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Agrigento ... nell’antichità il suo<br />
nome era Akragas e già all’epoca<br />
della sua fondazione, ad opera<br />
dei coloni rodio-cretesi, l’odierna<br />
Agrigento era una delle più belle città<br />
del Mediterraneo. Anche ad Agrigento,<br />
come in tutta la Sicilia, nel corso dei secoli<br />
sono passati un po’ tutti (come viene<br />
magistralmente rappresentato nello<br />
spettacolo “Komodia, Akragas: l’alba<br />
di una civiltà”) dai sicani, ai fenici, ai<br />
greci e, poi via via, i romani, gli arabi,<br />
i normanni e gli spagnoli ... ma le testimonianze<br />
più significative risalgono<br />
proprio ai tempi dei greci che eressero<br />
la straordinaria e bellissima valle dei<br />
Templi, suggestiva immagine dell’arte<br />
dorica, allineati sullo sperone roccioso<br />
tra il verde della valle dei mandorli e<br />
ulivi e il baluginio luminoso del Mediterraneo.<br />
Impossibile venire ad Agrigento senza<br />
soffermarsi ad ammirare l’incanto di<br />
queste opere dell’uomo (o, verrebbe la<br />
voglia di domandarsi, degli Dei?) illuminate<br />
alla sera e nella notte. Ma se<br />
Agrigento e la Sicilia, in generale, sono<br />
da sempre noti per la storia, l’arte e la<br />
cultura (proprio per questo l’isola è sinonimo<br />
di “classicità”), altrettanta attenzione<br />
meritano le risorse agroali-<br />
L’inizio della primavera invita ad un<br />
tour in collina.<br />
Per offrire suggerimenti agli amanti<br />
della cucina e del buon bere (ma anche<br />
della storia) ci siamo recati a Santa<br />
Vittoria d’Alba, nel cuneese, una<br />
delle località più note per la produzione<br />
dei vini del Roero.<br />
Il paese sorge sulla collina alla sinistra<br />
del Tanaro, là dove il fiume si distende<br />
nella pianura tra Bra ed Alba,<br />
offrendo un naturale scenario sulle<br />
Langhe. Ad attribuirle questo nome furono<br />
i Romani che intitolarono il suo<br />
colle alla dea Vittoria, dopo la battaglia<br />
vinta da Stilicone sui Goti nel 402 d.c..<br />
Le alterne vicende del paese, condizionato<br />
dalla vicinanza con Pollenzo ed Alba,<br />
gli regalarono nei secoli successivi<br />
momenti di prosperità economica ed artistica<br />
e momenti di dubbia fortuna. Nel<br />
tempo, diversi motivi contribuirono a<br />
rendere famosa la cittadina. A chi conosce<br />
solo la storia recente del Roero potrà<br />
sembrare curioso sapere che fino alla<br />
fine del XVIII° secolo i suoi comuni<br />
erano considerati, insieme a Santo Ste-<br />
“Nove perle di Sicilia”<br />
di Luciano Scarzello<br />
mentari del territorio. In particolare<br />
quelle dell’agrigentino con i suoi sapori<br />
ed aromi rappresentano il retaggio<br />
delle molte dominazioni che si sono<br />
succedute. I piatti tipici sono, infatti, il<br />
condensato di modi diversi di intendere<br />
il piacere della tavola. I prodotti della<br />
terra sono tutti alimenti in cui si cerca<br />
di prediligere l’alta qualità e quindi<br />
se usati per cucinare danno origine a cibi<br />
raffinati e gustosi. L’occasione propizia<br />
per scoprire o riscoprire questi<br />
aspetti è stata la kermesse “Nove perle<br />
di Sicilia” svoltasi a fine novembre in<br />
due fasi diverse: il workshop all’hotel<br />
“Dioscuri Bay Palace”, dove una ventina<br />
di aziende hanno proposto i loro prodotti<br />
in degustazione alla stampa specializzata<br />
ed a un nutrito numero di importatori<br />
stranieri e, in contemporanea,<br />
la visita al territorio con soste nei luoghi<br />
più significativi. Le aziende (l’elenco<br />
in calce al servizio) hanno rappre-<br />
fano Belbo e Castiglione Tinella, come<br />
il terzo polo di produzione delle uve moscato.<br />
Proprio in questa zona, nel 1757, fu fondata<br />
la “Cinzano”, l’azienda produttrice<br />
di spumante destinata a diventare una<br />
delle più famose al mondo.<br />
Da quel 6 giugno 1757, data della registrazione<br />
dell’atto con il quale i mastri<br />
distillatori Carlo Stefano e Giovanni<br />
Giacomo Cinzano venivano “congregati”<br />
nell’Università dei Confettieri e<br />
Aquavitari di Torino, passando attraverso<br />
la lavorazione del vermouth con<br />
ricetta segreta e la costruzione di vaste<br />
cantine sotterranee ad opera di re Carlo<br />
Alberto di Carignano, l’evoluzione della<br />
Cinzano è stata in costante ascesa. Il<br />
gruppo è ora diventato proprietà della<br />
sentato le varie zone della provincia: in<br />
quelle costiere la parte del leone lo fa il<br />
pesce mentre nell’entroterra e nella fascia<br />
montana le principali prelibatezze<br />
sono i cereali, i formaggi freschi e stagionati<br />
e poi le arance di Ribera, la pesca<br />
bianca di Bivona, l’uva Italia di Canicattì,<br />
i carciofi di Menfi, il melone di<br />
Cantalupo di Licata, l’olio e le olive di<br />
Burgio e Caltabellotta fino ai vini, in<br />
particolare il pregevole Nero d’Avola. Il<br />
workshop è stato un successo e - come<br />
riferisce la Camera di Commercio da<br />
cui è partita l’iniziativa - diversi contratti<br />
di acquisto sono stati firmati dagli<br />
importatori provenienti, tra l’altro, dalla<br />
Svezia, dalla Norvegia, dalla Danimarca,<br />
dal Canada e dalla Finlandia.<br />
Interessante anche il tour in provincia<br />
dove molte località hanno nomi suggestivi<br />
e noti. Tra queste Aragona con il<br />
suo caratteristico centro storico e le<br />
“Maccalube”, una curiosa manifesta-<br />
Santa Vittoria D’Alba<br />
di Luciano Scarzello<br />
ha collaborato Patrizia Zucchetti<br />
Campari e gli stabilimenti sono stati trasferiti<br />
a Novi Ligure. A Santa Vittoria<br />
è rimasta la storia.<br />
Insieme alle storiche cantine anche il<br />
museo dove sono esposti esposti la raccolta<br />
di calici d’epoca (la” Cinzano<br />
Glass Collection”: una collezione di bicchieri<br />
e cristalli risalenti alle più diverse<br />
epoche e civiltà) e i manifesti pubblicitari<br />
realizzati dalle firme più prestigiose<br />
del Novecento. Molto interessante<br />
è anche la sala di distillazione delle<br />
erbe, con alambicchi in rame ed una<br />
esposizione di un centinaio di spezie,<br />
fiori, cortecce, radici, erbe e legni pregiati<br />
per la produzione del vermouth.<br />
Al centro della tenuta troneggia la storica<br />
villa eretta dai Savoia all’inizio<br />
dell’800.