Untitled - only fantasy

Un'altra risatina profonda e sensuale.
«Perché i miei insulti ti divertono tanto?» non poté fare a meno di
chiedere Shaye. In genere la gente scappava a gambe levate.
«Tu non parli sul serio» spiegò Valerian paziente. «In effetti,
sospetto che desideri l'esatto contrario.»
Lei rimase sconvolta: come aveva fatto a capirlo? Neanche la sua
famiglia aveva mai compreso quell'elementare verità. Shaye non si
divertiva a ferire la gente, ma non aveva abbastanza coraggio per
stringere amicizia con qualcuno. Troppo rischioso. Si schiarì la gola e
cercò di adottare un tono duro. «Non mi conosci abbastanza per
saperlo.»
«Mi piacerebbe, però.»
Mentre parlava, il suo viso perfetto, virile e selvaggio, le si parò
davanti agli occhi. Se avesse osato allungare una mano, avrebbe
sfiorato ciocche bionde lucenti e morbide come seta, ne era certa.
«Mi permetterai di conoscerti, Shaye?» le chiese piano Valerian.
Al di là del pizzo impalpabile che faceva da porta riusciva a
distinguere la sua figura imponente e le dita che sfioravano la stoffa
leggera. Immaginava forse che fosse il suo corpo? Immaginava di
carezzarle i capezzoli, scendere lungo lo stomaco, insinuarsi sotto le
mutandine e...? Un fremito la scosse.
Shaye sbuffò contrariata: quella reazione era inaccettabile.
«No. Non ci conosceremo.» Lo desiderava già. Cosa sarebbe
successo, se avesse imparato che cosa lo eccitava di più?
Per Shaye indipendenza e solitudine erano valori preziosi, a cui
Valerian l'avrebbe indotta a rinunciare senza grande fatica. Aveva
visto tante donne dimenticare qualsiasi cosa tranne il sesso e non
intendeva fare la loro fine.
La voce di Valerian la riportò al presente. «Ho bisogno di una
cosa da te e sono pronto a trattare per ottenerla, piccola Shaye.»
«Che cosa intendi?» gli chiese diffidente.
«Starò zitto per il resto della notte, se acconsentirai a darmi il tuo
affetto.»