totem interattivi<br />

autonomi per uso indoor/outdoor, schermi olografici e<br />

vetrine interattive, lavagne interattive di ultima generazione,<br />

software per gestioni remote di schermi interattivi<br />

e non, presentazioni 3D integrate a soluzioni Web,<br />

apparecchi bluetooth ed attuatori acustici per sviluppo<br />

di marketing di prossimità, mobile banking solutions, interaction<br />

TV specifiche per alberghi, cliniche, pubblica<br />

amministrazione.


La tecnologia usata per questa linea di prodotti è la più avanzata in<br />

questo settore sia per il comparto “touch”, che per quello più semplicecomunicativo.<br />

La rivoluzione è a portata di mano, basta un tocco per far esplodere<br />

l’informazione.<br />

Il 13 maggio scorso in occasione dell’evento di lancio di Touch Solution<br />

“New Communication Way” tenutosi presso l’Hotel De La Paix di Lugano,<br />

davanti ad un folto pubblico, sono state presentate diverse soluzioni ed<br />

innovazioni multimediali. Il pubblico presente in sala ha potuto, in tre<br />

momenti distinti fare un vero e proprio “tour” nel mondo multimediale<br />

toccando con mano le varie applicazione ed apprezzare le novità.<br />

TC SYSTEMS<br />

Nata nel 1993, con oltre 70 collaboratori, TC Systems è azienda svizzera<br />

leader nel campo dell’Information & Communication Technology (ICT),<br />

della consulenza e dei servizi all’impresa. Grazie alla conoscenza delle diverse<br />

industries, alle risorse di cui dispone, ad una comprovata esperienza<br />

e a tecnologie efficienti ed innovative, TC Systems è il partner ideale<br />

per le aziende esigenti che ricercano performance e successo. In qualità<br />

di system integrator è in grado di aiutare le organizzazioni a crescere e<br />

a sviluppare il proprio business in linea con gli obiettivi, soprattutto nei<br />

momenti di cambiamento e di aumento della pressione competitiva.<br />

TOUCH SOLUTION<br />

Touch Solution è un azienda giovane, che vanta tuttavia una lunga esperienza<br />

nel settore marketing; quest’esperienza legata ai prodotti audio<br />

video che propone, apre una nuova strada alla comunicazione. Oggi nel<br />

mondo sempre più hi-tech il suo obiettivo è quello di proporre tecnologie<br />

interattive, che aiutino nella gestione, nella vendita e nei servizi pubblici e<br />

privati. Il pensiero Touch Solution è quello di proporre tecnologie avanzate<br />

e sofisticate rendendo il loro utilizzo facile e intuitivo.<br />

Per maggiori informazioni:<br />

TC Systems SA<br />

via Penate 4<br />

6850 Mendrisio<br />

Tel. +41 91 960 25 45<br />

Fax +41 91 966 33 10<br />

info@tc-systems.ch<br />

www.tc-systems.ch<br />

Touch Solution Temp SA<br />

via Campagna Adorna 13<br />

6852 Genestrerio<br />

Tel. +41 91 921 08 89<br />

Fax +41 91 921 09 24<br />

info@touchsolution.ch<br />

www.touchsolution.ch<br />

45


Vita dei Soci<br />

46 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

assembLea GeNeraLe ordiNaria<br />

deLLa ssic sezioNe ticiNo<br />

Gli ultimi cinque anni hanno visto un costante aumento della<br />

cifra d’affari nel settore principale della costruzione in Svizzera.<br />

Nel 2008 sono stati raggiunti i 17.9 miliardi di franchi, con un<br />

aumento, rispetto al 2007, del 5.2%. Il 53% degli investimenti<br />

riguarda il settore dell’edilizia, mentre il rimanente 47% il genio<br />

civile. In <strong>Ti</strong>cino, il 2008 ha segnato una sostanziale stabilità<br />

rispetto al 2007 con 833 milioni di cifra d’affari, evidenziando<br />

una ripartizione più importante a favore dell’edilizia rispetto al<br />

genio civile (60% contro 40%). Ciò attesta l’importanza del<br />

settore immobiliare ticinese, nonostante gli importanti lavori<br />

di AlpTransit e del Piano dei Trasporti del Luganese.<br />

Il 2008 è stato positivo anche dal profilo dell’occupazione rag-<br />

L'Assemblea della SSIC TI è stata diretta dal Presidente, Ing. Cleto<br />

Muttoni, e dal Direttore Edo Bobbià (a destra)<br />

giungendo la quota di 7'450 persone occupate (incremento<br />

dell’8.3% rispetto all’anno precedente), rispettivamente una<br />

massa salariale annua di 415 milioni di franchi.<br />

È questo, in sintesi, il quadro riguardante il settore della costruzione<br />

nel nostro Paese emerso durante l’Assemblea generale<br />

ordinaria della Società svizzera impresari costruttori Sezione<br />

<strong>Ti</strong>cino (SSIC TI), svoltasi lo scorso 14 maggio a Bellinzona. Un<br />

quadro tutto sommato positivo, specie se confrontato con la<br />

delicata situazione economica generale.<br />

Il confronto fra la crisi economica e la sostanziale tenuta del<br />

“mattone” è stato il tema ricorrente dell’assise. «Le ottime<br />

riserve di lavoro segnalate ad inizio <strong>2009</strong>, e che tuttora permettono<br />

al nostro settore di godere generalmente ancora di buona<br />

salute, non si sa se saranno sufficienti per superare indenni la<br />

crisi in atto» ha detto in particolare il Presidente della SSIC TI,<br />

Ing. Cleto Muttoni, nella sua relazione della parte riservata agli<br />

associati. Muttoni è ottimista, ma con prudenza: «A dire il vero,<br />

da impresario costruttore ticinese, è difficile affermare che sia<br />

in corso una crisi. Ne ho avuto conferma durante le recenti<br />

Assemblee delle Sottosezioni. Tuttavia, prima o poi anche il<br />

nostro settore subirà le conseguenze del rallentamento economico.<br />

Prevederne l’ampiezza è impossibile, poiché dipende da<br />

troppi fattori connessi fra loro: dal momento in cui si invertirà<br />

la tendenza dei consumi, dal livello dei tassi ipotecari, dalla<br />

fiducia che la borsa saprà ridare agli investitori, dall’evoluzione<br />

demografica, ... Il mio auspicio è che, se la crisi toccherà anche<br />

l’edilizia, lo faccia discretamente e per breve tempo».<br />

Il Direttore della SSIC TI, Edo Bobbià, ha proposto agli associati<br />

una relazione partendo dal noto proverbio “Chi semina,<br />

raccoglie” per poi sviluppare i concetti di Fiducia, Finanza e<br />

Fidelizzazione applicati all’attività imprenditoriale. Espressioni<br />

diverse che secondo Bobbià vanno dalla qualità del lavoro fornito<br />

alla professionalità, dall’etica nella fatturazione alla tempestività<br />

d’intervento ed in definitiva alle «belle maniere».<br />

Diversi sono stati poi gli accenni a temi specifici quali:<br />

• la politica dei prezzi (definita «una insana corsa al ribasso,<br />

che non promette nulla di buono»);<br />

• gli investimenti pubblici e l’ottima collaborazione con il Governo<br />

cantonale;<br />

• i difficili rapporti con le FFS ed in particolare con AlpTransit;<br />

• l’evoluzione dei tassi d’interesse ed il ruolo delle banche<br />

nell’attuale contesto economico.<br />

Numerosi e di rango gli ospiti d’onore all’Assemblea, che si<br />

è svolta di fronte ad oltre 200 persone. Nell’ordine sono intervenuti<br />

il Vicedirettore nazionale della SSIC, Signor Martin<br />

Fehle, che ha toccato vari aspetti di politica societaria di stretta<br />

attualità, mentre ad aprire la parte pubblica dell’Assemblea<br />

è stato il Sindaco di Bellinzona On. Brenno Martignoni con il<br />

saluto ufficiale dal parte della città ospitante.<br />

Il neo-eletto Presidente del Gran Consiglio ticinese, On. Riccardo<br />

Calastri, al suo primo intervento pubblico dopo la nomina a<br />

primo cittadino del Cantone, ha proposto alcune interessanti<br />

riflessioni di carattere politico ed economico riferite al nostro<br />

Cantone e, in particolare, al settore della costruzione.<br />

Le relazioni principali sono state dedicate al settore bancario<br />

e alla politica cantonale.<br />

Dapprima è intervenuto il Presidente della Direzione generale<br />

di BSI SA, Dott. Alfredo Gysi, che dall’alto della sua esperienza<br />

ha parlato di crisi internazionale, piazza finanziaria svizzera e<br />

ticinese oltre che delle pressioni esercitate sulla Svizzera in<br />

merito al segreto bancario.<br />

Molto atteso anche l’intervento finale del Consigliere di Stato<br />

On. Luigi Pedrazzini. Egli ha in particolare assicurato la disponibilità<br />

del Governo al rilancio dell’economia attraverso<br />

misure anticicliche puntuali, che interessano anche l’edilizia.<br />

«Lo Stato deve essere un partner forte e credibile, rispettato e<br />

riconosciuto come tale sempre. Non solo oggi, nei tempi grami,<br />

ma anche domani quando, speriamo, tornerà il sereno». Ha<br />

concluso così il suo intervento l’On. Pedrazzini.


Vita dei Soci<br />

Comunicato stampa<br />

premiate Le miGLiori azieNde svizzere<br />

per cui Lavorare<br />

Il Vice Presidente di Google (a sin.) e l’artista ticinese Gianmarco<br />

Torriani<br />

Alla serata di premiazione hanno partecipato le 10 aziende<br />

vincitrici della selezione svizzera di Great Place to Work®<br />

Institute.<br />

Google Switzerland ha ricevuto in premio, una scultura in<br />

bronzo realizzato dall’artista Gianmarco Torriani, mentre le<br />

altre 9 aziende hanno ricevuto il diploma con una stampa<br />

originale dello stesso artista.<br />

In ordine di classifica, le aziende premiate sono Google<br />

Switzerland, Cisco Systems, Microsoft Schweiz, Federal<br />

Express Europe, Abbot, Sick, ABB, Hugo Boss <strong>Ti</strong>cino e Pini<br />

e Associati.<br />

Sono stati i dipendenti delle aziende a stabilire quali fossero<br />

le migliori, rispondendo a un questionario distribuito<br />

dall’Istituto: le caratteristiche principali, dei migliori ambienti,<br />

sono il forte rapporto di fiducia tra management e<br />

collaboratori, l’orgoglio delle persone per il proprio lavoro e<br />

per l’azienda e il senso di squadra che caratterizza la relazione<br />

tra colleghi.<br />

Giovedì 21 maggio a Vienna sono stati attribuiti i premi<br />

europei. Le aziende svizzere si sono contese le posizioni in<br />

classifica con le altre eccellenti aziende selezionate da Great<br />

Place to Work® nei diversi Paesi europei.<br />

Antonino Borgese, Managing director di Great Place to<br />

Work, afferma: “Dopo 9 anni di attività con l’Istituto sono<br />

approdato in Svizzera dove ho trovato una forte attenzione<br />

del management a creare ambienti di lavoro eccellenti. La<br />

percezione espressa dai collaboratori delle aziende della<br />

classifica è elevatissima. Essere tra i selezionati in Svizzera<br />

significa essere tra i migliori ambienti di lavoro europei. La<br />

lista svizzera che abbiamo presentato è la prima. Stiamo<br />

aprendo la selezione per il 2010. Le aziende interessate<br />

possono contattarci tramite il nostro sito. www.greatplacetowork.ch”.<br />

Cristina Milani, Partner di Great Place to Work dichiara:<br />

“La scelta di dare un riconoscimento artistico (Ndr l’opera<br />

Il Direttor klumpp di Hugo Boss <strong>Ti</strong>cino (a sin.) riceve il premio da<br />

Antonino Borgese<br />

Il team dell’azienda Pini & Associati<br />

di Gianmarco Torriani) vuole indicare<br />

le numerose convergenze tra<br />

bellezza dell’opera artistica e la<br />

bellezza che si esprime negli ambienti<br />

di lavoro, animati da rapporti<br />

positivi tra le persone. L’opera<br />

che abbiamo dato è il simbolo<br />

delle tre dimensioni del rapporto<br />

di fiducia la Credibilità, il Rispetto<br />

e l’Equità”.<br />

Great Place to Work®<br />

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6901 Lugano<br />

Seestrasse 123, 8002 Zurigo<br />

Tel. +41 43 817 65 67<br />

Fax +41 43 817 65 69<br />

www.greatplacetowork.ch<br />

Il Vice Presidente di<br />

Google con il primo premio:<br />

la scultura trust<br />

47


Vita dei Soci<br />

48 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

fidiNam preseNte a meNdrisio coN<br />

L’apertura di Nuovi uffici<br />

In linea con la propria strategia di espansione commerciale nel<br />

mendrisiotto e con la volontà di raggiungere capillarmente i propri<br />

clienti garantendo loro servizi consulenziali di alto profilo, Fidinam è<br />

ora presente con i suoi uffici anche a Mendrisio in via Motta 2b<br />

Attiva in un settore in cui flessibilità operativa, rapidità<br />

di risposta e costante vicinanza al cliente sono tutti elementi<br />

essenziali per l’erogazione di servizi di consulenza<br />

di prim’ordine, Fidinam ha deciso di rafforzare la propria<br />

presenza nel mendrisiotto attraverso l’apertura di una nuova<br />

sede operativa a Mendrisio.<br />

La scelta fa capo proprio alla volontà di fornire un servizio<br />

capace di rispondere in modo professionale e tempestivo<br />

alle esigenze delle imprese locali, garantendo al contempo<br />

gli elevati livelli di personalizzazione che solo la costante<br />

vicinanza al cliente è in grado di assicurare. Sotto la direzione<br />

di Guido Turati, e con l'ausilio di Daniele Allevi, Roberto<br />

Bonanomi e Luca Papa, i nuovi uffici di via Motta avranno<br />

l’obiettivo di rendere disponibili alle aziende del mendrisiotto<br />

tutti i servizi di consulenza aziendale che Fidinam già<br />

tradizionalmente offre attraverso la propria sede di Lugano.<br />

Il team di consulenti di Mendrisio offrirà alle aziende un<br />

set completo di servizi che spazieranno dalla consulenza<br />

contabile, amministrativa, alla gestione del personale, sino<br />

allo svolgimento di funzioni di rappresentanza e altri incarichi<br />

quali perizie, concordati, costituzioni e liquidazioni<br />

di società.<br />

Abbiamo rivolto qualche domanda a Guido Turati, Responsabile<br />

della sede di Mendrisio.<br />

Quali sono le ragioni che vi hanno spinto ad aprire<br />

una nuova sede proprio in un momento di crisi come<br />

quello che stiamo attraversando?<br />

“Il fatto di collocare l’apertura della nuova sede proprio<br />

in questo particolare periodo fa capo alla volontà di offrire<br />

una risposta decisa alle condizioni imposte dalla crisi<br />

internazionale.<br />

In ogni crisi economica, tutte le imprese si trovano a dover<br />

fronteggiare una contrazione della domanda per i propri<br />

prodotti e servizi. Per superare con successo situazioni di<br />

questo tipo, le aziende devono essere in grado di differenziarsi<br />

dai propri concorrenti e di rendere i propri prodotti<br />

ancor più attrattivi agli occhi dei clienti.<br />

La nostra risposta all’attuale congiuntura economica è stata<br />

quella di puntare sulla qualità del servizio. Nel settore<br />

della consulenza aziendale, qualità significa non solo professionalità,<br />

ma anche prontezza, puntualità e flessibilità<br />

Il team Fidinam della sede di Mendrisio<br />

di risposta, tutte condizioni che possono essere garantite<br />

solo se il consulente è costantemente a fianco dei propri<br />

clienti. Attraverso la nuova sede saremo, pertanto, più vicini<br />

alle aziende di Mendrisio, con l’obiettivo di massimizzare<br />

i vantaggi della gestione in outsourcing delle pratiche<br />

amministrative aziendali e consentendo alle stesse aziende<br />

di concentrare la propria attenzione sul solo sviluppo del<br />

proprio core business”.<br />

Per quale motivo avete scelto di stabilire i vostri<br />

nuovi uffici proprio a Mendrisio?<br />

“La scelta di Mendrisio come sede per i nostri nuovi uffici<br />

dipende dal fatto che la città e tutto il mendrisiotto, più in<br />

generale, sono un mercato in forte sviluppo per servizi consulenziali<br />

quali quelli da noi offerti. Oltre a questo, per Fidinam<br />

il mendrisiotto è ancor più interessante se si considera<br />

l’alta concentrazione di piccole e medie imprese, le quali<br />

rappresentano tradizionalmente il nostro target di clienti”.<br />

Inaugurerete i nuovi uffici di Mendrisio promuovendo<br />

un ciclo di conferenze. Di che cosa si tratterà?<br />

“A partire dal prossimo autunno, organizzeremo un ciclo<br />

di conferenze rivolte agli imprenditori e alle aziende locali,<br />

conferenze che affronteranno temi di attualità e relativi<br />

all’economia cantonale, con attenzione particolare a quella<br />

del mendrisiotto”.


Vita dei Soci<br />

coN uNa soLida esperieNza,<br />

verso Nuove sfide<br />

La ditta Kägi & Lang, fabbrica di ferramenta, è stata fondata<br />

nel 1933 a Zurigo. Presto la ditta, produttrice di articoli per<br />

l'arredamento per le scuole, gli ospedali e gli uffici cambia<br />

ragione sociale e diventa E.LANG SA. Dopo più di 50 anni<br />

di presenza nel Canton Zurigo, la ditta, che è attualmente<br />

sotto la direzione della terza generazione, si trasferisce a<br />

Lamone in <strong>Ti</strong>cino.<br />

Da più di 75 anni siamo attivi nel trattamento dei metalli.<br />

La nostra produzione inizia dal materiale semi lavorato (tubi,<br />

lamiere, profili) per terminare nel prodotto finito: portarifiuti,<br />

portaombrelli, maniglie e altro ancora. La tornitura meccanica,<br />

l'officina e il trattamento delle superfici (galvanizzazione)<br />

come la nichelatura (lucida e opaca), la cromatura,<br />

la brunitura, l'ossidazione e la doratura, sono eseguiti nei<br />

locali della nostra sede.<br />

La nostra catena di produzione ci permette di essere flessibili<br />

e rapidi, consentendoci di soddisfare i desideri e le<br />

esecuzioni speciali dei nostri clienti in breve tempo.<br />

Trovate una selezione dei nostri prodotti su www.lang-sa.ch.<br />

Nuova gamma di prodotti<br />

Da qualche mese abbiamo lanciato la nostra nuova gamma<br />

di prodotti: KristalLang.<br />

Assolutamente originali e certificati, migliaia di Crystallized<br />

Swarovski Elements sono contenuti in oggetti le cui caratteristiche<br />

tecniche ed estetiche sono in grado di fare la differenza<br />

tra un oggetto che abitualmente passa inosservato<br />

e un oggetto unico da ammirare.<br />

Kristalmusic e Kristallight sono delle maniglie con musica<br />

e rispettivamente luce che riflettono i cristalli preziosi in<br />

maniera straordinaria, grazie anche ad un telecomando che<br />

permette il cambio di colore. Con questi prodotti abbiamo<br />

partecipato al concorso QUALITEC DESIGN AWARD <strong>2009</strong><br />

dove siamo arrivati in finale.<br />

Sul nostro sito www.kristallang.ch troverete una selezione<br />

dei nostri prodotti. I nostri designer sono a disposizione per<br />

creare degli oggetti personalizzati.<br />

Per maggiori informazioni:<br />

E. Lang SA<br />

Via Industria 3<br />

6814 Lamone<br />

Tel. +41 91 605 58 58<br />

Fax +41 91 605 25 01<br />

promo@lang-sa.ch<br />

www.lang-sa.ch<br />

49


Vita dei Soci<br />

Comunicato stampa<br />

50 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

coNfermata La coLLaborazioNe<br />

tra ocst, sic e miGros ticiNo<br />

Da sin.: Walter d’Heureuse, Rosy Croce, Nando Ceruso e Lorenzo Emma<br />

L’Organizzazione cristiano-sociale ticinese (OCST),<br />

la Società impiegati del commercio (SIC <strong>Ti</strong>cino) e la<br />

Cooperativa Migros <strong>Ti</strong>cino hanno rinnovato l’accordo<br />

di collaborazione, che si basa sul riconoscimento del<br />

Contratto collettivo di lavoro nazionale Migros da parte<br />

di OCST e SIC <strong>Ti</strong>cino e definisce il principio della pace<br />

sul lavoro e del dialogo tra le parti.<br />

L’accordo fa seguito a una pluriennale e costruttiva<br />

relazione di collaborazione, relazione rafforzata dal riconoscimento<br />

da parte dei due partner sociali della<br />

massima sensibilità dell’azienda verso le condizioni sociali,<br />

salariali e di lavoro dei suoi collaboratori, rispettivamente<br />

il riconoscimento da parte della cooperativa<br />

della serietà e dell’affidabilità dei due partner sindacali,<br />

OCST e SIC <strong>Ti</strong>cino, che comprendono le esigenze<br />

aziendali in rapporto all’economia di mercato.<br />

Tra i vari campi di collaborazione tra i sindacati e<br />

l’azienda figura anche la ricerca di soluzioni adeguate<br />

per quanto concerne gli orari di lavoro e una maggiore<br />

Cooperativa Migros <strong>Ti</strong>cino<br />

flessibilità degli orari di apertura dei negozi, all’elaborazione<br />

delle quali partecipano attivamente collaborando<br />

con il Dipartimento finanze ed economia.<br />

Migros <strong>Ti</strong>cino porta un importante contributo alla vita<br />

economica e sociale del Cantone, anche grazie a condizioni<br />

contrattuali di lavoro all’avanguardia, che sono tra<br />

le migliori del settore della vendita al dettaglio. OCST e<br />

SIC <strong>Ti</strong>cino portano dal canto loro un vasto bagaglio di<br />

esperienza, che ha contribuito a far crescere la qualità<br />

del lavoro nelle aziende del Cantone, grazie alla protezione<br />

individuale e collettiva dei loro collaboratori.<br />

foto © <strong>Ti</strong>-Press


MERCATO COPERTO DI GIUBIASCO<br />

DAL 15 AL 17 OTTOBRE <strong>2009</strong><br />

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consulente personale sempre attento e competente. www.oekk.ch


Copertina: Fabrizio Nicora/<strong>Ti</strong>pografia Veladini - Lugano cino<br />

News della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Maggio <strong>2009</strong><br />

Business<br />

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contro gli infortuni. Telefono 058 262 37 50 (Uffi cio <strong>Ti</strong>cino), www.trustSympany.ch


Sommario<br />

Business<br />

cino Business<br />

Maggio <strong>2009</strong><br />

Editoriale 4 Tesoretti, bauli e… cartoline dalle Maldive<br />

Contromano 6 Il tesoretto e la democrazia beffata<br />

Il Tema 7 Protezionismo, la brutta faccia del nazionalismo<br />

Ospite 10 La crisi, l'economia ticinese e il ruolo di un mercato aperto<br />

12 Per la crescita le chiusure sono sempre un rischio<br />

Biblioteca liberale 13 La cattiva politica soffoca la libertà<br />

Attualità 14 Difendere la piazza economica svizzera<br />

Attualità 16 arcobaleno aziendale<br />

Attualità 18 Nessun nuovo ostacolo doganale con l’UE<br />

Attualità 19 Etica e responsabilità individuale: non solo belle parole<br />

Attualità 20 Ecco gli assegni per l’innovazione destinati alle PMI<br />

Attualità 21 PanelCODE<br />

Attualità 23 Riconoscimento costituzionale per la medicina complementare<br />

Attualità 24 Accordi bilaterali e reciprocità<br />

Attualità 25 Saremo pronti?<br />

Attualità 26 Value Matching<br />

Attualità 26 AITI: cambio ai vertici<br />

Attualità 27 Banca dati di immobili e terreni per attività industriali<br />

Attualità 29 Aperture dei negozi fino alle 18.30 il sabato pomeriggio<br />

Eventi 30 Medio Oriente: riassunto 3° incontro<br />

Eventi 31 ticinotransfer organizza provocazione 3<br />

Formazione 32 La formazione <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Formazione 33 Corso preparatorio Specialista commercio al dettaglio<br />

Formazione 34 Incontro AEC <strong>Ti</strong>cino<br />

Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> 35 Cerca lavoro<br />

Osec 36 Commercio estero<br />

Fiere internazionali 40 I prossimi appuntamenti<br />

Vita dei Soci 41 Agustoni Cesare SA<br />

Vita dei Soci 42 Helsinn Healthcare SA<br />

Vita dei Soci 44 Mister Zucchero by Infometa SA<br />

Vita dei Soci 46 <strong>Ti</strong>cinowine<br />

Vita dei Soci 48 E.M. Consulting SA<br />

Vita dei Soci 50 MaffeisNetwork SA<br />

Vita dei Soci 52 Gruppo giovani impreditori SSIC TI<br />

Vita dei Soci 54 Mikron SA Agno<br />

<strong>Ti</strong>cino Business<br />

o Business Arma<br />

a doppio<br />

taglio?<br />

Copertina: Fabrizio Nicora/<strong>Ti</strong>pografia Veladini - Lugano <strong>Ti</strong>cino<br />

News della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Maggio <strong>2009</strong><br />

Maggio <strong>2009</strong><br />

16 10 44<br />

I m p r e s s u m<br />

Editore:<br />

Camera di commercio, dell’industria,<br />

dell’artigianato e dei servizi<br />

del Cantone <strong>Ti</strong>cino, Lugano<br />

Redattrice responsabile:<br />

Lisa Pantini<br />

Comitato redazionale:<br />

Franco Ambrosetti, Luca Albertoni,<br />

Rinaldo Gobbi, Lisa Pantini, Arianna<br />

Crivelli, Simona Morosini Marconi e<br />

Marco Passalia<br />

Redazione:<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 11<br />

Fax +41 91 911 51 12<br />

pantini@cci.ch www.cciati.ch<br />

Pubblicità:<br />

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6928 Manno<br />

Tel. +41 91 600 20 70<br />

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12<br />

54<br />

32<br />

Stampa:<br />

TBS, La Buona Stampa sa<br />

via Fola 11, Pregassona (Lugano)<br />

46<br />

Diffusione:<br />

<strong>Ti</strong>ratura 2’500 copie<br />

Abbonamento gratuito per i soci <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Abbonamento supplementare:<br />

- CHF 50.- annuo<br />

- per i non soci<br />

CHF 70.- annuo (+ IVA)


Editoriale<br />

di Luca Albertoni, Direttore della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

4 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

TesoreT<strong>Ti</strong>, bauli e…<br />

carToline dalle Maldive<br />

Le buone notizie sul Consuntivo 2008<br />

(avanzo d’esercizio di 26,4 milioni di<br />

franchi) ed in generale sullo stato delle<br />

finanze del Cantone (riduzione del<br />

debito pubblico) sono evidentemente<br />

rallegranti, al di là delle inevitabili<br />

polemiche su tesoretti e bauli vari<br />

che ormai contraddistinguono qualsiasi<br />

tentativo di dibattito sui conti<br />

pubblici e sulla fiscalità in <strong>Ti</strong>cino. Le<br />

stesse buone notizie lasciano però<br />

anche un’innegabile amarezza, avantutto<br />

perché sembrano esserci pochi<br />

dubbi sul fatto che l’andamento positivo<br />

fosse prevedibile. L’amarezza è<br />

però soprattutto legata al fatto che<br />

ancora una volta nell’ultimo anno si<br />

è persa l’occasione di condurre discussioni<br />

serie ed approfondite sulla<br />

reale situazione finanziaria del Cantone<br />

e sulle basi da porre per gli anni<br />

a venire, perché sostanzialmente si<br />

è ragionato su basi poco attendibili.<br />

È vero che sostanziali differenze<br />

tra Preventivo e Consuntivo non sono<br />

di per sé inusuali, ma è altresì innegabile<br />

che in più di un’occasione<br />

la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, unitamente alle altre associazioni<br />

economiche, aveva attirato<br />

l’attenzione sul fatto che il problema<br />

delle finanze pubbliche non era riconducibile<br />

al gettito fiscale ma piuttosto<br />

alla crescita incontrollata della spesa<br />

pubblica e alla mancanza di volontà<br />

di affrontare seriamente la questione<br />

dei compiti dello Stato. Evidentemente<br />

non erano mancate le critiche e<br />

le accuse di destra oltranzista, demagogica<br />

ed irresponsabile. Nulla di<br />

che togliere il sonno, ma a posteriori<br />

è senza dubbio fastidioso essersi ritrovati<br />

da soli ad argomentare contro<br />

presunte urgenze d’intervento<br />

in materia di prelievo fiscale (leggi:<br />

aumenti di tasse e imposte), sia nel<br />

contesto della manovra finanziaria<br />

sfociata poi nel Preventivo <strong>2009</strong> che<br />

nella consultazione sull’introduzione<br />

di un complesso sistema di freno<br />

all’indebitamento. È per questo che<br />

si può parlare di importanti occasioni<br />

perse, che tra l’altro, se sfruttate<br />

a dovere, avrebbero magari permesso<br />

di impostare diversamente anche<br />

tutta la riflessione sulle misure da<br />

adottare per affrontare la difficile situazione<br />

congiunturale di cui cominciamo<br />

a sentire gli effetti. Ed è un<br />

vero peccato perché proprio nel contesto<br />

delle consultazioni sulle misure<br />

da adottare contro la crisi le associazioni<br />

economiche hanno dato prova<br />

di grande affidabilità e senso di responsabilità,<br />

evitando di entrare nella<br />

logica dell’«assalto alla diligenza»,<br />

proponendo invece misure mirate e<br />

ponderate, poi in larga misure riprese<br />

dal Governo. Speriamo che chi di<br />

dovere faccia tesoro (e non tesoretto)<br />

di queste esperienze. Sorprendente<br />

che in un contesto del genere vi<br />

sia ancora chi ha il coraggio di dire<br />

che inviamo cartoline dalle Maldive.<br />

Purtroppo quando l’irrefrenabile astio<br />

personale obnubila le menti, qualcuno<br />

dimentica che è possibile lavorare<br />

seriamente anche senza sbraitare un<br />

giorno sì e l’altro pure su tutti i media<br />

cantonali. La linea della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> è<br />

chiara: si parla quando c’è qualcosa<br />

da dire, punto e basta.<br />

Fra globalizzazione e protezionismo:<br />

apertura o chiusura?<br />

Il riferimento alle Maldive mi dà comunque<br />

l’occasione di alcune riflessioni<br />

su un altro tema che ci preoc-


cupa molto in questi periodi particolarmente<br />

turbolenti. La riscoperta<br />

del protezionismo a tutto campo. È<br />

ovvio che in momenti di difficoltà e<br />

di mancanza di punti di riferimento<br />

la tentazione protezionistica è in una<br />

certa misura comprensibile, ma in<br />

un’ottica a media e lunga scadenza<br />

un cedimento in questa direzione<br />

avrebbe conseguenze solo negative.<br />

A questo proposito è particolarmente<br />

istruttiva e meritevole di attenzione<br />

una pubblicazione di Avenir Suisse<br />

del luglio dello scorso anno, dal<br />

titolo “Globalizzazione: la Svizzera<br />

vincente”, scaricabile dal sito www.<br />

avenirsuisse.ch nel capitolo “Pubblicazioni”.<br />

Il testo evidenzia bene come<br />

l’apertura dei mercati sia avantutto<br />

un fatto ineluttabile, considerato<br />

l’intreccio internazionale sempre più<br />

fitto di economia, scienza, politica e<br />

cultura. Inoltre, per economie votate<br />

molto all’esportazione come quella<br />

elvetica, una scelta di chiusura avrebbe<br />

ovviamente effetti devastanti non<br />

solo sulla crescita, ma anche sul<br />

mantenimento di quanto sviluppato<br />

fino ad oggi. Sorprende quindi che,<br />

anche nel contesto di dibattiti fra<br />

persone di ideologia liberale (ammesso<br />

che questo termine possa ancora<br />

essere usato senza essere insultati),<br />

emerga spesso un parallelismo fra<br />

globalizzazione e perdita di valori, in<br />

riferimento all’attuale crisi scatenata<br />

dal mondo finanziario. A parte il<br />

fatto che si dimentica o si finge di<br />

dimenticare che praticamente quasi<br />

tutte le crisi del passato si sono verificate<br />

ben prima della vituperata globalizzazione,<br />

si ignora che alla base<br />

del disastro vi è la fallibilità umana,<br />

immanente a qualsiasi sistema (indi-<br />

pendentemente dall’eccesso o dalla<br />

mancanza di regole, ma questo è un<br />

altro discorso che andrà affrontato a<br />

parte). È evidente che un’economia<br />

svizzera autarchica avrebbe risentito<br />

meno dei casini combinati dagli<br />

americani, ma senza l’apertura dei<br />

mercati oggi non saremmo certo al<br />

livello di benessere in cui a volte tendiamo<br />

a crogiolarci e non avremmo<br />

strutture competitive atte a permetterci<br />

una ripartenza veloce quando la<br />

situazione congiunturale si rimetterà<br />

su binari normali. La questione del<br />

protezionismo è quindi delicata ma<br />

non va confusa con la giusta considerazione<br />

che tutti noi dobbiamo<br />

dimostrare verso le nostre aziende.<br />

Sostanzialmente non si tratta quindi<br />

di chiudersi, ma piuttosto di non fare<br />

“i polli”, visto che la tendenza della<br />

Svizzera è quella di profilarsi sempre<br />

come la prima della classe nel contesto<br />

internazionale, applicando regole<br />

addirittura prima che esse entrino in<br />

vigore, o applicandole troppo alla lettera,<br />

aprendo quindi spiragli eccessivi<br />

e nemmeno necessari. È qui che<br />

probabilmente dobbiamo migliorare,<br />

integrando nel nostro modo di essere<br />

un sano realismo, che permetta alle<br />

nostre aziende di lottare ad armi pari<br />

con tutti, evitando una discriminazione<br />

alla rovescia, cioè un migliore<br />

trattamento degli altri. Una scelta di<br />

chiusura sarebbe invece certamente<br />

controproducente.<br />

5


Contromano<br />

di Alessio del Grande<br />

il TesoreTTo e la deMocrazia<br />

beffaTa<br />

Inutile, ormai, chiedersi se il Governo sul tesoretto abbia<br />

volutamente barato, ipotizzando un deficit di oltre<br />

162 milioni di franchi che altri, molto avvedutamente,<br />

avevano giudicato del tutto campato in aria. Come<br />

si è, poi, dimostrato alla prova dei consuntivi che<br />

hanno chiuso il 2008 con un avanzo di 26,4 milioni.<br />

Le domande da porsi sono, invece, altre: se il Parlamento<br />

avesse saputo di questo tesoretto (92 milioni<br />

di sopravvenienze fiscali accertati) avrebbe votato il<br />

preventivo, “lacrime e sangue”, per il <strong>2009</strong>, con un<br />

inasprimento di tasse e imposte per cittadini e imprese?<br />

Comuni e associazioni economiche avrebbero<br />

accettato, dopo l’estenuante concertazione sulla manovra<br />

finanziaria, che oneri maggiori per gli enti locali e<br />

aggravi fiscali, sebbene alleggeriti, fossero recepiti nel<br />

bilancio di previsione? Ma soprattutto: quale sarebbe<br />

stato l’esito della votazione popolare dello scorso giugno<br />

sugli sgravi fiscali proposti dalla Lega, se i cittadini<br />

avessero saputo che le casse del Cantone non erano<br />

così disastrate, come lasciava intendere la martellante<br />

campagna del Governo? E che c’erano, invece, in arrivo<br />

un centinaio di milioni, sebbene non ancora ufficialmente<br />

contabilizzati.<br />

Se si fosse saputo tutto questo, il Parlamento non<br />

avrebbe di certo votato un bilancio con nuovi balzelli<br />

a carico dei contribuenti e i cittadini il primo giugno<br />

del 2008 avrebbero probabilmente approvato a stragrande<br />

maggioranza l’iniziativa fiscale leghista. In definitiva,<br />

parlamento, partner sociali, Comuni e cittadini<br />

non sono stati messi in condizione di decidere con<br />

cognizione di causa. Sarebbe davvero gravissimo dover<br />

pensare, soltanto pensare, che il Consiglio di Stato o<br />

qualche singolo ministro, avessero a disposizione le<br />

cifre su quelle sopravvenienze fiscali – date a ragione<br />

per certe e con largo anticipo dal Corriere del <strong>Ti</strong>cino<br />

e dalla Lega – e se ne siano stati zitti per accreditare<br />

l’immagine di conti pericolosamente in rosso. Sarebbe<br />

gravissimo perché, anche se non si è deliberatamente<br />

mentito al Paese, con un silenzio omissivo non lo<br />

si è correttamente messo in condizione di decidere e<br />

votare a ragion veduta. Se così è, non si è rispettata<br />

una delle regole fondamentali della democrazia: sapere<br />

per decidere, manipolando, con un’informazione non<br />

corretta, gli esiti del confronto politico. Aspetto questo<br />

che va bene al di là dell’esistenza o meno del tesoretto<br />

e della patetica sceneggiata del bauletto vuoto recitata<br />

a Palazzo.<br />

Certo, si potrà obiettare, c’è sempre stato una differenza<br />

tra bilancio preventivo e consuntivo. Ma in questo<br />

6 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

caso, va ricordato, si erano ripetutamente ipotizzate<br />

delle consistenti sopravvenienze fiscali per il triennio<br />

2004-2007, e non si trattava di semplici illazioni,<br />

bensì di stime realistiche sul gettito fiscale di quegli<br />

anni, che erano state per di più calcolate con uno<br />

scarto minimo di approssimazione, come si poi visto al<br />

momento della chiusura dei conti 2008. Invece, sulla<br />

base di informazioni ufficiali distorte, non solo non si<br />

sono approvati gli sgravi fiscali e si è votato un preventivo<br />

che in piena fase recessiva penalizza i redditi dei<br />

cittadini e le aziende, ma si è pure allestito un piano<br />

anticrisi che avrebbe potuto avere ben altra incidenza.<br />

Si è persa, insomma, l’occasione di un confronto serio<br />

su come gestire le risorse pubbliche per una strategia<br />

di rilancio duraturo della nostra economia.<br />

È davvero paradossale, quanto mortificante, che persino<br />

davanti all’emersione del tesoretto, il partito del<br />

“tassa e spendi” si ostini ancora a sostenere che le<br />

casse del Cantone sono vuote per colpa degli sgravi<br />

fiscali degli anni scorsi, e che per pareggiare i conti bisogna<br />

aumentare la pressione contributiva su persone<br />

giuridiche e ricchi contribuenti. La verità è che lo Stato<br />

meno tassa più incassa, come ha dimostrato l’esperienza<br />

fatta in <strong>Ti</strong>cino sino al 2007: la diminuzione del<br />

30% della pressione fiscale su l’arco di un decennio<br />

ha generato un aumento del 40% del gettito fiscale.<br />

Bene hanno fatto, dunque, il capogruppo dei deputati<br />

del PPD, Paolo Beltraminelli e i parlamentari che si<br />

riconoscono in “Idea liberale”, a rilanciare il dibattito<br />

sugli sgravi fiscali per sostenere le attività produttive<br />

confrontate con la cattiva congiuntura, mantenere l’attrattività<br />

del <strong>Ti</strong>cino per l’insediamento di nuove aziende<br />

e per salvaguardare anche i redditi delle famiglie.<br />

Come si sta facendo negli altri Cantoni. Nei Grigioni,<br />

ad esempio, per dare una spinta alla congiuntura il<br />

Governo ha deciso qualche settimana fa un’ulteriore<br />

riduzione delle imposte dal 2010 per cittadini e aziende.<br />

Sgravi per 78 milioni di franchi che incideranno<br />

sulla compensazione della progressione a freddo e che<br />

ridurranno la pressione contributiva su sostanza e utili<br />

aziendali. A Zurigo, a fine marzo, il Gran Consiglio ha<br />

approvato, invece, una revisione fiscale che riduce l’aliquota<br />

di’imposta sugli stipendi superiori ai 250 mila<br />

franchi annui. Assieme alla riduzione dell’aliquota che<br />

scenderà dal 13 all’11% , sono stati approvati degli<br />

alleggerimenti per le famiglie grazie all’introduzione di<br />

maggiori deduzioni per i figli. Un pacchetto fiscale da<br />

300 milioni di franchi contro cui la sinistra ha, naturalmente,<br />

lanciato un referendum.


Il tema<br />

di Alessio Del Grande<br />

ProTezionisMo,<br />

la bruTTa faccia del nazionalisMo<br />

Sicuri di non poter pagare meno tasse<br />

con la formula previdenziale giusta?<br />

Tra i grandi della Terra aveva già cominciato l’anno scorso,<br />

in Gran Bretagna, il premier laburista Gordon Brown con lo<br />

slogan “posti di lavoro inglesi ai lavoratori inglesi”; pochi mesi<br />

fa ecco gli operai del Regno che scendono in strada per manifestare<br />

contro gli operai italiani di una ditta che aveva vinto<br />

l’appalto per la costruzione di una raffineria nel Lincolnshire.<br />

Poi sono venuti il neo Presidente Usa, Barack Obama, con<br />

la clausola “Buy American” compra americano, il Presidente<br />

francese Nicolas Sarkozy che ha subordinato gli aiuti all’industria<br />

automobilistica nazionale alla conservazione dei posti<br />

di lavoro in patria, il Governo di Angela Merkel che in Germania<br />

ha blindato interi comparti produttivi e quello di Silvio<br />

Berlusconi, in Italia, che ha teorizzato la valenza “strategica”<br />

di alcune aziende da tutelare ad ogni costo. Sospinto dalla<br />

paura collettiva per la crisi è risorto il protezionismo: il sogno<br />

vano di salvaguardare l’economia nazionale imbullonandola<br />

sul suolo patrio.<br />

Paura collettiva che ha contagiato anche il <strong>Ti</strong>cino, dove la<br />

tentazione protezionistica, fomentata, peraltro, da anni da<br />

campagne isolazioniste, si è ridestata più forte che mai. Al<br />

punto che persino un ministro liberale radicale ha invitato<br />

a dare un aiutino all’economia cantonale non andando oltre<br />

confine a fare la spesa e commissionando lavoro agli artigiani<br />

ticinesi e non ai padroncini italiani. Appello che alcuni artigiani<br />

hanno preso alla lettera, protestando duramente contro<br />

una grande catena commerciale che a Locarno aveva affidato<br />

ad un’impresa di Varese lavori per tre milioni di franchi. Se<br />

è legittima la paura davanti una congiuntura internazionale<br />

assai maligna, frutto di tre crisi che si sono sovrapposte nello<br />

spazio di un anno (crisi alimentare, crisi petrolifera e crisi<br />

finanziaria), è per contro assai pericoloso questo ritorno del<br />

protezionismo, poiché è molto più dannoso dei mali che vorrebbe<br />

curare. Pericoloso per tutti. Per l’economia in generale<br />

così come per i grandi Paesi o un piccolo Cantone quale il<br />

<strong>Ti</strong>cino. Autarchia e nazionalismo commerciale non hanno mai<br />

giovato allo sviluppo economico e sociale. Se nell’immediato<br />

sembrano avere un effetto benefico – e sono perciò sponsoriz-


Il tema<br />

di Alessio Del Grande<br />

zati spregiudicatamente dai politici, il cui orizzonte temporale<br />

è limitato alla loro rielezione –, sul lungo periodo deprimono<br />

ogni prospettiva di crescita, perché manomettono il motore<br />

stesso della ripresa: il libero commercio e la libera concorrenza.<br />

Oggi, purtroppo, si sta andando ben oltre quei rigurgiti<br />

protezionistici che periodicamente contrassegnano i rapporti<br />

commerciali tra gli Stati, scadendo spesso nel ridicolo come<br />

nel caso dei dazi USA sul Roquefort francese o sull’acqua minerale<br />

italiana per punire l’Europa che non voleva importare la<br />

carne dei bovini americani allevati con gli ormoni. Ora si sta<br />

assistendo ad un arroccamento nazionale che chiude le porte<br />

agli scambi commerciali, tant’è che qualcuno parla persino di<br />

deglobalizzazione. Una brutta china scandita da tanti vertici<br />

internazionali in cui, al di là delle dichiarazioni di principio sulla<br />

libertà di commercio, si registrano progressive chiusure dei<br />

sistemi economici: ogni Paese cerca di spendere, investire e<br />

consumare le proprie risorse all’interno dei confini nazionali,<br />

minando così le basi stesse dell’economia mondiale. Rischio<br />

enorme in un contesto economico globalizzato dove, lo si<br />

voglia o no, giusto o sbagliato che sia, le sorti di ogni sistema<br />

Paese sono legate con mille fili a quelle di altri Paesi.<br />

Guardando le recenti statistiche del commercio mondiale non<br />

si può non notare un pericoloso deflusso, per effetto di una<br />

crisi che pare indurre nuovamente a quel devastante errore<br />

che negli ’30, con dazi e barriere doganali, fece precipitare<br />

del tutto l’economia mondiale nei gorghi della Grande Depressione,<br />

da cui si uscì solo alla fine della seconda guerra mondiale.<br />

Per fortuna non siamo ancora ai livelli di quegli anni,<br />

quando il commercio mondiale si ridusse del 35%. Si assiste<br />

comunque ad una regressione politica che si manifesta con<br />

un’aperta ostilità verso l’internazionalizzazione economica, i<br />

tentativi di ri-nazionalizzare i mercati, la tutela di determinati<br />

settori industriali, gli aiuti pubblici alle grandi imprese nazionali<br />

e i mille espedienti per frenare le importazioni dai Paesi<br />

emergenti, nei cui ritmi di crescita però, paradossalmente, si<br />

spera per venire fuori dalle secche della crisi. Il tutto viene<br />

mascherato con l’alibi che la concorrenza è possibile solo<br />

tra economie che godono delle stesse condizioni. Requisito<br />

assurdo, possibile solamente nel contesto impossibile di<br />

un’economia planetaria pianificata, dove sarebbe annullato<br />

qualsiasi vantaggio competitivo dei singoli paesi.<br />

Ma il potenziale distruttivo del protezionismo è ancora più<br />

devastante per le piccole realtà come il <strong>Ti</strong>cino, la cui economia<br />

vive e prospera da decenni in simbiosi con quella di<br />

oltre confine, sia per la circolazione della manodopera sia per<br />

consumi e investimenti. Che ne sarebbe del nostro sistema<br />

produttivo senza i 40’000 frontalieri che fanno funzionare<br />

centinaia di fabbriche e cantieri? Chiudere le porte, soffocare<br />

gli scambi significa anche alzare muri, barriere verso tante<br />

8 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

aziende italiane, ma non solo, che in questi ultimi anni si sono<br />

insediate in <strong>Ti</strong>cino creando migliaia di nuovi posti di lavoro<br />

e sviluppando quell’ innovazione tecnologica di cui il nostro<br />

Cantone non può fare assolutamente a meno. Se l’economia<br />

cantonale, come del resto quella svizzera, soffre ancora di<br />

taluni limiti penalizzanti, ciò è dovuto soprattutto a vecchie<br />

incrostazioni protezionistiche, che hanno tutelato solo rendite<br />

di posizione a scapito degli interessi dei consumatori e a<br />

danno delle imprese più dinamiche e aperte alla concorrenza<br />

internazionale. Svizzera e <strong>Ti</strong>cino non hanno bisogno di misure<br />

protezionistiche, ma di condizioni quadro che agevolino la<br />

libera concorrenza. Dopo tanto discutere sarebbe davvero ora<br />

che nel nostro Paese si applicasse pienamente il principio del<br />

Cassis de Dijon, secondo cui un prodotto fabbricato e commercializzato<br />

legalmente in uno dei Paesi UE, possa essere<br />

venduto liberamente anche negli altri. Se ne avvantaggerebbe<br />

la nostra struttura dei prezzi, che per alcuni generi nella<br />

vendita al dettaglio sono addirittura superiori del 40% alla<br />

media degli altri Stati europei, con gran beneficio, quindi, dei<br />

consumatori e alla lunga delle stesse imprese di produzione<br />

e commercializzazione che invece di contare e prosperare<br />

su tutele protezionistiche sarebbero stimolate a innovare e<br />

rinnovare la loro offerta.<br />

Recentemente è passata quasi inosservata la notizia che gli<br />

allestimenti per i mondiali di ciclismo di Mendrisio sono stati<br />

aggiudicati a ditte ticinesi e svizzere, assai competitive per<br />

qualità e prezzi. Ecco solo un piccolo esempio di come la<br />

concorrenza internazionale non sia un freno, bensì un pungolo<br />

per vincere e affermarsi sul mercato facendo meglio e più<br />

degli altri. Che del resto è stata sempre la qualità distintiva<br />

del made in Svizzera.


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Aarau: Kurt W. Ineichen Altdorf: Peter Arnold Basilea: Elio Merola • Dietmar Rambacher Bellinzona: Dewis Piccinali Berna: Peter Kofmehl • Maurer & Pizzimenti AG Bienne: Martin Wittwer Brugg: Herbert<br />

Wiederkehr Burgdorf: Stephan Aeberhardt Chiasso: Renzo Zanotta Coira: Werner Bär • Thomas M. Bergamin Delémont: Philippe Membrez Dietikon: Beat Weilenmann Frauenfeld: Erich Marte Friburgo:<br />

Daniel Eltschinger • Romain Wohlhauser Füllinsdorf BL: Markus Burgunder Ginevra: Jean-Pierre Cathrein • Carmine Cucciniello • Laurent Ischi • Maurice Reynaud/Raymond Sartor • Yvon Voland Horgen: André<br />

Huber Kloten: Eduard Tellenbach Köniz: Massimo Galluccio Kreuzlingen: Silvio Müller Lachen: Gerhard Vogt Langenthal: Martin Zellweger Locarno: Giulio Farei-Campagna Losanna: Alain Rochat Lucerna: Dr. Guido<br />

Nauer • Edgar Villiger Lugano: Renzo Quadri Martigny: Christophe Gross Meilen: Gianluca Ablondi Montreux: Eric Marchal Neuchâtel: Pascal Schlaeppi Nyon: Pascal Eyer Olten: Ulrich Gatschet Payerne: Marcel<br />

Marguet Rapperswil: Max Wildi San Gallo: Dominik Hundsbichler • Thomas Jacob Sciaffusa: Urs Züst Sion: Anselme Mabillard Soletta: Walter Stalder Stans: Hans von Holzen Sursee: Josef Weber<br />

Svitto: Fredy Inderbitzin Thun: Jürg Heiniger • Fred Schneider Uster: Heinz Ernst Vaduz: Gerd Thöny Visp: Beat Moll Wettingen: Richard Frei Wil SG: Kurt Blank Winterthur: Peter Maurer Wohlen:<br />

Peter Deubelbeiss Worb: Beat Gimmel Zugo: Arthur Brühlmann • Fritz Schumpf AG Zurigo Città: Hans-Rudolf Eugster Zurigo Enge: Ivano Greco Zurigo Nord: Markus Hablützel Zurigo Ovest: Roland Ueltschi


Ospite<br />

Intervista di Lisa Pantini con Valentino Benicchio, imprenditore, CEO dell’azienda Royal Tag SA e Presidente PLR distretto Lugano<br />

Valentino Benicchio<br />

la crisi, l’econoMia <strong>Ti</strong>cinese e il<br />

ruolo di un MercaTo aPerTo<br />

Il protezionismo visto da Valentino Benicchio<br />

In <strong>Ti</strong>cino da tempo ormai, ma soprattutto<br />

più recentemente sotto i colpi della crisi, si<br />

manifestano tentazioni e appelli al protezionismo,<br />

per tutelare l'economia cantonale. Come giudica<br />

questo fenomeno?<br />

“Si tratta di un fenomeno assolutamente comprensibile.<br />

Nei momenti di difficoltà economica è normale<br />

che ci sia un moto di chiusura per difendere le<br />

proprie posizioni. Di fatto è però un atteggiamento<br />

controproducente, dato che frena quello che è l’elemento<br />

essenziale per poter misurarsi in un mercato<br />

che ormai è sempre più aperto – a beneficio dei<br />

consumatori, non dimentichiamolo – che è lo spirito<br />

di competizione, quello spirito che porta a rimettersi<br />

costantemente in gioco, sviluppando innovazioni che<br />

permettono di rimanere con successo sul mercato”.<br />

In che modo e in che misura si può sostenere<br />

l'economia cantonale senza chiusure commerciali o<br />

per il mercato del lavoro?<br />

“Rendendo maggiormente attrattivo l’insediamento<br />

e il mantenimento di attività imprenditoriali nel<br />

nostro cantone. Le famose «condizioni quadro»<br />

che dobbiamo mantenere competitive considerata<br />

la concorrenza territoriale sempre più aspra, sia a<br />

livello internazionale, ma anche a livello intercantonale.<br />

Ad esempio l’abbassamento del carico fiscale<br />

10 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

per le imprese previsto nell’ambito delle misure anticrisi<br />

dovrebbe essere definitivo e non provvisorio<br />

come attualmente previsto. Gli imprenditori cercano<br />

condizioni chiare e durature nel tempo. Con il fisco<br />

ballerino non si migliora la competitività del nostro<br />

Cantone”.<br />

La concorrenza commerciale e quella dei<br />

«padroncini» italiani non possono rappresentare<br />

sul lungo termine una concorrenza pericolosa per la<br />

nostra economia?<br />

“Sul lungo termine sono convinto che ci sarà un<br />

maggior equilibrio tra i due lati della frontiera, per<br />

cui in realtà, ribaltando i termini della questione,<br />

ritengo si possa anche trattare di un’opportunità per<br />

i «padroncini» svizzeri che hanno accesso estremamente<br />

facilitato ad un mercato, quello delle province<br />

a noi vicine, molto interessante da un punto di vista<br />

di cifre e di ricchezza. Non dobbiamo dimenticare<br />

che per un indipendente svizzero è molto facile lavorare<br />

in Italia fino a 90 giorni all’anno, esattamente<br />

come lo è per gli italiani in Svizzera. Per agevolare<br />

gli artigiani svizzeri, soprattutto nel corto termine,<br />

si potrebbe valutare la creazione di un supporto<br />

strutturato, che dia tutte le informazioni necessarie<br />

(formulari, IVA, esportazione attrezzatura di lavoro,<br />

ecc.) ma che possa anche fornire magari qualche<br />

dritta su come muoversi su un mercato che comunque<br />

conosce logiche diverse”.<br />

Dalla sua esperienza d'imprenditore a cavallo tra<br />

<strong>Ti</strong>cino e Italia, che insegnamenti trarre?<br />

“Il <strong>Ti</strong>cino ce l’ho nel cuore. La scelta di realizzare<br />

un nuovo progetto industriale – che comporta investimenti<br />

importanti e la creazione di una quindicina<br />

di posti di lavoro qualificati – è però legato anche al<br />

fatto che il <strong>Ti</strong>cino offre delle ottime condizioni per<br />

attività ad alto valore aggiunto. Non è stato d’altronde<br />

nemmeno molto difficile convincere i miei<br />

partner italiani, che sono anche azionisti – imprenditori,<br />

sull’opportunità di insediare in <strong>Ti</strong>cino l’attività.<br />

È chiaro che però dovrò costantemente dimostrare<br />

che la scelta è stata quella giusta …”


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Ospite<br />

Intervista di Lisa Pantini con il Professor Rico Maggi, Vice-Decano Facoltà di Scienze Economiche, Università della Svizzera Italiana –<br />

Lugano, e Direttore dell’IRE – Istituto Ricerche Economiche<br />

12 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Per la cresciTa le chiusure<br />

sono seMPre un rischio<br />

Il protezionismo visto da Rico Maggi<br />

In tutta Europa e persino negli USA è riemersa<br />

forte la voglia di protezionismo: rischio o<br />

legittima difesa delle economie nazionali?<br />

“Per fortuna il protezionismo non sembra<br />

davvero riprendere forza, salvo eccezioni<br />

come per l’acciaio negli USA. Ma sono<br />

esattamente gli Stati Uniti che non possono<br />

permettersi davvero un protezionismo visto<br />

la loro dipendenza dalla Cina. Per il resto, il<br />

protezionismo è una politica ingenua con un<br />

orizzonte temporale breve perché non considera<br />

le ritorsioni degli altri Paesi. Serve per<br />

guadagnare popolarità tra il proprio elettorato<br />

oggi e diminuisce il benessere domani. Se<br />

tutti proteggono i loro mercati, tutti importano<br />

di meno e dunque crollano le esportazioni.<br />

Il rischio di prolungare la crisi e grande”.<br />

Con la crisi hanno ripreso vigore statalismo e<br />

nazionalismo, sono fenomeni reattivi momentanei<br />

o si è innescata una nuova tendenza?<br />

“Un parere sul nazionalismo lo lascio a chi<br />

è qualificato. Per quanto riguarda lo statalismo,<br />

gli ultimi decenni, contraddistinti da<br />

un aumento del benessere in tutto il mondo<br />

dovuto a liberalizzazione e globalizzazione,<br />

hanno cambiato il ruolo dello Stato. La<br />

politica si è spostata dalla macroeconomia<br />

verso la microeconomia, cioè la regolamentazione<br />

dei mercati e la ridistribuzione delle<br />

ricchezze aumentate. Ora, con la crisi tornano<br />

i tempi della macroeconomia. Il pericolo<br />

è che i debiti accumulati con la politica di<br />

salvataggio attuale prolunghino la crisi, creino<br />

nuovi interventi e così inneschino una spirale<br />

negativa di peggioramento economico e<br />

statalismo – un coppia purtroppo classica”.<br />

Rico Maggi<br />

In una fase recessiva come quella che stiamo<br />

vivendo come conciliare l'esigenza di tutelare<br />

in qualche modo le economie nazionali<br />

con la difesa del commercio e degli scambi<br />

internazionali?<br />

“Come Paese piccolo con un’economia basata<br />

sulle esportazioni c’è poca scelta: rimanere<br />

competitivi con una politica fiscale<br />

adeguata e una politica monetaria prudente.<br />

Si deve dunque insistere sullo commercio<br />

estero libero e allo stesso tempo partecipare<br />

in modo attivo e critico alla regolamentazione<br />

della mobilità internazionale dei capitali”.<br />

Alcuni sostengono che si sia ormai avviato<br />

un processo di deglobalizzazione, la ritiene<br />

un'ipotesi verosimile?<br />

“Penso proprio di no. La crisi attuale spinge<br />

tutte le economie competitive a sfruttare<br />

ancora di più il fatto di essere competitive,<br />

cercando nuovi mercati, e ottimizzando la<br />

produzione”.


Biblioteca liberale<br />

di Alessio del Grande<br />

la caT<strong>Ti</strong>va Poli<strong>Ti</strong>ca<br />

soffoca la liberTà<br />

Chi lo conosce e lo segue sul Corriere della Sera o attraverso<br />

i suoi libri – memorabile “Il dubbio” – sa che<br />

Piero Ostellino è uno dei pochi veri liberali, di quelli cioè<br />

senza aggettivi, rimasti in circolazione. Nel suo ultimo<br />

saggio già il titolo rispecchia l’orizzonte del suo pensiero<br />

critico: “Lo Stato canaglia. Come la cattiva politica continua<br />

a soffocare l’Italia” (editore Rizzoli). Ma non si tratta<br />

dell’ennesimo libro denuncia sul malaffare del Palazzo,<br />

l’intoccabilità e gli sperperi dei politici italiani, sulla scia<br />

de “ La casta” di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Né<br />

la sua analisi si limita o vale solo per l’Italia. Muove sì da<br />

essa, come paradigma di uno statalismo culturale, prima<br />

ancora che politico, frutto insano dell’incesto tra la tradizione<br />

socialcomunista e il cattolicesimo collettivista, ben<br />

sintetizzato nella Costituzione repubblicana. Applicando<br />

gli sperimentati strumenti della critica liberale, l’analisi<br />

di Ostellino si allarga, invece, “all’invasività della sfera<br />

pubblica nella sfera privata, alla politica che da servizio ai<br />

cittadini mette i cittadini al suo servizio”, in poche parole<br />

allo “Stato canaglia”, i cui tratti distintivi sono ormai ben<br />

visibili in molti Paesi, Svizzera compresa.<br />

Uno Stato che, si legge nei primi capitoli, rimodellandosi<br />

sul Leviatano di Hobbes, ha fondato la sua politica<br />

sulla paura e di questa continua ad alimentarsi. Che sta<br />

deprivando larghe fette della società dal sano principio<br />

della responsabilità individuale, che usa il fisco come un<br />

randello per punire i ricchi, la spesa pubblica per creare<br />

consenso, finanziando i suoi apparati e le sue clientele,<br />

e la spesa sociale per perpetuare una condizione di<br />

dipendenza dall’ente pubblico dei cittadini meno fortunati,<br />

anziché promuovere attivamente la loro autonomia<br />

con il reinserimento nella vita produttiva. A quest’ultimo<br />

proposito, Ostellino ricorda l’insegnamento di Benjamin<br />

Franklin, secondo cui la cosa migliore da farsi per i poveri<br />

“non era di rendere loro la vita più agevole in povertà,<br />

ma spingerli a uscirne, offrendo ad essi l’opportunità di<br />

scalare la piramide sociale e di migliorare le proprie condizioni<br />

economiche”.<br />

Ostellino invoca una grande rivoluzione liberale, “per fare<br />

in modo – scrive – che il cittadino dipenda meno dallo<br />

Stato (riduzione della spesa pubblica) e più da se stesso<br />

(avere più soldi in tasca grazie al taglio delle tasse). Significa<br />

incoraggiarne e apprezzarne il senso di responsabilità<br />

nell’amministrare le proprie risorse. In definitiva, significa,<br />

smetterla di trattarlo come un bambino irresponsabile,<br />

che ha bisogno di un padre (lo Stato) che lo guidi.<br />

E incominciare a rispettarlo”. Un appello coraggioso ma<br />

che in tempi di crisi si scontra fragorosamente<br />

con il rilancio dello statalismo<br />

nelle sue forme più perverse e pericolose<br />

(dirigismo, protezionismo e nazionalismo), con gli osanna,<br />

non solo a sinistra, ad una presunta fine del capitalismo.<br />

“Dalla comparsa del Manifesto del Partito comunista di<br />

Karl Marx (1848) ad oggi, il capitalismo – ricorda Ostellino<br />

– ha attraversato una decina di crisi, le più gravi delle<br />

quali sono state quella del 1929 e la crisi odierna. Ad<br />

ogni crisi i nemici del capitalismo ne hanno annunciato<br />

la fine e ne hanno attribuito la causa al mercato. Che<br />

vuol dire l’avidità dei capitalisti. Si sono invocati maggiori<br />

interventi dello Stato nell’economia, regole più stringenti<br />

al mercato. Che vuol dire più potere a chi governa, sia sul<br />

processo di accumulazione sia nell’allocazione delle risorse”.<br />

Niente di nuovo, dunque, sotto il cielo della storia, da<br />

queste crisi, grazie alla creatività distruttrice del mercato,<br />

il capitalismo è uscito sempre rinnovato e più forte, per<br />

confermarsi come l’unico sistema economico in grado di<br />

produrre benessere e ricchezza per tutti.<br />

Di nuovo c’è, forse, la virulenza e l’estensione dell’attacco<br />

al mercato in molti Paesi, la voglia dirompente di<br />

tanti governi d’impastoiarlo con i lacci della politica, di<br />

degradarlo a “mercatismo”, come fa il ministro italiano<br />

dell’Economia, Giulio Tremonti, tutto “Dio, patria e famiglia”,<br />

che ha violentemente “arringato” contro la globalizzazione<br />

nel suo terrificante “La paura e la speranza”.<br />

Una teologia della redenzione del capitalismo, sottolinea<br />

Ostellino, che ignora bellamente i benefici generati per<br />

tutti i Paesi, anche quelli poveri, dal libero mercato e dalla<br />

mondializzazione dell’economia. “La libertà di mercato<br />

non è una religione fondamentalista. È un meccanismo<br />

non un’ideologia, che ha dimostrato il suo valore più e<br />

più volte negli ultimi duecento anni”, ricorda Ostellino<br />

citando un interessante editoriale apparso tempo fa sul<br />

Financial <strong>Ti</strong>mes. “ L’errore dei nemici della libertà di mercato<br />

– aggiunge – è che essi puntano il dito sulla parola<br />

mercato, mentre quella più importante è libertà”. Parola,<br />

purtroppo, assai spesso bistrattata.<br />

<strong>Ti</strong>tolo: “Lo Stato canaglia”<br />

Autore: Piero Ostellino<br />

Editore: Rizzoli<br />

Pagine: 240<br />

13


Attualita`<br />

A cura di economiesuisse<br />

14 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

difendere la Piazza econoMica<br />

svizzera<br />

Il Comitato di economiesuisse ha recentemente discusso<br />

in merito alla situazione economica generale, adottando<br />

all’unanimità una risoluzione per la difesa della piazza<br />

economica e della piazza finanziaria svizzere<br />

L’economia svizzera è confrontata alla peggiore recessione<br />

dopo la Seconda Guerra mondiale. Il volume degli scambi<br />

mondiali è diminuito di un quinto in un lasso di tempo<br />

molto breve. Di conseguenza, numerose imprese svizzere<br />

hanno registrato un crollo delle proprie esportazioni<br />

ed hanno ridotto i loro investimenti. I fattori che hanno<br />

sostenuto la crescita negli scorsi anni frenano ormai l’attività<br />

economica. La piazza finanziaria è sotto pressione e<br />

numerose aziende d’esportazione sono pure colpite dalla<br />

crisi mondiale.<br />

In reazione alla crisi economica, vengono messi in atto<br />

ovunque nel mondo misure congiunturali e piani di salvataggio.<br />

Per quanto concerne la Svizzera, secondo il presidente<br />

di economiesuisse Gerold Bührer “l’attivismo non risolve<br />

i problemi a lungo termine. Affinché la Svizzera esca<br />

rafforzata dalla crisi, la politica economica deve continuare<br />

a perseguire prioritariamente la crescita a lungo termine.<br />

La politica congiunturale dovrebbe intervenire solo a titolo<br />

sussidiario per attenuare la diminuzione della congiuntura”.<br />

Per stabilizzare la congiuntura bisogna focalizzarsi sulla<br />

politica monetaria, gli stabilizzatori automatici ed evitare<br />

gli aumenti d’imposta. Le misure sussidiarie di politica<br />

congiunturale devono rispettare il freno all’indebitamento<br />

e soddisfare i tre seguenti criteri: le misure devono agire<br />

rapidamente, devono essere mirate e limitate nel tempo,<br />

alfine di evitare un indebitamento incontrollato.<br />

Risoluzione per la difesa della piazza economica<br />

svizzera<br />

L’economia si attende dalle nostre autorità che esse respingano<br />

fermamente gli attacchi ingiustificati provenienti<br />

dall’estero e che la nostra politica estera difenda<br />

fermamente i nostri interessi economici nazionali. La risoluzione<br />

ha il tenore seguente:<br />

1. L’economia avverte la necessità di una cooperazione<br />

con i paesi stranieri. Ciò concerne pure la cooperazione<br />

in relazione alle frodi fiscali. Tuttavia, un’eventuale soluzione<br />

dovrà necessariamente essere applicata a tutte<br />

le grandi piazze finanziarie del mondo (Londra, Isole<br />

Anglo-Normanne, Stati americani come il Delaware,<br />

le Bahamas, Singapore, Hongkong, il Lussemburgo,<br />

ecc.). Per quanto concerne le regole in materia di lotta<br />

contro il riciclaggio di denaro e le regole «know your<br />

customer», le norme internazionali applicate in Svizze-<br />

ra devono essere messe in atto anche sulle altre piazze<br />

finanziarie.<br />

2. Il segreto bancario protegge la sfera privata legittima,<br />

ma non un perseguimento penale a seguito di un’azione<br />

delittuosa. L’estensione dell’assistenza amministrativa<br />

a talune situazioni deve avvenire secondo le regole<br />

in vigore nell’OCSE nell’ambito di una revisione di<br />

convenzioni di doppia imposizione esistenti. Gli accordi<br />

che saranno trovati devono essere vincolanti e definitivi.<br />

Essi devono pure regolare l’accesso ai mercati esteri<br />

dalla Svizzera per le attività interessate.<br />

3. L’economia si oppone fermamente ad uno scambio automatico<br />

di informazioni tra le autorità e alle inchieste<br />

a carattere sommario (« fishing expeditions »). In uno<br />

Stato di diritto, l’assistenza amministrativa e giudiziaria<br />

deve aver luogo soltanto se esistono sospetti concreti<br />

e riguardare casi chiaramente identificati. Mettere a<br />

nudo il cittadino di fronte allo Stato non è conciliabile<br />

con i valori fondamentali della Svizzera. Bisogna proteggere<br />

la sfera privata del cittadino.<br />

4. Occorre abbreviare fortemente le procedure di assistenza<br />

amministrativa e giudiziaria, facendo in modo<br />

che sia garantito un ricorso contro la prima decisione,<br />

conformemente ai principi dello Stato di diritto. Queste<br />

procedure devono pure essere rispettate dagli Stati che<br />

ne beneficiano.<br />

5. L’iscrizione della Svizzera su una lista nera di Stati non<br />

cooperativi o di paradisi fiscali – nota bene senza che<br />

l’OCSE consulti preliminarmente il nostro Paese – è<br />

inaccettabile. La Svizzera possiede una rete di Accordi<br />

bilaterali densa e rispetta scrupolosamente i propri<br />

impegni. Bisogna resistere alle pressioni ingiustificate<br />

e indifendibili esercitate sulla Svizzera da parte di altri<br />

Stati.<br />

6. Nella sua politica estera la Svizzera deve mostrarsi<br />

più decisa e presentare un fronte unito – al pari degli<br />

altri paesi concorrenti – per concentrarsi nella difesa<br />

degli interessi nazionali della nostra piazza economica,<br />

senza perdere tempo in questioni secondarie. A livello<br />

mondiale le imprese svizzere rappresentano 2,4 milioni<br />

di posti di lavoro. Considerata la loro importanza,<br />

occorre insistere su un coinvolgimento appropriato e<br />

giustificato della Svizzera nei processi decisionali internazionali.


Per avere una consulenza finanziaria personalizzata<br />

non avete bisogno di perdere d‘occhio gli affari.<br />

Vi consigliamo dove e quando i vostri affari lo richiedono, anche la sera o il sabato, nei nostri locali o nei vostri, e<br />

siamo reperibili telefonicamente in qualsiasi momento. Per maggiori dettagli chiamate lo 0848 848 848, un servizio<br />

disponibile 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno, oppure visitate il sito www.postfinance.ch<br />

Accompagnati meglio.


Attualita`<br />

di Lisa Pantini<br />

16 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

<strong>Ti</strong>cino business e la cc-<strong>Ti</strong><br />

in PriMa linea a favore<br />

della MobiliTà sosTenibile<br />

La Camera di commercio, dell'industria, dell'artigianato<br />

e dei servizi del cantone <strong>Ti</strong>cino ha deciso di patrocinare<br />

quale media partner con <strong>Ti</strong>cino Business il progetto di<br />

arcobaleno aziendale, perché crede che la mobilità aziendale<br />

sia un punto fermo di una politica intelligente per la<br />

realtà ticinese.<br />

Sostenere la mobilità è un impegno costante e che deve<br />

essere fatto proprio da ogni impresa e da ogni individuo,<br />

alfine di migliorare l’ambiente e la qualità di vita e di<br />

lavoro, e quale dovere del Cantone verso i propri cittadini<br />

per valorizzare, migliorare e preservare le infrastrutture<br />

già esistenti e crearne nuove, che sappiano soddisfare<br />

le necessità della società odierna e della sua economia.<br />

L’esercizio della propria mobilità è un diritto di tutti, ma<br />

è giusto cercare soluzioni che permettano di non gravare<br />

eccessivamente sulle strutture già esistenti, tutelando al<br />

contempo la libertà individuale.<br />

Da questo numero troverete dunque sulle pagine di <strong>Ti</strong>cino<br />

Business vari approfondimenti e testimonianze di aziende<br />

che hanno applicato con successo modelli di gestione di<br />

mobilità sostenibile, che potranno fungere da esempio<br />

per una valutazione sul tema.<br />

la MobiliTà sosTenibile viaggia<br />

anche con l’inforMazione<br />

di Mauro Verdone<br />

La Comunità tariffale <strong>Ti</strong>cino e Moesano (CTM) è consapevole<br />

di rivestire un ruolo cruciale nella promozione della<br />

mobilità sostenibile. Il nostro compito è rendere sempre<br />

più agevole, pratico e conveniente l’accesso al trasporto<br />

pubblico. Il continuo e costante aumento del numero di<br />

abbonati arcobaleno ci permette di affermare che la strada<br />

imboccata è quella corretta. A maggior ragione, ogni<br />

abbonato arcobaleno rappresenta un passo in più nella<br />

giusta direzione.<br />

Nonostante il successo di arcobaleno trovi conferma di anno<br />

in anno, siamo consapevoli che le esigenze di mobilità<br />

del territorio si evolvono e che è pertanto fondamentale saper<br />

offrire delle risposte concrete a tali mutevoli esigenze.<br />

Un tema particolarmente attuale è quello della mobilità<br />

nelle trasferte quotidiane verso i luoghi di lavoro. Un ambito<br />

presidiato dalla CTM che è oggi in grado di offrire una<br />

nuova formula di abbonamento specificatamente concepita<br />

per rispondere alle esigenze di mobilità delle aziende<br />

e dei loro collaboratori: arcobaleno aziendale. Grazie ad<br />

arcobaleno aziendale i datori di lavoro possono offrire ai<br />

propri collaboratori interessanti sconti sul costo dell’abbonamento,<br />

acquisendo nel contempo un ruolo diretto<br />

e attivo nella promozione del trasporto pubblico presso<br />

i propri dipendenti. Una soluzione che premia tutte le<br />

la coMuniTà Tariffale <strong>Ti</strong>cino e Moesano<br />

si PresenTa<br />

La Comunità tariffale <strong>Ti</strong>cino e Moesano (CTM) esiste dal<br />

1997 ed ha lo scopo di offrire all'utenza un solo abbonamento<br />

(settimanale, mensile o annuale) denominato<br />

arcobaleno. Con un unico abbonamento si ha l’accesso<br />

a tutti i mezzi<br />

di trasporto che circolano nelle zone di validità acquistate.<br />

Le imprese di trasporto che aderiscono alla CTM sono undici:<br />

Autolinee Bleniesi, Autolinea Mendrisiense, Autolinee<br />

Regionali Luganesi, AutoPostale Svizzera SA - Regione<br />

<strong>Ti</strong>cino, FART, TILO, Funicolare Madonna del Sasso, FLP<br />

– Ferrovie Luganesi, Navigazione Lago Maggiore, Società<br />

Navigazione Lago di Lugano, TPL e FFS.<br />

Comunità tariffale <strong>Ti</strong>cino e Moesano<br />

Tel. +41 91 835 48 70<br />

info@arcobaleno.ch<br />

www.arcobaleno.ch


parti in causa offrendo evidenti vantaggi alle aziende, ai<br />

lavoratori, all’ambiente ed alla popolazione in generale.<br />

Siamo convinti della validità delle soluzioni proposte e la<br />

risposta positiva che sta giungendo dal mondo aziendale<br />

ne è la conferma più importante. Siamo altrettanto convinti<br />

che la mobilità sostenibile debba viaggiare anche<br />

con l’informazione ed è con tale filosofia che gestiremo<br />

gli spazi che <strong>Ti</strong>cino Business metterà periodicamente a<br />

nostra disposizione. Un appuntamento fisso, attraverso<br />

il quale avremo modo di conoscere meglio arcobaleno<br />

aziendale ed i vantaggi che esso offre. Una preziosa opportunità<br />

che ci permetterà di approfondire il più ampio<br />

tema della mobilità sostenibile, dando spazio anche alle<br />

aziende che hanno già deciso di impegnarsi in questo<br />

importante ambito di responsabilità aziendale. In questa<br />

prima edizione, abbiamo il piacere di ospitare l’azienda<br />

Lombardi SA di Minusio.<br />

Uno spazio estremamente prezioso che ci offre inoltre l’opportunità<br />

di dialogare direttamente con il mondo delle aziende<br />

e che vi invitiamo a leggere con regolarità: buona lettura!<br />

loMbardi sa di Minusio:<br />

“arcobaleno aziendale Per noi<br />

è la liberTà di scelTa”<br />

L’aumento del numero di collaboratori e l’introduzione<br />

della zona blu nel quartiere hanno portato, a partire da<br />

inizio 2008, ad una carenza di posteggi per i collaboratori<br />

dello studio d’ingegneria Lombardi SA di Minusio. La<br />

dirigenza ha quindi deciso di lanciare un progetto interno<br />

di mobilità aziendale. Tra le varie misure adottate, anche<br />

l’offerta dell’abbonamento annuale arcobaleno con il 67%<br />

di sconto (usufruendo del 25% di contributo offerto dalla<br />

Comunità tariffale <strong>Ti</strong>cino e Moesano) e l’attivazione di un<br />

parchimetro per i posteggi della ditta. “All’inizio – racconta<br />

Gianfranco Bertola, Ingegnere dello studio e capo progetto<br />

dell’iniziativa – abbiamo incontrato, come è normale che<br />

fosse, qualche barriera da parte dei collaboratori, abbiamo<br />

dovuto far assimilare loro il concetto. Oggi posso dire che<br />

siamo però molto soddisfatti di come si sia sviluppato”.<br />

L’iniziativa è quindi stata recepita bene dai<br />

collaboratori?<br />

“Ovviamente noi non abbiamo imposto i mezzi pubblici<br />

ai nostri dipendenti. È stato un importante traguardo il<br />

solo fatto che molti di loro si siano interessati a valutare<br />

l’alternativa e a riflettere sui vantaggi dell’abbonamento.<br />

Non tutti hanno optato per il cambiamento, però diversi<br />

l’hanno fatto… e con piena soddisfazione”.<br />

A quale valore si è ispirato il vostro progetto?<br />

“Per noi è fondamentale stimolare i nostri collaboratori<br />

ad adattare la scelta del mezzo di trasporto alle proprie<br />

necessità giornaliere. Non vogliamo imporre ma proporre<br />

ed offrire la libertà di scelta di usare i mezzi pubblici.<br />

Abbassando il costo dell’abbonamento arcobaleno, ne aumentiamo<br />

l’attrattività e agevoliamo il ricorso ai trasporti<br />

pubblici. Magari non tutti i giorni, ma quando gli impegni<br />

lo permettono, un collaboratore può lasciare a casa l’auto<br />

e venire al lavoro in treno o bus”.<br />

In conclusione, cosa rappresenta per Lombardi SA<br />

arcobaleno aziendale?<br />

“Flessibilità, libertà di scegliere il mezzo di trasporto che<br />

più si adatta alle proprie necessità giornaliere!”<br />

arcobaleno aziendale in sinTesi<br />

Come funziona arcobaleno aziendale? Grazie al sostegno<br />

del Cantone, la CTM concede uno sconto minimo del 5%<br />

sugli abbonamenti annuali sottoscritti dai dipendenti di<br />

una stessa azienda.<br />

Ma c’è molto di più! Se l’azienda decide di coprire una<br />

parte del costo dell’abbonamento, la CTM raddoppia il<br />

contributo (per un contributo massimo del 25%)!<br />

Un esempio? L’azienda decide di pagare il 10% del costo<br />

dell’abbonamento ai propri collaboratori. La CTM raddoppia<br />

il contributo offrendo un ulteriore sconto del 20%. Il<br />

vantaggio per il collaboratore è un sconto complessivo del<br />

30%!<br />

Il primo passo da fare? Contattare la CTM per trovare la<br />

formula più adatta alle esigenze della propria azienda e dei<br />

propri collaboratori.<br />

Per maggiori informazioni: www.arcobaleno.ch<br />

Tel. +41 91 835 48 70<br />

17


Attualita`<br />

18 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

nessun nuovo osTacolo doganale<br />

con l’ue<br />

Con la firma lo scorso 24 marzo dell’accordo sul trasporto delle<br />

merci fra Svizzera e UE, il nostro Paese ha evitato l’introduzione<br />

di nuovi ostacoli doganali che avrebbero creato non pochi<br />

problemi alle imprese esportatrici elvetiche<br />

Un passaggio delle frontiere per le merci il più libero<br />

possibile è essenziale alla competitività dell’economia<br />

svizzera. Le misure di sicurezza adottate dall’Unione Europea<br />

per gli scambi internazionali avrebbero potuto avere<br />

conseguenze negative per le imprese svizzere, tenuto<br />

conto della posizione centrale della Svizzera in Europa.<br />

Per le imprese europee tali misure avrebbero complicato<br />

il commercio con il nostro paese e il transito attraverso<br />

la Svizzera.<br />

Il reciproco riconoscimento dell’equivalenza delle norme<br />

di sicurezza nel settore doganale evita l’introduzione,<br />

prevista dall’Unione Europea, di un obbligo per le imprese<br />

svizzere di annunciare all’UE le loro importazioni ed<br />

esportazioni (“regola delle 24 ore”).<br />

Le nuove misure in materia di sicurezza verranno applicate<br />

per contro al traffico delle merci tra la Svizzera e i<br />

Paesi non aderenti all'UE. Questo implica che la Svizzera<br />

richiederà la dichiarazione preventiva dei dati di sicurezza<br />

per invii nel traffico diretto di importazione e di esportazione<br />

con Stati non membri dell'UE e sulla loro base<br />

effettuerà un'analisi dei rischi. Ciò vale in particolare per<br />

gli invii via terra dalla Svizzera verso Stati non membri<br />

dell'UE. I dati di sicurezza relativi agli invii via terra provenienti<br />

da questi Paesi e destinati alla Svizzera sono<br />

richiesti presso il primo luogo di entrata nell'UE, dove<br />

viene effettuata anche l'analisi dei rischi.<br />

La Svizzera applicherà pertanto le prescrizioni in materia<br />

di sicurezza dell'UE al traffico delle merci con Paesi<br />

terzi. Tale traffico corrisponde al 20 percento circa delle<br />

importazioni e al 40 percento circa delle esportazioni<br />

nell'ambito del commercio esterno del nostro Paese.<br />

Il dibattito relativo all’importanza della sicurezza nel processo<br />

internazionale di produzione ha assunto una certa<br />

ampiezza in questi ultimi anni e in questo settore si sono<br />

moltiplicate le prescrizioni legali. La Svizzera non è<br />

risparmiata da questa tendenza. La soluzione negoziata<br />

con l’UE richiederà da parte elvetica alcuni adeguamenti.<br />

La Svizzera introdurrà sia delle analisi di rischio sia<br />

delle misure di sicurezza. L’accordo prevede inoltre che<br />

la Svizzera crei uno statuto di “operatore economico autorizzato”.<br />

Così, le imprese che soddisfano taluni criteri<br />

potranno beneficiare di controlli di sicurezza facilitati.<br />

L’accordo sul trasporto delle merci sarà applicato a partire<br />

dal 1° luglio <strong>2009</strong>.<br />

L’obbligo di annuncio delle esportazioni e delle importazioni<br />

avrebbe avuto conseguenze gravi per la Svizzera e<br />

avrebbe complicato gli scambi commerciali tra la Svizzera<br />

e i suoi vicini europei. A titolo d’informazione, occorre<br />

sapere che l’UE è il principale partner commerciale<br />

della Svizzera e che il nostro Paese figura pure come un<br />

importante acquirente di prodotti europei. Il 41% delle<br />

esportazioni e il 59% delle importazioni della Svizzera<br />

avvengono con i quattro Paesi che ci circondano. Circa<br />

23’000 camion attraversano la frontiera svizzera ogni<br />

giorno. Sia le imprese svizzere sia le imprese comunitarie<br />

hanno dunque interesse affinché il traffico delle merci<br />

avvenga in modo armonioso. L’accordo che la Svizzera e<br />

l’UE stipulano permetterà di evitare, nell’interesse delle<br />

due parti, delle perturbazioni del traffico transfrontaliero<br />

delle merci.<br />

Parallelamente alla conclusione di questo importante accordo<br />

sui termini doganali fra Svizzera e Unione Europea,<br />

occorre registrare pure un aggiornamento concernente<br />

la regolamentazione semplificata all’esportazione. Come<br />

annunciato dall’Amministrazione federale delle dogane,<br />

l’introduzione del processo elettronico che sostituirà la<br />

regolamentazione semplificata all’esportazione (RSE) è<br />

rinviata al 31 marzo 2010. Le imprese avranno così sufficiente<br />

tempo per mettere in atto la procedura elettronica<br />

(e-dec esportazione).<br />

Era previsto che la regolamentazione semplificata<br />

all’esportazione, introdotta oltre 30 anni fa, fosse sostituita<br />

a contare dal 1° luglio <strong>2009</strong> da una soluzione elettronica<br />

“e-dec esportazione”. L’adattamento nel tempo<br />

delle procedure e dei sistemi informatici delle imprese<br />

necessita di risorse finanziarie ed umane importanti.<br />

L’Amministrazione federale delle dogane ha preso in considerazione<br />

le preoccupazioni delle imprese esportatrici,<br />

legate al clima economico, e rinviato il termine al 31 marzo<br />

2010. Tuttavia, l’applicazione “e-dec esportazione” è<br />

già operativa e può essere utilizzata dall’inizio dell’anno.


Attualita`<br />

di Daniela Lepori, Avenir Suisse<br />

Daniela Lepori<br />

e<strong>Ti</strong>ca e resPonsabiliTà individuale:<br />

non solo belle Parole<br />

“Quale etica nel libero mercato?” Questo interrogativo complesso e attuale<br />

ce lo siamo probabilmente posti in tanti, soprattutto in questo<br />

periodo. Ne è stata la dimostrazione la tavola rotonda organizzata lo<br />

scorso 9 aprile da Avenir Suisse con SGOC-Anziani Goliardi (associazione<br />

degli alumni dell’università di San Gallo): più di 120 persone<br />

sono infatti accorse ad Origlio per seguire la discussione sull’etica nel<br />

libero mercato animata da ospiti di spicco. Nonostante la difficoltà a<br />

condensare i contenuti del dibattito in poche righe ci tengo a proporre<br />

ai lettori di <strong>Ti</strong>cino Business alcuni spunti della serata.<br />

I relatori della serata si sono confrontati con interrogativi sostanziali<br />

che però più mai risultano essere attuali nell’economia reale<br />

Etica in economia: sempre!<br />

La sottoscritta ha aperto la tavola rotonda ricordando come i momenti<br />

economici difficili come quello attuale ci inducano a guardarci indietro<br />

oltre che avanti, a stilare bilanci e magari, a fermarci un attimo a porci<br />

dei quesiti di natura etica. Cercare di trovare una risposta ad interrogativi<br />

morali così sostanziali come quello che dava il titolo alla serata “Quale<br />

etica nel libero mercato?” sia un salutare e indispensabile esercizio che<br />

bisognerebbe svolgere sempre, indipendente dalla crisi economica. A<br />

seguire, il moderatore della serata Marcello Foa (inviato speciale de “Il<br />

Giornale” e Condirettore dell’Osservatorio Europeo di Giornalismo) ha<br />

introdotto la discussione con alcune considerazioni sui vantaggi portati<br />

dal libero mercato al nostro progresso e osservando come, se si avesse<br />

organizzato la serata un paio d’anni fa, la sala sarebbe rimasta probabilmente<br />

vuota.<br />

Ritorno ad un’economia a misura d’uomo<br />

La parte iniziale del dibattito è stata dedicata a temi prettamente etico-filosofici.<br />

Secondo Luca Crivelli (Professore di economia politica<br />

all’USI e alla SUPSI) uno dei mali principali che attanaglia l’economia<br />

odierna risulta essere la separazione sempre più netta tra la sfera<br />

privata e quella pubblica. L’individuo assume pertanto due comportamenti<br />

differenti in questi due settori: nel mercato prevale la ricerca<br />

del profitto ad ogni costo mentre nel privato, trovano principalmente<br />

spazio i buoni sentimenti. Bisogna pertanto riscoprire una dimensione<br />

più civile del mercato cercando di ricucire la cesura tra queste due<br />

sfere. Crivelli ha pure ricordato che il termine “concorrenza”, cioè<br />

la competizione nel mercato trova la sua origine etimologica nel significato<br />

di “arrivare insieme ad un obiettivo”. Quindi la priorità del<br />

mercato dovrebbe restare principalmente quella di soddisfare i bisogni<br />

dei consumatori e non quella di trarne del profitto.<br />

Armando Massarenti (Filosofo e Giornalista de “Il<br />

sole 24 ore”) ha affermato come il libero mercato<br />

renda possibile un equilibrio che porta con sé una<br />

sua eticità. Oggigiorno regna però una specie<br />

di disorientamento: non si sa più bene chi<br />

siano i padroni e chi i responsabili delle<br />

azioni in atto nel mercato. Massarenti<br />

sostiene che bisogna pertanto rivedere<br />

i valori di fondo insiti nel mercato e in<br />

particolare lavorare per ristabilire la fiducia,<br />

ingrediente indispensabile nelle<br />

transazioni economiche.<br />

Prof. Francesco Kneschaurek<br />

Mercato e regole<br />

Nella seconda parte del dibattito ci si è avvicinati maggiormente ai<br />

problemi e alle necessità concrete dell’economia di mercato.<br />

Secondo Alberto Siccardi (miglior imprenditore <strong>2009</strong> designato da<br />

Swiss Venture Club, Presidente del Consiglio d’Amministrazione e fondatore<br />

di Medacta International SA) non è l’economia reale che crea<br />

problemi di ordine morale, bensì la colpa della perdita di fiducia nel<br />

libero mercato è da ricondurre all’economia fantasma che purtroppo<br />

trova spazio nella finanza. Siccardi ha poi ricordato come nel rapporto<br />

tra stato ed economia vi sia un disequilibrio a livello di regolamentazioni:<br />

l’industria medico-farmaceutica deve per esempio sottostare a controlli<br />

interminabili mentre altri attori possono operare indisturbati nel mercato<br />

creando anche disastri che sono sotto gli occhi di tutti.<br />

Praticamente tutti i relatori hanno per finire concordato col presupposto<br />

che per il buon funzionamento del mercato siano necessarie delle<br />

regole chiare che creino incentivi positivi. Queste norme sono finora<br />

venute diverse volte a mancare. Anzi, in caso di azioni illecite all’interno<br />

del mercato, in Svizzera si ricorre ad un sistema di penalizzazione poco<br />

credibile anche perché si cerca di applicarlo su realtà enormi e intoccabili.<br />

Quindi a questo punto l’interrogativo sull’equità di trattamento<br />

all’interno del mercato risulta più che mai legittimo.<br />

Corporate social responsibility: futuro?<br />

Cosa fare quindi per (ri)portare i buoni principi morali all’interno del<br />

libero mercato? Il Prof. Fabrizio Zilibotti dell’istituto di ricerche economiche<br />

dell’università di Zurigo ha presentato un riassunto degli studi<br />

svolti, soprattutto negli Stati Uniti, sul tema dell’efficienza della “Corporate<br />

Social Responsibility” nelle ditte. Zilibotti ha ribadito come sia<br />

fondamentale la spontaneità delle aziende ad aderire a questa “filosofia<br />

di vita aziendale” e come la CRS, non sia incompatibile con la ricerca<br />

del profitto. Questo principio non rappresenta pertanto soltanto un attraente<br />

strumento di propaganda bensì, a seconda delle società dove<br />

lo si vuole applicare, può rappresentare una marcia in più. A titolo<br />

d’esempio: in Svizzera la sensibilità sociale ed ambientale è più presente<br />

che non in Cina e quindi la CRS si dimostrerà una carta vincente<br />

per le aziende elvetiche.<br />

Il Prof. Francesco Kneschaurek, 85 anni, socio fondatore di SGOC<br />

ha chiuso la serata ricordando tra le altre cose come l’adagio “meno<br />

stato e più libertà” debba sempre essere accompagnato dal vocabolo<br />

“responsabilità”.<br />

19


Attualita`<br />

Comunicato stampa<br />

20 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

ecco gli assegni Per l’innovazione<br />

des<strong>Ti</strong>na<strong>Ti</strong> alle PMi<br />

Fondi supplementari per la ricerca nel campo delle innovazioni<br />

Nel quadro delle misure di stabilizzazione II,<br />

l'Ufficio federale della formazione professionale<br />

e della tecnologia (UFFT) lancia tre misure per<br />

la promozione dell'innovazione aventi effetti<br />

occupazionali. Grazie a fondi supplementari pari<br />

a 21,5 milioni di franchi, si crea in particolare<br />

per le piccole e medie imprese (PMI) un incentivo<br />

per investimenti in future generazioni di prodotti.<br />

Le linee d'azione dell'Agenzia per la promozione<br />

dell'innovazione CTI sono state presentate ai<br />

media alla fine di marzo <strong>2009</strong> a Berna<br />

Proprio durante la recessione le innovazioni sono più importanti<br />

che mai, ma, allo stesso tempo, c'è il rischio che<br />

in particolare le imprese colpite dalla recessione taglino<br />

i fondi destinati a progetti di ricerca e sviluppo. Per far<br />

fronte a tale tendenza, si è aumentato di 21,5 milioni di<br />

franchi il credito dell'Agenzia per la promozione dell'innovazione<br />

CTI destinato a misure congiunturali efficaci<br />

nel campo dell'innovazione. Nelle linee d'azione adeguate<br />

alla difficile situazione economica, ricoprono un ruolo<br />

importante i progetti relativi a tecnologie del futuro quali<br />

le tecnologie pulite (energie rinnovabili, l'immagazzinamento<br />

e la distribuzione di energia, l'efficienza energetica,<br />

lo smaltimento, il riciclaggio delle materie prime) e i<br />

materiali intelligenti.<br />

Alla conferenza stampa di fine marzo, la direttrice<br />

dell'UFFT Ursula Renold ha sottolineato l'importanza<br />

fondamentale dell'innovazione. L'innovazione in prodotti,<br />

servizi o procedure di produzione è la condizione fondamentale<br />

per la sopravvivenza delle imprese nella concorrenza<br />

globale. Infatti, le imprese che, nonostante il lavoro<br />

ridotto o la situazione critica, investono nella ricerca applicata<br />

sono pronte per una rapida ripresa dopo la fase<br />

di recessione. Un portafogli attraente di nuovi prodotti<br />

e servizi consente loro di assicurarsi un vantaggio competitivo.<br />

Le misure di stabilizzazione intendono offrire un sostegno<br />

di rapida efficacia alle PMI, ha riferito Ingrid Kissling-Näf,<br />

responsabile dell'Agenzia per la promozione dell'innovazione<br />

CTI. Esse contribuiscono al mantenimento delle<br />

attività R&S quale investimento per il futuro. Dal 1° aprile<br />

<strong>2009</strong> sono stati avviati quali linee d'azione i seguenti<br />

programmi:<br />

1. Un'applicazione più flessibile dei criteri di promozione:<br />

il budget R&S delle imprese sarà sgravato mediante<br />

il finanziamento concesso alle scuole universitarie per<br />

infrastrutture e materiale di consumo e la riduzione<br />

dei contributi in contanti da versare. La rinuncia a tali<br />

contributi da parte della Confederazione deve essere<br />

compensata dalle imprese attraverso un aumento delle<br />

risorse di personale. Inoltre, vengono messi a disposizione<br />

altri 20 milioni di franchi.<br />

2. Lancio dell'assegno per l'innovazione: questo strumento<br />

di promozione di facile accesso è previsto per le PMI<br />

che avviano per la prima volta un progetto di ricerca insieme<br />

alle scuole universitarie o agli istituti di ricerca.<br />

Per ciascun progetto si possono ricevere prestazioni<br />

per un valore massimo di 7’500 franchi. Per questo<br />

progetto pilota sono disponibili mezzi finanziari pari a<br />

1 milione di franchi.<br />

3. Sensibilizzazione tematica: attraverso manifestazioni<br />

sia nazionali che regionali e consulenze professionali<br />

si cerca di sollecitare le PMI interessate alla ricerca<br />

ad avviare progetti di innovazione, in particolare in<br />

temi quali le tecnologie pulite e i materiali intelligenti.<br />

La promozione della CTI è fondamentalmente aperta a<br />

tutte le imprese interessate alla ricerca che, in collaborazione<br />

con le scuole universitarie o con gli istituti di ricerca,<br />

desiderano mantenere o migliorare la loro competitività<br />

nel proprio settore tecnologico principale. Le misure<br />

menzionate sono a tempo determinato, precisamente dal<br />

1° aprile al 31 dicembre <strong>2009</strong>.<br />

Domande? È possibile contattare:<br />

• Ursula Renold, Direttrice UFFT, Tel. +41 31 323 76 72<br />

• Ingrid Kissling-Näf, Responsabile dell'Agenzia per la promozione<br />

dell'innovazione CTI, Tel. +41 31 324 96 00<br />

• Helen Stotzer, Comunicazione UFFT, Tel. +41 31 322<br />

21 24<br />

oppure visitare i siti web<br />

• w w w . n e w s . a d m i n . c h / m e s s a g e / i n d e x .<br />

html?lang=it&msg-id=26011<br />

• Ufficio federale della formazione professionale e della<br />

tecnologia, www.bbt.admin.ch<br />

Assistenza nella richiesta e la fruizione degli assegni è<br />

offerta da <strong>Ti</strong>cinotransfer (www.ticinotransfer.ch, info@ticinotransfer.ch,<br />

David Fischbach, Tel. +41 58 666 66 93<br />

o Giorgio Travaglini, Tel. +41 58 666 66 77) o presso lo<br />

sportello <strong>Ti</strong>cinotransfer della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> o dell’AITI.


Attualita`<br />

Comunicato stampa<br />

Panelcode: la nuova newsleTTer<br />

del code con da<strong>Ti</strong> in TeMPo reale<br />

sull’econoMia <strong>Ti</strong>cinese<br />

Facoltà<br />

di scienze<br />

economiche<br />

Istituto<br />

di ricerche<br />

economiche<br />

IRE<br />

Il Centro per l’Osservazione delle Dinamiche Economiche<br />

(CODE) ha presentato il 7 aprile scorso il primo numero<br />

della newsletter PanelCODE, il nuovo prodotto congiunturale<br />

dell'Istituto di Ricerche Economiche (IRE) creato con<br />

il supporto delle principali associazioni imprenditoriali del<br />

cantone. Il progetto PanelCODE è stato lanciato nell’aprile<br />

2008 con l’obiettivo di colmare la lacuna che limita<br />

l’efficacia dei rilevamenti congiunturali tradizionali: la<br />

tempestività con cui sono presentati i risultati. Grazie alla<br />

metodologia panel, applicata mensilmente ad un centinaio<br />

di imprese rappresentative dell'economia cantonale e,<br />

soprattutto, alla piattaforma informatica appositamente<br />

creata per i rilevamenti, il CODE è in grado di fornire dati<br />

sulla congiuntura cantonale in tempo pressoché reale.<br />

Chi è e cosa fa il CODE?<br />

Il CODE promuove e sviluppa l'attività di servizio dell'IRE,<br />

garantendo un monitoraggio continuo delle dinamiche<br />

congiunturali e strutturali del sistema economico cantonale,<br />

in un confronto interregionale e, in particolare,<br />

transfrontaliero.<br />

Che cosa è PanelCODE?<br />

PanelCODE è una piattaforma costituita da un centinaio<br />

di imprese rappresentative dell'economia cantonale<br />

che partecipano, rispondendo mensilmente ad un questionario<br />

elettronico, al progetto “Congiuntura cantonale”<br />

dell'IRE. Grazie al rilevamento elettronico, i risultati<br />

dell'indagine mensile - che permette di svolgere un monitoraggio<br />

continuo delle dinamiche congiunturali - sono<br />

fruibili direttamente dagli imprenditori che partecipano al<br />

panel, e, in seguito, da un pubblico economico ed istituzionale<br />

più vasto, consentendo una maggiore tempestività,<br />

rispetto ai tempi classici dei rilevamenti tradizionali a<br />

mezzo di questionari cartacei.<br />

La tecnica di campionatura del panel, che presuppone<br />

l’intervista mensile di un campione d'imprese stabile, garantisce,<br />

inoltre, una maggiore affidabilità dei risultati.<br />

Il nuovo prodotto congiunturale del CODE offre alle imprese<br />

la possibilità di monitorare mese dopo mese l'evo-<br />

luzione della propria attività, confrontandola con quella<br />

dell'insieme delle altre imprese partecipanti al panel, fornendo<br />

così uno strumento di verifica continua del proprio<br />

posizionamento competitivo.<br />

Questi risultati vengono ora diffusi attraverso un nuovo<br />

strumento di comunicazione: la newsletter PanelCODE.<br />

La newsletter PanelCODE<br />

Il primo numero della newsletter PanelCODE è stata<br />

pubblicata il 7 aprile, e presenta i risultati dei primi<br />

dieci mesi di monitoraggio della congiuntura cantonale.<br />

Il nuovo progetto editoriale – che sostituisce il vecchio<br />

rapporto trimestrale “Congiuntura” – consente, nell’era<br />

di Internet e dei nuovi media, di offrire ai propri lettori<br />

una comunicazione più snella ed efficace, fornendo dati<br />

congiunturali in presa diretta.<br />

La newsletter, che ha cadenza trimestrale, si sviluppa<br />

su quattro pagine, in un formato comodo da sfogliare e<br />

immediato nella lettura. Le elaborazioni, presentate in<br />

forma grafica e commentate a lato, fotografano gli andamenti<br />

mensili correnti e le prospettive per i tre mesi a<br />

venire dei sei principali indicatori dell’andamento economico<br />

cantonale.<br />

Il nuovo prodotto del CODE si completa con un evento<br />

semestrale chiamato "prospet<strong>Ti</strong>ve". Si tratta di un momento<br />

di interazione e di scambio, nel quale approfondire<br />

tematiche e spunti di riflessione concernenti l'andamento<br />

congiunturale cantonale nel confronto interregionale, nazionale<br />

ed internazionale.<br />

Il primo numero della newsletter PanelCODE è disponibile<br />

all’indirizzo: www.code.ire.eco.unisi.ch/_manage/<br />

upload/Pubblicazioni/PanelCODE_I1.pdf.<br />

Per abbonarsi gratuitamente a PanelCODE, è sufficiente<br />

inviare una richiesta via e-mail alla casella di posta elettronica<br />

info@panelcode.ch.<br />

Per maggiori informazioni: IRE – CODE – Progetto Panel-<br />

CODE, Via Maderno 24, 6900 Lugano, Tel. +41 58 666<br />

46 61, Fax +41 58 666 46 62, www.code.ire.eco.unisi.<br />

ch, info@panelcode.ch<br />

21


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Attualita`<br />

riconosciMenTo cos<strong>Ti</strong>Tuzionale Per<br />

la Medicina coMPleMenTare<br />

La votazione federale del 17 maggio <strong>2009</strong><br />

Il prossimo 17 maggio il popolo svizzero sarà chiamato<br />

ad esprimersi oltre che sull’introduzione definitiva del<br />

passaporto biometrico, anche sull’articolo costituzionale<br />

“Un futuro con la medicina complementare”, che funge<br />

da controprogetto all’iniziativa popolare “Sì alla medicina<br />

complementare”, poi ritirata.<br />

Questa iniziativa chiedeva che la Confederazione e i<br />

Cantoni provvedessero alla completa considerazione<br />

della medicina complementare. Il testo dell’iniziativa<br />

non precisava tuttavia che cosa si intendesse per<br />

“completa considerazione”. La maggioranza del Parlamento<br />

ha pertanto respinto l’iniziativa ritenendo che<br />

fosse troppo vaga, eccessiva e inutile. Nel corso dei<br />

dibattiti, il Parlamento ha tuttavia ritenuto necessario<br />

opporre all’iniziativa un controprogetto che sancisca<br />

esplicitamente nella Costituzione federale la considerazione<br />

della medicina complementare nel nostro sistema<br />

sanitario. Tuttavia, nemmeno il controprogetto precisa<br />

le modalità necessarie per raggiungere tale obiettivo. Se<br />

l’articolo costituzionale sarà accettato, spetterà al Parlamento<br />

decidere quali provvedimenti concreti adottare<br />

a favore della medicina complementare e a quali settori<br />

del sistema sanitario applicarli.<br />

In Svizzera circa il settanta percento della popolazione<br />

ricorre alla medicina complementare, che riveste un<br />

certo ruolo anche nell’automedicazione, in particolare<br />

nell’ambito dell’assunzione di agenti terapeutici non<br />

soggetti a prescrizione medica.<br />

Il sistema sanitario svizzero si fonda essenzialmente<br />

sulle conoscenze e le scoperte della medicina classica.<br />

Per tale motivo la legge sull’assicurazione malattie (LA-<br />

Mal) prevede che l’assicurazione di base assuma solo i<br />

costi delle cure mediche e dei medicamenti per i quali<br />

sono soddisfatti i criteri di efficacia, appropriatezza ed<br />

economicità.<br />

In Svizzera, molti medici e terapeuti non medici offrono<br />

inoltre un’ampia gamma di prestazioni di medicina<br />

complementare. Quest’ultima comprende numerosi metodi<br />

diagnostici, terapeutici e di prevenzione che sono<br />

proposti parallelamente alla medicina convenzionale o<br />

quali terapie sostitutive. In Svizzera, circa 20’000 terapeuti<br />

non medici e 3’000 medici offrono oggigiorno<br />

oltre 200 metodi diversi di medicina complementare.<br />

Tranne qualche eccezione, come l’agopuntura medica e<br />

alcuni medicamenti, le prestazioni della medicina complementare<br />

non sono assunte dall’assicurazione di base<br />

e, di conseguenza, devono essere pagate dai pazienti<br />

o essere coperte da un’assicurazione complementare.<br />

Conformemente al nuovo articolo costituzionale, la Confederazione<br />

e i Cantoni devono tener conto, nell’ambito<br />

delle loro competenze, della medicina complementare<br />

nell’adempimento dei loro compiti in ambito sanitario.<br />

L’articolo costituzionale fissa un principio generale senza<br />

tuttavia precisarne le modalità di attuazione. Se il<br />

controprogetto sarà accettato, il Parlamento ed eventualmente<br />

il popolo dovranno sancire a livello legislativo<br />

i provvedimenti che consentano di meglio integrare la<br />

medicina complementare nel sistema sanitario.<br />

Il riconoscimento della medicina complementare a livello<br />

costituzionale deve portare ad una migliore collaborazione<br />

fra la stessa medicina complementare e la<br />

medicina classica, accademica. Si attendono pure dei<br />

risparmi sui costi sanitari in quanto la medicina complementare<br />

è meno costosa; negli ospedali svizzeri la<br />

medicina complementare è infatti già integrata.<br />

A livello legislativo bisognerà inoltre regolamentare la<br />

formazione nell’ambito della medicina complementare.<br />

Poiché attualmente non esistono in Svizzera formazioni<br />

regolamentate né diplomi riconosciuti nell’ambito della<br />

medicina complementare, è praticamente impossibile<br />

distinguere i terapeuti qualificati da quelli non qualificati,<br />

sicché la protezione dei pazienti e dei consumatori<br />

non è garantita. Si tratta pertanto di regolamentare le<br />

formazioni sul piano nazionale, istituire diplomi federali<br />

e armonizzare le autorizzazioni cantonali che disciplinano<br />

l’esercizio di una professione nel settore sanitario.<br />

Una minoranza del Parlamento ritiene ingiustificato<br />

sancire la medicina complementare nella Costituzione<br />

federale. Tale provvedimento non è necessario a loro<br />

dire poiché già oggi la considerazione della medicina<br />

complementare non solo è possibile, ma è realtà. Provvedimenti<br />

concreti in suo favore dovrebbero piuttosto<br />

essere attuati a livello legislativo. Inoltre, iscrivendo<br />

esplicitamente la medicina complementare nella Costituzione<br />

si corre il rischio di svantaggiare la medicina<br />

convenzionale, che non è sancita nella Costituzione.<br />

23


Attualita`<br />

24 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

accordi bilaTerali<br />

Cari lettori di <strong>Ti</strong>cino Business,<br />

il tema dell’applicazione degli Accordi bilaterali fra Svizzera e Unione Europea è di estrema<br />

attualità soprattutto nel nostro Cantone.<br />

Qui di seguito trovate un formulario da ritornare all’Ufficio per la sorveglianza del mercato del<br />

lavoro (vedi coordinate sul formulario) che ha lo scopo di portare alla luce, grazie alla vostra<br />

preziosa collaborazione, casi in cui la reciprocità non è stata rispettata nell’applicazione degli<br />

Accordi bilaterali.<br />

Il vostro aiuto è fondamentale per conoscere la situazione e quindi attuare delle misure concrete<br />

per tutelare gli imprenditori.


Attualita`<br />

di Stefano Rizzi, Segretario distretto PLR Lugano<br />

sareMo Pron<strong>Ti</strong>?<br />

Sempre più spesso, nell’ambito delle ricette per affrontare<br />

la crisi economica, si sentono politici che propongono<br />

misure protezionistiche. Dato che sono assolutamente<br />

convinto che la chiusura verso l’esterno sia un grave errore,<br />

mi permetto di spiegare perché non condivido l’idea di<br />

attuare nemmeno quelle che potremmo definire pratiche<br />

di “protezionismo spicciolo”.<br />

La famiglia ticinese che fatica a far quadrare i conti ha,<br />

evidentemente, il legittimo diritto ad acquistare una prestazione<br />

da chi gli garantisce un rapporto qualità – prezzo<br />

che meglio soddisfi le proprie esigenze.<br />

Favorire sistematicamente l’offerta<br />

indigena significherebbe, per questa<br />

famiglia, diminuire la propria qualità di<br />

vita, riducendo contemporaneamente<br />

la competitività sul mercato. lI risultato<br />

per le aziende sarebbe invece – in<br />

un’ottica di corto periodo – probabilmente<br />

positivo. La vera conseguenza è<br />

però un’altra: l’azienda che non affronta<br />

per tempo in maniera intelligente<br />

ed innovativa la concorrenza, sviluppando<br />

nuovi prodotti e nuovi servizi, si<br />

trova spiazzata appena il vento cambia<br />

direzione. Meglio sarebbe, anche per<br />

garantire i posti di lavoro sul lungo termine, fare il contrario:<br />

andare a cercare nuovi mercati e nuovi clienti,<br />

proponendo quella qualità che in <strong>Ti</strong>cino siamo capaci di<br />

produrre.<br />

In <strong>Ti</strong>cino convivono due economie, una aperta – rappresentata<br />

dall’industria che esporta spesso oltre il 90% del<br />

proprio fatturato – e una rivolta invece principalmente<br />

al mercato indigeno. Anche per quest’ultima, dato che<br />

non lo si è fatto prima perché forse non se ne sentiva il<br />

bisogno, è giunto il momento di guardare oltre i propri<br />

confini. I giovani ticinesi che hanno potuto approfittare<br />

di una formazione di alto livello devono trovare sbocco in<br />

aziende che sanno presentarsi e vendersi grazie alle loro<br />

qualità, al di qua e al di là di un confine che è sempre<br />

più solo una barriera mentale.<br />

Andare in Italia a lavorare per meno di 90 giorni all’anno<br />

non richiede nessun permesso. E’ talmente semplice che<br />

gli italiani hanno dovuto inventare, grazie al fondamentale<br />

impulso dato dalla Camera di commercio ticinese, una<br />

procedura di notifica per evitare che gli svizzeri abbiano<br />

problemi a dimostrare di essere in regola a qualche loro<br />

funzionario troppo zelante e ignorante in tema di accordi<br />

bilaterali.<br />

Anche la Confederazione ha finalmente deciso, dopo il<br />

chiaro verdetto popolare dello scorso 8 febbraio, di muoversi<br />

energicamente nei confronti dell’Italia per favorire<br />

la conoscenza degli accordi bilaterali.<br />

In un periodo caratterizzato da grandi<br />

incertezze, ritengo che questi siano<br />

segnali positivi e resto convinto che<br />

è fondamentale oggi più che mai<br />

sostenere l’apertura dei mercati e il<br />

libero scambio. Solo con il confronto<br />

aumenta la competitività e l’innovazione,<br />

incrementando così la qualità<br />

di vita di tutti. Il protezionismo porta<br />

invece ad un rallentamento di questi<br />

fenomeni virtuosi: nel breve periodo<br />

si proteggono forse gli interessi nazionali,<br />

ma nel medio – lungo periodo<br />

le conseguenze sono sicuramente<br />

negative.<br />

Tutti possiamo dare un contributo per farci trovare pronti<br />

– appena passata la bufera – a conquistare nuovi successi<br />

sul mercato non solo ticinese: studiando con passione,<br />

investendo nella formazione, facendo stage all’estero per<br />

migliorare le competenze sociali e linguistiche, affrontando<br />

la concorrenza con un sano spirito innovativo e<br />

attrezzandoci per affrontare nuovi mercati promettenti.<br />

25


Attualita`<br />

26 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

value MaTching: inconTri oPera<strong>Ti</strong>vi<br />

Tra iMPrese iTaliane e svizzere, è<br />

sTaTo un successo!<br />

La Camera di Commercio Svizzera in Italia, in collaborazione<br />

con la Camera di Commercio del Canton <strong>Ti</strong>cino,<br />

con il Patrocinio del Consolato generale di Svizzera a Milano,<br />

della Repubblica del Canton <strong>Ti</strong>cino e della Regione<br />

Lombardia, e con la partecipazione della Presidenza del<br />

Consiglio comunale di Milano, in partnership con i Gruppi<br />

Giovani Imprenditori di Confindustria Alto Milanese, di<br />

Monza e Brianza, di Lecco, di Sondrio e di Pavia hanno<br />

promosso l'iniziativa “Value Matching: incontri operativi<br />

tra imprese italiane e svizzere”, incontro tenutosi lo scorso<br />

31 marzo <strong>2009</strong> presso il Centro svizzero di Milano.<br />

ai<strong>Ti</strong>: caMbio ai ver<strong>Ti</strong>ci<br />

Nell’assemblea generale ordinaria dell’Associazione industrie<br />

ticinesi tenutasi il 27 marzo scorso, sono stati eletti<br />

un nuovo Presidente e nominato un nuovo Direttore.<br />

Dopo due mandati di tre anni ciascuno, corrispondenti<br />

al limite massimo statutario, l’attuale Presidente Paolo<br />

Fioravanti ha lasciato la carica. Alla Presidenza dell’AITI è<br />

subentrato Daniele Lotti, attuale Vicepresidente dell’AITI<br />

e direttore della Società Elettrica Sopracenerina, mentre<br />

quale Direttore, Stefano Modenini è subentrato a Sandro<br />

Lombardi, che ha diretto l’AITI a partire dal 1989.<br />

Il Comitato dell’AITI lo scorso 10 settembre2008 aveva<br />

già proceduto alla nomina di Stefano Modenini alla direzione<br />

dell’Associazione industrie ticinesi a partire dal 1°<br />

aprile <strong>2009</strong>.<br />

L’obiettivo dell'iniziativa, non a scopo di lucro, è stato<br />

quello di sostenere lo sviluppo delle relazioni economiche<br />

e commerciali tra i due Paesi e in particolare tra le<br />

aziende delle regioni di confine. La peculiarità dell’evento<br />

consisteva nella modalità di dialogo tra i partecipanti: si è<br />

trattato di speed date, ossia incontri tra aziende con presentazioni<br />

di massimo 2 minuti e mezzo a testa. Insomma,<br />

in un clima disteso sono state intrecciate buone opportunità<br />

di business transfrontaliero e non, sviluppando<br />

ancora maggiori sinergie tra Svizzera ed Italia, favorendo<br />

scambi di idee, realtà e punti di vista diversi.<br />

Insieme a Daniele Lotti, l’assemblea ha proceduto ad un<br />

rimasto parziale del suo Comitato.<br />

Di esso entrano a far parte Ivan Filisetti (AGIE SA) e<br />

Michele Genovesi (Ginsana SA) e da esso escono, dopo<br />

lunghi anni di appartenenza, Giancarlo Bordoni (Oleificio<br />

SABO), Paolo Fioravanti (Zambon Svizzera SA / Oleificio<br />

SABO), José Luis Moral (AGIE SA) e Carlo Wullschleger<br />

(Agglomerati di cemento SA).<br />

L’assemblea generale ordinaria dell’AITI nella sua parte<br />

pubblica ha ospitato il saluto della Direttrice del Dipartimento<br />

delle Finanze e dell’Economia del cantone <strong>Ti</strong>cino,<br />

On. Laura Sadis, nonché il Presidente di economiesuisse<br />

Gerold Bührer, che si è espresso sul tema di attualità:<br />

“Crisi globale: risposte dal punto di vista della Svizzera”.


Attualita`<br />

Comunicato stampa<br />

nuovo sTruMenTo di ProMozione<br />

econoMica: banca da<strong>Ti</strong> di iMMobili e<br />

Terreni Per aT<strong>Ti</strong>viTà indusTriali<br />

La Sezione della promozione economica (SPE) del Dipartimento<br />

delle finanze e dell’economia, nell’ambito dell’iniziativa<br />

di promozione territoriale Copernico, ha attivato un<br />

nuovo servizio per le aziende che intendono insediarsi sul<br />

territorio cantonale.<br />

Le aziende estere che si rivolgono alla SPE hanno generalmente<br />

bisogno di spazi importanti per installare la<br />

loro attività. Trovare questi spazi, soprattutto per il settore<br />

industriale, è solitamente complesso, sia per l’esigua<br />

disponibilità, sia per le dimensioni spesso considerevoli<br />

e le particolari condizioni legate all’attività produttiva.<br />

Per questo è oggi decisivo, a livello promozionale, poter<br />

sostenere queste aziende nella loro ricerca con una lista<br />

di potenziali terreni o stabili. In particolare, la SPE è<br />

interessata a oggetti che è difficile trovare sul mercato<br />

immobiliare tradizionale e cioè terreni in zona industriale<br />

con una superficie superiore ai 5'000 m2 o stabilimenti<br />

industriali/artigianali con una superficie utile lorda superiore<br />

ai 2'500 m2. La lista di immobili e terreni viene<br />

costantemente aggiornata e chiunque può segnalare la<br />

disponibilità di terreni o immobili che rientrano nei parametri<br />

appena descritti.<br />

In relazione a questo servizio, che è previsto tra l’altro<br />

anche nell’ambito della Convenzione tra Confederazione<br />

e Cantone sulla promozione del programma di attuazione<br />

della politica regionale 2008-2011, sono pure previste<br />

puntuali collaborazioni con i Comuni, in modo da individuare<br />

potenziali spazi o terreni che non sono attualmente<br />

nuovi soci cc-<strong>Ti</strong><br />

sul mercato, ma per i quali potrebbe essere interessante<br />

sondare l’interesse dei proprietari. Questo esercizio<br />

è già stato svolto, nell’ambito di un progetto pilota, con<br />

il Comune di Chiasso. L’Ufficio tecnico ha promosso la<br />

raccolta di informazioni per oggetti di dimensioni anche<br />

più contenute e ha così allestito una sua banca dati di<br />

immobili e terreni. Questa banca dati, che contiene anche<br />

parecchie possibilità per aziende che cercano terreni<br />

o spazi in ambito commerciale e residenziale, è gestita<br />

direttamente dal Comune. L'offerta di Chiasso è già disponibile<br />

sul sito del Comune di Chiasso, all'indirizzo:<br />

www.chiasso.ch/index.php?id=427<br />

Maggiori informazioni sui siti web:<br />

- www.copernico.ch/pdf/comunicato%20banca%20<br />

dati%20immobili.pdf<br />

- www.copernico.ch/pagina.php?id=230<br />

- www.copernico.ch/pagina.php?id=231<br />

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la promozione della vitivinicoltura ticinese, www.ticinowine.ch<br />

• Gehri Piastrelle SA, 6904 Lugano, commercio e posa piastrelle e pietre naturali, www.gehri.com<br />

• Great Place To Work Switzerland, 6901 Lugano, ricerca e consulenza per le organizzazioni,<br />

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27


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Swisscom | Grandi Aziende<br />

Attualita`<br />

aPerTure dei negozi ProlungaTe<br />

fino alle 18.30 il sabaTo PoMeriggio<br />

Informiamo i lettori di <strong>Ti</strong>cino Business che l’apertura<br />

prolungata il sabato pomeriggio è iniziata sabato 11 aprile<br />

<strong>2009</strong> e terminerà sabato 10 ottobre <strong>2009</strong>, secondo<br />

l'articolo 8 del Regolamento di applicazione della Legge<br />

cantonale sul lavoro.<br />

Infatti l’articolo 8 recita:<br />

art. 8. Nel periodo turistico, compreso tra il Sabato Santo<br />

e la seconda domenica di ottobre, in deroga a quanto<br />

stabilito dagli articoli 20 e 21 della legge cantonale, sono<br />

ammessi i seguenti prolungamenti di orario:<br />

a) negozi di tabacchi ed edicole di giornali: apertura ammessa<br />

fino alle ore 22.00 tanto nei giorni feriali quanto<br />

nelle domeniche e nei giorni festivi ufficiali;<br />

b) pasticcerie: apertura ammessa fino alle ore 18.30 del<br />

sabato;<br />

c) negozi di fiori: apertura ammessa fino alle ore 18.30<br />

del sabato;<br />

d) negozi specializzati di articoli fotografici: apertura ammessa<br />

fino alle ore 20.00, tanto nei giorni feriali quanto<br />

nelle domeniche e nei giorni festivi ufficiali.<br />

e) negozi di articoli turistici e di ricordi: apertura ammessa<br />

fino alle ore 20.00 tanto nei giorni feriali quanto nelle<br />

domeniche e nei giorni festivi ufficiali;<br />

f) altri generi di negozi (previsti dall’ art. 21 cpv. 1 lett. a,<br />

b e c della legge cantonale): apertura ammessa fino alle<br />

ore 18.30 del sabato;<br />

g) panettiere: apertura ammessa la domenica e nei giorni<br />

festivi ufficiali fino alle ore 12.00<br />

Maggiori informazioni sul sito web www.ti.ch/CAN/argomenti/legislaz/rleggi/rl/dati_rl/f/s/331.htm,<br />

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Eventi<br />

di Lisa Pantini<br />

30 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

finanziaMenTo alle esPorTazioni:<br />

le PeculiariTà del conTesTo arabo<br />

Nel terzo incontro del ciclo dedicato a “Come fare business in Medio Oriente?”<br />

si sono messi in evidenza le particolarità dei crediti documentari (lettere di<br />

credito o accreditivi) e delle forme di finanziamento<br />

Il 6 aprile presso l’Hotel Parco Paradiso di Lugano, davanti ad un folto<br />

pubblico, ha avuto luogo il terzo appuntamento dell’interessante ciclo<br />

di conferenze dedicate al mondo mediorientale, organizzato dalla <strong>Cc</strong>-<br />

<strong>Ti</strong>, in collaborazione con Osec e Credit Suisse.<br />

I relatori sono stati Roberto Gagliardi, Responsabile Trade Finance Credit<br />

Suisse Lugano e Giovanni Lavanda, Export Finance, Responsabile<br />

Turchia e Medio Oriente, Credit Suisse Zurigo, che hanno esposto alla<br />

platea i rischi del commercio internazionale, i tipi e le forme di crediti,<br />

le caratteristiche del marketing finanziario e le garanzie per il contesto<br />

arabo. Ogniqualvolta un’azienda decide di compiere un affare all’estero<br />

va incontro a dei rischi ben precisi, che possono riguardare sia il contraente<br />

che il Paese nel quale si vuole esportare o con il quale commerciare:<br />

sono rischi di vario tipo, come ad esempio di fabbricazione,<br />

di prestazione o delcredere – che si ha quando il compratore non vuole<br />

o non può pagare –, oppure politico, di trasferimento o ancora sul cambio<br />

– con una rivalutazione o svalutazione della moneta di contratto –.<br />

Nell’ambito internazionale un’azienda che desidera coprire i rischi si<br />

affida ad una garanzia bancaria o una lettera di credito (accreditivo/credito<br />

documentario). La lettera di credito che offre maggiore sicurezza<br />

per l’esportatore è quella confermata dalla propria banca. Aggiungendo<br />

la conferma i vantaggi per l’esportatore sono notevoli, in tal caso<br />

la banca dell’esportatore copre, oltre il rischio di fabbricazione e di<br />

pagamento (delcredere), anche il Rischio Paese. Per quanto riguarda<br />

l’importatore può stare sicuro che il pagamento (o relativo impegno di<br />

pagamento ad una scadenza prefissata) sarà effettuato solo quando<br />

la merce è stata spedita e se tutte le condizioni dell’accreditivo sono<br />

state rispettate. Vi sono alcune peculiarità da riportate:<br />

• in primis alcune Banche (a dipendenza della politica interna dell’istituto)<br />

hanno una lista con dei Paesi con i quali non operano (una<br />

sorta di “black list”), oppure con i quali operano sotto riserva (ad<br />

esempio l’Iraq).<br />

• Banche Islamiche ➜ Islamic Bankig – Murabaha: l’operatività di<br />

questi istituti bancari è regolata dal Corano e segue le norme della<br />

Shari’a, secondo cui “i soldi non possono generare altri soldi” (quindi<br />

ad esempio non si possono richiedere interessi sui prestiti). La procedura<br />

da attuare in questi casi è la seguente: dopo un accordo tra la<br />

banca e l’importatore, quest’ultimo firma una promessa di compera<br />

con la banca islamica con la specifica del margine che verrà caricato<br />

dalla banca. La banca compera direttamente la merce e la paga<br />

tramite una lettera di credito contro presentazione dei documenti<br />

(diventa proprietaria della merce), solo dopo l’arrivo della merce a<br />

destinazione, la banca stessa la rivende al cliente con un plus per<br />

il margine pattuito.<br />

• Libia: attualmente il consolato Libico in Svizzera si rifiuta di effettuare<br />

legalizzazioni di fatture o certificati di origine. Per maggiori<br />

dettagli vi invitiamo a leggere l’approfondimento apparso su <strong>Ti</strong>cino<br />

Business di aprile <strong>2009</strong>, a pagina 34.<br />

• Clausola boicotto Israele: la dichiarazione sul documento di trasporto<br />

(o separata) che la nave non è Israeliana, è autorizzata ad attraccare<br />

nel porto del Paese di destinazione e non toccherà nessun porto<br />

Israeliano durante il viaggio. Talvolta viene richiesta una semplice<br />

dichiarazione che il trasporto non tocca porti al di fuori del Paese di<br />

destinazione. In alcuni casi le lettere di credito indicano espressamente<br />

le società autorizzate ad emettere il documento di trasporto.<br />

Alcune delle ragioni cha hanno determinato la nascita e la fortuna delle<br />

lettere di credito sono legate al fatto che un soggetto terzo rispetto al<br />

compratore e al venditore, ovvero una banca, garantiva direttamente<br />

il pagamento della fornitura mentre, nel contempo, la presentazione<br />

Roberto Gagliardi e Giovanni Lavanda<br />

di documenti riguardanti l’operazione commerciale (una fattura, un<br />

certificato di origine, il documento di trasporto, ecc.) forniva al compratore<br />

sufficiente tranquillità sulla correttezza della merce acquistata.<br />

Le lettere di credito con pagamento dilazionato (vale a dire, quelle in<br />

cui fra la spedizione della merce ed il pagamento da parte della banca<br />

intercorre un certo periodo di tempo che può variare da pochi giorni<br />

a qualche anno – come nel caso di vendita di macchinari industriali)<br />

si sono poi rivelate utili non solo come strumento di tutela delle parti<br />

interessate, ma anche come forma finanziamento al compratore della<br />

merce. Quest’ultimo ruolo ha assunto ed assume particolare importanza<br />

nei periodi di crisi come quello attuale in cui per le banche nei Paesi<br />

dei compratori sembra essere particolarmente difficile concedere dei<br />

finanziamenti diretti ai propri clienti per sostenere i loro investimenti.<br />

Ecco allora che le lettere di credito con pagamento differito ed in<br />

crediti commerciali alla clientela possono, nel momento attuale, costituire<br />

un ulteriore fattore di stimolo alle vendite e, quindi, in definitiva,<br />

diventare un importante elemento di marketing per le aziende.<br />

Il Medio Oriente non fa eccezione: anche i Paesi di questa regione si<br />

trovano a fare i conti con un’economia in recessione, un prezzo del<br />

petrolio (loro fonte principale di entrate) drasticamente ridotto, una<br />

bolla immobiliare ed una disponibilità di credito dalle proprie banche<br />

– anche a breve – decisamente ridimensionata.<br />

In tale contesto, un’offerta commerciale adeguatamente sostenuta da<br />

un pacchetto finanziario consono al tipo di merce che si intende vendere<br />

(per i beni di consumo durevoli si potranno offrire crediti fino a<br />

180 giorni, per le vendite di macchinari si potranno offrire crediti a 2<br />

o 5 anni) potrebbe oggi essere vincente ed offrire quel valore aggiunto<br />

che, in questi Paesi, non sarebbe stato invece cosi determinante fino<br />

a 18-24 mesi fa.<br />

Naturalmente, gli elementi di rischio connessi a tale concessione di<br />

credito devono essere, per quanto possibile, adeguatamente neutralizzati.<br />

Ciò significa che, nel caso delle lettere di credito, queste devo<br />

essere confermate dalla propria banca di fiducia; nel caso di crediti<br />

commerciali concessi direttamente dal venditore al compratore, questi<br />

devono essere protetti con un’assicurazione pubblica (SERV) o privata.<br />

Vale la pena sottolineare che proprio nei momenti di crisi, i Governi dei<br />

Paesi produttori di merci, attraverso le proprie assicurazioni pubbliche<br />

(per la Svizzera si cita ovviamente la SERV), diventano particolarmente<br />

attivi ed attenti nel cercare di sostenere la domanda degli investitori<br />

esteri fornendo agli esportatori una rafforzata copertura e protezione<br />

alla vendite in questi Paesi esteri.<br />

È utile evidenziare, infine, come ci possa essere una diversità di valutazione<br />

e di vedute fra banche ed assicurazioni e che, quindi, per ciascun<br />

Paese di destinazione delle proprie vendite, si debba verificare, caso<br />

per caso, la disponibilità di conferme e di coperture assicurative.


Eventi<br />

Organizzato da<br />

con il supporto di<br />

Improvvisa, anche se non a sorpresa, la crisi finanziaria sta travolgendo tutta l’economia mondiale. La maggior parte<br />

delle imprese – visto il pericolo – è ricorsa subito a misure tampone, altre hanno dovuto ricorrere a misure più drastiche<br />

e dolorose. Ma c'è chi ha fiutato la crisi per tempo, chi ha saputo navigare in controtendenza, chi ha sviluppato la propria<br />

autonomia trovando l'opportunità per stabilizzarsi o addirittura crescere.<br />

In “provocAZIONE 3” presentiamo, confrontiamo e discutiamo esperienze reali: Darwin è applicabile anche all’economia? ....<br />

Programma<br />

provocAZIONE 3<br />

17.00 Benvenuto, Giorgio Travaglini, Coordinatore <strong>Ti</strong>cinotransfer<br />

17.10 La capacità di reazione delle imprese svizzere in<br />

situazioni di crisi, Lino Terlizzi, giornalista economico,<br />

corrispondente per la Svizzera de “Il Sole 24<br />

Ore” e responsabile economia del Tg della RSI<br />

17.20 Lasciando sbagliare si impara<br />

Alberto Siccardi, Presidente, Medacta International<br />

SA<br />

17.30 Pomini change management<br />

Mauro Medici, Direttore generale, Fulvio Giangrande,<br />

Direttore del personale, Pomini S.p.a<br />

17.40 Nuotare nell’oceano blu<br />

Massimo Arnoldi, CEO,<br />

Lifeware SA<br />

in collaborazione con i partner di <strong>Ti</strong>cinotransfer<br />

17.50 Tempo di crisi: misure straordinarie per l’innovazione<br />

della CTI-KTI, Giorgio Travaglini, <strong>Ti</strong>cinotransfer<br />

18.00 Considerazioni e discussione<br />

animata da Alberto Lenz,<br />

Management Adviser<br />

18.30 Aperitivo e networking<br />

Iscrizione:<br />

Siete invitati a iscrivervi entro il 1° giugno <strong>2009</strong> mandando<br />

una e-mail a icimsi@supsi.ch indicando: Nome, Cognome<br />

e Affiliazione<br />

Informazioni: info@ticinotransfer.ch, Tel +41 58 666 66 77<br />

Partecipazione: gratuita<br />

Giovedì<br />

4 giugno<br />

<strong>2009</strong><br />

SUPSI, Galleria 2,<br />

Pianterreno,<br />

Sala Anfiteatro,<br />

Manno<br />

Scritta in cinese la parola CRISI è composta da due caratteri:<br />

uno rappresenta il pericolo e l’altro l’opportunità<br />

31


Formazione<br />

32 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

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12 maggio <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

MODELLI E CONTRATTI DI LAVORO<br />

19 maggio <strong>2009</strong>, dalle 9.00 alle 13.00<br />

IMPOSTE ALLA FONTE: LE NUOVE DIRETTIVE<br />

IN VIGORE DAL 01.01.<strong>2009</strong><br />

26 maggio <strong>2009</strong>, dalle 16.00 alle 18.00<br />

COME VALORIZZARE LA PROPRIA IMMAGINE<br />

2 giugno <strong>2009</strong>, dalle 13.30 alle 17.30<br />

LA VALUTAZIONE E LO SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE<br />

8 giugno <strong>2009</strong>, dalle 9.00 alle 13.00<br />

ASPETTI CONTRIBUTIVI DELLE ASSICURAZIONI SOCIALI<br />

9 giugno <strong>2009</strong>, dalle 14.00 alle 17.30<br />

LA RESPONSABILITÀ DEGLI AMMINISTRATORI<br />

DI SOCIETÀ<br />

giugno <strong>2009</strong><br />

Di norma i corsi si svolgono a Lugano, nelle sale corsi della<br />

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Volete saperne di più? Visitate il sito web della Camera di commercio, dell'industria, dell'artigianato<br />

e dei servizi del Canton <strong>Ti</strong>cino: www.cciati.ch, scrivete un e-mail a corsi@cci.ch<br />

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di sPecialisTa nel coMMercio al deTTaglio<br />

Una proposta nata dalla collaborazione tra SIU IFCAM (Istituto<br />

svizzero per la formazione di capi-azienda) im Detailhandel<br />

Zurigo e la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato<br />

e dei servizi del cantone <strong>Ti</strong>cino (<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>)<br />

Il corso, proposto già con notevole successo da alcuni<br />

anni nella Svizzera tedesca e dal 2004 anche in <strong>Ti</strong>cino,<br />

ha la durata di un anno e offre la possibilità di conseguire<br />

il titolo di “Specialista nel commercio al dettaglio con<br />

attestato federale”. Si tratta di un curriculum formativo<br />

destinato a coloro che occupano funzioni direttive e di<br />

quadro nel settore del commercio al dettaglio.<br />

Materie e ore di insegnamento<br />

Il programma di formazione prevede 320 ore in cui sono<br />

approfondite le seguenti materie: mercato d’approvvigionamento<br />

merci, mercati potenziali (marketing), logistica<br />

e sicurezza, finanza e matematica, gestione del personale,<br />

comunicazione e tecnica del lavoro, nozioni di vendita<br />

al dettaglio e diritto.<br />

Destinatari<br />

Coloro che svolgono compiti con funzioni direttive e di<br />

quadro, quali ad esempio, commercianti al dettaglio autonomi,<br />

responsabili di reparto, responsabili di filiale,<br />

direttori di grandi magazzini e loro sostituti.<br />

Costi<br />

CHF 4700.- (inclusi tutti i libri di testo, il materiale, i<br />

test, esami intermedi).<br />

Tassa d’esame<br />

Circa CHF 1200.- (riscossa direttamente dalla Commissione<br />

esaminatrice).<br />

<strong>Ti</strong>tolo<br />

Specialista nel commercio al dettaglio con attestato federale.<br />

Il titolo è protetto e i titolari sono registrati presso l’Ufficio<br />

federale della Formazione Professionale e della Tecnologia<br />

(UFFT).<br />

Scopo<br />

Fornire una solida e aggiornata conoscenza specifica con<br />

particolare orientamento verso la clientela.<br />

Requisiti per l’ammissione<br />

1. Sono ammessi all’Esame coloro che:<br />

a) sono titolari del certificato di abilitazione a impiegato<br />

di commercio, venditore o di un certificato<br />

equivalente;<br />

b) possono comprovare una pratica professionale di<br />

3 anni come impiegato di commercio o di 4 se in<br />

possesso di un altro certificato;<br />

c) hanno frequentato un corso di formazione per maestri<br />

di tirocinio;<br />

d) hanno versato la tassa d’esame entro i termini fissati.<br />

2. L’UFFT decide sull’equipollenza dei diplomi conseguiti<br />

all’estero.<br />

3. Coloro che non dispongono di un certificato riconosciuto<br />

possono essere tuttavia ammessi all’esame se<br />

dispongono di almeno 7 anni di pratica professionale, di<br />

cui almeno 4 con una funzione di rilievo nel commercio<br />

al dettaglio.<br />

Prossimo corso<br />

Le lezioni inizieranno l’1 settembre <strong>2009</strong> e si terranno<br />

tutti i martedì dalle 13.15 alle 20.30 (escluso il mese<br />

di agosto) fino a luglio 2010, in ottobre avranno luogo<br />

gli esami.<br />

Iscrizione<br />

Tramite il tagliando di iscrizione ufficiale disponibile presso<br />

la segreteria del corso.<br />

Ultimo termine: 3 settimane prima dell’inizio del corso.<br />

Serata informativa<br />

Mercoledì 17 giugno <strong>2009</strong> alle ore 19.15, presso la<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, 6° piano, Sala dott. G. Papa.<br />

Iscrizioni alla serata informativa a corsi@cci.ch<br />

o telefonando allo +41 91 911 51 18<br />

33


Formazione<br />

inconTro aec <strong>Ti</strong>cino<br />

Il 26 marzo <strong>2009</strong>, presso il Canvetto Luganese gestito<br />

dalla Fondazione Diamante si è svolto l’aperitivo AEC<br />

<strong>Ti</strong>cino, l’associazione che raggruppa Economisti aziendali<br />

diplomati nelle arti e mestieri e Capi-azienda nelle<br />

arti e mestieri. L’incontro informale tra colleghi, vecchi<br />

e nuovi amici era volto a stimolare e rafforzare la rete<br />

di contatti, che costituisce un’importante risorsa per<br />

ogni quadro d’azienda.<br />

Dopo i saluti di Antonio Silvestro, Presidente AEC <strong>Ti</strong>cino,<br />

è seguita una presentazione dei convenuti. La<br />

testimonianza di Giampaolo Capiaghi, Direttore Amministrativo<br />

della Trecor di Chiasso, è stata di particolare<br />

interesse, infatti ha esposto la realtà in cui opera e le<br />

sfide con le quali si trova confrontato in questo periodo<br />

di crisi globale. Infine ha rammentato con soddisfazione<br />

un riconoscimento da poco ottenuto: il quarto rango<br />

34 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Alcuni partecipanti all’incontro<br />

raggiunto nella finale del premio Imprenditore <strong>2009</strong><br />

della Svizzera italiana promosso dallo Swiss Venture<br />

Club.<br />

Antonio Silvestro ha concluso portando una riflessione<br />

su come si potrebbe intervenire nelle strutture per eliminare<br />

le inefficienze. Parallelamente ritiene sia auspicabile<br />

investire nelle risorse umane attingendo al buon<br />

senso dell’imprenditore, in quanto oggi la richiesta del<br />

mercato è sempre più orientata su prodotti di qualità<br />

ad un giusto prezzo. Leadership di costo e differenziazione<br />

non si possono escludere reciprocamente.<br />

Infine si ricorda che l’AEC <strong>Ti</strong>cino sarà lieta di accogliere<br />

nuovi membri e invita chiunque sia interessato<br />

a mettersi in contatto con antonio.silvestro@electronicstudio.ch


Servizi della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

CANDIDATO<br />

Zoran Filipovic<br />

Master of Advanced Studies<br />

in Embedded Systems Design,<br />

ALaRI-Università della<br />

Svizzera italiana;<br />

Ingegnere elettronico diplomato<br />

all’Università di Belgrado<br />

Anno di nascita: 1983<br />

Cittadinanza: serba<br />

CANDIDATO<br />

Signore<br />

Formazione commerciale,<br />

Diploma quale esperto federale<br />

in turismo<br />

Specialista marketing e vendita<br />

Anno di nascita: 1968<br />

Cittadinanza: svizzera<br />

CANDIDATO<br />

Mariano Tomaso<br />

Meccanico di precisione<br />

Anno di nascita: 1958<br />

Cittadinanza:<br />

svizzera/italiana<br />

CANDIDATO<br />

Signore<br />

Informatico<br />

Project manager<br />

Public relations<br />

Fotografo<br />

(eventi, congressi,<br />

presentazioni, progetti web,<br />

TV-stampa e teatrali)<br />

Anno di nascita: 1955<br />

Cittadinanza: svizzera<br />

CANDIDATO<br />

Roberto Maccioni<br />

Diploma commerciale<br />

Anno di nascita: 1981<br />

CONOSCENZE LINGUISTIChE CERCA INDIRIZZO<br />

Serbo: madrelingua<br />

Inglese: eccellente<br />

Italiano: discreto<br />

Tedesco: discreto<br />

Russo: buono<br />

Croato: ottimo<br />

Italiano: madrelingua<br />

Tedesco: ottimo<br />

Svizzero<br />

tedesco: ottimo<br />

Francese: buono<br />

Inglese: buono<br />

Esperienza in banking software<br />

development. Cerca<br />

lavoro nel settore dello<br />

sviluppo degli hardware e<br />

software, come pure nel<br />

networking. Disponibilità a<br />

viaggiare o cambiare la residenza<br />

per il lavoro. Grande<br />

capacità di lavorare in gruppo<br />

Pluriennale esperienza<br />

nell’ambito marketing e<br />

vendita a livello nazionale.<br />

Esperienza di conduzione,<br />

organizzazione, gestione,<br />

progetti, business development.<br />

Cerca opportunità lavorativa<br />

di responsabilità<br />

via Antonio Vanoni 23<br />

6900 Lugano<br />

Mob. +41 78 900 67 14<br />

zofilo@gmail.com<br />

CONOSCENZE LINGUISTIChE CERCA INDIRIZZO<br />

Italiano: madrelingua<br />

Francese: buono<br />

Inglese: discreto<br />

Ceca lavoro come meccanico<br />

di precisione, vista la sua<br />

trentennale esperienza nel<br />

settore. Grande capacità di<br />

gestione e di coordianamento<br />

dei gruppi di lavoro<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Corso Elvezia 16<br />

6901 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 30<br />

cciati@cci.ch<br />

CONOSCENZE LINGUISTIChE CERCA INDIRIZZO<br />

Italiano: ottimo<br />

Tedesco discreto<br />

Inglese: base<br />

Russo: discreto<br />

Lunga esperienza nel campo<br />

dell’IT technology con<br />

specializzazione nei settori<br />

del marketing & public relations.<br />

Cerca uno sbocco<br />

professionale nel settore.<br />

Flessibile con spirito d’iniziativa<br />

e capacità organizzative.<br />

Attitudine all’acquisizione<br />

di nuovi clienti<br />

Vai Acquedotto 1<br />

6814 Cadempino<br />

Tel. +41 91 967 24 94<br />

mariano.tomaso@bluewin.ch<br />

CONOSCENZE LINGUISTIChE CERCA INDIRIZZO<br />

<strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

Corso Elvezia 16<br />

6901 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 30<br />

cciati@cci.ch<br />

CONOSCENZE LINGUISTIChE CERCA INDIRIZZO<br />

Italiano: madrelingua<br />

Inglese: buono<br />

Francese: conoscenze<br />

di base<br />

Esperienza pluriennale come<br />

impiegato in customer<br />

service e back office.<br />

3 anni di esperienza nel settore<br />

autonoleggio.<br />

Cerca lavoro come impiegato<br />

amministravo o di commercio<br />

Via al nido 11<br />

6900 Lugano<br />

Mob. +41 76 207 41 81<br />

maccionir@hotmail.com<br />

Per le aziende che fossero interessate disponiamo del curriculum vitae completo, rivolgersi<br />

alla Signora G. Veljkovic, +41 91 911 51 11 o cciati@cci.ch<br />

Vi rendiamo attenti che le seguenti segnalazioni vengono semplicemente pubblicate<br />

senza alcuna verifica della fonte e quindi garanzie e responsabilità da parte della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>.<br />

35


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

consulenze individuali sugli usa<br />

lugano, 5 giugno <strong>2009</strong><br />

Gli USA continuano a rappresentare un mercato importante per le imprese esportatrici svizzere.<br />

Una stabilizzazione dell’economia USA è da attendersi grazie alle numerose misure prese a tale<br />

scopo. Vi sono opportunità particolarmente interessanti per le nostre aziende attive nei settori ambientale,<br />

energetico, medicinale, dell’elaborazione dei dati, delle telecomunicazioni e del software.<br />

A questo proposito, Osec offre la possibilità di fissare un incontro individuale di un’ora con il<br />

suo responsabile Nordamerica, Lane M. Kingstone. Le aziende intenzionate ad espandere le loro<br />

attività negli USA o che hanno esigenze concrete non esitino a mettersi in contatto con l’Osec e<br />

a fissare un appuntmento con il suo esperto!<br />

conTaTTaTeci al no. Tel. +41 91 911 51 37 oPPure TraMiTe e-Mail all’indirizzo info.lugano@osec.ch, sareMo lie<strong>Ti</strong> di fissarvi<br />

un aPPunTaMenTo.<br />

Maggiore protezione per la designazione “Svizzera”<br />

per i prodotti alimentari<br />

Il Consiglio federale ha recentemente deciso di includere i<br />

prodotti alimentari nel campo d’applicazione del progetto<br />

Swissness. Scopo della revisione è preservare il valore del<br />

marchio svizzero a livelli nazionale e internazionale.<br />

Il Consiglio federale ha inoltre deciso che in futuro, almeno<br />

l’80% del peso delle materie prime di un prodotto<br />

dovrà provenire dal nostro Paese per poterne rivendicare<br />

la provenienza svizzera. Il progetto di revisione prevede<br />

un’eccezione per i prodotti naturali che non esistono in<br />

Svizzera (per esempio, il cacao) oppure di cui, per motivi<br />

obiettivi, ci fosse una momentanea penuria (per esempio,<br />

in caso di cattive raccolte causa intemperie). I motivi meramente<br />

economici invece (per esempio, la possibilità di<br />

acquistare le materie prime meno onerose all’estero) non<br />

costituiranno un motivo sufficiente per giustificare tale eccezione.<br />

Inoltre, la trasformazione sostanziale del prodotto<br />

dovrà avvenire in Svizzera (per esempio, la trasformazione<br />

del latte in formaggio).<br />

Per i prodotti industriali, il Consiglio federale ha ritenuto<br />

che la quota-parte svizzera del 60% dei costi di produzione,<br />

iscritta nel progetto preliminare, fosse una proposta<br />

appropriata ed equilibrata. A differenza d’oggi, questa<br />

percentuale potrà comprendere in futuro i costi di ricerca<br />

e di sviluppo.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale di giustizia<br />

e polizia (DFGP): “Maggiore protezione per la designazione<br />

“Svizzera” e la croce svizzera anche per i prodotti<br />

alimentari”<br />

www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msgid=26057<br />

Macchine per caffè: articolo di successo<br />

all’esportazione<br />

Le macchine per caffè “Swiss made” sono molto richieste<br />

all’estero: il numero di pezzi esportati fra il 1998 e il 2008<br />

è triplicato, mentre l’aumento del valore all'esportazione è<br />

quintuplicato. L’anno scorso sono state vendute oltre frontiera<br />

1,9 milioni di unità, pari a un valore di CHF 483 milioni.<br />

Questa categoria racchiude unicamente le macchine<br />

per caffè a uso domestico (e non gastronomico).<br />

Il numero di apparecchi esportati dieci anni fa ammontava<br />

a 753’000 per un valore di CHF 101 milioni. Nel 2000, le<br />

36 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

esportazioni hanno superato per la prima volta la soglia di<br />

1 milione di unità. Segue un calo progressivo, con un livello<br />

minimo nell’anno 2003 di 632’000 pezzi. Dal 2004, si<br />

assiste a una rinascita delle macchine per caffè svizzere,<br />

grazie al successo di mercato del sistema a capsule.<br />

Da allora le esportazioni sono decollate, con percentuali<br />

a due cifre, e hanno superato la soglia di 2 milioni di unità<br />

nel 2007. Nel 2008, la richiesta estera è diminuita di<br />

300’000 apparecchi.<br />

Il prezzo unitario medio (franco frontiera) ammontava nel<br />

1998 a CHF 134.-, per salire negli anni successivi fino a<br />

un massimo di CHF 335.- nel 2003. È diminuito in seguito<br />

fino ad ammontare a CHF 255.- l’anno scorso. Si costata<br />

pertanto che il prezzo unitario medio è regredito di un<br />

quarto in cinque anni, un calo dovuto anche alla transizione<br />

della domanda dalle macchine per caffè automatiche care<br />

verso quelle a capsule più leggere e meno onerose.<br />

Nel 2008, i maggiori clienti provenivano dagli stati europei<br />

e rappresentavano in particolare i nostri vicini tedeschi,<br />

francesi e italiani con i tre quinti delle esportazioni. In cima<br />

si trova la Francia con il 23% (432’000 unità), tallonata<br />

dalla Germania con il 22% (425’000), seguita a distanza<br />

dall’Italia con il 14% (257’000). Gli USA occupavano il<br />

quarto posto con il 6% (108’000 unità), che tuttavia nell’anno<br />

2000 ammontava ancora a un terzo delle esportazioni.<br />

Comunicato stampa dell’Amministrazione federale delle<br />

dogane: “Machines à café: produit phare à l’exportation”<br />

www.news-service.admin.ch/NSBSubscriber/message/attachments/15331.pdf


L’Italia pubblica un nuovo piano d’estensione delle<br />

infrastrutture<br />

Il nuovo piano delle infrastrutture prevede investimenti per<br />

un importo di EUR 17,8 miliardi. Il fondo messo a disposizione<br />

per metà dal settore pubblico, per metà dal privato,<br />

sarà destinato ai seguenti progetti:<br />

• estensione della rete ferroviaria (EUR 2,7 miliardi);<br />

• risanamento e ampliamento della rete autostradale (EUR<br />

8,1 miliardi);<br />

• parziale potenziamento della rete viaria (EUR 2 miliardi);<br />

• sviluppo delle reti di trasporto metropolitano (EUR 1,5<br />

miliardi);<br />

• costruzione di un ponte sospeso tra il continente e la<br />

Sicilia (EUR 1,3 miliardi);<br />

• costruzione di dighe mobili (MOSE) e di una diga a Venezia<br />

(EUR 800 milioni);<br />

• risanamento ed estensione di edifici scolastici (EUR 1<br />

miliardo);<br />

• risanamento ed estensione di edifici carcerari (EUR 150<br />

milioni).<br />

Ministero delle Infrastrutture: “Infrastrutture: Matteoli<br />

da CIPE via libera ad opere per 17,8 miliardi di EURO”<br />

w w w.infrastrutture.gov.it /page/NuovoSito/site.<br />

php?p=cm&o=vd&id=3554<br />

La Francia intende snellire la procedura per<br />

l’aggiudicazione di appalti pubblici<br />

La Francia ha previsto e parzialmente realizzato le seguenti<br />

misure:<br />

• aumento della soglia minima per la quale è possibile<br />

aggiudicare un appalto pubblico senza una procedura di<br />

gara d’appalto, da EUR 4’000 a EUR 20’000;<br />

• mantenimento dell’importo attuale di EUR 90’000 quale<br />

soglia per la pubblicazione di appalti pubblici (aggiornabile<br />

mediante un decreto in caso di necessità);<br />

• aumento della soglia minima per la pubblicazione di appalti<br />

pubblici paneuropei da EUR 216’000 a EUR 5’150 milioni;<br />

• eliminazione delle formalità amministrative (soprattutto<br />

in caso di pubblicazione di appalti pubblici a livello nazionale<br />

sottostanti a direttive europee).<br />

MARCHESPUBLICSPME.COM: “Le seuil de dispense<br />

de recourir à un marché public passe de 4’000 à 20’000<br />

euros HT”<br />

www.marchespublicspme.com/news-seuil-sans-marchespublics-20000-euros-4000.html<br />

MARCHESPUBLICSPME.COM: “Fiche pratique: Les<br />

principales modifications du code des marchés publics<br />

<strong>2009</strong> et les répercutions pour les PME”<br />

www.marchespublicspme.com/fp-code-des-marches-publics-analyse-pme.html<br />

MARCHESPUBLICSPME.COM: Riassunto delle soglie<br />

e tipi di mercati<br />

www.marchespublicspme.com/fonctionnement-annonces-boamp-marches-publics.html<br />

Ampliamento e ristrutturazione degli aeroporti di<br />

Parigi<br />

Nei prossimi cinque anni, si procederà ad una progressiva<br />

estensione delle capacità e a una ristrutturazione degli<br />

aeroporti parigini, con un investimento stimato in EUR 2,5<br />

miliardi.<br />

I seguenti progetti saranno avviati entro il 2013:<br />

• ampliamento del sistema di smistamento bagagli (Galerie<br />

parisienne);<br />

• costruzione del terminale 4 dell’aeroporto Charles de<br />

Gaulle (con 16 porte, esclusivamente per i voli di lungo<br />

raggio);<br />

• proseguimento della ristrutturazione del terminale 1<br />

(Charles de Gaulle);<br />

• ampliamento della base della FedEx (Charles de Gaulle);<br />

• costruzione di nuovi edifici (Orly).<br />

Comunicato stampa “Aéroports de Paris met l'accent<br />

sur la qualité de service et prévoit d'investir 2’540 millions<br />

d'euros entre <strong>2009</strong> et 2013”<br />

www.aeroportsdeparis.fr/ADP/Resources/3d297ea1-<br />

2 4 c 9 - 4 d 5 7 - 8 9 1 d - e a 7 0 c 7 3 8 9 6 7 5 -<br />

CPinvestissements<strong>2009</strong>_2013F.pdf<br />

Nuove opportunità d’investimento nel settore<br />

immobiliare in Polonia<br />

Dal 1° maggio <strong>2009</strong>, l’acquisto di residenze secondarie da<br />

parte di stranieri, svizzeri ed europei, non richiede nessuna<br />

autorizzazione in Polonia.<br />

La soppressione di tale obbligo apre nuove prospettive<br />

d’investimento per i cittadini svizzeri ed europei intenzionati<br />

ad acquistarvi una residenza secondaria, visto il<br />

calo dei prezzi nel settore immobiliare. Secondo un rapporto<br />

redatto da Komfort Consulting in collaborazione<br />

con lo Swiss Business Hub Poland dell’Osec, è previsto<br />

che i prezzi raggiungano un livello minimo nel <strong>2009</strong> e<br />

nel 2010 e pertanto, terreni e immobili potranno ancora<br />

essere acquistati a condizioni molto interessanti durante<br />

un periodo relativamente lungo. È interessante notare<br />

che gli investitori hanno già intrapreso delle missioni con<br />

l’intenzione di acquistare immobili in Polonia.<br />

Rapporto Komfort Consulting/Swiss Business Hub Poland:<br />

“Polen – Neue Investitionschancen im Immobilienmarkt”www.osec.ch/internet/osec/de/home/export/countries/pl/export/invest.-RelatedBoxSlot-72327-ItemList-80058-File.<br />

File.pdf/PL-CH_KNOW-HOW_Immobilien_02_04_09.pdf<br />

Informazioni statistiche relative agli appalti pubblici<br />

ecologici nell’UE<br />

Un recente studio di PricewaterhouseCoopers rivela che<br />

anche in materia di appalti pubblici, un approccio ecologico<br />

permette di salvaguardare non solo l’ambiente, ma<br />

anche le casse dello stato.<br />

Tale studio si basa sui risultati di un’inchiesta relativa ai<br />

criteri d’approvvigionamento applicati da circa 1’105 enti<br />

37


Commercio estero<br />

Pagine a cura di Osec <strong>Ti</strong>cino<br />

pubblici in Danimarca, Germania, Finlandia, Gran Bretagna,<br />

nei Paesi Bassi, in Austria e in Svezia.<br />

Nel 2006 e nel 2007, l’approvvigionamento di beni e di<br />

servizi ecologici (“Green public procurement”) nei sette<br />

paesi sopra citati avrebbe permesso di ridurre le emissioni<br />

di CO² in media del 25% rispetto ad acquisti convenzionali.<br />

Nei Paesi Bassi, il risparmio sarebbe addirittura<br />

del 47%. In Germania, ammonterebbe al 9%, nettamente<br />

inferiore alla media europea, un risultato dovuto al fatto<br />

che l’approvvigionamento di beni ecologici negli appalti<br />

pubblici ammonta a soli 30% in Germania, mentre tale<br />

proporzione sale al 74% in Gran Bretagna.<br />

Una politica dell’approvvigionamento di beni e di servizi<br />

verdi non si giustifica unicamente per ragioni di protezione<br />

dell’ambiente. Sembra che questo modo di procedere<br />

permetta di ridurre le spese dello stato, poiché anche se<br />

i prezzi sono maggiori, si controbilanciano generalmente<br />

con costi di sfruttamento minori. I risparmi ottenuti rappresenterebbero<br />

in media 1,2%, e persino 5,7% in Gran<br />

Bretagna, contro lo 0,3% in Germania.<br />

Nonostante i vantaggi evidenti di una politica verde, rimane<br />

ancora molto da fare affinché le autorità preposte agli<br />

appalti pubblici passino a un modo d’approvvigionamento<br />

ecologico. Se l’80% degli enti pubblici si premurano di<br />

integrare i criteri ecologici nelle loro procedure, il ricorso<br />

sistematico a una tale politica rimane l’eccezione: infatti,<br />

rappresenta la regola solo nel 24% degli enti.<br />

PricewaterhouseCoopers: “Green public procurement”<br />

(in tedesco)<br />

www.pwc.de > Ihre Branche > Öffentliche Verwaltung ><br />

Veränderungen umsetzen > Green Public Procurement<br />

Scaricare l’inchiesta “Collection of statistical informazione<br />

on Green Public Procurement in the EU”:<br />

www.pwc.de/fileserver/RepositoryItem/CollstatinfGPPresultFIN.pdf?itemId=9207780<br />

Comunicato stampa PricewaterhouseCoopers: “Öko-Einkauf<br />

entlastet öffentliche Haushalte”<br />

www.pwc.de > Pressemitteilungen > März <strong>2009</strong> > Öko-<br />

Einkauf entlastet öffentliche Haushalte<br />

Adeguamento dell’accordo sui trasporti di merci tra<br />

la Svizzera e l’UE<br />

Nei negoziati tra la Svizzera e la CE, le Parti si sono intese<br />

per quanto riguarda l’adeguamento dell’accordo sui<br />

trasporti di merci alle nuove prescrizioni in materia di sicurezza<br />

dell’UE nel traffico transfrontaliero di merci. Sostanzialmente,<br />

tutto rimane invariato, almeno per quanto<br />

riguarda il traffico di merci con Stati membri dell’UE.<br />

Secondo una comunicazione dell’Amministrazione federale<br />

delle dogane, il testo dell’accordo prevede che anche<br />

dopo l’entrata in vigore di tali nuove prescrizioni, non sarà<br />

necessaria alcuna predichiarazione nel traffico di merci<br />

tra la Svizzera e l’UE. Per contro, il traffico di merci tra<br />

la Svizzera e i Paesi non aderenti all’UE dovrà sottostare<br />

alle nuove misure di sicurezza. La Svizzera richiederà<br />

pertanto la predichiarazione dei dati di sicurezza per invii<br />

nel traffico diretto di importazione e di esportazione con<br />

Stati non membri dell’UE e eseguirà un’analisi dei rischi<br />

su tale base. Questo vale in particolare per le spedizioni<br />

via terra dalla Svizzera verso tali Stati. Per invii provenienti<br />

da Paesi non aderenti all’UE verso la Svizzera, i dati<br />

38 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

di sicurezza saranno richiesti al primo luogo di entrata<br />

nell’UE, dove sarà effettuata anche l’analisi dei rischi.<br />

La predichiarazione sommaria per spedizioni importate<br />

da ed esportate in Stati non membri dell’UE avrebbe dovuto<br />

essere obbligatoria nell’UE dal 1° luglio <strong>2009</strong>. Tuttavia,<br />

il Comitato del codice doganale della Commissione<br />

europea ha deciso a metà febbraio che la predichiarazione<br />

rimanga facoltativa fino al 31 dicembre 2010 e diventi<br />

obbligatoria solo dal 1° gennaio 2011. Tali disposizioni<br />

valgono anche per la Svizzera nell’ambito dell’accordo<br />

negoziato con l’UE.<br />

Comunicato stampa dell’Amministrazione federale<br />

delle dogane: “Negoziati con l’UE in merito alla modifica<br />

dell’accordo sui trasporti di merci (la cosiddetta “regola<br />

delle 24 ore”)”<br />

www.ezv.admin.ch/zollinfo_firmen/verzollung/02302/index.html?lang=it<br />

Alla stessa pagina si possono consultare:<br />

• Comunicato stampa dell’Amministrazione federale delle<br />

dogane: “Umsetzung des mit der Europäischen Kommission<br />

verhandelten Güterverkehrsabkommens "Security<br />

Amendment", Ergänzung zur Information vom<br />

22.01.<strong>2009</strong>”<br />

• Comunicato stampa dell’Amministrazione federale delle<br />

dogane: “Umsetzung des mit der Europäischen Kommission<br />

verhandelten Güterverkehrsabkommens "Security<br />

Amendment"”<br />

India: allentamento del limite massimo per gli<br />

investimenti diretti esteri<br />

Il nuovo metodo adottato per il calcolo delle parti detenute<br />

da investitori diretti esteri in società indiane apre<br />

la porta a una maggiore partecipazione estera in settori<br />

limitati dalla legge.<br />

Finora, le quote di una società indiana detenute indirettamente<br />

da un investitore estero tramite una partecipazione<br />

in un’altra società indiana erano comprese nel calcolo. In<br />

futuro invece, le società estere avranno la possibilità di<br />

aumentare le loro partecipazioni dirette in società indiane<br />

fino all’importo massimo delle loro partecipazioni indirette,<br />

senza violare i limiti settoriali previsti dalla legge. Tuttavia,<br />

le partecipazioni indirette saranno ancora aggiunte<br />

a quelle dirette nel caso in cui il detentore indiano delle<br />

quote fosse di proprietà maggioritaria estera.<br />

In India, il limite massimo per gli investimenti esteri è<br />

applicato tra gli altri nei settori delle telecomunicazioni,<br />

dei media, dei trasporti aerei, delle banche e delle assicurazioni.<br />

Grazie alla nuova base di calcolo, gli investitori<br />

esteri avranno pertanto la possibilità di aumentare le loro<br />

partecipazioni non solo in tali settori, ma anche in altri<br />

finora vietati (in particolare nel commercio al dettaglio<br />

multimarca). Per esempio, una rete estera di vendita al<br />

dettaglio potrà, mediante una partecipazione minoritaria<br />

in un’impresa indiana di un altro settore che possieda a<br />

sua volta delle quote in una società indiana di commercio<br />

al dettaglio, accedere al commercio al dettaglio multimarca<br />

nel subcontinente indiano.<br />

PRLog/Aranca Newstrack: “India Eases Foreign Direct<br />

Investment Norms”<br />

www.prlog.org/10183075-india-eases-foreign-directinvestment-norms.html


Indian Realty News: “New FDI Policy will Benefit Retail<br />

Sector”<br />

www.indianrealtynews.com/retail-market/new-fdi-policywill-benefit-retail-sector.html<br />

Commercio agevolato con i Paesi in via di sviluppo<br />

A fine marzo, il Consiglio federale ha deciso di ridurre i<br />

dazi doganali prelevati su diversi prodotti alimentari provenienti<br />

da Paesi in via di sviluppo. Le disposizioni relative<br />

all’importazione sono elencate nel portale d’informazione<br />

appositamente creato www.export-to-switzerland.ch.<br />

La riduzione dei dazi decisa dalla Confederazione riguarda<br />

la frutta, la verdura e i relativi preparati provenienti<br />

da tali Paesi. I primi a beneficiarne sono i produttori dei<br />

Paesi in via di sviluppo. La crisi economica ha inasprito<br />

la guerra dei prezzi: l’esenzione dai dazi concessa ai<br />

prodotti sopra citati intende mantenere la produzione in<br />

questi Paesi.<br />

Oltre a indicare i link ai corrispondenti siti degli uffici<br />

federali competenti, il portale “Export to Switzerland”<br />

elenca tutte le informazioni pratiche relative alle agevolazioni<br />

doganali concesse dalla Svizzere e le disposizioni<br />

tecniche applicabili per le merci importate in Svizzera.<br />

Comunicato stampa del Dipartimento federale<br />

dell’economia (DFE): “Commercio agevolato con i Paesi<br />

in via di sviluppo”<br />

w w w . n e w s . a d m i n . c h / m e s s a g e / i n d e x .<br />

html?lang=it&msg-id=26074<br />

Portale d’informazione “Export to Switzerland”<br />

www.seco-cooperation.admin.ch/export_infodesk/index.html?lang=en<br />

Indagine tra CEO: parere dell’industria<br />

farmaceutica<br />

L’industria farmaceutica si mostra più ottimista, paragonata<br />

ad altri settori: nell’ultima edizione del CEO Survey<br />

di PricewaterhouseCoopers, 32% dei dirigenti interpellati<br />

prevede un incremento della propria cifra d’affari nel<br />

<strong>2009</strong>. Solo il 21% degli interpellati negli altri settori si<br />

è detto altrettanto fiducioso.<br />

PricewaterhouseCoopers: “CEO Survey: Pharma Industry<br />

Summary”<br />

www.pwc.de/fileserver/RepositoryItem/survey_pharma09.pdf?itemId=8812909<br />

Indagine tra CEO: parere dell’industria chimica<br />

L’industria chimica si aspetta un anno difficile: Solo il<br />

17% dei CEO prevede che la propria società realizzerà<br />

maggiori utili nel <strong>2009</strong>.<br />

PricewaterhouseCoopers: “CEO Survey: Chemicals<br />

Industry Summary”<br />

www.pwc.de/fileserver/RepositoryItem/survey_chemicals09.pdf?itemId=8812905<br />

I programmi congiunturali mondiali offrono buone<br />

opportunità di affari<br />

Molti paesi sperano di poter affrontare la crisi economica<br />

globale grazie ai generosi pacchetti congiunturali.<br />

Tali pacchetti propongono di norma programmi d’inve-<br />

stimento con finanziamenti interessanti, che offrono<br />

attraenti opportunità di affari anche a società estere.<br />

La Germany Trade & Invest ha esaminato i pacchetti<br />

congiunturali di 60 paesi per sondarne il potenziale in<br />

progetti e mandati di particolare interesse per le imprese<br />

straniere. Le infrastrutture sembrano offrire le maggiori<br />

possibilità di affari, soprattutto i progetti stradali,<br />

la gestione dei rifiuti e la costruzione di impianti di depurazione<br />

delle acque. Anche le tecnologie ambientali<br />

godranno in molti paesi di notevoli investimenti, con<br />

particolari incentivi per le energie rinnovabili.<br />

Germany Trade & Invest: “Chancen in der Krise nutzen<br />

- Konjunkturprogramme weltweit” (con aggiornamenti<br />

regolari)<br />

www.gtai.de/DE/Content/Standardbeitrag/chancen-inder-krise.html<br />

Anno finanziario 2008 soddisfacente per l’Osec<br />

L’Assemblea generale dell’Osec si è tenuta lo scorso<br />

2 aprile a Zurigo: i risultati dell’esercizio 2008 sono<br />

stati presentati da Rolf Jeker, Presidente del Consiglio<br />

d’amministrazione, e Daniel Küng, CEO. Nonostante la<br />

crisi economica, il 2008 è stato per l’Osec un anno<br />

coronato dal successo. Il numero di consulenze di base<br />

individuali nell’ambito della promozione all’esportazione<br />

è aumentato a 1’720 (2007: 1’677). Altresì soddisfacente<br />

è lo sviluppo dei mandati: l’anno scorso, l’Osec<br />

ne ha realizzati 630 (2007: 433). Sono inoltre state<br />

organizzate, in collaborazione con diversi partner, 41<br />

partecipazioni collettive a fiere all’estero sotto il marchio<br />

svizzero, i cosiddetti “SWISS Pavilion”. Il 2008 è<br />

stato anche l’anno dell’integrazione, poiché sono stati<br />

svolti per la prima volta dall’Osec i mandati per la promozione<br />

delle importazioni (programma SIPPO) e per<br />

la promozione degli investimenti (IPSSA), che giovano<br />

soprattutto a determinati paesi in via di sviluppo e in<br />

transizione, nonché la promozione della piazza economica<br />

svizzera. I seminari indirizzati agli investitori e i<br />

roadshow tenutisi all’estero nell’ambito delle attività di<br />

promozione dell’insediamento di imprese estere in Svizzera<br />

hanno permesso di entrare in contatto con 4’800<br />

potenziali investitori. Tra la fine del 2008 e l’inizio del<br />

<strong>2009</strong>, accordi di prestazione tra l’Osec e i Cantoni sono<br />

stati sottoscritti, volti a regolamentare la promozione<br />

all’estero per gli anni <strong>2009</strong>-2011 della piazza economica<br />

svizzera.<br />

Il rapporto annuale è disponibile in lingua tedesca, francese<br />

e inglese presso la sede di Osec <strong>Ti</strong>cino.<br />

Osec<br />

Corso Elvezia 16<br />

Casella postale 5399 - Ch-6901 Lugano<br />

Tel. +41 91 911 51 35/37<br />

Fax +41 91 911 51 39<br />

info.lugano@osec.ch<br />

www.osec.ch<br />

39


Fiere internazionali<br />

Midest <strong>2009</strong><br />

Parigi, 17 – 20 novembre <strong>2009</strong><br />

Il Midest di Parigi è il più importante salone internazionale della subfornitura<br />

a livello europeo. Tra i settori di interesse figurano: meccanica,<br />

lavorazione dei metalli, della gomma e della plastica, elettronica ed<br />

elettrotecnica. L’edizione scorsa ha contato 1’805 espositori su una superficie<br />

di 70’000 m2, con 42’000 visitatori provenienti da 75 paesi.<br />

Huber AG Exhibition Management, in collaborazione con l’Osec e lo<br />

Swiss Business Hub Francia, vi allestisce uno “SWISS Pavilion”.<br />

Informazioni su Midest <strong>2009</strong>:<br />

www.midest.com<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”:<br />

www.osec.ch/fairs > Midest <strong>2009</strong><br />

Blickfang Tokyo<br />

Meiji Jingu Gaien Tokyo, 30 ottobre – 3 novembre <strong>2009</strong><br />

BLICKFANG Tokyo si svolge nell’ambito delle rinomate manifestazioni 100% DESIGN Tokyo e Tokyo Designer’s Week e<br />

presenta esclusivamente design dall’Europa. Ne consegue che l’attenzione degli specialisti giapponesi e della stampa<br />

specializzata internazionale, presenti alle maggiori piattaforme del design in Giappone, è attirata anche sugli espositori<br />

di Blickfang.<br />

Il mercato giapponese è particolarmente ricettivo ai prodotti di design e lifestyle svizzeri, anche perché la sensibilità<br />

all’alta qualità di entrambi i paesi è quasi identica. Blickfang rappresenta il luogo ideale per lanciare la propria entrata<br />

nel mercato. L’edizione del 2008 ha visto parteciparvi 50 espositori su una superficie di 600 m2 e 76’500 visitatori.<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

http://www.blickfang.com<br />

Entsorga-Enteco Köln 09<br />

Colonia, 27 – 30 ottobre <strong>2009</strong><br />

Entsorga-Enteco <strong>2009</strong> in Colonia è la fiera internazionale della gestione dei rifiuti e della tecnica ambientale. Costituisce<br />

pertanto una piattaforma ideale per fornitori di e interessati a soluzioni tecnologiche e know-how per un futuro durevole<br />

sul nostro pianeta.<br />

Il BDE (Bundesverband der Deutschen Entsorgungswirtschaft e. V.), organizzatore della fiera, vanta quasi 50 anni di esperienza<br />

in materia di servizi per lo smaltimento delle acque e dei rifiuti comunali e industriali. In Germania, ha contribuito<br />

in modo determinante allo sviluppo di un riciclaggio e di un’estrazione efficienti nell’ambito dei trattamento dei residui.<br />

Il promotore VDMA (Verband Deutscher Maschinenund Anlagenbau) riunisce da più di 100 anni il know-how tecnologico<br />

dell’industria tedesca dei beni strumentali. Il suo apporto è stato fondamentale nel promuovere la tecnologia ambientale<br />

“Made in Germany” e farne un marchio riconosciuto a livello mondiale per le soluzioni hightech di qualità pregiata.<br />

Alcune cifre del 2006: i visitatori sono stati 40’000, di cui il 30% dall’estero, con 910 espositori provenienti da 28<br />

paesi. Il 70% dei visitatori ricopriva ruoli decisivi per le acquisizioni.<br />

Informazioni generali sulla fiera:<br />

www.entsorga-enteco.de<br />

www.svut.ch/de/index.php<br />

www.bafu.admin.ch/index.html?lang=it<br />

IDEM Singapore 2010<br />

Singapore, 16 – 18 aprile 2010<br />

IDEM Singapore – the International Dental Exhibition and Meeting – è la fiera numero 1 nella zona Asia-Pacifico ed è<br />

sinonimo di continuità e serietà professionale ad alto livello. IDEM Singapore raggruppa gli attori globali nel centro del<br />

mercato in maggior crescita della regione e offre una piattaforma strategica per il commercio, lo scambio d’informazioni,<br />

la tecnologia, la ricerca e lo sviluppo. Le cifre della scorsa edizione: 384 espositori (di cui l’86% estero), 6’370 visitatori<br />

da 56 paesi (+12%). Il 32% dei visitatori erano dentisti, il 31% rappresentanti del ramo e il 10% proveniva dal settore<br />

odontotecnico.<br />

Informazioni sullo “SWISS Pavilion”:<br />

www.osec.ch/fairs > IDEM Singapore 2010<br />

inforMazioni sugli “swiss Pavilion”: www.osec.ch/fairs<br />

40 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

“SWISS Pavilion” alla fiera Arab health nel 2008


Vita dei Soci<br />

Comunicato Stampa<br />

agusToni cesare Trucks fesTeggia<br />

Società di revisione e consulenza<br />

Via G. B. Pioda 14<br />

CH-6901 Lugano<br />

Tel. 091 913 32 00<br />

Fax 091 913 32 60<br />

www.bdo.ch<br />

Il 2008 è stato un anno ricco di<br />

soddisfazioni e caratterizzato da importanti<br />

cambiamenti atti a proiettare l’azienda<br />

verso future sfide. Lo scorso 6 febbraio,<br />

durante il congresso dei concessionari<br />

Renault Trucks di tutta Europa, l’azienda<br />

è stata insignita con il premio di Miglior<br />

Concessionaria dell’anno 2008, entrando<br />

pure tra i premiati del Club Excellence<br />

di tutti i concessionari Renault Trucks.<br />

Agustoni Cesare ha premiato i validi<br />

collaboratori Andrea Brocchi e Giovanni<br />

Friciello inserendoli nel management<br />

della società, garantendo così un futuro<br />

all’attività di commercio, riparazione,<br />

allestimento e trasformazione di veicoli<br />

industriali e commerciali.<br />

41


Vita dei Soci<br />

42 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

il gruPPo helsinn<br />

helsinn healthcare SA, la sede del Gruppo a Lugano-Pazzallo<br />

Helsinn è un gruppo farmaceutico privato, fondato<br />

nel 1976, con quartier generale a Lugano e sedi in<br />

Irlanda e USA. Ha un organico di 430 dipendenti,<br />

un fatturato consolidato intorno ai 280 milioni di<br />

Franchi svizzeri, più del 20% del quale reinvestito<br />

in ricerca e sviluppo, e distribuisce i propri prodotti<br />

in oltre 75 Paesi del mondo.<br />

Il gruppo Helsinn si è recentemente rafforzato con<br />

la nascita di Helsinn Therapeutics (US) Inc., società<br />

di ricerca e sviluppo e commerciale negli USA,<br />

grazie all’acquisizione dell’azienda biofarmaceutica<br />

americana Sapphire Therapeutics Inc., con sede<br />

a Bridgewater, New Jersey. “Operare nel cuore<br />

del principale mercato farmaceutico del mondo<br />

porterà certamente nuovo valore a Helsinn”, ha<br />

detto Riccardo Braglia, Amministratore Delegato<br />

del gruppo. “La nascita di Helsinn Therapeutics è<br />

stato un passo fondamentale per il nostro futuro”,<br />

ha aggiunto.<br />

Helsinn applica un modello di business unico, incentrato<br />

sul “licensing” di prodotti farmaceutici e<br />

Riccardo Braglia, Amministratore Delegato,<br />

Gruppo helsinn<br />

dispositivi medici in settori terapeutici di nicchia,<br />

come quello delle cure di sostegno oncologico<br />

(Cancer supportive care), in cui è tra i leader del<br />

mercato mondiale.<br />

Il gruppo opera attraverso l’acquisizione dei diritti<br />

di commercializzazione (“licensing-in”) di nuove<br />

entità chimiche in fase di sviluppo preliminare,<br />

ossia di molecole in studio per la loro possibile<br />

applicazione come farmaco. Ne completa la fase<br />

di sviluppo con test di laboratorio e clinici sull’uomo;<br />

analizza le diverse possibilità e tecnologie di<br />

produzione del farmaco finito, e provvede alla sua<br />

registrazione presso le Autorità regolatorie nelle<br />

diverse parti del mondo.<br />

Successivamente, i prodotti Helsinn sono venduti<br />

o direttamente, attraverso le filiali del gruppo, o a<br />

loro volta concessi in licenza (“licensing-out”) e<br />

distribuiti tramite una rete di partner commerciali<br />

e di marketing, selezionati per la loro conoscenza<br />

dei mercati locali e il know-how. Fanno parte di<br />

questo network le principali aziende farmaceuti-


che mondiali: Roche, Novartis, Glaxo SmithKline,<br />

Schering-Plough, Boehringer Ingelheim, Eisai, Sanofi<br />

Aventis.<br />

Helsinn supporta i propri partner con un’ampia<br />

gamma di prodotti e servizi, che includono assistenza<br />

commerciale, regolatoria, finanziaria, legale<br />

e medico-scientifica.<br />

Il gruppo dispone di quattro stabilimenti di produzione<br />

a Biasca e in Irlanda. I siti produttivi impiegano<br />

oltre 280 tecnici e lavorano sia i principi<br />

attivi farmaceutici, cioè le molecole chimiche alla<br />

base dei farmaci, sia le forme farmaceutiche finite,<br />

cioè i prodotti nella forma in cui si impiegano:<br />

capsule, compresse o fiale. Gli impianti operano<br />

secondo gli standard cGMP (current Good Manufacturing<br />

Practice) e in ossequio a tutte le normative<br />

imposte dalle Autorità americane ed europee<br />

(FDA, Food and Drug Administration, ed EMEA,<br />

European Medicine Evaluation Agency).<br />

I principali prodotti Helsinn disponibili sul mercato<br />

farmaceutico, entrambi prodotti nello stabilimento<br />

di Biasca, sono palonosetron e nimesulide.<br />

Il primo è un farmaco cosiddetto antagonista del<br />

recettore 5-HT 3 di seconda generazione; è molto<br />

efficace nel prevenire la nausea e il vomito (CINV)<br />

in seguito a chemioterapia oppure la nausea e il<br />

vomito dopo intervento chirurgico (PONV), nelle<br />

persone colpite da tumore. Nimesulide, invece,<br />

è un farmaco antinfiammatorio non steroideo<br />

(FANS), che agisce sul dolore acuto e viene impiegato<br />

come antidolorifico nella cura dei sintomi<br />

dell’osteoartrosi e nei dolori mestruali. Altri significativi<br />

prodotti Helsinn sono Gelclair® per la cura<br />

delle mucositi da chemioterapia e Klean-Prep®<br />

per la preparazione diagnostica della colonscopia.<br />

Inoltre, il gruppo ha attualmente in fase di sviluppo<br />

altri farmaci interessanti e promettenti:<br />

netupitant, in studio sia per la prevenzione della<br />

CINV sia per l’incontinenza urinaria; anamorelin,<br />

capostipite di una nuova classe di farmaci per il<br />

trattamento della cachessia da cancro; ipamorelin,<br />

per il trattamento endovenoso post-operatorio<br />

dell’ileo, l’alterazione della mobilità dell’intestino<br />

secondaria a intervento chirurgico; TIDE, un farmaco<br />

che ha dimostrato effetti protettivi sulla mucosa<br />

intestinale, destinato alla prevenzione della<br />

diarrea indotta da chemioterapia.<br />

helsinn Chemicals SA e helsinn Advanced Synthesis SA, Biasca<br />

helsinn Birex Pharmaceuticals Ltd., Dublino, Irlanda<br />

helsinn Therapeutics (US) Inc., la nuova sede amministrativa acquisita<br />

a Bridgewater nel New Jersey, USA<br />

helsinn healthcare SA<br />

via Pian Scairolo<br />

6912 Pazzallo<br />

Tel. +41 91 985 21 21<br />

Fax +41 91 993 21 22<br />

www.helsinn.com<br />

helsinn Chemicals SA/helsinn Advanced Synthesis SA<br />

Via Industria 24<br />

6710 Biasca<br />

Tel: +41 91 873 01 10<br />

Fax: +41 91 873 01 11 / 13<br />

manufacturing.helsinn.com<br />

43


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

MisTer zucchero<br />

Dolcissimi momenti… da ricordare!<br />

Infometa SA ha lanciato il servizio di promozione sulle bustine<br />

di zucchero. Fatevi riconoscere!<br />

Infometa SA è una società ticinese<br />

specializzata in soluzioni pubblicitarie e<br />

promozionali.<br />

Tra le diverse offerte promozionali ne<br />

propone una che permette di promuovere<br />

l’immagine aziendale attraverso una<br />

semplice bustina da zucchero, divulgando il<br />

messaggio pubblicitario della vostra azienda,<br />

il vostro logo, il vostro slogan direttamente<br />

nelle mani dei vostri potenziali clienti in<br />

tutto il <strong>Ti</strong>cino<br />

Mister Zucchero: è importante avere un dolce<br />

pensiero per i vostri clienti<br />

Spesso è un dettaglio che attira la nostra attenzione e<br />

resta impresso nella nostra memoria. Perché non approfittare<br />

di questa naturale propensione al ricordo? Un<br />

buon caffè, una tazza di tè in compagnia di un'amicizia<br />

particolare; gesti che, per centinaia di migliaia di persone,<br />

costituiscono degli irrinunciabili piccoli piaceri quotidiani.<br />

Approfittate quindi di tali momenti per rafforzare<br />

l'immagine del vostro esercizio o per comunicare il vostro<br />

messaggio pubblicitario ad un grande pubblico, particolarmente<br />

predisposto a recepirlo.<br />

Mister Zucchero è la soluzione che fa per voi! È possibile<br />

personalizzare interamente le bustine di zucchero<br />

da offrire ai vostri ospiti e clienti o da fornire, secondo<br />

una distribuzione strategica mirata, a esercizi pubblici,<br />

bar, ristoranti, uffici, eventi e ovunque viene servita una<br />

bustina di zucchero su tutto il territorio cantonale.<br />

Le possibilità di scelta sono molteplici. Si parte dal formato:<br />

piramide, stick, la bustina classica rettangolare<br />

o, per i più ricercati, a forma di cuore (quest’ultimo de-<br />

44 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

stinato soprattutto ad una clientela selezionata, quali le<br />

società di catering, i grandi alberghi, gli organizzatori di<br />

matrimoni o per feste private molto esclusive); per poi<br />

passare alla scelta del tipo di zucchero da inserire nella<br />

bustina (cristallino o di canna) ed infine alla personalizzazione<br />

dell’imballaggio con il logo, l’immagine o lo slogan<br />

della vostra azienda o del vostro evento.<br />

Mister Zucchero vi offre un servizio completo, dalla realizzazione<br />

grafica del layout della bustina alla produzione,<br />

ed eventualmente anche alla distribuzione selezionata sia<br />

su tutto il territorio cantonale che anche a singole zone.<br />

Il tutto al miglior prezzo di mercato.<br />

Il team di Mister Zucchero è a vostra disposizione per<br />

qualsiasi necessità ed informazione, ed attende con piacere<br />

un vostro contatto per illustrarvi le varie possibilità<br />

di personalizzazione e distribuzione.<br />

Con Mister Zucchero una dolce pausa si trasforma in un<br />

dolce ricordo!


offerTa sPeciale Per i leTTori di <strong>Ti</strong>cino<br />

business<br />

Mister Zucchero by Infometa SA propone uno speciale<br />

sconto pari al 20% sulla creazione dei cliché per la realizzazione<br />

grafica della bustina di zucchero.<br />

Offerta valida fino al 31.07.<strong>2009</strong> presentando questo articolo<br />

al momento dell’ordinazione.<br />

L’offerta non è cumulabile con altre promozioni.<br />

Mister Zucchero by Infometa SA<br />

Casella postale 94<br />

6943 Vezia<br />

Ufficio: Via Canva 9<br />

6942 Savosa<br />

Tel. +41 91 966 28 38<br />

Fax +41 91 966 28 39<br />

Cell. +41 79 777 04 92<br />

www.misterzucchero.com<br />

www.misterzucchero.com<br />

45


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

Il <strong>Ti</strong>cino da sempre è stato un luogo fertile per prodotti<br />

della terra. E la vite con i suoi derivati non fanno eccezione.<br />

Rossi, bianchi, vini d’annata, vigneti baciati dal sole,<br />

vendemmie e feste…<br />

Parte integrante dell’interprofessione del vino e della vite<br />

ticinese, organizzazione mantello che si occupa di tutto<br />

ciò che ruota attorno alla filiera vitivinicola cantonale,<br />

<strong>Ti</strong>cinowine si occupa prevalentemente della promozione<br />

della pregiata produzione enologica ticinese, quarto Cantone<br />

svizzero per estensione. La promozione dell’immagine<br />

della produzione nazionale, pure di notevole importanza<br />

per contrastare la crescente concorrenza estera,<br />

viene svolta unitamente agli altri uffici di promozione del<br />

settore vitivinicolo elvetico per mezzo di Swiss Wine Promotion,<br />

associazione di promozione nazionale.<br />

<strong>Ti</strong>cinowine nasce nel 1984 come “Proviti”, quando un<br />

gruppo di pionieri nella promozione della vitivinicoltura<br />

ticinese si fece promotore di un ufficio di promozione che<br />

mancava sul territorio ticinese. Nel tempo è cresciuta e<br />

ha saputo sapientemente conquistarsi una posizione di<br />

predominanza nel mercato ticinese e non, con campagne<br />

pubblicitarie mirate, azioni volte alla promozione del<br />

territorio ticinese e dei suoi vini di ottima qualità, con<br />

partnership di alto valore aggiunto con settori affini e<br />

complementari (ristorazione, alberghiero, turismo, ecc.)<br />

che hanno permesso un raggio d’azione e di conoscenza<br />

molto ampio per portare alto il nome del vino ticinese<br />

nel mondo; valorizzando tutta la filiera agroalimentare<br />

ticinese. Essa lavora sfruttando al massimo il budget a<br />

disposizione (composto prevalentemente da fondi deri-<br />

46 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

<strong>Ti</strong>cinowine: l’ufficio di ProMozione<br />

della vi<strong>Ti</strong>vinicolTura <strong>Ti</strong>cinese<br />

Da 25 anni <strong>Ti</strong>cinowine porta alta la bandiera della filiera del<br />

vino ticinese<br />

vanti dalla tassazione obbligatoria dei soci dell’associazione<br />

sulla produzione di uve e vino) organizzando eventi<br />

e cercando di promuovere l’immagine e la notorietà del<br />

settore vitivinicolo ticinese, a fronte di una concorrenza<br />

estera sempre più agguerrita. Dal 1° gennaio 2005 la<br />

struttura della <strong>Ti</strong>cinowine è stata assorbita ed integrata<br />

nell'Interprofessione della vite e del vino ticinese.<br />

<strong>Ti</strong>cinowine conta circa 250 associati, composti da circa<br />

un centinaio di produttori il cui reddito proviene totalmente<br />

o prevalentemente dalla vitivinicoltura; per la rimanenza<br />

la produzione enologica viene svolta come attività accessoria<br />

o come semplice hobby. Questi vinificatori fanno<br />

capo alla produzione di oltre 3'500 abili e appassionati<br />

viticoltori, che conferiscono loro la propria produzione.<br />

<strong>Ti</strong>cinowine è composta da tutti gli attori della famiglia<br />

del vino:<br />

• Associazione <strong>Ti</strong>cinese Negozianti di Vino e Vinificatori<br />

– ATNVV: l'Associazione <strong>Ti</strong>cinese Negozianti di Vini e<br />

Vinificatori ha quale scopo la promozione della professione<br />

e la difesa degli interessi e dei diritti dei negozianti<br />

ticinesi. Essa fa parte, infatti, dell'Associazione<br />

Svizzera del Commercio del Vino. All'ATNVV aderiscono<br />

25 aziende ticinesi che vinificano il 60 % delle uve<br />

ticinesi ritirate da circa 3'500 viticoltori.<br />

• Associazione Svizzera Viticoltori-Vinificatori – AVV: la<br />

Sezione <strong>Ti</strong>cinese dell’Associazione Svizzera Viticoltori-<br />

Vinificatori (AVV) si è costituita nel 1984 su iniziativa di<br />

alcune aziende facenti già parte dell’Associazione Svizzera.<br />

Oggi conta poco più di 40 aziende associate con<br />

superfici vitate che variano da 1 ettaro a 7 ettari per


una superficie complessiva di circa 100 ettari. L’AVV ha<br />

lo scopo di promuovere la qualità e l’autenticità dei vini<br />

ticinesi. Il viticoltore coltiva le sue vigne e ne mette in<br />

cantina il prodotto curando personalmente il suo vino.<br />

Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia sotto<br />

la sua responsabilità, il proprio nome e con la sua etichetta.<br />

Il viticoltore-vinificatore rispetta le norme enologiche<br />

della professione e rinuncia all’acquisto dell’uva<br />

o del vino a fini commerciali, ne compera soltanto per<br />

esigenze di vinificazione, in conformità con le leggi federali<br />

e cantonali in vigore.<br />

• Cantina Sociale di Mendrisio – CSM: è l’unica cantina a<br />

statuto cooperativo del Cantone <strong>Ti</strong>cino. Ha festeggiato<br />

il 50° di attività nel 2000 e conta attualmente 450<br />

associati che coltivano circa 120 ettari di vigneto nel<br />

Mendrisiotto e nelle valli Riviera e Blenio, viticoltori che<br />

conferiscono annualmente circa il 16 % della produzione<br />

viticola cantonale. La Cantina Sociale di Mendrisio<br />

produce e commercializza esclusivamente vini ticinesi,<br />

spiccatamente incentrati sul vitigno Merlot ai quali si è<br />

conferita una connotazione specialmente locale.<br />

• Federviti: la Federviti è l'associazione che riunisce parte<br />

dei viticoltori del Canton <strong>Ti</strong>cino e della Mesolcina con<br />

lo scopo di promuovere la viticoltura rispettosa dell'ambiente<br />

e di curare gli interessi generali dei viticoltori.<br />

Federviti organizza periodicamente corsi d'istruzione<br />

e di formazione continua, conferenze, visite guidate,<br />

dimostrazioni, degustazioni ed ogni altra iniziativa tendente<br />

a sviluppare la formazione professionale dei viticoltori<br />

atta alla produzione di uve di qualità. Collabora<br />

inoltre, in accordo con le direttive cantonali e tramite i<br />

propri rappresentanti che siedono nelle varie associazioni<br />

di categoria, alle trattative per una remunerazione<br />

equa per le uve di qualità prodotte nella regione.<br />

Grazie a campagne di marketing e comunicazione mirate,<br />

<strong>Ti</strong>cinowine ha potuto sviluppare concetti ben radicati nel<br />

mercato. Basti pensare ad alcuni eventi, ormai notori,<br />

come “Cantine aperte”, “Presentazione dell’annata”, “<strong>Ti</strong>cinowine<br />

Festival”; oltre che alla partecipazione sempre<br />

più intensa a fiere e manifestazioni di risonanza nazionale<br />

e internazionale dove la vitivinicoltura ticinese con i suoi<br />

produttori è puntualmente presente. Recentemente <strong>Ti</strong>cinowine<br />

ha commissionato uno studio all’Università della<br />

Svizzera Italiana di Lugano, che voleva valutare come<br />

si presenta il vino ticinese sul mercato. Dai risultati è<br />

emerso che si tratta di un prodotto ben posizionato, con<br />

un’ottima immagine, sia a livello cantonale che nazionale,<br />

ma occorre pensare ad ulteriori azioni di supporto per<br />

rafforzarne la notorietà, soprattutto per i consumatori più<br />

giovani (fascia d’età 20/30 anni), che consumano più volentieri<br />

vini “trendy” d’oltre Oceano o esteri. Oggi si assiste,<br />

con la liberalizzazione del mercato, ad una mancanza<br />

di curiosità per i prodotti svizzeri, privilegiando i vini più<br />

esotici, tendenza che <strong>Ti</strong>cinowine si sta impegnando a<br />

contrastare, cercando di migliorare il posizionamento del<br />

vino ticinese.<br />

Proprio alla fine di maggio è prevista la nota manifestazione<br />

“Cantine aperte”, che è giunta alla sua decima<br />

edizione. Sabato 30 e domenica 31 maggio, dalle 10.00<br />

alle 18.00, le cantine ticinesi si aprono agli enoturisti<br />

ed ai curiosi che vogliono scoprire i segreti, i sapori e<br />

le belle cantine ticinesi. Numerose sono le cantine che<br />

accoglieranno, alcune anche la sera, tutti coloro che<br />

vorranno trascorrere la giornata tra vigneti e barriques<br />

e degustare i vini delle diverse zone a vocazione viticola<br />

del Cantone. Oltre all’apertura diurna, anche quest’anno<br />

alcune cantine propongo l’apertura notturna (il sabato,<br />

dalle 18.00 alle 23.00). Le stesse saranno liete di intrattenere<br />

i propri ospiti con un programma tutto sorprese,<br />

sicure dell’attenzione che sapranno riservare i numerosi<br />

visitatori attesi all’evento. “Cantine Aperte” attira ogni<br />

anno l’attenzione di numerosi turisti, residenti e appassionati<br />

attratti dalla manifestazione e dalla possibilità di<br />

fare un’esperienza di grande interesse culturale e valore<br />

umano. Anche quest’anno “Cantine Aperte” si terrà<br />

inoltre in concomitanza con “Cantine Aperte Lombardia”<br />

con lo scopo di unificare un messaggio di convivialità e<br />

permettere un interscambio di appassionati che gioverà<br />

sicuramente a tutto il settore.<br />

A ciò seguirà nel mese di settembre presso il Palazzo dei<br />

Congressi a Lugano, la presentazione dell’annata 2007,<br />

manifestazione che nell’edizione 2008 (con presentazione<br />

annata 2006) ha riscosso un enorme successo sia<br />

nella parte dedicata agli addetti al settore, sia nella parte<br />

aperta al pubblico, con oltre 60 cantine presenti e circa<br />

260 vini ticinesi da degustare.<br />

<strong>Ti</strong>cinowine: l’immagine del vino, della sua territorialità<br />

e peculiarità regionale passano attraverso un attento e<br />

strategico posizionamento sul mercato. Questo non sarebbe<br />

possibile senza l’incontro e la visione globale delle<br />

potenzialità espresse dalla diversità dei produttori e dalle<br />

varie tipologie di vini proposti.<br />

<strong>Ti</strong>cinowine<br />

Via Corti 5<br />

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47


Vita dei Soci<br />

di Lisa Pantini<br />

il ParTner ideale nel seTTore<br />

PriMario in roMania, Ma non solo<br />

E.M. Consulting SA, neo costituita azienda luganese propone<br />

interessanti offerte sul mercato romeno<br />

Fondata all’inizio del <strong>2009</strong>, neo costituita società sulla<br />

piazza luganese, creata da professionisti con una lunga<br />

esperienza alle spalle maturata in un’azienda con un profilo<br />

d’attività di consulenza commerciale e immobiliare<br />

nei Paesi dell’Est Europa: eccovi E.M. Consulting SA.<br />

Forti della consapevolezza di essere seri specialisti nel<br />

proprio lavoro, è con grande entusiasmo che Ilaria Martinenghi,<br />

Presidente, Giovanni Bonvicini, Direttore e Raffaella<br />

Tajana, Marketing & Investor Relations Manager<br />

hanno iniziato questa nuova avventura imprenditoriale<br />

avvalendosi nei Paesi dove operano di propri uffici con<br />

collaboratori, consulenti e professionisti di provata esperienza.<br />

E.M. Consulting SA è una società di consulenza attenta<br />

alle esigenze del mercato ed aperta alla diversificazione<br />

dei propri servizi. L’attività principale della società si sviluppa<br />

in Romania, dove E.M. Consulting SA propone agli<br />

interessati servizi di consulenza e assistenza in campo<br />

immobiliare, commerciale ed in altri settori. Attualmente<br />

l’azienda luganese offre investimenti nel settore primario:<br />

terreni agricoli e foreste, con l’assoluta garanzia che<br />

l’investimento sia trasparente e certo.<br />

E.M. Consulting fornisce inoltre consulenza per l’acquisto<br />

di grosse aree di terreni agricoli o l’ottenimento di<br />

concessioni per lo sfruttamento degli stessi destinati<br />

all’industria della bio-energia (impianti di bio-massa e/o<br />

eolici).<br />

48 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Ilaria Martinenghi Giovanni Bonvicini Raffaella Tajana<br />

Land & Land<br />

“Land & Land” è il veicolo di investimento che E. M. Consuting<br />

ha identificato e che propone agli investitori per<br />

massimizzare ritorni stabili e minimizzare i rischi, grazie<br />

ad una mirata scelta delle aree di acquisto dei terreni.<br />

“Land & Land” è la risposta alle esigenze di una fetta di<br />

mercato interessata a diversificare i propri investimenti<br />

acquistando terreni agricoli in Romania.<br />

La peculiarità di tale forma di investimento è infatti quella<br />

di garantirne l’assoluta certezza, trasparenza e sicurezza<br />

offrendo all’investitore la possibilità di diventare un<br />

soggetto attivo nella gestione dell’investimento in tutte<br />

le sue fasi.<br />

Attualmente la legislazione romena non permette ancora<br />

l’intestazione della proprietà di un terreno a persona<br />

fisica o giuridica non romena, pertanto i terreni devono<br />

venire intestati a soggetti fisici romeni oppure a società<br />

di diritto romeno che possono essere possedute anche da<br />

soggetti fisici o giuridici non romeni.<br />

E.M. Consulting SA affianca l’investitore quale “partner<br />

guida”: sceglie le aree agricole dove poter acquistare i<br />

terreni, segue direttamente tutte le procedure necessarie<br />

all’acquisto compresa l’assistenza per la costituzione<br />

della società alla quale verrà intestato il terreno, supporta<br />

l’investitore in tutte le operazioni gestionali e amministrative,<br />

arrivando a gestire la società, su mandato dell’Investitore<br />

stesso, qualora questi lo richieda.


Sorin Radulescu<br />

L’Investitore viene informato in tutte le fasi dell’investimento<br />

e diventa parte attiva in tutte le decisioni sulla<br />

gestione dello stesso, su tutte le azioni necessarie per<br />

valorizzarlo, come, affittare il terreno, lavorarlo, apportarne<br />

migliorie, sino al momento della vendita.<br />

La vendita del terreno, “prezzo e momento”, vengono<br />

decisi dall’investitore il quale potrà avvalersi o meno della<br />

consulenza di E.M.Consulting.<br />

Perché proprio terreni agricoli?<br />

Data la forte crescita nella domanda di prodotti alimentari<br />

sui mercati internazionali negli ultimi anni, i Paesi<br />

con vaste aree di terreni agricoli rappresentano un’interessante<br />

opportunità d’investimento. Nello specifico, la<br />

Romania possiede 9.4 milioni di ettari (HA) di terreno<br />

arabile, ossia il 63% dell’area agricola del Paese (14.8<br />

milioni HA). Benché il prezzo dei terreni agricoli sia aumentato<br />

di 5 volte negli ultimi 5 anni, esso rimane ancora<br />

da 3 a 7 volte più basso rispetto a quello della maggior<br />

parte dei Paesi europei. Inoltre la Romania beneficia di<br />

numerosi fondi europei nel settore agricolo, pari a circa<br />

7.5 miliardi di Euro.<br />

Il terreno agricolo è poi da sempre considerato un asset<br />

sicuro, con una rivalutazione priva di rischi e conseguenti<br />

interessanti ritorni a medio temine.<br />

Raluca Dobre Emanuel Manache Octav Trifonescu<br />

Altri servizi<br />

Considerata la sua visione globale e soprattutto grazie<br />

alla trentennale esperienza maturata da parte del suo<br />

Management in Romania ed in altri Paesi operando in<br />

diversi settori, E.M. Consulting SA fornisce anche servizi<br />

di consulenza commerciale ed industriale.<br />

E.M. Consulting SA promuove inoltre la Fondazione<br />

ARTE e ARTA di Bucarest (www.arteartafoundation.com),<br />

organizzando eventi culturali ed artistici.<br />

La Fondazione, coadiuvata da E.M. Consulting SA, vuole<br />

evidenziare il dibattito culturale e mettere in luce giovani<br />

talenti romeni. Sono infatti previsti una serie di eventi<br />

artistici e dibattiti che toccheranno temi di grande attualità<br />

economica.<br />

E.M. Consulting SA<br />

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Sede Romania:<br />

Putul Lui Zamfir Street 30<br />

Sector 1, Bucharest, Romania<br />

Tel. +40 21 230 74 11<br />

Fax +40 21 230 75 69<br />

s.radulescu@emconsultingsa.com<br />

49


Vita dei Soci<br />

Programma:<br />

Moderatore: Roberto Giacobbo (Giornalista e conduttore<br />

Rai)<br />

16:00 Accoglienza partecipanti/Percorso didattico<br />

17:00 Apertura del Simposio/ Discorso di benvenuto<br />

Relatore: Saluto della Città di Lugano<br />

17:10 “Water management for health of man and<br />

ecosystems”<br />

Relatore: Prof. Janusz Dominik (Università<br />

di Ginevra)<br />

17:30 “L'eau souterraine, la préserver<br />

pour la santé”<br />

Relatore: Prof. François Zwahlen (Università<br />

di Neuchâtel)<br />

17:50 “Le Alpi, serbatoio d'Europa”<br />

Relatore: Marco Borradori (Dipartimento del<br />

territorio del Cantone <strong>Ti</strong>cino)<br />

18:10 Stacco musicale<br />

Musica dell’artista Claudio Taddei<br />

50 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

siMPosio “l’oro blu e il benessere”<br />

L’ importante simposio dal titolo “L’oro blu e il benessere” è il primo di una prestigiosa serie di<br />

appuntamenti inseriti nel più ampio progetto “In cammino verso Expo 2015”.<br />

Il simposio si terrà Lunedì 25 maggio <strong>2009</strong>, presso l’Università della Svizzera Italiana a<br />

Lugano.<br />

In occasione dell’evento è stato istituito il concorso fotografico “Il volto multietnico dell’acqua”,<br />

aperto a tutti gli interessati. La premiazione avverrà a Milano in occasione di un’importante<br />

manifestazione.<br />

Bando di concorso, informazioni sull’evento e iniziative collaterali saranno costantemente<br />

aggiornati sul sito www.waytomaffeisnetwork.ch<br />

Via Massagno 32 - c/o Parco Maraini - 6900 Lugano<br />

18:30 “L'Acqua e la Sfida della Sicurezza Alimentare”<br />

Relatore: Prof. Alessandro Leto (Senior Advisor<br />

G8, Acqua e sicurezza alimentare del<br />

Ministro degli Esteri italiano)<br />

18:50 “La tana e l`ottovolante” – Le nuove paure<br />

Relatore: Prof. Graziano Martignoni (SUPSI)<br />

19:10 “Fondazione Svizzera Madagascar: Quindici<br />

anni di attività per la difesa del diritto<br />

all'acqua pulita”<br />

Relatore: Mascia Cantoni (Presidente FSM)<br />

19:30 “Relevant Institutions for sustainable water<br />

management”<br />

Relatore: Gian Linard Nicolay (Commissione<br />

Tecnica FOSIT)<br />

19:50 “Acqua, cibo, sviluppo sostenibile: come<br />

spiegare alle nuove generazioni gli obiettivi<br />

del millennio. il caso Playfood”<br />

Relatore: Marta Ferrari (The Playfood<br />

Organization)<br />

20:10 Discorso di chiusura<br />

20:15 Aperitivo


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Iscrizione: Telefonare allo +41 91 922 95 18 (dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle14.00)<br />

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Info utili:<br />

Ogni trenta minuti c’è un treno per e da Lugano per raggiungere comodamente l'evento.<br />

Per coloro che dovessero recarsi in auto verranno messi a disposizione, specificatamente<br />

per l’occasione, numerosi posteggi nell’area “Ex-Campari” in Via la Santa nei pressi del<br />

Campus Universitario.<br />

51


Vita dei Soci<br />

Comunicato Stampa<br />

52 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

il fuTuro è assicuraTo<br />

Gruppo giovani imprenditori della SSIC TI in Assemblea<br />

Da sin.: Matteo Portesan (membro Comitato GGI), Corinne Denzler (Amministratrice delegata Tschuggen hotel Group),<br />

Alain Gujer (Pres. GGI), Veronica Meli (Segretaria GGI), Michele Barra (Vicepresidente SSIC TI) e Cleto Muttoni<br />

(Presidente SSIC TI)<br />

Il 30 marzo scorso si è svolta, all’Albergo Eden Roc di<br />

Ascona, la dodicesima Assemblea generale ordinaria<br />

del Gruppo Giovani Imprenditori (GGI) della Società<br />

svizzera impresari costruttori Sezione <strong>Ti</strong>cino. Questo<br />

gremio – che unitamente alle cinque Sottosezioni regionali<br />

è riconosciuto ufficialmente tra gli organi societari<br />

della SSIC TI – permette ai giovani attivi nelle imprese<br />

di costruzione di avvicinarsi concretamente alla<br />

vita associativa, di trovarsi e di conoscersi attraverso<br />

proposte di carattere professionale e culturale in senso<br />

lato. Il GGI consente inoltre di creare le premesse<br />

ideali per un dialogo aperto e per il coinvolgimento dei<br />

giovani impresari per gli avvicendamenti negli organi<br />

societari.<br />

Diretta dal Presidente Alain Gujer, l’Assemblea ha<br />

dapprima evaso le tradizionali trattande all’ordine del<br />

giorno per poi dar spazio a diversi temi di attualità,<br />

anche grazie alla presenza quali ospiti del Presidente<br />

cantonale della SSIC TI, Ing. Cleto Muttoni, del Vicepresidente<br />

Michele Barra e del Direttore del Centro di<br />

formazione di Gordola, Arch. Paolo Ortelli. Si è quindi<br />

discusso di situazione congiunturale, politica societa-<br />

ria, appalti, formazione professionale e sicurezza sui<br />

cantieri.<br />

Al termine dell’Assemblea, ha avuto luogo un’interessante<br />

conferenza tenuta da Corinne Denzler, Amministratrice<br />

delegata del gruppo di alberghi del quale<br />

fanno parte anche l’Eden Roc di Ascona, il Tschuggen<br />

Grand Hotel di Arosa e il Carlton Hotel di St. Moritz.<br />

Da notare che, negli ultimi 20 anni, sono stati realizzati<br />

investimenti in queste infrastrutture per un totale<br />

di 247 milioni di franchi. Corinne Denzler ha poi presentato<br />

i lavori di ampliamento eseguiti pochi anni fa<br />

all’albergo di Arosa (progettati dall’Arch. Mario Botta)<br />

e quelli previsti a partire dal mese di ottobre <strong>2009</strong><br />

all’Eden Roc di Ascona. Si tratta anche in questo caso<br />

di importanti interventi, particolarmente apprezzati in<br />

questo delicato momento economico, per un investimento<br />

complessivo di circa 20 milioni di franchi.


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Vita dei Soci<br />

Comunicato Stampa<br />

54 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

l’award della Meccanica <strong>2009</strong><br />

a Mikron sa agno<br />

Importante riconoscimento per l’eccellenza tecnologica al<br />

sistema di lavorazione Mikron NRG-50<br />

Alla prima edizione degli Award della Meccanica – premio<br />

internazionale del settore che ha l’obiettivo di diffondere<br />

e divulgare il mondo di valori su cui poggia un comparto<br />

strategico come quello dell’industria meccanica – Mikron<br />

SA Agno ha sbaragliato la concorrenza e conquistato due<br />

awards.<br />

Alla serata di Gran Galà della Meccanica svoltosi a Milano,<br />

alla presenza dei più importanti esponenti europei del<br />

settore, è stata premiata la qualità e l’eccellenza progettuale<br />

delle macchine utensili e dei sistemi per produrre.<br />

Una commissione di esperti italiani (docenti universitari,<br />

agenzie di comunicazione, tecnici e operatori del comparto,<br />

giornalisti specializzati) si è impegnata nel raccogliere<br />

dati e informazioni per selezionare e valutare le migliori<br />

soluzioni che il settore propone.<br />

Mikron NRG-50 si è profilato per la sua innovazione tecnologica<br />

tra i produttori di macchine transfer.<br />

Anche i visitatori della rete potevano esprimere on-line il<br />

loro parere e hanno decretato Mikron NRG-50 vincitore<br />

nella sua categoria.<br />

Una bella soddisfazione per gli ingegneri Mikron che con<br />

Mikron NRG-50 hanno saputo concepire un rivoluzionario<br />

sistema di lavorazione, che rappresenta il perfetto connubio<br />

tra alta tecnologia, funzionalità e design avveniristico.<br />

Maggiori dettagli sull’Award della Meccanica:<br />

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