Untitled - only fantasy

Non poteva resistere. Era incapace di fermarsi. In fondo era solo
un bacio, si giustificò.
Le sfiorò le labbra con un tocco gentile e il suo dolce profumo di
neve gli riempì le narici. «Grazie delle tue cure» disse con tenerezza.
Lei sgranò gli occhi e lo fissò con un lampo di paura. «Non sono
nota per la mia gentilezza» lo ammonì brusca. Eppure le tremava la
voce. «Non so se mi ringrazierai, dopo.»
Valerian si raddrizzò soffocando a fatica un sorriso. «Per cosa sei
nota, allora, raggio di luna?»
«Per il mio caratteraccio.» Shaye si morse le labbra, gli prese il
vassoio e si girò di scatto.
«Non è un complimento, immagino.»
Lei scrollò le spalle, si avviò verso un cassettone di ametista e vi
posò il vassoio. «In genere no.»
Valerian le spiegò cosa doveva fare per medicarlo, afferrò l'unica
sedia della stanza cercando di trattenere una smorfia di dolore e la
piazzò vicino a Shaye. «Vuoi far credere alla gente, me compreso, di
essere fredda e indifferente. Perché?»
Lei strinse le labbra e accennò alla sedia. «Siediti e stai zitto.
Quand'ero bambina mia madre mi ha mandato dallo strizzacervelli,
quindi non ho bisogno di una diagnosi da dilettante proprio adesso.»
«Dimmelo» insistette Valerian restando in piedi. Aveva intravisto
spesso momenti di calore e dolcezza che Shaye cercava di
nascondere con tutte le sue forze. A volte esitava prima di lanciare
un insulto, come se dovesse costringersi a farlo, e quando si definiva
indifferente nei suoi occhi castani si accendeva una luce malinconica.
«Non c'è niente da dire. Nel corso degli anni ho imparato che le
emozioni causano solo dolore e turbamento» tagliò corto lei. Lo
spinse prendendolo per le spalle. La sua forza era nulla, in confronto
a quella di Valerian, ma lui l'assecondò e si sedette.
Shaye gli spazzò via tremante la sabbia dalle spalle, evitando le
ferite, ma lui non riuscì a trattenere un sussulto di dolore.
«In questo momento non soffrirei tanto, se tu accettassi
l'inevitabile e facessi l'amore con me» brontolò accigliato.