Untitled - only fantasy

I due guerrieri emisero un ringhio cupo, come se volessero
uccidere quell'uomo a mani nude. Eppure la paura non ritornò.
«Capisco» dichiarò Shivawn. «Quando viene forzata, una donna non
è più come prima.»
«Sì. Capisco anch'io» concordò Joachim con voce debole e
remota.
«Joachim?» lo chiamò lei allarmata.
Lui ricadde sul letto, con la testa ciondolante e il volto
pallidissimo e Brenna accorse sollecita.
«Stai bene?»
«Mi gira la testa. Mi sento debole» ammise lui a malincuore. «Non
avrei dovuto mettermi seduto.»
Era infuriato e nervoso per quella mancanza di forze; un guerriero
così feroce probabilmente era abituato a esercitare sempre un
controllo assoluto. Non aveva forse detto al re che lo rispettava e
apprezzava, ma che non voleva più prendere ordini da nessuno?
Brenna sentì tornare la paura. Anche lei apprezzava il controllo
ed era decisa a mantenerlo: concedersi a uno di quei due uomini
significava rinunciarvi. Come aveva potuto dimenticarlo?
Corrugò la fronte e si avviò verso la porta.
«Rimani» la richiamò Joachim in tono brusco e autoritario.
Si aspettava che obbedisse, era chiaro, ma lei scosse la testa e fece
un altro passo.
«Brenna» la chiamò di nuovo. Cercò di rimettersi seduto, ma non
ne aveva la forza. «Non sarò sempre così debole» l'avvertì.
Lei aggirò Shivawn, passando con lo sguardo dall'uno all'altro:
erano così belli che faceva quasi male guardarli e le offrivano ciò che
un tempo voleva: amore, passione, compagnia. Quel sogno è
morto, ricordi? Sei più al sicuro così.
Un'ondata di nostalgia la invase e per un attimo lei desiderò che
uno dei due l'attirasse a sé, la baciasse e scivolasse in lei di slancio.
Shivawn, si disse; il viso maschile che le comparve all'improvviso