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n.3 2005 n.3 2005 - Alpesagia

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24<br />

Agrigento ... nell’antichità il suo<br />

nome era Akragas e già all’epoca<br />

della sua fondazione, ad opera<br />

dei coloni rodio-cretesi, l’odierna<br />

Agrigento era una delle più belle città<br />

del Mediterraneo. Anche ad Agrigento,<br />

come in tutta la Sicilia, nel corso dei secoli<br />

sono passati un po’ tutti (come viene<br />

magistralmente rappresentato nello<br />

spettacolo “Komodia, Akragas: l’alba<br />

di una civiltà”) dai sicani, ai fenici, ai<br />

greci e, poi via via, i romani, gli arabi,<br />

i normanni e gli spagnoli ... ma le testimonianze<br />

più significative risalgono<br />

proprio ai tempi dei greci che eressero<br />

la straordinaria e bellissima valle dei<br />

Templi, suggestiva immagine dell’arte<br />

dorica, allineati sullo sperone roccioso<br />

tra il verde della valle dei mandorli e<br />

ulivi e il baluginio luminoso del Mediterraneo.<br />

Impossibile venire ad Agrigento senza<br />

soffermarsi ad ammirare l’incanto di<br />

queste opere dell’uomo (o, verrebbe la<br />

voglia di domandarsi, degli Dei?) illuminate<br />

alla sera e nella notte. Ma se<br />

Agrigento e la Sicilia, in generale, sono<br />

da sempre noti per la storia, l’arte e la<br />

cultura (proprio per questo l’isola è sinonimo<br />

di “classicità”), altrettanta attenzione<br />

meritano le risorse agroali-<br />

L’inizio della primavera invita ad un<br />

tour in collina.<br />

Per offrire suggerimenti agli amanti<br />

della cucina e del buon bere (ma anche<br />

della storia) ci siamo recati a Santa<br />

Vittoria d’Alba, nel cuneese, una<br />

delle località più note per la produzione<br />

dei vini del Roero.<br />

Il paese sorge sulla collina alla sinistra<br />

del Tanaro, là dove il fiume si distende<br />

nella pianura tra Bra ed Alba,<br />

offrendo un naturale scenario sulle<br />

Langhe. Ad attribuirle questo nome furono<br />

i Romani che intitolarono il suo<br />

colle alla dea Vittoria, dopo la battaglia<br />

vinta da Stilicone sui Goti nel 402 d.c..<br />

Le alterne vicende del paese, condizionato<br />

dalla vicinanza con Pollenzo ed Alba,<br />

gli regalarono nei secoli successivi<br />

momenti di prosperità economica ed artistica<br />

e momenti di dubbia fortuna. Nel<br />

tempo, diversi motivi contribuirono a<br />

rendere famosa la cittadina. A chi conosce<br />

solo la storia recente del Roero potrà<br />

sembrare curioso sapere che fino alla<br />

fine del XVIII° secolo i suoi comuni<br />

erano considerati, insieme a Santo Ste-<br />

“Nove perle di Sicilia”<br />

di Luciano Scarzello<br />

mentari del territorio. In particolare<br />

quelle dell’agrigentino con i suoi sapori<br />

ed aromi rappresentano il retaggio<br />

delle molte dominazioni che si sono<br />

succedute. I piatti tipici sono, infatti, il<br />

condensato di modi diversi di intendere<br />

il piacere della tavola. I prodotti della<br />

terra sono tutti alimenti in cui si cerca<br />

di prediligere l’alta qualità e quindi<br />

se usati per cucinare danno origine a cibi<br />

raffinati e gustosi. L’occasione propizia<br />

per scoprire o riscoprire questi<br />

aspetti è stata la kermesse “Nove perle<br />

di Sicilia” svoltasi a fine novembre in<br />

due fasi diverse: il workshop all’hotel<br />

“Dioscuri Bay Palace”, dove una ventina<br />

di aziende hanno proposto i loro prodotti<br />

in degustazione alla stampa specializzata<br />

ed a un nutrito numero di importatori<br />

stranieri e, in contemporanea,<br />

la visita al territorio con soste nei luoghi<br />

più significativi. Le aziende (l’elenco<br />

in calce al servizio) hanno rappre-<br />

fano Belbo e Castiglione Tinella, come<br />

il terzo polo di produzione delle uve moscato.<br />

Proprio in questa zona, nel 1757, fu fondata<br />

la “Cinzano”, l’azienda produttrice<br />

di spumante destinata a diventare una<br />

delle più famose al mondo.<br />

Da quel 6 giugno 1757, data della registrazione<br />

dell’atto con il quale i mastri<br />

distillatori Carlo Stefano e Giovanni<br />

Giacomo Cinzano venivano “congregati”<br />

nell’Università dei Confettieri e<br />

Aquavitari di Torino, passando attraverso<br />

la lavorazione del vermouth con<br />

ricetta segreta e la costruzione di vaste<br />

cantine sotterranee ad opera di re Carlo<br />

Alberto di Carignano, l’evoluzione della<br />

Cinzano è stata in costante ascesa. Il<br />

gruppo è ora diventato proprietà della<br />

sentato le varie zone della provincia: in<br />

quelle costiere la parte del leone lo fa il<br />

pesce mentre nell’entroterra e nella fascia<br />

montana le principali prelibatezze<br />

sono i cereali, i formaggi freschi e stagionati<br />

e poi le arance di Ribera, la pesca<br />

bianca di Bivona, l’uva Italia di Canicattì,<br />

i carciofi di Menfi, il melone di<br />

Cantalupo di Licata, l’olio e le olive di<br />

Burgio e Caltabellotta fino ai vini, in<br />

particolare il pregevole Nero d’Avola. Il<br />

workshop è stato un successo e - come<br />

riferisce la Camera di Commercio da<br />

cui è partita l’iniziativa - diversi contratti<br />

di acquisto sono stati firmati dagli<br />

importatori provenienti, tra l’altro, dalla<br />

Svezia, dalla Norvegia, dalla Danimarca,<br />

dal Canada e dalla Finlandia.<br />

Interessante anche il tour in provincia<br />

dove molte località hanno nomi suggestivi<br />

e noti. Tra queste Aragona con il<br />

suo caratteristico centro storico e le<br />

“Maccalube”, una curiosa manifesta-<br />

Santa Vittoria D’Alba<br />

di Luciano Scarzello<br />

ha collaborato Patrizia Zucchetti<br />

Campari e gli stabilimenti sono stati trasferiti<br />

a Novi Ligure. A Santa Vittoria<br />

è rimasta la storia.<br />

Insieme alle storiche cantine anche il<br />

museo dove sono esposti esposti la raccolta<br />

di calici d’epoca (la” Cinzano<br />

Glass Collection”: una collezione di bicchieri<br />

e cristalli risalenti alle più diverse<br />

epoche e civiltà) e i manifesti pubblicitari<br />

realizzati dalle firme più prestigiose<br />

del Novecento. Molto interessante<br />

è anche la sala di distillazione delle<br />

erbe, con alambicchi in rame ed una<br />

esposizione di un centinaio di spezie,<br />

fiori, cortecce, radici, erbe e legni pregiati<br />

per la produzione del vermouth.<br />

Al centro della tenuta troneggia la storica<br />

villa eretta dai Savoia all’inizio<br />

dell’800.

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