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Passione ad Atlantide<br />
(Bluenocturne N° 46)<br />
The Nymph King<br />
Atlantis 03<br />
Nelle profondità sottomarine di<br />
Atlantide vivono le creature più seducenti<br />
che siano state create dagli dei. Tanto che<br />
mai una donna ha saputo resistere alla<br />
voce ammaliante e alle carezze di<br />
Valerian, il loro sovrano. Soltanto la<br />
timida, schiva Shaye sembra immune dal<br />
suo fascino. Ma quando un ninfo trova la<br />
sua compagna, rimane legato a lei per<br />
tutta la vita. E Valerian, certo che Shaye<br />
sia la sua anima gemella, è disposto a<br />
ricorrere alle più fantasiose tecniche di<br />
seduzione pur di conquistarla.<br />
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La loro bellezza è incantevole.<br />
Il loro potere senza limiti. Per secoli la<br />
solitudine ha dato loro la caccia, ma<br />
all'improvviso un raggio di luce illumina<br />
le tenebre della loro esistenza con la<br />
promessa di un amore destinato a durare<br />
per l'eternità.
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese:<br />
The Nymph King<br />
HQN Books © 2007 Gena Showalter<br />
Traduzione di Zinna Polo<br />
Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale<br />
in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin<br />
Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi<br />
riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale.<br />
© 2011 Harlequin Mondadori S.p.A.,<br />
Milano Prima edizione Bluenocturne<br />
agosto 2011<br />
Questo volume è stato impresso nel luglio 2011<br />
da Grafica Veneta S.p.A - Trebaseleghe (Pd)<br />
BLUENOCTURNE ISSN 2035 - 486X<br />
Periodico quindicinale n. 46 del 26/08/2011<br />
Direttore responsabile: Alessandra Bazardi<br />
Registrazione Tribunale di Milano n. 118 del 16/03/2009<br />
Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale<br />
Aut. n. 21470/211 del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA<br />
Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione<br />
Stampa G Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI)<br />
Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero:<br />
199 162171<br />
Harlequin Mondadori S.p.A.<br />
Via Marco D'Aviano 2-20131 Milano
VOLUME 165
Mantide<br />
Capitolo 1<br />
Valerian, re dei ninfi, si svegliò e cercò di districarsi dalla stretta<br />
della donna nuda e addormentata accanto a sé... solo per scoprire<br />
che le sue gambe erano intrecciate a quelle di altre due donne nude<br />
e addormentate.<br />
Con un risolino soddisfatto e arrochito dal sonno tornò a<br />
distendersi sul letto morbido, mentre scure ciocche femminili gli<br />
ricadevano su una spalla. Morbidi riccioli ramati fluttuavano sul suo<br />
stomaco, intrecciati ai capelli biondi di un'altra donna.<br />
In quel momento nel palazzo c'erano quattro donne, tutte umane<br />
e tutte sexy. Qualche settimana prima, poco dopo che la sua armata<br />
aveva preso possesso della fortezza, le donne avevano attraversato<br />
per caso il portale che collegava Atlantide con il mondo in superficie.<br />
Gli dei dovevano sorridergli, dato che tre di esse ora scaldavano il<br />
suo letto.<br />
Valerian osservò le bellezze che dormivano sazie e serene intorno<br />
a lui, tutte alte, morbide e abbronzate, con espressioni che andavano<br />
dall'audace al tenero.<br />
Lui comunque non si curava del loro aspetto. Amava le donne,<br />
amava il proprio potere su di loro e non se ne vergognava. Anzi. Gli<br />
piaceva assaporarle e divorarle.<br />
Nessuna costituiva mai più di un passatempo temporaneo, eppure<br />
ne adorava ogni aspetto: la dolce morbidezza, i gemiti ansimanti, i<br />
profumi inebrianti. Amava il modo in cui le loro gambe gli<br />
stringevano la vita o la testa e lo accoglievano in paradiso,<br />
permettendogli di penetrarle con uno slancio gentile e una spinta<br />
incalzante, a seconda delle sue preferenze del momento.<br />
Mentre Valerian giaceva a letto, la luce che filtrava dalla cupola di<br />
cristallo sopra di loro immergeva le sue compagne in un alone
scintillante. L'aria era carica di un desiderio quasi palpabile e i corpi<br />
emanavano un calore inebriante, creando una sorta di bozzolo di<br />
pericolosa seduzione intorno a loro.<br />
Sì, la sua vita era davvero dolce.<br />
Alle donne bastava guardarlo per desiderarlo. Odoravano il suo<br />
profumo erotico e si sentivano già pronte al piacere, sentivano la sua<br />
voce profonda ed erano disposte a spogliarsi davanti a lui. Una<br />
singola carezza era sufficiente per suscitare in loro un acuto<br />
struggimento e indurle a implorare altre meravigliose sensazioni.<br />
Valerian non se ne vantava, il suo potere di seduzione era un dato di<br />
fatto.<br />
In quel momento la donna con i capelli neri si svegliò e gli posò<br />
una mano piccola e delicata sul petto. Janet? Gail? Non era sicuro<br />
del nome. In realtà, non ricordava mai come si chiamavano le<br />
donne con cui andava a letto. Erano solo una lunga sequenza di<br />
corpi che gli davano piacere e lo accoglievano felici dentro di sé.<br />
«Valerian» lo chiamò la mora in tono implorante. Aveva ancora<br />
un'espressione assonnata, ma la mano cominciò a muoversi con<br />
lentezza fino a raggiungere il suo membro, carezzandolo su e giù e<br />
risvegliandolo.<br />
Senza neanche guardarla, lui la fermò prendendole la mano e<br />
portandosela alle labbra per un casto bacio. Lei ebbe un fremito e i<br />
capezzoli le si inturgidirono contro il suo fianco.<br />
«Stamattina no, dolcezza» disse, parlando nella lingua della<br />
donna. Ci aveva messo due settimane, ma ormai la padroneggiava<br />
con sicurezza, come se l'avesse sempre conosciuta. «Tra poco devo<br />
andare. C'è bisogno di me altrove.»<br />
Gli sarebbe piaciuto rimanere e concedersi un'altra ora o due di<br />
baldoria, ma i suoi uomini lo aspettavano nell'arena delle<br />
esercitazioni. Là li avrebbe aiutati ad affinare la loro abilità con la<br />
spada e a scacciare la frustrazione che li tormentava da giorni,<br />
dimenticando i bisogni carnali sempre presenti grazie alla prospettiva<br />
della guerra imminente.<br />
Guerra, sospirò tra sé. Da quando il suo esercito aveva<br />
conquistato quel palazzo, strappandolo ai draghi già indeboliti da un
precedente scontro con gli umani, la guerra era diventata inevitabile.<br />
Valerian lo accettava, ma ora i suoi uomini erano indeboliti dalla<br />
mancanza di sesso e questo era inaccettabile.<br />
Il sesso li aiutava a conservare le forze, il suo popolo era fatto<br />
così. Forse avrebbero dovuto portarsi dietro le loro donne, ma per<br />
tenerle al sicuro aveva preferito lasciarle lontane, senza prevedere<br />
che sarebbero rimasti separati tanto a lungo.<br />
Conclusa la battaglia iniziale, Valerian le aveva convocate, ma le<br />
ninfe non si erano fatte vedere. Purtroppo non ne avevano trovato<br />
traccia nella Città Interna e neanche in quella Esterna e lui era<br />
sempre più preoccupato. Aveva inviato un battaglione a cercarle,<br />
con l'ordine di uccidere chiunque avesse tentato di far loro del male.<br />
Per i nemici sarebbero stati guai.<br />
L'ira dei ninfi era terribile.<br />
Nonostante l'ansia che lo attanagliava, Valerian non poteva<br />
escludere che le ninfe avessero incontrato un gruppo di uomini e<br />
fossero ancora impegnate in orge sfrenate. Anche loro, dopotutto,<br />
avevano un disperato bisogno di sesso.<br />
«Mmh, sei fantastico» mormorò la donna dai capelli neri. «Stare<br />
con te è meglio che fare l'amore con qualsiasi altro uomo.»<br />
«Lo so, dolcezza» borbottò Valerian distratto.<br />
L'astinenza dei suoi uomini si sarebbe probabilmente prolungata<br />
ancora per molto tempo e dunque lui avrebbe dovuto sentirsi in<br />
colpa per gli eccessi della notte. Forse sarebbe stato così, se avesse<br />
chiamato quelle donne in camera, ma erano state loro a seguirlo,<br />
strappandogli i vestiti di dosso e leccando ogni centimetro del suo<br />
corpo ancor prima che mettesse piede in quella stanza.<br />
Aveva cercato di liberarsene e di mandarle dai suoi uomini, ma<br />
loro gli si erano attaccate con insistenza ancora maggiore. A quel<br />
punto cosa poteva fare, se non cedere?<br />
Magari, dopo l'esercitazione, avrebbe suggerito ancora una volta<br />
a quei deliziosi bocconcini di cercarsi un altro amante.<br />
«So che devi andartene, ma io muoio dalla voglia di toccarti,<br />
Valerian» dichiarò la donna con i capelli neri mettendo il broncio. Si
puntellò su un gomito e gli piazzò davanti agli occhi il seno florido.<br />
«Non dirmi di no» lo implorò, seguendo il contorno del capezzolo<br />
con la punta di un dito. «Stanotte ti sei preso tanta cura di me e ora<br />
vorrei ricambiarti.»<br />
La donna dai capelli rossi al suo fianco si svegliò. «Mmh...<br />
buongiorno» lo salutò assonnata.<br />
La terza donna si stirò come un gatto e si mise a sedere, con i<br />
lunghi capelli dorati che le ricadevano sulle spalle simili a una<br />
splendida cascata lucente. «Buongiorno» lo salutò a sua volta con<br />
voce arrochita.<br />
«Sei stato incredibile» dichiarò la rossa, gli occhi azzurri colmi di<br />
soddisfazione al ricordo degli sfrenati eccessi condivisi quella notte.<br />
«Anche tu... dolcezza.» Valerian cercò ancora una volta di<br />
ricordare il suo nome, ma invano. Si strinse nelle spalle: in fondo<br />
non era importante. Per lui erano tutte dolci. «È mattina; è ora che<br />
ognuno di noi si dedichi ai suoi doveri.»<br />
«Non mandarci via. Non ancora» lo implorò la mora. Il suo<br />
respiro caldo gli sfiorò l'orecchio e la lingua seguì la curva della<br />
guancia. «Lascia che ci godiamo... ancora un assaggio» aggiunse,<br />
intervallando le parole con baci e morsetti.<br />
Tre paia di mani e di seni furono su di lui, bocche calde e avide lo<br />
succhiarono e tre fessure femminili umide e ardenti si strusciarono<br />
contro il suo corpo, mentre un inebriante odore di desiderio lo<br />
avvolgeva.<br />
«Solo starti vicina mi fa morire dalla voglia di venire» dichiarò una<br />
voce rauca.<br />
«Sai sempre quello che voglio prima di me» ansimò un'altra. «Non<br />
riesco mai a saziarmi di te.»<br />
«Sei come una droga» sussurrò la terza. «Morirei senza di te.»<br />
Gemiti e grida di piacere gli risuonarono nelle orecchie e un fuoco<br />
ardente si propagò in tutto il suo corpo, dandogli quella forza che<br />
solo il sesso poteva fornirgli. In occasioni come quella Valerian<br />
prendeva le sue amanti con una selvaggia intensità, più adatta al
campo di battaglia che al letto. Forse poteva aspettare il pranzo per<br />
raggiungere i suoi uomini.<br />
Il sudore scorreva sul petto nudo di Valerian, mentre roteava la<br />
pesante spada di metallo e colpiva quella dell'avversario.<br />
Broderick barcollò all'indietro e cadde sul sedere, mandando<br />
schizzi di fango in ogni direzione. Alcuni imbrattarono gli stivali<br />
appena puliti di Valerian.<br />
«Alzati» gli ordinò, quando Broderick non accennò a muoversi.<br />
«Non ce la faccio» rispose l'amico ansimando.<br />
Valerian si incupì: era la quarta volta in un'ora di esercitazioni che<br />
l'altro finiva a terra. In genere Broderick era forte e possente come<br />
lui, quindi tanta debolezza era davvero sconcertante.<br />
Il senso di colpa che fino a quel momento era riuscito a tenere a<br />
bada lo investì. Avrebbe dovuto mandare le donne dai suoi uomini.<br />
Ora lui era più forte che mai e loro debolissimi.<br />
«Maledizione» imprecò Broderick. Era ancora a terra, la voce tesa,<br />
la testa china e i capelli biondi che gli ricadevano sugli occhi. «Non<br />
so quanto potrò resistere ancora.»<br />
«E gli altri?» Valerian infilò nella sabbia dell'arena la punta della<br />
spada, modellata come un cranio allungato e letale, capace di<br />
infliggere danni tremendi. Per questo l'aveva chiamata Teschio.<br />
Il suo sguardo si spostò sul resto dell'armata: alcuni erano seduti<br />
su una panca e affilavano le armi, altri appoggiati a un muro di<br />
pietra bianca e argentea, lo sguardo vacuo. Soltanto Theophilus<br />
pareva in buone condizioni; era anche l'unico a prestargli ascolto.<br />
No, non proprio l'unico. Joachim lo fissava con furia, i gomiti<br />
appoggiati alle ginocchia.<br />
Perché il cugino era così arrabbiato?<br />
«Mettetevi in riga» ordinò Valerian. «Subito.» Il suo tono duro<br />
ottenne finalmente la loro attenzione.<br />
Gli uomini formarono una riga alquanto irregolare e solo pochi<br />
assunsero un atteggiamento vigile e battagliero. Il cipiglio di Valerian<br />
aumentò. I suoi uomini erano tutti alti e muscolosi, con la pelle
abbronzata e i tratti perfetti. La loro bellezza era tale che a volte<br />
vedendoli le donne si mettevano a piangere, ma ora mostravano<br />
rughe di tensione intorno agli occhi e alla bocca e gambe tremanti e<br />
instabili.<br />
«Ho bisogno che siate forti e capaci e invece siete deboli come<br />
neonati.» Darius, re dei draghi, avrebbe saputo da un momento<br />
all'altro che Valerian aveva conquistato il palazzo e a quel punto li<br />
avrebbe attaccati. Se la sfida fosse avvenuta quel giorno, i suoi<br />
guerrieri sarebbero caduti in fretta, uno dopo l'altro.<br />
La sconfitta era inaccettabile; meglio morire, piuttosto. Un<br />
guerriero doveva sempre vincere.<br />
Broderick sospirò e si passò una mano sul viso, fissandolo cupo.<br />
«Abbiamo bisogno di fare sesso, Valerian. E ne abbiamo bisogno<br />
ora.»<br />
«Lo so.» Purtroppo le tre umane esauste che ora dormivano nel<br />
suo letto non sarebbero riuscite a reggere l'impatto di tutti i suoi<br />
avidi guerrieri in una volta sola.<br />
Poteva mandare un battaglione nella Città Esterna, a catturare<br />
delle sirene, una razza di donne che adorava il sesso quanto i ninfi.<br />
Erano pericolose, certo, amavano sedurre e poi uccidere, ma unirsi a<br />
loro era così inebriante che valeva la pena di correre quel rischio.<br />
Tutte le volte che i suoi uomini erano entrati in città nelle ultime<br />
settimane, però, le donne di ogni razza si erano nascoste, quasi<br />
fossero dei mostri o dei demoni. Nessuna di loro voleva ritrovarsi<br />
preda dell'irresistibile fascino dei ninfi, pronta a perdere la propria<br />
identità e a esistere solo per compiacere l'amante. E questo valeva<br />
anche per le loro compagne, che erano trattate come un tesoro<br />
prezioso, ma erano schiave come le altre.<br />
«Sentire l'odore delle umane su di te rende il mio bisogno ancora<br />
più intenso» disse Dorian. Con i suoi capelli nerissimi, i tratti perfetti<br />
e il malizioso senso dell'umorismo, attraeva donne di tutte le razze.<br />
Ora però non c'era niente di allegro e malizioso in lui; anzi, pareva<br />
irradiare gelosia e risentimento. «Se ne avessi le forze ti ucciderei.»
Valerian si sentì ancora più in colpa. Per quanto odiasse<br />
ammetterlo, c'era un solo modo di risolvere quella sgradevole<br />
situazione.<br />
«Volete attraversare il portale?» chiese, intrecciando le mani dietro<br />
la schiena. Da quando avevano scoperto la strana pozza verticale<br />
nelle caverne sotto il palazzo, la stessa usata dalle donne per<br />
viaggiare dalla superficie ad Atlantide, i suoi uomini lo avevano<br />
implorato innumerevoli volte di utilizzarla. Ogni volta Valerian<br />
aveva risposto di no. Secondo il suo amico Layel, re dei vampiri, gli<br />
abitanti di Atlantide non potevano sopravvivere a lungo in<br />
superficie.<br />
Inoltre, aveva bisogno che i suoi uomini restassero là a<br />
combattere e a difendere il palazzo conquistato. Deboli com'erano<br />
in quel momento, però, non sarebbero certo riusciti a sconfiggere i<br />
draghi.<br />
Se c'era la possibilità di trovare altre umane, valeva la pena di<br />
correre il rischio di un viaggio in superficie.<br />
«Ebbene?» li incalzò.<br />
Gli uomini sorrisero e lo circondarono, mentre un coro di assenso<br />
usciva dalle loro bocche. Solo Theophilus rimase in silenzio, ma<br />
d'altra parte lui non aveva bisogno di visitare la superficie, visto che<br />
si era accoppiato con la quarta umana presente nel palazzo.<br />
Accoppiato, pensò Valerian cercando di non rabbrividire.<br />
Quando un ninfo trovava la sua compagna, quell'unione durava per<br />
tutta la vita. L'età e le circostanze non avevano importanza, a quel<br />
punto il suo corpo non desiderava nessun'altra, il suo cuore batteva<br />
solo per lei. Gli avevano detto che l'avrebbe riconosciuta al primo<br />
sguardo e lei avrebbe fatto lo stesso, scegliendolo fra tutti gli altri.<br />
Come molti dei suoi uomini, Valerian era troppo legato alla<br />
libertà e temeva il giorno in cui avrebbe trovato la sua compagna.<br />
Non riusciva a immaginare di desiderare una sola donna. Non<br />
riusciva a concepire che una sola donna potesse attirare il suo<br />
interesse e saziare le sue passioni per più di una notte.<br />
Forse non era destinato a trovare una compagna... o almeno lo<br />
sperava.
«Varcheremo il portale?» chiese uno dei suoi uomini, riportandolo<br />
al presente.<br />
«Sì» rispose Valerian, allargando le braccia in segno di resa.<br />
«Quando partiamo?» volle sapere Broderick.<br />
«Grazie, grande re» disse Shivawn.<br />
«Per gli dei, ho bisogno di un po' di attenzioni femminili!» esclamò<br />
Dorian.<br />
Le loro voci erano cariche di sollievo, gli occhi accesi di desiderio.<br />
Non poteva biasimarli, anche lui si sarebbe ridotto a uno stato<br />
bestiale, se fosse rimasto senza sesso a lungo come loro. D'altra parte<br />
era sicuro che quel destino non gli sarebbe mai toccato. Il suo fascino<br />
era superiore a quello di tutti gli altri, tanto che nessuna donna<br />
poteva resistergli.<br />
«La maggior parte di voi dovrà restare di guardia nel palazzo e<br />
quelli che andranno non potranno trattenersi più di un'ora o due» li<br />
informò in tono fermo. «Ne riporteremo indietro il maggior numero<br />
possibile e poi ognuno potrà scegliere la donna che preferisce.»<br />
«Avremmo dovuto farlo giorni fa» borbottò Joachim.<br />
Valerian decise di ignorarlo. Era la frustrazione a spingere il<br />
cugino a parlare così, lo sapeva.<br />
«Non possiamo trattenerci più a lungo?» chiese Dorian, di nuovo<br />
accigliato.<br />
«Ricordate, non sappiamo niente della superficie, dei suoi abitanti<br />
e delle loro armi, mentre sappiamo con certezza che i draghi ci<br />
attaccheranno presto. Dobbiamo prendere le donne che vogliamo e<br />
tornare indietro di corsa» stabilì Valerian.<br />
«Dobbiamo?» ripeté Broderick.<br />
«Vi guiderò io, naturalmente.» Valerian non intendeva mandare i<br />
suoi uomini in un territorio sconosciuto senza di lui. «Non<br />
preoccupatevi, non reclamerò una donna per me. Le tre donne in<br />
camera mia mi forniscono stimoli a sufficienza.» Per il momento,<br />
almeno. «Lascerò a voi la scelta.»
Capitolo 2<br />
Un matrimonio in Florida, completo di una lunga spiaggia bianca,<br />
onde turchesi, magici tramonti e brezze profumate. Petali di rose<br />
bianche erano sparsi sulla sabbia finissima e il vento li sollevava in<br />
una danza turbinosa, mente la coppia in procinto di giurarsi amore<br />
eterno si fissava negli occhi tenendosi per mano.<br />
Esisteva al mondo qualcosa di più dolce? Di più romantico? Di<br />
più... vomitevole?<br />
Shaye Holling si lasciò sfuggire l'ennesimo sospiro di frustrazione e<br />
abbassò lo sguardo sul costume simile a uno stravagante bikini: la<br />
parte superiore era costellata di finte conchiglie e quella inferiore era<br />
una sorta di gonnellina che imitava i fili d'erba. Tutte le damigelle<br />
indossavano quell'orrenda tenuta, in modo da far risaltare ancora di<br />
più la bellezza della sposa.<br />
Shaye aveva la pelle e i capelli chiarissimi e nel corso degli anni si<br />
era sentita chiamare Fantasmino, Regina delle nevi, Vampiro e<br />
Albina. L'unico colore che spiccava nel volto pallidissimo era quello<br />
degli occhi di un caldo castano.<br />
Avrebbe potuto usare l'autoabbronzante che la madre le aveva<br />
mandato per posta in preparazione di quell'evento, ma le<br />
conseguenze dell'ultima applicazione di quel tipo di prodotto erano<br />
ancora fin troppo fresche nella sua mente. La sua pelle aveva assunto<br />
un'orribile sfumatura arancione e si era coperta di macchie e<br />
foruncoli, suscitando gli sguardi inorriditi di chiunque incontrasse.<br />
All'improvviso, guardando la sposa, che era anche sua madre, le<br />
venne una nuova idea per la sua piccola impresa di anti-biglietti.<br />
Devo ammetterlo, hai portato la religione nella mia vita: adesso<br />
credo nell'inferno.<br />
Shaye sospirò di nuovo e i lunghi capelli di un bianco argenteo le<br />
ondeggiarono sulle spalle, imitando il movimento del vestito di satin<br />
color crema che fluttuava intorno alle caviglie della madre. Esisteva<br />
al mondo una donna più bella di Tamara, presto signora Wendell,
più rifatta e più incline a passare da un uomo all'altro, come fossero<br />
kleenex da usare e gettare via?<br />
Se non si sbagliava, quello era il suo sesto matrimonio.<br />
Proprio in quel momento la madre incontrò il suo sguardo e<br />
corrugò la fronte. «Stai diritta. Sorridi» le ingiunse muovendo le<br />
labbra in silenzio.<br />
Come al solito Shaye finse di non notarla e concentrò l'attenzione<br />
sul sacerdote. Qualche frammento del suo solenne discorso giunse<br />
fino a lei trasportato dalla brezza, prima che l'insofferenza la<br />
inducesse a bloccare del tutto la sua voce.<br />
Amore... come odiava quella parola. La gente la usava come scusa<br />
per comportarsi in modo ridicolo. Mi ha ingannato, ma resterò con<br />
lui perché lo amo. Mi ha picchiato, ma resterò con lui perché lo<br />
amo. Mi ha rubato tutti i risparmi, ma non lo denuncerò perché lo<br />
amo. Quante volte aveva sentito la madre pronunciare quelle<br />
parole?<br />
Quante volte gli uomini con cui stava la madre l'avevano<br />
molestata, sostenendo di non amare più Tamara e di esseri<br />
innamorati di lei? Le prime volte Shaye era ancora una bambina.<br />
E suo padre non era migliore. Lascio tua madre perché mi sono<br />
innamorato di un'altra. Nel corso degli anni quella dichiarazione si<br />
era ripetuta spesso.<br />
Dopo che la sua ultima moglie l'aveva imbrogliato, per poi<br />
chiedere il divorzio, Shaye gli aveva mandato un biglietto che diceva<br />
solo: Mi dispiace tanto. In realtà avrebbe voluto fargli notare che<br />
finalmente si beccava quello che meritava, ma non c'erano biglietti di<br />
quel tipo. Per questo aveva cominciato a scriverli lei e ora la sua<br />
piccola impresa andava a gonfie vele. Pareva proprio che ci fosse<br />
molta gente ansiosa di mandare il prossimo a farsi fottere,<br />
naturalmente senza dirglielo in modo così diretto.<br />
Shaye lavorava ottanta ore la settimana, ma ne valeva la pena.<br />
Grazie a biglietti popolari come: Sto così male senza di te che sembra<br />
quasi che tu sia qui, o: Puoi ottenere di più con una pistola e una<br />
parola gentile che solo con una parola gentile forniva lavoro a<br />
ventitré altre donne simili a lei e faceva più soldi di quanto avrebbe
mai creduto possibile. A un certo punto si era resa conto di non<br />
riuscire a mandare avanti tutto da sola e aveva promosso a socia la<br />
sua efficiente segretaria. Da allora le cose erano andate ancora<br />
meglio.<br />
La vita finalmente sorrideva alla strana bambina che non era mai<br />
stata all'altezza delle aspettative dei genitori.<br />
«Ora può baciare la sposa» disse il pastore.<br />
Shaye sospirò di sollievo e rilassò le spalle, mentre la tensione si<br />
scioglieva.<br />
Di lì a poco avrebbe preso l'aereo per Cincinnati e sarebbe<br />
tornata al suo appartamento piccolo e tranquillo, dove niente,<br />
nemmeno un gatto, la disturbava.<br />
Tra gli applausi scroscianti, lo sposo dai lineamenti rifatti e<br />
l'abbronzatura artificiale piazzò un bacio umido sulla bocca della<br />
madre di Shaye, poi la coppia raggiante si girò e cominciò a<br />
camminare tra le ali di invitati. Shaye si avvicinò all'acqua, ansiosa di<br />
allontanarsi mentre tutti gli altri riempivano la grande tenda<br />
montata per il rinfresco.<br />
Aveva fatto un'altra volta il suo dovere di figlia e non aveva alcun<br />
motivo per rimanere. Inoltre, il costume di conchiglie ed erba le<br />
provocava uno sgradevole prurito.<br />
«Dove vai, sciocca?» le chiese una delle altre damigelle,<br />
prendendola sottobraccio. La sua stretta aveva una forza<br />
sorprendente, per una persona così snella. «Dobbiamo fare le foto e<br />
servire gli ospiti.»<br />
Dunque la tortura non era ancora finita, pensò Shaye con un<br />
gemito.<br />
Dopo aver posato per un'ora per un fotografo che alla fine<br />
rinunciò al tentativo di farla sorridere, si ritrovò a servire la torta a<br />
una fila di invitati con un debole per lo champagne. La maggioranza<br />
la ignorò, limitandosi a prendere la fetta di torta e andarsene.<br />
Qualcuno cercò di attaccare discorso, ma si ritirò in fretta davanti<br />
alla sua risposta brusca.
Quando finirà? Voglio tornare a casa. La fila si era fermata. Un<br />
uomo aveva preso la fetta di torta, ma invece di allontanarsi la<br />
fissava.<br />
«Posso aiutarla?» chiese Shaye.<br />
«Prenderei una fettina anche di te, se è possibile» dichiarò questi,<br />
tenendo in equilibrio il piatto in una mano e la coppa di champagne<br />
nell'altra. I suoi occhi verdi la fissavano divertiti e maliziosi.<br />
Portava una camicia bianca aperta sul collo, si era allentato il<br />
farfallino nero e i capelli color sabbia avevano un taglio perfetto. Era<br />
uno dei testimoni dello sposo, ricordò lei.<br />
«Signore, sta bloccando la fila» gli fece notare Shaye in tono duro<br />
e severo. Poi riprese a tagliare la torta e a sistemare le fette nei piatti.<br />
Aveva imparato fin da piccola a tenere la gente a distanza; se questo<br />
voleva dire farsi odiare, a lei non importava. Non poteva<br />
permettersi di ammorbidirsi, perché era proprio quel tipo di<br />
emozioni a causare delusione, rifiuto e sofferenza. «Si muova. Subito»<br />
gli ingiunse.<br />
L'uomo non obbedì. «Pensavo che forse...»<br />
«Shaye, tesoro» trillò la madre avvicinandosi. Il suo profumo<br />
costoso l'avvolse, mescolandosi all'aroma di zucchero e spezie. «Sono<br />
così contenta che tu abbia conosciuto Preston, il tuo nuovo<br />
fratellastro.»<br />
Oh, no, un altro! Shaye non sapeva che il nuovo marito della<br />
madre avesse dei figli, anche perché l'aveva conosciuto solo un'ora<br />
prima delle nozze.<br />
Lanciò un breve sguardo a Preston. «Non ho mai legato molto<br />
con gli altri» borbottò a mo' di scusa.<br />
«Già, l'ho sentito dire» ridacchiò lui.<br />
Quando rideva così era ancora più bello. Shaye distolse lo<br />
sguardo, raccolse due piatti e li passò agli invitati in fila dietro di lui.<br />
«È stato un piacere conoscerti, Preston, ma devo finire di servire gli<br />
altri ospiti» cercò di liquidarlo.<br />
L'orchestra scelse proprio quel momento per attaccare un brano<br />
lento e romantico. «Vuoi ballare con me, sorellina?» le propose
Preston senza darsi per vinto. «Quando avrai finito qui,<br />
naturalmente.»<br />
Shaye fece per dire no, poi si rese conto che aveva voglia di<br />
accettare. Sebbene cambiasse fratellastri e sorellastre più in fretta dei<br />
vestiti e con ogni probabilità non l'avrebbe più rivisto, era tentata di<br />
dirgli di sì. Non era attratta da lui, ma Preston rappresentava tutto<br />
ciò che si era sempre negata. E che doveva continuare a negarsi,<br />
ricordò a se stessa. Era più sicuro così.<br />
«No» rispose brusca, riportando l'attenzione sulla torta di nozze.<br />
Tamara tentò una risatina tesa. «Non c'è bisogno di essere così<br />
villana, Shaye. Un ballo non ti ucciderà.»<br />
«Ho detto di no, mamma.»<br />
Dopo un silenzio carico di tensione, la madre puntò il dito contro<br />
un'altra damigella. «Tu, occupati di servire la torta. Shaye, vieni con<br />
me.»<br />
Le strinse forte il polso e la trascinò fuori dalla tenda del rinfresco,<br />
fino alla riva del mare. Ecco che ricomincia, sospirò Shaye. Ogni<br />
volta che lei e la madre si ritrovavano vicine, Tamara le faceva una<br />
scenata e le ricordava ancora una volta quanto l'avesse delusa.<br />
La sabbia si insinuava nei sandali, la calda brezza marina<br />
l'avvolgeva, sollevando la gonnellina d'erba sulle sue ginocchia, raggi<br />
argentei di luna illuminavano il loro cammino e le onde si<br />
frangevano a un ritmo dolce e rilassante.<br />
I vellutati occhi castani della madre - identici ai suoi - la fissarono<br />
furenti. Tamara lasciò cadere la sua mano come se il contatto potesse<br />
provocarle le rughe. «Stai trattando i miei ospiti come se avessero<br />
una malattia contagiosa» l'accusò.<br />
Shaye si strinse tra le braccia. «Se mi conoscessi, sapresti che lo<br />
faccio con tutti.»<br />
«Non me ne importa! Finché sarai qui tratterai tutti, e<br />
specialmente Preston, con rispetto. Sono stata chiara? Per una volta,<br />
fingi di avere un cuore.»
Quell'ultima osservazione la ferì, ma Shaye si costrinse a sorridere.<br />
«Perché non vai a cercare il tuo nuovo marito e lasci che lui ti calmi?<br />
Litigare così ti farà rinsecchire come uva passa.»<br />
La madre sussultò inorridita e si tastò la pelle intorno agli occhi in<br />
cerca di zampe di gallina. «Ho appena fatto un'iniezione di Botox e<br />
non dovrei avere rughe! Insomma, ho appena trovato l'amore della<br />
mia vita» proruppe battendo il piede per terra stizzita. «Perché non<br />
puoi capirlo ed essere felice per me?»<br />
«Il sesto amore della tua vita» le ricordò Shaye.<br />
«E allora? In passato ho commesso degli errori, ma è sempre<br />
meglio che evitare tutte le relazioni per timore di soffrire, come fai<br />
tu. Non esci mai con un uomo, Shaye.»<br />
Era vero. In realtà ci aveva provato, per scoprire che gli uomini<br />
non mantenevano mai la promessa di telefonare e non erano<br />
interessati a lei come persona. Volevano solo portarla a letto e<br />
ammiravano altre donne anche quando avrebbero dovuto dedicarsi<br />
a lei.<br />
Mentivano, usavano e imbrogliavano. Non valeva la pena di<br />
soffrire per loro.<br />
«Ti faccio i miei migliori auguri per il tuo nuovo matrimonio,<br />
mamma» tagliò corto. «E ora devo proprio ritornare a casa.»<br />
«Tu non vai da nessuna parte fino a quando non ti sarai scusata<br />
con Preston. Lo hai trattato malissimo e io non intendo tollerarlo,<br />
chiaro?»<br />
Era vero, l'aveva trattato male, ma non intendeva scusarsi. Così<br />
avrebbero cominciato a parlare e a diventare amici e questo avrebbe<br />
aperto la porta a tutto ciò che lei voleva evitare. «Ti aspetti davvero<br />
che ti obbedisca, dopo avermi lasciata nelle mani delle tate per tutta<br />
l'infanzia?»<br />
«Be', sì» rispose Tamara esitante.<br />
«Dimentichi qualcosa: io sono la gelida Principessa di Amarilandia,<br />
come mi hai chiamato spesso.»<br />
«Avrei dovuto immaginare che ti saresti comportata così» sbottò<br />
la madre. «Volevo una figlia simpatica e normale e invece mi sono
itrovata con te. Non sarai contenta fino a quando non avrai<br />
rovinato il mio matrimonio.»<br />
«Quale?» chiese Shaye secca. Preferiva il gelido torpore con cui in<br />
genere si difendeva e che l'aveva salvata fin dall'infanzia, evitandole<br />
la depressione e procurandole una vita piena di soddisfazioni, se non<br />
di felicità.<br />
«Tutti» rispose Tamara senza guardarla, gli occhi fissi sull'acqua<br />
limpida. «Sei gelosa di me e non vuoi che sia felice. Ogni volta che<br />
mi avvicino fai qualcosa per ferirmi.»<br />
Fra tutte le accuse materne, questa era quella che la feriva di più:<br />
dopotutto era là proprio perché voleva che fosse felice. Non l'aveva<br />
mai scacciata dalla sua vita, perché nonostante tutto teneva a lei e<br />
desiderava ancora la sua approvazione.<br />
«Conner e io volevamo che questo giorno fosse perfe...» Tamara<br />
si interruppe e sgranò gli occhi. «Mmh, oh, sì, è perfetto» sospirò in<br />
tono sognante.<br />
Pareva sul punto di togliersi il vestito e di ballare nuda e Shaye<br />
sbatté le palpebre confusa. «Mamma...»<br />
«Che uomo perfetto!» mormorò Tamara. Pareva quasi ipnotizzata<br />
e nella sua voce si avvertiva una passione carica di fantasie segrete.<br />
«Di che cosa stai parlando?» Shaye spostò lo sguardo sull'oceano e<br />
rimase a bocca aperta.<br />
Sei barbari alti e muscolosi stavano uscendo dall'acqua come<br />
primitivi dei marini e la luce della luna creava intorno a loro un<br />
alone argenteo. Ognuno stringeva in mano una spada dall'aria<br />
affilata. Portavano anche dei subacquei privi di sensi, alcuni tra le<br />
braccia, altri riversi sulle spalle, eppure Shaye non riusciva a<br />
curarsene.<br />
Erano a torso nudo e sfoggiavano muscoli possenti, una pelle<br />
abbronzata che pareva oro liquido e volti perfetti e virili che<br />
avrebbero fatto l'invidia di qualsiasi modello.<br />
Erano incredibili, surreali, magnifici.<br />
Shaye trasalì, il cuore le mancò un colpo e un'ondata ardente la<br />
invase. Ora i sei guerrieri la guardavano come se costituisse un
pranzetto succulento. E lei provava l'assurdo desiderio di distendersi<br />
nuda sulla tavola, offrendosi come un dolce da consumare gratis.<br />
Si umettò le labbra. Aveva l'acquolina in bocca e un nodo allo<br />
stomaco. La sua pelle era percorsa da uno strano formicolio. Sono<br />
eccitata. Perché? E, soprattutto, come mai non se la dava a gambe?<br />
I sei uomini erano sempre più vicini, tanto che poteva vedere le<br />
goccioline d'acqua scendere lungo i petti glabri e raccogliersi negli<br />
ombelichi sexy, per poi scivolare più in basso...<br />
Basta, doveva riprendersi. Lo sguardo le scivolò sull'uomo al<br />
centro e per un momento Shaye dimenticò di muoversi e di<br />
respirare. Pericoloso, le suggerì la mente. Letale. Era più alto degli<br />
altri, i capelli biondi, bagnati e arruffati, gli incorniciavano un viso<br />
dai lineamenti perfetti e gli occhi... Oh, Dio, i suoi occhi... Erano<br />
turchesi e così erotici e seducenti che Shaye sentì i capezzoli che si<br />
indurivano e un pulsare sordo tra le gambe.<br />
C'era qualcosa di selvaggio in lui, una calma ingannevole che<br />
inviava un messaggio eloquente: quell'uomo faceva quello che gli<br />
pareva, era chiaro. Mentre Shaye lo guardava lui la fissò con<br />
intensità, fino a quando i suoi occhi divennero di un turchese più<br />
cupo e tempestoso. L'eccitazione però venne presto sostituita da un<br />
lampo di rabbia.<br />
«Miei» dichiarò Tamara, ancora persa in una sorta di trance. «Tutti<br />
miei.»<br />
I guerrieri uscirono dall'acqua e lasciarono cadere i sommozzatori<br />
ancora incoscienti sulla spiaggia. Ora che aveva le braccia libere,<br />
l'uomo alto e biondo nel mezzo le fece cenno di avvicinarsi, ma con<br />
un grande sforzo Shaye riuscì a scuotere la testa. La mente la<br />
spingeva a obbedire, ma lei scosse di nuovo la testa con forza.<br />
L'uomo aggrottò le sopracciglia. «Vieni qui» le disse. La sua voce<br />
era ridotta a un rauco mormorio, eppure la raggiunse erotica e<br />
inebriante come una carezza.<br />
Un brivido le percorse la schiena. Cosa avrebbe provato se lui<br />
l'avesse toccata davvero? Se l'avesse esplorata tutta con quelle labbra<br />
tumide?<br />
Basta. Smettila!, le ingiunse una voce razionale.
«Vieni qui» ripeté l'uomo.<br />
«Sì» rispose la madre, facendosi avanti. Il suo sguardo sognante si<br />
accese di desiderio. «Devo toccarti. Ti prego, lasciati toccare.»<br />
La parte di Shaye che si rendeva conto che quegli uomini erano<br />
pericolosi capiva anche che qualcosa non andava in lei e nella<br />
madre, eppure non riusciva a ribellarsi. Era come se una nebbia<br />
sensuale le offuscasse la mente, bloccando ogni reazione.<br />
«Combatti» esortò se stessa ad alta voce. All'improvviso si vide<br />
avvinta a quell'uomo, nuda come lui, con la sua bocca sui capezzoli,<br />
un dito che si insinuava dentro di lei e le sue gambe che si aprivano<br />
accoglienti. Scacciò quell'immagine a fatica.<br />
«No! No!» proruppe e una calma familiare l'avvolse. Una gelida<br />
barriera difensiva racchiuse ogni altra emozione, a parte il bisogno<br />
pressante di scappare.<br />
Quegli uomini, chiunque fossero, erano pericolosi: stringevano<br />
spade affilate e irradiavano sensualità.<br />
E l'avevano quasi raggiunta.<br />
Scura in viso, Shaye allungò un braccio, afferrò la madre e la<br />
costrinse a fermarsi. «Non avvicinarti a loro» l'ammonì.<br />
«Devo... toccarli.»<br />
«Dobbiamo cercare aiuto, avvertire gli altri.»<br />
Tamara lottò con frenesia contro la sua presa, decisa a liberarsi.<br />
«Lasciami andare. Devo...»<br />
«Dobbiamo tornare nella tenda. Muoviti!» Trascinandosi dietro la<br />
madre che si dibatteva, Shaye corse verso le voci, le risate, la musica<br />
languida e gli ignari invitati.<br />
Mentre scappava lanciò un rapido sguardo dietro di sé: gli uomini<br />
non si erano fermati, ma le seguivano con un'espressione sempre più<br />
avida ed eccitata.<br />
«Aiuto!» gridò, scostando il lembo che chiudeva il tendone del<br />
rinfresco. «Qualcuno chiami il 911!»<br />
Nessuno la sentì: erano tutti troppo occupati a ballare e a servirsi<br />
liberamente da bere.
«Lasciami andare» ripeté la madre a gran voce. Non ottenne alcun<br />
risultato e come ultima risorsa affondò i denti nel braccio della figlia.<br />
«Maledizione!» Shaye reagì d'istinto, le fece lo sgambetto e la<br />
spedì barcollando all' indietro contro il tavolo dei dolci. Cibo<br />
squisito e piatti decorati caddero a terra, ma almeno la madre rimase<br />
distesa, cercando di riprendere fiato.<br />
Parecchi invitati passarono con lo sguardo da Shaye alla sposa<br />
caduta e sgranarono gli occhi confusi, sconvolti o divertiti.<br />
«Là... là fuori ci sono degli uomini... pericolosi» ansimò lei.<br />
«Hanno con sé delle spade. Qualcuno ha una pistola? Avete<br />
chiamato il 911?» domandò agitata.<br />
Tamara balzò in piedi senza curarsi delle macchie sul vestito da<br />
diecimila dollari e si fece largo a gomitate tra gli invitati. «Ho<br />
bisogno di lui. Lasciatemi tornare da lui.»<br />
«Tamara?» la chiamò incredulo il novello sposo. Corse da lei e la<br />
strinse tra le braccia, fissandola preoccupato mentre lottava frenetica<br />
per liberarsi. «Che cosa c'è, gattina?»<br />
«Ho bisogno di... lui.» L'ultima parola le uscì come un sospiro di<br />
gioia e sollievo.<br />
I sei dei del mare entrarono nel tendone, bloccando l'unica via di<br />
fuga.<br />
La musica si interruppe di colpo, gli invitati di sesso maschile<br />
indietreggiarono atterriti, mentre le donne si facevano avanti<br />
sospirando, ansiose di toccare quei magnifici guerrieri.<br />
«Andatevene» li minacciò Shaye. «Abbiamo pistole e... armi.»<br />
Sei paia d'occhi scrutarono la folla attenti a ogni particolare, per<br />
poi fermarsi su di lei. Shaye tremò, invasa ancora una volta da<br />
un'ondata di calore ardente, mentre immagini erotiche le<br />
attraversavano la mente e la sua pelle diventava rossa e accaldata.<br />
No! Non poteva succederle un'altra volta! Con un enorme sforzo<br />
riuscì a svuotare la mente.<br />
Chi erano quegli uomini? Come riuscivano a farle dimenticare chi<br />
era, a indurla a desiderare i piaceri che era sicura potevano darle?
Lottando contro un'ondata di panico, Shaye afferrò il lungo<br />
coltello usato per tagliare la torta e lo brandì davanti a sé. Durante il<br />
liceo aveva scatenato qualche rissa con i fratellastri, nel tentativo di<br />
tenerli alla larga per non cominciare ad apprezzarli, solo per perderli<br />
pochi mesi dopo, e ne era uscita vincitrice. Certo, loro non erano<br />
armati e muscolosi come gli uomini che si trovava davanti adesso.<br />
Il magnifico gigante biondo che le aveva fatto cenno di avvicinarsi<br />
sulla spiaggia la chiamò a sé un'altra volta. Nei suoi occhi si<br />
leggevano ancora rabbia e desiderio, ma adesso appariva ancora più<br />
simile a un predatore. Nella tenda ben illuminata, Shaye riuscì a<br />
distinguere il piercing d'argento a forma di anello che gli ornava un<br />
capezzolo.<br />
«Vieni» le disse.<br />
Tutto in lei la spingeva a obbedire, a succhiare l'anello mentre si<br />
sfregava contro la sua erezione, ma Shaye riuscì a resistere e scosse la<br />
testa. «No.» Dio santo, non aveva neanche guardato tra le sue<br />
gambe, eppure era sicura della sua eccitazione.<br />
Le labbra tumide del gigante si incurvarono in un sorriso<br />
soddisfatto: pareva quasi che quei dinieghi gli piacessero. «Sarà una<br />
vera gioia mostrarti quanto ti sbagli» dichiarò.
Capitolo 3<br />
Quella donna era la sua compagna, pensò Valerian incredulo.<br />
Non la cercava, non voleva trovarla, eppure era andata così: come<br />
diceva la leggenda, aveva sentito il suo odore e capito al di là di<br />
ogni dubbio che quella era la donna per lui.<br />
Quando insieme ai suoi uomini era uscito dal portale, dei guerrieri<br />
umani che portavano strane, aderenti tute nere li avevano attaccati,<br />
cercando di trascinarli sulle barche all'ancora al di sopra. C'era stata<br />
una lotta e alla fine i ninfi avevano vinto, sbarazzandosi degli uomini<br />
e delle barche. A quel punto avevano perso ogni voglia di esplorare<br />
il mondo in superficie: volevano solo trovare delle donne e<br />
riportarle ad Atlantide a tutta velocità.<br />
Una in particolare aveva attirato la sua attenzione: era alta e<br />
snella, con il ventre piatto, i fianchi arrotondati, le gambe lunghe e<br />
ben tornite, un viso angelico dalle labbra tumide, grandi occhi di un<br />
caldo castano frangiati da lunghe ciglia chiare e colmi di un misto di<br />
vulnerabilità e determinazione.<br />
Non aveva mai visto una pelle così pura, pallida e luminosa,<br />
nemmeno in un vampiro. Quella donna era radiosa ed eterea come<br />
la luna che brillava in cielo. In quanto ai suoi vestiti, l'avrebbe<br />
mantenuta così per il resto della vita: le strisce d'erba che le<br />
pendevano dalla vita si aprivano a ogni respiro, rivelando le lunghe<br />
cosce. No, non voleva trovare la sua compagna - e un'umana, per<br />
giunta! - ed era arrabbiato per quell'inattesa novità, ma sotto la<br />
rabbia provava anche una possessiva avidità che non poteva e non<br />
voleva negare.<br />
Nel corso degli anni aveva dato piacere a così tante donne da<br />
dimenticare cosa si provava a desiderarne una al primo sguardo,<br />
eppure il suo sangue ribolliva, la pelle tirava e i muscoli si<br />
indurivano. Mia. Mia.<br />
Lei non l'aveva ancora riconosciuto come il suo compagno, era<br />
chiaro, anzi pareva desiderare che scomparisse. Appariva
inavvicinabile, ma lui era deciso a toccarla. Sarebbe morto se non<br />
l'avesse fatto.<br />
Valerian si fermò e sbatté le palpebre. Sarebbe morto se non<br />
l'avesse fatto. Quante volte una donna aveva dichiarato che sarebbe<br />
morta se lui non l'avesse baciata, accarezzata o scopata? Solo ora,<br />
studiando quella creatura simile a un raggio di luna, capiva a fondo<br />
il significato di quell'invocazione.<br />
Quella donna era essenziale per lui. Odiava la sola idea, ma non<br />
poteva cambiare quel dato di fatto.<br />
Era la sua compagna e lui lo avrebbe dimostrato a tutti, lei<br />
compresa. Ogni cellula del suo corpo sapeva che gli apparteneva: da<br />
allora in poi non sarebbe più riuscito a godersi un'altra donna...<br />
ammesso che lo avesse fatto davvero fino a quel momento.<br />
Voleva il raggio di luna, con i capelli argentei e la pelle candida:<br />
la desiderava fin da quando l'aveva vista immersa nella luce diafana<br />
che avvolgeva la spiaggia. Il mondo circostante era svanito,<br />
lasciando solo quella figura snella, che irradiava un richiamo a cui i<br />
suoi istinti di guerriero non potevano resistere.<br />
Per gli dei, come la desiderava! Gli bastava guardarla per<br />
dimenticare gli eccessi della giornata, tutto preso dalla brama di<br />
divorarla.<br />
Lei però lo aveva respinto diverse volte ed era perfino scappata,<br />
una novità che l'aveva sconvolto. Allo stesso tempo, la prospettiva<br />
di farle cambiare idea costituiva una sfida irresistibile.<br />
Valerian puntò lo sguardo sul piccolo pugnale che la donna<br />
teneva davanti a sé e non poté reprimere un sorrisetto divertito.<br />
Pensava davvero di poterlo tenere a bada con quel minuscolo<br />
aggeggio? Aveva ancora molto da imparare su un ninfo determinato.<br />
«Radunate tutte le donne non accoppiate» ordinò ai suoi uomini<br />
nella loro lingua, senza staccare lo sguardo dall'oggetto del suo<br />
desiderio.<br />
Lei fece un passo indietro, poi se ne rese conto e si immobilizzo,<br />
raddrizzò le spalle, sollevò l'arma e tornò al suo posto. Era una<br />
donna coraggiosa, pronta a combattere fino alla morte. Valerian<br />
rise; adesso la desiderava ancora di più.
«Cosa volete da noi?» chiese lei, usando la stessa lingua delle altre<br />
donne del mondo in superficie.<br />
Valerian non udì quasi le parole, affascinato com'era dalle labbra<br />
rosse e dalla lingua che spuntava tra di esse. Il suo membro reagì<br />
all'istante.<br />
Una donna gli carezzò un braccio. Lui distolse lo sguardo dal<br />
raggio di luna - una delle cose più difficili che avesse mai fatto - e lo<br />
abbassò su di lei: a quel punto si rese conto di essere circondato non<br />
da una, ma da diverse donne, intente ad accarezzarlo tra gemiti e<br />
sospiri. E lo stesso succedeva ai suoi uomini.<br />
Valerian notò uno degli ospiti maschi che cercava di baciare<br />
Dorian. Questi lo spinse via inorridito.<br />
«Soltanto quelle non accoppiate?» chiese Broderick.<br />
Chiuse gli occhi con aria di resa, mentre una graziosa brunetta gli<br />
leccava la clavicola.<br />
«Sì» confermò Valerian. I ninfi avrebbero sentito l'odore di un<br />
altro uomo su quelle legate a un amante permanente e le avrebbero<br />
lasciate là. Se il raggio di luna che lo affascinava tanto fosse stata già<br />
accoppiata l'avrebbe portata via comunque, ma dal suo dolce<br />
profumo sapeva che non apparteneva a nessun uomo tranne che a<br />
lui.<br />
Senza bisogno di altri incoraggiamenti, i suoi uomini entrarono in<br />
azione e fecero cenno alle donne non accoppiate di mettersi in fila.<br />
Loro obbedirono senza esitare. Quelle accoppiate protestarono<br />
deluse e cercarono di inserirsi nella fila, così come l'uomo che<br />
desiderava Dorian.<br />
Quando un umano cercò di opporsi venne messo a tacere con un<br />
pugno alla tempia che lo mandò lungo disteso per terra. Gli altri,<br />
troppo spaventati per fare qualcosa, rimasero tremanti ai bordi del<br />
tendone. Valerian li guardò sprezzante: non avevano mai<br />
combattuto prima? Lui non si sarebbe mai comportato in modo così<br />
vigliacco.<br />
Riportò l'attenzione sul raggio di luna. «Sai chi sono?» le chiese.<br />
«Cosa volete da noi?» ripeté lei, ignorando la domanda.
Lui le rivolse una risatina viziosa. «Quello che ogni uomo<br />
vorrebbe da te: il tuo corpo. Apparterrai a me. Su, vieni.»<br />
Invece di obbedirgli, lei snudò i denti candidi e regolari in un<br />
cipiglio feroce. Perché gli resisteva? Perché non lo implorava di<br />
toccarla? Quel mistero lo intrigava.<br />
«Non puoi fare questo» sbottò. «Vattene prima che arrivi la polizia<br />
e vi arresti tutti.»<br />
Polizia? Arresti? Valerian corrugò la fronte. «Cambierai idea, te lo<br />
giuro.» Aggirò le donne che continuavano a pregarlo di toccarle e<br />
coprì la distanza tra di loro. Lei sgranò gli occhi castani, mentre la<br />
sua fragranza deliziosa lo avvolgeva a ogni passo. Poi...<br />
Uno dei suoi guerrieri l'afferrò per primo da dietro, sollevandola<br />
tra le braccia forti. Lei prese a difendersi a calci e pugni, urlando<br />
come un vampiro furioso e assetato di sangue.<br />
Un ringhio salì nella gola di Valerian, che dovette scacciare<br />
un'ondata di rabbia furibonda e possessiva. Quella donna gli<br />
apparteneva. Non aveva mai provato una fitta di gelosia in vita sua:<br />
lui e i suoi uomini condividevano senza problemi le stesse donne,<br />
eppure la vista di un altro uomo che teneva tra le braccia il suo<br />
raggio di luna gli era insopportabile.<br />
«E mia» abbaiò. Riuscì a restare immobile, anche se avrebbe<br />
voluto staccare da lei le braccia del guerriero. «Mi appartiene.»<br />
Shivawn si fermò e le perline nei suoi capelli tintinnarono. Il<br />
raggio di luna continuò a lottare per liberarsi, tempestandogli il viso<br />
di pugni fino a quando questo cominciò a sanguinare.<br />
Se l'avesse lasciata cadere e lei si fosse fatta male Valerian<br />
l'avrebbe ucciso.<br />
«Ma, mio re, avevi detto che non volevi nessuna di queste donne<br />
della superficie» gli ricordò Shivawn. «Avevi detto che erano per<br />
noi.»<br />
Era vero, ammise Valerian, travolto da un'altra ondata di rabbia.<br />
Fino ad allora aveva sempre mantenuto la parola con i suoi<br />
uomini e loro si aspettavano di certo che lo facesse anche ora.<br />
Dunque uno di loro avrebbe reclamato per sé quella donna, la sua
compagna, l'avrebbe spogliata, condotta al piacere, osservata mentre<br />
godeva.<br />
Non poteva permetterlo.<br />
Ogni istinto gli imponeva di fare qualcosa, qualsiasi cosa, per<br />
impedirlo, ma non c'era niente che potesse fare ora e lo sapeva.<br />
Strinse gli occhi e serrò le mani a pugno lungo i fianchi. «La porto io»<br />
dichiarò con durezza.<br />
Shivawn lo guardò in silenzio per un momento, poi cedette<br />
scrollando le spalle. «È un tipo selvaggio. Stai attento alle gambe:<br />
tenterà di prenderti a calci» lo avvertì. Non appena si ritrovò con le<br />
mani libere, afferrò un'altra donna, una bellezza dai capelli neri che<br />
non appariva affatto felice di ciò che stava succedendo intorno a lei.<br />
Mmh, strano. Un'altra che resisteva. Cosa c'era di sbagliato in<br />
quelle donne della superficie?<br />
Valerian la dimenticò non appena prese tra le braccia il suo raggio<br />
di luna. Lei si immobilizzò, distolse lo sguardo e intrecciò le mani<br />
sullo stomaco. Incapace di resisterle, lui le affondò il viso nel collo,<br />
aspirando a pieni polmoni la sua fragranza di neve e fiori selvatici e<br />
gustando la sua pelle morbida.<br />
«Senti il mio odore?» le domandò.<br />
«No. Dovrei?»<br />
Le spalle di Valerian si incurvarono per la delusione.<br />
«Se non mi lasci andare, ti cavo gli occhi e me li mangio davanti a<br />
te» lo minacciò con voce tesa, come se dovesse strapparsi dalla gola<br />
ogni parola.<br />
Lui ridacchiò e dimenticò la delusione. Un viso dolce e una natura<br />
sanguinaria: che deliziosa contraddizione! «Perché non mi implori di<br />
darti piacere?» le chiese sconcertato.<br />
«Scherzi? E ora lasciami andare.»<br />
«Non hai risposto alla mia domanda.»<br />
«E non lo farò. Mollami, ho detto!»<br />
«Voglio tenerti fra le braccia. Per sempre.»
Un muscolo vibrò nel suo viso, ma questa volta la donna non<br />
replicò.<br />
«Vorrei accontentarti, ma mi piaci troppo dove sei» continuò<br />
Valerian. Sentiva la pelle ardere in ogni punto di contatto tra i loro<br />
corpi. «Forse però potremmo arrivare a un accordo. Forse potresti<br />
convincermi ad acconsentire alla tua richiesta.»<br />
Finalmente lei lo guardò. Quando gli occhi azzurri incontrarono<br />
quelli castani Valerian si sentì mozzare il fiato, dilatò le narici, sgranò<br />
gli occhi e sentì il corpo che si irrigidiva eccitato.<br />
Lei sussultò e la pelle già chiara divenne ancora più pallida.<br />
«Niente accordi. Lasciami andare. O forse tu e i tuoi maschioni<br />
muscolosi volete violentarci?»<br />
Valerian aggrottò le sopracciglia perplesso: quella parola non gli<br />
era familiare. A giudicare dall'espressione della donna, poi, non<br />
pareva molto positiva. «Spiegami cosa significa.»<br />
Lei lo fece nel tono più disgustato che avesse mai sentito in vita<br />
sua.<br />
Valerian ridacchiò di nuovo. «Dolce raggio di luna, tu mi diverti<br />
proprio: non ho mai forzato una donna e non dovrò mai farlo.<br />
Quando ti porterò a letto tu implorerai il mio tocco.»
Capitolo 4<br />
Quando ti porterò a letto tu implorerai il mio tocco.<br />
Shaye trovava il suo tono tranquillo e sicuro più temibile di una<br />
minaccia urlata. Un'ondata di calore la invase, esortandola a lasciare<br />
da parte ogni resistenza e a godersi ogni carezza di quell'uomo.<br />
Intanto le altre donne lo coprivano di moine come se fosse un<br />
innocuo gattino e lo imploravano con gemiti e sospiri di fare l'amore<br />
con loro.<br />
Lasciati andare, la pregava il suo corpo. Assaporalo. Un assaggino<br />
non ti farà certo male.<br />
Presa dal panico per quel cedimento, Shaye gli diede un pugno sul<br />
naso. La testa bionda del guerriero scattò all'indietro e un rivolo di<br />
sangue gli scese sul labbro. «Perché l'hai fatto?» le chiese sconvolto.<br />
Per fortuna allentò la presa. Shaye riuscì a liberarsi e si guardò<br />
intorno ansimante, ignorando la tentazione di rimanergli accanto.<br />
Scorse Preston che giaceva per terra privo di sensi: quando aveva<br />
tentato di opporsi, uno dei guerrieri l'aveva messo fuori<br />
combattimento.<br />
Conner, il novello sposo di sua madre, la cercava frenetico con lo<br />
sguardo, ma di lei non c'era traccia. Maledizione, dov'era finita? Il<br />
loro rapporto non era certo facile, ma Shaye non intendeva<br />
abbandonarla.<br />
Si fece avanti per cercarla tra la folla, ma il guerriero dietro di lei<br />
le afferrò il polso in una presa ferrea. Shaye sentì il sangue ribollire<br />
per quel tocco sensuale e poi gelarsi nelle vene per la paura.<br />
Quando le aveva chiesto se sentiva il suo odore aveva risposto di<br />
no, ma era una bugia: in realtà la sua fragranza erotica e virile le<br />
incendiava i sensi ogni volta che se lo ritrovava vicino.<br />
«Mi hai colpito. Perché l'hai fatto?» ripeté, sconvolto e offeso. Dal<br />
suo tono, pareva che nessuno avesse mai osato alzare le mani su di<br />
lui.
Shaye si girò in silenzio e gli diede una ginocchiata all'inguine. Lui<br />
si ripiegò su se stesso ed emise un gemito strozzato. «Ehi... mi ha<br />
fatto male!» proruppe sorpreso e dolorante.<br />
«Era quello che volevo. E se provi a bloccarmi di nuovo, ho altre<br />
sorprese in serbo per te.»<br />
Senza aggiungere altro Shaye schizzò via, continuando a guardarsi<br />
intorno. In un angolo scorse il nuovo patrigno che cercava di tenere<br />
ferma la moglie. Tamara si dibatteva frenetica, decisa a liberarsi dalla<br />
sua stretta.<br />
Shaye superò con un balzo varie sedie rovesciate e aggirò i tavoli<br />
finiti a terra, cercando di non scivolare sul punch che ricopriva il<br />
pavimento. Qualcuno le cinse la vita e l'attirò contro il proprio petto<br />
muscoloso, ma non era il suo guerriero. L'odore era diverso, non<br />
così esotico, la pelle non era altrettanto calda e le braccia erano<br />
cosparse di una peluria scura.<br />
Urlò e gli diede una testata al mento. Tutto il suo corpo vibrò per<br />
l'impatto. L'altro ringhiò qualcosa; non c'era bisogno di conoscere la<br />
sua lingua per capire che era un'imprecazione.<br />
La lasciò andare e lei si girò, pronta a difendersi.<br />
Non sarebbe dovuta venire: i matrimoni della madre le<br />
portavano solo guai e sofferenze e questo era il peggiore di tutti.<br />
Il guerriero la guardò con i grandi occhi azzurri sgranati. «Volevo<br />
solo baciarti» disse in un inglese dall'accento così pesante che Shaye ci<br />
mise un po' a capirlo. A quel punto lo prese a schiaffi.<br />
«Ahi!»<br />
«Niente baci.» Non voleva nessuno di loro... a parte il capo. O,<br />
almeno, pensava che fosse il capo: quando erano entrati nel<br />
tendone, aveva detto qualcosa in quella strana lingua e tutti gli<br />
uomini erano entrati in azione.<br />
Il suo viso bellissimo tornò a occuparle la mente: occhi sensuali,<br />
labbra tumide, un corpo fatto per il sesso. Shaye si morse l'interno<br />
della guancia fino a sentire il sapore del sangue. Come poteva<br />
quell'uomo avere tanto potere di seduzione? Perfino adesso le<br />
pareva di andare a fuoco, tanto lo desiderava.
Un ospite chiaramente gay, con una giacca rosa e aderenti<br />
pantaloni di velluto nero, si avvicinò al guerriero di fronte a lei, gli<br />
cinse la vita con le braccia snelle e gli baciò una spalla abbronzata.<br />
L'uomo si irrigidì e lo fissò accigliato. «Ti ho detto di smetterla.<br />
Non mi toccare» scandì furioso.<br />
Shaye non rimase nei paraggi per ascoltare il resto della<br />
conversazione e raggiunse di corsa la madre. «Su, dobbiamo<br />
andarcene» la incalzò.<br />
«Se non mi lasci andare, Conner, ti pugnalo nel sonno e ti cavo il<br />
cuore dal petto» lo minacciò Tamara nello stesso momento.<br />
Il novello sposo la guardò preoccupato e atterrito. «Cosa devo<br />
fare?» chiese a Shaye.<br />
«Buttatela in spalla e portala via di qui prima che sia troppo tardi»<br />
gli consigliò lei.<br />
«E già troppo tardi» replicò una voce familiare alle sue spalle.<br />
Un brivido l'attraversò e i suoi muscoli fremettero, pronti a una<br />
sublime soddisfazione. Una mano abbronzata le scivolò sullo<br />
stomaco, provocandole un sussulto immediato, mentre l'altra mano<br />
le carezzava una spalla e si fermava sul seno ricoperto di conchiglie.<br />
Le braccia del guerriero l'attirarono contro il petto muscoloso e un<br />
profumo delizioso e virile l'avvolse.<br />
Avrebbe dovuto protestare, ma le parole non le uscivano dalla<br />
bocca. Anzi, doveva soffocare la tentazione di appoggiargli la testa<br />
sulla spalla.<br />
«Smettila di lottare contro di me.» Il suo respiro caldo le carezzò<br />
le orecchie, scatenandole scintille in tutto il corpo. «Il naso mi fa<br />
ancora male e anche la virilità. Forse per prima cosa dovrò insegnarti<br />
a trattarla bene.»<br />
Se non fosse stato per il costume ricoperto di conchiglie, le sue<br />
dita le avrebbero carezzato e stuzzicato i capezzoli! Le ginocchia<br />
erano sul punto di cederle, mentre l'erezione del guerriero si sfregava<br />
contro il suo fondoschiena.
Una strana debolezza la invase. Shaye si era sempre considerata<br />
immune al desiderio fisico. Nessuno degli uomini con cui era uscita le<br />
aveva fatto un effetto simile, neanche quelli che l'avevano baciata!<br />
Gli uomini la infastidivano, ricordò a se stessa, e quello più di tutti<br />
gli altri. Se avesse continuato a ripeterselo, forse avrebbe finito per<br />
crederci.<br />
Con suo grande orrore - o, meglio, delizia - lui prese a carezzarle<br />
l'altro seno. «Mmh, paradiso!» sussurrò. «Sei sicura di non sentire il<br />
mio odore?»<br />
Perché ci teneva tanto? «Sì» mentì Shaye.<br />
«Quando sarai nuda, immagina come saranno intense le<br />
sensazioni» insistette lui.<br />
Oh, sì, l'infastidiva proprio. Avrebbe voluto provare<br />
quell'irritazione per il resto della vita. «Per favore...» mugolò. Non<br />
sapeva se lo stava pregando di lasciarla andare o di continuare ad<br />
accarezzarla.<br />
«Per favore... cosa?» le sussurrò lui all'orecchio. Le labbra morbide<br />
le sfiorarono il lobo e la lingua guizzò all'interno, per poi ritirarsi in<br />
fretta, lasciandola scossa e fremente. «Per favore, portami a casa<br />
tua?» suggerì. «Per favore, fammi provare un piacere inimmaginabile?<br />
Chiedimelo e ti accontenterò.»<br />
Oh. mio Dio.<br />
Intorno a lei risuonavano gemiti e urletti di piacere. Nessuno la<br />
guardava, ma Shaye non voleva farsi vedere in quello stato. Se non<br />
l'avesse fermato, presto lui avrebbe insinuato le dita sotto la<br />
gonnellina e nel suo umido calore. «Per favore, lasciami andare.<br />
Lasciaci in pace» lo implorò.<br />
«Temo di non poterlo fare.» Le diede una strizzata al seno. «Ho<br />
troppo bisogno di ritrovarmi dentro di te.»<br />
Shaye sussultò. Non pensare alle sue parole, si ripeté. «Ti<br />
procurerò solo guai. Sono cattiva e scorbutica e la maggior parte<br />
della gente non regge la mia compagnia.»<br />
«Presto sarai così soddisfatta che potrai soltanto sorridere» replicò<br />
lui.
«Soddisfami» proruppe Tamara. Riuscì a liberarsi dalla stretta di<br />
Conner e si precipitò dal guerriero, baciandogli i piedi. «Ti prego,<br />
soddisfami.»<br />
«Alzati» sbottò Shaye. Vedere la madre appena sposata umiliarsi<br />
così disperse l'incantesimo sensuale in cui il guerriero l'aveva avvolta.<br />
«Scappa!»<br />
Lui ignorò Tamara e si rivolse a Shaye. «Come ti chiami,<br />
dolcezza?» le chiese con calma, come se fosse abituato ad avere una<br />
donna che gli sbavava ansimante sugli stivali.<br />
«Tamara» rispose la madre. «Ma puoi chiamarmi come ti pare.»<br />
Lui si chinò con un sospiro, la rialzò con una mano e la gettò tra<br />
le braccia di Conner, senza per questo mollare Shaye. «Come ti<br />
chiami, dolcezza?» ripeté, alzando la voce per farsi sentire al di sopra<br />
dei singhiozzi di Tamara.<br />
Shaye strinse le labbra ostinata e si costrinse a ignorare il calore<br />
inebriante che ormai l'aveva invasa.<br />
«Ti dirò il mio nome e tu mi dirai il tuo» propose il guerriero. «Mi<br />
chiamo Valerian e sono il capo dei ninfi» continuò, quando lei non<br />
rispose. «Puoi chiamarmi Oh, mio Dio: è così che le altre abitanti<br />
della superficie si riferiscono a me.»<br />
Valerian... Ehi, un momento: cosa intendeva con abitanti della<br />
superficie? «Preferisco chiamarti Quello che prenderò a calci nel culo»<br />
replicò Shaye. «E cosa intendi per abitanti della superficie?»<br />
«Tu mi sorprendi» ammise lui confuso, dopo una breve pausa.<br />
«Pensavo che la mia compagna...»<br />
Qualcuno prese a parlare in fretta in una lingua sconosciuta ed<br />
entrambi si voltarono: l'uomo era alto quasi come quello che la<br />
teneva stretta, ma aveva i capelli neri e gli occhi verde smeraldo.<br />
Anche lui era a torso nudo e indossava solo pantaloni e stivali.<br />
Aggiunse qualcosa e Valerian gli rispose.<br />
Cosa stavano dicendo?<br />
A quel punto l'uomo dai capelli neri indicò Shaye con uno scatto<br />
del mento. La risposta di Valerian arrivò in un tono duro e<br />
inflessibile. L'altro si strinse nelle spalle e si allontanò.
«Cos'è questa storia?» Cercando di tenere a bada il panico, Shaye<br />
sollevò la testa e incontrò lo sguardo di Valerian.<br />
Errore: quando i loro occhi si incontrarono, un'ondata di<br />
irresistibile energia sessuale la investì. Era come se lui la spogliasse<br />
con lo sguardo, per poi cavalcarla con spinte possenti.<br />
Doveva girarsi o sarebbe venuta senza stimoli fisici! Un bisogno<br />
ardente si scatenò tra le sue gambe, salendo a spirale fino allo<br />
stomaco e ai capezzoli.<br />
«Di cosa parlavate?» Shaye non intendeva gridare, ma la domanda<br />
le uscì così, mentre abbassava gli occhi a terra.<br />
«Ti porto nella tua nuova casa» rispose lui. «Vivrai con me e ti<br />
occuperai di tutte le mie esigenze. Verrai di tua spontanea volontà?»<br />
«Neanche per sogno! lo resto qui, chiaro?»<br />
Valerian si chinò fino a sfiorarle l'orecchio con le labbra. «Mi fa<br />
molto piacere che tu l'abbia detto, perché così mi costringi a portarti<br />
via di peso.» Senza aggiungere altro se la caricò in spalla senza<br />
apparente fatica.<br />
«Idiota! Somaro! Deficiente!» Shaye lo prese a calci e a ginocchiate<br />
nello stomaco. «Mettimi giù! Ti renderò la vita un inferno. Non mi<br />
occuperò di te. Continuerò a lottare.»<br />
«Tu mi darai ogni soddisfazione» replicò lui. «Te lo prometto.» Poi<br />
superò a grandi passi la fila di donne e uscì dal tendone.<br />
Be', almeno la madre non avrebbe dovuto subire... qualsiasi cosa<br />
quegli uomini avessero in serbo per lei e le altre invitate.<br />
Il resto degli uomini si avviò subito dietro di lui, seguito dalle<br />
donne giovani e nubili. All'interno del tendone risuonavano<br />
singhiozzi delusi e disperati.<br />
«Portami con te, ti prego» imploravano varie voci.<br />
Shaye si irrigidì: non era possibile. Quel guerriero splendido e<br />
abbronzato non la stava davvero portando su una spalla, deciso a<br />
entrare in mare e a condurla a casa sua. Cosa doveva fare?
Valerian e gli altri esitarono un attimo e sollevarono lo sguardo<br />
sul cielo stellato. «Bellissimo» sospirò in inglese. «Ora che ci siamo<br />
presi le donne, possiamo goderci per un momento la vista.»<br />
«Non avrei mai immaginato che questa terra fosse così bella»<br />
osservò un altro.<br />
«Sei sicuro che non possiamo rimanere qui, mio re? Potremmo<br />
portare il resto dell'armata e...»<br />
Valerian scosse la testa e i suoi riccioli morbidi le sfiorarono la<br />
schiena nuda. «Sono sicuro. Layel è stato chiaro: se rimanessimo qui,<br />
moriremmo. Su, andiamo.» Si rimise in moto e gli altri lo seguirono.<br />
«Per l'ultima volta, mettimi giù!» urlò Shaye dandogli una pacca<br />
sul sedere. «Ora!»<br />
Valerian la ricambiò, per poi sorprenderla ed eccitarla<br />
carezzandole il punto colpito.<br />
Arrabbiata con se stessa e con lui, Shaye si impose di mantenersi<br />
calma e fredda. «Questo è illegale. Verrai catturato come tutti i<br />
criminali e al tuo processo chiederò la pena di morte.»<br />
«Se prima ti avrò assaggiato, morirò felice.»<br />
Shaye continuò a prenderlo a calci. «E io dovrei essere felice che<br />
mi porti in giro come un sacco di patate?» sbraitò. «E perché diavolo<br />
cammini verso l'acqua?»<br />
«Te l'ho detto, stiamo andando a casa mia» rispose lui tranquillo,<br />
scavalcando alcuni subacquei che giacevano ancora privi di sensi sulla<br />
spiaggia.<br />
«Li hai uccisi?» chiese Shaye. «Chi sono?»<br />
«Erano in agguato al portale e ci hanno attaccati, dunque non mi<br />
sono fermato a chiederglielo. No, non li abbiamo uccisi... solo<br />
addormentati.» Valerian entrò nell'oceano e le fresche onde turchesi<br />
gli lambirono le caviglie, poi le ginocchia e le cosce.<br />
«Fermati! Mettimi giù!» strillò Shaye.<br />
Lui continuò a muoversi, affondando sempre più in profondità<br />
nell'acqua.<br />
«Cosa fai? Annegherò!»
«Non ti succederà niente di male, piccolo raggio di luna» la<br />
rassicurò lui. Le altre donne seguivano i guerrieri con un sorriso<br />
vacuo e felice, come se si divertissero a rischiare la morte.<br />
No, non tutte erano felici: la giovane con i riccioli neri lottava per<br />
liberarsi, proprio come lei.<br />
«Ci ucciderai tutte! Ci...» Shaye inghiottì una boccata di acqua<br />
salata e si ritrovò sommersa. Gli occhi le bruciavano, la sua gola era<br />
serrata in una morsa e i capelli chiarissimi fluttuavano intorno al suo<br />
viso come nastri color avorio.<br />
Valerian continuava a tenerla stretta con le mani calde. Shaye<br />
avrebbe voluto gridare, ma ogni volta che apriva la bocca<br />
inghiottiva altra acqua.<br />
Aveva bisogno di respirare o le sarebbero scoppiati i polmoni!<br />
Valerian era un pazzo, un assassino impegnato in una missione<br />
suicida.<br />
Lottò con tutte le forze per liberarsi, prendendolo a calci, pugni e<br />
graffi. Alla fine l'oceano divenne troppo profondo perché lui<br />
rimanesse diritto, così cominciò a nuotare verso il basso con possenti<br />
colpi delle gambe.<br />
Sto per morire, pensò Shaye atterrita. C'erano tante cose che<br />
avrebbe voluto fare e la morte non era tra quelle. Voleva scrivere un<br />
libro, magari uno sciocco romanzetto in cui l'eroina avrebbe<br />
sperimentato l'amore che lei si era sempre negata. Voleva farsi un<br />
altro tatuaggio, magari un fiore. Il primo, con teschio e tibie, le<br />
ornava il fondoschiena ed era stato un tentativo di attirare<br />
l'attenzione dei genitori.<br />
La madre se ne era accorta e ancora adesso le inviava dei buoni<br />
per farselo togliere. Quando li riceveva Shaye si sentiva apprezzata...<br />
perfino amata.<br />
All'improvviso l'acqua divenne più limpida e chiara e il sale si<br />
disperse. A quel punto Valerian rappresentava l'unica ancora che la<br />
teneva legata alla vita e lei non voleva perderla.<br />
Devo respirare, gli comunicò disperata, muovendo le labbra.
Presto, rispose lui allo stesso modo. Fece un cenno con la testa e<br />
lei riuscì a soffocare il panico per girarsi a guardare. Sgranò gli occhi<br />
davanti al misterioso turbine tremolante verso cui Valerian si stava<br />
dirigendo.<br />
Doveva fermarlo. Shaye allungò una mano e la punta delle dita<br />
sfiorò il vortice. Il mondo acquatico sprofondò in un abisso buio,<br />
che l'accolse a braccia aperte, mentre lei urlava per il dolore<br />
provocato da migliaia di aghi che la trafiggevano.<br />
Un fascio di luce intensa brillò per un attimo, per poi scomparire,<br />
una raffica di vento la fece girare su se stessa. Dov'era finito Valerian?<br />
Ormai non lo vedeva più. Continuò a girare su se stessa sola e<br />
spaventata, in una caduta senza fine...
«Ti ho presa, raggio di luna.»<br />
Capitolo 5<br />
Due braccia forti le cinsero la vita e Shaye affondò grata il viso<br />
nell'incavo del collo di Valerian. In quel momento non le importava<br />
chi la stesse tenendo stretta; era felice di potersi aggrappare a<br />
qualcuno e di riuscire a respirare. Gli avvolse le gambe intorno alla<br />
vita, aumentando la stretta.<br />
«Non lasciarmi andare» gridò.<br />
«Mai.»<br />
Non si era mai aggrappata a nessuno con tanta forza e il fatto che<br />
Valerian la stringesse con lo stesso vigore era... confortante. Lo aveva<br />
desiderato per anni, per poi convincersi che non ne aveva bisogno.<br />
Ci avrebbe creduto di nuovo... l'indomani.<br />
Continuavano a precipitare verso l'ignoto, sempre più veloci;<br />
sconvolta dalla nausea, Shaye non capiva cosa stesse succedendo.<br />
Sapeva solo che l'acqua era scomparsa, sostituita da quell'abisso nero<br />
e infinito.<br />
«Valerian, che... che cosa sta succedendo?» chiese ansimante.<br />
«Non preoccuparti, amore. Tra un attimo sarà tutto finito» rispose<br />
lui.<br />
Parlava forse della morte?<br />
Sprazzi di luce brillarono per un attimo, per poi spegnersi fin<br />
troppo in fretta e lasciare di nuovo spazio a quelle tenebre<br />
oppressive. Grida acute risuonavano tutt'intorno, incrinando la sua<br />
fragile calma e Shaye si sentì gelare il sangue dalla paura.<br />
Da piccola il suo libro preferito era Alice nel paese delle<br />
meraviglie. Lo aveva letto e riletto, desiderando di cadere nella tana<br />
del coniglio. Ora che le capitava qualcosa di simile, però, non le<br />
piaceva affatto.
Alice era atterrata in un mondo nuovo e incredibile e quel<br />
pensiero la spaventava più che mai.<br />
«Non so... quanto potrò sopportare... ancora» proruppe con voce<br />
rotta.<br />
All'improvviso Valerian urtò qualcosa di solido. Nonostante<br />
avesse piegato le ginocchia per assorbire l'impatto, la vibrazione la<br />
percorse tutta. Poi le sue braccia la strinsero più forte intorno alla<br />
vita.<br />
«Prenditi un momento per respirare.» La fece scivolare pian piano<br />
lungo il proprio corpo. «Respira per me, amore. Non sento muoversi<br />
il tuo petto.»<br />
Shaye obbedì e con sua grande sorpresa avvertì una grande calma<br />
che l'invadeva. Poteva sentire il suo odore salato e sensuale e<br />
percepire il suo calore e la sua forza.<br />
«Ecco, così, brava. Sei pallida, però» osservò Valerian<br />
preoccupato.<br />
«Sono sempre pallida» borbottò Shaye. Si accorse di avere gli<br />
occhi chiusi e si costrinse ad aprirli.<br />
Erano entrati in una caverna, notò sbalordita. Le pareti erano<br />
rocciose e argentee, spruzzate di rosso, l'aria gelida aveva un odore<br />
metallico e una brezza fredda le scompigliava i capelli e la gonnellina<br />
bagnata, facendola rabbrividire.<br />
Shaye si girò piano e scrutò ogni particolare. I guerrieri uscivano a<br />
uno a uno dal vortice gelatinoso, tenendo strette le donne<br />
spaventate e tremanti, mentre vortici di nebbia aleggiavano intorno<br />
a loro e salivano verso il soffitto. L'intera scena sembrava tratta da<br />
un film. Dov'erano finite?<br />
Shaye osservò ancora una volta l'uomo che l'aveva rapita,<br />
passando dai piedi infilati negli stivali alle gambe muscolose strette in<br />
pantaloni scuri e aderenti, fino al petto nudo del tutto privo di<br />
peluria. Goccioline d'acqua colavano sui capezzoli piatti e<br />
sull'anellino d'argento che ne ornava uno, per poi raggiungere<br />
l'ombelico. Muscoli possenti si susseguivano sul torace abbronzato.<br />
Com'era possibile tanta perfezione?
Sollevò ancora lo sguardo, fino ad arrivare al viso, perfetto<br />
quanto il resto: sopracciglia bionde, occhi turchesi, naso diritto,<br />
labbra tumide e rosee. Ora il volto di Valerian era deturpato dai<br />
lividi causati dai suoi pugni, eppure anche così era la creatura più<br />
sensuale che Shaye avesse mai visto. Irradiava sicurezza e una sorta<br />
di primitiva ferocia.<br />
Valerian sollevò una mano e le sfiorò con la punta di un dito la<br />
fronte, il naso e il mento, spazzando via l'acqua. Shaye avrebbe<br />
voluto tirarsi indietro, ma non ne aveva la forza: quel tocco si<br />
ripercuoteva in tutto il suo corpo come una carezza bruciante.<br />
«Benvenuta nella tua nuova casa, raggio di luna. Benvenuta ad<br />
Atlantide.»<br />
Lei sbatté le palpebre e si sentì la bocca secca. No, era impossibile.<br />
«Per favore, dimmi che intendevi Atlanta, in Georgia.»<br />
Lui aggrottò le sopracciglia. «Non conosco questo posto. Mi hai<br />
sentito bene: sei appena entrata ad Atlantide, la terra delle più belle<br />
creature degli dei: ninfi, vampiri, demoni e molti altri che non vale<br />
la pena di nominare, visto che non hanno importanza.»<br />
No, no, no! Shaye scosse la testa nel tentativo di negare quel<br />
cumulo di assurdità. Atlantide era un mito; non poteva essere reale e<br />
lo stesso valeva per le creature da lui nominate. Forse demoni e<br />
vampiri esistevano negli incubi, ma non certo nella realtà.<br />
Benvenuta nel paese delle meraviglie, Alice.<br />
«Dunque sono annegata e finita all'inferno. E tu sei il diavolo»<br />
osservò ostinata.<br />
«Lo vedremo. Uomini» chiamò Valerian con un duro ringhio,<br />
senza mai staccare gli occhi da lei. «Prendete le donne e radunate il<br />
resto dell'armata in sala da pranzo. La scelta inizierà tra poco.»<br />
I guerrieri entrarono in azione con aria impaziente. Uno di loro<br />
cercò di afferrarla, ma Valerian lo fermò. «Questa la porto io»<br />
ringhiò.<br />
«Come vuoi, mio re.»<br />
Re? Gli uomini salirono per una scala di legno, con le donne alle<br />
calcagna, ridacchiando e dandosi grandi pacche sulle spalle.
«Tu chi sceglierai?» chiese uno.<br />
«lo voglio la brunetta» rispose un altro.<br />
Un solo uomo rimase indietro, o forse era rimasto ad aspettare<br />
nella caverna: non era bagnato come gli altri, indossava una<br />
maglietta bianca dalla profonda scollatura a V e aderenti pantaloni<br />
neri.<br />
Finalmente Valerian distolse gli occhi da lei e si rivolse all'unico<br />
guerriero rimasto. «Come stanno i prigionieri?»<br />
Prigionieri? Shaye sgranò gli occhi. Oh, mio Dio.<br />
L'uomo rispose brusco nel loro strano linguaggio e Valerian scosse<br />
la testa.<br />
«Parla nella lingua degli umani» gli ordinò.<br />
«Sono vivi» rispose l'altro spiccio.<br />
Ehi, un momento? Lingua degli umani? Il che significava che lui<br />
non lo era?<br />
«Ti hanno procurato qualche problema?»<br />
«No, mio re.»<br />
«Bene. Continua a occuparti delle loro esigenze.» Valerian lo<br />
congedò, per poi richiamarlo subito. «Notizie delle nostre donne?»<br />
«Nessuna.»<br />
«Vai» concluse Valerian, chiaramente deluso.<br />
L'altro annuì e si allontanò, gli stivali che rimbombavano sul<br />
terreno roccioso.<br />
«Che prigionieri?» chiese Shaye tremante.<br />
«Sono bestie. Assassini.» Valerian si girò verso di lei in tutta la sua<br />
maestà. «Non temere, non permetterò loro di avvicinarsi a te. Alcuni<br />
verranno offerti in regalo al mio amico Layel e altri usati come<br />
merce di scambio.»<br />
Quei piani suonavano decisamente sinistri. Cos'aveva in riserbo<br />
per lei? Intendeva presentarla come regalo a qualche amico o usare<br />
anche lei come merce di scambio?
Valerian la fissava con un'intensità possessiva che le faceva paura.<br />
I capelli bagnati si stavano asciugando e mostravano una calda<br />
tonalità dorata.<br />
«Leggo incredulità nei tuoi occhi» osservò, appoggiando una spalla<br />
al frastagliato muro argenteo. «Farò del mio meglio per dimostrarti<br />
che questa è davvero Atlantide. Prima accetterai la verità, prima<br />
accetterai me.»<br />
Poi, senza lasciarle il tempo di rispondere, spinse con una mano la<br />
pietra alle sue spalle, sfiorandole la pelle e suscitando le solite,<br />
ardenti scintille.<br />
Shaye si girò di scatto e scorse una delle grandi pietre del muro<br />
scivolare all' indietro, rivelando un'apertura segreta. Le rocce si<br />
separarono e apparve una superficie di cristallo liscia e luminosa.<br />
Lei rimase a bocca aperta e si avvicinò senza quasi accorgersene:<br />
al di là dell'apertura turbinava una distesa d'acqua piena di pesci<br />
multicolori e il fondo del mare era ricoperto di sabbia.<br />
«Questo... è il fondo dell'oceano» mormorò sconvolta e<br />
stupefatta.<br />
«Lo so. Ho scoperto questo muro pochi giorni fa e ho passato<br />
molte ore qui» le raccontò Valerian. «Bello da togliere il fiato, vero?»<br />
Posò i palmi contro il cristallo e un lieve ronzio le risuonò nelle<br />
orecchie. Mentre Shaye cercava di accettare il fatto che quella non<br />
fosse un'allucinazione, si avvicinò una bellissima donna dai capelli<br />
scuri. No, non era una donna, notò sempre più sconvolta: era una<br />
sirena, dal seno nudo e la coda di pesce.<br />
Gli occhi verdi colmi di curiosità, la splendida creatura allungò<br />
una mano e la posò in corrispondenza della sua. Shaye si tirò<br />
indietro di scatto, con la bocca secca e le ginocchia tremanti. La<br />
sirena si incupì, poi vide Valerian, gli rivolse un sorriso radioso e<br />
agitò la mano in segno di saluto.<br />
«La conosci?» riuscì a chiedere Shaye.<br />
Lui si limitò ad assentire.<br />
La sirena aveva un viso d'angelo, grazioso e innocente, lunghi<br />
capelli neri le ricadevano sulle spalle delicate e il seno florido e la
coda brillava di mille colori. Mentre fissava Valerian il suo bel viso<br />
ardeva di desiderio.<br />
«Ora mi credi?» le chiese lui.<br />
«Sì» capitolò Shaye. Una parte di lei voleva raggomitolarsi<br />
disperata in un angolo. Sono stata rapita da un abitante di Atlantide<br />
e portata in una terra sotto il mare. L'altra parte voleva... non lo<br />
sapeva nemmeno lei.<br />
Un'altra splendida sirena si unì alla prima, premendosi contro il<br />
cristallo e rivolgendo sorrisi seducenti a Valerian. Una passione<br />
ardente le brillava negli occhi violetti. Shaye non aveva alcun dubbio<br />
sui loro pensieri: stavano immaginando un focoso incontro di sesso a<br />
tre.<br />
«Hai detto che questa è la terra delle più belle creature degli dei.<br />
Che creatura sei tu?» gli chiese senza guardarlo.<br />
«Sono un ninfo» rispose lui orgoglioso. «Il re della mia gente.<br />
Guerriero. Amante» concluse dopo una breve esitazione.<br />
Un altro mito: esseri sensuali e irresistibili, capaci di dare piacere<br />
con uno sguardo e una parola. Valerian corrispondeva alla<br />
perfezione a quella leggenda e la cosa la spaventava a morte.<br />
«Pensavo che le ninfe fossero solo femmine» osservò lei<br />
debolmente. Oltre che ossessionate dal sesso, sempre nude e pronte<br />
ad andare a letto con chiunque, aggiunse dentro di sé.<br />
Lui sbuffò e si fece più vicino. «Ci sono anche delle femmine, ma<br />
siamo soprattutto maschi.»<br />
Dio santo, doveva andarsene di là. La vicinanza di Valerian<br />
distruggeva la sua tranquillità e la riduceva a un essere affamato di<br />
sesso. Shaye sentiva già i capezzoli turgidi. «Portami a casa. Questo<br />
non è il mio posto.»<br />
Lui non rispose. Il muro cominciò a richiudersi, facendo pian<br />
piano sparire alla vista l'acqua limpida e le due sirene, che ora<br />
battevano infuriate i pugni contro il cristallo.<br />
Shaye si coprì la bocca con la mano tremante. «Ti prego,<br />
riportami a casa» ripeté.
«Amore, tu sei a casa. Te lo prometto, presto adorerai questo<br />
posto come lo adoro io.»<br />
Il suo tono rauco e seducente prometteva notti di passione e<br />
giorni di selvaggio abbandono.<br />
Doveva resistere, fuggire. Shaye raddrizzò le spalle e sollevò il<br />
mento: non doveva provare nulla per quell'uomo, doveva<br />
comportarsi in modo villano e sgradevole. A volte quella era l'unica<br />
maniera di tenere gli altri a distanza, «lo vado a casa» dichiarò<br />
risoluta. «Con o senza il tuo permesso.»<br />
Senza lasciargli il tempo di rispondere, si slanciò verso il vortice.<br />
C'era quasi...<br />
Valerian l'afferrò per un braccio.<br />
«No!» urlò lei prendendolo a calci.<br />
«Se entri nel portale senza di me, morirai» ringhiò furioso,<br />
aumentando la stretta. «Non riuscirai mai a fare tutto quel tratto a<br />
nuoto da sola. Capisci? Morirai là fuori e il tuo corpo verrà mangiato<br />
dai pesci.»<br />
Shaye si fermò raggelata: era in trappola. Se fosse fuggita sarebbe<br />
morta, ma, se fosse rimasta, che destino l'attendeva?<br />
«Tu puoi nuotare fino alla superficie» gli fece notare nel suo tono<br />
più altezzoso. «Ti ordino di riportarmi a casa.»<br />
«Ti darò con piacere qualsiasi cosa chiederai, ma non questo.» Le<br />
lasciò andare il braccio e le passò la punta di un dito lungo la<br />
clavicola. «Un giorno, spero presto, chiederai di stare con me.»<br />
Allarme rosso, allarme rosso. Doveva allontanarsi da quella<br />
tentazione vivente, ma dove poteva andare?<br />
«Almeno dimmi come ti chiami» la blandì lui.<br />
«Vaffanculo.» Il tono non risultò offensivo come voleva, ma<br />
ansimante. Un fuoco squisito e pericoloso partiva dalle sue dita e le<br />
percorreva tutta la schiena.<br />
Un silenzio pesante cadde tra di loro. Valerian ora emanava un<br />
misto di divertimento, tristezza e rabbia. Tristezza? Impossibile. I<br />
guerrieri come lui non erano mai tristi.
Le cinse la vita con un braccio e la trascinò su per la lunga, rozza<br />
scalinata. «Vieni, Vaffanculo: ti mostro il tuo palazzo.»<br />
Shaye decise di assecondarlo. Non poteva certo chiedergli di<br />
lasciarla in quella caverna buia e fredda, no? Santo cielo, in che razza<br />
di orribile incubo era finita? Ogni secondo che passava tutto<br />
diventava più surreale e spaventoso.<br />
Doveva esserci un altro modo per tornare a casa: doveva solo<br />
trovarlo. Shaye studiò il muro: più salivano, più le rocce divenivano<br />
lisce e luccicanti. Incapace di trattenersi, vi passò un dito.<br />
Valerian si fermò di colpo e lei gli finì addosso. Si tirò indietro in<br />
fretta e lui si girò di scatto, fissandola feroce e accigliato.<br />
«Chiudi gli occhi» le ordinò.<br />
Invece di spaventarsi, Shaye dovette lottare contro un'ondata di<br />
ardente eccitazione. «No» rispose in tono di sfida.<br />
«Non era una richiesta, amore, ma un ordine» specificò lui.<br />
«Avresti dovuto riportarmi a casa quando ne avevi ancora la<br />
possibilità, lo non ti obbedirò mai.»<br />
«Non voglio che tu veda la via per tornare al portale» le spiegò<br />
Valerian con un sospiro di frustrazione. «Non costringermi a<br />
bendarti.»<br />
Shaye lo squadrò sempre più torva. «Dubito di riuscire a<br />
costringerti a fare qualcosa contro la tua volontà. Lo stesso vale per<br />
me. Non mi piaci, non mi fido di te e non mi piegherò mai al tuo<br />
volere.»<br />
«Avrei potuto mentirti.» Valerian coprì la breve distanza tra di<br />
loro, ma non la toccò. «Avrei potuto dirti che guardare le rocce ti<br />
avrebbe fatto diventare cieca, ma non voglio menzogne tra noi. lo ti<br />
dirò sempre la verità.»<br />
Il suo tono era definitivo, constatò Shaye sgomenta: si aspettava<br />
davvero che restasse là, si fidasse di lui e gli obbedisse in tutto e per<br />
tutto.<br />
Valerian aveva già detto che lui e i suoi uomini le volevano per i<br />
loro corpi, ossia per il sesso. Intendevano farle diventare le loro<br />
schiave? Shaye strinse gli occhi; piuttosto sarebbe morta, ma
portandosi dietro parecchi di loro. Aveva passato l'infanzia a<br />
sottostare agli editti dei genitori: Bacia il tuo nuovo papà, Shaye. Dai<br />
il mio numero di telefono a quella donna, Shaye. Non dire<br />
parolacce, Shaye...<br />
Aveva lottato duramente per conquistare l'indipendenza e non<br />
era disposta a rinunciarvi per niente e nessuno.<br />
«Le altre donne hanno dovuto chiudere gli occhi?» si informò.<br />
Valerian si passò la lingua sui denti. «No.»<br />
«Dunque non vedo perché dovrei farlo io.»<br />
Lui si fece così vicino che il suo respiro caldo le carezzò la faccia,<br />
ma non la toccò. «Le altre non vogliono scappare, tu sì.»<br />
«Non ne sarei così sicura: la ragazza con i capelli neri e ricci non<br />
sembrava molto felice di essere qui» obiettò Shaye.<br />
L'espressione di Valerian si incupì.<br />
Non farlo infuriare, altrimenti chissà cos'è capace di fare, si<br />
ammonì Shaye. «E se ti promettessi che non cercherò di scappare?»<br />
Non avrebbe cercato di scappare; ci sarebbe riuscita.<br />
Valerian non ci cascò. «Scoppierei a ridere davanti a una bugia<br />
così spudorata e poi ti sgriderei per aver mentito al tuo uomo.»<br />
«Non sei il mio uomo!»<br />
«Non ancora...» Ma lo sarò. La frase non detta aleggiò chiara tra<br />
di loro.<br />
«Mai» replicò lei a denti stretti.<br />
Lui corrugò la fronte confuso. «Continui a stupirmi: com'è<br />
possibile che tu riesca a resistermi?»<br />
In realtà, Shaye non aveva mai avvertito una simile attrazione:<br />
era invasa da un calore ardente, il cuore le batteva forte, i capezzoli<br />
anelavano al suo tocco, le gambe si allargavano da sole in un tacito<br />
invito.<br />
Le narici di Valerian fremettero, come se avesse percepito la sua<br />
eccitazione crescente. Se si fosse spostato ancora si sarebbero<br />
ritrovati praticamente incollati l'uno all'altro. Una parte di lei<br />
protestava con foga, un'altra fremeva vogliosa alla sola idea.
«Voglio toccarti, baciarti, amore. Voglio...»<br />
«No!» urlò Shaye. «Niente baci, niente carezze e smettila di<br />
chiamarmi amore. Non ti conosco e non mi piaci. Mi hai rapita: ti<br />
meriti di finire in prigione, non di spassartela con me.»<br />
Valerian appoggiò i palmi ai lati della sua testa, intrappolandola<br />
in un cerchio duro e muscoloso. Le toccava i capelli, ma non la pelle.<br />
«Ti piacerà.»<br />
Aveva ragione, Shaye doveva ammetterlo: a ogni secondo che<br />
passava quell'uomo le piaceva sempre di più. Voleva quel contatto<br />
pelle contro pelle che lui continuava a negarle. Forse lo faceva<br />
apposta, per indurla a desiderare disperatamente qualcosa che non<br />
poteva avere.<br />
Idiota! Non le serviva una grande esperienza con gli uomini per<br />
sapere che stava rischiando grosso: magari avrebbe accettato le<br />
delizie che lui le offriva, ma a quel punto sarebbe diventata un'altra<br />
di quelle creature patetiche pronte a tutto per un po' di piacere.<br />
Proprio come sua madre.<br />
Doveva fare in modo che Valerian la detestasse, decise. Sollevò<br />
un ginocchio, pronta a fargli di nuovo male, ma lui anticipò la mossa<br />
e fece un balzo all'indietro, stringendo le labbra irritato.<br />
«Ti avverto: puoi lottare con me, se proprio vuoi, ma non cercare<br />
di scappare. Se ci provi ti punirò» scandì risoluto.<br />
«Non ho ancora cominciato a lottare» tenne duro lei. «E come<br />
sarebbe a dire, ti punirò? Poco fa mi hai promesso che non mi<br />
avresti mai fatto del male.»<br />
«Ci sono modi di punire una donna senza farle male fisicamente.»<br />
«Scommetto che li conosci tutti, bastardo pervertito» sbottò Shaye<br />
furiosa.<br />
Valerian si lasciò sfuggire un lungo sospiro di frustrazione. «Non<br />
abbiamo tempo di litigare. Vieni, ti mostrerò Atlantide prima di<br />
riunirci agli altri.»<br />
Le tese la mano. Shaye osservò le unghie tagliate corte, i calli e le<br />
cicatrici che contrastavano con la sua bellezza perfetta e sentì sbollire
la rabbia. Quelle mani erano di certo capaci di uccidere, eppure lui le<br />
aveva mostrato solo gentilezza.<br />
Idiota! Certo che non ti ha fatto male. Ha bisogno di una schiave<br />
sessuale in buona salute, si rimproverò. Poi però accettò la sua mano<br />
tesa. Le dita di Valerian si intrecciarono alle sue e Shaye sperimentò<br />
le solite scintille erotiche. Anzi, questa volta erano ancora più intense<br />
del solito. Sussultò e cercò di tirarsi indietro, ma lui mantenne ben<br />
salda la presa.<br />
«Mia» dichiarò.<br />
Lei si morse l'interno della guancia per scacciare il piacere suscitato<br />
da quell'affermazione, «lo... Non ti capisco. E non capisco niente di<br />
questo posto tanto assurdo.»<br />
«Con il tempo capirai.»<br />
Era una promessa o un avvertimento? Shaye salì il resto della<br />
scala. In cima, due porte di cristallo lucente erano tenute aperte da<br />
rubini giganteschi.<br />
«Perché l'entrata è fatta così?» chiesa curiosa.<br />
«Per aprire e chiudere le porte di questo palazzo serve un<br />
medaglione dei draghi e io non voglio utilizzare niente che<br />
appartenga a quella razza» le rispose Valerian. Sulle sue labbra, la<br />
parola drago pareva un'imprecazione.<br />
Shaye non seppe cosa rispondere.<br />
«Farai meglio a non cercare un medaglione» aggiunse torvo,<br />
girandosi appena. «Se ci proverai, sarai punita.»<br />
«Anche respirare merita una punizione?» lo sfidò lei. Sembrava<br />
cercare qualsiasi scusa per castigarla.<br />
«Sì, se lo farai in direzione di un altro uomo.»<br />
«Porco.»<br />
«Amore.»<br />
«Bastardo.»<br />
Lui le rivolse un altro sguardo al di sopra della spalla e un mezzo<br />
sorriso malizioso. «Dillo quando saremo nudi» la sfidò.
Shaye distolse in fretta l'attenzione. Una donna furba avrebbe<br />
cercato di memorizzare i paraggi, in cerca di possibili vie di fuga,<br />
invece di provocarlo... o, meglio, sbavare alla sua sola vista.<br />
Shaye si costrinse quindi a comportarsi da donna furba.<br />
Percorsero un lungo corridoio con le pareti spoglie e prive di segni<br />
distintivi che l'aiutassero a orientarsi. Girarono a sinistra e a destra<br />
diverse volte e superarono varie porte aperte, ma si muovevano così<br />
in fretta che nonostante i suoi propositi non ebbe il tempo di spiare<br />
all'interno e tanto meno di memorizzare quel complicato percorso.<br />
«Dove stiamo andando?» volle sapere.<br />
«In camera mia.»<br />
«Che cosa?» Shaye puntò i piedi sul pavimento di marmo.<br />
«Neanche per sogno!»<br />
Valerian avrebbe potuto trascinarla, invece si voltò ad affrontarla<br />
con un sorriso divertito. «Non faremo l'amore, a meno che tu non lo<br />
chieda in ginocchio» le assicurò. «Questo può attenuare le tue paure,<br />
raggio di luna?»<br />
«No.»<br />
«Voglio solo mostrarti la Città Esterna dalla mia finestra.» Lui<br />
sospirò di nuovo. «Purtroppo non ci sarà tempo per altro.»<br />
Shaye lo fissò accigliata, le mani sui fianchi. «Menti» lo accusò.<br />
«Quelli come te hanno sempre tempo per il sesso.»<br />
Il sorriso scomparve rapido dal suo volto. «Ho promesso che non<br />
ti mentirò e manterrò la parola: me lo impone l'onore. Non ti<br />
toccherò, fino a quando non sarai tu a chiedermelo.»<br />
Shaye non si lasciò intenerire: se anche Valerian avesse tenuto le<br />
mani a posto, avrebbero comunque condiviso il suo letto. E se alla<br />
vista di quel letto, certo fatto per il peccato, lei avesse perso la<br />
volontà di resistere? «Non me ne frega niente del tuo onore»<br />
dichiarò bellicosa. «Non vengo in camera tua.»<br />
Gli occhi di Valerian divennero un vortice turbinoso azzurro e<br />
violetto. «E va bene» si arrese con un sospiro esasperato. «Tanto vale<br />
raggiungere subito gli altri. Spero solo che la tua natura pudibonda<br />
impedisca ai miei uomini di sceglierti.»
«Scegliermi per cosa?»<br />
«Come compagna di letto, naturalmente» le rispose il re dei ninfi<br />
come se quella fosse la cosa più ovvia del mondo.
Capitolo 6<br />
Valerian dovette portare di peso in sala da pranzo la sua futura<br />
compagna, un compito molto piacevole, nonostante lei scalciasse e<br />
urlasse improperi. Il seno morbido però gli premeva contro la<br />
schiena e le gambe gli ricadevano sullo stomaco.<br />
Ridacchiò divertito: gli piaceva lo spirito indomabile di quella<br />
donna. Avrebbe solo voluto sapere come si chiamava davvero. Non<br />
Vaffanculo, ne era certo, e il fatto che lei si rifiutasse di rivelargli il<br />
suo vero nome gli pesava. Con le altre donne non se ne era mai<br />
curato, ma ora saperlo gli pareva fondamentale per la propria<br />
sopravvivenza.<br />
«Non diventerò la schiava sessuale né tua né dei tuoi uomini,<br />
capito?» urlò Shaye.<br />
No, certo: sarebbe stata la sua amante, la sua compagna. Sua,<br />
solo sua. Aveva notato gli sguardi avidi dei suoi uomini puntati sulla<br />
vita sottile e la pelle chiara che sbucava dalla gonnellina d'erba e la<br />
cosa non gli era piaciuta affatto.<br />
Forse non l'avrebbe lasciata vestita così, come aveva pensato<br />
all'inizio. Forse l'avrebbe avvolta dalla testa ai piedi in una pesante<br />
veste scura. In quella tenuta succinta era probabile che uno dei<br />
guerrieri l'avrebbe scelta. Quale uomo poteva resistere al fuoco che<br />
ardeva sotto quella facciata fredda?<br />
Lui però era pronto a uccidere qualsiasi uomo avesse tentato di<br />
prenderla per sé.<br />
Le aveva detto che l'onore non gli permetteva di mentire, ma in<br />
confronto alla possibilità di perderla l'onore non contava più nulla.<br />
Era pronto a mentire, a imbrogliare, a fare qualsiasi cosa servisse a<br />
impedire a un altro uomo di rivendicarla per sé.<br />
Mentre svoltava un angolo, Valerian si rammaricò di non averle<br />
potuto mostrare la Città Esterna. Ne avrebbe approfittato anche per<br />
utilizzare al meglio quei momenti rubati, stuzzicandola e tentandola<br />
fino a quando non fosse riuscita a pensare solo a lui. I suoi uomini
avrebbero visto quanto lo desiderava ed esitato a sceglierla come<br />
compagna di letto.<br />
Ora doveva escogitare qualcos'altro.<br />
«Riportami alla spiaggia!» sbraitò lei tempestandogli le natiche di<br />
pugni. «Subito, maledizione! Mi hai sentito?»<br />
«Ti ho già detto che questa è casa tua e che resterai qui per<br />
sempre» ripeté Valerian per l'ennesima volta. Forse era meglio che<br />
non fossero passati dalla sua camera. Ora avrebbe mostrato ai suoi<br />
uomini che lei gli apparteneva e loro si sarebbero concentrati sulle<br />
altre donne.<br />
Lui, invece si sarebbe concentrato su... Vaffanculo. «Come ti<br />
chiami?» Il suo atteggiamento di sfida era divertente, ma anche<br />
frustrante.<br />
«Quando i poliziotti verranno a sapere quello che hai fatto, finirai<br />
male... Questo è un rapimento, bastardo.»<br />
Valerian non sopportava l'idea che avrebbe preferito restare in<br />
superficie senza di lui. «Sei spaventata» tentò di razionalizzare. «Mi<br />
dispiace.»<br />
«Spaventata? Puah! Sono furiosa.»<br />
Nonostante quei dinieghi, sapeva di avere ragione: il suo cuore<br />
batteva all'impazzata e il suo respiro era ansimante. Lei però cercava<br />
di soffocare ogni emozione, a parte la rabbia, e lui non poteva fare a<br />
meno di ammirarla per questo.<br />
Per gli dei, voleva baciarla... no, ne aveva bisogno. Nella caverna<br />
ci era andato vicino, ma un semplice bacio non gli sarebbe bastato,<br />
ne era sicuro: le avrebbe aperto le gambe, avrebbe insinuato la<br />
lingua nella sua fessura calda e bagnata e poi sarebbe affondato in lei<br />
di slancio, incalzandola con spinte possenti.<br />
Valerian conosceva le donne e sapeva che sotto l'apparenza<br />
fredda questa nascondeva una passione violenta. Bastava guardare<br />
come aveva reagito alla rabbia e alla paura, scalciando e graffiando<br />
come una gatta selvatica, per immaginare l'incendio che avrebbe<br />
potuto scatenarsi in lei.
Si fermò di colpo, poi fece scivolare il suo corpo contro il<br />
proprio. Lei sussultò quando lo stomaco nudo sfiorò quello di<br />
Valerian; poteva negarlo, ma non era affatto indifferente al suo<br />
fascino sensuale.<br />
«Aggredirai ogni uomo che tenterà di rivendicarti per sé?» A quel<br />
punto, non gli restava che suggerirle in modo subdolo la reazione<br />
più conveniente per i suoi piani.<br />
«Puoi scommetterci.» Lei lo squadrò con occhi sfavillanti, come se<br />
volesse sfidarlo a contraddirla, minacciarla o punirla. «Lotterò fino<br />
alla morte. La loro» specificò.<br />
Valerian sorrise soddisfatto. Intrecciò le dita alle sue e la trascinò<br />
oltre l'arena e le cucine. «Ti piace questo palazzo?»<br />
Shaye osservò i murali, così nitidi e splendenti da parere vivi:<br />
rappresentavano uomini e donne di ogni razza nudi e avvinghiati in<br />
diverse posizioni. Lui e i suoi uomini avevano dipinto quelle scene<br />
per sentire loro quel palazzo un tempo appartenuto ai draghi.<br />
I ninfi erano abituati a vagare, sempre in cerca di una nuova<br />
conquista, ma Valerian si era stancato di quell'esistenza nomade.<br />
Negli ultimi mesi una strana irrequietezza l'aveva invaso, tanto che<br />
quei continui vagabondaggi non lo attraevano più come un tempo.<br />
Quando aveva saputo che la difesa di quel palazzo era affidata a<br />
un gruppo di draghi giovani e inesperti aveva deciso di conquistarlo<br />
con un veloce colpo di mano. E ci era riuscito.<br />
Non si era pentito di quella decisione: una volta entrato,<br />
l'irrequietezza si era placata, sostituita dalla certezza di aver trovato<br />
finalmente il posto giusto dove vivere. Un pensiero improvviso gli<br />
attraversò la mente: forse avrebbe dovuto conquistare la donna al<br />
suo fianco con la stessa astuzia spietata con cui si era impossessato<br />
del palazzo dei draghi.<br />
Oh, sì, decise ridacchiando: presto avrebbe lanciato un attacco<br />
irresistibile. Non vedeva l'ora di iniziare.<br />
«Ti piace questo palazzo?» ripeté.<br />
Lei esitò un attimo. «A essere sincera, le pareti della tua casa mi<br />
fanno pensare a te.»
La nostra casa, raggio di luna. «Grazie.»<br />
Lei gli diede una pacca sulla mano, tentando di costringerlo a<br />
lasciarla andare. «Non era un complimento.»<br />
«Sentirti dire che le scene di sesso dipinte sui muri ti fanno pensare<br />
a me non è un complimento?»<br />
«Non era questo che intendevo e tu lo sai bene.»<br />
Valerian rise. «Negalo finché vuoi, ma ogni volta che mi guardi tu<br />
pensi a corpi nudi e frementi di piacere.»<br />
«Non dimenticare il bavaglio e la corda» borbottò lei. «Lasciami<br />
andare.»<br />
«Mi piace l'idea della corda.»<br />
«Ci avrei giurato, sporco pervertito.»<br />
Entrando in sala da pranzo Valerian colse subito l'atmosfera satura<br />
di aspettativa ed eccitazione. Vaffanculo si fermò di colpo e trasalì.<br />
Lui le cinse la vita con un braccio e per una volta lei non protestò né<br />
tentò di liberarsi: probabilmente lo shock l'aveva paralizzata.<br />
«Siamo arrivati» annunciò. I guerrieri erano disposti su un lato<br />
della stanza e le donne erano in fila davanti a loro. Li separava un<br />
grande tavolo di legno con intagliate delle feroci teste di drago.<br />
Valerian avrebbe voluto distruggerlo, visto che non sopportava<br />
un mobile del genere in casa sua, ma non aveva trovato un tavolo<br />
abbastanza grande da ospitare tutti i suoi uomini.<br />
Magari l'avrebbe tenuto per fare l'amore con la sua donna distesa<br />
sopra di esso.<br />
Le pareti erano di onice e avorio. Un tempo erano tempestate di<br />
zaffiri, smeraldi, diamanti e rubini, ma mesi prima i soldati umani che<br />
avevano preso d'assalto il palazzo avevano staccato le pietre<br />
preziose dai muri. Quegli umani in seguito erano stati massacrati dai<br />
draghi, fornendo a Valerian l'opportunità di insinuarsi nel palazzo e<br />
conquistarlo.<br />
In genere i ninfi attaccavano solo se provocati, ma i draghi erano<br />
nemici dell'unica razza loro alleata, i vampiri. Questi erano i soli in
tutta Atlantide a non bruciare di gelosia per il potere dei ninfi sulle<br />
donne. Anzi Layel, il loro re, lo trovava divertente.<br />
«Non farò da menu per i tuoi uomini» dichiarò la sua compagna,<br />
mozzandogli il fiato con una possente gomitata nello stomaco.<br />
«Stai un po' ferma, donna.»<br />
«Muori, bastardo.»<br />
I suoi uomini li guardavano a bocca aperta. Valerian aveva<br />
insegnato loro la lingua della superficie e dunque sapevano cosa gli<br />
aveva detto il suo piccolo raggio di luna. In genere le donne lo<br />
adoravano, imploravano il suo tocco e la sua attenzione e non<br />
desideravano certo la sua morte.<br />
Lui però non era imbarazzato da quella scena, anzi: se Valerian, il<br />
più desiderato di tutti i ninfi, non riusciva a conquistarla, i suoi<br />
uomini avrebbero capito che rivendicandola sarebbero andati<br />
incontro a un sonoro fallimento. Se l'avessero scelta, quella notte<br />
avrebbero rischiato di dormire da soli, un destino che speravano di<br />
evitare: per il momento infatti volevano solo fare sesso. Trovare<br />
l'amore o la compagna della loro vita non li interessava.<br />
Valerian la provocò dandole una lieve sculacciata e lei reagì come<br />
sperava. «Dimmi che non mi hai sculacciata, Valerian, se non vuoi<br />
che ti dia un altro pugno sul naso!» sbottò lei.<br />
Come gli piaceva sentirla pronunciare il suo nome! Nel volto<br />
pallido le labbra spiccavano più rosee e tumide che mai.<br />
«Allora?» lo incalzò.<br />
«No. Sei bellissima.»<br />
Per un attimo la sua espressione divenne dolce e vulnerabile e lui<br />
fu sul punto di baciarla. Poi un'ira furiosa cancellò quel momento di<br />
debolezza. «Non parlarmi così. Non mi piace.»<br />
Valerian sbatté le palpebre confuso: preferiva forse che la<br />
insultasse? O forse era tutta una difesa?<br />
«Mio re, noi siamo pronti» intervenne allora Broderick. «Abbiamo<br />
già istruito le altre donne perché rimangano in fila finché non<br />
vengono scelte» spiegò.
Un rapido conteggio rivelò che c'erano più uomini che donne. «La<br />
mia guardia sceglierà per prima» stabilì Valerian. Avevano<br />
combattuto in più guerre, erano più forti e veloci e avevano più<br />
bisogno di sesso dei soldati semplici.<br />
I prescelti esultarono. Gli altri brontolarono delusi.<br />
«Stai ferma» disse alla sua donna, sicuro che avrebbe fatto il<br />
contrario. «Gli uomini hanno bisogno di vederti bene.»<br />
«Neanche per sogno» replicò lei, proprio come sperava. «Non<br />
m'importa se le altre accettano questo teatrino osceno, lo non<br />
resterò passiva.»<br />
Invece di scappare, però, si appoggiò a lui. Una spalla gli sfiorò il<br />
petto e varie ciocche di capelli chiarissimi si impigliarono<br />
nell'anellino che gli pendeva dal capezzolo. Valerian sentiva il battito<br />
agitato del suo cuore e il calore della pelle morbida. Le posò le dita<br />
sul torace e lei fremette.<br />
Doveva vederla in faccia, doveva osservare le emozioni che si<br />
susseguivano sul suo viso. Le prese il mento e la costrinse a girarsi:<br />
quando i loro sguardi si incontrarono, il resto del mondo<br />
scomparve.<br />
«Come ti chiami?» le chiese ancora una volta.<br />
«Non c'è motivo di dirtelo» rispose lei senza fiato. Si umettò le<br />
labbra e lui si eccitò subito. «Tanto me ne andrò presto. Molto<br />
presto.»<br />
Valerian non lo avrebbe mai permesso. «Se ti aiuto a respingere<br />
questi uomini, me lo dirai?» sussurrò.<br />
«lo... forse.» Lo fissò sospettosa. «Perché vuoi aiutarmi?»<br />
La risposta avrebbe dovuto essere ovvia. «Ti voglio solo per me.»<br />
Valerian accompagnò quelle parole decise con un sorriso lento e<br />
ardente. Voleva provocare una reazione estrema in lei, in modo da<br />
sconvolgere ancora di più i suoi uomini.<br />
Come sperava, Shaye ricominciò a lottare frenetica. «Non sono un<br />
pezzo di carne e questo non è un buffet. Dovresti vergognarti!»
Valerian si costrinse a sospirare. In realtà, le cose stavano andando<br />
proprio come sperava. «Se non resti ferma, dovrò costringerti con la<br />
forza. Broderick!» chiamò.<br />
«Sì, mio re» rispose questi facendosi avanti.<br />
«Come mio secondo e capo della guardia, puoi scegliere per<br />
primo.» Valerian allentò la stretta e la sua prigioniera prese a<br />
dimenarsi con furia ancora maggiore, con gemiti e grugniti che<br />
riempivano l'aria.<br />
Broderick sorrise e si avvicinò alle donne, cominciando dal capo<br />
più lontano della lunga fila.<br />
«Sceglimi, sceglimi» invocarono loro.<br />
Godendosi quel momento, il guerriero avanzò lentamente,<br />
fermandosi di tanto in tanto per abbassare la cerniera del vestito di<br />
una donna e dare una sbirciata al seno. In alcuni casi, con grande<br />
gioia della prescelta, arrivò anche a succhiarle i capezzoli. Quando<br />
giunse al raggio di luna, però, non aveva ancora compiuto la sua<br />
scelta.<br />
Valerian notò i suoi occhi verde smeraldo che la osservavano e la<br />
strinse più forte, mentre un violento senso di possesso ruggiva<br />
dentro di lui. È mia, pensò determinato.<br />
Broderick allungò una mano e sollevò la gonnellina d'erba.<br />
«Mi chiamo Shaye» proruppe lei. «Shaye Octavia Holling.»<br />
Valerian capì subito che cosa volesse da lui: gli aveva confessato il<br />
proprio nome e ora si aspettava che tenesse i suoi uomini a distanza.<br />
Gliel'aveva promesso, no? Shaye... Assaporò il suo nome: le stava<br />
bene. Era freddo e distante, ma anche sensuale.<br />
«Prendilo a calci» le suggerì all'orecchio.<br />
Lei obbedì senza esitare, assestando un calcio potente allo<br />
stomaco di Broderick. Stupefatto, il guerriero barcollò all'indietro,<br />
perse l'equilibrio e cadde sul sedere, suscitando un boato di risate. Si<br />
rialzò di scatto e fissò Shaye con aria confusa.<br />
Valerian trattenne a fatica un sorriso, mentre il suo secondo<br />
sceglieva una brunetta dall'aria tranquilla. Si allontanarono dalla sala
da pranzo senza voltarsi indietro e lui sospirò di sollievo: uno di<br />
meno.<br />
«Tocca a te, Dorian.» Valerian fece cenno a un guerriero dai<br />
capelli neri e l'aria impaziente. «Quando si avvicina, ignoralo» suggerì<br />
in un sussurro a Shaye. «Non degnarlo di uno sguardo.»<br />
«Sei sicuro?» Non riusciva a crederci: si stava affidando ai suoi<br />
consigli per tirarsi fuori dai guai, quando era stato proprio Valerian a<br />
provocare tutto quel pasticcio! D'altra parte non vedeva alternative.<br />
Non intendeva certo permettere a uno di quei barbari di sceglierla,<br />
per poi trascinarla chissà dove. «Ignorarlo non farà affiorare tutti i<br />
suoi istinti più primitivi?»<br />
«Non nel suo caso.»<br />
Dorian aveva capelli scurissimi, occhi azzurri e puri come l'oceano<br />
e lineamenti ancora più perfetti di quelli di Valerian, eppure non le<br />
faceva battere il cuore come lui né le riempiva la mente di immagini<br />
da film vietato ai minori.<br />
Shaye sentì lo stomaco contrarsi nervoso mentre il guerriero,<br />
come Broderick, passava in rassegna le donne, fermandosi spesso ad<br />
assaggiarle. Come poteva trattarle in quel modo? Certo, loro<br />
sembravano apprezzarlo, ma Shaye trovava rivoltante e offensiva<br />
tutta quella procedura.<br />
Quando la raggiunse, Dorian si tenne a distanza di sicurezza,<br />
incrociò le braccia sul petto muscoloso e indugiò con lo sguardo su<br />
ogni sua curva. Passarono vari secondi e Valerian si irrigidì.<br />
«Togliti le conchiglie» ordinò infine il guerriero dai capelli neri.<br />
«Voglio vederti il seno.»<br />
Valerian le aveva consigliato di ignorarlo, così lei abbassò gli occhi<br />
sulle sue dita e le studiò attenta. Se Dorian avesse provato a toglierle<br />
il reggiseno, si sarebbe ritrovato con un moncherino sanguinante al<br />
posto della mano.<br />
«Mi hai sentito, donna? Ho detto di toglierti le conchiglie.»<br />
Shaye sbadigliò. Stretta tra le braccia forti di Valerian, non era<br />
affatto annoiata, anzi, sentiva crescere in lei il desiderio e
l'eccitazione. Accanto a quel gigante vanitoso ed egocentrico, il suo<br />
unico interesse ormai era dare e ricevere piacere.<br />
Perché non aveva provato niente di simile con gli uomini con cui<br />
era uscita in passato? Perché le capitava solo adesso e con<br />
quell'uomo?<br />
Dorian emise un sospiro di frustrazione, si passò le dita fra i<br />
capelli neri e si rivolse al suo re. «Valerian, obbligala a guardarmi.»<br />
Lui si strinse nelle spalle. «Non posso costringerla.»<br />
«Ma...»<br />
«Allora, è lei che vuoi o no?» sbottò impaziente. «Gli altri stanno<br />
aspettando il loro turno.»<br />
Scuro in volto, Dorian si allontanò da Shaye e scelse l'unica rossa<br />
del gruppo.<br />
Quello spettacolo degradante andò avanti per un'altra mezz'ora.<br />
Solo un'altra donna sembrava sconvolta, la stessa che si era<br />
dimostrata restia quanto Shaye a seguire i guerrieri nell'oceano. Era<br />
minuta e graziosa, con folti riccioli neri e grandi occhi scuri;<br />
nonostante l'aria da scolaretta innocente, irradiava una sensualità<br />
intensa e selvaggia.<br />
Purtroppo venne scelta da un guerriero alto, con i lunghi capelli<br />
biondi ornati di perline. Uno degli uomini ancora in fila batté il<br />
pugno con forza contro la parete. «La volevo io!» ringhiò con voce<br />
carica di rabbia e delusione.<br />
«Mi spiace per te, Joachim» replicò l'altro. «Ora è mia.» Poi<br />
trascinò via la donna riluttante.<br />
Lei puntò i piedi, ma non protestò.<br />
«Non avere paura» le disse il guerriero biondo. «Non ti farò<br />
male.»<br />
La ragazza si morse il labbro inferiore, gli occhi pieni di lacrime.<br />
Shaye decise che ne aveva abbastanza. «Lasciala andare» urlò.<br />
«Non vuole venire via con te.»<br />
L'altro si rivolse a Valerian con aria confusa. «Ma... l'ho scelta.»
La ragazza guardò Shaye con i grandi occhi atterriti e continuò a<br />
mordersi il labbro inferiore in silenzio.<br />
«Valerian, devi fare qualcosa» lo esortò Shaye. «Lei non vuole<br />
andarsene con lui, è chiaro.»<br />
Passò qualche secondo nel silenzio più assoluto. «Cosa sei disposta<br />
a darmi in cambio?» le chiese infine. «Se intervengo adesso i miei<br />
uomini se la prenderanno, ma se riceverò una compensazione posso<br />
anche rischiare il loro scontento.»<br />
«Ti lascerò vivere» rispose Shaye a denti stretti. «Mi sembra una<br />
ricompensa sufficiente.»<br />
Lui si lasciò sfuggire un risolino rauco e divertito.<br />
«Sarò carina con te. Per un po'» borbottò Shaye.<br />
Valerian non esitò. «Vuoi essere scelta da un altro guerriero?»<br />
chiese alla donna.<br />
Lei esaminò gli uomini ancora in fila, deglutì e scosse piano la<br />
testa.<br />
«Portala via, Shivawn, ma non toccarla a meno che non ti dia il<br />
permesso» gli ordinò Valerian. «E non costringerla a dartelo»<br />
aggiunse. «Sei soddisfatta, Shaye?» chiese poi.<br />
Il modo in cui pronunciava il suo nome... Lei fremette e dovette<br />
costringersi a riportare l'attenzione su ciò che stava accadendo. No,<br />
non era soddisfatta, ma d'altra parte sapeva che Valerian non<br />
avrebbe permesso alla ragazza di tornare sulla spiaggia in Florida.<br />
«Shivawn obbedirà ai tuoi ordini?»<br />
«Tutti i miei uomini mi obbediscono» rispose lui offeso. «Andate»<br />
aggiunse, rivolto alla coppia.<br />
Shivawn trascinò via la ragazza prima che Shaye potesse<br />
protestare ancora. Un altro uomo, quello che aveva preso a pugni il<br />
muro, imprecò tra i denti, poi la selezione continuò.<br />
Ogni volta che un guerriero si avvicinava, Valerian le diceva cosa<br />
fare - sputare, imprecare, svenire - così che per fortuna nessuno la<br />
scelse. La fila si andò assottigliando, fino a quando rimasero solo<br />
Shaye e poche altre donne.
Sospettava che una volta finito quel penoso spettacolo, Valerian<br />
le avrebbe chiesto una ricompensa per l'aiuto fornito. Ogni tanto,<br />
quando nessuno prestava loro attenzione, le passava le dita sulla<br />
curva dei fianchi e affondava il pollice nell'ombelico, suscitandole<br />
una reazione infuocata.<br />
Stranamente quell'atteggiamento possessivo eccitava una parte<br />
segreta di lei di cui fino a quel momento aveva ignorato l'esistenza.<br />
Quando qualche guerriero si avvicinava Valerian si irrigidiva e ogni<br />
tanto emetteva un rauco ringhio di gola.<br />
«È quasi finita» le sussurrò. Il suo respiro caldo la sfiorava, mentre<br />
un dito le scendeva lungo la schiena.<br />
Shaye si accasciò quasi ai suoi piedi. Solo l'improvvisa sensazione<br />
di essere osservata rafforzò la decisione di apparire fredda e<br />
indifferente. Sentì uno sguardo ardente e risoluto che la trafiggeva,<br />
scrutò gli uomini rimasti, incontrò due occhi azzurri, sensuali e<br />
minacciosi, e si irrigidì spaventata.<br />
«Appoggiati a me. se ti senti male» sussurrò Valerian,<br />
fraintendendo la sua reazione.<br />
Lei distolse l'attenzione dall'uomo dai capelli scuri. «Sto bene»<br />
replicò senza fiato. Poi si accigliò: voleva sbottare irritata, non certo<br />
adottare quel tono turbato.<br />
Valerian continuava a coglierla di sorpresa con quei commenti<br />
premurosi. La trattava come un tesoro prezioso e la cosa non le<br />
piaceva affatto: quell'atteggiamento la faceva sentire vulnerabile e le<br />
rendeva più difficile resistergli.<br />
Doveva esserci qualcosa che poteva fare per indurlo a odiarla, ma<br />
cosa? Lui rideva dei suoi insulti e ignorava le sue frecciate. Doveva<br />
insistere, si ripeté. Se Valerian continuava a colmarla di premure e<br />
gentilezze, lei avrebbe finito per ammorbidirsi, lasciando sciogliere la<br />
barriera di ghiaccio indispensabile alla sua sopravvivenza. E a quel<br />
punto cosa sarebbe successo? Si sarebbe innamorata di un uomo<br />
incapace di ricambiare i suoi sentimenti? Dio, no, no, no!<br />
Shaye cercò con tutte le sue forze di sottrarsi alla stretta di<br />
Valerian, o almeno di mettere un po' di distanza tra di loro, ma lui la<br />
bloccò con una presa sempre più ferrea.
«Stai ferma, raggio di luna. Il mio corpo ti desidera e non so<br />
quanto riuscirò ancora a resistere. Qui abbiamo quasi finito.»<br />
Lei si immobilizzò; non voleva certo eccitarlo ancora di più!<br />
Maledizione, perché si sentiva così al sicuro tra le sue braccia? Era<br />
una sensazione eccitante e magnifica, ma anche pericolosa per la vita<br />
solitaria che si era scelta.<br />
«Joachim, è arrivato il tuo turno» annunciò Valerian. «Il tuo<br />
profumo è meraviglioso, Shaye» aggiunse in un sussurro. «Ti desidero<br />
tanto...»<br />
«Voglio quella.» Joachim, l'uomo dai capelli neri che l'aveva fissata<br />
poco prima, si fece avanti deciso.<br />
Valerian si irrigidì e Shaye sussultò raggelata.<br />
«Cos'hai detto?» chiese Valerian tra i denti. Le sue dita<br />
affondarono nella vita di Shaye.<br />
«Voglio la ragazza pallida che tieni fra le braccia.» Joachim allargò<br />
le gambe e lo guardò con aria bellicosa. «Dammela. È mia» aggiunse<br />
in tono di sfida.
Capitolo 7<br />
«Valerian, aiutami» lo implorò Shaye con voce tremante quanto il<br />
suo corpo.<br />
«Ci penso io. Non preoccuparti.» Valerian provò una furia<br />
improvvisa all'idea che qualcuno osasse portargliela via. Era anche<br />
felice che lei si sentisse più al sicuro con lui e atterrito al pensiero di<br />
perderla. Cedendola al cugino, per giunta!<br />
I rapporti tra loro, un tempo stretti e amichevoli, non erano più<br />
facili e sciolti: la sete di potere di Joachim infatti lo rendeva<br />
selvaggio e ribelle. Valerian non sapeva come fargli cambiare idea.<br />
«Ci sono ancora altre due donne» gli fece notare. «Sei sicuro di<br />
non preferire una di loro?»<br />
Joachim assentì senza degnarle di uno sguardo. I suoi occhi scuri<br />
erano colmi di determinazione e di... desiderio. Voleva la testa di<br />
Valerian o il corpo di Shaye? In ogni caso il re dei ninfi non si<br />
sarebbe arreso facilmente.<br />
Lo stesso però valeva per suo cugino. «Voglio lei» ripeté con<br />
fermezza.<br />
Il corpo morbido di Shaye stretto tra le braccia incendiava i sensi<br />
di Valerian e il suo profumo inebriante aumentava la sua<br />
determinazione.<br />
«Sono pronto a sfidarti per lei» dichiarò con uno sguardo duro.<br />
«Ti darò la possibilità di sconfiggere il tuo re.» Joachim non avrebbe<br />
potuto rivendicare il trono in quel modo, ma avrebbe ricavato<br />
grandi onori da quello scontro. E se anche - o meglio quando -<br />
avesse perso, gli altri lo avrebbero lodato per aver partecipato a un<br />
duello tanto raro.<br />
Per un attimo Joachim prese in considerazione l'offerta e fece per<br />
annuire, poi si bloccò e scosse la testa. «Proposta inaccettabile»<br />
dichiarò. «Stanotte hai avuto tre donne nel tuo letto e il sesso ti ha
afforzato, mentre io non lo faccio da settimane. Non saremmo alla<br />
pari.»<br />
Valerian strinse i denti. Suo cugino sperava forse di passare una<br />
notte con Shaye, per poi scontrarsi con lui? «Puoi trascorrere la notte<br />
con le tre donne che mi hanno dato piacere. Loro ti rafforzeranno.<br />
Possiamo combattere per Shaye domani.»<br />
Joachim inarcò le sopracciglia scure e un'emozione indecifrabile<br />
gli accese gli occhi azzurri. «Hai detto che non avresti rivendicato una<br />
donna della superficie e invece ora lo stai facendo.»<br />
Shaye sollevò le mani. «Ehi, un momento. Fermi tutti! Sei andato<br />
a letto con tre donne insieme, Valerian?» Se fosse stato davanti a lei,<br />
lo avrebbe preso a schiaffi. «E ora ti aspetti che io mi aggiunga al tuo<br />
trenino dell'amore? Sei disgustoso! Siete tutti disgustosi.»<br />
«Allora, le vuoi o no?» chiese Valerian a Joachim, ignorando la<br />
scenata di Shaye.<br />
Il cugino sorrise e la indicò. «Voglio lei. È mio diritto.»<br />
«Ti procurerà solo guai» lo avvertì Valerian. Serrava i denti con<br />
tale forza da far fatica a parlare.<br />
«Esatto» gli fece eco Shaye annuendo con vigore. «Ti pugnalerò<br />
mentre dormi. Ti taglierà le palle e ne farò degli orecchini. Ti...»<br />
Joachim divenne pallidissimo e deglutì. Le minacce nei confronti<br />
del cugino erano decisamente più violente, constatò Valerian<br />
soddisfatto: in quanto a lui, Shaye voleva solo cavargli gli occhi.<br />
«La voglio comunque» tenne duro Joachim. Ora però non<br />
sembrava più tanto sicuro.<br />
Valerian capì che il cugino non avrebbe ceduto e proruppe in un<br />
ringhio animalesco di rabbia e frustrazione. Non aveva mai mentito<br />
ai suoi uomini né si era mai rimangiato la parola data. Il padre era<br />
morto quando lui era solo un ragazzo, lasciandogli il comando<br />
dell'armata dei ninfi, e Valerian aveva più volte dimostrato di<br />
esserne degno.<br />
Onorali, erano state le ultime parole del padre. Quietali,<br />
proteggili. Sei responsabile del loro destino.
Poteva prendersi Shaye: nessuno gliel'avrebbe impedito. Al<br />
massimo i suoi uomini avrebbero brontolato, arrivando magari a<br />
maledirlo. D'altra parte, come poteva aspettarsi che lei si<br />
innamorasse di un uomo senza, onore?<br />
«Ho detto che non avrei rivendicato le donne portate qui e non<br />
lo farò» dichiarò.<br />
Shaye si irrigidì e gli affondò le dita nella pelle.<br />
«Non lo farò» continuò Valerian passando alla sua lingua natale,<br />
in modo che lei non potesse capire il resto del discorso. «Se non<br />
cercando un accordo amichevole: permettimi di comprarla.»<br />
Joachim scosse ancora una volta la testa. «No.»<br />
Maledizione, quant'era ostinato! A quel punto non gli restava che<br />
ammettere la verità. «Quella donna è la mia compagna.»<br />
Joachim snudò i denti e si fece avanti minaccioso.<br />
«Da come si comporta non si direbbe proprio.»<br />
«È umana» gli ricordò Valerian. «Le sue reazioni sono diverse dalle<br />
nostre.»<br />
«Saresti pronto a dire qualsiasi cosa pur di tenertela» lo accusò il<br />
cugino.<br />
«Su questo non mento. Non potrà mai amarti né darti il suo<br />
cuore: apparterrà sempre a me.» Sapevano entrambi cosa succedeva<br />
quando un ninfo trovava la sua compagna e il fatto che Shaye fosse<br />
umana non faceva differenza. «Quando la porterai a letto, lei si<br />
immaginerà sempre la mia faccia e desidererà il mio corpo. Il tuo<br />
orgoglio può sopportare una cosa simile?»<br />
Cadde un lungo silenzio cupo e pesante. Joachim tornò a<br />
impallidire e contrasse la mascella.<br />
«Cosa gli hai detto?» chiese Shaye a Valerian, passando con lo<br />
sguardo dall'uno all'altro.<br />
Joachim fissò il cugino stringendo gli occhi. «Devo riflettere sulle<br />
tue parole. Stanotte stiamo tutti e due lontani da lei; domattina<br />
torneremo ad affrontare la questione della proprietà.»
Aveva parlato nella lingua della superficie e Shaye sussultò.<br />
«Proprietà?»<br />
Valerian sussultò inorridito all'idea di passare la notte lontano da<br />
lei. Dal primo momento in cui l'aveva vista, aveva pensato soltanto<br />
a possederla. Negarsi quella soddisfazione sarebbe stata la cosa più<br />
difficile che avesse mai fatto.<br />
«D'accordo» rispose dopo una breve esitazione. Almeno così<br />
neanche il cugino l'avrebbe toccata.<br />
«Be', io non sono d'accordo» intervenne Shaye pestando un piede<br />
per terra.<br />
Valerian aumentò la stretta nella speranza di zittirla, ma<br />
naturalmente non ci riuscì.<br />
«Posso risparmiarvi un sacco di guai, tanto non voglio nessuno di<br />
voi due» chiarì. «Sono una donna ragionevole...»<br />
Valerian sbuffò sprezzante.<br />
Lei gli lanciò uno sguardo di fuoco al di sopra della spalla e<br />
riprese a parlare. «E sono disposta a dimenticare tutta questa storia<br />
assurda, purché mi riportiate a casa.»<br />
Joachim la ignorò e incrociò le braccia sul petto. «Dove passerà la<br />
notte?»<br />
«Nella camera vicina alla mia. Faremo entrambi la guardia davanti<br />
alla porta.»<br />
Il cugino del re ci pensò su un momento, poi assentì. «Va bene.»<br />
Valerian lasciò ricadere le braccia e avvertì subito un senso di<br />
perdita. Dovette avvertirlo anche Shaye, visto che si strinse le braccia<br />
in vita rabbrividendo.<br />
«Allora, qualcuno vuole degnarsi di dirmi chi mi porterà a casa?»<br />
chiese impaziente.<br />
«lo» rispose Valerian, prima che Joachim potesse rispondere.<br />
Lei si girò di scatto e lo fissò incredula. «Davvero? Mi porterai a<br />
casa adesso?»<br />
Lui la divorò con gli occhi. Com'era possibile che un'unica donna<br />
riuscisse a provocargli un'emozione così intensa, facendogli
dimenticare tutte quelle che erano venute prima? Ormai esisteva<br />
solo lei.<br />
«Mi seguirai di tua spontanea volontà?» le chiese tendendole la<br />
mano.<br />
Un sospetto improvviso le incupì il viso. «Non mi stai mentendo?»<br />
«No.»<br />
Shaye esitò a lungo, poi gli prese la mano esitante. Le loro dita si<br />
intrecciarono, adattandosi alla perfezione tra loro. Valerian sapeva<br />
che lei lo aveva frainteso - era quella la sua nuova casa - ma preferì<br />
non chiarire l'equivoco. Non ancora.<br />
Joachim emise un basso ringhio e tese a sua volta la mano verso<br />
Shaye. Passarono vari secondi, mentre lei la fissava e Valerian si<br />
irrigidiva sempre di più: se avesse preso la mano di Joachim, lo<br />
avrebbe senza dubbio incoraggiato, smentendo allo stesso tempo la<br />
sua affermazione circa il loro legame di compagni.<br />
Alla fine Shaye lanciò uno sguardo esasperato a Valerian. «Allora,<br />
cosa stiamo aspettando? Andiamo. Se ci sbrighiamo, farò in tempo a<br />
prendere il volo per Cincinnati.»<br />
Valerian la fissò confuso: sapeva volare? No, impossibile. Poi<br />
lasciò perdere lo sconcerto e si concentrò sulla piacevole sorpresa,<br />
trattenendo a fatica un urlo di trionfo: Shaye aveva ignorato la<br />
mano tesa di Joachim e chiesto aiuto a lui.<br />
«Crasse, prepara la stanza vicina alla mia» ordinò a uno degli<br />
uomini rimasti. Sperava che l'altro capisse il suo vero desiderio, ossia<br />
la rimozione di ogni traccia lasciata dalle donne umane con cui era<br />
andato a letto la notte prima. Purtroppo, quelle scatenate non si<br />
erano limitate alla stanza principale. Shaye non gradiva gli accenni al<br />
sesso e lui non voleva turbarla.<br />
Crasse annuì, lanciò un'occhiata di rimpianto alle due donne<br />
rimaste e si affrettò a obbedire.<br />
Joachim lasciò ricadere il braccio. «Stai attenta, donna, e trattami<br />
con rispetto» l'ammonì con voce bassa e rauca. «Potrei anche<br />
cambiare idea e reclamarti subito per me.»
«Vedi? Litigate già» osservò Valerian, trattenendo a fatica l'impulso<br />
di aggredirlo.<br />
«Perché non andate tutti e due all'inferno e mi risparmiate il<br />
noioso disturbo di spedirvi là?» osservò Shaye con finta innocenza.<br />
«Ora fai il bravo e portami subito a casa come hai promesso,<br />
Valerian.»<br />
Lui notò l'espressione stupefatta di Joachim e represse un sorriso.<br />
Forse la lingua tagliente di Shaye li avrebbe salvati entrambi. «Terran,<br />
Aeson, scegliete le ultime due donne» ordinò rivolto ai guerrieri<br />
rimasti. Ignorò la loro esultanza e tornò a rivolgersi a Shaye. «Da<br />
questa parte» disse, conducendola in corridoio.<br />
Alcuni guerrieri non avevano aspettato di raggiungere le loro<br />
camere e si accingevano a fare l'amore con le donne prescelte,<br />
mentre altri le avevano spinte contro un muro e si davano da fare<br />
con vigore. Tutt'intorno risuonavano gemiti, grida e mugolii di<br />
piacere.<br />
«Mio Dio!» esclamò Shaye sconvolta.<br />
Uno spettacolo del genere era comune in una residenza di ninfi,<br />
ma Valerian non glielo spiegò.<br />
Seguito da Joachim, superò le cucine, l'arena delle esercitazioni e<br />
gli alloggi dei guerrieri, da cui provenivano altri gemiti<br />
inequivocabili.<br />
«Ma non fanno altro?» borbottò Shaye.<br />
Nella sua voce il turbamento si mescolava al desiderio. Valerian si<br />
ripromise di bandire il primo e farle assaporare il secondo. Presto.<br />
I suoi alloggi erano situati in una zona appartata del palazzo; ogni<br />
camera era spaziosa, dotata di una grande vasca, un letto immenso e<br />
vetrate panoramiche che offrivano una vista mozzafiato sulla Città<br />
Esterna.<br />
«Grazie per aver acconsentito a riportarmi a casa» disse Shaye. «So<br />
che non volevi, quindi ti sono riconoscente.»<br />
Il tono era tenero e gentile e l'espressione grata le addolciva i<br />
lineamenti. D'altra parte, lui non poteva consentirle di cullarsi ancora
a lungo in una falsa speranza. «Non ti sto riportando nel tuo mondo,<br />
raggio di luna. Ti porto a casa. Nella tua nuova casa» chiarì.<br />
Lei sibilò furente e gli affondò le unghie nella carne. «Mi hai<br />
ingannato, brutto bastardo!»<br />
«Ti parla sempre così?» chiese Joachim. Finalmente esprimeva<br />
qualche dubbio.<br />
«Sempre» risposero insieme Valerian e Shaye.<br />
«Non starò in camera tua» ringhiò lei. «Te l'ho già detto.»<br />
Valerian dovette trascinarla fino alle proprie stanze, mentre<br />
Joachim li osservava con un'espressione indecifrabile stampata in<br />
viso.<br />
Crosse uscì dalla porta principale con aria estatica, seguito da tre<br />
umane nude. Queste formarono un cerchio intorno a lui e presero a<br />
carezzarlo dappertutto, gemendo vogliose e impazienti.<br />
Vedendole un piano prese forma nella mente di Valerian, anche<br />
se l'idea di doversi ridurre a trucchi del genere per conquistare una<br />
donna che avrebbe dovuto smaniare per averlo lo irritava. In fondo<br />
era un re, un capo, e la sua parola era legge. «Prendi la donna che<br />
desideri, Crosse, e portatela a letto.»<br />
Il guerriero spalancò gli occhi sorpreso. Una delle donne prese a<br />
carezzargli i testicoli e lui gemette di piacere. «Mio re, potrei averle<br />
tutte e tre?»<br />
Valerian alzò gli occhi al cielo. «No. Due sono richieste... altrove.»<br />
«Stai trattando queste donne come oggetti!» proruppe Shaye<br />
indignata. Poi indicò Crosse con un dito. «E se la donna che lui<br />
sceglie non lo vuole?»<br />
«Dubiti della loro disponibilità?» chiese Valerian, accennando al<br />
groviglio di corpi frementi. «Lo stanno già divorando.»<br />
«Sembri proprio un ruffiano» sbottò lei in un borbottio<br />
sprezzante. «Fate valere i vostri diritti, ragazze» aggiunse alzando la<br />
voce. «Dite a questi uomini che non prenderete parte alle loro orge.»<br />
Invece di rispondere, le tre donne leccarono il petto e la schiena<br />
di Crasse, strappandogli un gemito estatico. Shaye scosse la testa.
«Avanti, prendi la tua donna e vattene, Crasse» gli ordinò<br />
Valerian.<br />
«Grazie, mio re.» Crasse afferrò la bruna, che tentava di infilargli la<br />
mano nei pantaloni, e si allontanò veloce.<br />
Le altre due umane gemettero deluse, ma quando videro Valerian<br />
batterono le mani e scoppiarono in una risatina deliziata. Lui<br />
indietreggiò e spinse avanti Shaye, usandola come scudo.<br />
«Sono accoppiato» annunciò. I ninfi che avevano trovato una<br />
compagna non esercitavano più la stessa irresistibile attrazione sulle<br />
donne. Forse le umane non lo sapevano, però, visto che avanzarono<br />
decise verso di lui.<br />
«Indietro, ragazze» abbaiò Shaye all'improvviso.<br />
Loro obbedirono imbronciate.<br />
Valerian sbatté le palpebre sorpreso: aveva davvero sentito una<br />
nota gelosa e possessiva nella sua voce? Poteva osare sperare?<br />
«Joachim ha bisogno di un'amante» annunciò, indicandolo.<br />
Lui sgranò gli occhi sospettoso e impaziente e le due cambiarono<br />
subito obiettivo.<br />
«Sei così imponente» tubò la bionda.<br />
«E forte» aggiunse la rossa.<br />
Joachim indietreggiò, deciso a resistere. «Ho fatto una scelta»<br />
disse, ma il suo tono esprimeva una domanda, più che<br />
un'affermazione. «La... donna pallida sarà la mia prossima compagna<br />
di letto e stanotte devo fare la guardia alla sua porta. Per questo non<br />
potete... toccarmi...» L'ultima parola svanì in un gemito di resa.<br />
Le due donne presero a carezzarlo, colmandogli le narici con il<br />
loro profumo inebriante. «Shaye non se la prenderà, se stanotte non<br />
farai la guardia alla sua porta» dichiarò Valerian in tono<br />
comprensivo. «Un uomo ha le sue esigenze e lei lo sa.»<br />
«Esigenze?» ripeté Joachim smarrito.<br />
«Voglio sentire la tua pelle nuda contro la mia» dichiarò la<br />
bionda.<br />
«Ti voglio sentire in bocca grosso e caldo» aggiunse la rossa.
Joachim deglutì. «Valerian...» cominciò.<br />
«Vai. Ci vediamo domattina.»<br />
«La donna pallida...»<br />
«Non la toccherò.» Per stanotte. «Ti ho dato la mia parola.»<br />
«Mi fido di te.» Joachim si allontanò con una donna appesa a ogni<br />
braccio. Valerian dubitava che avrebbero aspettato di raggiungere la<br />
sua stanza e in effetti un attimo dopo un estatico grido femminile<br />
confermò la sua ipotesi.<br />
A quel punto si concesse un sorriso di trionfo. Joachim era<br />
occupato e Shaye era sola con lui. Non poteva assaporarla, però:<br />
aveva dato la sua parola e il cugino si fidava di lui. Il sorriso svanì.<br />
«Incredibile» borbottò Shaye.<br />
Lui la prese per le spalle e la girò, in modo che potesse vedere la<br />
sua espressione corrucciata. «Cos'è che trovi così incredibile?»<br />
«La vostra promiscuità sessuale. Non avete mai sentito parlare di<br />
contagi e malattie?»<br />
Era così graziosa e surreale, davvero simile a un raggio di luna, e<br />
Valerian sentì il desiderio ribollirgli di nuovo nel sangue.<br />
I suoni dell'amore echeggiavano in ogni angolo del palazzo e lui si<br />
sentiva più eccitato che mai: ora che erano finalmente soli, voleva<br />
spogliarla, affondare in lei e incalzarla con spinte possenti, in un<br />
ritmo veloce e senza fine. Doveva averla e al diavolo l'onore...<br />
Valerian strinse le mani a pugno per trattenersi.<br />
«Ascoltami bene, Shaye» ringhiò. «Ti voglio, ma non posso averti.<br />
Se non entri subito in quella stanza, dimenticherò le mie promesse, ti<br />
strapperò i vestiti e assaggerò ogni parte del tuo corpo.»<br />
Lei indietreggiò sgranando i grandi occhi vellutati.<br />
«Il drappo alle tue spalle costituisce l'unico accesso: se una volta<br />
entrata lo scosterai, io lo interpreterò come un invito a prendermi<br />
ciò che desidero con passione.»<br />
Spaventata da quel tono sicuro, Shaye si precipitò nella stanza.
Il drappo ondeggiò a lungo, come se volesse sfidarlo a entrare.<br />
Poi si fermò e Valerian si coprì il viso con una mano tremante. Lo<br />
aspettava una notte lunga e dolorosa, senza una vera fine in vista.
Capitolo 8<br />
Il cuore di Shaye batteva così forte da farle temere che le costole<br />
si incrinassero. Si tappò le orecchie per bloccare i gemiti e le grida di<br />
piacere che risuonavano nelle vicinanze e si lasciò cadere sul bordo<br />
di un letto di seta e velluto rosso che pareva fatto per il sesso.<br />
Senza osare respirare, fissò il drappo di pizzo bianco che fungeva<br />
da porta.<br />
Rimase in quella posizione per oltre un'ora, divisa fra il terrore e<br />
la speranza che Valerian entrasse nella stanza. Il suo sguardo quando<br />
era fuggita... Non aveva mai visto niente di così ardente. Era come<br />
se si fosse avvicinata troppo al sole e fosse sul punto di incendiarsi. E<br />
una parte di lei lo desiderava!<br />
Sulla terra... o meglio, sulla superficie, non aveva quel genere di<br />
preoccupazioni: per fortuna il desiderio non faceva parte della sua<br />
vita. La sua socia e le sue dipendenti erano donne: aveva evitato<br />
collaboratori maschi proprio per tenere lontane le tentazioni.<br />
Temeva le relazioni e non perché aveva osservato la madre<br />
divorare un uomo dopo l'altro come caramelle, o il padre fare lo<br />
stesso con le donne. Non era nemmeno colpa del patrigno che<br />
cercava di infilarsi di soppiatto in camera sua, costringendola a<br />
nascondersi in qualche angolo buio per poter dormire, o degli<br />
uomini affascinanti e subdoli con cui era uscita in un breve periodo<br />
della sua vita.<br />
No, a bloccarla era la paura di diventare schiava dei desideri,<br />
proprio come loro. Una donna pronta ad accettare qualsiasi cosa<br />
l'oggetto delle sue brame le facesse. Shaye sospirò.<br />
Nelle ultime ore aveva avuto più avventure che in tutta la sua<br />
vita. Non si era mai sentita sola né costretta a fingere che andasse<br />
tutto bene. Sulla superficie, però, gli uomini che respingeva la<br />
lasciavano in pace. A dire la verità, la maggioranza non voleva avere<br />
niente a che fare con lei: la trovavano troppo pungente e fredda.
Valerian era diverso; sembrava proprio che non ci fosse verso di<br />
liberarsi di lui.<br />
Shaye appoggiò il capo alla testiera di legno intagliato, su cui<br />
spiccavano draghi che se la spassavano con donne nude. Fino a quel<br />
momento Valerian si era dimostrato un uomo di parola. Non aveva<br />
mai fatto nemmeno capolino dal drappo di pizzo. Shaye però<br />
sapeva che era là fuori: lo sentiva passare il peso da un piede<br />
all'altro.<br />
Doveva assolutamente fuggire prima che arrivasse il mattino,<br />
decise.<br />
«Non sono un trofeo» brontolò tra sé. «Non sarò mai un premio<br />
che Valerian e i suoi smaniosi maschioni vogliono aggiudicarsi.»<br />
«Sì che lo sei» rispose lui.<br />
Il suono della sua voce rauca e sexy la fece trasalire di piacere.<br />
Shaye balzò in piedi e si guardò intorno in cerca di una via di<br />
fuga, ma vide solo la grande vasca piena fino all'orlo di acqua calda.<br />
Sopra di lei le onde si frangevano sulla volta di cristallo, per fortuna<br />
senza mostrare sirene eccitate. Vesti multicolori erano appese<br />
nell'armadio.<br />
Lussuosa e surreale, la stanza sembrava il set di un film <strong>fantasy</strong> i<br />
cui produttori non avevano badato a spese: il tavolino da toilette<br />
era d'avorio, la sedia di fronte a lei di diamanti e i cuscini erano<br />
foderati di seta dalle sfumature lucenti che andavano dal lilla<br />
all'ametista.<br />
In effetti non c'erano altre porte. Ehi, un momento! Shaye scorse<br />
un velo color lavanda che pendeva all'altra estremità della stanza e<br />
lo scostò.<br />
La vista che l'accolse non era ciò che si aspettava, ma le tolse<br />
comunque il fiato. Sgranò gli occhi ed emise un grido di meraviglia.<br />
«Magnifica, vero?» chiese Valerian dal corridoio. La sua voce<br />
vibrava d'orgoglio. «La chiamiamo la Città Esterna.»<br />
Ferma davanti alle immense vetrate, Shaye osservò gli alberi<br />
imponenti, alcuni verde smeraldo e altri bianchi come la neve, le<br />
cascate tumultuose, i fiumi limpidi e gli uccelli multicolori.
Nel cuore di quella natura meravigliosa si annidava una città<br />
piena di vita: gli edifici di pietra e legno creavano un intrico di vicoli<br />
e strade serpeggianti, immerse in un tenue chiarore man mano che il<br />
crepuscolo cedeva il passo alla notte. La luce non veniva dal sole, ma<br />
dalla cupola di cristallo.<br />
Le sarebbe piaciuto visitarla e goderne la bellezza paradisiaca.<br />
Fissò le ripide scogliere, affascinata dalle creature comparse<br />
all'improvviso e corresse la sua prima impressione: no, quello non<br />
era esattamente un paradiso. Scorse uomini con la testa di toro,<br />
donne con il corpo di cavallo, leoni alati e... «Merda!» proruppe,<br />
portandosi una mano alla bocca.<br />
«Dobbiamo migliorare il tuo linguaggio, Shaye» commento<br />
Valerian con una risatina che la investì come un'ondata erotica e<br />
ardente.<br />
Doveva reagire, comportarsi da villana, indurlo a odiarla. Una<br />
parte di lei però non voleva trattarlo male. Shaye strinse i denti.<br />
«Vaffanculo, Valerian.»<br />
Lui non si scompose neanche questa volta, limitandosi a<br />
ridacchiare, e Shaye scosse la testa frustrata. Un'orda di arpie - quelle<br />
che l'avevano sconvolta un momento prima - prese il volo: avevano<br />
grandi seni ondeggianti, artigli affilati, musi a becco e malvagi occhi<br />
neri.<br />
«Non c'era bisogno di viaggiare fino alla spiaggia» lo provocò di<br />
nuovo. «Bastava andare in città: la tua compagna era qui ad<br />
aspettarti.»<br />
«lo voglio solo te, amore.»<br />
Shaye sentì contrarsi lo stomaco. Distolse a fatica l'attenzione da<br />
quel luogo fantastico e si concentrò sulle finestre: le vetrate erano<br />
fatte dello stesso cristallo della cupola, ma più liscio, del tutto privo<br />
di giunture e crepe. Insomma, non c'era modo di aprirle. Frustrata e<br />
rabbiosa, batté un piede a terra.<br />
«Forse faresti meglio a occupare il tempo accettando il tuo<br />
destino, invece di cercare il modo di scappare» le suggerì Valerian dal<br />
corridoio.<br />
«E tu potresti chiudere il becco.»
Un'altra risatina profonda e sensuale.<br />
«Perché i miei insulti ti divertono tanto?» non poté fare a meno di<br />
chiedere Shaye. In genere la gente scappava a gambe levate.<br />
«Tu non parli sul serio» spiegò Valerian paziente. «In effetti,<br />
sospetto che desideri l'esatto contrario.»<br />
Lei rimase sconvolta: come aveva fatto a capirlo? Neanche la sua<br />
famiglia aveva mai compreso quell'elementare verità. Shaye non si<br />
divertiva a ferire la gente, ma non aveva abbastanza coraggio per<br />
stringere amicizia con qualcuno. Troppo rischioso. Si schiarì la gola e<br />
cercò di adottare un tono duro. «Non mi conosci abbastanza per<br />
saperlo.»<br />
«Mi piacerebbe, però.»<br />
Mentre parlava, il suo viso perfetto, virile e selvaggio, le si parò<br />
davanti agli occhi. Se avesse osato allungare una mano, avrebbe<br />
sfiorato ciocche bionde lucenti e morbide come seta, ne era certa.<br />
«Mi permetterai di conoscerti, Shaye?» le chiese piano Valerian.<br />
Al di là del pizzo impalpabile che faceva da porta riusciva a<br />
distinguere la sua figura imponente e le dita che sfioravano la stoffa<br />
leggera. Immaginava forse che fosse il suo corpo? Immaginava di<br />
carezzarle i capezzoli, scendere lungo lo stomaco, insinuarsi sotto le<br />
mutandine e...? Un fremito la scosse.<br />
Shaye sbuffò contrariata: quella reazione era inaccettabile.<br />
«No. Non ci conosceremo.» Lo desiderava già. Cosa sarebbe<br />
successo, se avesse imparato che cosa lo eccitava di più?<br />
Per Shaye indipendenza e solitudine erano valori preziosi, a cui<br />
Valerian l'avrebbe indotta a rinunciare senza grande fatica. Aveva<br />
visto tante donne dimenticare qualsiasi cosa tranne il sesso e non<br />
intendeva fare la loro fine.<br />
La voce di Valerian la riportò al presente. «Ho bisogno di una<br />
cosa da te e sono pronto a trattare per ottenerla, piccola Shaye.»<br />
«Che cosa intendi?» gli chiese diffidente.<br />
«Starò zitto per il resto della notte, se acconsentirai a darmi il tuo<br />
affetto.»
«Non se ne parla neanche» rifiutò lei.<br />
«Mi concederai almeno qualche complimento?»<br />
«No.»<br />
Valerian sospirò con aria sconsolata. «Non vuoi proprio darmi<br />
niente?»<br />
«Ti sto dando un po' di dolore, no?»<br />
«È vero» ammise lui ridacchiando.<br />
Smettila di parlare e cerca una via di fuga, si ammonì Shaye. Si<br />
avvicinò alla parete più lontana, tempestata di pietre preziose. Nei<br />
corridoi e in sala da pranzo i muri erano spogli, come se qualcuno<br />
avesse rubato le gemme, mentre lì la ricchezza abbondava. Magari...<br />
Shaye si illuminò: magari una di quelle pietre nascondeva un<br />
marchingegno capace di aprire una porta nascosta.<br />
«Voglio diventare il tuo schiavo, Shaye. Esaudirò cigni tuo<br />
desiderio, ti farò conoscere ogni piacere» dichiarò Valerian in tono<br />
suadente.<br />
Shaye lottò per resistere a quelle dichiarazioni seducenti, per<br />
ricostruire il muro di ghiaccio che proteggeva le sue emozioni. Se mai<br />
avesse deciso di allacciare una relazione, non avrebbe certo scelto un<br />
ninfo, per quanto irresistibile fosse. Si conosceva abbastanza da<br />
sapere che odiava condividere ciò che le stava a cuore: aveva<br />
condiviso i genitori con la loro sfilza di amanti e l'infanzia con<br />
fratellastri e sorellastre spesso crudeli e quasi mai affettuosi, sempre<br />
oppressa da un senso di solitudine e delusione.<br />
Se mai si fosse concessa a qualcuno, sarebbe stato a un uomo che<br />
voleva lei e solo lei, pronto a fare di tutto per renderla felice. E si<br />
sarebbe comportata allo stesso modo.<br />
Chiedeva e offriva troppo? Sicuramente. Ma era ciò che voleva e<br />
non si sarebbe accontentata di niente di meno, pur sapendo che si<br />
trattava di un sogno impossibile. Forse per questo si era posta un<br />
obiettivo del genere: se non poteva raggiungerlo, non doveva<br />
nemmeno preoccuparsi di ritrovarsi con il cuore spezzato per la<br />
delusione.
Era probabile che Valerian fosse un mago a letto, ma di certo si<br />
comportava così con ogni donna che lo attraeva. Lei era solo un<br />
trastullo passeggero, senza legami e impegni per il futuro.<br />
No, grazie.<br />
Poteva avere una cosa simile anche con gli uomini della superficie<br />
e l'aveva sempre rifiutata.<br />
Shaye ispezionò la stanza per due ore, tastando ogni parte dei<br />
muri e del pavimento, ma non trovò alcun marchingegno nascosto.<br />
Era in trappola, constatò rabbiosa, delusa e frustrata. Se fosse stata a<br />
casa, a quell'ora sarebbe già andata a letto. Da sola.<br />
Be', che c'era di male nella solitudine? Inoltre aveva una vita<br />
colma di soddisfazioni. La mattina avrebbe preso il caffè con la sua<br />
socia, discusso degli eventi della giornata e proposto una nuova idea<br />
per un antibiglietto. Qualcosa tipo: Congratulazioni per la<br />
promozione. Prima di uscire, ti dispiacerebbe togliermi il coltello<br />
dalla schiena? Potrebbe servirti ancora. In ufficio avrebbero riso tutti<br />
e lei si sarebbe sentita una persona brillante e apprezzata e non una<br />
ragazzina confusa ed eccitata.<br />
«Vai a letto, raggio di luna» le consigliò Valerian, riscuotendola da<br />
quelle riflessioni. «Sei turbata, lo sento. Dato che non posso<br />
consolarti come vorrei...»<br />
«Se sono turbata è colpa tua» sbottò Shaye. «Ti prego, riportami<br />
sulla spiaggia.»<br />
«Cosa c'è di tanto importante là per te?» chiese Valerian dopo un<br />
silenzio pesante.<br />
«La mia casa.» Di proprietà, tutta pagata. «Il mio lavoro.» L'unica<br />
cosa che le fosse riuscita bene nella vita.<br />
«Che lavoro facevi?»<br />
Aveva usato il passato; lei rispose utilizzando il presente. «Faccio<br />
anti-biglietti» rispose fiera.<br />
«Parlamene» le chiese lui gentile.<br />
Oh, finalmente un argomento che adorava! «Esistono molti<br />
biglietti con frasi stucchevoli tipo: Ti amo o: Mi manchi tanto. I miei<br />
dicono il contrario.»
«Non mi sorprende» ridacchiò lui. «E non potresti farli qui?»<br />
Forse poteva, ma non voleva, quindi ignorò la domanda. Come<br />
avrebbe fatto a uscire di là?<br />
«Non hai accennato ad amici o familiari» notò lui dopo un po'.<br />
Avrebbe dovuto dirgli di lasciarla in pace e invece non ci riuscì.<br />
«Esatto» ammise Shaye.<br />
«Perché?»<br />
Appoggiò la fronte al vetro freddo e chiuse gli occhi. Menti. Fallo<br />
sentire in colpa. «Non ho molti amici e non vado d'accordo con la<br />
mia famiglia» disse invece.<br />
«Perché?» ripeté Valerian.<br />
Buona domanda. «Forse avrai notato che non ho un carattere<br />
molto dolce.»<br />
Lui scoppiò in una rapida risata. «Già, me ne sono accorto.»<br />
«Questo tende ad allontanare la gente.» Parlargli della propria vita<br />
era pericoloso e poteva fornirgli munizioni da usare contro di lei,<br />
eppure Shaye non riusciva a fermarsi. Valerian pareva esercitare un<br />
richiamo su qualcosa di primitivo e profondo sepolto dentro di lei.<br />
«Con me non è successo» le fece notare.<br />
«No, è vero» ammise Shaye con un sospiro. Come mai non era<br />
fuggito?<br />
«Cosa c'è di così importante nella tua casa e nel tuo lavoro da<br />
impedirti di restare qui con me? Posso farti da famiglia. Posso essere<br />
tuo amico. Puoi vendere a me i tuoi biglietti.»<br />
«Ho lavorato sodo per pagarmi la casa e avere successo nel<br />
lavoro. Qui non ho niente.»<br />
«Potresti averlo, però.» Parlava ancora in tono tenero e gentile.<br />
Lascia che ti dia tutto, sottintendevano le sue parole.<br />
Doveva resistergli, si ammonì Shaye. «Perché mi fai questo?<br />
Potresti avere qualsiasi altra donna. Verrebbero tutte da te, felici di<br />
fare qualsiasi cosa tu gli chieda.»<br />
«Loro non sono te.»
Quella semplice frase la scosse nel profondo. «Che cos'ho di<br />
speciale? Avanti, dimmelo» lo sfidò.<br />
Valerian rimase in silenzio a lungo e la cosa le procurò un misto di<br />
euforia e delusione. Alla fine Shaye voltò le spalle alla porta e si<br />
avviò verso il letto: doveva riflettere, considerare ogni opzione.<br />
Chiacchierare con il suo rapitore era solo uno spreco di tempo<br />
prezioso.<br />
Era pronta a rimanere sveglia tutta la notte, se necessario, ma<br />
avrebbe trovato un modo per tornare a casa. Non doveva<br />
addormentarsi, per quanto fosse esausta: il sonno l'avrebbe resa più<br />
vulnerabile. Valerian sarebbe potuto entrare di soppiatto per farle<br />
tutto ciò che voleva senza che lei se ne accorgesse.<br />
In fondo però Shaye sapeva che era una bugia, una difesa contro<br />
di lui: quando un uomo dava piacere a una donna, anche<br />
addormentata lei se ne accorgeva. Il suo corpo avrebbe cantato e<br />
pianto per il piacere.<br />
Quell'uomo era una minaccia. E lei non riusciva a capire perché le<br />
piacesse tanto.<br />
«Non entrare!» abbaiò. «E stai un po' zitto. Ho bisogno di<br />
silenzio.»<br />
«Shaye?»<br />
Lei si bloccò: dal tono Valerian sembrava soffrire, quasi fosse sul<br />
punto di precipitare in un abisso senza fondo. «Cosa?» chiese con<br />
voce tremante.<br />
«Tu sei la donna del mio cuore, quella che aspettavo da tutta la<br />
vita, anche se non lo sapevo fino a quando non ti ho vista. Non c'è<br />
una cosa sola che ti rende speciale per me, ma tutte. Ora dormi.<br />
Domani sarà una giornata difficile.»<br />
Se non fosse stata seduta sul bordo del letto Shaye sarebbe<br />
crollata a terra. Nessuno le aveva mai parlato così in vita sua,<br />
nessuno l'aveva mai fatta sentire così importante, così speciale e<br />
necessaria.<br />
Non conosceva quasi Valerian, eppure ora aveva voglia di<br />
abbattere ogni barriera difensiva e gettarsi su di lui. «Dio mio»
sussurrò inorridita. Le aveva appena detto tutto ciò che aveva<br />
sognato in segreto di sentire. Come avrebbe fatto a resistergli<br />
adesso?
Capitolo 9<br />
Valerian passò tutta la notte davanti alla camera di Shaye. Alla<br />
fine lei gli aveva obbedito, scivolando nel sonno, ma prima aveva<br />
lottato fino all'ultimo.<br />
Lui era più consapevole che mai di ogni movimento e suono<br />
provenienti dalla stanza: Shaye aveva cercato per ore una via di<br />
fuga, per poi camminare irrequieta avanti e indietro e inveire tra i<br />
denti contro gli stupidi uomini, le stupide emozioni e le stupide città<br />
mistiche. Poi passi e imprecazioni si erano attenuati e lei era scivolata<br />
nel sonno con un sospiro. Una sbirciatina nella stanza aveva<br />
confermato che dormiva distesa per terra, i capelli sparsi sul<br />
pavimento come una cortina di neve.<br />
Valerian sospettava che avesse evitato il letto di proposito.<br />
Pensava forse che non l'avrebbe presa, se non là? Stupida donna:<br />
l'avrebbe posseduta in qualsiasi posto e posizione.<br />
Per gli dei, voleva tanto toccarla!<br />
In fondo non c'era niente di male ad adagiarla sul letto.<br />
Dopotutto era il suo uomo; spettava a lui fornirle ogni comodità.<br />
Non avrebbe dovuto farlo, lo sapeva, eppure scostò il drappo di<br />
pizzo ed entrò nella stanza, deciso a mantenere comunque la<br />
promessa fatta a Joachim e alla stessa Shaye. Non l'avrebbe toccata,<br />
si ripeté.<br />
Si avvicinò piano: lei giaceva ancora sul pavimento e sembrava<br />
una dea invernale, una ninfa della neve, più bella di Afrodite. I<br />
capelli lisci e chiarissimi brillavano come se fossero cosparsi di<br />
polvere di stelle, le sopracciglia erano appena più scure e le labbra<br />
parevano invocare i suoi baci.<br />
Resisti. Resisti al suo richiamo, si ripeté.<br />
Troppo tardi.
Shaye sospirò piano e il desiderio di Valerian si risvegliò possente.<br />
Voleva sentire quel sospiro nelle orecchie, sul petto. Se solo lei non<br />
fosse stata così morbida e vulnerabile...<br />
Maledisse Joachim perché osava desiderare qualcosa che<br />
apparteneva a lui, ma in fondo come poteva biasimarlo per quella<br />
scelta?<br />
Sì che poteva, si disse un attimo dopo: Shaye era destinata a lui,<br />
solo a lui, e chi avesse osato interferire sarebbe andato incontro a<br />
una morte lenta e dolorosa. Valerian non aveva mai desiderato<br />
niente con tanta intensità e dover rimandare la soddisfazione di quel<br />
desiderio era davvero difficile.<br />
Si chinò e la prese tra le braccia: era leggera come ricordava. E<br />
anche morbida, calda e deliziosa. La portò fino al letto e l'adagiò sul<br />
materasso, le tolse i sandali e passò un dito sulle unghie dei piedi<br />
colorate di rosso corallo. Si raddrizzò, le scostò i capelli dalla fronte<br />
e si godette il meraviglioso calore della sua pelle.<br />
«Sognami, raggio di luna» mormorò.<br />
La punta rosea della lingua emerse dalle labbra di Shaye e<br />
Valerian la immaginò intrecciata alla propria, in un duello avido e<br />
delizioso, «lo ti sognerò di sicuro» dichiarò.<br />
Indugiò ancora un momento a sfiorarle le labbra con un dito e<br />
quando lei sospirò sentì contrarsi ogni muscolo del corpo.<br />
Valerian non riusciva a distogliere lo sguardo, ma sapeva di<br />
doversene andare in fretta: più a lungo rimaneva, più difficile<br />
diventava mantenere il controllo. Si aggrappò in modo sempre più<br />
precario a un senso dell'onore che gli pareva di non possedere più e<br />
che detestava con tutto il cuore per la prima volta nella vita.<br />
Gli bastava guardarla perché Shaye diventasse tutto ciò che<br />
voleva, tutto ciò di cui aveva bisogno.<br />
Indietreggiò lentamente, tenendo lo sguardo fisso su di lei il più a<br />
lungo possibile. Quando il drappo di pizzo gli bloccò la vista strinse<br />
le mani a pugno e appoggiò la fronte contro la parete.<br />
Devo conquistarla. Non posso permettere che un altro me la porti<br />
via.
Si raddrizzò e prese a camminare avanti e indietro per<br />
l'anticamera, gli stivali che rimbombavano sul pavimento di onice.<br />
Per la prima volta da settimane, nessuno dei suoi uomini lo aveva<br />
avvicinato: erano chiusi in camera o nelle sale e nei corridoi del<br />
palazzo, immersi nell'estasi meravigliosa che si poteva trovare<br />
soltanto tra le braccia di una donna.<br />
Valerian pregava che Joachim si innamorasse di una delle sue<br />
attuali amanti al punto da dimenticare Shaye. Se non fosse successo,<br />
doveva trovare qualcosa da offrirgli che per lui fosse più irresistibile<br />
di una compagna di letto.<br />
Joachim era forte e leale - quasi sempre - e come tutti i ninfi<br />
aveva un debole per le donne. Adorava anche il potere e le armi: ne<br />
collezionava in quantità, prendendole a ogni guerriero che uccideva<br />
o sconfiggeva e appendendole in camera.<br />
Lo sguardo di Valerian cadde sulla propria spada affilata,<br />
appoggiata a un cassettone di onice: il Teschio, forgiata da Efesto, il<br />
fabbro degli dei. Quell'arma letale aveva abbattuto molti nemici,<br />
infliggendo loro terribili ferite, ed era l'invidia di chiunque la<br />
vedesse.<br />
Valerian odiava l'idea di rinunciarvi, ma la sua compagna era più<br />
importante, anche se al momento lo respingeva con foga. Joachim<br />
l'avrebbe accettata?<br />
Sospirò piano: la risposta restava un mistero, così come il modo<br />
migliore per conquistare il cuore ben protetto di Shaye. Se avesse<br />
apprezzato i gioielli e i bei vestiti l'avrebbe portata nella Città<br />
Esterna, comprandole tutto ciò che desiderava, ma fino a quel<br />
momento lei non era parsa impressionata dalla sua ricchezza né<br />
interessata a regali del genere. Il suo unico desiderio era tornare a<br />
casa.<br />
Aveva nemici? In quel caso avrebbe gettato volentieri ai suoi piedi<br />
i loro corpi senza vita.<br />
Valerian si passò una mano nei capelli: sentirsi incerto riguardo a<br />
una donna era per lui un'esperienza nuova e orribile, ma allo stesso<br />
rappresentava una sfida eccitante. Conquistarla sconfiggendo
Joachim e superando la resistenza stessa della giovane risvegliava i<br />
suoi più profondi istinti di guerriero.<br />
«Sarà mia» giurò rivolto ai cieli. «Mia.»<br />
Tenui fasci di luce provenienti dalla cupola di cristallo<br />
cominciarono pian piano a illuminare la stanza, formando un<br />
arcobaleno multicolore. Shaye distolse lo sguardo da quella vista<br />
meravigliosa e sussultò sorpresa: il soffitto era costituito da un<br />
enorme specchio e le offriva la sua immagine riflessa.<br />
Le lenzuola di seta rossa su cui era distesa formavano un netto<br />
contrasto con i capelli chiarissimi e la pelle pallida. Gli occhi erano<br />
socchiusi e cerchiati, indossava ancora l'orribile tenuta da damigella e<br />
sembrava pronta ad accogliere un uomo.<br />
Non un uomo qualsiasi, però.<br />
Sussultò e si girò su un fianco: ricordava di essersi accasciata per<br />
terra, non sul letto. Possibile che Valerian fosse entrato nella stanza a<br />
sua insaputa e l'avesse distesa là?<br />
Be', almeno non l'aveva svegliata tentando di sedurla. Dopo le<br />
cose che le aveva detto, non avrebbe avuto la forza di scacciarlo.<br />
Non voleva addormentarsi, maledizione! Avrebbe dovuto<br />
continuare la ricerca di una via di fuga, non mettersi a sognare il suo<br />
rapitore, immaginando le sue mani che la carezzavano dappertutto,<br />
le sue braccia che la stringevano.<br />
«Che uomo diabolico» borbottò mettendosi a sedere. Con sua<br />
grande sorpresa non si sentiva dolorante. Sbadigliò e tornò a<br />
osservare la stanza, nella speranza che la luce del giorno le rivelasse<br />
un modo per fuggire di là. La grande vasca di acqua calda emanava<br />
ancora una nuvola di vapore, le colonne si elevavano maestose e<br />
l'unica uscita continuava a essere la porta coperta dall'impalpabile<br />
drappo di pizzo.<br />
Devo andarmene prima del suo arrivo, pensò all'improvviso.<br />
L'immagine di Valerian tornò a riempirle la mente: forte,<br />
orgoglioso e sensuale, con la pelle abbronzata, i capelli d'oro e gli
occhi turchesi colmi di meravigliose promesse, affascinanti e profondi<br />
come l'oceano.<br />
Smettila di pensare a lui! Devi andartene. Lottando contro<br />
un'ondata di desiderio, Shaye si alzò in piedi e inciampò nei sandali.<br />
Dunque glieli aveva sfilati prima di metterla a letto. Per fortuna non<br />
le aveva tolto altro.<br />
Usò il bagno di una modernità sconcertante per lavarsi la faccia,<br />
poi fece il giro della stanza: per quanto splendida, era pur sempre<br />
una prigione.<br />
Be', anche se non c'era un passaggio segreto per fuggire di là, la<br />
porta costituiva comunque un'uscita. Valerian faceva ancora la<br />
guardia là fuori?<br />
Si avvicinò al drappo di pizzo in punta di piedi e l'odore virile e<br />
inebriante di Valerian si fece più intenso. Shaye tentò di lottare<br />
contro il suo richiamo e la debolezza che le provocava.<br />
Una volta giunta sulla soglia, scostò la stoffa leggera con il cuore<br />
che batteva all'impazzata. Lui sarebbe stato lì ad aspettarla, sveglio e<br />
scattante? O invece si era addormentato?<br />
«Buongiorno, Shaye.»<br />
Valerian era davanti a lei, a gambe larghe e braccia conserte sul<br />
petto muscoloso. I loro sguardi si incontrarono e Shaye sentì il cuore<br />
salirle in gola. Era magnifico come lo ricordava: a torso nudo, con i<br />
lucenti capelli dorati che gli ricadevano sulla fronte e le spalle.<br />
Si leccò le labbra. «Cosa fai qui?»<br />
Il suo sguardo azzurro la perforò, eliminando il reggiseno di<br />
conchiglie e scostando la gonnellina d'erba. «Ti stavo aspettando,<br />
naturalmente.»<br />
Un brivido la scosse. Come aveva potuto dimenticare quella voce<br />
profonda e sensuale? Shaye ricostruì in fretta la barriera di ghiaccio<br />
che la difendeva. Ti ha rapita, ricordò a se stessa. È pericoloso.<br />
La notte prima si era quasi gettata fra le sue braccia, ma ora, alla<br />
luce del giorno, quell'impulso le pareva un momento di follia<br />
dettato dalla stanchezza.<br />
«Mi hai sognato?» le chiese.
«Oh, sì» ammise lei di malavoglia. A essere del tutto sincera, aveva<br />
sognato le sue mani che la carezzavano, la sua bocca che la<br />
divorava.<br />
Valerian sorrise sorpreso e compiaciuto.<br />
«Eri nudo» aggiunse Shaye.<br />
Il sorriso divenne radioso e gli occhi azzurri brillarono di<br />
soddisfazione.<br />
«E legato...»<br />
«Non avevo idea che ti piacesse il sesso estremo.»<br />
«Mi piace l'idea di legarti.» Shaye fece una pausa drammatica. «Nel<br />
mio sogno, eri bloccato sopra un formicaio e le formiche ti<br />
mangiavano vivo.»<br />
Il sorriso scomparve, ma la luce divertita nei suoi occhi continuò a<br />
brillare. «Che donna crudele!» Valerian appoggiò la spalla al muro in<br />
una posa rilassata che pareva invitarla a rifugiarsi tra le sue braccia.<br />
«Anch'io ti ho sognata. Eri nuda.»<br />
Shaye avvertì un capogiro e indietreggiò.<br />
Valerian non ebbe pietà e fece un passo avanti. «Ti ho fatta<br />
godere. Due volte» precisò.<br />
Shaye lasciò ricadere il drappo, tagliandolo fuori dalla propria<br />
visuale. Trasse un respiro faticoso, che le bruciò i polmoni, e non<br />
poté fare a meno di immaginare la scena da lui descritta.<br />
La sua risatina la raggiunse, provocandole un fremito. «Se vuoi<br />
cambiarti, l'armadio è pieno di vestiti. Quelle conchiglie hanno<br />
un'aria... piuttosto scomoda.»<br />
Non era la parola che intendeva: quel momento di esitazione lo<br />
dimostrava. Probabilmente voleva dire che erano squisite e facili da<br />
togliere. «Oggi mi porterai a casa?» chiese Shaye con voce tremante.<br />
«Tu sei a casa.»<br />
Lei gli mostrò il dito medio, un gesto che la colmò di<br />
soddisfazione anche se lui non poteva vederlo, poi si diresse<br />
all'armadio. La notte prima aveva esaminato in fretta i vestiti
femminili appesi all'interno; in effetti, l'idea di cambiarsi era<br />
attraente.<br />
Si trovò davanti una marea di colori e stoffe impalpabili e lucenti.<br />
Una veste in particolare attirò la sua attenzione: era color avorio,<br />
intessuta di fili d'oro e decorata di foglie d'ambra e fiori di smeraldo.<br />
Altre gemme ornavano la profonda scollatura.<br />
«Una volta che avrai fatto il bagno e ti sarai vestita, Shaye, faremo<br />
colazione.»<br />
«Non mi laverò fino a quando questa porta non sarà chiusa a<br />
chiave» replicò lei.<br />
«Se volessi entrare, una serratura non mi tratterrebbe di certo.»<br />
Aveva ragione, si rese conto frustrata.<br />
«Ti sentirai meglio dopo un bagno.»<br />
«Mi sentirò meglio quando sarò a casa.»<br />
«Devo ripetertelo ancora?» sospirò lui.<br />
«E quel guerriero... Joachim?» chiese Shaye a denti stretti.<br />
«Ce la vedremo con lui quando si sveglierà» rispose Valerian nello<br />
stesso tono.<br />
Shaye accarezzò la stoffa fresca e lucente e si impose di non<br />
pensare a Joachim. Meglio concentrarsi sui vestiti. Non aveva mai<br />
indossato né posseduto niente di così squisito, voluttuoso e<br />
femminile: quella era una veste degna di un'antica regina greca o<br />
romana.<br />
«Di chi è questa stanza?» chiese. Valerian aveva affermato che era<br />
sua, ma non era possibile che possedesse tutti quegli abiti.<br />
«Mia.»<br />
Shaye si girò verso la porta. Attraverso la sottile barriera di pizzo,<br />
poteva distinguere la sua figura imponente che camminava avanti e<br />
indietro. «Indossi spesso abiti femminili, Valerian?»<br />
«Certo che no!»<br />
Lei ridacchiò al suo tono offeso e scandalizzato. «Allora perché<br />
tieni nell'armadio tutti questi vestiti?» La risposta arrivò da sola e
cancellò ogni traccia di divertimento. Erano per le sue donne, per le<br />
sue innumerevoli conquiste.<br />
«Shaye?» la chiamò lui cauto.<br />
Indossare uno di quei magnifici abiti significava ammettere di<br />
essere una di loro. «Non sono tua e non mi vestirò come se lo fossi.»<br />
Shaye girò le spalle all'armadio e al bellissimo abito di seta color<br />
avorio che moriva dalla voglia di infilare. Preferiva sopportare<br />
ancora la scomoda tenuta da damigella, piuttosto che presentarsi<br />
come amante di Valerian.<br />
Piccole concessioni come quella potevano aprire la porta ad altre,<br />
molto più gravi... come abbandonarsi al suo inequivocabile tocco<br />
esperto e sensuale.<br />
«Potremmo arrivare a un accordo» propose lui.<br />
«Se metto uno dei tuoi vestiti tu...?»<br />
«Ti bacerò?»<br />
Shaye deglutì e scacciò a fatica le immagini ardenti evocate da<br />
quella proposta. «Devi lavorare un po' sul tuo talento negli accordi.<br />
Per il momento fa schifo» sbottò sarcastica.<br />
«Sono sempre disposto a migliorare» replicò lui in tono allusivo.<br />
Shaye arrossì con violenza. «Non voglio i tuoi baci» proclamò<br />
decisa.<br />
Il tono le era parso convincente, ma Valerian non ci cascò. «Non<br />
ho mai sentito una dichiarazione così falsa» dichiarò ironico.<br />
«Offrimi qualcos'altro!»<br />
«Tipo? E non chiedermi di riportarti in superficie, perché questo<br />
punto non è negoziabile.»<br />
«Non so perché perdo tempo a discutere con un tipo testardo<br />
come te» sbuffò Shaye.<br />
«Non cambiarti, se non vuoi, lo non ti costringo. Mi piace vedere<br />
la tua pelle e anche immaginare di leccarla tutta.»<br />
Oh, maledizione! Non poteva continuare a indossare quella<br />
tenuta a base di conchiglie ed erba.
Shaye si guardò intorno frenetica: ricordava di aver visto da<br />
qualche parte dei vestiti maschili, quando la notte prima aveva<br />
frugato dappertutto in cerca di una via di fuga. Dove... dove...? Oh,<br />
ma certo! Corse al pesante mobiletto da toilette di marmo ed<br />
esaminò i cassetti. Uno era pieno di magliette a maniche lunghe e<br />
corte, impilate con cura una sull'altra. Erano enormi, ma era meglio<br />
così: in quel modo sarebbe stata ben coperta. Niente pelle esposta<br />
da leccare.<br />
Lanciò un rapido sguardo alla porta, poi si tolse le odiate<br />
conchiglie e le gettò sollevata sul pavimento. Infilò una maglietta<br />
nera e il contatto con la stoffa morbida le strappò un sospiro di<br />
piacere. Il secondo cassetto era pieno di pantaloni in pelle nera. Il<br />
fatto che fossero anch'essi riposti con cura la colpì: i ninfi non le<br />
parevano tipi casalinghi e ordinati.<br />
Forse erano state le donne che aveva visto lasciare la stanza la<br />
notte prima a occuparsene, pronte a soddisfare ogni esigenza di<br />
Valerian, compreso lavare, stirare e riporre i suoi vestiti.<br />
Shaye avvertì una fitta di gelosia e la respinse subito, poi si slacciò<br />
il gonnellino d'erba e lo lasciò ricadere sul pavimento. Infilò i<br />
pantaloni, ma dovette rimboccarli diverse volte e trattenerli in vita<br />
con una sciarpa leggera presa dall'armadio perché stessero su.<br />
Nella stanza non c'erano specchi, a parte il pezzo di soffitto sopra<br />
l'enorme letto, così poteva soltanto immaginare il proprio aspetto:<br />
era di certo ridicolo e trasandato, ossia perfetto. Voleva infatti che<br />
Joachim e Valerian la trovassero del tutto priva di attrattive.<br />
Mentre cercava di decidere cosa fare, l'aroma virile, forte e<br />
speziato di Valerian l'avvolse. Era così eccitante che i capezzoli le si<br />
indurirono, premendo contro la maglietta. Perché lo sentiva?<br />
Valerian non era tanto vicino.<br />
Poi si rese conto che quel profumo veniva dai vestiti e cominciò<br />
ad avvertire una strana, ardente pulsazione tra le gambe.<br />
Non era mai stata un tipo sensuale e quelle sensazioni nuove la<br />
turbavano. Per quanto tempo ancora sarebbe riuscita a soffocarle e<br />
respingerle? Fu sul punto di strapparsi di dosso maglietta e pantaloni<br />
e non riuscì a trattenere un gemito rauco.
«Cosa stai facendo?» chiese Valerian con voce tesa. Si era forse<br />
accorto della sua eccitazione?<br />
«lo... ho fame» improvvisò lei.<br />
Lui rimase in silenzio a lungo e Shaye usò quel tempo per cercare<br />
di calmarsi. Se avesse capito com'era vulnerabile, non avrebbe<br />
mostrato alcuna pietà.<br />
«Vieni, raggio di luna» la invitò infine. «Ti nutro io.»<br />
Shaye cercò di scacciare l'improvviso nodo alla gola. Avrebbe<br />
fatto colazione con lui perché aveva bisogno di lasciare quella stanza<br />
e di riprendere le forze, in modo da frugare il palazzo e trovare una<br />
maniera per tornare a casa. Non poteva restare là. Non poteva<br />
restare con quell'uomo affascinante e pericoloso un momento più<br />
del necessario.<br />
«Va bene. Facciamola finita» borbottò.
Capitolo 10<br />
Joachim giaceva a letto con le braccia dietro la testa e fissava<br />
accigliato il cristallo scintillante, cercando invano di trarre conforto<br />
dalle sfumature multicolori riflesse dalla cupola: rosa come i<br />
capezzoli di una donna, bianchi come la sua pelle, marrone chiaro<br />
come i suoi occhi appassionati.<br />
La notte era trascorsa e ormai era mattino, ma i suoi pensieri<br />
restavano cupi e agitati. Si girò a guardare le armi appese al muro,<br />
accumulate nel corso degli anni: una per ogni nemico ucciso. Erano<br />
così tante che ne aveva perso il conto da tempo: non se ne<br />
vergognava, anzi, era fiero delle sue vittorie.<br />
Per questo ciò che era accaduto quella notte era una tremenda<br />
ferita al suo orgoglio.<br />
Dopo aver lasciato Valerian e Shaye aveva condotto le due<br />
umane in camera sua. Sul punto di penetrarne una, si era fermato di<br />
colpo, nonostante lei fremesse vogliosa e invitante.<br />
Mentre la guardava il bisogno pressante di fare sesso con lei<br />
l'aveva abbandonato e l'immagine della brunetta che l'aveva tanto<br />
colpito durante la cerimonia della scelta gli era comparsa nella<br />
mente. All'improvviso voleva lei e solo lei. Se l'era immaginata tra le<br />
braccia di Shivawn, mentre gemeva di piacere, e una rabbia<br />
tremenda lo aveva invaso.<br />
Le sue due compagne di letto avevano fatto del loro meglio per<br />
eccitarlo, ma invano. Avrebbe dovuto prenderle comunque, per<br />
riacquistare le forze, e invece alla fine le aveva mandate da un altro<br />
amante e si era soddisfatto da solo.<br />
Eppure ora era debole come prima. L'unica consolazione era che<br />
di certo lo era anche Valerian, visto che aveva passato la notte senza<br />
una donna. Senza la sua compagna, se c'era da credere alle sue<br />
dichiarazioni. Joachim desiderava tanto trovare la propria, la donna<br />
che l'avrebbe amato come nessun'altra.
Sospirò. Non voleva portar via la donna pallida a Valerian. Non<br />
l'eccitava davvero, non come la brunetta con le sue curve sensuali, il<br />
corpo snello e minuto e l'aria innocente. Come si chiamava? Non<br />
l'aveva detto. Non aveva aperto bocca e lui ora si chiedeva come<br />
fosse la sua voce. Bassa e rauca oppure dolce e sommessa? Se avesse<br />
potuto sceglierla, la notte sarebbe finita in modo diverso. Joachim<br />
maledisse Shivawn per averla reclamata, costringendolo a cambiare i<br />
suoi piani.<br />
Mentre il guerriero la portava via, lui aveva deciso di consolarsi<br />
appropriandosi della corona di Valerian. Apprezzava e ammirava<br />
molto il cugino, ma ancor di più apprezzava e ammirava il potere<br />
che egli deteneva.<br />
Non gli era mai piaciuto prendere ordini; preferiva darli. Il cugino<br />
governava con il pugno di ferro e si aspettava sempre un'obbedienza<br />
immediata e assoluta. Era tempo di cambiare, di sostituirsi a lui.<br />
Valerian aveva proposto un combattimento, ma lui non poteva<br />
diventare re in quel modo: Valerian doveva consegnargli il trono di<br />
sua spontanea volontà. Lo avrebbe fatto? Aveva potuto riflettere per<br />
tutta la notte e forse si sarebbe convinto che quello era l'unico modo<br />
per tenersi la donna dai capelli di luna.<br />
«La corona sarà mia» ringhiò Joachim.<br />
Alcuni uomini erano nati per un destino di grandezza, altri no e<br />
negli ultimi tempi il cugino aveva commesso parecchi errori stupidi.<br />
Il primo e più importante era stato lasciarsi dietro le ninfe per<br />
conquistare quel palazzo, con il risultato che le loro donne erano<br />
scomparse. Non ce n'era traccia nella Città Interna e neanche nella<br />
Città Esterna. Valerian aveva inviato degli uomini a cercarle, ma<br />
tutto questo non sarebbe successo, se non le avesse abbandonate.<br />
Il secondo e imperdonabile errore era stato non concedere agli<br />
uomini di raggiungere la superficie fino al giorno prima, quando<br />
ormai le loro forze erano quasi svanite. Il palazzo doveva essere<br />
difeso, certo, ma loro non potevano farlo se erano troppo deboli.<br />
Io non avrei permesso che tutto questo accadesse. Joachim strinse<br />
gli occhi: la donna dai capelli di luna era solo un mezzo per<br />
raggiungere il fine che gli stava a cuore, la conquista del potere.
Aveva notato come Valerian la proteggeva, ingiungendo in silenzio<br />
ai guerrieri di tenersi alla larga da lei, e l'aveva scelta proprio nella<br />
speranza che il cugino fosse disposto a tutto pur di tenersela.<br />
Forse, una volta diventato re, avrebbe preso la brunetta a<br />
Shivawn, pensò divertito. Sì, come sovrano dei ninfi se la sarebbe<br />
davvero goduta.<br />
Quando Shaye scostò il drappo di pizzo e si fece avanti, Valerian<br />
rimase senza fiato: lei indossava la sua maglietta e i suoi pantaloni!<br />
Nonostante questi le stessero larghi, gli pareva più bella che mai,<br />
simile a una sirena tentatrice.<br />
«Se stai per dirmi di cambiarmi, risparmia pure il fiato» lo sfidò.<br />
«Non ci penso proprio. Mi piaci come sei.»<br />
Un lampo di sorpresa si accese nei suoi occhi vellutati, facendoli<br />
diventare quasi neri.<br />
Valerian allungò una mano: desiderava tanto toccarla. Desiderava<br />
tanto che lo accettasse di sua spontanea volontà, in modo da trarre<br />
una grande gioia da ogni contatto che condividevano.<br />
Lei gli guardò la mano e divenne ancora più pallida, simile a un<br />
fantasma venuto a tormentarlo, poi scosse la testa e si mise le mani<br />
dietro la schiena, come per eliminare la tentazione di toccarlo.<br />
Valerian decise di verificare fino a che punto poteva spingersi con<br />
lei. La desiderava troppo per dichiararsi sconfitto in partenza. «Dolce<br />
raggio di luna, perché non accetti una richiesta così modesta? Ti<br />
chiedo solo un piccolo tocco.» Per il momento, almeno.<br />
«Per favore! Non sono mica stupida. Un tocco porterà a un altro,<br />
un bacio a...» Shaye arrossì e si schiarì la gola. «Insomma, hai capito.»<br />
Sollevò il mento e lo superò, per poi fermarsi di colpo in un punto<br />
da cui si dipartivano due corridoi. «Da che parte, per fare colazione?»<br />
chiese senza girarsi a guardarlo.<br />
«E se ti dicessi che sono io la portata principale?» La vide irrigidirsi<br />
e stringere le mani a pugno. «Saresti ancora così ansiosa di<br />
andartene?»
«Da che parte?» ripeté lei a denti stretti, investendolo con<br />
un'ondata di rabbia e frustrazione.<br />
Prima di rispondere, Valerian si prese un momento per osservare i<br />
lunghi capelli chiarissimi che le ricadevano sulla schiena. Era pronto a<br />
dare qualsiasi cosa - la sua casa, la sua vita, la sua anima - per poter<br />
affondare le dita in quella massa serica.<br />
«Ti faccio vedere» rispose infine con voce rotta. Coprì in poche<br />
falcate la distanza tra di loro e la superò sfiorandole il braccio di<br />
proposito.<br />
Shaye si tirò indietro con un balzo, come se l'avesse spinta, e lo<br />
fissò sospettosa. Valerian increspò le labbra in un sorriso divertito e<br />
trionfante: checché ne dicesse, non le era affatto indifferente. Alla<br />
fine questo sarebbe stato la sua rovina.<br />
Forse Shaye non l'aveva ancora accettato come compagno, ma il<br />
suo corpo lo riconosceva e lo desiderava. E quando succedeva<br />
questo, il corpo faceva tutto il necessario per convincere la mente. La<br />
gente non poteva evitarlo e Shaye non faceva certo eccezione.<br />
«Con tutte le magliette che hai, perché non te ne metti mai una?»<br />
brontolò lei distogliendo lo sguardo.<br />
«Ho notato come guardavi il mio petto nudo e ho deciso che mi<br />
conveniva lasciarlo così.»<br />
«Lo guardavo inorridita.»<br />
«Chi stai cercando di convincere, me o te stessa?»<br />
Shaye snudò i denti in un ringhio.<br />
Aveva avuto l'ultima parola, così Valerian preferì lasciar cadere<br />
l'argomento. Per il momento, almeno. «La colazione è da questa<br />
parte.» La prese per mano senza chiederle permesso e la trascinò<br />
fuori dai suoi appartamenti, lungo il corridoio serpeggiante che<br />
conduceva agli alloggi dei guerrieri. Parecchie coppie erano rimaste<br />
là anche dopo l'amore e giacevano nude e avvinte. A differenza dei<br />
gemiti e delle grida della notte, ora regnava il silenzio: tutti erano<br />
probabilmente sazi ed esausti dopo le orge notturne.<br />
Gli sarebbe piaciuto tanto essere come loro, provare la stessa<br />
soddisfazione. Forse di lì a poco...
«Allora, che cosa pensi di fare con Joachim?» chiese Shaye. «Non<br />
intendo diventare la sua schiava. E non dirmi che ce ne occuperemo<br />
al suo risveglio. Voglio saperlo subito.»<br />
Aveva parlato al plurale: gli piaceva quella forma e soprattutto<br />
l'idea che lei contasse sul suo aiuto. «Non preoccuparti. Farò tutto il<br />
necessario per tenerti con me.»<br />
«Lo... ucciderai?» chiese Shaye sgomenta.<br />
«Se necessario» rispose Valerian senza esitare.<br />
«Se mi riportassi alla spiaggia, lui non potrebbe avermi e tu non<br />
dovresti commettere un omicidio» insistette lei con un gemito di<br />
frustrazione.<br />
«Se ti riportassi indietro neanch'io potrei averti.»<br />
«Esatto.»<br />
«Il tuo piano fa schifo» tagliò corto lui, riprendendo la sprezzante<br />
accusa di Shaye sul suo talento per gli accordi.<br />
Allontanò con un calcio una pila di vestiti e svoltò un angolo, per<br />
poi entrare nella sala da pranzo. Un odore squisito li accolse: i<br />
centauri e i minotauri venuti dalla città avevano preparato la solita<br />
colazione a base di frutta, dolci e noci.<br />
«Mmh» mormorò Shaye estasiata, con lo stomaco che brontolava<br />
per la fame.<br />
In genere a quell'ora i guerrieri erano seduti a tavola e<br />
divoravano ogni boccone di cibo, ma quella mattina lui e Shaye<br />
erano soli: i servi erano tornati in cucina e i suoi uomini dovevano<br />
ancora svegliarsi.<br />
Senza una parola, Shaye si sedette a capotavola e lo guardò con<br />
aria di sfida, come se si aspettasse una sua protesta. Valerian non<br />
reagì e lei si riempì un piatto di cibo, inghiottì una cucchiaiata di<br />
crema al cocco e chiuse gli occhi rapita. «Chi prepara questa roba?»<br />
chiese. «Non certo i tuoi uomini. Non mi sembrano capaci di<br />
cucinare.»<br />
«Né io glielo permetterei.»
«Ehi, non c'è niente di male se un uomo impara a prepararsi da<br />
mangiare» protestò Shaye mettendosi in bocca un chicco d'uva.<br />
Lui si lasciò cadere sulla panca al suo fianco. «I guerrieri<br />
combattono, uccidono e seducono, ma non cucinano. Quella è roba<br />
da servi.»<br />
«E se tutti i tuoi servi si ammalassero e non potessero più cucinare?<br />
O se venissero rapiti? A quel punto cosa fareste voi forti guerrieri?»<br />
Valerian sbatté le palpebre: non ci aveva mai pensato. Dopotutto,<br />
chi poteva essere così stupido da derubare un ninfo? «Prenderemmo<br />
degli altri servi.»<br />
«Tipico» commentò lei sprezzante. Poi si guardò intorno<br />
nell'ampia sala da pranzo.<br />
Stava ancora cercando una via di fuga? Forse l'aveva coinvolto in<br />
quella conversazione sui servi solo per distrarlo. Tuttavia la lasciò<br />
fare: parlare con lei lo eccitava. «In che senso, tipico?» Morse una<br />
fragola e immaginò di mettergliela tra le labbra, per poi leccarne via<br />
il succo.<br />
«Secondo la mia esperienza, gli uomini come te sono...» cominciò<br />
Shaye.<br />
«Di che razza di uomini parli?» la interruppe lui.<br />
Lei tornò a fissarlo. «Di uomini arroganti, prepotenti, sciovinisti,<br />
testardi, stupidi, viziati, esigenti, egocentrici e moralmente corrotti.»<br />
«È tutto?» chiese Valerian quando lei si fermò per riprendere fiato.<br />
«No. Sono anche eccitati, autoritari e cattivi.»<br />
«Cattivi?» Valerian si accigliò, «lo ti ho riservato solo gentilezze.<br />
Non ti ho forse vestita, nutrita, tenuta al caldo e al sicuro? Mi sono<br />
perfino trattenuto dal fare l'amore con te.»<br />
«Mi hai strappata da tutto ciò che mi è caro e ti sei rifiutato di<br />
riportarmi a casa» gli ricordò lei.<br />
Valerian liquidò l'obiezione con un gesto noncurante. «Un giorno<br />
mi ringrazerai per questo. E ora, ti prego, continua con la tua<br />
spiegazione sul mio tipico comportamento maschile.»<br />
«Va bene, ma tanto non mi ascolterai.»
«Sì, invece, lo sono un tipo gentile.»<br />
«Ah, sì? Per evitare di fare qualcosa che il tuo orgoglio maschile<br />
reputa degradante sei pronto a rapire qualcuno dalla sua casa e dalla<br />
sua famiglia perché possa farlo per te.» Shaye diede un morso a una<br />
fragola e un rivolo di succo le colò lungo il mento, «lo ne sono la<br />
prova vivente.»<br />
Valerian si tese, invaso ancora una volta dal desiderio di leccarle<br />
quel succo dalle labbra. O magari avrebbe potuto versarglielo su<br />
tutto il corpo e poi leccarlo via: varie gocce si sarebbero raccolte<br />
nell'ombelico, per poi scendere verso il ciuffo argenteo tra le sue<br />
gambe e, quando la lingua avesse seguito il liquido, lei si sarebbe<br />
dimenata fremente, affondandogli le mani nei capelli e stringendogli<br />
le tempie tra le ginocchia.<br />
Quella fantasia svanì non appena Shaye si asciugò il succo dal<br />
mento e lo guardò torva. «Non mi piace come mi fissi. Smettila.»<br />
La voce strozzata significava che stava lottando con un'ondata di<br />
rabbia... o di desiderio?<br />
«Certo che ti fisso: sei una bella donna» rispose Valerian<br />
tranquillo. Si mise in bocca un acino d'uva e squadrò il suo viso<br />
sgomento. In genere faceva una colazione abbondante, ma quella<br />
mattina aveva fame solo di Shaye.<br />
La sua donna. La sua compagna.<br />
«Nessuna reazione alle mie parole?» indagò lei dimenandosi a<br />
disagio sulla sedia. «Non erano precisamente lusinghiere.»<br />
«Perché dovrei prendermela, quando hai detto la verità? Preferirei<br />
rapire qualcuno da casa sua, piuttosto che cucinare.»<br />
Shaye rimase a bocca aperta.<br />
«Non sono così egoista e brutale: gli uomini che hanno preparato<br />
la colazione erano schiavi dei demoni, prima che io li rapissi,<br />
costretti a rubare, uccidere e distruggere. Un giorno sarebbero<br />
diventati il loro pasto principale. Che tu ci creda o no, mi sono grati<br />
per averli portati via di là.» Valerian distese le lunghe gambe e<br />
proseguì. «Comunque sono disposto ad ascoltare i tuoi punti di vista:
magari riuscirai a convincermi dei miei errori. Ascolto meglio quando<br />
il mio interlocutore è nudo.»<br />
Shaye arrossì di nuovo. Le donne a cui era abituato erano a loro<br />
agio con il sesso e le battute erotiche come quella; la sua reazione<br />
pudibonda lo eccitava e alimentava la voglia di toccarla.<br />
Stava per allungarsi verso di lei, quando due guerrieri entrarono<br />
in sala da pranzo. Deluso, Valerian ricadde sulla panca.<br />
Entrambi gli uomini apparivano rilassati e radiosi ed emanavano il<br />
potere che solo il sesso dava ai ninfi. Indossavano pettorali dorati,<br />
pantaloni neh e bracciali tempestati di gemme e dopo l'intensa notte<br />
d'amore erano pronti a esercitarsi.<br />
«Buongiorno, grande re» lo salutò Broderick. La sua voce non era<br />
mai stata così allegra.<br />
«Che giornata meravigliosa, vero?» sospirò Dorian felice.<br />
Fecero il giro del tavolo e si riempirono i piatti di cibo, segno che<br />
le attività notturne avevano procurato loro un vigoroso appetito.<br />
Valerian li guardò torvo: doveva ancora assaggiare la dolcezza di<br />
Shaye, dunque per lui quella giornata non era affatto meravigliosa.<br />
Poco dopo entrò Shivawn: non era sorridente e rilassato come gli<br />
altri due, ma rigido e immusonito. Si lasciò cadere sulla panca<br />
accanto a Valerian, facendo tintinnare le perline che gli ornavano i<br />
capelli, e si riempì il piatto solo con il cibo che aveva davanti, senza<br />
prenderne altro.<br />
La sua donna lo aveva respinto?, si chiese Valerian. Era probabile<br />
che lui e Shivawn avessero la stessa espressione frustrata. «Dov'è la<br />
tua prescelta?»<br />
«Dorme» risposero all'unisono Broderick e Dorian, come se la<br />
domanda fosse stata rivolta a loro. Ridacchiarono soddisfatti e si<br />
diedero grandi pacche sulle spalle.<br />
«Vi siete accertati che le donne fossero d'accordo, prima di<br />
portarle a letto?» chiese Shaye con durezza.<br />
Dorian la guardò stupefatto.<br />
«La tua donna è proprio divertente» commentò Broderick rivolto<br />
a Valerian.
Shaye balzò in piedi. «Lo stupro non è divertente» ringhiò furiosa.<br />
Almeno non aveva negato il fatto di appartenergli, constatò<br />
Valerian compiaciuto.<br />
«Nessuna donna mi respingerebbe mai» dichiarò Broderick con<br />
sicurezza assoluta.<br />
«E invece può succedere» borbottò Shivawn. Finì di mangiare e<br />
uscì senza aggiungere altro.<br />
Tutti lo seguirono con lo sguardo, ognuno con una reazione<br />
diversa: Broderick rideva, Dorian era confuso e Shaye soddisfatta.<br />
«Per vostra informazione, signori, il fatto che il vostro fascino<br />
attiri una donna non significa che lei vi voglia davvero» dichiarò lei<br />
incrociando le braccia sul petto. «Se le donne conoscessero la vostra<br />
personalità, le vostre preferenze, il vostro passato e i vostri piani per<br />
il futuro, siete sicuri che vi vorrebbero comunque?»<br />
Valerian non si era mai posto quella domanda. Non parlava mai<br />
di quelle cose con le sue compagne di letto e loro non gliele<br />
avevano mai chieste, ma all'improvviso si rese conto che con Shaye<br />
era diverso: aveva voglia di raccontarle tutto di sé, di osservare la<br />
sua reazione e di ascoltarla mentre gli parlava della sua vita. Voleva<br />
sapere che cosa le dava gioia e cosa desiderava in segreto.<br />
Si chiese anche che tipo d'uomo le fosse piaciuto in passato.<br />
Preferiva gli studiosi o i guerrieri? E loro come l'avevano trattata?<br />
Li aveva amati?<br />
Valerian strinse le mani a pugno, mentre l'impulso di ferire,<br />
distruggere e uccidere chiunque avesse attirato l'affetto della sua<br />
donna lo invadeva e consumava. Era un bisogno ancora più ardente<br />
del fuoco sputato da un drago.<br />
Considerato il suo passato dissoluto, era un atteggiamento<br />
alquanto ipocrita, doveva ammetterlo, ma non sopportava l'idea<br />
della sua donna aperta a chiunque non fosse lui. Non voleva che i<br />
suoi desideri più profondi e segreti venissero risvegliati da qualcun<br />
altro. La passione e il cuore di Shaye appartenevano soltanto a lui.
Voleva imprimere la propria essenza in ogni sua cellula. Shaye<br />
avrebbe conosciuto soltanto il suo odore e il suo tocco e spasimato<br />
per lui con la stessa intensità che Valerian provava per lei.<br />
«Bene, vedo che la mia prescelta ha soddisfatto almeno un<br />
appetito» osservò una voce dalla soglia.<br />
Valerian si irrigidì e si girò verso il cugino: Joachim non era vestito<br />
per una semplice esercitazione, ma per la guerra. Un'armatura<br />
d'argento con incise cruente scene di battaglia lo ricopriva dalla testa<br />
ai piedi.<br />
Ebbene, se voleva la guerra, l'avrebbe avuta.<br />
Era ora di dare una lezione memorabile a quel cugino assetato di<br />
potere.
Capitolo 11<br />
La tensione invase la stanza come un'onda bruciante. Gli occhi<br />
turchesi di Valerian sfolgoravano d'ira.<br />
Considerate le innumerevoli scenate fatte dalla madre nel corso<br />
degli anni, Shaye era abituata a trovarsi vicino a gente emotiva: se<br />
uno dei tanti mariti di Tamara arrivava a casa tardi, diventava il<br />
bersaglio di un fitto lancio di piatti e di veementi accuse di infedeltà<br />
e se si dimenticava il suo compleanno si ritrovava con le gomme<br />
dell'auto tagliate.<br />
Nonostante quelle esperienze, Shaye non sapeva come reagire alla<br />
furia che turbinava negli occhi di Valerian.<br />
Fino a quel momento si era dimostrato ardente, divertito e<br />
paziente e i pochi sprazzi di collera che aveva intravisto non erano<br />
nulla, in confronto all'espressione feroce che mostrava ora: snudava i<br />
denti come un animale e pareva pronto a uccidere.<br />
«Ho un accordo da proporti, Joachim.» La sua voce non era mai<br />
stata così brusca.<br />
Joachim non reagì, sebbene la sua espressione ricordasse la stessa<br />
tensione insoddisfatta di Valerian e Shivawn. Era appoggiato con aria<br />
noncurante alla colonna ornata di filigrana d'oro che costituiva<br />
l'imponente soglia della sala da pranzo. «Ti ascolto» rispose.<br />
«Ti darò la mia spada» offrì Valerian. «Puoi averla con la mia<br />
benedizione, ma dovrai rinunciare a ogni rivendicazione sulla<br />
ragazza.»<br />
«Inaccettabile» replicò subito Joachim. Si tolse l'elmo e lo<br />
appoggiò al fianco. «Fammi re e potrai averla per farne quello che<br />
vorrai» continuò, inarcando le sopracciglia scure con aria arrogante.<br />
Shaye appoggiò le mani sul tavolo e passò con lo sguardo<br />
dall'uno all'altro. Non sapeva cosa dire e cosa fare e si sentiva<br />
impotente come quando da bambina doveva assistere alle liti tra i<br />
genitori.
Valerian scosse la testa. «Non posso semplicemente farti re, lo sai»<br />
ribatté teso. «I miei guerrieri non seguirebbero mai un uomo che non<br />
si è dimostrato degno di questo onore.»<br />
«È vero» riconobbe Joachim. «Per questo voglio dimostrare di<br />
esserlo.»<br />
«E come?»<br />
«Ieri eri pronto a combattermi. Lo sei ancora?»<br />
Valerian aprì e chiuse le mani a pugno. «Sì.»<br />
«E sei disposto a rinunciare al tuo regno, se io ti batto,<br />
dimostrandomi così degno di succederti?»<br />
Valerian rimase immobile per un po', come se stesse considerando<br />
le opzioni che gli rimanevano. «Una cosa simile non si è mai fatta»<br />
osservò infine cauto.<br />
Joachim strinse più forte l'elsa della spada. «Ci sono state molte<br />
occasioni in cui si sarebbe dovuta fare» replicò.<br />
La tensione già alta si trasformò in una pulsazione pericolosa che<br />
inondava tutta la stanza. Shaye non voleva che quei guerrieri<br />
imponenti combattessero per lei a colpi di spada. Non voleva che<br />
Valerian combattesse. L'idea che rimanesse ferito la turbava.<br />
Solo perché non vuol finire nelle braccia di qualcun altro, meno<br />
tollerante di lui, assicurò a se stessa.<br />
Osservò il suo avversario: Joachim pareva sicuro di vincere. Era<br />
arrogante come Valerian, ma mostrava anche una sete di sangue<br />
estranea al re.<br />
«Perché invece non combatti con me?» propose a Joachim<br />
d'impulso. «Sarà un vero piacere tagliarti le palle e dartele da<br />
mangiare.»<br />
Un muscolo vibrò nella mascella di Joachim, mentre Valerian<br />
increspava le labbra per soffocare una... risata o un moto di rabbia? I<br />
due uomini seduti a tavola ridacchiarono divertiti.<br />
«Vorrei proprio vederlo» commentò quello con gli occhi azzurri e<br />
i capelli neri. Se lei ricordava bene, si chiamava Dorian.<br />
«Shaye non combatterà» intervenne Valerian con fermezza.
«Come se una donna potesse battermi» sbuffò Joachim scrollando<br />
le spalle sprezzante. «Allora, Valerian, cosa dici?» Si raddrizzò e<br />
l'armatura emise un tintinnio sinistro. «Combattiamo? Il vincitore<br />
diventerà re e avrà ogni diritto sulla donna.»<br />
Valerian si alzò lentamente. «Accetto. Comunque il vincitore<br />
resterà re e manterrà ogni diritto sulla donna» lo corresse.<br />
«Sarà il tempo a dirlo» rispose Joachim soddisfatto.<br />
«Ehi, aspettate un momento!» Shaye diede una manata sul tavolo<br />
e rimase delusa quando le ciotole restarono ferme e cibo e bevande<br />
non si versarono dappertutto, come sperava. «Vi state comportando<br />
da bambini. Non c'è motivo di combattere.»<br />
Valerian le rivolse uno sguardo risoluto. «Hai torto, raggio di<br />
luna. Mio cugino merita di ricevere una bella lezione!» esclamò.<br />
«È tuo cugino?» La situazione allora era peggiore di quanto<br />
pensasse. «Ci sono stati momenti in cui ero tentata di far fuori la mia<br />
famiglia, Valerian, ma bisogna resistere a tentazioni del genere.»<br />
Joachim la ignorò come se non fosse presente e si rivolse al<br />
cugino. «Non cambierai idea quando avrai perso?» indagò diffidente.<br />
Dorian e Broderick ringhiarono offesi per quell'insulto al loro re,<br />
mentre l'ira furibonda di Valerian si diffondeva a ondate nella<br />
stanza.<br />
Shaye ringraziò il cielo che non fosse rivolta a lei.<br />
«Mi stai dando del bugiardo?» chiese Valerian a denti stretti,<br />
scandendo bene le parole.<br />
Joachim divenne paonazzo. «Scusami, non era mia intenzione.»<br />
Un po' meno furioso di prima, Valerian spalancò le braccia come<br />
per comprendere la sala da pranzo e tutti i presenti. «Abbiamo dei<br />
testimoni: Broderick e Dorian attesteranno che do il mio consenso a<br />
questo combattimento e al suo esito.»<br />
Shaye si sentì invadere dal panico e dall'incredulità: l'avrebbero<br />
fatto davvero!<br />
«Che arma scegli?» chiese Valerian al cugino, incrociando le<br />
braccia sul petto.
«La spada, naturalmente. L'arma di un vero guerriero» rispose<br />
Joachim.<br />
«All'ultimo sangue?»<br />
Joachim ci pensò su un momento e corrugò la fronte. «lo non<br />
voglio ucciderti, Valerian. Non ti odio. Da bambini eravamo amici,<br />
ma io sono nato per comandare, non per ricevere ordini.»<br />
I due uomini si fissarono a lungo, in silenzio.<br />
Alla fine Valerian assentì. «Vai nell'arena. Ti raggiungo tra poco.»<br />
Joachim fece per protestare a quell'ennesima imposizione, poi si<br />
limitò ad annuire, girò sui tacchi e si allontanò.<br />
Shaye non ebbe il tempo di mettersi a discutere.<br />
«Dorian, raduna il resto degli uomini» ordinò Valerian. «Voglio<br />
che vedano cosa succede a chi cerca di usurpare il mio potere.<br />
Broderick, prepara le mie armi.»<br />
I due guerrieri si alzarono e corsero via.<br />
Non posso credere che stia succedendo davvero, pensò Shaye.<br />
Era stata portata via a forza dal matrimonio della madre,<br />
trascinata sott'acqua fino a quella misteriosa città e scelta come<br />
amante del re, ma in confronto all'incubo di quel combattimento<br />
tutto ciò perdeva importanza e gravità.<br />
«Non farlo, Valerian» ripeté. Ora erano soli. «Joachim non mi<br />
desidera; vuole soltanto farti del male e toglierti la corona.»<br />
Valerian tornò a sedersi sulla panca e la fissò con intensità. «Hai<br />
paura per me, raggio di luna?»<br />
Shaye sbuffò sprezzante, anche se in realtà era terrorizzata. «Non<br />
potrebbe importarmene di meno della tua sorte» mentì. La sua<br />
sicurezza contava, invece: Valerian le aveva detto un sacco di parole<br />
dolci e carine e il suo tocco la elettrizzava. «È solo che non voglio<br />
finire in mano a quel tipaccio di Joachim.» Questo era vero.<br />
Lui si gettò un acino d'uva in bocca con aria noncurante. «Parlavo<br />
sul serio, quando ho detto che ero pronto a fare tutto il necessario<br />
per tenerti con me» dichiarò in tono grave. «Ora non mi offenderò<br />
per la tua mancanza di fiducia nella mia abilità di guerriero, visto che
non mi hai ancora visto combattere. In realtà, non mi conosci<br />
affatto.»<br />
«E forse non avrò la possibilità di conoscerti. Non che me ne<br />
importi» precisò Shaye in fretta. «Ma comunque...»<br />
«Tuttavia mi offenderò molto se questa mancanza di fiducia<br />
dovesse ripetersi» continuò Valerian come se lei non avesse parlato.<br />
«Oh, tremo di paura» lo schernì lei.<br />
Valerian sgranò gli occhi incredulo e scosse la testa. «Ti ho appena<br />
avvertita che rischi di scatenare la mia ira e tu mi deridi?»<br />
«In due parole: diavolo, sì.»<br />
Invece che arrabbiato, però, ora Valerian sembrava divertito. «Mi<br />
piacciono il tuo spirito e il tuo coraggio, Shaye. Sarai una degna<br />
compagna per me e una splendida regina per i miei guerrieri.»<br />
Regina? Ma era impazzito? La sua vita era un casino e lei non se la<br />
sentiva proprio di occuparsi di altra gente. Inoltre non voleva<br />
piacere a Valerian. O, meglio, lo voleva, ma allo stesso tempo<br />
detestava quel desiderio. Più lei gli piaceva, più lui avrebbe insistito<br />
per tenerla con sé e più difficile sarebbe stato resistergli, ricordarsi chi<br />
era e tentare la fuga.<br />
«Vieni. Avevo bisogno di stare un momento da solo con te, ma<br />
ora dobbiamo andare. Ci aspettano nell'arena.» Lui scattò in piedi e<br />
le tese la mano, intimandole in silenzio di prenderla.<br />
Shaye studiò il suo palmo, incapace di distogliere lo sguardo.<br />
Sapeva già che, se avesse intrecciato le dita alle sue, un calore<br />
ardente, indesiderato e pericoloso le avrebbe invaso tutto il corpo. Si<br />
alzò con la gola stretta, tenendo le mani lungo i fianchi, e gli fece<br />
cenno di avviarsi.<br />
Valerian rimase dov'era, chiamandola a sé con l'indice. Shaye<br />
incrociò le braccia sul petto.<br />
Lui la guardò incredulo e corrucciato davanti a quell'ennesimo<br />
rifiuto. «Ti ho permesso di respingermi, ma ora non più: ho bisogno<br />
del tuo tocco, Shaye. Ho bisogno della tua forza. La mia vittoria<br />
dipende da questo.»
I loro sguardi si incontrarono in una muta sfida. «Mi dispiace»<br />
mormorò infine lei.<br />
«Sei ostinata e vuoi apparire fredda.»<br />
«Ti assicuro che lo sono davvero.»<br />
«Dammi un po' di tempo e ti scalderò fino a farti bruciare» replicò<br />
lui.<br />
Il suo tono era colmo di promesse e determinazione; Shaye<br />
deglutì, ma non si concesse ancora di prendere la mano che lui le<br />
tendeva.<br />
«Se non prendi la mia mano, ti porterò fino all'arena in braccio: a<br />
te la scelta» le intimò Valerian in tono risoluto.<br />
«C'è anche una terza scelta. Posso andarmene.» Shaye aggirò la<br />
sedia e fece un passo indietro.<br />
«Ti do tempo fino a tre per decidere, poi lo farò io per te» replicò<br />
Valerian imperturbabile. «Uno» cominciò a contare.<br />
Lei fece un altro passo indietro.<br />
«Due.»<br />
Un altro.<br />
«Tr...»<br />
Shaye corse verso di lui e gli afferrò la mano. Come previsto, si<br />
sentì invadere da un calore ardente, ma se Valerian se la fosse<br />
caricata in spalla le sensazioni sarebbero state molto più potenti e<br />
pericolose.<br />
«Visto? Non era poi così difficile» ridacchiò lui.<br />
«Chiudi il becco» lo zittì Shaye.<br />
Lui rise di nuovo, ma l'ilarità venne presto sostituita da<br />
un'espressione seria. «Ho il tuo profumo nelle narici, raggio di luna, e<br />
ormai posso trovarti dovunque tu vada. E non pensare di fuggire<br />
durante il combattimento.» Poi si girò e la trascinò fuori dalla sala da<br />
pranzo.
Shaye dovette correre per tenergli dietro. «Rallenta. E cos'è questa<br />
storia del mio profumo nelle tue narici?» Ricordava che il giorno<br />
prima le aveva chiesto in modo ossessivo se sentiva il suo odore.<br />
«La tua essenza è impressa in ogni mia cellula» le spiegò Valerian<br />
senza girarsi. «E presto la mia lo sarà nelle tue.»<br />
Nella sua voce si sentivano una sicurezza assoluta e una promessa<br />
inebriante.<br />
Non incoraggiarlo, si ammonì Shaye. Puntò lo sguardo sulle pareti<br />
di marmo bianco, rovinate e intaccate in più punti. «Cos'è successo<br />
qui? Perché i muri sono così malridotti?» chiese, decisa a cambiare<br />
argomento.<br />
«Opera di invasori umani, a quanto ho capito.»<br />
«Gli umani sanno di Atlantide?»<br />
«Alcuni sì.»<br />
Incredibile! Sapevano della sua esistenza, eppure erano riusciti a<br />
tenerla segreta. «Hai sempre vissuto in questo palazzo?»<br />
«No. Lo abbiamo conquistato da poco.»<br />
«E prima a chi apparteneva?»<br />
«Ai draghi.»<br />
Shaye si fermò puntando i piedi. «Draghi? E voi gliel'avete<br />
rubato?» Questo spiegava la presenza di quelle creature mitiche e<br />
feroci nei murali, nelle incisioni e nei medaglioni di cui lui le aveva<br />
parlato.<br />
Valerian si girò piano e la fissò confuso. «Sei turbata. Perché?»<br />
«I draghi sputano fuoco e mangiano gli avversari. Vorranno<br />
riprendersi il loro palazzo.»<br />
«Sì» ribatté lui semplicemente.<br />
Shaye sgranò gli occhi davanti alla sua noncuranza. «E l'idea di<br />
combattere delle creature così feroci non ti spaventa?» chiese<br />
trasecolata.<br />
«No. Perché dovrebbe? lo sono più feroce e più forte» rispose il re<br />
dei ninfi gonfiando il petto.
Che Dio mi salvi dall'arroganza maschile, pensò Shaye. «Mi<br />
dispiace, ma non condivido la tua sicurezza» dichiarò. «I draghi mi<br />
terrorizzano.»<br />
«E allora come reagirai quando ti farò conoscere i vampiri?» chiese<br />
Valerian malizioso.<br />
Shaye emise un grido strozzato, «lo non voglio conoscere nessun<br />
vampiro.»<br />
«Sono nostri amici.»<br />
Parlava come se fossero già una coppia.<br />
«Mi avevi detto che quelle creature vivono ad Atlantide, ma non<br />
pensavo di doverle incontrare!» protestò lei. «I vampiri bevono il<br />
sangue, Valerian.»<br />
«Non berranno il tuo.»<br />
Non si poteva discutere con lui: aveva una risposta per tutto.<br />
«Infatti non lo faranno, visto che non resterò qui e non li<br />
incontrerò.»<br />
«I vampiri sono nostri alleati, dunque non devi temerli. Non devi<br />
aver paura di nessuno in questa terra: io ti proteggerò con il mio<br />
corpo, se necessario.» La sua voce divenne rauca e allusiva e Shaye si<br />
ritrovò con la mente invasa da immagini di corpi nudi, frementi di<br />
piacere e madidi di sudore.<br />
«Se avevi anche solo una possibilità di convincermi a restare qui -<br />
e comunque non l'avevi - l'hai persa parlandomi di draghi e<br />
vampiri.»<br />
Valerian scosse la testa corrucciato. «Tu mi stai distraendo mentre<br />
ho una battaglia da vincere e una donna da reclamare» borbottò,<br />
rimettendosi in movimento.<br />
In effetti in lontananza si sentiva un clamore crescente: il clangore<br />
metallico delle spade si mescolava a cupi grugniti ed eccitate risate<br />
maschili.<br />
«Te lo ripeto un'altra volta: non voglio che tu combatta» insistette<br />
Shaye.
Valerian si fermò, si girò e fece un passo avanti verso di lei. Ora<br />
appariva infuriato e minaccioso. «Ti ho avvertita di quello che<br />
sarebbe successo, se avessi dubitato ancora delle mie capacità. Sono<br />
temibile e potente e tu devi avere fede in me.»<br />
Se si aspettava che si tirasse indietro, scusandosi contrita, rimase<br />
deluso: Shaye si avvicinò risoluta. «E io ti ho detto che non<br />
m'importa niente dei tuoi avvertimenti.»<br />
«Non sarà sempre così» replicò lui. Poi le affondò le dita nei<br />
capelli, l'attirò a sé e le prese la bocca con slancio feroce. La sua<br />
lingua ardente si insinuò tra le labbra di Shaye, il suo corpo<br />
imponente l'avvolse e lei si trasformò in un attimo da donna fredda<br />
e distante a una creatura selvaggia che esisteva solo per il piacere,<br />
per il sesso, per quell'unico uomo.<br />
Un bisogno oscuro la consumava. E presto scoprì che quella<br />
sensazione le piaceva.<br />
I capezzoli le si indurirono, le cosce presero a dolerle e lo<br />
stomaco a fremere. Valerian aveva un sapore sensuale, esotico e<br />
inebriante; avrebbe dovuto tirarsi indietro, lo sapeva, e invece gli<br />
buttò le braccia al collo, strappandogli un ringhio di feroce, esultante<br />
soddisfazione.<br />
«Mi desideri?» le chiese lui in un sussurro.<br />
Come sempre la sua voce profonda le suscitò un'intensa<br />
eccitazione. Quell'uomo era fatto per lei e tutte le sue azioni<br />
miravano solo a darle piacere: era un pensiero esaltante come lo era<br />
lui. Quella prospettiva le dava alla testa e creava una dipendenza<br />
peggiore della droga.<br />
«Mi desideri?» ripeté Valerian.<br />
Shaye si costrinse a mentire. «No.» Poi si contraddisse leccandogli<br />
le labbra. Chi era quella donna sfacciata e sconosciuta che agiva al<br />
suo posto?<br />
La donna di Valerian, rispose la sua mente.<br />
Le sue ruvide mani di guerriero le scivolarono dal collo lungo la<br />
schiena e si fermarono sulla curva morbida dei fianchi, per poi<br />
sollevare l'orlo della maglietta.
«lo ti desidero» dichiarò Valerian con foga.<br />
Doveva esserci una ragione per respingerlo. Sì, doveva esserci.<br />
Una ragione... per attirarlo di nuovo a sé, gustare il suo sapore,<br />
sentire la sua forza. I capezzoli ora erano così turgidi da farle male.<br />
Valerian lasciò andare la maglietta e insinuò le dita al di sotto,<br />
carezzandole la pelle, e Shaye sussultò, colta di sorpresa da quel<br />
tocco meraviglioso.<br />
«I tuoi capezzoli mi vogliono, lo so.» Il suo sguardo ardente era<br />
puntato proprio là e loro divennero ancora più duri, come se lo<br />
sentissero.<br />
«Non è vero» replicò lei.<br />
«Sarà un piacere dimostrarti che ho ragione. Ti metterò davanti a<br />
uno specchio, ti toglierò pian piano la maglietta, denudandoti a<br />
poco a poco, poi prenderò in mano il tuo seno e ti stuzzicherò i<br />
capezzoli.»<br />
Quell'immagine le occupò subito la mente: Valerian in piedi<br />
dietro di lei, che le carezzava il seno e poi scendeva fino ai riccioli<br />
chiarissimi tra le sue gambe.<br />
«Odio la sola idea» mentì ancora una volta. Portò le mani al suo<br />
petto, ai capezzoli piatti, e desiderò leccarli insieme all'anellino<br />
d'argento che vi era fissato.<br />
«Mi piace il tuo modo di odiare» gemette lui.<br />
Piaceva anche a lei. I loro respiri si mescolarono e i loro occhi si<br />
incontrarono, passione contro passione.<br />
«Odiami ancora un po'» la incitò Valerian in un sussurro<br />
affannato.<br />
Shaye non riuscì a resistere: si alzò sulla punta dei piedi e posò le<br />
labbra sulle sue.<br />
Valerian la strinse tra le braccia, premendo contro di lei la<br />
possente erezione. «Voglio odiarti anch'io» dichiarò. «La prima volta<br />
sarà dura e veloce, la seconda lenta e tenera.»<br />
«Mio re!» chiamò qualcuno.
Shaye sentì quella voce in lontananza e la odiò perché osava<br />
interromperli. Voleva altri baci ardenti, altre carezze audaci e<br />
possessive.<br />
Valerian non si curò del richiamo e la fissò con occhi sfolgoranti e<br />
carichi di mille promesse.<br />
«Mio re!» ripeté la voce con un misto di rispetto e impazienza.<br />
«Non voglio smettere di odiarti» ringhiò Valerian tra i denti.<br />
«Devi» si costrinse a rispondere lei.<br />
«Devo odiarti?»<br />
«Devi smetterla.»<br />
Lui si passò la lingua sulle labbra. «Per ora» concesse a malincuore.<br />
«Per sempre.» Shaye non era mai stata baciata con tanta ardente<br />
passione e voleva sperimentare di nuovo quella sensazione<br />
meravigliosa.<br />
È pericoloso, l'ammonì la mente.<br />
Ma ne vale la pena, rispose il corpo.<br />
«Non odiarmi mai più» si costrinse a intimargli. Poi si liberò dal<br />
suo abbraccio e si voltò; ora si sentiva fredda, desolata e vuota come<br />
le era capitato tante volte durante l'infanzia.<br />
Valerian la prese per le spalle, girandola verso di sé, e la fissò con<br />
gli occhi ridotti a fessure. «Sarà un piacere - com'è che dice la tua<br />
gente? - farti rimangiare queste parole.»<br />
«Valerian» lo chiamò un altro uomo.<br />
Shaye riconobbe la voce profonda e impaziente di Joachim, ma il<br />
re non si girò a fronteggiarlo. «Non hai il diritto di baciare la donna.»<br />
«Non ancora» rispose Valerian continuando a guardarla. Quelle<br />
due parole risuonarono più letali di una spada. «Non ancora.»
Capitolo 12<br />
Valerian lanciò un'ultima occhiata a Shaye, poi si girò ad<br />
affrontare il cugino e la spinse dietro di sé, deciso a farle scudo con il<br />
proprio corpo. Come osava Joachim interrompere il primo bacio<br />
con la sua compagna? La furia ormai gli scorreva nel sangue come<br />
lava.<br />
«Non potete sedervi a discutere dei vostri problemi in modo<br />
ragionevole, invece di ricorrere a un inutile spargimento di sangue?»<br />
suggerì ancora una volta Shaye. Cercò di aggirarlo e quando lui la<br />
trattenne si sporse al di là della sua spalla.<br />
«No» rispose Joachim. Appariva sicuro di vincere e di diventare<br />
re.<br />
«No» gli fece eco Valerian, pur sapendo che Shaye non voleva<br />
vederlo combattere. L'avrebbe fatto comunque, anche se si trovava<br />
in posizione di svantaggio: il cugino aveva riacquistato le forze<br />
grazie ai bagordi della notte, mentre lui non si era nemmeno dato<br />
piacere da solo.<br />
Senza nemmeno voltarsi allungò una mano dietro di sé,<br />
invitandola a prenderla. Prima lei si era rifiutata, tanto che aveva<br />
dovuto costringerla, e si aspettava che lo facesse ancora. D'altra<br />
parte, doveva provare a toccarla un'altra volta, prima di entrare<br />
nell'arena. Rimase sorpreso quando Shaye intrecciò le dita morbide e<br />
delicate alle sue e poi le strinse, come per offrirgli conforto, o forse<br />
un muto avvertimento.<br />
Stava forse cominciando a tenere a lui?<br />
Aveva risposto con passione al suo bacio, passando in pochi<br />
secondi da un freddo distacco a uno slancio travolgente. Valerian era<br />
stato a letto con innumerevoli donne, eppure nessuna l'aveva mai<br />
colpito ed eccitato come lei. Quel semplice bacio era bastato a<br />
procurargli un desiderio selvaggio e incontrollabile: non voleva solo<br />
il suo corpo, ma tutto ciò che Shaye aveva da dargli.<br />
Più tardi, promise a se stesso.
«Sto aspettando» sbottò Joachim spazientito.<br />
Valerian lo ignorò. «Vieni» disse a Shaye, spingendola lungo il<br />
corridoio.<br />
Joachim rimase fermo a osservarli.<br />
Valerian lo scostò con un rude spintone. Nessuno poteva trattarlo<br />
con tanta mancanza di rispetto. Una volta conclusa la loro guerra<br />
privata, chiunque nutrisse l'ambizione di prendere il suo posto<br />
avrebbe rinunciato a quel folle progetto.<br />
Forse avrebbe dovuto chiudere Shaye in camera sua e piazzare<br />
una guardia davanti alla porta, per impedirle di scoprire il suo lato<br />
più violento e animalesco. D'altra parte, desiderava che lei lo<br />
conoscesse a fondo e capisse che era in grado di proteggerla da<br />
chiunque.<br />
«Ma che divertente!» osservò lei ironica.<br />
«Aspetta che cominci il combattimento e vedrai» replicò Valerian.<br />
Mentre avanzava fiero, sentiva lo sguardo di Joachim che gli<br />
perforava la schiena. L'arena traboccava di guerrieri impazienti.<br />
Bene: voleva che tutti assistessero allo scontro con il cugino.<br />
Diversi dei suoi uomini si erano portati dietro le loro nuove<br />
donne, ormai vestite secondo la foggia di Atlantide, con lunghi abiti<br />
fluenti e colorati, tempestati di pietre preziose e ornati alla vita di<br />
cinture metalliche. Variavano per età, bellezza e altezza, ma<br />
incontravano tutte la sua approvazione.<br />
Tuttavia, per quanto fossero vestite con squisita eleganza, nessuna<br />
di loro poteva però competere con Shaye.<br />
Valerian si fermò davanti a Broderick. «È tutto pronto?»<br />
Broderick ridacchiò e cinse con la vita la sua prescelta, una<br />
graziosa brunetta. «Ho curato ogni particolare. Donne e guerra in un<br />
solo giorno: gli dei ci sorridono.»<br />
O forse quella era una maledizione. «Sorveglia questo bocconcino<br />
per me» gli ordinò Valerian, spingendo con gentilezza Shaye verso di<br />
lui. «Nessuno deve toccarla. Neanche tu» precisò.
Broderick perse ogni traccia di divertimento. «Mio re, devo<br />
tenerla vicina senza poterla toccare? E se dovesse cercare di fuggire?»<br />
«Non lo farà.» Valerian si girò verso Shaye e incontrò il suo<br />
sguardo ribelle. «Vero?»<br />
Lei si studiò le unghie delle mani e scrollò le spalle.<br />
Valerian sospirò esasperato. «Non voglio punirti, ma se mi<br />
costringi lo farò.»<br />
Shaye sollevò uno sguardo furioso su di lui. «Se mi costringi?<br />
Questa è proprio una mentalità primitiva. Forse dovrei inventare un<br />
biglietto per le donne costrette a sorbirsi un uomo di Neanderthal.<br />
Magari qualcosa di semplice, tipo: Prendi il rasoio.»<br />
Valerian non finse nemmeno di capire quella dichiarazione.<br />
«Promettimi che resterai qui, Shaye. Se mi preoccupassi per te, non<br />
riuscirei a concentrarmi sulla spada con cui Joachim tenterà di<br />
trafiggermi.»<br />
Shaye impallidì e lui divorò con lo sguardo la sua bellezza da<br />
regina delle nevi.<br />
«Promettilo» ripeté, questa volta con tenerezza.<br />
L'espressione della giovane si ammorbidì. «E va bene, prometto,<br />
ma soltanto per il combattimento. Poi però...»<br />
Soddisfatto, Valerian si rivolse a Broderick. «Quando torno,<br />
voglio trovarla nella stessa condizione in cui l'ho lasciata, cioè senza<br />
un graffio.»<br />
«Come se io potessi fare del male a una donna...» brontolò il<br />
guerriero.<br />
«Come se io gli permettessi di farmi del male!» gli fece eco Shaye,<br />
sollevando il mento con aria di sfida.<br />
Broderick sollevò gli occhi al cielo e Valerian soffocò a fatica una<br />
risata.<br />
La brunetta accanto a Broderick puntò un dito accusatore contro<br />
Shaye. «Non mi piace che tu gli stia vicino.»<br />
Ora fu lei a sollevare gli occhi al cielo.
Broderick ritrovò il sorriso. «Rissa è un tipo possessivo» dichiarò<br />
compiaciuto.<br />
«Fai in modo che non tocchi Shaye» gli ordinò il re.<br />
«Posso difendermi da sola» replicò lei.<br />
«Lo so, raggio di luna, ma se le facessi del male dovrei dare<br />
un'altra donna a Broderick.» Valerian le posò le mani sulle spalle<br />
delicate, per poi accarezzarle le braccia. Che tipino dolce e<br />
coraggioso. «Preferirei evitare un altro scontro.»<br />
Shaye strinse le labbra con aria ribelle, ma non protestò più.<br />
Valerian avrebbe voluto baciarla, infilarle la lingua in bocca e<br />
assaporare il suo calore dolce e bagnato, ma non poteva.<br />
Non ancora: prima doveva risolvere la questione in sospeso con<br />
Joachim.<br />
«Valerian!» strillò una donna dietro la sua compagna. «Valerian!»<br />
Lui si irrigidì: Shaye non apprezzava le sue passate conquiste e<br />
proprio ora una delle tre donne dell'altra notte, quella con i capelli<br />
rossi, veniva verso di lui facendosi largo tra la folla.<br />
«Mio dolce re, sono venuta a farti i miei auguri per il<br />
combattimento» tubò.<br />
Anche Shaye si irrigidì, prima che l'altra la scostasse decisa, per poi<br />
piazzarsi davanti a lui e carezzargli sensuale il petto nudo e il ventre<br />
piatto e muscoloso.<br />
«Ho sentito dello scontro e sono venuta ad acclamarti» continuò.<br />
«Ma che carina» commentò Shaye ironica.<br />
«Il nostro rapporto è finito, dolcezza» dichiarò Valerian rivolto<br />
alla rossa. Parlò con gentilezza, deciso a non infliggerle un dolore<br />
inutile; inoltre si sentiva in colpa perché non ricordava il suo nome.<br />
«Il tuo amante ora è Joachim. Scalda il suo letto, stanotte: ne avrà<br />
bisogno.»<br />
Lei indugiò con un dito sul suo ombelico. «Non voglio scaldare il<br />
suo letto» proclamò imbronciata. «Joachim non mi dà piacere come<br />
sai fare tu.»
«Come sapevo fare io» la corresse Valerian. «Adesso ho una<br />
compagna.» Il senso di colpa aumentò.<br />
«Puoi dare piacere a più di una donna allo stesso tempo, lo so per<br />
esperienza diretta» insistette la rossa.<br />
«Questa conversazione mi sta annoiando» dichiarò Shaye con un<br />
sospiro. Nella sua voce però c'era una nota tagliente. «Credo che tuo<br />
cugino sia pronto a tagliarti la testa. Faresti meglio a sbrigarti.»<br />
Valerian cinse la vita della rossa e la spinse verso uno dei suoi<br />
uomini. La donna fece per protestare, ma lui sollevò una mano per<br />
zittirla e così facendo indusse tutti i presenti a tacere.<br />
Maledizione! Non voleva un pubblico per ciò che aveva da dire a<br />
Shaye. «Ne riparleremo più tardi» disse fissandola negli occhi.<br />
Lei scrollò le spalle con aria indifferente, ma non riuscì a<br />
nascondere la scintilla che le ardeva negli occhi castani.<br />
Valerian soffocò a fatica un risolino soddisfatto. Poteva anche<br />
negarlo, ma lui conosceva bene le donne: Shaye era gelosa.<br />
Finalmente qualcosa andava nel verso giusto!<br />
«Allora, siamo pronti a cominciare?» lo richiamò Joachim.<br />
Valerian lanciò un'ultima occhiata a Shaye e si voltò: il cugino era<br />
in piedi al centro dell'arena sabbiosa e rilassava i muscoli facendo<br />
roteare una lancia sopra la testa. Nell'altra mano stringeva uno scudo<br />
d'argento simile a quello di Valerian: entrambi erano ornati da due<br />
ali lavorate a sbalzo e al centro reggevano una spada. Joachim si<br />
rimise l'elmo, coprendosi testa e orecchie.<br />
Valerian tese una mano e Broderick gli consegnò una lancia, ma<br />
quando fu il turno dello scudo scosse la testa e glielo restituì. «Togli il<br />
Teschio dal centro e sostituiscilo con un'altra spada» ordinò.<br />
«Ma, mio signore, non hai mai...»<br />
«Fallo.» Era vero, non aveva mai usato un'altra spada, ma non<br />
voleva infliggere danni irreparabili al cugino, cosa che sarebbe<br />
avvenuta senz'altro, se avesse combattuto con la sua solita arma.<br />
Non voleva che Joachim morisse: come aveva detto lui stesso, un<br />
tempo erano stati amici. Poi il padre di Valerian era morto e lui
aveva preso il comando. Il risentimento del cugino era incominciato<br />
allora.<br />
Valerian voleva che vivesse e costituisse un esempio chiaro di cosa<br />
succedeva a chiunque osasse sfidarlo.<br />
«Andrà bene qualsiasi spada, tranne il Teschio.»<br />
Poco dopo gli veniva riconsegnato lo scudo d'oro. La spada<br />
all'interno però era un'arma qualsiasi, sebbene affilata, e lui annuì<br />
soddisfatto. A quel punto lo scontro non riguardava più solo Shaye.<br />
«Il tuo elmo, mio re» disse Broderick.<br />
«No» rifiutò Valerian, tenendo lo sguardo fisso sul cugino. «Questa<br />
volta non lo voglio.»<br />
«E il resto dell'armatura?»<br />
«Neanche.»<br />
«Spero che vi riduciate in poltiglia» sbottò Shaye. «Questo duello è<br />
un'idiozia.»<br />
Le sue parole suscitarono diverse risatine maschili e grida<br />
inorridite femminili.<br />
Valerian sospettava che quello sfogo rabbioso fosse solo una<br />
difesa contro qualcosa di cui Shaye aveva paura: temeva forse di<br />
perderlo? La sua mancanza di fiducia avrebbe dovuto irritarlo e<br />
invece lui avvertì una strana eccitazione.<br />
«Come osi dire una cosa simile?» l'accusò la rossa indignata.<br />
«Può dire quello che vuole perché un giorno sarà la vostra regina»<br />
dichiarò Valerian rivolto a tutti i presenti. «Questo non significa che<br />
esaudirò ogni sua richiesta. Oggi però sarà un piacere realizzare<br />
almeno in parte il suo augurio.»<br />
«Anche per me» gli fece eco Joachim.<br />
Valerian lo squadrò torvo, si fece avanti nell'arena e prese a<br />
girargli intorno.<br />
«Cominciamo?»<br />
«Certo. È da tempo che desidero essere re» rispose il cugino.
«Lo so. Ma cosa ti fa pensare che sarai un comandante migliore di<br />
me?» chiese Valerian. «Ami troppo la guerra e il controllo.»<br />
«Sono qualità lodevoli.»<br />
«Non direi. Forse alla fine di una guerra terribile conquisteresti<br />
Atlantide e tutti i suoi re e le sue regine, ma al prezzo di<br />
distruggerla.»<br />
«Meglio dominare una terra distrutta che non dominare affatto.»<br />
Joachim si avventò su di lui con un ruggito minaccioso.<br />
Le lance si scontrarono a mezz'aria, più e più volte. Dopo un po'<br />
Joachim si tolse l'elmo e lo gettò a terra.<br />
Valerian si lanciò in avanti, costringendolo ad abbassarsi. Joachim<br />
barcollò all' indietro e la lancia del re lo colpì quasi allo stomaco, ma<br />
poi lui riuscì a evitarla e a contrattaccare.<br />
Il colpo basso graffiò la coscia di Valerian, tagliando i pantaloni<br />
senza arrivare alla pelle, e lui cadde su un ginocchio, per poi<br />
assorbire l'impatto del colpo successivo con lo scudo. Quindi si rimise<br />
in piedi e riuscì a colpire l'armatura di Joachim sul fianco.<br />
Lo scontro continuò senza esclusione di colpi.<br />
A un certo punto Valerian riuscì a dare una gomitata al naso di<br />
Joachim, che ruggì di dolore e cadde con il viso zuppo di sangue.<br />
«Rialzati» gli ordinò Valerian.<br />
«Questa me la paghi» ringhiò il cugino, balzando in piedi e<br />
avventandosi di nuovo su di lui.<br />
Valerian si mosse in cerchio, usando lo scudo come difesa.<br />
Cominciava a sudare e il suo respiro era ormai ansimante.<br />
Maledizione! A quel ritmo avrebbe perso presto le forze. La<br />
mancanza di sesso faceva quell'effetto ai ninfi.<br />
Anche Joachim però cominciava ad apparire stanco. Un colpo di<br />
Valerian gli fece saltare di mano la lancia, che poi finì spezzata in<br />
due sotto i suoi piedi. Un calcio del cugino al polso la fece perdere<br />
anche a lui e a quel punto i due uomini si affrontarono con le spade.
Con il viso rigato di sangue, Joachim si lanciò in avanti. Questa<br />
volta Valerian non riuscì ad abbassarsi in tempo e la lama lo ferì al<br />
braccio. Lui però non reagì né permise al dolore di rallentarlo.<br />
Colpì verso il basso e poi verso l'alto, sfiorandogli il volto, e<br />
Joachim gli sbatté lo scudo contro il braccio, ferendolo con le ali<br />
affilate che lo ornavano. Valerian rispose con un affondo alla coscia.<br />
Joachim gridò e cadde in ginocchio.<br />
«Alzati» ringhiò Valerian. «Non ho ancora finito con te.»<br />
Joachim strinse i denti e si rimise in piedi barcollando. Aveva<br />
ancora lo scudo e la spada, gli occhi sfolgoravano di rabbia e le<br />
labbra erano gonfie per la sete di potere. «Neanch'io.» Lasciò quindi<br />
cadere lo scudo e sguainò un pugnale.<br />
Valerian si sbarazzò a sua volta dello scudo, tese la mano libera e<br />
Broderick gli lanciò un pugnale. Lui l'afferrò al volo. Ora avevano<br />
due lame per uno.<br />
I due cugini si avventarono l'uno sull'altro, in una danza letale<br />
segnata dal clangore metallico delle armi che si scontravano.<br />
«Avrei dovuto essere figlio di tuo padre e diventare re al posto<br />
tuo» dichiarò Joachim ansimando.<br />
«Gli dei hanno disposto altrimenti.»<br />
«Sono stato creato per dominare.»<br />
«Mio padre dovrebbe essere qui, a comandarci entrambi, ma è<br />
morto e ha passato a me il comando. È ora che tu lo accetti.»<br />
Infilò la spada nel fianco del cugino, che urlò e cadde in ginocchio<br />
e poi gli affondò il pugnale nella spalla. Joachim sussultò e un filo di<br />
sangue gli sgorgò dalle labbra.<br />
Un silenzio totale scese sull'arena.<br />
Valerian si raddrizzò senza fiato.<br />
«Perché... mi hai lasciato... vivere?» chiese Joachim a fatica.<br />
«Avresti dovuto... colpirmi... al cuore.»<br />
«Vivrai e ti pentirai di avermi sfidato» rispose Valerian a voce alta,<br />
perché tutti sentissero. «Se oserai mettere di nuovo in discussione la
mia autorità, ti ucciderò senza alcuna esitazione. Anche se siamo<br />
parenti e un tempo eravamo amici.»<br />
Il mento di Joachim ricadde sul petto e gli occhi si chiusero. Un<br />
attimo dopo il guerriero si accasciava sulla sabbia privo di sensi.<br />
Valerian lanciò il pugnale accanto al corpo del cugino e si voltò<br />
verso i guerrieri, che lo fissavano a bocca aperta. Forse si<br />
aspettavano che lo uccidesse.<br />
Il suo sguardo si concentrò su Shaye. È mia. Ora è mia, urlava una<br />
voce trionfante nella sua mente. A quel punto nessuno poteva più<br />
portargliela via.<br />
Anche il suo viso appariva sconvolto. Valerian sapeva di avere un<br />
aspetto spaventoso, con le braccia, le gambe e il viso coperti di<br />
sangue e sabbia e i capelli umidi di sudore incollati alle tempie.<br />
Forse gli abitanti della superficie non lottavano tra di loro in<br />
modo così violento, ma lui non riusciva a pentirsi del duello: Shaye<br />
gli apparteneva e sarebbe vissuta là con lui. Era meglio che imparasse<br />
in fretta il loro stile di vita.<br />
Staccò a fatica lo sguardo da lei e guardò i propri uomini uno per<br />
uno. «C'è qualcun altro che vuole sfidare la mia autorità?»<br />
Nessuno rispose.<br />
«Se è così, è questo il momento di lanciare la sfida» insistette,<br />
camminando avanti e indietro di fronte a loro.<br />
Valerian si fermò e si mise le mani sui fianchi.<br />
«In questo caso dichiaro che Shaye Octavia Holling è la mia<br />
donna. La mia compagna. La vostra regina. Chiunque metterà in<br />
discussione tutto questo assaggerà la punta della mia spada.»<br />
Ignorò Shaye e si piazzò davanti a Broderick. Non era ancora<br />
pronto a vedere l'espressione che lei gli avrebbe riservato: sarebbe<br />
stata ribelle? Furiosa? O magari disgustata?<br />
Broderick si schiarì la gola. «Cosa dobbiamo fare con Joachim?»<br />
«Pregate che Asclepio e le sue figlie ci facciano visita» rispose<br />
Valerian in moto automatico.
Quando un ninfo veniva ferito, gli altri erano soliti pregare gli dei<br />
della guarigione di intervenire, anche se ormai da molto tempo<br />
questi non volevano avere niente a che fare con gli abitanti di<br />
Atlantide. Nessuno sapeva perché gli dei li avessero abbandonati e<br />
non ascoltassero più le loro richieste; era un dato di fatto doloroso e<br />
innegabile.<br />
Valerian però non voleva che il cugino morisse, ma solo che<br />
soffrisse per le conseguenze della sua sfida. Si girò verso la folla che<br />
gremiva gli spalti dell'arena e squadrò le donne portate via dalla<br />
spiaggia. «C'è una guaritrice tra voi?»<br />
Un attimo dopo la silenziosa donna dai capelli scuri e la figura<br />
minuta scelta da Shivawn alzò la mano con aria incerta.<br />
Valerian annuì e si rivolse a Broderick. «Porta Joachim e la<br />
guaritrice nella stanza dei malati» ordinò. «Lei può bendarlo e<br />
medicarlo, ma niente carezze né sesso.» Se la donna l'avesse toccato,<br />
le ferite di Joachim sarebbero guarite più in fretta e lui voleva<br />
evitarlo: quell'uomo causava troppi guai e meritava una dura<br />
lezione.<br />
Broderick assentì.<br />
Senza aggiungere altro, Valerian afferrò la mano di Shaye e la<br />
trascinò via. Adesso era sua, gli apparteneva davvero; ed era<br />
arrivato il momento di dimostrarglielo.
Poseidone si annoiava.<br />
Capitolo 13<br />
Era il dio del mare, dominava i pesci, le sirene e le onde<br />
dell'oceano, eppure si annoiava. Negli ultimi tempi non si divertiva<br />
più nemmeno a causare tempeste e distruzioni e non si curava di<br />
tutti quelli che morivano urlando.<br />
Forse gliene sarebbe importato qualcosa se gli umani non lo<br />
avessero dimenticato. Invece non lo servivano più, non lo<br />
adoravano più, anche se lui aveva contribuito a creare quella razza<br />
ingrata.<br />
Doveva pur esserci qualcosa che lo aiutasse a combattere quella<br />
noia opprimente. Creare un uragano o uno tsunami? No. Gli ultimi<br />
due erano stati una delusione. Scatenare una guerra? Nemmeno.<br />
Troppo sforzo per risultati minimi. Abbandonare le acque e tornare<br />
sull'Olimpo? No, grazie. Gli altri dei erano egoisti e avidi e lui non<br />
aveva voglia di stare tra loro.<br />
Che cosa poteva fare, dunque? Gli unici mondi che dominava<br />
erano la Terra e Atlantide. E se...? Per la prima volta da tempo<br />
immemorabile, Poseidone avvertì un fremito di eccitazione.<br />
Erano anni che non dedicava un solo pensiero ad Atlantide e ai<br />
suoi abitanti. Se li era lasciati alle spalle sperando che si<br />
distruggessero a vicenda, così da non dover più posare gli occhi su<br />
quelle creature abominevoli. Invece loro avevano prosperato e il dio<br />
del mare gliel'aveva permesso, visto che obbedivano alle leggi da lui<br />
stabilite. Inoltre, preso com'era dagli umani, si era completamente<br />
dimenticato delle razze create prima di loro.<br />
Sì, era ora che controllasse come stavano Atlantide e i suoi<br />
abitanti.<br />
Poseidone non riuscì a trattenere una risata.
Shaye teneva gli occhi fissi sulla schiena di Valerian, mentre lui la<br />
trascinava via dall'arena rifacendo il percorso seguito in precedenza.<br />
Aveva quasi ucciso un uomo, che per giunta era suo cugino, e lo<br />
aveva fatto senza esitazione né rimorso! Anzi, quella terribile<br />
possibilità non era da escludersi: se le ferite si fossero infettate,<br />
infatti, Joachim sarebbe morto.<br />
Alla fine, però, lei aveva provato un immenso sollievo davanti<br />
alla sua vittoria.<br />
Il duello le era sembrato la scena di un film, un balletto letale in<br />
cui Valerian si muoveva con fluida grazia. Lo aveva seguito<br />
emozionata: il cuore le batteva all'impazzata e si era quasi fermato<br />
quando Valerian era stato ferito. Shaye non si aspettava l'ira<br />
furibonda verso Joachim né la paura per la sorte di Valerian che<br />
l'avevano invasa in quel momento.<br />
Sarebbe potuta fuggire da quella follia e invece era rimasta. Non<br />
perché l'aveva promesso a Valerian - a suo modo di vedere una<br />
promessa estorta con le minacce non era davvero tale - ma perché<br />
conoscere il risultato dello scontro le era parso vitale per la sua stessa<br />
sopravvivenza.<br />
Dichiaro che Shaye Octavia Holling è la mia donna. La mia<br />
compagna. La vostra regina, aveva gridato Valerian. Lo ricordava<br />
bene. E quelle parole non l'avevano sconvolta, come avrebbero<br />
dovuto; anzi, le avevano suscitato un fremito di soddisfazione.<br />
In quel momento Valerian inciampò. Riprese in fretta l'equilibrio,<br />
ma l'incidente la riportò al presente.<br />
«Sei ferito» osservò preoccupata. «Hai bisogno di un medico.»<br />
Lui non si girò per risponderle. «Sarai tu a guarirmi.»<br />
Quel pensiero l'attraeva e turbava allo stesso tempo. «Non so<br />
curare una ferita.»<br />
«Mi fido di te.»<br />
E perché mai? «Potrei farti più male che bene.»<br />
«Shaye, tu sei l'unica persona da cui voglio essere toccato» chiarì<br />
lui esasperato.
Se la metteva così... «E va bene. Ma, quando morirai, spiega a Dio<br />
che io ti avevo avvertito.»<br />
Una risata improvvisa gli scosse le ampie spalle. Shaye dimenticò<br />
la preoccupazione per il suo stato e non riuscì a trattenere un sorriso.<br />
«Volevi risparmiare la vita a Joachim o hai mancato il cuore per<br />
sbaglio?» indagò.<br />
Valerian si irrigidì offeso, «lo non manco mai un bersaglio.»<br />
Pareva proprio che l'orgoglio maschile funzionasse allo stesso<br />
modo tra gli umani e i ninfi. «E se Joachim ti sfidasse di nuovo? E se<br />
questa volta giocasse sporco?»<br />
«Non lo farà.»<br />
«Come fai a esserne così sicuro?»<br />
«Joachim ha perso: tutti hanno visto che era il più debole dei due.<br />
Se anche mi uccidesse, non verrà mai accettato come re.»<br />
«Oh.» Troppo sconvolta all'idea della morte di Valerian, Shaye<br />
non riuscì a dire altro.<br />
«Inoltre non c'era bisogno che morisse perché tu diventassi la mia<br />
donna» continuò Valerian senza notare il suo turbamento. «È questa<br />
la ragione principale per cui l'ho affrontato in duello.»<br />
«lo non sono la tua donna.»<br />
«Smettila con le proteste, raggio di luna. Ti creeranno solo<br />
imbarazzo, quando dovrai ammettere il tuo amore per me.»<br />
Shaye sbuffò sprezzante, ma preferì cambiare argomento: quelle<br />
parole suonavano un po' troppo... profetiche. «Dove mi stai<br />
portando?» chiese, studiando il corridoio illuminato dalle torce, con<br />
le pareti nude e rovinate. Poi riconobbe quella zona del palazzo.<br />
«Oh, no!»<br />
«In camera mia» ammise lui, sospirando.<br />
Lo stomaco di Shaye si contrasse all'improvviso bombardamento<br />
di sensazioni erotiche. «Mi chiuderai dentro?» si informò con voce<br />
tremante.<br />
«No.» Non aveva mai sentito un tono così determinato in vita<br />
sua.
«Co... cosa mi farai?» In fondo, però, lei conosceva già la risposta.<br />
«Farò l'amore con te, raggio di luna.»<br />
«No, no, no!» Shaye affondò i talloni nel pavimento di lucido<br />
ebano, costringendo entrambi a fermarsi. «Mi rifiuto. Hai sentito? Mi<br />
rifiuto!»<br />
Valerian si girò a guardarla senza lasciarle la mano. La sua<br />
espressione pareva scolpita nella pietra. «Sono stato ferito» disse. Dal<br />
tono, sembrava dare per scontato che lei capisse l'importanza di quel<br />
fatto.<br />
«Lo so benissimo e te l'ho anche fatto notare, ma se proverai a<br />
portarmi a letto subirai altre ferite.»<br />
«Il sesso mi farà riprendere le forze» le spiegò lui. «Guarirò più in<br />
fretta, una volta che ti avrò penetrata.»<br />
Lei si sentì quasi soffocare. «Puoi anche morire, per quel che me<br />
ne importa. Non ti permetterò di... penetrarmi.»<br />
«Il sesso con me sarà fantastico» le assicurò lui.<br />
«No.»<br />
«Shaye, mio dolce raggio di luna, ho rifiutato tutte le altre donne<br />
per te. Ho giurato in pubblico di farti mia regina.»<br />
«Non me ne importa niente. La mia risposta è sempre no!»<br />
L'espressione di Valerian passò da dura a gelida. «Posso indurii a<br />
implorarmi.»<br />
«lo non imploro nessuno.»<br />
Lui la guardò in silenzio, poi si passò una mano tra i capelli; varie<br />
ciocche bionde gli ricaddero sugli occhi. Una parte di Shaye, che<br />
negli ultimi tempi si manifestava sempre più spesso, la spingeva ad<br />
allungare una mano e a scostarle dal suo bel viso. E va bene, lo<br />
ammetteva: sentiva ancora impressi nella memoria il suo sapore<br />
inebriante e la pressione delle sue labbra. Era tentata di implorarlo,<br />
ma doveva resistere. Doveva fuggire.<br />
Prima che potesse muoversi, però, Valerian si fece avanti<br />
leccandosi le labbra, come se sapesse quali ricordi proibiti l'agitavano<br />
in quel momento e fosse deciso a sfruttarli senza alcuno scrupolo.
Ogni pensiero di fuga svanì di colpo dalla mente di Shaye.<br />
«Ho bisogno di te, Shaye, più di quanto abbia mai avuto bisogno<br />
di qualcuno.»<br />
Solo Valerian le parlava in quel tono dolce e caldo, come se la<br />
immaginasse già nuda e fosse già dentro di lei. E Shaye non sapeva<br />
come reagire a quella seduzione senza precedenti.<br />
Un silenzio pesante, carico di tentazioni, scese su di loro.<br />
Valerian aspettò, lasciando che il corpo e la mente di Shaye<br />
lottassero tra loro, ognuno deciso a prevalere sull'altro. Poi lei si<br />
liberò dalla stretta della sua mano e indietreggiò; si stava<br />
comportando da vigliacca, lo sapeva, ma in quel momento non se<br />
ne curava più di tanto. «Ti ripulirò le ferite, ma niente di più, intesi?»<br />
Lui la studiò pensieroso. «Mi respingi perché ho quasi ucciso un<br />
uomo?»<br />
«No» ammise Shaye.<br />
«Perché, allora? Alcune donne detestano la violenza, altre la<br />
trovano eccitante.» Valerian si fece ancora più vicino. «Tu a quale<br />
categoria appartieni?»<br />
«A nessuna delle due.» Shaye indietreggiò fino a ritrovarsi con le<br />
spalle al muro. «È solo che... tu non mi piaci.»<br />
Valerian si bloccò.<br />
Shaye non sapeva se quella menzogna lo avesse ferito<br />
nell'orgoglio, ma di sicuro aveva fatto male a lei: sentiva i crampi<br />
allo stomaco e la gola contratta.<br />
«E va bene, ti consentirò di curare le mie ferite alle braccia»<br />
cedette infine lui con voce incolore.<br />
«Ehi, che gentile concessione!» proruppe sarcastica. Poi sbuffò<br />
sprezzante, sperando di apparire del tutto indifferente. Mentre lo<br />
medicava, le avrebbe soffiato il respiro caldo nelle orecchie, magari<br />
divorandola con gli ardenti occhi turchesi? «Ma niente... effusioni.»<br />
Il punto era un altro: se lui ci avesse provato, lei sarebbe riuscita a<br />
resistergli?
Sentiva già vacillare la propria risoluzione. Forse giocare al ferito<br />
e all'infermiera non era una buona idea. Doveva stare in guardia:<br />
ritrovarsi così vicina a Valerian doveva essere come spararsi in vena<br />
una dose di eroina. Un gesto pericoloso e stupido. Se fosse riuscita a<br />
resistere alla tentazione di assaggiarlo, comunque, dopo averlo<br />
rappezzato sarebbe potuta andarsene a cuor leggero.<br />
In realtà l'aveva già assaggiato, ricordò, memore del bacio<br />
appassionato che si erano scambiati.<br />
«Niente effusioni mentre mi medichi» acconsentì Valerian. «Ma, se<br />
dovessi cambiare idea, non hai che da dirmelo.»<br />
Poi la riprese per mano e la trascinò via.<br />
«Hai della pomata antibiotica?» chiese lei, sperando di scacciare<br />
dalla mente qualsiasi pensiero legato al sesso.<br />
«Non so cosa sia, dunque non posso risponderti.»<br />
Shaye notò che i suoi capelli umidi formavano lievi ricci sulla<br />
nuca, poi si rabbuiò: perché diavolo si curava dei suoi stupidi capelli?<br />
«È una medicina per le ferite sulle braccia.»<br />
«Ti metterò a disposizione tutto quello che ti serve.» Giunti<br />
davanti alla camera, Valerian scostò il drappo di pizzo bianco con la<br />
mano libera.<br />
Entrò e lei lo seguì. Sebbene fosse situata nello stesso corridoio di<br />
quella in cui aveva dormito Shaye, quella stanza era più virile, una<br />
combinazione di piacere e aggressività. La zona più lontana<br />
dall'entrata era occupata da un enorme letto, le cui lenzuola viola<br />
dai ricami dorati recavano l'impronta di un imponente corpo<br />
maschile. Un'armatura d'oro e un vero e proprio arsenale erano<br />
appesi a ganci di rubino e luci multicolori risplendevano sui muri,<br />
come diamanti intrappolati nel vetro.<br />
Anche qui c'era una grande vasca di acqua bollente, su cui<br />
galleggiavano petali delicati. Era un tocco femminile estraneo a<br />
Valerian; probabilmente era stata una delle sue molte amanti a<br />
preparare quel bagno profumato.<br />
«Questa è la tua camera principale?» gli chiese.<br />
«Sì» rispose lui lasciandole la mano.
Shaye si guardò in giro. «Ho notato che alcuni muri sono rovinati<br />
e pieni di buchi. Contenevano gemme come queste, che sono state<br />
strappate con la forza?»<br />
«Sì» ripeté Valerian.<br />
«Come mai le tue stanze sono ancora intatte?»<br />
«Dopo che ne ho preso possesso, mi sono assicurato che fossero<br />
degne di me.»<br />
Il suo non era un tono tronfio od orgoglioso, ma solo sincero. Per<br />
lui quella era la verità. «Vedo che hai un'alta opinione di te.»<br />
Valerian non rispose, troppo occupato a divorare con gli occhi la<br />
sua donna e poi il letto grande e invitante, con le spiegazzate<br />
lenzuola viola decorate d'oro. Voleva vederla là, distesa e aperta al<br />
suo tocco. Ritrovarsi con lei vicino a un letto gli poneva un difficile<br />
dilemma.<br />
Perché mai aveva promesso di non toccarla mentre lo medicava?<br />
Fino ad allora Valerian non aveva mai dovuto fare alcuno sforzo<br />
per sedurre una donna: lo desideravano tutte senza che dovesse<br />
impegnarsi in complicati corteggiamenti. Shaye lo confondeva: la<br />
desiderava da morire, eppure lei continuava a respingerlo, quando<br />
fra tutte le donne del mondo avrebbe dovuto essere quella che lo<br />
voleva di più.<br />
Per quanto tempo ancora il suo corpo sarebbe riuscito a resistere<br />
a quel rifiuto?<br />
Non molto, temeva.<br />
Radunò delle pezzuole pulite, una bacinella di acqua calda, una<br />
boccetta di olio da bagno e una fiala di sabbia curativa proveniente<br />
dalla foresta dei draghi e li posò tutti su un vassoio. Temeva che<br />
Shaye tentasse di nuovo di fuggire e invece rimase ferma nel centro<br />
della stanza, guardandosi attorno affascinata.<br />
Mentre avanzava verso di lei i loro sguardi si incontrarono. Per gli<br />
dei, com'era graziosa, con quei capelli chiarissimi che le ricadevano<br />
sulle spalle come una sensuale cortina! Invece di porgerle il vassoio,<br />
Valerian si chinò piano in avanti, dandole tutto il tempo di rendersi<br />
conto delle sue intenzioni.
Non poteva resistere. Era incapace di fermarsi. In fondo era solo<br />
un bacio, si giustificò.<br />
Le sfiorò le labbra con un tocco gentile e il suo dolce profumo di<br />
neve gli riempì le narici. «Grazie delle tue cure» disse con tenerezza.<br />
Lei sgranò gli occhi e lo fissò con un lampo di paura. «Non sono<br />
nota per la mia gentilezza» lo ammonì brusca. Eppure le tremava la<br />
voce. «Non so se mi ringrazierai, dopo.»<br />
Valerian si raddrizzò soffocando a fatica un sorriso. «Per cosa sei<br />
nota, allora, raggio di luna?»<br />
«Per il mio caratteraccio.» Shaye si morse le labbra, gli prese il<br />
vassoio e si girò di scatto.<br />
«Non è un complimento, immagino.»<br />
Lei scrollò le spalle, si avviò verso un cassettone di ametista e vi<br />
posò il vassoio. «In genere no.»<br />
Valerian le spiegò cosa doveva fare per medicarlo, afferrò l'unica<br />
sedia della stanza cercando di trattenere una smorfia di dolore e la<br />
piazzò vicino a Shaye. «Vuoi far credere alla gente, me compreso, di<br />
essere fredda e indifferente. Perché?»<br />
Lei strinse le labbra e accennò alla sedia. «Siediti e stai zitto.<br />
Quand'ero bambina mia madre mi ha mandato dallo strizzacervelli,<br />
quindi non ho bisogno di una diagnosi da dilettante proprio adesso.»<br />
«Dimmelo» insistette Valerian restando in piedi. Aveva intravisto<br />
spesso momenti di calore e dolcezza che Shaye cercava di<br />
nascondere con tutte le sue forze. A volte esitava prima di lanciare<br />
un insulto, come se dovesse costringersi a farlo, e quando si definiva<br />
indifferente nei suoi occhi castani si accendeva una luce malinconica.<br />
«Non c'è niente da dire. Nel corso degli anni ho imparato che le<br />
emozioni causano solo dolore e turbamento» tagliò corto lei. Lo<br />
spinse prendendolo per le spalle. La sua forza era nulla, in confronto<br />
a quella di Valerian, ma lui l'assecondò e si sedette.<br />
Shaye gli spazzò via tremante la sabbia dalle spalle, evitando le<br />
ferite, ma lui non riuscì a trattenere un sussulto di dolore.<br />
«In questo momento non soffrirei tanto, se tu accettassi<br />
l'inevitabile e facessi l'amore con me» brontolò accigliato.
«Non fare il bambino. Ti avevo avvertito che non sono brava a<br />
curare.» Cosparse una delle pezzuole di olio e lo annusò<br />
meravigliata. «Che buon profumo! Che cos'è?»<br />
«Credo che la tua gente lo chiami sapone.»<br />
«Il nostro non ha questo odore di orchidee e cascate magiche»<br />
obiettò lei.<br />
Valerian piegò la testa per squadrarla divertito. «Vuoi che ti creda<br />
fredda e distaccata, eppure ti piace inondare i tuoi sensi di profumi<br />
deliziosi.»<br />
Shaye si rabbuiò e cominciò a ripulirgli la ferita dal sudore e dalla<br />
sabbia e Valerian scoppiò a ridere. Cominciava a intravedere uno<br />
schema nei suoi scoppi d'ira: quando il suo distacco veniva<br />
minacciato, Shaye reagiva con battute taglienti.<br />
«Te la sei cavata bene nell'arena» ammise riluttante.<br />
Il divertimento di Valerian lasciò il posto a un profondo sollievo:<br />
forse la violenza non la inorridiva come aveva temuto. Ne era felice:<br />
Shaye avrebbe accettato più facilmente la vita ad Atlantide, dove le<br />
guerre erano un fatto di tutti i giorni. «Gli uomini della superficie si<br />
combattono con le spade?»<br />
«No. Se lo facessero, andrebbero incontro a conseguenze pesanti.»<br />
«Cosa vuoi dire?»<br />
«Se un uomo ne ferisce un altro come hai fatto tu oggi, viene<br />
inseguito e rinchiuso. Se la vittima muore, può essere messo a morte<br />
a sua volta.»<br />
Valerian ci pensò un po' su. «E se l'uomo agisse così per<br />
proteggere se stesso o le persone care?»<br />
«Ci sono sempre delle conseguenze, ma non così gravi. A volte la<br />
gente si fa causa per motivi davvero stupidi: una volta un ladro è<br />
entrato in casa di un uomo, fuggendo è caduto dal tetto e gli ha<br />
fatto causa. E l'ha anche vinta!»<br />
«Non credo che mi piacerebbe vivere sulla superficie» dichiarò<br />
Valerian.<br />
«A me piace» replicò Shaye in tono difensivo.
Lui sospirò.<br />
«Questa ferita è piuttosto profonda» dichiarò lei saggiandola con<br />
le dita. «Hai bisogno di punti.»<br />
Valerian si morse le labbra per non trasalire dal dolore. Non<br />
aveva mai dovuto preoccuparsi delle sue ferite: dopo una battaglia,<br />
faceva l'amore con una donna e queste guarivano da sole. «Ho<br />
soltanto bisogno di sesso. Con te.» Voleva suonare seducente, ma il<br />
tono che gli uscì era lamentoso e colmo di rimprovero.<br />
Shaye gli medicò la ferita con delicatezza, scura in volto. «Sono<br />
disposta ad andare a prendere una delle altre donne.» Poi strinse le<br />
labbra, divisa tra la speranza e la rabbia all'idea che lui accettasse la<br />
sua offerta.<br />
«Piccolo raggio di luna, quando capirai che voglio solo te?»<br />
Shaye si rilassò. «E tu quando capirai che non amo il sesso<br />
casuale?»<br />
«Ti ho già spiegato che sei la mia compagna, dunque le tue<br />
proteste sono stupide e inutili.»<br />
«Una compagna è bendisposta verso il suo uomo, mentre io non<br />
lo sono. Lo sappiamo tutti e due. E non sono neanche una regina.»<br />
Incapace di trattenersi, Valerian le afferrò una lunga ciocca e si<br />
fece scorrere i capelli chiarissimi tra le dita, poi li portò al naso e ne<br />
aspirò il profumo meraviglioso. «Mmh, sai di buono!»<br />
«Non posso dire lo stesso di te.»<br />
Lui non si offese. «Ho bisogno di un bagno, lo so. Perché non ti<br />
unisci a me?»<br />
Scossa da un fremito, Shaye lasciò cadere per terra la pezzuola.<br />
«La smetti di dire cose del genere?»<br />
«Perché? Ti desidero e non sono il tipo da negare i miei desideri.»<br />
«Già, l'ho capito» borbottò Shaye. Si chinò a raccogliere la<br />
pezzuola e la gettò nel camino spento, poi ne prese una pulita e vi<br />
versò una manciata di sabbia. «Ti rendi conto che sto per cospargere<br />
di sabbia una ferita aperta?»<br />
«Sì.»
«E vuoi ancora che lo faccia?»<br />
«Naturalmente.»<br />
Lei scosse la testa incredula, poi scrollò le spalle. «Come vuoi tu.<br />
L'infezione è affar tuo.» Esitò ancora un attimo, poi versò i granelli<br />
nella ferita.<br />
Valerian rimase a lungo in silenzio, concentrandosi sul respiro<br />
lieve di Shaye che gli sfiorava la spalla e sui denti che affondavano<br />
nel labbro inferiore. Il suo membro era sempre più eccitato.<br />
«I desideri sono naturali, raggio di luna» disse infine. «Più li neghi,<br />
più forti diventano, fino a quando non riesci a pensare ad altro.»<br />
«Basta così» gli intimò lei. La voce le tremava, però, segno che<br />
l'argomento non la lasciava poi così indifferente e i capezzoli le<br />
premevano turgidi contro la maglietta. «Non mi coinvolgere in una<br />
conversazione sui desideri, okay? Non mi interessa.»<br />
Valerian l'afferrò per il polso sottile e l'attirò di fronte a sé. Shaye<br />
notò la sua erezione e si lasciò sfuggire un gridolino sorpreso.<br />
«Hai ragione, non dovremmo parlarne. Dovrei mostrartelo.<br />
Chiedimi di mostrartelo, Shaye.»<br />
Colta da un panico improvviso, lei indietreggiò con un balzo,<br />
corse al muro e afferrò una delle spade più piccole. Mentre la<br />
brandiva davanti a sé, assomigliava molto alla regina guerriera che<br />
negava di essere con tanta foga. «Ho detto di no! Hai capito?»<br />
Lottava contro un desiderio crescente nei suoi confronti da<br />
quando lo aveva visto e ogni volta che Valerian la toccava, la<br />
guardava o le parlava, la sua resistenza si incrinava ancora un po'.<br />
Lui si irrigidì, assumendo un'espressione impenetrabile. I suoi occhi<br />
però sfolgoravano di rabbia, bisogno e delusione.<br />
«Va bene. Stanotte non ti toccherò.»<br />
«Grazie» rispose Shaye, ignorando le disperate proteste del<br />
proprio corpo. Non poteva cedere: le conseguenze sarebbero state<br />
troppo gravi.<br />
Rimasero a fissarsi negli occhi, impegnati in una battaglia feroce e<br />
silenziosa.
«Domani però appartiene a me. Non potrai più respingermi, hai<br />
capito?»<br />
Shaye sussultò e non osò rispondere.<br />
«Se provi a lasciare questa stanza, te ne pentirai, raggio di luna.»<br />
Valerian si alzò e se ne andò senza girarsi.
Capitolo 14<br />
La dottoressa Brenna Johnston raccolse i capelli neri in cima alla<br />
testa e li legò con un sottile pezzo di stoffa. Come sempre, alcuni dei<br />
riccioli più corti le ricaddero sulle tempie.<br />
Come ho fatto a cacciarmi in questa situazione?<br />
Abbassò lo sguardo sull'uomo che giaceva privo di sensi sul letto<br />
dalle lenzuola di seta azzurra: i capelli neri erano sciolti sulle ampie<br />
spalle, le ciglia sottolineavano le occhiaie violacee, il naso era un po'<br />
storto e le labbra tumide e sensuali.<br />
Sembrava un angelo caduto. Un angelo caduto insanguinato e in<br />
punto di morte.<br />
Il sangue sgorgava dai profondi tagli sul petto e sulla coscia. La<br />
pelle, che prima era abbronzata, ora era pallida e bluastra, segno che<br />
era in stato di shock. Brenna era un chirurgo, ma avrebbe preferito<br />
avere a disposizione i suoi strumenti e trovarsi nel suo ospedale, con<br />
le sue infermiere. Invece doveva accontentarsi delle boccette di olio<br />
e sabbia che le avevano dato, di quell'ambiente tutt'altro che sterile e<br />
accettare la presenza del bestione che faceva la guardia alla porta.<br />
Tuttavia non intendeva lasciar morire il paziente.<br />
Aveva provato un terrore cieco fin da quando quei giganti<br />
l'avevano rapita, ma ora, per la prima volta da quando era arrivata<br />
in quello... strano posto, si sentiva sicura di sé, nel suo elemento.<br />
Fece cenno di avvicinarsi alla guardia e quando questa obbedì<br />
spiegò a segni ciò che le occorreva.<br />
L'uomo la guardò confuso. «Non capisco cosa vuoi. Non puoi<br />
parlare?»<br />
Brenna trattenne un sospiro. Anni prima le sue corde vocali erano<br />
state gravemente danneggiate, anche se all'esterno non erano rimaste<br />
cicatrici. L'aggressione subita era un ricordo odiato, confuso e cupo,<br />
che non poteva permettersi di rivivere in quel momento; era in<br />
grado di parlare, ma la sua voce era orrenda.
«Ago» gracchiò. «Filo. Strumenti per operare.» Dubitava che in<br />
quel posto sapessero distinguere un bisturi da un coltello per il burro,<br />
ma doveva provare.<br />
L'uomo trasalì al suono roco della sua voce, poi annuì e corse via.<br />
Tornò poco dopo e le consegnò una sacca nera che conteneva uno<br />
scalpello di bronzo, dei ganci sottili e diversi aghi di ferro.<br />
«Fuoco. Acqua calda» ordinò Brenna.<br />
L'uomo afferrò una fiaccola fissata al muro e la lanciò nel camino,<br />
dove appiccò subito fuoco ai ciocchi. Brenna vi posò una bacinella<br />
piena d'acqua e vi scaldò gli strumenti.<br />
Una volta sterilizzati meglio che poteva le mani e gli strumenti, si<br />
avvicinò al ferito: non si era ancora mosso né aveva emesso un<br />
suono. I suoi tratti erano rilassati, uno stato che le procurava un<br />
misto di sollievo e preoccupazione. Non avrebbe sentito dolore,<br />
certo, ma un sonno così profondo non le pareva naturale.<br />
Brenna raddrizzò le spalle e si mise al lavoro: gli tagliò i<br />
pantaloni, gli ripulì le ferite e fece del suo meglio per riparare i<br />
tessuti danneggiati. Rimase al suo fianco per diverse ore; alla fine,<br />
era madida di sudore e braccia e schiena erano affaticate e doloranti.<br />
Le sarebbe piaciuto fargli una trasfusione, ma sapeva che era<br />
impossibile. L'uomo che l'aveva scelta la sera prima, Shivawn, aveva<br />
cercato di rassicurarla spiegandole dov'era e perché era stata portata<br />
là; ovviamente quel chiarimento aveva solo alimentato il suo<br />
terrore.<br />
Ninfi, Atlantide, sesso. All'inizio si era rifiutata di credergli, ma<br />
dopo quello che aveva visto quel giorno non poteva più<br />
permetterselo: duelli a colpi di spada, muri tempestati di gemme,<br />
cuscini di seta e guerrieri che facevano sesso sopra di essi, sirene, un<br />
soffitto di cristallo che creava una luce meravigliosa e donne che<br />
impazzivano per il bisogno di fare l'amore.<br />
Shivawn si aspettava la stessa risposta entusiastica da lei ed era<br />
rimasto stupefatto quando Brenna aveva reagito a pugni, calci e... si<br />
vergognava ad ammetterlo... singhiozzi. Alla fine però l'aveva<br />
sorpresa rivelandosi dolce e protettivo.
Poi però si era pentito della propria scelta: quella mattina Brenna<br />
aveva scorto parecchie coppie nude e avvinte, alcune delle quali non<br />
dormivano affatto. Di certo Shivawn desiderava una cosa del genere,<br />
ma lei non poteva dargliela.<br />
Gli aveva permesso di sceglierla solo per allontanarsi dagli altri<br />
guerrieri; poteva tener testa a uno di loro, ma non certo a tutti.<br />
Brenna passò le ore seguenti al capezzale dell'uomo privo di sensi<br />
- il suo nome era Joachim, ricordava - passandogli una spugna calda<br />
e bagnata sulla fronte e facendo il possibile per impedirgli di<br />
raffreddarsi. Con tutto il sangue che aveva perso, rischiava<br />
l'ipotermia.<br />
All'improvviso la voce di Shivawn la chiamò dalla porta. «Brenna,<br />
è ora che ti porti in camera mia.»<br />
Lei si impose di restare calma e si girò lentamente: Shivawn era<br />
fermo accanto alla guardia, che fingeva di osservare il muro. Era un<br />
bell'uomo, con i capelli biondi e gli occhi verdi e una parte di lei<br />
desiderava essere una donna normale, in grado di godere delle<br />
attenzioni di un compagno così attraente. Tuttavia scosse la testa.<br />
Le ampie spalle del guerriero si abbassarono e le sue labbra<br />
divennero contratte e sottili. «Perché continui a respingermi? Ti ho<br />
ferita in qualche modo?»<br />
Lei scosse di nuovo la testa.<br />
Il guerriero si fece avanti. «Voglio solo darti piacere.»<br />
«Resto qui.»<br />
Shivawn aveva già sentito la sua voce, così non trasalì come la<br />
prima volta. I suoi continui rifiuti l'avrebbero fatto infuriare,<br />
trasformandolo da uomo gentile e premuroso ad animale rabbioso?<br />
Un tremito incontrollabile la percorse tutta.<br />
L'espressione di Shivawn si addolcì. «Non capisci come funzionano<br />
i ninfi: dobbiamo stare con una donna, altrimenti ci indeboliamo» le<br />
spiegò paziente, come se stesse parlando a una bambina, «lo mi sto<br />
indebolendo, mentre gli altri si rafforzano.»
«No.» Se mai si fosse decisa a stare di nuovo con un uomo, Brenna<br />
ne avrebbe scelto uno meno minaccioso, che non fosse in grado di<br />
spezzarle in un attimo l'osso del collo. Inoltre aveva un lavoro da<br />
fare. Indicò il ferito. «Lui ha bisogno di me.»<br />
Shivawn la fissò con un misto di frustrazione, rimpianto e<br />
decisione, poi si girò e se ne andò. Brenna sospirò, divisa tra il<br />
sollievo e... la delusione.<br />
Rimettiti al lavoro, Johnston.<br />
Si voltò verso il guerriero ferito e gli posò una mano sulla fronte<br />
ormai gelata. Sarebbe sopravvissuto? Aveva perso talmente tanto<br />
sangue, durante il duello.<br />
Era più imponente e forte di Shivawn e probabilmente anche più<br />
pericoloso, eppure si ritrovò a chinarsi su di lui, come attirata da un<br />
potere più forte di lei, e gli sfiorò le labbra con un bacio gentile,<br />
sperando che si riprendesse. Odiava vedere qualcuno che soffriva: lei<br />
sapeva fin troppo bene cosa significava stare a letto con il corpo<br />
spezzato e sentire la morte vicina.<br />
Lui aprì gli occhi, come se quel semplice gesto gli avesse dato la<br />
forza necessaria a svegliarsi e la spiò confuso e corrucciato. Brenna si<br />
raddrizzò in fretta.<br />
«Allora sono morto?» sussurrò con voce debole.<br />
Brenna ricordò a se stessa che Joachim non poteva farle del male<br />
e tornò a posargli una mano tremante sulla fronte. Gli occhi azzurri<br />
erano socchiusi, eppure riuscì a riconoscere il dolore che li incupiva.<br />
«Sono arrivato nell'Olimpo?»<br />
Lei scosse la testa.<br />
Il ferito si guardò intorno. «Cosa fai tu qui? lo ho...» Si interruppe<br />
di colpo. «Valerian! Il duello. Ho perso» ringhiò tra i denti. Poi cercò<br />
di mettersi a sedere.<br />
Brenna lo spinse contro il cuscino con gentilezza e gli scostò i<br />
capelli dal viso, cercando di calmarlo. Non sapeva cos'avrebbe fatto,<br />
se lui avesse cercato di opporsi, ma con sua grande sorpresa quel<br />
tocco lieve parve rilassarlo.
Il guerriero fece un respiro profondo, sollevò un braccio e le cinse<br />
il polso con le dita. Brenna si ingiunse di restare calma e tentò di<br />
sottrarsi alla sua stretta, ma lui tenne duro.<br />
«Cosa fai qui, donna di Shivawn?»<br />
Lei gli indicò le ferite bendate.<br />
Joachim la studiò con la fronte corrugata. «Sei forse una<br />
guaritrice?» le domandò.<br />
Brenna annuì e cercò di nuovo di liberarsi, ma la sua stretta<br />
rimase ferma. Com'era possibile? Avrebbe dovuto essere debole<br />
come un bambino.<br />
«Non puoi parlare?»<br />
«Mi fa male» rispose lei, indicando il collo con la mano libera.<br />
Lui non trasalì al suono della sua voce, le lasciò andare la mano e<br />
le sfiorò la pelle morbida della gola, come se stesse cercando una<br />
ferita. Brenna fu scossa da un brivido di bisogno e di orrore. Che<br />
cosa le succedeva? Non reagiva a un uomo da anni e ora...<br />
«Come?»<br />
La gente glielo chiedeva sempre. All'inizio la domanda le<br />
riportava il ricordo della terribile aggressione subita per opera del<br />
suo ragazzo furibondo e geloso. Ora rispondeva che si era trattato di<br />
un incidente automobilistico, ma dubitava che quell'arcaico guerriero<br />
capisse cosa intendeva.<br />
Brenna si chinò su di lui, gli cinse incerta il collo con una mano e<br />
lo scosse forte, poi indicò il proprio collo con l'altra.<br />
Joachim le strinse il polso con maggiore gentilezza. «Chi ha<br />
cercato di strozzarti?»<br />
Brenna annuì.<br />
«Un uomo.»<br />
Un altro cenno di assenso.<br />
«Non devi toccarla» intervenne la guardia all'improvviso. «Ordini<br />
del re. Lasciala andare, Joachim.»<br />
Brenna aveva dimenticato l'altro guerriero.
Joachim fissò la guardia rabbuiato, senza obbedire. Tra i due<br />
uomini cominciò un'accesa conversazione in una lingua che Brenna<br />
non capiva.<br />
Alla fine fu lei a liberarsi. La sua pelle era calda e sensibile nel<br />
punto in cui Joachim l'aveva toccata.<br />
Quell'uomo era davvero spaventoso, volubile e violento, tutte<br />
caratteristiche che Brenna odiava; avrebbe dovuto detestare il suo<br />
tocco e invece non poteva fare a meno di apprezzarlo.<br />
«Vuoi che io uccida per te?» sussurrò Joachim.<br />
Brenna sbatté le palpebre confusa e indicò la sentinella alla porta.<br />
«No. L'uomo che ti ha fatto male.»<br />
Lei esitò un attimo, poi scosse la testa.<br />
«Il potere è bello» dichiarò Joachim. All'improvviso la sua voce si<br />
era indebolita. «Fare del male a una donna no.» Richiuse gli occhi e<br />
subito li riaprì. «Come ti chiami?»<br />
«Brenna.»<br />
«Brenna» ripeté lui, assaporando il suo nome come un dolce. Un<br />
attimo dopo, però, i suoi occhi si incupirono, simili a un mare in<br />
tempesta. «Dov'è Shivawn?»<br />
Brenna si rialzò tremante. In un attimo Joachim era diventato<br />
violento e rabbioso. Perché? Cos'aveva fatto, per provocare un<br />
simile cambiamento?<br />
«Perché ti tiri indietro, donna?» l'aggredì corrucciato. «Vuoi<br />
tornare dal tuo amante?»<br />
Prima che potesse alzarsi dal letto e afferrarla, Brenna si girò e<br />
fuggì dalla stanza. Doveva allontanarsi da quel posto. Doveva<br />
allontanarsi da lui.<br />
Rimasto solo, Joachim imprecò a lungo tra i denti. Non si era mai<br />
sentito così inerme e impotente in tutta la sua vita e la cosa lo faceva<br />
infuriare: non voleva che Brenna andasse da Shivawn. Voleva che<br />
restasse con lui, che gli parlasse.
E lui l'avrebbe consolata e ringraziata per le sue cure. Invece era<br />
Shivawn a detenere quel privilegio.<br />
«Seguila, maledizione» ordinò a Broderick, fermo vicino alla<br />
porta. «Assicurati che arrivi a destinazione sana e salva.»<br />
«Non usare quel tono con me» scattò l'altro. Poi però si allontanò<br />
in cerca di Brenna.<br />
Joachim avrebbe voluto prendersela con Valerian per quella<br />
situazione, ma non poteva: era stato lui a lanciare la sfida e il cugino<br />
lo aveva battuto in un combattimento leale. Rispettava Valerian e<br />
ora riusciva anche a capire il suo bisogno di fare qualsiasi cosa pur di<br />
tenersi la donna pallida.<br />
Lui avrebbe fatto lo stesso per Brenna.
Capitolo 15<br />
La sua donna voleva che le stesse alla larga al punto da puntargli<br />
contro un'arma, rifletté Valerian entrando come una furia in sala da<br />
pranzo. «La mia compagna si rifiuta di darmi piacere. Si rifiuta di<br />
lasciare che glielo dia io» brontolò.<br />
Non sapeva cosa fare, a parte ubriacarsi fino a dimenticare.<br />
Si fermò di colpo notando Shivawn seduto a tavola, con una<br />
fiaschetta in ogni mano. Aveva gli occhi rossi e vitrei e si dondolava<br />
sulla sedia.<br />
Shivawn era giovane: aveva solo cent'anni, pochi in confronto ai<br />
seicento di Valerian, ma era comunque un guerriero forte e<br />
coraggioso, sempre pronto ad assestare il colpo di grazia ai nemici.<br />
Era impulsivo, però, e si lasciava trasportare dalle emozioni.<br />
Forse Shivawn era così perché suo padre era stato un uomo rigido<br />
e amante delle regole, come quello di Valerian. Nessuno dei due<br />
voleva finire come loro. Entrambi i loro padri erano morti<br />
combattendo contro demoni che si erano offerti come alleati, per<br />
poi cambiare idea durante i colloqui di pace e massacrare tutti i ninfi<br />
presenti.<br />
Per quanto giovane, il giorno dopo Valerian aveva radunato i<br />
guerrieri e attaccato il loro accampamento. Durante la battaglia era<br />
scorso molto sangue demoniaco. Quella era stata la sua prima<br />
vittoria, seguita da molte altre.<br />
E ora? Riusciva a sconfiggere un'armata di demoni, ma non ad<br />
avere la meglio sulla propria compagna.<br />
«Donne» borbottò Shivawn.<br />
«Donne» gli fece eco Valerian. Si lasciò cadere su una sedia vicino<br />
al guerriero, prese una delle due fiaschette e la svuotò in un unico<br />
sorso. Purtroppo il fiume ardente che gli incendiò il sangue non gli<br />
procurò alcun conforto.
«La mia compagna di letto non mi vuole» si lamentò Shivawn con<br />
amarezza. «Com'è possibile? lo sono un ninfo.»<br />
«Anch'io. Sono il re e la mia parola è legge.»<br />
«Magari a Brenna piacciono le donne.»<br />
«Le sue preferenze sessuali non hanno importanza. Tutte le donne<br />
adorano i ninfi.»<br />
Le spalle di Shivawn si abbassarono desolate. «Non la capisco. Ha<br />
paura di me, come se fossi un mostro pronto a farle del male! lo non<br />
ho mai fatto del male a una donna, Valerian. Tutte le donne mi<br />
adorano e mi desiderano» concluse con un sospiro.<br />
«Di cosa ti lamenti? La tua donna non ti ha tenuto a bada con una<br />
spada.» Valerian si impossessò dell'altra fiaschetta e si scolò anche<br />
quella. «Inoltre Brenna non è la tua compagna. Perché non ti cerchi<br />
un'altra amante?» Se soltanto avesse potuto fare lo stesso, visto che<br />
Shaye non lo voleva!<br />
No, non era vero: Shaye lo desiderava, lo aveva capito dalla sua<br />
voce, dal suo sguardo, dal modo in cui i suoi capezzoli si indurivano<br />
quando le stava vicino. Solo che non voleva ammettere quel<br />
desiderio e cercava di soffocarlo in ogni modo e con tutte le sue<br />
forze.<br />
Quando si erano baciati, però, il corpo di Shaye era andato in<br />
fiamme, invaso dall'impellente bisogno di seguire quell'impulso<br />
irrefrenabile.<br />
Valerian sbatté le fiaschette vuote sul tavolo. Non voleva un'altra<br />
donna, non sopportava nemmeno il pensiero di un'altra nel proprio<br />
letto. Tutto il suo corpo desiderava solo Shaye: emanava un<br />
profumo speciale e tutte le altre donne gli parevano solo una<br />
pallida, indesiderabile imitazione.<br />
Come poteva conquistarla? Shaye aveva nostalgia della sua casa e<br />
del suo lavoro. Non poteva darle la prima, ma il secondo sì: le<br />
avrebbe fornito tele e pietre su cui scrivere le sue strane frasi, nella<br />
speranza di abbattere così le sue difese.<br />
Valerian non voleva solo conquistare il suo affetto, ma anche<br />
conoscere il suo passato, presente e futuro, sapere che cosa l'aveva
esa la donna che era. Moriva dalla voglia di sprofondare in lei di<br />
slancio, ma ormai sospettava che Shaye avrebbe avuto bisogno di un<br />
corteggiamento delicato, più che di sfrenata passione.<br />
«... non riesco a trovarle» disse Shivawn.<br />
«Scusami, stavo pensando a Shaye. Cos'hai detto?» chiese Valerian.<br />
«Le uniche donne senza un amante sono le tre abitanti della<br />
superficie arrivate qui prima delle altre. Le ho cercate dappertutto,<br />
senza riuscire a trovarle.»<br />
«Devono pur essere da qualche parte. Prima o poi spunteranno<br />
fuori, vedrai. Puoi prendertene una e dare la ragazza con i capelli<br />
neri a un altro guerriero.»<br />
«Donne» borbottò Shivawn scuotendo la testa desolato. Si alzò,<br />
andò in cucina e ne tornò con una bracciata di fiaschette tempestate<br />
di pietre preziose.<br />
«Donne» concordò Valerian. Ne scolò in fretta due, senza che il<br />
liquore ardente gli facesse bruciare lo stomaco. «Ho spiegato a Shaye<br />
quanto piacere potrei darle, ma lei non vuole ascoltarmi.»<br />
«Forse le servirebbe sentire la testimonianza delle tue amanti<br />
precedenti» suggerì Shivawn.<br />
Forse non era una cattiva idea.<br />
«Non credo che Brenna si lascerebbe impressionare dai loro<br />
racconti» si lamentò Shivawn con voce impastata. «Probabilmente<br />
continuerebbe ad avere paura di me. Donne» ringhiò. «In fondo non<br />
ne abbiamo bisogno.»<br />
«Non ne abbiamo bisogno» ripeté Valerian. In realtà sapeva che<br />
non era così: la sua sopravvivenza dipendeva da Shaye.<br />
«Sto diventando debole come un bambino» ammise Shivawn.<br />
«Prima sono inciampato e caduto lungo disteso per terra.»<br />
«Quando ci hanno resi così dipendenti dal sesso gli dei ci hanno<br />
proprio maledetto.»<br />
«Pensavo che questa fosse una benedizione.»<br />
Ora non lo credevano più.
«Non sono sicuro di volere una compagna» borbottò Shivawn<br />
dopo un lungo silenzio. «Forse mi metterò a girare per Atlantide,<br />
dando piacere a ogni donna che incontro.»<br />
«A quel punto, però, visto che non avrai vicino altri ninfi, dovrai<br />
provvedere ai bisogni di molte donne tutte insieme. Presto qualcuna<br />
di loro si risentirà per le attenzioni che dedichi alle altre e un'amante<br />
respinta medita sempre vendetta.»<br />
«Grazie per aver distrutto il mio sogno» commentò Shivawn in<br />
tono secco.<br />
«Di niente.»<br />
«L'umana di Theophilus non gli sta creando alcun problema.<br />
Come mai, secondo te?» osservò Shivawn.<br />
Valerian intrecciò le dita dietro la testa, sollevò lo sguardo al<br />
soffitto e trasalì alla vista di due sirene dal petto nudo che li<br />
fissavano con il viso premuto contro la cupola di cristallo.<br />
Quando si resero conto che i due ninfi le avevano viste, sorrisero<br />
e li salutarono agitando una mano. Valerian le ricambiò, ma dentro<br />
di sé era furioso: se gliel'avesse chiesto, e anche se non l'avesse fatto,<br />
quelle sirene lo avrebbero accolto con ardore. Perché invece Shaye<br />
lo respingeva con tanta caparbietà?<br />
Shivawn gli diede una gomitata. «Allora, hai una risposta?» chiese<br />
spazientito.<br />
«Ho dimenticato la tua domanda» ammise Valerian, distogliendo<br />
lo sguardo dalle sirene. «Scusami.»<br />
«Sei distratto.»<br />
«Sì.»<br />
«Mi domandavo come mai la compagna umana di Theophilus<br />
non gli crea alcun problema.»<br />
Anche Valerian avrebbe voluto saperlo. La donna in questione era<br />
piccola e timida, con un corpo morbido e florido che pareva fatto<br />
per le mani di un uomo. Non aveva opposto la minima resistenza: le<br />
era bastata un'occhiata per offrirsi senza esitazioni a Theophilus.
Poi pensò a Shaye: voleva che tutti la considerassero gelida e<br />
intoccabile e non amava parlare della sua famiglia. «Forse le nostre<br />
donne nascondono dei segreti tristi e dolorosi e per questo si<br />
tengono a distanza» ipotizzò.<br />
Shaye ne aveva di sicuro e svelarli stava diventando per lui<br />
un'ossessione, una necessità, come respirare. Come fare sesso. Se gli<br />
avesse resistito ancora, Valerian avrebbe dovuto ricorrere all'alcol o<br />
a qualche altro trucco per indurla ad aprirsi.<br />
Lei gli avrebbe così rivelato ogni particolare della sua vita,<br />
fornendogli la chiave per conquistarla.<br />
Shivawn si passò una mano tra i capelli biondi e le perline<br />
tintinnarono. «Cercherò di scoprire i segreti di Brenna; forse così mi<br />
accetterà» decise, seguendo la stessa direzione presa dai pensieri di<br />
Valerian. «Doversi impegnare tanto per conquistare una donna non<br />
è divertente» aggiunse dopo una pausa.<br />
«No.»<br />
«Donne» borbottò Shivawn cupo.<br />
«Donne» lo imitò Valerian.<br />
Urtarono le fiaschette tra loro e ne scolarono di nuovo il<br />
contenuto.<br />
Distesa sul letto, Shaye si chiedeva dove fosse Valerian e cosa<br />
stesse facendo.<br />
Era forse con un'altra donna?<br />
Quando l'aveva lasciata era eccitato. Sosteneva di non volere<br />
un'altra donna all' infuori di lei, ma gli uomini cambiavano spesso<br />
idea, soprattutto quando erano eccitati e si trovavano davanti un<br />
rifiuto.<br />
Passò le mani sulle lenzuola di seta, arrabbiata con se stessa. Da<br />
quando Valerian se ne era andato, invece di tentare la fuga aveva<br />
fatto un lungo bagno, si era provata parecchi splendidi vestiti appesi<br />
nell'armadio e aveva cercato di riposare, pensando per tutto il<br />
tempo a lui. Lo voleva e... sentiva la sua mancanza.
Lo sognava a occhi chiusi e lo desiderava quando li riapriva:<br />
ormai non riusciva più a sfuggire al possente richiamo del suo<br />
fascino.<br />
La giornata era trascorsa, la notte anche e ora era di nuovo<br />
mattino.<br />
Quel giorno doveva tornare a casa, decise. Basta con i rinvii e le<br />
distrazioni: era arrivata fin troppo vicina a spogliarsi per lui e a<br />
consentirgli di prenderla anima e corpo.<br />
Valerian era troppo pericoloso. Troppo potente.<br />
«Vieni.»<br />
Shaye sobbalzò, colta di sorpresa dal suono della sua voce, poi si<br />
mise a sedere lentamente. Quando lo vide il cuore le finì in gola:<br />
Valerian era fermo sulla porta, teneva scostato il drappo di pizzo ed<br />
era l'immagine stessa della virilità e del sesso. Portava pantaloni e<br />
maglietta nera e i capelli biondi erano tutti arruffati.<br />
«Vieni» ripeté. La voce era priva di emozioni, il volto teso e la<br />
bocca contratta in una smorfia di... scontento? Dolore? Allungò una<br />
mano e le fece cenno di avvicinarsi.<br />
Shaye rimase immobile e giocherellò esitante con i capelli ancora<br />
umidi. «Perché? Dove vuoi portarmi?»<br />
Lui ripeté il gesto. «Non ti assalirò, se è questo che temi.»<br />
Sembrava distante, molto diverso dal solito.<br />
Shaye scese dal letto, si avvicinò e prese la mano che le tendeva.<br />
Valerian la trascinò subito per il corridoio. «Cosa succede?»<br />
«Devo esercitarmi con i miei uomini. Per assicurarmi che tu non<br />
causi problemi mentre sono occupato, ti porto in una stanza dove<br />
starai con le altre donne» le spiegò.<br />
Pochi minuti dopo arrivarono a destinazione. Shaye non protestò,<br />
anche se non aveva nessuna voglia di passare del tempo con le<br />
donne assatanate rapite insieme a lei dal matrimonio della madre.<br />
Be', puoi sempre usare il tempo lontana da Valerian per tentare la<br />
fuga, si disse.<br />
Sì, avrebbe fatto proprio quello. Basta con le folli fantasie su di<br />
lui, basta con la tentazione di restare in quello strano palazzo.
Diversi uomini erano di guardia davanti alla porta. Uno reggeva<br />
dei rotoli di carta e delle piccole pietre colorate; Valerian li prese e<br />
glieli consegnò. «Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere scrivere<br />
qualcuno dei tuoi anti-biglietti.»<br />
Shaye lo guardò a bocca aperta, commossa e sorpresa da quel<br />
pensiero gentile. Valerian non aveva scelto la strada più banale,<br />
offrendole fiori e cioccolatini, ma le aveva fatto un dono particolare,<br />
cercando qualcosa che lei amava.<br />
«Grazie» mormorò.<br />
«È stato un piacere. Voglio due... no, quattro guardie a questa<br />
porta» ordinò ai suoi uomini. «Nessuno può entrare o uscire senza il<br />
mio permesso, chiaro?»<br />
I guerrieri annuirono.<br />
Valerian tornò a rivolgersi a Shaye. «Devo andare.»<br />
I loro occhi si incontrarono e lei dovette lottare contro la<br />
tentazione di sollevarsi sulla punta dei piedi e assorbire il suo odore<br />
e la sua forza. Baciami, lo pregò in silenzio, odiandosi per quel<br />
desiderio che non riusciva a soffocare. Lui però non lo fece: lasciò<br />
ricadere il drappo e le diede una spintarella gentile per farla entrare<br />
nella stanza.<br />
«Più più tardi» si congedò.
Capitolo 16<br />
«In tutta la mia vita non ho mai provato un simile piacere.»<br />
«Neanch'io.»<br />
«E neanch'io.»<br />
Shaye si guardò intorno: c'erano un divano, moltissimi cuscini di<br />
seta sparsi dappertutto, libri le cui pagine parevano fatte di tela più<br />
che di carta, aghi e filo e una grande quantità di donne che<br />
ridacchiavano e cinguettavano. Un esempio perfetto di harem,<br />
insomma.<br />
Shaye puntò lo sguardo sul drappo che pendeva nel vano della<br />
porta. Ora o mai più. «Signore» cominciò. Poi batté le mani fino a<br />
quando non ottenne l'attenzione generale. «È ora di pensare ad<br />
andarcene di qui. Siamo abbastanza da sopraffare le guardie e<br />
cercare un modo per tornare a casa.»<br />
Qualcuna scoppiò a ridere. «Perché mai dovremmo farlo?»<br />
«lo non voglio andarmene» dichiarò un'altra.<br />
«lo rimango.»<br />
«Se provi a scappare, mi metterò a urlare chiamando Valerian.»<br />
Shaye strinse i denti furiosa e frustrata. «Ma perché volete<br />
restare?» In realtà, la domanda valeva anche per lei. «Non significate<br />
niente per questi uomini.»<br />
Per oltre un'ora le donne cantarono le lodi dell'estasi sessuale che<br />
avevano provato e lei replicò parlando delle loro case e di rispetto.<br />
Alla fine diverse donne si stancarono di ascoltarla e chiamarono le<br />
guardie. Con suo grande sconforto. Valerian venne avvertito di quel<br />
tentativo di sedizione.<br />
Il re non ci mise molto a rispondere e si fece avanti nella stanza<br />
sporco e sudato. Non disse niente, la prese tra le braccia e la baciò<br />
con passione.
Il bacio durò il tempo sufficiente a ricordarle il suo sapore e a<br />
farla impazzire di desiderio. Quando si tirò indietro, Valerian<br />
ansimava. Le donne lo attorniarono, pronte a carezzarlo, e Shaye lo<br />
squadrò torva.<br />
«Fai la brava e finito l'allenamento ti porto nella Città Esterna» le<br />
promise prima di andarsene.<br />
Sospiri delusi risuonarono in tutta la stanza. Nel tentativo di<br />
rallentare il battito accelerato del proprio cuore e di rinfrescarsi la<br />
pelle accaldata, Shaye trovò un angolo appartato e si lasciò cadere<br />
su un cuscino. Desiderava davvero visitare la Città Esterna: da<br />
quando l'aveva intravista, voleva respirarne l'atmosfera ed esplorare<br />
quell'ambiente esotico e affascinante.<br />
Poteva sempre scappare il giorno dopo.<br />
Non sono sollevata né felice di poter passare ancora un po' di<br />
tempo con Valerian. Per distrarsi usò i nuovi materiali che lui le<br />
aveva regalato per comporre degli anti-biglietti, un'attività che<br />
l'aveva sempre aiutata a combattere lo stress. Ne aveva già in mente<br />
alcuni.<br />
Man mano che passano i giorni, sono felice che tu non sia qui a<br />
rovinarmeli.<br />
Volevi assaggiarmi? Ops, mi dispiace, ma tuo fratello è arrivato<br />
prima.<br />
Le venne in mente un terzo biglietto, così diverso dagli altri da<br />
farla sobbalzare sorpresa: In fondo alcuni uomini non sono male.<br />
Prima che potesse riflettere su quella strana affermazione, una<br />
voce irritata la riportò al presente. «Sono gelosa che Valerian abbia<br />
scelto proprio te.» Tutti gli sguardi si concentrarono su di lei. «È<br />
davvero bravo come sembra?»<br />
«Ha perfino combattuto per averti» sospirò un'altra. «Non è<br />
romantico? A proposito, mi chiamo Jaclyn.»<br />
«lo Shelly» si presentò una bionda elegante, dall'aria quasi regale.<br />
«Appartengo ad Aeson.»<br />
«lo sono Barrie» disse una brunetta.
«E io Rissa» intervenne la rossa che non aveva apprezzato la sua<br />
vicinanza a Broderick. Ora appariva gioviale, quasi affettuosa.<br />
Si presentarono tutte. Erano invitate alle nozze e amiche di sua<br />
madre, o forse del nuovo marito, ma Shaye non aveva fatto in<br />
tempo a conoscerle davvero.<br />
«Siamo le ragazze più fortunate del mondo» proclamò Jaclyn.<br />
Le altre concordarono con entusiasmo.<br />
«Allora, Valerian è bravo a letto?» insistette Barrie. «Scommetto<br />
che scopa da dio.»<br />
Lo pensava anche Shaye.<br />
Non le piaceva l'idea che quella donna si abbandonasse a fantasie<br />
erotiche su Valerian, magari immaginandolo nudo. Un intenso<br />
istinto di possesso la invase, stupendola per la sua forza.<br />
Tu non lo vuoi, ricordi? L'hai tenuto lontano con una spada. Hai<br />
sprecato la tua possibilità con lui, quindi ora lascialo andare.<br />
Avrebbe dovuto essere contenta che qualcun'altra lo volesse e<br />
incoraggiare Barrie a scoprire se Valerian scopava davvero da dio.<br />
E invece non ci riusciva.<br />
Un'avidità che non aveva mai conosciuto urlava che Valerian era<br />
suo, solo suo. Odiava quell'emozione, ma non poteva liberarsene.<br />
Barrie e le altre alla fine si stancarono di aspettare la sua risposta e<br />
ripresero la conversazione sui meriti dei loro amanti.<br />
Shaye distese le gambe frustrata e confusa: non voleva diventare<br />
come loro, non voleva perdersi in un uomo. Se avesse ceduto a<br />
Valerian, sarebbe accaduto proprio quello.<br />
Poco dopo diversi guerrieri coperti di sabbia, sudore e anche<br />
sangue vennero a riprendersi le loro donne. Ogni volta che il drappo<br />
all'entrata si sollevava, Shaye si tendeva con un misto di paura e<br />
desiderio, chiedendosi se sarebbe stato Valerian a entrare. Non era<br />
mai così.<br />
Ben presto rimasero solo poche donne. Una era la ragazza con i<br />
capelli neri e ricciuti e i tristi occhi castani che sulla spiaggia aveva<br />
lottato contro i rapitori e, come Shaye, non aveva gradito l'idea che
un guerriero la scegliesse come compagna di letto. Shaye l'osservò un<br />
momento, poi si alzò, prese le proprie cose e si avvicinò.<br />
In genere non si metteva a parlare con gli sconosciuti, ma in<br />
quella ragazza c'era qualcosa di vulnerabile e infelice che l'attirava.<br />
«Ciao. lo... ehm, sono Shaye» si presentò impacciata. Poi si sedette<br />
senza che l'altra la invitasse.<br />
La ragazza le rivolse uno sguardo nervoso. «Brenna» rispose.<br />
Aveva una voce profonda, roca, tesa ed esitante.<br />
«Ho notato che sei l'unica altra donna non troppo felice di<br />
trovarsi qui. Hai... Quello che ti ha scelta ti ha...?» provò a chiederle<br />
Shaye.<br />
Brenna scosse la testa.<br />
«Bene» sospirò Shaye sollevata. Davanti a loro c'era un tavolino<br />
carico di cibo. Si sporse in avanti, prese delle focacce quadrate e ne<br />
porse qualcuna a Brenna. Mangiarono in silenzio per un po'. «Ho<br />
notato anche che sei un medico e che hai curato Joachim» riprese.<br />
L'altra annuì esitante.<br />
«Come sta? Se la caverà?»<br />
Brenna annuì di nuovo, questa volta con maggiore sicurezza.<br />
Shaye notò anche una scintilla ardente nei suoi occhi. Possibile che<br />
fosse attratta dal suo paziente? «Ti piace?» le chiese diretta.<br />
Brenna scosse la testa con una foga un po' eccessiva. «Mi<br />
spaventa» ammise.<br />
Shaye conosceva bene quel genere di paura: all'inizio aveva avuto<br />
paura dell'ignoto e si era chiesta se Valerian le avrebbe fatto del<br />
male, mentre ora temeva il proprio intenso desiderio per lui e quello<br />
che sarebbe successo se avesse ceduto.<br />
Non doveva scoprirlo, si ammonì. Doveva continuare a opporsi a<br />
quell'attrazione assurda. «Mi chiedo come mai tutte le altre donne<br />
siano schiave dei loro ormoni e noi no» rifletté ad alta voce.<br />
«Noi siamo più intelligenti» rispose Brenna. Scoppiarono a ridere<br />
tutte e due.
L'ilarità di Shaye però svanì in fretta, «lo non mi sento tanto<br />
intelligente» ammise.<br />
«Neanch'io» sospirò Brenna. Anche lei aveva perso il sorriso.<br />
Shaye fece per chiederle come mai, quando la sua attenzione<br />
venne attratta dai due uomini entrati in quel momento nella stanza:<br />
Shivawn e Valerian.<br />
Il re dei ninfi si fermò a guardarla con intensità e lei si sentì<br />
percorrere da un fremito di consapevolezza.<br />
Shaye si alzò stringendo i fogli che le aveva dato, senza staccare<br />
gli occhi da lui: era l'uomo più bello che avesse mai visto e riusciva a<br />
pensare solo alla sua bocca che la baciava.<br />
«Vieni» la invitò lui, come aveva già fatto quella mattina.<br />
Questa volta Shaye lo seguì senza protestare, dimenticando<br />
Brenna e qualsiasi altra cosa. Valerian la condusse in corridoio<br />
deciso.<br />
«Dove andiamo?»<br />
«A visitare la Città Esterna, come ti avevo promesso.»<br />
Valerian accompagnò Shaye fuori dal palazzo, nel calore<br />
pomeridiano. Raggiunte le scuderie, ordinò a uno dei centauri di<br />
prepararsi a partire e questi si avvicinò al trotto.<br />
«Sarà un piacere portarti in città, grande re.»<br />
Shaye lo guardò sgranando gli occhi. «Ma quello è... è metà uomo<br />
e metà cavallo! Ti aspetti che io gli salga in groppa?»<br />
«Sì.»<br />
Valerian montò e le tese la mano. Lei la prese esitante e lui la issò<br />
dietro di sé, gustandosi la vicinanza. Sentirla premuta contro la<br />
schiena tuttavia aumentò anche il suo bisogno di concludere in fretta<br />
quella gita. Vuoi che si innamori della città, ricordi?<br />
«Vi siete stancati molto?» chiese Shaye mentre il centauro si<br />
metteva in moto. Sembrava nervosa.
Valerian non rispose. Aveva sfiancato se stesso e i suoi uomini<br />
nella speranza di sfogare la frustrazione, ma non aveva funzionato.<br />
C'era soltanto una cosa che poteva aiutarlo: Shaye nel suo letto,<br />
unita a lui.<br />
Non era mai stato così deciso a conquistarla. «Mi dispiace, ma<br />
non potremo trattenerci a lungo.»<br />
«Non importa. Sono felice comunque di visitare la città.»<br />
Felice, proprio come la voleva.<br />
Poco dopo raggiunsero la Città Esterna: come al solito, le donne<br />
si erano nascoste al loro arrivo e alle bancarelle che vendevano ogni<br />
genere di merce, dal cibo ai gioielli ai vestiti, si vedevano soltanto<br />
individui di sesso maschile: centauri, minotauri e formoriani.<br />
Valerian si dimostrò più premuroso che mai, portando Shaye<br />
dovunque volesse andare e calmando la sua sete e la sua fame con<br />
fresche bevande e deliziosi spuntini. Man mano che passava il tempo<br />
dimenticò l'urgenza di tornare e si limitò a godersi la sua vicinanza.<br />
All'inizio Shaye lo trattò con diffidente freddezza, ma cominciò a<br />
scaldarsi quando un gruppo di sirene di sesso maschile li sorpassò,<br />
intonando canzoni d'amore e passione. A quel punto si trasformò in<br />
una creatura sorridente, felice e rilassata.<br />
Guardandola, con la luce che formava una sorta di aureola<br />
intorno alla sua testa, Valerian si sentì il cuore gonfio d'amore.<br />
Quella era la vera Shaye, ne era sicuro; se necessario, l'avrebbe<br />
portata là tutti i giorni, aggiungendo anche un'escursione fino alle<br />
cascate.<br />
«Pensi che qualcuno venda delle arance?» gli chiese lei d'un tratto.<br />
«Vediamo.» Le bancarelle di frutta però avevano esaurito la<br />
merce. Shaye non riuscì a nascondere la delusione e Valerian giurò a<br />
se stesso di cercare delle arance in tutta Atlantide, pur di soddisfare<br />
la sua richiesta. «Pronta a tornare?»<br />
Lei si guardò intorno ancora una volta. «Sì. Questo posto è<br />
bellissimo» aggiunse mentre montavano sul centauro. «Un vero<br />
paradiso.»<br />
Il paradiso era lei.
«Grazie per avermi portata qui.»<br />
«È stato un piacere, amore.»<br />
Shaye fremette contro di lui.<br />
Il re dei ninfi sorrise soddisfatto, tanto, lei non poteva vederlo.<br />
Come sperava, la gita aveva abbassato le sue difese e ormai il<br />
desiderio per lui era evidente. Raggiunsero il palazzo pochi minuti<br />
dopo: ormai c'erano quasi...<br />
Alle scuderie smontò e aiutò Shaye a fare lo stesso, notando con<br />
piacere che lei non esitava più a toccarlo. Valerian ringraziò il<br />
centauro e condusse Shaye in camera sua; mentre la raggiungeva<br />
spedì alcuni dei suoi uomini in cerca di arance.<br />
«Ho una sorpresa per te» le annunciò.<br />
«Bella o brutta?»<br />
Prima di passare a prenderla per la gita alla Città Esterna, Valerian<br />
era passato dai suoi alloggi, colmandoli di cibo, aveva versato olio<br />
profumato nella vasca, rimosso alcune delle torce a muro per creare<br />
un'intima penombra e sistemato un gruppo di cuscini di satin intorno<br />
a un basso tavolino traboccante di frutta e dolci.<br />
Quando vide ciò che aveva fatto, Shaye sgranò gli occhi. «Tu...<br />
Questo è...»<br />
«Siediti a tavola» la interruppe lui.<br />
Shaye non obbedì subito e passò con lo sguardo da lui al<br />
tavolino. Valerian si aspettava che rifiutasse, invece lei lo sorprese<br />
obbedendo.<br />
Pur apprezzando il modo in cui i propri vestiti troppo grandi le<br />
ricadevano sul corpo snello in pieghe abbondanti, Valerian riusciva a<br />
pensare solo a come insinuarsi sotto di essi.<br />
Si tolse l'armatura dorata e la lasciò cadere sul pavimento e si lavò<br />
la faccia in una bacinella, spruzzandosi d'acqua fredda. Avrebbe<br />
dovuto fare il bagno prima di passare a prenderla, ma aveva troppa<br />
fretta di vederla e portarla in città. Inoltre sperava in segreto di<br />
poter fare il bagno con lei.
«Noi due dobbiamo parlare» annunciò. Si avvicinò al tavolino, le<br />
sedette accanto e riempì due calici di vino.<br />
«Va bene.» Shaye sembrava riluttante e insicura, ma almeno non si<br />
era opposta.<br />
«Pensavo di chiedere ad alcune delle mie ex amanti di parlarti dei<br />
miei meravigliosi talenti a letto, ma ora non sono più tanto sicuro<br />
che sia una buona idea.»<br />
«Infatti non lo è» concordò lei, quasi soffocandosi con il vino.<br />
«Invece ti parlerò di me. E tu mi racconterai qualcosa di te. Una<br />
conversazione, insomma. D'accordo?»<br />
«Odio parlare di me» dichiarò Shaye.<br />
«Però lo farai. Per favore.»<br />
Lei si morse le labbra e poi annuì.<br />
Valerian prese un sorso di vino e l'osservò al di sopra dell'orlo del<br />
calice. «Comincio io.» Si fermò, tentando di raccogliere i pensieri e di<br />
decidere che parti del suo passato raccontarle, «lo... avevo un<br />
fratello» cominciò. Era un inizio e anche un argomento di cui parlava<br />
di rado e mai con una donna. Era troppo doloroso.<br />
«Avevi?» chiese lei con dolcezza.<br />
Valerian annuì, prese un dolce, lo mise in bocca e lo assaporò.<br />
«Era il mio gemello: è stato rapito quando eravamo bambini.»<br />
«Rapito da chi?»<br />
Una rabbia familiare lo invase, ma riuscì a dominarla. «Dalle<br />
gorgoni.»<br />
«Le go... cosa?» Shaye incrociò le gambe, puntò i gomiti sul tavolo<br />
e si sporse in avanti interessata.<br />
«Le gorgoni sono una razza di donne che possono trasformare un<br />
uomo in pietra con un solo sguardo. Hanno dei serpenti per capelli e<br />
sono di una malvagità assoluta.»<br />
Ah, certo! Come Medusa. «Perché lo hanno rapito?» chiese Shaye<br />
impressionata.
Valerian spinse un vassoio con dei grappoli d'uva verso di lei e le<br />
fece cenno di servirsi. Shaye obbedì. «Speravano di ottenere in<br />
cambio l'aiuto di mio padre, ma lui si rifiutò. E loro uccisero Verryn»<br />
aggiunse cupo. «Noi due avevamo una forte connessione mentale;<br />
quando questa si è spezzata, ho capito che era morto» concluse in un<br />
sussurro. Guardò Shaye e tentò di sbarazzarsi di quei ricordi odiati e<br />
terribili. «Ora raccontami qualcosa di te.»<br />
Che cosa poteva dirgli? Valerian le aveva rivelato qualcosa di<br />
personale e doloroso e lei non poteva essere da meno. Cercò<br />
tuttavia di non esporsi troppo: quel giorno lui l'aveva incantata al<br />
punto da temere di non riuscire più a riprendersi.<br />
«Una volta, quando avevo circa dieci anni, una sorellastra mi ha<br />
tagliato tutti i capelli mentre dormivo.» L'aveva fatto per punirla di<br />
aver rapato la sua bambola preferita, un crimine in realtà commesso<br />
dal fratellastro di Shaye.<br />
Quando era corsa piangendo dalla madre, lei l'aveva esortata a<br />
comportarsi da grande.<br />
Valerian si rabbuiò. «I tuoi capelli sono splendidi, come la luce<br />
della luna e delle stelle. Chi li taglia merita la morte.»<br />
Shaye non era abituata a ricevere complimenti del genere.<br />
«Grazie» mormorò.<br />
«Vivere con quel piccolo demonio deve essere stato difficile»<br />
commentò lui.<br />
«Sì, ma per fortuna mia madre è rimasta sposata con suo padre<br />
solo un anno.»<br />
«Tua madre ha avuto più di un compagno?»<br />
«Sicuro, ne ha avuti sei.»<br />
«Sei!»<br />
Shaye annuì.<br />
«Qui un uomo prende una sola compagna e resta con lei per<br />
l'eternità.»<br />
«E se i due sono infelici insieme?»<br />
«Compiono un rituale di sangue e offrono un sacrificio.»
Shaye si morse il labbro inferiore; non osava chiedere che tipo di<br />
sacrificio.<br />
Valerian puntò lo sguardo sulla sua bocca e lei si sentì ribollire il<br />
sangue. Poi scosse la testa, come se cercasse di riscuotersi da un<br />
incantesimo. «Che altro vorresti sapere su di me?»<br />
«La tua prima volta, per esempio» rispose Shaye. Lo desiderava e,<br />
più parlavano, più la sua resistenza si indeboliva. Ascoltarlo<br />
descrivere le sue storie con altre donne avrebbe avuto di certo<br />
l'effetto opposto.<br />
«Sei sicura di volerlo sapere? Era la serva preferita di mia madre»<br />
le spiegò Valerian al suo cenno d'assenso. «Venne in camera mia con<br />
dei vestiti puliti, mi trovò nella vasca e si unì a me.» Scoppiò a ridere<br />
davanti alla sua espressione delusa. «Cosa ti aspettavi? Giocattoli?<br />
Orge?»<br />
«Be', sì.»<br />
«E tu? Com'è stata la tua prima volta?» Mentre poneva la<br />
domanda si irrigidì e gli occhi turchesi si incupirono furiosi.<br />
E adesso perché si era arrabbiato? «lo... io... ecco» balbettò Shaye<br />
arrossendo. «Non ho ancora avuto una prima volta» ammise infine.<br />
Lui la fissò stupefatto. «Stai scherzando, vero?»<br />
«No. Non ho mai voluto affrontare i problemi legati a una storia<br />
di sesso» ribadì Shaye sulla difensiva.<br />
«Quali problemi?» Valerian era sempre più sconvolto: Shaye era<br />
vergine! Nessun uomo l'aveva mai toccata.<br />
In quel momento la desiderò come non mai. Voleva essere l'unico<br />
uomo ad assaporarla, ora e per sempre.<br />
«I legami emotivi sono complicati» spiegò lei. «Evitando di<br />
coinvolgermi non devo preoccuparmi di soffrire.»<br />
«lo non ti farò mai del male, Shaye. E non ti mentirò mai.»<br />
Voleva saperne di più su di lei e rivelarle qualcosa di sé, ma<br />
all'improvviso cambiò idea. «L'unico modo di convincerti è<br />
mostrandoti quello che intendo. D'ora in poi tra noi non ci saranno<br />
più parole... solo fatti.»
Capitolo 17<br />
«Sono contento che tu sia tornata» disse Joachim.<br />
Brenna si avvicinò al letto. Shivawn l'aveva accompagnata là e<br />
ora la osservava stando dietro di lei, sulla porta. In genere non<br />
sopportava di avere qualcuno alle spalle: era così che era cominciata<br />
l'aggressione. Ethan si era fatto avanti di soppiatto, cogliendola di<br />
sorpresa e... Brenna respinse quel ricordo orribile.<br />
Stavano insieme da un po', ma i suoi scoppi d'ira e di gelosia<br />
erano diventati sempre più frequenti e violenti. Quando lei aveva<br />
tentato di rompere la relazione, Ethan era esploso, ferendola così<br />
gravemente che Brenna aveva rischiato di morire. Da allora lo aveva<br />
desiderato molte volte.<br />
Ora, però, avere Shivawn alle spalle non la spaventava: stava<br />
cominciando ad apprezzare i suoi modi gentili e protettivi, si sentiva<br />
al sicuro con lui e poteva perfino immaginarsi in rapporti intimi. Con<br />
lui, non con Joachim, si ripeté.<br />
Prima, quando le altre donne avevano cominciato a raccontare i<br />
loro bagordi con i ninfi, Brenna si era ritrovata la mente piena di<br />
immagini audaci. Non era riuscita a distinguere il viso dell'uomo che<br />
le dava piacere, ma era sicura che si trattasse di Shivawn: lui le<br />
comuni-cava un senso di protezione, mentre Joachim la faceva<br />
sentire debole, ardente e fuori controllo.<br />
Una volta avrebbe accolto con gioia quel tipo d'intense emozioni.<br />
Una volta il sesso e gli uomini le piacevano, poi tutto era cambiato.<br />
O almeno così pensava.<br />
Era Shivawn a eccitarla, si ripeteva... eppure aveva aspettato per<br />
tutto il giorno il momento di rivedere Joachim, sentire la sua voce e<br />
posare le mani sul suo corpo. Non poteva negare quelle fantasie e la<br />
cosa la spaventava. Joachim non assomigliava affatto a Shivawn,<br />
non era gentile e protettivo. Era un signore della guerra duro e<br />
violento, eppure le faceva battere il cuore e non solo di paura.
Brenna si diede della stupida per l'ennesima volta. Se si fosse<br />
concessa di nuovo un rapporto intimo con un uomo, ne avrebbe<br />
scelto uno come Shivawn.<br />
Smettila di pensare al sesso, Johnston, e mettiti al lavoro. Ripulì e<br />
fasciò con nuove bende le ferite di Joachim, felice di constatare che<br />
stava guarendo bene, senza segni di infezione. Era ancora troppo<br />
debole per alzarsi, ma le forze sarebbero tornate presto.<br />
Stava finendo di medicarlo quando sulla porta apparve un uomo<br />
che stringeva una lunga spada. Brenna lo scorse con la coda<br />
dell'occhio, trasalì spaventata e cercò di avvicinarsi a Shivawn, ma<br />
Joachim la trattenne afferrandole la mano. Il gesto la spaventò<br />
ancora di più, non solo perché non se lo aspettava, ma soprattutto<br />
per il calore ardente e inopportuno che le provocò in tutto il corpo.<br />
Lanciò un grido e lui la lasciò andare.<br />
«Valerian ti vuole in sala da pranzo» disse il nuovo arrivato a<br />
Shivawn.<br />
Questi lo ignorò e passò con lo sguardo da Brenna a Joachim. «Ti<br />
ha fatto male?» le chiese torvo.<br />
Lei si strofinò il polso e scosse la testa.<br />
«Valerian ti aspetta» intervenne spazientito l'uomo sulla porta.<br />
Shivawn gli rivolse uno sguardo irritato, poi si fece avanti e strinse<br />
confortante la spalla di Brenna. «Non vorrei lasciarti, ma devo<br />
obbedire al re. Starai bene senza di me?»<br />
Brenna si sentì invadere dal panico: Shivawn era diventato la sua<br />
rete di salvataggio in quella terra selvaggia e sconosciuta e non<br />
voleva che se ne andasse, ma alla fine assentì. Dipendere tanto da un<br />
estraneo era sciocco e pericoloso.<br />
«Vuoi venire con me?» le propose lui.<br />
Brenna scosse di nuovo la testa. Sarebbe rimasta e non avrebbe<br />
consentito a Joachim di spaventarla o turbarla. Più facile a dirsi che a<br />
farsi, Johnston.<br />
Shivawn lanciò uno sguardo rapido e cupo a Joachim, le sfiorò la<br />
guancia con una rapida carezza e poi uscì a grandi passi, seguito dal<br />
messaggero del re.
Brenna e Joachim rimasero soli.<br />
Puoi farcela, si ripeté lei. Joachim è troppo debole per farti del<br />
male. Si girò lentamente verso di lui, attenta a non fissare quegli<br />
incredibili occhi azzurri, che parevano capaci di leggerle nell'anima, si<br />
sedette sul bordo del letto e finì di bendarlo con mani tremanti.<br />
Fu lui a rompere il silenzio. «Mi chiamo Joachim» si presentò.<br />
«Lo so.» La voce di Brenna tremava come le sue mani. «Non<br />
avresti dovuto sfidare il re. La vera forza sta nella compassione, non<br />
nelle battaglie» proseguì, ignorando la sua reazione irata.<br />
Per un attimo temette che il guerriero ferito si mettesse a urlare e<br />
invece cambiò argomento. «Stanotte ho pensato a te» ammise in un<br />
tono accusatorio e allo stesso tempo addolorato. «E oggi non riesco<br />
a scacciarti dalla mente.»<br />
Prima che potesse trattenersi, Brenna lo guardò negli occhi e<br />
trasalì davanti al desiderio che li faceva sfolgorare. Posò le mani sulla<br />
sua coscia e notò che il lenzuolo che lo ricopriva ora era più alto.<br />
«Vedo paura nei tuoi occhi, ma anche interesse» disse Joachim a<br />
voce bassa.<br />
Brenna si morse il labbro e scosse la testa: ammettere un qualsiasi<br />
tipo di interesse sarebbe servito solo a incoraggiarlo.<br />
«Parlami, Brenna. Raccontami di te.»<br />
Non si aspettava un tono così tranquillo e suadente da quel<br />
guerriero assetato di potere. «Co... cosa vuoi... sapere?»<br />
«Tutto.» Joachim la fissò con intensità. Conosceva già il suo<br />
profumo, violette miste al sole che aveva visto durante la breve<br />
visita in superficie, e conosceva la sua voce roca e dura, che gli<br />
evocava sempre visioni passionali di corpi nudi e avvinti.<br />
Ora voleva conoscere il suo passato, sapere cosa le piaceva e cosa<br />
no, tutto ciò che la rendeva la donna in grado di ossessionarlo come<br />
nessun'altra. La vera forza sta nella compassione, aveva detto.<br />
Joachim avrebbe voluto deridere quell'affermazione assurda, ma non<br />
ci riusciva e non sapeva perché.<br />
«Cominciamo con qualcosa di facile: qual è il tuo colore<br />
preferito?»
Lei lanciò un'occhiata incerta alla porta, come se si stesse<br />
chiedendo se restare o fuggire. «L'azzurro» rispose infine.<br />
Se fosse diventata la sua donna, le avrebbe regalato tutti gli zaffiri<br />
che possedeva. «Hai una famiglia?» Magari ne sentiva la mancanza e<br />
voleva tornare da essa.<br />
Brenna scosse la testa. «Sono tutti morti.»<br />
Non avrebbe dovuto sentirsi sollevato e invece era così. «Come?»<br />
«In un incidente d'auto.»<br />
Joachim non riusciva a capire come un'auto potesse uccidere<br />
un'intera famiglia, ma era più interessato a Brenna. «Mi spiace per la<br />
tua perdita, piccola» dichiarò.<br />
Lei agitò una mano tremante, come a liquidare la questione. «È<br />
stato molto tempo fa» disse con la sua strana voce spezzata. Il suo<br />
viso però si era incupito.<br />
Joachim avrebbe voluto scacciare quelle ombre a forza di baci,<br />
ma finì per stringere le lenzuola e tenere le mani a posto. «Ti piace<br />
Atlantide?»<br />
Lei distolse lo sguardo e scosse la testa.<br />
«Perché no?» le chiese deluso.<br />
«Ho paura» ammise Brenna.<br />
«Hai paura di noi?»<br />
Lei rimase immobile, in silenzio.<br />
«lo non ti farei mai del male, Brenna» le promise lui cercando di<br />
addolcire la voce. «Te lo giuro.»<br />
Un brivido la scosse. «Forse non di proposito, ma...»<br />
«Mai.»<br />
«Cosa le stai dicendo, Joachim?» chiese Shivawn entrando a grandi<br />
passi nella stanza. «Non hai il diritto di usare quel tono con lei.»<br />
Brenna balzò in piedi, passando uno sguardo spaventato dall'uno<br />
all'altro.<br />
«Bada a come parli, ragazzo» ringhiò Joachim. «Sei tu che la<br />
spaventi.»
Il viso di Shivawn si addolcì. «Mi dispiace, Brenna. Ho dovuto<br />
cercare delle arance, ma ora sono tornato. Non sono arrabbiato, te<br />
lo assicuro.»<br />
Brenna era sconcertata: Joachim e Shivawn si detestavano tanto<br />
che avrebbero potuto aggredirsi e uccidersi in un batter d'occhio e<br />
invece cercavano di rassicurarla! In effetti, la sua paura stava<br />
svanendo.<br />
Com'era possibile?<br />
Poi la paura lasciò spazio a qualcosa di ancora più sconvolgente:<br />
un desiderio ardente, un'immagine di corpi nudi e avvinti. Neanche<br />
ora riusciva a vedere il viso dell'uomo, ma la scena era così vivida<br />
che i capezzoli le si indurirono e un calore bagnato si raccolse tra le<br />
sue gambe.<br />
Joachim snudò i denti. «Sei eccitata» sibilò. «Sento l'odore su di<br />
te.»<br />
Brenna divenne paonazza.<br />
«Anch'io» gli fece eco Shivawn con voce rotta.<br />
Brenna lo sentì avvicinarsi e non provò alcuna paura. Che cosa le<br />
stava succedendo? Quella reazione non era da lei. Joachim si mise<br />
seduto e Shivawn si fece ancora più vicino.<br />
«Hai bisogno di un uomo» decretò Joachim senza mostrare pietà<br />
per il suo imbarazzo. «Ma hai paura del tuo desiderio e cerchi di<br />
resistere.»<br />
«Sì» rispose Shivawn al posto suo.<br />
«Sei mai stata con un uomo?» indagò Joachim.<br />
Lei annuì.<br />
«Ti è piaciuto?» le chiese Shivawn.<br />
Un altro cenno d'assenso. Avrebbe dovuto porre fine a<br />
quell'interrogatorio, ma una parte di lei provava un grande sollievo<br />
ad aprirsi.<br />
«L'uomo che ti ha aggredita e ha danneggiato la tua voce»<br />
insistette Joachim. «È per colpa sua che ora hai paura del sesso?»<br />
Brenna esitò a lungo, poi optò per la verità. «Sì.»
I due guerrieri emisero un ringhio cupo, come se volessero<br />
uccidere quell'uomo a mani nude. Eppure la paura non ritornò.<br />
«Capisco» dichiarò Shivawn. «Quando viene forzata, una donna non<br />
è più come prima.»<br />
«Sì. Capisco anch'io» concordò Joachim con voce debole e<br />
remota.<br />
«Joachim?» lo chiamò lei allarmata.<br />
Lui ricadde sul letto, con la testa ciondolante e il volto<br />
pallidissimo e Brenna accorse sollecita.<br />
«Stai bene?»<br />
«Mi gira la testa. Mi sento debole» ammise lui a malincuore. «Non<br />
avrei dovuto mettermi seduto.»<br />
Era infuriato e nervoso per quella mancanza di forze; un guerriero<br />
così feroce probabilmente era abituato a esercitare sempre un<br />
controllo assoluto. Non aveva forse detto al re che lo rispettava e<br />
apprezzava, ma che non voleva più prendere ordini da nessuno?<br />
Brenna sentì tornare la paura. Anche lei apprezzava il controllo<br />
ed era decisa a mantenerlo: concedersi a uno di quei due uomini<br />
significava rinunciarvi. Come aveva potuto dimenticarlo?<br />
Corrugò la fronte e si avviò verso la porta.<br />
«Rimani» la richiamò Joachim in tono brusco e autoritario.<br />
Si aspettava che obbedisse, era chiaro, ma lei scosse la testa e fece<br />
un altro passo.<br />
«Brenna» la chiamò di nuovo. Cercò di rimettersi seduto, ma non<br />
ne aveva la forza. «Non sarò sempre così debole» l'avvertì.<br />
Lei aggirò Shivawn, passando con lo sguardo dall'uno all'altro:<br />
erano così belli che faceva quasi male guardarli e le offrivano ciò che<br />
un tempo voleva: amore, passione, compagnia. Quel sogno è<br />
morto, ricordi? Sei più al sicuro così.<br />
Un'ondata di nostalgia la invase e per un attimo lei desiderò che<br />
uno dei due l'attirasse a sé, la baciasse e scivolasse in lei di slancio.<br />
Shivawn, si disse; il viso maschile che le comparve all'improvviso
nella mente, però, non aveva gli occhi verdi, ma azzurri. Brenna si<br />
passò una mano sul volto per bloccare quell'immagine.<br />
Com'era possibile che Joachim l'eccitasse in quel modo, quando<br />
nessun uomo ci era riuscito per anni?<br />
«Non ti farò del male» le promise Shivawn, sollevando le mani<br />
con aria innocente.<br />
«Vieni da me, Brenna» la chiamò Joachim.<br />
Lei rispose di no a entrambi.<br />
«Voglio conoscerti. Ti terrò al sicuro» insistette Shivawn gentile.<br />
«Non permetterò che ti facciano del male.»<br />
«Non permettere al bisogno di sicurezza di distruggere il tuo<br />
amore per la vita. Posso insegnarti a superare la paura e a tornare a<br />
vivere!» le assicurò Joachim.<br />
«Questo posso farlo anch'io» replicò Shivawn.<br />
«Forse, ma tu non riuscirai a renderla davvero felice» scattò<br />
Joachim.<br />
Forse non ci sarebbe riuscito nessuno dei due, rifletté Brenna<br />
delusa. Se Joachim avesse diretto la sua ira su di lei, avrebbe potuto<br />
ucciderla.<br />
Quando, per un attimo, la paura era svanita, si era illusa di poter<br />
ritornare a vivere, ma ora sapeva che era impossibile. Scappò via<br />
prima di commettere una sciocchezza, come per esempio scoppiare a<br />
piangere.<br />
Shivawn non la seguì. Lui e Joachim rimasero in silenzio a lungo.<br />
«La voglio» ammise Joachim.<br />
Shivawn strinse le mani a pugno. Lo sapeva, ma sentirglielo dire<br />
era un'altra cosa. «La voglio anch'io. È la mia donna. Come pensi di<br />
prendertela?»<br />
«Ti sfiderò per lei» ringhiò l'altro.<br />
«No, non accetto la sfida. Brenna mi ha guardato con desiderio;<br />
voglio rivedere quello sguardo.»
«È me che desidera, ragazzo.»<br />
Shivawn aggrottò le sopracciglia: era vero. Brenna aveva fissato<br />
Joachim con un desiderio appassionato che lui non era mai riuscito a<br />
suscitare in una donna. D'altra parte era sicuro che volesse anche lui.<br />
«Cosa facciamo?» sbottò frustrato.<br />
«Cedimela.»<br />
«No.»<br />
«Non mi arrenderò» lo avvertì Joachim.<br />
«È una minaccia?»<br />
«Un avvertimento. La voglio e farò tutto ciò che è in mio potere<br />
per conquistarla.»<br />
Shivawn era così arrabbiato che fu sul punto di sguainare la spada.<br />
Provava un senso di protezione nei confronti di Brenna, voleva che<br />
fosse felice e non sopportava l'idea di una creatura così delicata tra le<br />
mani di un guerriero assetato di potere come Joachim. «Se la<br />
spaventi ti ammazzo. Sono stato chiaro?»<br />
Joachim si incupì. «Non ti preoccupare, non la spaventerei mai.»<br />
«E invece sì, l'hai terrorizzata con la tua forza. È per questo che è<br />
fuggita.»<br />
«Non fingere di conoscere i suoi motivi e i suoi bisogni. Anche tu<br />
l'hai spaventata, altrimenti a quest'ora sarebbe già venuta a letto con<br />
te.»<br />
«Forse lo farà. Stanotte» lo provocò Shivawn.<br />
Una scintilla furiosa si accese negli occhi azzurri di Joachim. «No,<br />
non lo farà. Tu non riuscirai mai a capirla come la capisco io.»<br />
«Ah, sì? E come fai a esserne sicuro?»<br />
«La tua domanda dimostra che ho ragione.» Joachim chiuse gli<br />
occhi e rievocò il viso innocente di Brenna: qualcuno l'aveva ferita e<br />
un giorno l'avrebbe pagata. Se fosse stato necessario ritornare nel<br />
mondo in superficie per trovare quel bastardo, be', lui lo avrebbe<br />
fatto.
Era sicuro che un tempo Brenna fosse stata una donna<br />
appassionata e vitale; nel profondo del cuore, nonostante tutte le<br />
sue paure, lei desiderava ancora quel tipo di vita.<br />
Poteva strapparla a Shivawn, era sicuro anche di quello. Brenna lo<br />
aveva fissato con una passione ardente e lui sapeva che non sarebbe<br />
stata felice con nessun altro. Quando guardava Shivawn, non<br />
esprimeva un desiderio sessuale; sembrava piuttosto una bambina<br />
spaventata e in cerca di protezione.<br />
In quel senso Shivawn aveva ragione: lui la spaventava. E non<br />
sarebbe riuscito a conquistarla, se prima non l'avesse indotta a<br />
superare le sue paure.<br />
Lo avrebbe fatto, giurò a se stesso. Con tutti i mezzi necessari. Per<br />
lei, più che per sé.<br />
La vera forza sta nella compassione. Le sue parole gli tornarono in<br />
mente un'altra volta.<br />
Aveva bisogno di qualcosa di speciale per la sua prima volta.<br />
Brenna non era vergine, lo sapeva, ma dopo le violenze subite<br />
aveva respinto tutti gli uomini, dunque la prossima volta sarebbe<br />
stata come la prima. Aveva escluso dalla sua vita il desiderio e<br />
l'intimità e per uscire da quella situazione aveva bisogno di una vera<br />
e propria valanga di passione.<br />
Una volta guarito, niente avrebbe potuto fermarlo.<br />
«L'avrò, Shivawn» proclamò. «È me che desidera nel suo letto.»<br />
«Ti sbagli: Brenna vuole sicurezza e solo io posso dargliela» replicò<br />
l'altro.<br />
Circondato dalle onde azzurre, Poseidone era più soddisfatto che<br />
mai.<br />
Nessun abitante di Atlantide poteva viaggiare fino al mondo della<br />
superficie. No, non era del tutto esatto: i guardiani del portale<br />
potevano farlo, per proteggere i segreti della città sotterranea. I ninfi<br />
non erano guardiani, eppure erano arrivati in superficie. Sarebbe<br />
stata una vera gioia punirli.
«Dunque avete visto i ninfi rapire delle donne umane dalla<br />
superficie e portarle ad Atlantide?» chiese con la sua voce tonante. I<br />
coralli vibrarono e pesci colorati schizzarono via atterriti.<br />
Le due sirene chinarono la testa. I capelli neri come la notte<br />
fluttuavano intrecciati tra loro intorno alle spalle delicate. «Sì» rispose<br />
Denae.<br />
«Sì» concordò Marie.<br />
«Attraverso il portale?» insistette il dio. Sbatté l'estremità del<br />
tridente contro la base di marmo su cui stava in piedi, incrinandola.<br />
Non si sentiva così eccitato da secoli.<br />
«Sì» risposero all'unisono le due sirene.<br />
«Molto bene.» Poseidone scese dalla pedana sorridendo, la veste<br />
bianca che gli ondeggiava intorno alle caviglie. Da là poteva vedere<br />
l'immensa, lucente cupola che sovrastava Atlantide. La raggiunse in<br />
un attimo e attraversò il cristallo senza alcuna fatica: non aveva<br />
bisogno del portale per entrare in un mondo che aveva contribuito a<br />
creare.<br />
Non voleva che gli abitanti si rendessero conto del suo arrivo,<br />
così rimase nascosto da un mantello d'invisibilità, aspirò a pieni<br />
polmoni l'aria marina e chiuse gli occhi con un sospiro soddisfatto.<br />
Abbandonare per tanto tempo quella terra e la sua gente era stato<br />
un errore.<br />
Erano passati secoli dall'ultima volta che era stato là, eppure tutto<br />
pareva tranquillo: piccoli minotauri giocavano tra le pozzanghere e i<br />
centauri correvano nell'erba. Vampiri, draghi, grifoni, ciclopi,<br />
gorgoni e arpie: sì, c'erano tutti.<br />
Quelle creature erano state il primo tentativo degli dei di creare<br />
l'uomo, ma erano risultate troppo potenti e mostruose e così alcuni<br />
degli dei, colti dal panico, le avevano condannate a vivere<br />
sott'acqua. Poseidone le considerava degli abomini, ma non una<br />
minaccia; forse avrebbero dovuto distruggerle millenni prima, ma<br />
avevano pensato di usarle per... Che cosa? Per il sesso? In effetti,<br />
alcune delle donne di Atlantide erano splendide. Per la guerra? I<br />
guerrieri di ogni razza erano forti e audaci.
A dire la verità, non ricordava il vero motivo di quella decisione<br />
presa tanto tempo prima e ormai non se ne curava più.<br />
L'importante adesso era trovare il modo di punire i ninfi.<br />
Agitando il tridente, raggiunse invisibile il palazzo dove ora risiedeva<br />
Valerian, il loro re, e nel giro di pochi secondi si trovò in una stanza<br />
occupata da tre donne umane. Discutevano delle varie posizioni in<br />
cui erano state prese, elencavano altre posizioni nuove ed eccitanti e<br />
parevano sconsolate all'idea che Valerian adesso avesse una<br />
compagna e non le degnasse più di uno sguardo.<br />
Poseidone apparve lentamente, assumendo la forma di un<br />
guerriero dei ninfi con i capelli scuri, gli occhi azzurri e un corpo<br />
muscoloso e abbronzato. Non appena lo videro, le tre donne<br />
smisero di colpo di parlare, balzarono in piedi sorridendo raggianti e<br />
corsero da lui.<br />
«Sei venuto a fare l'amore con noi, vero?» chiese una di loro, con<br />
lunghi capelli neri.<br />
«Sei l'uomo più bello che io abbia mai visto. Sei ancora più bello<br />
di Valerian» dichiarò una rossa procace in tono sfacciato.<br />
«Silenzio» ordinò il dio con voce tonante. Quello non era il<br />
momento del piacere. Più tardi, magari... «Sedetevi» aggiunse,<br />
indicando i mucchi di morbidi cuscini alle loro spalle.<br />
Le tre donne obbedirono senza protestare, divorandolo con gli<br />
occhi come se fosse un vassoio di prelibati cioccolatini. Il dio del<br />
mare si sedette tra di loro e si lasciò carezzare come un gattino.<br />
I ninfi avevano bisogno del sesso per sopravvivere:<br />
probabilmente era per questo che avevano rapito le donne. Era un<br />
valido motivo, ma avevano comunque violato la legge stabilita dagli<br />
dei e andavano puniti. Se fossero penetrati nel mondo in superficie,<br />
gli abitanti di Atlantide lo avrebbero distrutto, o almeno così diceva<br />
la profezia.<br />
«Prima di tutto spiegatemi come siete arrivate qui» ordinò<br />
Poseidone, deciso a sentire una versione di prima mano della verità.<br />
«Poi raccontatemi tutto quello che sapete dei ninfi.»<br />
Una delle donne gli baciò una coscia, un'altra la spalla. Poseidone<br />
chiuse gli occhi e si lasciò sfuggire un gemito estatico.
«Potete raccontarmelo più tardi» concesse. Poi ricambiò i loro baci<br />
appassionati. Quell'escursione ad Atlantide stava già scacciando la<br />
sua noia più di mille tempeste tropicali.
Capitolo 18<br />
«Ho esaurito la pazienza, Shaye. Non intendo più aspettare.»<br />
Shaye balzò in piedi e indietreggiò. Valerian era seduto sui cuscini<br />
e la guardava con un sorrisetto sulle labbra. Non voleva più parlare<br />
della sua prima volta, voleva fargliela sperimentare. Sarebbe stata<br />
languida, deliziosa, veloce, rude e dolce allo stesso tempo.<br />
Lei si sentiva divisa tra il panico e la trepidazione: il bagliore degli<br />
occhi di Valerian e la voce roca e profonda erano colmi di promesse.<br />
«Devo cambiarti la fasciatura al braccio. Il sangue sta filtrando.»<br />
«Dopo.» Valerian si alzò senza staccare lo sguardo da lei. I<br />
pantaloni aderivano alle gambe muscolose e mettevano in evidenza<br />
la possente erezione.<br />
Shaye sgranò gli occhi mentre lui si avvicinava: lo aveva<br />
desiderato molte volte, ma adesso che la loro unione pareva<br />
inevitabile il panico la travolgeva. «Resta dove sei. Ho bisogno di<br />
pensarci.»<br />
«Le riflessioni non ci hanno portato a nulla.» Lui indicò i muri<br />
spogli. «Ho rimosso tutte le armi.»<br />
Shaye si guardò intorno: era vero. «Valerian» cominciò in tono di<br />
ammonimento. «Tu hai paura dell'ignoto. Ora me ne rendo conto.»<br />
«Fermati!» Shaye raddrizzò le spalle, decisa a non indietreggiare<br />
più.<br />
«Sei la mia donna, eppure continui a darmi ordini e ti aspetti che<br />
io obbedisca. Forse dovrei addestrarti e trattarti come un guerriero.»<br />
Lei scoppiò in una risata priva di allegria. «Non sono la tua donna<br />
e neanche uno dei tuoi guerrieri. Vuoi combattere con me?»<br />
«No. Ti darò un ordine e tu obbedirai. Se non lo farai, ti punirò.»<br />
«Non osare minacciarmi!»<br />
«Non è una minaccia. È una promessa.» Lui socchiuse gli occhi e le<br />
rivolse uno sguardo seducente.
«Ne abbiamo già parlato: non intendo accettare punizioni e tanto<br />
meno obbedire ai tuoi ordini.»<br />
«Invece lo farai. E ti piacerà.»<br />
Shaye batté un piede per terra; stava per perdere la battaglia e<br />
una parte di lei ne era felice. «Se pensi che me ne starò buona e zitta<br />
mentre mi sculacci o qualcosa del genere, ti sbagli di grosso.»<br />
«Pensavo di punirti con la lingua, ma se preferisci le sculacciate, ti<br />
accontenterò.»<br />
«È così che punisci i tuoi guerrieri? Leccandoli?» lo provocò lei.<br />
«Hai visto come li punisco, ma, dato che non voglio farti del<br />
male, con te dovrò prendere misure speciali.» Valerian fece un altro<br />
passo avanti.<br />
Shaye sentì contrarsi lo stomaco. Sarebbe voluta correre da lui,<br />
avrebbe tanto voluto accettare ciò che le offriva, ma temeva troppo<br />
quello che sarebbe successo dopo. Valerian l'avrebbe abbandonata,<br />
rivolgendo le sue attenzioni a un'altra? Si sarebbe innamorata di lui,<br />
facendo la figura dell'idiota con un uomo che avrebbe finito per<br />
ferirla, come avevano fatto tanti altri?<br />
«Ho bisogno di tempo, Valerian» ripeté.<br />
Quelle parole risuonarono tra loro cariche di tutte le paure e i<br />
desideri di Shaye. Lui si fermò indeciso, poi assentì rigido e riluttante.<br />
«Se è questo che vuoi, l'avrai. Ho bisogno di fare il bagno. Puoi unirti<br />
a me, oppure guardarmi. A te la scelta.»<br />
«lo... non scelgo nessuna delle due cose.» Immaginava già le<br />
goccioline che gli colavano dal collo fino ai capezzoli piatti,<br />
all'anellino d'argento e ai muscoli dello stomaco e le mani<br />
insaponate che passavano sul corpo imponente. «Voglio tornare in<br />
camera mia.»<br />
«Ti unirai a me o mi guarderai: non hai un'altra possibilità, Shaye.<br />
Ti ho fatto una concessione e ora devi ricambiarmi. Avanti, scegli.»<br />
«Non avevi promesso di darmi tutto ciò che volevo?» gli rinfacciò<br />
lei.<br />
«Tu non sai cosa vuoi.» Valerian coprì il resto della distanza tra di<br />
loro, sfiorandole il petto con il proprio e lasciandosi dietro una scia
di sabbia e sangue. Le ferite si erano riaperte, ma da vero guerriero<br />
lui non mostrava dolore.<br />
Il suo odore sensuale le colmò le narici, il suo calore l'avvolse e<br />
un'ondata di passione la investì.<br />
Valerian era il tipo d'uomo che le donne sognavano senza mai<br />
incontrarlo. Che tentazione prendersi ciò che lui le offriva con tanta<br />
generosità! A quel punto poteva solo accettarlo o respingerlo, ma<br />
doveva farlo subito, senza attese o rinvii.<br />
«No» tenne duro Shaye. «No.»<br />
«Potrei insistere» replicò Valerian. «Sappiamo tutti e due che alla<br />
fine ti piacerebbe.»<br />
«No!» proruppe Shaye. Questa volta la sua voce era ridotta a un<br />
sussurro tremante.<br />
Lottando per trattenersi, Valerian si fermò a studiarla:<br />
maledizione, non voleva costringerla ad ammettere i propri desideri.<br />
Voleva che li accettasse di sua spontanea volontà.<br />
Quando gli aveva confessato di essere vergine, la sua reazione era<br />
stata di un'intensità quasi dolorosa e il bisogno di marchiarla per<br />
sempre come sua era diventato irresistibile. Shaye lo stava<br />
aspettando; gli dispiaceva solo di non avere fatto altrettanto.<br />
Con lei però si sentiva bramoso e insicuro come un ragazzino<br />
inesperto, eccitato dalle mille possibilità che gli offriva. Si<br />
conoscevano da poco, eppure Shaye era già tutto per lui.<br />
Lei però continuava a resistergli. «Non posso costringerti ad<br />
accettare l'inevitabile» capitolò lui alla fine.<br />
«Valerian... non sei tu» cercò di spiegare Shaye. «O forse un po' sì.<br />
È solo che... non posso lasciarmi andare. Non ancora.» Lui la<br />
guardava con aria triste, tormentata ed eccitata. «Vorrei poterlo fare,<br />
davvero, ma...» L'idea di lasciar avvicinare qualcuno la terrorizzava.<br />
Valerian si allontanò senza una parola ed entrò nella vasca e lei<br />
rimase sola con il corpo fremente e i pensieri in tumulto. Perché se<br />
ne era andato senza imporle davvero una scelta?<br />
Non importa, si disse. Non è l'uomo per te. Valerian adorava il<br />
sesso ed era pronto a farlo con molte donne, ma lei non era come
sua madre e non intendeva accettare le briciole d'affetto che un<br />
uomo si degnava di lanciarle. Non si sarebbe innamorata, usando<br />
quella volubile emozione come scusa per tollerare sofferenze e<br />
umiliazioni.<br />
Le piaceva stare da sola, era contenta così. L'istinto femminile le<br />
diceva che, se avesse fatto l'amore con Valerian, se ne sarebbe<br />
innamorata al punto da rinunciare a tutto per lui.<br />
Il drappo che le impediva di vedere la grande vasca fluttuava.<br />
Sentì un fruscio di vestiti che cadevano a terra e poi il rumore<br />
dell'acqua smossa da un corpo imponente che si immergeva e deglutì<br />
a vuoto. Valerian era nudo? Probabile. Circondato di vapore, con la<br />
pelle lucente e umida, assomigliava a un angelo che galleggiava nei<br />
cieli.<br />
In quel momento tutti i motivi per cui le conveniva respingerlo<br />
svanirono, lasciando solo un desiderio travolgente. Si era rifiutata di<br />
guardarlo mentre faceva il bagno, ma in fondo poteva concedersi<br />
una sbirciatina. Una sola.<br />
Shaye si avvicinò al drappo e lo scostò piano. Proprio come<br />
immaginava, Valerian era nudo e si versava l'acqua calda sul corpo<br />
muscoloso e abbronzato. I capelli biondi e bagnati gli sgocciolavano<br />
lungo la schiena.<br />
Circondato com'era di vapore, pareva un sogno, una fantasia, un<br />
genio uscito dalla lampada per esaudire tigni suo desiderio. Shaye si<br />
morse le labbra: forse sarebbe potuta stare con lui una volta per dare<br />
finalmente soddisfazione al proprio corpo. Se proteggeva bene il<br />
cuore, poteva usare i suoi talenti di amante e farla finita con quel<br />
desiderio divenuto ormai un'ossessione.<br />
Valerian si girò, prese una piccola boccetta di vetro azzurro e si<br />
versò dell'olio profumato in una mano, per poi strofinarselo sul<br />
petto. Un'intensa fragranza di orchidea si diffuse dappertutto.<br />
«Puoi sempre unirti a me» la invitò roco.<br />
Rossa in viso, Shaye sussultò e lasciò ricadere il drappo. Ora non<br />
lo vedeva più.<br />
Fu salvata dalla necessità di analizzare i propri pensieri e le<br />
proprie azioni dall'arrivo di Brenna: ansimava, i riccioli neri le
icadevano sul viso e aveva gli occhi spiritati. Vedendo Shaye si<br />
fermò e sospirò sollevata.<br />
«Cosa c'è?» le chiese lei allarmata, accorrendo al suo fianco. «È<br />
successo qualcosa?»<br />
Sentì l'acqua schizzare alle sue spalle, poi un rumore di passi.<br />
Valerian si fermò nudo sulla soglia; non sembrava sorpreso di vedere<br />
Brenna, anche se lei non aveva fatto rumore entrando. «È successo<br />
qualcosa?» domandò a sua volta.<br />
Shaye rimase a bocca aperta. Era alto e muscoloso, ma questo lo<br />
sapeva già. Fino ad allora però non aveva visto la sua erezione, il<br />
membro possente che spuntava fiero tra le sue gambe. Valerian non<br />
cercò di coprirsi e lasciò che l'acqua gli gocciolasse fino a...<br />
Cielo!<br />
Anche Brenna rimase senza parole. Shaye dovette lottare con<br />
l'impulso di coprirle gli occhi. «Stiamo bene» lo rassicurò. «Torna al<br />
tuo bagno, Valerian. Noi dobbiamo fare un discorso tra donne.»<br />
Lui annuì e se ne andò. Maledizione, era bello da dietro come da<br />
davanti!<br />
Shaye tornò a respirare solo quando il drappo ricadde al suo<br />
posto.<br />
«Enorme» commentò Brenna con la sua voce rotta, gli occhi<br />
ancora sgranati.<br />
È mio, avrebbe voluto gridare Shaye. Poi si accigliò: lo aveva<br />
appena respinto e dunque non aveva diritti su di lui. «Qualcuno ti ha<br />
fatto male? O ti ha minacciato, Brenna?»<br />
Lei scosse la testa. «Problema.»<br />
«Che tipo di problema? E con chi?»<br />
«Joachim.»<br />
«Ti ha fatto del male?»<br />
«No.» Le risposte di Brenna erano sempre laconiche.<br />
Shaye prese la mano dell'amica. Brenna era davvero tale? Non<br />
aveva mai avuto una vera amica, ma solo conoscenti, impiegate e<br />
una fedele segretaria promossa a socia. Qualsiasi cosa fosse Brenna,
in quel momento aveva bisogno di lei. La condusse gentilmente al<br />
divano, la fece sedere sui cuscini e si sistemò accanto a lei. «Cosa c'è<br />
che non va?»<br />
«Shivawn» rispose Brenna.<br />
«È ferito?»<br />
«No.»<br />
«Ti ha fatto del male?»<br />
«No.»<br />
Shaye sospirò frustrata e confusa. «Devi aiutarmi a capire cosa sta<br />
succedendo.»<br />
Brenna arrossì e si morse il labbro inferiore. «Li desidero tutti e<br />
due.»<br />
Shaye sbatté le palpebre. «Per... fare sesso?»<br />
Brenna arrossì ancora di più e distolse lo sguardo. «Forse. Ma... in<br />
realtà ne desidero uno, mentre dovrei desiderare l'altro. Sono<br />
spaventata. Confusa.»<br />
«Lo sarei anch'io.» Shaye faceva fatica a gestire il desiderio per<br />
Valerian. Non sapeva proprio cos'avrebbe fatto, se ci fosse stato di<br />
mezzo anche uno dei suoi guerrieri. «Dovere contro desiderio, come<br />
nei film?» indagò.<br />
Brenna le prese le mani di slancio. «Forse. Non lo so!» proruppe.<br />
«Vorrei avere una risposta per te e magari ci riuscirei, se fossimo<br />
nel nostro mondo, ma questi uomini... questi ninfi... gettano un<br />
incantesimo su ogni donna e cancellano il nostro buonsenso. Non mi<br />
piace» confessò Shaye amara.<br />
«Una volta hai parlato di... fuga.» Brenna spiegò a gesti l'ultima<br />
parola, in modo che Valerian non potesse sentirla e insospettirsi.<br />
Shaye si irrigidì. Fuga: l'aveva desiderata fin dall'inizio e, anche se<br />
ora non era più sicura di volerla, sapeva che era la soluzione<br />
migliore. Hai una casa, un lavoro ben avviato, una socia e delle<br />
dipendenti che contano su di te.
«Non ho ancora trovato il modo per uscire di qui» ammise. Non<br />
che ci avesse davvero provato con tutte le sue forze. «Comunque di<br />
sicuro ce n'è uno. Ti ricordi del portale?» chiese in un sussurro.<br />
Brenna annuì.<br />
«Secondo Valerian non potrei sopravvivere da sola, ma forse<br />
insieme riusciremo a nuotare fino alla superficie. Dobbiamo<br />
scoprirlo.»<br />
Si alzarono assieme e guardarono il drappo che le divideva dalla<br />
grande vasca.<br />
«Questo è il momento» mormorò Shaye, ignorando l'improvviso<br />
groppo in gola. Avrebbe voluto salutare Valerian, magari dargli un<br />
bacio d'addio. «Sei pronta?»<br />
Brenna assentì di nuovo.<br />
Come se avesse sentito la loro conversazione, Valerian la chiamò<br />
a gran voce. Shaye sgranò gli occhi e Brenna sussultò: se non fossero<br />
scappate adesso, avrebbero perso la loro grande occasione.<br />
«Andiamo!»<br />
Schizzarono verso la porta e uscirono in corridoio.<br />
«Shaye!» ripeté Valerian con voce tonante. Dal rumore, si capiva<br />
che stava uscendo dall'acqua.<br />
Shaye finì addosso a una coppia che faceva l'amore sul<br />
pavimento. Brenna l'aiutò a rialzarsi; i due gridarono, ma non<br />
interruppero la loro danza nuda e appassionata. Shaye si guardò alle<br />
spalle: Valerian le stava inseguendo.<br />
«Muoviti! Più in fretta» ansimò. «Conosci la strada?»<br />
Lei ricordava solo che man mano che ci si avvicinava al portale i<br />
muri diventavano più spogli e bui, senza più gemme e torce.<br />
«Sì.»<br />
A una biforcazione Brenna prese a destra e Shaye la seguì,<br />
pregando che fosse la direzione giusta. Le pareti le parevano tutte<br />
uguali. Sfrecciarono accanto a donne e guerrieri, che le guardarono<br />
incuriositi, ma non tentarono di fermarle, poi una morsa ferrea
l'afferrò all'improvviso per la vita, facendola cadere. Shaye strillò e<br />
Brenna si fermò, girandosi a guardarla.<br />
Due braccia forti la tenevano stretta. Ansimante, Shaye non osò<br />
voltarsi a incontrare lo sguardo infuocato di Valerian.<br />
«Quando un guerriero fugge abbandonando il suo comandante,<br />
viene punito» dichiarò lui cupo. «Sei pronta per il tuo castigo,<br />
Shaye?»
Capitolo 19<br />
Senza una parola, Valerian accompagnò Brenna da Shivawn. Il<br />
guerriero l'accolse accigliato, borbottò un ringraziamento e si<br />
allontanò con lei. Shaye non era mai stata così nervosa: quella era la<br />
prima volta che Valerian le scagliava addosso una simile furia.<br />
Allo stesso tempo, però, provava uno strano sollievo all'idea che<br />
il tentativo di fuga fosse fallito.<br />
«Tornate ai vostri doveri» ringhiò Valerian rivolto ai soldati che<br />
indugiavano in corridoio.<br />
Loro obbedirono, evitando con lo sguardo la sua figura nuda e<br />
quella di Shaye, caricata senza troppe cerimonie sulla sua spalla.<br />
«Vale...» cominciò lei.<br />
«Zitta» la interruppe lui.<br />
«Ti avevo avvertito che avrei cercato di scappare» insistette Shaye.<br />
«Almeno non ti ho mentito. Ci eravamo impegnati a dirci sempre la<br />
verità, ricordi?»<br />
«Ti ho dato quello che volevi: non ti ho forzata a fare l'amore e<br />
tu sei scappata lo stesso» l'accusò lui, ancora incredulo per la sua<br />
audacia. Entrò in camera, la gettò sul letto e torreggiò su di lei<br />
minaccioso.<br />
Shaye non cercò di fuggire, ma ricambiò il suo sguardo con aria<br />
diffidente.<br />
Era leggera e dunque portarla in spalla non avrebbe dovuto<br />
affaticarlo e invece ansimava, segno che stava perdendo<br />
rapidamente le forze.<br />
Aveva bisogno di fare sesso.<br />
Aveva bisogno di Shaye.<br />
Si era accorto del suo sguardo mentre faceva il bagno, aveva<br />
sentito l'odore del suo desiderio e pensato di essere a un passo dalla
vittoria e invece lei era scappata! L'idea di accoglierlo nel proprio<br />
corpo le faceva così orrore?<br />
«È arrivato il momento» le annunciò cupo.<br />
Shaye si rifugiò in fondo al letto. La maglietta troppo grande<br />
lasciava intravedere il seno morbido.<br />
«Parliamone» gli propose nervosa.<br />
«Hai cercato di fuggire. Il tempo delle conversazioni è finito.»<br />
«Le coppie trovano sempre il tempo di parlare.»<br />
Valerian inarcò le sopracciglia. «Ah, adesso siamo una coppia?»<br />
Shaye puntò lo sguardo sul suo petto; non osava abbassarlo fino<br />
al punto in cui la sua erezione continuava a sporgere pronta e<br />
fremente. Valerian notò un brivido che la scuoteva - paura o<br />
desiderio? - e si lasciò sfuggire un sospiro profondo. Forse era meglio<br />
provare un'altra tattica.<br />
«Sei così bella sul mio letto, raggio di luna, con i capelli sulle spalle<br />
e le gambe aperte, ma...»<br />
«Ma?» lo sollecitò lei accigliata.<br />
«Ma sarai ancora più bella sopra di me.» Si mise a quattro zampe<br />
sul letto e strisciò verso di lei.<br />
Shaye sgranò gli occhi e cercò di allontanarsi, ma presto si ritrovò<br />
con le spalle al muro. «Fermati» gli intimò senza fiato.<br />
«Tu senti il legame tra noi, lo so.»<br />
«E se anche fosse? Questo non significa che voglia dormire con te»<br />
scattò lei.<br />
«Mio innocente raggio di luna, nessuno dei due dormirà molto.»<br />
Valerian la divorò con lo sguardo e all'improvviso desiderò sputare<br />
fuoco come i draghi, in modo da incenerire i suoi vestiti. «So che non<br />
sei mai stata con un uomo, ma hai mai fatto qualche gioco<br />
d'amore?»<br />
Lei strinse le labbra con aria ostinata. «Non sono affari tuoi.»<br />
«Non ho sentito l'odore di un uomo su di te. Neanche una<br />
minima traccia.»
«lo... prima ti ho mentito» dichiarò Shaye studiandosi le unghie.<br />
«Sono stata con un sacco di uomini. Decine.»<br />
Valerian si fermò, tenendo le mani ai lati delle sue ginocchia. Il<br />
fatto che non cercasse di spingerlo via era più rivelatore di quanto<br />
Shaye si rendesse conto: in parte lo desiderava, era chiaro.<br />
Nonostante le sue dichiarazioni, la sua compagna era vergine.<br />
Nessun uomo l'aveva mai toccata. Lui sarebbe stato il suo primo e<br />
unico amante. «Mi piace l'idea che tu sia vergine, raggio di luna»<br />
dichiarò.<br />
«E a me non piace l'idea che tu sia una puttana di sesso maschile,<br />
Valerian» replicò Shaye.<br />
«Mi dispiace di non essere arrivato puro fino a te.» I ninfi non si<br />
mantenevano tali in attesa di incontrare le loro compagne: il<br />
bisogno di sesso era troppo grande per una simile rinuncia. Ora però<br />
Valerian era pentito di non averla aspettata. «Forse ogni altra donna<br />
mi è servita a fare pratica per il giorno in cui ti avrei conosciuta.»<br />
Shaye deglutì e si morse il labbro inferiore. I capezzoli le si<br />
indurirono sotto la maglietta; ormai le era impossibile fingersi<br />
annoiata e indifferente. «Questa è la banalità più zuccherosa che<br />
abbia mai sentito» affermò tuttavia.<br />
«Eppure è la verità.» Possesso e orgoglio lo investivano con<br />
l'impeto con cui le sue armate prendevano d'assalto i castelli altrui.<br />
Nessun uomo era mai riuscito a insinuarsi oltre la facciata fredda di<br />
quella donna, per scoprire la passione che ribolliva all'interno, ma lui<br />
stava per riuscirci.<br />
Le darò così tanto piacere da farla urlare.<br />
Valerian strisciò sul suo corpo fino a trovarsi naso contro naso. «È<br />
per questo che mi hai respinto? Perché non hai mai conosciuto un<br />
uomo?» mormorò, per poi sfiorarle la bocca con un bacio delicato.<br />
Lei dischiuse le labbra in un sussulto che poi divenne un sospiro.<br />
«Non illuderti: non ti voglio, per questo ti ho respinto.» Eppure<br />
sembrava ansimante e travolta da un bisogno ardente.<br />
«Non è vero.»<br />
«La tua è un'illusione» ripeté Shaye.
«O forse sono fin troppo intuitivo.»<br />
Lei strinse gli occhi, come per nascondere le emozioni che li<br />
agitavano. «Continueremo a parlare per tutto il giorno o la farai<br />
finita con questi tentativi di seduzione?»<br />
Valerian le posò una mano sul seno. Shaye chiuse gli occhi e<br />
inarcò i fianchi, un'espressione di assoluto piacere dipinta in viso.<br />
«Possiamo farla finita, ma sei sicura di volere che tutto si concluda<br />
in fretta?»<br />
«lo... non lo so» ammise lei senza fiato.<br />
«Dimmi di smetterla e lo farò.»<br />
Shaye apri la bocca, ma non disse nulla.<br />
«Dimmi di andarmene» la provocò ancora Valerian.<br />
«Non intendo forzarti: se è questo che desideri davvero, lo farò.»<br />
Nessuna risposta.<br />
Soddisfatto, Valerian le stuzzicò un capezzolo. «Mi odi, quando<br />
faccio questo?»<br />
Un gemito le sfuggì dalle labbra. «È... terribile.»<br />
Per gli dei, come gli piaceva osservare le sue guance che si<br />
arrossavano per l'eccitazione crescente! «Sarà ancora più tremendo,<br />
quando comincerò a succhiarlo. Pensaci, Shaye.»<br />
Lei emise un gemito così profondo che lui reagì a un livello<br />
primordiale, con tutto il corpo che vibrava.<br />
Quando Valerian ritirò la mano, il gemito divenne un ringhio.<br />
Fece scivolare le dita sotto la maglietta, fino a toccare la pelle dello<br />
stomaco, la più morbida che avesse mai sfiorato.<br />
Shaye si mise a tremare.<br />
«Anche questo ti fa rabbrividire di disgusto?» chiese Valerian.<br />
«Oh, sì!» rispose lei con voce strozzata.<br />
«Anche a me. Il ribrezzo è così forte da farmi tremare tutto.»<br />
«È... orribile...» ansimò lei. Avrebbe dovuto fermarlo, pensò. Le<br />
sue dita appiccavano un incendio ruggente dovunque la toccassero.<br />
Quando la mano di Valerian le si richiuse sul seno nudo, la mente di
Shaye si svuotò di ogni pensiero, consumata solo dal piacere. Aprì le<br />
gambe d'istinto, in un invito silenzioso ed eloquente.<br />
Valerian non lo raccolse e anzi si sollevò appena.<br />
Shaye quasi lo maledisse.<br />
Con l'altra mano lui le alzò l'orlo della maglietta. «Voglio vederti»<br />
dichiarò.<br />
«Sì» accettò lei. Chi era quella creatura passionale, che gli<br />
rispondeva con tanto ardore? Non Shaye, no di certo. Non si<br />
preoccupava più del passato e neanche di quello che sarebbe<br />
successo una volta finito di fare l'amore, ma voleva solo sollevare i<br />
fianchi per facilitargli le cose. La sua erezione sfregò contro di lei,<br />
provocandole un piacere assoluto.<br />
Shaye era ancora vestita, eppure le pareva che Valerian avesse già<br />
raggiunto il suo punto più intimo e ardente. «Mmh, sì... mi piace»<br />
mormorò con voce rotta. «Lo odio. Lo odio.»<br />
Si sfregò contro il suo membro e Valerian trattenne il respiro. Poi<br />
le sfilò la maglietta dalla testa, denudando il seno morbido.<br />
«Devo assaggiarli. Devo sentire in bocca queste dolci perline.»<br />
Non avrebbe dovuto permettergli di spingersi oltre, lo sapeva,<br />
ma la curiosità ebbe la meglio. Almeno, così Shaye definiva il<br />
possente desiderio di sentirlo dentro di sé: ora finalmente avrebbe<br />
capito come mai quel semplice atto spingesse la gente a diventare<br />
schiava delle proprie emozioni.<br />
Valerian le strinse un polso delicato. «A che cosa pensi?»<br />
«Alla passione» ammise lei. «Al sesso.»<br />
«Guardami.»<br />
Shaye non osò disobbedire e si irrigidì stupefatta: Valerian la<br />
divorava con lo sguardo come se fosse la cosa più bella che avesse<br />
mai visto. Come se la pelle chiarissima e il seno non troppo formoso<br />
fossero in cima alla sua lista di regali di Natale.<br />
«Non ho mai visto niente di così delizioso» dichiarò, confermando<br />
la sua ipotesi. «La tua bellezza mi incanta.»
«Ma tu sei stato con migliaia di donne molto più belle di me!»<br />
protestò Shaye in tono incredulo.<br />
«Nessuna è più bella di te, amore.»<br />
«lo non sono niente, lo...»<br />
«Tu sei tutto» la interruppe Valerian. Le posò una mano sulla<br />
mascella, carezzandola e costringendola a guardarlo. «Te l'ho già<br />
detto: per me sei tutto.»<br />
Shaye non riusciva a crederci, eppure era proprio quello che<br />
aveva sempre voluto sentirsi dire. Fino a quel momento, però, non<br />
era mai successo. Le salirono le lacrime agli occhi e le scacciò irata.<br />
Era sempre stata fiera della propria indipendenza, dell'indifferenza<br />
per l'approvazione altrui, ma ora si rendeva conto che le lodi di<br />
Valerian avevano un effetto potente su di lei.<br />
Devo restare fredda e distaccata, si ammonì. Eppure non riuscì a<br />
zittirlo.<br />
Incombeva su di lei con il corpo imponente illuminato da un<br />
alone dorato, il membro teso verso il suo punto più intimo e<br />
pulsante, i testicoli circondati da una peluria bionda.<br />
Le pareva il dio della bellezza e del sesso e la sua vista le mozzava<br />
il fiato. «Anche tu... non sei male» rispose a fatica. Non aveva mai<br />
fatto un complimento a un uomo, troppo occupata a scacciarli dalla<br />
propria vita non appena vi entravano.<br />
«Mi fa piacere che non mi trovi brutto, visto che tu sei tutto ciò di<br />
cui ho bisogno» commentò Valerian con un sorrisetto.<br />
Poi si chinò su di lei con lentezza esasperante e chiuse le labbra su<br />
un capezzolo. Quando la sua lingua cominciò a leccarlo e<br />
stuzzicarlo, Shaye gli affondò le dita nei capelli, come trattenendolo<br />
al suo posto.<br />
Valerian prese ad accarezzare anche l'altro seno e quella doppia,<br />
meravigliosa sensazione le procurò un fremito incontrollabile.<br />
«Ho promesso che ti avrei fatto provare sensazioni tremende,<br />
no?»<br />
«Sì, tremende. Non fermarti.» Ehi, un momento! Voleva<br />
ingiungergli di fermarsi; la situazione le stava sfuggendo di mano.
«Mi sembra di avere la febbre, come se la mia vita dipendesse da<br />
te» confessò Valerian. Succhiò più forte e lei gemette per quel misto<br />
di piacere e di dolore. Poi lui attenuò il bruciore con il tocco gentile<br />
della propria lingua e Shaye si lasciò andare a un mugolio estatico.<br />
«Quando fa l'amore, un ninfo si immerge completamente nell'atto.<br />
Nulla ha importanza, salvo la donna con cui sta.»<br />
Shaye sentì qualcosa che si spezzava dentro di lei: le ultime tracce<br />
di resistenza? Dubbi e paure scomparvero, sostituiti dal pressante<br />
bisogno di conoscerlo. In quel momento Valerian era più importante<br />
dell'aria per respirare.<br />
Gli strinse le gambe intorno alla vita e godette del suo peso su di<br />
sé. Ormai non poteva più negare i propri bisogni o ignorare i<br />
desideri che l'assillavano.<br />
«Shaye?» la chiamò Valerian con voce rauca. Poi chiuse gli occhi in<br />
una dolce resa, l'espressione incantata e sconvolta allo stesso tempo.<br />
«Valerian...»<br />
Prese a leccarle il collo e allo stesso tempo le insinuò le dita nei<br />
pantaloni, sotto le mutandine, fino a trovare la morbida peluria tra<br />
le gambe.<br />
Shaye trattenne a fatica un urlo e inarcò i fianchi per venirgli<br />
ancora più incontro.<br />
«La maggior parte delle donne pensa che questo sia il punto dove<br />
si prova il piacere più intenso» commentò Valerian. Sudava per la<br />
fatica di andare piano, quando lei voleva che la incalzasse.<br />
Quel semplice tocco la mandò quasi in estasi. Shaye si sentiva<br />
vicinissima all'orgasmo. «Hanno ragione» riuscì a rispondere.<br />
«No, hanno torto.» Lui infilò un dito nelle pieghe umide, in cerca<br />
del suo calore. «Stretta. Meravigliosa» commentò teso ed euforico.<br />
Aveva pensato di essere quasi in paradiso? Non si era nemmeno<br />
avvicinata. Il suo corpo lo serrò in una morsa dolce e bagnata,<br />
mentre lui si muoveva piano avanti e indietro, in una deliziosa<br />
tortura che le strappò gemiti e sospiri.<br />
«Alcune donne pensano che sia questo ritmo a causare il loro<br />
desiderio» continuò Valerian.
«Si... sbagliano anche loro?» Le pareva di andare a fuoco.<br />
«Oh, sì.»<br />
Continuò a insinuare le dita dentro di lei. L'orgasmo era sempre<br />
più vicino.<br />
«Valerian...»<br />
«Come mi piace sentirti pronunciare il mio nome.» Il pollice le<br />
sfiorò il clitoride e Shaye mosse frenetica la testa, pronta a esplodere.<br />
«Mostrami... il punto dove una donna prova... più piacere» lo<br />
implorò con voce rotta.<br />
«In cambio di un bacio» mercanteggiò lui.<br />
Senza esitare, Shaye unì le labbra alle sue. Non appena le loro<br />
lingue si intrecciarono, il sapore di Valerian le riempì la bocca e le<br />
sensazioni squisite tra le gambe si intensificarono. Shaye lasciò che le<br />
ginocchia ricadessero aperte sul letto, offrendosi a qualsiasi cosa lui<br />
volesse farle.<br />
Era diventata ciò che temeva di più, una schiava della passione,<br />
eppure non se ne curava.<br />
Il bacio divenne sempre più ardente e le dita di Valerian<br />
continuarono a incalzarla, frenetiche e insaziabili come le labbra.<br />
Quando si fermò all'improvviso, Shaye si lasciò quasi sfuggire un<br />
singhiozzo.<br />
«Cosa stai facendo?» protestò lamentosa. Intrecciò le dita nei suoi<br />
capelli biondi e cercò di attirarlo di nuovo a sé: perché si era<br />
interrotto proprio sul più bello?<br />
«Ora ti mostrerò dove sei più sensibile, dove sfiorerai l'orgasmo<br />
ogni volta che ti toccherò.»<br />
«Sbrigati.»<br />
Il sudore gli colava dalle tempie, le rughe di tensione intorno agli<br />
occhi si erano approfondite; Shaye si rese conto che anche lui aveva<br />
bisogno di una potente liberazione. Era disperato e fremente come<br />
lei? Aveva l'impressione che sarebbe esploso fino alle stelle se non<br />
avesse ripreso a toccarla?
Le labbra di Valerian la sfiorarono morbide una, due volte. «Il tuo<br />
sapore... non assomiglia a nessun altro. Morirei, se non potessi più<br />
assaggiarlo.»<br />
Toccami. Fai l'amore con me adesso. «Mi fa piacere, ma dovevi<br />
dimostrarmi qualcosa. Sono delusa di dovertelo ricordare un'altra<br />
volta.»<br />
«Hai ragione» ridacchiò lui. «Ho soltanto bisogno di guardarti<br />
ancora un momento. Presto ti spoglierò del tutto. Presto ti sfilerò i<br />
pantaloni.»<br />
Mentre parlava, quell'immagine sensuale le riempì la mente. A<br />
occhi chiusi, Shaye poteva vedere con molta chiarezza Valerian che<br />
la spogliava, per poi posarle le mani intorno alle...<br />
«Caviglie» disse. «Ora porto il tuo piede alla bocca e...»<br />
Shaye lo vide mentre glielo leccava e l'immagine divenne più<br />
vivida ogni secondo che passava.<br />
La sua bocca si mosse su per il polpaccio e poi...<br />
«Ora ti mordo l'interno della coscia» annunciò Valerian. «Tu ti<br />
dimeni e sei sempre più calda e bagnata. Porto la tua mano tra le<br />
gambe e ti guardo mentre ti tocchi.»<br />
Shaye lo assecondò e nella mente lo vide mentre si passava la<br />
mano su e giù lungo il membro, dicendole quanto desiderava che la<br />
sua bocca la sostituisse. Poi tornò a baciarla, ma...<br />
«Non mi basta, voglio assaporarti in modo più intimo e non mi<br />
basta neanche parlarne. Ora mi chinerò fino a che la mia testa sarà<br />
tra le tue gambe. Le tue mani mi tireranno i capelli, attirandomi a te<br />
con frenesia selvaggia, perché ormai non sarai più in grado di<br />
controllare le tue reazioni.»<br />
Già adesso Shaye non riusciva a controllarsi. Portava ancora i<br />
pantaloni, ma era come se le sue mani la carezzassero e la lingua la<br />
leccasse. Cosa sarebbe successo una volta che l'ultima barriera<br />
costituita dai vestiti fosse caduta?<br />
«Valerian, ti prego...» lo invocò.<br />
«Cosa vuoi che faccia?» La sua voce era roca.
«Finiscila.»<br />
«Ma mi piace assaporarti.»<br />
«Mostrami il posto più erotico del mio corpo!» proruppe Shaye<br />
impaziente. «Se non ti sbrighi non vivrai abbastanza a lungo da<br />
assaporarlo.»<br />
«Morirò comunque di piacere.» Valerian le accarezzò di nuovo il<br />
clitoride e lei si sentì sul punto di esplodere. «Ti assaggerò prima di<br />
amarti» le annunciò. «E quando ti amerò, tu scoprirai i punti del mio<br />
corpo più pronti al piacere.»<br />
«Il tuo membro?» azzardò lei.<br />
«Oh, no.»<br />
«Mio re!» li interruppe di colpo una voce in tono pressante.<br />
Valerian si immobilizzò ed emise un ringhio basso e animalesco.<br />
Un attimo dopo Shaye si rese conto di quello che stava succedendo.<br />
Un guerriero era fermo ai piedi del letto e li fissava preoccupato.<br />
Gridò, coprendosi mortificata il seno nudo, ma non poté soffocare<br />
un senso di frustrazione per essere stata interrotta sul più bello.<br />
«Girati, Broderick.» Il guerriero obbedì. «Vattene o ti ammazzo» lo<br />
minacciò Valerian con un ringhio furibondo.<br />
L'altro ninfo però non si mosse. «Stanno arrivando i draghi, mio<br />
sire. E sembrano pronti alla guerra.»
Capitolo 20<br />
Valerian non riusciva a credere che qualcuno fosse entrato in<br />
camera sua senza che lui se ne accorgesse. In genere la sua vigilanza<br />
da guerriero non diminuiva mai, anche quando era travolto dagli<br />
istinti più animaleschi.<br />
Ora invece si era concentrato solo sull'unione con Shaye, una cosa<br />
che non era mai successa prima.<br />
Poi un'ondata di rabbia e desiderio lo invase: finalmente era<br />
riuscito ad averla dove voleva e adesso era costretto a lasciarla!<br />
D'altra parte, la sua sicurezza veniva prima del piacere e della<br />
seduzione.<br />
«Avverti gli altri» ordinò a Broderick. «Voglio che vadano tutti<br />
nell'arena in tenuta da combattimento, lo vi raggiungerò tra poco.»<br />
«Consideralo già fatto» rispose il guerriero prima di andarsene di<br />
corsa.<br />
Valerian si passò una mano sul viso. Sapeva che quel momento<br />
sarebbe arrivato, tuttavia sperava di avere ancora tempo.<br />
«Broderick!» lo richiamò. Il guerriero tornò subito in camera. «Avete<br />
già provveduto alle donne?»<br />
«Sì. Sono già nascoste.»<br />
«Ottimo. Vai, allora.»<br />
Broderick uscì una seconda volta. «Mi dispiace, raggio di luna»<br />
mormorò Valerian rivolto a Shaye. Lei aveva le guance arrossate, i<br />
capelli chiarissimi sparsi sul letto come nastri di seta candida e i<br />
capezzoli turgidi che premevano contro il lenzuolo viola disteso sul<br />
seno. «Devo andare.»<br />
Lei non rispose.<br />
Valerian non sapeva che altro dire, abbandonare il suo letto era la<br />
cosa più difficile che avesse mai fatto.
Mentre si vestiva in fretta, indossava la corazza ancora macchiata<br />
di sangue dopo le esercitazioni di quel giorno e si allacciava gli<br />
stivali, si rese conto di non essere ancora del tutto in forma. Non<br />
aveva recuperato le forze, ma ormai non c'era niente da fare.<br />
«Vai in guerra?» La voce di Shaye era fredda, remota e priva di<br />
emozioni, come se lui non l'avesse mai carezzata.<br />
Quel distacco lo fece infuriare ancora di più dell'interruzione di<br />
Broderick. «Sì, se è necessario per tenerci questo palazzo.»<br />
«Ma... sei ferito. Non dovresti combattere. Le ferite<br />
peggioreranno.»<br />
Valerian le diede le spalle e raccolse elmo, scudo e spada. «Non<br />
dubitare ancora di me, raggio di luna. Sono in grado di proteggere e<br />
difendere le persone e le cose a me care.»<br />
«Perché non restituisci ai draghi il loro palazzo?»<br />
Valerian non voleva che i suoi uomini riprendessero la vita<br />
nomade, privi di una vera casa, di un vero rifugio. «Ora è mio e io<br />
mi tengo stretto quello che mi appartiene.» Anche lei era sua e lui<br />
non l'avrebbe mai lasciata andare. «Vestiti.»<br />
Shaye sussultò, come se soltanto allora si fosse resa conto del<br />
proprio stato, poi raccolse la maglietta nera dal pavimento e la<br />
infilò.<br />
Valerian le tese la mano e le fece cenno di raggiungerlo. Con sua<br />
grande sorpresa, Shaye scese dal letto e si sistemò la sciarpa leggera<br />
che le fungeva da cintura camminando, senza prendere la mano che<br />
lui le offriva.<br />
«Dove mi porti?» I suoi occhi erano incupiti da una profonda<br />
preoccupazione. Per lui, sperava Valerian. Dubitava che temesse per<br />
se stessa.<br />
«Ti voglio al sicuro, quindi ti sistemerò insieme alle altre donne.»<br />
«Dove?» insistette Shaye. «Nella stanza dove eravamo prima?»<br />
«No.» Sapeva già che si sarebbe opposta, se le avesse rivelato le<br />
proprie intenzioni. Se l'avesse semplicemente portata là avrebbe<br />
risparmiato tempo ed evitato discussioni. In quel momento, l'unica<br />
cosa importante era la sicurezza di Shaye.
La trascinò lungo tre diversi corridoi. Vari guerrieri li superarono<br />
di corsa, diretti all'arena, ma quella non era la sua meta. Man mano<br />
che proseguivano l'aria diventava più umida e fredda e una nebbia<br />
impalpabile saliva verso il soffitto.<br />
«Stiamo andando al portale?» gli chiese Shaye sorpresa. «Non<br />
avevi detto che sarei annegata, se avessi tentato di varcarlo?»<br />
«No, non ti sto portando là.» Poco dopo apparvero le pareti<br />
spoglie, frastagliate e rocciose di una caverna; erano coperte di<br />
dipinti sensuali, ma Valerian le superò insieme al portale senza<br />
fermarsi.<br />
«Non capisco» disse Shaye confusa.<br />
Un suono di voci femminili giunse fino a loro. Rametti e ossa,<br />
resti del periodo in cui i draghi possedevano il palazzo e uccidevano<br />
tutti gli umani che arrivavano ad Atlantide, scricchiolavano sotto gli<br />
stivali di Valerian. Si era chiesto più volte come mai loro non<br />
potessero sopravvivere in superficie, mentre gli umani potevano<br />
andare e venire. Un tempo degli eserciti avevano varcato il portale,<br />
per poi invadere Atlantide e ucciderne molti abitanti: era per questo<br />
che in seguito i draghi avevano eliminato senza pietà qualunque<br />
viaggiatore, trasformando quella caverna in un luogo di morte e<br />
distruzione.<br />
Forse era meglio che adesso fosse nelle sue mani: i viandanti<br />
innocenti non meritavano di morire. Se fosse passata di là prima<br />
della conquista del palazzo da parte dei ninfi, Shaye sarebbe stata<br />
uccisa.<br />
«Quelle sono ossa?» gli chiese lei con voce tremante. «Non le<br />
avevo notate prima.»<br />
Valerian le spiegò del portale e dei draghi. «Gli umani hanno<br />
tentato di distruggere Atlantide per impossessarsi delle sue ricchezze.<br />
I draghi hanno fatto ciò che pareva loro giusto per difenderne gli<br />
abitanti.»<br />
La trascinò giù per una scalinata stretta fra due massi macchiati di<br />
sangue. Il portale era il motivo per cui i draghi avrebbero lottato<br />
fino alla morte pur di riconquistare il palazzo. Darius, il loro re, era
un guardiano della nebbia e il suo compito era quello di uccidere chi<br />
sconfinava nella loro terra.<br />
«Non mi hai detto qual è il punto più erotico nel corpo di una<br />
donna» gli ricordò Shaye. La sua voce tremava di paura, come se<br />
stesse cercando di pensare a qualcosa di diverso dalla guerra e dalla<br />
distruzione.<br />
«E non lo farò.» Il mistero le avrebbe occupato la mente,<br />
distraendola. «Non prima di averti di nuovo nel mio letto.»<br />
«Stronzo.»<br />
«Amore.»<br />
Shaye trattenne il respiro e si fermò di colpo.<br />
«Cos'è questo posto?»<br />
Giunti in fondo alle scale, erano entrati in una nuova stanza.<br />
Valerian appoggiò lo scudo al muro e le cinse la vita con un braccio,<br />
attirandola a sé. Doveva impedirle di scappare non appena avesse<br />
scorto le celle, in grado, se fosse stato necessario, di imprigionare<br />
degli immortali. «Benvenuta nelle segrete, raggio di luna.»<br />
Le voci femminili ripresero con più vigore. «Valerian! Che gioia<br />
rivederti!»<br />
«Valerian, vieni qui!»<br />
Le donne erano trattenute da lucenti sbarre azzurre.<br />
«No!» proruppe Shaye. Aveva visto la prigione, era chiaro. Si<br />
divincolò, liberandosi dalla sua stretta. «Non mi farò rinchiudere!<br />
Non resterò inerme mentre fuori c'è una battaglia!»<br />
Si guardarono negli occhi, entrambi determinati.<br />
«Puoi minacciarmi finché vuoi, ma io non resterò quaggiù»<br />
proclamò Shaye.<br />
«Questo è il luogo più sicuro per te.»<br />
«E se venissi ucciso? Dovrei restare qui per sempre?»<br />
«Non succederà.»<br />
«Puoi garantirmelo al cento per cento?»<br />
«Sì.»
Non avrebbe permesso che gli succedesse niente di male: la vita di<br />
Shaye dipendeva da lui.<br />
Lei incrociò le braccia sul petto. «Come fai a garantirlo? Sei forse<br />
dotato di poteri magici?»<br />
Valerian indicò il gruppo di guerrieri fermi davanti alle celle. «Se<br />
dovesse succedermi qualcosa, loro ti libereranno. Soddisfatta?»<br />
«Non devi preoccuparti che faccia idiozie tipo precipitarmi in<br />
battaglia. Posso restare qui, ma non voglio che mi imprigioni dietro<br />
quelle sbarre.»<br />
«Le sbarre non sono per te, ma per i draghi: se ti prendessero, ti<br />
brucerebbero o ti violenterebbero. O forse tutte e due le cose. E<br />
questo che desideri?»<br />
Shaye divenne bianca come un lenzuolo.<br />
«Cerca di tenere calme le altre mentre io non ci sono» le<br />
raccomandò Valerian in tono più dolce. «Farai questo per me?»<br />
Shaye lo guardò negli occhi e per un attimo lui distinse un lampo<br />
di puro terrore per la sua sicurezza. Poi lei corrugò la fronte e annuì.<br />
«Va bene, lo farò. Non sono spaventate, comunque» aggiunse in un<br />
borbottio irato. «Solo felici di vederti.»<br />
«È vero, Valerian» confermò una brunetta facendosi avanti.<br />
«Siamo molto felici di vederti.»<br />
«Se non torni, giuro su Dio che ti ammazzo» lo minacciò Shaye.<br />
Valerian fece un cenno a Terran, uno dei ninfi di guardia davanti<br />
alla cella. Questi allungò un braccio e sfiorò le sbarre con le dita,<br />
trasformandole in una nebbiolina inconsistente. Valerian non poté<br />
trattenersi: attirò a sé Shaye e le prese le labbra in un bacio<br />
travolgente, a cui lei rispose con lo stesso ardore.<br />
Mentre la baciava, la spinse dentro la cella, per poi tirarsi indietro<br />
di colpo. Le sbarre si solidificarono davanti al suo viso.<br />
I loro sguardi si incontrarono. Shaye sgranò gli occhi, afferrò le<br />
sbarre e le scosse con violenza, ma loro rimasero immobili.<br />
«Bastardo! Ti avevo detto che sarei rimasta qui di mia spontanea<br />
volontà. Non c'era bisogno di rinchiudermi con l'inganno.»
«Mi dispiace.» Valerian odiava l'idea di doverla lasciare. Sarebbe<br />
voluto restare là a baciarla, ma non poteva farlo. Prese lo scudo, si<br />
allontanò con i suoi insulti che gli risuonavano nelle orecchie e si<br />
diresse verso la sala da pranzo.<br />
Broderick lo incontrò a metà strada.<br />
«Gli uomini sono pronti.»<br />
Valerian scacciò Shaye dalla mente, deciso a comportarsi da<br />
guerriero, in modo freddo e letale. «Ottimo. Sappiamo dove sono i<br />
draghi adesso?»<br />
«Ancora nella Città Esterna.»<br />
«Hanno con sé degli alleati?»<br />
«No. Sono venuti da soli.»<br />
«Li guida Darius?»<br />
«Sì.»<br />
Valerian assentì. Aveva già affrontato una volta il re dei draghi e,<br />
per quanto fosse riuscito a ferirlo, erano usciti dallo scontro alla pari,<br />
senza che nessuno dei due potesse sconfiggere l'altro. «Voglio che i<br />
nostri uomini migliori si dispongano sul parapetto e che un gruppo<br />
di soldati occupi i punti strategici della foresta qui intorno» ordinò.<br />
«Dobbiamo seguire ogni movimento dei draghi. Voglio sapere se<br />
manderanno qualcuno in volo sul tetto.»<br />
«E se lo facessero?»<br />
«Abbatteteli subito, senza esitazioni.» I draghi erano dotati di ali<br />
che consentivano loro di volare e sputavano fuoco: se non li<br />
avessero fermati in fretta, avrebbero distrutto tutto ciò che<br />
incontravano sul loro cammino. Il punto di forza dei ninfi era<br />
costituito dal loro potere di seduzione, a cui nemmeno gli uomini<br />
erano immuni. La loro passione poi non riguardava solo il sesso, ma<br />
poteva trasformarsi in una furia travolgente.<br />
I draghi non sarebbero caduti preda del loro incantesimo, il che<br />
significava che i guerrieri di Valerian potevano contare solo<br />
sull'intelligenza, l'abilità con le armi e la collera. Almeno il palazzo<br />
era stato costruito per i draghi e dunque resisteva al fuoco.
«Mio re, dobbiamo collocare delle trappole?» gli domandò<br />
Broderick.<br />
Valerian prese in considerazione l'idea, poi scosse la testa. «No.<br />
Lasciamo che i draghi si avvicinino senza incontrare ostacoli. È più<br />
probabile che si lancino all'attacco e noi potremmo rispondere con<br />
un assalto a sorpresa quando verrà buio.»<br />
Broderick corse via a eseguire gli ordini. In sala da pranzo,<br />
Valerian guardò fuori dalle finestre. Le strade della Città Esterna<br />
erano deserte. Gli abitanti avevano visto i draghi ed erano corsi a<br />
rifugiarsi in casa.<br />
La guerra tanto attesa era arrivata.<br />
Valerian girò sui tacchi e si diresse all'arena. Lì Broderick stava<br />
istruendo gli uomini, che si affrettavano a correre via per eseguire gli<br />
ordini ricevuti. I guerrieri rimasti senza un compito preciso<br />
formarono una fila e lo guardarono con aria d'attesa. Valerian si<br />
mise davanti a loro. «Voglio che accerchiate la Città Esterna senza<br />
farvi vedere e che restiate alle spalle dei draghi» ordinò. «Così li<br />
circonderemo da ogni lato.»<br />
I ninfi annuirono.<br />
«Al mio segnale, fate loro capire che siete là. Ora andate.»<br />
Gli uomini corsero via e Valerian si ritrovò da solo. Strinse l'elsa<br />
della spada e i suoi pensieri si concentrarono su Shaye: se lei non<br />
fosse stata là, probabilmente avrebbe guidato una parte della sua<br />
armata ai margini della città, attaccando i draghi, ma vista la<br />
situazione voleva che le sue forze restassero vicine al palazzo. A<br />
disposizione, in modo da formare un circolo di protezione.<br />
Ora non gli restava che attendere l'arrivo dei draghi e uccidere più<br />
nemici possibile.
Capitolo 21<br />
Shaye studiò le altre donne rinchiuse nella cella con lei, le stesse<br />
con cui aveva condiviso la stanza simile a un harem. Non parevano<br />
preoccupate e anzi chiacchieravano amichevoli e rilassate.<br />
Brenna era là? Aveva bisogno di un'alleata con cui condividere le<br />
proprie ansie, qualcuno in grado di calmarla. «Brenna?» chiamò.<br />
La ragazza si fece avanti a spintoni. «Sono qui.»<br />
«Grazie a Dio.» Shaye la trascinò in un angolo. «Come stai?<br />
Shivawn ti ha punito per aver cercato di scappare?»<br />
«Spero che non ci proverete di nuovo» protestò una certa Tiffany.<br />
«In ogni caso dovreste aspettare che tutti dormano. Almeno è così<br />
che succede sempre nei film.»<br />
«Continuo a non capire perché tu voglia sfuggire a Valerian.» La<br />
ragazza dai capelli neri uscita dalla stanza del re dei ninfi la prima<br />
notte si fece avanti. «È magnifico.»<br />
Era vero, penso Shaye, stringendo le mani a pugno in un attacco<br />
di gelosia.<br />
«Me lo sogno ancora...» dichiarò la donna con un sospiro<br />
sognante. «Ti parla mai di me? A proposito, io mi chiamo Kathleen.»<br />
Shaye strinse i denti, la mente invasa da immagini di Valerian e<br />
Kathleen nudi e frementi. La gelosia era un sentimento nuovo per lei<br />
e non sapeva bene come affrontarlo. «No» rispose secca. «Valerian<br />
non ti ha mai nominata.»<br />
«Oh!» mormorò Kathleen delusa. «Comunque presto si stancherà<br />
di te» aggiunse speranzosa. «Lo desidero tanto.»<br />
«Che cosa ti fa pensare che si stancherà di me?» sbottò Shaye. In<br />
effetti quella era la sua paura segreta: quanto tempo sarebbe passato,<br />
prima che Valerian cercasse un'altra donna, più dolce e docile di lei?
Kathleen scrollò le spalle. «Hai tentato di sfuggirgli: non credo che<br />
te lo terrai a lungo, con un comportamento del genere. Ti concedo<br />
una settimana, al massimo due.»<br />
Shaye si fece avanti agitando i pugni, pronta a colpire, ma Brenna<br />
la trattenne prendendola per un braccio. «Se la ferisci, non ho niente<br />
per ricucirla» l'avvertì.<br />
Shaye fece un respiro profondo e distolse lo sguardo dalla rivale.<br />
Voleva uscire dalla cella e allontanarsi da quelle donne. Voleva<br />
tornare a casa e stare sola, una prospettiva che le creava un vuoto<br />
doloroso nel petto.<br />
Il gruppo cominciò a commentare l'arrivo di un nuovo ninfo,<br />
ancora più bello degli altri, compreso lo stesso Valerian. Pareva che<br />
gli piacesse fare domande e che riuscisse a portare una donna<br />
all'orgasmo con un semplice sguardo.<br />
Se fosse rimasta là, quella era la vita che l'aspettava, rifletté Shaye.<br />
Ogni volta che minacciava di scoppiare una guerra l'avrebbero<br />
rinchiusa in una cella e un giorno Valerian l'avrebbe dimenticata. Lei<br />
però avrebbe continuato a desiderarlo con disperata intensità, visto<br />
che lui aveva risvegliato una passione che riteneva morta e sepolta.<br />
A quel punto cosa avrebbe fatto? Valerian aveva giurato che non si<br />
sarebbe mai stancato di lei, ma non poteva predire il futuro. Prima o<br />
poi un'altra donna avrebbe attirato la sua attenzione. Era un ninfo,<br />
in fondo. Non poteva permettere che lui l'abbandonasse.<br />
Tutte le persone che Shaye aveva amato l'avevano abbandonata<br />
o delusa. Nessuno le era rimasto accanto, deciso a far funzionare il<br />
loro rapporto. Ormai lo sapeva. Sapeva anche che, se non avesse<br />
amato, non avrebbe sofferto al momento di veder crollare tutto.<br />
Eppure ecco che aveva concesso a Valerian più di quanto avesse<br />
mai dato a un altro uomo.<br />
lì.<br />
La sua prima reazione era stata quella giusta. Doveva andarsene di<br />
«Questa è l'occasione migliore per scappare, Brenna» dichiarò in<br />
un sussurro deciso, ignorando il dolore al petto. «Ci stai?»<br />
Brenna si mordicchiò il labbro inferiore e si torse le mani indecisa,<br />
poi annuì.
Le sbarre erano piuttosto spesse, azzurre e calde al tatto.<br />
Shaye tentò di scrollarle, tuttavia queste non si mossero.<br />
«Sai come ha fatto Valerian a trasformarle in nebbia?»<br />
Brenna scosse la testa.<br />
Shaye ripensò a ciò che era accaduto e d'un tratto si illuminò:<br />
doveva indurre una delle guardie a entrare nella cella. «Ho capito!»<br />
sussurrò eccitata a Brenna, per poi avvicinarsi a Kathleen. «Se vuoi<br />
liberarti di me, devi aiutarmi.» Poi le spiegò cosa doveva fare.<br />
L'altra la fissò diffidente. «Intendi lasciare Atlantide? Per sempre?»<br />
Il dolore al petto era quasi insopportabile, ma Shaye si fece forza<br />
e assentì. «Sì.»<br />
«In tal caso ti aiuterò con piacere.» Kathleen si avvicinò<br />
ancheggiando alle sbarre, le afferrò e chiamò una delle guardie.<br />
«Terran, oggi sei così bello che potrei mangiarti.»<br />
Lui ridacchiò e la fissò con eguale ardore.<br />
«Anche tu sei stupendo, Dylan» continuò Kathleen con voce<br />
suadente. «Che muscoli hai! Posso toccarli?»<br />
I due uomini si avvicinarono, come trascinati da una corda<br />
invisibile, ma non tanto da sfiorarla.<br />
Shaye mantenne l'attenzione divisa tra loro e le sbarre, pronta a<br />
scappare al momento buono.<br />
«Posso leccarti il collo, Dylan?» chiese Kathleen in un sussurro<br />
strozzato. «Ti prego. Voglio assaggiarti.»<br />
«Naturalmente» accettò lui. Afferrò le sbarre e si sporse verso le<br />
labbra di Kathleen.<br />
In quel momento la cella si trasformò in una nebbiolina indistinta.<br />
«Anch'io voglio leccarti» dichiarò un'altra donna eccitata.<br />
Si fecero avanti bramose, circondando le due guardie, e Shaye e<br />
Brenna ne approfittarono per scivolare fuori in silenzio.<br />
«Tornate in cella!» proruppero le guardie. Loro però erano già<br />
lontane. Seguendo le volute di nebbia arrivarono al portale e Shaye<br />
rabbrividì per il freddo, non per il rimpianto, si ripeté.
«Non posso crederci! È stato così facile» sussurrò. Non riuscì però<br />
a muovere un altro passo.<br />
Brenna non rispose. Shaye distolse l'attenzione dal portale e<br />
osservò la sua complice: si torceva le mani con angoscia e aveva<br />
un'espressione tormentata. «Cosa c'è?»<br />
«Joachim ha bisogno di me.»<br />
Oh, maledizione! Se Brenna si fosse tirata indietro... «Sta<br />
guarendo bene, l'hai detto tu stessa.»<br />
Brenna si morse il labbro inferiore nervosa. «Shivawn è così<br />
dolce...» aggiunse.<br />
Shaye sospirò di frustrazione. «Vuoi davvero rimanere qui con<br />
loro?»<br />
«Credo di sì» rispose Brenna dopo una lunga esitazione. «Volevo<br />
fuggire, ma adesso...»<br />
«E cosa mi dici del piccolo triangolo amoroso che ti faceva tanta<br />
paura?» la incalzò Shaye.<br />
«Meglio affrontarlo che fuggire» rispose l'altra arrossendo.<br />
Fantastico! «E va bene, rimani.» Shaye tornò a fissare il portale.<br />
Secondo Valerian, se lo avesse varcato da sola sarebbe affogata.<br />
L'idea di fuggire con Brenna, di affrontare insieme le onde le aveva<br />
dato coraggio. Ora invece avrebbe dovuto cavarsela contando<br />
soltanto sulle proprie forze.<br />
Allungò una mano, poi si trattenne. Sono sopravvissuta una volta<br />
e posso farlo di nuovo. Sono una brava nuotatrice. Posso arrivare<br />
alla superficie. Lottare contro le onde era meglio che restare là, si<br />
ripeté ancora una volta.<br />
Riprovò e anche questa volta si tirò indietro prima di toccare il<br />
portale. Lanciò uno sguardo irritato a Brenna, che la fissava attenta.<br />
«Non so perché esito, visto che desidero fuggire fin da quando sono<br />
arrivata qui. Valerian lo sa benissimo.»<br />
Brenna annuì comprensiva.
Maledizione, Valerian poteva venire ferito o ucciso durante la<br />
battaglia con i draghi e lei non lo avrebbe mai saputo. Non lo<br />
avrebbe più rivisto. «Se resta ferito, lo curerai?»<br />
Brenna assentì di nuovo.<br />
Avrebbe dovuto sentirsi felice e sollevata, ma non era così: non<br />
voleva che l'altra lo toccasse, nemmeno per medicarlo. Perché<br />
esitava? Rimanere là era un'idiozia, presto Valerian l'avrebbe ceduta<br />
a uno dei suoi uomini, come aveva fatto con le sue altre amanti.<br />
Shaye raddrizzò le spalle e sollevò il mento, due gesti nervosi a<br />
cui ultimamente ricorreva spesso, poi chiamò a raccolta le forze e<br />
allungò la mano. Questa cominciò a tremare con violenza e presto<br />
tutto il corpo la seguì.<br />
Forse ti vuole davvero. Forse ti ama.<br />
A quel pensiero il cuore le fece un balzo in petto, lo non credo<br />
nell'amore. L'amore era adatto a persone come i suoi genitori, che<br />
avevano bisogno di una scusa per comportarsi in modo stupido ed<br />
egoista. Non c'era posto per l'amore nella sua vita. L'amore...<br />
... con Valerian poteva essere una meraviglia.<br />
Shaye si portò le mani al viso. «Non... non sono pronta a<br />
lasciarlo» ammise con voce rotta.<br />
Brenna le batté un colpetto gentile sulla spalla.<br />
«Hai sentito cosa ha detto Kathleen» sospirò Shaye. «Durerei una<br />
settimana o poco più. Sono proprio stupida a restare.»<br />
«Hai paura?»<br />
Di perderlo? «Sì.»<br />
«È ora che tutte e due superiamo le nostre paure» dichiarò Brenna.<br />
«Sì.» Shaye si consolò con l'idea che non era obbligata a restare<br />
per sempre: poteva concedersi qualche altro giorno con Valerian,<br />
conoscerlo meglio e magari finire ciò che avevano iniziato in camera<br />
sua. Se lui l'avesse trattata male, ormai sapeva come trovare il<br />
portale.<br />
Si girò con uno sbuffo disgustato e scoprì che il dolore al petto era<br />
sparito.
«Non voglio tornare in quella cella. E tu?»<br />
«Neanch'io» ribatté l'amica.<br />
«Non possiamo entrare nel palazzo.» Valerian le aveva chiesto di<br />
restare là e lei gli avrebbe obbedito. Non voleva distrarlo o metterlo<br />
in pericolo e nemmeno cadere per sbaglio in mani nemiche, ma il<br />
desiderio di aiutarlo e proteggerlo era ormai così forte che non<br />
poteva ignorarlo. Con un sospiro, Shaye condusse Brenna nella<br />
caverna vicina alla cella. «Possiamo restare qui.» Le guardie non le<br />
avrebbero sentite perché lo sgocciolio dell'acqua era troppo forte; se<br />
anche avevano notato la loro fuga, poi, non potevano lasciare le<br />
altre donne per mettersi a cercarle. Come avrebbe reagito Valerian<br />
scoprendo che non era più nella cella? Un sorriso malizioso le<br />
incurvò le labbra.<br />
Ammesso che sopravvivesse alla battaglia.<br />
Il sorriso sparì.<br />
Man mano che il tempo passava con lentezza esasperante, Shaye<br />
esaminò le pareti della caverna per distrarsi. Quando si rese conto<br />
che in realtà raccontavano una storia, chiamò l'amica. «Brenna, vieni<br />
a vedere.»<br />
La prima immagine mostrava un gruppo di... dei? Erano seduti al<br />
di sopra di un mondo vuoto e lo guardavano dall'alto. Il secondo<br />
dipinto raffigurava un mondo pieno di mostri formati da un<br />
miscuglio di terra, aria, acqua e fuoco, mentre nel terzo le creature<br />
venivano gettate in una prigione nascosta. Shaye distinse un portale,<br />
anzi due.<br />
I dipinti continuavano mostrando come le creature si fossero<br />
adattate alla loro nuova terra. L'immagine successiva però<br />
rappresentava un esercito che varcava uno dei portali e massacrava<br />
chiunque incontrasse.<br />
Erano umani? Portavano spade e fucili, in una strana<br />
combinazione di passato e presente. Le creature mostruose si erano<br />
sollevate, distruggendo i nemici.<br />
«Spaventoso» commentò Brenna.
«Sì.» Che luogo violento era Atlantide! Voleva davvero restare là,<br />
almeno per un po'? Il viso di Valerian le colmò la mente e Shaye lo<br />
ricordò con i capelli in disordine e gli occhi accesi di desiderio,<br />
mentre incombeva su di lei, pronto a penetrarla.<br />
Sì, voleva restare. Nonostante la violenza che permeava quella<br />
terra, voleva restare con Valerian.<br />
Almeno per un po', aggiunse tra sé. Inoltre, la Città Esterna le<br />
piaceva moltissimo.<br />
Con la coda dell'occhio distinse una strana formazione rocciosa<br />
sul muro più lontano e si avvicinò incuriosita, seguita da Brenna. Più<br />
si avvicinavano, più l'aria diventava gelida. Una volta giunte là,<br />
Shaye si rese conto che si trattava di un'apertura, una sorta di soglia.<br />
«Passiamo?» chiese a Brenna.<br />
«Non sono sicura.»<br />
Con il cuore che le batteva forte, Shaye varcò titubante l'apertura<br />
e si trovò in uno spazio che pareva un'altra prigione. Sentì uno<br />
scalpiccio di piedi e un brusio di voci e drizzò le orecchie.<br />
Al suo arrivo nella caverna, parlando con uno dei suoi uomini,<br />
Valerian aveva accennato a dei prigionieri. Spinta dalla curiosità,<br />
Shaye svoltò cauta un angolo e sgranò gli occhi davanti a una cella<br />
piena di guerrieri imponenti. Non parevano ninfi - non trasudavano<br />
sensualità come loro - ma erano scuri, forti e giovani e avevano<br />
ardenti occhi dorati.<br />
Uno di loro la vide.<br />
«Facci uscire di qui. Ti prego» la implorò.
Capitolo 22<br />
Valerian percorreva avanti e indietro il parapetto del castello e il<br />
frastuono ritmico dei passi dell'esercito nemico gli rimbombava nelle<br />
orecchie. Finalmente riusciva a vedere i draghi: erano centinaia e si<br />
stagliavano contro l'orizzonte violetto. Il fatto che avessero deciso di<br />
arrivare a piedi e non volando significava che non erano stravolti<br />
dalla rabbia - non ancora, almeno - e che non intendevano<br />
attaccare, perlomeno non subito.<br />
Aspettare il loro arrivo lo faceva impazzire; era sempre stato un<br />
uomo d'azione e in quel momento poi non vedeva l'ora di<br />
concludere in fretta il combattimento per tornare dalla sua donna.<br />
Inciampò ma riuscì a mantenere l'equilibrio appoggiandosi al<br />
muro. L'attesa aveva ulteriormente ridotto le sue forze: per rimettersi<br />
in sesto aveva un assoluto bisogno di sesso. Con Shaye.<br />
Broderick fu subito al suo fianco. «Mio re, ti senti bene?» gli chiese<br />
allarmato.<br />
«Sì.» In realtà non stava affatto bene e lo sapeva. Non faceva sesso<br />
da due giorni e la debolezza lo stava invadendo. Era in grado di<br />
combattere e di guidare i suoi uomini, o almeno così sperava, ma<br />
per quanto tempo ancora? «Se i draghi arrivano a più di cento iarde<br />
dal palazzo, colpiteli» ordinò.<br />
Broderick assentì. «Arcieri, preparatevi!»<br />
Gli uomini si inginocchiarono e prepararono gli archi. Joachim si<br />
avvicinò al cugino, cogliendolo di sorpresa: zoppicava e aveva il viso<br />
tirato per il dolore, ma riusciva a stare in piedi.<br />
«Cosa ci fai qui?» gli chiese Valerian.<br />
«Combatto. Siamo in guerra, no?»<br />
«Devi ancora riprenderti.»<br />
«Non intendo restare a letto mentre i miei fratelli combattono.»
Valerian studiò con attenzione il suo viso e vi lesse il bisogno di<br />
rimettere le cose a posto. «Va bene» approvò. «Prendi il tuo posto in<br />
seconda fila.»<br />
Joachim fece per obbedire, poi si fermò. «Non intendo scusarmi<br />
per averti sfidato, ma voglio dirti che rispetto la tua abilità e le tue<br />
qualità di capo.»<br />
Le parole e soprattutto il tono erano inaspettati e sorprendenti:<br />
Joachim aveva parlato con affetto, come se fossero ancora gli amici<br />
inseparabili di un tempo. «Grazie» disse Valerian battendogli una<br />
lieve pacca sulla spalla. Poi assunse una posa battagliera, si avvicinò<br />
al parapetto e guardò il campo aperto davanti al palazzo. I draghi<br />
erano sempre più vicini; le armature brillavano all'ultimo sole e il<br />
terreno vibrava sotto i loro passi.<br />
Valerian strinse l'elsa del Teschio mentre Darius, re dei draghi, si<br />
metteva davanti ai suoi uomini. Anche lui reggeva una spada, una<br />
lama lunga e minacciosa macchiata del sangue delle sue numerose<br />
vittime. Darius era un guerriero spietato e un degno avversario. Gli<br />
uomini alle sue spalle si bloccarono.<br />
«Fermi, fino a quando non do il segnale» ordinò Valerian deciso.<br />
«Benvenuti nel mio palazzo, sputafuoco» aggiunse a gran voce,<br />
rivolto ai nemici. «Scusatemi se non vi invito a entrare.»<br />
«Sai benissimo che il palazzo mi appartiene» replicò Darius<br />
accigliato.<br />
«Se volevi tenerlo, dovevi mandare un battaglione un po' più<br />
forte a difenderlo.»<br />
«Cos'hai fatto ai draghi della guarnigione?»<br />
«Li ho rinchiusi nelle segrete, naturalmente. Diventeranno<br />
un'ottima merce di scambio.»<br />
«Mi dai la tua parola d'onore che non li hai uccisi?»<br />
«Ti do la mia parola d'onore che non li ho uccisi tutti.»<br />
Darius gli rivolse un secco cenno d'assenso. «Mia moglie mi ha<br />
chiesto di non massacrare tutta la tua razza per aver rubato ciò che<br />
mi appartiene. L'accontenterò, almeno per ora, se tu farai le due<br />
cose che ti chiedo.»
«Ossia?»<br />
«Liberare i miei uomini e lasciare il palazzo.»<br />
Valerian scoppiò a ridere. «Questo posto mi piace. Credo proprio<br />
che ci resterò.»<br />
«Così scatenerai una guerra, ninfo.»<br />
Valerian tornò serio. «Anche tu, drago.»<br />
«Tu rischi di scatenare anche l'ira degli dei, visto che ora sai cosa<br />
fare con i viaggiatori in arrivo dalla superficie» insistette Darius. «Hai<br />
già permesso a un umano di intrufolarsi nella nostra terra e portarsi<br />
via il Gioiello di Atlantide.»<br />
Valerian scrollò le spalle noncurante: il gioiello stava meglio in<br />
mani umane. Quando un abitante di Atlantide lo possedeva,<br />
diventava troppo potente.<br />
«Sai cosa succede quando gli umani vengono a sapere di<br />
Atlantide, Valerian? Ne parlano con altri della loro razza e presto<br />
armate su armate invadono la nostra terra, cercando di ucciderci<br />
tutti.»<br />
«Nessuna delle umane che abbiamo catturato è tornata in<br />
superficie» gli assicurò Valerian. «Sono troppo occupate a scaldare i<br />
nostri letti.»<br />
Parecchi dei suoi uomini ridacchiarono divertiti.<br />
«Dunque altri umani sono entrati ad Atlantide?» ringhiò Darius.<br />
«Te l'ho appena detto, no?»<br />
Gli occhi del re dei draghi lo fissarono sfolgoranti. «Spero che tu li<br />
abbia uccisi, o almeno che gli abbia cancellato la memoria.»<br />
«Non ho fatto niente di tutto questo. Sono donne e dunque ce le<br />
siamo portate a letto.»<br />
«Tu rischi davvero di scatenare l'ira degli dei, Valerian» lo accusò<br />
Darius allarmato.<br />
«Gli dei ci hanno abbandonato, dovresti saperlo. Comincio a<br />
essere stufo di questa inutile conversazione.»
Volute di fumo cominciarono a uscire dalle narici di Darius, segno<br />
che presto avrebbe assunto la forma di drago. «Riconquisterò questo<br />
palazzo e mi occuperò delle umane che hai stupidamente portato<br />
qui» lo avvertì minaccioso.<br />
«Provaci e ti ucciderò con le mie mani» replicò Valerian. «Il<br />
portale e tutti quelli che lo hanno varcato mi appartengono.»<br />
Darius esitò. Pareva proprio che non si aspettasse una risposta così<br />
risoluta. «Perché desideri tanto controllare il portale?» gli chiese<br />
sconcertato. «Non puoi sopravvivere in superficie.»<br />
Valerian fece per rispondergli per le rime, poi decise di dirgli la<br />
verità. «Non m'importa della superficie. Mi importa della mia gente,<br />
della mia casa. I ninfi non ne hanno mai posseduta una, fin dall'alba<br />
dei tempi abbiamo viaggiato da un posto all'altro, vivendo con varie<br />
razze e condividendo con loro letti e cibo. Servivamo solo per la<br />
guerra e per il piacere. Le nostre donne si meritano una vera casa.»<br />
Le labbra di Darius si incurvarono in un sorriso arrogante. «A<br />
proposito... le vostre donne sono in mano nostra.»<br />
«Che cos'hai detto?» scattò Valerian furioso.<br />
«Stavano venendo qui e noi le abbiamo catturate» gli spiegò<br />
Darius.<br />
«Le avete ferite?»<br />
«No. Stanno bene.»<br />
«Grazie» borbottò Valerian a denti stretti. In realtà, avrebbe<br />
voluto ridurre il re dei draghi a una poltiglia sanguinolenta. Quelle<br />
donne erano una sua responsabilità.<br />
«So che vi indebolite senza sesso e, visto che le ninfe sono in<br />
mano mia, immagino che sarà facile sconfiggervi. Sei sicuro di voler<br />
combattere?»<br />
«Siamo forti, invece. Le umane catturate in superficie hanno<br />
scaldato i nostri letti.»<br />
Darius emise un basso ringhio. Ora non era più tanto tracotante.<br />
«Come possiamo fare per combattere in modo leale, allora?»
Un combattimento leale con un drago? Inconcepibile. D'altra<br />
parte, se Darius avesse voluto giocare sporco, avrebbe lanciato un<br />
attacco a sorpresa in piena notte. Valerian non dubitava comunque<br />
che avesse un piano di riserva. «Possiamo sistemare la cosa noi due,<br />
affrontandoci con la spada.»<br />
«Va bene. Vogliamo incontrarci sul campo di battaglia<br />
domattina?»<br />
«Perché aspettare tanto, re dei draghi?» Valerian voleva<br />
concludere in fretta quella sporca faccenda per poter ritornare in<br />
fretta da Shaye. «Facciamolo subito.»<br />
«Accetto.» Darius ridacchiò soddisfatto, come se avesse sperato fin<br />
dall'inizio in una soluzione del genere. «Chi vince si prende il palazzo<br />
e tutto ciò che contiene.» Non portava corazza, in modo da potersi<br />
trasformare in drago senza impedimenti.<br />
«D'accordo.»<br />
«Ma, mio re» sussurrò Broderick allarmato. «Tu non hai...»<br />
«Non preoccuparti, vincerò io.»<br />
«Almeno vai da Shaye» insistette Broderick poco convinto. «Lascia<br />
che ti dia piacere o ti accolga nel suo corpo, ma non combattere<br />
senza prima aver...»<br />
«Silenzio!» Valerian non voleva che la prima volta di Shaye fosse<br />
un'unione frettolosa, con l'unico scopo di fargli riprendere le forze.<br />
No, la loro prima volta sarebbe stata lenta e tenera. Lei sarebbe<br />
impazzita di desiderio e lui le avrebbe mostrato tutti i punti più<br />
sensibili del suo corpo, per poi farle conoscere i propri. «Scendo tra<br />
poco, Darius» annunciò.<br />
Il re dei draghi annuì.<br />
Valerian si girò verso i propri uomini.<br />
«Potrebbe essere una trappola.» Joachim strinse forte l'elsa della<br />
spada. «Non appena scenderai, ti circonderanno e uccideranno. È<br />
quello che farei io.»<br />
«Tenete pronti gli arcieri» ordinò Valerian. «Se uno dei loro<br />
guerrieri si fa avanti, uccidetelo.»
Broderick annuì.<br />
«C'è una cosa che devo fare prima di incontrare Darius.» Nessuno<br />
disse una parola mentre lui si allontanava. Conoscevano le sue<br />
intenzioni, o almeno le sospettavano, e in parte avevano ragione.<br />
Valerian lasciò i bastioni e trovò un angolo vuoto e appartato.<br />
Non voleva servirsi di Shaye per riprendere le forze, ma non<br />
intendeva neanche combattere Darius nel suo attuale stato di<br />
debolezza. Immaginò il volto pallido della sua compagna, con le<br />
labbra dischiuse e gli occhi vellutati accesi di desiderio, si vide mentre<br />
affondava nel suo corpo, infilò una mano nei pantaloni e si strinse il<br />
membro. Poi prese a carezzarlo su e giù, a un ritmo sempre più<br />
intenso e rapido.<br />
Gli pareva quasi di sentire la sua fessura calda e bagnata, di udirla<br />
gemere e sospirare. Quando la sentì urlare il suo nome, travolta<br />
dall'orgasmo, venne anche lui e avvertì un'ondata di forza. Non era<br />
intensa come quella che avrebbe provato stando con Shaye, ma<br />
poteva bastare.<br />
Valerian si ripulì e tornò dai propri uomini.<br />
«Ecco il tuo scudo» disse Joachim. «Il Teschio è dentro.» Il suo<br />
atteggiamento era cambiato in modo notevole, molto più di quanto<br />
Valerian avesse mai osato sperare.<br />
«Vuoi anche la tua lancia?» gli chiese Shivawn.<br />
Valerian prese lo scudo e lanciò uno sguardo all'avversario, che lo<br />
aspettava circondato da un semicerchio di draghi. Darius aveva solo<br />
la spada, ma, dato che avevano già combattuto, Valerian sapeva che<br />
avrebbe usato anche i denti, gli artigli e il fuoco. Lui dunque doveva<br />
ricorrere a ogni arma a sua disposizione.<br />
«Sì» rispose. «E avrò bisogno anche di un medaglione dei draghi.»<br />
Shivawn radunò ciò che chiedeva e glielo passò. «Che gli dei siano<br />
con te, mio re.»<br />
Valerian si infilò la collana con il pendente a forma di drago e gli<br />
diede una pacca sulla spalla. «Non permetterò a un drago di tenermi<br />
lontano da lei.»
«Da lei?» chiese Broderick sconcertato. «Pensavo che combattessi<br />
per tenerci il palazzo.»<br />
«Combatto per Shaye e perché tutte le nostre donne, umane e<br />
ninfe, possano avere una casa.»<br />
«Metà degli uomini dovrebbe scendere con te» dichiarò Joachim.<br />
«Così chiuderemo il cerchio con i tuoi alleati.»<br />
Valerian annuì. «Ottima idea.»<br />
Con una truppa di ninfi che marciava dietro di lui, scese i gradini<br />
all'estremità del parapetto e si trovò davanti a una porta.<br />
«Apriti» disse, sollevando la collana. Una fessura si allargò tra le<br />
pietre bianche.<br />
I guerrieri uscirono vigili. I draghi rimasero al loro posto,<br />
ringhiando, e i ninfi risposero allo stesso modo. Valerian incontrò lo<br />
sguardo di Darius, l'unico drago con gli occhi azzurri.<br />
Il suo viso era duro, severo e selvaggio, segnato dalla cicatrice di<br />
una ferita che era stato proprio il re dei ninfi a infliggergli. «In fondo<br />
è divertente» commentò Valerian.<br />
«Ah, sì? E perché?»<br />
«Ti sei preso come compagna un'umana e ora ci rimproveri<br />
perché abbiamo fatto la stessa cosa.»<br />
«Tu hai una compagna?» Darius rise incredulo. «Le tue conquiste<br />
sono leggendarie.»<br />
«Anche le mie vittorie!» esclamò Valerian fiero. «Per proteggere la<br />
mia donna sono pronto a lottare fino alla morte. La tua.»<br />
Il divertimento di Darius svanì, sostituito da una certa<br />
comprensione. «È vero, gli dei ci ignorano da anni, ma non credo<br />
che apprezzeranno queste continue sfide. Molto tempo fa mi è stato<br />
ordinato di non viaggiare mai nel mondo in superficie e di non<br />
portare qui degli umani.» Sputò un fiotto di fuoco. «Temo che<br />
attirerai su tutti noi l'ira divina.»<br />
«E tu?» Valerian balzò in avanti e puntò la lancia contro il torace<br />
di Darius. Il combattimento era cominciato.
Darius lo evitò con un balzo, sputando ancora fuoco, ma Valerian<br />
riuscì a sfuggire alle fiamme e si avventò di nuovo su di lui.<br />
Darius aprì le ali e Valerian dovette evitare un altro fiotto<br />
ardente. Poi fece una finta e scagliò la lancia, ferendo Darius alla<br />
coscia mentre si librava in aria.<br />
Gli altri draghi sibilarono furiosi, ma il loro re non reagì. Si limitò<br />
ad aprire la bocca, scatenando un inferno di fuoco. Valerian riuscì a<br />
bloccarlo appena in tempo con lo scudo, ma il metallo bollente gli<br />
bruciò la mano.<br />
I due avversari continuarono ad affrontarsi con affondi e ritirate<br />
sempre più incalzanti e impetuose.<br />
«Potremmo andare avanti così tutto il giorno, senza che uno di<br />
noi riesca a prevalere sull'altro» ringhiò Darius. Ormai conoscevano<br />
già quella situazione.<br />
Valerian puntò la lancia all'altra coscia di Darius; se fosse riuscito<br />
ad azzopparlo, costringendolo a contare solo sulle ali, avrebbe<br />
acquistato un notevole vantaggio. L'altro però si avventò sulla lancia<br />
con i piedi e la spezzò in due.<br />
Valerian estrasse veloce il Teschio dallo scudo e si lanciò in avanti.<br />
Questa volta Darius non fu abbastanza veloce e la lama lo ferì al<br />
braccio.<br />
I draghi sibilarono ancora, ma anche questa volta lui non ebbe<br />
alcuna reazione. Era come se il dolore non lo sfiorasse, cosa che non<br />
valeva per Valerian: il braccio ferito pulsava e le gambe<br />
cominciavano a tremare. Se lo scontro non fosse finito presto... Sentì<br />
in lontananza i suoi uomini che lo acclamavano.<br />
«Per Shaye» gridò Broderick a gran voce. «Shaye, Shaye, Shaye...»<br />
Il suo bel viso gli apparve nella mente, ridandogli le forze.<br />
Valerian era già arrivato al limite in passato, ritrovandosi senza cibo<br />
né acqua, con la sua gente costretta a vagare senza casa. Poteva<br />
ancora vincere, si disse, magari cambiando strategia: invece di<br />
costringere Darius a volare, forse poteva tagliargli le ali e spingerlo a<br />
combattere a terra.
All'improvviso il re dei draghi lo investì, facendo a pezzi la<br />
corazza che gli proteggeva il torace. Valerian si ritrovò riverso, con<br />
la bocca piena di terra e il sangue che scorreva da una profonda<br />
ferita al petto. Poi Darius si alzò in volo, portandosi via il suo scudo.<br />
Valerian non si rialzò, ma sollevò la spada in direzione del suo<br />
fianco, tra il braccio e le costole.<br />
I draghi trasalirono increduli e i ninfi acclamarono l'audace mossa<br />
del loro re. Un attimo dopo però divenne chiaro che il Teschio<br />
aveva trafitto l'aria e non la carne. Valerian si rialzò con un agile<br />
balzo e le spade si incrociarono con un clangore metallico.<br />
«Dobbiamo andare avanti così tutto il giorno o ti decidi a lasciare<br />
il palazzo?» chiese Darius tra un colpo e l'altro.<br />
«Se per te è lo stesso, preferirei ucciderti subito» rispose Valerian<br />
ironico.<br />
«Vi lascerò tenere le donne.»<br />
«E come faremo a proteggerle senza un palazzo?» All'improvviso<br />
Valerian sentì nell'aria un odore di sangue e morte.<br />
«Vampiri» sibilò un drago.<br />
La parola passò di bocca in bocca: il loro arrivo era un disastro<br />
per gli uomini drago e una benedizione per i ninfi. Nessuno odiava e<br />
combatteva i draghi più dei vampiri.<br />
Darius e Valerian si fermarono.<br />
I vampiri erano mescolati al contingente di ninfi inviati a coprire<br />
la retroguardia.<br />
«Mi hai ingannato!» ringhiò Darius furioso. «Questo non è più un<br />
combattimento leale. Hai chiamato i vampiri in tuo aiuto.»<br />
«Non li ho chiamati, ma di certo non li manderò via. Sono miei<br />
alleati. Comunque, tu e io possiamo continuare il duello.»<br />
«Non posso fidarmi che i vampiri non mi attaccheranno mentre<br />
sono distratto. Ora ce ne andiamo, Valerian, ma tra noi non è<br />
finita.»<br />
Mentre parlava, i vampiri vestiti di nero si avvicinarono<br />
fluttuando e lanciando maledizioni ai draghi, che reagirono
assumendo la loro forma bestiale: grandi ali spuntarono sul dorso,<br />
facendo a pezzi gli indumenti, la pelle si coprì di squame verdi e<br />
nere, i denti divennero zanne e lunghe code apparvero in fondo alla<br />
schiena.<br />
Invece di affrontare ninfi e vampiri si levarono alti in volo e<br />
scomparvero presto alla vista.<br />
Sarebbero tornati, Valerian lo sapeva, e il combattimento sarebbe<br />
stato feroce: non più un duello tra due uomini, ma un sanguinoso<br />
scontro fra razze.<br />
Layel, il re dei vampiri, e la sua armata si fermarono, per poi<br />
lanciare un'acclamazione alla vista dei draghi che svanivano in volo.<br />
«Che piacere rivederti, amico mio» dichiarò Valerian quando le<br />
grida di giubilo si furono calmate.<br />
«Ho saputo che i draghi stavano marciando contro di te e sono<br />
venuto ad aiutarti.»<br />
Valerian gli batté una pacca sulla spalla. «L'ultima volta che ti ho<br />
visto eri con la regina dei demoni.» Non poteva perdonare quelle<br />
orrende creature per ciò che avevano fatto alla sua gente. «Sei<br />
alleato con lei?»<br />
Layel sorrise. Aveva capelli candidi, occhi azzurro ghiaccio e<br />
lineamenti forti e mistici al contempo. «Non era una vera alleanza.<br />
L'ho usata e poi uccisa.»<br />
Valerian ricambiò il suo sorriso. «Allora tu e i tuoi siete benvenuti<br />
nel mio palazzo.»<br />
«Mio re.» Una vampira si avvicinò: aveva i capelli candidi e gli<br />
occhi azzurri di Layel, ma il suo viso era bello e dolce. Strano, in<br />
genere il re dei vampiri non permetteva alle donne del suo popolo<br />
di avvicinarsi ai ninfi.<br />
«Alyssa» la salutò.<br />
«Abbiamo il tuo permesso di... divertirci?» Il suo sguardo bramoso<br />
era puntato su Shivawn.
Valerian capì all'improvviso la ragione della sua presenza là:<br />
voleva Shivawn e aveva chiesto di unirsi all'esercito per vederlo.<br />
Layel lo guardò e Valerian annuì, dando il suo permesso. Alyssa<br />
scoppiò in una risatina seducente e si avvicinò fluttuando al<br />
guerriero ninfo.<br />
«Venite.» Valerian si girò, avviandosi verso il palazzo, estrasse il<br />
medaglione e lo sollevò, in modo che il sensore sulla porta li facesse<br />
entrare.<br />
Layel e gli altri lo seguirono.<br />
«Hai poi trovato il Gioiello di Dunamis?» chiese Valerian entrando<br />
nel grande salone. «So che lo cercavi, ma Darius mi ha detto che è<br />
finito in mano a un umano.»<br />
«In effetti ci è sfuggito.»<br />
«E ora è nel mondo in superficie, come ha detto Darius?» indagò<br />
Valerian.<br />
«Sì.»<br />
«C'è modo di recuperarlo?»<br />
«Temo di no.»<br />
Magari poteva andare a cercarlo: sarebbe stato il modo migliore<br />
per proteggere Shaye. Ci avrebbe pensato più tardi, decise; ora era<br />
stanco e indebolito dallo scontro con Darius e aveva bisogno della<br />
sua compagna.<br />
«Broderick, metti delle guardie in tutto il palazzo» ordinò. «E<br />
anche fuori.»<br />
«I miei uomini possono aiutarvi senza problemi» suggerì Layel.<br />
«No. Siete ospiti. Dorian, provvedi alle comodità dei nostri<br />
amici.»<br />
«Tu non rimani con noi?» chiese Layel.<br />
«No. Devo vedere una donna.»<br />
Il re dei vampiri gli rivolse un sorriso triste: tanti anni prima aveva<br />
perso la sua compagna. «Capisco, vai. Ce la caveremo anche senza di<br />
te.»
Valerian non se lo fece ripetere e uscì dal salone a grandi passi.<br />
Finalmente Shaye sarebbe stata sua.
Capitolo 23<br />
Shaye si premette contro la parete più lontana dalla cella: non<br />
voleva liberare per sbaglio i prigionieri, per quanto loro la<br />
pregassero con insistenza, così per distrarsi cercò di comporre degli<br />
anti-biglietti. In realtà il loro stile era alquanto cambiato: le venivano<br />
in mente frasi come: Vorrei passare più tempo con te, o: Stare con te<br />
non è poi così male.<br />
«Facci uscire!» gridò uno dei prigionieri, irrompendo nei suoi<br />
pensieri.<br />
Valerian li aveva definiti bestie e assassini, ma a lei non parevano<br />
tali. Le sembravano piuttosto degli uomini belli e forti, con la pelle<br />
bluastra per il freddo. Anzi, più che uomini erano ragazzi.<br />
«Stai attenta» disse a Brenna.<br />
«Tu sai chi sono?» chiese l'amica spaventata.<br />
«Non lo so.»<br />
«Vi prego, lasciateci andare» tornò alla carica il più giovane. «Mi<br />
chiamo Kendrick. Non vi faremo del male, anzi, forse potremmo<br />
aiutarci a vicenda. Se ci fate uscire, vi aiuterò a liberarvi<br />
dall'incantesimo dei ninfi: basta che tocchiate le sbarre.»<br />
Quei ragazzi detestavano i ninfi: Kendrick aveva pronunciato il<br />
loro nome con voce carica d'odio. Shaye non era certo disposta a<br />
liberarli. La sicurezza di Valerian aveva la precedenza sulla<br />
compassione per la loro prigionia. «Perché vi hanno rinchiusi?»<br />
«Perché siamo draghi. Questo era il nostro palazzo; i ninfi ce<br />
l'hanno portato via.»<br />
Proprio come sospettava. «Mi dispiace, ragazzi, ma non posso<br />
accontentarvi. Però chiederò a Valerian di lasciarvi andare nei boschi<br />
o qualcosa del genere.»<br />
Loro guardarono Brenna, ma lei scosse la testa.
Il più bello dei draghi si aggrappò alle sbarre e trapassò Shaye con<br />
il suo sguardo clorato. «Non capisci? Sei preda dell'incantesimo di<br />
Valerian. Se non lo combatti, sarai sua schiava per l'eternità.»<br />
In effetti, da quando l'aveva visto non era più la stessa. A<br />
incantarla non erano tanto i ninfi in generale, quanto il fascino<br />
particolare del loro re, visto che nessuno degli altri l'attraeva.<br />
«Mi dispiace, davvero, ma devo lasciarvi qui» dichiarò.<br />
«Non hai l'aria tanto dispiaciuta» osservò Kendrick. «Ti brillano gli<br />
occhi.»<br />
La prospettiva di rivedere Valerian aveva quell'effetto su di lei.<br />
«Ehi, tu parli inglese! La mia lingua!» osservò stupita.<br />
Il drago scrollò le spalle noncurante. «Il nostro re ha sposato una<br />
donna umana.»<br />
Shaye trasalì stupefatta. «Allora ci sono altri umani ad Atlantide?<br />
Come...?»<br />
«Dov'è?» gridò una voce maschile carica di furia e terrore.<br />
Valerian.<br />
Il cuore prese a batterle all'impazzata e un'ondata di calore la<br />
invase. «Devo andare, ma non mi dimenticherò di voi» promise ai<br />
giovani draghi. «Ne parlerò con Valerian. Vieni, Brenna.»<br />
«Shaye! Shaye!» la chiamò lui agitato.<br />
«Non andartene» la pregò Kendrick. «Lotta contro il suo fascino.»<br />
Shaye lo salutò e corse via, seguita da Brenna. Emersero<br />
dall'apertura tra le due rocce, svoltarono un angolo e si trovarono<br />
davanti al portale. Valerian la chiamò ancora in tono sempre più<br />
disperato.<br />
«Tornerò appena possibile» disse a qualcuno.<br />
Shaye si rese conto che stava per varcare il portale. «Sono qui.<br />
Valerian» lo richiamò.<br />
Lui si girò di scatto, l'afferrò per un braccio e l'attirò a sé. Un<br />
profondo sollievo gli distese il volto, presto seguito da una collera<br />
furibonda. La lasciò andare e incrociò le braccia sul petto. Solo in
quel momento Shaye si rese conto commossa che teneva in mano<br />
un'arancia.<br />
Un groppo le serrò la gola: aveva detto che ne voleva una e nel<br />
mezzo di una guerra lui gliel'aveva trovata.<br />
Le ginocchia presero a tremarle. «Grazie» mormorò, divorandolo<br />
con gli occhi.<br />
Valerian aveva i capelli arruffati e intrisi di sudore, il viso e le<br />
braccia chiazzati di sangue e gli occhi turchesi ardevano di collera,<br />
ma anche di desiderio.<br />
Quando notò la profonda ferita al petto, Shaye lasciò quasi<br />
cadere l'arancia. «Sei ferito» osservò.<br />
«Sto bene. Come hai fatto a fuggire dalla cella?» Il suo tono quieto<br />
e basso era più minaccioso di un urlo. «Vedo che hai portato Brenna<br />
con te.»<br />
«Lasciala fuori da questa storia. Sono uscita grazie al mio ingegno.»<br />
Lui si passò la lingua sui denti. «Da quanto tempo sei libera?»<br />
«Abbastanza da varcare il portale.»<br />
L'espressione di Valerian si rilassò. «Però non l'hai fatto» osservò.<br />
«No.» Perché perdevano tempo a parlare? Shaye voleva sentire la<br />
sua lingua su di sé, voleva imparare qual era il punto più erotico e<br />
sensibile del proprio corpo, voleva che le procurasse un orgasmo<br />
travolgente... anzi, due. E voleva spremere l'arancia sulla sua pelle e<br />
poi leccare tutto il succo.<br />
Dietro di lei, Dylan e Terran fecero uscire le altre donne dalla<br />
cella. «Prendete anche questa» ordinò Valerian indicando Brenna.<br />
«No. Non mi toccate!» si ribellò lei.<br />
«Portatela via, ma non toccatela» concesse il re.<br />
Brenna si avvicinò al gruppo di sua spontanea volontà.<br />
Kathleen scorse Shaye e corrugò la fronte contrariata. «Non<br />
dovevi scappare?» osservò.<br />
«Non ha funzionato» rispose lei, lottando contro l'impulso di<br />
appendere al collo di Valerian un cartello con la scritta: Mio.
«Ascolta» riprese rivolta a lui. «Ho parlato con i draghi e...» Si<br />
interruppe di colpo, sgomenta: a giudicare dalla sua espressione<br />
tempestosa, forse non era il caso di tirare fuori un argomento del<br />
genere proprio in quel momento.<br />
«Ti ho messa in quella cella per proteggerti!» proruppe Valerian<br />
furioso. «Non solo sei scappata, ma sei andata anche a trovare i miei<br />
nemici!»<br />
«E allora?» gli tenne testa Shaye. «Non tollero di venire rinchiusa,<br />
te l'ho già detto. Mi aspettavo i tuoi ringraziamenti, visto che sono<br />
rimasta qui e non ho tentato di tornare in superficie.»<br />
«I miei ringraziamenti?» trasecolò lui. «I draghi ti hanno fatto del<br />
male? Ti hanno toccata?»<br />
«No. A proposito, credo proprio che dovresti lasciarli andare.<br />
Sono soltanto dei ragazzi» replicò Shaye.<br />
Valerian si passò una mano sul viso. «Sono draghi.»<br />
«Allora rendili alla loro gente.»<br />
«È il mio piano, infatti. Saranno un'ottima merce di scambio nelle<br />
trattative.»<br />
«Bene.»<br />
Valerian scosse la testa. «Per quanto apprezzi il fatto che tu mi<br />
copra di consigli e dia ordini come una regina, ti meriti una bella<br />
punizione, donna.»<br />
Invece di spaventarla, quelle parole le procurarono un'immediata<br />
reazione erotica. «Va bene, puniscimi. Sai quanto lo odio» lo incitò<br />
socchiudendo gli occhi.<br />
Un fuoco fulmineo consumò l'ira di Valerian, lasciando al suo<br />
posto un desiderio ardente. «Davvero?»<br />
«Oh, sì» sussurrò lei. Era come se non fossero mai stati interrotti:<br />
tutti i suoi desideri erano tornati al massimo della potenza.<br />
La donna fiera di restare gelida e lontana da ogni coinvolgimento<br />
emotivo non riusciva a lottare contro il fascino di Valerian e tremava<br />
per l'intensità di quelle sensazioni. Shaye si sentiva disperata ed<br />
esposta. Aveva scoperto in sé una vulnerabilità di cui ignorava
l'esistenza e invocava l'amore che nessuno le aveva mai dato. Tranne<br />
quell'uomo.<br />
Senza distogliere lo sguardo da lei, Valerian coprì la distanza tra di<br />
loro: più si avvicinava, più l'aria diventava calda, scacciando ogni<br />
traccia di gelo. I capezzoli di Shaye si indurirono fin quasi a dolerle,<br />
tanto desideravano il suo tocco.<br />
«Questa volta non mi fermerò per nessuna ragione» l'avvertì.<br />
«Bene» approvò lei. Non le importava della presenza di tanta<br />
gente intorno a loro. In quel momento si curava solo di lui.<br />
«Corri» la incitò Valerian con dolcezza.<br />
Lei sbatté le palpebre, certa di averlo frainteso. «Cosa?» La stava<br />
forse scacciando?<br />
«Corri in camera mia. Subito.»<br />
Il tono non era leggero e divertito, ma carico di un desiderio più<br />
intenso di qualsiasi emozione le avesse mostrato fino ad allora.<br />
Shaye indietreggiò con il cuore in tumulto: l'espressione di Valerian<br />
era intensa e selvaggia.<br />
«Corri» ripeté. «Ora.»<br />
Lei obbedì stringendo al petto l'arancia, salì le scale e si diresse<br />
verso la camera di Valerian. I guerrieri giravano per i corridoi in<br />
cerca delle loro donne; alcuni non aspettarono di arrivare in una<br />
stanza e si misero a fare sesso nel salone.<br />
Shaye li superò ansimante; per fortuna nessuno cercò di fermarla.<br />
L'intensità di Valerian le faceva un po' paura, ma era anche eccitante<br />
e meravigliosa.<br />
Quando raggiunse la zona con la grande vasca accelerò<br />
l'andatura. Cosa le avrebbe fatto, quando l'avesse presa? Superò il<br />
drappo bianco che separava le due parti della stanza e questo frusciò<br />
dietro di lei. Un attimo dopo sentì lo stesso suono: Valerian era<br />
vicinissimo.<br />
Shaye sussultò. Stava per girarsi e chiedergli perché non l'avesse<br />
portata in braccio fin là, quando lui le finì addosso da dietro.<br />
Volarono via insieme e lei urlò, lasciando cadere l'arancia. Appena
prima di ricadere sul letto, Valerian si girò trascinandola con sé e<br />
assorbendo l'impatto con il proprio corpo possente.<br />
Le cinse la vita con un braccio e con l'altra mano le strappò la<br />
maglietta.<br />
«Pe... perché?» chiese Shaye senza fiato.<br />
«Non potevo più aspettare.» La tenne davanti a sé a seno nudo,<br />
poi le prese in bocca un capezzolo.<br />
Invasa da un calore ardente, Shaye inalò una boccata d'aria.<br />
Valerian aveva perso la corazza squarciata durante l'inseguimento e<br />
lei gli carezzò il petto, stando attenta a evitare le ferite. I capezzoli<br />
piatti erano ruvidi contro i suoi palmi e l'anellino era freddo al tatto<br />
e allo stesso tempo le bruciava le dita.<br />
Shaye gli si mise a cavalcioni sulla vita, appoggiando il peso sulle<br />
ginocchia. Quello era il posto a cui apparteneva. I capelli le<br />
ricadevano sulle spalle e l'adrenalina scatenata dalla corsa le ruggiva<br />
nel sangue, mescolandosi al desiderio e rendendolo ancora più<br />
potente. Si sentiva viva, elettrizzata.<br />
Valerian le slacciò la cintura che reggeva i pantaloni troppo larghi<br />
e questi le scesero lungo i fianchi. Lui si fermò un attimo, fissandola<br />
con intensità.<br />
«Ora ti bacerò là» mugolò, muovendo un dito verso il centro<br />
delle sue mutandine. «Poi ti darò piacere come desidero fare fin da<br />
quando ti ho vista.»<br />
«Sì» lo esortò lei eccitata.<br />
«Niente mi fermerà.»<br />
«Niente.» Shaye si strusciò sulla sua lunga erezione. Un'ondata di<br />
sensazioni inebrianti la percorse, strappandole un gemito.<br />
«Tutto quello che farò ti piacerà. E mi pregherai di continuare.»<br />
Valerian chiuse gli occhi e le cinse la vita con le mani.<br />
Shaye si strofinò di nuovo su di lui. Gemettero insieme. «Sì, mi<br />
piacerà. Ti pregherò» ripeté.
Valerian la rovesciò sulla schiena e le sfilò i pantaloni. Folle<br />
d'impazienza, le fece a brandelli le mutandine e ne buttò via i resti<br />
strappati.<br />
Completamente nuda, Shaye si allungò per togliergli a sua volta i<br />
calzoni aderenti. I suoi gesti erano bramosi e frenetici, ma non riuscì<br />
a ottenere grandi risultati.<br />
«Non riesco a toglierli. Aiutami.»<br />
Lui l'accontentò rapido. Poco dopo erano pelle contro pelle.<br />
«Morbida!» esclamò Valerian in tono rapito. Le diede un morsetto<br />
sul collo, graffiando la pelle sensibile con i denti.<br />
Shaye sentiva il suo membro caldo e duro contro il ventre. Si<br />
inarcò contro di lui: voleva sentirlo dentro di sé. «Ora» lo implorò.<br />
Lui non le diede retta. La morse più forte, poi scese lungo il corpo<br />
leccandola, esplorando il seno, indugiando sullo stomaco e<br />
stuzzicandole l'ombelico.<br />
«Aggrappati alla testiera del letto» le ingiunse.<br />
Lei stava per affondargli le dita nei capelli. «Ma...» cominciò a<br />
protestare.<br />
«Fallo.»<br />
Shaye obbedì. Non appena le sue dita strinsero la testiera<br />
d'avorio, la lingua di Valerian le carezzò il clitoride. I fianchi<br />
schizzarono verso l'alto, mentre Shaye invocava il suo nome con<br />
voce roca e spezzata.<br />
Lui l'aprì con una mano e inserì un dito, esplorandola. Intanto la<br />
sua lingua continuava a muoversi. Le sensazioni provocate da quel<br />
doppio assalto erano sconvolgenti. Poi Valerian cominciò a succhiare<br />
e aumentò il ritmo, strappandole grida e scomposti singhiozzi di<br />
piacere. Lei lo strinse tra le gambe e serrò la testiera in una morsa<br />
disperata.<br />
Chiuse gli occhi. Nella mente lo vedeva tra le proprie gambe, i<br />
capelli dorati che le ricadevano sulle cosce e la schiena muscolosa<br />
tesa per lo sforzo di controllare il desiderio.<br />
«Valerian! Non posso prendere altro.»
«Quando questa notte sarà finita avrai preso tutto quello che ho<br />
da darti.»<br />
«Dammi... Fammi venire.»<br />
Era vicina all'orgasmo, ma non c'era ancora. Valerian infilò un<br />
altro dito e la colmò tutta, poi la lingua guizzò sul clitoride senza<br />
darle tregua. Non che lei la volesse. Quello era tutto ciò di cui aveva<br />
bisogno, tutto ciò che aveva sognato senza saperlo.<br />
«Ora affonderò il mio membro dentro di te, Shaye» mormorò.<br />
«Tu aprirai le gambe e mi accoglierai fino in fondo.»<br />
«Sì.» Oh, sì. Quel pensiero la spinse oltre al limite. Esplose intorno<br />
alle sue dita fra grida e singhiozzi, mentre luci bianche le<br />
lampeggiavano dietro le palpebre.<br />
All'improvviso Valerian torreggiò su di lei e l'aprì ancora di più.<br />
«Una volta che sarò dentro di te, tu mi apparterrai. Dillo.»<br />
«Sì. Sarò tua.» Ormai non aveva senso negarlo. Shaye staccò le<br />
mani dalla testiera e gli cinse il collo, per poi affondare le dita nei<br />
capelli biondi. Il petto di Valerian era premuto contro il suo; sentiva<br />
la sabbia ruvida che gli era rimasta attaccata e quella frizione<br />
aumentava il piacere. «Baciami» lo pregò.<br />
Valerian le prese le labbra e quando le loro lingue si intrecciarono<br />
si spinse con forza dentro di lei. Non attese, non lasciò che si<br />
abituasse pian piano, ma affondò con slancio travolgente, come se<br />
non potesse tollerare altri rinvii.<br />
Shaye urlò e lui soffocò il suono con la bocca. Lei era così eccitata<br />
e pronta ad accoglierlo che avvertì solo un attimo di bruciante<br />
dolore, subito seguito da un piacere assoluto. Valerian la riempiva<br />
tutta con una deliziosa tensione erotica.<br />
Il bacio continuò a lungo. Shaye assaporò il suo calore e la sua<br />
passione, mentre i suoi movimenti ritmici li scagliavano entrambi<br />
verso le stelle.<br />
«Non posso... rallentare» ansimò.<br />
«Meglio.»
Shaye era già pronta a esplodere per la seconda volta. Una<br />
tensione crescente si raccoglieva nello stomaco e nel sangue, spinta<br />
dalla disperata necessità di trovare uno sfogo.<br />
«Shaye!» ruggì lui incalzandola con spinte possenti. «Mia.»<br />
Mio, ripeté Shaye tra sé. Un orgasmo ancora più intenso del<br />
primo la travolse, portandola un'altra volta in alto, sempre più in<br />
alto.<br />
Lui la raggiunse là, scosso da fremiti sempre più intensi. Con<br />
un'ultima, possente spinta, chiuse gli occhi e si abbandonò a un<br />
piacere inebriante.<br />
«Mia» mugolò ancora. «Mia.»<br />
Valerian non aveva mai provato sensazioni così potenti: era come<br />
se un'immensa forza lo riempisse e si irradiasse da lui. Il sesso l'aveva<br />
sempre rinvigorito, ma non aveva mai avuto un effetto simile. Con<br />
Shaye, poi, non si trattava solo di sesso, ma di amore, di un'unione<br />
totale e completa. Soprattutto l'ultima volta, quando si erano leccati<br />
a vicenda dal corpo il succo del suo frutto preferito.<br />
Mia, pensò di nuovo.<br />
Non si era mai sentito così possessivo nei confronti di un'altra<br />
persona. In realtà, non aveva mai tenuto particolarmente a nulla,<br />
neanche alla sua preziosa spada o a quel palazzo. Il sapore di Shaye<br />
non assomigliava a quello di nessun'altra donna; era venuta come<br />
nessun'altra delle sue amanti e gli aveva dato più piacere di tutte<br />
loro. Era un ninfo, eppure era stata lei a renderlo schiavo con il suo<br />
incantesimo sensuale.<br />
Shaye si accoccolò contro il suo fianco. Poteva sentire il suo<br />
respiro lieve che lo investiva. Sarebbe morto senza quella donna,<br />
avrebbe semplicemente cessato di esistere. Voleva offrirle tutto ciò<br />
che il suo cuore desiderava.<br />
Ora era più deciso che mai a tenersi quel palazzo, respingendo gli<br />
attacchi e le richieste dei draghi: non poteva permettere che la sua<br />
donna vagasse senza una casa. Shaye sarebbe rimasta per sempre con<br />
lui.
Quando era tornato nelle segrete e non l'aveva trovata nella cella<br />
con le altre donne, gli era sembrato che il cuore smettesse di battere<br />
e un'ondata di panico, terrore e furia l'aveva consumato. Aveva<br />
quasi fatto a pezzi Dylan e Terran perché se l'erano lasciata sfuggire.<br />
Poi, vedendo Shaye vicino al portale, rilassata e tranquilla, aveva<br />
provato un nuovo fremito di terrore all'idea di essere sul punto di<br />
perderla.<br />
Lei aveva cominciato a dare ordini con coraggio e saggezza,<br />
comportandosi come la regina che era destinata a diventare, e lui si<br />
era sentito invadere da un amore possente nei suoi confronti.<br />
Shaye aveva promesso di rimanere. E lui non l'avrebbe mai<br />
lasciata andare.
Capitolo 24<br />
Poseidone si era saziato con le donne e aveva ascoltato i loro<br />
racconti, per poi raggiungere il fiume più vicino, un corso d'acqua<br />
limpido e tranquillo cosparso di ninfee, e abbandonarsi alla fresca<br />
corrente.<br />
I ninfi avevano davvero infranto la legge. Doveva punirli in<br />
fretta, prima che ci pensasse qualcun altro. E aveva già un'idea in<br />
proposito.<br />
Si fermò quando raggiunse una biforcazione del fiume; l'acqua<br />
divenne immobile, senza la minima increspatura. L'unico rumore era<br />
costituito dal fruscio del vento tra gli alberi e dal picchiettio di<br />
qualche animale. Poi sulla riva sinistra comparvero dei draghi nella<br />
loro forma animalesca, con le grandi ali che sbattevano man mano<br />
che atterravano.<br />
Poseidone rimase a osservarli. Passò parecchio tempo prima che<br />
riprendessero la forma umana: pelle liscia e cosparsa di cicatrici<br />
invece di squame, capelli lucenti, denti invece di zanne e niente<br />
coda. Ora erano nudi, a parte i medaglioni con il pendente a forma<br />
di drago, e brandivano le loro spade.<br />
Cominciarono ad abbeverarsi al fiume e l'aria risuonò delle loro<br />
voci arrabbiate.<br />
Il dio puntò lo sguardo su Darius, intento a parlare con diversi dei<br />
suoi uomini e a impartire ordini.<br />
Non era contento di avere abbandonato il palazzo, era chiaro:<br />
avrebbe preferito restare e combattere con i ninfi, in particolare con<br />
Valerian. Il capo dei draghi però era abituato a valutare la situazione<br />
con freddezza e a calcolare le possibilità di vittoria. Ritrovatosi<br />
inferiore di numero, non aveva voluto che i suoi uomini restassero<br />
feriti, quando un attacco a sorpresa avrebbe potuto risolversi in loro<br />
favore.<br />
Era un uomo astuto e intelligente, proprio quello di cui Poseidone<br />
aveva bisogno.
Vieni da me, gli ordinò, lasciando che il vento portasse la sua<br />
voce.<br />
Darius si irrigidì, frugò con lo sguardo i boschi e il fiume, non vide<br />
niente e tornò a rivolgersi ai propri uomini. Le sue spalle però<br />
restavano tese, la posizione eretta e le mani strette intorno all'elsa<br />
della spada.<br />
Vieni, ripeté Poseidone.<br />
L'attenzione di Darius tornò al fiume e i suoi occhi si strinsero.<br />
L'acqua offriva solo un riflesso vago e luminoso della figura del<br />
dio, ma questa volta il capo dei draghi obbedì e si avvicinò alla riva.<br />
Gli uomini con cui stava parlando lo guardarono confusi.<br />
«C'è qualcosa che non va?» gli chiese un gigante biondo.<br />
«Riposati un momento, Brand» gli ordinò il suo re senza girarsi.<br />
Una volta rimasto solo, si rivolse a Poseidone. «Mi hai chiamato, dio<br />
dell'acqua?»<br />
Il suo tono irriverente irritò il dio. «Mi conosci, dunque.»<br />
«Ho sentito parlare di te.»<br />
Poseidone irrigidì la mascella, causando un'increspatura nell'acqua.<br />
«Allora conoscerai anche le sofferenze tremende che posso causare,<br />
se continuerai a parlarmi in questo modo.»<br />
Darius rispose con un secco cenno del capo.<br />
Non era il profondo inchino che Poseidone avrebbe preferito, ma<br />
per il momento poteva bastare. «Da quando sono tornato ho<br />
appreso cose che non mi sono piaciute e ho diversi compiti da<br />
affidarti.»<br />
«Sono ai tuoi ordini.»<br />
«Bene. Voglio che ritorni al palazzo.»<br />
«Non rientra nei miei piani» ribatté Darius dopo un breve silenzio.<br />
«Vuoi radunare più uomini, lo so, ma ci vorrà del tempo e io<br />
desidero che i miei ordini vengano eseguiti subito.»<br />
Darius tenne duro. «Questo farebbe correre ai miei draghi un<br />
pericolo inutile. Non posso permetterlo.»
«Non ci sarà alcun rischio, se entrerete di soppiatto nel palazzo.»<br />
«E il mio piano, ma se una volta dentro non avrò abbastanza<br />
uomini per conquistarlo il pericolo ci sarà» replicò Darius.<br />
«No, se distruggerete almeno la metà delle forze dei ninfi e dei<br />
vampiri prima ancora di raggiungere il palazzo» obiettò Poseidone<br />
ridacchiando.<br />
Una scintilla d'interesse si accese negli occhi azzurri di Darius. «E<br />
come potremmo farlo?»<br />
«Sotto il portale c'è un'entrata segreta.»<br />
«Dove esattamente?»<br />
«Non preoccuparti, te la mostrerò una volta che sarete arrivati là.<br />
Dovrete insinuarvi nel palazzo e riportare le donne in superficie,<br />
dopo aver cancellato la loro memoria.»<br />
«Va bene.»<br />
«Poi distruggerete i ninfi: senza le loro donne saranno deboli e<br />
facili da eliminare. Devono morire tutti per aver osato entrare nel<br />
mondo in superficie. Loro non sono guardiani, dunque hanno<br />
infranto la legge.»<br />
Un muscolo vibrò nel viso di Darius. «Intendi davvero tutti?»<br />
chiese dubbioso.<br />
«Sì.»<br />
«Maschi e femmine?»<br />
«Sì. Hai già compiuto massacri del genere in passato, dunque non<br />
dovrebbe essere troppo difficile per te, guardiano. Se osi rifiutarti,<br />
farò portare in superficie anche tua moglie. Viene da là, vero?»<br />
Il viso di Darius avvampò di collera, rivelando l'assassino spietato<br />
che era stato un tempo. «Non permetterò che Grace mi venga<br />
portata via. È mia, aspetta un bambino da me e ormai appartiene ad<br />
Atlantide.»<br />
«Lo so» rispose secco Poseidone. «Il bambino è l'unico motivo per<br />
cui ti permetto di tenerla con te. Comunque non avresti mai dovuto<br />
portarla qui.»
«Noto con riconoscenza che ti sei finalmente interessato alla tua<br />
gente, grande dio» controbatté Darius nello stesso tono.<br />
Poseidone non lo apprezzò affatto. «Hai preso questo lato<br />
sarcastico da tua moglie? Bada a come parli o getterò la tua lingua ai<br />
vampiri. Se ho preferito divertirmi altrove per un po', era un mio<br />
diritto. Ora vai» gli ordinò. «Torna al palazzo. Ti aspetterò là e ti<br />
mostrerò il modo di entrare.»<br />
«Prima di andartene, forse potresti regalarci dei vestiti» replicò<br />
Darius in tono irriverente.<br />
«Con piacere.» Deciso a punire la sua impertinenza, Poseidone<br />
soffiò sull'armata dei draghi, cospargendoli di una nebbiolina<br />
impalpabile che poi si trasformò in vestiti femminili dai colori<br />
delicati.<br />
I loro sibili furiosi e sconvolti gli risuonarono a lungo nelle<br />
orecchie.<br />
Ferma ai margini della sala da pranzo, Brenna si torceva le mani e<br />
guardava Shivawn, in attesa che lui la notasse. Dopo aver lasciato la<br />
caverna era stata accompagnata da lui, ma il guerriero stava<br />
parlando in modo animato con una donna che Brenna non aveva<br />
mai visto, una pallida bellezza dai capelli bianchi che gli carezzava il<br />
petto.<br />
Li osservò con appena una traccia di... gelosia? Non ne era sicura:<br />
quella era un'emozione che non provava da anni. Qualsiasi cosa<br />
fosse, sospettava che nascesse dall'incertezza riguardo al proprio<br />
destino: se Shivawn avesse trovato un'altra donna, l'avrebbero data<br />
a un altro guerriero? Magari a Joachim?<br />
Un'altra domanda si insinuò a tradimento nella sua mente: se<br />
Joachim avesse parlato in tono tanto animato e acceso con un'altra<br />
donna, lei si sarebbe ingelosita? Brenna temeva di conoscere la<br />
risposta.<br />
Solo pensare a lui la faceva fremere e rabbrividire. No, no, no!,<br />
cercò di razionalizzare: Shivawn rappresentava la sicurezza, mentre<br />
Joachim era autoritario e violento, proprio le caratteristiche che lei
più detestava. Perché lo desiderava, allora? Perché non voleva<br />
Shivawn?<br />
Brenna sospirò: mentre si trovava davanti al portale, sul punto di<br />
tornare a casa, una scoperta meravigliosa e allo stesso spaventosa<br />
l'aveva colpita. Voleva lasciarsi alle spalle il passato e cominciare una<br />
vita nuova, libera e colma di gioia.<br />
In quel momento aveva deciso di andare a letto con Shivawn. Poi<br />
però l'immagine di Joachim si era insinuata nella sua mente e ora lei<br />
non sapeva cosa fare.<br />
Voleva cominciare una relazione sessuale, emotiva e intima, ma<br />
con quale dei due uomini? La vita con Shivawn sarebbe stata dolce e<br />
tenera, quella con Joachim eccitante e turbolenta.<br />
Mentre cercava di decidersi, Shivawn si girò verso di lei, ringhiò<br />
qualcosa alla donna, adesso scura in volto, e incontrò lo sguardo di<br />
Brenna. Si fermò a metà di una frase, si avvicinò a grandi passi, la<br />
prese per mano senza una parola e uscì con lei dalla sala da pranzo.<br />
Il sangue di Brenna prese a ribollire alla sola idea di chiudersi in<br />
camera sua, carezzarlo dappertutto e sentire le sue mani su di sé. I<br />
capezzoli le si indurirono frementi... finché si rese conto che<br />
nemmeno in quel momento il viso che le appariva nella mente era<br />
quello di Shivawn.<br />
Un attimo dopo si accorse che non si stavano dirigendo verso la<br />
camera del guerriero. «Dove andiamo?» gli chiese.<br />
I muri vicino alla stanza di Shivawn erano in uno stato diverso da<br />
quelli che vedeva ora. D'un tratto capì e sgranò gli occhi: stavano<br />
andando nella camera di Joachim. Lo sapeva perché in precedenza<br />
l'aveva cercata e trovata: armi minacciose erano appese alle pareti, a<br />
ricordarle che non poteva desiderare un uomo simile. Lo stomaco le<br />
si contrasse per l'ansia e la trepidazione.<br />
«Joachim sta bene?»<br />
«Sì.»<br />
Un attimo dopo arrivarono al drappo che fungeva da porta.<br />
Shivawn non si fermò, non annunciò il loro arrivo, ma si limitò a<br />
entrare, le lasciò la mano e si diresse a un tavolo addossato a una
parete. Si versò da bere dandole le spalle e scolò il bicchiere in un<br />
sorso.<br />
La prima cosa che Brenna notò fu l'assenza delle armi. Non c'era<br />
più una sola spada appesa al muro.<br />
Perché erano state tolte?<br />
Poi puntò lo sguardo su Joachim, seduto sul bordo del letto, i<br />
piedi sul pavimento e i gomiti appoggiati alle ginocchia.<br />
«Brenna» la chiamò, divorandola con gli occhi. Pronunciato da lui,<br />
il suo nome sembrava una carezza sensuale.<br />
Il sangue della donna ribollì, i capezzoli le si indurirono ancor di<br />
più e una sensazione ardente e bagnata si diffuse tra le sue gambe. A<br />
Joachim bastava una parola perché lei fosse pronta. Poi capì che i<br />
due uomini l'avrebbero costretta a scegliere: l'ultima volta era fuggita<br />
dai sentimenti intensi che le provocavano, ma ora no. Le altre donne<br />
del palazzo erano felici e soddisfatte e non avevano paura. Voleva<br />
essere come loro. Presto lo sarebbe stata.<br />
Non sarebbe più scappata, ma poteva mettere a rischio la<br />
sicurezza che di certo avrebbe trovato con Shivawn per la passione<br />
che Joachim poteva darle? Una volta compiuta la propria scelta non<br />
sarebbe più potuta tornare indietro. Quei due guerrieri erano troppo<br />
possessivi e decisi a essere il suo unico amante.<br />
Shivawn non perse altro tempo. «Mi hai fatto aspettare fin<br />
troppo; ti sei imposta un'attesa troppo lunga. Ora metti fine a questa<br />
agonia e dammi una possibilità, Brenna» disse, mettendosi al suo<br />
fianco. Le posò le mani sulle spalle e la fece voltare in modo da<br />
guardarla in faccia. «Non permetterò a un altro uomo di farti del<br />
male. Mi prenderò cura di te, ti darò piacere e ti renderò così felice<br />
che dimenticherai di essere mai stata triste.»<br />
Brenna si morse il labbro inferiore.<br />
«Lui non sarà mai gentile né ti darà mai quello di cui hai<br />
veramente bisogno» aggiunse Shivawn, indicando Joachim e<br />
facendola voltare verso l'altro guerriero.<br />
Brenna incontrò gli occhi dell'uomo seduto sul letto e sentì<br />
contrarsi lo stomaco.
«Guardalo» la incalzò Shivawn. «Perfino adesso c'è in lui qualcosa<br />
di selvaggio. Non riuscirà mai a controllare i suoi accessi di rabbia né<br />
a distruggere i demoni che ti perseguitano.»<br />
Le parole di Shivawn avrebbero dovuto confortarla e assicurarle<br />
che scegliere la sicurezza invece della passione era la decisione giusta,<br />
ma non ebbero l'effetto desiderato. Nessun guerriero era forte come<br />
Joachim. Aveva un temperamento iroso e selvaggio, era vero,<br />
eppure se c'era qualcuno in grado di combattere e distruggere i<br />
demoni del suo passato era proprio lui. Era così vitale!<br />
Joachim non si lanciò in un lungo discorso per contraddire<br />
Shivawn, ma tirò fuori da sotto il cuscino quattro strisce di stoffa e se<br />
le appoggiò alle ginocchia.<br />
«E quelle a cosa servono?» chiese Shivawn sconcertato.<br />
«Legami al letto, Brenna» la esortò Joachim.<br />
Lei fissò la stoffa con un misto di stupore e desiderio. «Perché?»<br />
«Legami al letto.»<br />
Brenna lo guardò in faccia: la sua espressione era dura, risoluta e<br />
così eccitata che gli occhi azzurri parevano ardere. «Perché? Non<br />
capisco» ripeté.<br />
«Non ti dirò che scegliendo Shivawn finirai per odiare te stessa,<br />
anzi, probabilmente sarete felici insieme e tu ti sentirai sempre al<br />
sicuro, ma lui non può riempire il vuoto che hai dentro e darti la<br />
vita che sogni, lo sì. Devi solo fidarti della mia promessa: non ti farei<br />
mai del male. Mai. Piuttosto morirei. E sono disposto a fare qualsiasi<br />
cosa per dimostrartelo.»<br />
«Joachim!» ringhiò Shivawn.<br />
«Legami al letto e controllerai tu la situazione» spiegò Joachim. «Ti<br />
concedo il potere più assoluto su di me. Hai bisogno di recuperare il<br />
controllo e io ti aiuterò a farlo.»<br />
Stava parlando di sesso, di dominio e di resa. Brenna si girò verso<br />
Shivawn: il guerriero rimase in silenzio, rigido e furioso.<br />
«Ho notato che sobbalzi ogni volta che qualcuno arriva da dietro»<br />
proseguì Joachim. «Più tardi ti mostrerò i vantaggi di avere un uomo
alle spalle, ma ora è il momento di sperimentare il piacere del<br />
dominio.»<br />
Quel guerriero forte e imponente era pronto a rinunciare al<br />
controllo per lei. Brenna fu scossa da un lungo fremito: voleva la<br />
passione e nessuno poteva dargliela più di Joachim. L'aveva già<br />
ammesso con se stessa, ma allo stesso tempo quella consapevolezza<br />
le faceva paura. Lui le faceva paura. Così aveva cercato di<br />
convincersi che Shivawn fosse l'uomo adatto a lei. Forse per un po' ci<br />
sarebbe riuscita, ma prima o poi avrebbe dovuto ammettere la<br />
verità.<br />
Era Joachim che desiderava, solo che non aveva voluto<br />
accettarlo. Lui stava correndo un rischio, offrendole di legarlo, e lei<br />
non poteva essere da meno.<br />
Non voglio più avere paura.<br />
Si girò a guardare Shivawn con gli occhi pieni di lacrime. Era così<br />
buono, gentile e premuroso, ma era anche ciò che non le serviva<br />
più: una guardia del corpo. Ora poteva badare a se stessa. Era in<br />
quel palazzo da giorni e nessuno l'aveva aggredita.<br />
«Puoi anche andartene senza scegliere nessuno dei due» disse<br />
Joachim con voce roca. «Noi non ti fermeremo.»<br />
Scappare e ritrovarsi di nuovo al sicuro nel suo piccolo mondo,<br />
senza dolore, ma anche senza piacere.<br />
Non voglio più scappare.<br />
«Mi dispiace tanto, Shivawn» mormorò Brenna con voce<br />
tremante. «Volevo che fossi tu, ma...»<br />
«Non dire altro» la interruppe lui. La studiò rigido, poi si rivolse a<br />
Joachim. «È tua. Rinuncio a ogni pretesa su di lei.»<br />
«Grazie» rispose l'altro teso.<br />
Shivawn le lanciò un ultimo sguardo, annuì e uscì a grandi passi,<br />
lasciandola sola con Joachim.<br />
Brenna trasalì, raccolse tutto il suo coraggio e si girò verso di lui:<br />
ora era il suo uomo.<br />
E lei non avrebbe più permesso alla paura di dominare la sua vita.
L'aveva scelto e le dispiaceva solo di averci messo così tanto a<br />
capire la profondità del suo onore. Joachim si fidava di lei al punto<br />
da lasciarsi legare al letto. Lei l'avrebbe ricambiato credendo al suo<br />
impegno di non farle mai del male.<br />
Pronta a cominciare una nuova vita, si fece avanti con il cuore che<br />
batteva all'impazzata. Quando fu di fronte a lui, Joachim si alzò,<br />
stringendo in pugno le strisce di stoffa.<br />
Il suo sguardo era duro e implacabile. «Il tuo aggressore ha usato<br />
le mani o un'arma? In questo caso, voglio che tu usi la stessa arma<br />
con me.»<br />
All'inizio Brenna non rispose, non permise a quel ricordo atroce di<br />
contaminare un momento così prezioso. «Le mani» mormorò infine.<br />
Lui annuì e le passò le strisce di stoffa, poi si slacciò i pantaloni e li<br />
lasciò cadere a terra, mostrandole la sua virilità eccitata.<br />
«Vieni qui» disse, stendendosi sul letto. «Legami.»<br />
Con mani tremanti, Brenna si chinò a legargli i polsi e le caviglie<br />
alle colonnine del letto, poi si raddrizzò e fissò quella magnifica<br />
figura che si offriva al suo dominio.<br />
Joachim la fissò in silenzio, con intensità.<br />
Brenna sentì cedere le ginocchia: sapeva che cosa si aspettava, che<br />
cosa voleva. Ora toccava a lei spogliarsi. Dopo l'aggressione aveva<br />
smesso di andare in palestra e si era resa meno attraente possibile.<br />
Joachim avrebbe trovato poco desiderabile il suo corpo?<br />
Slacciò i nastri che trattenevano il vestito su una spalla, rivelando<br />
il seno, e spiò ansiosa la sua reazione: negli occhi azzurri di Joachim<br />
non c'era delusione, ma solo un desiderio ardente. Brenna perse un<br />
po' di incertezza e sentì crescere l'eccitazione, mentre lui la divorava<br />
con lo sguardo.<br />
«Sei bella, Brenna.»<br />
La veste cadde ai suoi piedi, raggiungendo i pantaloni di Joachim<br />
sul pavimento. Ora erano tutti e due nudi. Brenna arrossì sentendo il<br />
suo sguardo su di sé. Un tempo l'idea di andare a letto con un uomo<br />
l'avrebbe paralizzata. Adesso non vedeva l'ora.<br />
«Chiudi gli occhi» le disse Joachim.
Lei non pensò neanche di mettersi a discutere.<br />
«Immaginati che sia dietro di te. Immagina le mie mani che ti<br />
carezzano le spalle e il seno, che prendono i tuoi capezzoli tra le<br />
dita.»<br />
Sì. sì. Lo vide nella mente, come era già successo in precedenza,<br />
ma questa volta l'immagine era più nitida. Gli avrebbe appoggiato la<br />
testa sulla spalla, facendogli il solletico con i capelli, e le sue dita<br />
l'avrebbero toccata dappertutto.<br />
Quelle fantasie erano meravigliose come la realtà, o quasi. Brenna<br />
era già bagnata.<br />
«Voglio leccarti» dichiarò Joachim.<br />
«Sì» lo incoraggiò lei senza fiato.<br />
Salì sul letto senza esitare e si mise a cavalcioni su di lui; la sua<br />
erezione la sfiorava tra le gambe, con un tocco intimo, ma senza<br />
ancora penetrarla, e lei gemette di piacere e desiderio.<br />
«Chinati in avanti» la incalzò Joachim.<br />
Anche legato, restava un guerriero. Per la prima volta un fremito<br />
di paura la scosse, ma poi lei si ripeté che era protetta, al sicuro, e<br />
strisciò su di lui fino a che il seno gli sfiorò la bocca. Mentre Joachim<br />
la succhiava con foga, dissolvendo ogni paura e colmandola di<br />
piacere, i suoi riccioli neri ricaddero su di loro come una cortina<br />
lucente. Il contatto con la sua bocca ardente non assomigliava a<br />
nulla che Brenna avesse sperimentato in precedenza. Le sue labbra<br />
parevano cariche di elettricità, che poi si diffondeva in tutto il corpo.<br />
Emise un gemito roco e spezzato.<br />
Mentre Joachim le succhiava i capezzoli, lei continuò con le<br />
fantasie: se le sue mani fossero state libere, le avrebbero carezzato la<br />
schiena e poi le natiche. Nella sua immaginazione le mani erano<br />
seguite dalla bocca; bagnata e fremente, si strusciò su e giù contro il<br />
membro di Joachim.<br />
«Hai un sapore divino» dichiarò lui.<br />
Brenna immaginò le sue mani che la facevano rialzare, per poi<br />
insinuarsi dentro di lei, nel centro caldo e bagnato. Un altro gemito<br />
di assoluto piacere le sfuggì dalle labbra.
Joachim le succhiò un capezzolo con forza deliziosa.<br />
«Sì» rantolò lei, incapace di dire altro.<br />
«Vuoi che ti lecchi tra le gambe?»<br />
«Oh, sì.» Brenna non tentò nemmeno di negarlo: lo desiderava<br />
con una intensità disperata.<br />
«Vieni qui.» Joachim aveva la pelle imperlata di sudore e la<br />
mascella tesa.<br />
Lei si mosse piano in avanti fino a che il punto di unione delle<br />
cosce si trovò vicinissimo al suo viso.<br />
«Più in basso» le ordinò Joachim con un ringhio roco.<br />
Brenna calò su di lui e sentì la lingua, le labbra e i denti che le<br />
procuravano sensazioni intense e inebrianti. Gridò di piacere e<br />
dimenò i fianchi a un ritmo selvaggio e incontrollabile.<br />
«Vieni, Brenna. Vieni per me.» Un attimo dopo lei esplose, tutto il<br />
corpo scosso da un orgasmo possente, mentre Joachim continuava a<br />
succhiarla e leccarla fino a quando le sembrò di non riuscire più a<br />
reggere altro piacere. «Prendimi dentro di te.»<br />
Lei si mise a cavalcioni di Joachim senza la minima esitazione, si<br />
sollevò, posizionò il suo membro tra le proprie gambe e poi si lasciò<br />
scivolare verso il basso, in modo che affondasse tutto in lei. Era<br />
enorme e Brenna non lo faceva da tanto tempo, ma subito si sentì<br />
più viva e fremente che mai.<br />
Joachim ruggì.<br />
Brenna invocò il suo nome più e più volte, con voce roca e<br />
spezzata. Non poteva fame a meno: era nella sua testa, marchiato a<br />
fuoco in ogni cellula del suo corpo. «Joachim! Joachim!»<br />
Era sazia e al sicuro e presto, lo sentiva, avrebbe provato un<br />
nuovo, travolgente orgasmo.<br />
Gli posò le mani sul petto. I loro visi erano vicinissimi, i respiri si<br />
mescolavano.<br />
«Baciami» le disse Joachim.<br />
Lei obbedì e lanciò un gridolino di piacere, subito soffocato dalle<br />
labbra del guerriero. Calda, dura, gentile, veloce e lenta, la lingua di
Joachim si intrecciò alla sua mentre Brenna lo cavalcava persa in un<br />
piacere assoluto, selvaggio e inebriante.<br />
«Basta con le paure» disse Joachim.<br />
«Basta» confermò lei ansimante.<br />
«Vieni per me, dolcezza» la incitò lui, tendendosi contro i lacci che<br />
lo bloccavano. «Mostrami quanto ti piace avermi dentro di te.»<br />
Brenna esplose per la seconda volta. L'orgasmo fu così intenso che<br />
un velo nero le oscurò la vista. Non riusciva a respirare e allo stesso<br />
tempo si sentiva viva come non le era mai successo in vita sua. Urlò<br />
il suo nome e per una volta non si curò della voce roca e spezzata<br />
conseguenza dell'aggressione.<br />
«Brenna.» Joachim ruggì a lungo, sollevò i fianchi e affondò<br />
ancora più in profondità.<br />
Lei gli crollò sul petto. «Grazie» ansimò.<br />
«Slegami» le ordinò lui rauco.<br />
Brenna obbedì senza esitare.<br />
Le sue braccia la strinsero subito, cullandola con dolcezza.<br />
«Basta con le paure» ripeté Joachim.<br />
«Basta» concordò lei. Se in quel momento le avesse chiesto di<br />
sposarlo o di diventare la sua schiava, avrebbe acconsentito senza<br />
pensarci due volte. Il suo calore l'avvolgeva come una nuvola<br />
meravigliosa ed eccitante.<br />
«Sei mia» dichiarò lui.<br />
«Tua» confermò lei. Chiuse gli occhi e sentì le palpebre diventare<br />
sempre più pesanti. Sentiva arrivare quel sonno sereno che si era<br />
negata a lungo. «Non lasciarmi andare.»<br />
«Mai.»<br />
Brenna si addormentò sorridendo.<br />
Shivawn rimase a lungo in corridoio. Avrebbe voluto che Brenna<br />
scegliesse lui, ma ormai doveva ammettere che la donna aveva<br />
sempre desiderato Joachim, pur cercando di soffocare quell'impulso.
Era furioso: Brenna era bella, appassionata e gentile, ma non era la<br />
compagna per lui. Poteva proteggerla e darle piacere, però lei<br />
avrebbe sempre desiderato Joachim.<br />
Il cugino del re era il suo compagno, ormai era chiaro. E lui era<br />
solo.<br />
Forse un giorno avrebbe trovato una donna disposta ad amarlo<br />
in quel modo assoluto.<br />
Si rese conto che Alyssa gli stava davanti e la fissò accigliato. Lei<br />
ricambiò il suo sguardo torvo.<br />
«Hai l'odore degli umani» commentò piatta. «Sei stato con una di<br />
loro? È la tua compagna?»<br />
Shivawn si mise a camminare a grandi passi. «Non sono affari<br />
tuoi» borbottò.<br />
Alyssa gli tenne dietro. «Lo è?» insistette.<br />
«No» scattò lui.<br />
«Ti avevo detto che avrei soddisfatto le tue esigenze» rispose lei<br />
nello stesso tono. «Saresti dovuto venire da me.»<br />
«E io ti ho risposto di no.» Alyssa era bella, ma Shivawn non<br />
intendeva toccarla: non condivideva la predilezione di Valerian per i<br />
vampiri.<br />
Quella razza aveva bisogno di sangue per sopravvivere e a volte<br />
ne prendeva troppo. Shivawn aveva commesso l'errore di andare a<br />
letto con una vampira una volta sola e ne era quasi morto. Aveva<br />
giurato di non ripetere mai più quell'esperienza. Alyssa lo sapeva,<br />
eppure ogni volta che veniva in visita lo cercava.<br />
«Addio» la congedò, allontanandosi veloce.<br />
Lei lo inseguì comunque e gli si piazzò davanti con un balzo. «Ho<br />
sempre saputo che un giorno ti avrei avuto, Shivawn. Ho deciso che<br />
quel giorno è arrivato» dichiarò, fissandolo con uno sguardo<br />
ardente.<br />
Gli prese le labbra con un bacio impetuoso, insinuandovi a forza<br />
la lingua, e il suo sapore lo riempì. Non sapeva di morte né sangue,<br />
ma di donna e Shivawn si trovò a rispondere a quell'assalto
inaspettato. Provava disgusto per se stesso, ma forse stare con Alyssa<br />
lo avrebbe aiutato a dimenticare la sua solitudine.<br />
«Una notte» ringhiò. «Non ti darò altro.»<br />
Una luce trionfante si accese negli occhi della donna vampiro e le<br />
labbra rosse si incurvarono in un sorriso sensuale. «È tutto quello che<br />
chiedo.»
Capitolo 25<br />
Con l'acqua calda della vasca che le carezzava la pelle, Shaye inalò<br />
il profumo dolce e inebriante di orchidea. Il suo corpo era<br />
dolorante, lo spirito rinvigorito.<br />
Valerian era seduto dietro di lei e le massaggiava le spalle con<br />
tocco esperto. Sapeva dove strofinare e quanto premere per<br />
ottenere il massimo risultato. La testa di Shaye ciondolò e si posò<br />
sulla sua spalla.<br />
«Grazie per avermi regalato la tua verginità» mormorò il re dei<br />
ninfi.<br />
«È stato un piacere.» Era vero: Shaye non aveva mai goduto<br />
tanto. Non immaginava che perdere il controllo potesse essere così<br />
meraviglioso.<br />
Nelle ore incantevoli passate insieme si era resa conto di non aver<br />
dato a Valerian solo il suo corpo, ma anche pezzi di se stessa,<br />
proprio come temeva. Aveva cercato di opporsi, ma alla fine non<br />
era stato possibile evitarlo. E comunque era certa che tutto sarebbe<br />
andato bene.<br />
Valerian era un ninfo e come tale adorava il sesso in dosi<br />
abbondanti, ma sarebbe sempre tornato da lei. Shaye era disposta a<br />
fidarsi di lui. Non ad amarlo, assicurò a se stessa, decisa a rifiutare<br />
quella particolare emozione. Però poteva concedergli piena fiducia.<br />
Sarebbe stata dura, non ne dubitava, ma pur di averlo vicino era<br />
pronta anche a provarci.<br />
«Le tue ferite sono guarite» notò stupita.<br />
«Sì.»<br />
«Ne sono felice.»<br />
«Anch'io.»<br />
«Ora puoi dirmi qual è il punto più segreto e sensuale del corpo<br />
di una donna.»
«Mmh... te lo dirò in cambio di un bacio.»<br />
Shaye adorava la sua mania di mercanteggiare. «Va bene» cedette,<br />
sfregandosi maliziosa contro il membro premuto contro il suo<br />
fondoschiena.<br />
«Mi piace quando ti muovi in questo modo» sibilò lui. «Continua<br />
così e finirò per rivelarti tutti i miei più oscuri segreti.»<br />
Shaye si mosse su e giù.<br />
Le mani di Valerian le strinsero la vita. «Chiudi gli occhi» le ordinò<br />
con dolcezza.<br />
Avevano fatto l'amore solo un'ora prima, ma sembrava già<br />
un'eternità. Shaye aveva bisogno di sentirlo di nuovo dentro di sé.<br />
Quell'uomo era come una droga.<br />
«Shaye... chiudi... gli... occhi» scandì.<br />
Lei obbedì. Le mani di Valerian scesero sulle spalle, le carezzarono<br />
il collo e indugiarono sul seno.<br />
«Immagina quello che ti sto facendo.»<br />
Nella mente Shaye riuscì a distinguere le grandi mani che<br />
coprivano il seno pallido e i capezzoli rosa che facevano capolino tra<br />
le dita. Un piacere ardente la folgorò e le sue gambe si aprirono da<br />
sole in un invito silenzioso ed eloquente.<br />
Una mano di Valerian scivolò fino allo stomaco. Shaye la sentì e<br />
la vide nella mente. Lo immaginò dietro di sé, con una mano tra le<br />
sue gambe, intenta a separare i suoi petali morbidi e bagnati. Non la<br />
toccò dove ne aveva più bisogno, però, ma rimase fermo vicino<br />
all'umida entrata.<br />
«Cosa vedi?» le chiese. La voce era tesa, come se restare immobile<br />
richiedesse tutta la sua forza.<br />
«Noi due.»<br />
«Mi vedi mentre ti lecco o infilo le dita dentro di te?» le domandò<br />
lui pressante.<br />
«S... sì... Dita...» annaspò lei.<br />
«Si muovono lentamente o ti martellano uscendo e rientrando?»
Shaye non riuscì più a fermare l'ondata di immagini, ma lui non<br />
faceva ancora ciò di cui aveva un disperato bisogno. Spinse i fianchi<br />
avanti e indietro, fremente. «Toccami, ti prego» lo implorò.<br />
«Allora, che cosa vedi? Vado piano o veloce?»<br />
«Veloce.»<br />
Lui le pizzicò un capezzolo e una fitta di desiderio la trafisse tra le<br />
gambe come una lancia.<br />
«Raggio di luna, la mente ti mostra le cose di cui il tuo corpo ha<br />
bisogno prima ancora che tu lo sappia.»<br />
Basta con i discorsi, avrebbe voluto gridare. Facciamo l'amore.<br />
«Non capisco.»<br />
«La parte più erotica del corpo di una donna è la sua mente» le<br />
spiegò Valerian. «Suggerendole le immagini giuste, un uomo può<br />
aumentare di cento volte il suo piacere.» Le mordicchiò l'orecchio.<br />
«Chinati in avanti, raggio di luna.»<br />
Lei lo fece e l'acqua le lambì il clitoride in una carezza che la fece<br />
rabbrividire di intenso piacere.<br />
«Aggrappati al bordo della vasca.»<br />
Lei lo assecondò. Ora il seno e i fianchi erano fuori dall'acqua.<br />
Rimase ferma, in ansiosa attesa del suo tocco, con i capelli bagnati<br />
sciolti sulle spalle e la schiena.<br />
«Valerian?» lo chiamò impaziente.<br />
«Sei magnifica» dichiarò lui in tono reverente. Poi seguì con un<br />
dito il contorno del tatuaggio sul fondoschiena, procurandole un<br />
nuovo fremito. «Mi piace. Un teschio con in cima un bel fiocco,<br />
segno che sei un guerriero e anche una donna.» Sfiorò il tatuaggio<br />
con le labbra e con la lingua avida e calda e continuò a baciarla su<br />
per la schiena, fino al collo, scostandole i capelli umidi.<br />
«La prima volta che ti ho visto ho pensato che fossi un dio uscito<br />
dal mare» gli confessò Shaye.<br />
«E io ho pensato che tu fossi la cosa di cui avevo più bisogno in<br />
vita mia.»
Shaye si leccò le labbra, poi le morse per soffocare il grido di<br />
piacere che le era salito in gola sentendo il suo membro turgido<br />
premere contro di lei.<br />
«Sei così stretta» commentò Valerian.<br />
«Ancora» lo incalzò lei. «Di più.»<br />
Lui spinse un po' in avanti.<br />
«Ancora, ancora, ancora.»<br />
Si tuffò dentro di lei. Shaye sussultò e lui emise un basso ringhio,<br />
ma non si mosse. «Sai qual è il punto più erotico del corpo di un<br />
uomo, raggio di luna?»<br />
Consumata da un bisogno ardente, Shaye non riusciva a parlare.<br />
«Il suo cuore» rispose Valerian.<br />
Lei venne urlando, scossa da un orgasmo esplosivo. Lui cominciò<br />
a incalzarla con spinte potenti, aumentando il suo piacere.<br />
«Shaye... ti... amo» ruggì.<br />
«Sto trascurando i miei ospiti» disse Valerian molto più tardi. Era<br />
sdraiato sul letto, con Shaye stretta fra le braccia, e non voleva<br />
lasciarla andare. Erano entrambi nudi e lui era tentato di rimanere<br />
così per sempre.<br />
Adorava il modo in cui le curve della compagna aderivano alle<br />
sue in una combinazione perfetta.<br />
«Quali ospiti?» chiese lei sbadigliando.<br />
«I vampiri. Ci hanno aiutato a scacciare i draghi, dandoci un po' di<br />
respiro.»<br />
«Dovrei scappare urlando, ma sono troppo stanca per avere<br />
paura di loro. Ti dispiace di averli ignorati?» Shaye passò la punta<br />
delle dita sullo stomaco piatto e muscoloso.<br />
«Tutt'altro. È un grande piacere» rispose lui, eccitato dal suo tocco<br />
e dalle sue parole.
Shaye indugiò ridacchiando sull'anellino appeso a un capezzolo.<br />
Valerian adorava la sua risata e si rese conto di non averla mai<br />
sentita prima di allora. «Quanti anni hai?»<br />
«Venticinque. E tu?»<br />
«Molti di più. Sono più vecchio di te di centinaia di anni.»<br />
Shaye rimase a bocca aperta. «Stai scherzando, vero?»<br />
«No. È proprio così.»<br />
«Dunque non invecchi mai? Sei immortale?»<br />
«Invecchio, ma più lentamente degli umani.»<br />
Tutto il corpo di Shaye si irrigidì. «Mi stai dicendo che se rimarrò<br />
qui io invecchierò e tu resterai come sei adesso?»<br />
«Ora vivi ad Atlantide, amore. Anche il tuo invecchiamento<br />
rallenterà.»<br />
Lei si rilassò. «Ah» sospirò sollevata.<br />
«La vita in superficie ti manca come prima?» non poté fare a meno<br />
di chiederle Valerian.<br />
«È difficile rispondere.»<br />
«Mi basta un sì o un no.» Valerian non voleva che Shaye sentisse<br />
la mancanza della sua vecchia vita. Voleva che fosse felice con lui. Se<br />
gli avesse risposto di sì, il desiderio di farla felice e quello di averla<br />
vicina si sarebbero scontrati.<br />
«Non ne sono sicura» ammise alla fine Shaye con un sospiro. «Non<br />
sono molto legata alla mia famiglia. Non lo sono mai stata, anche se<br />
mi sarebbe piaciuto sentirmi più vicina a loro.»<br />
«Perché?» Se suo fratello Verryn fosse sopravvissuto, Valerian non<br />
riusciva a immaginare un rapporto simile tra di loro.<br />
«Volevano che fossi ciò che non ero.»<br />
«Ossia?»<br />
«Dolce.»<br />
«Ma tu sei dolce. Fingi il contrario, ma sei il bocconcino più dolce<br />
che io abbia mai assaggiato.»
Valerian riusciva a vederle nell'anima, a scorgere la donna che<br />
Shaye aveva sempre desiderato essere in segreto. Sua madre non ci<br />
era mai riuscita.<br />
«Com'è possibile che la tua famiglia non si accorga di quanto sei<br />
dolce?»<br />
Lei gli prese il viso tra le mani. «Grazie di averlo detto.»<br />
Valerian avvertì una stretta al petto. Quella donna possedeva il<br />
suo cuore e ora lui voleva che gli concedesse il proprio. «Sei riuscita a<br />
creare i tuoi anti-biglietti qui?»<br />
«Sì.»<br />
«Se dovessi farne uno per me, cosa ci sarebbe scritto?»<br />
Shaye gli appoggiò la testa alla spalla. «Mmh, vediamo un po'...<br />
Sei sicuro di volerlo sapere?»<br />
«Sì.»<br />
Lei indugiò ancora. «Spero che non mi spezzerai il cuore. Se ci<br />
provi, ti spacco la faccia» rispose infine.<br />
Valerian si irrigidì, man mano che si rendeva conto del significato<br />
di quella frase. Aveva l'impressione che il sangue avesse smesso di<br />
scorrergli nelle vene e il respiro si fosse raggelato nei polmoni. La<br />
testa prese a girargli, mentre un'emozione dopo l'altra lo investiva.<br />
«Stai dicendo che ti fidi di me al punto da concedermi il tuo cuore?»<br />
Aveva quasi paura di chiederglielo, nel timore di avere capito male il<br />
vero senso di quella frase.<br />
Era un guerriero che per tutta la vita si era fatto beffe del pericolo<br />
e ora aveva paura che quella donna pallida e sottile lo respingesse.<br />
«Più o meno. Non sto dicendo che ti amo o roba del genere» si<br />
affrettò a precisare Shaye presa dal panico. «Confido però che non<br />
starai con un'altra donna mentre sei con me.»<br />
«Raggio di luna, io desidero solo te.»<br />
«Lo dici adesso, ma cosa succederà più tardi, quando non sarò più<br />
una novità eccitante?»<br />
Valerian avvertì la sua vulnerabilità, la fece girare sulla schiena e la<br />
guardò. «Tu sei la mia compagna. Te l'ho già detto, ma non credo
che tu abbia capito cosa significa. Non desidero più nessun'altra<br />
donna. Nessuna mi tenta o mi eccita. Solo tu. È così che vanno le<br />
cose, quando un ninfo trova la sua compagna. È un legame che dura<br />
per sempre.»<br />
Lo sguardo di Shaye si addolcì. Lui comprese che voleva credergli.<br />
«Va bene. Vediamo come va nei prossimi giorni» gli concesse cauta.<br />
«Dunque resterai con me?»<br />
«Sì.» Sembrava irradiare vulnerabilità.<br />
Un'ondata di gioia esplose in lui. Non era ancora completa, però.<br />
«Vuoi restare con me, però non mi ami?» volle sapere.<br />
«Esatto. L'amore complica sempre le cose.»<br />
«Amo il modo in cui i tuoi capezzoli premono contro il mio<br />
petto. Non è complicato.»<br />
Shaye strinse le labbra. «Non è questo che intendevo, lo sai.<br />
Amare qualcuno significa permettergli di farti ogni genere di brutte<br />
cose, perché tanto sa che lo perdonerai.»<br />
«Che tipo di brutte cose ti hanno fatto le persone che amavi?»<br />
chiese piano Valerian. Era pronto a uccidere chiunque, uomo o<br />
donna, avesse fatto soffrire la sua compagna.<br />
«Sono stata abbandonata, respinta e dimenticata» gli confessò lei<br />
tesa. «Inoltre ho visto come hai scacciato le donne con cui sei stato<br />
prima che arrivassi qui.»<br />
«Non ti aspettavo, raggio di luna. È stata una sorpresa. Non posso<br />
cancellare quello che ho fatto in passato, ma hai la mia parola<br />
d'onore che non mi stancherò mai di te. Con il tempo te ne renderai<br />
conto da sola.» Valerian fece una pausa e la fissò con intensità. «Hai<br />
detto che rimarrai, lo so, ma mi piacerebbe un impegno da parte<br />
tua. Promettimi che mi darai il tempo di dimostrare i miei sentimenti<br />
e le mie intenzioni nei tuoi confronti.»<br />
Shaye lo scrutò attenta. Ciò che gli lesse in faccia dovette<br />
confortarla, visto che gli rivolse un lento sorriso e annuì. «Hai la mia<br />
parola.»<br />
Valerian sospirò di gioia e di sollievo. Si chinò a sfiorarle le labbra<br />
con le proprie e intrecciò le dita a quelle sottili di lei, per poi
sollevarle dietro la sua testa. Quel movimento fece sì che il seno di<br />
lei gli premesse ancora di più contro il petto.<br />
Shaye si leccò le labbra e socchiuse gli occhi.<br />
«Tu hai conosciuto soltanto il lato peggiore dell'amore, io il<br />
migliore. I miei genitori si adoravano ed erano completamente<br />
devoti I' uno all'altra» le raccontò lui.<br />
«Dove sono adesso?»<br />
«Sono morti molti anni fa. Mio padre è stato ucciso in battaglia e<br />
mia madre è morta di dolore poco dopo.»<br />
Dio mio, pensò Shaye. Essere così devoto a qualcuno da perdere<br />
ogni gioia di vivere senza di lui! Sembrava una storia da film, eppure<br />
una parte di lei che non voleva riconoscere capiva un atteggiamento<br />
del genere. Quella prospettiva la spaventava, ma per la prima volta<br />
le pareva anche eccitante.<br />
«Mi dispiace che tu li abbia persi» disse piano.<br />
«Hai visto? Ecco che mostri di nuovo la tua dolcezza» le fece<br />
notare Valerian.<br />
«Come osi dire una cosa simile?» ridacchiò lei. «Ti devo ricordare<br />
che sono una stronza senza cuore.»<br />
«E odi le cose che ti faccio.»<br />
«Oh, sì, le detesto» concordò Shaye ridendo.<br />
Valerian le soffiò nell'orecchio, poi prese a leccarle il lobo. Lei gli<br />
affondò le mani tremanti nei capelli.<br />
«Proprio come odi me» sussurrò lui.<br />
«Sì» sussurrò lei. «Ti odio moltissimo.»<br />
«Bene. Ti odierò così tanto che non riuscirai a immaginare la vita<br />
senza di me» dichiarò Valerian entrando in lei di slancio.
Capitolo 26<br />
Lasciare Shaye addormentata nel suo - anzi, nel loro - letto fu la<br />
cosa più difficile che Valerian avesse mai fatto. I capelli chiarissimi<br />
erano sparsi sulle lenzuola viola, eterei come un sogno, i lineamenti<br />
erano rilassati, le labbra gonfie e rosee per i baci.<br />
Si vestì in fretta, prima di perdere la forza di andarsene. Come<br />
padrone di casa, era suo dovere occuparsi degli ospiti. Inoltre voleva<br />
verificare le difese del palazzo e accertarsi che fossero abbastanza<br />
forti da resistere all'attacco dei draghi.<br />
La tregua che i vampiri gli avevano concesso non sarebbe durata a<br />
lungo. Prima o poi Darius sarebbe tornato, lo sapeva. Sperava solo<br />
che accadesse il più tardi possibile, in modo da avere il tempo di<br />
rafforzare il legame con Shaye.<br />
Non poté resistere alla tentazione di sfiorarle la punta del naso<br />
con un bacio, il che si rivelò un errore. Lei mormorò qualche parola<br />
incomprensibile, una delle quali era forse il suo nome, e Valerian<br />
tornò subito a eccitarsi.<br />
Vattene ora, prima di non poterlo più fare.<br />
Allontanarsi richiese tutta la sua concentrazione, ma alla fine ci<br />
riuscì. Shaye aveva deciso di rimanere e avrebbe di certo trasformato<br />
il palazzo con piccoli tocchi della sua personalità.<br />
Le stanze si sarebbero riempite dei fiori che lui le avrebbe<br />
procurato con piacere. Immaginava già dipinti, pietre colorate,<br />
cuscini cosparsi di perline; l'avrebbe accompagnata in città,<br />
comprandole tutto ciò che voleva, tutte le cose che le donne<br />
usavano per rendere intima e accogliente una casa. Non le sarebbe<br />
mancato niente. Lui avrebbe esaudito ogni suo desiderio.<br />
Entrò in sala da pranzo ridacchiando euforico. I vampiri erano<br />
seduti a tavola e molti di loro avevano in mano un bicchiere pieno<br />
di qualche tipo di sangue.
C'erano anche diversi ninfi, anche se la maggioranza era in<br />
servizio o con la propria amante. Tra i presenti non c'erano donne.<br />
Seduto a capotavola, Layel lo vide e gli fece cenno di avvicinarsi.<br />
«Ti comporti già come il re di questo posto, eh?» lo prese in giro<br />
Valerian, sedendo accanto all'amico.<br />
«Naturalmente.» Layel prese un sorso dal suo calice. «Non credo<br />
di averti mai visto così sazio e soddisfatto, Valerian» aggiunse.<br />
«La vita con una compagna mi piace.»<br />
«Già, la ricordo bene» concordò il re dei vampiri, gli occhi velati<br />
di tristezza.<br />
Layel aveva perso la sua compagna molto tempo prima. Era stata<br />
una discendente degli umani che gli dei avevano bandito dalla<br />
superficie e inviato là per punizione. Un gruppo selvaggio di draghi<br />
l'aveva violentata e bruciata; facevano parte delle forze del tutore di<br />
Darius, Javar, ma Layel non si curava del fatto che lui fosse<br />
innocente. Odiava tutti i draghi e viveva solo per distruggerli.<br />
Valerian ricordava bene la sua devastazione, quando aveva<br />
scoperto i resti inceneriti della compagna.<br />
«I draghi hanno catturato un gruppo di ninfe» gli raccontò. «Non<br />
posso tollerarlo.»<br />
«Sarà un piacere trovarle e restituirtele» gli assicurò il re dei<br />
vampiri.<br />
«No. Manderò i miei uomini a cercarle, ma così facendo il palazzo<br />
resterà sguarnito.»<br />
«Vuoi che restiamo qui?»<br />
«Se possibile.»<br />
Layel non esitò. «Hai bisogno di noi, quindi rimaniamo. Non c'è<br />
altro da discutere.»<br />
Era sempre stato così, leale e generoso, per questo la loro amicizia<br />
era tanto preziosa per Valerian. Non erano molti gli abitanti di<br />
Atlantide pronti ad aiutare una razza diversa dalla propria.
Chi suscitava l'ira del re dei vampiri, però, diventava un nemico<br />
mortale. Layel non dimenticava mai i torti subiti e viveva per<br />
vendicarli.<br />
Valerian gli diede una pacca riconoscente sulla schiena. «Grazie,<br />
amico mio. Se mai avrai bisogno di aiuto, conta su di me.»<br />
Il volto di Layel era pallido come quello di Shaye, ma ora si coprì<br />
di un lieve rossore. «Sei un caro amico, Valerian.»<br />
«Anche tu.» Il re dei ninfi si alzò. «Prendi tutti gli animali che ti<br />
servono per bere il loro sangue. Se vuoi una donna, dovrai cercarla<br />
da solo nella Città Esterna, visto che si nascondono tutte da noi.»<br />
Layel scoppiò in una risata tonante. «Questo dimostra che sono<br />
intelligenti.»<br />
Valerian non gli offrì le donne umane che ormai risiedevano nel<br />
palazzo e Layel non gliele chiese. Un ninfo poteva condividere<br />
l'amante con altri ninfi, ma non con le creature di una razza diversa.<br />
Le donne a quel punto avrebbero avuto addosso il loro odore e<br />
nessuno voleva sentirlo sulla propria amante. Be', non era del tutto<br />
vero: alcuni dei suoi guerrieri trovavano eccitante quella situazione.<br />
«Parleremo ancora tra poco. Ora devo controllare le difese del<br />
palazzo» annunciò.<br />
Layel non si lasciò ingannare. «Ti conosco, Valerian. Non dubito<br />
che le difese del palazzo ti interessino, ma il tuo vero scopo è<br />
ritornare a letto con la tua compagna.»<br />
Il re dei ninfi ridacchiò malizioso. «Mi conosci troppo bene,<br />
Layel.»<br />
Una mano dura e callosa tappò la bocca a Shaye. Lei si svegliò di<br />
colpo, ma il grido che le era salito in gola si ridusse a un mormorio<br />
strozzato. Sapeva che la mano non era di Valerian: l'odore era<br />
diverso, non faceva pensare a una tempesta erotica pronta a<br />
scoppiare.<br />
Apparteneva forse a un vampiro? Valerian aveva accennato al<br />
loro arrivo nel palazzo. Colta dal panico, si dibatté e colpì con un<br />
pugno qualcosa di solido.
«Non muoverti, donna» le intimò una voce profonda. «Non ti<br />
faremo del male.»<br />
Shaye continuò a tirare calci e pugni.<br />
«Noi non ti faremo del male» ripeté la voce dallo strano accento.<br />
«Per favore, stai ferma.»<br />
Noi? Shaye si guardò intorno nell'oscurità. Cosa non avrebbe dato<br />
per una torcia! Anzi, meglio ancora per un pugnale o una pistola.<br />
«Se mi costringerai, ti farò perdere i sensi. E la cosa non piacerà a<br />
nessuno dei due» la minacciò il misterioso aggressore.<br />
Shaye si immobilizzò. Se avesse perso i sensi non sarebbe stata di<br />
alcuna utilità a Valerian. Se invece fosse riuscita a liberarsi, sarebbe<br />
potuta scappare e andare in cerca del suo aiuto.<br />
«Bene. Ora toglierò la mano dalla tua bocca. Se attirerai qui il tuo<br />
amante, lo uccideremo senza esitare. Capito?»<br />
Shaye assentì in silenzio, ma dentro urlava atterrita. Valerian era<br />
forte, ma era pur sempre fatto di carne e ossa, e lei non sapeva<br />
quanti uomini fossero entrati in camera e che armi avessero.<br />
Doveva avvertirlo senza attirarlo in un'imboscata, ma in che<br />
modo?<br />
Come promesso, l'uomo tolse la mano dalla sua bocca e lei trasse<br />
un respiro tremante. «Chi siete? Cosa volete?»<br />
«Siamo draghi e vogliamo solo riportarti a casa, in superficie.»<br />
Draghi! I nemici di Valerian. «lo sono a casa.»<br />
«È quello che hanno detto anche le altre, ma non sono riuscite a<br />
distoglierci dal nostro proposito.»<br />
«Non potete portarmi via. Non ve lo permetterò, lo voglio<br />
restare qui con Valerian.» Gli aveva promesso di rimanere e non<br />
voleva infrangere quell'impegno. Valerian!, lo chiamò disperata. I<br />
suoi occhi incominciarono ad abituarsi all'oscurità e lei riuscì a<br />
distinguere quattro figure imponenti e armate fino ai denti.<br />
«Noi possiamo fare tutto quello che ci pare» dichiarò uno di loro<br />
in tono divertito. «Avanti, tirati su.»
Shaye obbedì e il lenzuolo le scivolò fino alla vita. «Sono nuda!»<br />
esclamò, rimettendolo a posto in fretta. Idiota!, si rimproverò poi.<br />
Già che ci sei, perché non gli chiedi di violentarti?<br />
Qualcosa di morbido le venne infilato dalla testa. Sorpresa, si rese<br />
conto che era una veste leggera e trasparente. «Perché fate questo?»<br />
«È il volere degli dei» fu la calma risposta che ricevette. «Adesso<br />
alzati e tieni le braccia lungo i fianchi.»<br />
Shaye avanzò di qualche passo in direzione della porta, poi si<br />
mise a correre. Prima di raggiungere il drappo due braccia forti la<br />
catturarono, bloccandola.<br />
«Maledizione, lasciami andare!» proruppe, agitando le braccia<br />
disperata.<br />
«Donna, ti avevo avvertita.»<br />
Shaye si mise a colpire l'uomo che la teneva ferma con pugni e<br />
calci ancora più violenti. «Chiederò ai vostri dei di maledirvi!»<br />
sbraitò.<br />
«Lo hanno già fatto» sospirò l'altro. «Mi dispiace, ma non mi lasci<br />
altra scelta.»<br />
Shaye sentì alcune parole incomprensibili e venne invasa da un<br />
profondo torpore. Le palpebre si chiusero, senza che riuscisse più ad<br />
aprirle, e il sonno l'attirò tra le sue braccia, affascinante come un<br />
ninfo. Lei cercò di chiamare aiuto, consapevole che addormentarsi<br />
significava la separazione da Valerian. Aprì la bocca, ma non ne<br />
emerse alcun suono.<br />
«È una combattente nata» osservò qualcuno in tono ammirato.<br />
«Ormai sarebbe dovuta cadere a terra.»<br />
«Dormi, donna. Domani non ricorderai niente di tutto questo.»<br />
La forza abbandonò il suo corpo, il tempo cessò di esistere e<br />
l'oscurità la inghiottì.
Capitolo 27<br />
Le attività notturne erano completate, il mattino stava arrivando,<br />
il palazzo era ben difeso e gli ospiti soddisfatti. A quel punto<br />
Valerian si sentì in diritto di tornare di corsa in camera. Voleva fare<br />
di nuovo l'amore con Shaye: più tempo passava con lei, e lontano<br />
da lei, più ne aveva bisogno.<br />
Sentiva che anche la sua compagna aveva bisogno di lui. Un<br />
attimo prima aveva sentito la sua voce che lo chiamava. Accelerò il<br />
passo, arrivò davanti alla camera e scostò il drappo all'entrata. Si<br />
sarebbe spogliato, per poi scivolare a letto e svegliarla con la bocca<br />
tra le sue gambe. Lei avrebbe urlato di piacere e...<br />
Valerian si fermò di colpo ai piedi del letto.<br />
Notò le lenzuola spiegazzate, ma di Shaye non c'era traccia. La<br />
chiamò agitato e quando gli rispose solo un silenzio pesante e<br />
spaventoso, si mise a cercarla sempre più frenetico.<br />
«Shaye!» gridò. «Shaye?»<br />
Nessuna risposta. Dov'era andata? Non voleva che girasse per il<br />
palazzo da sola, non intendeva correre rischi con la sua sicurezza.<br />
Cercò di resistere al panico che minacciava di travolgerlo. Il profumo<br />
di Shaye permeava ancora le pareti, ma c'era anche un altro odore.<br />
Arricciò il naso; forse apparteneva a quelli che vivevano là prima di<br />
lui.<br />
Si fermò vicino alla vasca e poi uscì in corridoio. La cercò in sala<br />
da pranzo e perfino nell'armeria, nel caso si fosse persa, e si pentì di<br />
non averle spiegato com'era fatto il palazzo.<br />
Chiese a tutti quelli che incontrava se l'avessero vista, ma ottenne<br />
soltanto risposte negative. E c'era di peggio; anche alcuni dei<br />
guerrieri stavano cercando le loro donne.<br />
«Non riesco a trovare Brenna» disse Joachim preoccupato.
E così l'aveva presa a Shivawn, o forse questi gliel'aveva ceduta. In<br />
quel momento non aveva importanza, comunque: contava solo<br />
Shaye.<br />
«Non riesco a trovare la mia compagna di letto» si lamentò un<br />
ninfo.<br />
«Neanch'io» gli fece eco un altro.<br />
A quel punto Valerian non riuscì più a tenere a bada il panico<br />
crescente e corse veloce alla caverna. Si ripeté che Shaye non l'aveva<br />
lasciato, conducendo le altre donne al portale. Gli aveva promesso<br />
di rimanere, decisa a passare un po' di tempo con lui. Era sul punto<br />
di concedergli il proprio amore; possibile che avesse cambiato idea,<br />
che gli avesse mentito?<br />
Aveva conquistato la sua fiducia in modo che lui la lasciasse sola,<br />
senza una guardia, per poi radunare le altre umane e...?<br />
No, si ripeté con fermezza. Shaye non l'avrebbe mai lasciato in<br />
quel modo. L'ultima volta che l'aveva vista appariva sazia e<br />
soddisfatta. Quando gli aveva promesso la sua fiducia non era<br />
riuscita a nascondere un'ombra di vulnerabilità. Aveva dichiarato di<br />
volere la sua fedeltà e quelle non erano le parole di una donna<br />
pronta a lasciarlo.<br />
Frustrato e rabbioso, Valerian colpì il muro con un pugno.<br />
Mentre la teneva fra le braccia aveva avvertito un sentimento vero<br />
tra di loro.<br />
A quel punto c'era una sola risposta: qualcuno l'aveva portata via<br />
con la forza. Nella stanza aveva sentito l'odore dei draghi: possibile<br />
che il nemico fosse tornato prima del previsto? Ma, in quel caso,<br />
perché avevano preso le donne, senza uccidere i ninfi?<br />
Maledizione, cos'era successo?<br />
Valerian tornò indietro, lasciandosi alle spalle la caverna fredda e<br />
andò a sbattere contro Broderick.<br />
«Dove sono le donne?» gli chiese questi. «Ho bisogno di<br />
un'amante.»<br />
«Le hanno portate via. È successo da poco, dunque dovrebbero<br />
essere ancora qui. Continua a cercare.» Nonostante l'ordine, Valerian
sapeva che non c'erano altri posti dove guardare: aveva frugato il<br />
palazzo da cima a fondo senza alcun risultato.<br />
Tornò in sala da pranzo: Layel era ancora seduto a capotavola e<br />
fissava il vuoto con un'espressione di infinita tristezza. Valerian<br />
strinse i denti: se le donne erano state portate nella Città Esterna...<br />
Quello non era un posto adatto a creature innocenti e disarmate<br />
come loro. I demoni adoravano la paura e i massacri e le avrebbero<br />
considerate un pasto succulento.<br />
«Layel» lo chiamò. Non pensava che i responsabili della sparizione<br />
delle donne fossero i vampiri; in quel caso avrebbero trovato<br />
macchie di sangue sui letti o sul pavimento. «Ho bisogno del tuo<br />
aiuto.»<br />
L'amico trasalì e lo guardò. «Dimmi cosa ti serve!» esclamò subito.<br />
«Tu e i tuoi sopportate la luce?»<br />
«La maggior parte di noi ci riesce.»<br />
«Voi sentite l'odore degli umani più di chiunque altro. Porta i tuoi<br />
vampiri nella foresta e in città e cerca le nostre donne. Qualcuno le<br />
ha rapite.»<br />
Layel si alzò con un movimento rapido e fluido. «Farò quello che<br />
chiedi. Tu vieni o rimani?»<br />
Valerian non sapeva davvero che cosa fare. Se restava e Shaye era<br />
in città, avrebbe potuto lottare contro Layel, visto che non lo<br />
conosceva, e magari farsi molto male. Ma se se ne fosse andato e lei<br />
si fosse trovata ancora nel palazzo, nascosta e prigioniera, non si<br />
sarebbe mai perdonato di averla abbandonata.<br />
Si sentiva indeciso e frustrato, diviso tra la paura e la speranza.<br />
«Vengo con te, Layel» decise infine. «Raduna tutti i tuoi uomini.»<br />
Layel annuì e corse via.<br />
Valerian ritornò ancora in camera e prese il medaglione con il<br />
pendente a forma di drago che aveva gettato da parte per fare<br />
l'amore con Shaye. Se lo infilò in tasca prima di raggiungere<br />
Broderick, che girava guardingo di stanza in stanza con un piccolo<br />
contingente di guerrieri armati, interrogando gli altri ninfi e i
vampiri. «Ho deciso di andare in città. Se le trovate mandami subito<br />
un messaggero.»<br />
Broderick annuì.<br />
Rimasto solo, Valerian cadde in ginocchio e per la prima volta in<br />
vita sua pregò gli dei, implorandoli di riportargli Shaye sana e salva.<br />
«Sono pronto a scambiare la mia vita con la sua» dichiarò.<br />
Ancora frenetico e angosciato, si rialzò e corse fuori. I vampiri<br />
potevano muoversi a una velocità incredibile, molto superiore alla<br />
sua; per quanto desiderasse trovare Shaye, non intendeva intralciarli.<br />
I vampiri si radunarono davanti ai cancelli esterni, pronti a<br />
cominciare le ricerche. «Non vi rallenterò» disse Valerian a Layel.<br />
«Muovetevi più rapidamente possibile e radunate tutte le umane che<br />
trovate, lo vi seguirò a modo mio.»<br />
Gli occhi azzurri di Layel sfolgorarono. «La troveremo, Valerian»<br />
gli promise.<br />
Il re dei ninfi si girò prima di cadere in ginocchio e scoppiare in<br />
singhiozzi davanti all'amico. Aveva già perduto delle persone care,<br />
ma perdere Shaye l'avrebbe ucciso. «Andate» disse con voce roca.<br />
I vampiri svanirono alla vista. Lui si diresse alle scuderie e montò<br />
lo stesso centauro che solo il giorno prima l'aveva portato in città<br />
insieme a Shaye. Partirono al galoppo tra gli alberi; Valerian la<br />
chiamava di continuo, ma presto dovette concludere che non si<br />
trovava nella foresta.<br />
E non era neanche nella Città Esterna, così come il resto delle<br />
umane.<br />
Passarono tutta la giornata a cercarle, fino a quando non calò il<br />
crepuscolo. Valerian si sentiva attanagliato dalla paura. Dov'era<br />
Shaye? Non poteva essere morta. No, come suo compagno lo<br />
avrebbe saputo, così come aveva capito subito quello che era<br />
successo al suo gemello, tanti anni prima.<br />
Lasciò Layel e la sua armata a continuare le ricerche in città e<br />
tornò al palazzo. Raggiunti i cancelli, smontò dal centauro e corse<br />
dentro senza una parola, usando il medaglione per aprire la porta.
Il palazzo era avvolto in un silenzio sinistro e non si vedeva in<br />
giro nessuno dei suoi uomini.<br />
«Broderick» chiamò. «Joachim. Shivawn.» Si fermò di colpo,<br />
mentre lo stesso odore sentito in camera sua lo avvolgeva, e sguainò<br />
rapido la spada.<br />
«I tuoi uomini sono occupati altrove, Valerian» dichiarò una voce<br />
orgogliosa proveniente dall'alto.<br />
La voce di un drago. La voce di Darius.<br />
Valerian sollevò rapido lo sguardo e vide i draghi radunati al<br />
secondo piano. «Che cosa avete fatto alla mia donna?» volle sapere<br />
inferocito.<br />
«L'abbiamo rimandata a casa, ninfo.»
«Shaye. Shaye, svegliati.»<br />
Capitolo 28<br />
La voce pareva arrivare da un tunnel lungo e scuro. Guai in vista,<br />
per lei e per Valerian. Pian piano riprese coscienza, scacciando<br />
l'oscurità.<br />
«Svegliati.»<br />
Lei riaprì gli occhi; la luce del sole l'avvolgeva e uno strato di<br />
sabbia e sale le ricopriva tutto il corpo. I suoi vestiti erano rigidi,<br />
come se le si fossero prima inzuppati e poi asciugati addosso, e il<br />
suono dolce e familiare delle onde che si frangevano sulla spiaggia le<br />
carezzava le orecchie. Era familiare, ma sbagliato, così come gli<br />
odori: sale, non orchidee. Non Valerian.<br />
«Valerian» lo chiamò a fatica, tanto le doleva la gola. «Valerian.»<br />
«No, sono io.»<br />
«Mamma?» chiese Shaye allibita. «Cosa ci fai qui?»<br />
«Giro per la spiaggia da quando sei stata portata via. Stai... bene?<br />
Forse ti hanno fatto del male?»<br />
«Sì, sto bene.» Con la coda dell'occhio scorse Kathleen, i capelli<br />
scuri tutti arruffati. «Cosa sta succedendo?» le chiese.<br />
«Ci hanno riportato in superficie» rispose l'altra donna,<br />
superandola. D'un tratto ricordò: i draghi avevano invaso il palazzo<br />
di Valerian e minacciato di riportarla in superficie, per poi farle<br />
perdere i sensi. Shaye balzò in piedi, ma il suo equilibrio era ancora<br />
precario e lei barcollò. La madre la sostenne con prontezza,<br />
cingendole la vita con un braccio.<br />
«Sei sicura di sentirti bene?»<br />
«Sì» mentì lei, massaggiandosi le tempie per scacciare il malessere<br />
che la tormentava. Quando il mondo cessò finalmente di girarle<br />
intorno, guardò in giro sconcertata: la spiaggia di sabbia dorata
sembrava infinita, le onde si frangevano tranquille e il sole<br />
splendeva. Non c'era traccia delia cupola di cristallo lucente.<br />
Un gruppo di uomini in muta da subacqueo era seduto lì vicino e<br />
si guardava intorno confuso.<br />
«Non ero qui quando sono arrivati» le spiegò la madre,<br />
indicandoli. «Quando hanno ripreso i sensi però li ho interrogati, ma<br />
non si ricordano come si chiamano, cosa fanno qui e perché.»<br />
I draghi avevano cancellato la memoria anche a loro?<br />
Dormi, donna. Domani non ricorderai niente di tutto questo, le<br />
avevano detto. Lei invece ricordava tutto e pareva che lo stesso<br />
valesse per Kathleen.<br />
«C'è una barca ormeggiata laggiù» continuò la madre indicandola.<br />
«Neanche gli uomini a bordo ricordano qualcosa, ma ho visto da<br />
qualche parte le iniziali OBI, qualsiasi cosa significhi.»<br />
«Continuo a non capire che cosa ci fai qui» borbottò Shaye,<br />
fissandola perplessa e contrariata.<br />
L'espressione di Tamara si fece angosciata. «Dopo che sei<br />
scomparsa, la polizia è arrivata al tendone; quando abbiamo<br />
raccontato cos'era successo, però, non ci hanno creduto. Anzi, si<br />
sono messi a ridere, dicendo che probabilmente voi ragazze vi<br />
annoiavate e avevate deciso di andarvene, lo riuscivo a pensare<br />
soltanto al fatto che eri sparita, che non ti avrei più vista e che le<br />
ultime parole scambiate tra noi erano state dure e litigiose.»<br />
«lo...» Shaye si interruppe impacciata. Non sapeva cosa<br />
rispondere: la madre non le aveva mai mostrato quel lato<br />
vulnerabile e contrito.<br />
«Non sono stata una buona madre, lo so» riprese Tamara tutto<br />
d'un fiato. «So anche che probabilmente il nostro rapporto non sarà<br />
mai facile, ma sono contenta che tu stia bene.»<br />
Con le lacrime agli occhi, Shaye l'abbracciò di slancio. «Grazie»<br />
mormorò.<br />
Tamara la ricambiò e tirò un respiro tremulo.<br />
«Dunque sei felice?» si informò Shaye.
«Sì.» La madre si tirò indietro e si asciugò le lacrime con il dorso<br />
del polso. «Credo che Conner sia l'amore della mia vita e mi sembra<br />
di piacere a Preston. Ora si trovano ai due capi della spiaggia:<br />
distribuiscono volantini con la tua foto e chiedono a tutti quelli che<br />
passano se ti hanno vista.»<br />
Wow! Per la prima volta nella vita, le pareva di avere una vera<br />
famiglia. Eppure... «Devo tornare, mamma» dichiarò Shaye decisa.<br />
Aveva bisogno di Valerian. Probabilmente lui credeva che l'avesse<br />
lasciato di proposito o forse era... No, non voleva neanche pensarci.<br />
Valerian era l'uomo più forte che avesse conosciuto; aveva di certo<br />
radunato le sue forze e sconfitto i draghi. «Devo tornare» ripeté.<br />
«Ma dove?» Tamara era perplessa.<br />
Shaye non aveva tempo di spiegarle tutto. «Senti, trova Conner e<br />
Preston e di' loro che sto bene» rispose in tono pressante. «Di' a<br />
Preston che mi dispiace per come mi sono comportata al<br />
matrimonio. Tornerò, se possibile... altrimenti, sappi che sono felice<br />
e che ho trovato l'uomo dei miei sogni.»<br />
«Ma...»<br />
«Fidati di me, ti prego.» Shaye strinse la madre in un ultimo<br />
abbraccio, poi si diresse verso l'acqua Tutt'intorno a lei le donne si<br />
stavano svegliando. Erano piuttosto strane, con addosso le fluenti<br />
vesti di Atlantide, ma probabilmente i frequentatori della spiaggia<br />
avrebbero pensato che fossero andate a una scatenata festa in<br />
costume e che si stessero giusto riprendendo da una sbronza<br />
colossale.<br />
All'improvviso Kathleen fu al suo fianco. «Stai tornando?»<br />
«Sì.»<br />
«Vengo con te.»<br />
Potevano accompagnarla tutte, se volevano. Lei non se ne curava.<br />
Le importava solo di riuscire a tornare dal suo uomo. Lo amava con<br />
tutto il cuore - ecco, lo aveva ammesso - quel cuore che aveva a<br />
lungo considerato troppo freddo e insensibile per tenere a qualcuno.<br />
Ormai però Shaye non poteva più negare i sentimenti per Valerian.
Era stata la paura a spingerla: quando si era trovata davanti alla<br />
scelta di vivere lontana da lui, aveva capito che era quello il suo<br />
timore più grande. E anche lui l'amava, ne era certa. L'amava<br />
com'era e non voleva cambiarla.<br />
A quel punto tutto gli scrupoli e le incertezze che l'avevano<br />
trattenuta si erano dileguati: la sua socia se la sarebbe cavata<br />
benissimo anche in sua assenza. E lei aveva un solo desiderio: vivere<br />
per sempre ad Atlantide, con Valerian.<br />
L'acqua le lambiva le caviglie, per poi salire fino ai polpacci e alle<br />
cosce. Se i draghi avessero torto un capello al suo uomo,<br />
gliel'avrebbe fatta pagare cara.<br />
Shaye si allontanò a nuoto, seguita da tutte le altre donne, poi si<br />
immerse. Non vide il portale, tornò a galla a riprendere fiato e poi si<br />
rituffò, ripetendo quell'operazione per ore, senza mai arrendersi<br />
nonostante la stanchezza.<br />
«Cosa stiamo facendo qui?» domandò Kathleen d'un tratto, «lo...<br />
non riesco a ricordarmelo.»<br />
Shaye inghiottì una boccata di acqua marina. «Atlantide. I ninfi.»<br />
«I chi?» chiese l'altra confusa.<br />
Anche le altre parevano nello stesso stato, a parte Brenna,<br />
determinata come Shaye.<br />
«Odio nuotare» dichiarò un'altra donna, «lo torno a casa.»<br />
«Anch'io.»<br />
«Insistere ancora è una sciocchezza.»<br />
«Non capisco cosa ci faccia io qui. Non eravamo a un<br />
matrimonio?»<br />
Una per una, le donne tornarono a nuoto alla spiaggia.<br />
Avevano dimenticato tutto, proprio come promesso dai draghi, e<br />
all'improvviso Shaye temette che le succedesse la stessa cosa. Il viso<br />
di Valerian cominciava già a diventare vago e confuso nella sua<br />
mente, «lo non dimenticherò» dichiarò ansante.<br />
«Dobbiamo tornare» le fece eco Brenna.
Continuarono a tuffarsi e a risalire in superficie a riprendere fiato<br />
per oltre un'ora. A quel punto Shaye tremava per la stanchezza e<br />
aveva il viso rigato di lacrime di rabbia e frustrazione. Se non fossero<br />
tornate presto a riva sarebbero annegate. Eppure doveva ritornare<br />
da... come si chiamava?<br />
Valerian!, ricordò. Si chiamava così e lei lo amava.<br />
«Proviamoci ancora una volta» disse a Brenna.<br />
Pur esausta e ansimante come lei, l'altra annuì. «Ho bisogno... di<br />
Joachim.»<br />
Se quel giorno non fossero riuscite a trovare il portale che<br />
conduceva ad Atlantide sarebbero tornate a riva a nuoto e<br />
l'indomani ci avrebbero riprovato ancora. E anche il giorno dopo,<br />
fino a riuscirci.<br />
Le braccia e le gambe di Shaye tremavano con violenza. D'un<br />
tratto Brenna si immobilizzò e lei la prese per un braccio, ma ormai<br />
non aveva la forza di arrivare a riva a nuoto. All'inizio si lasciò<br />
prendere dal panico, aprì la bocca e inghiottì altra acqua, invece<br />
dell'aria tanto preziosa invocata dai suoi polmoni brucianti, ma<br />
continuò a tenere stretta l'amica.<br />
Una strana oscurità, più fitta di qualsiasi tenebra avesse mai<br />
incontrato, cominciò a riempirle la mente, poi un lampo di luce<br />
brillò davanti a lei e una sorta di bolla crebbe fino a circondarle.<br />
Shaye sputò un'altra boccata d'acqua e annaspò per riprendere<br />
fiato. Come per miracolo, questa volta riuscì a respirare. I capelli<br />
bagnati le ricadevano sul viso, ma lei non riusciva a scostarli. Stava<br />
sognando, o forse era morta? Cadde in ginocchio sul fondo della<br />
bolla, di fronte a Brenna, che giaceva riversa priva di sensi.<br />
Shaye non aveva mai praticato a nessuno la respirazione bocca a<br />
bocca, ma l'aveva visto fare in molti film e agì in base a quei ricordi.<br />
«Su, dai, Brenna! Non mollare» la incitò disperata.<br />
Dopo molti sforzi e tentativi Brenna tossì e si riprese, pur restando<br />
con gli occhi chiusi. Sempre più esausta, Shaye si accasciò accanto a<br />
lei.
«Stupide umane, perché fate questo?» ringhiò una voce profonda<br />
e tonante. «Siete quasi morte tutte e due e per cosa?»<br />
Lo sguardo spento di Shaye girò per la bolla, senza riuscire a<br />
distinguere una persona. «Dove sei? Chi sei?» urlò.<br />
«Sono Poseidone, il dio del mare.»<br />
Un dio? «Portami da Valerian.»<br />
Lui scoppiò a ridere. «Un'umana che pretende di comandarmi!<br />
Hai davvero un bel senso dell'umorismo. Purtroppo il tuo amante è<br />
morto.»<br />
«No! Non è possibile» si ribellò Shaye.<br />
Scintille colorate si solidificarono davanti a lei, formando una<br />
figura maschile ancora più bella di Valerian. Gli occhi azzurri come il<br />
mare sfolgoravano ipnotici, carichi di energia e di potere.<br />
«Valerian ha infranto le leggi di Atlantide, portandovi degli<br />
umani.»<br />
«Non merita di morire per questo» ringhiò Shaye. Cercò di<br />
raccogliere le forze per risollevarsi, ma non poté fare altro che<br />
restare distesa.<br />
Poseidone curvò le labbra sensuali in un sorriso divertito. «Mi ero<br />
dimenticato di come diventate feroci voi umani, quando qualcuno<br />
che amate viene minacciato. È davvero interessante.»<br />
«Portami da Valerian. Subito!»<br />
Il dio perse in fretta il sorriso. «Vuoi proprio morire? Con ogni tua<br />
parola mi stai implorando di ucciderti.»<br />
Shaye fu sul punto di rannicchiarsi in posizione fetale, scossa dai<br />
singhiozzi. «Ti prego. Voglio solo rivedere Valerian.»<br />
Poseidone studiò a lungo il suo viso e poi quello di Brenna. La sua<br />
espressione non si addolcì mai. «Ti ho già detto che è morto.»<br />
«No. Ci crederò solo quando me lo farai vedere. Se fosse morto<br />
lo saprei.»<br />
Silenzio. Nemmeno l'acqua si muoveva.
«Che cosa mi daresti, se ti consentissi di andare da lui e di<br />
vederlo?»<br />
«Qualsiasi cosa.» Un'immensa balena le passò accanto e Shaye la<br />
osservò sbalordita mentre inclinava la testa in un silenzioso omaggio<br />
a Poseidone.<br />
«Anche la tua vita?»<br />
«Sì.»<br />
Il dio trasalì sorpreso.<br />
«Non ti sei mai innamorato?» gli chiese Shaye. «Non hai mai<br />
desiderato un'altra persona così tanto da preferire la morte a una<br />
vita senza di lei?»<br />
«No» ammise il dio. «Trovo assurdo un concetto del genere.» Si<br />
mosse lentamente in cerchio intorno a lei, con i capelli che<br />
fluttuavano come una tenda e il corpo fluido come le onde.<br />
Shaye sostenne il suo sguardo.<br />
«Non sono un dio malvagio, ma rimandarti ad Atlantide e<br />
risparmiare la vita ai ninfi mi farebbe apparire debole. La mia gente<br />
così continuerà a infrangere la legge.»<br />
Quelle parole confermavano che i ninfi non erano ancora morti,<br />
si disse Shaye speranzosa. «Oppure canteranno le lodi di un dio così<br />
generoso e saranno pronti a obbedirti in tutto e per tutto.»<br />
Poseidone strinse gli occhi, ma lei fece in tempo a distinguere una<br />
scintilla compiaciuta nelle loro profondità. «Ti credi molto astuta,<br />
vero?»<br />
«Voglio solo stare con il mio uomo.»<br />
«In effetti, vederti battagliare con il re dei ninfi potrebbe essere<br />
divertente» commentò il dio dopo una lunga pausa.<br />
«Gli procurerò solo guai» promise Shaye. «Metterò sottosopra la<br />
sua vita.»<br />
Man mano che parlava, l'espressione del dio si faceva più eccitata.<br />
Immaginava già i problemi che avrebbero travolto Valerian, era<br />
chiaro. «Molto bene» decise infine. «Ti permetto di tornare ad<br />
Atlantide.»
Shaye fu invasa da un'immensa gioia. «Grazie, grazie mille. Potrà<br />
tornare anche Brenna, vero?»<br />
«Suppongo di sì» cedette il dio con un sospiro.<br />
«Non te ne pentirai, te lo assicuro.»<br />
«Non intendo però fermare il corso degli eventi» riprese<br />
Poseidone come se lei non avesse parlato. «Sarà il fato a decidere la<br />
sorte dei ninfi. In questo momento sono in balia dei draghi... una<br />
razza famosa per la sua ferocia.»<br />
Un attimo dopo la bolla scoppiò e un'ondata d'acqua le riempì le<br />
narici, la bocca e i polmoni. Shaye cercò a tentoni Brenna, senza<br />
trovarla, e si sentì circondare da un vortice buio che la spingeva in<br />
ogni direzione. Poi l'acqua sparì e lei cadde in un tunnel.<br />
Shaye non aveva paura: sapeva che all'altro capo di quell'abisso<br />
nero c'era ad aspettarla Valerian. Il suo amore, la sua vita.<br />
All'improvviso i suoi piedi toccarono qualcosa di solido e lei<br />
ondeggiò per l'impatto, per poi riprendersi e aprire gli occhi. La<br />
circondavano le pareti della caverna, spoglie, chiazzate di sangue e<br />
decorate di magnifici murali e Shaye sospirò estatica. Era a casa.<br />
Sentì un gemito femminile e abbassò lo sguardo: distesa per terra,<br />
Brenna stava aprendo gli occhi proprio in quel momento.<br />
«Ce l'abbiamo fatta» annunciò Shaye senza riuscire a trattenere<br />
una risatina euforica. «Ce l'abbiamo fatta.»<br />
Brenna si rialzò con gli occhi scintillanti.<br />
Un suono di voci maschili familiari e rabbiose giunse fino a lei. I<br />
ninfi dovevano aver preso il posto dei draghi nelle celle delle<br />
segrete, ragionò. Shaye fece cenno a Brenna di muoversi in silenzio e<br />
l'altra annuì.<br />
Le due donne avanzarono piano, in punta di piedi e tenendosi<br />
nell'ombra, nel caso i draghi avessero disposto qualche sentinella<br />
nella zona. Poco dopo Shaye si trovò davanti una cella traboccante<br />
di ninfi. Cercò con lo sguardo Valerian, senza trovarlo purtroppo,<br />
ma non si lasciò scoraggiare. Era là ed era vivo, lo sapeva.<br />
C'era un solo drago a sorvegliarli. Shaye raccolse la pietra più<br />
grossa che riuscì a trovare e mosse le labbra in silenzio, per indicare a
Brenna di correre alla cella e liberare i ninfi. L'amica obbedì con<br />
prontezza.<br />
Shaye colpì il drago alla tempia. Questi ruggì di dolore, ma non<br />
cadde. Allo stesso tempo Brenna toccò le sbarre, che si<br />
trasformarono subito in una nebbiolina impalpabile.<br />
I ninfi uscirono di corsa, travolgendo la guardia.<br />
«Brenna!» urlò una voce maschile.<br />
Lei si gettò in avanti con un grido di felicità e Joachim la strinse in<br />
un abbraccio impetuoso.<br />
Shaye cercò con gli occhi Valerian: la folla dei ninfi si aprì, ma lei<br />
non riuscì a vederlo. «Valerian!» lo chiamò frenetica. «Valerian!»<br />
Dov'era finito?
«Valerian!»<br />
Capitolo 29<br />
Sentì la voce di Shaye che chiamava il suo nome e lo stomaco gli<br />
si contrasse, la testa si alzò di scatto e la bocca si aprì. «Shaye? Dove<br />
sei?» Non aveva ancora finito di parlare che la vide davanti alla cella.<br />
Balzò in piedi e i loro sguardi si incontrarono.<br />
Un sorriso raggiante illuminò il volto di Shaye.<br />
«Sei tornata.» Con le lacrime agli occhi, Valerian si fece largo tra i<br />
suoi uomini. Lei gli andò incontro e lui l'afferrò, coprendole il viso di<br />
baci. «Pensavo di averti persa» confessò con voce rotta.<br />
Poi le cinse la vita e la sollevò. Shaye gli allacciò le gambe intorno<br />
alla vita, ricambiando i suoi baci con la stessa ardente foga.<br />
«Ti avevo promesso che sarei rimasta, o no?»<br />
Valerian aspirò il suo aroma, lasciando che lo colmasse e<br />
rafforzasse. «Avrei aiutato i miei uomini a riconquistare il palazzo e<br />
poi sarei venuto a prenderti. Ero disposto perfino a vivere lassù: un<br />
giorno con te è meglio di una vita intera senza.»<br />
«Ti amo tanto.»<br />
«Siano ringraziati gli dei.» La strinse a sé ancora più forte. «Anch'io<br />
ti amo tanto, mio dolce raggio di luna. Non riesco a credere che tu<br />
sia tornata da me.»<br />
«Tornerò sempre da te.»<br />
«E le altre?» intervenne Broderick. «Sono tornate anche loro?»<br />
«No. Solo io e Brenna» rispose Shaye in tono di scusa. «Mi<br />
dispiace.»<br />
Broderick scrollò le spalle. «Peccato, la loro presenza ci avrebbe<br />
fatto comodo, visto che stiamo per andare in guerra.»<br />
Valerian si rivolse ai suoi uomini senza lasciar andare Shaye. Non<br />
riusciva a smettere di toccarla.
«Dobbiamo riconquistare il palazzo» dichiarò lei decisa, prima che<br />
il re potesse aprire bocca. Diversi guerrieri le sorrisero.<br />
Valerian le rivolse un sorrisetto d'approvazione. «Giusto. I draghi<br />
hanno catturato le ninfe; non appena li avremo sconfitti ce le<br />
riprenderemo, dunque non resterai a lungo senza una donna,<br />
Broderick.» Baciò le labbra morbide di Shaye, indugiando più a<br />
lungo del dovuto, poi sospirò.<br />
«Prenderai i draghi a calci nel culo?» gli chiese lei.<br />
«Puoi scommetterci» rispose Valerian ridacchiando. Nonostante il<br />
tono divertito, però, una cupa determinazione lo agitava.<br />
«Dove sono tutti i vampiri?» si informò Shaye cercandoli intorno.<br />
«Potrebbero aiutarci.»<br />
«Li ho mandati in città» le rivelò Valerian. «Quando sono tornati, i<br />
draghi avevano già assunto il controllo del palazzo e hanno<br />
impedito loro di entrare.» Il suo sguardo divenne duro e penetrante.<br />
«Voglio che tu resti qui» aggiunse.<br />
«No.»<br />
«Shaye...»<br />
«Valerian.»<br />
«È una regina» intervenne Broderick in tono divertito e ammirato<br />
insieme. «Non riuscirai a darle ordini, mio re.»<br />
Valerian si arrese con un sospiro. «Promettimi che ti nasconderai<br />
quando comincerà la battaglia.»<br />
«Prometto.»<br />
Lui la prese per mano. Per gli dei, come gli piaceva quella<br />
sensazione! «Uomini, diamoci dentro senza pietà!» li incitò.<br />
«Come fa Broderick con le sue donne» scherzò qualcuno.<br />
«Dov'è Shivawn?» chiese Brenna.<br />
«Nessuno l'ha visto» rispose Joachim stringendola a sé.<br />
«Probabilmente ha lasciato il palazzo prima dell'arrivo dei draghi e<br />
sta smaltendo da qualche parte l'effetto dei bagordi di stanotte.»
«Bastardo fortunato» borbottò Broderick con un sorriso. Tutti<br />
erano felici di ritrovarsi fuori dalle celle.<br />
«Cercate di non uccidere i draghi» si raccomandò Shaye.<br />
«Avrebbero potuto ucciderci - ed eliminare anche voi - e invece si<br />
sono limitati a riportarci illese in superficie e a rinchiudervi nelle<br />
segrete. Dovreste mostrare loro la stessa considerazione.»<br />
«La mia compagna è molto saggia» commentò Valerian.<br />
«Ascoltatela.»<br />
Dopo averli imprigionati, Darius lo aveva guardato diritto negli<br />
occhi. Gli dei mi hanno ordinato di uccidervi tutti. Forse mi attirerò<br />
la loro ira sulla testa, ma non credo che la vostra razza meriti la<br />
distruzione. Resterete qui fino a quando non avrò deciso cosa fare di<br />
voi, aveva dichiarato.<br />
Un uomo d'onore come lui non meritava la morte.<br />
Valerian salì le scale facendo meno rumore possibile, seguito da<br />
Shaye e dai suoi guerrieri. Erano disarmati ma risoluti: quella era la<br />
loro casa e non l'avrebbero ceduta a nessuno.<br />
«Separatevi» ordinò Valerian in un sussurro, una volta arrivati in<br />
cima.<br />
Gli uomini si allontanarono in ogni direzione. Valerian notò che<br />
anche Joachim aveva tenuto vicino la sua compagna. Avevano dalla<br />
loro parte l'elemento sorpresa ed erano decisi a sfruttarlo. I loro<br />
passi risuonarono leggeri. Le torce fissate alle pareti risplendevano,<br />
riscaldando l'aria e indicando la strada da seguire.<br />
Valerian condusse il suo contingente in sala da pranzo. Presto<br />
scorsero un gruppo di draghi seduto a tavola, intento a discutere la<br />
miglior linea d'azione.<br />
«Uccidiamoli e facciamola finita» ringhiò uno di loro. «Non voglio<br />
attirare l'ira di Poseidone sulla mia famiglia.»<br />
«Se permettiamo alla sua minaccia di condizionarci, perderemo il<br />
controllo delle nostre vite» replicò Darius. «E se domani ci ordinasse<br />
di uccidere le nostre donne?»<br />
«Se gli disobbediamo, non vivremo abbastanza a lungo da<br />
saperlo.»
«Deve esserci un motivo per cui gli dei non ci hanno ucciso e ci<br />
hanno rimandato qui, invece di distruggere i ninfi di persona»<br />
insistette Darius.<br />
«Quale motivo?»<br />
«Non ne ho idea, ma sapere che esiste ci fornisce un certo potere.<br />
Dico solo che obbedendo a Poseidone diventiamo suoi servi e<br />
mettiamo in pericolo la nostra razza. Se gli dei ne distruggono una,<br />
che cosa impedirà loro in seguito di eliminarne un'altra?»<br />
«Niente» rispose Valerian. Quello era il segnale concordato con i<br />
suoi.<br />
I ninfi si fecero avanti di corsa.<br />
Valerian avrebbe tanto voluto impugnare il Teschio, ma anche<br />
disarmato non poteva più rimandare quello scontro.<br />
Non appena si resero conto dell'attacco, i draghi cominciarono a<br />
sputare fuoco. Valerian spinse Shaye sotto un tavolino e spiccò un<br />
balzo, incontrando Darius a mezz'aria. Il fatto che il re dei draghi<br />
avesse mantenuto la forma umana significava che non era ancora<br />
furioso.<br />
Ricaddero a terra avvinghiati. Valerian assestò un pugno potente<br />
al viso dell'avversario, che si coprì di sangue e poi guarì in fretta. I<br />
draghi avevano quel potere e per questo era difficile rallentarli.<br />
Valerian gli diede un altro pugno, unito a un calcio nello stomaco.<br />
Darius girò su se stesso e cominciò a trasformarsi: colpì Valerian al<br />
viso con la coda, provocandogli un taglio profondo, ma lui non<br />
permise al dolore di fermarlo.<br />
Tutt'intorno a loro ninfi e draghi lottavano con ringhi furiosi.<br />
«Sono d'accordo con quello che hai detto sugli dei» dichiarò<br />
Valerian tra un colpo e l'altro.<br />
«Allora non sei stupido come pensavo.» Darius gli assestò un calcio<br />
al fianco.<br />
Valerian ricambiò con quattro colpi in rapida successione. «Non<br />
rinuncerò a questo palazzo, ormai ci appartiene. Tu hai già una<br />
casa.»
«Per la salvezza di Atlantide il portale deve essere sorvegliato.<br />
Come posso fidarmi che tu lo faccia, invece di usarlo per i tuoi fini?»<br />
Valerian si fermò e Darius fece lo stesso.<br />
Si fissarono negli occhi, entrambi ansimanti. «Quando ci<br />
riprenderemo le ninfe, non avremo più bisogno di rapire donne dal<br />
mondo in superficie.»<br />
Intorno a loro lo scontro continuava. Valerian si chinò per evitare<br />
un fiotto di fuoco.<br />
«Secondo Poseidone solo i guardiani possono usare i portali per<br />
viaggiare fino alla superficie. Chiunque altro lo faccia merita una<br />
punizione. Se tu fossi un guardiano...»<br />
«Farei il mio dovere.» Valerian studiò il viso di Darius: gli occhi<br />
azzurri erano decisi a uccidere, se fosse stato necessario, ma<br />
speravano di trovare un'altra soluzione.<br />
«Il portale che io sorveglio porta a una giungla e questo conduce<br />
a un oceano, come tu ben sai. Se rimani qui, dovrai affrontare i<br />
viaggiatori umani che perderanno la strada e arriveranno fino ad<br />
Atlantide e occuparti di sorvegliare la Città Esterna. Sono pronto a<br />
cederti questo compito, che non era comunque destinato a me. Sono<br />
già abbastanza occupato con la Città Interna.»<br />
«Proteggerò il portale a costo della vita» gli promise Valerian.<br />
«Questa è l'unica casa che abbiamo mai avuto e non intendiamo<br />
perderla.»<br />
«Allora inginocchiati.»<br />
Valerian obbedì senza esitare. Darius gli fece un taglietto al centro<br />
del petto e l'altro pronunciò un giuramento di sangue, impegnandosi<br />
a sorvegliare il portale e a difendere la città.<br />
Intorno a loro gli uomini smisero di combattere e li guardarono.<br />
Shaye si avvicinò a Valerian, che si alzò in piedi e intrecciò le dita<br />
alle sue. Avrebbe dovuto rimproverarla per aver lasciato la<br />
protezione del tavolo, ma era troppo felice di averla vicina.<br />
Darius la vide e sgranò gli occhi sorpreso.<br />
«Ti avevo detto che volevo restare con lui» gli ricordò Shaye<br />
sollevando il mento fiera.
«La mia Grace avrebbe fatto la stessa cosa.»<br />
«Allora, possiamo fidarci l'uno dell'altro, drago?» chiese Valerian<br />
impaziente: tutto ciò che aveva sempre desiderato era a portata di<br />
mano e dipendeva dalla risposta di Darius.<br />
«Sì» rispose infine il re dei draghi. «Ci fideremo l'uno dell'altro e se<br />
necessario combatteremo insieme gli dei.»<br />
Valerian gli tese la mano. Darius esitò qualche secondo, poi la<br />
strinse. La tregua tra loro era suggellata e Valerian non sapeva come<br />
spiegarlo a Layel: l'amico odiava i draghi e non l'avrebbe presa bene,<br />
ne era sicuro. Si girò verso Shaye e l'attirò tra le braccia: quello era il<br />
suo posto, dove l'avrebbe tenuta per sempre.<br />
«Non sono mai stata così infelice» dichiarò lei ridacchiando. «Ti<br />
odio tanto.»<br />
Valerian le baciò le labbra con tenerezza infinita. «Non quanto ti<br />
odio io.»
«Questo quanto costa?»<br />
«Un bel bacio.»<br />
Epilogo<br />
Valerian spinse via il cestino di arance che teneva sempre in<br />
camera e studiò il biglietto creato da Shaye. «Senza di te non sono<br />
niente» lesse a voce alta. Con il passare dei giorni i suoi biglietti<br />
diventavano sempre più romantici, il che era un bene, visto che gli<br />
uomini ne avevano bisogno per attirare le ninfe: a quanto pareva,<br />
erano offese e irritate per essere rimaste a lungo con i draghi e<br />
respingevano i loro tentativi di riconquistarle.<br />
Quei biglietti dolci e sentimentali significavano anche che Shaye<br />
cominciava a superare le ferite del passato. Si stava adattando alla<br />
vita ad Atlantide e si divertiva a comporre biglietti che poi vendeva<br />
a lui, ai suoi uomini e agli abitanti della Città Esterna, dove aveva<br />
aperto un negozio.<br />
Perfino i draghi li compravano, quando venivano in visita. Darius<br />
ne aveva richiesto uno speciale per la moglie incinta.<br />
Persino i vampiri frequentavano il negozio di Shaye, anche se con<br />
minore frequenza. Come Valerian temeva, Layel non aveva preso<br />
bene l'alleanza tra draghi e ninfi, ma lui era comunque deciso a unire<br />
le due razze.<br />
Fino a quel momento Poseidone e gli altri dei non si erano fatti<br />
vivi. Forse lo avrebbero fatto, forse no. In ogni caso Valerian aveva<br />
Shaye e questo solo contava. Le aveva perfino promesso di trovare il<br />
modo di riportarla in superficie, a trovare la madre, e in qualche<br />
modo ci sarebbe riuscito, visto che la sua compagna otteneva sempre<br />
quello che voleva.<br />
In quel momento la sua vita era un sogno.<br />
Joachim aveva preso Brenna come compagna e lei si era rivelata<br />
la migliore guaritrice che i ninfi avessero mai avuto. Li medicava<br />
dopo ogni esercitazione o battaglia, con un sorriso seguito da una
predica sul loro atteggiamento da bambini, quando gli intrepidi<br />
guerrieri si mettevano a piagnucolare atterriti alla vista di un ago.<br />
L'unico motivo di preoccupazione era Shivawn: il suo umore era<br />
sempre più cupo e passava molto tempo con i vampiri.<br />
Probabilmente andava a letto con Alyssa, pur potendo scegliere tra<br />
molte ninfe, e non era contento di farlo. Oh, be', prima o poi<br />
avrebbe trovato ciò che voleva davvero, Valerian ne era sicuro.<br />
«Allora, ti piace?» gli chiese Shaye, indicando il biglietto che<br />
teneva in mano.<br />
«Sì, ma un bacio è un prezzo troppo basso, raggio di luna.» Lei era<br />
seduta a un tavolo e Valerian si sporse in avanti, fino a trovarsi naso<br />
contro naso. «Dovresti chiedere un po' di sesso.»<br />
«Scommetto che se lo facessi i tuoi uomini ne comprerebbero<br />
molti di più» osservò lei, ridacchiando divertita.<br />
«Pagherò io stesso i loro debiti» dichiarò Valerian con finta<br />
ferocia. «In effetti, mio cugino Joachim ne ha comprati parecchi ed è<br />
quindi ora che saldi il conto.»<br />
Shaye gli gettò le braccia al collo. «Portami a letto, Valerian.»<br />
«Sarà un piacere, raggio di luna.»<br />
«Anche per me, amore mio.»