tesi dottorato adriana hrelja.pdf - OpenstarTs - Università degli Studi ...
tesi dottorato adriana hrelja.pdf - OpenstarTs - Università degli Studi ...
tesi dottorato adriana hrelja.pdf - OpenstarTs - Università degli Studi ...
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Come inizia a risolversi il problema inerente alle libertà e alla partecipazione alle<br />
decisioni, prende sempre più consistenza e finisce per prevalere il regionalismo tecnico-<br />
economico, per cui il decentramento regionale è un fattore di efficienza, necessario per<br />
una razionale pianificazione. Si intravede la necessità che la programmazione e la<br />
pianificazione siano finalizzate anche al riequilibrio territoriale. Negli anni 50’ e 60’<br />
iniziano a cercarsi di economisti, geografi, sociologi per compiere analisi territoriali,<br />
definire le aree omogenee secondo i diversi indicatori socio- economici, proporre<br />
politiche di incentivo e sviluppo per quelle meno favorite. Nasce cosi la “scienza<br />
regionale”. In tali anni l’approccio operativo in generale è dall’alto verso il basso,<br />
mentre nel ventennio successivo le iniziative arrivano dal basso e l’attenzione viene<br />
rivolta ad uno ad uno sviluppo regionale e locale bastato fondamentalmente sull’utilizzo<br />
effettivo e sulla crescita in potenziale delle piccole e medie imprese attraverso l’utilizzo<br />
di nuove tecnologie e manodopera più qualificata. Il cambiamento di strategia nella<br />
politica regionale venne quindi accompagnato dalla decentralizzazione crescente delle<br />
autorità locali nella promozione dello sviluppo economico e da una maggiore enfasi<br />
sulle infrastrutture e sulle piccole e medie imprese 92 .<br />
Strassoldo elenca nel suo lavoro “Frontier regions and regional planning.<br />
Analitic Study” 93 le cause della crescente importanza del ruolo delle regioni dopo le due<br />
guerre:<br />
- Il discredito <strong>degli</strong> stati nazionali, almeno in Europa, dove le loro rivalità hanno<br />
portato a catastrofi e all’eclissi dell’Europa nell’arena del potere mondiale;<br />
- La consapevolezza che i paesi di medie dimensioni sono, sia troppo piccoli per<br />
rivendicare una reale sovranità, sia troppo grandi per soddisfare le crescenti richieste<br />
di partecipazione da parte dei loro cittadini;. 94<br />
- Reddito crescente, cultura crescente, crescente mobilità e crescente tempo libero<br />
rendono una tale partecipazione possibile e desiderata;<br />
92 “Politiche frontaliere e politiche europee di cooperazione”, op.cit., W. Ferrara, p.9<br />
93 Concil of Europe, CEMAT 73, Strasburgo, p.14<br />
94 Haegi C.(1995) L’Europe des regiones, Genere, p.12 “ La Nation est un e unite trop dure pour la<br />
cooperation et les echanges. Ella est trop grande pour permettre la partecipation civique (elle tue le<br />
civisme en vidant les communes et les provinces de leur vie propre autonome). Elle est trop petite pour les<br />
taches intarnationales ». La famosa frase è riconducibile all’intellettuale francese Denis de Rougemont,<br />
ma venne spesso ripetuta anche dal ben più noto sociologo americano Daniel Bell<br />
31