Untitled - only fantasy

«Sì, invece, lo sono un tipo gentile.»
«Ah, sì? Per evitare di fare qualcosa che il tuo orgoglio maschile
reputa degradante sei pronto a rapire qualcuno dalla sua casa e dalla
sua famiglia perché possa farlo per te.» Shaye diede un morso a una
fragola e un rivolo di succo le colò lungo il mento, «lo ne sono la
prova vivente.»
Valerian si tese, invaso ancora una volta dal desiderio di leccarle
quel succo dalle labbra. O magari avrebbe potuto versarglielo su
tutto il corpo e poi leccarlo via: varie gocce si sarebbero raccolte
nell'ombelico, per poi scendere verso il ciuffo argenteo tra le sue
gambe e, quando la lingua avesse seguito il liquido, lei si sarebbe
dimenata fremente, affondandogli le mani nei capelli e stringendogli
le tempie tra le ginocchia.
Quella fantasia svanì non appena Shaye si asciugò il succo dal
mento e lo guardò torva. «Non mi piace come mi fissi. Smettila.»
La voce strozzata significava che stava lottando con un'ondata di
rabbia... o di desiderio?
«Certo che ti fisso: sei una bella donna» rispose Valerian
tranquillo. Si mise in bocca un acino d'uva e squadrò il suo viso
sgomento. In genere faceva una colazione abbondante, ma quella
mattina aveva fame solo di Shaye.
La sua donna. La sua compagna.
«Nessuna reazione alle mie parole?» indagò lei dimenandosi a
disagio sulla sedia. «Non erano precisamente lusinghiere.»
«Perché dovrei prendermela, quando hai detto la verità? Preferirei
rapire qualcuno da casa sua, piuttosto che cucinare.»
Shaye rimase a bocca aperta.
«Non sono così egoista e brutale: gli uomini che hanno preparato
la colazione erano schiavi dei demoni, prima che io li rapissi,
costretti a rubare, uccidere e distruggere. Un giorno sarebbero
diventati il loro pasto principale. Che tu ci creda o no, mi sono grati
per averli portati via di là.» Valerian distese le lunghe gambe e
proseguì. «Comunque sono disposto ad ascoltare i tuoi punti di vista: