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n.3 2005 n.3 2005 - Alpesagia

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Dopo di lei, altre donne sono entrate<br />

in questa storia che viene da<br />

lontano e alla base della quale ci<br />

sono vari elementi.<br />

Incominciamo con la passione per la<br />

montagna, che significa anche ardimento,<br />

lotta contro le avversità della natura,<br />

confronto con se stessi: realismo, quindi,<br />

nel misurare le proprie conoscenze,<br />

le proprie risorse, le possibilità che possono<br />

indurre ad affrontare certe difficoltà,<br />

tenendo sempre ben presenti la<br />

variabilità del tempo e le difficoltà oggettive<br />

che una ascensione, una scalata<br />

comportano.<br />

Sono finiti, certo, i tempi dei pochi solitari<br />

scalatori, in accanito confronto<br />

con la montagna.<br />

Oggi viviamo un’epoca nella quale<br />

chiunque pensa di poter andare in montagna,<br />

appunto, di poter affrontare certe<br />

difficoltà facilmente, fidando magari<br />

nelle attrezzature che grazie alla tecnica<br />

35<br />

60 ANNI DI STORIA<br />

DEL CORPO NAZIONALE<br />

DI SOCCORSO ALPINO<br />

E SPELEOLOGICO<br />

è stato possibile realizzare; ma l’incidente,<br />

per esperti e non, è sempre in agguato.<br />

Le imprudenze si pagano a caro prezzo;<br />

l’avversità improvvisa del tempo può<br />

colpire anche i più esperti scalatori, e allora<br />

sono guai, a volte seri, a volte drammatici.<br />

Si leggono, soprattutto durante l’estate,<br />

notizie di sciagure in montagna, con feriti,<br />

gente costretta a trascorrere ore e<br />

ore immobile in parete, e a volte vittime.<br />

Ma accanto a chi va in montagna per<br />

passione, scalando ardimentoso le alte<br />

vette, oggi, come ieri accanto al viandante<br />

che saliva ai valichi alpini, ci sono<br />

altri uomini pronti a portare aiuto,<br />

soccorso, con altruismo, con generosità,<br />

e certo con grande conoscenza dei luoghi<br />

e competenza tecnica.<br />

Per cui la storia del “soccorso alpino”<br />

possiamo dire risalga all’antichità, quando<br />

singoli o gruppi di persone transita-<br />

C’è anche lei,<br />

una donna<br />

valtellinese,<br />

“la prima donna” nella storia<br />

del soccorso alpino:<br />

Vera Cenini,<br />

“l’angelo della Valmasino”.<br />

di Giovanni Lugaresi<br />

vano sui valichi innevati e venivano investiti<br />

magari da una valanga, o costretti<br />

a fermarsi per l’imperversare di una<br />

bufera.<br />

In quelle circostanze erano animati dalla<br />

speranza di essere tratti in salvo da<br />

qualcuno esperto della montagna, conoscitore<br />

dei luoghi.<br />

Del resto, in quelle alte quote, furono<br />

realizzati già in tempi lontani, servizi<br />

vari di accoglienza, ospizi, ricoveri, e<br />

fra i volontari generosi che portavano<br />

soccorso, ecco in prima fila i monaci, i<br />

cui conventi erano anche rifugi per coloro<br />

che si smarrivano o venivano colpiti<br />

dalle bufere lungo gli impervi cammini.<br />

Esistono cronache che fanno risalire al<br />

1130 l’opera dei volontari e dei monaci<br />

che si diedero da fare in Valle d’Aosta<br />

per portare in salvo una carovana<br />

di pellegrini diretti a Roma, travolti da<br />

una valanga.<br />

Monaci, supportati da montanari locali ▼

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