Untitled - only fantasy

Shaye si girò in silenzio e gli diede una ginocchiata all'inguine. Lui
si ripiegò su se stesso ed emise un gemito strozzato. «Ehi... mi ha
fatto male!» proruppe sorpreso e dolorante.
«Era quello che volevo. E se provi a bloccarmi di nuovo, ho altre
sorprese in serbo per te.»
Senza aggiungere altro Shaye schizzò via, continuando a guardarsi
intorno. In un angolo scorse il nuovo patrigno che cercava di tenere
ferma la moglie. Tamara si dibatteva frenetica, decisa a liberarsi dalla
sua stretta.
Shaye superò con un balzo varie sedie rovesciate e aggirò i tavoli
finiti a terra, cercando di non scivolare sul punch che ricopriva il
pavimento. Qualcuno le cinse la vita e l'attirò contro il proprio petto
muscoloso, ma non era il suo guerriero. L'odore era diverso, non
così esotico, la pelle non era altrettanto calda e le braccia erano
cosparse di una peluria scura.
Urlò e gli diede una testata al mento. Tutto il suo corpo vibrò per
l'impatto. L'altro ringhiò qualcosa; non c'era bisogno di conoscere la
sua lingua per capire che era un'imprecazione.
La lasciò andare e lei si girò, pronta a difendersi.
Non sarebbe dovuta venire: i matrimoni della madre le
portavano solo guai e sofferenze e questo era il peggiore di tutti.
Il guerriero la guardò con i grandi occhi azzurri sgranati. «Volevo
solo baciarti» disse in un inglese dall'accento così pesante che Shaye ci
mise un po' a capirlo. A quel punto lo prese a schiaffi.
«Ahi!»
«Niente baci.» Non voleva nessuno di loro... a parte il capo. O,
almeno, pensava che fosse il capo: quando erano entrati nel
tendone, aveva detto qualcosa in quella strana lingua e tutti gli
uomini erano entrati in azione.
Il suo viso bellissimo tornò a occuparle la mente: occhi sensuali,
labbra tumide, un corpo fatto per il sesso. Shaye si morse l'interno
della guancia fino a sentire il sapore del sangue. Come poteva
quell'uomo avere tanto potere di seduzione? Perfino adesso le
pareva di andare a fuoco, tanto lo desiderava.