Untitled - only fantasy

Quella semplice frase la scosse nel profondo. «Che cos'ho di
speciale? Avanti, dimmelo» lo sfidò.
Valerian rimase in silenzio a lungo e la cosa le procurò un misto di
euforia e delusione. Alla fine Shaye voltò le spalle alla porta e si
avviò verso il letto: doveva riflettere, considerare ogni opzione.
Chiacchierare con il suo rapitore era solo uno spreco di tempo
prezioso.
Era pronta a rimanere sveglia tutta la notte, se necessario, ma
avrebbe trovato un modo per tornare a casa. Non doveva
addormentarsi, per quanto fosse esausta: il sonno l'avrebbe resa più
vulnerabile. Valerian sarebbe potuto entrare di soppiatto per farle
tutto ciò che voleva senza che lei se ne accorgesse.
In fondo però Shaye sapeva che era una bugia, una difesa contro
di lui: quando un uomo dava piacere a una donna, anche
addormentata lei se ne accorgeva. Il suo corpo avrebbe cantato e
pianto per il piacere.
Quell'uomo era una minaccia. E lei non riusciva a capire perché le
piacesse tanto.
«Non entrare!» abbaiò. «E stai un po' zitto. Ho bisogno di
silenzio.»
«Shaye?»
Lei si bloccò: dal tono Valerian sembrava soffrire, quasi fosse sul
punto di precipitare in un abisso senza fondo. «Cosa?» chiese con
voce tremante.
«Tu sei la donna del mio cuore, quella che aspettavo da tutta la
vita, anche se non lo sapevo fino a quando non ti ho vista. Non c'è
una cosa sola che ti rende speciale per me, ma tutte. Ora dormi.
Domani sarà una giornata difficile.»
Se non fosse stata seduta sul bordo del letto Shaye sarebbe
crollata a terra. Nessuno le aveva mai parlato così in vita sua,
nessuno l'aveva mai fatta sentire così importante, così speciale e
necessaria.
Non conosceva quasi Valerian, eppure ora aveva voglia di
abbattere ogni barriera difensiva e gettarsi su di lui. «Dio mio»