COPERTINA:Layout 1 - Homolaicus
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NONCREDO<br />
essere sottoposto a tortura o a trattamento o punizioni<br />
crudeli, inumane o degradanti». Tutti abbiamo<br />
davanti agli occhi le immagini dell’orrore provenienti<br />
dai paesi islamici: torture di ogni genere,<br />
amputazioni, impiccagioni, crocifissioni, lapidazioni,<br />
flagellazioni, attentati suicidi e omicidi di massa.<br />
Nell’articolo 6 della Dichiarazione si legge: «Ogni<br />
individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento<br />
della sua personalità giuridica». Nell’Islam il<br />
diritto va inteso come diritto della comunità<br />
(‘Umma), non della persona. L’Islam non conosce la<br />
parola “persona”, il suo sinonimo è fard (individuo).<br />
Il fard è parte integrante e dipendente della<br />
grande società islamica. Dentro la ‘Umma egli ha<br />
diritti e doveri. Se abbandona la religione per ateismo<br />
o apostasia, perde tutti i suoi diritti, anzi, è passibile<br />
di morte. Gli articoli 7, 8, 9, 10 ed 11 della<br />
Dichiarazione parlano dei diritti giuridici dell’uomo.<br />
Nella Sharî‘a il vendicare un’uccisione è ufficialmente<br />
e socialmente approvato. L’omicida è<br />
punito con la legge del taglione, la quale, a discrezione<br />
della famiglia della vittima, può essere sostituita<br />
dal prezzo del sangue. Il procedimento legale<br />
islamico, poi, non può essere considerato giusto ed<br />
imparziale, per via delle numerose violazioni delle<br />
regole più elementari in fatto di testimonianza,<br />
come già detto. L’articolo 16 della Dichiarazione<br />
così dice: «Uomini e donne in età adatta hanno il<br />
diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza<br />
alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione.<br />
Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio,<br />
durante il matrimonio e all’atto del suo scioglimento».<br />
Il matrimonio islamico non è qualcosa di<br />
paritario, le donne non sono libere di sposare chi<br />
desiderano e le possibilità di divorzio non sono<br />
eque. L’articolo 18 della Dichiarazione parla delle<br />
libertà fondamentali: «Ogni individuo ha il diritto<br />
alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale<br />
diritto include la libertà di cambiare religione o<br />
credo». Nelle società islamiche non si può cambiare<br />
religione se si è nati musulmani. L’apostasia è<br />
punita con il carcere o addirittura con la morte. Al<br />
convertito vengono negati la maggior parte dei<br />
diritti personali: spesso gli vengono rifiutati i documenti<br />
d’identità, in modo tale che egli abbia difficoltà<br />
a lasciare il paese; il suo matrimonio viene<br />
dichiarato nullo; i suoi figli gli vengono portati via<br />
per essere cresciuti da musulmani, ed egli perde i<br />
diritti di eredità. Nell’articolo 19 della Dichiarazione<br />
viene detto: «Ogni individuo ha diritto alla libertà<br />
di opinione e di espressione, incluso il diritto di non<br />
essere molestato per la propria opinione». In molti<br />
paesi islamici come l’Arabia Saudita, l’Iran, il<br />
Pakistan e l’Afghanistan, il diritto alla libera opinione<br />
è un’utopia. In questi paesi i diritti dei fedeli<br />
delle altre religioni e delle proprie minoranze vengono<br />
calpestati quotidianamente ed i rappresentanti<br />
di tali fedi vengono incarcerati con l’accusa di<br />
comportamento blasfemo.<br />
» Il futuro<br />
Anno II - n.7 settembre / ottobre 2010<br />
Come si può ben vedere, la situazione dei diritti<br />
umani nei paesi islamici è ancora a livelli primordiali.<br />
Gran parte dei più elementari diritti che<br />
tutta l’umanità ha adottato vengono costantemente<br />
negati. Nei paesi islamici non si potrà affrontare<br />
il problema dei diritti umani prima di aver<br />
risolto il problema più spinoso della divisione dei<br />
poteri. Finché non vi sarà una netta separazione<br />
fra Stato e religione, non si potrà parlare di democrazia<br />
o di rispetto dei diritti umani. Finché i paesi<br />
islamici saranno dominati dalla Sharî‘a, non si<br />
potrà avere nessun miglioramento, nessuna conquista<br />
liberale. L’unica soluzione sarebbe quella di<br />
de-islamizzare gli Stati, separare il mondo laico da<br />
quello religioso, seguire la ragione e cercare di<br />
creare paesi democratici al posto delle attuali teocrazie;<br />
paesi in cui la pluralità di religioni si integri<br />
con il pensiero razionalista. Solo in questo<br />
modo un quinto della popolazione mondiale<br />
potrà usufruire di quei diritti che costituiscono la<br />
stessa genesi umana.<br />
Eleanor Roosevelt con la dichiarazione dei diritti umani<br />
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